La sedia del nonno

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LA SEDIA DEL NONNO

COMMEDIA IN DUE ATTI

di

 Stefania De Ruvo

Cod. SIAE N. 92 69 96A

Una classica commedia familiare, che si svolge attorno ad un tavolo da pranzo ed in questo caso anche attorno ad una vecchia sedia. Nel più tradizionale stile si mischiano liti, tensioni e segreti alleggeriti da una simpatica zia con una demenza particolare e da uno strano vicino. A completare la gamma delle emozioni la sedia del nonno aiuterà i personaggi ad aprirsi, ad affrontare vecchi rancori e la verità dei propri sentimenti in una sequenza di monologhi dove la finzione del teatro è a servizio della verità.

Una famiglia, ormai da tempo separata, si ritrova a casa dei nonni in occasione del funerale della nonna. La scena si svolge durante il pranzo, i parenti si sono ritrovati per sistemare la casa che sarà venduta per dividere il ricavato. Nel mettere a posto e buttare quanto non necessario, si ritrova la vecchia sedia del nonno.

La sedia rappresenta i bei momenti vissuti nell’infanzia dai protagonisti; riporta tra i presenti lo spirito del nonno e, forse per magia, spinge tutti a dire la verità smascherando le ipocrisie e le difficoltà che hanno diviso la famiglia.

Protagonisti: 4D 4U

Anna               Figliamaggiore sui50 anni, single, è rimasta a casa dei nonni a badare a loro. Rimpiange la vita mai vissuta, incolpa la sorella Lisa di averla lasciata sola a badare ai nonni e pretende una “ricompensa” nel lascito testamentale. Ancora segretamente innamorata di Alberto, suo ex ragazzo che però ha preferito la sorella Lisa.

Lisa                 Figlia minore sotto i 50 anni, sposata con due figli e divorziata. Vive una seconda giovinezza viaggiando ed ignorando sia genitori che figli. Mai stata veramente portata a fare la madre e la moglie, si è sposata quasi per sfida nei confronti di Anna e per rispettare le convenzioni. Tratta malissimo l’ex marito.

Alberto            Ex marito di Lisa, dai 50 ai 60 anni. Padre affettuoso ma succube della ex moglie Lisa. Ha sbagliato a preferire Lisa ad Anna ma non sa come rimediare.

Matteo             Nipote, figlio di Lisa e Alberto, gay non dichiarato, si è allontanato per vivere la sua vita senza dire niente alla famiglia.Unica a conoscere il suo segreto la sorella Giulia.

Giulia              Nipote, figlia di Lisa e Alberto, single, indipendente, arrabbiata con la madre. Dall’abbandono della madre e dalla morte del nonno si è chiusa in se stessa. Finge di essere fidanzata con Andrea che è in realtà il ragazzo di Matteo.

Andrea            Ragazzo di Matteo, si presenta alla cena credendo che Matteo abbia detto della sua omosessualità alla famiglia, si adatta alla finzione di essere il ragazzo di Giulia.

Zia Vera          Sorella del nonno, svampita un po’ per età, un po’ per indole. Dà la sua versione delle dinamiche della famiglia. Da tanto tempo bloccata nella sedia a rotelle non viene considerata dagli altri componenti della famiglia ma lei vede e sente tutto. Nelle sue battute all’inizio sembra che risponda a tono per poi continuare a vanvera. Gli altri a volte risponderanno ai suoi interventi, mentre altre volte fanno finta di niente.

Pino                 Vicino di casa dei nonni. Sempliciotto, ingenuo e non particolarmente sveglio. Tutti lo credono innamorato di Anna e non ricambiato. Invece frequenta la casa aspettando Lisa, che lo accetta solo dopo che scopre che è ricco.

Scenografia:

Tavolo con sedie (leggermente a destra)       Tavolo con cinque sedie, già apparecchiato per il pranzo. Abbastanza grande per otto sedie

Sedia del nonno (da posizionare a sinistra)   Sedia antica

Sedia a rotelle

Quinta a destra                                              Ingresso della casa

Quinte a sinistra                                             Resto della casa (1° cucinae stanze 2° soffitta)

Oggettistica di scena:

Due scatoloni, qualche vestito della nonna, un vassoio con antipasti, il necessario per apparecchiare la tavola con sei coperti (tovaglia, piatti, posate, bicchieri, tovaglioli e bottiglie d’acqua e vino), altri due coperti da aggiungere.

PRIMO ATTO

In scena: il tavolo con la tovaglia ed il necessario per apparecchiare per sei.

SCENA 1

Anna sta apparecchiando il tavolo per il pranzo di famiglia. Da un lato c’è zia Vera nella sua sedia a rotelle. Lei sarà spostata più volte con la carrozzina ma non uscirà mai di scena.

N.B. nelle battute della zia Vera, mettere una pausa tra la prima parte (risposta a tono) ed il resto (parlare a vanvera).

ANNA                       Zia, siamo rimaste solo noi due. Me lo aspettavo che la mamma avrebbe raggiunto papà. Da quando è morto non era più la stessa.

ZIA                 Sono inseparabili! Non possono stare divisi.(pausa) Anna dove sono i miei pappagallini?

ANNA            Pappagallini? Pensavo che parlassi di tuo fratello e di mamma. Ma che mi aspetto da te. (ad alta voce) Zia, sono morti anche loro! Qui muoiono tutti. (volume normale) Quello che non capisco e come fai tu a resistere. Ti danno per spacciata una volta all’anno, e sei ancora qui!

ZIA                 Erbaccia cattiva! (pausa)Ne abbiamo tanta in giardino! Luigi si è deciso a strapparla?

ANNA            Zia Vera, tuo fratello Luigi è morto 10 anni fa. Credo che l’erbaccia rimarrà lì. 

ZIA                 Li dove? Cosa? Ma tu chi sei?

ANNA            Sono Anna, tua nipote. La figlia di tuo fratello Luigi.

ZIA                 No! Non sei Anna, lei è una ragazza allegra, bella, giovane con tutta la vita d’avanti. Tu sei vecchia, triste e … senza offesa, non sei proprio uno schianto!!

ANNA            Grazie zia, tu trovi sempre le parole giuste. Ma sono proprio io, è solo che sono passati gli anni! Il tempo vola!

ZIA                 Il tempo gioca proprio dei brutti scherzi. (pausa)Vuoi vedere che inizia a piovere?!

ANNA            Non quel tipo di tempo zia!! Lasciamo perdere!

ZIA                 Ti sei persa qualcosa? Chiedi a Anna, vedrai che te la trova!

ANNA            Niente zia, niente!

ZIA                 Mi sa che io mi sono persa qualcosa!

ANNA            Sì, lo penso anche io.

Entra Alberto da sinistra con uno scatolone tra le mani.

ALBERTO     Ho riempito un altro scatolone, dove lo metto?

ANNA                       Mettilo vicino a zia, insieme agli altri.

Alberto mette lo scatolone di fianco alla zia, magari spostandola.

ALBERTO     Mi raccomando Zia, li affido a te.

ANNA            Alberto, smettila di prenderla in giro.

ALBERTO     Io non la prendo in giro, la rendo partecipe alla vita della casa.

ZIA                 Tranquillo Alberto, bado io a lei!

ALBERTO     (verso Anna) Visto che ci sta con la testa? (si gira verso Vera) A lei? No, devi badare alle scatole!

ANNA            Ci sta proprio tutta!

ALBERTO     E’ l’Alzheimer, non sai mai quando è con noi e quando è in mondo tutto suo.

ZIA                 Lascia qui gli scatoloni e prendi lei!

ALBERTO     Ancora questo lei? Ma di chi parli?

ZIA                 Ma che c’hai l’Alzheimer?

Alberto si allontana da zia Vera e si avvicina a Anna.

ALBERTO     Fatto.

ANNA            Grazie dell’aiuto Alberto.

ALBERTO     Non devi neanche dirlo Anna, lo sai che se hai bisogno di me, basta che mi chiami, sono di famiglia.

ANNA                       Sei l’ex marito di mia sorella, tecnicamente non sei più di famiglia.

ALBERTO     Dipende a chi lo chiedi, Luigi e Maria mi hanno sempre trattato come un figlio anche quando Lisa se n’è andata lasciandomi con due figli da crescere.

