La signora è da buttare

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LA SIGNORA E’ DA BUTTARE

Commedia in due tempi

Di DARIO FO

PERSONAGGI

CLOWNS IN CORO

CLOWN

ALTRO CLOWNS

RAGAZZA CLOWN

CLOWN OFFICIANTE

RAGAZZA INFERMIERA

CLOWN GRASSO

CLOWN DOMATORE

VECCHIA - RAGAZZA

CLOWN CAMERIERE

MEDICO

ASSISTENTE

PERSONAGGIO IN FRACK

GIUDICE - USCIERE

CANCELLIERE

POLIZIOTTO - GIUSEPPE

SPOSO - SPOSA

COMMISSARIO

RAPPRESENTANTE - AMMAESTRATO

Commedia formattata da

Primo tempo

Interno di un tendone da circo (Chapiteau) a pista uni­ca centrale. Piloni centrali dai quali pendono le funi e le scalette di corda per il trapezio. Gabbia che s'affaccia sulla destra. In pista, sulla sinistra, un gran letto monumentale con colonne ai quattro angoli, sormontate da angioloni ba­rocchi. Su una delle colonne, a sostituire l'angiolone man­cante c'è un clown appollaiato.

Nel letto, fra un numero considerevole di cuscini si in­dovina una vecchia signora assopita. Su di un palchetto, al fondo della scena, c'è l'orchestrina che suona in conti­nuazione a commento delle azioni.

Tutto l'ambiente è sommerso in una dolce penombra.

I personaggi, che all'aprirsi del sipario sono già in sce­na, si muovono con circospezione, lentamente, preoccupati di non fare rumore.

Dall'esterno giungono ululati sommessi, quasi lamenti can­tati.

Un gruppetto di clowns avanza in processione verso un grosso frigorifero che sta al centro, quasi in proscenio.

II clown di testa fa oscillare un turibolo, altri buttano petali di fiori. Arrivati all'altezza del frigorifero, si tolgono il cappello, si mettono in ginocchio.

Un clown proveniente dalla quinta di sinistra attraversa il proscenio, sorpassa il frigorifero senza degnarlo di uno sguardo.

Clowns in coro                - All'origine era il nulla!

Un clown                         - Non c'erano i detersivi né i surgelati. Non c'erano nemmeno i buoni premio.

Clowns in coro                - All'origine era il nulla.

Un clown                         - Poi venne il frigorifero.

Clowns in coro                - Il frigorifero.

Clown                              - (entra il gelataio con carrettino) Gelati! gelati!

Clown del turribolo         - (lo blocca) Dico! Potresti almeno toglierti il cappello quando gli passi davanti, no? (Indica il frigorifero)

Clown                              - Perché? Io mica sono credente!

Clown del turribolo         - Non credi nel frigorifero?

Clown miscredente         - No, e nemmeno nella lavatrice!

Clown del turribolo         - Un ateo!

Clowns in coro                - Oh... poveretto...! (Il clown officiante scuote un campanello. Tutti si mettono in ginocchio)

Clown miscredente         - Che succede?

Clown                              - Zitto... sta facendo il ghiaccio! Forse!...

Clowns in coro                - Fede, abbiate fede! Abbiamo fede...! oh che fede! (Il clown officiante apre il frigorifero, si inchi­na, apre lo sportello del ghiaccio, il tutto con gesti iera­tici)

Clown officiante             - (volgendosi con le braccia spalancate) L'ha fatto! Miracolo! Ha fatto il ghiaccio!

Clowns in coro                - Oh grazie! L'ha fatto! Ohoooo!

Altro clown                     - A cubetti o a palline?

 Clown officiante            - A palline!

Clowns in coro                - Ohooo! (Le palline di ghiaccio vengono travasate in una grossa bowl. Quindi, come in una offerta rituale ogni clown consegna all'officiante un dono: botti­gliette di latte, coca-cola, panetti di formaggio ecc. L'of­ficiante li ripone via via, ieratico, nel frigorifero) Preser­vaci le proteine! Preservacele dalla muffa e dal coagulo! (/ clowns richiudono il frigorifero e lo spingono in quinta)

Clown officiante             - (alla ragazza infermiera) Come va?

Ragazza infermiera          - Fa fatica a respirare.

Clown officiante             - Rimediamo subito l'ossigeno! L'os­sigeno per la signora.

Altro clown                     - Ecco l'ossigeno per la signora.

Clown officiante             - Portalo laggiù, vicino al letto.

Altro clown                     - Portatelo da te.

Clown officiante             - E invece io non lo porto, perché ho la prolunga e ci arrivo lo stesso, senza portarci sto coso... (Musica) Ecco l'ossigeno fresco per la signora. (Dal fondo viene avanti una ragazza mezzo barbona, mezzo clown)

Ragazza clown                - (all'officiante che sta armeggiando intor­no alle palline da introdurre nella bowl) Ehi, pst... signore: mi dice dove siamo qui?

Clown officiante             - Come: dove siamo?

Ragazza clown                - Eh, si, scusa... ma mi sono un po' per­duta: dovevo andare in un posto, che adesso non mi ri­cordo... e invece sono capitata qui... che non so dove siamo!

Clown officiante             - Ma siamo nel circo... non vedi?

Ragazza clown                - Ah, nel circo... Che circo?

Clown officiante             - È il più grande circo del mondo. Ma dico, davvero non conosci questo circo? Dove vivi tu?

Ragazza clown                - Vivo in via coso li... in via... Be', adesso non mi ricordo più se proprio è una via o una piazza... ma so che è all'undici!

Clown officiante             - Be', allora ritornaci... tirati via dai piedi, che abbiamo da fare...

Ragazza clown                - Cosa avete da fare?

Clown officiante             - Dobbiamo curare la vecchia. (Va ver­so il letto e consegna la bowl ad una ragazza che funge da infermiera)

Ragazza clown                - Ah, la vecchia! La curate perché non scappi?

Clown officiante             - Ma no, è ammalata.

Ragazza clown                - È ammalata?

Clown officiante             - Si, molto ammalata.

Ragazza clown                - Molto ammalata? E lei lo sa?

Clown officiante             - Certo che lo sa.

Ragazza clown                - Chi gliel'ha detto?

Clown officiante             - Come: chi gliel'ha detto? Nessuno, l'ha capito da sola!

Ragazza clown                - È un'indovina?

Clown officiante             - Indovina?

Ragazza clown                - Si, si: per me è un'indovina!... Senti, legge anche la mano, le carte, futuro, passato?

 Clown officiante            - Per favore, vuoi piantarla? Vai via­vai a casa!

Ragazza clown                - Si... a casa di chi?

Clown officiante             - A casa tua!... ce l'avrai una casa, no?

Ragazza clown                - Non so, adesso come adesso non mi ri­cordo... Tu ti ricordi?

Clown officiante             - Ma cosa vuoi che ne sappia io!

Ragazza clown                - Allora domandiamoglielo alla vecchia, che è un'indovina! Vecchia!

Clown officiante             - Ma ci mancherebbe altro!... Non ca­pisci che sta per morire!?

Ragazza clown                - Ma va, chi te l'ha detto?

Clown officiante             - Nessuno, lo so da me.

Ragazza clown                - Sei anche tu un indovino?

Clown officiante             - Io?

Ragazza clown                - Fai il bravo, indovinami dove abito!

Clown officiante             - Vai in galera!

Ragazza clown                - In galera? Bravo, hai indovinato, ero proprio in galera! Si, si: carcere centrale... sono uscita stanotte!

Clown officiante             - Sei evasa?

Ragazza clown                - Evasa? Non so.

Clown officiante             - Come: non sai?

Ragazza clown                - Mica sono un'indovina io! (Via)

Clown officiante             - (cerca di spingere il letto. Rivolto a un clown appollaiato sul letto) Non ci arriva, Euh! Ma se ci stai seduto sopra non si muove più. (Il clown si alza in piedi, sempre sul letto) Oh cosi si, ci arriva. Bene, andiamo. (Si sente picchiettare con violenza sui vetri della carovana che si trova all'estrema sinistra della scena. Controluce, al dì là dei vetri colorati, si indovina la sagoma di un grande uccello rapace)

Un clown                         - Riecco l'avvoltoio!

Clown officiante             - (accorrendo a grandi passi, parla con voce ingoiata) Via, vai via schifosa! Bestiaccia male­detta!... Non è ancora pronto il mangiare per te... Non è ancora morta la vecchia... E anche se fosse già morta da una settimana bella frollata a te non ne diamo da assag­giare neanche un etto!

Vecchia                           - Eh? Chi è? Chi non è ben frollata?

Ragazza infermiera          - Disgraziato, con sta tua cagnara, sei andato a svegliarmi la signora!

Clown officiante             - Io? è stato l'avvoltoio, sta caro­gna!... Ma adesso te la faccio pagare. Passo. (Entra nel carrozzone, attraverso i vetri della porta si indovina una violenta colluttazione del clown con l'avvoltoio) Vieni che ti devo parlare... Ah, ti rivolti, anche! Ahia, che beccata!... Ma io ti strappo tutte le penne sai! Tho!... Tutte le penne del sedere... e che ti venga un bel raffreddore al suddetto... da restarci secco! (Squittire e gracidare dell'avvoltoio)

Ragazza infermiera          - Basta, la volete piantare voi due!?

Vecchia                           - (con un fil di voce) Chi piange? Chi fa pian­gere le mie bestie?

Ragazza infermiera          - Non è niente signora, stai tran­quilla... Dormi, dormi...

Vecchia                           - Dormo, dormo. Ohoo, ohooo...

Clowns in coro                - Ohooo, ohooo,... ohooo... (Il clown of­ficiante esce dal carrozzone con una manciata di piume con le quali si fabbrica un ventaglio. Si sventola come una gheisa. Preceduto da un fragoroso strombettare piomba in scena, proveniente da sinistra un monopattino a tre posti con relativi passeggeri. Investe alcuni clowns che cascano rotolando in modo spettacolare. Il monopattino procede im­perterrito, esce di scena)

Vecchia                           - (affacciandosi alla tenda del letto) Gli indiani! Presto - mettete in cerchio i carri - il mio fucile, presto.

Ragazza infermiera          - Ma no, cara, non sono gli indiani.

Un clown                         - Assassini...! Pirati maledetti! (Sopraggiun­gono due bidoni della spazzatura dipinti di bianco con di­segnati i classici segni della croce rossa. Gli inservienti ca­ricano i cadaveri degli investiti come fossero sacchi. Se ne vanno velocissimi emettendo il lancinante ululato di sirena)

Clown officiante             - (che è rientrato in scena con indosso una giacca da domatore) Ah! è morta! è morta... non c'è più!

Clowns in coro                - Ah... è morta!... ahi, ahi!

Vecchia                           - Chi fa piangere le mie bestie?

Clown grasso                   - È morta? (Si avvicina al letto a sbircia­re) Ma che dici cretino!... Se parla ancora!

Vecchia                           - Si, io parlo parlo...

Clown grasso                   - Dormi, dormi.

Vecchia                           - Ohooo.

Clown domatore             - No, non voglio bugie pietose!... è mor­ta... la regina è morta!

 Clowns in coro               - Ahioaiooooo!

Clown grasso                   - Che regina?

Clown domatore             - La mia regina... e con lei sono morte tutte le altre!

Clown grasso                   - Tutte le altre, chi?

Clown domatore             - Tutte le mie pulci ammaestrate... guar­dale qui, nello scatolino, secche, senza vita! E pensare che stamattina pizzicavano ancora, ancora felici! Cip, cip.

Clown grasso                   - Disgraziato, e c'è bisogno di fare tutta 'sta cagnara per quattro pulci schifose?

Clown domatore             - (afferrandolo per il collo) A chi schi­fose...! Ma io ti strozzo il naso!

Ragazza                           - Zitti! Soffocalo, per favore, che almeno non grida!

Clown domatore             - Ha offeso la memoria delle mie pulci!

Clown grasso                   - Ahhh.

Ragazza                           - E va bene... non avrà fatto a posta!... Ad ogni modo, te ne puoi procurare delle altre anche subito, se pro­prio ci tieni: vai di là, nelle gabbie delle bestie, e te ne rifai un esercito di pulci!

Vecchia                           - No, dalle bestie no!

Clowns in coro                - (viene zittita) Ssst.

Vecchia                           - Oh che modi!

Clown domatore             - Si dalle bestie: ma cosa trovo, delle pulci "amenovene" però!

Clown grasso                   - Amenovene?

Clown domatore             - Ma si: pulci di una specie inferiore, piccole e stupide. Le mie erano delle "coronoves-mordex", esemplari rarissimi, di una intelligenza superiore. Le uniche che si possano ammaestrare.

Ragazza                           - Perché rarissime? Dove vivono?

Clown domatore             - Sull'uomo!... Solo sull'uomo... che di­sgraziato le ha distrutte con gli insetticidi e i detersivi.

Vecchia                           - Come siamo cattivi, però!

Clowns in coro                - Ssst.

Vecchia                           - Oh, ma non si può più parlare!

Clowns in coro                - Ssst.

Un clown                         - (cantando) Tanti auguri a te. (Schiaffo)

Ragazza                           - Beh, ma qualcuna se ne sarà pur salvata?

Clown domatore             - Salvata? E dove, non vedi che nes­suno si gratta più? Guardati intorno.

Clown grasso                   - Beh, quello, per esempio, si gratta e come!

Clown domatore             - È vero! (Andando verso il clown che si gratta) Ehi, tu... hai le pulci?

Clown che si gratta         - No.

Vecchia                           - No, ha l'orticaria... ha mangiato le fragole. (Ride sgangheratamente)

Clown domatore             - (disperato) Vedi, vedi, non c'è pro­prio più speranza. Nessuno si gratta più per le pulci.

Ragazza                           - Coraggio; troverai ancora delle pulci, verrà an­che per te la fortuna.

Clown domatore             - Si fortuna! non ho mai avuto fortuna in vita mia - neanche al gioco - guarda, nemmeno un get­tone, è inutile, sono proprio sfortunato.

Clown grasso                   - Poverino, è proprio sfortunato! Anche per­ché sbaglia sempre macchinetta. È questa quella buona.

Voce capo clown             - (da fuori scena) Avanti march.

Vecchia                           - Gli indiani, presto il fucile!

Ragazza                           - No cara non sono gli indiani, sono i fanti di marina.

Vecchia                           - Ah, quelli che ammazzano gli indiani; allora va bene... (L'orchestra sottolinea il ritmo eseguendo una mar­cia militare sgangherata) Cantare! (Entrano alcuni clowns con abiti mimetizzati a forti tinte, di foggia grottesca; can­tano)

Colonnello, colonnello beneamato siamo pronti...

facci fare 'sto colpo di Stato uno-qué uno-qué

ma che cosa aspetti ancor il colpo di

Stato oramai lo fanno tutti è una pacchia....

e i democratici stanno zitti uno-qué, uno-qué

fan qualche smorfia ma senza rumore senza rumor.

 (I soldati clowns, compiono evoluzioni assurde: battono con violenza i piedi, fanno roteare i fuciloni, dandosi reci­proche mazzate; salgono sul letto, sempre marciando, ri­discendono, camminano in ginocchio, zompano sul sedere)

Ragazza                           - (cercando di sormontare con la voce il canto dei soldati) Ma cosa c'è ancora!? Siete impazziti? Mia vi sem­bra questo il momento e il luogo per fare delle esercita­zioni... con la Signora che sta morendo?

 

Capo clown                     - Mi spiace ragazza, ma gli ordini sono or­dini: via! l'esercitazione non può essere sospesa, salvo contrordini, via! bisogna essere sempre preparati a difen­dere il sacro suolo dal nemico che incombe! via! È un ordine... salvo contrordine! Via!

Vecchia                           - Ahai ahia.

Clown appollaiato           - Basta cosi: completo! (Il letto ar­retra, suonando la campana, come se fosse un tram)

Capo clown                     - È un ordine... salvo contrordine.

Ragazza                           - Beh, il contrordine ve lo do io: fuori dai piedi! Se volete esercitarvi andate nell'altro piazzale dove ci sono le gabbie delle scimmie!

Signora                            - (stonando) Oh no... Lascia che si esercitino... Poveri ragazzi! Ormai mi hanno quasi svegliata. Ho sol­tanto voglia di bere.

Clown grasso                   - (urlando) Da bere per la signora!

Ragazza                           - Si, cara: ti ordino subito qualcosa di caldo. (Dà uno strattone alla corda che sta appesa al collo del clown appollaiato sulla colonna)

Clown appollaiato           - Delen, delen! Da bere per la si­gnora. (// domatore batte la testa contro la testa della vecchia)

Vecchia                           - Dormo dormo - ohooo.

Clown domatore             - (che nel frattempo ha spulciato con attenzione alcuni soldati) Che mondo disgraziato: nem­meno i soldati hanno più le pulci, adesso! (Nell'esercita­zione di "assalto" uno dei soldati va ad infilare la baio­netta nella pancia del capo-clown)

Capo clown                     - Aohia! Imbecille d'un cretino!... Guarda se è la maniera di infilzare la pancia a un superiore!... Ma non lo conosci il regolamento? (Viene portato un secchio, due soldati afferrano il fucile per il calcio)

Sottocapo clown             - Estratt arm! (Estraggono la baionetta: dal ventre del capo clown fuoriesce un getto violento di sangue che va a riempire il secchio) Tappo! (Gli infilano un tappo) Rubinetto. Presto avvitare il rubinetto apposito. (Sul tappo viene avvitato un grosso rubinetto) Collaudo! (Un clown gira la manopola, altro getto di sangue) Basta cosi, bloccare, bloccare. (Indicando il secchio)

Capo clown                     - Mettetelo da parte, alla prossima occasione andremo a versarlo sul campo dell'onore! In marcia.

Clown appollaiato           - Delen delen.

Clown cameriere             - (arriva sospeso ad una altalena prove­niente dalla quinta di destra) La signora ha chiamato?

Clown appollaiato           - Un tè caldo e abbondante per la si­gnora.

Clown domatore             - Abbondante per la signora.

Clown cameriere             - Ecco il tè caldo per la signora. (Con­segna la tazza al clown appollaiato, che annusa veloce e versa il contenuto della tazza in un imbuto infilato nel tubo di scarico che scende lungo la colonna fino a rag­giungere la base del letto, quindi, butta la tazza vuota alla ragazza che, velocissima va a raccogliere il liquido all'uscita dello scarico munito di rubinetto)

Domatore                        - Visto che servizio!

Ragazza                           - E il latte? (Risuona la campana)

Clown appollaiato           - Delen... Delen... vacci piano che mi strozzi... Delen...!

Cameriere                        - (tornando sempre sull'altalena) Subito il latte omogenizzato per la signora.

Ragazza                           - (dopo aver assaggiato la bevanda) Ma è senza zucchero! (Altro strattone alla corda, questa volta più vio­lento del solito. Il clown precipita al suolo)

Clown domatore             - Si vede a occhio che manca lo zuc­chero! Lo zucchero!

Clown ex-appollaiato      - Ahiaaa! Esagerata, mi hai rotto tutta la campana.

Cameriere                        - (sempre arrivando sull'altalena) La signora non ha suonato?

