LA SEDIA DEL NONNO
Atto unico
Di Stefania De Ruvo
Cod. SIAE N. 92 69 96A
Una famiglia, ormai da tempo separata, si ritrova a casa dei nonni in occasione del funerale della nonna. La scena si svolge durante il pranzo, i parenti si sono ritrovati per sistemare la casa che sarà venduta per dividere il ricavato. Nel mettere a posto e buttare quanto non necessario, si ritrova la vecchia sedia del nonno.
La sedia rappresenta i bei momenti vissuti nell’infanzia dai protagonisti; riporta tra i presenti lo spirito del nonno e, forse per magia, spinge tutti a dire la verità smascherando le ipocrisie e le difficoltà che hanno diviso la famiglia.
Protagonisti: 3D 3U
Anna figliamaggiore sui50 anni, single, è rimasta a casa dei nonni a badare a loro. Rimpiange la vita mai vissuta, incolpa la sorella Lisa di averla lasciata sola a badare ai nonni e pretende una “ricompensa” nel lascito testamentale. Ancora segretamente innamorata di Alberto, suo ex ragazzo che però ha preferito la sorella Lisa.
Lisa figlia minore sotto i 50 anni, sposata con due figli e divorziata. Vive una seconda giovinezza viaggiando ed ignorando sia genitori che figli. Mai stata veramente portata a fare la madre e la moglie, si è sposata quasi per sfida nei confronti di Anna e per rispettare le convenzioni. Tratta malissimo l’ex marito.
Alberto ex marito di Lisa, dai 50 ai 60 anni. Padre affettuoso ma succube della ex moglie Lisa. Ha sbagliato a preferire Lisa ad Anna ma non sa come rimediare.
Matteo nipote, figlio di Lisa, gay non dichiarato, si è allontanato per vivere la sua vita senza dire niente alla famiglia.Unica a conoscere il suo segreto la sorella Giulia.
Giulia nipote, figlia di Lisa, single, indipendente, arrabbiata con la madre. Dall’abbandono della madre e dalla morte del nonno si è chiusa in se stessa. Finge di essere fidanzata con Andrea che è in realtà il ragazzo di Matteo.
Andrea ragazzo di Matteo, si presenta alla cena credendo che Matteo abbia detto della sua omosessualità alla famiglia, si adatta alla finzione di essere il ragazzo di Giulia.
Scenografia:
Tavolo con sedie (leggermente a destra) Tavolo con cinque sedie, già apparecchiato per il pranzo.
Sedia del nonno (da posizionare a sinistra) Sedia antica
Quinta a destra Ingresso della casa
Quinta a sinistra Resto della casa (cucine, soffitta, ecc.)
Oggettistica di scena:
Due scatoloni, qualche vestito della nonna, un vassoio con antipasti, il necessario per apparecchiare la tavola con cinque coperti (tovaglia, piatti, posate, bicchieri, tovaglioli e bottiglie d’acqua e vino).
ATTO UNICO
In scena: il tavolo con la tovaglia ed il necessario per apparecchiare per cinque.
Anna sta apparecchiando il tavolo per il pranzo di famiglia. Entra Alberto da sinistra con uno scatolone tra le mani.
ALBERTO Ho riempito un altro scatolone, dove lo metto?
ANNA Mettilo vicino alla porta, insieme agli altri. Grazie dell’aiuto Alberto.
ALBERTO Non devi neanche dirlo Anna, lo sai che se hai bisogno di me, basta che mi chiami, sono di famiglia.
ANNA Sei l’ex marito di mia sorella, tecnicamente non sei più di famiglia.
ALBERTO Dipende a chi lo chiedi, Luigi e Maria mi hanno sempre trattato come un figlio anche quando Lisa se n’è andata lasciandomi con due figli da crescere.
ANNA Eri di famiglia da molto più tempo, da quando uscivamo insieme, se non sbaglio.
ALBERTO No, non sbagli. Una vita fa. (esce Alberto a destra)
ANNA Già, una vita.
Entrano da sinistra Matteoe Giulia con dei vestiti ed un scatolone.
GIULIA Questi sono altri abiti di nonna, sei sicura che li vuoi dare via?