ANNA                       Se è per questo, eri di famiglia da molto più tempo. Da quando uscivamo insieme, se non sbaglio.

ALBERTO     No, non sbagli. Una vita fa.

Alberto esce a sinistra

ZIA                            Già, una vita.

SCENA 2

Entrano da sinistra Matteo con uno scatolone e Giulia con dei vestiti sotto braccio.

GIULIA         Questi sono altri abiti della nonna, sei sicura che li vuoi dare via?

ANNA            Cosa dovrei farci? Dobbiamo sistemare casa se dobbiamo venderla.

MATTEO       Ma è la casa dei nonni? E’ la tua casa, ci hai vissuto da sempre.

ANNA            Tecnicamente è la nostra casa ed io non ho abbastanza soldi per riscattare la vostra parte di eredità.

GIULIA         E la zia Vera?

ANNA            Lei era ospite di papà e mamma. Non ha diritti sulla casa.

GIULIA         Intendevo che cosa succederà a zia Vera!

MATTEO       Beh, lei è più di là che di qua!

ZIA                 Io vi lascio tutti indietro!(pausa) Come corro io non corre nessuno, lo sai che faccio i 100 mt in 10 secondo netti?

MATTEO       Si zia, sei un fulmine!!

ANNA            Io non posso più badare a lei, non in questo stato. La porterò in una casa di riposo.

ZIA                 E chi ci ha voglia di riposare. Lo farò quando sarò nella tomba!

MATTEO       E non dovrebbe mancare molto!

GIULIA         Matteo!

MATTEO       Che ho detto?!

ZIA                 Io non sono stanca, dovresti andarci tu, (verso Anna) hai un’aria così sbattuta!

GIULIA         Prima nonno, poi nonna, adesso anche zia Vera!! Che fine farà la nostra famiglia?

MATTEO       La nostra famiglia sono mamma e papà.

GIULIA         Peggio sto! Comunque zia non ti devi preoccupare (verso Anna), ne abbiamo parlato io e Matteo, non ti manderemo via da questa casa.

ANNA            Voi no, ma vostra madre? Non ho i soldi per comprare la parte di casa che spetta a mia sorella.

MATTEO       Potresti pagare l’affitto?

GIULIA         Matteo!!

MATTEO       Cosa?!?

ANNA            Lascia stare Giulia, ho voglia anche io di cambiare aria. Questa casa è piena di ricordi e non sono tutti piacevoli.

ZIA                 Se queste mura avessero una bocca!!

MATTEO       Potrebbero svelarci tanti segreti?

ZIA                 No, sarebbero bocche in più da sfamare! E chi se lo può permettere! E che mangiano le mura? Mattoni alla matriciana? Zuppa di cemento con una spruzzata di intonaco!

MATTEO       Ed io che ti do retta!! Sarai uno spasso per gli operatori della casa di riposo!!

GIULIA         (verso Anna) Ma i nonni?

ANNA            Senti Giulia, i nonni sono morti, questa è una casa vuota. Ci sono rimasta solo io e nessun altro.

GIULIA         Tu e zia Vera.

ZIA                 Invisibile!! (pausa)Con questa nebbia, non si vede niente.

ANNA            Zia Vera passerà gli ultimi anni in una casa di cura.

MATTEO       (verso Vera) Tranquilla zietta, ti verrò a trovare!!

GIULIA         Ma zia…

ANNA            Non possiamo farci niente Giulia. Hai una vita tua e anche tuo fratello.

Rientra Alberto da sinistra.

ALBERTO     Ragazzi, in camera abbiamo finito, venite con me in soffitta?

MATTEO       Vengo io papà.

Matteo appoggia lo scatolone a terra.

ZIA                 Vengo anche io! (pausa)Dove andiamo? Mi piacerebbe tanto fare una crociera nel mediterraneo.

MATTEO       Io sto con zia Vera… ha bisogno di aiuto!

GIULIA         Matteo, Zia Vera non è il tuo giochino!

MATTEO       (verso Vera) Mi mancherai da morire!! (l’abbraccia)

ZIA                 Verrò a trovarti!! Ma dove vai?

GIULIA         Matteo va ad aiutare papà. Io rimango qui, guardo zia Vera ed aiuto zia Anna con il pranzo. Quanti piatti metto?

ANNA            Siamo solo noi e tua madre.

GIULIA         Viene mamma? Ma non era in Francia? Ieri non si è fatta vedere al funerale!

MATTEO       Per la divisione dei beni dei nonni vedrai che si farà viva. Se c’è un suo interesse personale si fa sempre viva.

ALBERTO     Non parlare così di tua madre.

GIULIA         (verso Alberto) Dopo quello che ti ha fatto, la difendi ancora? Ma non ti sei stufato di fare il suo zerbino?

ANNA            Non puoi dire certe cose a tuo padre!

ZIA                 Dille a tua madre!!

GIULIA         Ah giusto, questa è un’altra cosa che non si può dire!! (verso Vera) Magari le mura avessero la bocca!!

ZIA                 I segreti sono tali, solo fino a quando rimangono segreti!

MATTEO       Su questo non ci piove!

ZIA                 Ah no? Avrei giurato che stava piovendo!!

GIULIA         Non ci sono segreti in questa casa vero Matteo? Scusate, vado a prendermi un bicchiere d’acqua.

Giulia esce a sinistra

ALBERTO     Forse è meglio che vada via. Se viene Lisa…

ANNA            Ancora per un giorno questa è casa mia ed io invito chi voglio. Rimani, se vuoi rimanere.

MATTEO       Non ci provare neanche ad andartene papà.

ALBERTO     Visto che sono in minoranza, rimango. Andiamo in soffitta Matteo?

Alberto esce a sinistra

MATTEO       Eccomi. (verso Anna) Vuole rimanere, davvero, ma fa fatica ad ammetterlo.

ANNA            E’ una vita che fa fatica. Vado a cercare tua sorella.

Esce Anna a sinistra.

Squilla il telefono di Matteo.

MATTEO       Pronto? Ciao amore! Si, sono a casa dei miei nonni. Ieri c’è stato il funerale. No, non posso ancora tornare a casa, devo sistemare un po’ di cose. Ma certo che ho parlato di te! Te lo avevo promesso ed io mantengo le promesse. Come sarebbe a dire “non questo tipo di promessa”? Va bene, ho rimandato un po’ ma alla fine ho parlato con i miei, anche con mia madre. No, non è in Francia, è tornata per il funerale. Come l’ha presa? Bene, anzi benissimo, non vede l’ora di conoscerti. Adesso devo andare, abbiamo un sacco di cose da fare. Cosa?Mi farai una sorpresa? Non serve, a me basta ritrovarti quando tornerò a casa! Va bene non discuto con te, non vedo l’ora di scoprire la tua sorpresa. Cosa vuol dire che non dovrò aspettare molto. Cosa hai fatto? Perché? Ti avevo detto che … (sospira)Ti amo anche io, Andrea.

SCENA 3

Entra Pino da destra, in punta di piedi.

PINO              Salve, è permesso?

MATTEO       Buongiorno, che desidera?

PINO              Sono Pino, abito nella casa infondo alla via. Sono venuto a porgere le condoglianze, c’è Anna?

MATTEO       Zia? Sì, è di là in cucina, se aspetta un attimo la vado a chiamare.

PINO              Grazie, molto gentile. Tu devi essere Matteo, il nipote di Anna ed il figlio di Lisa.

MATTEO       Ed il nipote di Luigi e Maria e fratello di Giulia, così abbiamo detto tutto l’albero genealogico.

PINO              Beh per dirlo tutto dovrebbe dire anche che è figlio di Alberto, nipote di Vera e bisnipote di Assunta e Piero da parte di nonna Maria e di Gennaro e Giulia da parte di Luigi.

MATTEO       Per caso sa anche il nome dei miei futuri figli?

PINO              No, come faccio a saperlo se sono futuri?

MATTEO       Era una battuta. Come conosce tante cose della mia famiglia? Il nome dei miei bisnonni non lo sapevo neanche io!!

PINO              Mi piacciono i nomi antichi e poi anche la mia famiglia è qui da tante generazioni.

MATTEO       Come preferisce, le vado a chiamare zia.

