La spada santa

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LA SPADA SANTA

(La storia di San Paolo)

Sceneggiatura Cinematografica

di

Marcello Fiorentino


Tratta dal romanzo di Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Dal romanzo di2Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


PRIMA PARTE

(LULTIMO VIAGGIO)

Anno 63 d.C.

001 - TITOLI DI TESTA - ESTERNO GIORNO

Una imbarcazione si avvicina lentamente verso il porticciolo di Troade. Spira un vento leggero. La nave giunge in porto. I marinai e il comandante della nave sono indaffarati a far ormeggiare il piccolo veliero. Sulla prua un uomo (Luca) attende con ansia in piedi, che le operazioni di sbarco si concludano.

STACCO

002 - PORTO DI TROADE - ESTERNO GIORNO

Sulla banchina attendono Timoteo e Gaio. Viene ancorata l'imbarcazione e gettata una passerella. Luca scende e si avvicina a Timoteo e Gaio. I tre si scambiano abbracci amichevoli.

LUCA

Che c' di nuovo Timoteo?

TIMOTEO

(con aria rassegnata)

Poco fa ci ha detto di recarci

tutti quanti ad Asso per mare

mentre lui ci andr a piedi.

LUCA

(un p seccato)

Con chi?

TIMOTEO

Da solo.

LUCA

E tu?

Si incamminano tutti verso le case del villaggio di pescatori allontanandosi dal porticciolo.

TIMOTEO

Che volete? Sapete che non lo si

pu contraddire.

LUCA

E vuole andare oggi?

TIMOTEO


Dal romanzo di3Jan Dobraczyňski


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Oggi, adesso. Per questo vi ho

chiamati.

GAIO

Ma non dovrebbe mettersi in

cammino, soprattutto dasolo. E'

malato.

TIMOTEO

Gaio ha ragione. Soltanto tu Luca

puoifarequalcosa,puoi

convincerlo. E' molto debole.

002 BIS - CASUPOLA DI CARPO - ESTERNO GIORNO

Tutti si fermano per un istante quasi in prossimit di una casupola di pescatori. Volgono lo sguardo a Luca. Lui alza leggermente le spalle.

LUCA

Prover. Forse lo convincer in

altro modo ma.... avremo tempo di

parlare di questo.

Poco distante, nelle vicinanze della casa, vediamo un uomo tagliare la legna e poco distante alcune donne che macinano il grano nel mortaio.

I tre discepoli giungono sulla soglia della casupola. Timoteo la apre.

003 - CASUPOLA DI CARPO - INGRESSO - INTERNO GIORNO

Tutti vi entrano, posano le loro poche cose, si scoprono dalle mantelle e siedono in attesa.

LUCA

Dove lo hai lasciato, Timoteo?

TIMOTEO

E' di l, seduto al telaio. Come

al solito sta tessendo.

Luca guarda il mare da una finestra aperta. Aspira profondamente una boccata d'aria. Lascia la stanza. Spinge la porta. Entra a sua volta in un'altra stanza pi interna immersa nella penombra.

004 - CASUPOLA DI CARPO - STANZA PIU' INTERNA - GIORNO

Si scorge un uomo anziano (Paolo) seduto in terra mentre tesse alacremente. Piccolo, non necessariamente di bell'aspetto, con la barba bianca ed i capelli ricci. La testa, che cade sulle spalle esili, produce un movimento alquanto doloroso. Le sue


Dal romanzo di4Jan Dobraczyňski


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dita muovono con destrezza l'ago di legno. Il telaio ritmicamente produce un rumore secco. Luca si avvicina.

LUCA

Lo osserva un attimo. Poi gli posa una mano sulla spalla

Vorrei chiederti qualcosa, Paolo.

PAOLO

(Sulvoltogliappare

un'espressione di paura.)

Abbandona il lavoro. Si alza. Guarda le mani avvolte da un panno di lino.

Oh! non e' una malattia.... Non

e' niente.

Pone a Luca una delle sue mani. Luca delicatamente comincia a togliere la fascia. Guarda la ferita.

LUCA

(Sussurrando)

Si e' formata da sola? Cos,

semplicemente?

Paolo si affretta a bendare di nuovo la mano. Torna a sedersi sul telaio. Luca si allontana.

Le ferite si stanno seccando,

ma...non dovresti andare.

Paolo stringe l'ago tra le dita.

PAOLO

Permettimidiriprendereil

lavoro.

LUCA

Non dovresti andare. E' una

pazzia.

PAOLO

Sei buono Luca.

Luca cammina per la stanza da una parete all'altra. Fa schioccare le dita con disappunto. Di colpo si ferma.

LUCA

Del resto....fa come vuoi. Forse

hai ragione tu.

Silenziosamente si ferma dietro le spalle di Paolo.


Dal romanzo di5Jan Dobraczyňski


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Paolo. Marco qui.

PAOLO

Marco?

Si ferma. Lascia cadere l'ago. Poi si volta bruscamente.

(Sottovoce)

Marco?

(Con voce piena di gioia)

Dov'? Dimmi! Vorrei incontrarlo.

Non lo vedo da tanti anni.

LUCA

E' qui, a Troade.

(Evitando lo sguardo di

Paolo)

E' al porto. Sulla nave.

PAOLO

Non pu scendere a terra? Non

manderesti qualcuno per dirgli

che desidero incontrarlo? E se

non pu venire da me, andr io da

lui. Tutti questi anni....e ci

separammoadiratil'unocon

l'altro.

LUCA

Lo so.

PAOLO

E' come un figlio per me.

(Con veemenza)

Andr da lui e lo pregher di

perdonarmi. Sono stato severo. Di

sicuro ormai un uomo maturo.

L'hai visto?

LUCA

L'ho visto. Marco mi ha chiesto

di salutarti. Non credeva tu

volessi vederlo.

PAOLO

Ma certo che lo voglio!

LUCA


Dal romanzo di6Jan Dobraczyňski


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Marco non solo.

PAOLO

Non solo? Che significa?

LUCA

Marco arrivato insieme con

Pietro.

Breve silenzio. Paolo riprende il lavoro. Si ode il battito del telaio.

STACCO SUL PORTO DI TROADE

005 - PORTO DI TROADE - ESTERNO GIORNO

Carrellata a destra.

Si vedono schiavi che scaricano merci, mercanti che contrattano animatamente, marinai che sistemano le imbarcazioni e gente che rumorosamente sale o scende dalle imbarcazioni ormeggiate.

La mdp segueuno schiavo che sale su un piccolo veliero a remi.Porta in spalla un grosso sacco, quindi inquadra due uomini intenti a sistemare in coperta i propri bagagli (sono Marco e Pietro).

PPsu Pietro che guarda la casa di Carpo.

STACCO SULLA STANZA PIU' INTERNA DELLA CASUPOLA DI CARPO

006 - CASUPOLA DI CARPO - STANZA PIU' INTERNA - GIORNO

PAOLO

Dove sono diretti?

LUCA

(A fatica)

A....Roma.

PAOLO

Allora si pu gi andare a Roma?

LUCA

Si pu.

Si accosta a Paolo e gli siede di fronte. Lo fissa.

Si pu. Il nuovo cesare ha

abolito il decreto di Claudio.

Sua moglie, a quanto dicono,

buona e favorevole ai nostri


Dal romanzo di7Jan Dobraczyňski


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fratelli. Pietro si affretta.

Sar l prima.

PAOLO

Saibenecheiovadoa

Gerusalemme.