Vecchia                           - Voglio lo zucchero... lo zucchero!

Cameriere                        - Via lo zucchero per la signora. (Ma l'oscil­lazione è rallentata, il cameriere non riesce a raggiungere la quinta) Una spinta, prego, per lo zucchero, una spinta per lo zucchero della signora! (Un clown salta sulle spalle di un compagno ed esegue la spinta con grande forza) Gra-zieee per la spinta dello zuccherooo! (L'altalena sorpassa la quinta, si sente un gran botto, urlo e tonfo all'unisono. L'altalena torna in scena oscillando priva del cameriere. Appese alla sbarra del trapezio sono rimaste soltanto le scarpe dalle quali pendono calze e pantaloni del clown ca­meriere)

Clown domatore             - E’ uscito!

Clown appollaiato           - (che è tornato al proprio posto) So­speso lo zucchero per la signora! (Tira la corda da solo) Delen, delen!

 Ragazza                          - Mi spiace, cara, dovrai berlo amaro!

Vecchia                           - Oh, no...!

Ragazza                           - Aspetta, te lo vado a prendere io!

Vecchia                           - (trattenendo la ragazza) Come sei buona tu... Meriti proprio un regalo: guarda, li sotto c'è un baule con un abito del '25. (Indica un cassettone) Proprio come quelli che si usano adesso. Prendilo, è tuo!

Ragazza                           - Oh grazie signora. (Estrae l'abito dal casset­tone) Ma è splendido!

Clown domatore             - Del '25? Fammici guardare se ha le pulci.

Ragazza                           - Oh che regalo meraviglioso. Me lo posso pro­vare?

Vecchia                           - Ma certo.

Clowns in coro                - Ma certo, ma certo!

Ragazza                           - Mi spoglio e me lo provo.

Clowns in coro                - Si spogliati, spogliati! Ohooo, ohooo!

Clown domatore             - Macché, neanche una pulce del '25!

Ragazza                           - (ad un clown) Ehi tu, ti spiace andarmi a prendere dello zucchero per la signora?

Clown                              - Si: vado, ma tu aspetta a spogliarti, che voglio vedere anch'io!

Ragazza                           - Vai tranquillo, ti aspetto... oh che regalo fan­tastico!

Clown                              - (entrando disperato) Assassini! Assassini!

Clowns in coro                - Che c'è?

Clown                              - La jena sta crepando! Qualche criminale le ha dato da mangiare un chilo di carne fresca!

Vecchia                           - Carne fresca alla jena? Chi è stato?... chi è quella carogna?...

Clown                              - Poveraccia, è licon certi dolori di pancia...

Clown grasso                   - E piantala!... lascia che crepi!... Vuoi ro­vinarci lo spettacolo?

Vecchia                           - Datele da bere una tazza di acqua e sapone con la lisciva. (La ragazza è entrata nel carrozzone. Si vede la sagoma del suo corpo attraverso i vetri arancioni, vio­letto e verde smeraldo. I clowns si sono messi tutti seduti, su più file, davanti allo schermo improvvisato, come se fossero al cinema. Arriva un clown con un'anta della porta; si mette seduto davanti a tutti e dietro alla medesima)

Clown grasso                   - Che fai con quella porta?

Clown vedone                 - Mi spiace, ma se non guardo dal buco non mi diverto.

Clowns in coro                - Ohooo ohooo ohooo. (Ogni indumento sfilato dalla ragazza è commentato dai sospiri dei clowns, quasi un lamento. Anche la vecchia si lamenta, in contrat­tempo)

Vecchia                           - Ahiaooo...

Clown domatore             - Chi stona?

Vecchia                           - La carne fresca... no... non dovevate darglielaaaaa!

Clown grasso                   - (presso al letto) Niente! La vecchia ha una crisi!

Un clown                         - Proprio adesso, porco boia! (La ragazza, ri­coperta alla bell'e meglio con il vestito nuovo, rientra ra­pidissima, sì riveste strada-facendo)

Ragazza                           - (ad un clown) La siringa, presto... prepara la siringa! (Rientra il clown dello zucchero, è trafelato)

Clown zucchero              - Ecco lo zucchero dolce... ma come... si è già spogliata e rivestita?! Porca vacca!

Altro clown                     - (aggressivo) A chi vacca?

Clown zucchero              - Alla porca!

Altro clown                     - E chi è la porca?

Clown zucchero              - Lei... quella li. (Indica la ragazza)

Altro clown                     - Bravo, hai indovinato! (Si stringono reci­procamente la mano)

Ragazza                           - Forza con 'sta siringa! Sei pronto?

Clown infermiere            - Prontissimo!... Facciamo un piccolo massaggio prima?

Ragazza                           - Ma certo. (Si protende verso la vecchia per aiutarla a mettersi su un fianco. Il clown massaggia il se­dere della ragazza) Che fai, disgraziato! Mica è per me l'iniezione!

Clown infermiere            - Lo so, lo so, a te faccio solo il massaggio! (Riceve un gran pattone, si ritrova lontano dal letto piroettando. Lo blocca un clown allampanato che ri­ceve la siringa nel posteriore)

Domatore                        - Oh! pardon!

Clown allampanato         - È morfina?

Domatore                        - Si, scusa.

Clown allampanato         - Ohoooo, che buona! Fammene anco­ra... ancora!

Clown infermiere            - Sei un drogato?

Clown allampanato         - Si!

Clown infermiere            - Non ti vergogni?

 Clown allampanato        - Si, mi vergogno mi vergogno mol­tissimo, è per questo che mi drogo!

Vecchia                           - (lamentandosi) Ahooooo!

Ragazza                           - Signora, stai tanto male, vero? Tu, muoviti con 'sta iniezione.

Domatore                        - Vengo! Ha le braghe pensili!

Vecchia                           - No, no... non importa... mi sta già passando... non ti preoccupare...

Clown vedone                 - Come è buona questa ragazza che si preoccupa tanto per te! Regalale un altro vestitino, gnora, che poi lei se lo prova e noi vediamo.

Clowns in coro                - Si, regalaglielo, regalaglielo. (La si­gnora si lamenta)

Vecchia                           - Ahoooahoooo... questa volta ci siamo davve­ro... è la fine!

Clowns in coro                - (in un lamento che assomiglia ad una ne­nia) È la fine: era cosi buona... Oh! come era buona! (Entra un personaggio in frak, naturalmente grottesco)

Personaggio in frak         - (ad alta voce) Aria, aria! Cos'è que­sto mortorio!... Perché avete chiuso tutto quanto?

Clown domatore             - È per non far entrare l'avvoltoio.

Personaggio in frak         - Be', che c'è di male se entra l'av­voltoio?

Clown domatore             - Niente, è che quella bestiaccia si va a piazzare sulla spranga del letto della vecchia, e la guarda fissa, in una maniera che ti commuove, povera be­stiaccia! Ti vien voglia di ammazzarla subito per non farla soffrire!

Personaggio in frak         - La bestiaccia?

Clown domatore             - No, la vecchia!

Personaggio in frak         - Be', su con la vita! Fate prendere aria alla stanza: sta per arrivare il medico... Mettete a po­sto il letto, cambiate le lenzuola... (Rivolto alla ragazza che indossa l'abito del '25) E tu cosa fai con quel vestito indecente? Toglitelo!

Clowns in coro                - Oh si, toglitelo, toglitelo...! (La ra­gazza torna verso il carrozzone. I clowns la seguono)

Personaggio in frak         - E voi dove andate?... Presto, aiu­tatemi a sollevare la signora... Su cara, tirati su... Forza, cosi... piano... Mettiamola a sedere sul trono. (La sistemano sulla lavatrice che ha per schienale il frigorifero)

Vecchia                           - È proprio inutile che facciate venire il me­dico... Tanto per me è finita.

Clown domatore             - Quadro! (I clowns corrono a sedersi per godere lo spogliarello)

Personaggio in frak         - Ma che dici: finita?! (I clowns so­spirano quasi ansimando)

Vecchia                           - Si, si, ho una strana sensazione... (Due clowns vestiti di nero, armati di scale, stanno addobbando con drappi funerei le trabeazioni del letto, la porta-finestra del carrozzone e l'ingresso della gabbia. Dall'alto calano drappi neri a mo' di "sandaline") Qualcosa mi dice che sto per andarmene...

Clowns in coro                - (sempre presi dallo spogliarello) Ma no, ma no!... siiiii! nooooo!

Personaggio in frak         - Non metterti in testa simili idee, per favore!... Un po' di malessere e pensi subito alla ca­tastrofe!

Vecchia                           - Hai ragione, forse è la gran debolezza che mi fa vedere tutto cosi nero.

Clowns in coro                - Ma no, ma no! Oh si! Oh no! (L'esi­bizione è finita, la ragazza esce tutta in nero, altre ra­gazze entrano in nero con scialli neri in testa. I clowns in­dossano all'istante mantelli lunghissimi, neri. Ognuno ha una candela in mano. Uno degli addobbatori fa roteare un turibolo. Sull'altalena rientra il cameriere: ha la testa fasciata)

Cameriere                        - La cena per le esequie è pronta... vogliamo servirla?

Clowns in coro                - Ma no, ma no, fra poco, fra poco!

Cameriere                        - Qui c'è la tazza con acqua e sapone e li­sciva per la Jena. (Posa la tazza sul frigorifero)

Clown fotografo             - Una foto ricordo, facciamole una foto ricordo come ai bei tempi.

Clown grasso                   - Si, si, facciamole fare la statua della li­bertà!

Clowns in coro                - La libertà, la libertà!

Vecchia                           - No, la libertà no, non ce la faccio più.

Un clown                         - Ce la fai, ce la fai benissimo... ecco qui, sul basamento...

Un altro clown                - La corona.

Un altro clown                - Eccola!

Un clown                         - Ci manca la fiaccola.

Un altro clown                - Questa va benissimo. (Le mettono in mano una bottiglia di coca-cola)

 Vecchia                          - Reggetemi che casco - non mi reggo.

Un clown                         - Si che ti reggi.

Altro clown                     - Pronti per la foto. (Scattano la foto)

Vecchia                           - Mi gira la testa...

Clown domatore             - Ah ah, la libertà ubriaca!

Ragazza                           - (alla vecchia) Vedrai che domani starai di nuo­vo meglio...

Un clown                         - (entrando con una corona mortuaria) Sono arrivate le corone, dove le metto?

Clowns in coro                - Stssstsss! (Gli strappano la corona, 1a fanno rotolare lungo la scena come fosse un cerchio)

Vecchia                           - Cos'è quella?

Clown grasso                   - Niente, è per gli esercizi. (Due acrobati saltano nella corona) È il cerchio della morte!

Vecchia                           - Ho i brividi...

Personaggio in frak         - Ecco, metti sulle ginocchia questa bella coperta calda. (In verità la coperta è una cappa da catafalco, nera con ricami d'argento, che disegnano il clas­sico teschio con relative ossa in croce)

Vecchia                           - Siete tutti cosi buoni... che proprio mi di­spiace dovervi lasciare.

Personaggio in frak         - Ah, ma sei fissata con 'sto fatto di doverci lasciare... Tu sarai ancora la nostra signora per chi sa quanto tempo.

Clown domatore             - Certo che il tempo vola, eh? (Il clown viene preso a scapaccioni. Nel frattempo le donne hanno terminato di cambiare le lenzuola al letto. Un prete clown, seguito da un chierico clown, entra biascicando in latino)

Prete clown                     - Requiem aeternam dona eis Domine...

Clowns in coro                - Mia no, ma no!

Vecchia                           - Eppure, qualcosa mi dice... Non dico... Forse saranno solo sensazioni...

Clowns in coro                - Ma no, ma no!

Personaggio in frak         - Ehe... Se dai retta alle sensazioni, non ti salvi più, cara signora... Requiem aeternam....

Clowns in coro                - Ma no, ma no.

Clown                              - (con un urlo disperato) Ahah!... Non c'è più!... Povera signora, era cosi buona, ahahah!

Altro clown                     - Sta zitto cretino, non è ancora ora!

Clown                              - E che c'entra, io mi allenavo.

Clowns in coro                - Ma no, ma no! (Il prete estrae dal sec­chio d'argento dell'aspersorio una bombola spray, con la quale esegue la benedizione) Ma no, ma no.

Vecchia                           - Che suonano quelli?

Personaggio in frak         - Canzonette, cara... Ballabili!

Clowns in coro                - Ballabilissimi!

Clown domatore             - ... Su, facciamo divertire la signora... (Cantano)

Clowns in coro                - Allegria... Dies Irae, dies Illa... (Due clowns afferrano la vecchia e la sollevano dal trono)

Vecchia                           - No grazie, io non ballo... Dove mi portate?... Ho freddo. (Scoprono all'istante una grossa cassa da morto appoggiata su di un catafalco, il tutto si trova sul pro­scenio)

Clown                              - (scoperchiando la cassa) Ti mettiamo più co­moda... distesa.

Coro                                - Dies Irae, dies Illa. (Dalla cassa scoperchiata spunta un teschio)

Teschio                            - (movendo la bocca in un ghigno) Ehi dico! È occupato!

Clown                              - (strofinando un grosso fiammifero sul parietale del teschio) Cuccia! Stai buono, cranio! (Accende un cero)

Vecchia                           - Non siete mai stati tanto premurosi con me... Voi mi nascondete qualcosa.

Clown                              - Ma no, ma no...

Vecchia                           - Oh, m'è venuto sonno tutt'a un tratto... ma c'è troppa luce... Vi spiacerebbe chiudere le imposte?

Clown                              - Ma figurati signora è un piacere! (Abbassa il co­perchio della cassa, un altro clown arriva con chiodi e martello. Tutti inchiodano il coperchio. L'orchestra sotto­linea i ritmi incalzanti. Squilla il telefono)

Clown domatore             - Telefono!

Un clown                         - Pronto? Chi è? (Croc. Croc.) È il colon­nello: è per la signora.

Clown domatore             - La signora è occupata.

Un clown                         - È il colonnello... dice che è urgente... nel circo qui vicino al nostro, stanno facendo le elezioni per il nuovo direttore. Chiede se può intervenire a mettere or­dine con gli elefanti.

Personaggio in frak         - Con gli elefanti, no! (Afferra la cornetta del telefono) Colonnello, non sa che abbiamo fir­mato il trattato per la non-proliferazione degli elefanti? In­tervenga, ma adoperi animali convenzionali!... Non voglio grane io. (Crac) Arri vederla.

 Clown                             - Ad ogni modo bisogna che ci sbrighiamo, quel­li stanno già spulciando i voti!

Clown domatore             - Spulciando? Eh, chi sta spulciando? Dove spulciano?

Camerieri                         - (entrano di corsa con un gran vassoio) Pos­siamo servire la cena delle esequie?

Altro cameriere                - (i due si scontrano al centro della scena: gran cascata di cocci. Poi silenzio. Si forma un cappannello come per gli incidenti stradali)

Un clown                         - Quanti anni aveva?

Altro clown                     - Chi?

Un clown                         - Il servizio frantumato.

Altro clown                     - Una trentina, credo.

Un clown                         - Peccato, ancora cosi giovane... Chissà la sua teiera, poveraccia!

Un altro ancora                - No, niente teiera,... non l'hanno mai avuta...

Un clown                         - Tutte tazzine orfane? Be', meglio cosi!

Clown domatore             - Se n'è salvata almeno qualcuna?

Cameriere                        - Si, due tazzine e un piattino.

Ragazza                           - Bisognerà indire una sottoscrizione.

Clown domatore             - Ci penserà la televisione.

Un clown                         - (che ha ritrovato la tazza dell'acqua-sapone e lisciva per la jena) Guardate, qui c'è una tazza che s'è salvata!... È ancora piena! (Tragugia il tutto in un fiato)

Cameriere                        - No! È, quella con la lisciva e il sapone!

Clown                              - Infatti mi sembrava mancasse un po' di zuc­chero! (Casca a terra rantolando)

Altro clown                     - C'è il medico! (Indica un clown in nero e tuba seguito da un assistente)

Clown grasso                   - Bravo dottore, è arrivato giusto in tem­po... (Indica il clown a terra) Ha bevuto acqua e sapone con correzione di lisciva.

Medico                            - Perché?

Clown grasso                   - E chi lo sa... Non era neanche uno che si lavasse poi molto!

Medico                            - Bisogna dargli subito l'ossigeno.

Clown                              - L'ossigeno, perché?

Medico                            - Perché, con tutta quell'acqua e sapone, se non altro farà le bolle!

Clowns in coro                - Oh si, le bolle!... facciamogli fare le bolle! (Viene portata una bombola: trucco delle bolle che salgono per tutta la scena)

Medico                            - E la signora, come sta?

Personaggio in frak         - Lo chiediamo a lei... è lei il me­dico!

Medico                            - Ah si... Sono io? Bene, mi fa piacere!... Do­ve sta?

Personaggio in frak         - È li dentro! (Indica la cassa) Ha detto che voleva riposare.

Medico                            - Ha messo la sveglia?

Capo clown                     - Si!

Medico                            - Per quando?

Capo clown                     - Per il giudizio universale! ah, ah, ah!

Ragazza                           - Zitti, che la svegliate!

Medico                            - Bisognerà pur svegliarla, se la dobbiamo vi­sitare. (Seguito dall'assistente va a bussare al coperchio) Si può? Ehi della cassa, c'è nessuno?

Personaggio in frak         - Guardino che cosi non sente, c'è il campanello, li, sulla sinistra. (Indica la cassa nella parte terminale)

Medico                            - Già, è vero! (Suona) C'è anche la targhetta.

Voce della vecchia          - (dall'interno) Angela, suonano, vai ad aprire! Sbrigati!

Voce della cameriera       - Subito, signora! Mi sbrigo... Stavo dando giù la cera! (Si apre uno sportello sul fianco della cassa, spunta la testa della cameriera) Chi è, cosa desidera?

Medico                            - Siamo il medico e il suo assistente... La signo­ra è in cassa?

Cameriera                        - Si, s'accomodino... Ma si puliscano i piedi, che ho appena dato giù la cera. (Scompare, rinchiude lo sportello. Il coperchio della cassa si solleva a somiglianza-di un cofano d'automobile. Gli vien messo il fermo. Una nu­vola di vapore esce con violenza tanto da far immaginare la presenza di un motore che sta andando "arrosto". Velo­cissimo il medico afferra un imbuto offertogli dall'assisten­te, quindi, per mezzo di un innaffiatoio versa acqua nell'an­nesso radiatore)

Medico                            - Accidenti, come beve!

Assistente                        - E come scotta! Gli avete misurata la feb­bre?

Clown                              - No, non si può!

Medico                            - Come: non si può?

Clown                              - Appena gli mettiamo in bocca il termometro...

Medico                            - Oh! santa!

 Clown                             - ... gluck... Se lo manda giù, senza neanche masti­care!... Come gli piace il mercurio!

Medico                            - Oh! santa!

Altro clown                     - Che donna! Ha l'argento vivo indosso!