PINO              Grazie e condoglianze.

MATTEO       Già.

Matteo esce a sinistra

PINO              Simpatico tuo nipote Vera, tutto sua madre.

ZIA                 I chicchi d’uva sono tutti belli da fuori ma bisogna prima assaggiarli.

PINO              Si, si hai ragione, ma non ho fame. Dimmi un po’ Vera, come sta Anna?

ZIA                 Se vuoi dell’uva perché chiedi delle mele?

PINO              Io non voglio nessun frutto, Vera. (avvicinandosi) Sono arrivati tutti per il funerale?

ZIA                 Susine, pere ma niente uva.

PINO              No la frutta, le persone!

ZIA                 E che ho detto io! Niente uva… chi ha orecchie…(pausa) dovrebbe avere anche una bocca, un naso, due occhi…

Rientrano Anna e Giulia da sinistra con i piatti ed un vassoio di portata e finiscono di preparare la tavola.

ANNA            Pino, sei di nuovo qui?

PINO              Condoglianze Anna.

ANNA            Grazie delle condoglianze, ce le hai già fatte ieri al funerale.

PINO              Ma non a tutti. Adesso siete tutti?

ANNA            Matteo lo hai visto, zia è sempre qui ed Alberto è nella camera dei miei. Ci siamo tutti.

PINO              Beh, tutti…

ANNA            Senti Pino, io apprezzo la tua compagnia… quasi sempre, ma oggi proprio no. Ho da fare, se permetti.

ZIA                 Ma mica è venuto per te Anna!

ANNA            Zia! Mi hai riconosciuto!!!

ZIA                 Certo, sei mia nipote! Certo che sei sciupata!

ANNA                       Questo te lo ricordi sempre!

ZIA                 Pino non è venuto per te, ma per un’altra…

ANNA            Per chi?

ZIA                 E’ venuto per l’uva, tu sei una mela!

PINO              Ancora questa frutta! Io sono venuto …

ZIA                 E di la verità! (pausa) Sei venuto per me!!

PINO              (ride imbarazzato) E per chi se no!!

ZIA                 Mi dispiace Pino ma io non ho intenzione di sposarmi, preferisco la mia libertà!

GIULIA         Ti è andata male!

ANNA            Il pranzo è pronto, va a chiamare Alberto.

PINO              Io?

ANNA            Già che sei qui, renditi utile.

PINO              Allora mi fermo per il pranzo? Grazie, volentieri!

ANNA            Non era quello che intendevo… è un pranzo di famiglia.

PINO              Ed io mi sento di famiglia.

ANNA            Ma non lo sei.

ZIA                 Sordo e manco tanto sveglio…(pausa) il mio povero cane, gli ultimi anni era tanto invecchiato!

ANNA            Beh, zia. Tanto sveglio non lo era mai stato (alludendo a Pino).

PINO              Allora rimango? Non ho portato niente! Domani rimedio, porterò il dolce.

Pino esce a sinistra

GIULIA         Ma si è autoinvitato anche per domani? Non è che si ferma pure a dormire vero?

ZIA                 Un letto a castello, da piccola ne avevo uno!

ANNA            Non so cosa fare con quel Pino. E’ un anno che si è stabilito praticamente da noi. Veniva a trovare la mamma, parlavano fitto fitto e chiedeva di tutti. All’inizio avevo anche piacere che tenesse compagnia a mamma e zia ma poi è diventato pesante.

GIULIA         Ma chi è?

ANNA            Abita in una casa in fondo alla via.

GIULIA         Quale?In uno di quei casolari abbandonati?

ANNA            Non lo so. Non mi sono interessata molto… già è invadente così, figurati se mi dimostravo interessata.

GIULIA         Forse è lui che è interessato a te, magari conoscendolo meglio…

ANNA            Meglio morta che con un tipo simile.

Rientra Matteo

MATTEO       Zia Anna, è pronto?Ho una fame!

ANNA            Sì, è quasi pronto! Ma dove eri finito? Eri da tuo padre? Avete finito in soffitta?

MATTEO       Sì, cioè no! Non lo so, non ci sono ancora andato.

GIULIA         E che hai fatto? Papà non ti aspettava di sopra?

MATTEO       Ho avuto una telefonata.

ANNA            Che novità! Stai sempre al telefono.

GIULIA         E’ fatto così zia, social. (va dal fratello vicino a zia Vera) Chi ti ha chiamato questa volta?

MATTEO       Lui.

ZIA                 Lui chi?

MATTEO       Ma non era sorda? (ad alta voce) Era una telefonata di un amico.

GIULIA         Intimo, scommetto.

MATTEO       Un amico come tanti.

GIULIA         Io non glielo direi che è uno dei tanti.

MATTEO       Smettila Giulia!!

ANNA            Smettetela tutti e due, litigate ancora come da piccoli, in un codice tutto vostro!

MATTEO       Capito Giulia?

GIULIA         Certo. Ti conviene andare ad aiutare papà, per davvero questa volta. E tienici lontano Pino.

MATTEO       Pino? Quel tipo strano è ancora qui?

GIULIA         Mi sa che ci rimarrà più di te e me, se continua così.

ANNA            Lascia stare Matteo o il pranzo di raffredda. Chiama solo tuo padre che il pranzo è pronto.

MATTEO       (Alla quinta urlando) Papà! Pino! Il pranzo è pronto.

Si sente correre ed entra Pino trafelato

PINO              E’ pronto? Allora si mangia!

MATTEO       No, lo buttiamo e ricominciamo da capo.

PINO              Davvero? E peccato sprecare un buon pranzo!

MATTEO       Scherzavo. Certo che si mangia! (verso Giulia) Ma dove lo hanno preso questo qui?

GIULIA         E’ un vicino di casa, non molto sveglio e forse ha un debole per zia Anna.

ANNA            Forse è in difficoltà economica, le case in fondo alla via non sono messe bene.

PINO              Mangiamo subito? Non aspettiamo la loro madre?

ANNA            Se non ha il buon gusto di presentarsi in tempo, io non la aspetto di certo!

PINO              Ah… allora siamo solo noi!

MATTEO       Non essere deluso, ti faccio accomodare tra zia Anna e zia Vera, così hai l’imbarazzo della scelta.

ANNA            Nessuna scelta Matteo. Pino starà a pranzo con noi e sarà l’ultimo che farà in questa casa.

PINO              Allora che faccio? Me ne vado o mi siedo?Ovado a chiamare Alberto.

ANNA            Fa quel che ti pare! Ma dopo il dolce ci salutiamo una volta per tutte.

Pino esce a sinistra

GIULIA         Mi sei piaciuta zia!! Finalmente ti sei imposta.

ANNA            Con Pino?

GIULIA         No, con nostra madre! Fosse per lei dovremmo essere tutti ai suoi comodi. Se non arriva in tempo, non dobbiamo certo aspettare tutti lei!

ANNA            Vado a prendere le ultime cose.

Anna esce, Matteo si avvicina alla sorella, che sta finendo di sistemare la tavola.

MATTEO       Aspetta Giulia, sono nei casini!(la prende in disparte e la porta verso Zia)

GIULIA         Che succede?

MATTEO       Andrea sta arrivando.

ZIA                 Sorpresa!!

GIULIA         Cosa? Perché? Cosa hai fatto Matteo?

MATTEO       Gli ho detto che avevo parlato con i nostri genitori, che avevo parlato di lui.

GIULIA         Ed invece…

MATTEO       Non ho avuto l’occasione.

GIULIA         Le occasioni le hai avute.

ZIA                 Bisogna saperle cogliere!! Altrimenti le mele marciscono sull’albero!

MATTEO       Va bene, non ho avuto il coraggio. E adesso?

GIULIA         Improvviseremo, ma ti devi decidere. Se continui così finirai per perderlo.

ZIA                 E dopo, le mele marce, non sono buone neanche per la marmellata!!

GIULIA         Vedi lo dice anche zia Vera!

MATTEO       Ho capito. Ho capito.

Rientra Anna con un vassoio

ANNA            Ecco questo è l’ultimo!

SCENA 4

Entra Lisa da destra in maniera plateale.

LISA              Buon giorno famiglia! Mi stavate aspettando vero?