LUCA

Non sei obbligato ad andarci. Va

da Pietro, e lui....

PAOLO

(Bruscamente)

....Non andr con lui. Devo

recarmi a Gerusalemme.

(sottovoce)

Il tempo vola via.

la mdp seguei due che si affacciano ad una finestrina dellastanza. Entrambi guardano la nave di Pietro e Marco che salpa.

STACCO SULLA IMBARCAZIONE CHE ESCE DAL PORTICCIOLO 007 - IMBARCAZIONE DI PIETRO E MARCO - ESTERNO GIORNO

Pietro si affaccia sulla poppa guardando il villaggio che si allontana. Marco gli si avvicina e gli mette una mano sulla spalla. Pietro la tocca con la sua guardandolo.

Contemporaneamente voce fc di Paolo.

PAOLO

Egli agisce come se non dovesse

mai morire. Il mio tempo breve.

Iodevosempreandare

oltre....oltre e pi presto.

STACCO SU UN SENTIERO DI MONTAGNA 008 - SENTIERO DI MONTAGNA - ESTERNO NOTTE

La mdp inquadraPaolo che faticosamente risale un sentiero dimontagna. Piove con violenza fra tuoni e lampi. Giunge su un'altura fradicio e trova riparo in una cavit rocciosa.

STACCO SU PAOLO CHE OSSERVA LA PIOGGIA 009 - CAVITA' ROCCIOSA - INTERNO NOTTE CT della cavit con un fuoco acceso. Carrellata in dal retro su Paolo.


Dal romanzo di8Jan Dobraczyňski


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CLsulla pianura sottostante. Appare con violenza un lampo,quindi irrompe un tuono.

FLASH BACK BIANCO

010 - TROADE CITTA' - ESTERNO GIORNO

La mdp inquadrale sferzate di schiuma bianca dei frangifluttidel mare.

CLdelle imbarcazioni che entrano ed escono dalla baia.

Carrellata verticalesulla porta d'ingresso della citt congente, merci, animali che entrano ed escono dalle mura.

011 - DOMUS SERGIA - INTERNO GIORNO

CMdi una fontana di marmo rosa raffigurante una dea pagananuda.

CTdi una terrazza con le tende che sventolano al vento.

Appare una giovane dal volto bianco e diafano, adagiata su una comoda poltrona.

Entrano nella inquadratura il proconsole romano seguito da Paolo con sembianze giovanili.

PROCONSOLE ROMANO

Ti saluto Sergia.

Si china sulla giovane, la bacia sulla fronte, lei sorride e gli porge un giaggiolo preso dal mazzo che tiene posto sulle ginocchia.

Questo Saulo, figlio di Baruc,

ebreo di Tarso, che predica una

nuovafilosofia.Misembra

interessante e soprattutto nuova.

Io l'ho ascoltato e lo ascolter

ancora volentieri.

SERGIA

Una nuova filosofia? E' bella?

PAOLO

Si china in segno di saluto.

Tu stessa ti convincerai, nobile

Sergia, che la pi bella.

SERGIA

Sorride e agita un rotolo che stringe fra le mani.


Dal romanzo di9Jan Dobraczyňski


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Pu essere tanto bella come il

viaggio di Ulisse? E cosa afferma

la tua filosofia, Saulo?

PAOLO

La resurrezione.

SERGIA

Indica a Paolo un basso sgabello ai suoi piedi e lo invita ad accomodarsi. Il proconsole accenna un inchino e si allontana.

Parla.

FLASH BIANCO

012 - CAVITA' ROCCIOSA - INTERNO NOTTE

Appare ancora Paolo anziano che raccoglie un mantello e si avvolge. Si alza lentamente e faticosamente. Si dirige all'imboccatura della cavit.

PPPdi Paolo. Il volto si illumina per l'apparire di un violento e vicino lampo, quindi irrompe un tuono.

FLASH BACK BIANCO

013 - DOMUS SERGIA - INTERNO GIORNO

PPdi Sergia

SERGIA

E tu credi che Egli sia vivo?

PAOLO

FCL'ho visto.

SERGIA

Accarezza i rotoli con i canti di Omero.

E' realmente interessante ci che

dici. E molto bello. Quindi

morto per gli uomini?

PAOLO

Perchliama.Epoi

resuscitato. Tutti siamo stati

chiamatietuttidobbiamo

rinascere. Bisogna rinunciare al

male e bisogna amare... e saper

soffrire...UnireleSue

sofferenzeallenostre

sofferenze. Completare ci che

manca alla Sua Passione.


Dal romanzo di10Jan Dobraczyňski


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SERGIA

Dunque il sangue del tuo Ges non

bastato a salvarci.

PAOLO

Non ci salver senza di noi.

Paolo si alza, punta nello spazio uno sguardo riflessivo.

PPdella fontana scrosciante acqua.

CLdelle onde che si infrangono contro le rocce ai piedi dellaterrazza.

E' nato dal sangue oltre le mura

della citt di Gerusalemme. Si

rafforzatoinessocomeun

bambino nel seno materno. E'

sorto dal sacrificio e si aspetta

sacrifici.

CLDi gabbiani che sorvolano la terrazza.

E' sorto dall'amore e aspetta

solo amore. Ora il tempo

dell'amore. E l'amore paziente

e benigno. Non invidioso, non

inganna, non si gonfia, non

desidera onori, non cerca il suo

interesse.

PPdi Paolo poi FI. Paolo si allontana e si affaccia al terrazzo guardando il mare.

Non si adira, non fa torto, non

serbarancore,nongode

dell'ingiustizia.Sicompiace

della verit, tutto sopporta, a

tutto crede, in tutto spera, a

tutto resiste. L'amore non avr

mai fine.

FIdi Sergia.

SERGIA

L'amore non avr mai fine. Sento

che tu Paolo,conquisterai il

mondo che ora di Roma.

CLDi gabbiani che sorvolano ancora la terrazza.

LA MDP INQUADRA IL CIELO POI IN PANORAMICA VERTICALE SCENDE SINO A TERRA

014 - DESERTO - ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di11Jan Dobraczyňski


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Ora si vede Paolo in CT che giace esanime in terra. Riprende i sensi e apre gli occhi mentre in cielo uccelli rapaci tentano di avvicinarsi per mangiarne le carni. La calura di mezzogiorno riempie l'aria.

Segue la Soggettiva di Paolo che osserva un uomo (Hesperos) mentre si avvicina. L'inquadratura appare sfuocata.

Si ritrova la mano dell'uomo, dura e pelosa, sul petto mentre un cane lo annusa ed in lontananza si avverte la presenza di un gregge di pecore.

PAOLO

(In affanno, sussurrando)

Aiutami fratello....

L'uomo, chino su di lui lo solleva leggermente lasciandolo ancora seduto sul terreno.

HESPEROS

(Con voce sorda e rauca)

Ti sei svegliato? Alzati

Paolo invano cerca di sollevarsi aggrappandosi alle mani dell'altro.

PAOLO

(Con rammarico)

Non posso....e non vedo niente.

HESPEROS

Bevi.

Gli accosta una ciotola alle labbra. Paolo inghiotte a fatica alcuni sorsi. Prova ad alzarsi ancora ma ricade pesantemente sul suolo.

HESPEROS

(Con bonariet)

Morirai se ti lascio qu. Vieni.

Ti prender sulle spalle e ti

porter al coperto.