Medico                            - Oh! santa! (Infilandosi lo stetoscopio, rivolto alla vecchia) Provi a tossire, signora. (Flebile tosse) ...più forte (Come sopra) ... macché, non ce la fa! Megafono! (L'assistente gli passa un megafono) Tossisca qui dentro, signora. (Come sopra) Ancora troppo debole! (All'assisten­te) Aiutala con la manovella. (L'assistente estrae dal valigione una manovella d'avviamento, e la va ad applicare sul davanti della cassa. Quindi comincia a girarla per la messa in moto. La vecchia comincia a tossire con colpi sec­chi e ansimati in controtempo, classici dei motori imbal­lati)

Vecchia                           - Cheach... ahah! Chehach... ahahheaaa... chea-cha...

Clown                              - E se provassimo a dargli una spintarella... tutti insieme?

Medico                            - Macché, spintarella! Deve andare da sola!

Vecchia                           - (cominciando ad ingranare) Chea... caheac... cheach... (La cassa ha qualche sobbalzo. Dall'alto scende una bottiglia di spumante appesa ad un filo. Una ragazza con fiori fra le braccia afferra la bottiglia e la va a sbat­tere contro la "prua" della cassa. Sirena della nave: tutto il complesso catafalco-cassa da morto, si mette in moto sci­volando lungo il proscenio come in un varo. Percorre al­cuni metri, si ferma. L'orchestra ha intonato una marcia trionfale)

Clowns in coro                - La va, la va... No, non va!

Ragazza                           - Che ne dice, dottore?

Medico                            - Cosa volete che dica. Lo vedete anche da voi: è un disastro! Se volete un mio consiglio disinteressato e onesto: questa è da buttare!

Clown                              - Buttiamo la vecchia?

Vecchia                           - (spuntando appena dalla cassa) Oh no, non mi buttate!

Teschio                            - (spuntando a sua volta) No, non ci buttate!

Medico                            - Buoni, buona, nonnina! (Costringe nonna e te­schio a ritirarsi dentro la cassa)

Personaggio in frak         - Perché buttarla, non c'è proprio più niente da fare?

Medico                            - Oh, si, si potrebbe, con due o tre interventi, eseguendo il ricambio totale del circolatorio...

Vecchia                           - Oh si, fatemi il ricambio!

Teschio                            - Anche a me, anche a me il ricambio!

Clowns in coro                - Buoni, buona nonnina!

Medico                            - Ma vi viene a costare un occhio della testa... e non ne vale proprio la pena. A 'sto punto, allora, vi conviene prenderne una nuova!

Clown                              - Una vecchia signora nuova?

Medico                            - Eh, si, questa oramai ha fatto il suo tempo: è da buttare!

Personaggio in frak         - E non si potrebbe darla dentro in cambio?

Vecchia                           - Oh, si, datemi dentro in cambio! (Fa per spuntare anche il teschio ma viene colpito da una martel­lata. Riscompare all'istante)

Medico                            - E chi ve la prende?

Clowns in coro                - è da buttare!

Personaggio in frak         - Ma, nossignori! Qui non si butta un bel niente!

Un clown                         - Giusto: "chi butta la vecchia per la nuova, gatta ci cova" ah, ah ah!

Personaggio in frak         - Fategli una bella trasfusione... pa­go io!

Assistente                        - Bene, dotto'... quanti litri?

Personaggio in frak         - Il pieno!

Assistente                        - Subito dotto'! Anche l'olio?

Un clown                         - No, l'olio gliel'ha già dato poco fa: spray! (Si sente un grido isterico in scena)

Ragazza                           - (uscendo da sotto il letto vestita della sola fe­dera del cuscino) Ah! Ah! Mi violenta, mi vuol violen­tare!

Clown                              - Chi ti vuol violentare?

Ragazza                           - Un negro, li, li sotto! (Indica il letto. Il ne­gro in questione viene trascinato fuori di peso)

Clown domatore             - Un negro? Fatemi vedere se ha delle pulci!

Personaggio in frak         - Animale, cosa ci facevi là sotto, tu?

Clown negro                    - Niente... curavo le macchine!

.Clown                             - Che macchine? Non mi vorrai far credere che sotto il letto ci sia un posteggio?

Altro clown                     - (che si è abbassato a verificare) Eh si, oh!  tu guarda! C'è proprio un posteggio. Sarà certamente abu­sivo.

Clown negro                    - No, no, autorizzato... è dell'A.C.I. Ecco il permesso.

Clown                              - Cara, basta piangere, dicci piuttosto perché gri­davi... Che ti ha fatto quel delinquente?

Ragazza                           - Mi ha strizzato l'occhio... tre volte... con inten­zione.

Clown                              - Ah carogna porco... linciamolo!

Clown domatore             - Si; si, linciamolo, tanto non ha nean­che una pulce!

Clown negro                    - No, pietà... non l'ho fatto con intenzione: è perché ho un tic nervoso, fin dalla nascita! Ecco qua... aspettate: ho un certificato rilasciato dall'Istituto nevrotici. (Consegna il documento)

Personaggio in frak         - (controllando il documento) Non c'è niente da dire, è tutto in regola. C'è perfino il timbro sui diritti civili. Si è solo dimenticato di farlo forare... ma rimediamo subito. (Estrae una grossa pistola e spara nel centro del foglio. Buca anche la testa del clown negro che sta dietro) Eccolo bucato, adesso si che è in regola. (// clown vedone si pone dietro la nuca del negro colpito, all'altezza del foro)

Un clown                         - Che fai?

Clown vedone                 - Guardo dal buco, chissà che non ci sia qualche donna che si spoglia.

Clown grasso                   - Birichino!

Poliziotto                         - (arriva preceduto da un ululato di sirena) Chi l'ha ammazzato?

Personaggio in frak         - Io: ha disonorato la ragazza... e si rifiutava di fare il servizio militare con la scusa che è sa­crestano alla parrocchia dei buddisti.

Poliziotto                         - Bene, lo dirai al giudice: sei in arresto! (Dalla cassa da morto sorge all'istante un giudice con tanto di parrucca e pettorina. Batte con violenza la mazzuola sul catafalco)

Giudice                            - Silenzio! Silenzio, o faccio sgomberare l'aula.

Usciere                            - (portando in scena un leggio con libro) In pie­di, è entrata la corte!

Giudice                            - Seduti! Avanti il colpevole! Nessun colpe­vole? Avanti l'accusato. (Il personaggio in frak viene por­tato davanti al giudice) Sei tu l'accusato? Hai qualcosa da dire? Niente da dire! Ci sono testimoni? No, niente testi­moni.

Clown grasso                   - Io veramente ero presente...

Giudice                            - Non mi interessa! Silenzio o faccio sgombe­rare l'aula! L'accusa? Niente accusa. Andiamo avanti: i pa­renti della vittima? Ci sono parenti?

Secondo clown negro      - (fa un passo avanti) Io!

Giudice                            - Sei un parente? Vattene, non voglio nepotismi qui dentro. Dunque tagliamo corto. (Rivolto all'accusato) Sei reo confesso, quindi colpevole. Perciò non ci resta che fare il conto di quanto devi pagare alla giustizia. Cancel­liere, scrivi: uomo ammazzato, fa centomila, più l'ergastolo. Aveva titoli di studio?

Cancelliere                       - Si, titolo di studio superiore.

Giudice                            - Allora aggiungi trecentomila di multa, più sedia elettrica.

Difesa                              - Ma che titolo di studio superiore! Aveva fatto appena le tecniche!

Giudice                            - Bene, allora aggiungi solo trentamila di multa, ferma restando la sedia elettrica.

Difesa                              - Mi oppongo! C'è incongruenza di valore: le tren­tamila di multa non reggono il permanere della sedia elettrica.

Giudice                            - Osservazione accolta: via la sedia elettrica, mettici una sedia semplice con braccioli... Più l'ergastolo a vita. Scritto?... Andiamo avanti - non troppo          -la vit­tima aveva prestato servizio militare?

Cancelliere                       - Si, e aveva anche combattuto con onore in difesa della patria, sui fronti: Ovest, sud, ovest e nord, nord, est, ovest, guadagnandosi anche una medaglia.

Giudice                            - (rivolto all'accusato) Ah, ah, sei sfortunato, ra­gazzo... mi spiace per te, si torna alla sedia elettrica, senza braccioli; più quattrocentomila di multa! Questo ti inse­gnerà ad informarti preventivamente sullo stato di servizio di quelli che vuoi ammazzare. (Al cancelliere) Fate inviare un mio personale telegramma di cordoglio ai parenti dello scomparso. Era graduato?

Difesa                              - No, semplice soldato.

Giudice                            - Non ha importanza. Questo non cambia nulla, per quanto riguarda la multa che resta di quattrocentomila, e resta anche la sedia elettrica, che verrà alimentata da una dinamo per bicicletta sulla quale egli stesso dovrà pe­dalare: una bicicletta elettrica, insomma, senza portapacchi! Cosi impara!

Personaggio in frak         - Vostro onore, mi oppongo! È stato combattente, si, ma professava la religione mussulmana.

Giudice                            - Mussulmana? E con questo? Non c'è forse più libertà nel nostro carrozzone? I mussulmani sono uomini come noi... quasi come noi! Per di più hanno il petrolio che serve a noi. Quindi, niente discriminazione, nessuno sconto di pena. Anzi, ancora una parola, e dalla bicicletta gli tolgo anche il manubrio, i parafanghi e la pompa ad aria compressa, cosi dovrai gonfiartela con la bocca! Chia­ro? Bene, allora tiriamo le somme: (rivolto al cancelliere) mettigli a parte il coefficiente di razza. Di che razza era?

Tutti                                 - Era negro, uno sporco negro!

Giudice                            - Avanti! Razza di incivili! Bestie ignobili! Se vi sento ancora esprimervi in certi termini in mia presenza vi faccio arrestare in massa! Eh eh - oh che mare! Rientro in porto - Chiaro? Avete ammazzato un uomo... un negro, che ha combattuto per il suo... per il nostro paese... quindi dovete pagare... (Guarda verso la lavagna dove il cancelliere ha ultimato i conti)... Dovete pagare: duemila e cinquecento baiocchi... se volete tornare in li­bertà! Altrimenti vi fate dieci dico dieci... giorni di galera... scegliete!

Personaggio in frak         - Pago, pago senz'altro: eccole un bi­glietto da cinquemila.

Giudice                            - Me ne bastano duemila-cinquecento. La metà insomma.

Personaggio in frak         - Purtroppo non ne ho, di moneta.

Giudice                            - E io non ho il resto da darvi.

Personaggio in frak         - Be', è presto fatto. (Spara sul se­condo clown negro)

Giudice                            - Ecco, cosi va bene.

Personaggio in frak         - ... e siam pari. (L'azione del proiet­tile che esce dalla pistola e raggiunge il negro è rallentata: si vedrà il proiettile avanzare lento ma inesorabile fino a colpire il negro che cade a terra come in una progressione del rallenti cinematografico)

Giudice                            - Esatto! La seduta è tolta!

Clown capellone              - È indegno! E la chiamate giustizia, questa? è uno schifo!

Clown poliziotto             - Come ti permetti, tu, lurido capel­lone!

Giudice                            - Ferma, come ti permetti tu, piuttosto, di in­terromperlo?! Ognuno, da noi, ha il diritto di protestare come e quando gli pare e piace. Avanti, ragazzo, fai pure la tua protesta, nessuno ti toccherà!

Clown capellone              - Grazie signore. Eseguirò per voi: "Uo­mo bianco sei una carogna" in la bemolle maggiore.

Clowns in coro                - Bravo! Bel titolo!

Clown capellone              - (canta) Li hai portati qui tu: i Bantu, gli Zulù zan, zan! come schiavi, uomo bianco. Li hai fatti lavorare come negri per te zan, zan! come bestie li hai trattati, frustati sfruttati, sfottuti

zan, zan! rivenduti, uomo bianco.

Poi, ti sei accorto che sapevano cantare e suonare mica male, per te

zan, zan! e ballare

zan, zan! uomo bianco, per te che sapevano saltare: salto in lungo

zan, zan! cento metri in dieci netti, per te

zan, zan! uomo bianco, per te

zan, zan! che alla guerra ci sapevano anche fare combattere e sparare, per te zan, zan!

ammazzare

zan, zan! uomo bianco, altra gente, per te

zan, zan! ma sempre a calci in faccia li hai trattati

zan, zan! sfottuti, picchiati

zan, zan! ma vacci piano, vacci piano, uomo bianco

zan, zan! che qualcosa sta cambiando

zan, zan!

e potrebbe capovolgersi qualcosa

zan, zan! e farti piangere

zan, zan! o carogna d'uomo bianco

zan, zan!

                                        - (Tutti in coro) Zan, zan, zan, zan! Chiami sporco il negro ma sei tu lo sporco sei tu sporco, uomo bianco zan, zan!

                                        - (Applausi)

Clowns in coro                - Bravo! Bravo! Ottima canzone!

Domatore                        - Dovresti farci un disco... ne venderesti a migliaia!

Personaggio in frak         - Siete già impegnati con qualche casa discografica, lei e il suo gruppo?

Clown capellone              - No.

Personaggio in frak         - E allora firmi qui... Ci penso io... questo è l'anticipo. (Gli consegna un contratto da -firmare e un malloppo di soldi)

Clown capellone              - Oh, grazie!

Personaggio in frak         - Dovreste scriverne anche qualcuna contro la guerra... di quelle se ne vendono ancora di più... ballabili, si intende!

Clowns in coro                - Evviva la libertà di protesta, evviva la libertà ballabile!

Clown con frak a scacchi       - Se mi cedi l'esclusiva a scopo pubblicitario di questa canzone sul "Bianco sporco", ti do cinque milioni sull'unghia: mi serve come sigla ad un de­tersivo.

Coro dei clowns              - Evviva la protesta che fa, il bianco sporco, più bianco, bianchissimo, perché contiene il Zan, Zan... Zan, Zan! (Di colpo si fa luce violenta. Si sente ac­clamare da fuori scena. L'orchestra intona una marcia fe­stosa)

Clowns in coro                - La sposa! Evviva la sposa! Il talamo, il talamo per l'imeneo! (Entra la sposa a cavalcioni dello sposo. È tutta vestita di bianco con un grandissimo velo a strascico. Entra sul trapezio un acrobata che rapisce la sposa)

Sposo                               - La mia sposa! Ladro, ridammi la mia sposa. (La sposa sempre con l'acrobata sul trapezio entra in scena e viene rimessa sulle spalle del marito)

Ragazza                           - Evviva! Se volete approfittare del letto, è li pronto... Gli abbiamo appena cambiato le lenzuola.

Sposa                               - Oh... ho atteso tanto questo momento... sono co­si emozionata!

Clowns in coro                - Mettiamoli a letto.

Sposa                               - Grazie, ma non vorremmo approfittare!

Clowns in coro                - Approfittate, approfittate! Spogliamo la sposa! (Il velo e l'abito della ragazza le vengono letteral­mente strappati di dosso. La sposa si ritrova in guepière, in piedi sul letto. Le ragazze rincorrono lo sposo: in breve gli hanno strappato giacca e calzoni. Lo fanno salire sul letto, trasformato all'istante in un ring. I clowns si mettono se­duti tutt'intorno. Applausi, fischi, breve accenno di inno nazionale. Colpo di gong. I due si abbracciano in centro al letto con grande passione. Urla isteriche delle donne. L'orchestra suona un ritmo impazzito) Stendila!... Cosa aspetti a stenderla!

Medico                            - (accorrendo a suonare il gong) Depravati! Non vi vergognate, un po' di rispetto per la signora che se ne sta andando!

Sposa                               - La signora? È tanto grave?

Clowns                            - è da buttare!

Sposo                               - Poverina, fatemi scendere.

Un clown                         - Scendere? Cosa credi di essere sul tram? Disgraziato, dal letto della prima notte non si scende man­co al capolinea!

Altro clown                     - Suonate il gong, che si ricomincia!

Sposo                               - Lasciatemi scendere, vi prego... soltanto un sa­luto. (Mentre il giovane sposo scende dal letto per salutare la nonna, la sposa si infila sotto le coperte. Un clown piut­tosto arzillo fa altrettanto e l'abbraccia focoso. Altri clowns infoiati lo imitano. Adesso, sotto le lenzuola, sono in cin­que o sei. Le lenzuola si gonfiano a dismisura, come un mare in tempesta. Strilli e squittì della sposa. Lo sposo torna sul letto, si infila a sua volta sotto il lenzuolo: ad uno ad uno, i "ganimedi" vengono scaraventati fuori dal letto: sono già tutti in camicia da notte. È finalmente padrone del campo, cerca la sposa sotto il lenzuolo: non c'è più)

Vecchia                           - (con un fa' di voce) Chi si è sposato?

Assistente                        - Vostro nipote, signora.

Vecchia                           - Con chi?

 Assistente                       - Con una donna.

Vecchia                           - Meno male, mi fa piacere si sia risolto in tal sesso... è sempre stato un ragazzo cosi indeciso!

Sposo                               - (raccattando la guepière vuota) Me l'hanno con­sumata tutta! Dico, almeno un assaggio potevate avanzar­melo! (Si sentono degli spari e delle grida al di là della gabbia. Un clown forestiero raggiunge la cancellata dalla parte esterna, la scavalca)

Clown forestiero             - Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Evviva la libertà!

Clowns in coro                - Benvenuto! (/ clowns gli si fanno in­torno. Scattano foto con lampi al magnesio. Lo disinfesta­no con "l'innaffiatore" a pompa per il verderame. Accorre il domatore)

Domatore                        - No, aspettate a disinfestarlo... forse ha le pulci, non ammazzategliele. (Intanto al "foresto" vengono prese impronte delle mani e dei piedi, lo timbrano dap­pertutto con enormi tamponi. Si apprestano a fargli una iniezione)

Clown drogato                - Anch'io, anch'io l'iniezione!

Clown infermiere            - Ma è contro il colera.

Clown drogato                - Non importa, basta non dirmelo! (Iniet­tano)

Vecchia                           - (seduta nella cassa lavora all'uncinetto) Chi è? E un profugo, vero?

Personaggio in frak         - Si, Signora, è fuggito dal circo di Giuseppe.

Vecchia                           - Un altro... ba', cominciano ad esagerare!

Domatore con colbacco   - (affacciandosi alle sbarre) Da­temelo indietro! Non è un comune fuoriuscito, è uno scrit­tore di libri pornografici... Un sadico: mi ha violentato una ballerina sul filo.

Clown domatore             - Giuseppe bugiardo, nessuno è mai riu­scito a violentare una ballerina stando in equilibrio sul filo.

Giuseppe                         - Ma noi usiamo i ganci di sicurezza.

Clown domatore             - Ah si? Come sono i ganci?

Clowns in coro                - Giuseppe bugiardo! Vai via! Torna al tuo circo di guitti!

Domatore                        - Guitti e senza pulci! I ganci, come sono...?

Giuseppe                         - Ladri, sporcaccioni! Questa me la pagherete, a costo di far pace col circo di Pechino... me la pagherete! (Ululati di sirena. Strombettamenti. Entrano alcuni poli­ziotti clown di corsa)

Poliziotto clown              - Tutti con la faccia al muro: presto. (Spintoni e manganellate)

Vecchia                           - Eh, che succede?

Clown poliziotto             - Operazione di polizia, signora. (Agli altri) Muoversi, mani sulla testa!