ANNA Cosa dovrei farci? Dobbiamo sistemare casa se dobbiamo venderla.
MATTEO Ma è la casa dei nonni? E’ la tua casa, ci hai vissuto da sempre.
ANNA Tecnicamente è la nostra casa ed io non ho abbastanza soldi per riscattare la vostra parte di eredità.
GIULIA Ma noi…
ANNA E soprattutto non ho soldi per pagare vostra madre.
MATTEO Potresti pagare l’affitto?
GIULIA Matteo!!
MATTEO Cosa?!?
ANNA Lascia stare Giulia, ho voglia anche io di cambiare aria. Questa casa è piena di ricordi e non sono tutti piacevoli.
GIULIA Ma i nonni?
ANNA Senti Giulia, i nonni sono morti, questa è una casa vuota. Ci sono rimasta solo io e nessun altro.
GIULIA Zia…
ANNA Hai una vita tua e anche tuo fratello.
Rientra Alberto da destra.
ALBERTO Ragazzi, in camera abbiamo finito, venite con me in soffitta?
MATTEO Vengo io Papà.(appoggia lo scatolone a terra)
GIULIA Io rimango qui, aiuto zia Anna con il pranzo. Quanti piatti metto?
ANNA Siamo solo noi e tua madre.
GIULIA Viene mamma? Ma non era in Francia? Ieri non si è fatta vedere al funerale!
MATTEO Per la divisione dei beni dei nonni vedrai che si farà viva. Se c’è un suo interesse personale si fa sempre viva.
ALBERTO Non parlare così di tua madre.
GIULIA Dopo quello che ti ha fatto la difendi ancora? Ma non ti sei stufato di fare il suo zerbino?
ANNA Non puoi dire certe cose a tuo padre!
GIULIA Ah giusto, questa è un’altra cosa che non si può dire, vero Matteo? Scusate, vado a prendermi un bicchiere d’acqua.(esce di scena– sinistra – portando via sia scatola che vestiti)
ALBERTO Forse è meglio che vada. Se viene Lisa…
ANNA Ancora per un giorno è casa mia ed io invito chi voglio. Rimani, se vuoi rimanere.
MATTEO Non ci provare neanche ad andartene papà.
ALBERTO Visto che sono in minoranza, rimango. Andiamo in soffitta Matteo? (esce a sinistra)
MATTEO Eccomi. (verso Anna) Vuole rimanere, davvero, ma fa fatica ad ammetterlo.
ANNA E’ una vita che fa fatica. Vado a cercare tua sorella.
Esce Anna a sinistra. Squilla il telefono di Matteo.
MATTEO Pronto? Ciao amore! Si, sono a casa dei miei nonni. Ieri c’è stato il funerale. No, non posso ancora tornare a casa, devo sistemare un po’ di cose. Ma certo che ho parlato di te! Te lo avevo promesso ed io mantengo le promesse. Come sarebbe a dire “non questo tipo di promessa”? Va bene, ho rimandato un po’ ma alla fine ho parlato con i miei, anche con mia madre. No, non è in Francia, è tornata per il funerale. Come l’ha presa? Bene, anzi benissimo, non vede l’ora di conoscerti. Adesso devo andare, abbiamo un sacco di cose da fare. Cosa?Mi farai una sorpresa? Non serve, a me basta ritrovarti quando tornerò a casa! Va bene non discuto con te, non vedo l’ora di scoprire la tua sorpresa. Cosa vuol dire che non dovrò aspettare molto. Cosa hai fatto? Perché? Ti avevo detto che … (sospira)Ti amo anche io, Andrea.
Rientrano Anna e Giulia da sinistra con i piatti ed un vassoio di portata e finiscono di preparare la tavola.
ANNA Il pranzo è pronto, va a chiamare Alberto.
GIULIA Non aspettiamo mia madre?
ANNA Se non ha il buon gusto di presentarsi in tempo, io non la aspetto di certo!
GIULIA Così mi piaci zia!! Meglio tardi che mai!(si avvicina a Matteo per andare a cercare Alberto mentre Anna sistema la tavola)
MATTEO Aspetta Giulia, sono nei casini!
