La sensale di matrimoni

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LA SENSALE DI MATRIMONI

Di Thornton Wilder

(Titolo originale: MATCHMAKER)

TRADUZIONE DI GIACOMO ROMANO DAVARE

PERSONAGGI

Orazio VANDERGELDER                            commerciante di Yonkers (New York)

CORNELIO Hackl; BARNABA Tucker        commessi del suo negozio

MALACHI Stack                                           commesso aggiunto

AMBROGIO Kemper                                               pittore

JOE Scalone                                                 barbiere

RODOLFO; AUGUSTO                               camerieri

VETTURINO

Signorine

DOLLY Levi; FLORA Van Heysian                amiche della sua defunta moglie

Signorina IRENE Molloy                               modista

MINNIE Fay                                                  sua assistente

ERMENGARDA                                            nipote di Orazio Vandergelder

GELTRUDE                                                  governante di casa Vandergelder

CUOCA                                                         della signorina Flora Van Heysian

(n.b.     In stampato maiuscolo i nomi che saranno adoperati nei dialoghi)

            Siamo all’inizio del 1880

AMBIENTI

Primo atto:

negozio di Orazio Vandergelder, a Yonkers.

Secondo atto:

negozio di cappelli

Terzo atto:

ristorante Armonia Gardens, a Battery, in New York.

Quarto atto:casa della Signorina Flora Van Heysian  a New York.

ATTO PRIMO

Soggiorno dì casa Vandergelder soprastante il suo magazzino di foraggi alimentari e provviste a Yonkers, quindici miglia a nord di New York. Nella stanza sono allocate solo le mercanzie che non trovano più posto nell’emporio sottostante; il locale che non viene pulito da tempo. è alquanto in disordine, ma non dà l’impressione di un ambiente sordido e triste.

Vi sono tre entrate. A sinistra nel fondo, la comune, che dà sulle stanze principali della casa.

Una a destra sul fondo (le direzioni s'intendono dal punto di vista degli attori) si apre sulla scala d'accesso esterna. Al centro della stanza una porta dà sul  negozio. A sinistra della porta, c'è un alto scrittoio da contabile; a sinistra dello scrittoio una vecchia stufa la cui canna fumaria s'introduce nel soffitto. Davanti allo scrittoio c’è un grande sgabello. A destra della scena, un tavolo con alcune sedie attorno. La valigia tipo Gladstone del signor Vandergelder, già pronta per il viaggio, accanto allo scrittoio. E' mattina, di buon ora. Vandergelder, cinquantasei anni, collerico, borioso e scaltro, indossa una veste da camera bisunta. Siede su di una sedia vicino allo scrittoio. Ha un asciugamano intorno al collo perché gli sta facendo la barba Joe Scalone (cinquanta anni. dinoccolato con una folta capigliatura grigia i cui ciuffi gli ricadono sugli occhi). Vandergelder sta fumando un sigaro ed ha uno specchio in mano. Ambrogio Kemper, trent’anni, vestito alla moda degli artisti, va nervosamente avanti e indietro per la stanza.

SCENA PRIMA - Vandergelder, Ambrogio, Joe -

VANDERGELDER

(a voce alta) Ve lo ripeto per la centesima volta: non sposerete mai mia nipote.

AMBROGIO

Ed io ve lo ripeto perla millesima volta che invece la sposerò, e molto presto, anche.

VANDERGELDER

Neanche per sogno!

AMBROGIO

Vostranipote è maggiorenne, signor Vandergelder. Ed è sua intenzione sposarmi. Questo è un paese libero, signor Vandergelder, non un vostro possedimento feudale!

VANDERGELDER

Non esistono paesi liberi per gli imbecilli. Onorato della vostra visita, signor Ambrogio. Arrivederci.

JOE

Volete cortesemente star fermo un minuto, signor Vandergelder? Se poi vi taglio la gola non dite che l’ho fatto apposta!

VANDERGELDER

Mia nipote non è fatta per voi, né per nessun altro perditempo che non potrà garantirle un solido mantenimento.

AMBROGIO

Le assicuro che sono perfettamente in grado di mantenerla. Me la passo egregiamente.

VANDERGELDER

Nossignore!, ve la passate in modo schifoso. Per passarsela così così, signor Kemper, bisogna vendere qualcosa di cui tutti hanno bisogno almeno una volta all'anno. Sissignore.

E fa davvero i soldi chi produce ciò di cui la gente ha bisogno giornalmente.

Voi artisti producete cose che non servono a nessuno e in nessun momento!

Certo ogni tanto qualche allocco vi compra un quadro. Ma ciò non può certo consentirvi di vivere come si deve. Joe vai a chiamare Cornelio. (Joe si avvicina alla porta e picchia tre volte)

AMBROGIO

Non solo sarò in grado di mantenere vostra nipote ma ho eccellentissime aspettative.

VANDERGELDER

Aspettative! Nel commercio non si fanno affari con le aspettative. Non c'è posto nei miei libri contabili per clienti che pagherebbero - in qualche modo e non si sa quando -, e non concederò mia nipote a simili individui.

AMBROGIO

Molto bene. Vi avverto che da questo momento tenterò ogni via lecita e legale e che mi permetta di sposare vostra nipote.

Alla fin dei conti Ermengarda è maggiorenne, e non esiste legge al mondo…

(Vandergelder si alza e si dirige verso Ambrogio. Joe Scalone, contrariato, gli va dietro cercando di cogliere l’attimo buono per dare un colpo di forbici ai suoi capelli anche ora che è in piedi.)

VANDERGELDER

La legge? Voglio dirvi qualcosa, signor Kemper: il mondo è pieno di pazzi. La legge esiste per prevenire il crimine; noi uomini assennati dobbiamo prevenire le pazzie. Tocca a me, non alla legge, impedirvi di sposare Ermengarda. E ho già preso le mie precauzioni.

L'ho mandata lontano da qui perché si tolga queste stupidaggini dalla testa.

AMBROGIO

Ermengarda non c'è?

VANDERGELDER

Volata via: est-sud-nord-ovest. Ancora grazie della visita e arrivederci.

SCENA SECONDA - Geltrude e detti -

(entra Geltrude, ottantenne, sorda, mezza orba, ma con molta stima di se stessa)

GELTRUDE

Tutto pronto signor Vandergelder. Ermengarda ed io abbiamo appena finito di sistemare il baule.

VANDERGELDER

Ti si possa seccare la lingua!

(dato che Joe lo sta radendo alla gola. Vandergelder può solo gesticolare, senza farsi però intendere da Geltrude, con le mani)

GELTRUDE

Mi ha sentito signor Vandergelder? Ermengarda è pronta a partire.

Abbiamo messo l'etichetta al baule: gentilissima signorina Van Heysian, n° 8 di Jackson street, New York.

VANDERGELDER  (balza in piedi sfuggendo dalle mani di Joe)

Maledizione! Ti avevo pur detto ch'era un segreto.

AMBROGIO

- Gentilissima signorina Van Heysian, n  8 di Jackson street, New York.- Tantissime grazie. Buona giornata signor Vandergelder (Ambrogio esce in strada)

VANDERGELDER

La vedremo signor Kemper!

(a Geltrude) Vecchia stolida: orba e sorda!, per una volta potevi farmi il piacere di restare anche muta!

GELTRUDE

Bo-Bo-bo-bo.., Dio ci liberi, che caratteraccio!

SCENA TERZA - Cornelio, Vandergelder, Joe, Geltrude –

(Cornelio si affaccia con la testa alla porta. Ha quarantatré anni; affettatamente compito, indossa un grembiule verde ed è in maniche di camicia.)

CORNELIO

Mi ha chiamato, signor Vandergelder?

VANDERGELDER

Vai a prendere il baule di mia nipote e portalo alla stazione. Muoviti.

Geltrude è arrivata lasignora Levi?

(Cornelio entra  completamente in scena, richiude la porta da cui è entrato)

GELTRUDE

Non gridate, ci sento perfettamente. E vi ripeto che è tutto scritto sull'etichetta.

(Geltrude esce a sinistra)

VANDERGELDER

Voglio il calesse pronto qua fuori, di fronte il negozio, tra mezz'ora.

CORNELIO

Certamente, signor Vandergelder.

VANDERGELDER

Al mattino devo partecipare all’annuale parata del mio circolo e al pomeriggio devo recarmi a New York. Ma prima di andare ho cose importanti da dire a te ed a Barnaba. Grosse notizie. Sappi che sto per promuoverti. Quanti anni hai ?

CORNELIO

Quarantatré.

VANDERGELDER

Come, solo quarantatré? Ma è un'età stupida. Pensavo ne avessi già cinquanta!

CORNELIO

Solo quarantatré.

VANDERGELDER

Un uomo non vale niente se non ha raggiunto i cinquant'anni.

Lo paghi per averne in cambio solo sbadataggini.

Non è cosi, Joe ?

JOE

Stavate per rimetterci un orecchio, signor Vandergelder!

VANDERGELDER

Ed io che stavo per promuoverti capo-commesso.

CORNELIO

Perché, adesso cosa sono, signor Vandergelder?

VANDERGELDER

Sei uno sciocco impertinente, ecco cosa sei. Comunque, se saprai comportarti, ti promuoverò da sciocco impertinente a capo-commesso, con un aumento del tuo salario.

E contemporaneamente promuoverò Barnaba da apprendista idiota a commesso incompetente.

CORNELIO

Oh! , tante grazie signor Vandergelder.

VANDERGELDER

Ad ogni modo, fatti vedere ancora prima che vada via. Ed ora sbrigati, vai a prendere il baule di mia nipote.

CORNELIO

Subito, signor Vandergelder. (Cornelio esce a sinistra)

VANDERGELDER

Caro Joe, il mondo sforna matti ogni minuto che passa. Come diceva mio padre: presto il mondo sarà comandato dai somari.

JOE (tenendogli innanzi lo specchio)

Ho fatto del mio meglio, signor Vandergelder; avete continuato a volteggiare attorno alla sedia.

VANDERGELDER

Ottimo, ottimo. Hai fatto un buon lavoro. Lo stesso che mi fai da vent'anni Joe, pero io.. vedi.. oggi per me è un giorno particolare e ci terrei a mostrarmi al meglio.. Non mi faresti un servizio extra, qualcosa di extra..? Sono pronto a sborsare fino a cinquanta centesimi, capisci cosa intendo Joe? Fammi qualcosa che mi faccia apparire alla moda dei giovanotti. Una ritoccatina, un po' di colore..

JOE

Le mie prestazioni valgono quindici cents, e sono rigorosamente tradizionali, signor Vandergelder; ed è il tipo di servizio che risulta soddisfacente e decente per un uomo.

VANDERGELDER

Eccolo l'asino ! Calmati Joe, intendevo solo..

JOE

Vi faccio la barba da venti anni, e non mi avevate mai proposto niente di simile.

VANDERGELDER

Non imbestialirti, Joe. Ti confiderò un segreto. Però non andare a spifferarlo ai clienti del tuo negozio. Questo extra che ti chiedo è dovuto al fatto che mi sono deciso a risposarmi.

E questo pomeriggio andrò a New York per conoscere la mia pretendente, una donna di classe.

JOE

I vostri problemi matrimoniali esulano dalle mie competenze, signor Vandergelder. Faccio per voi tutto quello che so fare. E costa quindici cents come sempre..

(Cornelio attraversa la scena da sinistra a destra, portando un baule sulle spalle. Poi, esce

Dalla sinistra entra Ermengarda, ragazza di ventisette anni, graziosa, tremendamente sentimentale. Con lei entra anche Geltrude)

 e.. io i capelli io non li tingo a nessuno, signor Vandergelder, nemmeno per cinquanta centesimi!

SCENA QUARTA -Ermengarda  Vandergelder e Geltrude -

VANDERGELDER

Joe Scalone vai al diavolo!

JOE

E per finire, signor Vandergelder, vi consiglio di essere meno sbrigativo nello stabilire se uno è pazzo e o no. Perché, signor Vandergelder, è bene che, che se uno mangia cipolla si sciacqui la bocca prima di sparare sentenze. I miei omaggi; buona giornata signor Vandergelder!

 (Joe esce, in strada)

VANDERGELDER

E voi, cos'avete da guardare?

ERMENGARDA

Ma zio, sei tu che ci hai fatto chiamare!

VANDERGELDER

Ah, già!, Geltrude vammi a prendere la divisa.

Devo partecipare alla parata del mio circolo.

GELTRUDE

Oh, Dio Santo, cos'è?  Andate a combattere? Dio abbia misericordia di voi! (esce.. al centro)

VANDERGELDER

Ho fatto due chiacchiere con il tuo artista. E' precisamente quello che si dice uno smidollato. (Ermengarda scoppia in singhiozzi) Ecco , ci avrei giurato ! E adesso, vai pure a inondare di lacrime New York, tanto li del tuo pianto non gliene frega niente a nessuno!

(Siede sullo sgabello, mette la sua cravatta attorno al collo e fa cenno alla nipote di avvicinarsi per fargli il nodo)  Via, Ermengarda! Gli ho solo detto che quando sarai abbastanza matura per sposarti, ti troverai qualcuno che possa seriamente mantenerti. Nel tuo interesse. Quando avrai cinquant'anni mi ringrazierai per averlo fatto.

ERMENGARDA

Ma zio, io lo amo, lo voglio.

VANDERGELDER

E a me non piace e non lo voglio.

ERMENGARDA

Lo sposerò!

VANDERGELDER

Ed io ti dico che non lo sposerai. E queste son cose che devo decidere io!

ERMENGARDA

Se non sposerò Ambrogio, ne morrò!

VANDERGELDER

Mai sentito una cosa più sciocca. La signora Levi sarà qui da un minuto all'altro  e ti condurrà a New York. Rimarrai due o tre giorni dalla signorina Van Heysian, una vecchia amica di tua madre.  (entra Malachi Stack, cinquantenne, tipo beffardo, con un sorriso innocente stampato sul muso, ed un affettato atteggiamento d’umiltà). Non dovrai accettare alcuna corrispondenza all’infuori delle mie lettere. Anch'io oggi sarò a New York e domani verrò a parlarti.

(Notando Malachi) E tu chi cavolo sei?

SCENA QUINTA  - Malachi e detti -

MALACHI

Malachi Stack, vostro onore. Ho sentito che cercate un praticante per il vostro commercio di… di foraggi, alimentari, provviste e ferramenta.

VANDERGELDER

Alla tua età, saresti un apprendista?

MALACHI

Certamente, vostro onore, sono un uomo navigato, io.

VANDERGELDER

Hai referenze da mostrarmi?

MALACHI

(porgendo un plico di fogli sgualciti) Perbacco, potete controllare voi stesso:referenze di prim'ordine.

VANDERGELDER

Ermengarda sei pronta a partite ?

ERMENGARDA

Si, zio.

VANDERGELDER

Beh, vai di là e preparati ancora un po’! E mi raccomando, Ermengarda, chiamami immediatamente non appena arriva la signora Levi.

ERMENGARDA

Come vuoi, zio Orazio. (Ermengarda e Geltrude escono)

VANDERGELDER

(Esamina i fogli uno per uno, poggiandoli poi sul tavolo)

Non cerco marinai. Non mi serve un tipografo. E nemmeno

un cuoco d'ospedale.

MALACHI

Certo, vostro Onore. Però, lasciatemelo dire, ètutta esperienza.

(toglie un foglio dal mazzo che Vandergelder  sta esaminando e glielo porge)

Date un occhiata qua, è del vostro ex socio Joshua Van Tuyl, di Albany.

(riprende gli altri fogli già riposti sul tavolo e se li mette in tasca)

VANDERGELDER

(leggendo) -..per lo più onesto e fidato.. talora generoso e diligente -.

Queste referenze sono scritte senza troppa convinzione.

MALACHI

E' gente che si occupa d'affari, vostro Onore. Ce ne sarà uno su mille che s'impegni a fondo quando scrive una lettera di raccomandazioni, vostro onore.

Ma il vostro ex socio, il benemerito signor Van Tuyl, vi manda mio tramite i migliori auguri e mi ha chiesto di farglielo sapere se mi darete un impiego nel ramo provviste, alimentari, granaglie e ferramenti.

VANDERGELDER

Al tempo, al tempo. E smettila di continuare con questo: Vostro Onore!

MALACHI

Ho saputo dal signor Van Tuyl che siete presidente del Circolo Ricreativo, Musicale e Funerario dei Commercianti del fiume Hudson.

VANDERGELDER

Si, si, lo sono. Ma la carica non comporta nessun: “Vostro Onore”. Com’è che t'è venuto in mente di venire qui a Yonkers ?

MALACHI

Con tutto il rispetto, corre voce che abbiate come apprendista un buon a nulla e che ne cerchiate disperatamente un altro.

VANDERGELDER

Ma che -disperatamente- ! Di apprendisti buoni a nulla ne trovi quanto ne vuoi!

MALACHI

Avete proprio ragione, signor Vandergelder. Sono i datori di lavoro che scarseggiano. A sentire in giro non passa giorno che ne muoia qualcuno.

VANDERGELDER

Ma che diavolo dici ? Cerca di tenere la lingua a freno. Ha quanto pare hai fatto anche il barbiere e persino lo sguattero. Come mai hai cambiato mestiere cosi spesso ?

MALACHI

Perché tanti mestieri.. , signor Vandergelder ? Se uno vuol fare esperienza..

VANDERGELDER

Bevi?

MALACHI

No, grazie. Ho appena fatto colazione.

VANDERGELDER

Ma che idiota. Non volevo offrirti da bere, ma sapere se sei solito bere alcolici ed affini.

MALACHI

Per niente signor Vandergelder. Anzi, a guardare la faccenda da ogni punto di vista gli alcolici non mi sono affini.

VANDERGELDER

Bene, cerca di non guardarli da nessun punto di vista se no ti faccio correre. Non scordartene.

(Porgendogli le ultime lettere rimastogli) Riprenditele. Nonostante i tuoi difetti, voglio concederti una possibilità.

MALACHI

Non ve ne pentirete signor Vandergelder, vedrete che non ve ne pentirete.

VANDERGELDER

Per cominciare, oggi devi farmi un servizio a New York.

Dovresti essere uno che se la cava a New York, vero ?

MALACHI

Se mela cavo a New York ? Signor Vandergelder, New York ve la giro e rigiro angolo per angolo fino nei buchi più nascosti

VANDERGELDER

Eccoti un dollaro. Hai un treno tra un minuto. Prendi quella valigia e portala al Central Hotel in Water street dove mi prenoterai una stanza. Aspettami lì. Arriverò verso le quattro.

MALACHI

Agli ordini, signor Vandergelder.

(Prende la valigia, si avvia, ma poi torna indietro)

Mi piacerebbe prima conoscere gli altri commessi con i quali dovrò lavorare.

VANDERGELDER

Sbrigati, non c'è tempo adesso. Corri, la stazione è qui di fronte.

MALACHI

Sissignore.

(Si avvia, poi torna ancora indietro)

Vedrete, signore, che non ve ne pentirete…

VANDERGELDER

Sono già pentito, invece. Togliti dai piedi e muoviti

SCENA  SESTA  -Orazio-

(Malachi esce. Il monologo che segue è rivolto agli spettatori. Intanto Vandergelder toglierà la veste da camera e indosserà la sciarpa, il giubbotto e metterà a posto il suo spadino. Ha già indossato i pantaloni azzurri con una banda rossa sui lati)

VANDERGELDER

Viviamo in un mondo dove il novantanove per cento della gente è fuori di testa; e noi che rappresentiamo questo residuo lotto di gente che usa ancora il cervello, corriamo il grave pericolo di subirne il contagio. Io stesso non sono sempre stato immune dall'esseresciocco così come vi appaio adesso.

Sono stato giovane, e questo fu sciocco, mi innamorai, e ciò peggiorò la mia situazione; mi sposai e questo fu veramente idiota; e ad un certo punto finii per restare senza il becco di un quattrino e questa fu la situazione più stupida di qualunque altra cosa stupida potesse capi tarmi.

Poi mori mia moglie, e ciò fu idiota da parte sua; raggiunsi l’età matura, e questo fu intelligente da parte mia. Infine diventai ricco, che è veramente una cosa tanto ragionevole quanto rara.

Ho appena passato i cinquantacinque ed ho appena depositato in banca l'ultimo dollaro per completare il mio primo milione.

Pertanto se perderò un po’ la testa ho abbastanza soldi per ricomprarmela.

In tutti questi anni sono stato previdente ed ho lavorato sodo. Ora penso di avere il diritto, per una volta, di tentare la sorte e gettarmi in una avventura. E' per questo che ho deciso di sposarmi una seconda volta.

Si, come uno qualunque dei tanti idioti, in circolazione, rischierò un po’ della miaaustera e ordinata quotidianità in cambio di un pizzico di mondanità.

(Esce dal centro.)

SCENA SETTIMA   - Ambrogio, Ermengarda, poi la signora Levi –

(Entra in scena Ambrogio dalla parte della scala si dirige a sinistra ed emette un lieve fischio. Ermengarda lo raggiunge entrando da sinistra)

ERMENGARDA

Ambrogio!, potrebbe vederti mio zio!

AMBROGIO

Zitta, prendi il cappello.

ERMENGARDA

Il cappello?

AMBROGIO

Presto, il tuo baule è già alla stazione. Non c'è tempo da perdere, bisogna fuggire.

ERMENGARDA

Fuggire?

AMBROGIO

Abbassa la voce..

ERMENGARDA

Ma dove vuoi portarmi ?

AMBROGIO

A New York, per sposarci.

ERMENGARDA

Oh, no Ambrogio !, non è una cosa che si può fare questa.

No, Ambrogio caro, davvero non è una cosa ben fatta.

AMBROGIO

Ascolta, ti condurrò a casa di un mio amico. E' sposato e sua moglie avrà cura di te.

ERMENGARDA

Ma Ambrogio!., una ragazza non può andare in treno in compagnia di un uomo. Vedo che tu non sai proprio niente in fatto di ragazze.