ANNA            Non hai suonato!

LISA              Ho le chiavi, in fondo questa è anche casa mia!

ANNA            Non me ne sono accorta negli ultimi dieci anni.

LISA              (ignorando la sorella, va alla tavola e si serve mangiando degli stuzzichini) Ero impegnata.

GIULIA         (fredda) Ciao mamma.

MATTEO       (freddo) Mamma. Giusto in tempo.

LISA              Ciao tesorini! Sono contenta anche io di vedervi!

GIULIA         Non hai niente da dirci?

LISA              Ho fame, è pronto?

ANNA            Quasi. Aspettiamo Alberto.

ZIA                 Lo aspettiamo da anni ma proprio non ci arriva!

LISA              Alberto? Non arriva a cosa?

GIULIA         Lascia stare mamma, zia Vera ha l’Alzheimer, parla a vanvera.

MATTEO       Io non ne sono tanto sicuro.

LISA              Chi siamo a pranzo?

ANNA            Noi della famiglia.

MATTEO       Più Pino.

LISA              Chi è Pino?

GIULIA         Nessuno che ti possa interessare, vive in fondo alla via in una casa dissestata.

LISA              Hai degli strani ospiti, Anna. Hai ragione Giuly, non è il mio tipo, più quello di tua zia.

ZIA                 E’ vero! E’ proprio il mio tipo!!!

LISA              Mi dispiace Anna, ti sei fatta fregare l’uomo anche questa volta!!

ANNA            Non mi sono fatta fregare niente, non è il mio uomo. (mentre sposta piatti e vassoi) Mi dai una mano a sistemare le ultime cose?

LISA              Chiudermi in cucina adesso? No grazie, voglio stare con i miei bambini.

GIULIA         Non siamo più bambini.

MATTEO       E non stavi con noi neanche quando eravamo bambini.

LISA              Vedi, devo recuperare, me lo chiedono loro.

ZIA                 Non recuperi più niente, sono troppo lontani per te.(pausa) Non corri veloce come me! 100 metri in 10 secondi netti!!

LISA              Ma che dice?

GIULIA         Zia Vera fa così, si attacca ad una parola che sente, ma poi parla di tutt’altro.

MATTEO       Quasi sempre.

LISA              Comunque Anna, non mi va di cucinare, e poi sei molto più brava tu in cucina.

ANNA            E a badare alla casa, ai nostri genitori… non sei cambiata per niente.

Anna esce – in cucina.

ZIA                 Quando un piatto brucia, la puzza di bruciato non si caccia tanto facilmente!!

MATTEO       Ben detto Zia.

Rientra Pino

PINO              Ho sentito delle voci! Lisa! Sei tornata!

LISA              Ci conosciamo?

PINO              Pino! Sono Pino. Ci conoscevamo quando eri solo una ragazzina.

LISA              Non mi ricordo di te.

PINO              Neanche allora, mi consideravi molto.

ZIA                 Ci sarà stato un perché…(pausa)c’è sempre un perché alle cose. Perché quando ti cade una fetta di pane e marmellata atterra sempre dal lato marmellata?

PINO              Abitavo in fondo alla via… ci abito ancora.

Rientra Alberto da sinistra con la sedia del nonno che lascia a sinistra.

ALBERTO     Guardate cosa ho trovato! Ah Lisa, sei arrivata.

LISA              Alberto, che ci fai qui?

ALBERTO     Sono venuto ad aiutare.

LISA              Il solito Alberto, sempre pronto ad aiutare!

GIULIA         Lascialo in pace mamma!

LISA              Si sa difendere da solo o sbaglio?

ALBERTO     Se sono di troppo, me ne vado.

ZIA                 Non è mai troppo. (pausa)Non sai mai quello che avanza in un pranzo, se non lo mangi!

MATTEO       Papà tu non vai da nessuna parte, tanto tra un poco se ne andrà lei.

Rientra Anna con un vassoio

ANNA            Non se ne va nessuno. Siamo tutti qui per salutare Luigi e Maria, i miei genitori.

LISA              Che erano anche i miei.

ANNA            Allora perché non sei venuta al funerale di mamma?

LISA              Non potevo certo rimanere qui una vita.

ANNA            Io l’ho fatto.

LISA              E’ stata una tua scelta, non ti ho certo costretta io.

ANNA            Qualcuno doveva pur rimanere vicino a mamma e papà, soprattutto quando sono diventati vecchi e dopo che è morto papà.

LISA              Papà è morto dieci anni fa.

ANNA            Strano che tu lo sappia, neanche allora eri venuta al funerale.

LISA              Sono qui adesso, non basta?

ZIA                 Non basta, non basta mai!! (pausa)Butta giù altra pasta Anna, ho una fame!

MATTEO       (a Vera) Basta così zietta! Non è l’aria per una delle tue uscite.

GIULIA         Sei arrivata giusto in tempo per la divisione dei beni.

LISA              Perché?C’è un testamento? Non me lo avete detto!

MATTEO       Solo di questo ti interessa? Non eri venuta per noi? Per recuperare il tempo perduto? Che scemo, quasi ci avevo creduto.

LISA              Di certo non sono venuta qui per essere giudicata dai miei figli. Allora, quando si mangia? (si siede a tavola e si serve)

GIULIA         Stai tranquilla mamma, non c’è nessun testamento, tu avrai diritto alla tua parte come dice la legge.

ANNA            Infatti, avrai metà del patrimonio. Che importa se negli ultimi dieci anni non ti sei mai fatta vedere e che mi hai lasciata da sola a badare ai nostri genitori. (ironica) Bella la legge.

LISA              Splendida. Mi dispiace per te sorellina ma io rimango una delle figlie ed ho diritto alla metà. Ti sei data da fare per niente.

ANNA            Non l’ho fatto per l’eredità, ma tu non puoi capire. Siamo qui per mangiare? Allora mangiamo!

Tutti rimangono in piedi.

ANNA            Ho detto mangiamo! A sedere, tutti.

Pino si siede subito, Alberto e Matteo lo seguono, Giulia va a prendere Vera e spinge la carrozzina verso il tavolo ma sempre in modo che possa vedere tutto. (Lisa è già seduta)

Suona il campanello della porta.

ANNA            Scusate, ma sono ancora la padrona di casa. Vado a vedere chi è alla porta.

Anna va ad aprire alla quinta destra, Giulia gira la carrozzina di Vera verso la porta. Entra Andrea.

ANDREA      Salve a tutti.Scusate l’intrusione, ma volevo fare una sorpresa.

ZIA                 Sorpresa!!!

Matteo balza in piedi.

Buio.

Sipario

FINE PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

SCENA 5

Tutti nelle stesse posizioni della chiusura del primo atto.

MATTEO       (agitato va verso Andrea) Andrea! Che ci fai qui?

GIULIA         (lascia la carrozzina, si fa spazio e va incontro ad Andrea prima di Matteo) Che sorpresa che mi hai fatto Andrea!(lo abbraccia)

ANDREA      Ciao Giulia!

ANNA            Giulia non ci presenti il tuo amico?

ANDREA      Per la verità sono il ragazzo …

GIULIA         Mio, è il mio ragazzo. Papà, mamma, zie, … coso (riferendosi a Pino)…

PINO              (mentre mangia) Pino.

GIULIA         Vi presento Andrea, il mio ragazzo.

ANDREA      Il tuo ragazzo… già. (verso gli altri) Piacere. (verso Matteo, glaciale) Noi già ci conosciamo.

MATTEO       Ciao Andrea.

Andrea lo fissa senza rispondergli. Giulia prende Andrea e lo porta via da Matteo

GIULIA         Lascia che ti presenti la famiglia. Lei è zia Anna.

ANDREA      Piacere Andrea. (si stringono la mano)

ANNA            Ti fermi per pranzo, vero Andrea?

ANDREA      Ho fatto il viaggio solo per questo.(sorride)

GIULIA         La zia Vera.

ANDREA      La mitica zia Vera!! Matt… Giulia mi ha parlato tantissimo di lei.

ZIA                 Anche a me Matt… Giulia mi ha parlato di te!

ANDREA      Davvero? (verso Giulia)

GIULIA         Alzheimer. (va verso Pino)Pino, scusa per il “coso”.