GIULIA Che succede?
MATTEO Andrea sta arrivando.
GIULIA Cosa? Perché? Cosa hai fatto Matteo?
MATTEO Gli ho detto che avevo parlato con i nostri genitori, che avevo parlato di lui.
GIULIA Ed invece…
MATTEO Non ho avuto l’occasione.
GIULIA Le occasioni le hai avute.
MATTEO Va bene, non ho avuto il coraggio. E adesso?
GIULIA Improvviseremo, ma ti devi decidere. Se continui così finirai per perderlo.
Entra Lisa da destra in maniera plateale.
LISA Buon giorno famiglia! Mi stavate aspettando vero?
ANNA Non hai suonato!
LISA Ho le chiavi, in fondo questa è anche casa mia!
ANNA Non me ne sono accorta negli ultimi dieci anni.
LISA (ignorando la sorella, va alla tavola e si serve mangiando degli stuzzichini) Ero impegnata.
GIULIA Ciao mamma.
MATTEO Mamma. Giusto in tempo.
LISA Ciao tesorini! Sono contenta anche io di vedervi!
GIULIA Non hai niente da dirci?
LISA Ho fame, è pronto?
Rientra Alberto da sinistra con la sedia del nonno che lascia a sinistra.
ALBERTO Guardate cosa ho trovato! Ah Lisa, sei arrivata.
LISA Alberto, che ci fai qui?
ALBERTO Sono venuto ad aiutare.
LISA Il solito Alberto, sempre pronto ad aiutare!
GIULIA Lascialo in pace mamma!
LISA Si sa difendere da solo o sbaglio?
ALBERTO Se sono di troppo, me ne vado.
MATTEO Non vai da nessuna parte, tanto tra un poco se ne andrà lei.
ANNA Non se ne va nessuno. Siamo qui per salutare i miei genitori.
LISA Che erano anche i miei.
ANNA Allora perché non sei venuta al funerale di mamma?
LISA Non potevo certo rimanere qui una vita.
ANNA Io l’ho fatto.
LISA E’ stata una tua scelta, non ti ho certo costretta io.
ANNA Qualcuno doveva pur rimanere vicino a mamma e papà, soprattutto quando sono diventati vecchi e dopo che è morto papà.
LISA Papà è morto dieci anni fa.
ANNA Strano che tu lo sappia, neanche allora eri venuta al funerale.
LISA Sono qui adesso, non basta?
GIULIA Giusto in tempo per la divisione dei beni.
LISA Perché?C’è un testamento? Non me lo avete detto!
GIULIA Solo di questo ti interessa?
LISA Di certo non sono venuta qui per essere giudicata da mia figlia. Allora quando si mangia? (si siede a tavola e si serve)
GIULIA Stai tranquilla mamma, non c’è nessun testamento, tu avrai diritto alla tua parte come dice la legge.
ANNA Infatti, avrai metà del patrimonio. Che importa se negli ultimi dieci anni non ti sei mai fatta vedere e che mi hai lasciata da sola a badare ai nostri genitori. (ironica) Bella la legge.
LISA Splendida. Mi dispiace per te sorellina ma io rimango la figlia ed ho diritto alla metà. Ti sei data da fare per niente.
Suona il campanello della porta. Anna va ad aprire (destra) e si presenta con Andrea.
ANDREA Salve a tutti, scusate l’intrusione ma volevo fare una sorpresa.
MATTEO (agitato) Andrea!
GIULIA (si fa spazio e va incontro ad Andrea) Che sorpresa che mi hai fatto Andrea!
ANDREA Ciao Giulia! Matteo!
ANNA Giulia non ci presenti il tuo amico?
ANDREA Per la verità sono il ragazzo …
GIULIA Mio, è il mio ragazzo. Papà, mamma, zia vi presento Andrea il mio ragazzo.
ANDREA Il tuo ragazzo… già. (verso gli altri) Piacere. (verso Matteo, glaciale) Noi già ci conosciamo.
MATTEO Ciao Andrea.
Andrea lo fissa senza rispondergli.
ANNA Ti fermi per pranzo, vero Andrea?