AMBROGIO

Ma se ti dico che andiamo a sposarci

ERMENGARDA

Sposarci ? E cosa dirà lo zio Orazio ?

AMBROGIO

Ce ne infischiamo di quello che dice lo zio Orazio: questa è una fuga in piena regola, mia cara!

ERMENGARDA

Ambrogio Kemper  , non pensavo mai tu potessi pronunciare del le parole cosi volgari.

AMBROGIO

Ermengarda, sei più paurosa di un topo!

ERMENGARDA

(scoppiando in singhiozzi)

Ambrogio, dici cose cosi sconvenienti e crudeli!

(Da destra, dall’esterno, entra la signora Levi. La sua età non facilmente definibile. Ha una massa di capelli color sabbia, veste con garbata eleganza, sicura di se, scaltra, ma di indole generosa. Dietro un’aria di mondano cinismo si cela una gran voglia di godersi la vita. Porta una borsa ed un sacchetto di carta marrone. Appena entrata, se ne rimarrà ad ascoltare i due.)

AMBROGIO

Per l'ultima volta: vuoi prendereper favore il tuo cappello e il tuo cappotto ? Il treno parte tra pochi minuti. Ermengarda, domani saremo già sposati

ERMENGARDA

Ambrogio, proprio non capisci niente di matrimoni. O, devo pensare, Ambrogio, che non hai rispetto di me ?

DOLLY

Salve, tesoro. Come va ? (si avvicina a Ermengarda e la bacia)

ERMENGARDA

(imbarazzata) Oh, buon giorno signora Levi.

DOLLY

E, questo distinto giovanotto che sospira per te, chi è ?

ERMENGARDA

Lui è Ambrogio Kemper, signora Levi. Ambrogio questa è… la signora Levi... è una nostra vecchia amica...

DOLLY

Signora Levi, nata Gallagher. Lieta di fare la sua conoscenza, signor Kemper.

AMBROGIO

Buon giorno, signora Levi.

DOLLY

Ambrogio Kemper, l'artista. quale onore

Signor Kemper, posso parlarvi con tutta franchezza ?

AMBROGIO

Certamente, signora Levi.

DOLLY

Ciò che state architettando è un errore grossolano.

ERMENGARDA

Oh, signora Levi !, fateglielo capire: io voglio sposarlo. Ma scappare con lui.. così..

DOLLY

Ascolta tesoro, vai di là e controlla i movimenti di tuo zio. Voglio fare quattro chiacchiere con il signor Kemper. Quando lo zio Orazio sta per arrivare, facci un fischio.

(Ermengarda esce, al centro)

Mister Kemper. Ero una vecchia amica della madre di questa cara ragazza. Pertanto, credetemi, mi preme il vostro bene. Mi auguro che voi possiate sposarvi al più presto, e credo proprio che potrò darvi una spinta. Mister Kemper, veniamo subito al punto.

AMBROGIO

Qual è il punto signora Levi ?

DOLLY

Mister Kemper, Orazio Vandergelder è un uomo consistentemente ricco ed Ermengarda è la sola parente che abbia.

AMBROGIO

Non so che farmene delle ricchezze del signor Vandergelder!

Ho abbastanza per provvedere da solo ad una moglie e ad una famiglia.

DOLLY

Abbastanza ? Non è mai abbastanza, quando ci sono di mezzo i figli e c'è da pensare al futuro. Non c'è al mondo nulla che costi quanto la tranquillità del nostro domani, signor Kemper.

AMBROGIO

Signora Levi, qual è il punto ?

DOLLY

Credetemi, il signor Vandergelder non vede l'ora di sbarazzarsi della nipote. E se voi seguirete i miei consigli finirà per accordarvi il permesso di sposarla. Sappiate che il signor Vandergelder sta progettando di sposarsi.

AMBROGIO

Cosa ? Ma è assurdo!

DOLLY

Signor Kemper!

AMBROGIO

Vuol forse sposare voi ?

DOLLY

(Imbarazzata) Oh no, no, no... no!   Io, devo trovargliela la sposa. Una moglie che sia adatta a lui.

AMBROGIO

Non esistono moglie adatte al signor Vandergelder.

DOLLY

Eppure, posso assicurarle che prima della fine della prossima settimana, il signor Vandergelder si sarà già sposato!

AMBROGIO

Quali sarebbero. questi vostri consigli, signora Levi ?

DOLLY

Accompagno Ermengarda a New York con il prossimo treno. Ma non la porterò dalla signorina Van Heysian, come stabilito. Verrà a casa mia. Venite a trovarla da me questa sera alle cinque e trenta. Ecco il mio biglietto da visita.

AMBROGIO

"Signora Dolly Gallagher Levi. Trattamento delle vene varicose..”

DOLLY

(Farà per riprendersi il biglietto) Oh, perdonate..

AMBROGIO

(trattenendo ancora il biglietto) Scusate voi;  "Consultazioni gratuite…”

DOLLY

Non è il biglietto giusto, tenete quest'altro.

AMBROGIO

"Signora Dolly Gallagher Levi. Biancheria intima aurora. Lezioni  di chitarra e mandolino."

Voi, sapete fare tutte queste cose, signora Levi!

DOLLY

Certo. Com'è due più due fa quattro. Perciò trovatevi alle cinque e mezzo del pomeriggio a casa mia. Ed alle sei vi porterò tutte e due al ristorante Harmonia Garden, sulla Battery. Ci sarà anche il signor Vandergelder e sistemeremo ogni cosa.

AMBROGIO

In che modo ?

DOLLY

Come faccio a saperlo ora, benedetto uomo ? Prima il lampo dopo il tuono, no ?

AMBROGIO

In che modo posso assicurarmi che è bene fidarmi di voi, signora Levi ? Un nonnulla, è la nostra situazione peggiorerebbe.

DOLLY

Signor Kemper, in questo momento peggiorare la vostra attuale situazione, è praticamente impossibile.

AMBROGIO

Mi chiedo cosa ci ricavate a fare questo.

DOLLY

La vostra curiosità è legittima. Ci guadagno due cose: profitto economico e piacere.

AMBROGIO

E come ?

DOLLY

Signor Kemper io sono una faccendiera a tutto campo. Le mie attuali incombenze sono la messa in ordine della vita domestica del  signor Vandergelder. Ma ciò vieta che io mi conceda, come possiamo dire, qualche piccolo extra ? Ed in questo momento ho estremo bisogno di realizzare qualche piccolo extra, visto che non ho nemmeno i soldi per il biglietto di ritorno per New York. Come vedete, sono franca con voi.

AMBROGIO

Questo lo chiamerei il motivo venale, signora Levi. E il suo piacere personale ?

DOLLY

Il piacere.? Signor Kemper, quando il vostro pennello tratteggia i profili di una collina o il letto di un fiume non potete fare a meno di darci quel tocco personale che .produce tanti sia pur impercettibili cambiamenti panoramici. Il tratto naturale non vi soddisfa mai abbastanza, e voi ci apportate continue correzioni. Bene, io sono come voi artisti. La vita cosi com'è mi annoia, non mi suscita sufficiente entusiasmo. Ed allora io mi industrio a cambiarne i contorni: ora metto le mani in quest'affare ora ne sistemo un altro. Io m'informo, sto in agguato,.. e questo mi eccita terribilmente.

AMBROGIO

(scattando in piedi) Non farete ritocchi alla mia vita, signora Levi.

DOLLY

Un momento, lasciatemi finire, signor Kemper. C'è ancora una cosa che vi voglio dire. Ho deciso di prendermi cura del signor Vandergelder. Non mi va il modo in cui lascia appassire tutto quel bel mucchio di soldi che possiede in banca. Il denaro deve fluire come pioggia scrosciante   E inondare la gente, straripare nei ristoranti,  irrorare sarti e cocchieri. Incrementare gli affari, dispensare gioia di vivere.

AMBROGIO

Condivido.

DOLLY

New York dovrebbe essere una città felice, signor Kemper, e invece non lo è. Il mio compianto marito veniva da Vienna. Quella si, è una città dove la gente vive la vita. Io voglio che New York somigli sempre più a Vienna e sia sempre meno un andirivieni di formiche laboriose e metodiche. Ora se voi ed Ermengarda avrete una parte dei soldi del signor Vandergelder, dovrete fare in modo che entrino vorticosamente nei circuiti vitali della gente. Ecco perché vi voglio con me questa sera al ristorante Harmonia Garden.

ERMENGARDA

(entrando) Signora Levi, sta arrivando lo zio Orazio.

DOLLY

Sarà meglio che andiate via, signor Kemper.. (Ambrogio esce dalla porta che da sul negozio) Piccola cara, io e il signor Kemper abbiamo avuto un proficuo scambio d'idee. Vedrai che presto io e tuo zio verremo a ballare alle tue nozze.

SCENA OTTAVA - Ermengarda, Dolly e Orazio–

(DalI’ingresso centrale del fondo entra Orazio Vandergelder. Ora ha completato il suo costume con un enorme cappello piumato ed ha in mano uno stendardo - o bandiera - con le iniziali del suo circolo)

DOLLY

Signor Vandergelder, mi venga un accidente: come siete. Elegante!

Mi avete tolto letteralmente il fiato. D'accordo, carina, ci vediamo dopo. (Ermengarda esce dal centro) Oh, signor Vandergelder !, come vorrei che Irene Molloy potesse vedervi ora. Accidenti!, in questi ultimi tempi non so proprio cosa vi stia succedendo: ogni giorno che passa sembrate sempre più giovane.

VANDERGELDER

Vi piace esagerare, signora Levi. Ad ogni modo se un uomo si mantiene moderato specie a tavola, non ha ragione d'avere l'aria stanca e invecchiata.

DOLLY

Niente di più vero!

VANDERGELDER

Sapete bene che ho passato i cinquantacinque!

DOLLY

Cinquantacinque!!   Ma voi siete di quelli che a cent'anni sgambettano ancora come i giovanotti e fate cinque pasti al giorno come mio zio Harry. A cinquantacinque anni, mio zio Harry, era ancora un ragazzino. Sentite, signor Vandergelder, me la cavo anche come chiromante, datemi la vostra mano e lasciate che vi controlli la linea della vita. (prende la mano sinistra di Orazio tra le sue e la studia) Santi del paradiso! Mio Dio, come è lunga!

VANDERGELDER

Qual è?

DOLLY

Questa!., da qui a qui. Ma va dritta fuori dalla vostra mano ! Non si può sapere dove finisca ! Signor Vandergelder, voi ci seppellirete tutti   Dovranno sopprimervi a viva forza.. con una bastonata in testa oppure soffocandovi con un cuscino! Tornando ai nostri affari, signor Vandergelder, ho paura che abbiate ancora cambiato idea. Probabilmente, adesso avete abbandonato l'idea di risposarvi.

VANDERGELDER

(con aria di compiacimento) Per niente, signora Levi. Anzi, ho delle nuove per voi.

DOLLY

Che nuove ?

VANDERGELDER

Ho deciso di chiedere ufficialmente la mano della signora Molloy!

DOLLY

(tradendo sorpresa) Davvero ?

VANDERGELDER

Proprio così!

DOLLY

Quindi vi siete deciso. Questa è senz'altro la più bella notizia che abbia mai sentito. Allora, non mi rimane che augurarvi di essere felice e dirvi addio. (Si avvia come per andarsene)

VANDERGELDER

(fermandola) Aspettate, signora Levi, veramente io credevo che…

DOLLY

Sapete, ero venuta per darvi qualche buon consiglio, ma non credo sia più il caso. Ormai avete deciso di sposare la signora Molloy e la questione è chiusa!

VANDERGELDER

Vi prego, signora Levi, cosa volevate dirmi?

DOLLY

Beh! Avevo trovata un'altra ragazza che fa proprio al caso vostro.

VANDERGELDER

Un altra?

DOLLY

La più straordinaria ragazza del mondo, e sarebbe per voi una moglie ideale

VANDERGELDER  

Un’altra, eh? E, come si chiama?

DOLLY

Volete sapere il nome?

VANDERGELDER  

Certo

DOLLY

Il suo nome è, è, e.. ee Ernestina !, Ernestina.. Simplicita. Signorina Ernestina Simplicita. Ma ormai è troppo tardi.  Dopo tutto voi siete ormai promesso, vi siete praticamente impegnato a sposare Irene Molloy.

VANDERGELDER

Calma, non ho ancora alcun impegno con la signora Molloy!

DOLLY

Balle! Non potete adesso come spezzare il cuore della signora Molloy fidanzandovi con un’altra ragazza. Quando un uomo della vostra età fa visita ben quattro volte ad una vedova attraente come lei, e le manda anche un vaso di gerani, è praticamente come se si fosse già fidanzato.

VANDERGELDER

Questo non è per niente un fidanzamento!

DOLLY

E dalle   Se soltanto foste libero   Ho proprio trovato un tesoro di ragazza ! Mi viene ogni minuto il rimorso di aver tradito Irene Molloy, ma lasciatevelo dire, non ho saputo resistere. Ho parlato di voi alla ragazza, considerandovi ancora libero.

Che peccato, vero ? Il peggio è che quella povera ragazza si è già perdutamente innamorata di voi.

VANDERGELDER

Ernestina ?

DOLLY

Ernestina Simplicita.

VANDERGELDER

Ernestina Simplicita.

DOLLY

Certo questa qui è tutto un altro tipo rispetto alla signora Molloy.

Il cognome stesso lo dice: ragazza di casa, semplice e pratica.

VANDERGELDER

Sa cucinare ?

DOLLY

Se sa cucinare, signor Vandergelder ? Ho avuto la fortuna di essere due volte sua ospite a pranzo. Tutto ciò che ho mangiato l'aveva preparato con le sue mani e, santi numi!, mi chiedo ancora adesso perché mi sia stata fatta tanta grazia!

­VANDERGELDER

E della sua famiglia, che potete dirmi ?

DOLLY

Intendete, suo padre ? - Dio lo benedica !- Era il migliore - come dire- impresario di pompe funebri di Brooklyn, stimato e rispettato. Conosceva tutte le persone più in vista.. che lo frequentavano fino a poco prima che morissero. Si,.. le cose stanno proprio cosi.

(Abbassando la voce in modo confidenziale)

Ma ora lasciate che vi parli delle risorse fisiche della ragazza. Di me potete fidarvi. Come vi ho detto, è una bellissima ragazza, bellissima   L'ho vista mentre passava per la via: non so se mi spiego, ho visto i giovanotti cadere giù stecchiti ! Devono sorreggersi ai lampioni. E lei ? Compita, indifferente, gli occhi a terra.. Basta non voglio dirvi altro.

Perché, non venite a New York, oggi ?

VANDERGELDER

Pensavo di andare a New York nel pomeriggio.

DOLLY

Davvero? Bene, si potrebbe combinare.. sapeste come ci tiene a conoscervi!, vediamo un po’..

VANDERGELDER

Potrei.. signora Levi.. si, potrei invitarvi tutte e due a cena. Che ne dite?

DOLLY

Veramente, a pensarci bene, non so come trovare il tempo. Sono così presa da questa causa che ho per le mani. Certo non appena la vincerò, non ho bisogno di dirvelo, diverrò ciò che si dice una donna ricca. Potrò comprare la metà di Long Island, questo è certo.

Ma al momento non so più a chi rivolgermi per un piccolo aiuto, appena una piccola somma per finire il mio lavoro, ma mi trovo proprio a corto di risorse

(Guarda nella borsa. Vandergelder, intanto, ha finto di non aver udito coprendo la voce di Dolly con colpi di tosse e starnuti)

Ma si, credo che questa cena si possa combinare, vedremo. In fondo per quella causa mi basterebbero cinquanta dollari, e Staten Island diverrebbe mia.

Sapete bene che sono andata su e giù per tutta New York per trovare una moglie degna di voi.

VANDERGELDER

Cinquanta dollari?

DOLLY

Per ben due mesi sono stata…

VANDERGELDER

Cinquanta dollari, signora Levi, non sono uno scherzo.  (Tirando fuori il porta monete)

 Non capisco come finiscano in fretta i soldi al giorno d'oggi. Sembra prendano il volo! Qui ne ho solo venti.. no, venticinque. Non posso darvi di più. Per il momento proprio non posso.

DOLLY

Beh, è già qualcosa, è già un piccolo aiuto. Adesso vi dirò il mio piano. Condurrò Ernestina al ristorante che c è sulla Battery, lo conoscete bene: l’Harmonia Garden -. E' elegante, ma non lussuoso. Penso, però, che sarebbe carino, per una simile occasione, ordinare una cena come si deve. Suppongo che potete permettervelo.

VANDERGELDER

Ma si, per questa occasione!

DOLLY

Un bel pollo allo spiedo non guasterebbe!

VANDERGELDER

Pollo? Ma si, per questa occasione!

DOLLY

Ed anche un buon vino d'annata!

VANDERGELDER

Anche un vino d'annata? Ma si, per questa occasione!

DOLLY

E per ciò che riguarda la signora Molloy, cosa pensate di fare? Possiamo ritenere chiusa la faccenda?

VANDERGELDER

No, calma, signorina Levi!  Voglio fare questa cena con la signorina, la signorina….

DOLLY

Simplicita.

VANDERGELDER

La signorina Simplicita. Ma prima, però, voglio passare dalla signora Molloy per un ultima visita.

DOLLY

Senti, senti, senti!    E la signorina Simplicita? A seguirvi mi fate venire il fiato grosso!   D’accordo, vi aspetterò seduta su una di quelle panchine di fronte alla modisteria della signora Molloy, alle quattro e mezzo, come al solito.

(Dalla porta del negozio spunta la testa di Cornelio)

SCENA NONA  - Vandergelder, Dolly, Cornelio, poi Barnaba -

CORNELIO

E' arrivato il Calesse già bardato per la parata.

VANDERGELDER.

Chiamami Barnaba; c'è qualcosa che debbo dire a entrambi.

CORNELIO

Subito, signor Vandergelder.

(Cornelio scompare nel negozio, lasciando aperta la porta.)

DOLLY

Adesso schiaritevi bene le idee, signor Vandergelder. Non posso mettere in subbuglio e in agitazione le più raffinate donne di New York se non avete intenzione serie.

VANDERGELDER

Oh, ma io ho intenzioni serie!

DOLLY

Me lo auguro per voi. Perché, ve ne renderete conto, è un gioco pericoloso quello che state facendo.

VANDERGELDER

Pericoloso? Sul serio, signora Levi?

DOLLY

Certo che è pericoloso. Sapete come si chiama quello che state facendo ?. Giocare con il cuore di queste donne!, non vi pare?

L'unica vostra possibilità di salvezza a questo punto è quella di sposare una di loro entro la fine della settimana prossima. Perciò, datevi una regolata.

(esce )

(Dalla porta centrale sbucano Cornelio e Barnaba. Barnaba ha venti anni. (Un bel viso tondo; grandi occhi dall’espressione innocente; indossa un grembiule verde.)

VANDERGELDER

Questa mattina sarò impegnato nella parata del mio club e al pomeriggio mi recherò a New York. Quando sarò di ritorno cambierò alcune cose nella conduzione del negozio.

Vi ho chiamato per dirvi in che consisteranno questi cambiamenti, e guai a voi se vi permettete di fare stupidi commenti tra voi. Tra non molto qui avrete una signora.

BARNABA

Ma io sono troppo giovane, signor Vandergelder!

VANDERGELDER

Ma cosa c'entri tu !, razza d'idiota. Sarà qui per me non per voi!

(realizzando che non capiscono) Tieni la lingua a freno, invece di dire spropositi. Ho deciso di prender moglie.

CORNELIO (Si avvicinerà e tenderà la mano ad Orazio)

Le più vive congratulazioni, signor Vandergelder, e i miei omaggi alla signora.

VANDERGELDER

Non Sono cose che ti riguardano. Adesso tornate in negozio. (I due tornano in negozio, Barnaba per primo) C'è qualcosa che dovete chiedermi prima che vada?

CORNELIO

Signor Vandergelder, volevo chiederle.. un capo commesso ha diritto ad una sera di libera uscita alla settimana?

VANDERGELDER

Ah, è cosi che inizi la tua nuova carriera di capo commesso? Alla tua età mi alzavo alle cinque del mattino e non chiudevo il negozio prima delle dieci di sera. E, dopo, me ne restavo almeno un ora a fare i conti sui libri contabili. Poveri noi, il mondo va a rotoli   Voialtri bellimbusti state a poltrire nel letto fino alle sei e alla sera alle nove già correte di gran carriera a chiudere la porta del negozio e non vi fate scrupolo di sbatterla sul muso dei clienti che fanno la fila   No, caro giovanotto, terrai aperto il negozio come al solito. E al venerdì e al sabato fino alle dieci. Ed ora ascoltami bene! Questa è la prima volta che starò via dal negozio per l'intera notte. Al mio rientro voglio sentirmi dire che qui è filato tutto liscio e nel migliore dei modi. Se mi dovessero venire all’orecchio delle mattate, considerati licenziato. Una sera di libera uscita! Credi che io me la sia mai potuta permettere?  (infervorato nella sua autostima)  Se mi fossi concesso delle sere di svago, non avrei mai potuto diventare quello che sono ora. (Si incammina verso l’uscita di destra ed esce)

BARNABA

(lo segue con lo sguardo)

I cavalli si sono imbizzarriti appena lo hanno visto cosi conciato! Che ti prende, Cornelio?

CORNELIO

(con aria pensierosa) Capocommesso!  Promossoda capocommesso a capocommesso!

BARNABA

E non sei contento ?

CORNELIO

Capo commesso.- E se sarò in gamba tra dieci anni avrò di nuovo una promozione a capocommesso!   Ho Quarantatré anni e non ho ancora goduto di una sera libera. Quand'è che potrò iniziare a godermi la vita ?

(Si alzerà con aria risoluta)

 Barnaba, quanti soldi hai messoda parte , da poter spendere?

BARNABA

Oh!, tre dollari. Perché, Cornelio ?