PINO              Figurati!! Ci sono abituato.

ANDREA      Piacere zio Pino!(allunga la mano per stringerla)

GIULIA         No, non è zio, è un amico di famiglia, un vicino.

ZIA                 Troppo vicino!

PINO              Abito in fondo alla via! (stringe la mano)

GIULIA         Lui è il mio papà.

ANDREA      Signore!(allunga la mano per stringerla)

ALBERTO     Chiamami Alberto.(stringe la mano)

GIULIA         Ed infine mia madre! E non chiamarla signora!

LISA              Il meglio per ultima! (si stringono la mano) Complimenti bella stretta!

GIULIA         Perfetto, adesso lascialo!

LISA              (verso Andrea) Non credevo che a Giulia piacesse il tuo genere?

ANDREA      Che genere?

GIULIA         Mamma, non mi conosci per niente!

LISA              Ma conosco gli uomini… senza offesa.

ZIA                 Non c’è offesa se chi la dice non vale niente.

MATTEO       Ben detto zia!

ZIA                 Te l’ho detto mille volte Matteo, non farti fermare dai bulletti, e anche il tuo amico non dovrebbe farci caso!

ANDREA      Cosa?

ANNA            Alzheimer, non farci caso. Andrea, avrai fame. Prendi qualcosa.

ANDREA      Grazie Signora.

Andrea si avvicina alla tavola e stuzzica.

ANNA            Non sapevo che avevi il ragazzo Giulia.

GIULIA         E’ una cosa recente.

ANDREA      (ironico) Recentissima.

LISA              Strano allora che lo hai portato in famiglia.

ANDREA      Colpa mia signora, volevo fare una sorpresa. (guarda Matteo) E sembra proprio che sia riuscita. (passa davanti alla sedia del nonno) Bella, è antica?

ANNA            E’ la sedia di mio padre, del nonno di Giulia! Non la vedevo da quando è morto. Era in soffitta vero?

ALBERTO     Si. Sotto un telone.

GIULIA         (si avvicina alla sedia del nonno) Vuoi vendere anche questa zia?

LISA              Quella? Non ci ricaveremo molto.

GIULIA         Non capisci niente di queste cose mamma. Guarda com’è fatta, indistruttibile, bellissima nella sua semplicità e poi mi ricorda nonno. Per me è un’opera d’arte.

LISA              Se lo dici tu. Allora quanto possiamo farci?

GIULIA         Non possiamo venderla, non ha prezzo. Ci sono tutti i ricordi della mia infanzia in questa sedia.

LISA              Tutto ha un prezzo.

PINO              Posso comprarla io! Mi è sempre piaciuta quella sedia.

LISA              Ecco, abbiamo già un potenziale acquirente.

ANNA            Lascia stare Pino, non abbiamo bisogno di svendere le nostre cose. Ti conviene tenerti i soldi per mangiare.

LISA              Non credo che il signor Pino possa pagare molto per i tuoi ricordi Giulia.

GIULIA         Io, invece, darei tutto quello che ho per rivivere i miei ricordi. Adesso che la vedo sembra una sedia comune ma quando ero piccola mi sembrava un trono e nonno era il mio re. (si siede sulla sedia ed inizia ad accarezzarla) Mi manca il nonno. Quando tornavo da scuola lui mi stava sempre ad aspettare. La nonna era in cucina a preparare il pranzo e lui mi sollevava di peso e mi poggiava sulle sue ginocchia, proprio su questa sedia, e stava lì in attesa. Io gli parlavo di tutto, dei miei amici e dei miei nemici, dei miei sogni e delle mie delusioni. Per il nonno i miei sogni non erano mai troppo grandi per me, su questa sedia io sentivo che sarei potuta diventare tutto quello che la mia fantasia poteva immaginare. Ero la sua principessa su questa sedia. Non mi sono mai più sentita così.(verso Anna)Ti prego zia, non la vendere.

ANNA            Va bene, come vuoi tu cara.

LISA              Non sei tu a decidere Anna. Se vale qualcosa si deve vendere.

GIULIA         Allora la compro io.

ZIA                 Anche io ho una sedia, la vuoi? Te la porto io, c’ha le ruote!

GIULIA         No, grazie zietta!

LISA              Non ti credevo così sdolcinata Giulia.

GIULIA         Non lo sono più, da quando è morto il nonno. Ti ricordi mamma, ero distrutta e tu…

LISA              Io avevo i miei problemi.

GIULIA         Tu ci hai lasciati.

LISA              Non mi devo giustificare con te.

ZIA                 Giustificare non è capire… o era il contrario?Capire non è giustificare? Non l’ho mai capito.

LISA              Stano tipo di Alzheimerha la zietta!

GIULIA         Mamma, cambi discorso come sempre. Facile scappare dalle tue responsabilità. Hai lasciato i tuoi genitori alla zia Anna ed i tuoi figli ai tuoi genitori.

ZIA                 All’albero bisogna potare i rami altrimenti non cresce bene!

LISA              Ben detto zietta! La saggezza mi sta dando ragione!

GIULIA         Certo, quando ti fa comodo.

ZIA                 Ma se lo tagli troppo basso, lo stacchi dalle radici. E l’albero come fa a campare?

GIULIA         Forse da ragione a me.

LISA              Di che ti lamenti tu; hai ventidue anni, lavori, vivi in una bella città e ti diverti. Sei una donna indipendente e questo lo hai preso da me.

GIULIA         Da te ho imparato a non fidarmi degli altri, ho imparato a pensare solo a me stessa ed a non affezionarmi a nessuno.

LISA              Beh, un ragazzo ce l’hai!

GIULIA         Già. (imbarazzata) Scusa Andrea.

ANDREA      Fa niente, sono abituato a farmi trattare male. (ironico) Non so perché, ma mi innamoro sempre di chi non riesce a ricambiare completamente.

MATTEO       Ehm, solo io ho fame? Ci mettiamo a tavola?

ALBERTO     Penso che sia una buona idea.

ZIA                 Meglio avere la bocca piena!! Io ho lo stomaco vuoto.

ANDREA      Ma sì, mangiamo. Il profumo è delizioso. Dove mi posso sedere? Accanto alla mia ragazza?

ZIA                 Accanto a Matteo! (pausa)Ci voglio stare io!

ANNA            Manca una sedia, Alberto puoi andare a prenderla in soffitta?

PINO              Vado io, voi sedete pure. Io ho già mangiato.

Pino esce – in soffitta.

SCENA 6

LISA              C’è già una sedia in più. Quella del nonno. Già che è qui, meglio usarla.

ANNA            Ma ci si sedeva solo lui.

ALBERTO     In verità, una volta tuo padre mi ci ha fatto sedere.

LISA              Che onore!

ALBERTO     Era per un momento importante.

LISA              Quando gli hai detto che ci sposavamo?

ALBERTO     No, quando ho chiesto il permesso di uscire con Anna.

LISA              E lo chiami un momento importante?

ZIA                 Decisamente importante. (pausa)Avevo in mente qualcosa di importante ma non ricordo più cos’era.

ALBERTO     Era importante per me. Avevo appena compiuto diciott’anni e qualche giorno dopo avrei fatto l’esame della patente. Ma non riuscivo ad aspettare e così ti invitai al cinema. Ti ricordi?

ANNA            Certo che mi ricordo. Mi venisti a prendere in bicicletta.

ALBERTO     Tuo padre mi disse che non eri ancora pronta e mi fece accomodare su questa sedia. (va a sedersi sulla sedia) Rimanemmo così, in silenzio per qualche minuto, poi mi chiese cosa volevo. Io non so cosa mi prese ma iniziai a parlare, come se la sedia avesse un potere magico. Era un periodo difficile per me, mi ero diplomato e non sapevo cosa avrei fatto della mia vita, l’unica cosa che sapevo era che volevo uscire con te. Tuo padre non mi fece pressioni, parlammo tanto e di tutto, di passioni, di desideri, di futuro e tu tornavi sempre nei miei discorsi.(silenzio) Dopo quella sera non mi sedetti più su questa sedia. (si alza)

ANNA            Dopo, non avevi più tempo di parlare con lui. E neanche di uscire con me.

LISA              E gliene fai una colpa?

