Associazione Teatrando
E
TEATRO PEGASO
Presentano
LA SCUOLA DELLE MOGLI
Di Molière
Adattamento e riduzione a cura di Antonia Di Francesco
Personaggi:
ARNOLPHE
AGNES
HORACE
GEORGETTE
ANNETTE
CHRYSALDE
ORONTE
COPIONE DI
Roma, 10 settembre 2005
ATTO PRIMO
(La scena rappresenta una piazza, con una casa sulla sinistra; sul fondo una panca)
MUSICA 1
SCENA PRIMA
Chrysalde, Arnolphe
CHRYSALDE Insomma, se ho ben capito, voi siete tornato per sposarvi.
ARNOLPHE Sì, e intendo far tutto entro domani.
CHRYSALDE Volete che vi parli da amico? Qua siamo soli, nessuno ci sente… State commettendo un grave errore.
ARNOLPHE Voi dite? E perché?
CHRYSALDE Avete ridicolizzato e offeso tutti i mariti della città divulgando gli intrighi delle loro mogli, e ora…
ARNOLPHE Ma certo amico mio! Questa città è piena di mariti imbecilli che ignorano gli intrallazzi delle loro mogli! Mogli che spendono patrimoni al gioco o in sciocchezze; mogli che imbrogliano i mariti accettando regali di dubbia provenienza; mogli che coltivano amicizie immorali… Ovunque vi sono motivi di satira. Perché non dovrei riderne?
CHRYSALDE Ridete pure se volete, ma aspettatevi che si rida presto anche di voi; e con la stessa sfacciataggine che adoperate voi nei confronti degli altri.
ARNOLPHE Voi dite? Non temete amico mio, ho preso le mie precauzioni. Non corro alcun pericolo.
CHRYSALDE Come fate ad esserne sicuro? Le donne sono astute, per essere al riparo dalle corna dovreste sposare una sciocca!
ARNOLPHE Infatti: sposo una sciocca per non diventare sciocco.
CHRYSALDE Cosa?
ARNOLPHE Meglio una sciocca che una intellettuale sempre pronta a parlare di letteratura o a far salotto… Una donna così ne sa sempre più del necessario. Mia moglie dovrà sapermi amare, pregare Dio, cucire e filare. Tanto basta.
CHRYSALDE Il vostro ideale è dunque una donna stupida.
ARNOLPHE Ma onesta.
CHRYSALDE E come volete che una stupida conosca il valore dell’onestà? Ella potrebbe tradirvi senza nemmeno sapere quel che fa. E’ stupida!
ARNOLPHE Impossibile.
CHRYSALDE Non parlo più.
ARNOLPHE Ognuno ha il suo metodo. Io ho il mio. Tanto basta. Sono abbastanza ricco da potermi permettere una moglie su misura; totalmente dipendente e sottomessa.
Aveva appena quattro anni quando la conobbi; sua madre, povera contadina, me l’affidò perché era povera e non poteva mantenerla. Io la feci allevare in un convento ordinando che la si rendesse idiota al massimo grado possibile. Ora l’ho rinchiusa in questa casa che ho comprato sotto altro nome. Sta qui con due serve, gente semplice come lei. Non riceve visite, non vede nessuno. Beh, che ne pensate? Non sono dunque previdente? Vorrei che la esaminaste.
CHRYSALDE Sono veramente incuriosito.
ARNOLPHE Ella è così semplice che – lo credereste? – l’altro giorno venne a chiedermi se i bambini si facessero dalle orecchie! (ride)
CHRYSALDE (a parte) Contento lui. (ride forzatamente) Me ne rallegro signor Arnolphe.
ARNOLPHE Ah! Vi ho detto cento volte di non chiamarmi così!
CHRYSALDE Scusate, mi viene alle labbra sempre Arnolphe, e il signor Del Ceppo non lo ricordo mai! Ma come vi è venuto in mente di usare un tronco marcio per farne un titolo nobiliare?
ARNOLPHE Oltre al fatto che non voglio farmi riconoscere, Del Ceppo mi piace di più.
CHRYSALDE Nobiltà fittizia! Ma è il prurito di tanta gente. Conosco un contadino che si chiamava Pierone, possedeva un pezzetto di terra, e si fece scavare un fossato tutto attorno per potersi fregiare del titolo di Signore dell’Isola.
ARNOLPHE Signore dell’Isola? Non lo conosco.
CHRYSALDE Intendevo dire…
ARNOLPHE Comunque trovo che signor Del Ceppo mi si addica meglio di Arnolphe. Ora vogliate perdonarmi, ma si è fatto tardi. Torno oggi da un lungo viaggio e sono piuttosto stanco…
CHRYSALDE Bene, vi lascio alle vostre faccende… signor Del Ceppo. (a parte uscendo) Parola mia, per me è matto completo.
ARNOLPHE (a parte) Per certi argomenti mi pare un po’ tocco. (bussa) Olà!
SCENA SECONDA
Arnolphe, Annette, Georgette
ARNOLPHE (bussa) Olà! Mi aprite sì o no?
ANNETTE (da dentro casa) Chi bussa?
ARNOLPHE Aprite. Sono io.
ANNETTE (c.s.) Io chi?
ARNOLPHE Io, il signor Del Ceppo!
ANNETTE (c.s.) Georgette…
GEORGETTE (c.s.) Che c’è, Annette?
ANNETTE (c.s.) Vai giù ad aprire.
GEORGETTE (c.s.) Io non posso, vacci tu.
ANNETTE (c.s.) Vacci tu.
GEORGETTE (c.s.) No, no… vacci tu.
ARNOLPHE Oh insomma! Allora? Sono il vostro padrone, aprite subito!
ANNETTE (c.s.) Georgette, è il padrone, apri subito…
GEORGETTE (c.s.) Apri tu, Annette !
ANNETTE (c.s.) Io sto soffiando sul fuoco.
GEORGETTE (c.s.) Io sto badando al gatto.
ARNOLPHE Chi di voi due non mi aprirà starà digiuna per quattro giorni!
ANNETTE (c.s.) Arrivo signore !
GEORGETTE (c.s.) Arrivo signore !
ANNETTE (c.s.) Sto andando io!
GEORGETTE (c.s.) Che vieni a fare se apro io?
ANNETTE (c.s.) Levati di mezzo!
GEORGETTE (c.s.) Levati tu, io voglio aprire.
ANNETTE (c.s.) No apro io!
GEORGETTE (c.s.) Apro io!
ARNOLPHE Quanta pazienza, quanta pazienza…. (grida) Aprite subito questa porta!!
ANNETTE (apre) Sono qui, signor padrone!
GEORGETTE (entra) Serva vostra, sono io!
ARNOLPHE Finalmente!
ANNETTE Se non fosse per rispetto del signore io ti…. (colpisce per errore Arnolphe)
ARNOLPHE Accidenti!
ANNETTE Chiedo scusa signore!
ARNOLPHE Ma che imbecille!
ANNETTE Senza dubbio signore!
ARNOLPHE Va’ a chiamare Agnès, subito!
ANNETTE Subito signore! (esce)
ARNOLPHE E’ stata triste della mia partenza?
GEORGETTE Triste? No.
ARNOLPHE Come no?
GEORGETTE Eh? Come no? Sì, sì.
ARNOLPHE Sì o no?
GEORGETTE Sì certo! Credeva sempre di vedervi tornare. E non passava qua davanti cavallo asino o mulo che lei non prendesse per voi!
SCENA TERZA
Arnolphe, Annette, Georgette, Agnès
ARNOLPHE Il lavoro in mano ! buon segno. Ebbene Agnès, eccomi di ritorno dal mio viaggio. Siete contenta?