In CT l'uomo carica sulle spalle Paolo. La mdp riprende poi i due uomini con il cane che segue a poca distanza. Camminando ora in salita, ora in discesa raggiungono una casupola. La mdp al suo interno, li vede sopraggiungere dalla stradina.

015 - CASUPOLA DI HESPEROS - INTERNO GIORNO

CTdei due che entrano nella casupola. Il pastore distendePaolo su un largo giaciglio di pelli di montone.

HESPEROS


Dal romanzo di12Jan Dobraczyňski


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Resta qui. Torno subito e ti dar

qualcosa da mangiare.

L'uomo gira brevemente per la stanza raccattando arnesi.

016 - CORTILE ESTERNO DELLA CASUPOLA - ESTERNO GIORNO

Nel frattempo la mdp inquadra in FI il cane che all'esterno beve avidamente dell'acqua. Sullo sfondo si vede uscire il pastore dalla casupola. Attraversa l'inquadratura da destra a sinistra uscendone definitivamente. Il cane, sempre in primo piano cessa di bere ed uscendo dall'inquadratura raggiunge pure il padrone. La mdp si avvicina alla casupola senza entrarvi.

017 - CASUPOLA DI HESPEROS - INTERNO GIORNO

La mdp in piano sequenza mostra un focolare al centro dell'ambiente, ormai spento e fumante. Su di esso penzola una pentola annerita. Sulle pareti si vedono bigonci pieni di latte e al soffitto formaggi appesi e fasci di foglie, in un angolo un mucchio di pelli fresche.

L'inquadratura si chiuse in PP sulla figura ben identificabile di Ares (il dio della guerra greco) in forma di statuetta rozzamente scolpita e posta accanto al giaciglio dell'apostolo.

La mano di Paolo, entrando in campo, a fatica afferra la statuetta.

PPPaolo osserva la statuetta di Ares e torna con la memoria al colle di Atene ove molti anni prima aveva tentato di confrontarsi con i filosofi greci.

FLASH BACK BIANCO

017 BIS - ATENE - AEROPAGO - ESTERNO/INTERNO GIORNO

Appare istantaneamente su una collina una statua di Ares mentre la mdp avanzando entra nell'edificio.

Qui troviamo i nobili filosofi togati greci in ascolto di Paolo, il quale ci appare di aspetto fiero e giovanile, al centro del tribunale e con chiara esuberanza oratoria. Senza alcun timore reverenziale, rivolto all'assemblea.

Con il progredire del suo discorso, le reazioni dei presenti passano dall'indifferenza, all'arroganza e presunzione intellettuale, sino alla derisione e indignazione.

PAOLO

Cittadini ateniesi, vedo che in

tutto siete molto timorati degli

dei.Passandoinfattied

osservando i monumenti del vostro

culto ho trovato anche un'ara con

l'iscrizione:alDioignoto.

Quello che voi adorate senza

conoscere, io ve lo annunzio. Il


Dal romanzo di13Jan Dobraczyňski


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Dio che ha fatto il mondo e tutto

ci che contiene, che signore

del cielo e della terra, non

dimora in templicostruiti dalle

mani dell'uomo n dalle mani

dell'uomo si lasciaservire come

se avesse bisogno di qualche

cosa, essendo lui che d a tutti

la vita e il respiro e ogni cosa.

Egli cre da uno solo tutte le

nazionidegliuomini,perch

abitassero su tutta la faccia

dellaterra.Peressiha

stabilito l'ordine dei tempi e i

confini del loro spazio, perch

cercassero Dio se mai arrivino a

trovarlo andando comea tentoni,

benchnonsialontanoda

ciascuno di noi. In lui infatti

viviamo,cimuoviamoed

esistiamo, come anchealcuni dei

vostri poeti ha detto: Poich di

lui stirpe noi siamo. Essendo noi

dunquestirpediDio,non

dobbiamo pensare chela divinit

sia simile all'oro, all'argento e

alla pietra, che porti l'impronta

dell'arteedell'immaginazione

umana. Dopo esserepassato sopra

i tempi dell'ignoranza, ora Dio

ordina a tutti gli uomini di

tutti i luoghi di ravvedersi,

poich egli ha stabilito un

giorno nel qualedovr giudicare

la terra con giustizia per mezzo

di un uomo che egli ha designato,

dandone a tutti prova sicura col

risuscitarlo dai morti.

La reazione generale si fa intensa al sentire parlare di resurrezione. Paolo, viene respinto e scacciato dall'Areopago.

STACCO SUL PORTO DI ASSO

018 - PORTO DI ASSO - ESTERNO GIORNO

Luca, Gaio e Timoteo ci appaiono in lontananza. Parlano animatamente fra loro agitando le mani. Le lunghe vesti sono mosse dal vento.

Nel porto sono ferme alcune imbarcazioni ma non vi sono altre presenze se non quelle di pochi marinai intenti nel loro quotidiano lavoro.

La mdp, con una panoramica verticale si alza e ritrova nell'inquadratura, dietro un colle, la figura in lontananza di un viandante che lentamente si avvicina. E' Paolo, spossato, che si regge a fatica sulle gambe accompagnato dal suo solito bastone.


Dal romanzo di14Jan Dobraczyňski


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CTdei descepoli di Paolo i quali ora ben chiaramente sievidenziano essere Timoteo, Gaio e Luca.

Timoteo scorge il viandante riconoscendolo come il suo maestro e animatamente grida, getta via il suo mantello, gli corre incontro piangendo di gioia.

Gli altri due compagni corrono su per il sentiero della collinetta andando incontro alla mdp ed uscendo dall'inquadratura a destra.

STACCO SU PAOLO

019 - COLLINA ADIACENTE IL PORTO DI ASSO - ESTERNO GIORNO

La mdp riprende la figura di Paolo inquadrando i piedi sporchi ed impolverati nei sandali, pieni di ferire e ustioni solari. Quindi in panoramica verticale risale lungo tutta la figura fermandosi in PP sul nostro protagonista. I capelli, lunghi e canuti si muovono al vento. Anche il volto appare come i suoi piedi.

CTNell'inquadratura entrano i suoi discepoli. Lo abbracciano,lo sostengono sotto le braccia e lo conducono al villaggio di Asso.

STACCO SULLA BAIA DI FRONTE AD ASSO 020 - PORTO DI ASSO - ESTERNO GIORNO

CLLsul mare che appare grigio, freddo e ostile. La mdp quindi stringe l'inquadratura sulle piccole imbarcazioni ancorate nelporticciolo. Un forte vento sembra avere ragione di loro.

FCanimati dai dubbi, i discepoli di Paolo (Timoteo e Luca)discutono febbrilmente sul futuro che li attende. Gaio sembra essere assente.

LUCA

Paolodeveassolutamente

riposare. Vedi tu stesso che

aspetto ha!

TIMOTEO

Non possibile e tu lo sai.

Vuole assolutamente arrivare a

Gerusalemme entro il sesto giorno

del mese di Siwan.

LUCA

Perch? Perch non vuole andare a

Roma, come Pietro e Marco?


Ora la mdp raggiunge in CT lunghe vesti sventolano al arruffati.


i due discepoli di Paolo. Le loro vento. I lunghi capelli appaiono


Dal romanzo di15Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Lui sa parlare ai pagani meglio

che ai suoi. E guarda il mare. E'

unapazza.Eilviaggio

peggiorer le sue condizioni di

salute.