ANNA            Lisa rientrò dal campo estivo ed iniziò a fare la smorfiosa con te.

LISA              Mai fatta la smorfiosa. Semplicemente ha visto la differenza ed ha scelto il meglio. Non essere gelosa sorellona, consolati non sarebbe durata.

ANNA            Non è durata neanche con te.

LISA              Non so cosa ho visto in Alberto. (pausa)Ma sì, non era male allora, aveva un paio di anni più di me e poi aveva la patente. Cosa si poteva chiedere di più a sedici anni?

ALBERTO     Non so cosa ho visto io in te. Eri una ragazza viziata ed egoista e non sei cambiata.

ZIA                 Un bel faccino, delle gambe lunghe ed un seno abbondante…(pausa) ormai le attrici sono tutte uguali!

MATTEO       Papà, mamma, non mi pare il momento.

GIULIA         Perché no? Sono anni che non parliamo veramente, come facevamo solo con il nonno. Vieni mamma, perché non ti siedi qui anche tu, non lo hai mai fatto vero?

LISA              E non vedo perché dovrei farlo ora. Sedermi su quella vecchia sedia logora? Potrei prendermi qualche malattia, minimo le pulci.

ANNA            Ma come ti permetti? Non ci sono pulci in casa mia!

LISA              Casa nostra, volevi dire.

ANNA            Comunque non ci sono pulci.

ZIA                 Solo scarafaggi.(pausa) Beatles vuol dire solo scarafaggi, strano come nome da dare ad un gruppo musicale, vero?

MATTEO       Si zia, strano.

GIULIA         Non posso certo dirmi dispiaciuta che tu e papà vi siate sposati, altrimenti io e Matteo non saremmo nati, ma non sei stata una grande mamma, neanche minimamente decente. Sono curiosa di sapere la verità. Vieni siediti. (la va a prendere)

ANDREA      Forse è meglio che vada.

LISA              Ma no Andrea, rimani. Se vuoi diventare della famiglia, puoi, anzi, devi rimanere. Va bene Giulia, sto al gioco. Faccio da sola. (si alza e va a sedersi) Cos’avrà di speciale questa sedia. Allora, che volete sapere?

ANNA            Perché sei uscita con Alberto, quando sapevi che era il mio ragazzo?

LISA              Perché era tuo. E potevo averlo. Semplice. Ho sempre avuto un certo ascendente sugli uomini, forse quello è il mio vero unico talento. Tu avevi altri talenti, eri intelligente, gentile, la gente ti voleva bene, i nostri genitori ti volevano bene. Non hai idea di quanto potevi risultare odiosa per me. Sempre a rincorrere l’esempio della sorella perfetta. (pausa)Wow, certo che questa sedia è liberatoria.

ANNA            Non mi hai mai rincorso Lisa, facevi esattamente il contrario di quello che facevo io, di quello che ti veniva chiesto.

LISA              Certo, visto che era impossibile essere perfettina come te, meglio distanziarsi il più possibile.Era decisamente più facile e, diciamolo, anche più divertente. Essere sempre la cocca di mamma e di papà era di una noia mortale.

ANNA            Adesso è colpa mia se hai fatto una vita sregolata!

LISA              No, hai ragione! La verità è che io sono fatta così, non mi interessa fare la moglie e neanche fare la madre, (verso i figli) scusate tesorini. Stare dieci anni sposata con Alberto è stata una tortura che riuscivo a sopportare solo con la compagnia di tanti amici…(verso Alberto) non guardarmi così Alberto, lo sapevi e facevi finta di niente.

ALBERTO     Volevo tenere la famiglia unita.

LISA              Ed io volevo solo vivere. Ma tu, i ragazzi, i miei genitoried anche Anna … eravate tutti lì a farmi pressione, a dirmi come dovevo vivere.

MATTEO       (ironico) Oh, povera mamma!

LISA              Ho sofferto anche io quando il nonno è morto, ma mi sono anche sentita libera di andarmene. E l’ho fatto. Se parliamo di verità, ammettetelo, siete stati meglio senza di me.

GIULIA         Potevi almeno aspettare che nonno fosse stato sepolto.

LISA              Non sono mai stata brava con la tempistica. Ah!Liberatorio dire la verità! Non so se è veramente questa sedia ma è da provare. Anna perché non ti siedi tu, sono proprio curiosa di sentire la tua di verità.

ANNA            Io sono sempre stata sincera, non ho bisogno di una spinta. Per me questa sedia non ha niente di magico.

GIULIA         Io invece inizio a pensare di sì. Non so se è vero o è solo il ricordo del nonno, ma quando ti siedi lì sopra, non puoi fare a meno di essere sincero. E’ il più bel regalo che ci potevano fare i nonni.

ZIA                 Anche la mia sedia non è male! Ed in più si può muovere. Guardate! (va in giro)

MATTEO       Fermati zia, così vai a sbattere!

ZIA                 Monta su Matteo!! Andiamo in contro alla vita!!!(va in giro)

MATTEO       In contro al muro stai andando!

ZIA                 I muri vanno abbattuti con tutti i mezzi, anche con una sedia!!

GIULIA         Questo è un buon consiglio zia. Vero Matteo?

MATTEO       Una sedia per abbattere un muro? Ma siamo sicuri che zia Vera abbia l’Alzheimer?

ANNA            Così dicono i dottori.

MATTEO       Se questa sedia è così magica come sembra, allora adesso la provo io la sedia del nonno.

GIULIA         Sei sicuro? Hai deciso di rompere il muro?

MATTEO       Si, lo devo a qualcuno di speciale. (guarda Andrea, si avvicina alla sedia e si siede in silenzio) Io ho evitato questa sedia per tanti anni. Nonno aveva un talento speciale nelcapire le persone e questa sedia faceva parte del rituale. Mi ricordo di un giorno, ero appena tornato da scuola, era stata una giornata terribile. Simone Girondi, non lo dimenticherò mai, non mi lasciava mai stare, era il mio bulletto personale. Quel giorno mi aveva dato del “frocio di merda” condito con la solita dose di spintoni. Sono tornato a casa sconvolto e non per le botte ma perché aveva ragione. Non per la merda ma per il frocio. Sono gay e lo scoprii quel giorno, mi ero reso conto di essermi innamorato di un mio compagno di scuola. Tornai a casa piangendo e mi accolse come sempre il nonno su questa sedia. Mi disse di avvicinarmi e di sedermi con lui.Io sapevo che se solo mi fossi fermato, avrei detto tutto, avrei confessato a lui e quindi anche a me di essere un omosessuale e non ebbi il coraggio. Nonno non insistette, sapevo che quando fossi stato pronto ci sarebbe stato lui ad ascoltarmi e invece…

Andrea si avvicina a Matteo.

ANDREA      Ce l’hai fatta, bravo. (si abbracciano)

LISA              Sei gay? E allora?Siamo nel duemila, un gay non fa più scandalo e poi ti sei trovato un bel ragazzo mi pare (alludendo a Andrea) Mica sono stupida, si capisce subito sai?

MATTEO       E perché non hai detto niente?

LISA              Vivi e lascia vivere.Se non lo hai detto tu, avrai avuto un motivo.

MATTEO       Solo la paura.

LISA              La paura non ve l’ho insegnata certo io. Quindi, tu Andrea sei il ragazzo di Matteo?

ANDREA      Sì esatto, mi dispiace avervi mentito, non l’ho scelto io. Ma l’importante è che sia finita.

LISA              Mi pareva strano che Giulia si fosse fidanzata.

GIULIA         (ironica) Grazie mamma.

LISA              Lo hai detto tu che non ti apri con nessuno. Ma che te ne frega di aprirti basta fare del buon sesso. Lo fai vero?

GIULIA         Mamma! Stavamo parlando di Matteo.

MATTEO       Già, mettiamo in imbarazzo Matteo.

GIULIA         Nessun imbarazzo fratellino! Sii felice, finalmente hai fatto outing! E sembra che non sia stata una sorpresa.

ALBERTO     Io un po’ sorpreso lo sono. Ho avuto qualche sospetto ma… capitemi non è una cosa che si augura al proprio figlio.

GIULIA         Non è un malattia papà!

ZIA                 L’Alzheimerè una malattia, ti fa dimenticare le cose, le paure, le ripicche… mi voglio sedere anche io sulla sedia di Luigi.