AGNES Sì signore, e dico grazie a Dio.
ARNOLPHE Bene. Siete stata sempre bene?
AGNES Sì signore, e dico grazie a Dio.
ARNOLPHE Ci sono stati problemi durante la mia assenza?
AGNES Problemi? No… ah sì, le pulci che di notte mi disturbano un poco.
ARNOLPHE Faremo qualcosa per liberarvene. Contenta?
AGNES Sì signore, e dico…
ARNOLPHE …grazie a Dio. Che cosa state facendo?
AGNES Io? Niente signore!
ARNOLPHE No dico, il lavoro che avete tra le mani?
AGNES Oh ? mi sto facendo delle cuffie. Le camicie da notte per voi sono già fatte.
ARNOLPHE Brava, molto bene. Ora rientrate, più tardi dovrò parlarvi di cose importanti.
AGNES Come volete signore. (rientra con le serve)
ARNOLPHE Ah quanto valgono per me questa pudicizia e questa onesta ignoranza!
SCENA QUARTA
Arnolphe, Horace
ARNOLPHE Non dalle ricchezze bisogna lasciarsi incantare, ma dall’onestà che… ma chi vedo? E’ lui o non è lui?
HORACE Voi…
ARNOLPHE Non è possibile! Horace…
HORACE Signor Arnolphe.
ARNOLPHE Ma che piacere. Da quanto siete qui?
HORACE Nove giorni. Sono passato subito a salutarvi ma non vi ho trovato.
ARNOLPHE Ero in viaggio. Ma fatevi guardare. Quanto tempo! Che bel giovanotto. E pensare che vi ho visto bambino. E vostro padre, il mio caro amico Oronte, come sta? Sono anni che non lo vedo.
HORACE Benone! Sempre in gamba. Ho qui una sua lettera per voi. Ma poi con un’altra lettera mi annuncia il suo arrivo insieme a un tale di cui mi parla come se lo conoscessi, ma in fede mia, non so chi sia… un certo Enrique… Lo conoscete?
ARNOLPHE Mai sentito. (legge la lettera)
HORACE E’ un vostro concittadino, dice, che torna a casa con molte ricchezze accumulate dopo quattordici anni in America. Davvero non lo conoscete?
ARNOLPHE (leggendo) No.
HORACE Strano. Mi scrive che faranno questo viaggio insieme per un affare molto importante di cui però nella lettera non dice nulla
ARNOLPHE Sarò felice di rivederlo. (riponendo la lettera) Agli amici non si scrivono lettere tanto cerimoniose; e non c’era bisogno che mi scrivesse di aiutarvi: potete disporre di me e dei miei averi.
HORACE Vi prendo in parola. Avrei giusto bisogno…
ARNOLPHE Dite.
HORACE Avrei giusto bisogno di cento franchi.
ARNOLPHE Sono lieto di averli con me. Tenete pure la borsa.
HORACE Ve li renderò non appena…
ARNOLPHE Con comodo.
HORACE Sapete, mi servono per….
ARNOLPHE Non siete obbligato a dirmi niente. Come trovate questa città?
HORACE Grazie signor Arnolphe. Bella. Piena di gente, divertimenti…
ARNOLPHE Ognuno si diverte come crede. Ma penso che qui, in quanto ad avventure, non manchino le occasioni: brune, bionde… e molto disponibili. E con mariti ancor più disponibili. O no?
HORACE Veramente io…
ARNOLPHE E voi siete un bel giovanotto, il che non guasta. Ditemi, avete già combinato qualcosa?
HORACE Io, ecco…
ARNOLPHE Sapete, queste faccende mi divertono più del teatro. Raccontatemi, vi prego, non siate timido.
HORACE Ebbene: mi è capitata una certa avventura da queste parti.
ARNOLPHE Oh, pregusto una storiella piccante…
HORACE Ma vi raccomando il segreto.
ARNOLPHE Oh, ma certo!
HORACE Ve lo dico solo per l’amicizia che ci lega.
ARNOLPHE Certamente. Ma dite…
HORACE Si tratta di una rara bellezza, che è rimasta colpita dalle mie attenzioni… e oso dire, senza vantarmi, che le cose vanno molto bene…
ARNOLPHE Dite, dite… la storia promette bene…
HORACE Una creatura un po’ sempliciotta a dire il vero, ma proprio questa ignoranza fa risplendere la sua incantevole grazia. Forse la conoscete, si chiama Agnès.
ARNOLPHE Ah? (tossisce) Mai sentita.
HORACE Abita proprio qui, segregata in casa da un uomo che le impedisce ogni contatto col mondo. Davvero non la conoscete?
ARNOLPHE (tra i denti) No. (a parte) Crepo.
HORACE L’uomo invece pare si chiami Del Zeppo o Del Ceppo, non so, non ricordo. Ricco, mi hanno detto, ma piuttosto imbecille. Lui lo conoscete?
ARNOLPHE (tossendo) Mai sentito.
HORACE Geloso fino al ridicolo, piuttosto stupido credo… Davvero non lo conoscete?
ARNOLPHE (tra i denti) Sì, lo conosco. (a parte) Crepo.
HORACE Eh? Non è un bel soggetto? Insomma: l’adorabile Agnès mi ha conquistato; ed è proprio per lei che vi ho chiesto il denaro: voglio sottrarla a quell’idiota che la tiene prigioniera, sarebbe un delitto lasciargliela… Grazie a voi compirò il mio progetto… Ma vi vedo turbato. Disapprovate forse? ARNOLPHE (tossendo) No no, riflettevo.
HORACE Le mie chiacchiere vi hanno stancato. Addio. Tornerò per ringraziarvi ancora. (si avvia)
ARNOLPHE Non c’è bisogno. (a parte) Bisogna dunque…
HORACE (torna) Mi raccomando la discrezione: ve ne prego. (si avvia)
ARNOLPHE Non dubitate. (a parte) Sento nell’animo mio …
HORACE (torna) Soprattutto con mio padre che potrebbe andare in collera. (via)
ARNOLPHE A me! Viene a raccontare questa storia proprio a me. Devo stare calmo…
SCENA QUINTA
Arnolphe, Annette, Georgette
ARNOLPHE Devo dominarmi per conoscere fino in fondo il suo disegno. Devo sapere tutto; e per sapere, devo stare calmo… calmo e tranquillo…
ANNETTE (entra) Ah, signore, questa volta…
ARNOLPHE (urlando) Silenzio! Qua, tutte e due!
GEORGETTE Cielo, signore, mi fate paura…
ARNOLPHE Silenzio vi dico! Parlate! (le serve si guardano confuse)
ANNETTE Cosa signore?
GEORGETTE Che c’è signore?
ARNOLPHE Eh no, sono io che lo domando a voi! Così mi obbedite? Mi avete tradito!
ANNETTE Vi prego, non uccidetemi!
GEORGETTE Quale cane rabbioso lo ha morso?
ARNOLPHE Voi dunque, canaglie maledette – soffoco - avete lasciato che un uomo… (le serve cercano di scappare) Chi si muove l’ ammazzo!! (le serve si fermano)
ANNETTE (cade in ginocchio) Pietà signore!
GEORGETTE (cade in ginocchio) Siate clemente!
ARNOLPHE …avete lasciato che un uomo…entrasse in casa mia – soffoco – Parlate!
ANNETTE Mi sento mancare!
GEORGETTE Sto morendo! (piangono)
ARNOLPHE (a parte) Ho bisogno di aria. E pensare che l’ho cresciuta io stesso… io! Per arrivare a questo? No, io devo sapere. Meglio che sia lei a confessare, da queste due non otterrò nulla. (alle serve) Voi!