TIMOTEO

Ho saputo che domani salper per

Seleucia una piccola nave con un

carico di vino di Chio e Rodi, e

un carico di seta di Cos. Per una

modicasommacipossono

imbarcare.Cospossiamo

raggiungere la Siria.

LUCA

Aspettiamo che il mare si plachi

allora.

FIdi Paolo che fissa assorto il mare, dimentico della presenzadei suoi discepoli. Sembra sprofondare in dolorosi pensieri e sostenere una lotta interiore. I discepoli entrano in campo accostandosi a lui in attesa di un comando.

PAOLO

Vorreichecifermassimoa

Mileto, almeno un paio di giorni

e che mi conduceste dagli anziani

della chiesa di Efeso.

TIMOTEO

(Timidamente)

Potremmo andare noi ad Efeso.

PAOLO

(Con fermezza, come spinto

dal timore diun tentativo

di disobbedienza)

No! No! Non abbiamo tempo! Voglio

solo che mi dicano comevive la

lorochiesa,eproseguiremo

subito il viaggio.

PPdi Paolo.

Andremo a Gerusalemme. Io so cosa

mi aspetta l.

CT. Su una piccola nave, dai fianchi dipinti di rosa e con ilrostro graziosamente curvato e raffigurante Prometeo, appare Gaio. Dal ponte segnala ai suoi compagni che tutto pronto e possono salire.

CMdelle onde che urtano contro i paletti del pontile.


Dal romanzo di16Jan Dobraczyňski


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La mdp stacca sul gruppo e con una carrellata li segue mentre salgono a bordo, su una stretta passerella.

CT. Il capitano indica il posto sul ponte sopra un mucchio difuni, poi grida all'equipaggio di spiegare le vele. I pesanti teloni cadono con frastuono gonfiandosi al vento.

STACCO

021 - GERUSALEMME - OLIVETO FUORI LE MURA - ESTERNO GIORNO

La mdp seguei tre discepoli di Paolo mentre risalgono lungo unsentiero in un uliveto. La stanchezza e la calura del giorno ne fa appesantire i passi.

Particolaredelle mani di Paolo che sorreggono a fatica ilbastone. Quasi tremano, fra le bende che le avvolgono ancora.

MFdi Paolo. Appare emozionato, quasi in lacrime e sofferenteper il viaggio. Nell'inquadratura entra Luca. Poggia una mano su una spalla di Paolo, lo stringe per incoraggiarlo.

Particolaredegli occhi di Paolo che intensamente evocanodrammatici ricordi del passato, l'inquietudine per il presente, la paura per il futuro.

LUCA

FCEcco Gerusalemme. L'hai tanto

desiderata.

STACCO SULLA CITT

La mdp inquadra in CLLle mura esterne. Dietro di esse appaionoben visibili il Tempio e la fortezza Antonia. Dalla porta d'ingresso, entrano ed escono pellegrini, operai, soldati, bestie di ogni sorta, producendo un'atmosfera chiassosa.

Particolaredegli occhi di Paolo.

FLASH BACK BIANCO

022 - STRETTI VICOLI DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO

La mdp segueuna colonna di guardie del Tempio mentre siinoltra a passo deciso lungo gli stretti vicoli di Gerusalemme. Ai lati le madri terrorizzate rientrano in casa richiamando i figli, gli uomini cedono il passo. La colonna si ferma. Due guardie sfondano una porta e vi entrano.

Da una finestrella si intravvede di spalle il capo della spedizione; non si riconosce ancora. Sembra trepidare per l'attesa. Indossa chiari abiti da fariseo.

Dalla porta cui erano entrate le guardie sbuca un giovane ragazzo (Stefano). Viene strattonato e malmenato. Una donna, la madre, con un gesto di disperazione si inginocchia ai piedi del fariseo abbracciandolo. Lo implora urlando e piangendo. Il fariseo se ne libera con fermezza.


Dal romanzo di17Jan Dobraczyňski


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Ora si vede in modo chiaro chi il capo delle guardie; Paolo (Saulo). Giovane, arrogante, sprezzante e freddo. Indica al suo seguito di eseguire rapidamente gli ordini e con zelo.

STACCO SU UNA COLONNA DI SOLDATI A CAVALLO 023 - STRADA PER DAMASCO - ESTERNO GIORNO

Nell'inquadraturapassano velocemente a galoppo le guardie deltempio. Al loro comando emerge sempre la figura di Saulo (Paolo).

CLdel sole. Appare accecante.

CTdi Saulo al galoppo. Colpito da una luce fortissima,stramazza al suolo disarcionato dal cavallo. La mdp si avvicina a lui dall'alto e con una leggera zummata lo stringe nell'inquadratura. Lui punta il viso verso la mdp cercando diafferrarla, allunga le braccia in cerca di un appiglio, di un aiuto. I suoi occhi evidenziano chiaramente uno stato di cecit assoluta.

STACCO SUGLI OCCHI DI PAOLO IN DETTAGLIO 024 - GERUSALEMME - OLIVETO FUORI LE MURA - ESTERNO GIORNO

Particolaredegli occhi di Paolo. Sembra risvegliarsi dalbrutto ricordo. Con le lacrime continua a fissare le mura di Gerusalemme.

PAOLO

Gerusalemme.

STACCO SULLE AFFOLLATE STRADE DI GERUSALEMME

025 - STRETTI VICOLI DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO

Appare la citt di Gerusalemme in pieno fermento. Nelle strette viuzze si fanno largo allegri gruppi di contadini, ornati di foglie di vite e spighe di grano. Alcuni di essi portano ceste di fichi, olive ed uva, pane cotto e miele, botticelle di vino.

Fra essi sbuca da una stradina con fare frettoloso Gaio. La mdp lo segue col suo passo veloce mentre si fa spazio fra i passanti.

Giunge in una piazzetta dove una folla variopinta si addensa nel mercato della lana.

CMsulla porta della Fortezza Antonia. Vi appaiono quattrolegionari con bassi elmi calcati sugli occhi, lance e scudi. La folla passando a debita distanza, cerca di evitarli temendo la contaminazione e l'impurezza.

Un soldato grida alla folla burlescamente, mentre un secondo afferra una giovane l vicino di passaggio. La donna urla terrorizzata, il soldato la spinge con durezza facendola cadere


Dal romanzo di18Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


sul selciato e con i suoi compagni scoppia in una sonora risata.

La mdp sposta l'inquadratura su Gaio che attraversa la porta.

FCsi odono frasi di disgusto.

PASSANTI(UOMINI)

Impuri! Cani pagani! Vi cacceremo

col sangue.

STACCO

CTdi Gaio che con passo deciso avanza. La mdp lo segue mentreattraversa una porta. Stringendo l'inquadratura essa stessa entra nella stanza.

026 - CASA DI GIACOMO - INTERNO GIORNO

Con una carrellata orizzontale appaiono diversi uomini in preda a forte agitazione, alcuni seduti, altri in piedi. Discutono animatamente fra loro. Sono presbiteri e diaconi della comunit cristiana di Gerusalemme.

FIdi Paolo. Appare seduto di fronte alla schiera deirappresentanti della comunit di Gerusalemme, pazientemente in silenzio. Giacomo gli siede accanto. In CT dietro, pure seduti,

visono Luca e Timoteo. Questi parlottano fra loro con espressioni di chiaro disappunto.

Entra in campoGaio. Si accosta a Paolo e gli bisbiglianell'orecchio qualcosa, tra il frastuono generale. Poi siede accanto a Luca e Timoteo.