Sposo                               - Ehi, ma dico, dove credete di essere, all'Uni­versità?

Commissario clown         - Silenzio! Perquisizione. (/ poliziotti tastano da capo a piedi i clowns al muro)

Clown vedone                 - Anch'io, anch'io la perquisizione! Vi aiu­to! (Va a palpare una ragazza) O che bella l'operazione di polizia!

Ragazza                           - Eh no, aiuto! (Due poliziotti lo afferrano per il bavero)

Commissario clown         - Una pedata in faccia a quello! (/ clowns eseguono) Chi è tra voi il domatore di pulci?

Clown                              - È lui, questo qui.

Domatore                        - No, no. Io facevo il giudice, e prima il me­dico.

Clown                              - Si, ma prima ancora faceva il domatore di pulci.

Domatore                        - Spia, spia... non sei figlio di Maria!

Commissario clown         - Animale, sei tu la spia! Vieni qua! Potete andare voi, via circolare!

Ragazza                           - Ma dobbiamo curare la signora.

Clown commissario         - La curiamo noi la signora... A-vanti, sloggiare!

Domatore                        - Scusi, commissario... guardi che ci dev'es­sere un equivoco...

Clown commissario         - Silenzio! (Gli dà un gran spintone verso una sedia approntata da un agente-clown) Seduto! Faro! Foto! (Gli mettono al collo un cartello col numero, arriva un clown-poliziotto con una macchina fotografica su cavalletto)

Clown del ciak                - (brandendo l'attrezzo) Indiziato nu­mero 3628, interrogatorio di settimo grado: ciak! (Si schiac­cia il dito) Ahiaaaa!

Domatore                        - Interrogatorio? Ma perché, cosa ho fatto? (Il commissario si infila, a mo' di guanto, una grossa'ma­no di gomma)

Commissario                    - Rispondi solo quando sei interrogato, tu! Tanto per cominciare, tira fuori le pulci!

Domatore                        - Che pulci?

Commissario                    - (sferrandogli uno schiaffo) Non fare lo gnorri!

Teschio                            - (spuntando dal feretro) Eh, si ragazzo, non fa-re lo gnorri, che questi menano, sai! Ah ah. (Risata)

Commissario                    - Allora... dove hai messo le "coronoves-mordex"?

Domatore                        - Le coronoves? Ma perché, a cosa vi servono?

Commissario                    - Non fare domande. (Altro schiaffo)

Domatore                        - (verso il fotografo) Cip, cip. (Sorride)

Teschio                            - Eh si, ha ragione. A che vi servono 'ste pulci?

Commissario                    - Segreto di Stato, Teschio, mi dispiace... (il teschio si ritira deluso. Il commissario si rivolge a un clown-poliziotto) Dammi un tre e mezzo... questa è troppo piccola. (Si toglie la mano a guanto, gliene offrono una di dimensioni enormi, con sette dita) Allora, vuoi dirci dove sono?

Domatore                        - Sono morte.

Commissario                    - Morte?

Teschio                            - (spuntando di scatto dal feretro) Comandi!

Commissario                    - Ma chi t'ha chiamato? (Botta al teschio che si lamenta) Quando sono morte?

Domatore                        - Poco fa... eccole! (Estrae una scatolina, sol una risata) E chi ti ha fatto la soffiata?

Domatore                        - Che soffiata?

Commissario                    - Non fare lo gnorri!

Teschio                            - Eh no, non lo fare!

Commissario                    - Non sapevi che i nostri tecnici stavano studiando la possibilità di sfruttare le pulci coronoves per usi pacifici.

Teschio e domatore         - (all'unisono) Per usi pacifici?

Teschio                            - Oh, l'abbiamo detto insieme! (Acchiappa il di­to mignolo del domatore e lo agita in su e in giù) Flik o flok?.

Domatore e teschio         - (all'unisono) Flok!

Teschio                            - Oh, si avvera! (Intanto i chirurghi-clown han­no approntato un tavolo operatorio in miniatura, con appa­recchi e ferri pure in miniatura)

Capo-chirurgo                 - Bisturino... Sondina... Garzetta... Aguccio... Siringhetta...

Clown drogato                - (arrivando di corsa) Anche a me, anche a me l'iniezioncina! Qui. (Indica il braccio) No, qui. (Indi­ca il dito indice)

Poliziotti                          - (prendendolo a calci lo allontanano) Via, vat­tene... fuori!

Clown drogato                - Ahia l'ascesso! (// Teschio fa una risa­ta)

Commissario                    - Allora professore? « Il bianco che lava più bianco perché contiene il Zan-Zan » leva il coperchio, tutti si tolgono il cappello)

Commissario                    - (disperato) Maledetti! C'era da immaginarlo: hanno saputo che le stavamo cercando e gli hanno dato l'ordine di sopprimerle!

Domatore                        - Chi mi ha dato l'ordine? Ma voi siete matti!

Commissario                    - E non offendere! (Gli sferra un tremendo pattone. Il Teschio fa una risata) Traditore! Venduto ai nemici dei carrozzoni uniti! (// domatore sputa denti in continuazione. Il commissario fa il gesto di colpirlo di nuovo. Il domatore lo blocca supplichevole)

Domatore                        - (parlando con le sole gengive) Non ne ho più!

Chirurgo clown               - (mostrando al commissario la scatoletta aperta) Guardi, c'è anche una mordex-regina... e il suo maschio. Però non presentano alcuna lesione esterna.

Commissario                    - Fategli l'autopsia. Vedremo subito come le ha ammazzate. (Il clown medico indossa all'istante un camice bianco e la mascherina antisettica) Da chi te le eri procurate?

Domatore                        - Da nessuno... Erano pulci di famiglia. Le ave­va già la nonna materna che le ha ricevute da una zia paterna.

Commissario                    - Famiglia di conservatori. (// Teschio fa

 Capo chirurgo                 - Morte per avvelenamento.

Commissario                    - C'era da giurarlo. (Rivolto al domatore) Assassino! (Altro schiaffo... altri denti sputati dal domatore)

Teschio                            - Oh mamma.

Commissario                    - Bugiardo, ne avevi ancora, eh?

Domatore                        - Erano quelli di latte!

Teschio                            - Ah ah.

Commissario                    - (al capo chirurgo) Con che cosa le ha avvelenate?

Capo chirurgo                  - Stiamo facendo l'analisi... Fra poco lo sapremo.

Commissario                    - (al domatore) Avanti, adesso ci racconti tutto!

Teschio                            - Si, si, racconta, racconta!

Domatore                        - (farfuglia) Cfrffao... frfafsttt... fiffisti...

Commissario                    - Non fare il furbo: parla chiaro'

Domatore                        - Non poffo... sfenfa denti... come faffo?

Commissario                    - Be', infilati 'sta dentiera... muoviti (Gli viene consegnata una protesi. Il domatore se la infila)

Teschio                            - Anch'io... fofrei afere una fenfiera anch'io?

Poliziotto                         - No, tu no. (Pacca. Soggetto teschio guardia)

Domatore                        - (riapparendo con denti enormi da cavallo) Ma non è della mia misura!

Commissario                    - Poche storie... sbrigati a parlare!

Capo chirurgo                  - (avvicinandosi con un foglio in mano) Ecco il risultato delle analisi: avvelenamento etilico.

Commissario                    - Morte alcolizzate, insomma!?... Ma pres­so chi vivevano queste pulci? Le tenevi addosso tu?

Domatore                        - No, le avevo messe a pensione da una certa Mirka, una zingara grassa, di campagna, che legge anche la mano. Dovrebbe andarci anche lei. (Indica la grande ma­no con 7 dita) In due o tre sedute se la cava.

Commissario                    - Mirka l'imbriaga?

Domatore                        - Si, lei!

Commissario                    - Disgraziato, incosciente! Ma quella ha una circolazione sanguigna a base di alcool puro con cor­rezione di tre globuli rossi per litro!

Domatore                        - Ma io non immaginavo che le pulci fossero astemie!

Commissario                    - Maledetto idiota! Avevamo la fortuna di trovarci fra le mani i più begli esemplari di corenoves-mordex che si siano mai visti... Le uniche sulla piazza... E lui ce le manda a balia da una alcolizzata!

Capo chirurgo                  - Già, eravamo in testa alla corsa del pro­gramma di impulciamento pacifico distensivo e adesso ec­coci piombati in coda!

Domatore                        - Impulciamento pacifico distensivo?

Commissario                    - Ma dico, fai il domatore di pulci e non sei al corrente della straordinaria prolificità di queste tue bestie?

Domatore                        - Come no? Una buona regina ne può pro­durre un migliaio per covata.

Capo chirurgo                  - Ma se quella regina la si tratta con raggi ehrtacronon, ne può produrre milioni per covata.

Domatore                        - Cronon!!

Teschio                            - Basta, mi viene da grattarmi...

Domatore                        - Ma perché tutte 'ste pulci? Ah, ho capito: le volete buttare sul nemico, per poterlo paralizzare... L'a­tomica pulcica, insomma...

Chirurgo                          - Che atomica. Il nostro è un programma di pace e di aiuti ai circhi sottosviluppati.

Domatore                        - Non capisco...

Chirurgo                          - Stai bene attento... qual è l'animale più felice di questo circo?

Domatore                        - (il teschio suggerisce) La scimmia.

Chirurgo                          - Perché?

Domatore                        - Perché?

Commissario                    - (al teschio) Non suggerire! Perché, pur es­sendo in gabbia, ha trovato il sistema di occupare il tempo libero... si spulcia ed è felice.

Domatore                        - Le pulci per le scimmie sono come la tele­visione per noi... Chi si gratta non pensa.

Chirurgo                          - E sente meno la fame.

Domatore                        - Oh come è vero!

Commissario                    - Ha notato che appena abbiamo buttato il D.D.T. sui paesi sottosviluppati hanno incominciato a ri­bellarsi e a parlare di libertà?

Domatore                        - Oh come è vero!

Commissario                    - Quindi l'unico sistema per far tornare questi popoli alla primitiva felicità è quello di riempirli di pulci.

Domatore                        - Ma si, i televisori costano troppo...

Chirurgo                          - Ma per realizzare questo sogno di pace ab­biamo bisogno delle corenoves-mordex... quelle che lei ha fatto morire.

Domatore                        - Mi mangerei le mani... se avessi un'altra den­tiera. (Sberla)

Commissario                    - Stai tranquillo, ti capiterà di peggio, se entro sei giorni non ci procuri un'altra coppia di "mordex". Ma vive, stavolta!

Domatore                        - Sei giorni? Ma come faccio?

Tutti in coro                     - Arrangiati!

Commissario                    - Avrai tutto il nostro appoggio: soldi, mez­zi tecnici, ma guai se ti lasci scappare questo segreto.

Domatore                        - Soldi, mezzi tecnici. Tanto per cominciare, non potrei avere un'altra dentiera...

Teschio e

Domatore                        - ( all'unisono) ... un po' meno da ca­vallo?

Domatore                        - Ancora insieme! (Afferra il mignolo del te­schio) Flik o flok...

Teschio e

Domatore                        - Flok!

Domatore                        - Si avvera! (Afferra il teschio e se lo sbaciuc­chia portandoselo via) Oh pardon!

Ragazza                           - È morta! La signora è morta!

Teschio                            - (piagnucola)

Domatore                        - Oh finalmente!

Clowns in coro                - Ohooohoo...

 

Domatore                        - ...Finalmente ha finito di soffrire!

Teschio                            - Era tanto buona!... (Piange) ohoooo. (L'orche­stra intona un breve pezzo di blues)

Clowns in coro                - (andando per la scena con movenze me­lodrammatiche) Signora, perché ci hai lasciati? Che fa­remo adesso senza di te? Ouhouiouaao! Ohuoiu! (Il do­matore fa l'ululato del cane alla luna)

Un clown                         - Oh, che dolore! Mi si chiude la gola... non riesco a piangere! (Il clown dal martello gli affibbia una tremenda mazzata in testa) Aoiohiooo... grazie! Adesso rie­sco a piangere... ohiohiooo...! un cachet... chi ha un cachet? (Dagli occhi gli escono lacrime a zampilli)

Clown del bicchiere        - (un clown arriva veloce con un bic­chiere a raccogliere le lacrime. Beve, fa una smorfia) Lacrime amare!

Personaggio in frak         - L'eredità della signora! (Il perso­naggio in frak, fra un coro di lamenti, su tema di blues, estrae dalla cassa da morto una gran quantità di cianfru­saglie: un vecchio lampadario, tre bottiglie vuote, un maz­zo di fiori secchi, due lampioncini cinesi, una ghirlanda di carta a mo' di festone, un pezzo di formaggio gruviera)

Clowns in coro                - Oh che bella eredità ci ha lasciato la vecchia - oh che bella eredità ci ha lasciato la vecchia (ecc.).

Personaggio in frak         - Il formaggio!

Clown vedone                 - A me, a me il formaggio coi buchi, che ci guardo dentro! (Il personaggio in frak continua ad estrarre cianfrusaglie: un busto di gesso, un paio di cal­zoni, una ruota di bicicletta, una vecchia bambola, un paio di mutande col pizzo, un reggiseno... un braccio femminile si protende fuori dalla cassa...)

Voce di ragazza               - Ah, villano! (Il personaggio in frak ri­ceve uno schiaffo, la mano gli strappa gli indumenti in­timi e scompare)

Clown con il mal di testa       - Guardi se c'è anche un ca­chet per il mio mal di testa?

Personaggio in frak         - (estraendo una vecchia pergamena) Il testamento!

Clowns in coro                - Il testamento della signora!

Personaggio in frak         - Si, ecco il testamento della signora. (Facendone rapidamente un cartoccio) Andiamo a farne una pallottola... ecco la pallottola... tutti vedono la pallottola. (La fa passare da una mano all'altra) Una piccola pallina an­cora più piccola, ecco piccolissima, piccola, sempre più piccola: una pallina. (Dà una pacca sullo stomaco del clown col mal di testa. Il clown spalanca la bocca) Ohpp! (Scaraventa la pallottola in bocca al clown e gliela fa trangu­giare) Il testamento non c'è più. (Estrae velocissimo dal taschino un bicchiere d'acqua e lo vuota in gola al clown)

Clown col mal di testa    - To', m'è passato il mal di testa!

Clowns in coro                - Bravo! Evviva il nuovo direttore!

Personaggio in frak         - Grazie, grazie amici, per avermi eletto.

Teschio                            - (spuntando dal feretro) Grazie un corno! Chi ti ha eletto? Sul testamento c'era scritto che la nipote della vecchia, la sposa, prenderà il suo posto!

Clowns                            - Evviva la sposa! La nuova signora! Spogliamo la sposa e buttiamo la vecchia. (Viene avanti la sposa ri­vestita di nuovo tutta in bianco, col velo e una corona di candeline in testa)

Clowns in coro                - (cantando)

Signora ci piange il cuore

ma sei da buttare

buon viaggio!

Ora ne abbiamo una nuova

di signora tutta bianca!

Col candeggio, col candeggio!

Sposa                               - Grazie, grazie!

Personaggio in frak         - Eh no, non vale... un morto non può svelare i segreti del testamento.

Sposo                               - Non può, se non vuole, ma se vuole, può!

Personaggio in frak         - Nossignori, al massimo può venirci a dare i numeri del lotto, se proprio ci tiene.

Coro                                - Oh si! Un ambo, dacci un ambo!

Personaggio in frak         - Ma è contro la costituzione!

Sposo                               - Cosa, è contro la costituzione? L'ambo o il te­stamento della vecchia? (/ due stanno per accapigliarsi)

Teschio                            - (spuntando) Contegno, contegno: stanno arri­vando i calabraghe!

Sposa                               - I calabraghe? Chi sono?

Clown                              - I rappresentanti dei carrozzoni periferici... tutti direttori ammaestrati! (Entrano i rappresentanti suddetti, hanno, ciascuno, una poltrona incollata al sedere. S'inchi­nano)

Sposo                               - Cosi pochi? Come mai?

Personaggio in frak         - Eh, in questi ultimi tempi abbiamo

 avuto molte defezioni.

Rappresentanti                - (all'unisono) Partecipiamo con dolore indicibile al vostro lutto.

Sposa                               - Grazie, ma perché vi portate dietro quelle pol­troncine?

Un rappresentante           - Ci siamo molto attaccati alle nostre poltroncine. Del resto se le lasciamo a casa ce le fregano.

Sposa                               - Be', qui non c'è pericolo, liberatevene. (/ rap­presentanti si slacciano le cinghie che sostengono le pol­trone)

Sposa                               - In questa luttuosa occasione, ci onoriamo di con­cedervi l'ordine della "bretella allentata", premio alla vo­stra incondizionata comprensione per tutto quello che fac­ciamo e andremo a fare. (La sposa fa indossare a ciascun rappresentante una vistosa bretella. Ad uno ad uno i rap­presentanti si inchinano. All'ultimo di essi, il personaggio in frak sferra un formidabile calcioné)

Altri rappresentanti         - Anche a noi, anche a noi un cal­cioné!

Calabraghe che ha preso il calcio       - No, a me no, basta cosi.

Sposa                               - Mia sei impazzito? Ti sembra questo il modo di salutare uno dei nostri migliori amici ammaestrati?

Personaggio in frak         - Ma sai almeno che cosa ha com­binato 'sto incosciente?

Sposa                               - No.

Personaggio in frak         - Ha permesso che si schedassero tut­ti i componenti non ammaestrati del suo carrozzone.

Sposa                               - Bravo! E tu invece di ringraziarlo, lo prendi a calci?!

Personaggio in frak         - Si, ma dopo s'è fatto scoprire e ha dato tutta la colpa ai poveri militari ammaestrati.

Coro                                - Oh!

Sposa                               - Oh che vergogna! Ma che razza di calabraghe sei, allora? Toglietegli subito la bretella allentata!

Rappresentante                - No, pietà, signora, pietà! Abbiamo già rimediato: li stiamo già schedando tutti di nuovo.

Sposa                               - Tutti i sovversivi?

Rappresentante                - Sissignora, tutti!

Personaggio in frak         - Anche il Papa?

Rappresentante                - Sissignore, quello è il primo della lista!

Personaggio in frak         - Bene, preparatevi ad organizzare un colpetto di stato anche in Vaticano.

Rappresentante                - Si!... (Ripensandoci) No no, in Vatica­no no!

Personaggio in frak         - Non sei d'accordo?

Rappresentante                - Si, si, sono d'accordo.

Ammaestrati in coro        - Noi siamo sempre d'accordo.

Gli altri                            - Allora da bravi, fate l'inchino, subito dopo un bel saltino! Il verso dell'oca uahao uahao! la camminata della foca il virtuosismo con le palle suonate le trombe battete le pinne Ammaestrati Imitiamo lo struzzo l'elefante e magari anche il pinguino caliamo le braghe e facciamo l'inchino.

Clowns in coro                - Evviva i calabraghe. (Entrano dei sol­dati urlando)

Soldati                             - Allarmi! Allarmi! (/ soldati saltano sul letto e in breve lo trasformano in un mezzo corrazzato semo­vente)

Sposa                               - Che succede? Dove andate?