ANDREA Ho fatto il viaggio solo per questo. (si avvicina alla tavola)
ANNA Non sapevo che avevi il ragazzo Giulia.
GIULIA E’ una cosa recente.
ANDREA (ironico) Recentissima.
LISA Strano allora che lo hai portato in famiglia.
ANDREA Colpa mia signora, volevo fare una sorpresa. (guarda Matteo) E sembra proprio che sia riuscita. (passa davanti alla sedia del nonno) Bella, è antica?
ANNA E’ la sedia di mio padre, del nonno di Giulia! Non la vedevo da quando è morto. Era in soffitta vero?
ALBERTO Si.
GIULIA (si avvicina alla sedia del nonno) Vuoi vendere anche questa zia?
LISA Quella? Non ci ricaveremo molto.
GIULIA Non capisci niente di queste cose mamma. Guarda com’è fatta, indistruttibile, bellissima nella sua semplicità e poi mi ricorda nonno. Per me è un’opera d’arte.
LISA Se lo dici tu. Allora quanto possiamo farci?
GIULIA Non possiamo venderla, non ha prezzo.
LISA Tutto ha un prezzo, ma non credo che ci pagheranno molto per i tuoi ricordi Giulia.
GIULIA Io darei tutto per rivivere i miei ricordi. Adesso che la vedo sembra una sedia comune ma quando ero piccola mi sembrava un trono e nonno era il mio re. (si siede sulla sedia ed inizia ad accarezzarla) Mi manca il nonno. Quando tornavo da scuola lui mi stava sempre ad aspettare. La nonna era in cucina a preparare il pranzo e lui mi sollevava di peso e mi poggiava sulle sue ginocchia, proprio su questa sedia, e stava lì in attesa. Io gli parlavo di tutto, dei miei amici e dei miei nemici, dei miei sogni e delle mie delusioni. Per il nonno i miei sogni non erano mai troppo grandi per me, su questa sedia io sentivo che sarei potuta diventare tutto quello che la mia fantasia poteva immaginare. Ero la sua principessa su questa sedia. Non mi sono mai più sentita così.(verso Anna)Ti prego zia, non la vendere.
ANNA Va bene.
LISA Non sei tu a decidere Anna. Non ti credevo così sdolcinata Giulia.
GIULIA Non lo sono più, da quando è morto il nonno. Ti ricordi mamma, ero distrutta e tu…
LISA Io avevo i miei problemi.
GIULIA … tu ci hai lasciati.
LISA Non mi devo giustificare con te. Di che ti lamenti tu; hai ventidue anni, lavori, vivi in una bella città e ti diverti. Sei una donna indipendente e questo lo hai preso da me.
GIULIA Da te ho imparato a non fidarmi degli altri, ho imparato a pensare solo a me stessa ed a non affezionarmi a nessuno.
LISA Beh, un ragazzo ce l’hai!
GIULIA Già. (imbarazzata) Scusa Andrea.
ANDREA Fa niente, sono abituato a farmi trattare male. Non so perché ma mi innamoro sempre di chi non riesce a ricambiare completamente.
MATTEO Ehm, solo io ho fame? Ci mettiamo a tavola?
ANDREA Dove mi posso sedere? Accanto alla mia ragazza?
ANNA Manca una sedia, Alberto puoi andare a prenderla in soffitta?
LISA C’è già una sedia in più. Quella del nonno. Già che è qui, meglio usarla.
ANNA Ma ci si sedeva solo lui.
ALBERTO In verità, una volta tuo padre mi ci ha fatto sedere.
LISA Che onore!
ALBERTO Era per un momento importante.
LISA Quando gli hai detto che ci sposavamo?
ALBERTO No, quando ho chiesto il permesso di uscire con Anna. Avevo appena compiuto diciott’anni e qualche giorno dopo avrei fatto l’esame della patente. Ma non riuscivo ad aspettare e così ti invitai al cinema. Ti ricordi?
ANNA Certo che mi ricordo. Mi venisti a prendere in bicicletta.