MATTEO       Non credo che ti aiuti con la memoria zia e per la sincerità, credimi, non ne hai bisogno.

ZIA                 Matteo quando ti sposi? Voglio rivedere un abito bianco!

MATTEO       Zia, sono gay!

ZIA                 Perché i gay non possono vestirsi di bianco?

GIULIA         Certo che possono!

ZIA                 Allora quando?

ANDREA      Presto Signora, se Matteo accetta la mia proposta e mi dice di sì.

ZIA                 In bianco starai benissimo!

MATTEO       Zia! Non stai parlando a vanvera!

ZIA                 Io l’ho sempre saputo che il bianco ti stava benissimo!

MATTEO       Come non detto.

ALBERTO     Mi dispiace Matteo … non sapevo come affrontarlo. Che consigli ti potevo dare, già so poco delle donne, figurati di uomini. Non volevo che rimanessi solo.

MATTEO       Io non sono solo.

ANDREA      Ci puoi giurare!

GIULIA         Solo? Solo come te?Dopo il divorzio con la mamma non sei mai uscito con nessuna donna.Osolo come me?Che, da eterosessuale, al massimo mi concedo qualche scopata occasionale. (verso la mamma) Sì mamma, faccio sesso, stai tranquilla.

ALBERTO     Giulia!

GIULIA         Papà, non è la eterosessualità che ti garantisce una vita di relazione sana e felice. Matteo ed Andrea sono una splendida coppia che poteva essere rovinata solo se Matteo non si fosse deciso a fare outing. (verso Andrea) Grazie Andrea per aver avuto tanta pazienza col mio fratellino.

ANDREA      Ne valeva la pena. (si abbracciano)

ANNA            Per me non è stata una sorpresa. Io lo avevo sospettato ma non avevo detto niente. Non sono sua madre e non era compito mio affrontare l’argomento.

GIULIA         Noi non abbiamo avuto una madre, Lisa non lo è stata dalla morte del nonno ed anche prima…

LISA              Ma sì, date tutta la colpa a me!

GIULIA         Sei stata tu zia e la nonna a ricoprire quel ruolo. Ma nonna è cambiata dalla scomparsa del nonno, si è spenta ed è diventata assente.

ANNA            Ed io non mi sono mai assunta quel ruolo a pieno, non credevo potessi farlo. (si avvicina alla sedia)Forse è il mio momento di sedermi sulla sedia del nonno. (si siede e la tocca) Fa uno strano effetto, è rassicurante ed allo stesso tempo mette in apprensione. Mi mancano i miei genitori. Lo so, sono grande ormai, ma non lo si diventa mai del tutto. Io e papà avevamo un rapporto speciale, lui sapeva tutto di me, mi leggeva dentro. Sapeva che ero follemente innamorata di Alberto, sapeva della delusione quando lui ha preferito uscire con Lisa. La cosa più grave è che non ero arrabbiata con Alberto, anzi lo capivo.Come poteva resistere al fascino della mia sorellina? Lei non viveva con noi, ci concedeva la sua presenza, era come una diva di Hollywood che passeggiava in un paesino di periferia. Era spumeggiante, allegra, affascinante e bellissima. Come avrebbe potuto Alberto preferire me a lei, era una lotta ìmpari, persa in partenza.

ALBERTO     Anna, non è vero.

ANNA            Tocca a me Alberto, fammi finire. Al tempo non ve ne feci una colpa. Ero io che non ero abbastanza, abbastanza bella, abbastanza sexy, abbastanza affascinante e così mi ritagliai un ruolo che sapevo poter sostenere. Mi concentrai sullo studio, sul lavoro e mi dedicai alle uniche persone che sapevo non mi avrebbero mai lasciato, mamma e papà. Lui in particolare, non era contento della scelta che avevo fatto, voleva che me ne andassi di casa per costruirmi una vita mia, ma poi si ammalò e non aveva più l’energia per combattere con me. Ho giocato sporco, ne ho approfittato per nascondermi. Avevo uno scopo, ero utile come nessun’altro dei presenti. Lisa era partita già prima di lasciare Alberto, non puoi bloccare una diva in provincia. Alberto era ancora ammaliato da Lisa ed aveva due figli da crescere. Io dovevo badare a nonno e nonna.(accarezza la sedia, passando dai braccioli ai fianchi fino a toccare il fondo e li trova qualcosa) E questo cos’è. (stacca e mostra una busta) E’ una lettera della nonna, per noi.(rimane in silenzio con la lettera in mano)

GIULIA         La posso leggere io se vuoi. (tende la mano, Anna gli porge la busta senza parlare) “Ho sbagliato, non sono riuscita a mantenere la promessa fatta a vostro nonno: non vi ho tenuto uniti. Sono passati gli anni ed ho visto la nostra famiglia dividersi. Chiedo scusa a tutti. Dopo la morte di Luigi non riuscivo a trovare nessun motivo per continuare a vivere. Non sopportavo l’idea di aver perso l’uomo della mia vita ed il collante della nostra famiglia. Io sono sempre stata di supporto ma era lui che sapeva cosa fare e quando se n’è andato mi sono sentita persa. Ho provato a fermare quel dolore sbagliando tutto. Ho nascosto in soffitta la sedia preferita di Luigi, vederla tutti i giorni mi faceva soffrire. Ho capito troppo tardi che con lei avevo allontanato anche lo spirito di Luigi e contribuivo alla rovina di questa famiglia. Ho tenuto mia figlia Anna attaccata a me per puro egoismo e le ho permesso di sacrificare la sua vita. Ho visto Lisa andarsene e Giulia soffrirne senza darle conforto per trasformarsi in una donna chiusa ed amareggiata. Non ho mai ammesso con Matteo che sapevo che era diverso ma che lo amavo lo stesso. Ho notato negli occhi di Alberto l’affetto che prova ancora per Anna ma sono stata ancora una volta egoista. Scusatemi tanto, se ci fosse stato Luigi al posto mio le cose sarebbero state differenti. Certo Lisa sarebbe andata via, Luigi sapeva che non poteva trattenerla ma Anna e Alberto si sarebbero ritrovati. Matteo avrebbe vissuto serenamente e Giulia avrebbe tenuto aperto il suo cuore. E la mia cara Anna, non si sarebbe sicuramente allontanata da noi, ma avrebbe costruito una sua vita qui e la famiglia sarebbe ancora unita e magari anche più numerosa. Ho sbagliato e chiedo ancora scusa a tutti voi e al mio Luigi. Sono vecchia e malata, non starò ancora qui per molto e la possibilità di rimediare ai miei errori la affido ancora una volta al mio uomo ed alla sua sedia. Alla sedia dò in consegna questa lettera e se avrà ancora una parte del potere che ricordo, vi aiuterà ad aprirvi, a raccontarvi la verità ed a ritrovarvi. Con tutto il mio amore. Mamma”

MATTEO       Perfetto, anche nonna sapeva che sono gay. Mi sono tenuto dentro per anni il segreto di Pulcinella.

LISA              Almeno ha ammesso che questo non era il mio posto.

GIULIA         Si incolpa di tutto, non è giusto. Povera nonna.

ANNA                       No, non è giusto. Non mi ha costretta lei a rimanere chiusa in casa per dieci anni. Ho scelto io di non mettermi più in gioco.

LISA              Io te lo avevo detto che hai fatto tutto tu.

ALBERTO     Lisa, smettila.

ANNA            Ha ragione lei, sono stata una codarda ed anche tu.

LISA              Ah, queste sono soddisfazioni! Ora posso tornarmene a Parigi felice.

GIULIA         Non è cambiato niente per te mamma.

LISA              Perché? Invece è cambiato molto. Magari non dovranno passare anni prima che veda i miei tesorini, ora che non sono più la strega cattiva.

ANNA            Stavo per invitarvi per la prossima festa ma mi sono resa conto solo adesso, che non avrò più una casa dopo che avremo messo in vendita questa.

LISA              Io non voglio certo svenderla. Con il prezzo che ho in testa ci impiegherai anni per trovare un giusto acquirente.

ALBERTO     E nel frattempo?