CTEsron, uno dei presbiteri presenti, si alza e con decisioneesorta tutti al silenzio.

ESRON

Silenzio! Fate silenzio! Sentiamo

cosa ha da dirci Paolo ora che

tornato fra noi.

Gradualmente la sala cala in un profondo silenzio.

Dicci fratello.

PAOLO

(Con tenace arte oratoria)

Voletesaperecomequesto

avviene? Tutti vengono da noi.

Tutti desiderano ardentemente la

salvezza; il mondo infatti sente

che grava su di esso il marchio

del peccato. Ma non tutti possono

avvicinarsi a Ges allo stesso

modo. Alcuni sono deboli, altri

sono forti. Alcuni aspettano che


Dal romanzo di19Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


il Signore li illumini con un

gesto della sua potenza, altri

cercanolasaggezza.Enoi

dobbiamo essere deboli con chi

debole, dobbiamo piangere con chi

piange, e ridere con chi ride.

Cristo si fatto crocifiggere

per tutti. E noi dobbiamo portare

a tutti la Sua salvezza. E cos,

abbiamo percorso tutta l'Acacia e

la Macedonia. Attraversato la

Licia e la Panfilia. Siamo stati

a Corinto, citt dissoluta. E

anche l lo Spirito era con noi.

Sono arrivato sino ad Atene,

cittarroganteperlasua

sapienza, che ha eretto statue a

un centinaio di idoli osceni. L

mi hanno deriso. Eppure, anche se

sono stato preso in giro, molti

mi hanno seguito. Sono stato

anche ad Efeso impestata dalle

superstizioni. La buona novella

arrivata per tutti. E' questo il

segno, fratelli. Credetemi.

I presenti guardano Giacomo, come ad aspettare una sua contestazione ma questi resta immobile, tace. Quindi riprende la parola Esron, si alza, resta pensieroso, si accarezza con un gesto la lunga barba, osserva gli altri presenti.

ESRON

Ci rallegriamo Saulo, che tra i

pagani sia stato adorato il Nome

del Signore. Ebbene, anche da noi

si diffonde la parola divina, ma

nessuno di quelli che l'accolgono

ripudia i precetti della Legge.

Subito intervengono disordinatamente, animati da questa frase, alcuni fra i presenti.

PRESBITERI E DIACONI

Tuttioffronosacrificinel

Tempio,tutticirconcidonoi

propri figli. Perch dovrebbe

essere diversamente? Il Signore

venuto per il mondo intero, ma

anzitutto venuto per noi. E'

natoqu,inGiudea.Fu

circoncisoeconsacratoal

Tempio. Pagava le imposte divine.

ESRON

(Stimolatodaqueste

parole)


Dal romanzo di20Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Perchallora?Diconoche

dissuadilagentedalla

circoncisione e dal fare offerte.

Nella sala le voci si alzano, gridando sempre di pi. Paolo li ascolta accigliato.

PRESBITERI E DIACONI

Raccontano che dai la priorit ai

pagani. Che hai rinnegato le tue

origini, il tuo popolo. Che non

vuoi essere Ebreo!

PAOLO

(Con sdegno represso)

Dunque che volete?

ESRON

Vogliamo...che tu ci dica se

vero che insegni come dicono. E

se cos, perch lo fai.

PAOLO

Si alza improvvisamente e con un gesto deciso indica i suoi discepoli.

Vorreste gettare su di loro il

giogo che voi stessi non avete

saputo portare!? Ora, se tu ti

vanti di portare il nome di

Giudeo e ti riposi sicuro sulla

legge, e ti glori di Dio, del

quale conosci la volont e,

istruito come sei dalla legge,

sai discernere ci che meglio,

e sei convinto di esser guida dei

ciechi, luce di coloro che sono

nelle tenebre, educatore degli

ignoranti, maestro dei semplici,

perchpossiedinellalegge

l'espressione della sapienza e

della verit... ebbene, come mai

tu, che insegni agli altri, non

insegni a te stesso? Tu che

predichi di non rubare, rubi? Tu

che proibisci l'adulterio, sei

adltero? Tu che detesti gli

idoli, ne derubi i templi? Tu che

ti glori della legge, offendi Dio

trasgredendo la legge? Infatti il

nome di Dio bestemmiato per

causa vostra tra i pagani, come

sta scritto. La circoncisione

utile, s, se osservi la legge;

ma se trasgredisci la legge, con

la tua circoncisione sei come uno


Dal romanzo di21Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


non circonciso. Se dunque chi non

circoncisoosservale

prescrizioni della legge,la sua

non circoncisione non gli verr

forse contata come circoncisione?

E cos, chi non circonciso

fisicamente, ma osserva la legge,

giudicher te che,nonostante la

letteradellaleggeela

circoncisione,seiun

trasgressoredellalegge.

Infatti, Giudeo non chi appare

taleall'esterno,ela

circoncisionenonquella

visibile nella carne; ma Giudeo

colui che lo interiormente e la

circoncisione quella del cuore,

nellospiritoenonnella

lettera; la sua gloria non viene

dagli uomini ma da Dio. Qual

dunque la superiorit del Giudeo?

Oqualel'utilitdella

circoncisione?

I presenti tacciono sconcertati. Si guardano vicendevolmente.

ESRON

No. Nessuno di noi esige che i

neofiti ubbidiscano a tutti i

precetti della Legge. Sai bene

come hanno deciso Giacomo e

Giovanni.Peraifigli

d'Israele....

PAOLO

(Interrompendolocon

impeto)

.....Volete che ci siano di nuovo

i figli d'Israele e ifigli del

peccato? Il cammino verso la

salvezza fuori da questa citt.

I presenti cominciano a gridare con impeto crescente. Nel frastuono generale emergono frasi diverse. Fra l'indignazione generale sollevano i mantelli ricoprendo i volti.

PRESBITERI E DIACONI

Vuoi forse cambiare Gerusalemme

con la scellerata Corinto? O con

la dissoluta Babilonia romana?

Paolo!! Che stai dicendo? E' una

bestemmia! Gerusalemme Santa!

Si, una bestemmia la tua!!

Di colpo si calmano. Uno di loro indica che Giacomo vuole prendere la parola. Tutte le teste si volgono verso l'anziano


Dal romanzo di22Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


apostolo. Giacomo solleva una mano e la posa affettuosamente sulla spalla di Paolo.

GIACOMO

(Sottovoce e pacatamente)

Mi rallegro, Saulo, che tu sia

arrivato.

I presenti attendono guardandosi vicendevolmente. Il vecchio, a testa alta, sembra guardare attraverso la finestra un punto lontano, al di l dei tetti delle case. Un'ombra di tristezza offusca il suo viso.

Quando Ges per l'ultima volta

venne a celebrare la Pasqua, si

ferm sul Monte degli Ulivi. Si

copr il volto e pianse. Pensava

a questa citt. Verranno i giorni

in cui i nemici ti circonderanno,

ti assedieranno, ti abbatteranno

al suolo, uccideranno i tuoi

figli. Non rester pietra su

pietra.

Tutti piombano in un austero silenzio. Sul viso di Paolo ora si legge una profonda commozione.

PAOLO

Far ci che tu ordini.

GIACOMO

Non ti ordino nulla. Te lo

chiedo.

Paolo si alza, cerca di gettarsi ai piedi di Giacomo. Questi glielo impedisce e allora entrambi cadono uno fra le braccia dell'altro.

PAOLO

(A Giacomo)

Far ci che vorrete.

