La serra

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di Harold Pinter

PERSONAGGI

Roote, uomo sui cinquant'anni

Gibbs, uomo sui trent'anni

Lamb, uomo sui vent'anni

Miss Cutts, donna sui trent'anni

Lush, uomo sui trent'anni

Tubb, uomo di cinquant'anni

Lobb, uomo di cinquant'anni

LE SCENE

L'ufficio di Roote.

Una scala.

Un soggiorno.

Una stanza insonorizzata.

L'ufficio di Lobb al Ministero.

Einaudi

Nota dell'autore.

Scrissi La serra nell'inverno del 1958. La misi da parte per poterci riflettere ancora e non tentai, in quegli anni, di farla rappresentare. Continuai invece a scrivere Il custode. Nel 1979 rilessi La serra e decisi che valeva la pena di metterla in scena. Feci alcuni cambiamenti durante le prove, soprattut­to tagli.

La serra (The Hotkousé) è stata rappresentata per la prima volta all'Hampstead Theatre, a Londra, il 24 aprile 1980 con la regia di Harold Pinter. Poi fu trasferita all'Ambassador Theatre, a Londra, il 25 giugno 1980, con la seguente distribuzione:

Roote                   Derek Newark

Gibbs                       James Grant

Lamb                 Roger Davidson
Miss Cutts       Angela Pleasence

Lush                          Robert East

Tubb                   Michael Forrest

Lobb                Edward de Souza

Scene di Eileen Diss

Costumi di Elizabeth Walker

Luci di Gerry Jenkinson

Suoni di Dominic Muldowney

Nell'estate del 1993 La serra è stata messa in scena da David Jones al Chichester Minerva Theatre con lo stesso Pinter nel ruo­lo di Roote.


ATTO PRIMO

L'ufficio di Roote. Mattino.

Roote è in piedi vicino alla finestra e guarda fuori. Gibbs è allo schedario, sta esaminando alcune pratiche.

roote    Gibbs.

gibbs    Sissignore?

roote    Mi dica...

gibbs     Sissignore?

roote    Come va il 6457?

gibbs    Il 6457, signor direttore?

roote     Sì.

gibbs    È morto, signore.

roote    Morto?

gibbs    E morto giovedì, signore,

roote    Giovedì? Ma cosa dice? Che giorno è oggi?

gibbs    Sabato, signore.

roote Sabato... ma, dio mio, gli ho parlato, quand'è sta­to? (Apre la sua agenda da tavola) Recentemente. L'altro giorno. Ieri, se non mi sbaglio. Aspetti un attimo.

gibbs    Ieri mi sembra un po' difficile, signore.

roote    Perché?

gibbs  Ho provveduto io, personalmente, alle sue esequie, signore.

roote    Ma è ridicolo. Di cosa è morto?

gibbs    Come ha detto, signore?

roote    Visto che è morto, mi dica di cosa è morto?

gibbs    Di infarto, signore.

Roote lo fissa, si siede alla scrivania e consulta l'agenda.

      

roote Aspetti... ecco qui. L'ho trovato. Colloquio con il 6457, ore dieci, venerdì mattina. Per cui ieri. Come lo

spiega?

gibbs    Credo ci sia una piccola discrepanza, signore.

roote Discrepanza! Altro che discrepanza! Lei viene a dirmi che un uomo è morto quando io ho segnato qui di aver parlato con lo stesso ieri mattina. Mentre, secondo lei, si trovava già nella fossa. Ha proprio ragione, ci deve essere una piccola discrepanza.

gibbs    Intendevo... nelle date, signore.

roote    Nelle date? Che date?

gibbs Nella sua agenda, signore. (Si avvicina alla scrivania) Mi permetto di farle notare che lei si riferisce a venerdì, diciassette. (Gli indica la data sulla pagina) Lì, signore. Ie­ri era venerdì ventiquattro .(Gira le pagine in avanti e gli indica una data) Qui, signore. Lei ha avuto un colloquio col 6457, il diciassette. E lui è morto il ventitré. (Gli indica una data) Qui.

roote Cosa! (Gira la pagine all'indietro) Buon dio. ha ra­gione. Ha proprio ragione. Incredibile. Un'intera setti­mana vuota, non c'è segnato nulla su questa agenda.

gibbs Non ha ricevuto nessun paziente la scorsa settima­na, signore.

roote    Ah, no, eh? E perché?

gibbs Il giorno diciotto lei, signore,... ha deciso di cancel­lare tutti i colloqui fino a nuovo ordine.

roote  (lentamente)    Ah, già. È vero.

Gibbs gira intorno alla scrivania.

gibbs E per la precisione vorrei farle notare, signore, se me lo permette, che parrebbe esserci anche un'altra discrepanza.

roote    Un'altra?

gibbs    Sissignore.

roote    Lei è molto zelante stamattina, vero Gibbs?

gibbs  Cerco di mantenere vivo il mio spirito di osservazio­ne, signore.

roote Non mi stia troppo vicino. Così mi sta addosso. Che c'è?

gibbs Mi scusi, signore. (Si allontana di un passo dalla scrivania).

roote    C'è tanto spazio qui. Perché continua a soffiarmi sul collo?

gibbs    Le chiedo scusa, signore.

roote    Non c'è niente di più fastidioso.

gibbs     Sono uno sbadato, signore.

Pausa.

roote    Beh... e allora, quest'altra discrepanza?

gibbs (con tono piatto)   Non era con il 6457 che ha avuto il colloquio del diciassette, signore.

roote    Gibbs.

gibbs    Signore?

roote    Una domanda.

gibbs    Sissignore.

roote    Mi sta prendendo per il culo?

gibbs    Non mi permetterei mai, signore.

Breve pausa.

roote  E va bene. Ha appena detto che non era con il 6457 che ho avuto il colloquio del diciassette. Quali prove ha a sostegno di questa sua tesi?

gibbs    I numeri sulla sua agenda, signore.

roote    I numeri?

gibbs Un numero, signore. Se mi permette... (Si china sul­la scrivania)... questo qui.

roote    Quale?

gibbs    Questo. Non è un sette, signore. È un nove.

roote    Un nove?

gibbs    Nove, si, signore. Il numero è 645...9.

roote Buon dio, è vero. Nove. Beh, non è un nove molto chiaro, non trova?

gibbs    Difatti lei ha avuto un colloquio con il 6459, signore.

roote Sarà così. Strano. Chissà perché ho pensato fosse un sette. (Si alza di scatto) È tutto così ridicolo! È il siste­ma che è sbagliato. (Attraversa la stanza) Dovremmo smettere di usare questi stupidi numeri. Servono solo a confondere le cose. Perché non usiamo i loro nomi, per l'amor di dio? Ce l'hanno un nome, no?

gibbs  È stato il suo predecessore a istituire l'uso dei numeri, signore.

roote    Come fa a saperlo?

gibbs    Così mi risulta, signore.

roote    Ma se lei, allora, non era nemmeno qui.

gibbs    Nossignore.

roote    Io invece c'ero.

gibbs    Sissignore.

roote  Ero lì in piedi, dove si trova lei adesso. Proprio lì. Dicevo sissignore, nossignore, certo signore. Proprio co­me lei. Non mi sono fatto raccomandare da nessuno per arrivare dove sono arrivato. Ci sono arrivato da solo. Quando il mio predecessore... si è ritirato... mi hanno no­minato al suo posto. E lo sa perché leimi chiama signore, adesso?

gibbs    Sissignore.

roote    Perché?

gibbs    Perché anche lei lo chiamava signore, allora.

roote Esatto! (Pausa). Però qualche volta penso di essere stato un po' lento nell'introdurre dei cambiamenti. Do­potutto cambiare è l'ordine delle cose. Cioè, voglio dire, è nell'ordine delle cose, non è l'ordine delle cose, è nell'ordine delle cose. (Breve pausa). Tuttavia, ogni tanto penso che avrei potuto istituire più cambiamenti... se ne avessi avuto il tempo. Non dico molti cambiamenti o cambiamenti drastici. Non sono necessari. Ma, per esem­pio, questo uso dei numeri. Sarebbe così più semplice se li chiamassimo con i loro nomi. Non faremmo tutta que­sta confusione. Dopotutto non sono mica dei criminali. È solo gente che ha bisogno di aiuto, a cui cerchiamo di dare quell'aiuto, in un modo o nell'altro, con tutta la di­screzione, e il criterio che abbiamo a disposizione, per­ché riacquistino la fiducia, fiducia in se stessi, fiducia ne­gli altri, fiducia nel... mondo. E che caspita? Dopotutto è gente raccomandata personalmente dal Ministero. Non sono mica dei Tizio, Caio o Sempronio... qualsiasi. (Si ferma, rimuginando) Spesso penso che deve essere deprimente... in un certo senso... essere considerati sem­pre e solo dei numeri. Dopo qualche anno che sono qui magari non si ricordano nemmeno il nome che gli hanno dato ì loro padri. O le loro madri. (Pausa}. Uno degli sco­pi di questo istituto è quello di incutere fiducia, in ognu­no di loro, quella fiducia che permetterà loro un giorno di dire «Io sono... Gubbins» tanto per fare un esempio.

Non tacile, non facile, lo so, ma certo il fatto che ci rivol­giamo a loro sempre come a un 5244 qualsiasi, rende il compito due volte più difficile, non crede? Noi perdiamo memoria dei loro nomi e loro perdono memoria dei pro-pri nomi. Spesso mi domando se questo sia un metodo giusto. (Si siede alla scrivania).

gibbs Vuole che le annoti sull'agenda di approfondire l'argomento, signore?

roote (seccamente)    Assolutamente no. Non possiamo.

gibbs    Non possiamo?

roote Lo sa anche troppo bene che non possiamo. Que­sta è una delle norme di procedura stabilite dalla costitu­zione originale. Ai pazienti deve essere assegnato un nu­mero e devono essere chiamati con quel numero. Così è e così deve rimanere. Ha capito?

gibbs    Perfettamente, signore. (Va allo schedario).

roote    Un decesso qui dentro?

gibbs    Mi scusi, signore?

roote    Un decesso? Ha detto che questo uomo è morto?

gibbs    Il 6457, signore? Sissignore.

roote    E qual era?

gibbs    Ha avuto molto a che fare con lui, signore.

roote    Ho trattato con lui personalmente?

gibbs    Sissignore.

roote    Insomma si può sapere chi era, per l'amor di dio?

gibes    Lo conosceva bene, signore.

boote  Non fa che ripetermelo! Ma io non mi ricordo un cazzo di lui. Com'era fisicamente?

Pausa.

gibbs    Magrolino.

roote    Capelli chiari?

gibbs (sedendosi)    Certo non scuri.

Pausa.

roote    Alto?

gibbs    Certamente non basso.

Pausa.

roote    Viso affilato?

gibbs    Piuttosto affilato, signore.

roote  Sì. (Pausa). Sì, aveva un viso piuttosto affilato, vero?

gibbs    Sì, piuttosto affilato, signore.

roote    Zoppicava un po'?

gibbs    Un tantino forse.

roote Certo, zoppicava. Zoppicava con la gamba sinistra.

gibbs    Con quella sinistra, signore?

roote    Beh, con una delle due. Su questo non ho dubbi.

gibbs    Sì, zoppicava un po', signore.

roote Sì, certo che zoppicava. (Pausa). Zoppicava un po'. Quando camminava... zoppicava. Aveva i capelli prematuramente grigi. Prematuramente grigi. (Pausa). Sì, lo ricordo benissimo. (Pausa). È morto, ha detto?

gibbs    Sissignore.

roote Perché non mi è stato riferito? È suo preciso com­pito tenermi informato su tutto quello che succede qui dentro, per quanto insignificante o banale possa essere. Esigo una risposta. Perché non mi è stato riferito?

gibbs Ha firmato lei il certificato di morte, signore. (Va al­lo schedario).

roote    Ha avuto una sepoltura decorosa?

gibbs    Molto decorosa, signore.

roote Non capisco perché non sono stato invitato. Chi ha pronunciato l'estremo saluto?

gibbs    Non c'è stato nessun estremo saluto, signore.

roote (scandalizzato) Nessun estremo saluto? (Si alza, va alla finestra e guarda fuori) Sta nevicando. Non è l'ora della passeggiata dei pazienti?

gibbs    Non oggi, signore.

roote    Perché no?

gibbs    È Natale, signore.

Roote torna alla scrivania e si siede.

roote Va bene, per ora è tutto. Non si dimentichi di nien­te. (Guarda alcune carte. Gibbs non si muove. Roote alza lo sguardo) Che c'è? Cosa aspetta?

gibbs Mi ha fatto una domanda prima, signore, a cui non ho avuto la possibilità di rispondere.

roote Non ne ha avuto la possibilità? Che significa? Che ho parlato troppo?

gibbs Ma si figuri, signore. Siamo semplicemente passati a un altro argomento.

roote (guardandolo)    Gibbs.

gibbs    Sissignore?

roote (con tono confidenziale) Detto fra noi, da uomo a uomo, non è che per caso lei mi stia prendendo per il culo?

gibbs Nossignore, nel modo più assoluto. Per nessuna ra­gione. Mi sembra solo riprovevole da parte mia non ri­spondere alle domande che lei mi rivolge, o per lo meno penso di dover fare del mio meglio per adempirvi. Lei di­pende da me per certe informazioni e credo che sia mio preciso dovere fornirgliele, soprattutto quando la richie­sta è specifica.

roote Smetta di pontificare! È stata una mattinata massa­crante. Se la mattinata è andata così chissà come sarà il re­sto della giornata! Non c'è metodo, questo è il vero guaio. Senta, La prossima volta che le faccio una doman­da mi risponda subito, così non perdiamo tanto tempo a girarci intorno. Non c'è disciplina in questo posto. (Pau­sa). Avanti, mi dica, qual è questa domanda?

gibbs    Lei mi ha chiesto, signore...

roote Aspetti! (Si sporge sulla scrivania. Con calma) Prima di continuare, Gibbs, lasci che le dica una cosa. Stia molto attento a quello che dice. Sta per ripetermi una domanda che sostiene abbia fatto io. Non so quello che sta per dire, ma appena l'avrà detto saprò immediatamente se quella domanda l'ho fatta io, oppure no. Non ne dubiti.

gibbs    Sissignore.

roote  Non sono mica arrivato qui per caso. Me ne accor­gerò subito. Non ne dubiti.

gibbs    Nossignore.

roote  Si attenga ai fatti, amico mio, e non ci allontanere­mo troppo dalla verità.

gibbs    Sissignore.

Pausa.

roote    Forza, qual era la domanda?

gibbs    Mi aveva domandato come stava il 6459, signore.