ANNETTE e GEORGETTE Signore?
ARNOLPHE Andate a chiamare Agnès!
ANNETTE e GEORGETTE Subito signore. (si alzano)
ARNOLPHE Ferme! (a parte) La avvertirebbero della mia collera. Meglio che vada io stesso a chiamarla. (alle serve) Aspettatemi qui! (esce)
SCENA SESTA
Annette, Georgette
ANNETTE Mio Dio, è terribile!
GEORGETTE Terribile.
ANNETTE I suoi occhi mi hanno fatto paura.
GEORGETTE Terribile. Pareva un mostro.
ANNETTE Io lo sapevo che quel signore gli avrebbe dato fastidio, te lo avevo detto.
GEORGETTE Già, sai sempre tutto tu!
ANNETTE Ma perché questa sorveglianza così stretta? Perché quella poveretta non può essere avvicinata né vista da nessuno? Eh?
GEORGETTE Perché queste cose lo ingelosiscono.
ANNETTE Ah. E come mai queste cose lo ingelosiscono?
GEORGETTE Oh bella! Lo ingelosiscono perché… perché è geloso.
ANNETTE Ah. Sì, ma perché è geloso? Di cosa è arrabbiato?
GEORGETTE Diavolo, Annette, fai certe domande che… va bene, vieni qui che ti spiego.
ANNETTE Spiegami.
GEORGETTE Ti farò un esempio: immagina di essere a tavola, hai davanti la tua minestra. Ad un tratto viene qualcuno, affamato, e sta per mangiarsela lui. Tu che fai?
ANNETTE Io gli spacco la testa.
GEORGETTE Vedi che hai capito? La donna in effetti è come la minestra per l’uomo; e quando un uomo vede un altro che tenta di rubargli la minestra, si infuria… ANNETTE …e gli spacca la testa.
GEORGETTE Esatto. Questa è la gelosia.
ANNETTE Ma io vedo tanti mariti che non si comportano così.
GEORGETTE Perché non tutti sono tanto ingordi da voler tutto per sé .
ANNETTE Eccolo che torna.
GEORGETTE Cielo, come è nero.
SCENA SETTIMA
Arnolphe, Agnès, Annette, Georgette
ARNOLPHE Venite, Agnès. (alle serve) E voi, fuori. (ad Agnès) Facciamo quattro passi. Vi piace la passeggiata?
AGNES Bellissima.
ARNOLPHE E che bel sole.
AGNES Bellissimo.
ARNOLPHE Avete qualche novità ?
AGNES E’ morto il gatto.
ARNOLPHE Peccato, ma si sa, tutti dobbiamo morire.Quando ero furori ha piovuto?
AGNES No.
ARNOLPHE Vi siete annoiata?
AGNES Io non mi annoio mai.
ARNOLPHE Cosa avete fatto in questi nove o dieci giorni?
AGNES Sei camicie, mi pare, e sei cuffie.
ARNOLPHE (dopo una pausa) Il mondo, cara Agnès, è cattivo. Quanta maldicenza… Dei vicini mi han detto che un giovanotto sconosciuto è venuto in casa durante la mia assenza e che voi lo avete accolto. Ma io non ho prestato fede a quelle malelingue; ho anzi scommesso che era tutto falso…
AGNES Dio mio, non avrete scommesso per davvero?
ARNOLPHE Come?
AGNES Perdereste.
ARNOLPHE Cosa? E’ dunque vero che un uomo…?
AGNES Sicuro. E non si è mai mai mosso dalla casa nostra.
ARNOLPHE (a parte) Almeno è sincera. (a lei) Ma, mia cara, se non m’inganno, vi avevo proibito di ricevere chicchessia.
AGNES Ma non era Chicchessia, era un altro! E voi al mio posto lo avreste ricevuto.
ARNOLPHE E per quale motivo?
AGNES Ascoltate, è una storia stranissima. E’ difficile da credere.
MUSICA 2
Mi ero affacciata al balcone per lavorare al fresco, quando vidi sotto gli alberi un bel giovane che incontrando i miei sguardi mi salutò con un profondo inchino. Per dovere di cortesia m’inchinai a mia volta; e un’altra volta lui, e poi di nuovo io, poi lui, poi io, e lui e io…. Egli si mise a passare e ripassare sotto il balcone e ogni volta si inchinava, per cui anche io dovevo inchinarmi. Quello scambio d’inchini sarebbe durato chissà quanto se non fosse sopravvenuta la notte, perché siccome non volevo passare per maleducata, avrei continuato a restituirgli tutti i suoi inchini.
ARNOLPHE Benissimo.
AGNES Il giorno dopo, mentre ero sulla porta, arriva una vecchietta che mi dice : “figlia mia, Dio vi benedica e vi conservi a lungo. Egli vi ha donato la bellezza non perché ne usiate male; e dovete sapere che avete ferito un cuore che è costretto a soffrire…”
ARNOLPHE Ah, cortigiana di Satana!
AGNES Io ferito qualcuno? – dico – e lei: “Sì, è quell’uomo che vedeste ieri dal balcone”. E come è possibile che l’abbia ferito se non l’ho nemmeno toccato? “Sono stati i vostri occhi. Da quando li ha guardati l’infelice langue e solo voi potete guarirlo” E come? – dico io – “Egli non chiede che di vedervi; solo così guarirà, altrimenti morirà!”
ARNOLPHE Ah strega maledetta!
AGNES Così l’ho accolto in casa e come mi vide, guarì. (FINE M 1) Allora dite, ho fatto bene, no? Potevo lasciarlo morire per mancanza di aiuto, proprio io che non farei male a una mosca e che piango davanti a un pollo arrosto?
ARNOLPHE (a parte) Tutta colpa della sua ingenuità! Spero solo che quel furfante non ne abbia approfittato.
AGNES Siete arrabbiato? E’ forse male quel che vi ho detto?
ARNOLPHE No no… ditemi, che faceva quel giovanotto durante le sue visite?
AGNES Era tanto felice, appena mi ha vista è guarito subito; poi ha regalato del denaro a Georgette e ad Annette, e ha me ha donato…
ARNOLPHE Sì ! ma che faceva quando era solo con voi ?
AGNES Giurava di amarmi di un amore immenso, mi parlava con una dolcezza che mi scuote tutta e mi emoziona e provo quel che non ho mai provato, e…
ARNOLPHE Sì !! Ma oltre questi discorsi… vi faceva anche qualche carezza?
AGNES Oh… tante ! mi prendeva le mani, le braccia e non si stancava mai di baciarle
ARNOLPHE (a parte) Soffoco! (a lei) E non vi ha per caso preso qualcos’altro?
AGNES Be’ mi ha…
ARNOLPHE Vi ha.. ?
AGNES Preso… la….
ARNOLPHE Sì ? Vi ha preso… ?
AGNES No, non posso, voi vi arrabbiereste con me.
ARNOLPHE No che non mi arrabbio. Dite.
AGNES D’altra parte non ho potuto impedirglielo. Le piaceva così tanto…
ARNOLPHE Lo immagino.
AGNES Stava sempre a guardarla, la accarezzava…
ARNOLPHE Ah, mostro maledetto !
AGNES E alla fine gliel’ho lasciata.
ARNOLPHE Mio Dio, Agnès, che avete fatto ! come avete potuto!
AGNES Ecco vi siete arrabbiato. Siete arrabbiato? Non fate così, me la faccio restituire.
ARNOLPHE Come avete potuto…
AGNES Anche se l’ha portata via glielo dico che a voi dispiace…
ARNOLPHE eh ? Agnès, di che stiamo parlando?