Capo clown                     - A ricreare l'equilibrio pacifico in un car­rozzone qui vicino. 'Sti bastardi, hanno messo in gabbia tutti i nostri gorilla e vogliono fare le elezioni senza trucco, né preparazione!

Clowns in coro                - Oh, che sfrontati!

Clowns soldati                - Fuori il cannone. In marcia! Avanti, muoviamoci!

Sposa                               - (sporgendosi ancora dal bidone) Nient'affatto! Voi di qui con quelle divise non vi muovete! Ritruccate immediatamente il carro armato da letto matrimoniale con le sue brave tendine come era prima.

Soldati                             - E il cannone?

Sposa                               - Metteteci tanti fiori, calibro 75, e che facciano una bella rosa.

Cardinale                         - No signora, non spegnere il sacro fuoco che arde nel cuore di questi ragazzi!

Ammaestrato                   - Chi è quello?

Personaggio in frak         - È il Pastore d'assalto.

Ammaestrato                   - Lavora qui, nel circo?

Personaggio in frak         - Si, fa un numero coi falchi... Falchi ammaestrati... una cannonata!

 Cardinale                        - Un fuoco che brucerà tutti gli infedeli.

Sposa                               - No, niente fuoco, niente brutalità. Fate' tutte le controrivoluzioni che vi pare ma con grazia e delicatezza, sono sempre una signora io, quindi via quelle brutte divise. Non voglio militari fra i piedi. Solo tecnici in camice bianco e guanti bianchi.

Personaggio in frak         - Hai sentito quella figlia di baltrocchia? "Fuori dai piedi i militari"!

Clown

Domatore                        - Certo che se va avanti cosi fra poco vedremo i vostri marines con un giglio in mano, mimetiz­zati con le piume di struzzo sull'elmetto e gli stivaletti da lancio rosa con i tacchi a spillo.

Personaggio in frak         - Eh già! Non sarebbe il caso di man­darla a fare una passeggiatina a Dallas? (Rintocchi di un campanaccio. Partenza ritmata per il week-end)

Ammaestrato                   - Che sta succedendo? Dove se ne vanno tutti quanti? (Via vai di clowns)

Personaggio in frak         - Sono le cinque e mezzo di venerdì: facciamo il ponte, si parte tutti per il week-end!

Coro

Si parte tutti per il week-end

Si va - si va - ma dove si va

Si parte - si parte - si torna il lunedi

più stanchi del venerdì

del sabato - del sabato

Si parte tutti per il week-end

Si va - si va - ma dove si va

 (Entrano clowns su automezzi più disparati: automobile a pedali, carrozzine per neonati. Passa uno zoppo su un mo­nopattino, si appoggia alla stampella munita di rotelle, il letto viene trasformato in pullman, sfila una barca a vela su ruote, un confessionale, un carrettino dei gelati, una "bagnarola" su rotelle. Ogni veicolo è stracarico di valige, pacchi e pacchetti. Da fuori scena si sente arrivare il solito terribile strombettare che preannuncia l’entrata dei tre pi­rati su monopattino. Entra invece un clown appiedato con le trombette)

Domatore                        - Il tripattino! (Fuggi fuggi generale)

Clown burlone                 - Ah, ah! Ve l'ho fatta, avete avuto pau­ra eh! Ah, ah, che bello scherzo. (Entra il bidone croce-rossa) Ci siete cascati anche voi! (Alle sue spalle soprag­giunge il monopattino omicida che lo investe sbattendolo 'n aria. Il clown vola direttamente nel bidone)

Clown infermiere            - C'è cascato lui! (Escono con il bi­done)

Un calabraghe                 - La mia poltrona?! Mi hanno fregato la mia poltrona! (Disperato) Lo sapevo, lo sapevo! Neanche all'estero puoi distrarti un momento! (Se ne va piagnuco­lando seguito dagli altri. Rientrano tutti gli attori. Sul lato sinistro viene portato un traliccio con in cima un clown)

Personaggio in frak         - (alla maniera degli imbonitori) All'albero della cuccagna signori! Tutti all'albero della cuc­cagna! Grossi premi a chi arriva in cima! Chi ci arriva per primo si porta a casa l'albero!

Clown                              - (vestito alla maniera dei pagliacci indo-cinesi, è appollaiato in cima al palo) Si porta a casa un bel corno! Che: albero della cuccagna! Questo è il nostro traliccio!

Personaggio in frak         - Zitti in piccionaia! (Rivolto agli altri clowns) Ognuno si scelga il proprio campione per l'ar­rampicata. (Indicando un clown) Il nostro è questo.

Un clown                         - Bel campione, pare un fantoccio!

Personaggio in frak         - Si, ma guarda come arrampica. (Sferra un gran calcio dal basso in alto sul posteriore del "campione" che si trova scaraventato a qualche metro ab­bracciato al palo)

Sposa                               - (stop musica) Fermi, che state facendo intorno a quel traliccio? Scendete di li... cosa volete fare?

Personaggio in frak         - è un traliccio sottosviluppato, si­gnora, lo disinfestiamo e lo ripitturiamo di un altro co­lore: non vede come sta male cosi, tutto giallo?

Sposa                               - Non pensateci voi... è meglio che se lo ripittu­rino da soli...

Coro                                - Già, ma quelli se lo ridipingono di rosso...

Sposa                               - Sono fatti loro.

Coro                                - No signora, sono fatti anche nostri... Più nostri che loro... Anzi, solo nostri.

Coro                                - Dipingiamolo di verde, d'azzurro, a strisce bian­che?

Coro                                - No, di nero... non c'è che il nero per coprire il rosso... Meglio il nero che il rosso... forza con il catrame a volontà.

Coro                                - Catrame a volontà... Oh che bel colore il nero è il colore dell'allegrezza quello dell'ordine e della fierezza.

 Sposa                              - Fermi fermatevi fermatevi!!!

Clown                              - Andate a prendere delle scale. Facciamo una bella scalata.

Sposa                               - Niente affatto! Non incominciamo con le scale, scalette, scalate, per favore. E state lontani dal traliccio giallo che se ci casca addosso quello sono rogne!

Personaggio in frak         - Ma perché non la mandiamo a fare quella passeggiata, 'sta rompiscatole?

Clown                              - Eh si! A questo punto bisogna proprio festeg­giarla!

Personaggio in frak         - Signora, a nome del comitato fe­steggiamenti del sud, vi invitiamo a partecipare a una fe­sta in vostro onore!

Sposa                               - Una festa per me? Oh che gentili!

Marano                            - La signora va a Dallas.

Coro                                - A Dallas!

Clown                              - E le sta bene!

2° clown                          - Ehi, dico, la volete piantare con 'sto bac­cano? Qui c'è gente che dorme.

Altro clown                     - Scusi, non immaginavo...

2° clown                          - Si... non immaginavo... buona la scusa, ma­leducati.

Poliziotto                         - Ehi, niente fotografie qui... è proibito.

Clown fotografo             - Ma mica è una macchina fotografica questa! È un bazooka!

Poliziotto                         - Ah, come non detto!

Domatore                        - Pronto pronto - mamma sta partendo in questo momento - butta giù i proiettili.

Personaggio in frak         - (accorrendo drammatico) Ferma! Ferma!

Sposa                               - Che c'è?

Personaggio in frak         - No, signora, non devi andare a Dallas...!

Sposa                               - Che dici?

Personaggio in frak         - Non devi andare a Dallas con quel cappellino in testa!

Sposa                               - Perché, è di gran moda!

Personaggio in frak         - Qui da noi, ma a Dallas è di moda un altro cappello: questo. (Le viene offerto un gran cap­pello a larghe tese)

Sposa                               - Oh, che carino! E come si porta?

Clown                              - Molto indietro sulla nuca. (La sposa si cal­za il cappello, si gira con le spalle al pubblico, scopriamo che, calotta e tesa del cappello, sono dipinte a cerchi con­centrici alla maniera dei bersagli del tiro a segno)

Sposa                               - Cosi? Come mi sta?

Clown                              - È uno schianto! Sei mirevole! (La ragazza vie­ne fatta salire sull'altalena, i clowns la spingono dolce­mente e cantano. Durante la canzone sono spuntate armi dappertutto dalle cupolette di un carrettino di gelati spun­ta un mitra ecc.) Signora sei bella, sei giovane e onesta vieni sul dondolo, comincia la festa ehieee, ehieee i cacciatori verranno a sparare e la colomba vedremo morire ehieee, ehieee!

                                        - (Tre spari)

Secondo tempo

Riappare la sposa rovesciata a testa in giù sull'altalena che continua ad oscillare. 1 clowns cantano mestamente.

Come sul pendolo dell'orologio

ehie ehie scandisce il tempo che s'è fermato

ehie ehie dondola, dondola, il mondo è impazzito dondola, dondola, un atto è finito il gran finale è incominciato. (La sposa viene scesa dal trapezio e caricata sulla schiena di sei clowns disposti a mo' di elefanti e portata fuori scena)

Clown banditore             - Complimenti! I signori hanno fatto centro! Andiamo alla distribuzione dei premi: una scim-mietta che batte i piatti; a lei... due bottiglie di spumante al signor... una bambola che dice: mamma...

Altro clown                     - Disgraziato; che fai?

Clown banditore             - Non dice mamma?

Altro clown                     - Vuoi mettere tutto in piazza? Datti da fare per trovare subito il colpevole, piuttosto!

 Primo clown                   - Il colpevole: senz'altro. (/ clowns si mettono in semicerchio, inizia la conta) C'è una campana che suona a festa din don dan

Domatore                        - Si, è lostesso.

c'è una campana che suona a sposa

din don don

c'è una campana che suona a morto

din don don

il colpevole sei tu

Coro                                - Io?

Banditore                        - Hai stonato.

Clown                              - (sorpreso) Io?

Clowns in coro                - Si, tu, tu: assassino! assassino...

Clown grasso                   - Abbiamo le prove!

Clown                              - Ma che prove? Con che cosa avrei sparato?

Clown accusatore            - Con questa. (Gli mette in mano una pistola) Siete tutti testimoni che l'abbiamo sorpreso con l'arma del delitto in mano.

Clown                              - Ma che arma del delitto... è una pistola ad acqua!

Clown accusatore            - Esatto. Infatti la signora è morta an­negata.

Coro                                - Giusto.

Un clown                         - Be', non esageriamo: annegata!

Un altro clown                - In verità l'assassino ha usato un'arma modernissima di grande precisione: un fucile modello 91. Eccolo.

Un clown                         - Oh, fantastico!

Un altro clown                - Con un solo proiettile è riuscito a col­pire tre volte la signora, più l'autista e un cane randagio e ha pure forato la gomma del carrettino dei gelati.

Un clown                         - Incredibile.

Un altro clown                - Ma come ha fatto?

Un clown                         - Silenzio, parla il tecnico balistico - come ha fatto?

Tecnico                            - È semplicissimo   - in verità l'assassino che si trovava su quel palo non ha sparato direttamente sulla signora, che stava oscillando in questo punto, ma ha mi­rato quel palo laggiù. Il proiettile ha colpito il palo, è rim­balzato prendendo questa traiettoria, ha trapassato la signora, quindi ha raggiunto il campanello del qui presente telefono. Vediamo la traccia in questo punto. Nuovo rim­balzo del proiettile che ha descritto questa nuova traietto­ria, colpito il terreno in questo punto, notare il segno ri­masto, ripresa la corsa con una inversione angolare di tren­tasette gradi scarsi, in direzione di quel lampione lassù dove stava appollaiato un cane randagio. Chissà poi perché proprio sul lampione invece che di sotto, come di buona re­gola. Rimbalzo, del proiettile, non del cane randagio, che è rimasto al suo posto. Rimbalzo, dicevamo in direzione dello sparatore che, brandendo una mazza da baseball ha ribattuto con estrema precisione il proiettile verso la si­gnora. Ricolpita la signora, trapassata, ricolpito il campa­nello del telefono; il secondo campanello questa volta co­me si può ben notare dal vistoso segno rimasto. Altro rim­balzo con traiettoria analoga alla prima spostata di soli sette gradi, in direzione del lampione, sul quale nel frat­tempo si era arrampicato il soccorritore del cane randagio: l'autista della signora, colpito l'autista, rimbalzo, sia del proiettile che dell'autista verso lo sparatore che, con la mazza, ha colpito quest'ultimo sulla nuca, costringendolo a sputare il proiettile: stessa traiettoria, nuovamente tra­passata la signora. La corsa del proiettile sarebbe conti­nuata all'infinito se, per un caso davvero fortuito, non si fosse venuta a trovare, proprio in quel punto, la gomma di un carrettino dei gelati, gomma che ha letteralmente frenata la corsa del proiettile stesso!

Speaker                            - Usate sempre gomme Pear, dalla frenata per­fetta. Frenano anche i proiettili.

Coro                                - Pare incredibile.

Clown in frak                  - Incredibile ma è la verità.

Tecnico                            - L'inchiesta convaliderà il tutto.

Clown in frak                  - L'inchiesta, subito muoversi che la giu­stizia incombe.

Coro                                - Incombe, ooh come incombe.

Clown in frak                  - Bisogna che la verità venga a galla.

Coro                                - A galla, a galla.

Clown in frak                  - Magari annegata ma a galla.

Coro                                - A galla, a galla. (In scena, oramai è rimasto sol­tanto il domatore di pulci. Ha l'aria triste e scocciata. Si siede su una panchina, in proscenio. Sul fondo, riappare la ragazza barbona che abbiamo conosciuto all'inizio. Sta mangiando dei pop-corns, sputa le bucce da ogni parte)

Ragazza                           - Ehi, pstt, pstt... signore?! ...oh, meno male che l'ho trovata!

 

Domatore                        - Rieccola quella!

Ragazza                           - Avevo paura d'essermi persa un'altra volta!... È ancora il circo di prima, vero, questo?

Domatore                        - Si, è lo stesso.

Ragazza                           - Ah, no? E che cos'è? (Sputa le bucce addosso al domatore)

Domatore                        - Ehi, dico?! Ti dispiace andartene a sputac­chiare da qualche altra parte?

Ragazza                           - Perché, non le piacciono i pop-corns? Sono freschi, sa?

Domatore                        - Senti, ho già le rogne per mio conto! Vat­tene! Lasciami in pace.

Ragazza                           - Si, si, me ne vado... ma mi dica prima che mestiere fa.

Domatore                        - Il domatore... sono domatore di pul...

Ragazza                           - (interrompendolo) Domatore? A proposito di domatori, perché gli hanno tagliato i capelli all'umberta tut­ti rapati qui, sulle tempie, e a spazzola in cima al crapone?

Domatore                        - Rapati a chi?

Ragazza                           - Al leone! L'ho visto poco fa, nella gabbia, cosi triste, povero leone rapato.

Domatore                        - Ah si, è stato il commissario: glieli ha rapati lui personalmente non può soffrire i capelloni. Gli ha dato persino il foglio di via.

Ragazza                           - Il foglio di via al leone?

Domatore                        - Sicuro, e gli ha confiscato anche la chitarra.

Ragazza                           - La chitarra?

Domatore                        - Già, e conviene sloggiare anche a te di qua, che se quello arriva, il foglio di via non te lo leva nes­suno. (Arriva un poliziotto)

Poliziotto                         - Ehi, bambola, che ci fai qui? Sbaglio o stai tentando di accalappiare il merlo?

 

Poliziotto                         - Con permesso. (Scappa senza voltarsi)

Ragazza                           - Oh, come è stato buono lei, signor domatore, che mi ha tirato via dalle sgrinfie di quel bastardo... È proprio buono, grazie!

Domatore                        - Ringrazio io lei di avermi data l'opportu­nità di rendermi utile. (Le prende la mano per baciargliela. La ragazza la ritira sdegnosa)

Ragazza                           - No, scusi... su questa no, ci ho un gelone. S'ac­comodi su quest'altra, che, guardi, è ancora fatta su nel cellophan antisettico.

Domatore                        - Grazie! Mi concede il piacere di aiutarla ad acchiappare quella pulcettina?

Ragazza                           - Oh, si, che gentile! (Spegne la sigaretta spu­tandoci sopra)

Domatore                        - Permette? (Agita le dita eccitato)

Ragazza                           - S'accomodi.

Domatore                        - Dov'è? Dov'è?

Ragazza                           - È qui! (Indica un punto sulla schiena)

Domatore                        - Lasci fare a me... eccola! Accidenti, m'è scappata! (Fruga nella scollatura)

Ragazza                           - Eh no, basta! Adesso esagera! (Gli molla uno schiaffo. Il domatore sputa qualche dente) Giù quelle mani, hai capito, il furbacchione! Col pretesto della pulce si prende il passaggio pesante, lui, il pornografo!

Domatore                        - No, scusi, guardi che lei ha frainteso: io non volevo affatto...

Ragazza                           - Come, non voleva? Non voleva cosa? Avanti, mi offenda adesso! Disprezzi pure il mio corpaccione "sen­suale"! Dica addirittura che andando a spasso per la mia scollatura è stato preso dalla stessa voluttà che si prova nel frugare in un sacchetto della tombola!

Domatore                        - Ebbene, si, sarò sincero: non volevo! Non volevo acchiappare la pulce... era un pretesto!

Domatore                        - Andiamoci piano... Io non sono affatto un merlo!

Ragazza                           - No, lui è un domatore. (Annaffia il poliziotto con bucce di pop-corns)

Poliziotto                         - Disgraziata! Ti faccio vedere io a sputarmi addosso, vieni con me!

Domatore                        - Ecco bravo, se la porti via!

Ragazza                           - (divincolandosi dalla stretta del poliziotto) E non mi tiri cosi! Aspetti... aspetti un attimo... accidenti come pizzica! (Si gratta su un fianco)

Domatore                        - (speranzoso) Chi pizzica?

Ragazza                           - Una pulcettina... qui.

Domatore                        - (scattando in piedi) Una pulcettina?

Ragazza                           - Si, dispettosa... (Frugandosi all'altezza della vita) Ah, ma se ti piglio!

Poliziotto                         - Hai pure le pulci? Bene! Dovrò portarti alla disinfestazione... muoviti!

Domatore                        - (paladino) Come si permette! Tenga giù le mani dalla signora, sa!

Poliziotto                         - Ehi, quale signora?

Domatore                        - Questa che sta con me. (La ragazza si è messa una sigaretta tra le labbra, accende il fiammifero strofinandoselo sul sedere)

Ragazza                           - Si, io sono la signora che sta con lui.

Poliziotto                         - Una signora con le pulci?

Domatore                        - Una vera signora, ha sempre le pulci! Oggi è di moda,... fanno dimagrire!

Poliziotto                         - (sconvolto) Le pulci fanno dimagrire?

Domatore                        - Si, se prese prima del caffè.

Ragazza                           - Ah, meno male!

Domatore                        - In verità, mi fanno schifo, le pulci!

Ragazza                           - Avevo preso uno spavento!

Domatore                        - Il fatto è che soffro del complesso del mezzo di trasporto pubblico.

Ragazza                           - Complesso del mezzo pubblico?

Domatore                        - Si, tutte le volte che la mia mano sfiora le rotondità di una donna, di colpo, per associazione di idee, ho l'impressione di trovarmi su un autobus o su un tram, nell'ora di punta: comincio a ballonzolare, cosi. (Esegue frenetico) Devo sollevare un braccio (fa il gesto di affer­rare la maniglia di sostegno) mi sento sballottolare di qua e di là... e dopo due o tre fermate, proprio sul più bello, devo scendere!