      

Pausa.

roote (senza espressione)     Davvero?

gibbs Per essere più precisi, signore, lei mi aveva chiesto informazioni del 6457, ma, siccome sappiamo che il 6457 è morto, abbiamo convenuto insieme, dopo aver risolto alcune discrepanze, che in realtà lei si riferiva al 6459.

Pausa.

roote (senza espressione)    Davvero?

Le luci si dissolvono sull'ufficio. E si alzano sul soggior­no. Miss Cutts e Lamb entrano nel soggiorno.

lamb   È stato proprio divertente. Gioca davvero bene, Miss Cutts.

cutts    Sul serio?

lamb Benissimo. Mi sono proprio divertito. (Miss Cutts si siede, Lamb va al distributore del caffè) Latte?

cutts    No, senza latte.

lamb (con un risolino) Lo sa che sono rimasto proprio sor­preso stamattina quando è venuta a chiedermi se sapevo giocare a ping-pong. In realtà, prima di oggi, non ci era­vamo scambiati nemmeno una parola. (Le porge il caffè) È stata davvero gentile. Gioca spesso?

cutts    No, non spesso.

lamb Beh, siamo stati proprio fortunati ad avere lo stesso turno del mattino, non trova? Ora sappiamo che abbia­mo qualcosa a cui tendere, una bella partita a ping-pong. Erano anni che non giocavo. (Pausa. Si siede col suo caffè) Le piace questo posto?

cutts    Oh, sì. È così gratificante.

lamb    Il suo lavoro?

cutts    Molto gratificante.

lamb    Immagino che lei sia qui già da qualche tempo?

cutts    Mmnn. Sì.

lame    E con il signor Roote? Va d'accordo?

cutts    È una persona incantevole, così genuina.

lamb  Sì, ne sono sicuro. In realtà... non ci ho ancora par­lato. Mi aspetto di conoscerlo da un momento all'altro. (Si alza, e cammina per la stanza) Vorrei solo avere qual­cosa di più da fare. Sono un tipo molto energico, io. Ho straordinarie facoltà mentali. Sono di quelli che non smettono mai di pensare - sa? E poi, quando mi e venuta in mente un'idea, ho voglia di metterla subito in pratica. Penso molto ai pazienti, qui. (Pausa) I pazienti le danno parecchio da fare, immagino?

cutts    Mmmn...

Lush entra nel soggiorno, di fretta.

lush    Avete visto Gibbs?

lamb Gibbs? (Lush esce). Che strano. Lìha sentito, signo­rina Cutts? Era Lush. Ha chiesto se avevamo visto Gibbs.

Miss Cutts è affondata nella poltrona.

cutts    Eh?

lamb  Lush. Si è affacciato un attimo fa. E ha chiesto se avevamo visto Gibbs.

cutts    E lo abbiamo visto?

lamb  Io no. (Pausa). Lo sa che io... non mi sono ancora abituato a questo posto. (Pausa). Ha capito come? Lo di­co solo a lei, non lo direi a nessun altro, naturalmente. E che non sono riuscito a legare con gli altri. Sì, mi sono im­battuto in Hogg, circa una settimana fa, vicino alla pale­stra, mi ha salutato molto gentilmente, ma non l'ho più ri­visto da allora. (Con un'improvvisa vivacità) Le spiego, in realtà le cose sono andate così... al Ministero mi dissero, allora lavoravo in uno degli altri dipartimenti, facevo un lavoro del tutto diverso... beh, comunque, mi dissero... «Lei è stato trasferito». Io avevo già sentito parlare di questo posto, ovviamente. E la cosa, li per li, mi entusia­smò. Ma... cosa dovrei fare esattamente, domandai. Glie­lo diranno quando sarà lì, mi risposero, noi riteniamo che lei abbia le qualifiche adatte. (Pausa). Testuali parole. Più di un anno fa. (Pausa). E ancora oggi non conosco il no­me di quello che ho sostituito, non so nemmeno perché se n'è andato. Su una cosa non ho dubbi, non faceva cer­to quello che faccio io. O se lo faceva, non lo faceva certo come lo faccio io. Tanto per cominciare da quan­do se n'è andato i turni sono stati tutti cambiati. Quin­di non aveva il mio stesso turno, e se non aveva il mio turno,  mi sembra  impossibile  che potesse avere  il mio stesso compito. Perché sono proprio i turni a diffe­renziare i compiti. (Pausa). Prenda il mio lavoro, per esempio. Devo controllare che tutti i cancelli esterni sia­no chiusi dall'interno e che tutte le porte dei pazienti sia­no chiuse dall'esterno. Mi mantiene in allenamento, su questo non posso lamentarmi. Ci metto circa due ore e sei minuti, per controllare tutti i cancelli e tutte le porte, poi ho una pausa di dieci minuti, e ricomincio da capo. Ovviamente ho anche gli intervalli regolamentari. Prima colazione, colazione, tè e cena. Certo mi sento a pezzi alla fine del mio turno, non posso negarlo. Ma come le dicevo mi dà il tempo per pensare - non durante il controllo del­le serrature s'intende - ma tra una serratura e l'altra - mi da il tempo per pensare, e penso soprattutto ai pazienti. E se devo essere sincero mi vengono delle ottime idee in testa. A proposito, ho sentito dire che, a volte, danno dei piccoli riconoscimenti per il lavoro svolto.., dopo un cer­to periodo, naturalmente. Ho la netta sensazione che il mio momento sia giunto. (Pausa). Forse anche per una promozione. (Pausa). A dir la verità non credo di poter fare molta carriera con il compito che mi hanno affidato finora. Non c'è un vero margine. Come vorrei poter trat­tare... direttamente con i pazienti. Ho elaborato diversi progetti, sa, idee, per creare dei rapporti veramente mo­derni e costruttivi con ì pazienti - li ho inoltrati in dire­zione. Non ho ancora avuto una risposta. Penso che forse stiano considerando la mia promozione proprio in base ai progetti che ho inoltrato. A proposito vorrei chiederle una cosa, secondo lei, ho fatto bene a mandarli... a inol­trarli in direzione... oppure avrei dovuto consegnarli per­sonalmente a qualcuno in particolare? Il problema però è: a chi?

Miss Cutts guarda l'orologio. Si alza.

cutts    Voglia scusarmi. Ho un appuntamento. (Va alla porta).

Lamb la segue.

lamb    Le confesso che lei è l'unica amica che ho qui den­tro. Non riesco a... comunicare con nessun altro. Non so perché. Dopotutto abbiamo tutti gli stessi interessi. Non crede?

Escono. Le luci si dissolvono sul soggiorno. Si alzano sull'ufficio. Roote e Gibbs sono nella stessa posizione di prima.

roote  (consapevolmente)    E allora, come sta il 6459?

gibbs    Ha partorito un maschio, signore.

Pausa.

roote Ha... fatto... cosa?

gibbs Ha partorito, signore.

roote Cosa?

gibbs Un maschio, signore.

Pausa.

roote    Mi sembra che lei stia esagerando, Gibbs.

gibbs    Non io, signore, glielo posso assicurare.

Roote si sporge dalla scrivania.

roote    Ha partorito?

gibbs    Sissignore.

roote    Un bambino?

gibbs    Sissignore.

boote    Qui dentro?

gibbs    Al quarto piano, signore.

Roote si alza, si appoggia alla scrivania e si china verso Gibbs, sta per parlare, ma non ci riesce, si gira, si allonta­na dalla scrivania, attraversa l'ufficio a passi pesanti.

roote    Sesso?

gibbs    Maschile.

Roote si accascia sul divano.

roote  Proprio quello che ci voleva per concludere la mat­tinata in bellezza. Proprio quello che ci voleva. (Tira fuori dalla tasca un paio di occhiali, se li infila e guarda Gibbs che è dall'altra parte della stanza) Sono attonito. Sbigotti­to. Totalmente allibito! Non era mai successo prima d'ora. Mai! Né in tutti gli anni in cui sono stato qui io, né in tutti quelli in cui c'è stato il mio predecessore. Né tanto meno prima di lui. Passiamo un anno dopo l'altro, un in­verno dopo l'altro, a tentare di perfezionare il funziona­mento di un'istituzione così fragile nella sua concezione e nella sua realizzazione, e così fragile è il confine tra il con­seguimento delle nostre aspirazioni e il crollo delle stesse, e non intendo solo le nostre aspirazioni; ma, e soprattut­to, le aspirazioni di un'intera comunità, che oserei defini­re una tradizione, un ideale; una complicità tessuta capil­larmente tra l'assistito e chi lo assiste, che è in grado di sfidare qualsiasi tipo di prova; cercando sempre di perse­guire questo scopo, questo equilibrio che è più delicato di... più delicato di... molto, molto più delicato. Anno dopo anno, questa operazione è stata così affinata che perfino il peso di una... piuma potrebbe farla vacillare e piombare nel caos, nell'ignominia, fino a distruggere e cancellare tutte le nostre speranze. Mio Dio. (Si alza) «Ordine, signori, in nome di Dio, ordine!»come disse il mio predecessore in un'indimenticabile occasione. Ri­cordo il silenzio, una platea sterminata di volti accesi, e lui con il suo ciuffo dorato, la sua pipa accesa, dritto e au­toritario, con una stazza degna di un soldato, ci guardava dal palco. La palestra era gremita, mancava l'aria, solo posti in piedi. I più fortunati erano appollaiati sui caval­letti o appesi immobili alle spalliere. «Ordine, signori -disse -per amor di Mike! » Come un sol uomo ci giram­mo tutti, a guardare Mike fuori dalla finestra, fissammo la sua statua - ricoperta di neve, oggi come allora. Mike! Il predecessore del mio predecessore, il predecessore di noi tutti, l'uomo che ha posato la prima pietra, l'uomo che accolse il primo paziente, l'uomo che dopo essere stato seguito da una incredibile orda di pazienti, o aspi­ranti pazienti, per città e paesi, per mari e per monti, che lo aspettava sotto a ripari di fortuna, lungo i ponti e in fosse profonde anche due metri, decise di aprire istituti in tutto il paese, oltre che case di riposo, cllniche, case di cura, sanatori. Fu autorizzato dal Ministero, venerato dal popolo, sovvenzionato dallo Stato. Aveva iniziato un'opera per l'umanità, a scopo umanitario e dettata da umanità. E la parola chiave era, ordine. (Si gira verso Gibbs) Io, Gibbs, ho cercato di mantenere quell'ordine. Per vocazione. E lei sceglie proprio il giorno di Natale per portarmi questa notizia. Glielo dico con tutta fran­chezza, sento odor di catastrofe.

gibbs  Con tutto il rispetto, signore, non mi sembra che questo fatto sia così rilevante.

roote  Ah no, eh? Che lei sappia, c'è mai stato un parto qui dentro, prima d'ora?

gibes    No, non che io sappia, signore.

roote    Quindi non abbiamo un metro. Da buon matema­tico qual è, si renderà conto che non abbiamo un termine di paragone con cui misurare questo evento tanto da va­lutarne con più facilità le implicazioni del caso.

gibes    Non sono un matematico, signore.

roote Beh, ne ha tutta l'aria ! (Si mette gli occhiali in tasca e si siede alla scrivania) Bene! Dobbiamo metterci al lavo­ro. Trovare il colpevole. Chi è?

gibbs Questo, signore, non siamo ancora riusciti ad accertarlo.

roote    Come mai? Avete chiesto alla paziente?

gibbs    Sissignore.

roote    E cos'ha detto?

gibbs È stata... evasiva, signore. Ha detto che non poteva esserne certa perché nel corso dell'anno ha avuto rappor­ti con quasi tutto il personale medico.

roote    Con quasi tutto il personale medico?

gibbs    Sissignore, in base alla sua dichiarazione.

Roote si strofina la bocca.

roote    Qual è la 6459?

gibbs    È una donna sulla trentina...

roote    Non mi dice niente, vada avanti, com'è fisicamente? Forse la conosco.

gibbs    Su questo non ci sono dubbi, signore.

roote    Com'è fisicamente?

Pausa.

gibbs    Grassoccia.

roote    Capelli scuri?

gibbs    Non bionda, signore.

      

Pausa.

roote    Piccolina?

gibbs    Certamente non alta.

Pausa.

roote    Con un viso piuttosto sensuale?

gibbs    Sì, piuttosto sensuale, signore.

roote  Sì. (Pausa). Sì, sì, ha un viso piuttosto sensuale, vero?

gibbs    Sì, direi decisamente sensuale, signore.

roote    Sculetta quando cammina?

gibbs    Un tantino forse, signore.

roote    Sì, sculetta. Sculetta, con la natica sinistra,

gibbs    Con quella sinistra, signore?

roote    Beh, con una delle due. Su questo non ho dubbi.

gibbs     Sì, sculetta un po', signore.

roote Sì, certo che sculetta. (Pausa). Sculetta un po'. Quando cammina... sculetta. E si rimpinza di caramel­le... quando ne trova.

gibbs    Verissimo, signore.

Pausa.

roote No... non credo di conoscerla. (Pausa). E così lei mi dice che questa donna ha avuto rapporti con quasi tut­to il personale medico?

gibbs    A quanto pare, signore.

roote (alzandosi) Beh, uno di loro si è spinto un po' trop­po in là. Senza usare il cervello! Dimenticandosi le nozio­ni elementari! Il buonsenso! Non sono contrario al fatto che il personale medico maschile intinga il biscotto di tanto in tanto. È inevitabile. In qualche posto dovranno pur infilarlo. Dopotutto è anche nell'interesse della scienza. Se un membro del personale medico decide che, per il bene di una paziente, sono necessari un certo nu­meri di coiti, beh, è come prendere due piccioni con una fava! Non fa male a nessuno. Per lo meno questo è ciò che mi ha insegnato l'esperienza. (Con impeto) Ma le re­gole le conosciamo tutti! Mai cavalcare senza sella. Pren­dere sempre le dovute precauzioni. Altrimenti subentra­no le complicazioni. Mai cavalcare senza sella e poi stendere e inoltrare sempre un rapporto dettagliato. Dopo­tutto le reazioni della paziente devono essere consegnate e confrontate con le altre, schedate, stampate e se possi­bile verificate! Mi sembra logico. (Biecamente) Beh, le di­rò una cosa, Gibbs, che mi è chiara. Qualcuno non ha ste­so né inoltrato nessun rapporto.

gibbs    Su questo non c'è dubbio, signore.

roote     Chi?

Gibbs si siede sul sofà e si mette una mano sulla bocca.

gibbs    Credo di conoscerlo.

roote    Chi è?

gibbs (riflettendo)    Mi è venuto in mente all'improvviso.