Si rialza, guarda i presbiteri e i diaconi. Improvvisamente sorride.

(Con voce serena)

Servire il Tempio per me non un

peso, una gioia. Perch anche

io sono Ebreo come voi.

STACCO SULLA BANCARELLA DEL GOBBO NACHUM

027 - BANCARELLA DI NACHUM AL MERCATO DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di23Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


La mdp inquadra in dettaglio e in carrellata una serie di coltelli leggermente ricurvi e dalla comoda impugnatura.

In CTsi vede una calca di compratori che osservano, provano lelame sull'unghia, scelgono. Il mercante sorride con noncuranza.

NACHUM

Tutti buoni, tutti buoni. Non

dovete scegliere tanto. Servono a

tutto: ci intagli un bastone, ci

ammazzi una vacca, anche un cane,

se hai coraggio.

PPdi Nachum che strizza l'occhio come a voler indicare sarcasticamente un soldato romano.

Fra i compratori scoppia una risata generale con approvazioni e disgusto nei confronti dell'invasore pagano.

ACQUIRENTE A

(Ridendo volgarmente)

Nachum ha ragione.... Ci scanni

un cane....

STACCO

028 - VICOLO AL MERCATO DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO

La mdp segue in carrellata dal retroun uomo robusto, conmantello nero e ampie pieghe. Cammina fra la gente del mercato. Ha un passo agile, deciso, sembra a suo agio.

Particolaredella sua mano che impugna un coltello infilatonella cintola delle braghe.

STACCO

029 - BANCARELLA DI NACHUM AL MERCATO DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO

In CMnotiamo Nachum alle prese con una sua bilancia. Controllail peso delle monete ricevute da un compratore.

NACHUM

Ma che mi dai? Pesa meno!!

ACQUIRENTE A

Ma Nachum, che dici! Me l'hanno

data quando ho cambiato in casa

del rabbi Eleazar.

NACHUM

(Scuotendo la testa)

Pesa meno.


Dal romanzo di24Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


ACQUIRENTE B

(Con impeto)

Cosa? Anche Eleazar non cambia in

modo giusto? Far la fine di

Jonatas.

(Sottovoce e con timore)

Ucciso dai sicari.

I presenti lo guardano con timore e rispetto, ben conoscendo la storia.

PPPdella mano dell'uomo dalla corporatura robusta e il mantello nero. Questa, toccando i diversi coltelli sulla bancarella, ne afferra uno con decisione.

In dettagliovediamo il coltello sul palmo della mano. Ilmisterioso individuo sembra soppesare l'oggetto.

Dalla cintura tira fuori una moneta d'argento, la getta a Nachum e si allontana.

PAdi Nachum che al volo afferra la moneta senza pesarla. Fa uninchino con aria dimessa. Cerca il resto fra le monete migliori.

PPdi Nachum che mostra i denti, in un lezioso sorriso. In CT lo vediamo farsi largo fra la gente.

NACHUM

La tua moneta Menahem, sempre

buona. Sempre....

(Rivolgendosi ai presenti

che premono intorno alla

bancarella)

Scansatevi!

(Raggiungendo Menahem)

La pace sia con te, Menahem.

STACCO

030 - VICOLI DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO

L'uomo, che ora riconosciamo essere Menahem, cammina fra la gente. Si guarda intorno con indifferenza. La mdp lo segue e finalmente ne f intravvedere il volto, duro, cupo, segnato da esperienze passate violente. Appare essere di mezza et, con capelli e barba biondo-grigi. Il passo agile, ma da sembrare ancora giovane. Giunge cos nei pressi di una piazzetta.

In CT la mdp staccasu alcuni dottori che discutonoanimatamente circondati da una piccola folla di curiosi.

DOTTORE A


Dal romanzo di25Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Dici male rabbi, non permesso

pulirel'ansadiunvaso

macchiato. Essa ormai impura;

la donna deve portarlo fuori

della citt e romperlo.

PRESENTE TRA LA FOLLA

E se non lo fa?

DOTTORE A

Allora, chi tocca il vaso sar

impuro,e chi tocca quest'ultimo

sar anch'esso impuro.

Menahem entra in campo con un atteggiamento di disgusto per quelle futili discussioni sulla purezza. Quindi si allontana.

DOTTORE B

No rabbi, no! Il vaso toccato da

un impuro diventa impuro. Ma

l'ansa del vaso si pu strofinare

con uno straccio, e il recipiente

diventer di nuovo puro.

I presenti fanno accenni di assenso e soddisfazione.

La mdp riprende a seguirlofra la gente che gli si accalca frai vicoli. Da una bancarella afferra un frutto, e senza pagare lo addenta allontanandosi.

In CT la mdp staccasu altri dottori che discutono animatamentecircondati da un'altra piccola folla di curiosi. Subito Menahem entra in campo.

DOTTORE C

Saruntempodigrande

prosperit. Ogni figlio d'Israele

ricever tre lotti di terreno:

uno in collina, dove soffia il

vento e non si soffre il gran

caldo, il secondo sulla fertile

pianura, ed il terzo nella valle

del Giordano.

FIMenahem si mischia fra i curiosi, appoggia un piede su unmucchio di sacchi e continua ad addentare il frutto seguendo il discorso dei dottori.

UN CURIOSO

Tre lotti!?

DOTTORE C


Dal romanzo di26Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Tre lotti. Ognuno avr la terra.

Il grano sar pi alto delle

palme, e un uomo solo non potr

sollevare un grappolo d'uva.

UN ALTRO CURIOSO

Ma prima dovr essere infranto il

giogo.

DOTTORE C

(Alzando un dito, in tono

silenzioso)

Sssst! Non necessario. Verr il

Messiaesarungrande

guerriero.

Si leva un mormoro di approvazione.

PPdi Menahem.

MENAHEM

(Constrafottenza,

spavaldo,intono

provocatorio)

E quando arriver il Messia?

I presenti rivolgono uno sguardo di curiosit prima a lui, poi al dottore, aspettando la risposta.

FIdi un fariseo presente.

UN FARISEO

(A mezza voce, con ironia)

Aspettiamo Elia! Abbiamo tempo.

PPdel dottore.

DOTTORE C

(Evasivamente)

Perch lo chiedi? Non leggi le

scritture?

CTFra il gruppo emerge improvvisamente un filarca reale lpresente vestito con una tunica ed un mantello di fattura greca.

UN FILARCA REALE

E' gi nato! E' Agrippa, il

pronipote di Erode.

Serpeggia un mormoro tra la folla.

FIDel dottore C.


Dal romanzo di27Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


DOTTORE C

(Guardando con diffidenza

il filarca)

Se il Messia gi nato lo

proveranno le sue azioni.

La mdp ora inquadra il volto di Menahem in MF. In campo, sullo sfondo, appare un uomo. I due si osservano vicendevolmente. Dallo sguardo reciproco, sembra che i due si conoscano perfettamente.

FC. Chi porr fine alla schiavit

sar il Messia. Anche una stella

lo indicher.

UN FARISEO

(Con ardore)

FC.Che venga! E distrugga Roma

come un vaso d'argilla.

CT.I presenti si agitano serrando i pugni verso la fortezzaAntonia, baluardo dei romani invasori.

MENAHEM

FI. Ma forse il Messia non verr,

se prima non ci libereremo dal

giogo.