ALBERTO Tuo padre mi disse che non eri ancora pronta e mi fece accomodare su questa sedia. (va a sedersi sulla sedia) Rimanemmo così, in silenzio per qualche minuto, poi mi chiese cosa volevo. Io non so cosa mi prese ma iniziai a parlare, come se la sedia avesse un potere magico. Era un periodo difficile per me, mi ero diplomato e non sapevo cosa avrei fatto della mia vita, l’unica cosa che sapevo era che volevo uscire con te. Tuo padre non mi fece pressioni, parlammo tanto e di tutto, di passioni, di desideri, di futuro e tu tornavi sempre nei miei discorsi.(silenzio) Dopo quella sera non mi sedetti più su questa sedia. (si alza)
ANNA Dopo, non avevi più tempo di parlare con lui. E neanche di uscire con me.
LISA E gliene fai una colpa?
ANNA Lisa rientrò dal campo estivo ed iniziò a fare la smorfiosa con te.
LISA Mai fatta la smorfiosa. Semplicemente ha visto la differenza ed ha scelto il meglio. Non essere gelosa sorellona, consolati non sarebbe durata.
ANNA Non è durata neanche con te.
LISA Non so cosa ho visto in lui. Ma sì, non era male allora, aveva un paio di anni più di me e poi aveva la patente. Cosa si poteva chiedere di più.
ALBERTO Non so cosa ho visto io in te.
MATTEO Papà, mamma non mi pare il momento.
GIULIA Perché no? Sono anni che non parliamo veramente, come facevamo solo con il nonno. Vieni mamma, perché non ti siedi qui anche tu, non lo hai mai fatto vero?
LISA E non vedo perché dovrei farlo ora.
GIULIA Non posso certo dirmi dispiaciuta che tu e papà vi siate sposati, altrimenti io e Matteo non saremmo nati, ma non sei stata una grande mamma, neanche minimamente decente. Sono curiosa di sapere la verità. Vieni siediti. (la va a prendere)
ANDREA Forse è meglio che vada.
LISA Ma no Andrea, rimani. Se vuoi diventare della famiglia, puoi, anzi, devi rimanere. Va bene Giulia, sto al gioco. Faccio da sola. (si alza e va a sedersi) Cos’avrà di speciale questa sedia. Allora, che volete sapere?
ANNA Perché sei uscita con il mio ragazzo?
LISA Perché era tuo. E potevo averlo, era semplice. Ho sempre avuto un certo ascendente verso gli uomini, forse quello è il mio vero unico talento. Tu avevi altri talenti, eri intelligente, gentile, la gente ti voleva bene, i nostri genitori ti volevano bene. Non hai idea di quanto potevi risultare odiosa per me. Sempre a rincorrere l’esempio della sorella perfetta. (pausa)Wow, certo che questa sedia è liberatoria.
ANNA Non mi hai mai rincorso, facevi esattamente il contrario di quello che facevo io, di quello che ti veniva richiesto.
LISA Certo, visto che era impossibile essere perfettina come te, meglio distanziarsi il più possibile, era decisamente più facile e, diciamolo, anche più divertente. Essere sempre la cocca di mamma e di papà era di una noia mortale.
ANNA Adesso è colpa mia se hai fatto una vita sregolata!
LISA No, hai ragione! La verità è che io sono fatta così, non mi interessa fare la moglie e neanche fare la madre, scusate tesorini. Stare dieci anni sposata con Alberto è stata una tortura che riuscivo a sopportare solo con la compagnia di tanti amici…(verso Alberto) non guardarmi così Alberto, lo sapevi e facevi finta di niente.
ALBERTO Volevo tenere la famiglia unita.
LISA Ed io volevo solo vivere. Ma tu, i ragazzi, i miei genitoried anche Anna … eravate tutti lì a farmi pressione, a dirmi come dovevo vivere. Ho sofferto quando il nonno è morto, ma mi sono anche sentita libera di andarmene. E l’ho fatto. Se parliamo di verità, ammettetelo, siete stati meglio senza di me.
GIULIA Potevi almeno aspettare che nonno fosse stato sepolto.
LISA Non sono mai stata brava con la tempistica. Ah!Liberatorio dire la verità! Non so se è veramente questa sedia ma è da provare. Anna perché non ti siedi tu, sono proprio curiosa di sentire la tua verità.