(Senza che i due se ne accorgano rientra Dolly e in silenzio li ascolta).

CORNELIO

Si va a New York!

BARNABA

Cornelio, non è possibile. Non puoi chiudere il negozio!

CORNELIO

Certo che posso!

Andremo a New York. Si comincia a vivere, Barnaba. Avrò tante avventure che mi saranno sufficienti fino a quando non diventerò socio nella ditta. Presto, corri a metterti gli abiti della domenica.

BARNABA

Che – che - che. .e e e?

CORNELIO

Si, proprio cosi, ti dico. Faremo una cena come si deve, correremo i più eccitanti rischi, ci ritroveremo con la polizia alle calcagna e spenderemo fino all’ultimo centesimo!

BARNABA

Per dindirindina!

CORNELIO

E sai una cosa? Non torneremo a casa se prima non avremo baciato una bella ragazza!

BARNABA

Baciare una ragazza? Non è possibile Cornelio. Tu non conosci nessuna ragazza.

CORNELIO

Ho quarantatré anni, dovrò pur cominciare ! , prima o poi.

BARNABA

Io ne ho solo venti, Cornelio. A pensarci bene, posso ancora aspettare un po’.

CORNELIO

Non stare a tirarti indietro, adesso. alla peggio, se saremo licenziati, ci arruoleremo nell’esercito.

BARNABA

Di, mi sembra anche di averti sentito dire che pensi di diventare socio del - vecchio lupo -.

CORNELIO

Perché, come credi finirà? Lui, ormai, va invecchiando. E se continuerà ad andare a letto alle nove di sera e io aprirò ogni mattina alle sei; piaccia o no, salirò di promozione in promozione.

BARNABA

Per dindirindina, tu socio del vecchio lupo!

CORNELIO

Non c’è scampo: tu ed io diventeremo dei Vandergelder!

BARNABA

Oh!, no, per dindirindina! Farò strada, questo sì. Ma non sarò mai un Vandergelder!

CORNELIO

Stammi a sentire. Tutti vogliono diventare ricchi. Ma ognuno pensa che una volta diventato ricco non avrà nulla a che spartire con i tipi di ricchi che conosce. Ed invece scopre ben presto che esiste un solo tipo di ricco nella nostra società; è lui quel tipo: il famelico - vecchio lupo - Vandergelder.

BARNABA

Oh no! , io non vorrò!

CORNELIO

Certo che no! Il soggetto migliore sarebbe un uomo che avesse tutte le buone qualità del povero e potesse permettersi i lussuosi pasti dei ricchi.

Ma nessuno ha mai visto niente di simile! No, tu ed io siamo destinate a diventare dei

Vandergelder. Ragione di più per goderci la vita e cercare qualche avventura finché siamo in tempo. Allora, ci stai Barnaba?

BARNABA

(Tradirà un'intensa lotta interiore e si esprimerà con sillabe inarticolate) Però il lu-po, il ve-ve-vecchio lu-lu-po.. e se lo sa Ge-ge-ge-ge-ltru-de.. (con un improvviso grido e con una voce decisa) Andiamo, Cornelio! (Si voltano di colpo e vedendo Dolly restano impietriti.)

CORNELIO E BARNABA

Signora Levi!

DOLLY

Casualmente, signori, ho sentito tutto! Potrei dire tutto al signor Vandergelder…ma non lo farò!

CORNELIO E BARNABA

Grazie Signora Levi!

DOLLY

Anzi vi darò un indirizzo, dove potrete trovare due belle ragazze che faranno al caso vostro.

(Estrae dalla borsetta un biglietto da visita e lo dà a Cornelio) Ecco, andateci oggi stesso.

CORNELIO

(Leggendo) Modisteria IRENE MOLLOY, Cappelli per signora, Thornton Street, 54 New York

Grazie Signora Levi!

DOLLY

Di nulla!

SCENA DECIMA  - Cornelio, Barnaba, Dolly, Ermengarda e Geltrude -

Da sinistra entra Ermengarda. I due commessi escono dalla porta sul fondo Cornelio per ultimo

DOLLY

E' già in Stazione il baule, signor Hackl?

CORNELIO

Si, signora Levi. (Chiude la porta)

DOLLY

Da' un ultimo sguardo, Ermengarda!

ERMENGARDA

Cosa?

DOLLY

Da' un ultimo sguardo alla casa della tua fanciullezza, cara. Ricordo ancora quando lasciai la mia casa. Me ne andai Ermengarda! Lanciai un nitrito, come un puledro, e via!

(Ermengarda si avvia verso l'uscita)

ERMENGARDA

(al momento di uscire) Sarà giusto sposarsi in questo modo? Una ragazza deve usare sempre molta prudenza! (Ermengarda esce)

DOLLY

(Rimasta sola, si rivolge al pubblico) Sapete, credo che finirò per tappezzare questa stanza con carta da parati blu. Si, proprio blu!  (Esce di fretta per raggiungere Ermengarda)

CALA IL SIPARIO

ATTO SECONDO

Modisteria della signora Molloy, a New York. Due ingressi : a destra,  la – comune - che introduce nel laboratorio di Madame Molloy, sulla sinistra della scena l’entrata dall’esterno (che dà sulla strada). A sinistra sul fondo un'ampia vetrina con in bella mostra cappelli per donna. La vetrina è separata dal resto del negozio da una tenda che scorre sorretta da un'asta di ottone all'altezza di un metro. Per passare da un ambiente all’altro, sia la signora Molloy che Barnaba, durante la scena, passeranno sotto quest’asta.

Accanto all’uscita di sinistra una specchiera ribaltabile. A1 centro del fondale un armadio ad ante dove sono riposti vestiti femminili. E' in Questo armadio che si nasconderà Cornelio.

Dal fondo, tra l'armadio e la Comune, parte un banco che attraversa longitudinalmente tutta la scena fino quasi al proscenio. Nel bel mezzo della stanza un tavolo rotondo ricoperto da un ampio drappo rosso che scende giù fino al pavimento.

Una seggiola con intarsiature dorate accanto all’armadio, due sedie accanto al banco.

Le porte di accesso sono collegate ad un campanello che vibra ogni volta che vengono aperte.

All’apertura del sipario la signora Molloy è dinanzi la vetrina, in piedi su di uno sgabello, intenta a sistemare cappelli. Minnie Fay è seduta accanto al banco ed è intenta a cucire.

La signora Molloy calza un paio di soprascarpe di cuoio che in seguito si toglierà.

           

SCENA PRIMA - Molloy e Minnie -

MOLLOY

Sei una stupida, Minnie. Ma naturale che sposerò Orazio Vandergelder.

MINNIE

Oh!, signora Molloy, non ve l'ho mica chiesto. Non mi sarei mai permesso di farvi una domanda così personale!

MOLLOY

Certamente, però era quello che volevi dire. E la mia risposta è: sposerò senza esitazioni il signor Vandergelder, se chiederà la mia mano. (Chinandosi sotto l'asta passa nel retro della stanza cantando a piena voce.)

MINNIE

Lo so che non è affar mio..

MOLLOY

Parla più forte, non ti sento..

MINNIE

Però. .voi siete., siete..?

MOLLOY

(attraversa la stanza e si avvicina al banco) Minnie, sei proprio una stupida. Chiedimelo pure: siete innamorata di lui? E' evidente che non lo sono, ma ho lo stesso due buone ragioni per sposarlo. Prendi questo cappello. Mettigli su ancora qualcosa: non è abbastanza brutto.

MINNIE

(prendendo il capello e portandoselo al tavolo)  Non è abbastanza brutto?

MOLLOY

No, e non riuscirei a venderlo. Mettici.. mettici su una bella spugna!

MINNIE

Sul serio, signora Molloy? Avete un'aria cosi strana oggi!

MOLLOY

Tanto per cominciare, sposerò il signor Vandergelder per farla finita col negozio di modisteria. L'ho odiato sin dal primo momento   Io odio i cappelli, Minnie. (ricomincia a cantare)

MINNIE

Perché? Cosa c'è che non va, nel negozio di modisteria?

MOLLOY

(tornando alla vetrina con due cappelli) Non riesco più a sopportare tutte le insinuazioni sulla mia moralità di donna, senza che io faccia nulla per meritarle. Proprio non le sopporto più!

(si china per passare sotto l'asta)

MINNIE

Ma cosa dite!, nessuno si sognerebbe di giudicarvi!

MOLLOY

(in ginocchio, guarderà in su da sotto l'asta)

Sei proprio un'ingenua Minnie. Tutte le modiste sono sospettate di essere adescatrici d'uomini. La metà delle volte le nostre gentili signore vengono in negozio esclusivamente per spiarmi.

MINNIE

Oh!

MOLLOY

Il dubbio le eccita. Naturalmente non hanno prove. Perché se fossero certe che io sia una donna di facili costumi, non metterebbero piede una seconda volta nel mio negozio.

Vado forse qualche volta al ristorante? Non posso, i miei affari andrebbero a rotoli.

Vado a ballare? Al teatro? All'Opera? Non posso, i miei affari andrebbero a rotoli.

Gli unici uomini che incontro sono commercianti di piume.  (rientra da sotto l'asta e scruta attentamente la strada dalla vetrina) Chissà perché quei due giovanotti se ne stanno sulla panchina del parco. Ti do la mia parola, Minnie, o Sposo Orazio Vandergelder, o verrò fuori a precipizio da questo posto come la macchina dei pompieri   E andrò a tutti i balli, tutte le commedie e i teatri d'opera di New York !  (tornerà al banco cantando)

MINNIE

Ma il signor Vandergelder non..

MOLLOY      

Parla più forte Minnie, non ti sento.

MINNIE       

..Non mi sembra tanto attraente..

MOLLOY

Quello che io penso di lui, ed è molto importante, è che è un lottatore nato.

MINNIE

Signora Molloy

MOLLOY

Sappi questo Minnie: i piaceri della vita coniugale stanno tutti nei litigi furiosi. Il resto è aria fritta.

MINNIE

(Tappandosi le orecchie con le mani)  Non voglio sentire!

MOLLOY

Peter Molloy, Dio lo accolga, era un formidabile attaccabrighe. Mi fanno pena le donne i cui mariti appena iniziata una discussione sbattono la porta e vanno fuori di casa. Peter Molloy sapeva tenermi testa per ore fino alla fine. Arrivava persino a tirarmi cose addosso, Minnie, e non c'è niente che ti dia più piacere di questo.

Quando mi sentivo avvilita, piantavo su una gran lite, di quelle che scaldano il sangue, e mi sentivo improvvisamente ringiovanire di dieci anni.

Con questo Orazio Vanderge1der prevedo scontri epici. E per questo che lo sposerò!

MINNIE

Oh, signora, oggi dite cose davvero terribili!

MOLLOY

Come vuoi, io le trovo estremamente divertenti.

MINNIE

(guardando dalla finestra) Signora quei due giovanotti fuori in strada..

MOLLOY

Allora?

MINNIE

Si, proprio quelli.. sembra che vogliano venire qui nel nostro negozio..

MOLLOY

Bene! Era ora che degli uomini venissero in questo schifo di negozio. Minnie, ti cedo il più giovane.

MINNIE

Oh, ma siete davvero impossibile! (La signora Molloy siede al tavolo, mentre Minnie toglie le soprascarpe di feltro)

MOLLOY

Lascia che metta le mani sul più vecchio dei due. Tienilo a mente Minnie: ne tireremo fuori un’avventura galante in piena regola. Oh, l'avventura! Perché tutti possono avere un'avventura all'infuori di me? Il fatto è che non sono sufficientemente spigliata, mi manca quel pizzico di furbizia

Minnie stanno proprio venendo qui. Rifugiamoci nel laboratorio e facciamoli aspettare qualche minuto.

MINNIE

Ma signora Molloy.. il mio lavoro!

MOLLOY

(corre verso il laboratorio) Corri, sbrigati, Minnie. (raggiungono il laboratorio)

SCENA SECONDA - Cornelio e Barnaba -

(Cornelio e Barnaba entrano precipitosamente in negozio lasciando aperta la porta d'acceso. Si mostrano impacciati nei loro abiti della Domenica fin troppo inamidati e rigidi. Cornelio porta una bombetta, Barnaba un’enorme paglietta.)

BARNABA

Sì è proprio qui. Sull’insegna c’è scritto IRENE MOLLOY - Modisteria

CORNELIO

C'erano due donne qui. Le ho viste prima. Proprio come ha detto la Signora Levi!   (I due tornano alla porta e sbirciano fuori.) E’ proprio il - vecchio lupo -. (tornano all'interno)

Bene, qui saremo al sicuro, fino a quando non si sarà allontanato.

BARNABA

Si mette a sedere sulla panchina. Potrebbe starci un pezzo! Che facciamo adesso Cornelio?

CORNELIO

Quando tornano le signore dovremo industriarci a portare avanti la discussione fino a quando non se ne sarà andato. Diremo di voler comprare un cappello. Quanti soldi ti sono rimasti?

BARNABA

(conta mentalmente) Quaranta cents per il biglietto del treno, settanta per il pranzo.. venti per vedere la balena.. il dollaro che ho perso.. ho ancora settanta centesimi.

CORNELIO

Ed io un dollaro e settantacinque. Quanto costeranno i cappelli per signora?

BARNABA

E' un'avventura questa, Cornelio?

CORNELIO

No. Ma potrebbe diventarla.

BARNABA

Io sono convinto che lo è. Andiamo a zonzo tutto il giorno per New York, e non succede niente. Poi veniamo a Thornton Street, una tranquilla traversa fuori mano e da dietro l'angolo sbuca il signor Vandergelder. (Tornando verso la porta) Io dico che è un'avventura. E come!, .. Cornelio è sbucata fuori anche la signora Levi adesso.   Ha preso posto sulla panchina accanto al - vecchiolupo -.

CORNELIO

Che te ne pare di questo? Non conosciamo che una sola persona in tutta New York, ed ecco che te la trovi davanti!

BARNABA

In fondo anche se la nostra avventura arrivasse, credo di essere ormai troppo stanco per spassarmela. Tanto, questa non è un'avventura, vero Cornelio?

CORNELIO

Non continuare a chiedermelo! Se sei dentro un'avventura lo capisci da solo.

BARNABA

E se non fossi in grado di capirlo?  Ascolta: quando siamo dentro un'avventura tu fammi un segno. Facciamo che tu mi dici: - tombola! - . Ecco, se stiamo incominciando una avventura, tu. mi fai: -  tombola! - !.

CORNELIO

Ma dove diavolo s’è cacciata la padrona di questo negozio!  Oh, bene! Ora devo pensare a cosa dirle quando arriva. (parlando al banco) “Buon pomeriggio signora Molloy. Bel tempo, oggi. Stiamo girando per tutta la città alla ricerca di qualche bel cappello.”

BARNABA

Splendido Cornelio!

CORNELIO

(a Barnaba) "Buon pomeriggio signora Molloy. Tempo incantevole..”Faremo in modo che pensino di avere a che fare con gente danarosa! (mette una mano in tasca, l'altra sulla spalliera della sedia) "Buon pomeriggio signora Molloy..”.  Nel frattempo dai un'occhiata alla porta.

 “Abbiamo cercato in lungo e in largo per..”. (dalla porta del laboratorio rientra la signora Molloy)

SCENA TERZA  - La signora Molloy e detti -

MOLLOY

(da dietro il banco) Oh! Scusate, vi ho fatto aspettare? Buon pomeriggio, signori.

CORNELIO

(togliendosi il cappello) Piacere, Cornelio Hackl!

BARNABA

(togliendosi il cappello) Piacere, Barnaba Tucker!

MOLLOY

Felice di conoscervi, posso esservi d'aiuto? Ma perché non vi accomodate?

CORNELIO

Grazie, volentieri!  (i due posano i cappelli sul tavolo, poi siedono di fronte alla signora Molloy)

Vedete signora Molloy, siamo in giro a cercare cappelli. Siamo stati dappertutto. Ma sapete cosa ci hanno suggerito? Ci hanno detto: andate dalla signora Molloy. Ed ecco che siamo venuti qui. Era l'unico posto dove potevamo andare…

MOLLOY

Bene, ciò è molto carino da parte vostra.

CORNELIO

Ed abbiamo fatto bene. Si, proprio bene.

MOLLOY

Volete scegliere qualche cappello per un amica?

CORNELIO

Ecco, si tratta proprio di questo! (tirando un calcio a Barnaba)

BARNABA

Proprio cosi!

CORNELIO

Pensavano di prenderne cinque o sei, vero Barnaba?

BARNABA

Si e.. cinque!

CORNELIO

Vedete, per. noi non è questione di soldi. Assolutamente.

MOLLOY

Capisco, signor Hackl..

CORNELIO

(alzandosi e dirigendosi verso la porta che da sulla strada) Ci perdoni, che strada movimentata!, ogni minuto ne succede una. Alludo ai passanti e ai..(Barnaba raggiunge velocemente Cornelio)

MOLLOY

Voi non siete di New York, vero signor Hackl?

CORNELIO

(tornando indietro) Infatti, madame. - Barnaba tieni d'occhio la strada -, mi spiego? Questo spettacolo non si vede facilmente, a Yonkers!

BARNABA

Oh, no davvero!

CORNELIO

Ma nemmeno lontanamente!

MOLLOY

Vediamo: queste vostre amiche non potrebbe venire un giorno assieme a voi per provarsi personalmente i cappelli?

CORNELIO

(sedendosi vicino il banco) O no, no davvero! Si tratta di una sorpresa.

MOLLOY

Sul serio? Ciò comporta qualche piccola difficoltà, signor Hackl, non è del tutto usuale. - Sembra trovarlo davvero interessante il passeggio in strada, il vostro amico, signor Hackl.

CORNELIO

Si, ha buoni motivi per esserlo!

MOLLOY

Avete detto di venire da fuori città?

CORNELIO

Si, veniamo da Yonkers.

MOLLOY

Yonkers?

CORNELIO

Yonkers, proprio da Yonkers. (guardandola rapito negli occhi) Dovreste venirci un giorno a Yonkers, signora. Il fiume Hudson, i moli, le passeggiate in collina. Qualcuno dice che Yonkers sia la più bella cittadina del mondo. Si, l'ho proprio sentito dire!

MOLLOY

Sarà cosi!

CORNELIO

(alzandosi) Signora Molloy: se mai aveste una domenica libera, cioè.. noi saremo felici di farvi vedere Yonkers. E' anche una località storica!

MOLLOY

Siete davvero molto gentile. Vedremo, chissà.. ma torniamo ai cappelli.

(prende due cappelli da sotto il banco e si avvia al centro della stanza)

CORNELIO

(seguendola signora Molloy)

Certo che .. magari voi siete.. volevo dire.. può darsi che anche al signor Molloy piacerebbe vedere Yonkers!

MOLLOY

Oh'., ma io sono vedova, signor Hackl!

CORNELIO

(tradendo la gioia) Completamente vedova?

(Assumendo un'espressione grave) Che peccato!  Al signor Molloy sarebbe piaciuta Yonkers!

MOLLOY

E' probabile. Ma vediamo questi cappelli. La vostra amica ha i capelli chiari o scuri?

CORNELIO

Non state minimamente a preoccuparvi per questo.

Qualunque cappello voi sceglierete le starà a pennello.

MOLLOY

Davvero?  (prende un cappello e lo mette in testa) Questo vi piace?

CORNELIO

(Che se ne rimane rapito in contemplazione) Barnaba! (poi, con improvviso sussulto) Barnaba, guarda! (Barnaba si gira, guarda con indifferenza, abbozza un sorriso stentato, poi torna verso la porta a guardare in strada)  Se posso esprimermi, signora Molloy, questo è il cappello più delizioso che abbia mai visto.  (Barnaba, strisciando sotto l'asta si sposta verso la vetrina per guardare meglio in strada da lì)

MOLLOY

Il vostro amico si comporta in modo strano, signor Hackl!

CORNELIO

Barnaba  smettila di comportarti in modo strano. Almeno quando è tutto calmo e non c'è nessuno in strada, vieni un momento a parlare qui con noi. Cosa stavo dicendo? Ah, già: signora Molloy, dovete assolutamente venire a visitare Yonkers.

MOLLOY

(togliendosi il cappello) Ad essere sincera, ho un amico a Yonkers. Può darsi che lo conosciate. E' cosi stupido fare di queste domande in questi casi, non è vero ?  (scoppiano tutte e due a ridere tradendo sempre di più i reciproci sentimenti di simpatia. La signora Molloy torna al banco con i due cappelli, Cornelio la Segue)  Si tratta del signor Vandergelder!

CORNELIO

(fermandosi di colpo) Chi avete detto?

MOLLOY

Per caso lo conoscete?

CORNELIO

Orazio Vandergelder?

MOLLOY

Si, proprio lui.

CORNELIO

Se lo conosco?  (guardando verso Barnaba) No, mi pare proprio di no

BARNABA

No, no davvero!

CORNELIO

(aggirandosi per il negozio alla ricerca di un eventuale nascondiglio) Non ce che dire, signora Molloy, il vostro negozio presenta delle gran belle attrattive. (guardandola e continuando a sorriderle si avvicina alla porta del laboratorio) Oh, guarda, e da questa porta, dove si va?

(apre la porta e avrà un sussulto al suono della campanella che ne segue)

MOLLOY

Di là c'è il mio laboratorio signor Hackl!

CORNELIO

Oh, scusatemi, ma è tutto cosi interessante qui!  (guarda sotto il banco) Ogni porta, ogni angolo, signora Molloy. Hai notato le porte Barnaba, e gli armadi? (apre l’anta di un armadio) Hanno una profondità interessante e tanti lunghi soprabiti per signora. (ride) E non sottovalutare questo tavolo, Barnaba!   Prezioso pezzo di mobilio coperto, vedo, da una tovaglia che arriva fino al pavimento. (Allunga una gamba sotto il tavolo)

MOLLOY

(prendendo il cappello da una cassa dietro il guardaroba) Forse alla vostra amica potrebbe interessare qualcuno di questi ultimi modelli di pagliette italiane. Il signor Vandergelder è un uomo facoltoso e ben voluto, a quanto dicono.