Si copre con il mantello e si allontana. Di nuovo si fa largo fra la gente. La mdp lo segue mentre fa cenni con la testa ai presenti che lo salutano con timore e rispetto. Con noncuranza raggiunge l'uomo che prima aveva fatto notare la sua presenza.

Particolare delle mani di Menahemche stringono vigorosamentein segno di cordiale saluto, le mani dello sconosciuto.

STACCO

031 - UNA TAVERNA DI GERUSALEMME - INTERNO SERA

Nella taverna, piena di gente rumorosa, compaiono in CT Menahem e lo sconosciuto (Arie). Questi, ha un aspetto giovanile, con una ben evidente espressione di sicurezza e spavalderia. Sono entrambi seduti in un angolo. Mangiucchiano cibo assortito imbandito davanti a loro. Si guardano con riluttanza, celando i propri sentimenti sotto una maschera di cortesia.

ARIE

Sei venuto per le feste?

MENAHEM

Si. Anche tu? Dove sei stato

ultimamente?


Dal romanzo di28Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


ARIE

(Ridendoconaria

soddisfatta)

A Traconitide. Quei coltivatori

hanno molto oro di cui non hanno

bisogno. Chi non con me deve

pagare, altrimenti....

MFdi Arie che passa il pollice sinistro sul suo collo come sevolesse sgozzare qualcuno. I suoi occhi brillano come quelli di un lupo.

MENAHEM

FC.Dunque hai portato molto oro?

ARIE

Non posso lamentarmi.

MENAHEM

(Contonolievemente

ironico)

Dicono che speli anche il re di

Calcide...

ARIE

(Scoppiando in una sonora

risata)

Agrippa?Elochiamanogi

Messia.

MENAHEM

Ho sentito.

La mdp stacca su un gruppo di uomini in ascolto di un piccolo fariseo. Questi parla animato da forte agitazione. Come un rapace tende la sua mano sulle teste e le spalle dei suoi ascoltatori.

PICCOLO FARISEO

Sonodappertutto.Inogni

sinagoga. Arrivano e cominciano a

raccontarelalorodottrina.

Parlano continuamente di quel

Ges...

Stacco su Arie in PP.Di spalle si vede in campo Menahem.

FC. Lo chiamano il Messia.

ARIE


Dal romanzo di29Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


I greci hanno attaccato i nostri.

C'statounoscontro.

Naturalmente i legionari li hanno

aiutati. Poche vittime, peccato.

In ogni caso c' fermento.

MENAHEM

FC. Bene.

SIMONE

Direi magnifico.

Entrambi ora ridono con un atteggiamento di reciproca comprensione, rompendo le diffidenze iniziali.

Staccosul piccolo fariseo ed il gruppo di ascoltatori.

PICCOLO FARISEO

Il padre Agrippa ha ordinato di

decapitare uno dei loro capi. Gli

altri sono scappati. E' rimasto

soltanto Giacomo, fratello di

quel Ges.

Stacco su Menahem in MF. Di spalle si vede Arie.

FC.E certamenteavrete sentito,

credo, quante persone ha tolto

dalle sinagoghe quel maledetto

Paolo.

Menahem trasale, mentre il fariseo fuori campo continua a trasmettere informazioni ai suoi ascoltatori. La mdp inquadra Arie e Menahem in CT. Menahem afferra il coltello dallacintola, cerca di alzarsi ma Arie, avvertendo uno strano pericolo, lo ferma silenziosamente afferrandogli il braccio. Menahem, convinto, si ricrede e rinfodera il coltello.

PICCOLO FARISEO

FC. Egli incanta tutti. A Corinto

ha intontito un saggio ebreo di

nome Aquila. E adesso, viaggia,

predica,conquistalagente.

Tutto per quel Paolo, un tempo

chiamato Saulo. E' come un impuro

che trasmette impurit.

CT.Menahem si alza e avanza verso il piccolo fariseo facendosilargo fra i presenti scansandoli bruscamente. La mdp in soggettiva riprende il piccolo fariseo terrorizzato perl'avvicinarsi di Menahem.

CT. Menahem afferra per il collo il piccolo fariseo, quasialzandolo di peso da terra.


Dal romanzo di30Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


MENAHEM

(Con tremito)

Come hai detto? Saulo? Saulo di

Tarso? Il figlio di Baruc?

PICCOLO FARISEO

(Convocestrozzatae

stretta nella morsa delle

dita di Menahem)

Si. E' come dici tu signore.

STACCO

032 - VICOLO DI GERUSALEMME - ESTERNO GIRNO

La mdp in carrellata verticale inquadra la folla chiassosa eaffaccendata mentre si incammina nel vicolo. Tra di essa appare chi vende, chi compra, chi discute animatamente, chi sonnecchia, chi trasporta merci; l'attenzione si ferma su un ambulante con una benda all'occhio, sguardo viscido e sospettoso. Traina un piccolo carretto con gabbie di vari uccelli. Ne apre una, prende un piccione e vi lega alla zampa un biglietto. Si guarda circospetto, quindi lo lascia librare nell'aria. La mdp inquadra il piccione e lo segue nel suo percorso, sopra i tetti delle abitazioni, sino a che,delicatamente, posa le sue zampette sul davanzale di una casa.

La mdp entra nella stanza.

STACCO

033 - CASA DI MENAHEM (GERUSALEMME) - INTERNO GIORNO

Si addentra e in CT inquadraMenahem e un suo ospite (Arie).Poco distante, impalato e in attesa, passivo, c' un servo. I due sorseggiano lentamente una bevanda, sdraiati su una stuoia di ottima fattura. Menahem appare agitato e ansioso; Arie in trepidante attesa, giovane e spavaldo, a suo completo agio. Anch'egli giocherella con un suo pugnale leggermente ricurvo. Sembra conoscere l'arte della lotta molto bene.

PPdel piccione. In campo entra il servo. Le sue mani afferranol'uccello, sciolgono un laccio dalla zampa e prelevano il piccolo carteggio ben ripiegato.

ARIE

FC.E credi che tutti gli altri

siano pronti a unirsi veramente a

noi?

MENAHEM

Si. Si.... Naturalmente se...

ARIE

Se....


Dal romanzo di31Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


CT. Menahem si alza e va incontro al suo servo. Questi gliporge il carteggio, fa un inchino e si licenzia uscendo di scena.

MENAHEM

(Dispiegando il carteggio e

osservandone il contenuto.

Conariapienamente

soddisfatta)

.... Se vedrai la spada.

Si avvicina ad Arie, gli posa la sua pesante mano sulla spalla.

Arie,voglioconfidartiun

segreto che pochiconoscono. Non

te ne ho parlato prima perch

attendo nuove notizie. Ma credo

che sia venuto comunque ora il

momento giusto.

Si siede su una stuoia l accanto.

Ascolta.... Ricorda che dovrai

custodire questo segretocome un

occhio della testa. Ma so che lo

custodirai.

Con impazienza si batte una mano su un ginocchio.

STACCO

034 - VICOLO DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO

La mdp inquadra due uomini,l'uno accanto all'altro, mischiati fra la gente che cammina. Sono due informatori al servizio di Menahem. Il primo, occhi infossati, con una cicatrice sul volto, accosta le sue labbra alle orecchie dell'altro, vestito con un mantello nero, viso pingue e sguardo remissivo. Si passano una informazione di estrema importanza. I due si lasciano prendendo strade opposte, disperdendosi fra i passanti.