AGNES Di quella bella sciarpa che mi avete donato…
ARNOLPHE Al diavolo la sciarpa !
AGNES Allora non ve ne importa ? meglio così, non devo richiedergliela indietro.
ARNOLPHE No. (si calma) Io voglio sapere se oltre a baciarvi le mani e le braccia vi faceva altre cose.
AGNES Perché, si possono fare altre cose?
ARNOLPHE Sì... NO.
AGNES Ma state sicuro che per guarirlo dal suo male gli avrei dato tutto, se solo me lo avesse domandato.
ARNOLPHE Bene mia cara, la causa di tutto è la vostra ingenuità. Sia. Quel che è stato è stato. Quel giovanotto vi lusinga per poter poi ridere di voi.
AGNES No no. Me l’ha detto a me più di venti volte che mi ama, a me in persona !
ARNOLPHE Sappiate che accettare doni, ascoltare le chiacchiere di questi giovanotti, farsi baciare le braccia e solleticare il cuore è peccato. Peccato mortale.
AGNES Uh, peccato! E perché? E’ una cosa così tenera e dolce… che non conoscevo.
ARNOLPHE Sì, mia cara. Queste cose danno molto piacere, ma occorre purgarli d’ogni peccato maritandosi. Capito?
AGNES Non è più peccato quando ci si marita?
ARNOLPHE Precisamente. Vedete che avete capito?
AGNES Allora maritatemi subito, ve ne prego!
ARNOLPHE Davvero lo desiderate?
AGNES Davvero davvero!
ARNOLPHE E io sono tornato apposta per sposarvi.
AGNES Oh che felicità ! Se lo farete davvero vi darò tante carezze!
ARNOLPHE E io ve le ricambierò.
AGNES E quando, quando ci sarà il matrimonio ?
ARNOLPHE Questa sera stessa.
AGNES Questa sera ? oh che gioia ! (ride)
ARNOLPHE Vedervi lieta è quel che desidero.
AGNES Questa sera sarò sposa. Grazie, grazie! Oh, come sarò felice con lui!
ARNOLPHE Con chi ?
AGNES Beh, con…. Beh !
ARNOLPHE Beh… Il signor Beh non lo conosco! Avete fatto presto a scegliervi marito. E’ un altro l’uomo che ho in serbo per voi. E quanto al signor Beh, esigo che non lo vediate più, anche se quel suo male dovesse portarlo alla tomba; se torna, gli chiuderete la porta sul naso, e se occorre gli tirerete un masso dalla finestra; chiaro? Io vi terrò d’occhio.
AGNES Ma lui è così bello… Io non avrò il coraggio….
ARNOLPHE Ho sentito fin troppo. Andate in camera vostra.
AGNES Ma come potete…?
ARNOLPHE Basta così. Io sono il padrone, io comando e voi obbedite. Via!
AGNES Come volete voi. Sì sì…. (esce)
MUSICA 3
CAMBIO LUCE
SCENA OTTAVA
Arnolphe, Agnès, Annette, Georgette
ARNOLPHE Avete eseguito alla perfezione I miei ordini. Voi due gli avete chiuso la porta in faccia con fredda determinazione…
ANNETTE Sappiamo riconoscere un ordine. Quel tipo ci imbrogliava…
GEORGETTE E ci offendeva dandoci continuamente del denaro!
ARNOLPHE Ma la più brava di tutti è stata Agnès: gli ha tirato quel sasso con molta precisione.
ANNETTE Io stessa non avrei saputo fare di meglio.
GEORGETTE State pur certo: dopo la scena della notte scorsa non tornerà.
ARNOLPHE Tuttavia è bene che io vi faccia un piccolo discorso. (alle serve) voi, andate a preparare la cena. (le serve escono)
SCENA NONA
Arnolphe, Agnès
ARNOLPHE Tutto quel che è avvenuto è stato a causa della vostra ingenuità, Agnès. Ma ora lasciate il vostro lavoro e ascoltatemi. Io vi sposo, Agnès. E voi dovete esserne felice. Ma dovete anche sapere che il matrimonio obbliga la donna a doveri solenni. Non esiste eguaglianza tra gli sposi: il marito comanda, la moglie obbedisce. Chiaro? Se il marito getta sulla moglie uno sguardo grave, ella abbasserà gli occhi per rialzarli quando lui le farà la grazia di uno sguardo dolce. Brava. Ho qui per caso uno scritto che insegna i compiti della moglie. (le porge un foglio) Non so chi abbia scritto lo scritto, ma è scritto molto bene. Volete leggerlo, mia cara?
AGNES (legge) « Le massime del matrimonio ovvero i doveri della donna maritata con il loro esercizio quotidiano. » Leggo? «Prima massima: colei che va in sposa ad un uomo deve mettersi in testa, malgrado la moda odierna, che costui la sposa solo per sé». Che vuol dire?
ARNOLPHE Poi ve lo spiego, continuate.
AGNES «Seconda massima: ella si abbiglierà solo per il marito; nulla le importi che altri la trovino brutta » (ci pensa) Sì sì! «Terza massima: no a creme, profumi, pomate: chi si fa troppo bella è garantito, non lo fa per piacere a suo marito » Che carino, qui c’è anche la rima!
ARNOLPHE Andate avanti.
AGNES «Quarta massima: niente visite di uomini in casa, tranne chi viene per il padrone di casa » Niente niente? (a un’occhiataccia di lui riprende a leggere) «Quinta massima: ella diffiderà dei regali degli uomini: a questo mondo non si fa niente per niente». Davvero? «Sesta massima: fra i suoi mobili non vi sarà scrittoio, né carta, né penna: solo il marito dovrà scrivere tutto quel che si scrive in casa sua» (mostra il foglio) «Settima massima: No, no, no. No alle passeggiate di moda, alle merende all’aperto e così via. Si sa bene che poi a pagare sono sempre i mariti ». «Ottava massima….».
ARNOLPHE Molto bene Agnès, continuate da sola. Mi sovviene che ho una faccenda da sistemare.
AGNES Sì sì. (uscendo) «Ottava massima: la moglie che tiene al proprio onore fugga il vizio del gioco come cosa pericolosa….»
SCENA DECIMA
Arnolphe, Horace
ARNOLPHE Farne mia moglie è la cosa migliore. Certo ella è ingenua: ma l’ingenuità è cento volte preferibile alla malizia. Plasmerò la sua anima a mio piacimento. (fa per uscire) Ma chi vedo? Il galantuomo che torna.Bene. Continuerò a fingere per scoprire qualcos’altro di utile.
HORACE (Ha la fronte bendata) Signor Arnolphe!
ARNOLPHE Amico mio, che vi è successo?
HORACE Da quando mi sono confidato con voi le cose vanno male.
ARNOLPHE Davvero? Come mai?
HORACE E’ tornato il tutore della mia bella.
ARNOLPHE Accidenti!
HORACE E non so come, ha saputo della nostra tresca.
ARNOLPHE Che disdetta!
HORACE Ieri andavo da lei all’ora convenuta, quando con malagrazia le serve mi hanno chiuso la porta in faccia!
ARNOLPHE In faccia?
HORACE In faccia! “Non ci seccate!” hanno gridato. Allora ho fatto il giro e dalla finestra ho chiamato Agnès; e lei per tutta risposta mi ha tirato un sasso.
ARNOLPHE Un sasso?
HORACE Grosso così. In fronte!
ARNOLPHE Trovo tutto ciò quanto meno irritante per voi, amico mio.
HORACE Questo ritorno non ci voleva. Anche perché ho subito capito che è stato il tutore a organizzare tutto. Ma troverò il modo di eludere la sua sorveglianza.