CORNELIO

Un uomo adorabile, signora Molloy.

MOLLOY

Oh, davvero. Ha del fascino.

CORNELIO

(sorridendo con dolcezza) Ha un solo difetto, per quanto ne so, è penetrante come un chiodo; ma a parte questo, come dite voi!, è proprio una persona a modo, madame.

MOLLOY

E con un largo giro di conoscenze, vero?

CORNELIO

Si, effettivamente.., si ! , diciamo  - cinque o sei..

BARNABA

Cinque.

CORNELIO

Immagino venga qui, di quando in quando, a farvi qualche visita!

MOLLOY

(girando le spalle al lo specchio dove era andata per sistemarsi il cappello) Quest'estate saranno di moda i nastri lunghi che scendono lungo la schiena. Si, anzi, ad essere sinceri, aspetto si faccia vivo da me proprio questo pomeriggio.  (Si toglie il cappello)

BARNABA

Ho paura. .Cornelio. . ho paura!

                

MOLLOY

Posso mostrarvi altri modelli. –

BARNABA

Guarda fuori. (Scavalca con un balzo I 'asta d'ottone e si precipita sotto il tavolo)

CORNELIO

Con il vostro permesso, signora! (corre a rifugiarsi nel Guardaroba)

MOLLOY

Signori ! Signor Hackl   Venite subito fuori di li.

CORNELIO

(affacciando la testa fuori dall’anta del guardaroba) Aiutateci! , solo per questa volta, signora Molloy. Vi spiegheremo dopo.

MOLLOY

Signor Hackl!

BARNABA

Siamo innocenti come agnellini, signora Molloy.

MOLLOY

Oh, davvero?  Insomma signori, io non posso permettere! Ma cosa state combinando?

BARNABA

Cornelio, Cornelio, - tombola -?

CORNELIO

(gridando) Tombola! (I due scompaiono. Dalla strada entra nel negozio la signora Levi seguita dal signor Vandergelder. Il signor Vandergelder indossa un completo a scacchi appariscente e una bombetta verde. Ha con sé un'elegante confezione di cioccolatini e porta il bastoncino.)

SCENA QUARTA- Dolly, Vandergelder e detti -

DOLLY

Irene! , mia cara bambina, come te la passi ? Dio sia lodato, ti trovo in gran forma!

(Irene e Dolly si baciano)

MOLLOY

Ma che gran sorpresa!  Anche il signor Vandergelder qui a New York: che gioia!

VANDERGELDER

(dondolandosi con compiacenza sui tacchi) Buon pomeriggio signora Molloy. (Si stringono la mano. La signora Molloy gli porge una sedia prendendola vicino al banco e lo fa accomodare alla sinistra del tavolo.)

DOLLY

Eh, già !, lo abbiamo a New York, oggi, il signor Vandergelder. Yonkers ne è rimasta per cosi dire -   orfana. Bene, abbiamo pensato di fare un salto qui da te. Una breve visitina. Ma, se magari disturbiamo, dillo pure!

MOLLOY

(sistemando una sedia per lei alla destra del tavolo)  Disturbare ? Che idee che ti vengono in mente, Dolly! Anzi! , siete stati proprio carini a venire a trovarmi. (Molloy si accorge dei due cappelli dei ragazzi sul tavolo; svelta,  conficca un mazzetto di fiori finti nel nastro della bombetta di Cornelio, poi avvolge con lembo di velo il panama di Barnaba.)

VANDERGELDER

Abbiamo aspettato un bel momento là fuori!

DOLLY

(guardandosi intorno) Al signor Vandergelder era sembrato fossero entrati due clienti, due uomini.

MOLLOY

Uomini? Uomini, signor Vandergelder? Bella, che altro v'inventerete ora!

DOLLY

Allora possiamo sederci per qualche minuto..

MOLLOY

(Volendoli portare via dal negozio, nei laboratorio) Prima che vi sediate..(li spingerà entrambi verso il laboratorio) Prima che vi sediate c'è qualcosa che voglio mostrarvi. Voglio far visitare al signor Vandergelder il mio laboratorio.

DOLLY

Ho visto centinai di volte il tuo laboratorio. Vi aspetterò qui, e, intanto proverò qualcuno dei vostri cappelli.

MOLLOY

No, Dolly. E' il caso che venga anche tu. Ho qualcosa anche per te. Forza, andiamo tutti assieme.  (la Signora Dolly entra nel laboratorio) Signor Vandergelder mi serve il vostro aiuto. Voi non sapete quanto sia bisognosa d'aiuto una donna negli affari. Sento che avrei un gran sollievo se potessi avere dei consigli da una mente esperta come la vostra.

(Vandergelder entra nel laboratorio. La signora Molloy griderà la successiva battuta per poi chiudersi la porta alle spalle) Ed ora chiudo la porta!  (esce anche la signora Molloy)

SCENA QUINTA- Cornelio e Barnaba -

(Cornelio si affaccia dal guardaroba e pian piano ne viene fuori, lasciando le ante aperte.)

CORNELIO

Psst!

BARNABA

(facendo capolino da sotto il tavolo) Non credi che ci abbia suggerito di andarcene, Cornelio?

CORNELIO

Io non ho alcuna voglia di andarmene. La signora Molloy penserebbe di noi che siamo due smidollati. No, avevo solo voglia di sgranchirmi un attimo.

BARNABA

Cosa faremo quando se ne sarà andato via, Cornelio? Andremo via anche noi?

CORNELIO

Beh! , non lo so ancora. La signora Molloy mi piace un sacco. Non voglio che si faccia una cattiva idea sul mio conto. Credo che comprerò un cappello. Possiamo tornare a piedi a Yonkers, anche se ci metteremo tutta la notte. Mi chiedo solo quanto verràa costare. Barnaba, dammi tutte le monete che ti sono rimaste. (Nel prendere le monete da Barnaba, Cornelio starnutisce. Entrambi impauriti tornano precipitosamente nei loro nascondigli per poi venirne ancora fuori) Tutti quei profumi nel guardaroba mi solleticano le narici. Però quel posticino mi piace. Certo che è un mondo tutto diverso, quello delle donne!

BARNABA

Anche a me il mio posticino piace. Ma ci starei meglio se avessi un cuscino.

CORNELIO

(prendendo un soprabito dal guardaroba) Tieni, adopera questo soprabito. Te lo arrotolo con cura in modo che non si stropicci. Le donne non amano che i loro soprabiti siano stropicciati.

BARNABA

Splendido! Ora possono starmene tranquillamente disteso ad ascoltare il signor Vandergelder!

(Cornelio va, con fare trasognato, verso lo specchio ed imita la signora Molloy di cui ripete la battuta)

CORNELIO

Quest'estate saranno di moda i nastri lunghi che scendono lungo la schiena.

BARNABA

Credi che possa togliermi le scarpe, Cornelio?

CORNELIO

(inginocchiandosi accanto a lui) Barnaba, noi non possiamo ancora tornare a Yonkers e tu sai bene perché!

BARNABA

Perché?

CORNELIO

Abbiamo pranzato bene, abbiamo vissuto un avventura, abbiamo corso il pericolo di essere arrestati. Ma c'è ancora una cosa che dobbiamo fare prima di tornare ad avere i nostri successi a Yonkers!

BARNABA

Cornelio non ti sarai messo in testa di baciare la signora Molloy!

CORNELIO

Credo proprio che lo farò..

BARNABA

Urlerà!

CORNELIO

Barnaba, sei proprio uno sprovveduto. Mettitelo bene in testa: tutti i ragazzi, tranne noi, passano la loro vita baciando ragazze a dritta e a manca, senza far complimenti.

BARNABA

(dopo una pausa con aria compita) Grazie per avermelo detto, Cornelio. Era una cosa che mi ero chiesto da tempo.  (Entra nel laboratorio la signora Levi)

SCENA SESTA - La signora Dolly e detti -

DOLLY

Un minuto, Irene. Vado a prendermi il fazzoletto.

(Cornelio, sorpreso dalI 'arrivo della signora Levi,  Si getta giù, in ginocchio e comincia a trascinarsi carponi, verso il guardaroba, motto lentamente, come se ciò lo rendesse invisibile.

La signora Levi appoggiata al banco lo osserva in silenzio. Appena rientrato nel guardaroba, Cornelio mette fuori la testa e la guarda con aria supplichevole.)

DOLLY

Salve, signor Hackl, vi credevo a Yonkers.

CORNELIO

Abbiamo ascoltato il vostro consiglio!

Oh, signora Levi non ditelo al signor Vandergelder!  Dopo vi spiegherò tutto.

BARNABA

(mettendo la testa fuori)  Siamo del tutto innocenti, signora Levi.

DOLLY

Oh!, Mi stavo giusto chiedendo dove si fosse nascosto Sig. Tucker!

BARNABA

Ero qui giusto per una visitina.

DOLLY

(guarderà sotto il banco e poi si scuoterà la sottana) Bene, e chi c'è ancora?

CORNELIO

Solo noi due, signora Levi. Nessun altro.

DOLLY

Avete fatto amicizia con la Sig. Molloy, immagino.

CORNELIO

Già! Grazie a voi! La troviamo molto simpatica, vero Barnaba ? Anzi, io penso.. si.. penso sia la  più deliziosa donna del mondo. Potrei gridarlo davanti a chiunque!

DOLLY

Anche lei pensa di voi che siete l'uomo più in gamba del mondo?

CORNELIO

Oh, no! Credo che non si sia nemmeno accorta che io esista!

DOLLY

Se non altro si sarà accorta che siete dentro il suo armadio, signor Hackl. Ad ogni modo, fossi in voi, me ne tornerei immediatamente dentro l'armadio, perché c’è il caso che entri qualcuno da un momento all'altro.

(Cornelio sparisce nell’armadio, la signora Levi si siede tranquillamente a destra. Entra la signora Molloy)

SCENA SETTIMA - La signora Molloy e detti poi Vandergelder -

MOLLOY

(lasciando la porta aperta e guardando in giro con malcelata apprensione)  Hai bisogno di qualcosa, Dolly?

DOLLY

Oh, no.. No. Mi stavo solo soffiando il naso. (Entra nel laboratorio il signor Vandergelder)

VANDERGELDER

(dandole un col petto affettuoso sulla mano) Avrei piacere se faceste un salto a Yonkers, signora Molloy.

MOLLOY

Credo piacerebbe anche a me venirci. (Vandergelder le porge la scatola di cioccolatini)

Oh, grazie! Si dà il caso che conosca un’altra persona di Yonkers.

VANDERGELDER

(appendendo il cappello ad un  pomo della specchiera) Ah!E chi sarebbe?

(La signora Molloy mette i cioccolatini sul tavolo, sposta avanti la sedia dalla bordatura dorata e siede al centro, vicino al tavolo, faccia al pubblico)

MOLLOY

Una persona molto in vista, a quanto credo, sebbene di modi un po’ volubili e disinvolti. A voi, signor Vandergelder, è per caso capitato di far conoscenza a Yonkers, con il signor Hackl.

VANDERGELDER

Lo conosco come la punta dei miei stivali. E' il mio capocommesso.

MOLLOY

Davvero?

VANDERGELDER

Sono dieci anni che serve nel mio negozio.

MOLLOY

Chi l'avrebbe mai detto?

VANDERGELDER

E voi. Com’è che lo conoscete?

(La signora Molloy ammutolisce, imbarazzatissima. Rivolgerà lo sguardo supplichevole alla signora Levi, seduta a destra del tavolo)

DOLLY

(industriandosi per venirle in soccorso) Ehm.. ecco già.. ehm.. Oh, un semplice incontro casuale, immagino.

MOLLOY

Si; ecco, appunto! Uno di quei semplici incontri casuali.

VANDERGELDER

Cosa? Incontri casuali? Cornelio Hackl non ha nessun diritto agli incontri casuali. Dov’è successo?

MOLLOY

Davvero, signor Vandergelder , non è gentile da parte vostra farmi un interrogatorio in questi toni! E credetemi, il signor Hackl è ben più conosciuto di quanto pensate.

VANDERGELDER

Storie!

MOLLOY

E' vero, viene spesso a New York ed è molto corteggiato!

DOLLY

(che ha trovato finalmente il giusto aggancio, con decisione)  Beh, tanto vale dire la verità, tanto, presto o tardi.. Irene ha ragione, signor Vandergelder. Il vostro capo commesso viene sempre a New York! Lo si vede ovunque; ha amici dappertutto. Ormai, lo conoscono tutti.

VANDERGELDER

(con un sorriso ironico e sedendosi su di una sedia a sinistra del tavolo). Ma se non viene mai a New York. Lavora tutto il giorno nel mio negozio e alle nove va a dormire nel magazzino della crusca.

DOLLY

Voi credete così, ma non è vero.

VANDERGELDER

Dolly Gallagher, voi siete fuori di testa.

DOLLY

(Alzandosi indispettita) State bene a sentire. Tenete il naso talmente sprofondato nei libri contabili, da non accorgervi di ciò che succede intorno a voi. Certo, di giorno Hackl è il vostro fedele e fidato commesso - è vero- ma quando è notte! Vedete, lui ha una doppia vita, capite? Lo si trova qui all'opera; nei ristoranti di lusso; in tutti i salotti eleganti.. figuratevi tre sere alla settimana cena al ristorante – Harmonia Garden -. Per dirla tutta, è l'uomo più spiritoso, più allegro, più scapestrato, più divertente di tutta New York. Ormai si parla di lui come il "celebre Cornelio Hackl”!

VANDERGELDER

(sicuro di sé) Non sarà la stessa persona. Se mai soltanto supponessi che Cornelio Hackl viene a New York, lo licenzierei.

DOLLY

Chi ha staccato i cavalli dalla carrozza di Jenny Lind per spingerla, poi, a braccia per la città?

VANDERGELDER

Chi ?

DOLLY

Cornelio Hackl. E chi, travestito da cameriere l'altra sera, all'Hotel della quinta strada, ha preso un’ostrica e l'ha fatta scivolare dentro la scollatura della signora..

No  , è troppo sconveniente, non ve lo posso dire.

MOLLOY

Oh, si Dolly, raccontacene ancora!

DOLLY

No, meglio di no. Ma era lui: Cornelio Hackl.

VANDERGELDER

(ad alta voce)  Non era la stessa persona. Dove li prende i soldi?

DOLLY

Ma se è ricchissimo!

VANDERGELDER

Ricchissimo?  I suoi soldi glieli tengo io, nella mia cassaforte. Ha centoquarantasei dollari e trentacinque centesimi.

DOLLY

Oh, ma signor Vandergelder voi mi fate ridere.

Via datevi una svegliata. Hackl è un rampollo della casata degli Hackl.

(La signora Molloy va a sedere sulla sedia a destra del tavolo, dove prima sedeva la signora Levi)

VANDERGELDER

Gli Hackl ?

DOLLY

Hanno costruito ponti e canali.

VANDERGELDER

E  allora, perché lavora nel mio negozio?

DOLLY

Adesso ve lo spiego.  (siede al centro, faccia al pubblico)

VANDERGELDER

(Camminando su e giù) Non voglio più sentire! M’è venuto il mai di testa Me ne torno a casa. Non è la stessa persona, vi dico! Dorme nel magazzino della crusca. Non potete negare l'evidenza. L'ho nominato capocommesso solo stamattina.

DOLLY

Se aveste un minimo di buon senso, lo nominereste subito vostro socio.  (si alza e va verso la signora Molloy) Ma tu cosa dici, Irene? Vedo che ha fatto colpo anche su di te, come del resto lo fa su tutti.

MOLLOY

Per la verità, non l'ho visto che una volta, e molto di fretta.

DOLLY

Si, ma si vede che l'hai preso in simpatia. Ora, però non pensare di sposarlo, eh?

MOLLOY

(portandosi le mani alle guance) Oh! Ma Dolly, che ti scappa di bocca?

DOLLY

Chissà, potrebbe anche finir bene. Ma riflettici seriamente. Quello è uno che spezza i cuori delle donne come fossero noccioline.

VANDERGELDER

Chi?

DOLLY

Cornelio Hackl!

VANDERGELDER

Quante volte è venuto a farvi visita, signora Molloy?

MOLLOY

Oh! Ma ve lo ben detto. In vita mia non l'ho visto che una volta. Dolly Levi come sempre esagera. Sapeste come mi sento in imbarazzo.

(entra Minnie dal laboratorio e va alla vetrina)

SCENA OTTAVA - Minnie e detti -

MINNIE

Scusate, signora Molloy. Ho da preparare quell'ordinazione della signora Parkinson.

MOLLOY

Già. Dobbiamo farla prima della chiusura.

MINNIE

Pensavo di mandargliela con la commessa. (prende un cappello dalla vetrina) Oh, stavo dimenticando il soprabito.  (si avvia verso il guardaroba)

MOLLOY

(correrà verso il guardaroba per evitare che lo apra) Oh, no, Minnie. Lascia fare a me!

(Molloy arriva tardi. Minnie apre il battente destro del guardaroba e fa un balzo all’indietro terrorizzata)

MINNIE

(gridando) Oh! Aiuto signora Molloy! C’è un uomo!

(Durante la successiva battuta, la Signora Molloy sospingerà Minnie verso il laboratorio. Minnie camminerà a ritroso con un braccio puntato verso il guardaroba.

Alla fine di ogni frase della signora Molloy, Minnie ripete, sempre con la stessa espressione sconvolta le parole: "c’è un uomo!”

MOLLOY

(sbattendo la porta del guardaroba) Minnie, non dire sciocchezze, te lo sei immaginato.

Si vede che sei stanca bambina mia.Su torna nel laboratorio, e sdraiati un momento.

Minnie, sei proprio una stupida; vuoi smetterla

MINNIE

C’è un uomo! (Minnie entra nel laboratorio. La signora Molloy ritorna sul davanti della scena. Il signor Vanderqelder alza minacciosamente il bastone.)

VANDERGELDER

Se là dentro c'è un uomo, lo faremo uscire. Ehi, voi, chiunque siate, venite fuori! (Picchia sul tavolo con il bastone)

DOLLY

(va con sicurezza al guardaroba, e agita il suo ombrello in mezzo ai soprabiti, richiudendo, man mano, ciascun battente) Sciocchezze! Non c'è nessun uomo. Guardate! A quanto pare, i nervi hanno giocato un brutto scherzo alla povera signorina Fay. Su rimettiamoci a sedere. Cosa stavate dicendo signor Vandergelder? (si siedono: a destra la signora Molloy, al centro la Signora Levi, a sinistra Vandergelder. Dal guardaroba viene il rumore di uno starnuto. Tutti si alzano, guardano verso il guardaroba, poi si rimettono a sedere.) Be, dicevamo ..

(altro violento starnuto. Con un gesto che significa: - non so più cosa fare! -)  Salute!

(Tutti si alzano. La signora Molloy si mette con le spalle verso il guardaroba)

MOLLOY

Si, c'è un uomo nel guardaroba. Vi spiegherò tutto un altra volta. Tante grazie per la vostra visita. Arrivederci, Dolly. Arrivederci, signor Vandergelder!

VANDERGELDER

Voi proteggete quell'uomo nascosto li dentro?

MOLLOY

(sempre con le spalle al guardaroba) Sono in grado chiarire ogni cosa, ma per ora, arrivederci.

(Adesso è Barnaba a starnutire due volte, facendo sobbalzare il tavolo. Vandergelder, a destra del tavolo, alza il drappo che lo copre. Barnaba, a sua volta, lo afferra e vi si arrotola dentro. La signora Molloy raccatta la scatola dei cioccolatini che è caduta a terra)

DOLLY

Cielo! In questa stanza spuntano uomini come funghi! Chi se lo sarebbe mai immaginato?

VANDERGELDER

Questo è un mondo che sta andando a rotoli! Non posso credere ai miei occhi!

DOLLY

Venite, signor Vandergelder. Ernestina Simplicita ci sta aspettando.

VANDERGELDER

(recupera il suo cappello e se lo mette in testa) Non vi disturberò più, signora Molloy, e cosi spero di voi!

(La signora Molloy se ne rimane irrigidita davanti al guardaroba, tenendo in una mano appoggiato al petto la scatola dei cioccolatini. Vanderqelder gliela strappa di mano ed esce.)

DOLLY

(avvicinandosi a Molloy) Irene, quando penso a tutte le cose interessanti che hai in questa stanza! (la bacia) Prendine il meglio! (Picchia con l'ombrello contro il guardaroba) Arrivederci. (Picchia con l'ombrello sul tavolo) Arrivederci!

(La signora Levi esce. La signora Molloy apre il guardaroba. Cornelio viene fuori.)

MOLLOY

Sicché questo era uno dei vostri usuali scherzi mondani, signor Hackl!

CORNELIO

No. No, signora Molloy.

MOLLOY

Venite fuori da li sotto, Barnaba Tucker, perdigiorno. (gli toglie di dosso il drappo e lo rimette sul tavolo, entra Minnie)

SCENA NONA - Minnie, Molloy, Barnaba e Cornelio -

MOLLOY

Non c’è d’aver paura, Minnie, conosco bene questi signori.

CORNELIO

Signora Molloy, ci rendiamo conto che quanto accaduto qui..

MOLLOY

Voi credete per il solo fatto di esser ricco di potervela cavare a buon mercato per le vostre smargiassate, vero?

CORNELIO

No. No!

BARNABA

(seduto per terra, sta rimettendosi le scarpe) No. No!

MOLLOY

Minnie, questo è il famoso Cornelio Hackl, che se la spassa andando in giro per New York a prendere in giro la gente; e quello e Barnaba Tucker, un altro perdigiorno.

BARNABA

Molto piacere!

MOLLOY

Minnie puoi sceglierti da tutto il negozio il cappello ed il soprabito che vuoi. Andiamo a cena fuori. Se questo signor Hackl è davvero cosi ricco, spiritoso e affascinante, stasera sarà allegro, spiritoso e affascinante con noi.