Ragazza                           - Oh, poverino!

Domatore                        - Ecco perché sono costretto, se una ragazza mi piace, e lei mi piace, mi creda, a trovare pretesti che mi distraggano dall'angoscia dell'autobus! La prego: si lasci acchiappare la pulce!

Ragazza                           - Eh va bene, ma una sola, però!

Domatore                        - Perché, ne ha molte altre? Quante?

Ragazza                           - Eh, eh, ad una signora non si fanno mai certe domande! Né sull'età, né sul numero delle pulci! Andiamo!

Domatore                        - Ha ragione, mi scusi. Dov'è? Mi dica dov'è!

Ragazza                           - Qui, sulla spalla...

Domatole                         - Eccola, l'ho presa! L'ho presa!

Ragazza                           - Ohooooh! Chissà cosa penserà adesso di me!

Domatore                        - È meravigliosa! È proprio una coronoves-mordex!

Ragazza                           - Cos'è?

Domatore                        - Una pulce regina... Guardi che occhi, sem­brano di velluto!

Ragazza                           - Occhi di velluto? Oh, chissà a quante altre donne con pulci l'avrà già detto!

Domatore                        - No, le assicuro, la sua è la più bella pulce che io abbia mai visto!

Ragazza                           - Davvero?

Domatore                        - Lo giuro!

Ragazza                           - Diamoci del tu!

Domatore                        - Oh, si, grazie... posso tenermela per ricordo?

Ragazza                           - La pulce per ricordo?

Domatore                        - Ricordo d'amore! La custodirò in questo sca­tolaio d'argento... per sempre! (Esegue: ripone la pulce nel­la piccola scatola e la richiude)

Ragazza                           - (commossa) Che delicatezza!

Domatore                        - Vorrei chiederti un altro regalo: il più pre­zioso, ma non ne ho il coraggio...

Ragazza                           - Chiedi, chiedi!

Domatore                        - Posso?

Ragazza                           - Si!

Domatore                        - Dammi un maschio!

Ragazza                           - Un maschio? Un maschio da me?

Domatore                        - Si, da te!

Ragazza                           - Oh, si... Ma se poi nasce femmina?

Domatore                        - Che femmina?... Ma no, io voglio un ma­schio pulce!

Ragazza                           - (disperata) Pulce maschio? E io che mi illu­devo, farabutto, pulciaiolo maledetto! La benzina! Voglio fare un bagno nella benzina... e poi mi dò fuoco! Benzinaroooo!

Domatore                        - Su, calmati, per favore, non fare il bambino!

Ragazza                           - Sei tu, che non vuoi fare il bambino con me.

Domatore                        - Ma si che lo voglio fare, invece!

Ragazza                           - Davvero?!

Domatore                        - Ma certo!... soltanto, ho bisogno del pre­testo, altrimenti mi riprende il tremore da "mezzo pubbli­co" ed è finita...!

Ragazza                           - Già, me ne ero dimenticata... Bene, allora prenditelo pure! Ho un maschio solo... ma è tuo!

Domatore                        - Sei un tesoro! Dov'è?

Ragazza                           - Aspetta; eccolo, è qui! No, non è lui... zitto! No, no, ma dove si sarà cacciato?!

Domatore                        - Prova a chiamarlo.

Ragazza                           - Hai ragione: Antonio! Antonio!

Domatore                        - Si chiama Antonio? Come lo sai?

Ragazza                           - L'ho letto sulla targhetta che ha al collo... Antonioooo! Macché, macché, dev'essere uscito.

Domatore                        - Uscito?

Ragazza                           - Si, ma però stai tranquillo, è un metodico, non rientra mai più tardi delle otto. Fra un quarto d'ora è qui. Piuttosto, ti conviene rimettermi addosso la sua re­gina, perché, se torna e non la trova, poi le fa una di quelle scenate!

Domatore                        - È geloso?

Ragazza                           - È della bassa.

Domatore                        - Ah, allora. (Ha aperto lo scotolino e l'ha svuotato nella scollatura della ragazza) Ecco fatto, cosi poi, le acchiapperò tutte e due in una volta.

Ragazza                           - Oh madre, due in una volta! Che pretestone! Eccolo... è tornato!

Domatore                        - Sei sicura?

Ragazza                           - Si, lo riconosco dal passo.

Domatore                        - Dov'è?

Ragazza                           - È qui, insieme a lei! Ah! Stanno litigando... Ehuehh! (La ragazza sussulta vistosamente)

Domatore                        - Che c'è?

Ragazza                           - La sta picchiando!

Domatore                        - Che succede adesso?

Ragazza                           - Niente, si sono fermate, lei piange... stanno facendo la pace... che carini! (Sbircia nella scollatura all'al­tezza della spalla)

Domatore                        - (estraendo un grosso binocolo) Fai vedere?

Clown vedone                 - (sopraggiungendo a razzo) Anch'io, anch'io, vedere, fammi vedere!

Domatore                        - Vai via, sporcaccione!

Clown vedone                 - Senti chi parla, almeno io non ho biso­gno del binocolo! (Se ne va verso l'uscita)

Domatore                        - Ma io sono autorizzato! (Alla ragazza) Sono ancora li?

Ragazza                           - No, non ci sono più, devono essere uscite.

Domatore                        - Eh no, porco frigorifero! Lavatrice boia!

Ragazza                           - Ti prego, non bestemmiare!

 

Domatore                        - Ah, non bestemmiare!? Mi lascio scappare le pulci... con quelli che mi sfasceranno la faccia, con le mani del tre e mezzo, con sette dita, certe pacche! Flik o flok! Flik! e gulp: ho beli'e ingoiato la dentiera!

Ragazza                           - Oh caro, che dici!?

Domatore                        - Zitta!

Ragazza                           - Che c'è?

Domatore                        - Mi sono sentito pizzicare! Qui!... Ancora!

Ragazza                           - Vuoi vedere che sono venute da te?

Domatore                        - Si, si, sono loro... Eccole! Aspetta: stanno andando verso l'ascella, qui, stanno entrando! Trac! In trappola! (Abbassa di scatto il braccio contro il torace a farle prigioniere)

Ragazza                           - Caro, legati dalle stesse pulci! Abbracciami, accarezzami!

Domatore                        - Si, si. (La accarezza su un fianco. Di scatto solleva il braccio libero, come a sorreggersi all'apposita maniglia dell'autobus, sussulta, traballa) Accidenti, ci siamo!

Ragazza                           - Oh no! Proprio adesso!

Domatore                        - Te l'avevo detto! Oouh, ma come sbanda 'sto autobus! (Si arresta)

Ragazza                           - Oh, meno male che t'è passata!

Domatore                        - No, non m'è passata. È che siamo arrivati alla fermata e devo scendere. Permesso, permesso! (Mima la difficoltà di farsi strada fra la ressa) ... fatemi passare, per favore!

Ragazza                           - Aspetta! Eih, ma dove corri!

Domatore                        - Ho la coincidenza con la circolare, è l'ultima corsa! (Scompare)

Ragazza                           - Aspettami. Aspettami. (Sale la musica)

Clown                              - Facchino. (Entra con una grossa valigia) Fac­chino!

Facchino                          - (entrando) Eccomi signore.

Clown                              - La valigia... presto in stazione... (Sale sulle spalle del facchino, e tenendosi la valigia esce. Entrano due altri clowns, camminano appaiati. In due portano sulle spalle un'unica piccola valigia)

Primo clown                    - (affranto) Fermiamoci... fammi prendere un po' di fiato. (Estrae un pacchetto di sigarette, ne offre all'amico) Fumi?

Secondo clown                - No, grazie, ho smesso da più di tre mesi... adesso, inietto. (Estrae una siringa e si appresta a farsi un'iniezione)

Clown drogato                - (accattonando) Una fiala, scusi, mi po­trebbe offrire una fiala... sono rimasto senza. (Il secondo clown si fa l'iniezione e getta a terra la siringa vuota)

Secondo clown                - Mi spiace, ma è proprio l'ultima.

Clown drogato                - Mi faccia fare un tiro... (Sopraggiunge un altro clown che più veloce del clown drogato raccoglie la siringa da terra, si inietta l'ultima goccia ed esce fa­cendo capriole) Almeno la cicca!! !

Secondo clown                - Ma se vuole, li c'è il distributore auto­matico.

Clown drogato                - Distributore di iniezioni? (Vanno verso una specie di Jukebox) E come funziona?

Secondo clown                - Basta introdurre una moneta. Ha una moneta?

Clown drogato                - Si, eccola. (La introduce)

Secondo clown                - Adesso basta scegliere il tipo di fiala che preferisci.

Clown drogato                - Ma perché ci sono tutti questi titoli di canzoni?

Secondo clown                - Perché, per ogni iniezione, le offrono l'audizione gratuita di un disco. Questo, per esempio; "per­dermi con te" è abbinato a: "morfina simplex". Quest'al­tro: "sei il paradiso" si ascolta con "pentotal-medrina" e cosi via.

Clown drogato                - Bellissimo! Scelgo questo. Schiaccio qui, vero? (Esegue)

Secondo clown                - Bravo, e adesso si metta in posizione... Cosi... rilassato. (// clown si mette in posa con il sedere verso la macchina dalla quale esce un piede che gli sferra una sonora pedata)

Clown drogato                - Ehi, dico! Ma che c'è?

Secondo clown                - Le ha fatto il massaggio preparatorio... presto, si rimetta al posto...

Primo clown                    - Rilassato...

Secondo clown                - Fra due secondi esce la siringa... (Pausa)

Clown drogato                - Esce?

Secondo clown                - No, non esce. Forse si sarà inceppata... Faccia vedere... Ecco vede, dovrebbe uscire di qui, da que­sto buco.

Clown vedone                 - (sopraggiunge eccitato) Anche a me, fa­te vedere anche a me dal buco! (Spinge via gli altri due e si mette con la faccia contro la macchina)

Secondo clown                - Ma che fa! Se ne vada! (Di scatto esce la siringa che buca il naso del clown)

Clown vedone                 - Oahiaia... il naso... m'ha fatto un'iniezio­ne sul naso! (Il naso gli si gonfia come un pallone fino a scoppiare)

Clown drogato                - Disgraziato! La mia iniezione! E adesso come faccio che non ho più un soldo!?

Secondo clown                - Be', vada qui, all'opera pia dei drogati poveri, stanno proprio distribuendo le razioni adesso.

Clown drogato                - Ah si, e quanto ne danno a testa?

Secondo clown                - Mezza siringa e un'immaginetta col santino.

Clown drogato                - Ci vado, ci vado di corsa...

Primo clown                    - Rilassato eh...

Clown drogato                - Ah si. (Disarticolandosi completamente esce. Entra in scena il domatore che blocca il commissario e il capo chirurgo)

Domatore                        - Oh, finalmente vi trovo! Presto, che mi si sta anchilosando il braccio!

Commissario                    - Il braccio, perché? Piuttosto, hai trovato le pulci?

Domatore                        - (sghignazzando isterico) Ah, aahhhhho, si, le ho qui, ahaha ah!

Capo chirurgo                  - Dove, qui?

Domatore                        - Aha, ahha... qui, oh che solletico! Ahahaaa... ih, ih, ohhoooo! mi fanno morire! Ohoooh, aiuto! Ohoohhi-uahhhih!

Commissario                    - Ma sta impazzendo?... Si calmi. Calmati!

Domatore                        - Eh cooome facciooo! ah, ah che ahahah! (Il commissario gli molla un ceffone, volano i soliti denti) Ah, ah... la protesi nuovaaa! Ahah, che ridere, ahah!

Commissario                    - Presto, professore, gli faccia un'iniezione!

Domatore                        - Ahah, no, l'iniezione! No, ah ah!

Capo chirurgo                  - Lo tenga. (Ha estratto una grossa sirin­ga) Lo tenga fermo!

Clown drogato                - (sopraggiungendo a razzo) Si, si, tenia­molo fermo... l'aiuto anch'io! (Lo afferrano in due)

Capo chirurgo                  - Ecco, bravi, cosi! Pronti?...

Clown drogato                - Via! (Con uno scatto sostituisce il pro­prio posteriore a quello del domatore e si prende l'iniezione) Ah, ahah!... oh, grazie... grazie... professore, come è buo­no lei!

Commissario                    - Oh, brutto ladro d'iniezioni, vai via! Via! (Lo prende a pedate)

Clown drogato                - L'ascesso! (Esce)

Domatore                        - Ah, ah... basta!... non ce la faccio più!... se non vi sbrigate me le lascio scappare! Ah, ah!

Capo chirurgo                  - Chi lasci scappare?

Domatore                        - Le pulci... qui, sotto l'ascella... ah, ah, oh, mamma!

Commissario                    - Ma, la miseria! Perché non l'hai detto subito?! Avanti, levati la giacca che te le acchiappiamo!

Domatore                        - Ah, ah... No! Se sollevo il braccio... scappano ahahah... e non le becchiamo più! Ah, ah!

Capo chirurgo                  - (a due inservienti) Presto, infilatelo den­tro al bidone pneumatico.

Domatore                        - Dentro il bidone? Per farne che?

Capo chirurgo                  - Non faccia domande! Presto, salti den­tro. (Viene portato un bidone: il domatore è calato di peso nell'interno. Gli spunta solo la testa come in un bagno turco. Continua a ridere isterico)

Commissario                    - Ecco, ora puoi anche sollevare il brac­cio, non possono più scappare.

Domatore                        - Oh, finalmente! Sono uscite di sotto l'ascel­la, ah, ah!

Capo chirurgo                  - Che c'è ancora? Le rifanno il solletico?

Domatore                        - No, ma non so cosa mi succede. Forse m'è venuto il tic da choc... Ah, ah! La ridarella!

Capo chirurgo                  - Be', niente di grave, fra poco le passerà. (Gli inservienti hanno avvitato un cannello sul fianco del bidone)

Domatore                        - Che fate adesso? Ah, ah!

Capo chirurgo                  - Applichiamo i cannelli con trappola a sifone. Basterà soffiare con forza e le pulci verranno espul­se dal bidone in questo bulbo di vetro, restando in trap­pola. Via!

Domatore                        - Ah, ah! che bella pensata!

Capo chirurgo                  - Pronti. (Incomincia a soffiare e via via gli altri) Forza! Ci aiuti anche lei. (Esegue) Bisogna sof­fiare tutti con forza! (Escono suoni da carrettera siciliana) Altrimenti non ce la facciamo.

Clown aiutante                - Forza, forza che ci siamo! Le pulci stanno uscendo...! Sono all'imbocco del sifone!... Ci so­no...! Sono in trappola! Basta cosi! (Ma il domatore, preso come dall'esibizione musicale, continua imperterrito)

Capo chirurgo                  - Basta, ho detto basta! La smetta. Non aspiri, non aspiri! La smetta!

Domatore                        - (tossendo con violenza) Acht, acht... malchl-chchdizione! In gola... ach, ah, ah achiaaa! Le ho aspi­rate!

Capo chirurgo                  - Disgraziato! (Afferra un provettone di vetro e lo pone sotto il mento del domatore) Tossisca, più forte che può! Le sputi fuori!

Domatore                        - Acht! Acht... Le ho mandate giù! Ah, ah... ho ingoiato le pulci! Ah, ah!

Commissario                    - Criminale, maledetto! E adesso che si fa?

Domatore                        - Si ride!

Capo chirurgo                  - Presto... portatelo fuori. Fatelo uscire dal bidone. Bisogna operarlo subito.

Domatore                        - Ma no, perché?... Io le digerisco benissimo le pulci, ah, ah! Anche da bambino le ho sempre digerite!

Capo chirurgo                  - Appunto, che non le deve digerire! Dob­biamo salvarle... Riprenderle vive! Mettetelo sul tavolo operatorio! Muoversi!

Domatore                        - Ma io non voglio essere operato! Ah, ah, non voglio! (/ due assistenti hanno portato fuori scena il bi­done con domatore annesso. Giungono rumori di tonfi, im­precazioni. Entrano due infermiere che "preparano" il chi­rurgo per l'intervento)

Capo chirurgo                  - Legatelo per bene! Pronta l'anestesia?

Assistente                        - Gli diamo il gas esilarante?

Domatore                        - (ridendo) Ah ah.

Capo chirurgo                  - No, per carità! Ride già fin troppo per conto suo... è meglio il "pentotal"! Preparate la siringa. Fuori con questo tavolo operatorio! (Entra in scena il tra­biccolo chirurgico sul quale è steso e legato il domatore) Liberategli il braccio destro! (Gli assistenti eseguono) Pas­sami la siringa. (Sollevano il braccio che sta sul lato in­terno. Il capo chirurgo effettua l'iniezione)

Domatore                        - Ah, ah! Non voglio l'iniezione!

Commissario                    - Stai buono... fra poco ti sentirai legge­ro... e ti verrà un gran sonno!

Domatore                        - Ah, ah, non mi viene sonno!

Capo chirurgo                  - È strano... dovrebbe aver già fatto ef­fetto... a meno che, non sia un drogato cronico!... E ho proprio il dubbio... (Osservando attentamente il braccio del paziente) Dica un po', lei come si è procurato tutte 'ste cicatrici da iniezione?

Domatore                        - Quali cicatrici? Quelle li? Che sono sul braccio? Che pare che uno ci abbiano sparato col fucile a pallini? Non lo so, mica è mio quel braccio!

Capo chirurgo                  - E di chi è?

Clown drogato                - (spuntando da sotto il tavolo operatorio) È mio, signor dottore! La ringrazio tanto! Oh, che bella iniezione che mi ha fatto! Adesso sto proprio bene! Grazie! (Vien preso a calci come al solito)

Commissario                    - Eh, no, ancora tu?! Adesso basta! (Gli sferra un calcione)

Clown drogato                - Ahia l'ascesso! Ah no, che non ce l'ho più l'ascesso. (Via)

Capo chirurgo                  - Azionare le bombole: lo addormentere­mo col gas! (Gli assistenti eseguono: gli viene applicata la classica maschera) Forza: aprite le valvole al massimo! Ma, che fate, me lo state gonfiando!? (Infatti il ventre del domatore sta crescendo a dismisura)

Assistente                        - Ci deve essere qualcosa che non funziona: forse è allergico all'idrogeno.

Capo chirurgo                  - Gli state dando l'idrogeno? Ma l'idro­geno non fa addormentare!

Assistente                        - Ah no?! Ma tu, guarda, chi l'avrebbe mai detto! Che strano gas!

Capo chirurgo                  - Chiudete, chiudete 'ste valvole! Prima che si metta a volare! Buttate l'ancora! Trabattello! (// pa­ziente s'è gonfiato in tutto il corpo, corpo che ora misura quattro metri di circonferenza, si sta sollevando dal ta­volo. Gli viene legata una corda ai piedi, corda alla quale è appesa una grossa ancora. Portano in scena un mastello ricolmo d'acqua nel quale viene buttata l'ancora. Il paziente-dirigibile ridiscende planando sul tavolo)

Capo chirurgo                  - (sale sul trabattello per poter raggiungere la sommità del ventre) Bisturi elettrico.

