"LA SIGNORA STEMMER"
(Dramma di Andrea Jeva)
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Personaggi:
Marcela Stemmer.
Frank: Ha fra i 35-40 anni. Ingegnere. Faccendiere. Ha la barba.
Harold: E' Frank a 60 anni. Convivente inglese di Stemmer. Ha la
barba bianca.
Brizio: Ha fra i 35-40 anni. Marito italiano di Stemmer.
Fernando: Ha fra i 20-25 anni. Fidanzato e poi marito peruviano di
Stemmer.
Corinna: Amica italiana di Stemmer.
Turista uomo: Ha fra i 30-35 anni. Farà anche il Papà di Stemmer e il
sig. Luigino: segretario personale di Stemmer.
Turista donna: Ha fra i 30-35 anni. Farà anche la Mamma di Stemmer.
(La seguente descrizione della scena, vuole avere solo carattere
d'esempio, confidando, per la sua determinazione finale, nella
considerazione delle esigenze del regista, dello scenografo e degli
attori.
Descrizione della scena:
La scena avrà un unico spazio-cucina al centro del palcoscenico, con
un tavolo. Questo tavolo rappresenterà a seconda delle esigenze, vari
luoghi: Praga, Lima, Oxford, Milano; e vi sarà un telefono. Alla sinistra
dello spazio-cucina rispetto al pubblico, vi sarà accennato un balcone
di ringhiera in senso verticale rispetto al pubblico, che non arriverà ad
interessare il proscenio. Sul balcone di ringhiera avremo una finestra e
una porta che saranno parte dell'immaginaria parete di Praga. Sempre
sul balcone di ringhiera si avrà un'altra porta più vicino al pubblico che
coinciderà con la fine del balcone di ringhiera e rappresenterà la porta
d'ingresso della casa di Oxford e poi l'ingresso di un casolare in Italia.
A sinistra del balcone di ringhiera si avrà accennato un giardino con
cespugli ed un eucalipto stilizzato. Questo giardino sarà di Praga e allo
stesso tempo la foresta peruviana di Iquitos. Sull'angolo di proscenio
di sinistra rispetto al pubblico, avremo 2 poltrone e un caminetto e
rappresenteranno prima la zona-salotto di Oxford, poi una zona-
salotto in Italia. A destra dello spazio-cucina rispetto al pubblico, in
fondo al palcoscenico, avremo un divano che rappresenterà un
ambulatorio medico di Milano. Sulla parete immaginaria che
racchiuderà a destra del pubblico lo spazio-cucina, avremo quasi sul
fondo, una porta che rappresenterà l'ingresso della casa milanese di
Corinna. Sempre a destra dello spazio cucina rispetto al pubblico, e più
vicino a loro, considerando il divano, avremo due scrivanie: una
grande di Stemmer; una piccola del Sig. Luigino e rappresenteranno
l'ufficio milanese di Stemmer. Quasi in proscenio, addossati alle quinte
di destra rispetto al pubblico, vi saranno dei cespugli e una quercia
stilizzata, sulla cui quercia vi sarà una massa nera che rappresenterà al
momento opportuno un taxi incendiato. Dal proscenio di destra
venendo al centro, vi sarà uno spazio libero in cui vedremo a mano a
mano: un parco di Oxford, 2 sedili di un tram di Praga, 2 sedili di una
aereo.
In pratica la scena dovrà essere uno spazio della memoria, dove i vari
luoghi saranno determinati dal senso dei dialoghi. Non si dovranno
avere pareti e i diversi luoghi saranno disegnati visivamente dalle luci)
SPAZIO-CUCINA: PRAGA (Stemmer)
(Nel buio sentiamo una musichetta ceca proveniente da una radio.
Luce. Vediamo la Sig.ra Stemmer che beve da un bicchiere di birra.
Appoggia il bicchiere e guarda il pubblico)
STEMMER - (Al pubblico)
Tutto è iniziato dal piccolo giardino, era chiuso nel cortile della casa
albergo. Un piccolo terrazzo stava fuori dal mio appartamento, ma più
che un terrazzo era un balcone. E fuori dalla ringhiera c'era la visione
affollata di piante arruffate similgatto con ondeggiamento a sinistra.