Strano non ci abbia pensato prima.

roote    Mi dica chi è, per dio!

gibbs Vorrei verificare prima, signore, prima di... portarglielo davanti.

roote E va bene. Ma lo trovi. È in gioco il buon nome di questo istituto. (Si siede alla scrivania).

Gibbs va alla porta.

gibbs    Cosa ne faccio del bambino, signore?

roote    Se ne disfi.

gibbs    La madre dovrà seguirlo però, signore.

roote    Perché?

gibbs    Non può sopravvivere senza la madre, signore.

roote    Perché no?

gibbs    È la madre che lo allatta.

roote Questo lo so! Per chi mi ha preso, per un idiota? Anche mia madre mi ha allattato, lo sa?

gibbs    Anche la mia.

roote Ma la mia ha allattato me! (Pausa). Me ne ricordo. (Pausa). Non c'è una balia in questo istituto? Se c'è una balia il bambino può andarsene con la balia e la madre può rimanere qui.

gibbs    Non ci sono balie tra il personale, signore.

roote  E vorrei vedere. Mi riferivo al personale subalter­no, nelle cucine, tra le donne delle pulizie. Provi a vedere se tra queste trova una balia. Si dia da fare.

gibbs    Non crede che la madre potrebbe sentire la man­canza del bambino, signore?

roote    Io non la sentirò. Lei la sentirà?

gibbs    Nossignore. Non la sentirò.

roote    E allora perché dovrebbe sentirla la madre?

Si guardano fissi. Si sente bussare alla porta.

roote    Chi è?

cutts    Io.

roote    Gibbs, vada a trovarmi quel padre. Avanti!

Entra Miss Cutts.

cutts (a Gibbs)    Salve.

gibbs    La terrò informata sugli sviluppi, signore.

roote    Molto gentile da parte sua.

Gibbs esce. Miss Cutts entra e si siede sul sofà. Roote si alza, la raggiunge e si siede accanto a lei.

roote    Sono distrutto.

cutts Sai una cosa, io credo che quell'uomo abbia paura di me.

roote    Sciocchezze.

cutts Non mi parla mai. Non mi rivolge mai la parola. Non solo... ma non mi guarda mai in faccia. Non posso che pensare dì fargli paura, in qualche modo.

roote Che vuoi dire con « non mi rivolge mai la parola? » Siete obbligati a parlarvi. Non lavorate insieme?

cutts Sì, certo, parliamo di lavoro. Discutiamo sui pa­zienti... naturalmente. Stavamo proprio discutendo di uno dei pazienti... ieri. Ma non parla mai d'altro.

roote    Di quale paziente?

cutts O credi che gli piaccio? Pensi che mi trovi così at­traente da non avere il coraggio di guardarmi?

roote    Di quale paziente discutevate?

cutts Non posso dire che a me piaccia. E così freddo. Mi piacciono gli uomini freddi... ma non così freddi. No, no, lui è troppo freddo. Sai cosa faccio, glielo chiedo. Gli chiedo se gli piaccio o se gli faccio paura. Tanto vale sa­perlo.

roote Sai cosa ho appena saputo? Che una delle pazienti ha dato alla luce un bambino.

cutts Un bambino? E come?

roote Secondo natura. E sotto i miei auspici. Roba da galera.

cutts Ma come ha fatto?

roote Aveva un complice.

cutts No? E chi?

roote È quello che dobbiamo scoprire.

cutts Ma quale paziente? Chi è?

roote Non la conosco.

Miss Cutts si appoggia allo schienale.

cutts (sognante) Scommetto che si sente molto femminile adesso.

roote (assente, fissando il vuoto) È sempre stata molto femminile.

cutts Mi trovi abbastanza femminile, tesoro? O pensi che dovrei esserlo di più? (Roote sempre assente). Tesoro. Non mi trovi mica troppo mascolina? Cioè, credi che po­trei fare di più? Eh?

roote (assente, borbottando)    Sì, sì, perché no?

cutts    Vuoi dire che dovrei essere pia femminile?

roote    Come?

cutts Ma se mi hai sempre detto che ero più che femmi­nile!!

roote    Sei più che femminile.

cutts E allora se mi trovi più che femminile perché vuoi che lo diventi di più?

roote    Non voglio, non voglio.

cutts    Però l'hai appena detto!

roote    Non voglio, non voglio!

cutts (di gran carriera) Perché,se così fosse, sarebbe dav­vero un disastro per me deluderti proprio nell'elemento principale di ogni rapporto uomo donna...

roote    Sei più che femminile!

Pausa.

cutts    Lo pensi davvero?

roote    Sì. (Le mette una mano tra i capelli) Ho avuto una mattinata davvero logorante. E come se non bastasse uno dei pazienti è morto.

cutts    Morto?

roote    Morto.

cutts Oh, povero amore, e io che sono stata cattiva con te. (Gli dà un bacio) Vieni che ti faccio un massaggio. Vie­ni in camera da letto. Ti massaggio il collo.

roote    Sì. Massaggiami il collo.

Vanno in camera da letto.

Le luci si abbassano nell'ufficio e si alzano nel soggiorno. Gibbs entra. Si siede al tavolo basso, tira fuori un mazzo di carte e comincia a fare un solitario risolutamente. Lush appare in cima alle scale e comincia a scendere. All'im­provviso si sente un lungo sospiro, amplificato. Lush si blocca. Gibbs, che stava per mettere giù una carta, si fer­ma. Si sente un lungo lamento, amplificato. Lush guarda in alto. Gibbs, con la carta in mano, guarda in alto. Si sen­te una risata, amplificata, che scema. Silenzio. Lush scen­de le scale, entra nella stanza,

lush  Salve, Charlie. (Chiude la porta e si avvicina al tavolino. Gibbs dopo averlo guardato posa un'altra carta. Lush controlla il solitario. Gibbs manda a monte il gioco sparpa-gliando le carte). Come ti vanno le cose, Charlie? (Pausa). Cos'hai fatto di bello? (Pausa). Eh? (Pausa). Hai passato un buon Natale?

gibbs    Che vuoi?

lush    Che ne dici di questo tempo?

Gibbs raccoglie le carte e le mette nel loro astuccio.

gibbs    Dai su, cos'è che vuoi?

lush   Non voglio niente, Gibbs. Devo solo riferirti una co­sa, nient'altro.

gibbs    Di che si tratta?

lush   Non ti agitare, Gibbs. Dopotutto siamo colleghi. Siamo tutti sulla stessa barca.

gibbs    Devi riferirmi qualcosa. Che cos'è?

lush    Prima, però, voglio chiederti una cosa.

gibbs    Cosa?

lush    Come sta il 6459?

Pausa.

gibbs    Devi riferirmi qualcosa. Che cos'è?

lush    Ha sentito dire che ha partorito.

gibbs    Non sono fatti che ti riguardano.

lush    Ti sbagli, riguarda tutti. Ci riguarda tutti.

gibbs Senti, Lush. Non ho nessuna voglia di parlare con te. Se hai qualcosa da riferire fallo e smetti di fare lo scemo.

lush  Sei tu il padre, Gibbs? (Gibbs si appoggia alla spallie­ra e incrocia le braccia). O è il vecchio. E' il vecchio, il pa­dre? (Si siede). A chi addosseranno la colpa? A Miss Cutts? Pensi che sia lei il padre? Siamo tutti molto eccita­ti, sai. Non sappiamo come chiamarlo. Bisognerà pur darglielo un nome. Tu che ne dici? Qualcosa che lo aiuti a ricordarsi di questo istituto da grande, non ti pare? È il suo luogo di nascita. Certo, tutto dipende dal nome del padre. Magari ii padre vorrà che si chiami come lui. Nel senso che se il padre si chiama John magari vorrà che il bambino si chiami John anche lui. Hai capito? Lo stesso nome del padre.

gibbs Sai una cosa. Lush, io non ho mai capito come hai fatto a durare così a lungo in questo posto. Sei incompe­tente, pericoloso e offensivo. E sei anche uno degli stron­zi più inutili che abbia mai incontrato in vita mia.

lush Vedo che non sei del miglior umore oggi, Gibbs, quindi è meglio che ti riferisca quello che ero venuto a ri­ferirti.

gibbs   Cos'è?

lush    Oggi è venuta la madre del 6457 a trovarmi.

gibbs    La madre del 6457?

lush    Sì, sai. Quello che è morto. Che è morto giovedì scorso. Di infarto.

gibbs    Sua madre?

lush      Sì.

gibbs    E come ha fatto a entrare?

lush E quello che ha stupito anche me. Sul serio. Mi ha proprio stupito. Come diavolo avrà fatto a entrare? Mi sono chiesto. Come avrà fatto? Perché non è stata ferma­ta? Perché nessuno le ha chiesto le generalità? E poi così... in un lampo!... ho capito. Si deve essere nascosta tutta la notte tra i cespugli, in attesa che a Tubb scappas­se la pipì, lasciando libera la guardiola, cosa che alla fine è accaduta, e poi si è fiondata dentro, come una saetta. Semplicissimo. Tendiamo a sottovalutare le trovate sem­plici, delle persone semplici. Vuoi che te la descriva?

gibbs    No. Cosa voleva?

lush Voleva sapere come stava suo figlio. Mi ha detto che quando suo figlio è entrato qui le era stato detto che ave­va bisogno di pace e di cure specialisti che e che, a tempo debito, le avremmo dato notizie, ma siccome è passato un anno dall'ultima volta che l'ha visto voleva sapere come stava.

gibbs    E tu cosa le hai detto?

lush Le ho detto... Un anno? Non lo vede da un anno? Ma è assurdo. Non è venuta per la festa della mamma o per il giorno del Ringraziamento, o al picnic estivo che organizziamo sempre per i pazienti, per il personale, per i parenti e gli amici? Non è stata invitata alla vigilia d'O­gnissanti, al ballo di maggio, o a quello di ottobre, o al ri­cevimento, seguito dal pranzo in onore degli ex pazienti? Con il ballo sul prato, il buffet freddo sul terrazzo, la par­tita a bocce di mezzanotte e il barbecue di cinghiale in ri­va al lago? Non ha partecipato a nessuna di queste cose? Mai saputo, mi risponde lei. Cosa! Le dico io. Nemmeno alla mostra d'arte che allestiamo in autunno, al concerto per orchestra che teniamo nell'auditorium ogni mese, o al dibattito di metà anno su argomenti selezionatissimi, che approntiamo, per tradizione, nella sezione maschile? E alla cerimonia solenne? Allo spoglio della statua? Al fe­stival di atti unici, con la giuria presieduta da Miss Daisy Cutts, del L.R.M.B., A.C.A., la nostra insegnante d'arte drammatica? Non ha preso parte a nessuna di queste ma­nifestazioni e cerimonie, ho continuato io, con le quali, da tempi ormai immemorabili, impegniamo e cerchiamo di incanalare tutte le energie dei nostri pazienti? O Gesù, mi risponde lei, nessuno mi ha mai informato di niente. Non può che trattarsi di un errore burocratico, le dico io, dovrò vederci chiaro. È un peccato, le ho detto, che lei non sia riuscita a vedere suo figlio prima che ci lasciasse.

gibbs    Cosa!

lush È stato trasferito un po' di tempo fa in un convale­scenziario, le ho detto. Ma io credevo che questo fosse un convalescenziario, mi ha risposto la madre del 6457. (Ri­de) Che donna sciocca. Un convalescenziario? Replico io, no, no, no, niente affatto, niente affatto, chi le ha messo quest'idea in testa? Questa è una casa di riposo. Ah, risponde la madre del 6457. Capisco. Nel senso che riposava così poco qui che lo hanno dovuto trasferire in un convalescenziario? Eh, signora 6457, le ho detto io, non è così semplice. Non è così semplice quanto sembra. Non è detto che in una casa di riposo ci si riposi e basta. Né che in un convalescenziario si faccia convalescenza e basta. No, no, in tutti e due gli istituti è d'obbligo lavora­re, giocare e partecipare alle attività quotidiane, nei limiti del possibile. Altrimenti i concetti del riposo e della con­valescenza vengono a mancare. È sbagliato credere che i termini convalescenza e riposo siano sinonimi. No, no, no, no. Vede, rappresentano solo degli stadi. A volte un paziente ha bisogno prima di riposarsi e poi di curarsi. Altre volte è esattamente il contrario. Procediamo per un verso o per l'altro solo dopo che tutto, nell'interesse del paziente, sia stato preso in considerazione. E può star certa, ho continuato io, che se suo figlio è stato trasferito in un altro posto è stato fatto solo per il suo bene, e solo dopo aver ponderato a lungo il suo caso, con tutto il peso e la dovizia del parere degli esperti di questo istituto, in cui sono concentrati alcuni tra i cervelli più eminenti del nostro Paese; e tutto questo solo dopo un'infinità di tem­po, di osservazione, e la raccolta e il cumularsi di una quantità inesauribile di prove rilevanti, di documenti, di deposizioni, giurate e firmate, di nastri registrati, sentiti e risentiti, anche fino a notte inoltrata; e solo dopo ore e ore passate ad analizzare i dettagli più minuti, con un la­voro incommensurabile, sforzi disumani, con una devo­zione scrupolosissima e un esame minuzioso di tutti gli aspetti del caso in questione, gli esperti determinano l'i­ter più sicuro e più benefico per suo figlio. La conclusio­ne, dopo questo modello di suprema ed esemplare con­sacrazione, è stata quella di trasferire suo figlio in un con­valescenziario, dove siamo certi che si troverà più che be­ne. (Pausa). Le ho anche sottolineato il fatto che il Mini­stero ci aveva dato carta bianca. Se n'è andata molto com­mossa dalla mìa interpretazione.

Pausa.

gibbs    Grazie per 0 rapporto, signor Lush,

lush    Non merito delle congratulazioni?


                                       

Gibbs guarda il suo orologio e va verso il telefono interno.

gibbs    Vuole scusarmi?

lush    Si, per il momento, Gibbs. (Esce).

gibbs (parlando al telefono) Mi passi il 22, per favore. (Pausa). Signore? Sono Gibbs. Vorrei parlare con la si­gnorina Cutts, se è possibile, a proposito della faccenda di cui discutevamo poco fa. Grazie. (Pausa). Signorina Cutts? Se non mi sbaglio lei conosce un certo Lamb. È del personale medico. Sì. Le sarei grato se lo accompa­gnasse nella sala riunioni numero uno. E quando vi rag­giungo lei dovrebbe passare cortesemente alla cabina di controllo 1/A. Le sono grato per la sua collaborazione. Grazie. (Riappende il ricevitore ed esce dalla stanza).