Va a cena tre volte alla settimana al ristorante Harmonia Garden, non è così? Bene, stasera ci porterà anche noi.

MINNIE

Siete sicura che non c'è pericolo, signora Molloy?

MOLLOY

Sta zitta, Minnie. Siamo in condizione di mandare questi due in galera, se fanno tanto di alzare un dito.

CORNELIO

In galera, signora Molloy?

MOLLOY

In galera, signor Hackl!   Si da il caso l'agente Cogarty sia a mia completa disposizione.

Minnie, tu ed io siamo state per anni due donne rispettabili, adesso abbiamo perso la nostra reputazione; tanto vale trarne, almeno, più vantaggi possibili.

Vieni in laboratorio con me. So come darci qualche ripassata con il trucco per apparire più belle. Signori torniamo tra un minuto.

CORNELIO

Ehm, signora Molloy, mi hanno riferito che si mangia bene al ristorante della stazione ferroviaria.

MOLLOY

(indignata) Alla stazione ferroviaria? Alla stazione? Scordatevelo! No, signore! Voi ci offrirete una cena in piena regola nel cuore della mondanità di New York. Tu, va' di la, Minnie! Voi due, cari ragazzi, non dovete dimenticare, di averci fatto perdere la nostra reputazione; l'unico posto dove ci è Consentito sederci a tavola è ormai un locale mondano! (La signora Molloy entra nel laboratorio)

BARNABA

E' arrabbiata con noi, Cornelio. E' meglio che ce la svigniamo adesso!

CORNELIO

No. Voglio andare fino in fondo, costi quel che costi! Per una donna come quella, Barnaba, un uomo potrebbe accettare di tornare a Yonkers e farsi in quattro per farsi una posizione.

BARNABA

Ho paura che nel mio caso non esista una donna in grado di favorire la mia carriera.

CORNELIO

Galera o no, porteremo a cena fuori quelle signore. Perciò, fatti coraggio!

(Molloy e Minnie entrano dal laboratorio, già pronte per uscire).

MOLLOY

Signori, ci sono delle carrozze pubbliche qui all'angolo. Avanti march!

(prende un cappello, che sarà quello di Barnaba alla fine del 3° atto e lo porge a Minnie.)

CORNELIO

Sicuro, madame.  (Barnaba scuote significativamente le mani nelle tasche vuote) Oh, signora Molloy.. è proprio così lontano, questo ristorante? Non potremo andarci a piedi?

MOLLOY

(tace un momento, poi dice)  Minnie, puoi spogliarti, non se ne fa più niente.

GLI ALTRI

Signora Molloy!

MOLLOY

Signor Hackl, io non vado da nessuna parte se non sono gradita. Buonasera. Non sono per niente lieta di aver fatto la vostra conoscenza. (attraversa la scena come per andare verso il laboratorio)

GLI ALTRI

Signora Molloy!

MOLLOY

Probabilmente, non ci trovate abbastanza eleganti per portarci con voi. Bene, non vi saremo di peso. Buona sera, signor Tucker.

(Gli altri la seguono dietro il banco: Cornelio, Barnaba, poi Minnie)

CORNELIO

Vogliamo avervi con noi più di qualsiasi altra cosa al mondo, signora Molloy.

(La signora Molloy si volta e spinge indietro gli altri tre. Ora si trovano al centro della scena, alla destra del tavolo; la Signora Molloy è rivolta verso gli spettatori.)

MOLLOY

No, non è vero! Ma guardatevi! Guardali un po' Minnie. Col muso tutti e due!

CORNELIO

Vi prego signora Molloy!

MOLLOY

Allora sorridete. (a Barnaba) Su avanti, un bel sorriso! No si vede che non è spontaneo. Minnie, vieni, andiamo; la cena ce la faremo da sole.

CORNELIO

E fai un bel sorriso, Barnaba. Testone!

BARNABA

La mia faccia non ce la fa a sorridere più di così!

MOLLOY

Ed allora fate qualcosa! Fatevi vedere contenti. Fate qualcosa di vivace: cantate!

CORNELIO

Non sappiamo cantare; davvero non ne siamo capaci.

MOLLOY

Qui perdiamo tempo, Minnie. Questi due non ci vogliono.

CORNELIO

Barnaba, ma non sai neanche una canzone? Signora Molloy, le uniche canzoni che conosciamo sono tristi.

MOLLOY

Non importa. Se volete che veniamo con voi, dovete cantare qualcosa.

(Questo scambio di battute è stato molto rapido; i due uomini vanno fino al banco, confabulando, faccia a faccia, poi bruscamente si voltano, si mettono dritti e rigidi e cantano un brano di un’operetta molto popolare. Tutti e quattro riprendono il ritornello in coro, armonizzando sottovoce.

MOLLOY

(alla fine della canzone, dopo una pausa, commossa dirà) Veniamo!. (I due uomini gridano di gioia) Voi ragazzi andate avanti! (Cornelio prende il suo cappello bianco; mentre se lo mette in testa vede i fiori infilati nel nastro. Barnaba prende il suo dalla vetrina. Escono fischiettando. Minnie si volta e va allo specchio a mettersi il cappello) Minnie, prendi la chiave dell'ingresso.. io chiudo il laboratorio.

(La signora Molloy si dirige verso il laboratorio. Minnie prende la chiave da un gancio a sinistra del guardaroba e raggiunge la signora Molloy vicino alla porta del laboratorio che nel vederla si gira dalla parte opposta.)

MINNIE

Ma signora Molloy, voi piangete!

MOLLOY

(gettando le braccia la collo di Minnie) Oh, Minnie, il mondo è pieno di cose meravigliose! Guardami, cara, e dimmi se mi si vede la sottoveste.

(Si avvia alla porta, seguita da Minnie, mentre cala il sipario.)

           

ATTO TERZO

New York, la veranda del ristorante Harmonia Gardens, sulla Battery. L'ambiente è semplice e rustico. Il resto dei locali del ristorante si trovano a destra oltre la scena.

Vi sono tre ingressi:

- una porta con battenti mobili, che comunica con la cucina, sulla parete di fondo,

- una porta sulla destra che da sulla strada.

- una porta, sulla parete di sinistra, che immette alle scale che portano ai salottini riservati del piano superiore.

In scena due tavoli: uno a sinistra, I'altro a destra, con quattro sedie ciascuno. E’ ancora pomeriggio ed i tavoli non sono apparecchiati per la cena. Contro la parete di fondo un grande paravento e I’attaccapanni.

SCENA PRIMA  Vandergelder, RODOLFO, Malachi –

(AlI'apertura del Sipario Vandergelder, in piedi, sta ordinando il menù a RODOLFO, una cameriera alta e snob, alternando ora modi freddi e controllati, ora scatti d'ira. RODOLFO tradisce un accento tedesco. (Malachi Stack è seduto al tavolo di sinistra.)

VANDERGELDER

Ora ascoltatemi. Non tollero che facciate confusione. Voglio un tavolo per tre persone.

RODOLFO

Per tre persone.

VANDERGELDER

Con me ci saranno due signore.

RODOLFO

Situazione a rischio, signor Vandergelder, ve ne pentirete.

VANDERGELDER

E voglio un pollo.

RODOLFO

Un pollo!, Ve ne pentirete.

VANDERGELDER

Ma stai zitta e prendi nota: pollo!

RODOLFO

Certamente signore. Pollo alla diavola? Pollo alla provenzale? Pollo alla crème? …

VANDERGELDER

(con uno scatto d'ira) Un pollo che sia un pollo, come lo mangiano tutti. E con il pollo una bottiglia di vino.

RODOLFO

Moselle? Porto? Chablis?

MALACHI

Non vi capisce signor Vandergelder. Dovete parlare più forte.

VANDERGELDER

(sillabando) Vi-no!

RODOLFO

Vino!

VANDER6ELDER

Vino, e fate sparire questo tavolo. Ceneremo in quell'altro e da soli.

(RODOLFO esce dal fondo)

RODOLFO

Vino!

MALACHI

Occhio, signor Vandergelder, arriva gente.

(Vandergelder si avvicina alla porta d'ingresso e guarda fuori)

VANDERGELDER

Cosa? Mi venga un accidenti!, quella è mia nipote Ermengarda. Cosa ci fa qui? Se ne accorgerà se arrivo a metterle le mani addosso.

MALACHI

(andandogli vicino) Calma, signor Vandergelder, controllatevi!

VANDERGELDER

E anche quel mascalzone d'artista. Un vero e proprio complotto. Ma li farò sbattere in galera!

MALACHI

Francamente, signor Vandergelder, sono sufficientemente adulti per permettersi di venire a New York. Non si può arrestare la gente perché viene a New York!

VANDERGELDER

Oddio!, anche la signora Levi. Ma cosa diavolo ci fa con loro? E' un'autentica congiura, un complotto! Cosa sta farfugliando al vetturino? Muoviti,corri a sentire cosa gli dice!

MALACHI

(si avvicina alla porta, per origliare)  Dice al vetturino di aspettare, signor Vandergelder! Consiglia ai ragazzi d'entrare e augura loro una buona cena!

VANDERGELDER

Gliela do io, la buona cena!

MALACHI

Perdere la calma vi farà peggiorare la situazione. Venite qui e statemi a sentire.

VANDERGELDER

Ma smettila di tirarmi la giacchetta. Cos'è che mi devi dire?

MALACHI

E' meglio che vi nascondiate dietro il paravento. Cosi potrete sentire quel lo che dicono.

VANDERGELDER

(Malachi lo tira dietro il paravento) E non mi tirare!

(Nel Momento in cui Dolly, Ermengarda, e Ambrogio entrano, dalla destra, Vandergelder e Malachi si riparano dietro il paravento, Ambrogio porta i bagagli di Ermengarda.)

SCENA SECONDA - Ermengarda, Dolly, Ambrogio -

ERMENGARDA

Non ho voglia di cenare in un ristorante, non sta proprio bene.

DOLLY

Bambina mia, non c'è niente di male a cenare in un ristorante. Come non c'è niente di male a venire qui a New York. I pastori tirano fuori queste storie tanto perpoter fare i loro sermoni domenicali.

ERMENGARDA

Oh, come vorrei essere nella mia piccola Yonkers dove non succede mai niente!

DOLLY

E' la fame che ti fa straparlare, Ermengarda.

ERMENGARDA

Però dovete promettermi che subito dopo cena mi porterete da zia Flora. E' tutto il giorno che mi aspetta e sarà mezza morta per l'agitazione.

DOLLY

Come vuoi tesoro, ma renditi conto che una volta da lei tornerai tra le grinfie di tuo zio.

AMBROGIO

(alzando le braccia in aria) Io non ce la faccio più!

DOLLY

(ad Ambrogio) Tutto ciò che dovete fare è ripetervi: quanto è carina! Le ragazze carine non hanno molte opportunità di mettere a frutto le altre loro virtù.

AMBROGIO

Ascolta Ermengarda, non puoi tornare da tuo zio. Da un vecchio con un piede già nella fossa!

DOLLY

E gli altri tre nella cassaforte!

AMBROGIO

Puzza di avena –

DOLLY

E di unto!

MALACHI

Beh, questa non è tutta la verità e solo un parte della verità.

VANDERGELDER

(a voce alta) Ma taci! Ora vado a dargli una lezione!

MALACHI

(sottovoce) Controllatevi, signor Vandergelder. E piuttosto ascoltate ciò che dicono.

(La signora Levi li ha sentiti, Volge una rapida occhiata verso il paravento, poi cambia completamente tono e atteggiamenti)

DOLLY

Oh mia cara, ma cosa sto dicendo? Sia ringraziato il cielo che vi ho trovato io voi due, cari ragazzi, in tempo per non provocare un infarto all'amabile, tenero signor Vandergelder.

AMBROGIO

Mi è nuovo che abbia persino un cuore!

DOLLY

(cercherà, a gesti, inutilmente, di avvisare gli altri della presenza di Orazio) Il signor Vandergelder ha più cuore di quanto crediate!

AMBROGIO

Si ha il cuore di un lupo!

DOLLY

Conduce una vita cosi solitaria, pover'uomo! Ma ora andate a cenare di sopra. Vi sono delle stanzette al piano superiore - fanno al caso delle ragazze timide come Ermengarda. Venite, vi accompagno.

(Spinge i due giovani verso sinistra, Ambrogio riprende a portare i bagagli)

SCENA TERZA - Vandergelder, Malachi, poi Vetturino -

­

VANDERGELDER

(venendo fuori da dietro il paravento)  Li metterò a posto io! (andrà a sedere al tavolo di destra)

MALACHI

Tutti, almeno una volta, dovrebbero stare a sentire di nascosto quando parlano gli altri. Lo dico sempre io. E' l'unico modo di accorgersi che il mondo fuori dalla tua testa gira in senso inverso di come gira dentro la tua testa.

VANDERGELDER

(tirando fuori carta e matita) Devo scrivere  una  biglietto. Vai a chiamare quel vetturino là fuori. Devo parlargli.

MALACHI

Nessuno sì rivolge ai vetturini, signor Vandergelder. Hanno contatti con troppa gente per poter avere idee personali.

VANDERGELDER

Fa quello che ti dico!

MALACHI

Come vuole! Rivolgersi ad un vetturino! (esce dalla porta di destra)

(Vandergelder inizia a scrivere il suo biglietto)

VANDERGELDER

Cara signorina Van Heysian. (al pubblico) Devi sempre chiamarle “cara" nelle lettere.

Già questo ti fa passare la voglia di scriverne!

VANDERGELDER

I due giovani che si presenteranno a voi sono Ermengarda e quel furfante di Ambrogio Kemper. Hanno progettato di scappare. Tratteneteli a casa vostra fino al mio arrivo.

(Malachi ritorna assieme al vetturino, dalla figura possente, con cilindro e un lungo pastrano. Ha la frusta in mano)

VETTURINO

(entrando) Desidera?

VANDERGELDER

Devo parlarti.

VETTURINO

Sono impegnato. Attendo clienti.

VANDERGELDER

(piegherà la lettera e scriverà l'indirizzo) So che stai lavorando. Te li vuoi guadagnare cinque dollari?

VETTURINO

Prego?

VANDERGELDER

Ti ho chiesto se vuoi guadagnare cinque dollari?

VETTURINO

Non saprei. Non mi è mai capitato.

VANDERGELDER

Quando i tuoi due clienti tornano, conducili a questo indirizzo. Non stare a sentire cosa ti chiedono. Portali a questo indirizzo, suona il campanello, dà questo biglietto alla padrona di casa, falli entrare e assicurati che non tornino fuori.

VETTURINO

Non posso costringere i miei clienti a entrare in una casa contro la loro volontà.

VANDERGELDER

(prendendo il portafogli) Per dieci dollari potresti farlo?

VETTURINO

Nemmeno per dieci dollari,almeno non da solo.

VANDERGELDER

Questo individuo qui, ti darà una mano.

MALACHI

(sedendo al tavolo di sinistra) Adesso mi tocca spingere la gente dentro le case.

VANDERGELDER

Questo è l'indirizzo. Miss Flora Van Heysian, Jackson Street n.8.

VETTURINO

Anche se riesco a spingerli dentro non posso assicurare di fermare il riflusso.

VANDERGELDER

Per quindici dollari riuscirai a farlo.

MALACHI

Gli omicidi a partire da venticinque dollari!

VANDERGELDER

Ma stai zitto! (al vetturino) La padrona di casa ti darà una mano. Tutto ciò che devi fare e di piantarti davanti casa è fate attenzione che il ragazzo non scappi via con la ragazza. Tra un paio d'ore sarò a casa della signora Van Heysian e ti pagherò.

VETTURINO

Se si rivolgono alla polizia io non potrò intervenire.

VANDERGELDER

Il tuo incarico ha  un fine onesto. Più che onesto.

MALACHI

Ciascuno ha il diritto di essere onesto secondo il proprio giudizio.

VANDERGELDER

Si dà il caso che la ragazza sia mia nipote. (Il vetturino farà una sorriso ironico) Certo che è mia nipote. (Il vetturino darà un'occhiata a Malachi e solleverà le spalle) Vuole involarsi con un poco di buono e noi dobbiamo impedirglielo.

VETTURINO

Me ne intendo, signore, la spunteranno. Le acque del fiume non vanno controcorrente.

MALACHI

Non ve l’avevo detto, signor Vandergelder. Un vetturino ragiona da vetturino.

VANDERGELDER

(Battendo sul tavolo con il bastone) Stack, Torno tra mezz'ora fa preparare il tavolo per tre. E controlla che non venga a cenare nessun altro nel nostro quartierino. Poi raggiungi il vetturino e siedi a cassetta con lui.

MALACHI

Sarà fatto, signore. (Vandergelder esce dalla porta di destra)

VETTURINO

Chi è quel vostro amico?

MALACHI

Amico? Non è un mio amico. E' il mio attuale padrone. Lo tengo in prova per qualche giorno.

VETTURINO

Non lo troverai di tuo gradimento.

MALACHI

Andiamo in cucina a farci un whisky. Da sobrio non riuscirei a spingere la gente dentro le case.

(escono dalla porta centrale che dà sulla cucina. Entreranno da destra la signora Molloy, Minnie, Barnaba e Cornelio –

SCENA  QUARTA - Molloy, Cornelio, Barnaba, Minnie, poi RODOLFO

MOLLOY

Guarda! Proprio il locale che avevo in mente. Non è delizioso? Minnie, togliti il soprabito e mettiti a tuo agio; ci fermeremo qui un bel po'.

CORNELIO

(fermandosi alla porta) Signora Molloy siete proprio convinta che questo posto vi piaccia? A me sembra di sentire una certa corrente d'aria.

MOLLOY

Certo che mi piace   Consumeremo la nostra splendida cena proprio in questa stanzetta; e riservata ed elegante. Adesso dimentichiamo tutti i nostri guai e chiamiamoci confidenzialmente per nome. Cornelio, chiama il cameriere.

CORNELIO

Un momento - un momento - non mi esce la voce. Devo aver preso fresco in carrozza. Camer - non mi viene – Came - non  riesco.

MOLLOY

Non mi convincete molto. Barnaba chiamalo tu.

BARNABA

(immediatamente) Cameriere! Cameriere!

(Cornelio lo guarda con aria di minaccia, Barnaba gli si allontana, a sinistra.)

MINNIE

Non avrei  mai pensato di poter venire in un locale così in tutta la mia vita. Signorina Molloy, questo è quello che si dice, un caffè-ristorante? -

MOLLOY

(siede al tavolo di sinistra, faccia al pubblico) Si è un caffè-ristorante. Ma siediti Minnie. Cornelio, la signora Levi ci ha dato ad intendere che tutti i camerieri di New York ti conoscono.

CORNELIO

Mi conosceranno!(Barnaba si accomoda sulla sedia di sinistra, Minnie in quella dalla parte del pubblico entra RODOLFO dalla porta di servizio.)

RODOLFO

Signore e signori  benvenuti!

CORNELIO

(Stringendole calorosamente la mano) Ehi, Frida, come va? Cara amica mia, come te la passi?

RODOLFO

Mi chiamo RODOLFO, signore!

CORNELIO

Ma certo, perbacco, RODOLFO. Senti un po’  RODOLFO, queste signore vorrebbero qualcosina per cena, mi capisci?  Mi rendo contro che sei sempre impegnata, ma appena trovi un momento libero…

MOLLOY

Cornelio, non è il caso di essere cosi cordiali con i camerieri. (prende il menù dalle mani di RODOLFO)

CORNELIO

Occorre esserlo, eccome!

MOLLOY

(passandole il menù) Tu, Minnie, cosa preferisci?

MINNIE

Qualunque cosa, Irene.

MOLLOY

No, Minnie, devi dirlo. Cosa preferisci?

MINNIE

No, davvero, non ho proprio fame. (dondolandosi sulla sedia, analizzerà il menù, restando sconvolta dall'esosità dei prezzi.) Oh, ...oh, ecco prenderò un toast alle aringhe e un bicchiere di latte.

CORNELIO

( togliendole il menù dalle mani) Che portento, ecco una ragazza sensibile. Barnaba, stringi la mano a Minnie: è la fanciulla più a modo che esista sulla faccia della terra. RODOLFO per noi uomini porta due boccali di birra, pane affettato e un po' di formaggio.

MOLLOY

(prendendo il menù) Non ho mai sentito tante idiozie. Cornelio siamo venuti qui a fare una buona cena e a goderci una bel la serata. Minnie hai mai assaggiato del fagiano?

MINNIE

Fagiano?  No-o-o-o-o!,

MOLLOY

Avete del fagiano, RODOLFO?

RODOLFO

Certamente signora. Arrivato appena oggi dal New Jersey.

MOLLOY

Anche i fagiani oggi hanno lasciato il New Jersey. ( ride rumorosamente, dando una pacca a Cornelio. Si rivolge, poi, a RODOLFO ordinando senza guardare nella lista del menù)

Bene RODOLFO, prendi nota: consommé di aragosta, fagiano, purè di castagne, insalata verde, e un buon rosso.

RODOLFO

(ripete le ordinazioni di Molloy)

CORNELIO

(scrollandosi i timori dì dosso, si fa audace)  D’accordo. Sta a vedere, Barnaba!(leggendo dal menù) RODOLFO, prendi nota: gelato napoletano, fragole di serra, champagne… (Barnaba si rigira sulla sedia)

TUTTI

Champagne!

CORNELIO

(alzando un dito) E un'orchestra danubiana.  Avete  un'orchestra  danubiana?

MOLLOY

No, Cornelio, non ti concedo questa stravaganza. Champagne si, ma niente orchestra.

Ed ora RODOLFO sbrigati a portarci l'ordinazione. Siamo affamati. (RODOLFO va via verso la cucina, La signora Molloy si alza e si dirige verso sinistra)

MOLLOY Minnie, seguimi su. Andiamo un attimo ad incipriarci il nasino.

MINNIE

(si affretta ad andarle dietro, girandosi a guardare i ragazzi)  Oh! Certo, il nasino!