Così appariva alla prima occhiata l'intera faccenda. Aprii la finestra
quel mattino e subito le piante con le foglie affusolate o seghettate, con
i fiori o i frutti appena nati e appesi a gruppi di tre, forse di quattro,
diedero allo sguardo il movimento sinistroide: in quella direzione
infatti, il fogliame era più folto, ma me ne accorsi solo molto tempo
dopo. Sul balcone c'era un uomo in piedi, appoggiato alla ringhiera,
sembrava alto, con la barba bianca e uno sguardo tranquillo. Ci
guardammo infatti e dopo poco, senz'alcun altro accadimento mosse le
labbra senza che io potessi udirne le parole, e continuò a guardarmi
ancora tranquillamente. Io non feci alcun movimento, ma il comando
nella mia testa era già stato impartito: chiudere la finestra! Quando il
cane Arthur fece Bau Bau e dopo un tempo leggermente più lungo
rifece Bau concludendo un trittico. Molto lentamente poi, il cane
Arthur raggiunse il balcone, e, sedutosi accanto alla ringhiera, prese a
guardarmi insieme all'uomo, in modo apparentemente tranquillo. Non
so perché andai in quella casa albergo. Ricordo solo la strada che si
vedeva dalla porta d'ingresso della casa albergo. C'era una cattedrale ed
una torre e tutto appariva tranquillo. L'estate era iniziata da poco, gli
uccelli quindi cantavano nel piccolo giardino e se solo ci penso,
ricordo che mancavano le rondini, ecco, mancavano le rondini. Non
chiusi la finestra, ma usai anch'io il trucco, e iniziai a guardare l'uomo e
il cane in modo apparentemente tranquillo. - "I WAS STANDING IN
MY PATIO" -. Mosse ancora le labbra l'uomo e questa volta udii le sue
parole: parlava in inglese: - "...AND MY DOG NAMED ARTHUR
WAS JUMPING THROUGH THE WINDOW" -. Lo vidi il cane
Arthur saltare fuori dalla finestra posta subito dietro all'uomo, ma non
vidi nel modo più assoluto il cane Arthur lasciare il posto accanto alla
ringhiera per poter saltare dalla finestra posta subito dietro all'uomo.
Non lo vidi nel modo più assoluto e non appena toccò terra, l'uomo
disse: -"AND FEW PEOPLE WERE STANDING BEHIND ME" -.
Stupore misto a batticuore! Poche persone all'improvviso stavano in
piedi dietro all'uomo e non li vidi arrivare nel modo più assoluto. Le
poche persone mossero impercettibilmente le labbra, dissero: -
"CHICOCA, CHICOCA" -. E poi ancora: - "CHICOCA" -.
Ricompiendo il misterioso trittico. Parlavano in castigliano, e dopo
essersi appoggiati alla ringhiera presero a guardarmi insieme all'uomo e
insieme al cane. Io, non potendo più sostenere il trucco dallo sguardo
apparentemente tranquillo, chiusi la finestra senza impartirmi alcun
altro comando: forse era valido il comando precedente! Mentre questo
pensavo, si fece sera. Proprio nello stesso tempo necessario a quel
pensare, si fece sera, poiché la luce del mattino, dalla finestra, non
filtrava più e fuori tutto era apparentemente tranquillo, e lo sapevo!
(Ribeve un sorso di birra).
(Buio. Sentiamo ancora la musichetta ceca proveniente dalla radio, a
tratti, questa volta, sommersa da risa confuse. Luce. La Signora
Stemmer è sempre nello spazio-cucina di Praga. E' molto nervosa. Le
risa confuse provengono da uno spazio a destra della cucina non
visibile dal pubblico. Dopo poco entra, come catapultato dallo spazio
non visibile, un turista tipicamente italiano con uno zainetto colorato
sulle spalle)
SPAZIO-CUCINA: PRAGA (Turista uomo; Stemmer)
TURISTA UOMO - (A Stemmer, come accorgendosi svogliatamente
della sua presenza) Ah, sei qua! (Ironico) Ma come? Non vuoi venire
di là con noi? (Tira fuori velocissimo ma con fare consueto, una pistola
dalla taschetta dello zainetto. La punta al petto di Stemmer. Serissimo)
...Pensavi di cavartela eh? Stronzetta!