Le luci si abbassano sul soggiorno. Le luci si alzano a sini­stra del palcoscenico includendo le scale. Miss Cutts, seguita da Lamb, appare ai piedi delle scale. Salgono insieme. Miss Cutts indossa un camice bianco.

lamb Ma di cosa pensa si tratti? Cioè, ha chiesto proprio di me personalmente?

cutts    Sì. Proprio di lei.

lame (fermandosi)    E non le ha detto perché?

cutts    No.

lamb Lo sa che, non so perché, ma quando lei mi ha detto «Il signor Gibbs vuole vederla», ho provato un senso di straordinaria euforia. E ancora adesso mi sento euforico, se devo essere sincero... (Spariscono. Le luci si alzano sulla stanza insonorizzata. Miss Cutts e Lamb vi entrano). È strano, sa, ma sento che... sarà davvero importante. Se no perché mi sentirei così euforico... sa, non posso fare a me­no di pensare, lo so che è stupido da parte mia, ma non posso fare a meno di pensare che tutto questo abbia a che fare con la mìa promozione. Pensa che abbia letto i miei progetti? Certo, se no perché mi avrebbe fatto chiamare mentre ero in servizio?

Gibbs entra nella stanza da un'altra porta. Indossa un ca­mice bianco.

cutts    Signor Gibbs, lei conosce il signor Lamb?

gibbs    Piacere.

lamb    Piacere.

cutts  Volete scusarmi un attimo, per favore? (Esce dalla stanza dall'altra porta).

gibbs    Si sieda, signor Lamb.

lame    Su questa?

gibbs  Sì, su questa. (Lamb si siede). Sono molto contento di conoscerla.

lamb  Grazie. Devo dire che mi è sempre piaciuto molto lavorare qui... cioè, qui, uno ha la sensazione che stia sempre succedendo qualcosa... d'importante, qualcosa che conta davvero, e il farne parte, in qualche modo, non può che essere un privilegio.

gibbs    Molto incoraggiante.

lamb    È la verità.

gibbs    Bene. Ho sentito molto parlare di lei,

lamb    Davvero?

gibbs  Sì, ci sono parecchie cose di cui vorrei discutere con lei, quando ne avremo l'occasione. Ma nel frattempo mi domando... se è disposto a darmi una mano?

lamb    Ne sarei lusingato!

gibbs  Così mi piace! (Senza eccessiva enfasi) Signorina Cutts le dispiace scendere?

lamb    Come ha detto?

gibbs    Prego?

lame    Stava parlando con la signorina Cutts?

gibbs    Sì, le ho chiesto di scendere.

lamb    Ma, da dove?

gibbs    Dalla stanza 1/A.

lamb    E l'ha sentita?

gibbs      Sì, Sì.

lamb    E come?

gibbs (indicando)    Da quel microfono. È appena stato acceso.

lamb (ridendo)    Ah, capisco. (Pausa). È una stanza po' strana, vero?

gibbs   È una stanza insonorizzata. (Miss Cutts entra). Ah, eccola, signorina Cutts. Ora, signor Lamb, vorrei che lei ci aiutasse in qualche piccolo test. È d'accordo?

lamb    Test? Con grande piacere. È quello che ho sempre sperato di fare da quando mi hanno trasferito qui.

gibbs    Davvero? Bene.

lamb    Di che tipo di test si tratta?

gibbs    Esperimenti.

lamb    Ah, capisco.

gibbs   Abbiamo un soggetto molto ben disposto, signorina Cutts.

cutts      Lo so.

gibbs    Ah, a proposito, Lamb, buon Natale.

lame    Grazie. Buon Natale a lei. E anche a lei, signorina Cutts.

cutts    Grazie. Anche a lei. (A Gibbs) E a lei. gibbs    E a lei. (Bruscamente) E ora... non le dispiacerebbe applicare gli elettrodi ai polsi del signor Lamb?

lamb    Elettrodi?

gibbs     Sì.

cutts Posso avere la sua mano, signor Lamb? (Miss Cutts prende un elettrodo dalla tasca e lo applica al polso di Lamb). E ora l'altra. (Applica il secondo elettrodo).

lamb    Cosa sono... esattamente?

gibbs Sono elettrici. Non sentirà niente, naturalmente. La miglior cosa da fare è quella di dimenticare di averli.

cutts E adesso inserisco la spina elettrica. (Si china verso il muro, dove sporgono tre fili da un buco. Ne prende due e torna da Lamb).

gtbbs Adesso la collega. Vede quei due spinotti su ciascu­no dei due elettrodi? Sono per il collegamento. (Guarda Miss Cutts mentre inserisce la spina) Bene così. Prima lo spinotto A, poi quello B. Ecco, ora è collegato.

lamb    Ah, ecco, bisogna... essere collegati, eh?

gibbs (ridacchiando) Certo che bisogna. I fili passano nel muro e arrivano di sopra fino alla stanza di controllo. Sia­mo collegati all'altra estremità.

lamb    Lei?

gibbs (ridendo) No, no, non io. Lei. Con l'apparecchio ricevente.

lamb Ah, capisco. Ma a cosa... a cosa servono esattamente questi elettrodi?

gibbs    Misurano il potenziale elettrico sulla pelle.

lamb     Ah.

gibbs    Generato dall'attività neurale, naturalmente.

lamb    Ah, beh certo.

gibbs  In poche parole, sono impulsi elettrici. Capirà quanto siano importanti e, nonostante ciò, quanto poco se ne sappia tutt'oggi. Bene, così. E ora le cuffie.


      

Miss Cutts si china, prende le cuffie e gliele; applica in testa.

lamb    Cuffie?

gibbs Sì, è lo stesso principio. Sono collegate allo spinotto che c'è sulla sua testa e a sua volta alla stanza di controllo. (Con tono incoraggiante) Non si preoccupi, sono fili belli lunghi. C'è molto gioco. Non c'è nessun pericolo di strangolamento.

lamb (ridendo)    Ah, ecco. Bene.

gibbs Ah, a proposito, anche il suo predecessore ci dava una mano, ogni tanto. Prima che arrivasse lei, s'intende.

lamb    Il mio predecessore?

cutts Può stare fermo un secondo, signor Lamb, che col­lego le cuffie? (Lamb non si muove. Lei innesta la spina) Grazie.

gibbs    E' comodo?

lamb    Sì, grazie. Il mio predecessore, ha detto?

gibbs    Sì, quello che lei ha sostituito.

lamb Ah ! Davvero? Ah, bene. Mi sono spesso domandato cosa... facesse, esattamente. Bene, sono... contento di continuare la tradizione. (Tutti ridacchiano). Avete idea di dove sia adesso?

gibbs No, temo di non saperlo. Lei lo sa dov'è adesso, si­gnorina Cutts?

cutts    No, temo di no.

gibbs Temo che non lo sappia nessuno. Qui, comunque, non c'è più. Questo è certo. Qra, quello che le chiedo è di stare perfettamente immobile. Si rilassi completamente. Non pensi a niente. Così. Ora, vede quella luce lassù. La ignori. Potrà accendersi o spegnersi a intervalli regolari o irregolari. Non ci faccia caso. Stia seduto immobile. È co­modo?

lamb    Sì, grazie.

gibbs Benissimo. Non si addormenti, mi raccomando. Le siamo davvero grati, amico, per il suo aiuto.

lamb    È un piacere.

Gibbs appoggia una mano sulla spalla di Lamb. Miss Cutts e Gibbs escono. Lamb rimane seduto. Silenzio. Cambia posizione e si concentra. La luce, che è rossa, si accende e si spegne. Silenzio. All'improvviso si irrigidi­sce, mette le mani sulle cuffie, viene catapultato dalla sedia, cade in ginocchio, girandosi da una parte all'altra, sempre stringendosi le cuffie, emettendo degli strilli acu­ti. Improvvisamente si ferma. La luce continua a lampeg­giare. Lamb guarda in alto. Si siede sulla sedia, emette una breve risata. La luce rossa si spegne. Si sente la voce di Miss Cutts.

cutts    Potrebbe definirsi una persona emotiva?

Lamb guarda in alto.

lamb    No... non eccessivamente, no.

Si sente la voce di Gibbs.

gibbs    Ha sbalzi di umore?

lamb   Sbalzi di umore? No, non direi... beh, forse qualche volta occasionalmente io...

cutts    Soffre di crisi depressive?

lamb    Beh, non le chiamerei proprio depressive...

gibbs    Si definisce una persona socievole?

lamb  Non è molto facile rispondere a questa domanda. Cerco, cerco di esserlo, questo sì, cioè, penso che avere rapporti con il prossimo dovrebbe essere lo scopo di chiunque sia interessato alla natura umana, proprio per conoscerla meglio. Io...

cutts Ha dei momenti in cui si sente inspiegabilmente fe­lice e altri in cui si sente inspiegabilmente infelice?

lamb    È strano che lei mi faccia questa domanda perché...

gibbs  Le capita di fare spesso cose di cui si pente poi, il giorno dopo?

lamb  Pentirmi? Cose di cui pentirmi? Beh, dipende da cosa intende, per spesso. Cioè, quando lei dice spesso...

cutts    Si sente confuso con le donne?

lamb    Con le donne?

gibbs    Con gli uomini.

lame   Con gli uomini? Beh, stavo rispondendo alla do­manda sulle donne...

gibbs    Si sente spesso confuso?

lamb    Confuso?

gibbs   Con le donne.

lamb   Con le donne?

cutts Con gli uomini.

lamb Ehi... aspettare un attimo, io… volete che vi rispondo a una domanda alla volta o a tutte insieme?

cutts    Dopo una giornata di lavoro si sente mai stanco,nervoso?

glbbs  Agitato?

cutts    Irritabile?

gibbs   Sconnesso?

cutts              Cupo?

gibbs   Frustrato?

cutts    Morboso?

gibbs   Incapace di concentrarsi?

cutts              Insonne?

gibbs   Inappetente?

cutts  Incapace di star seduto?

gibbs   Incapace di stare in piedi?

cutts  Voglioso?

gibbs Indolente?

cutts In calore?

gibbs Arrapato?

cutts Pieno di voglie?

gibbs Pieno di energie?

cutts Pieno di paure?

gibbs Svuotato?

cutts Di energie?

gibbs Di paure?

cutts Di voglie?

Pausa.

lamb Beh, non è facile a dirsi, in realtà... (Si irrigidisce, af­ferra le cuffie, viene catapultato dalla sedia, cade in ginoc­chio, si gira da una parte all'altra, sempre stringendo le cuf­fie, emettendo strilli acuti).

La luce rossa si accende e si spegne. Improvvisamente si ferma. La luce rossa continua a lampeggiare. Guarda in alto. Si siede sulla sedia, emette una breve risata. La luce rossa si spegne.

cutts    E' virgo intacta?

lamb    Come?

cutts    E' virgo intacta?

lamb Beh, lo trovo un po' imbarazzante. In presenza di una signora...

cutts    E' virgo intacta?

lamb    Sì, in effetti, lo sono. E non ne faccio mistero.

cutts    Sempre stato?

lamb    Oh sì. Sempre. Da sempre.

cutts   Fin da bambino?

lamb    Da bambino? Sì. Fin da bambino.

gibbs    Qual è la legge del Branco dei Lupetti?

lamb    Il lupetto cede al Vecchio Lupo ma non cede mai a se stesso.

gibbs  Quando era boy scout era più bravo alle capriole, ai nodi, alla cavallina, ai salti, al salto alla corda, al contrap­peso, all'igiene, nella recitazione o ai giochi con la palla?

lamb  Beh, in realtà, non sono mai diventato un vero boy scout. Sono stato lupetto, questo sì, ma mai boy scout. A dir la verità non lo so perché. Se devo essere sincero... non mi ricordo più. Ma lupetto sì.

cutts    Le donne le fanno paura?

gibbs    I loro indumenti?

cutts    Le loro scarpe?

gtrbs    Le loro voci?

cutts    Le loro risate?

gibbs    I loro sguardi?

cutts    Il loro modo di camminare?

gibbs    Il loro modo di sedersi?

cutts    Il loro modo di sorridere?

gibbs    Il loro modo di parlare?

cutts    Le loro bocche?

gibbs    Le loro mani?

cutts    Le loro gambe?

gibbs    I loro denti?

cutts    Le loro caviglie?

gibbs    Le loro guance?

cutts    Le loro orecchie?

gibbs    I loro polpacci?

cutts    Le loro braccia?

gibes    Le loro dita dei piedi?

cutts    I loro occhi?

gibbs    Le loro ginocchia?

cutts    Le loro cosce?

Pausa.

lame    Beh, tutto dipende da cosa intendete per paura...

gibbs    Si sveglia mai nel cuore della notte?

lame    Sì, a volte, per bere un bicchier d'acqua.

gibbs    Sente mai il desiderio di diventare membro di un gruppo in cui vengono osservati gli stessi ideali e gli stessi principi?

lamb    Beh, sono già membro di un gruppo del genere, qui, in questo istituto.

gibbs    Quale istituto?

lamb    Questo.

gibbs    Quale istituto?

lamb    Questo.

gibbs    Lei è membro di questo istituto?

lamb    Certo. (Silenzio. Guardando in alto) Mmnn?

Nessun'altra domanda?

Sono pronto per un'altra domanda. Prontissimo,

Devo dire che comincio a divertirmi.

A proposito, che cos'era quell'incredibile suono?

Mi ha fatto sobbalzare.

Tutto bene lassù?

Non avete mica esaurito le domande?

Sono pronto, quando volete.

Silenzio. Lamb si siede. La luce rossa comincia a lampeg­giare. Lamb guarda in alto e la fissa. Sentiamo un forte click di un interruttore che proviene dalla stanza di con­trollo. Il microfono nella stanza è stato spento. La luce rossa si fa sempre più forte finché non inonda tutta la stanza. Lamb è seduto immobile.

Sipario.


ATTO SECONDO

L'ufficio di Roote. Notte.

Roote è alla scrivania che studia delie carte. Lush è alla fi­nestra che guarda fuori.

roote (senza alzare lo sguardo)  Cosa sta guardando, Lush?

lush    Il cortile, signore.

roote  C'è qualcuno?

lush    Nemmeno un'anima.

roote  Com'è il tempo?

lush    La neve è diventata poltiglia.

roote   Ah. (Pausa) Si è alzato il vento?

lush    No, Non c'è un filo di vento.