ANNA Io sono sempre stata sincera, non ho bisogno di una spinta. Per me questa sedia non ha niente di magico.
GIULIA Io invece inizio a pensare di sì. Non so se è vero o è solo il ricordo del nonno, ma quando ti siedi lì sopra, non puoi fare a meno di essere sincero. E’ il più bel regalo che ci potevano fare i nonni.
MATTEO Allora la provo io.
GIULIA Sei sicuro?
MATTEO Si, lo devo a qualcuno di speciale. (guarda Andrea, si avvicina alla sedia e si siede in silenzio) Io ho evitato questa sedia per tanti anni. Nonno aveva un talento speciale nelcapire le persone e questa sedia faceva parte del rituale. Mi ricordo di un giorno, ero appena tornato da scuola, era stata una giornata terribile. Simone Girondi, non lo dimenticherò mai, non mi lasciava mai stare, era il mio bulletto personale. Quel giorno mi aveva dato del “frocio di merda” condito con la solita dose di spintoni. Sono tornato a casa sconvolto e non per le botte ma perché aveva ragione. Non per la merda ma per il frocio. Sono gay e lo scoprii quel giorno, mi ero reso conto di essermi innamorato di un mio compagno di scuola. Tornai a casa piangendo e mi accolse come sempre il nonno su questa sedia. Mi disse di avvicinarmi e di sedermi con lui.Io sapevo che se solo mi fossi fermato, avrei detto tutto, avrei confessato a lui e quindi anche a me di essere un omosessuale e non ebbi il coraggio. Nonno non insistette, sapevo che quando fossi stato pronto ci sarebbe stato lui ad ascoltarmi e invece…
Andrea si avvicina a Matteo.
ANDREA Ce l’hai fatta, bravo. (si abbracciano)
LISA Sei gay? E allora?Siamo nel duemila, un gay non fa più scandalo e poi ti sei trovato un bel ragazzo mi pare (alludendo a Andrea) Mica sono stupida, si capisce subito sai?
MATTEO E perché non hai detto niente?
LISA Vivi e lascia vivere, se non lo hai detto tu avrai avuto un motivo.
MATTEO Solo la paura.
LISA La paura non ve l’ho insegnata certo io. Quindi, tu Andrea sei il ragazzo di Matteo?
ANDREA Sì esatto, mi dispiace avervi mentito, non l’ho scelto io, ma l’importante è che sia finita.
LISA Mi pareva strano che Giulia si fosse fidanzata.
GIULIA (ironica) Grazie mamma.
LISA Lo hai detto tu che non ti apri con nessuno. Ma che te ne frega di aprirti basta fare del buon sesso. Lo fai vero?
GIULIA Mamma! Stavamo parlando di Matteo.
MATTEO Già, mettiamo in imbarazzo Matteo.
GIULIA Nessun imbarazzo fratellino! Sii felice, finalmente hai fatto outing! E sembra che non sia stata una sorpresa.
ALBERTO Io un po’ sorpreso lo sono. Ho avuto qualche sospetto ma… capitemi non è una cosa che si augura al proprio figlio.
GIULIA Non è un malattia papà!
ALBERTO Lo so ma… non sapevo come affrontarlo. Che consigli gli potevo dare, già so poco delle donne, figurati di uomini. Non volevo che rimanesse solo.
GIULIA Solo come te?Che dopo il divorzio con la mamma non sei mai uscito con nessuna donna o come me?Che, da eterosessuale, al massimo mi concedo qualche scopata occasionale. (verso la mamma) Sì mamma, faccio sesso, stai tranquilla.
ALBERTO Giulia!
GIULIA Papà, non è la eterosessualità che ti garantisce una vita di relazione sana e felice. Matteo ed Andrea sono una splendida coppia che poteva essere rovinata solo se Matteo non si fosse deciso a fare outing. (verso Andrea) Grazie Andrea per aver avuto tanta pazienza col mio fratellino.
ANDREA Ne valeva la pena. (si abbracciano)
ANNA Per me non è stata una sorpresa. Io lo avevo sospettato ma non avevo detto niente. Non sono sua madre e non era compito mio affrontare l’argomento.