(Le due donne escono a sinistra, Una lunga pausa. Cornelio tiene di mira la porta da cui sono uscite le donne)

BARNABA

Nell'esercito c'è da pelar patate tutto il giorno!

CORNELIO

(senza girarsi dalla sua parte) Non corriamo questo rischio. Usciremo di prigione abbastanza vecchi da poter usufruire dell'ospizio.

(Entra un’altra cameriera: AUGUSTO, dalla porta che dà in cucina. Porta una bottiglia di champagne nel secchiello e un vassoio con cinque bicchieri. Giovanissima, faccia da bambina, pronta a scoppiare in lacrime ad ogni contrarietà. La signora Molloy rientra con Minnie. Vede AUGUSTO che passa dritta davanti il tavolo e le impone l’alt.)

MOLLOY

Cameriere, cos'è? Cos'è quello che portate?

AUGUSTO

E' champagne, signora.

MOLLOY

Bene!, è arrivato il nostro champagne, Cornelio (tutti si fanno attorno ad AUGUSTO)

AUGUSTO

Oh, no. L’ha ordinato il sindaco di New York, e l'aspetta con impazienza.

MOLLOY

E' una vergogna. Il sindaco di New York dovrebbe mostrarsi impaziente per cose ben più importanti. Cornelio, stappa quella bottiglia! (Cornelio stappa la bottiglia e riempie i bicchieri)

AUGUSTO

Oh, signora, mi ammazzerà!

MOLLOY

Su, coraggio, bevine prima un bicchiere, cosi muori contento!

AUGUSTO

( si siede al tavolo di destra e scoppia a piangere)

Mi ammazzerà!

(Entra RODOLFO e stende la tovaglia sul tavolo di sinistra)

MOLLOY

Torno in un ristorante per la prima volta dopo dieci anni e tutti i camerieri scoppiano in lacrime. Dai bevi e smettila di piangere come una bambina. (porge un bicchiere ad AUGUSTO dandole un buffetto sulla testa, poitorna al suo tavolo.) Barnaba fate un brindisi!

BARNABA

(al centro del gruppo, con innata ingenuità) Io? Uh. .  A  tutte  le donne  del  mondo. .  che ne  possa incontrare  tante  ..  e che  possa conoscerle  sempre meglio. (un momento di silenzio)

CORNELIO

(a bassa voce)  Alle signore!

MOLLOY

E' un brindisi molto dolce e molto raffinato. Minnie, avanti, Barnaba merita proprio un bacio.

MINNIE

Oh!

MOLLOY

Stai tranquilla Minnie. Non c’è niente di male. Barnaba, ricevi questo bacio a nome di tutte del mondo.

(Minnie bacia Barnaba che rimane confuso e incapace di replicare per un attimo)

BARNABA

Ora sì che posso tornare a Yonkers, Cornelio! Tombola, tombola, tombola! (s’inviluppa in una piroetta venendo giù con un ginocchio per terra)

MOLLOY

Ma guarda il povero Barnaba! Non regge  un bacio!   Gli ha dato alla testa.  (AUGUSTO esce dalla porta di servizio, con vassoio e secchiello. Si sentono le note di un valzer provenire fuori scena dalla sinistra. Cornelio siede all’estremità del tavolo, faccia al pubblico. Minnie a sinistra, Barnaba a destra e la signora Molloy di fronte a Cornelio, volge le spalle al pubblico)

 

MOLLOY

Minnie, mi sto proprio divertendo. E pensare che tutto questo succede tutte le sere da qualche parte mentre io me ne sto casa a rammendare le calze. (Si alza e comincia ad abbozzare passi di danza da sola sul palco) Cornelio, venite a ballare con me!

CORNELIO

Noi Hackl non danziamo, Irene, siamo presbiteriani! In tutta onestà non ho mai ballato in vita mia.

MOLLOY

(tra se: Ci avrei giurato !) Vieni tu, allora, Minnie. (Minnie si unisce a Molloy, Cornelio che si era alzato in piedi, torna a sedersi)

MINNIE

Che bella musica!

MOLLOY

Brava, Minnie, balli proprio bene!

MINNIE

Noi ragazze balliamo sempre tra di noi in laboratorio mentre voi non guardate, Irene.

MOLLOY

Avete paura che io mi arrabbi   Per dindirindina, in questo mondo esiste una perfetta incomprensione reciproca!  (Le donne si separano, Minnie torna al posto danzando, Molloy torna a sedersi al tavolo di destra pensierosa. La musica si dissolve) Dite un po' Cornelio le vedete spesso quella Jenny Lind e tutte quelle altre?

CORNELIO

(si alza e raggiunge Molloy al tavolo di destra) Le ho del tutto dimenticate, Irene. Adesso, il mio unico pensiero è per..

(RODOLFO rientra dalla porta di servizio e stende una tovaglia sul loro tavolo)

MOLLOY

Cosa fate, RODOLFO?

RODOLFO

Il tavolo è stato prenotato. Ho ricevuto ordini categorici.

MOLLOY

RODOLFO, vi proibisco di continuare. Questi vostri clienti ceneranno all'interno. La veranda l'abbiamo occupata noi!

RODOLFO

Mi spiace, ma la veranda non può essere occupata. Ah, ecco, è questo il signore che ha fatto la prenotazione.

(dalla cucina entra Malachi alquanto brillo)

MOLLOY

(a Malachi) Fate il favore di portare il vostro tavolo via da qui. Siamo arrivati per primi.

Cornelio, buttatelo fuori.

MALACHI

Signora, il mio padrone ha riservato questo tavolo fin dal le quattro di questo pomeriggio. Potete sempre trovare posto dentro. Il mio padrone si è raccomandato che gli trovassi  assolutamente un  tavolo  isolato.

MOLLOY

Niente affatto, signore. Siamo arrivati per primi e non ce ne andremo affatto. Ce ne staremo qui e da soli! (Minnie e Barnaba vengono avanti)

RODOLFO

Gentili signore e signori..

MOLLOY

Lei non s'impicci! (a Malachi) Siete un ficcanaso impertinente e idiota!

MALACHI

(con compiacimento) Ha tutta l'aria di un insulto!

MOLLOY

Voi  siete tutto un  insulto. (a Cornelio) Cornelio non stare impalato, fai qualcosa. Ribalta il tavolo!

CORNELIO

Lo  ribalto!? (Cornelio, rimane per un istante interdetto ma dopo aver vinto il momento di panico, con calma rovescia il tavolo. AUGUSTO si affretta a rimetterlo in piedi, raccattando le posate, scoppiando in singhiozzi)

RODOLFO

(tradendo l'ira repressa, nel suo usuale fare distaccato) Mi spiace ma questa stanza non può essere occupata da nessuno. Se volete cenare appartati dovrete andare nei salottini di sopra. Mi spiace ma è la regola.

MOLLOY

Noi ceneremo da soli  e ceneremo qui!  Cornelio (indicando il tavolo) ribaltalo!

(Cornelio rovescia ancora il tavolo, le donne lanciano un urlo di approvazione, AUGUSTO sempre più in crisi torna a raccattare I 'argenteria)

MALACHI

OK!, Aspettate fin quando arriva il mio principale!

RODOLFO

(va a prendere un paravento) Signore e  signori, calma. Vi dirò io come si può aggiustare la faccenda. Ecco qui un bel paravento. Lo disponiamo tra i due tavoli e, voilà, tutto si risolve. AUGUSTO dammi una mano.

MOLLOY

Non voglio cenare dietro un paravento. Per nessun motivo al mondo. Minnie fatti sentire!   Ci trattano come bestie da zoo. Cornelio non voglio il paravento. Minnie, comincia il casino!  Mi toglierà dieci anni di dosso! Via quel paravento, portatelo via!

(durante la caotica scena che si svolge attorno al paravento i personaggi parleranno contemporaneamente)

MALACHI

(indicando I’ ingresso con la voce alta e chiara) Adesso la capirete ! Ecco che arriva il mio principale, è appena sceso dalla sua carrozza.

CORNELIO

(togliendosi la giacca e andando addosso a Malachi) Davvero? Lascia che arrivi che ribalto anche lui!

BARNABA

(dopo essere corso sul la soglia torna indietro e urla)  E' il - vecchio lupo -, è proprio lui!

CORNELIO

Il - vecchio lupo -!? Ascoltatemi tutti: credo che quella del paravento sia una buona idea. Anzi, puoi procurarci altri paraventi RODOLFO? Ne serviranno almeno tre o quattro! (rimette il paravento di nuovo in piedi innanzi a lui)

MOLLOY

Adesso siediti Cornelio, e smettila di cambiare parere ogni momento. Sbrigati RODOLFO, portaci il nostro consommé di aragosta.

(Durante la scena che segue RODOLFO, con massima discrezionalità servirà al tavolo di sinistra. La scena è ora divisa in due. La tavola occupata dai quattro rimane a sinistra. Vandergelder entra da destra. Indossa un soprabito ed ha in mano una scatola di cioccolatini)

VANDERGELDER

Stack!, cosa hai combinato? Ti ho detto di prenotare un tavolo appartato. Cos'è questo coso?

(Vandergelder batte due volte il bastone sul paravento. La signora Molloy gli fa eco battendo due volte con la posata. I quattro prendono posto: Barnaba faccia al pubblico, di fronte, spalle al pubblico Cornelio, a destra la signora Molloy, a sinistra Minnie.)

MALACHI

Signor Vandergelder ho fatto quanto potevo. Voi non avete idea di come sia selvaggia la gente di New York. C'è una donna, la dietro, che la civiltà non sa cosa sia!

VANDERGELDER

Non ne hai azzeccata una.  Non sai portare a termine nemmeno una cosetta come questa. Su, aiutami a togliermi il soprabito. Ma non tirarmi, fai piano, dannazione.

(Mentre armeggia per togliersi il soprabito, il portafogli gli cade e finisce vicino al paravento. Vandergelder va all’attaccapanni e vi appende il cappello.)

MOLLOY

Tirate su la voce, non vi sento.

CORNELIO

Mi è andata di nuovo giù. E a te, come va la gola, Barnaba? Riesci a parlare?

BARNABA

Le parole non mi escono!

MOLLOY

D'accordo. Avviciniamo le nostre teste. Vuol dire che bisbiglieremo.

VANDERGELDER

Che gente c'è di  là?

MALACHI

Bellimbusti di città con  le loro donne.  Quello che non succede nelle grandi città, signor Vandergelder! Meglio non pensarci!

VANDERGELDER

E i due sono tornati giù? Spero bene che non se la siano filata via passandoti sotto il naso!

MALACHI

Tranquillo signore.  Io e il vetturino abbiamo tenuto sotto controllo ogni angolo del  ristorante!

VANDERGELDER

(siede a destra, dì profilo rispetto al Pubblico) Io siedo qui e aspetto gli invitati. Tu vai fuori e piazzati in carrozza a cassetta.

MALACHI

Subito, signore.

(Vandergelder apre un giornale e comincia a leggere. Malachi si accorge del portafogli a terra e lo raccoglie.)

MALACHI

E questo cos’è? Sembra un portafogli. Avete perso qualcosa, signor Vandergelder?

VANDERGELDER

No. Non starmi più a seccare. fa come ti ho detto.

MALACHI

(piazzandosi al centro della scena) Un portafogli. L'avrà perso quel tipo di là mentre si agitava  per via del paravento. No, meglio non guardarci dentro. Ci sono decine di biglietti da venti dollari. Adesso vado di là e glielo restituisco. (si dirige verso Cornelio) Potrei dirvi una parola.

CORNELIO

(alzandosi) Ma certamente. Anzi vogliamo chiedervi scusa per l’equivoco di prima, a proposito del paravento. (tutti si alzano e si rivolgono a Malachi con esclamazioni di scusa) Come vi chiamate, signore?

MALACHI

Stack signore, Malachi Stack. Se le signore permettono avrei due parole da dirvi.  (trascinerà Cornelio verso la ribalta) Sentite ragazzo, avete perso.. venite qui.. (lo trascina ancora più lontano fuori dalla vista di Vandergelder) Avete perso qualcosa?

CORNELIO

Per dirvela tutta, signor Stack , in una sola giornata sono riuscito a perdere tutto ciò che avevo.

MALACHI

Niente paura, ragazzo. Eccolo qui! (gli porge il portafogli) Non state a ringraziarmi.

CORNELIO

Cosa  signor Stack? . . sapete cos'è questo, è un miracolo!  (Alza gli occhi al cielo)

MALACHI

Non state a ringraziarmi.

CORNELIO

Barnaba, vieni qui un momento. Voglio che stringi la mano al signor Stack. (Barnaba lo raggiunge. Ha il tovagliolo infilato nel colletto) Il signor Stack ha trovato il portafogli che avevo perso, Barnaba. Lo sai bene, - il portafogli pieno di soldi -.

BARNABA

(stringendo calorosamente la Mano a Malachi) Siete un benefattore signor Stack.

MALACHI

Oh, non esageriamo.

CORNELIO

Esageriamo, esageriamo pure. E' certo il frutto della mia costanza nell'andare in chiesa in tutti questi anni. Siete una persona d'oro, signor Stack - E ditemi, dove lavorate.

MALACHI

Beh, sono stato appena assunto. Il mio principale è un certo signor Vandergelder, uno di Yonkers.

(Cornelio se ne resta a bocca aperta. Guarda Barnaba, poi di nuovo Malachi, sbalordito. Tutte e tre ondeggiano lentamente avanti e indietro)

CORNELIO

Sul serio! E proprio un miracolo! (indica il cielo) Signor Stack, so bene che non avete necessità, ma vorrei proprio che accettaste qualcosa per la vostra buona azione.

MALACHI

(mettendo avanti le mani) Per carità, non se ne parla neppure.  Ciò che ho fatto è niente.   (fa per avviarsi verso sinistra)

CORNELIO

Prendete  (porge una banconota a Malachi)

MALACHI

(prendendola) Non è il caso.

CORNELIO

Ancora una (porge un altra banconota a Malachi)

MALACHI

(prendendola e avviandosi) Sarà meglio che vada.

CORNELIO

Vi prego, ancora una ...  (porge un altra banconota a Malachi)

MALACHI

(restituendo la terza banconota) No.. potrei cominciare a provarci gusto. (Esce a sinistra, Cornelio, euforico torna al tavolo)

CORNELIO

Irene, adesso mi sento meglio in tutti i sensi. Mi sento talmente bene che voglio confessarvi la verità.

MOLLOY

Ecco qua, Minnie. Mi era passato di mente: agli uomini il vino fa un effetto del tutto differente che a noi donne. Va bene, allora fuori la verità!

CORNELIO

Se vi dico la verità, lascerete.. lascerete che vi cinga la vita? (Minnie lancia un grido e si copre il viso con il tovagliolo)

MOLLOY

Non urlare, Minnie. Va bene, vi permetto di cingermi la vita solo per dimostrare che lo si può fare in modo educato

CORNELIO

Siete una donna meravigliosa, signora Molloy.

MOLLOY

Grazie (scostando il braccio di Cornelio dalla sua vita) Credo possa bastare. Allora, sentiamo la verità.

CORNELIO

Irene io non sono un uomo ricco come vi ha dato ad intendere la signora Dolly.

MOLLOY

Non siete ricco?

CORNELIO

E non ero mai venuto a New York prima d'ora. E non sono, come ha detto lei, un – duro -. E c'è ancora una cosa che è bene che voi sappiate: il signor Vandergelder in questo momento siede al tavolo dietro il paravento.

MOLLOY

Davvero? Bene, non riuscirà di certo a guastarmi la festa. Allora è per questo che avevate gli abbassamenti di voce! Su, non perdiamo altro tempo a pensare al signor Vandergelder  Ordiniamo dell'altro vino piuttosto!

(cominciano a cantare sottovoce, Entra la signora Dolly dalla strada. Indossa un vistoso abito da sera. Vandergelder si alza in piedi)

SCENA OTTAVA - La signora Dolly e detti, poi AUGUSTO –

DOLLY

Buona sera, signor Vandergelder:

VANDERGELDER

E, dov'è, dov'è la signorina Simplicita?

DOLLY

Signor Vandergelder, dovessi campare cent'anni non crederò più a una donna, che sia una.

VANDERGELDER

Perché? Cos'è successo?

DOLLY

E' scappata di casa questo pomeriggio per convolare a nozze!

VANDERGELDER

Che ha fatto?

DOLLY

E' scappata, signor Vandergelder, con un giovane sui cinquanta.

VANDERGELDER

Sul serio?

DOLLY

Oh, sono rammaricata più di voi, signor Vandergelder. Non avrò - la forza - di - mangiare - un - solo - boccone –credo -. Cosa avete ordinato?

VANDERGELDER

Ho ordinato quel lo che voi avete ordinato: pollo! (entra AUGUSTO e si dirige al tavolo del signor Vandergelder)

DOLLY

Non sono in grado di affrontare un pollo ! Oh, salve cameriera. Come va? Come vi chiamate?

AUGUSTO

AUGUSTO, signora!

DOLLY

AUGUSTO, questo è il signor Vandergelder di Yonkers. Il cittadino più importante di Yonkers, si può dire. Desidero che sia servito con quanto avete di meglio e subito. E tenete conto che saremo solo noi due. (Dolly aiuta AUGUSTO a togliere un coperto, nel frattempo Vandergelder nasconde la scatola dicioccolatini sotto il tavolo) Il signor Vandergelder ha vissuto estenuanti esperienze questo pomeriggio: uomini nascosti nel negozio del la signora Molloy come indiani imboscati.

VANDERGELDER

(digrignando tra i denti) Signora levi, non potete proprio fare a meno di raccontarle i fatti miei?

(i quattro riprendono a cantare)

DOLLY

Signor Vandergelder, se avete sul serio intenzione di sposarvi, dovete mettervi bene in testa che dovete lasciare che le donne facciano a loro modo. Avanti, AUGUSTO, muoviti. Vogliamo un servizio eccellente.

AUGUSTO

Certamente signora! (esce per la porta che dà in cucina)

VANDERGELDER

Avete condotto le cose in modo deplorevole. Quando io organizzo qualcosa va sempre a buon fine.  (la signora Dolly si alza) Dove andate?

   

DOLLY

Voglio soltanto vedere chi c'è dall'altra parte del paravento. (La signora Levi attraversa il palco portandosi al di la del paravento dove vede i quattro che la guardano con apprensione e tacciono.)

CORNELIO

(alzandosi) Buona sera signora Levi.

(La signora Levi fa finta di niente e torna indietro al suo posto. al tavolo di destra, riprendendo, però, il ritornello della canzone dal punto in cui i quattro si erano interrotti).

VANDERGELDER

Allora, chi c'è di là?

DOLLY

Oh, dei bellimbusti di città che tengono allegre le loro ragazze, à quanto pare.

VANDERGELDER

Sempre questa mania di sapere tutto, di curiosare in tutto, sempre a mettere il naso negli affari del la gente. A vivere con voi ci sarebbe da diventare più nevrastenici di un gatto.

DOLLY

Cosa? Cosa state dicendo?

VANDERGELDER

Dico che uno che vivesse con voi diverrebbe..

DOLLY

Orazio Vandergelder, levatevi immediatamente questa idea dal la testa. Sono davvero sorpresa che abbiate potuto fare una simile supposizione. Sappiate una volta per tutte che non ho alcuna intenzione di sposarvi.

VANDERGELDER

Ma non intendevo questo!

DOLLY

E' un po' che ci girate intorno, ma da questo momento fatemi il favore di togliervi questa idea dalla testa.

VANDERGELDER

Ma smettetela di dire cosi. Non era questo quello che intendevo.

DOLLY

Ci mancherebbe. Voglio proprio sperarlo. Orazio Vandergelder: voi per la vostra strada (puntando un dito in avanti) ed io per la mia! (puntando ancora il dito in avanti)    Io non sono una qualunque Irene Molloy che va in brodo di giuggiole davanti ad un vaso di gerani. Ma che impudenza avete avuto a farmi una simile proposta!

VANDERGELDER

Mi avete frainteso, signora Levi.

DOLLY

Lo voglio ben sperare. Se avessi intenzione di risposarmi cercherei un uomo che sappia stare a questo mondo meglio di voi. Preferirei sposerei un  Cornelio Hackl piuttosto che diventare vostra moglie. (Cornelio balza in piedi, preoccupato. Gli altri del suo tavolo smettono di mangiare e stanno ad ascoltare)  In ogni caso non voglio discuterne oltre.  (entra AUGUSTO reggendo il vassoio) Ah ecco AUGUSTO con la cena. Penso io a servire, AUGUSTO.

AUGUSTO

Come desidera, madame!  (AUGUSTO esce)

DOLLY

Ecco qua della buona carne bianca per voi, e qualche fegatino, così teneri e che vi fanno tanto bene. No, come vi stavo dicendo prima: voi per la vostra strada ed io per la mia. Cominciate con un buon bicchiere di vino. Vi sentirete subito meglio. Comunque, visto che avete sollevato la questione c'è ancora una cosa che è giusto sappiate.

VANDERGELDER

(scattando in piedi pieno di collera) Non ho sollevato la questione un bel niente!

DOLLY

Tra un minuto avremo dimenticato tutto. Ma sedetevi, rasserenatevi, chiuderemo la faccenda una volta per tutte in un minuto, ma c'è ancora una cosa che è giusto voi sappiate -  (Vandergelder si siede) E' vero, sono una ficcanaso, che vuol sempre saperne di tutto e di tutti e mi piace manovrare le situazioni; su questo avete perfettamente ragione. Ma davvero non mi piacerebbe dover sistemare il caos che regna nel la vostra casa, dove impera il disordine e ogni cosa è senza controllo. Questo è compito vostro. E il Signore vi aiuti.

VANDERGELDER

Non c'è niente che sfugga al mio controllo.