Roote gira una pagina.

roote (borbottando) Niente vento, eh? (Studia la pagina e poi la sbatte sulla scrivania) Non riesco a leggere una sola parola di questa roba! È indecifrabile. Cos'ha Hogg? Perché non batte a macchina i suoi rapporti, come fanno tutti? Non riesco a capire questa calligrafia. È illeggibile.

lush    La sua macchina da scrivere non funziona, signore.

roote    Cos'ha?

lush    Si è inceppata, signore.

roote    Inceppata?

lush    Non dà più segni di vita.

roote    Beh, ci sarà un guasto.

lush    A me sembra arrugginita,

roote    Arrugginita? Ma cosa dice? È nuova di zecca. È del Ministero. Ce ne ha mandate giù una valanga - quand'è stato? - un paio di mesi fa. Tutte nuove di zecca. Ho ancora la fattura da qualche parte. Ruggine! Che scioc-chezza. Comunque sia non posso star qui tutta la notte a cercare di decifrare questa roba. (Mette il foglio tu un cas­setto, va verso il mobiletto bar, prende una bottiglia di whisky e si versa da bere) Ne ho avuto abbastanza, per questa settimana. Non mi muovo mai da questa scriva­nia, lo sa? Dall'alba al tramonto. Giorno dopo giorno. È il prezzo che si deve pagare quando si sta al timone, quando si ha la responsabilità di tutta la baracca. Come me. Questa maledetta baracca. (Beve).

Lush si avvicina al mobiletto bar e si versa da bere.

lush   La lascia abbastanza spesso questa scrivania, non crede, signore?

roote    Come?

lush   Ho detto che, in effetti, la lascia abbastanza spesso questa scrivania, signore.

roote    E quando?

lush      Quando va a visitare i pazienti, per esempio.

roote  Quello fa parte del mio dovere. Non è mica diver­tente. Cioè rilassante. Non mi riferivo ai doveri.

lush      Ah.

roote    E comunque ho smesso di visitare i pazienti. Non ne vale la pena. E uno spreco di energie.

lush    Mi fa specie, signor Roote.

roote    Non mi chiami signor Roote.

lush    Non mi sarei mai aspettato di sentirle dire una cosa dei genere, signor Roote.

roote    Le ho detto di non chiamarmi signor Roote!

lush    Ho sempre creduto che lei, come direttore capo, considerasse il giro delle visite fondamentale per l'istitu­to... signor Roote.

roote    Senta! Le do molta libertà d'azione. Ma non fino a questo punto.

lush    No, signore.

roote    E non pensi che io non possa schiacciarla sotto ai miei piedi con la stessa facilità con cui la sto guardando adesso.

lush    Sì, signore.

roote  Proprio con la stessa facilità con cui la sto guardando, Lush.

lush     Proprio, signore.

roote  Per cui smetta di fare lo sfacciato, capito? Se no potrebbe trovarsi nei guai.

lush   Lo sa che non mi faccio nessuna illusione sulla mia posizione, Colonnello.

roote    Non mi chiami Colonnello!

lush    Ma lei era Colonnello una volta, o mi sbaglio, Colon­nello?

roote   Sì, lo ero. E anche un Colonnello con tanto di coglioni.

lush   Se me lo permette, lei ha ancora una notevole stazza da militare.

roote    Davvero?

lush    Eccome.

roote    Beh, non mi sorprende.

lush   E ha anche l'abilità di vedere un po' più in là degli altri.

roote    È la tipica caratteristica di noi militari.

lush    Davvero?

roote   Eh sì. Anche se non tutti brillano, devo ammetterlo.

lush     Chi?

roote    I militari.

lush    Ah, no? Mi dispiace sentirlo dire.

roote  Sì, alcuni tendono ad abbassare il livello. Sono pri­vi di lungimiranza. Non hanno le idee chiare. Non hanno le vedute chiare. Gli orizzonti sono molto importanti.

lush  Deve essere stato alquanto unico nel suo reggimento, signore.

roote    Beh, sì... In che senso?

lush    I tempi dei Grandi Uomini sono finiti.

roote    Come ha detto?

lush     Che i tempi dei Grandi Uomini sono finiti.

roote  Eh. Finiti. Sì.

lush  È per questo che dico che deve essere stato alquanto unico nel suo reggimento, signore. Lei è un uomo così versatile.

roote  Sì, non è del tutto sbagliato quello che dice. (Si ap­poggia sulla scrivania),

lush  Voglio dire, lei non solo è uno scienziato, ma possie­de talento letterario, talento musicale, e la conoscenza di molte scuole di filosofia, filologia, fotografia, antropolo­gia, cosmologia, teologia, fitologia, fìtonomia, fìtotomia...

roote    No, no, di fitotomia no,

lush    Di fitotomia no?

roote Ho sempre voluto studiare fitotomia, certo, ma... beh, ho avuto troppe cose a cui pensare.

lush    Certo.

roote  E comunque quando si conosce un po' di fitonomia si è già a metà strada.

lush    Metà strada di cosa, signore?

roote    Della fitotomia! (Pausa). Beviamoci qualcosa.

Lush riempie i bicchieri.

lush    Perché ha smesso di visitare i pazienti?

roote    Perché ho smesso, punto e basta.

lush    Ma credevo ottenesse dei risultati.

roote  (guardandolo fisso)    Alla sua salute.

lush    Non otteneva risultati?

roote  (guardandolo fisso)    Beva il suo whisky.

lush  Con uno dei pazienti ha certamente ottenuto dei ri­sultati, proprio recentemente. Che numero era? Il 6459, mi pare. (Roote gli tira in faccia il suo whisky. Lush si pulisce il viso) Lasci che le riempia il bicchiere. (Prende il bic­chiere di Roote, glielo riempie, lo porta a Roote) Sì, un ri­sultato fondamentale, o almeno così mi è parso. (Roote getta dinuovo il suo whisky in faccia a Lush. Lush si puli­sce il viso. Poi prende il bicchiere di Roote, lo riempie, lo porta a Roote) O forse mi confondo con il 6457. (Lush af­ferra il bicchiere di Roote e lo alza sopra la testa assieme al suo. E lentamente abbassa suo bicchiere) Alla sua salute. (Beve e poi ridà il bicchiere a Roote),

roote (prendendo il bicchiere e con voce bassa) Dimentica di chiamarmi signore, Lush. Lei deve chiamarmi signore quando si rivolge a me. (Pausa. Roote improvvisamente si toglie la giacca, la appende dietro alla sedici e si siede) Dio, che caldo, in questo posto. Fa un caldo bestiale, vero? Sembra di stare in un crematorio. Come mai è così caldo, tutto d'un tratto?

lush    La neve è diventata poltiglia, signore.

roote    Davvero?

lush    Pericolosissimo.

roote  Un'ondata di caldo, tutto qui. (Bussano alla porta). Chi è? (Entra Gibbs). Oh, no, cosa c'è? Ancora lavoro a quest'ora? Uno si siede tranquillamente a bere qualcosa e che succede?

gibbs    Ho qualcosa da riferirle, signore.

roote  Cosa? (Gibbs guarda Lush). Non si preoccupi di lui! Che c'è?

gibbs  Non approvo il fatto che i segreti di Stato vengano divulgati a destra e a sinistra, signore.

roote Lo so che non approva! Nemmeno io lo approvo! Nessuno approva! Ma non abbiamo alternative, non le pare?

gibbs   Beh, il signor Lush. per esempio, potrebbe lasciare questa stanza, signore.

roote Ma senti, che impertinenza! Quest'uomo è mio ospite, lo sa? E questo conta molto di più di lei ! Non ho mai sentito niente di simile in vita mia. Mi piomba qui e mi dice di sbattere fuori il mio ospite. Chi si crede di esse­re? (Pausa. A Lush) Mi sta proprio sui coglioni a volte... a lei no?

gibbs    Mi... scusi, signore, se mi sono permesso.

roote    Beh, allora, di che si tratta?

gibbs    È stato trovato il padre.

roote      No?

gibbs    Trovato.

roote  (alzandosi) Trovato? Di già? In così poco tempo? Caspita, questa sì che è rapidità, Gibbs! (Si alza, gli strin­ge la mano) Un lavoro di prim'ordine! (Si avvicina a Lush) Cosa ne dice, eh, di questo tempismo?

lush    Formidabile.

roote Vede come formo il mio personale? Alacrità! Pri­ma e innanzi tutto, alacrità! Muoversi, non perdere tem­po, non titubare, trovare il colpevole e inchiodarlo al mu­ro. Lasciate sempre che sia il vostro naso a guidarvi e non potrete sbagliare. Questo è il nostro motto qui dentro, prendere sempre decisioni che spacchino il secondo. Ve­ro? Vero, Gibbs?

gibbs    Verissimo, signore.

roote    Vero, Lush?

lush    Verissimo, signore.

roote  È un metodo infallibile. Sono fiero di lei, Gibbs. Chi è?

gibbs    Un tale chiamato Lamb, signore.

roote    Mai sentito nominare. (Si siede, si versa da bere e beve).

lush    Lamb? Non sarà mica Lorna Lamb? Lorna Lamb, quella del dispensario farmaceutico?

roote    È un uomo, non una donna, imbecille!

lush    Ah, mi scusi, non avevo... Cos'ha fatto esattamente questa persona?

Pausa.

roote   Glielo dica lei quello che ha fatto, signor Gibbs.

gibbs E nato un bambino a una delle pazienti. Ed era della massima importanza individuarne il padre. Cosa che ora è stata compiuta.

roote    Lamb? Chi diavolo è questo Lamb? Lo conosco?

gibbs    Dubito che lei lo abbia mai conosciuto, signore.

roote Non so nemmeno che faccia abbia. C'è uno stu­pratore tra il mio personale e io non so nemmeno che fac­cia abbia!

lush    È stato uno stupro?

roote Certo che è stato uno stupro. Non penserà mica che una cosa del genere possa succedere consensual­mente?

gibbs Non è un membro di rilievo del suo personale, si­gnore.

roote Se non è un membro di rilievo come ha fatto a en­trare nella stanza della paziente? Lo sa meglio di me che solo un gruppo ristretto e selezionato del personale me­dico ha accesso alle stanze dei pazienti. Come ha fatto a entrare?

gibbs Si tratta dell'addetto alle serrature di tutto l'istituto, signore. E, o la serratura in questione non era... chiusa bene, oppure è stata forzata.

roote Sono davvero incredibili le cose che succedono qui dentro, Lush.

lush    Davvero incredibili, signore.

roote Dei veri e propri sabotaggi, e proprio sotto al no­stro naso. Apra la finestra. Sto soffocando. (Lush apre la finestra). È caldo quel termosifone?

Lush si piega e lo tocca.

lush    Rovente, signore.

roote    Ecco perché ho così caldo.

lush La notte è tiepida, signor Roote. La neve è diventata poltiglia.

roote È la quinta volta che mi dice che la neve è diventata poltiglia!

gibbs    E vero, signore. L'ho notato anch'io.

roote Non mi importa se è vero o no. Non voglio che le cose mi vengano ripetute, ripetute e ripetute! Qualcuno potrebbe pensare che sono lento nel capire. La neve è di­ventata poltiglia. Ho sentito. Ho capito. Basta. (Si versa da bere e beve) Pensa che io non ci sappia più fare, vero? Pensa che non abbia più riflessi? Si sbaglia. Ho i riflessi di un pitone.

lush    Di un cobra.

roote    Cosa?

lush    Di un cobra.

roote    Come sarebbe a dire, di un cobra?

gibbs    Pensa che mi meriti un goccio di whisky, signore?

roote Oh mamma, Gibbs si è messo a fare lo spiritoso. L'ha sentito, Lush? Ha appena fatto una battuta. Vero? Ah, ora va meglio. Circola un po' d'aria. Veda se riesce a chiudere quel termosifone. Se non ci riusciamo, trovi Tubb e gli dica di spegnere la caldaia. (Lush si piega sul termosifone). E allora?

lush    Non gira. È bloccato.

roote  Allora bisogna spegnere la caldaia.

lush È un edificio molto freddo, signore, si gela agli ulti­mi piani.

roote Le dico che fa troppo caldo, voglio che quella ma­ledetta caldaia venga spenta! Chi comanda qui dentro, Cristo, io o lei?

lush    Io no.

roote Lavoro dieci volte di più di tutti quanti voi messi assieme. Merito un minimo di comfort e un minimo di ri­guardo. Il riscaldamento va spento! Tutti gli elementi, nessuno escluso. È il riscaldamento la causa di tutte le di­strazioni, la lascivia e l'inefficienza di questo posto. Que­sto ambiente è surriscaldato! Da sempre. (A Gibbs) Cosa fa lei lì, impalato come un baccalà, sembra in trance. Apra la bottiglia, per amor di Mike. Meritato o non meritato che sia. (Gibbs si versa un bicchiere di whisky). E poi cosa significa che se Io merita? Lei non si merita pro­prio un bel niente,

gibbs    Lo dicevo per aver individuato il padre, signore.

roote Non vi meritate niente. Nessuno dei due. E il vo­stro dovere. Non aspettatevi che vi mandi un mazzo di rose. Su, riempitemi il bicchiere, facciamo un brindisi. Si è versato da bere, Lush?

lush    Un attimo. (Si versa un bicchiere di whisky).

roote (solennemente)    Vorrei fare un brindisi.

lush    A chi, signore?

roote Vorrei fare un brindisi, signori, in onore dei nostri morti gloriosi.

lush    Quali, signore?

roote Coloro che sono morti per noi, sul campo di bat­taglia.

lush    Ah sì.

roote Coloro che hanno dato la loro vita affinché noi po­tessimo vivere la nostra. Coloro che si sono sacrificati af­finché noi potessimo continuare. Coloro che hanno con­tribuito a mantenere pulito il mondo per le generazioni a venire. Coloro che sono morti per noi. Brindiamo alla lo­ro memoria. Dopotutto è Natale. Non potrebbe esserci giorno più adatto.

lush    Il mio bicchiere è pronto, signore.

roote    E il suo, Gibbs?

gibbs    Pronto.

eoote Signori, brindiamo. Ai nostri morti gloriosi. (Al­zandosi) .

gibbs e lush    Ai nostri morti gloriosi. (Bevono).

roote C;è uno stupratore tra il mio personale e io non so nemmeno che faccia abbia. È ridicolo. Che tipo è?

gibbs    Lamb, signore? È indefinibile.

roote    Alto?

gibbs    Nossignore. Basso.

lush     Alto.

gibbs    Basso.

Pausa.

roote    Lei lo conosce, Lush?

lush    Di vista.

roote    È grasso?

gibbs    Magro, signore.

lush    Grasso.

gibbs    Magro.

Pausa.

roote    Occhi castani?

gibbs    Azzurri, signore.

lush    Castani.

gibbs    Azzurri.

Pausa.

roote    Capelli ricci?

Gibbs e Lush si guardano.

lush    Lisci, signore.

gibbs    Ricci.

lush    Lisci.

Pausa.

roote    Il colore dei denti?

gibbs    Gialli, signore.

lush    Neri.

gibbs    Gialli.

lush    Neri.

Pausa.

roote    Segni particolari?

gibbs    Nessuno.

lush      Uno.

gibbs    Nessuno.