Commissario                    - Ecco il bisturi elettrico. Lo vuole tagliare lo stesso? Non c'è pericolo che scoppi?

Capo chirurgo                  - No, nessun pericolo... è a compartimenti stagni! (Afferra un segaccio elettrico e pratica un'apertura a sportello) ...Vede, nemmeno si sgonfia! (Introduce un braccio nell'apertura) È una parola, come ci arrivo laggiù? Dovrò per forza entrarvici! (All'assistente) Casco!

 Assistente                       - No che non cade, stia tranquillo professore, la tengo io.

Capo chirurgo                  - Il casco da minatore, cretino! (Gli viene consegnato un casco da speleologo) Tenetemi bene, che scendo! (Si cala per intiero) La miseria, come è buio qui dentro!

Commissario                    - Attento, professore, le mandiamo giù una lanterna! Passo!

Domatore                        - Aiha, brucia!

Capo chirurgo                  - Ricevuto! Ora sto entrando nello sto­maco... Eh che stomacone!

Commissario                    - Attento professore. Non si affacci nel pi­loro. (Il paziente ha un colpo di singhiozzo vistosissimo) Ecco s'è affacciato!

Capo chirurgo                  - Aiuto! Sono incastrato... mi strozza! Fa­tegli passare 'sto singhiozzo!... Presto! Passo!

Commissario                    - Gli diamo da bere un goccio d'acqua. Pas­so. (Un assistente introduce un grosso imbuto in bocca al paziente, quindi versa acqua da un secchio)

Capo chirurgo                  - (gargarizzando) Glouhooghluo... Esage­rati! Mi state annegando! gluogouhoohuo! Passo e annego.

Commissario                    - Cerchi di resistere, professore! Scendia­mo ad aiutarla. Passo. (Uno degli assistenti vestito da som­mozzatore con tanto di bombola e respiratore si tuffa lette­ralmente nel ventre. Passano alcuni secondi. Si sente il classico tonfo nell'acqua)

Commissario                    - Ci sei?... Cerca di prenderlo per i piedi. (Le scarpe del professore vengono buttate fuori dal ventre) Oh, ce l'ha fatta!

Capo chirurgo                  - Pronto! Qui è il capo chirurgo che parla, passiamo nel duodeno. Attento lei, a non schiacciare la cistifelia. Passo!

Commissario                    - Abbiamo cinque minuti, andiamo a pren­derci un caffè.

Evaso                               - (esce con tutto il busto dal ventre del domatore) Ce l'ho fatta! Ma da dove sono uscito? Avevo calcolato di uscire dal tombino di piazza della libertà. Ma porca mi­seria! (Salta giù dal ventre dandosi alla fuga)

Poliziotto                         - (sporgendosi dal ventre) Ferma, fermati, o ti sparo! (Spara) Ti ho sparato. (L'evaso cade a terra ful­minato)

Commissario                    - Chi era?

Poliziotto                         - Era un testimone al processo per l'omicidio della signora.

Commissario                    - Uno di meno. Beh, ce ne sono tanti.

Capo chirurgo                  - Pronto, qui è il capo chirurgo che parla.

Commissario                    - Dica.

Capo chirurgo                  - Siamo fortunati! Le pulci si sono andate a cacciare in trappola da sole!

Commissario                    - Dove?

Capo chirurgo                  - Qui, sono entrate nell'appendice. Ades­so la asportiamo, strozziamo il sacchetto con uno spago e oplà!

Domatore                        - Ahiooau!

Coro                                - Bravo, bel colpo!

Capo chirurgo                  - Le coronoves-mordex sono nostre!

Domatore                        - Ahia o mamma che male!...

Commissario                    - Oh quante storie per un'appendicite!

Capo chirurgo                  - (uscendo dal ventre col sommozzatore) Eccole!

Tutti                                 - Bravi, evviva! (Entrano alcuni clowns e ra­gazze)

Coro                                - Le elezioni, facciamo le elezioni della nuova si­gnora!

Personaggio in frak         - (rientrando vestito da donna) No! Le elezioni si faranno più tardi. Per adesso la signora la faccio io.

Un clown                         - Oheu, ma che schifo!

Clown signora                 - Chi fa schifo?

Clown                              - L'assassino... dicevo che l'assassino della signo­ra fa schifo...

Coro                                - Bisogna fargli subito il processo!

Clown accusato               - Giusto, fatemi il processo! Io so chi ha sparato: dirò tutto!

Clown signora                 - Dirai tutto? Avete sentito, dirà tutto! (Rivolto a un clown dall'aria timida) Avanti, preparati, toc­ca a te!

Clown timido                  - Ho paura... non me la sento.

Altro clown                     - Imbecille, cretino, c'è la televisione.

Coro                                - La televisione. C'è la televisione.

Altro clown                     - Ti vedranno milioni di telespettatori, una occasione come questa per farti conoscere non ti capiterà mai più!

Clown timido                  - Posso fare anche una canzone?

Altro clown                     - Ma certamente. Presto. Trucco. (Arriva un clown con un enorme piumino per la cipria, con due colpi gli imbianca la faccia, lo spruzzano dappertutto)

Un clown                         - Chi è di scena? Siamo pronti! Chi è di scena?

Clown timido                  - Come sono emozionato!

Clown suggeritore           - Vai; vai tieni!

Clown timido                  - ... aspetta, fammi ripassare la canzone (Canta) Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale...

Clown accusato               - Vengo anch'io?

Coro                                - No, tu no!

Clown timido                  - A vedere dove stanno le bestie feroci...

Clown accusato               - Vengo anch'io?

Coro                                - No, Tu no!

Clown timido                  - E gridare: aiuto! Aiuto! E scappato il leone!

Clown accusato               - Vengo anch'io?

Coro                                - No, tu no!

Clown timido                  - E nascosti, poi, vedere l'effetto che fa.

Clown accusato               - Vengo anch'io?

Coro                                - No, tu no! No, tu no! No, tu no!

Clown                              - Attenti, stiamo andando in onda. Il criminale uscirà dal fondo e si fermerà qui, il vendicatore dovrà entrare da destra e fermarsi in questo cerchio! (Un tecnico disegna con gesso un cerchio per terra) La macchina che riprende è questa. Via con le luci. (Si accendono riflettori)

Clown timido                  - Vado bene cosi? È questa la mia parte buona?

Clown regista                  - Perfetto. Torna al tuo posto: sono quattro, tre, due, uno... fuoco! (Entra il condannato fra due po­liziotti, il vendicatore gli va incontro con un mazzo di fiori, glieli offre, poi si rivolge alla telecamera)

Clown timido                  - Canterò per voi "Vengo anch'io": Si po­trebbe andare tutti quanti allo zoo comunale...

Clown regista                  - Dopo, dopo la canzone... prima spara, spara!

Clown timido                  - Ma, almeno un refrain d'apertura, tanto per creare l'ambiente!?

Clown regista                  - Macché refrain: spara!

Clowns in coro                - Sparaaa!

Clown timido                  - E va bene, eseguirò per voi: "Vendetta". (Canta) Oh, la vendetta è dolce assai, e insieme amara, quando si spara! (Spara sul condannato che inutilmente tenta di liberarsi dalla stretta dei poliziotti)

Clown regista                  - Stop, inserto pubblicitario.

Un clown                         - Fumate sigarette col filtro - col filtro - col filtro.

Clown regista                  - Stop. Riprende l'azione.

Clown timido                  - Si potrebbe andare tutti quanti...

Clown regista                  - Via di li. Inquadrate il giustiziato...

Clown timido                  - Vengo anch'io.

Coro                                - - No, tu no!

Guardie                           - Cheese.

Regista                            - Stop.

Clown timido                  - Si potrebbe andare tutti quanti...

Clowns in coro                - Bravo! Complimenti! (Lo portano in trionfo) Sei stato formidabile!

Clown timido                  - Aspettate, mica ho finito di cantare! Ma che fate! (Lo stanno ammanettando)

Clown

Poliziotto                         - Sei in arresto per omicidio, finirai sulla sedia elettrica, come minimo, ma hai la soddisfazione di aver salvato l'onore del nostro circo. Bravo!

Clowns in coro                - Bravo!

Clown timido                  - Grazie! Ma poi me la fate cantare la canzonetta?

Clown signora                 - No, basta con le canzonette, non è più il tempo di dormire, questo!

Clowns in coro                - Sveglia! Sveglia! (Cominciano a cam­minare esagitati per il palcoscenico)

Clown signora                 - Bisogna riguadagnare il tempo perduto! Il nemico incombe!

Clowns in coro                - Incombe! Euh, come incombe!

Clown signora                 - Accelerare i tempi, moralizzare i gio­vani fin dalla nascita e anche prima, perché il nemico in­combe!

Clowns in coro                - Incombe, incombe! Euh, come incombe!

Clown signora                 - La parola d'ordine è: fate oggi quello che dovreste fare domani... e anche dopodomani!

Clowns in coro                - Sveglia, sveglia! (Una donna incinta sta attraversando la scena, viene fermata da due clowns in tuta d'argento di tipo vagamente spaziale)

Clown spaziale                - Signora, scusi, sbaglio o lei è in istato interessante?

Donna                              - Si, e perché, è proibito?

Clown spaziale                - No, tutt'altro, piuttosto ha fatto re­golare denuncia?

 Donna                             - Denuncia? Denuncia di che? Secondo clown spaziale Dell'avvenuto amplesso conce­zionale: ora, giorno, luogo, nome, cognome e condizioni psico-generatorie del maschio presunto... e se l'amplesso suddetto è stato effettuato lontano dai pasti, come da norme vigenti.

Donna                              - Tutta 'sta roba, e perché?

Primo spaziale                 - Per la programmazione preventiva del servizio di leva.

Donna                              - Ma che servizio di leva? Se non è ancora nato!

Secondo spaziale             - Non ha importanza, grazie alle nuove leggi suo figlio è già arruolato fin dal quinto mese di vita nel grembo materno!

Donna                              - Esagerati, e se poi fosse una femmina?

Secondo spaziale             - Questo lo vedremo subito: s'accomodi qui. (La sistemano dietro ad un pannello radioscopico. Ac­cendono luci) In piedi.

Primo spaziale                 - Accendi... Si incomincia a delineare l'immagine del nascituro. Pronto. Si ecco che arriva! Ar­riva... arriva.

Secondo spaziale             - Stop! Inserto pubblicitario.

Primo spaziale                 - Per il vostro bambino usate i prodotti Aristex.

Secondo spaziale             - Stop. Complimenti signora, suo figlio è maschio... un bel maschietto di mezzo chilo scarso!

Donna                              - Maschio. Vedere il mio bambino. No, non lo vedo.

Primo spaziale                 - No signora, se lei non sta...

Donna                              - Non lo vedo...

Primo spaziale                 - Specchio.

Donna                              - Ah che carino, oh il mio bambino... Oh ma come sono conciata! Ecco, ieri volevo andare dal parruc­chiere... Quindi il mio bambino è già arruolato?

Primo spaziale                 - Eh, no, prima dovrà passare la visita!

Donna                              - Ah, fra vent'anni allora!

Primo spaziale                 - No, subito.

Secondo spaziale             - Permette? (Applica una ventosa al ventre della donna, la ventosa comunica, attraverso un filo, con il telefono)

Donna                              - Ma che fate?

Secondo spaziale             - Niente di straordinario, parliamo con suo figlio!

Donna                              - Per telefono? Ma come può rispondervi, se non sa ancora parlare?

Secondo spaziale             - Non si preoccupi, per mezzo di que­sto apparecchio ad impulsi stayner si riesce a comunicare perfino con una gallina. Stia a vedere. Come si chiama suo figlio?

Donna                              - Non so, non ci ho ancora pensato.

Primo spaziale                 - Ma, dico, almeno il cognome... il co­gnome del padre!

Donna                              - Bungh!

Secondo spaziale             - Pronto signor Bungh, qui è l'ufficio arruolamento che parla, lei sta per passare alla visita di leva... le spiace alzarsi in piedi? (La donna scatta in piedi come sollecitata da una molla interna)

Donna                              - Oh, ma che succede?

Primo spaziale                 - (che controlla attraverso lo schermo) No, non cosi di scatto, signor Bungh, non si dimentichi che si trova ancora nel grembo materno. Riposo. Veniamo alle misurazioni. (Eseguono) Altezza: trentacinque centimetri. Torace trentadue. Complimenti! Piedi? Si agiti un po' signora... No, non ha i piedi piatti. Vista: signor Bungh, quanti sono questi? (Spalanca la mano) Quante dita vede?

Voce all'altoparlante        - Trentadue!

Secondo spaziale             - Bravo, ottima vista! (Alla madre) Poverino, non sa ancora contare. Signor Bungh, la ringra­ziamo, ora può tornarsene accovacciato, e scusi del di­sturbo. Oh che carino mi ha fatto ciao, ciao, con la manina! (Osservando le cartelle compilate) Bene, signora, tut­ti i nostri complimenti: suo figlio risulta: abile-arruolato... arruolato in marina. Naturalmente potrà fare domanda per reparti speciali.

Donna                              - Grazie.

Primo e secondo              - (all'unisono) Arrivederci!

Donna                              - Ah, fra vent'anni, allora!

Secondo spaziale             - No, fra un mese!

Donna                              - - Fra un mese?

Secondo spaziale             - Si, dovrà tornare...

Primo spaziale                 - Per le esercitazioni del pre-militare! Vede quelle mamme? (Tira una tenda appaiono alcune gestanti sedute su panche. Hanno ventose al ventre come quelle che già conosciamo; i cavi raggiungono un unico telefono attraverso il quale un sergente comunica ordini)

 Sergente                         - Attenti! Riposo! (Le donne, che lavorano a maglia, hanno sussulti vari, in conformità agli esercizi che i nascituri vanno a eseguire nel loro grembo) Marciare sul posto: Uno, due, uno, due, diiiiii corsa! Uno, due, uno, due, passo, cadenza, attenti, a dest! (Alcune madri si voltano di profilo sulla destra, altre sulla sinistra) Ho detto: a dest, non, a sinist! Burbe maledette, possibile che al quin­to mese non sappiate ancora distinguere la sinistra dalla destra? Addormentati! Ma vi sveglio io! Avanti, marciare: uno, due, uno, due... (Via tutti. Frastuono di una esplo­sione proveniente da fuori scena. Entrano il capo chirur­go, i suoi assistenti e il commissario. Hanno grossi spruz­zatori a pompa e dei "ciak" cioè due cantinelle che battono una sull'altra)

Capo chirurgo                  - Emergenza! Emergenza! Collaborate tut­ti a creare l'ombrello protettivo antipulcico!

Sergente                          - (mentre le degenti si liberano dei cavi telefonici) Antipulcico?

Assistente                        - Sicuro, abbiamo fatto esplodere un conte­nitore di pulci prolifiche a quattromila metri di altitudine, l'esperimento è riuscito in pieno: appena liberate le pulci mordex si sono riprodotte a milioni, come previsto. La nube pulcica invece di andare sul Pacifico, verso i paesi sotto­sviluppati, sta venendo verso di noi, come non era previsto.

Sergente                          - Accidenti, e che capiterà, allora?

Clown                              - Pioveranno pulci... Ci gratteremo un po', co­me non era previsto. (Dal tamburone spunta il giudice)

Giudice                            - Silenzio, la seduta è aperta! (I clowns con i ciak vanno intorno, lo sguardo rivolto verso l'alto. Si sente un boato di un tuono preceduto dal classico lampo. Entrano ragazze poco vestite con cassette piene di liquori. Distribuiscono ombrelli variopinti) « Burbe maledette! Possibile che al quinto mese non sappiate ancora distinguere la sinistra dalla destra? »

Chirurgo                          - Ci siamo, ecco il temporale, guardate, stan­no piovendo dappertutto! Schiacciamole prima che arrivino a terra. Macché, macché, non c'è niente da fare. L'unica salvezza è l'alcool.

Coro                                - Alcool da bruciare?

Chirurgo                          - No, l'unico serio antidoto per le pulci è l'al­colismo. (Vengono distribuiti bicchieri ricolmi di whisky. Tutti bevono) Cin cin.

Coro                                - (brindano eccitati) Cin cin.

Giudice                            - Ma cos'è 'sto baccano?

Coro                                - Cin cin.

Giudice                            - Silenzio o faccio sgomberare l'aula.

Cancelliere                       - Piovono pulci, signori! Sospendiamo il pro­cesso?

Giudice                            - (anche il giudice apre un ombrello molto frou-frou) La giustizia non si ferma davanti a due gocce di pulci!

Coro                                - Cin cin.

Giudice                            - Fate entrare il colpevole!

Cancelliere                       - Avanti il colpevole. (Entra il vendicatore, anch'egli col bicchiere in mano, brinda)

Il vendicatore                  - Cin cin. Vostro onore, io non sono il vero colpevole: ho sparato all'assassino della signora, ma su ordinazione, ho i testimoni!

Giudice                            - Sentiamo il primo testimone!

Testimone                        - (entrando) Eccomi.

Vendicatore                     - Cin cin.

Clown testimone             - Giuro di dire la verità, tutta la.

Un clown                         - (arrivando sparato su di una motociclina) Pistaaaa! (Investe con violenza il testimone che perde l'equilibrio e sta per cascare, un clown lo colpisce con una mazza da baseball rimettendolo in piedi, dopo avergli fatto eseguire un salto mortale)

Clown battitore               - Op! se non lo fermavo io finiva a terra!

Coro                                - Cin cin.

Chirurgo                          - (dà una spintarella al testimone che è rima­sto in piedi, ma rigido come un baccalà. Il testimone cade a terra di schianto) È secco, signore, morto per embolìa, un incidente da baseball.

Cancelliere                       - Embolia da baseball.

Coro                                - Cin cin.

Giudice                            - Condoglianze alla famiglia!

Coro                                - Cin cin.

Giudice                            - Andiamo avanti! Sentiamo il secondo!

Secondo testimone          - Eccomi! Io ho visto tutto.

Chirurgo                          - Bugiardo! Come puoi aver visto se sei cieco?

Secondo testimone          - No, non è vero, non sono cieco!

Chirurgo                          - Si che sei cieco... guarda! (Estrae una bom­bola e gli spruzza in viso con forza)

Secondo testimone          - Ohio! Non ci vedo più! Cosa mi hai buttato in faccia?

Chirurgo                          - Vetriolo! (Mostra al pubblico la bombola) Oggi anche nella confezione spray!

Chirurgo e vendicatore    - Cin cin!

Vendicatore                     - Oh! Spiove! Non pulcica più! (Tutti chiu­dono gli ombrelli)

Giudice                            - Silenzio. Ci sono altri testimoni?

Cancelliere                       - Sissignore, ancora quindici.

Giudice                            - Bene, li faremo fuori più tardi! Proseguiamo: il colpevole ha asserito di aver sparato su commissione. Indicare il committente, prego.

Vendicatore                     - (indicando un clown) È lui!

Cancelliere                       - (sferra una martellata sul dito del vendi­catore, dito che resta schiacciato fra il piano del frigorifero e il martello) Maleducato, non si indica la gente con il dito!