(Stemmer viene presa da infarto e mentre dice: "AHHH...",
accasciandosi sulla sedia, viene il Buio. Si sente un rumore
sferragliante di tram. Quando ritorna la luce, vediamo Stemmer seduta
sul sedile di un tram. Corinna è seduta accanto a lei. Poco distante
vediamo anche il turista con lo zainetto colorato accanto ad una turista
con uno zainetto nero, entrambi guardano fuori dai finestrini. Stemmer
ha un quaderno sulle ginocchia su cui scrive qualcosa)
SPAZIO-TRAM: PRAGA (Corinna; Stemmer; Turista uomo; Turista
donna)
CORINNA - (Curiosa) Cosa stai scrivendo Marcela?
STEMMER - Il nostro incontro inaspettato. (Come una confessione)
Da quando sono lontana dall'Italia, ho bisogno di scrivere i particolari
della mia esistenza qua a Praga. (Porgendole il quaderno) Corinna vuoi
leggerlo per favore?
CORINNA - (Titubante) Sì... Certo... (Prende il quaderno da
Stemmer). Ma non sarebbe meglio un posto più tranquillo di un tram?
STEMMER - Andiamo a casa mia, ti prego.
CORINNA - (Scambia con Stemmer uno sguardo d'intesa. Poi si
rivolge ai due turisti) Ragazzi, la mattinata la dedichiamo allo
shopping. Ci vediamo... (Guarda l'orologio) Diciamo fra cinque ore
all'una, al bar di fronte all'orologio mobile, nella piazza vecchia.
STEMMER - Sì, e poi siete tutti invitati da me per una bella
pastasciutta italiana!
CORINNA - Ma no Marcela, non è il caso...
STEMMER - (A tutti) D'accordo?
(I due turisti guardano Corinna e Marcela. Di colpo fanno un sorrisino
stridente, ebete. Buio. Si sente la musichetta ceca proveniente dalla
radio. Quando ritorna la luce, vediamo Corinna e Stemmer sedute al
tavolo dello spazio-cucina di Praga. Corinna ha in mano il quaderno)
SPAZIO-CUCINA: PRAGA (Corinna; Stemmer)
CORINNA - Marcela, c'è tanto dolore in queste righe, e anche un forte
senso di liberazione... Ma la radio la tieni sempre accesa?
STEMMER - (Premurosa) Ti dà fastidio?
CORINNA - No...
STEMMER - (Precipitando come per giustificarsi) I rumori mi
tranquillizzano. La radio accesa mi dà un senso di normalità, non
trovi?
CORINNA - Sì... Certo... Ma non darai fastidio ai clienti
dell'appartamento qui a fianco?
STEMMER - (Precipitando) No, tengo il volume basso! No... Non gli
dà fastidio... (Si agita) O forse sì, non lo so Corinna. Non so più
niente....
CORINNA - Calmati Marcela... Dimmi di te adesso, voglio sapere
tutto. Ti ho ritrovata e non ti lascerò questa volta.
STEMMER - (Con ansia) Non dire così, io non potrò mai più...
CORINNA - (Interrompendola) Marcela calma...
STEMMER - ...Mai più essere quella di prima (Piange).
CORINNA - Ma perché? (Pausa) Vedi che avevo ragione? Non dovevi
invitare i miei turisti qua da te, hai bisogno di stare tranquilla e loro
sono qui solo per divertirsi...
STEMMER - No, ho tanto bisogno di distrarmi invece, mi farà bene,
vedrai.
CORINNA - Parlami di te, avanti.
STEMMER - Leggi il mio quaderno dall'inizio: capirai tutto. (Breve
pausa) Coraggio.
(Corinna inizia a leggere dall'inizio del quaderno)
STEMMER - Ad alta voce, ti prego.
CORINNA - (Leggendo ad alta voce) "L'ingresso di servizio di questa
casa albergo è indipendente: bene, posso nascondermi facilmente in
caso di bisogno. L'unico appartamento confinante poi, è disabitato".
(La guarda) Ma come disabitato?
STEMMER - ...Disabitato! Continua: "Finalmente...".
CORINNA - (Leggendo) "Finalmente posso cominciare a ragionare.
Sì. Ho accettato frettolosamente di fuggire dall'Italia...".
STEMMER - (Interrompendola. Ricorda a memoria i suoi appunti, con
gli stati d'animo del momento) "Sì. Ho accettato frettolosamente di
fuggire dall'Italia... Può darsi che nessuno ormai mi stia cercando.