Pausa.

roote Le descrizioni non corrispondono. La prossima volta portatemi una fotografia. O se avete una macchina da presa. Fategli una ripresa di mezzora. Un documenta­rio... a scopo didattico. È ancora soffocante il caldo qui dentro. Bisogna trovare Tubb. Fa un caldo insolito per questa stagione, non trovate?

lush Fa caldo anche fuori. La neve è diventata poltiglia.

Roote si gira, infuriato.

giebs    Vuole che chiamo Tubb all'interfono, signore?

lush    Ci ho già provato prima. Deve essersi inceppato.

roote  Inceppato? Ma cosa sta succedendo in questo po­sto? Tutto è inceppato, otturato, intoppato, incasinato. Questa baracca sta andando a pezzi. La cosa non mi pia­ce. Vediamo un po', (Accende l'interfono che è sulla sua scrivania).

Si sente una voce.

voce  Numero 84. Un'anatra. Chi ha l'ottantaquattro? Un'anatra pronta per il forno. Nessuno? Non assegnato, Fred. Passiamo al prossimo. Biglietto numero ventuno. Numero ventuno. Dieci sigari portoghesi. Dieci ottimi si­gari portoghesi. Nessuno? Non assegnato, Fred. Nume­ro trentotto. Due biglietti per il circo. Due biglietti per il circo. Non assegnati. Fred. Numero quaranta quattro. Un magnifico servizio di piatti, posate, porcellane e bat­teria da cucina. Un magnifico servizio di piatti, posate, porcellane e batteria da cucina. Numero quarantaquattro. Non assegnato, Fred.

Roote spegne l'interfono.

roote   Non ci sono dubbi, si è proprio inceppato. (Riem­pie i bicchieri) Ma cos'era?

lush   La lotteria di Natale, tenuta dal personale, nella mensa.

roote    Una lotteria? Abbiamo preso qualche biglietto?

gibbs   Mi erano stati offerti, signore, ma ho pensato, a no­me di tutti noi, che era meglio non acquistarne.

roote   Ah, davvero? C'è un casino di premi che non sono stati assegnati.

lush    Ce ne devono essere un mucchio.

roote    A chi andranno?

lush Penso che faranno un'altra lotteria a Pasqua, si­gnore.

roote E l'anatra? Non possono mica tenere un'anatra fi­no a Pasqua! È... è insensato! Non c'è nulla che io non sappia sul pollame. Lush, faccia subito un'indagine sulla sorte di quell'anatra. (Si siede).

lush    Sissignore. E i due biglietti per il circo?

roote È Natale, vero? E io non ho ricevuto un solo rega­lo. Nemmeno uno. È molto triste.

lush    Io l'ho vista quell'anatra, signore.

roote    Ah, sì? E com'era?

lush    Morta, signore.

roote   Morta?

lush    Stecchita, signore.

roote    Per dio, non sapevo fosse morta.

lush Sì morta, com'è morto il paziente 6457. Se non più morta ancora.

Silenzio.

gibbs    E' il whisky del Ministero, signore? Devo dire che è ottimo.

roote  (a Lush)    Cosa ne sa lei del 6457?

gibbs    Non mi sembra il caso di andare oltre, signore.

roote    Cosa ne sa lei del 6457?

lush    So che è morto.

roote    E cos'altro sa in proposito?

gibbs    Non mi sembra il caso di andare oltre, signore.

roote   (a Lush)    È molto furbo lei, vero?

lush     A proposito ho conosciuto uno dei parenti del 6457.

roote    Cosa ha fatto?

gibbs    Lush. L'argomento è chiuso.

roote    Che parente?

lush    La madre.

roote    Come fa a sapere che era la madre?

lush    Me lo ha detto lei.

roote    È una bugiarda:

lush    No, che non lo è.

roote    Come fa a saperlo?

lush    Perché aveva proprio l'aspetto di una madre.

roote    Che ne sa lei dell'aspetto di una madre?

lush    Ne ho avuta una anch'io.

roote    Crede forse che io non ne abbia avuta una?

lush   (puntando Gibbs)    Lui non ne ha avuta.

gibbs    Sì che l'ho avuta, stronzo.

roote    Io, signor Furbetti, sono stato allattato da mia madre.

gibbs    Pure io.

lush    Anch'io.

Un silenzio improvviso.

roote Allora? e con questo? (Affonda nella sedia. Guarda Usuo bicchiere, lo prende e lo finisce in un solo sor­so. Si strozza, si alza e comincia ad agitarsi, ha una crisi di tosse).

Gibbs e Lush vanno ad aiutarlo.

gibbs (prendendolo per il braccio sinistro) Venga, si sieda sulla poltrona, signore.

lush (prendendolo per il braccio destro) Venga, si sieda sul divano, signore. (Breve tiro alla fune, Roote continua a tossire. Roote riesce a liberarsi dalle prese. Rimane in pie­di, tremante e ansante. Lush va verso la scrivania, prende un bicchiere di whisky, lo porta a Roote). Tenga, beva questo, signore.

Roote con violenza dà una botta al bicchiere che gli cade dalle mani. Rimane in piedi e li fissa tutti e due. poi torna alla scrivania e si siede. Lush raccoglie il bicchiere e lo mette sulla scrivania. Lush riempie il bicchiere.

roote    La madre del 6457, eh? Come ha fatto a entrare? Non c'era il portiere di turno all'ingresso?

lush    Non le interessa sapere cosa voleva?

roote Voglio sapere perché il portiere non era al suo po­sto, all'ingresso!

gibbs Era addetto alla lotteria nella mensa del personale, signore.

roote    Tubb? Non era Tubb, adesso, sull'interfono?

lush    Certo che era Tubb, signore.

roote Organizzava una lotteria quando avrebbe dovuto essere di turno all'ingresso? Le cose stanno davvero an­dando di male in peggio. (Versandosi da bere) A rotoli. (Alza il bicchiere).

gibbs    Buon Natale, signore.

roote    Buon Natale a lei, Gibbs.

lush    Buon Natale, signore.

roote Grazie. Buon Natale a lei, Lush. Buon Natale a tut­ti e due.

gibbs e lush (alzando i bicchieri)    A lei, signore.

roote    Grazie, E buon anno.

gibbs e lush    Buon anno a lei, signore.

Bussano alla porta.

roote   Chi è?

tubb    Tubb, signore.

roote Avanti. (Entra Tubb, con una scatoletta). Tubb! Pensavo fosse all'interfono.

tube    Buon Natale, Colonnello.

roote    Grazie, Tubb. Anche a lei.

tubb    Com'è andato il suo pranzo di Natale, signore?

roote   Deludente.

tube    Oh, mi dispiace molto, Colonnello.

roote    Troppo condimento.

lush    Davvero? Il mio invece era asciutto.

roote    Cosa?

lush    Sul serio. Asciuttissimo.

roote    Beh, il mmo navigava nell'unto.

lush  Buffo, no, Gibbs? Il suo navigava nell'unto e il mio era asciutto.

tubb Mi sorprende sentir dire che il suo era così condito, Colonnello.

roote Beh, così è stato. Troppo condito. (Guarda la sca­tola) Cosa c'è lì dentro, Tubb?

tube    È un regalo di Natale per lei, Colonnello.

roote    Un regalo?

tube  Solo un piccolo pensiero da parte di tutto il persona­le, Colonnello. Una cosina per Natale.

roote    Non è mica un'anatra vero?

tubb    Un'anatra, Colonnello?

roote  No, mi domandavo se per caso non fosse un'anatra.

tube    Oh no, signore, non abbiamo nessun'anatra.

roote    Non avete anatre?

tube    Nossignore.

roote    E il numero 84, allora? Eh? Non assegnato. Pronta per il forno. Non era un'anatra? E per di più non assegnata.

tubb    Ah, quell'anatra li. No, quella è stata assegnata.

roote (trasalendo)    Assegnata? E a chi?

tube Beh, non è proprio stata assegnata, signore, ma ab­biamo scoperto chi era il proprietario del biglietto, e allo­ra gliela teniamo da parte per quando viene, è giusto che sia così.

roote     E chi è?

tubb Un certo Lamb, signore. (Silenzio), Comunque, Co­lonnello, qui c'è un piccolo pensiero da parte di tutto il personale, con gli auguri perle feste e per l'Anno Nuovo, da parte di tutti noi.

roote _ Grazie infinite. Tubb. Cos'è?

tubb    E un dolce di Natale, Colonnello, fatto dal cuoco.

roote    Un dolce? Per me?

lush    Che carini, non trova, Gibbs?

roote    Un dolce? Per me?

tubb    Per lei, signore.

roote Che gentili. Davvero gentili. Sono commosso. Più che commosso. Profondamente commosso. Era da tanto, tantissimo tempo, che non ricevevo un dolce di Natale. Un secolo. (Pausa). Questo... da parte del cuoco?

tubb Da parte dei cuoco, signore, da parte mia, signore, da parte di tutto il personale della cucina, signore, da parte dei portieri, signore, del personale delle pulizie, da tutto il personale subalterno, signore, da tutti noi... per lei, signore.

roote Che gentili. Proprio molto gentili. Sono commos­so. Profondamente commosso. Più che commosso...

lush    Che magnifico gesto.

tubb Colonnello, credo che il personale, e anche i pazien­ti, sarebbero ancora più commossi se lei facesse un picco­lo discorso di Natale.

roote    Un discorso?

tubb Sarebbero davvero commossi, signore. Sono tutti riuniti nella mensa in questo momento, e io ho collegato tutti gli altoparlanti, anche nei corridoi e nelle stanze dei pazienti.

lush    Che splendida idea.

roote Un discorso? I suoi vorrebbero che io facessi un discorso?

tubb Sì, certo, signore. So che ci tengono. Solo due parole per Natale.

lush    Che iniziativa originale.

roote Non mi dirà che anche i pazienti... hanno espresso questo desiderio...?

tubb Beh, proprio espresso no, signore, almeno per quan­to ne sappia io, ma ho collegato gli altoparlanti anche nel -le loro stanze e sono sicuro che ne saranno profondamen­te commossi.

Pausa.

roote    Lei cosa ne pensa, Gibbs? (Pausa). Gibbs!

gibbs    Mi scusi, signore?

roote    Le ho chiesto che cosa ne pensa.

gibbs    Io... io penso che sia un'ottima idea, signore.

roote    Lush?

lush    Penso che sarebbe davvero commovente, signore.

Pausa.

roote  (bruscamente)    Dov'è il microfono?

tubb    Nel dolce, signore.

roote    Nel dolce?

tubb    L'ho infilato nel dolce, signore.

roote    Ma dico, cosa c'entra il dolce con il microfono?Cosa le viene in mente? (Bofonchiando) Le pare il posto per mettere un microfono?

tubb  (estraendo il microfono)    Eccolo qua, Colonnello.

roote    Lo accenda. Avanti, sbrighiamoci.

Tubb Lo accende inserendo la spina nel muro. Roote si siede e si schiarisce la voce.

tubb  (con il microfono) Qui sulla carta assorbente va bene, signore?

roote    Si tolga di mezzo.

tubb    Quando è pronto accenda qui, Colonnello.

roote (lentamente)    Sì.

tubb  Sono tutti pronti. Tutti riuniti nella mensa del personale.

Pausa.

roote    Cos'ha da guardare, Gibbs?

gibbs    Nulla di particolare, signore.

roote  Stava guardando me! Lo chiama nulla di particola­re? (Pausa). Ora non ce la faccio. Lo farò più tardi. Più tardi. Non ci si può mettere a fare un discorso del genere senza averci riflettuto su per un attimo. Vada a dire di non preoccuparsi. Che farò il discorso di Natale più tar­di. Più tardi.

Le luci si abbassano sull'ufficio. Si alzano sul soggiorno. Miss Cutts entra. Si siede, tira fuori una pallina da ping-pong dalla tasca, la tira in aria e la riprende. Gibbs scende dalle scale. All'improvviso si sente un lungo sospiro, am­plificato. Gibbs si ferma. Miss Cutts che sta per Fiutare la pallina, si ferma. Si sente un lamento, amplificato. Gibbs guarda in alto. Miss Cutts guarda in alto. Si sente una ri­sata, amplificata, che scema. Silenzio. Miss Cutts av­vicina la pallina alla bocca. Gibbs rimane fermo per un momento, poi si gira ed entra nel soggiorno. Miss Cutts gli tira la pallina. Che gli cade ai piedi.

cutts  Prendi! (Gibbs guarda la pallina e poi la schiaccia con il piede). Non fare così. (Prende un tubetto di pillole dalla tasca e ne ingoia una) Cos'hai, Charlie?

gibbs    Mal di testa. (Si siede, chiude gli occhi).

Miss Cutts va da lui.

cutts    Hai mal di testa, tesoro? Vieni nella stanza 1/A. (Lo bacia) Te lo faccio passare io. Dai, vieni?

gibbs    Devo tornare di là,

cutts    Di là! E perché?

gibbs    Ad ascoltare il discorso di Natale.

cutts    Ancora? Oh Dio, pensavo se ne fosse dimenticato.

gibbs    Non se n'è dimenticato.

cutts    Tutti gli anni. Mi vien voglia di urlare.

gibbs    Non sopporto gli urli.

cutts    Charlie, che c'è? Non ti piaccio più? Dimmi. Sii sincero. Non ti piaccio più come una volta? Dimmelo francamente. Ti ho deluso?

gibbs    Smettila. Non sono dell'umore.

cutts    Lascia che ti massaggi il collo, (Gli tocca il collo).

gibbs (allontanandola) Tu e i tuoi colli! Non fai altro che mettere le mani sul collo degli altri.

cutts    Anche tu.

gibbs   Io di solito non metto le mani sul collo degli altri.

cutts Mi sono così divertita a lavorare con te stamattina. (Si siede) Sei così intelligente. Credo che tu sia l'uomo più intelligente con cui io abbia mai avuto a che fare. È un peccato che non si possa lavorare di più insieme. Poi la stanza 1/A è così divertente. Di tutte è quella che preferi­sco. È una stanza così intima. Riesci a fare domande e a essere intimo allo stesso tempo. Adoro le tue domande. Sono così intime. Rendono tutto così eccitante. L'intimi­tà diventa quasi insopportabile. Sei li che aspetti che le domande finiscano, per poter passare da un'intimità al­l'altra, stupendamente, e proprio quando sai che non puoi fare un'altra domanda, perché devi smettere, per­ché bisogna smettere, tutto deve finire... ecco che finisce! ... ecco che restiamo soli, che possiamo cominciare, pos­siamo continuare, nella stanza 1/A, perché tu sai, tu lo sai sempre, hai un tempismo perfetto, sai esattamente quan­do le domande devono smettere, quelle domande, e quando devi cominciare a farle a me le domande, altre domande, e io a te, è l'ora delle domande, l'ora delle do­mande, l'ora delle domande, per sempre, per sempre e per sempre.

gibbs (alzandosi)    Ti ho detto che non sono dell'umore.

cutts    Andiamo nella 1/A, Charlie.