Vendicatore                     - (mostrando il dito spiaccicato) Ohi, ohoia, mi ha conciato il dito come una cotoletta!

Clown famelico               - Fa' vedere, fa' vedere la cotoletta! (Estrae velocissimo due fette di pane e le mette una sotto e l'altra sopra il dito schiacciato a farne un sandwich, quindi azzanna il tutto) Uuuh, buono!

Vendicatore                     - Ahia, me l'ha mangiato tutto! (All'im­provviso gli viene fatta una iniezione) Ohoooah!

Clown infermiere            - Buono, è un'iniezione antirabbica, non si sa mai!

Capo chirurgo                  - Ben fatto, apri un po' la bocca, fai un po' vedere la lingua!? Oh, che strano: ha la lebbra!

Vendicatore                     - La lebbra? Cin, cin.

Capo chirurgo                  - (all'infermiere) Ma si può sapere che razza di iniezione gli avete fatto?

Clown infermiere            - Be', una normale... (Controlla su di un flacone) Oh, che sbadato! Eh si, ho proprio sbagliato, c'è scritto "Per la lebbra" e avevo letto "Per la rabbia"! Sa, succede!

Coro                                - Cin cin!

Capo chirurgo                  - Eh no, eh no, bisogna stare più attenti! Be'! Mi dispiace, cascherai a pezzi!

Clown vendicatore          - Grazie, professore! (Rivolto agli al­tri) Ad ogni modo, se credevate con questo di riuscire a eliminarmi, toglietevelo dalla testa: per vostra disgrazia ho qui con me una pillola antilebbra. (Mette la mano in sac­coccia) Porco cane! (Estrae di tasca un moncherino) La mano! M'è rimasta in tasca la mano!

Capo chirurgo                  - Non ti preoccupare, te la do io la pil­lola... prendi, e anche questa che è digestiva!

Capo chirurgo-vendicatore    - Cin cin.

Vendicatore                     - Grazie, professore, come è buono lei! (Fa per dargli la mano, ma estrae il braccio con il moncherino) Che sbadato! Oh scusi, l'ho persa da poco. ,

Capo chirurgo                  - Per carità, dovere! Fai vedere la lin­gua? Oh tu guarda: adesso hai anche il colera e il ci­murro!

Vendicatore                     - Oh no! Il cimurro, no!

Coro                                - Cin cin. (Ormai, pubblico, giudice, poliziotti, sono tutti visibilmente ubriachi. Sghignazzano euforici)

Capo chirurgo                  - Vuoi vedere che ho sbagliato anch'io a leggere l'iscrizione? (Verifica su alcuni flaconi) Eh si, oh, ma che disdetta!

Giudice                            - Certo ci sono dei giorni in cui uno come te non dovrebbe uscire di casa! Cin cin. Be', oramai non ti rimangono che tre minuti di vita. Quindi non ci resta che sospendere il processo.

Vendicatore                     - Sospendere un corno... tre minuti mi sono più che sufficienti per denunciare chi ha organizzato tutto quanto: c'è di mezzo la C.I.A.

Giudice                            - La CI .A.?

Commissario                    - Poverino, ha un difetto di pronuncia per via della paralisi che incombe. Voleva dire: la zia. Vero caro? La zia di chi?

Giudice                            - Per favore, questo non è un processo di fa­miglia, non facciamo pettegolezzi sui congiunti. Se hai qual­cosa da dire sbrigati, non ti rimangono che pochi secondi: meno trenta, ventinove, ventotto...

Vendicatore                     - Va bene, dal momento che fingete di non capire, farò nome e cognome dei veri colpevoli:... (Ma non riesce a farsi sentire: i clowns scandiscono a tutta voce il trascorrere dei secondi)

Clowns in coro                - Meno sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, zero! (Un clown batte con violenza sul gong) ...Sei morto! Cin cin.

Capo chirurgo                  - Si, è proprio morto.

Giudice                            - Il referto legale, per favore?

Capo chirurgo                  - Embolia cerebrale, signore.

Giudice                            - Un'altra embolia? Ma è la malattia del se­colo! Be', non facciamoci cattivo sangue, è la vita...

Coro                                - Cin cin. (Si sente sparare fuori scena. Entra un clown rincorso da una donna. C'è un clown giovane che tenta di trattenerla, di toglierle di mano un grosso fucile)

Clown inseguito              - Aiuto, polizia, aiuto!

Clown giovane                - No, mamma, no!

Giudice                            - Che succede?

Clown inseguito              - Signor giudice, la faccia arrestare... mia moglie mi vuole ammazzare!

Madre                              - È vero, ma se lo ammazzo è per un nobile mo­tivo... Ti prego, caro, fallo per tuo figlio, lasciati sparare!

Giudice                            - E un testimone, lei? In questo caso la sop­pressione del coniuge è del tutto legale. Si accomodi, si­gnora.

Clown inseguito              - No, signor .giudice, mi vuole ammaz­zare per nostro figlio, non vuol fargli fare il servizio mi­litare!

Giudice                            - Si spieghi meglio.

Clown inseguito              - Se io muoio, il ragazzo diventa al­l'istante figlio unico di madre vedova, e quindi dispensato da ogni obbligo di leva.

Giudice                            - Ah, è cosi?

Madre                              - Si, signor giudice.

Figlio clown                    - Ma, mamma, ci vanno tutti a soldato, per­ché non ci dovrei andare anch'io?

Madre                              - Zitto, cretino, non lo stia neanche ad ascoltare sa, signor giudice, è un povero esaltato. Vede i films di guerra, legge i fumetti di guerra... alla scuola poi gli riem­piono la testa di certi argomenti... perfino in aritmetica!

Giudice                            - In aritmetica?

Madre                              - Sicuro, senta il problema che gli hanno dato da svolgere l'altro ieri:    - (Estrae un foglio e comincia a leg­gere) Problema: da uno studio statistico della difesa, ri­sulta che l'eliminazione di ogni asiatico del traliccio ne­mico, costa al nostro circo trecentomila baiocchi.

Coro                                - Ehh! (Con meraviglia)

Madre                              - Ora, stabilito che ogni ucciso pesa all'incirca sessantatré chili lordi...

Coro                                - Eh! (Come dire, però)

Madre                              - Quanto ci verrà a costare al chilo l'asiatico sud­detto?

Coro                                - (contano freneticamente)

Madre                              - Inoltre, calcolato che in ogni umano il peso delle ossa raggiunge all'incirca un terzo del totale...

Coro                                - Ah si?

Madre                              - ... quanto ci verrà a costare un chilo di polpa senza osso?

Coro                                - Cin cin.

Giudice                            - Be', non è un problema molto difficile. Piut­tosto, sbaglio signora, o lei è una pacifista di quelle che vanno in marcia!

Madre                              - Macché marcia, per me possono fare tutte le guerre di 'sto mondo, ma senza mio figlio però. Mio figlio lo voglio tenere sempre con me!

Giudice                            - E non sarebbe lo stesso se fosse suo figlio a tenerla con lui?

Madre                              - Con lui a fare il soldato?

Giudice                            - Certo, potrebbe richiedere di seguirlo.

Madre                              - Anche al fronte?

Giudice                            - Sicuro. I nostri ragazzi oggi hanno tutti i confort, spettacoli, night, campi da baseball, fidanzate da rnipo ed è giusto quindi che abbiano anche la mamma in campo. C'è appunto una nuova legge in proposito che le permette di arruolarsi come mamma appresso.

Madre                              - Mamma appresso?

Giudice                            - Guardi, se vuole qui c'è il modulo da com­pilare.

Madre                              - Una penna, una penna per favore: lo compilo su­bito!

Padre clown                    - Si, si compila! Evviva l'esercito, evviva la guerra!

Coro                                - Cin cin. (Entra un sergente)

Sergente                          - Attenzione tu, tu tu tu e tu con me. Siete richiamati.

Madre                              - Anch'io?

Sergente                          - Cos'è, mamma appresso? In coda! Pronti, in marcia! (/ soldati si dispongono su due file ed escono se­guiti dalla madre accompagnati dalla musica "I figli in gramaglie")

Perché solo i figli da sempre

se ne debbono andare da soli

a farsi ammazzare.

Proviamo a mandare le madri alla guerra

le madri al posto dei figli

e sentiremo

la rabbia dal ventre, tremenda salire

vedendo le madri morire.

E non vedremo

no, non vedremo i figli in gramaglie

né petti con croci e medaglie,

ma urla da farci tremare.

Vedremo tremare e fuggire

chi le ha mandate a morire.

Le madri a morire, le spose a morire

al posto dei figli a morire.

Figlio                               - (appare scavalcando gli oggetti con circospezione. È vestito con tuta mimetica ed è armato fino ai denti. Lo segue sua madre, anch'essa in tenuta militare) Forza mamma che ci siamo. Salta dentro!

Madre                              - È qui che dovresti fare la guardia?

Figlio                               - Si, è qui.

Madre                              - Ma che schifezza di postazione! (Controlla gli elettrodomestici) Centoottanta litri! Solo cinque cicli di ri­sciacquo... Ah no... mi spiace ma in un buco simile tu non ci dormi... (Va verso la cassa da morto che delimita il se­micerchio della trincea e depone lo zaino e l'ombrello)

Figlio                               - Non ci dormo di sicuro se devo fare la guar­dia! (Prende il mitra)

Madre                              - Niente affatto... la guardia la faccio io! Tu ti metti a letto!

Figlio                               - Ma...

Madre                              - Niente ma... Avanti, spogliati. Guarda guarda come hai ridotto la tuta. C'era bisogno di strisciare per terra a quel modo? Già, tanto c'è la lavatrice della mamma che lava eh? (Si alza in piedi e guarda a destra con il bi­nocolo)

Figlio                               - Ma mamma, siamo in guerra!

Madre                              - E allora? Cosa vuol dire? Che in guerra si ha il diritto di diventare degli sozzoni? Ti sei lavato i denti?

Figlio                               - Si mamma.

Madre                              - Fai vedere. (Controlla col binocolo) Hai masti­cato il Chewingum?

Figlio                               - Ma mamma... non mi piace!

Madre                              - Avanti, masticalo! Poche storie e subito a letto. Un momento: hai letto la rivista con le donne nude?

Figlio                               - Mamma, il cappellano m'ha detto...

Madre                              - Il cappellano! Stai a sentire il cappellano tu... cosa vuoi diventare? Un anormale, un complessato, un aso­ciale? Avanti, leggi con attenzione che domani ti interrogo.

Figlio                               - Va bene mamma.

Madre                              - Ma dico, vai a letto con le scarpe?

Figlio                               - Ma è per l'emergenza... nel caso arrivasse il ne­mico!

Madre                              - Non ci pensare... Per il nemico c'è qui la tua mamma! (Accende il televisore) Ora zitto! Guarda la tele­visione e cerca di dormire.

Speaker                            - (appare l'immagine nel televisore) ...Il nostro cuore è con voi. Non ti abbiamo lasciato solo ragazzo, sia­mo sempre vicini a te. (Appare un inserto pubblicitario)

Altro speaker                   - Stop! Anche al fronte preferite le bion­de... le sigarette bionde... la birra bionda. Salve ragazzi, siamo sempre con voi e con le bionde! (Il figlio si addor­menta. La madre spegne il televisore)

Madre                              - (avvertendo un rumore) Chi va là? (Nella foga imbraccia l'ombrello. Si avvede dell'errore e lo scambia col fucile) Chi va là? Sei il nemico? Ti ho visto, non fare il furbo. Rispondi! (Si ode uno sparo) ...Ma come... hanno i fucili anche loro? Disgraziato! M'ha bucato la lavatrice!

Nemico                            - (voce, da fuori scena) Venite fuori di li... siete prigionieri. E mani in alto.

Madre                              - (rivolta al nemico) Parla piano che c'è mio fi­glio che dorme. (Un trapezista passa sulla loro testa men­tre si ode il rombo del motore di un aeroplano)

Figlio                               - Chi è, che c'è mamma?

Madre                              - Niente. Dormi caro, dormi. Attento: c'è un cac­cia; stai giù, vuoi farti accoppare?

Figlio                               - Ma mamma, cosa fai... Ti metti a proteggere an­che il nemico adesso?

Madre                              - Cretino: se quello lo vedeva buttava una bomba da 200 chilogrammi e vicini come siamo saltavamo per aria pure noi.

Figlio                             - Hai ragione mamma! Dov'è? Dov'è? Fammelo vedere. In quanti sono?

Madre                            - È uno solo, giovane: un nemichetto. Vai, torna a dormire.

Figlio                             - Non ho più sonno.

Madre                            - Ecco, non ha più sonno! Tutta colpa di quel­lo là! (Al nemico) Hai visto cos'hai combinato tu? Male­ducato d'un ignorante! Con la mania che avete tutti d'an­dare in giro quest'ora di notte a fare i prigionieri e a sve­gliare la gente che dorme.

Figlio                             - Stai giù mamma che ritorna il nostro caccia! (Come prima: trapezista e rombo di motore)

Madre                            - Stai giù anche tu... che fai?

Figlio                             - Cerco di ammazzare il nemichetto! (Spara) L'ho preso... L'ho preso mamma... È il mio primo nemico!

Madre                            - Oh caro, caro... se lo sapesse la zia Ada! Bi­sogna scriverle subito... Chissà come sarà contenta! (To­glie dal frigorifero una torta con candeline) Tanti au­guri... cento di questi nemici... Soffia! (Si ode uno sparo: la torta vola in frantumi)

Figlio                             - Un altro nemico!

Madre                            - (guarda fuori scena col binocolo) No... è an­cora quello di prima... l'avevi mancato!

Figlio                             - (si dispera) Sono proprio un disgraziato... un buono a nulla, un fallito...

Madre                            - Su caro... non prendertela, non piangere. Adesso c'è qui la tua mamma che te lo ammazza lei il nemico. Stai a vedere come si fa... L'ho visto fare da Gary Cooper nel "Sergente York". (Imbraccia l'ombrello a mo' di fucile)

Figlio                             - Ma mamma... è l'ombrello!

Madre                            - Stai zitto, cretino! (Inumidisce la punta dell'om­brello col pollice, prende la mira) Giù, giù, giù. (Imita il verso del tacchino. Spara. Si ode un grido fuori scena) L'ho beccato proprio qui. (Indica la fronte)

Figlio                             - Brava mamma, l'hai proprio centrato! Attenta mamma che ritorna il nostro caccia.

Speaker                         - Forza ragazzi siamo sempre con voi. (Esplosio­ne e morte sia della madre che del figlio)

Teschio                          - (appare sullo schermo televisivo) Il nostro cuore è con voi. Non vi abbiamo lasciati soli, ragazzi! Sia­mo sempre vicini a voi!

Giudice                         - Silenzio, silenzio. Si riprende l'inchiesta per l'omicidio della signora. Sentiamo l'ultimo testimone!

6° testimone                  - Signor giudice, io facevo parte del com­plotto.

Un clown                      - Bugiardo, non è vero! L'hanno pagato!

Testimone                      - No, no, non m'ha pagato nessuno!

Giudice                         - Be', poche discussioni. Fategli il siero della verità.

Clown                           - Subito!

Testimone                      - No, il siero no. (Si dibatte trattenuto dal clown e dall'infermiere che è già pronto con la siringa)

Clown drogato              - (entra di corsa e si intromette fra il testi­mone e l'infermiere) A me, fatelo a me il siero!

Giudice                         - Fuori, cacciatelo fuori! (Il giudice è sceso dal tamburo e si dispone ad aiutare il poliziotto. Intrometten­dosi a sua volta fra il drogato e l'infermiere, riceve l'inie­zione ad altri destinata) Ah! ah! cancelliere, presto, scrivi - voglio fare una dichiarazione: dirò la verità: basta con 'sta buffonata...

Tutti                              - (in coro) No, la verità no!

Giudice                         - Si, la verità!

Coro                              - No, la verità no! (Entra di corsa un clown con una grossa bomba in mano. La miccia è accesa)

Clown                           - La bomba! (Getta la bomba all'interno del tam­buro che esplode con grande fragore. Il giudice vola let­teralmente in cielo)

Clown a terra                - (correndo per la scena) Basta! Basta con i bombardamenti. (Alcuni clowns portano cartelli e striscioni, si imbattono nel clown vestito da donna)

Ragazza                         - Signora, dai l'ordine che la piantino: vogliamo la pace!

Clown signora               - Ma figlioli cari, lere la pace, potete chiederlo, a prima.

Clown calabragiie         - È vero, è vero, tutti. Eho, come è la prima!

Clown signora               - Io non aspetto altro che qualcuno fac­cia un passo avanti per stringergli la mano.

Un clown                      - (vestito alla maniera degli attori orientali) Io, ne faccio anche tre di passi avanti.

Clown signora               - Vediamo, accomodati. (Velocissimi due clowns inchiodano al suolo le scarpe del clown orientale)

Coro                              - Ma è troppo buona!

Clown orientale             - È un'indecenza, un sopruso! Siete de­gli ipocriti!

Clown signora               - Macché ipocriti. (Arriva un altro clown, gli consegna due racchette da sci. Gli viene messo un nu­mero dietro alla schiena, un altro clown spara per aria un colpo di pistola)

Clown signora               - Sì sportivo!

Coro                              - Evviva lo sportivo! (Il clown inchiodato stacca dal pavimento le due assi alle quali è prigioniero e parte sciando alla maniera dei fondisti)

Coro                              - (accompagnandolo in una danza grottesca) « Vede i film di guerra, legge i fumetti di guerra » Muoviti, io sono qui che aspetto! (Ai presenti) Vedete, a parole dicono d'essere disposti a venirci incontro, ma quando si arriva ai fatti restano bloccati sulle loro po­sizioni... e non allungano una mano.

Calabraghe                    - No, no, non allungano!

Clown orientale             - Si, che allungo, invece! Guarda come allungo! (Dalla manica del clown si sfila un braccio lun­ghissimo la cui mano avanza inesorabile verso la finta signora) Avanti, stringimi la mano!

Clown signora               - Aiuto, eh no, non vale!

Calabraghe                    - Eh no, non vale no! (Sopraggiunge un clown con segaccio elettrico. In un attimo gli amputa il braccio)

Clown signora               - (intervenendo decisa) Calma, calma, non voglio violenze! Buoni, state buoni! (Nell’allargare le braccia, quasi inavvertitamente, sferra un manrovescio al clown inchiodato che rotea sul posto alla maniera dei pupazzi di gomma col peso a terrà)

 Vai Vai, Vai che Vai bene!

Vai Vai, Ma dove Vai?

Vai che Vai bene!

Non pensarci Vai!

Vai, che è bella la vita!

Vai, Vai, ma dove andiamo?

Su con la vita! Opp, Opp, Opp.

Ci sono i buoni premio! Opp, Opp, Opp.

I punti qualità! Opp, Opp, Opp.

Ci son le lotterie! Opp, Opp, Opp.

(Tutti in fila escono. Rientrano e riescono sempre dan­zando. Entra il clown domatore suonando il trombone. Emette suoni che alludono ad una chiacchierata dì con­gedo)

Clown Domatore          - Lo spettacolo è finito! (Sul ritmo del trombone, danzando, tutti escono di scena. Cala la tela)

FINE