Come può darsi che tutti siano sulle mie tracce. Monsignore ha fatto le
cose per bene: come sempre. Mi ha intrappolata. Mi sento prigioniera
della sua scaltrezza e della mancanza di certezze. Dev'essere questa la
terribile condizione del perseguitato: anche gli amici possono essere
nemici. Attenzione: devo abituarmi a sentirmi abbandonata al destino.
Devo abituarmi a pensare continuamente al peggio...".
CORINNA - (Colpita) Ma lo conosci a memoria?
STEMMER - Sì... A quel punto ho appoggiato la penna e mi sono
chiesta perché sentivo tutto quel bisogno di scrivere. Solo stamattina,
prima d'incontrarti Corinna, ho trovato la risposta: Per dare ordine agli
avvenimenti, ecco.
CORINNA - Per dare ordine agli avvenimenti?
STEMMER - Sì, potrebbe succedere l'irreparabile, e nessuna voce
umana lo racconterebbe.
CORINNA - Ascoltami Marcela, io credo, scusami... Ma io credo che
sia già successo l'irreparabile... Non credi?
STEMMER - No, non ancora. Deve ancora succedere, davvero. E' di
questo che ho terrore. Mi sento come una nave impazzita. Se riuscirò a
sopravvivere sai, scriverò un "Elogio alla fame"; dirò che il mondo,
raffinandosi, non dà scampo alla vita; racconterò di come la società
evoluta renda irrimediabile qualunque decisione della giustizia;
dimostrerò che dopo millenni d'esperienze il sangue che scorre resta la
sola immagine capace di costringere il nostro spirito a sentirsi nudo di
fronte al prossimo.
CORINNA - Marcela... Ma ci sono qua io adesso.
STEMMER - "Oggi a Praga, è accaduto un miracolo...". Gira pagina.
Leggi.
CORINNA - (Gira pagina e legge) "Oggi, a Praga, è accaduto un
miracolo: è spuntato il sole". (Sorride a Stemmer. Stemmer fa' cenno di
continuare. Corinna legge). "Fino ad oggi non sono riuscita a scrivere
altro che queste righe. L'estate mi ha colta impreparata. Ma sono certa
che rimedierò e che continuerò a scrivere su questo quaderno. Avrei
molte cose da dire e da fare in questa città: il tempo è molto più vasto
del pensiero inquieto. Ho pensato anche che se l'uomo potesse volare
fra le epoche, ci sarebbero delle dogane nel cielo". (Pausa).
STEMMER - Gira.
CORINNA - (Gira pagina e legge) "Oggi, per la prima volta sento di
poter scrivere...".
STEMMER - (Correggendola) No, "Poter ammettere". Guarda bene è
corretto.
CORINNA - (Guarda meglio) Sì, scusa "Poter ammettere... Che ho
truffato la legge nel modo più scontato: con l'emissione di fatture false.
Penso continuamente che all'inizio del mondo non sarebbe potuto
accadere perché all'inizio del mondo le leggi non erano che quelle della
natura...".
STEMMER - (Ricordando a memoria i suoi appunti come prima)
"Penso anche che tutto è avvenuto sulla carta: un semplice gioco dei
numeri. Ma ho perso la dignità, la libertà, la famiglia. L'ambasciata in
cui lavoravo non è bastata ad evitare le leggi della giustizia.
L'Ambasciatore non ha potuto fermare gli uomini in divisa. - Espatrio
illegale di capitali -: le dogane sono apparse da tempo fra le carte
ufficiali. Posso anche scrivere che ho fatto tutto questo per la mia
bambina e non di meno accettare la sentenza. (Agitandosi) Sono
colpevole. E' deciso!".
CORINNA - Ascolta, perché non torni con me in Italia, domani?
Confesserai tutto. La pena non potrà essere eccessiva, puoi raccontare
tutto...
STEMMER - No gira.
CORINNA - Perché no, Marcela?
STEMMER - Gira! ...Continua.
CORINNA - (Gira pagina. Leggendo) "Stamattina mi sono svegliata
per la ventesima volta a Praga e ancora non ho imparato a distinguere
la sua lingua: temo, temo fortemente di non capirla mai. Ho iniziato
anche a ripetermi continuamente la domanda del Sig. Luigino: - Com'è
potuto accadere tutto questo? -".