Gibbs è in piedi che guarda la porta.

gibbs    Hai sentito, ora?

cutts    Cosa?

gibbs    Qualcosa. Dei rumori. Rumori. Ora. Un attimo fa,

cutts  No, niente. Assolutamente nulla. Niente. (Lo guarda) Cos'era?

gibbs    Non lo so.

cutts (con un sorriso nervoso) Non dirmi che sta per succedere qualcosa.

gibbs  Qualcosa sta succedendo. Ma non so cosa. Non riesco... a definirla.

cutts    Ma è assurdo.

gibbs Sì è assurdo. Ma c'è qualcosa che sta per succedere, lo sento, lo so, ma non riesco a definirla. E... è ridicolo.

cutts    Io lo so cosa sta per succedere.

gibbs    Quel vecchio rimbambito lì dentro, che non vede mai niente, pensa solo a ubriacarsi con quella... troia.

cutts    Io lo so cosa sta per succedere. Tu lo ucciderai.

gibbs    Come?

cutts    No? L'avevi promesso. Avevi promesso che lo avresti ucciso. Non è vero? E allora fallo, adesso. Ora. Prima che faccia il suo discorso di Natale.

gibbs    Smettila, per l'amor di dio!

cutts    L'avevi detto tu!

gibbs    Io?

cutts    Avevi detto che lo avresti pugnalato e che poi avresti accusato un altro.

gibbs    Davvero? E chi?

cutts     Lush.

gibbs    Lush? Lush non passerebbe come assassino. È un mascalzone, non un assassino.

cutts    No, invece tu sì.

Gibbs la fissa.

gibbs   (con calma) Cos'hai detto? (Pausa). Come mi hai chiamato?

cutts    Niente.

gibbs    Mi hai dato dell'assassino.

cutts    No, non è vero...

gibbs   (di ghiaccio)    Come osi darmi dell'assassino?

cutts    Ma non è vero!

gibbs    Chi avrei assassinato secondo te?

cutts    Nessuno!

gibbs    E allora come osi darmi dell'assassino?

cutts    Tu non sei un assassino!

gibbs  (con un sibilo) Io non sono un assassino, lui è un as­sassino. Roote è un assassino! (Pausa). Hai osato darmi dell'assassino?

cutts  (gemendo)    No, Charlie.

gibbs  Lo sai cos'è questa? Una calunnia. Una gravissima diffamazione. (Pausa). E inoltre mi istighi a uccidere il mio capo, il professor Roote. Il responsabile. Tu, la sua amante. E tutto per soddisfare un tuo capriccio.

Pausa.

cutts    Charlie...

gibbs    Chiudi il becco!

Miss Cutts cade dalla sedia per terra.

cutts (sottovoce) Oh, come vorrei essere nella stanza 1/A. Non ci tornerò mai più nella stanza 1/A. Lo so. Mai più.

Buio. Si sente un ronzio. Il ronzio smette. Le luci si al­zano sull'ufficio. Roote e Lush stanno ancora bevendo. Roote è alla scrivania, Lush è accasciato su una sedia. Roote si alza e si appoggia sul bordo della scrivania.

roote Le donne! Le ho conosciute tutte. Le ho mai rac­contato di quella dal vestito blu? Era una spia. Una spia vestita di blu. L'ho conosciuta a Casablanca. Che lei lo creda o no, quella donna era l'agente di una grande po­tenza straniera. Aveva un pellicano tatuato sul ventre. Si. Il suo ventre era ricoperto dal pellicano. Riusciva a fargli attraversare la stanza zampettando verso di te. Carponi, sul fianco, con i piedi in avanti, col culo in aria, come vo­levi tu. La sua bravura era sovrumana. Solo una donna può possedere una simile padronanza. Sotto al vestito blu portava un body e sotto al body un pellicano. (Pausa). Il dolce! Non abbiamo aperto il dolce. Mio Dio, ed è quasi mezzanotte. (Scarta il dolce, e lo tiene in mano) È una meraviglia. (Andando verso il cassetto della scrivania) Aspetta un attimo. Dov'è? Ecco proprio quello che ci vuole. (Tira fuori una baionetta dal cassetto) E adesso. Qui, proprio al centro. (Taglia il dolce) Ricordo i giorni in cui le pareti della mia stanza erano tappezzate di biglietti di Natale, i regali mi arrivavano fino alle ginocchia, con tutti gli zii e le zie che venivano a trovarci, un ceppo acce­so nel caminetto, i campanellini appesi all'albero di Nata­le, i festoni, i fiori, le decorazioni floreali, la musica, i fio­ri... le decorazioni floreali... l'allegria... (Bruscamente) Non mi sembra di aver notato un suo biglietto di Natale, o mi sbaglio? Non che me l'aspettassi. Perché lei non ha il senso del decoro, si vede lontano un miglio. Non ha cuo­re. Non è tanto la dialettica quanto la sua mentalità che è sgradevole, malsana, marcia.

lush    La neve è diventata poltiglia.

roote Deve essere cambiata la temperatura. (Forzandolo a prendere una fetta di dolce) Tenga qui, prenda una fetta di dolce. (Lush fissa il dolce). Su. Lo mangi! (Lo sgranocchiano tutti e due, Lush lo sputa. Roote lo afferra per il collo) Ma cosa fa? È il mio dolce!

lush    Non ce la faccio!

roote  (scuotendolo) È il mio dolce di Natale! Non le per­metto di sputare il mio dolce di Natale!

lush  (liberandosi con violenza)    Se lo ficchi dove dico io!

Roote lo guarda.

roote (gravemente) Lei mi sta insultando, sta insultando il cuoco, e ha insultato anche Gesù Cristo. (Pausa), Non c'è posto per malati di mente in questo istituto.

lush    (mormorando)    Poltiglia e fango.

roote    Lush!

lush    Colonnello?

roote (brutalmente) Le avevo detto che le conveniva sta­re attento. A tutti conviene stare attenti! (Comincia a gi­rare per la stanza) Non mi piace come si stanno mettendo le cose. Non ci si può più fidare di nessuno, E poi c'è qualcosa che sta per succedere in questo posto che anco­ra non sono riuscito ad afferrare. C'è qualcosa di strano nell'aria. Lo sento. Qualcuno pensa che io sia vecchio, eh no, si sbaglia, ce ne vuole. Possiedo quattro occhi, io. Ve­do anche attraverso i muri. (Riflettendo) Con questo non sto dicendo che ci vogliono quattro occhi per vedere at­traverso i muri. Sto dicendo che oltre ad avere quattro occhi, riesco anche a vedere attraverso i muri!

lush    Dimentica le sue nozioni di fitotomia, signore.

roote  Più che delle semplici nozioni. I muri sono traspa­renti per me. Sento anche i bisbigli che provengono dallo scantinato. Non l'ho mica sprecata la mia gioventù. Ho coltivato tutte le mie facoltà... fino in fondo! E ho passato molto tempo a riflettere. A riflettere. Per esempio, tutte queste sciocchezze sulla terra che gira. Sono tutte cazza­te. Se la terra girasse davvero, cadremmo da tutte le partì. (Piegandosi verso Lush) Ma noi non cadiamo? Vero? Ri­sponda? (Lusb riflette). Oggi mi sento qualcosa nelle os­sa. Lo so. Sta per succedere qualcosa che non riesco a de­finire. Lo so che è ridicolo. Ma non riesco a capire che cazzo è. Crede che verrò ucciso?

lush  Proprio così. (Roote porta la bottiglia sulla scrivania e versa da bere). La giornata è cominciata male fin dalle prime battute. Prima una morte, poi una nascita! È scan­daloso, cazzo! Chiedo solo un po' di decenza... non mi sembra di pretendere molto, no? (Lush va verso la scriva­nia si versa da bere e torna alla poltrona). Lo sa chi mi ri­corda lei? Mi ricorda un certo Whipper Wallace, ai tem­pi d'oro. (Si apre la porta. Entra Gìbbs e rimane in piedi immobile). Andava in giro con uno che si chiamava House-Peters. Lo avevano soprannominato Peter il Bordello. Mi ricordo che una sera Whipper e Bordello - che aveva una cicatrice sulla guancia sinistra - credo se l'era fatta durante una rissa, proprio in un bordello. (Ride) Comun­que, quella sera, erano lì tutti e due, sia Whipper che Bor­dello, che si rotolavano da una sponda all'altra del letto, quando si presentò un poliziotto... (scoppia in una risata) si presentò questo poliziotto... si presentò questo poli­ziotto... questo poliziotto... si avvicinò... a Bordello... e a Whipper... furono interrogati... quella sera... letto... un poliziotto... (Gibbs si muove. Roote salta su). Aaaaahhhh! (A Gibbs) Cosa cazzo le salta in mente, di strisciarmi die­tro le spalle come un serpente! Eh? Mi ha spaventato a morte.

gibbs    Sono venuto a sentire il discorso di Natale, signore.

roote Perché non lo fa lei? Muore dalla voglia di farlo, non è vero? Perché non lo fa lei?

gibbs   È un privilegio che spetta a lei, signore.

roote  Io ne ho piene le palle! Dei pazienti, del personale, dei subalterni, di tutta questa baracca di merda!

gibbs    Mi spiace sentirle dire questo, signore.

roote    Mi sta dissanguando.

lush    E allora perché insiste?

Roote lo guarda.

roote  Perché ho una delega.

luspi    Delega di che?

roote  (con calma)    Ho detto che ho una delega, e basta.

lush    Una delega di che?

Si guardano fissi negli occhi.

roote    E non solo io. L'abbiamo tutti. Anche quel bastar­do lì. (A Gibbs) Non è vero?

gibbs    Sì.

roote    Ha visto.

lush    Non è stato chiaro.

roote    Chi, io?

lush    Non riesce a essere chiaro.

roote    Ah, no?

lush    Si spieghi meglio.

gibbs    È ubriaco.

roote  (andando verso Lush)    Si spieghi lei, Lush.

lush    No, lei! È lei che deve spiegarsi!

roote    Stai attento, ragazzo.

lush   (alzandosi)    E' un delegato, giusto?

roote  (squadrandolo)    Giusto.

lush Chi l'ha autorizzato? Che poteri le sono stati affida­ti? Chi l'ha nominato? Delegato a fare che? (Roote gli dà un pugno nello stomaco).

roote Sono un delegato! (Pugno nello stomaco) Sono sta­to incaricato! (Pugno nello stomaco) Sono un delegato! (Pugno nello stomaco) Sono stato nominato! (Lush indie­treggia, piegato su se stesso attraverso il palcoscenico, Roote lo segue) Delegato! (Pugno nello stomaco) Nominato! (Pugno nello stomaco) Incaricato! (Lo colpisce di nuovo nello stomaco. Lush si accascia sul pavimento. Roote in piedi su di lui urla) io sono autorizzato!

Lush rimane piegato per terra. Roote torna alla scrivania, versa da bere per sé e per Gibbs.

roote  (a Gibbs, amaramente)    E lei cosa vuole?

gibbs   Sono venuto a sentire il suo discorso di Natale, Co­lonnello.

roote    È sicuro di non essere venuto a uccidermi?

gibbs    Ucciderla?

roote    Sì, non è venuto per questo?

gibbs    Sì sbaglia di grosso. Che idea.

roote  E invece sì! Glielo leggo in faccia! Lush, lei non glielo legge in faccia? Questo qui è venuto a farmi fuori. Glielo si legge in faccia.

gibbs    Non è assolutamente vero.

roote  Ha perfino cambiato espressione, non mi contrad­dica. La coscienza sporca! Ce l'aveva scritto in faccia.

gibbs    Ma stiamo scherzando,

roote  Beh, diciamo che lei non è che ci sappia fare molto, eh? Anzi non ci sa proprio fare. L'ho smascherata, così! (Schiocca, le dita e ride) Lo ammetta, Lush? Come assas­sino non ha molta strada davanti a sé, lo sa? (Lush si alza lentamente da terra). Lo sa?

gibbs  Questo suo giochetto mi offende, signore.

roote    Davvero?

gibbs    Mi offende profondamente.

roote  La offende. (Andando dietro alla scrivania con il bicchiere) Beh, se la offende, la offende. (Beve) Vuol dire che è troppo sensibile, questo è il suo guaio,

gibbs (sedendosi)    È un'insinuazione infamante.

roote    Non faccia tanto il permaloso!

Lush si avvicina a Gibbs cautamente.

lush    Il vecchio stava solo scherzando, Gibbs.

roote  Certo che scherzavo.

gibbs   Uno scherzo tutt'altro che divertente.

lush  Non voleva offenderti. Su. Non ti avvilire. Adesso dammi quel coltello e non parliamone più.

Silenzio improvviso. Tutti immobili. Gibbs e Lush si squadrano. Lush fa una piccola mossa verso la sua giacca. Gibbs si alza di scatto, con un coltello in mano. Lush lo affronta con un coltello in mano. Roote prende la baio­netta che è sulla scrivania, si interpone fra i due tenendoli a bada e ghignando. Silenzio. I coltelli sono alzati. A un tratto si sente un sospiro, amplificato. I coltelli si abbas­sano. Si sente un lungo lamento, amplificato. Guardano in alto. Si sente una risata, amplificata, che va scemando. Silenzio.

lush    Cos'era?

roote    Non lo so. Cos'era?

gibbs    Non lo so.

Pausa.

roote    Ho sentito qualcosa, voi no?

lush      Sì, io sì.

gibbs    Si, ho sentito qualcosa.

Pausa.

roote    E, cos'era?

Pausa.

gibbs    Non lo so.

lush    Neanch'io.

Pausa.

roote    Beh, non c'è modo di scoprirlo?

gibbs    Sta succedendo qualcosa, signore. Qualcosa che non mi piace. C'è qualcosa nell'aria... che non riesco be­ne a definire.

roote Strano che lei dica questo. Stavo dicendo proprio la stessa cosa prima, vero Lush? La stessa cosa. Proprio prima che lei entrasse.