ARNOLPHE Siete furbo voi, non sarà un sasso a fermarvi. Siete certo che lei vi ami?
HORACE Certissimo.
ARNOLPHE Nonostante il sasso?
HORACE Grazie al sasso. Non mi sarei aspettato una mossa simile da parte di una ragazza così ingenua, sono stupefatto: è proprio vero che l’amore aguzza l’ingegno. Il sasso era avvolto in un messaggio.
ARNOLPHE Un messaggio?
HORACE Eccolo. Ve lo leggerei volentieri, ma non voglio abusare del vostro tempo.
ARNOLPHE Ma no, amico mio, abusate pure.
HORACE Se insistete. (apre il foglio) Che figura da tonto ci fa quel suo tutore, eh? Mentre mi grida “andate via” e mi colpisce in testa – si vede molto? – la mia bella trova il modo di comunicare con me. E magari lui la stava pure osservando. L’ ha preso in giro proprio per bene! (ride) Non è divertente?
ARNOLPHE (tra i denti) Molto.
HORACE Allora fatevi una bella risata! (ride) Non ridete?
ARNOLPHE Riderò dopo, a casa. Questo messaggio?
HORACE Sì, ve lo leggo. «Amore mio amato, penso dei pensieri strani ma non so come ve li posso dirveli per colpa della mia INORANZA in qui nella quale sono tenuta. Forse non mi esprimo bene…»
ARNOLPHE Direi di no.
HORACE Ma quale ingenuità in questo animo! (legge) « Forse non mi esprimo bene, non è colpa mia se non mi hanno fatto studiare. Missi dice que i giovanotti inganano le faciulle, ma io non ci credo che voi ingannate me, e quomunque io ve lo voglio dirvelo lo stesso que io vi amo tanto. …»
ARNOLPHE (a parte) Maledetta!
HORACE Avete detto?
ARNOLPHE Nulla, ho tossito. Non si capisce niente di questo messaggio.
HORACE Si capiscono molte cose invece: si comprende la sua purezza d’animo e la cattiveria di chi ha voluto tenerla in stato di ignoranza. E grazie all’amore ora la sua intelligenza viene fuori, a dispetto di quel vigliacco, quel delinquente, quell’animale…
ARNOLPHE Addio.
HORACE Dove andate?
ARNOLPHE Mi sono ricordato di una faccenda urgente.
HORACE Un momento: dovete aiutarmi signor Arnolphe a sconfiggere quella bestia che imprigiona il mio amore. Devo trovare il modo di entrare in quella casa…
ARNOLPHE Lo troverete senza di me. Addio, ho da fare.
HORACE Vi lascio allora. Badate: mi confido solo con voi… (via)
ARNOLPHE Che tormento. E devo nasconderlo di fronte a lui. Come può una ingenua escogitare un simile trucco? E’ il demonio che l’ha ispirata. Eppure sono stato attento, previdente… mi prenderei a schiaffi! Bene. Dopo questi fatti non mi resta che punirla. E poi vedremo il da farsi. (uscendo grida) Agnès!
MUSICA 4
Fine primo atto
ATTO SECONDO
MUSICA 5
SCENA PRIMA
Arnolphe, Annette, Georgette
ARNOLPHE Con che cinismo ha sostenuto il mio sguardo. Né turbata né pentita di quel che ha fatto; quei suoi occhi così spavaldi mi fissavano in un modo che non le conoscevo… Ero irritato contro lei, disgustato, disperato, eppure provavo qualcosa che… Mio Dio quanto è bella. L’ho cresciuta fin dall’infanzia e dovrei ora permettere a un bellimbusto di portarmela via sotto il naso? Mai! Annette! Georgette !
ANNETTE Signore !
GEORGETTE Siamo qui, comandate.
ARNOLPHE Avvicinatevi. Voi siete le mie serve fidate.
ANNETTE Non dovete dubitarne, signore.
ARNOLPHE Si attenta al mio onore, e sarebbe un guaio anche per voi se mi si ridesse dietro. Dovete impegnarvi, quel damerino non deve in alcun modo…
GEORGETTE Ci avete istruito a dovere, signore.
ARNOLPHE Attente a non cedere alle sue lusinghe.
ANNETTE Per chi ci prendete?
GEORGETTE Sappiamo difenderci!
ARNOLPHE Voglio proprio vedere. (ad Annette) Se per esempio ti dicesse: “Annette, aiutami, soccorrimi!”, tu risponderesti…
ANNETTE Andate all’inferno, signore!
ARNOLPHE Bene. (a Geogette) Se per esempio ti dicesse: “Georgette, tu che sei così dolce e così buona…”
GEORGETTE Siete uno stupido, signore!
ARNOLPHE Molto bene. (ad Annette) “Cosa c’è di male nelle mie oneste intenzioni?!”
ANNETTE Siete uno sfacciato!
ARNOLPHE Benone. (a Geogette) “Se non hai pietà di me morirò!”
GEORGETTE Siete un buffone !
ARNOLPHE Benissimo! (a entrambe) “Nessuno fa niente per niente: eccovi una piccola mancia per i vostri capricci… (porge denaro che le serve prendono) Purché mi facciate incontrare con la padroncina…!”
ANNETTE (con uno spintone) Come osate!
ARNOLPHE Bene!
GEORGETTE (con uno spintone) Andate da altri!
ARNOLPHE Benone!
ANNETTE (con uno spintone) Fuori di qui!
ARNOLPHE Benissimo!
GEORGETTE (con uno spintone) E in fretta!
ARNOLPHE Olà! Basta così!
ANNETTE Ho fatto bene ?
GEORGETTE E’ così che devo agire ?
ARNOLPHE Esattamente. Tranne che per il denaro, non dovevate prenderlo.
GEORGETTE Oh, che sbadate!
ANNETTE Facciamo un’altra prova?
ARNOLPHE No, va bene così, tenete pure il denaro, l’avete meritato. Rientrate in casa. Ora vi raggiungo, ho un piano di cui vi voglio parlare.
GEORGETTE Bene signore!
ANNETTE Grazie signore! (via con Georgette)
SCENA SECONDA
Arnolphe, Horace
ARNOLPHE Chiederò al ciabattino qui all’angolo di fare la spia; e la terrò sempre chiusa in casa. Saranno bandite parrucchiere, pettinatrici, venditrici di fazzoletti… tutta gente capace di brigare sotto banco alle mie spalle. Il giovanotto dovrà essere molto abile per riuscire a farle giungere anche solo un messaggio…
HORACE Finalmente vi trovo! Ma voi state sempre qua? Dovevo vedervi, l’ho scampata bella! Dopo avervi lasciato ho visto Agnès alla finestra; mi ha fatto segno, è scesa, mi ha aperto la porta del giardino. Ma mentre conversavamo è arrivato lui, il tutore, il pazzo imbecille. Mi sono nascosto nell’armadio e l’ho sentito urlare, imprecare. Senza dubbio ha saputo la faccenda del sasso. Quando finalmente è andato via, ho tirato un sospiro di sollievo. Sono fuggito di corsa ma stanotte tornerò là e ad un segnale convenuto Agnès mi farà entrare. Credo che fuggiremo insieme. Ho voluto dirvelo, rendervi partecipe della mia gioia, ma mi raccomando, acqua in bocca. (esce)
SCENA TERZA
Arnolphe, Chrysalde
ARNOLPHE dopo aver fatto quanto in mio potere dovrò rischiare di vedere la mia fronte adornata come quella di tanti mariti? Ah no, giammai… Gran fortuna, nella disgrazia, almeno sapere per tempo a cosa vado incontro… Preparerò al giovanotto una bella serata galante… o non mi chiamo più Arnolphe!