STEMMER - (Come sopra) "Già ...Com'è potuto accadere tutto
questo? La condizione di perseguitata mi ha reso sensibile al rimorso,
al rammarico. Povero Sig. Luigino, povero Brizio marito mio, povera
mia piccola Elena, la cara amica Corinna, (Accarezza Corinna) e tutto
il resto. Li rivedrò? Mi rivedranno?".
CORINNA - (Abbracciando Stemmer) Marcela.
STEMMER - (Dolcemente) Continua a leggere ti prego.
CORINNA - (Leggendo) "Ho riletto tutto quello che ho scritto fino ad
oggi: è poco ma abbastanza per non tornare indietro. E' questa la prova
che continuerò a scrivere, che continuerò a vivere. Oggi voglio fare di
nuovo una passeggiata per il centro di Praga, trovo che mi salvi da me
stessa...".
Stemmer e
CORINNA - (Corinna leggendo. Stemmer a memoria commossa)
Praga è una magnifica città! (Buio).
SPAZIO-CUCINA: LIMA (Stemmer; Fernando; Mamma; Papà)
(Si sente una musica peruviana. Dopo poco squilla un telefono.
Stemmer dice: "YO CONTESTO FERNANDO!". La musica si
attenua. Quando ritorna la luce, vediamo Stemmer andare a rispondere
al telefono in una sala da pranzo. Seduti al tavolo apparecchiato per
quattro, c'è Fernando con i genitori di Stemmer che chiacchierano. I
genitori di Stemmer daranno le spalle al pubblico. I loro discorsi non si
sentiranno)
STEMMER - (Sollevando la cornetta) Hallo...
LUZ MARIA - (In registrazione) Marcela?
STEMMER - (Come se non la sentisse da molto tempo) Corinna! (Si
blocca).
LUZ MARIA - (In registrazione) Ma no... Sono Luz Maria, Marcela...
Non mi hai riconosciuta? (Ride) Ma chi è Corinna?
STEMMER - (Confusa) Non so...
LUZ MARIA - (In registrazione) Chi?...
STEMMER - Non so... Mi è venuto di chiamarti così, non so...
LUZ MARIA - (In registrazione) Senti Marcela... Volevo invitarti a
vedere uno spettacolo di danza stasera. Ci balla una mia amica...
STEMMER - (Molto agitata) No, non posso! Ho i miei genitori a casa.
E' la prima volta che li invito qua dal giorno del mio matrimonio. No,
non posso uscire. Non posso! C'è anche Fernando...
LUZ MARIA - (In registrazione) Ho capito Marcela ho capito... Ci
andiamo un'altra volta, non preoccuparti. Lo spettacolo rimane a Lima
fino alla fine del mese... Telefonami tu allora... Ciao, ci sentiamo...
STEMMER - Ciao Luz Maria...
(In registrazione si sente attaccare la cornetta di Luz Maria)
STEMMER - (Meravigliata) Luz Maria...? Co... Corinna... (Guarda i
suoi genitori che parlano con Fernando tranquillamente).
PAPA' - Come va il lavoro in banca Fernando?
STEMMER - (All'improvviso viene presa da infarto) Ahhh...
(Buio. Si sente una musica classica al pianoforte. Quando ritorna la
luce vediamo Stemmer e Harold seduti sulle poltrone. Harold fuma un
sigaro senza far cadere, con molta abilità, la cenere della parte
consumata. Stemmer fuma una sigaretta. Sono immersi in un intenso
colloquio)
SPAZIO-SALOTTO: OXFORD (Harold; Stemmer)
HAROLD - Dov'è Arthur?
STEMMER - Dev'essere andato in giardino.
HAROLD - Che strano cane, è piuttosto inquieto in questi giorni, non
trovi?
STEMMER - Harold... Io partirò un giorno da Oxford. Con te o senza
di te... Ho bisogno di appartenere alla mia storia io.
HAROLD - Ne abbiamo già parlato, no?
STEMMER - (Con lo sguardo lontano) Andrò in Italia... O in Perù...
(Lo guarda) Harold, lo farò...
HAROLD - (Ricambiando lo sguardo con calma) Lo so Vivien, so
bene che lo farai...
STEMMER - (Alzandosi nervosa) Lo farò Harold, vedrai... (Piange).