LISA              Non vorrete lasciarla abbandonata! Perderà di certo valore! Facciamo così Anna: che ne dici se continui a viverci tu, in cambio della manutenzione? In attesa di un compratore o di qualcos’altro. Ovviamente faccio affidamento anche su di te Alberto, per i piccoli lavori in casa.

ALBERTO     Con piacere.

LISA              Ne ero sicura, il solito Alberto, sempre pronto ad aiutare!

SCENA SETTE

Rientra Pino con una sedia.

PINO              Scusate, non sapevo decidermi… mi sono perso qualcosa?

LISA              Che abbiamo deciso di mettere in vendita la casa, al prezzo che merita.

PINO              Posso comprarla io se volete. Come investimento, non dovete lasciarla. Potrete continuare a viverci.

ANNA            Grazie sei molto gentile Pino ma anche se un po’ rovinato è sempre un casolare antico di 300 mt quadrati. Costa troppo per te.

PINO              E che saranno mai! 500 mila euro, un milione? Io ne ho trenta.

LISA              Trenta cosa?

PINO              Trenta milioni di euro.

LISA              (verso Anna) Ma non aveva detto che abitava nelle rovine in fondo alla via? (indica a destra)

ANNA            Sì, è il figlio del panettiere. E’ sempre vissuto in campagna.

PINO              No, io vivo da quell’altra parte adesso. (indica a sinistra)

ALBERTO     Ma li non ci sono case, c’è solo la villa Malpina.

PINO              Proprio quella, l’ho comprata l’anno scorso insieme alla case attorno alla panetteria. Praticamente tutto il paese è mio.

LISA              Ma come…

PINO              Ho vinto alla lotteria. E siccome mi piace vivere qui, ho deciso di comprarmi una casa, poi quando si sono liberate le altre… sapete i ricordi della mia infanzia sono tutti qui.

LISA              I ricordi sono importanti!! E quanti te ne sono rimasti?

PINO              Di ricordi?

LISA              No di soldi.

ANNA            Trenta milioni?

PINO              Più quelli che ho investito in buoni…

ALBERTO     E le case…

GIULIA         E la villa…

ZIA                 Facciamo due conti…(pausa) tre marchesi e due granduca!

PINO              Ho vinto 100 milioni, e a parte le case sparse in giro non ho speso molto.

LISA              In giro? Hai altre case in giro? E Dove?

PINO              Parigi, New York ed un paio in asia.

LISA              (va da Pino) Me lo spieghi Pino dove sei stato tutto questo tempo?

PINO              Qui, in fondo alla via. Beh, spesso stavo proprio qui da Maria e Luigi. Mi piacevano i tuoi genitori mi hanno sempre trattato con rispetto.

LISA              Erano dei veri tesori, ed anche io, sono la loro figlia!!!       

PINO              Io ho sempre voluto diventare tuo amico…

ZIA                 Qualcosa di più! (pausa) Vorrei qualcosa di più da mangiare, Chi mi mette altro purè!

PINO              Ma tu non mi hai mai guardato…

LISA              Ero molto timida da ragazza!!

GIULIA         Tu?

MATTEO       Timida?

LISA              E state zitti, che sto lavorando anche per voi!!

GIULIA         Magari anche zia Anna, potrebbe essere interessata a Pino.

ANNA            No, grazie, non sono interessata. Niente di personale Pino.

LISA              Ma che dici! Se Anna sbava ancora dietro Alberto neanche fosse un’adolescente sotto ormoni!!

ALBERTO     Davvero?

LISA              E anche tu, Alberto, sveglia! Quanto ancora vorrai aspettare a dichiararti, si capisce benissimo che ti sei pentito di aver scelto me.

ALBERTO     Ma Anna mi avrà perdonato?

ANNA            Non dovresti chiederlo a me?

GIULIA         Hai il resto della vita per scontarla papà!

ZIA                 Provaci ancora Sam!! (pausa)No, Alberto! Ma chi è Alberto?

LISA              Sai Pino, dovresti diversificare i tuoi investimenti, che ne dici di … gioielli?

PINO              Per tenerli in cassaforte? Non mi piace comprare qualcosa che non posso usare, che non posso toccare…

LISA              Li posso usare io per te…

PINO              E toccare?

LISA              Ne possiamo parlare!! Allora? Ci si vede tutti a Natale?

ANNA            Sembra proprio di sì.

GIULIA         Anche tu mamma?

LISA              Solo se ci viene anche Pino!

PINO              Dove vai tu, vado anche io… se posso.

LISA              Certo che puoi!! E dimmi Pino, ti piace fare i regali?

PINO              Si tanto!

LISA              Perfetto!! Perché non mi fai vedere com’è fatta Villa Malpina?

PINO              Adesso?

LISA              Non vedo l’ora di approfondire la nostra conoscenza.

PINO              Non è cortese nei confronti di Anna e dei suoi ospiti. La cena non è ancora finita. Adesso ci sediamo e mangiamo insieme.

LISA              (stupita) Va bene Pino, come vuoi.

Pino fa accomodare Lisa spostandole la sedia.

PINO              Come si dice?

LISA              Grazie?

PINO              Prego.

GIULIA         Wow, mamma ha trovato uno che le tiene testa!

PINO              Scusa Anna, ma non credo che domani possa passare a pranzo.

ANNA            Immaginavo.

ZIA                 A me basta che ci sia questo ragazzo qui!! (prendendo Matteo per un braccio), ci vogliono facce nuove!

MATTEO       Se si ferma Andrea, mi fermo anche io!

ANDREA      Accetto volentieri l’invito, grazie. Ci sarà anche la sedia? Magari mi ci siedo pure io!

ANNA            Dobbiamo ancora mangiare e si sta raffreddando tutto.Mettetevi seduti.

MATTEO       Subito zia!

Matteo fa sedere Andrea e poi si siede accanto.

LISA              Era ora!

Pino si accomoda ed anche Alberto.

ANNA            Alberto vai a prendere una sedia in più?

LISA              Non serve, l’ho già detto, c’è quella del nonno. Giulia avvicinala alla tavola.

GIULIA         Sì mamma, (va a prendere la sedia)

MATTEO       Ti aiuto Giulia (raggiunge la sorella e prendono la sedia) A capotavola, che ne dite?

ANNA            Penso sia perfetto.

LISA              Allora che aspetti Anna? Siediti.

ANNA            Io?

LISA              Chi altri? Mangiamo?

Anna si siede a capotavola.

MATTEO       Che fame! Sai Zia, sei proprio brava a cucinare.

GIULIA         Mi passi il pane! Dovresti farci un lavoro.

ZIA                 Posso prenotare una stanza?

ANNA            Zia, tu la stanza ce l’hai già.

GIULIA         No, zia Vera ha ragione! Dovresti trasformare questa casa in un bed & breakfast, anzi in un agriturismo.

MATTEO       C’è la terra, puoi coltivare un orto.

ANNA            Ma sarebbe da ristrutturare tutto!

PINO              A quello ci penso io. Per investimento, se mi vuoi come socio.

ANNA            Ci sarà un sacco da fare!

MATTEO       Possiamo collaborare tutti.

ANDREA                  Posso dare una mano anche io.

ANNA            Ma poi, gestire un agriturismo… da sola…

GIULIA         Papà?

ALBERTO     Si?

ZIA                 Un caffè per favore!

GIULIA         Papà, dovrà fare tutto da sola?

ALBERTO     Certo che no. Io sono bravissimo a fare i lavori di manutenzione e poi avevo proprio voglia di cambiare.

ANNA            Dici sul serio? Sarebbe un bel salto nel vuoto!

LISA              Finalmente un’avventura!!

ANNA            Va bene ci penso, ma adesso possiamo mangiare?

MATTEO       Buon appetito allora!

PINO              Ti sei superata Anna!

ZIA                 Dov’è andata Anna?

TUTTI            Zia!!!!

Si alza una musica. Si sentono rumori e chiacchiere da pranzo, complimenti per la cucina ecc...

Sipario

FINE

La messa in scena è libera, non occorre il permesso dell’autore, basta pagare la SIAE. Ma gradirei molto averne notizia.

Mandatemi la locandina via mail o messanger vi farò pubblicità sui social e terrò la locandina nel mio archivio personale.

deruvostefania@gmail.com

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