CHRYSALDE Signor Arnolphe!
ARNOLPHE Del Ceppo! Signor, Del Ceppo, ricordate?
CHRYSALDE Ah già. Cosa fate in giro a quest’ora? Non si cena stasera?
ARNOLPHE E voi allora?
CHRYSALDE Io ho già cenato.
ARNOLPHE E io sto a digiuno.
CHRYSALDE Problemi con le vostre nozze? Sono andate a monte?
ARNOLPHE Non mi pare che la cosa vi riguardi.
CHRYSALDE Olà, che bell’umore! E che brutta faccia!
ARNOLPHE E’ la faccia di uno che non tollera i cascamorti e non tollera le corna.
CHRYSALDE Ancora con questa storia? Ma che strano. E’ per voi così grave la faccenda delle corna? Andiamo amico mio, prendetela con più filosofia, e non legate l’onore all’accidente di avere una compagna poco seria. L’onore di un gentiluomo dipende da altro: dalla sua parola, dalla sua onestà…
ARNOLPHE Avete finito?
CHRYSALDE Non fraintendetemi: io condanno il tradimento della moglie. Ma siccome non dipende da noi, se capita, conviene prendere la cosa con leggerezza e non ammalarsi per questo.
ARNOLPHE (ironico) Grazie infinite.
CHRYSALDE Di nulla. Guardate me. Se potessi scegliere preferirei avere una moglie “leggera” ma tranquilla, piuttosto di una per bene ma con un caratteraccio, che di un nonnulla fa una tragedia; una di quelle capaci di far pagare la propria onestà con continue pretese assurde. Da una moglie così, amico mio, Dio ci scampi e liberi!
ARNOLPHE La lezione è finita e questi scherzi mi disturbano. Non subirò mai tale infamia; piuttosto giuro…
CHRYSALDE Non fatelo! rischiate di divenire spergiuro. Se è destino che lo siate, lo sarete e basta!
ARNOLPHE Essere cosa? Io, dovrei essere becco, io?
CHRYSALDE Molti uomini eccelsi lo sono e non si cambierebbero con voi.
ARNOLPHE Né io con loro. Buonasera.
CHRYSALDE Siete adirato e non so perché. Vi lascio. Ma ricordatevi: giurare che non si sarà mai cornuti è come esserlo già a metà. Buonasera. (via)
SCENA QUARTA
Arnolphe, Annette, Georgette
ARNOLPHE E io torno a giurarlo, e intanto cerco un rimedio per evitare questo pericolo! Annette! Georgette!
ANNETTE Sì signore!
GEORGETTE Eccoci signore!
ARNOLPHE Ho bisogno del vostro aiuto. L’uomo che sapete ha intenzione di tornare stanotte. Dobbiamo tendergli un’imboscata. Procurate dei bastoni e quando sarà il momento, colpiremo fino in modo che se ne ricordi per tutta la vita. Ma senza mai fare il mio nome, mi raccomando! Siete pronte a soddisfare il mio desiderio di vendetta?
ANNETTE Se non si tratta che di picchiare, signore, lasciare fare a noi.
GEORGETTE Vedrete quanto pesa la mia mano quando picchia, signore.
ARNOLPHE Bene, rientrate ora e acqua in bocca. (serve via) Se tutti i mariti della città ricevessero in questo modo i spasimanti delle loro mogli, ci sarebbero meno cornuti in giro.
MUSICA
CAMBIO LUCE (Notte, passaggio di tempo)
SCENA QUINTA
Arnolphe, Annette, Georgette
ARNOLPHE (E’ avvolto in un mantello) Che avete fatto, disgraziate?
ANNETTE Abbiamo obbedito signore.
GEORGETTE Non era questo che volevate?
ARNOLPHE No, accidenti! Dovevate picchiarlo non ucciderlo! Sulla schiena e non sulla testa dovevate colpire. E’ rimasto là, certamente morto… rientrate in casa e non parlate a nessuno di questa faccenda.
ANNETTE - GEORGETTE Sì signore. (via)
SCENA SESTA
Arnolphe, Horace
ARNOLPHE (siede sulla panca) Sta per spuntare il giorno, e bisogna che rifletta bene su come comportarmi in questa disgrazia…
HORACE (E’ tutto fasciato: siede, non visto dall’altro lato) Ah, povero me….
ARNOLPHE Ah, che sarà di me? E che dirà il padre quando verrà a saperlo?
HORACE Se mio padre sapesse i guai che sto passando…
ARNOLPHE Bisogna che mi confidi con qualcuno…
HORACE Se solo trovassi il mio amico….
ARNOLPHE (si vedono) Ah!
HORACE Oh!
ARNOLPHE Un fantasma!
HORACE (allarmato) Oddio dove?
ARNOLPHE (riprendendosi) Non fateci caso…
HORACE (sospettoso) Siete mattiniero.
ARNOLPHE Sì, appunto, ho avuto un incubo e sono uscito. E voi… ?
HORACE (incalzandolo) Cercavo voi.
ARNOLPHE Me?
HORACE (c.s.) Sì.giusto voi. Guardate come sono ridotto.
ARNOLPHE Sì, stavo notando…
HORACE (c.s.) Riuscite a immaginare chi mi ha ridotto così?
ARNOLPHE No… no, come… che avete fatto?
HORACE Sono vivo per miracolo. Non so come sapessero del mio appuntamento: mentre raggiungevo la finestra, s’ è affacciata della gente armata di bastone che mi ha colpito. Per fortuna sono scivolato prima che potessero farmi male seriamente; e sono svenuto. Certi di avermi ucciso, quegli assassini si sono spaventati e sono fuggiti. Questo l’ho saputo da Agnès, che rimasta senza sorveglianza è venuta in mio soccorso; mi ha condotto via; mi ha curato e vuol restare sempre con me.
ARNOLPHE La… ragazza è fuggita?
HORACE Sì, a casa mia. Capite a cosa la espone quel pazzo con la sua gelosia? Fortunatamente per lei, io l’amo davvero e non voglio si facciano chiacchiere sul suo conto. Per questo venivo da voi.
ARNOLPHE Ah sì? Non capisco.
HORACE Voglio che prendiate in custodia la ragazza per un paio di giorni, il tempo di convincere mio padre. So che andrà su tutte le furie, ma poi accetterà il fatto. Potete aiutarmi?
ARNOLPHE Ma certo amico mio.
HORACE Sapevo di poter contare sul vostro appoggio, come ho contato sulla vostra discrezione. Siete un vero amico signor Arnolphe. Ella è qua dietro.
ARNOLPHE Bisogna far presto, è già l’alba. Che nessuno ci veda, o nasceranno chiacchiere.
HORACE Precauzione più che giusta. La conduco subito qua. (via)
ARNOLPHE Ah cielo! Questo colpo di fortuna compensa tutti i mali che il tuo capriccio mi ha procurato!
SCENA SETTIMA
Arnolphe, Horace, Agnès
HORACE (rientra con Agnès) Non temete, vi ho trovato un alloggio sicuro. Non potete stare a casa mia, rischieremmo di rovinare tutto.
ARNOLPHE (a parte agguantandola) Eccola, la malandrina!
HORACE Questo mio amico è persona fidata. Avrà cura di voi.
AGNES E voi perché mi lasciate ?
HORACE E’ necessario, mia cara.
AGNES Tornate presto, vi prego.
HORACE L’amore non mi farà tardare.
AGNES Quando non vi vedo sono triste.
HORACE Anch’io sono triste lontano da voi.
AGNES Se fosse vero stareste qui.
HORACE Come potete dubitare del mio amore ?