DOLLY

Molto bene, non se ne parli più. Prendete ancora un po’ di quel pasticcio è ottimo. No Orazio. Uno tormentato  e tormentoso, attaccabrighe e scontroso come voi, non è il tipo che fa per me. Voi per la vostra strada, (metterà del pepe sulla propria pietanza) io per la mia. (metterà del pepe sulla pietanza di Vandergelder)

VANDERGELDER

Piantatela con questo ritornello.

DOLLY

Non dirò più una parola

VANDERGELDER

Prima di tutto, io non sono.. insomma quelle cose che avete detto.

DOLLY

Credete? Io credo che siate scontroso, non è vero forse? Ermengarda mi ha confidato questa mattina che avete baruffato con il vostro barbiere - un uomo al quale da vent'anni lasciate che vi metta il rasoio alla gola Mi sembra che questo sia proprio sprofondare in basso

VANDERGELDER

Va bene, questo è altro affare. - ma quanto ai miei commessi, loro –

DOLLY

- vi sono affezionati? Cornelio Hackl e quell'altro Barnaba? In vostra assenza vi chiamano il - vecchio lupo -.(I quattro, quatti quatti, hanno abbandonato il tavolo e si sono addossati al paravento – portando le sedie per la signora Molloy e Minnie -, e seguono la conversazione)

VANDERGELDER

(sbiancando in viso) Non è possibile!

DOLLY

Povero Orazio. Credo di essere rimasta l'unica persona mondo a nutrire ancora qualche simpatia per voi, ma proprio cosi, così   No, per il resto della mia vita voglio spassarmela. Troverete un governate in gamba capace di farvi tre pasti al giorno per un dollaro - sarà possibile, naturalmente, se vi accontenterete di fagioli lessi sconditi. Passerete il resto dei vostri giorni origliando al le serrature nel timore che qualcuno possa derubarvi. Ma pensate a mangiare, prendetene ancora.

VANDERGELDER

Dolly, siete una donna maledettamente esasperante.

DOLLY

Davvero? Credete? E' questo che ci rende diversi. Perderei volentieri tutto il giorno con voi pur di infondervi un po' di brio. Potreste perfino diventare un uomo amabile, affascinante, brillante, se solo lo voleste.

VANDERGELDER

(scattando in piedi sbraitando) Non ci tengo affatto, ad essere affascinante.

DOLLY

Eppure, anche se involontariamente lo siete. Guardatevi adesso. Non potete farci niente.

VANDERGELDER

(sedendosi) Origliare dietro le porte! Dolly voi non avete nessun diritto di dire certe cose sul mio conto.

DOLLY

Alla vostra età dovreste ammirare chi vi parla con sincerità.

VANDERGELDER

Alla mia età, alla mia età, rieccolo il ritornello. Non fate altro che ricordarmi la mia età!

DOLLY

Per la verità non so esattamente quanti anni abbiate, ma so per certo che a Yonkers, tra la cattiva cucina e il cattivo umore, ci metterete poco ad invecchiare. Parliamo d'altro. Ma prima c'è ancora una cosa che devo dirvi.

VANDERGELDER

Non ditela!

DOLLY

Ci sono momenti, ma proprio istanti, in cui la mia mente è tentata dall'idea di sposarvi per la compassione che ho per voi; e se il caos che regna nella vostra casa dovesse divenire catastrofico, sarei costretta a farlo sul serio.

VANDERGELDER

Ma non vi ho per niente chiesto di sposarmi.

DOLLY

Va bene, va bene. Ma allora non chiedetemi di farlo.

VANDERGELDER

E la mia casa è in perfetto ordine.

DOLLY

Davvero? Con vostra nipote che in questo preciso istante si spupazza il suo pittore in un salottino di sopra?

VANDERGELDER

Lo  sapevo e ho già provveduto a questo, grazie tante.

DOLLY

E con i vostri commessi che se ne vanno in giro per New York sotto il vostro naso?

VANDERGELDER

I miei commessi sono a Yonkers dove sono sempre!

DOLLY

Sciocchezze!

VANDERGELDER

Cosa intendete dire, con -sciocchezze-?

DOLLY

In questo preciso istante, Cornelio Hackl è al di là di quel paravento.

VANDERGELDER

Non sarà la stessa persona!

DOLLY

Bene. Allora andate, togliete il paravento e guardate. (Vandergelder fa qualche passo verso il paravento, si ferma dubbioso, poi torna al suo posto)

VANDERGELDER

Non ci credo

DOLLY

Va bene. Come volete. Mangiate il vostro pollo. Naturalmente, Orazio, anche se i vostri affari andassero alla deriva e vi riduceste come un miserabile, potrei sentirmi in  obbligo dì venire a Yonkers E darvi un po’ di assistenza. Dopotutto ero la più intima amica di vostra moglie.

VANDERGELDER

Io non capisco come vi vengano in mente certe idee. Ed ora ascoltatemi una volta per tutte, non ho nessuna intenzione di sposare chicchessia ! E adesso sono stanco e non ho più voglia di parlare.

(Cornelio attraversa il palco all'estremità sinistra, la signora Molloy lo segue)

DOLLY

Nemmeno io voglio dire una parola di più.

CORNELIO

Irene, credo sarà meglio andarsene. Prendete questi soldi e pagate il conto. Oh, non fatevi scrupolo non sono miei.

MOLLOY

No, no. Vi dirò io quello che farete. Voi ragazzi vi metterete i nostri soprabiti e mostri veli. Così se verrà a curiosare qui vi scambierà per due ragazze.

CORNELIO

Cosa? Indossare quelle cose?

MOLLOY

Ma sì, venite. (Molloy e Minnie prendono gli indumenti dall'attaccapanni)

VANDERGELDER

(alzandosi) M'è venuto il mal di testa. Ho avuto una cattiva giornata. Vado a casa della signora Flora Van Heysian e di lì andrò di filato in albergo. (cercherà il portafogli) Pertanto, ecco i soldi per pagare il conto. (cercherà ancora in un'altra tasca) Qui ci sono i soldi per pagare il… (cercando in tutte le tasche) Qui ci sono i soldi.. ho perduto il portafogli!

DOLLY

Impossibile. Non riesco ad immaginarvi senza portafogli!

VANDERGELDER

Me lo avranno rubato !  (frugherà nel soprabito) Tranne che l'abbia perso sulla carrozza. Cosa devo fare? Sono un cliente nuovo per l'Hotel, non mi conoscono. Non c’ero mai stato prima. Smettetela di mangiare il pollo. Non ho i soldi per pagarlo.

DOLLY

(ridendo divertita)  Orazio vi troverò io un po' di soldi. Sedetevi e calmatevi.

VANDERGELDER

Dolly Gallagher, stamani vi ho dato venticinque dollari!

DOLLY

Non mi è rimasto un centesimo. Per via di quell'avvocato. Possiamo sempre chiedere un prestito ad Ambrogio Kemper di sopra.

VANDERGELDER

Non l'accetterei mai.

DOLLY

Chiediamolo allora a Cornelio Hackl.

VANDERGELDER

Il mio commesso è a Yonkers; cameriera!

(Cornelio viene avanti, ha sulle spalle, a mo’ di mantello, il soprabito della signora Molloy e nasconde il viso con il velo. La signora Levi si mostra divertita della situazione. Vandergelder torna a frugare nelle tasche del soprabito)

MOLLOY

E' il portafogli del signor Vandergelder questa?

CORNELIO

Non sapevo fosse il suo. Pensavo di aver trovato soldi anonimi, di quel li che non appartengono a nessuno.

MOLLOY

Perbacco, la pensi come un politico!

VANDERGELDER

Cameriera!

(Da fuori scena arriva il suono di un’orchestrina che intona una polka. Barnaba avanza con indosso il soprabito e il cappello di Minnie con il velo sul viso.)

MINNIE

Irene, non trovate che Barnaba sembri una ragazza affascinante? Dovrebbe vestire sempre così!

Vandergelder e Dolly intenti a cercare il portafogli spingono il tavolo verso il fondo.)

MOLLOY

Perché dovremmo lasciarci rovinare la serata? Cornelio, posso insegnarti a ballare in tre minuti. Oh, stai tranquillo, non ti riconoscerà.

MINNIE

Barnaba, è la cosa più facile del mondo.

(Spingono il loro tavolo verso il fondo).

DOLLY

Orazio, avete danzato con me al vostro matrimonio e poi, sempre con me al vostro. Vi ricordate?

VANDERGELDER

No! Anzi si.

DOLLY

Eravate un gran ballerino allora. E adesso non mi dite che siete troppo vecchio per ballare.

VANDERGELDER

Non c'entra niente l'essere vecchio. Non mi va di ballare.

DOLLY

Ascoltate questa musica, Orazio. Vi ricordate le serate danzanti alla caserma dei pompieri di Yonkers, il sabato sera?  Una volta mi avete persino regalato un ventaglio. Forza venite a ballare.

(Vandergelder e Dolly cominciano a ballare. Cornelio che sta ballando con la signora Molloy va ad urtarsi con Orazio – schiena contro schiena -, Vandergelder si volta a guardarlo. (Sulle prime non lo riconosce poi, all’improvviso, lancia un urlo.)

VANDERGELDER

Sei licenziato. Non una parola. Licenziato in tronco. E dov'è quell'idiota di Barnaba Tucker? Licenziato anche lui!  (Le due coppie, ridendo, scappano verso la porta che da sulla strada.)

VANDERGELDER

(puntando il dito sulla signora Molloy, urla)  Si ritenga licenziata.

MOLLOY

(puntando, a sua volta, il dito su Vandergelder) Si ritenga lei licenziato!  (i quattro escono)

SCENA NONA  - Ambrogio, Ermengarda, Dolly, Vandergelder -

VANDERGELDER

Licenziati! (Entrano da sinistra Ambrogio ed Ermengarda; Vandergelder punta

il dito su Ermengarda)  Signorina ti metterò sottochiave per il resto della tua vita.

ERMENGARDA

Zio! (sviene tra le braccia di Ambrogio)

VANDERGELDER

(ad Ambrogio) Ti farò arrestare. Togliti di qui e non farti vedere mai più.

AMBROGIO

(trascinandosi dietro Ermengarda verso l’uscita) Non potete farmi niente, signor Vandergelder.

(Ambrogio ed Ermengarda escono dalla porta che da sulla strada. La signora Levi, che ha continuato a ridere di vero cuore, segue per la scena il frastornato signor Vandergelder ancora alla ricerca del suo portafoglio.)

DOLLY

Ed ecco, alla fine, come vi siete ridotto, signor Vandergelder. Senza nipote, senza commessi, senza sposina e senza portafogli. Ora, in questa situazione estrema, signor Vandergelder, ce una sola cosa che sono in grado di dirvi: - volete sposarmi? –

VANDERGELDER

No! (per sfuggirle sì precipita in cucina dalla porta di servizio)

DOLLY

(divertita, al pubblico) Accidenti, ragazzi. Quando si dice, un tipo difficile!  (esce da destra)

CALA IL SIPARIO

ATTO QUARTO

Casa della signorina FLORA Van Heysian. La scena mostra il salotto tipico di un’agiata zitella zeppa di ninnoli dai colori sgargianti; - sulle pareti sono appesi ritratti di famiglia, gabbie d'uccelli, scialli colorati, ecc. V’è una sola entrata: una porta larga a due battenti che si apre ai centro della parete di fondo. Dietro la porta si può vedere l'atrio che a sinistra ha un ingresso dalla strada e a destra immette sia in cucina che nel resto dei locali della casa.

Sulla sinistra della scena vi sono grandi finestre sulle quali scendono tende confezionate da pesanti drappeggi orlate di merletto. Sulla sinistra, posto di fronte, v’è il Sofà della signorina Van Heysian, ricoperto da cuscini colorati. Dietro la poltrona, il tavolo. Sulla destra v’è un altro piccolo sofà.

SCENA PRIMA

All'apertura del sipario la signorina Van Heysian è sdraiata sul sofà. La cuoca è alla finestra, a sinistra. La signorina Heysian, cinquantenne, curata nel corpo, solida, dall'espressione sentimentale, annusa una boccetta di sali aromatici.

La cuoca regge una ciotola di porcellana.

CUOCA

Sì, signorina.  Potrei giurare di aver sentito una carrozza fermarsi dinanzi il portone.

FLORA

Te lo sei semplicemente immaginato. Del resto la stessa vita è un’illusione. Tutti i nostri progetti… le nostre speranze per il futuro... cosa resta di loro? Sembra di raccontare la storia della mia vita! (canta per un minuto)

CUOCA

Pregate Dio che non sia successo nulla a quella cara ragazza. E’ così lungo il viaggio da Yonkers?

FLORA

Non proprio, ma abbastanza perché possa succedere di tutto.

CUOCA

Ormai è tutto il giorno che aspettiamo. Credo che a questo punto bisogna avvertire la polizia. Non vi sembra?

FLORA

La Polizia? Mia cara, se c'è la mano del destino, la polizia non può porci rimedio. Non preoccuparti: sarà tra tre giorni, o una settimana o anche fra un anno, ma alla fine sapremo cos'è successo.

E, se qualcosa sarà successo a Ermengarda, sarà per lui una lezione, e se la sarà meritata!

CUOCA

Lui, chi?

FLORA

Lui, quel suo zio crudele, quell’Orazio Vandergelder, e chiunque al mondo che abbia l'ardire di separare due giovani innamorati! Poveri giovani innamorati!, trovano già così tanti ostacoli sulla loro strada! Chi può saperlo meglio di me? Nessuno. Sembra di raccontare la storia della mia vita! (canta per qualche minuto) Ecco! Mi sembra proprio di sentire una carrozza. Corri a vedere!

CUOCA

Signorina, non si vede un bel niente.

FLORA

Visto? Cosa ti dicevo. illusione, tutto in questa vita è illusione, nient'altro che illusione!

CUOCA

Certamente, se avessero cambiato i loro programmi, il signor Vandergelder vi avrebbe mandato un messaggio.

FLORA

Oh, non ci vuole molto a capire cosa sia successo. La povera ragazza avrà pensato di finire in un'altra prigione, sotto un altro tiranno. Se solo avesse potuto sapere che io sono sua amica, che sono l'amica di tutti i giovani innamorati del mondo.. a quest'ora sarebbe già qui. Oh, eccome   La sua vita non sarebbe più minacciata da ostacoli e contrattempi come…

--Tata, qualche minuto fa la boccetta dei miei sali era qui, e adesso è letteralmente sparita!

CUOCA

E' ancora lì. Per meglio dire: l'avete in mano, signorina!

FLORA

Perbacco!, e come è successo? Dovrò indagare su questo fatto. Succedono proprio cose strane!

CUOCA

Mi chiedo se il signor Vandergelder non avrà provveduto a farla accompagnare.

FLORA

Due persone possono volatilizzarsi come.. (starnutisce)

CUOCA

Salute.  (corre alla finestra) Una carrozza, si è fermata una carrozza qui sotto. (il campanello suona)

FLORA

Su, presto va ad aprire. (La cuoca esce) Probabilmente è un errore. (starnutisce) Salute!

(dall’androne di entrata si sentono voci concitate come di un litigio) Mi sembra quasi di sentire delle voci.

CORNELIO

(da fuori scena) Mi rifiuto d'entrare. Questo è un paese libero, capito?

VETTURINO

(da fuori scena)  Avanti, march!

MALACHI

(da fuori scena) Su, dentro! Dobbiamo eseguire gli ordini.

CORNELIO

(da fuori scena) Non si può costringere una persona ad andare dove non vuole.

SCENA SECONDA - Malachi, Cornelio, Barnaba, vetturino, Flora e Cuoca -

(Entra Malachi, Seguito dalla cuoca. Il vetturino spinge Barnaba e Cornelio dentro la stanza, ma i due riescono a svincolarsi e a tornare verso l'entrata. Cornelio non ha più il soprabito della signora Molloy, mentre Barnaba indossa ancora gli abiti di Minnie.)

MALACHI

Chiedo scusa  Madame, siete la signorina Van Heysian?

FLORA

Si, per mia sfortuna. Potete spiegarmi tutto questo chiasso?

MALACHI

Ho qui due tipi che il signor Vandergelder mi ha detto di condurre a casa sua perché li sorvegli fino a quando arriverà personalmente. Qui  c'è una lettera per lei.

FLORA

Nessuno può venire a dirmi di trattenere gente a casa mia specie se queste persone non hanno voglia di starci.

MALACHI

Avete proprio ragione. Si fa tanto parlare di quei poveri disgraziati che scassinano le porte per entrare nel le case, signorina cara. Ma c'è più gente che vorrebbe scassinare le porte per scappare di casa, dico io! Portali dentro, Joe.

(Rientrano Cornelio e Barnaba, spinti dal vetturino)

CORNELIO

La signorina ed io non abbiamo nulla a che fare con questa faccenda. Siamo saliti su di una vettura di piazza e abbiamo chiesto di essere condotti al la stazione. Ma questi due bruti ci hanno portato qui e costretti ad entrare. Ci deve essere un equivoco.

VETTURINO

Voi, siete la signorina Van Heysian?

FLORA

La gente non fa altro che chiedermi  siete la signorina Van Heysian? Credo che questa sia un mia faccenda privata. E, adesso, volete tacere un minuto tutti quanti e lasciarmi leggere questa lettera in pace? "Vi mando Ermengarda e quella canaglia di Ambrogio Kemper. ." Adesso, almeno, so chi siete voi due. "Hanno in mente di scappare insieme"  Ecco qua!, è come la storia della mia vita! “Tratteneteli in casa vostra fino al mio arrivo." Non avete nulla da temere signor Kemper. (al Vetturino) Voi chi siete?

VETTURINO

Il mio nome è Joe. Devo star qui ad aspettare il vecchio. Sapete mi deve quindici dollari.

MALACHI

E' questo il punto, signorina. Noi si deve stare qui per non lasciarli scappare.

FLORA

(a Barnaba) Cara bambina! Togliti pure il mantello. Prenderemo il caffè insieme.

(a Malachi e al vetturino) Voi due uscite e aspettate nell'ingresso. Farò portare una tazza di caffè anche per voi. Tata, accompagnali!

(La cuoca spinge Malachi e il vetturino fuori nell’ingresso)

CORNELIO

Signorina non siamo le persone che aspettate. Pertanto non c'è alcuna ragione..

FLORA

Via, signor Kemper non sono per niente quel tiranno che voi immaginate.. Non dovete aver paura di me. So che volete fuggire con questa innocente fanciulla.. La mia vita è stata una continua sofferenza per gli ostacoli che gli altri hanno posto sul mio destino. Non permetterò che ciò capiti anche voi. Perciò, rimettetevi con fiducia interamente nel le mie mani. (Solleva il velo di Barnaba) Cara Ermengarda! (bacia Barnaba sulle guance) Ma dov'è il tuo bagaglio?

BARNABA

Ah, ecco.. si.. è..

CORNELIO

Niente paura. Provvederò io a recuperarlo domattina. E' andato smarrito.

FLORA

Hai smarrito i bagagli? Cosa vuoi farci, così va la vita ! Non importa, Ermengarda, ti darò io qualche vestito.

BARNABA

Veramente.. io.. non mi sentirò molto a mio agio..

FLORA

E'  proprio una bambina timida! Non è così? Cara piccola timidella! Tata, metti delle tortine nel forno e fai subito un buon caffè.

CUOCA

Subito, signorina. (esce verso la cucina)

FLORA

… nel frattempo andrò a preparare un bel bagno caldo per Ermengarda.

CORNELIO

Oh.. ma no.. signorina Van Heysian!

FLORA

Credimi Ermengarda, le tue pene sono al capolinea. Domattina voi due sarete sposati!

(a Barnaba) Cara bambina.. proprio com'ero io al la tua età, e mi rivedo anche nel le tue sofferenze. Mentre farai il bagno, starò con te a raccontarti la storia della mia vita!

BARNABA

Non posso farlo il bagno, signorina. Prenderei freddo!

FLORA

No, carina, non prenderai affatto freddo. Ti frizionerò tutto il corpo. Aspetta qua, torno in un attimo. (esce verso la cucina)

CORNELIO

(guardando giù in strada dalla finestra) Barnaba, non pensi che potremmo farcela a saltare giù in strada da questa finestra.

BARNABA

Credo di si, se abbiamo deciso di suicidarci..

CORNELIO

Allora non ci rimane altro che stare qui in atteso che succeda qualcosa. Barnaba la nostra è una situazione disperata.

BARNABA

Erano le quattro e mezza quando la situazione ha cominciato ad essere disperata.  E da quel momento è sempre andata peggiorando. Non ci mancava che dover fare il bagno con la signorina Vanesia che mi friziona in tutto il corpo!

(La signorina Flora rientra dalla cucina)

FLORA

Ermengarda!, non ti sei ancora tolto quel mantello fradicio di pioggia. Vieni, il tuo bagno è quasi pronto. E voi, signor Kemper venite in cucina ad asciugarvi i piedi dinanzi la stufa.  (Suona il campanello entra la Cuoca) Ed ora cos'è? Ah, il campanello. Deve essere vostro zio.

CUOCA

Ancora il campanello. (guarda dalla finestra) Si è fermata una carrozza qui davanti; e ci sono un altro uomo e un'altra ragazza.

FLORA

Bene vai ad aprire e falli accomodare, Tata. Voi due venite con me. Vieni Ermengarda.

(La cuoca esce dal la porta di fondo. Flora trascina Cornelio e Barnaba, che non vorrebbe seguirla. in cucina)

SCENA TERZA - Ambrogio, Ermengarda, Cuoca, poi Flora -

(da fuori scena)

CUOCA

No, questo è impossibile- Comunque accomodatevi. (Entra Ermengarda seguita da Ambrogio, che porta due valigie.) Deve esserci un equivoco. Lo chiederò alla signorina Van Heysian, ma è evidente che vi sbagliate.

ERMENGARDA

Vi ripeto che sono la nipote del signor Vandergelder, la signorina Ermengarda!

CUOCA

Scusatemi signorina, ma voi non potete essere la signorina Ermengarda.

ERMENGARDA

Ma si che lo sono! Lo sono! E questi sono i miei bagagli.