(Si sente Arthur abbaiare. Buio. La musica classica sale. Dopo poco si
sente un rumore di cucchiaini e di tazze. La musica sfuma fino al
silenzio. Quando ritorna la luce vediamo Harold e Stemmer seduti al
tavolo-cucina che fanno colazione)
SPAZIO-CUCINA: OXFORD (Stemmer; Harold)
/.../
N.B. IL TESTO DISPONIBILE IN RETE COMPRENDE SOLO
L'INIZIO E IL FINALE.
SI RIPRENDE ADESSO CON LE BATTUTE FINALI.
PER OTTENERE IL COPIONE COMPLETO, CONTATTARE
DIRETTAMENTE L'AUTORE: jeva@ats.it
/.../
(Buio. La Turista donna dice come una filastrocca: "E' PRONTA LA
PASTA. E' PRONTA LA PASTA". Luce. Vediamo solo Stemmer e la
Turista donna. Il Turista uomo e Corinna sono nello spazio non
visibile)
TURISTA DONNA - (Che nel frattempo è andata ad assaggiare la
pasta) E' pronta. E' prontaa.
STEMMER - (Al pubblico)
Tutto è finito con la musichetta della radio. Andai ad accenderla per
sentirmi meno sola.
(Accende la radio. Si sente la musichetta ceca)
E poi piansi con singhiozzi profondi
(Piange).
TURISTA DONNA - (Ad alta voce per avvertire tutti) Venite, è pronta
la pasta! E' prontaa!
TURISTA UOMO - (Entra saltellando. Poi si ferma) Si mangia! Si
mangia!
TURISTA DONNA - (Chiamandola) Corinna si mangia, vieni! (I due
Turisti condiscono la pasta con il sugo. Cercano il formaggio nei
cassetti della cucina con confusione).
TURISTA UOMO - Ma non c'è neanche un po' di parmigiano qui?
Che casa di cacca (Ride).
CORINNA - (Entra dallo spazio non visibile) Ragazzi un po' di
riguardo.
TURISTA DONNA - (Al Turista uomo) No! ...Che paese di cacca
(Ridono).
CORINNA - Ma ragazzi...
STEMMER - (Al pubblico)
Lei, insistendo ostinata a chiamare ragazzi quelli che più ragazzi non
erano, sorda all'evidenza dei nostri corpi cresciuti: segno
inconfondibile dello spasmo del nostro tempo.
TURISTA UOMO - Dai, andiamo di là sul letto a mangiare! (I turisti
armati di stoviglie, pentola, ecc. scompaiono nello spazio non visibile
con grande confusione).
CORINNA - Ma ragazzi sul letto no... State qua insomma!
STEMMER - No Corinna lasciali stare. E' meglio che sia così!
CORINNA - Te lo dicevo: era meglio non invitarli qui a casa tua...
STEMMER - No invece, è meglio così ti assicuro.
CORINNA - (Pausa) Cosa farai adesso? Dovrai tornare a casa no?
STEMMER - In quale casa Luz Maria?
CORINNA - Come quale casa Marcela? (Con rimprovero) Mi hai
chiamata Luz Maria, te ne sei accorta?
STEMMER - Non tornerò in nessuna casa, stai zitta! Resterò qui come
se niente fosse successo. Non voglio sapere chi di loro è morto... Tutto
qui. In questa lontananza mi sto accorgendo che i miei cari non
possono andarsene uno alla volta ...O tutti o nessuno! Capisci? O tutti
o nessuno!
I due turisti - (In coro dallo spazio non visibile) Venite a mangiaree!
TURISTA DONNA - Si freddaa!
STEMMER - Va da loro Corinna. (Pausa. Poi con molta durezza) Ti
ho detto di andare da loro!
(Corinna la guarda. Dopo poco, scoppiando a piangere, scompare
nello spazio non visibile, raggiungendo i Turisti)
STEMMER - (Con voce rauca) Va da loro, amica mia. (Si sente una
sonora risata collettiva. E come catapultato dalle risa, entra in cucina il
Turista uomo).
TURISTA UOMO - Ah sei qua! (Ironico) Ma come? Non vuoi venire
di là con noi? (Tira fuori una pistola con gesto scattante dallo zainetto.
La punta al petto di Stemmer. Serissimo) Pensavi di cavartela eh?
Stronzetta!
STEMMER - Mi avete scoperta finalmente! Siete stati voi allora!
(Pausa) Spara! ...Spara! (Mettendosi una mano al petto) Ahhh.... (Si
sente male).