AGNES Voi non mi amate quanto vi amo io… (Arnolphe la tira) Non tiratemi così!
HORACE Lo fa per il nostro interesse, anima mia.
AGNES Ma seguire uno sconosciuto…
HORACE Non temete, sarete sicura nelle sue mani.
AGNES Lo sarei di più nelle vostre… (Arnolphe la tira) E non tirate!
HORACE Addio, si fa giorno. Devo andare.
AGNES Ma quando vi rivedrò ?
HORACE Presto, vi assicuro.
AGNES E come soffrirò!
HORACE Addio! (a parte) Grazie al cielo non ho più rivali e posso dormire tranquillo. (via)
SCENA OTTAVA
Arnolphe, Agnès
ARNOLPHE Andiamo, devo portarvi in un luogo sicuro. (si scopre) Mi conoscete?
AGNES Voi?
ARNOLPHE Cosa c’è Agnès ? mi sembrate spaventata. Come mai?
AGNES Che significa? (cerca Horace con lo sguardo)
ARNOLPHE Il vostro spasimante è già lontano, non vi aiuterà. Allora, com’è che domandate se i bambini si fanno con le orecchie e poi riuscite a organizzare un piano così diabolico? Chi vi ha insegnato la lingua con cui sapete cinguettare con lui? Piccola serpe che ho cresciuto in seno!
AGNES Perché mi sgridate? Non vedo nulla di male in quel che ho fatto.
ARNOLPHE Scappare con il primo che passa non è un’azione infame?
AGNES E’ l’uomo che mi vuole in moglie. Ho seguito il vostro consiglio: non avete detto che per non fare peccato bisogna sposarsi?
ARNOLPHE Ma dovevate sposare ME! E non ditemi che non l’avevate capito.
AGNES Sì, ma detto fra noi, lui mi piace assai di più. L’idea di sposarmi con voi mi è triste e penosa…
ARNOLPHE Come sarebbe?
AGNES …i vostri discorsi danno del matrimonio un quadro terribile. Lui invece ne dà un’immagine così gradevole e dolce che vien proprio voglia di sposarsi.
ARNOLPHE Ah, allora lo amate, sciagurata!
AGNES Sì, infatti.
ARNOLPHE E avete la faccia tosta di dirmelo!
AGNES Perché non dovrei dirvelo, se è vero? Non è colpa mia; è successo così.
ARNOLPHE Non doveva succedere! Dovevate impedirlo! Sapevate di darmi un dispiacere?
AGNES Un dispiacere? A voi? E perché?
ARNOLPHE Soffoco! Voi dunque… non mi amate?
AGNES Voi?
ARNOLPHE Sì.
AGNES Santo cielo, no!
ARNOLPHE Come no?
AGNES Devo dire una bugia ?
ARNOLPHE E perché non mi amate ? Ho fatto di tutto perché mi amaste, ma inutilmente!
AGNES Si vede che lui ne sa più di voi: per farsi amare non ha fatto nessuna fatica.
ARNOLPHE Sentila come risponde ! E ditemi, visto che siete così saccente: io vi avrei dunque mantenuta tutto questo tempo per quell’altro?
AGNES Non temete: lui vi rimborserà fino all’ultimo centesimo.
ARNOLPHE Soffoco !!! E mi restituirà anche la riconoscenza che mi dovete? La riconoscenza per avervi cresciuta, seguita, allevata, educata fin da bambina?
AGNES Educata ? bella educazione davvero, bella istruzione che mi avete data. Credete che non sappia di essere ignorante, grazie a voi? Ma ora basta: sono stufa di provare vergogna, non voglio più passare per un’oca alla mia età.
ARNOLPHE Ma davvero ? E prenderete lezioni da quel bellimbusto?
AGNES Certo. Devo ringraziarlo di quel poco che so; e devo molto più a lui che a voi.
ARNOLPHE Vedervi così fredda e sprezzante mi fa impazzire! Non so chi mi trattenga dal prendervi a ceffoni.
AGNES Oh dio, potete farlo se vi fa piacere.
ARNOLPHE (a parte) Le sue parole, i suoi occhi, disarmano la mia collera, e colmano il mio cuore di tenerezza! Che cosa strana l’amore, che rende l’uomo debole e irrazionale! (a lei) Ebbene, facciamo pace, piccola traditrice. Ti perdono. Comprendi da questo quanto ti amo, e ricambia il mio affetto per te.
AGNES Vorrei contentarvi con tutta l’anima: che cosa mi costerebbe, se potessi?
ARNOLPHE Musetto mio, tu puoi se vuoi. (sospira) Ascolta questo sospiro d’amore; guarda questi occhi che muoiono, e manda al diavolo quel moccioso e le sue stregonerie. Con me sì, saresti felice: avresti abiti e gioielli e tutto quel che desideri. Io ti coccolerò, ti bacerò, ti coprirò di tenerezze! Il mio amore non ha eguali al mondo, come posso dimostrartelo? Vuoi che mi strappi i capelli? vuoi che mi uccida? Farò di tutto per provarti il mio amore!
AGNES Ecco vedete? I vostri discorsi non mi danno nessuna emozione; Horace con due parole avrebbe fatto di più.
ARNOLPHE Questo è troppo! Vuoi sfidarmi, aizzare la mia collera, gettarmi nel ridicolo! Ebbene, bestia indocile, l’avrete voluto voi. Lascerete la città, e prima di stasera sarete chiusa in convento per sempre!
SCENA NONA
Arnolphe, Agnès, Georgette, Annette
GEORGETTE Signore! Correte presto! Non sappiamo come sia successo…!
ANNETTE Il morto è sparito!
GEORGETTE Non sappiamo come sia successo…!
ANNETTE La padroncina è fuggita!
ARNOLPHE Agnès è qui. Chiudetela in camera sua. Il tempo di cercare una vettura e sarò di ritorno. Fatele la guardia. Se succede qualunque cosa, vi strozzo con le mie mani. (Agnès e le serve via) Forse lontano da qui, dimenticherà quell’altro.
SCENA DECIMA
Arnolphe, Horace
HORACE Sono rovinato, signor Arnolphe, distrutto! Un guaio tremendo…
ARNOLPHE Vi prego, ho premura.
HORACE No, ascoltate! Mio padre è tornato stamane, all’improvviso…
ARNOLPHE Ne sono lieto, vogliate scusarmi…
HORACE …per dirmi che mi ha fidanzato senza avvertirmene! È qui per la celebrazione delle nozze, e ora? Che ne sarà di Agnès e di me?
ARNOLPHE (interessato) E con chi vi avrebbe fidanzato?
HORACE E’ quell’ Enrique di cui vi parlavo ieri la causa di tutto. Sono destinato a sua figlia. Avevo pensato di fuggire, ma poi ho sentito che mio padre vuol parlare con voi, e vi sta cercando.
ARNOLPHE Vorrà salutarmi dopo tanto tempo.
HORACE Vi prego, non ditegli nulla dell’impegno preso e cercate di dissuaderlo da queste nozze. Vi prego, siete il mio più caro amico, io vi ho confidato…
ARNOLPHE Va bene va bene, lasciate fare a me.
HORACE Spero solo in voi.
ARNOLPHE Non mancherò.
HORACE Ditegli che… eccolo che viene. Mi raccomando.
SCENA DECIMA
Arnolphe, Horace, Oronte, Chrysalde
ORONTE Il mio amico Enrique ci raggiungerà fra breve, mio caro Chrysalde.
CHRYSALDE Sono certo che insieme avete fatto la scelta giusta.
HORACE (ad Arnolphe) Consigliatelo di rimandare un poco.
ARNOLPHE (ad Horace) Certamente.