CUOCA

Bene, adesso dico alla signorina Van Heysian chi dite di essere, ma non ci crederà. (esce)

AMBROGIO

Ormai sei al sicuro qui Ermengarda.  Sarà meglio che io vada prima che mi veda.

ERMENGARDA

Oh, no!  C'è bisogno che tu resti. Mi sento così sperduta qui.

AMBROGIO

Ti capisco, ma il signor Vandergelder sarà qui a momenti.

ERMENGARDA

Ambrogio: ti proibisco dì andartene. Non puoi abbandonarmi da sola in questa casa di matti presidiata sull'uscio da due ubriachi! Ambrogio.. ecco, Ambrogio.. potremmo dire che tu sei un uomo di fiducia di mio zio incaricato di accompagnarmi qui prendendoti cura di me. Lasciami pensare.. potresti essere.. si, certo: Cornelio Hackl.

AMBROGIO

Cosa? Chi sarebbe questo Cornelio Hackl?

ERMENGARDA

Ma lo sai benissimo chi è: il capo commesso di mio zio!

AMBROGIO

Non voglio essere Cornelio Hackl. Proprio no. Semmai vieni con me  Ti porto a casa di un mio  amico o dalla signora Levi.

ERMENGARDA

Ma se è proprio la signora Levi che ci ha condotti dritti dallo zio Orazio! Oh!, in questo momento vorrei essere a Yonkers, dove non succede mai niente! (entra la signorina Van Heysian)

FLORA

Cos'è questa storia che mi hanno raccontato? Chi saresti, tu?

ERMENGARDA

Ma zia Flora.. non vi ricordate di me? Sono Ermengarda!

FLORA

E sei la nipote del signor Vandergelder?

ERMENGARDA

Certo che lo sono!

FLORA

Beh, è una faccenda curiosa, perché lo zio mi ha appena mandato un’altra nipote che si chiama pure Ermengarda. Ed è arrivata con una sua lettera che mi spiegava ogni cosa.

Tu ce l’hai una sua lettera?

ERMENGARDA

No..!

FLORA

Non te l'ha data? E questo chi è?

ERMENGARDA

E' Cornelio Hackl, zia Flora!

FLORA

Mai sentito nominare!

ERMENGARDA

E' il capocommesso del negozio dello zio.

FLORA

Mai sentito nominare! L'altra Ermengarda è venuta con l'uomo di cui è innamorata. Questa mi sembra una prova convincente. Quell'altra è arrivata con Ambrogio Kemper.

AMBROGIO

(sbottando) Ambrogio Kemper?

FLORA

Si, signor Hackl; è Ambrogio Kemper in questo momento è in cucina a scaldarsi i piedi davanti alla stufa! (Ermengarda scoppia in lacrime Flora la fa accomodare sui sofà accanto a lei.)  Su, bambina, qual' è il problema?

ERMENGARDA

Oh, povera me!, non so più cosa fare!

FLORA

(a voce bassa) Tu lo ami davvero?

ERMENGARDA

Si, lo amo!

FLORA

Lo avevo capito! - e c'è qualcuno che vorrebbe separarti da lui, vero?

ERMENGARDA

Proprio cosi!

FLORA

Avevo capito anche questo!; e di chi si tratta? Di Orazio Vandergelder?

ERMENGARDA

Si!

FLORA

Mi basta! Ho deciso di che mettere a freno le manie impiccione Orazio Vandergelder!

(FLORA fa posto accanto a se anche per Ambrogio) Signor Hackl , consideratemi una vostra amica. Venite a scaldarvi anche voi in cucina, con gli altri innamorati. (si alza e si avvia verso la cucina) Stabiliremo dopo chi sono loro e chi siete voi. Ti farebbe piacere fare un bagno caldo, cara?

ERMENGARDA

Oh, Si!

FLORA

Bene! Non appena avrà finito Ermengarda, potrai iniziare a fare il bagno tu. (entra Cornelio dalla cucina)

SCENA QUARTA - Cornelio e detti –

CORNELIO

0h, signorina Van Heysian..

ERMENGARDA

Voi, signor Hackl..

CORNELIO

(Lambendo Ermengarda e parlandole quasi all 'orecchio) Non chiamatemi così.. poi vi spiegherò, vi spiegherò tutto.-

FLORA

Signor Kemper ! - Signor Kemper, questo è Cornelio Hackl! (ad Ambrogio) Signor Hackl, questo è Ambrogio Kemper. (pausa, i due si guardano imbarazzati) Ma vi conoscete già?

AMBROGIO

No!

CORNELIO

Assolutamente!

AMBROGIO

(con foga) Signorina Van Heysian, posso garantirvi che costui non è Ambrogio Kemper!

CORNELIO

(con foga) E lui non è Cornelio Hackl!

FLORA

Cari ragazzi! Che importanza può avere come vi chiamate? Ciò che conta è che voi siate voi! Che siate vivi e veri!, lo siete signor Hackl? (gli dà un pizzicotto)

AMBROGIO

Ahi!

FLORA

Pensate! Questa dolce fanciulla crede di essere Ermengarda, la nipote del signor Vandergelder!

ERMENGARDA

Ma è vero!

FLORA

Ciò di cui si può esser certi è che siete innamorati. Il resto non è altro che pura immaginazione!, (dà un pizzicotto sul braccio a Cornelio)

CORNELIO

Ahi!, signorina Van Heysian!

FLORA

(venendo avanti alla ribalta e parlando all'indirizzo del Pubblico) Tutti continuano a chiedermi: siete la signorina Van Heysian? (Si fermerà come colta dal dubbio sulla sua identità tradendo nel viso un'espressione di sbigottimento. Si darà, come per prova, un pizzicotto sul braccio. Ciò sembrerà tranquillizzarla del tutto. Quindi si rivolgerà di nuovo ai due giovani)

FLORA

Bene!, adesso voi due giovanotti sedetevi e familiarizzate tra voi mentre questa dolce fanciulla fa un bel bagno caldo. (Suona il campanello. Ermengarda esce. Flora fa per seguirla, ma si ferma; entra la cuoca)

CUOCA

Il Campanello ha suonato ancora!

FLORA

Bene, vai ad aprire, allora. (sì avvia, di nuovo)

CUOCA

(guarda giù in strada dalla finestra. Mostrerà di essere contenta di poter avere tanta gente in casa) Si è fermata una carrozza. Ci sono tre donne. Che notte, ragazzi! (esce dalla porta centrale)

SCENA QUINTA- Dolly, Ambrogio, Cornelio, Flora, poi la signora Molloy e Minnie -

FLORA

(si ferma ancora e si gira verso i due uomini) Ragazzi dovete stare tranquilli. Farò in modo che il signor Vandergelder vi faccia sposare le sue nipoti. (entra Dolly)

DOLLY

Comeva, Flora?

FLORA

Dolly Gallagher!, ma chi ti ci porta qui!

DOLLY

Santi numi, Flora, chi sono quei due ubriachi li fuori nel tuo androne?

FLORA

Non lo so. Me li ha mandati Orazio Vandergelder!

DOLLY

Beh, anch'io ti ho portato due ragazze che sono grossomodo nelle stesse condizioni. Ma, a parte questo, sono le più deliziose ragazze del mondo. (torna fuori dalla porta centrale, e riappare conducendo con se Molloy e Minnie) Ti presento le signorine Irene Molloy e Minnie.

FLORA

Lieta di fare la vostra conoscenza.

DOLLY

Oh, vedo che ci sono qui anche i due giovanotti! Signor Hackl ero preoccupato per lei, pensavo di doverlo cercare in giro per la città. (mima il gesto puntando il dito in giro per la stanza)

CORNELIO

Non ce n è bisogno, signora Dolly, e mi creda, son pronto ad affrontare qualunque situazione.

DOLLY

Meglio così il signor Vandergelder sarà qui a minuti. E' di sotto che tenta di pagare il vetturino senza avere un soldo in tasca!

MOLLOY

(mostrando il portafogli di Orazio) Io potrei aiutarlo.

DOLLY

Oh, si, vuoi davvero, cara? Hai dovuto già pagare il conto al ristorante! Devi avere parecchie centinaia di dollari in quel portafogli!

MOLLOY

E' quello che ha perso. Non posso darglielo indietro senza passare per..

DOLLY

Dallo a me, ci penso io. Prendi questi soldi intanto, e va a pagare la carrozza. (dopo aver preso un biglietto da cento dollari, che da a Molloy, si mette, con estrema indifferenza,  il portafogli sotto il braccio)

VANDERGELDER

(da fuori) Qualcuno vuol venire a pagare la carrozza? (Molloy esce dalla porta centrale)

MOLLOY

(da fuori) Ci penso io, signor Vandergelder.

SCENA SESTA - Vandergelder e detti poi Molloy –

(Entra in scena il signor Vandergelder - che indossa il soprabito, ha in mano il bastone e nell'altra la scatola di cioccolatini - seguito da Malachi e il vetturino.)

VETTURINO

Sono quindici dollari, signor Vandergelder.

MALACHI

Ben arrivato signor Vandergelder.

VANDERGELDER

(A Malachi) Tu sei licenziato! (al vetturino) ed anche tu! (Malachi ed il vetturino vanno fuori, ad aspettare nell'androne) Finalmente vi ho pescato voi due ! (ad Ambrogio) Non voglio più vederti!

(a Cornelio) e tu sei licenziato da fidanzato! Ed ora, fuori tutte e due! (dà un colpo di bastone sul bordo del sofà, immediatamente Flora gli da un colpo  sulla spalla con una rivista arrotolata)

FLORA

(con estrema decisione) Ascolta un po’, smettila di scacciare la gente fuori di casa mia. A Yonkers puoi comandare e sbraitare quanto ti pare. Ma quando sei a casa mia abbi la compiacenza di controllarti.

VANDERGELDER

Sono ambedue delle emerite canaglie!

FLORA

Per cominciare, togliti il cappello. E voi, signori, restate dove siete.

CORNELIO

Signor Vandergelder, posso spiegarle –

FLORA

Non c'è bisogno di nessuna spiegazione. Orazio smettila di fare gli occhi torvi al signor Kemper. Fate immediatamente la pace.

VANDERGELDER

Ma quello non è Ambrogio Kemper, è un fior di canaglia che si chiama Cornelio Hackl!

FLORA

Sei tutto pazzo. (puntando Ambrogio) L’altro è Cornelio Hackl!

VANDERGELDER

Perbacco saprò ben riconoscere il mio capocommesso!

FLORA

Non m’importa niente dei loro nomi. Sii gentile con questi signori e salutali oppure vattene via.

VANDERGELDER

Cosa? Devo salutare –gentilmente - queste due canaglie?

FLORA

Orazio Vandergelder, hai avuto una giornata stressante. Non credo che tu abbia voglia di andartene fuori sotto la pioggia, adesso. Fallo anche solo formalmente, ma stringi la mano a questi due signori. Potrai litigare con comodo con loro, domani.

VANDERGELDER

(porgendo un dito da stringere a Cornelio) Ecco. Ma non considerarlo una stretta di mano. (Si gira verso Ambrogio e porge, con un  sorriso ironico un dito anche a lui) E bada, non voglio più vederti! (La signora Molloy entra dalla porta centrale)

MOLLOY

Signorina Van Heysian!

FLORA

Sicara?

MOLLOY

E' odore di caffè, quello che sento?

FLORA

Si, cara.

MOLLOY

Posso averne una tazza, ben forte e caldo?

FLORA

Venite tutti quanti in cucina a bere un buon caffè. (si avviano tutti verso la cucina)

Orazio Vandergelder, ti interesserà sapere che qui a casa mia ci sono due Ermengarda.

VANDERGELDER

Cosa?

(Per ultima uscirà Minnie che inanellerà alcune piroette tenendosi un dito in fronte­. Dolly che se n'è rimasta in piedi in disparte si muoverà verso il proscenio mentre Minnie, girato intorno al divano, uscirà dalla porta che da in cucina. Dolly rimasta sola, èora al proscenio e si rivolgerà verso un immaginario interlocutore - che sarà il suo defunto marito Ephraim)

           

Ephraim Levi  ti comunico che sto per risposarmi. Ephraim, sposerò Orazio Vandergelder,  lo sposo per i suoi soldi. Per fare in modo che prendano un po' d'aria secondo i tuoi insegnamenti. Oh!, non sarà la stessa cosa di quando ti ho sposato, ma sono convinta di poterlo fare felice e, caro Ephraim, detta come va detta, mi sono rotta. Mi sono rotta di vivere alla giornata. Perciò chiedo il tuo permesso, Ephraim: mi lasci libera di farlo? (Ora si rivolgerà al pubblico,  mostrando il portafogli) Soldi, soldi! - E' il sole sotto cui viviamo; ci possono uccidere o guarire. - I soldi del signor Vandergelder! Orazio Vandergelder non si stanca mai di dire che a questo mondo la maggior parte della gente è matta, e in qualche modo ha ragione. Non vi sembra? Lui, Cornelio, Irene,io stessa! Ma c'è un momento nella vita di ciascuno di noi in cui bisogna decidere se restare tra gli altri pazzi o ritirarsi a fare i pazzi da soli. Per ciò che mi riguarda preferisco stare in compagnia di tutti gli altri pazzi. Ma non sono stata sempre così. Dopo la morte di mio marito per un po’ ho condotto una vita ritirata. Sì, roba che alla sera facevo uscire il gatto, mettevo il lucchetto al la porta, mi facevo una tazza di latte caldo corretto con rum e prima di mettermi a letto dicevo le mie brave preghiere, ringraziando il Signore di essere mantenuta libera ed indipendente. Allora, atterrivo all'idea di dover dividere le mie giornate con un qualunque altro essere umano. E quando dal campanile della Chiesa della Trinità rintoccavano le dieci, mi mettevo a dormire e mi sentivo unadonna pienamente realizzata. Ma una notte, dopo due anni di questa vita, una foglia di quercia cadde dalla mia Bibbia. L'avevo messa lì il giorno che Ephraim aveva chiesto di sposarmi. Quella foglia di quercia era ancora perfetta. Ma sfiorita, senza vita. E, improvvisamente mi resi conto che eratanto tempo che non mi veniva da piangere, che non provavo quella stupenda sensazione d'ansia che prende quando sei in attesa di qualcosa che succeda, ma non ne hai la certezza. E mi resi conto che la mia vita era sfiorita come quella foglia. E quella notte decisi di tornare a vivere tra gli umani.D’accordo, siamo tutti più o meno pazzi e pericolosi per la sopravvivenza del mondo. Ma il modo migliore per evitare disastri è quello di concederci quelle quattro o cinque piacevoli distrazioni di cui non si può fare a meno. E per poterceli permettere abbiamo bisogno di un po' di soldi! Tra avere un po' di soldi e non avere niente c'è una differenza infinita!, tanto da sconvolgere il mondo. Tra un po’ di soldi e tanti soldi, invece, la differenza è minima.. ma può ugualmente sconvolgere il mondo!

Se devo dire la mia, il denaro, con rispetto parlando, è come il letame. Non serve a niente fin quando non lo spandete in giro. Comunque, è questo ciò che pensa la seconda signora Vandergelder.

SCENA SETTIMA- Vandergelder, Dolly –

(Entra il signor Vandergelder reggendo due tazze di caffè, con l'anca chiude le ante della porta alle sue spalle)

VANDERGELDER

La signora Van Heysian mi ha chiesto di portarvi il caffè.

DOLLY

Grazie a tutte e due. Ma adesso sedetevi e statevene un po’  tranquillo. Che aria tira di là in cucina?

VANDERGELDER

Un cumulo di scemenze. Si sono innamorati tutti quanti. Comunque li ho perdonati, Ermengarda e il suo artista.

DOLLY

Sapevo che l'avreste fatto.

VANDERGELDER

Ed ho anche preso Cornelio come socio.

DOLLY

Non ve ne pentirete.

VANDERGELDER

Dolly, avete detto delle cose spiacevoli sul mio conto questa sera al ristorante.. anche sul la mia casa.. ed altro ancora.

DOLLY

Non parliamone più.

VANDERGELDER

Dolly voi avete un mucchio di difetti..

DOLLY

So cosa intendete dire.

VANDERGELDER

Siete possessiva, presuntuosa, intrigante…

DOLLY

Vi prego  continuate…

VANDERGELDER

Ma siete una donna meravigliosa. Dolly, volete sposarmi?

DOLLY

Orazio! (alzandosi) Basta cosi!

VANDERGELDER

So che mi sono comportato da stupido con la signora Molloy, e con quell'altra.. Ma Dolly, perdonatemi e sposatemi!            (si inginocchia dinanzi a Dolly)

DOLLY

Orazio, non posso! non posso!

VANDERGELDER

Perché?

DOLLY

Vi rendete conto che siete il primo cittadino di Yonkers? Voi vi aspettate da una moglie che dia dei ricevimenti ufficiali, che sia sollecita a ricevere tutti i vostri amici. Vostra moglie dovrà essere portata per questo tipo di vita.

VANDERGELDER

(dopo una breve pausa con se stesso) Dolly, potrai organizzarti la vita come vuoi!

DOLLY

Orazio, non potete negarlo.  La donna che sposerete deve avere - personalità -. Io ho personalità?

VANDERGELDER

Ma certo che l'avete,.. donna adorabile!

DOLLY

Oh, non siete sincero!

(attraversa la scena, strizzando l’occhio al pubblico, poi va a sedersi sul sofà a destra. Vandergelder la segue spostandosi sulle sue ginocchia.) Orazio non  basterà che voi copriate vostra moglie di denaro e gioielli, che insistiate perché faccia beneficenza a tutta l’intera città.

(Orazio si alza con aria preoccupata si farà venire qualche colpo di tosse per coprire le parole di Dolly) Si, vostra moglie dovrà avere molta personalità. Voi credete che io ne abbia sufficientemente?

VANDERGELDER

Dolly,  tutti sanno che quando vi mettete una cosa in testa finite sempre per spuntarla!

DOLLY

Ci proverò. Con il vostro aiuto potrei riuscirci. - Eh, visto che siamo in argomento, ho trovato il vostro portafogli.

VANDERGELDER

Ma dove l'avete.. siete proprio una donna eccezionale!

DOLLY

Si può dire che me lo sono ritrovato in mano. Non so come èstato. Talora mi sorprendo di come mi succedano queste cose. Orazio, prendetelo. I soldi mi vanno via troppo in fretta.

VANDERGELDER

No, no, tenetelo voi.

DOLLY

Orazio! (a metà tra il riso e il pianto, con sincera commozione) Non avrei mai creduto.. di sentirvi dire una cosa simile!

SCENA OTTAVA- Barnaba e Detti, poi tutti gli altri -

BARNABA

(arriva di corsa dalla cucina, eccitatissimo, non indossa più gli abiti di Minnie) Oh, scusatemi, non pensavo ci fosse qualcuno.

VANDERGELDER

(digrignando tra i denti) Non pensavo ci fosse qualcuno! idiota.

DOLLY

(accarezzando con tenerezza il braccio di Orazio) Vieni avanti Barnaba, vieni pure.

VANDERGELDER

(fisserà Dolly per qualche minuto, poi, imitando il tono di Dolly si rivolgerà anche lui a

Barnaba) Vieni avanti Barnaba, vieni pure.

BARNABA

Cornelio sposerà la signora Molloy!

DOLLY

Non è splendido, Orazio! (Dolly si alza e fa segno che Orazio deve dire qualcosa di importante)

VANDERGELDER

Barnaba, va dagli altri e di loro che la signora Levi ha accettato…

DOLLY

Ha finalmente accettato.

VANDERGELDER

Ha finalmente accettato di sposarmi!

BARNABA     

Per dindirindina (Si precipita alla porta).Ehi, venite tutti a sentire. Il vecchio lupo - voglio dire -  il signor Vandergelder si sposa con la signora Levi!

(entra la signorina Van Heysian seguita da tutti gli altri personaggi che erano giunti a casa sua nel quarto atto. La signorina, adesso, regge la scatola di cioccolato).

FLORA

Dolly, questa è la più bella notizia che abbia mai sentito. (si rivolgerà al pubblico) E' appena finito il caffè, sono finite le tortine al senape, ma vi sono a casa mia tre coppiette e tutte e tre coroneranno il loro sogno d'amore sposandosi! E, sapete una cosa, una di quelle Ermengarda, non era per niente una cara fanciulla, ma un ragazzone!   Non ve lo dicevo io: così è la vita: illlusione, nient’altro che illusione!

DOLLY

(anche lei rivolgendosi al pubblico) Si, il caffè è finito, le tortine sono finite, ed è finita anche questa commedia. Ma c’è ancora una cosa che dobbiamo fare…Barnaba vieni qui.

(gli sussurra qualcosa indicandogli il pubblico, poi si rivolgerà di nuovo al pubblico). Credo che a Barnaba spetti di farci capire la morale di questa commedia. (Barnaba, che si mostra alquanto riluttante, viene spinto dagli altri alla ribalta).

BARNABA

Oh, io credo che abbia a che fare.. credo che c'entri  l’avventura. Sapete qual'è il segno che state vivendo un‘avventura? Quando ci siete nel bel mezzo e improvvisamente pensate “ma qui è un casino del diavolo! come sarebbe meglio essere a casa seduto comodamente in poltrona”.

Mentre il segno che qualcosa non va nel vostro tran-tran quotidiano è dato dal fatto che mentre state comodamente seduto in poltrona pensate  "Oh come vorrei vivere un’avventura, fare un casino del diavolo!”. Noi vi auguriamo che voi abbiate la giusta dose di comode poltrone e di - casini del diavolo -. E vi ringraziamo di essere venuti qui stasera a stare seduti comodamente in poltrona mentre noi eravamo in un casino del diavolo, e cosìsperiamo che quando noi andremo a sdraiarci nelle nostre comode poltrone, sia il vostro turno di essere in un casino del diavolo! Che casino che ho fatto! Grazie ancora! Buona notte!

CALA LA TELA

(Il corsivo finale è una libera interpretazione del testo)

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