TURISTA UOMO - Ma ci hai creduto? (Ride). Ma ti sei spaventata?
(Ride). Che forte che sei! (Scomparendo nello spazio non visibile)
Corinna hai un'amica fantastica, sta al gioco che è una meraviglia!
HAROLD - (Entrando nello spazio-cucina di Praga con un sigaro in
mano). Vivien! (Gli cade il sigaro per terra).
STEMMER - (Lui fa' come se non la sentisse)
Lui, il mio Harold lasciando cadere stranamente il sigaro sul tappeto
(Tentando di aggrapparsi ad Harold) Ahhh... (Harold tenta di
soccorrerla. Lui fa' come se non la sentisse)
Io, ad ogni sforzo invecchiando, invecchiando.
HAROLD - (Preoccupato) Vivien ti senti soffocare? Chiamo il
medico! (Scompare da dove è venuto).
TURISTA UOMO - (Dallo spazio non visibile) Simpatica la tua amica
ma perché non ce l'hai detto di avere un'amica così a Praga? (Ride).
TURISTA DONNA - Buona questa pasta! A Gratis! (Ride).
(Entrano nello spazio-cucina di Praga Fernando, la Mamma, il Papà. E
si mettono intorno al tavolo. La Mamma e il Papà daranno le spalle al
pubblico)
STEMMER - (Pronunciando fievolmente)
Mamma. Papà. E' tutto chiaro adesso... Il gas... I calcinacci nella
camera... Come ho fatto a non pensarci...
PAPA' - Come va il lavoro in banca Fernando?
STEMMER - (Al pubblico)
Lui, mio padre occhi azzurri... Mentre io cadevo a terra lentamente
accanto al telefono, dopo aver parlato con la mia amica Luz Maria.
FERNANDO - (Impacciato) Bene, sì molto bene... Grazie.
BRIZIO - (Entra nello spazio-cucina di Praga con la valigia in mano.
Soccorrendola) Marcela ti giuro, non farò più l'attore!
STEMMER - (Lui fa' come se non la sentisse)
Ecco qual era il tuo mestiere Brizio...
BRIZIO - (Soccorrendola) Non farò mai più l'attore. Non viaggerò più,
te lo prometto Marcela. Ma dimmi, cosa ti senti? (L'abbraccia) Io non
voglio più lasciarvi. Andrò a prendere Elena tutti i giorni all'asilo. Forse
riusciremo a vincere questo dolore al centro della mia vita, non
preoccuparti. Questo dolore al testicolo che mi sta uccidendo!...
STEMMER - (Lui fa' come se non la sentisse)
No! Non tu... Brizio, Come ho fatto a non pensarci prima! Tutto
annunciava la mia ora... Non tutti... Non nessuno... Io invece... Quindi
tutti!... E nessuno.
(A tutti. Avvicinandoli a turno. Loro faranno come se non la
sentissero. Brizio rimane accovacciato sul luogo dove sta soccorrendo
Stemmer)
Non è mancata in tutti noi, quell'astuta semplicità del Sig. Luigino, da
cui nasce questo senso incorruttibile che come la fame è pronta a
divorarci? Non desideravo questo, solo questo per la mia piccola?
...Ecco, povero Sig. Luigino, perché sei morto, grazie a te quindi, non
sopravviverò, il tuo umile aiuto ha deciso per me, ha deciso per tutti...
(Al pubblico. Tornando vicino a Brizio)
A questo pensavo, reclinando la testa, non sapendo che favola avevo
vissuto, a che vita morivo, a che strana esistenza avevo giocato;
credendo fortemente di aver potuto far tutto affluire sulle strette pagine
del quaderno dell'esistenza, il mio fragile tentativo di svelarmi alla
memoria impazzita nel secondo lungo tutte le possibilità del poter
essere, tipico angoscioso strumento dell'agonia della morte, io, il mio
confi... ne... Ahhh...
(Muore).
(I genitori di Stemmer si girano con il viso verso il pubblico e fanno il
risolino stridente, ebete dei turisti)
FRANK - (Entrando trafelato nello spazio-cucina di Praga) Marcela!
CORINNA - (Come Frank) Marcela!
(La musichetta ceca della radio si alza fino a sentirla in primo piano. La
luce sale al massimo. I personaggi s'immobilizzano. Poi la luce sfuma
fino al buio).
- F I N E -