Pausa.

gibbs    Andiamo a indagare. Dai, Lush.

lush    Vacci tu.

roote    Vada con lui.

lush    Non ho voglia di andare con lui.

roote    Vada con lui! Che c'è? Ha paura del buio?

lush   (timidamente) No... beh, perché vede, il fatto è... è che ho un regalo per lei, Colonnello.

roote   Un regalo?

lcsh    Un regalo di Natale.

roote  (sospettoso)    Ah, sì? E che genere di regalo?

lush  È solo un pensiero, signore, per Natale. (Tira fuori un sigaro dalla tasca e lo dà a a Roote) Eccolo.

roote Ehi! Sembra uno di quelli buoni.

lush    È solo un piccolo pensiero, signore.

roote Un pensiero davvero gentile, Lush. Le sono profondamente grato.

lush    Sono contento che le piaccia, signore.

roote (raggiante) Sì, molto gentile. Lo fumerò prima di andare a letto. E adesso andate, tornate al lavoro.

gibbs    Quand'è che vuole vedere Lamb, signore?

roote    Lamb?

gibbs    Il padre, signore.

roote Ah, quello. Domattina, dai, domattina. Adesso non ho voglia di essere seccato da quello lì.

gibbs    Allora domattina. Grazie per il bicchiere, signore.

lush    E per il dolce.

roote   Buonanotte, signori.

Gibbs e Lush escono. Roote va verso il divano con il siga­ro. Miss Cutts gli appare dietro la schiena entrando dalla porta della camera da letto, lo osserva. Indossa una cami­cia da notte. Roote accende il sigaro e prende qualche boccata. Il sigaro esplode. Miss Cutts si precipita verso di lui. Roote getta il sigaro, vede Miss Cutts.

cutts Ti sei fatto male? (Roote la fissa) Cosa c'era in quel sigaro?

roote    Mi ricordi qualcuno.

cutts    Con la mia nuova camicia da notte? Chi?

roote    Dove hai preso quella roba?

cutts    È un regalo. Chi ti ricordo?

roote    Dove l'hai presa?

cutts  Da un'amica. Ti piace? Me l'ha appena regalata. Ho preso un tè con lei, oggi. È diventata madre. E non le serve. Ha insistito perché la prendessi io. È così carina, e ha un bambino che è un amore. Le ho detto, ora che sia­mo diventate amiche non posso continuare a chiamarti 6459, non credi? Come ti chiami? Lo sai che non me l'ha voluto dire? E va bene, ma il tuo amante come ti chiama? Le ho chiesto, con che nomignolo? È diventata tutta ros­sa. Devo dire che sono proprio curiosa. Chissà come la chiama? È molto carina, mi ha detto che il bambino sente la mancanza del papà. Anche i neonati sentono la man­canza del papà, sai? Archie, non credi che il padre possa vedere il bambino, anche solo per qualche minuto, tanto per dirgli ciao?

roote  (con calma)    No. Il padre deve rimanere dov'è.

cutts    E dov'è?

roote    Non hai il turno di notte?

cutts    È Natale, ho smontato prima,

roote    Dovresti essere al lavoro.

cutts    Non sei contento dì vedermi?

Pausa. Roote sospira e la guarda.

roote    Sei... (Si siede sul divano con lei) Sei... felice?

cutts    Felice? Certo che lo sono.

roote    Sei... sei felice con me?

cutts    Certo che sono felice. Con te. Quando non fai lo scemo.

roote    Sei davvero felice con me?

cutts    Non quando mi vuoi far uscire al freddo, in camicia da notte.

roote (prendendole la mani)    Non uscire. (Le accarezza la mano).

Lei lo guarda gravemente.

cutts   Sai che a volte penso di non essere abbastanza femminile per te.

roote    Lo sei, sei più che femminile.

cutts   Forse se fossi più femminile non mi faresti uscire al freddo.

roote    Non voglio che tu esca. Voglio che tu rimanga.

cutts   O forse... forse è perché tu pensi di non essere abbastanza virile.

roote    Sì, che lo sono!

cutts    Forse no.

roote    Non mi vorrai più virile di così?

cutts (con insistenza) Non c'entra quello che voglio io. È quello che pensi tu, che conta. Quello che pensi vera­mente dentro e quello che senti. Quello che vuoi, quello che sei veramente, non lo capisci, Archie? Cioè se tu, a un tratto, fossi preoccupato di non essere abbastanza virile - cioè che io non fossi abbastanza femminile e che tu fossi un po' troppo femminile - beh, allora c'è qualcosa che non va, non ti pare?

roote    Aspetta un attimo, ma io non ho detto nulla...

cutts  (internamente) Se io non ti amassi così tanto non avrebbe importanza. Ricordi il nostro primo incontro? Sulla spiaggia? Di notte? Tutta quella gente? Il falò? E le onde? E gli spruzzi? E la foschia? E la luna? E tutti che ballavano, che ridevano, che facevano le capriole? E tu... eri lì in piedi, silenzioso, nei tuoi calzoncini immacolati che fissavi un castello di sabbia. La luna era dietro di te, davanti a te, dappertutto, avvolgendoti nella sua luce sof­fusa, dissipandoti, eri trasparente, traslucente, un faro. Rimasi senza parole, ammutolita. L'acqua saliva. Non riuscivo a muovermi. Ero rigida. Inamovibile. I nostri occhi si sono incontrati. Amore a prima vista. Continuai a guardarti fissa. E nei tuoi occhi, audaci e spudorati, vi era il desiderio. Un desiderio brutale, esigente. Bestiale, spietato, inesorabile. E io ero lì magnetizzata, ipnotizza­ta. Trafitta. Immobile e ferma. Come un insetto intrap­polato nella ragnatela.

Roote si alza, va alla scrivania, si siede, accende il microfono.

roote (parlando nel microfono) Pazienti, personale medi­co, subalterni. Buon Natale e un felice e prospero anno nuovo a tutti quanti. E a nome di tutto il personale medi­co desidero augurare ai subalterni, buona fortuna per il prossimo anno e buon Natale. E a tutti i pazienti, uno per uno, vorrei inviare un augurio personale, esternando i più fervidi auspici per le feste e i più caldi auguri da parte del personale medico, dei subalterni e mia, senza dimen­ticare quelli del Ministero, che sono certo sarebbe lieto di associarsi a queste parole, augurandovi un felice e pro­spero anno nuovo. (Pausa). In questo anno che sta pas­sando abbiamo tutti avuto le nostre difficoltà, i nostri piccoli problemi, i nostri piccoli dispiaceri, come pure le nostre piccole gioie; nonostante ciò, grazie al lavoro che svolgiamo assieme, grazie alle responsabilità di tutti, per quanto umili e insignificanti possano sembrare alcuni compiti, continuiamo a lavorare, a vivere, a tenere unita una grande famiglia, e ad andare avanti senza farci sco­raggiare. (Pausa). Salutiamo l'anno vecchio che sta per passare, e accogliamo quello nuovo, e io vi dico, dinnanzi a queste ceneri, che ci porteremo dietro dall'anno vec­chio... cose... che potranno aiutarci in quello nuovo, per­ché noi non le temiamo. (Pausa). Forse qualcuno di voi che sì trova qui stasera di fronte a questi altoparlanti, po­trà chiedersi se le fatiche quotidiane, le delusioni quoti­diane, le continue prove e i tormenti che sembrano perse­guitarvi continuamente, abbiano davvero un senso. Io voglio dirvi una cosa sola. Abbiate fede. (Pausa). Si, mi è stato richiesto di inviarvi un messaggio del tutto partico­lare questo Natale che è: abbiate fede. (Pausa). Ricorda­tevi che non siete soli, che noi, per esempio, in questo no­stro istituto, siamo tutti ineluttabilmente legati, l'uno al­l'altro, il personale medico ai subalterni, i subalterni ai pazienti, i pazienti al personale medico. Ricordatevelo, quando sarete seduti accanto al fuoco con le vostre fami­glie, che sono venute da vicino e da lontano, per trascor­rere questo giorno assieme a voi, e siate sereni. (Spegne il microfono e si siede).

Le luci si abbassano sull'ufficio. Buio. Una luce bassa sul­le scale e sul proscenio. Si sentono degli scricchiolii di serrature. Catene che si trascinano. Un gran fragore e rimbombo di porte di ferro che si aprono. Delle lame di luce appaiono improvvise sul palcoscenico, come se si aprissero delle porte sui corridoi e sulle stanze. Sussurri, risate sommesse, urla di pazienti che vanno in crescendo, il fragore delle serrature e delle pone aumenta sempre di più. Le lame di luce vanno da una zona all'altra, rapide. I suoni raggiungono un culmine e poi cessano. Si alzano le luci sull'ufficio del Ministero. Lobb si alza e Gibbs entra.

lobb  Ah. venga avanti, Gibbs. Come sta? (Si stringono la mano) Ha fatto buon viaggio?

gibbs    Non c'è male, grazie, signore.

lobb    Si sieda. (Siedono). Sigaretta?

gibbs   No grazie, signore.

lobb    Non è molto che aspetta, vero?

gibbs   No, affatto, signore.

lobb  Il mio segretario è a letto con l'influenza. C'è un po' di disordine. Com'era il tempo lassù?

gibbs    Molto freddo, signore.

lobb Qui è stato tra il bello e il discreto, considerando la stagione. Un clima traditore, però. Il mio segretario, per esempio, uomo di assoluta fiducia, forte come un toro, è stato abbattuto come un fuscello durante il week-end.

gibbs    Davvero traditore.

lobb    Tremendo. E lei come si sente?

gibbs    Oh, benissimo, grazie, signore.

lobb Sì, ha proprio l'aria di star bene. Anzi benissimo di­rei. Porta la canottiera, vero?

gibbs    Sissignore.

lobb Ecco vede. Lei è giudizioso. Il mio segretario invece, che è forte come un toro, non ha mai indossato una ca­nottiera in vita sua. È così che se l'è presa. (Pausa). Sono proprio contento che sia venuto a trovarmi, Gibbs.

gibbs  Anch'io, signore.

lobb Brutta faccenda. Ha fatto rapporto, vero?

gibbs  Sissignore.

lobb Non l'ho ancora visto.

gibbs  Nossignore. Ce l'ho qui con me.

lobb Lo consegni in ufficio quando esce, per favore.

gibbs  Sissignore.

lobb Ha una cifra definitiva?

gibbs  Sì... ce l'ho, signore.

lobb E qual è?

Pausa.

gibbs  È stato massacrato l'intero personale medico, signore.

lobb    L'intero personale medico?

gibbs   Tranne uno, naturalmente.

lobb    Chi?

gibbs   Io, signore.

lobb   Ah già, certo. (Pausa). L'intero personale medico, ha detto? Una vera strage, allora?

gibbs    Esatto.

lobb  È tremendo. (Pausa). Come hanno... come hanno fatto?

gibbs  In diverse maniere, signore. Il signor Roote e la si­gnorina Cutts sono stati pugnalati nel loro letto, Lush...

lobb    Mi scusi, ha detto letto, o letti?

lobb    Letto, signore.

lobb    Ah, davvero? Prosegua.

gibbs Lush, Hogg, Beck, Budd, Tuck, Dodds, Tate e Pett, sono stati chi impiccato e chi strangolato, a seconda.

lobb  Capisco. Beh, prevedo che le saranno fatte molte do­mande su questa faccenda, Gibbs.

gibbs   Sissignore.

lobb    E ora la situazione com'è?

gibbs I pazienti sono tutti tornati nelle loro stanze. Ho la­sciato al capoportiere, Tubb, il controllo di tutto. È mol­to in gamba. E tutto il personale subalterno continua il proprio lavoro come sempre.

lobb    I subalterni non sono stati toccati?

gibbs    No. Solo il personale medico.

lobb  Ah. Senta, Gibbs, c'è una cosa che vorrei sapere. Co­me hanno fatto i pazienti a uscire dalle loro stanze?

gibbs Non credo di essere in grado di darle una risposta precisa su questo, signore, finché non sarà avviata l'in­chiesta.

lobb    Certo, certo.

gibbs Una delle possibilità è che una porta non sia stata chiusa bene e che uno dei pazienti sia riuscito a uscire, sottrarre le chiavi dall'ufficio e liberare gli altri.

lobb    Dio mio.

gibbs Vede, l'addetto alle serrature che avrebbe dovuto essere in servizio... abbiamo sempre un addetto in servi­zio...

lobb    Certo, certo.

gibbs    Era assente.

lobb   Assente? Beh, dico.., è un fatto piuttosto rilevante, non crede?

gibbs   Sissignore.

lobb    Dov'è ora?

gibbs    È... introvabile, signore.

lobb    Beh, sarebbe bene trovarlo, non crede?

gibbs    Farò del mio meglio, signore.

lobb   Bene, bene. (Breve pausa). Mi dica. Lei perché non è stato ucciso? È solo una curiosità.

gibbs Stavo facendo una ricerca da solo, signore. Proba­bilmente l'unico membro del personale medico sveglio, e così ho avuto il tempo di prendere le misure necessarie per difendermi.

lobb Capisco. Beh, è stata davvero una disgrazia, ma non possiamo fare niente finché non sarà inoltrato il rappor­to e avviata l'inchiesta. Intanto forse le converrebbe tro­vare quell'addetto alle serrature. Avremo sicuramente bisogno di scambiare qualche parola con lui. Come si chiama?

gibbs    Lamb, signore.

lobb(annotando il nome) Lamb. Beh, Gibbs, vorrei espri­merle, a nome di tutto il Ministero, la mia ammirazione per il coraggio che ha dimostrato.

gibbs La ringrazio, signor Ministro. Il lavoro vuol dire molto per me.

lobb Bene, così mi piace. (Breve pausa). Sarà lei a portare avanti le cose da adesso in poi. Le manderemo dei rinfor­zi tra qualche giorno. Prima è impossibile, temo. Dob­biamo trovare gente altamente qualificata. E non è così facile.

gibbs    Manderò avanti io le cose, signore.

lobb Ovviamente, diventerà lei il responsabile da ora in poi.

cibbs    Grazie, signore,

lobb (alzandosi) Non ringrazi me. Siamo noi che dobbia­mo ringraziare lei. (Si avviano alla porta). Un'ultima do­manda. Quale stato il motivo scatenante? Cioè... che co­sa lì ha spinti a tanta violenza?

gibbs Beh, signor Lobb. sarebbe poco delicato nella mia posizione...

loee    Su, su, ragazzo mio. Sono i fatti quelli che contano.

gibbs    Non è bene parlar male dei morti.

lobb    Certo, certo.

gibbs Ma non ci sono dubbi sul fatto che il signor Roote non fosse amato.

lobb    A ragion veduta?

gibbs Temo di sì, signore. Per due motivi in particolare. Il primo per aver sedotto la paziente 6459 mettendola in­cinta, e il secondo per aver ucciso il paziente 6457. Gli al­tri pazienti non gliel'hanno mai perdonato.

Buio sull'ufficio. Luci sulla stanza insonorizzata. Lamb è su una sedia. È seduto immobile, con lo sguardo fisso, in una trance catatonica.

Sipario.