GIULIA Noi non abbiamo avuto una madre, Lisa non lo è stata dalla morte del nonno ed anche prima…
LISA Ma sì, date tutta la colpa a me!
GIULIA Sei stata tu zia e la nonna a ricoprire quel ruolo. Ma nonna è cambiata dalla scomparsa del nonno, si è spenta ed è diventata assente.
ANNA Ed io non mi sono mai assunta quel ruolo a pieno, non credevo potessi farlo. (si avvicina alla sedia)Forse è il mio momento di sedermi sulla sedia del nonno. (si siede e la tocca) Fa uno strano effetto, è rassicurante ed allo stesso tempo mette in apprensione. Mi mancano i miei genitori. Lo so, sono grande ormai, ma non lo si diventa mai del tutto. Io e papà avevamo un rapporto speciale, lui sapeva tutto di me, mi leggeva dentro. Sapeva che ero follemente innamorata di Alberto, sapeva della delusione quando lui ha preferito uscire con Lisa. La cosa più grave è che non ero arrabbiata con Alberto, anzi lo capivo.Come poteva resistere al fascino della mia sorellina? Lei non viveva con noi, ci concedeva la sua presenza, era come una diva di Hollywood che passeggiava in un paesino di periferia. Era spumeggiante, allegra, affascinante e bellissima. Come avrebbe potuto Alberto preferire me a lei, era una lotta ìmpari, persa in partenza.
ALBERTO Anna, non è vero.
ANNA Tocca a me Alberto, fammi finire. Al tempo non ve ne feci una colpa. Ero io che non ero abbastanza, abbastanza bella, abbastanza sexy, abbastanza affascinante e così mi ritagliai un ruolo che sapevo poter sostenere. Mi concentrai sullo studio, sul lavoro e mi dedicai alle uniche persone che sapevo non mi avrebbero mai lasciato, mamma e papà. Lui in particolare, non era contento della scelta che avevo fatto, voleva che me ne andassi di casa per costruirmi una vita mia, ma poi si ammalò e non aveva più l’energia per combattere con me. Ho giocato sporco, ne ho approfittato per nascondermi. Avevo uno scopo, ero utile come nessun’altro dei presenti. Lisa era partita già prima di lasciare Alberto, non puoi bloccare una diva in provincia. Alberto era ancora ammaliato da Lisa ed aveva due figli da crescere. Io dovevo badare a nonno e nonna.(accarezza la sedia, passando dai braccioli ai fianchi fino a toccare il fondo e li trova qualcosa) E questo cos’è. (stacca e mostra una busta) E’ una lettera della nonna, per noi.(rimane in silenzio con la lettera in mano)
GIULIA La posso leggere io se vuoi. (tende la mano, Anna gli porge la busta senza parlare) “Ho sbagliato, non sono riuscita a mantenere la promessa fatta a vostro nonno: non vi ho tenuto uniti. Sono passati gli anni ed ho visto la nostra famiglia dividersi. Chiedo scusa a tutti. Dopo la morte di Luigi non riuscivo a trovare nessun motivo per continuare a vivere. Non sopportavo l’idea di aver perso l’uomo della mia vita ed il collante della nostra famiglia. Io sono sempre stata di supporto ma era lui che sapeva cosa fare e quando se n’è andato mi sono sentita persa. Ho provato a fermare quel dolore sbagliando tutto. Ho nascosto in soffitta la sedia preferita di Luigi, vederla tutti i giorni mi faceva soffrire. Ho capito troppo tardi che con lei avevo allontanato anche lo spirito di Luigi e contribuivo alla rovina di questa famiglia. Ho tenuto mia figlia Anna attaccata a me per puro egoismo e le ho permesso di sacrificare la sua vita. Ho visto Lisa andarsene e Giulia soffrirne senza darle conforto per trasformarsi in una donna chiusa ed amareggiata. Non ho mai ammesso con Matteo che sapevo che era diverso ma che lo amavo lo stesso. Ho notato negli occhi di Alberto l’affetto che prova ancora per Anna ma sono stata ancora una volta egoista. Scusatemi tanto, se ci fosse stato Luigi al posto mio le cose sarebbero state differenti. Certo Lisa sarebbe andata via, Luigi sapeva che non poteva trattenerla ma Anna e Alberto si sarebbero ritrovati. Matteo avrebbe vissuto serenamente e Giulia avrebbe tenuto aperto il suo cuore. E la mia cara Anna, non si sarebbe sicuramente allontanata da noi, ma avrebbe costruito una sua vita qui e la famiglia sarebbe ancora unita e magari anche più numerosa. Ho sbagliato e chiedo ancora scusa a tutti voi e al mio Luigi. Sono vecchia e malata, non starò ancora qui per molto e la possibilità di rimediare ai miei errori la affido ancora una volta al mio uomo ed alla sua sedia. Alla sedia dò in consegna questa lettera e se avrà ancora una parte del potere che ricordo, vi aiuterà ad aprirvi, a raccontarvi la verità ed a ritrovarvi. Con tutto il mio amore. Mamma”
MATTEO Perfetto, anche nonna sapeva che sono gay. Mi sono tenuto dentro per anni il segreto di Pulcinella.