ORONTE Ma dov’è il mio caro amico Arnolphe?
ARNOLPHE Che felicità, rivedervi dopo tanto tempo! (si abbracciano)
ORONTE Sono venuto qui per…
ARNOLPHE Non occorre che mi diciate, sono al corrente.
ORONTE Vedo, mio figlio mi ha preceduto. Tanto meglio.
ARNOLPHE Ma forse ignorate che vostro figlio si oppone a queste nozze; difatti mi ha pregato di dissuadervi, o di consigliarvi di rimandare.
ORONTE (A Horace) Davvero figlio mio? Come mai?
ARNOLPHE Ma io sono del parere che sia il caso di far valere la vostra autorità paterna, senza perdere altro tempo.
HORACE Cosa?!
ARNOLPHE I giovani bisogna farli rigar dritti: ad essere indulgenti si fa il loro danno.
HORACE Ah, traditore!
ORONTE Ma se al suo cuore ripugna questa unione, non sarò io a forzarlo.
HORACE Oh padre, come siete generoso e buono!
ORONTE Lasciamo andare dunque queste nozze. Certo, avevo impegnato la parola con il signor Enrique, ma a questo punto…
ARNOLPHE Cosa devo sentire? No, signor Oronte, voi siete mio intimo amico, e tengo alla vostra reputazione più che alla mia. Si dirà in giro che non mantenete la vostra parola? Che vi fate comandare da vostro figlio? Non lo permetterò!
HORACE (ad Arnolphe) Ma come osate intromettervi…
ORONTE (a Horace) Silenzio! Chi ti ha autorizzato ad intervenire?
HORACE State parlando di me e della mia vita, padre! Ho il diritto di…
ORONTE (a Horace) Silenzio! Basta così!
ARNOLPHE (a Oronte) Amico, sono desolato: ciò accade quando si dà troppa importanza ai figli. Non obbediscono più, e finiscono col prevaricare sui genitori. Riflettete a ciò che fate, pensate che vi siete impegnato…(si allontana)
HORACE (tra sé) Ma che dice, che fa? Io non capisco questo voltafaccia.
CHRYSALDE (ad Arnolphe) Mi sorprende questo vostro interessamento… Cosa c’è sotto?
ARNOLPHE (a Chrysalde) Fatemi il favore, non immischiatevi, so quel che faccio.
ORONTE Vedete, signor Arnolphe, in effetti…
CHRYSALDE (a Oronte) Quel nome lo indispone, vi ho detto: chiamatelo signor del Ceppo.
HORACE Cosa?!
ARNOLPHE (a Horace) Già! Ed ecco svelato il mistero.
SCENA UNDICESIMA
Arnolphe, Horace, Oronte, Chrysalde, Georgette
GEORGETTE Signore, fate qualcosa, non riusciamo più a tenerla. Vuol fuggire a tutti i costi, ha tentato di gettarsi dalla finestra….
ARNOLPHE Che venga qui, la porterò via subito. (Georgette via; ad Horace) Non fate quella faccia; la fortuna vi ha finalmente voltato le spalle. Come si dice: oggi a me, domani a te.
HORACE Mi sento morire…
ORONTE Che succede?
ARNOLPHE (a Oronte) Sarà bene che affrettiate le nozze di vostro figlio; mi considero invitato.
ORONTE Seguirò il vostro consiglio. Ma posso sapere che cosa succede?
SCENA UNDICESIMA
Arnolphe, Horace, Oronte, Chrysalde, Georgette, Agnès
GEORGETTE (entra con Agnès che si dibatte) E state un po’ ferma, accidenti! Avete steso la povera Annette con un calcio! Ma io dico se questo è il modo…
ARNOLPHE Venite mia cara, salutate il vostro spasimante. So che non è andata secondo le vostre speranze, ma non tutte le storie d’amore hanno un lieto fine…
AGNES Horace, mi lasciate portar via così?
HORACE Sono così addolorato che non capisco più nulla.
ARNOLPHE Meno chiacchiere, andiamo!
AGNES No, voglio restare qui! Horace!
ORONTE Qualcuno ha la bontà di dirmi che diavolo succede?
ARNOLPHE Ve lo dirò, ma non ora, devo andare. Vi ho consigliato di affrettare le nozze e per ora è tutto, arrivederci. (si allontana trascinando Agnès)
ORONTE Fermo! E’ proprio ciò che ho intenzione di fare. Per questo sono qui: perché mio figlio sposi la figlia di Enrique, e cioè la fanciulla che vive in questa casa.
HORACE Cosa?
AGNES Cosa?
ARNOLPHE Cosa? Vi sbagliate certamente. Costei non è figlia di nessun Enrique. Sua madre era una povera contadina, e me l’affidò perché me ne prendessi cura.
ORONTE (ad Agnès) Come vi chiamate?
AGNES Agnès, signore.
ORONTE (a Crhysalde) Si chiama Agnès. (ad Agnès) Dove stavate prima di venire qui?
AGNES In convento, signore. Ma da piccola stavo in campagna. In una piccola casa vicino al fiume.
ORONTE (a Crhysalde) In campagna.
CHRYSALDE (a Oronte) Vicino al fiume.
ARNOLPHE Ora basta, dobbiamo andare.
ORONTE (ad Agnès) Ricordate un signore ben vestito che veniva a trovarvi?
AGNES C’era un gentiluomo che mi portava dei doni. La mamma diceva che dovevo volergli bene, ma non so perché. Poi non l’ho visto più. La mamma diceva…
ARNOLPHE Comincio a seccarmi, signor Oronte. Vi ripeto che vi sbagliate. Agnès non ha nulla a che fare con il vostro amico venuto dall’estero. Sua madre era una contadina. E ora, se volete scusarci…
ORONTE Enrique ebbe una figlia da un matrimonio segreto, ma la povera sposa che si chiamava Angelica morì di lì a poco; così lui affidò la bambina a una contadina.
CHRYSALDE Ma la sorte avversa lo costrinse a una improvvisa partenza; andò in America dove riuscì, dopo molti anni, a fare fortuna. Ed torna oggi, per riprendere sua figlia….
ORONTE … Che ha promesso a mio figlio. Ma quando è andato da quella contadina, ha saputo che ella aveva a sua volta affidato la bambina a voi, perché non la poteva mantenere.
CHRYSALDE Il signor Enrique vi è molto riconoscente per aver educato sua figlia, e non vede l’ora di conoscervi…
ARNOLPHE Oh…. (esce, Georgette lo segue)
ORONTE Ma dove va?
HORACE Padre, vi spiegherò io tutto. Io non volevo sposarmi con la donna che mi avete destinato, perché è lei la donna che mi avete destinato. Chiaro?
ORONTE No, affatto.
HORACE Io mi ero già impegnato con questa fanciulla; e il caso ha realizzato quel che la vostra saggezza aveva deciso.
ORONTE Quand’è così, tutto è bene quel che finisce bene. Vieni figlia mia, fa’ che ti abbracci!
MUSICA
(restano sul fondo Horace, Oronte e Agnès; dalla casa rientra Arnolphe seguito dalle serve che lo consolano; Chrysalde viene avanti )
CHRYSALDE E questa è la fine della storia. Fra poco entreremo in casa, e finalmente Agnès conoscerà suo padre. Arriverà anche la povera contadina. Sono tutti riconoscenti al signor Arnolphe che si è preso cura della fanciulla; ci sarà una festa e sarà annunciato il fidanzamento di Agnès con Horace… insomma, tutto è bene quel che finisce bene. A chi è proprio necessario cercare una morale, posso dire – a questo punto – che il sistema più sicuro per evitare le corna è forse quello di non sposarsi. (fa un inchino)