LISA Almeno ha ammesso che questo non era il mio posto.
GIULIA Si incolpa di tutto, non è giusto. Povera nonna.
ANNA No, non è giusto. Non mi ha costretta lei a rimanere chiusa in casa per dieci anni. Ho scelto io di non mettermi più in gioco.
LISA Io te lo avevo detto che hai fatto tutto tu.
ALBERTO Lisa, smettila.
ANNA Ha ragione lei, sono stata una codarda ed anche tu.
LISA Ah, queste sono soddisfazioni! Ora posso tornarmene a Parigi felice.
GIULIA Non è cambiato niente per te mamma.
LISA Perché? Invece è cambiato molto. Magari non dovranno passare anni prima che veda i miei tesorini, ora che non sono più la strega cattiva.
ANNA Stavo per invitarvi per la prossima festa ma mi sono resa conto solo adesso, che non avrò più una casa dopo che avremo messo in vendita questa.
LISA Io non voglio certo svenderla. Con il prezzo che ho in testa ci impiegherai anni per trovare un giusto acquirente.
ALBERTO E nel frattempo?
LISA Non vorrete lasciarla abbandonata! Perderà di certo valore! Facciamo così Anna: che ne dici se continui a viverci tu, in cambio della manutenzione? In attesa di un compratore o di qualcos’altro. Ovviamente faccio affidamento anche su di te Alberto, per i piccoli lavori in casa.
ALBERTO Con piacere.
LISA Ne ero sicura, il solito Alberto, sempre pronto ad aiutare!
MATTEO Quindi? Ci si vede tutti a Natale?
ANNA Sembra proprio di sì.
GIULIA Anche tu mamma?
LISA Solo se ci viene anche Andrea, ci vogliono facce nuove!
MATTEO Dove vado io viene lui!
ANDREA Accetto volentieri l’invito, grazie. Ci sarà anche la sedia? Magari a natale mi ci siedo pure io!
ANNA Dobbiamo ancora mangiare e si sta raffreddando tutto.Mettetevi seduti.
MATTEO Subito zia!
Matteo fa sedere Andrea e poi si siede accanto.
LISA Era ora!
Lisa si accomoda ed anche Alberto.
ANNA Alberto vai a prendere una sedia in più.
LISA Non serve, l’ho già detto, c’è quella del nonno. Giulia avvicinala alla tavola.
GIULIA Sì mamma, (va a prendere la sedia)
MATTEO Ti aiuto Giulia (raggiunge la sorella e prendono la sedia) A capotavola, che ne dite?
ANNA Penso sia perfetto.
LISA Allora che aspetti Anna? Siediti.
ANNA Io?
LISA Chi altri? Mangiamo?
Anna si siede a capotavola, si alza una musica. Si sentono rumori e chiacchiere da pranzo.
MATTEO Che fame!
GIULIA Mi passi il pane!
ALBERTO Ottimo, brava Anna.
ANNA Grazie!
Sipario
FINE