STACCO

035 - CASA DI MENAHEM -(GERUSALEMME) INTERNO GIORNO

MENAHEM

Dunque ascolta. L'ultimo degli

asmonei, Ircano, si fid di

Erode. Gli permise di governare

la Giudea in sua vece. Fu benigno

con lui e all'inizio Erode lo

serviva fedelmente. Ma quando i

parti conquistarono Gerusalemme,

Ircano fu preso prigioniero ed

Erode sal in superbia e prese il

suo trono.


Dal romanzo di32Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Si alza, gira per la stanza eccitato.

NelfrattempogliEbreidi

Babiloniaavevanoriscattato

Ircano dalla prigionia ed egli

torninGiudeacomeun

miserabile. Si present a Erode

che in quel momento si trovava a

Masada. Ma qui, cap subito che

Erode lo aveva tradito e che

voleva la sua morte. Ircano non

poteva pi salvarsi, tutto era

nelle mani dell'idumeo. Decise

quindialmenodivendicarsi.

Prima che Erode lo uccidesse,

nascose la sua spada, la vecchia

spada di Giuda Maccabeo.

PPPdi Menahem.Il suo sguardo appare selvaggio; i suoi occhirapaci.

ARIE

FC. Ho sentito parlare di questa

spada.

CTMenahem si ferma davanti al giovane Arie.

STACCO

036 - VICOLI DI GERUSALEMME - ESTERNO GIORNO

La mdp segue l'uomo con il mantello nero fra i vicoli di Gerusalemme. Ha il passo frettoloso e affaticato dalla sua obesit. Con un lembo di tessuto, di tanto in tanto, asciuga il sudore sul viso. Appare come ansioso.

STACCO

037 - CASA DI MENAHEM -(GERUSALEMME) INTERNO GIORNO

MENAHEM

(Con fermezza e gravit)

E' vero. La spada esiste. Io

stesso l'ho tenuta in mano. Una

vecchia lama con l'impugnatura

rivestita di oro, la vittoriosa

spada di Giuda.

ARIE

PPLa spada santa!

MENAHEM

Si, la spada santa della libert.

Capisci,Arie,chechila

sollever trasciner alla lotta


Dal romanzo di33Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


tutta la terra di Canaan?! Che

dico, inciter alla lotta tutta

Israele,tuttigliEbrei,

dovunque essi si trovino: ad

Alessandria, a Babilonia,

(con pi forza e decisione)

a Roma.

Il volto di Arie si accende di entusiasmo, le guance cominciano a tremargli come preso da forte eccitazione.

ARIE

Ma dov' questa spada?

Il viso di Menahem si incupisce denotando preoccupazione. Affonda lentamente le dita nei capelli, poi stringe il pugno con rabbia.

MENAHEM

(Abbassando la voce)

Si tratta proprio di questo,

Arie, dove si trova.

ARIE

Non hai detto che l'hai avuta

nelle mani?

MENAHEM

E' vero, ma ci accaduto anni

fa. Allora ero molto giovane...

Fummo in due a nasconderla.

ARIE

Chi era l'uomo che la nascose con

te?

MENAHEM

(Titubante)

Un tale... Pensavo fosse morto...

invece....

Gli porge il biglietto appena ricevuto. Arie lo afferra con impazienza e decisione, come un rapace. Lo legge velocemente e, cercando una spiegazione, punta il suo sguardo su Menahem ora alla finestra, fisso con lo sguardo nel vuoto, come a cercare il luogo dove potrebbe trovarsi.

Non so. E' impazzito. Si

schierato con i nazareni.

STACCO


Dal romanzo di34Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


038 - CASA DI MENAHEM - ESTERNO GIORNO

La mdp, in soggettiva di Menahem, dall'alto della finestra, inquadra l'informatore dal mantello nero. Questi apre un cancelletto, lo attraversa, entra in un ampio cortile. Un servo entra in campo raggiungendolo. I due scambiano velocemente qualche frase a sottolineare l'importanza del messaggio da riferire, poi attraversano una porta che conduce alle stanze superiori della casa.

STACCO

039 - CASA DI MENAHEM (GERUSALEMME) - INTERNO GIORNO

ARIE

(Con rabbia)

Dimmidovedevocercare

quell'uomo?

MENAHEM

(Inansia,aspettando

notizie dall'informatore)

Si stacca dalla finestra correndo verso la porta della stanza.

Te lo dir, forse.

In campo entra il servo, fa accedere l'informatore. L'uomo appena arrivato ha il fiato grosso.

INFORMATORE

Ti saluto Menahem

MENAHEM

Parla, presto: dov' ora?

INFORMATORE

(Inghiottendo con la saliva

le parole dette a fatica)

E' lui.

Menahem con impazienza, impeto e rabbia incontrollata afferra il pingue uomo per il bavero.

MENAHEM

Questo lo so gi. Dov'!? Ora?

INFORMATORE

(Sgranando gli occhi, come

sestesseaffogando.

Balbettando)


Dal romanzo di35Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


E' qui... Menahem... Qui in

citt... E' arrivato... E' appena

arrivato.

Arie e Menahem si guardano. Gli occhi del giovane sicario lampeggiano.

ARIE

Lo trover.

STACCO

040 - GERUSALEMME - OLIVETO FUORI LE MURA - ESTERNO GIORNO

CL.In carrellata orizzontale la mdp inquadra Gerusalemme.Appaiono ancora le luci in un'alba grigia appena sfumata di rosa. L'inquadratura lentamente si sposta e si restringe sino a mostrare una collina con alberi di olivo e Paolo. Appare inginocchio, intorpidito dopo una lunga preghiera durata tutta la notte. Poi si alza a fatica, appoggia la mano al tronco di un olivo, si passa l'altra mano sulla fronte e siede sul muschio.

FIdi Luca che dorme addossato ad una pietra.

CTdi Timoteo e Gaio che dormono profondamente accanto ad unalbero di olivo.

La mdp torna sulla figura intera di Paolo . Lo inquadra dal retro mentre sullo sfondo, in lontananza, si intravvede la citt di Gerusalemme con tutto il suo brulicare di gente, animali, soldati. Con una transizione temporale a flash back le nuvole si muovono velocemente nel cielo (time lapse)e tutto l'ambiente passa dai colori del mattino a quelli Della notte di molti anni prima.

La mdp con una ripresa aerea giunge ad inquadrare la piazza antistante la Sala Quadrata ove presiede il Sinedrio.I soldatidel tempio tengono a freno i ripetuti tentativi di una folla inquieta che preme all'ingresso, nell'ostinato tentativo di entrare.

041 - GERUSALEMME - SALA QUADRATA DEL SINEDRIO - INTERNO NOTTE

In CT, nella Sala Quadrata, vengono inquadrati tutti i componenti del Sinedrio: Caifa (il sommo sacerdote), i farisei e gli scribi. Regna un tale chiasso da far presagire una condanna a morte. I farisei gridano, si afferrano l'un l'altro per le maniche. Altri alzano le braccia inorriditi, agitano convulsamente le mani. Altri ancora osservano gli eventi con occhi minacciosi.

Nel frastuono generale emergono frasi diverse e confuse. Qualcuno dei presenti viene ripreso in FI, MF o PP, alternando le inquadrature con un CT della sala, sempre in totale fermento.

FARISEI - SACERDOTI


Dal romanzo di36Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Egli vuole lottare con noi. Aizza

i contadini. Sobilla il popolo.

Anche prima era cos. Non ha

rispetto per il Sabato. Si! Vola

il Sabato, lo sanno tutti! E

adesso sva il popolo. Se il

popolo cessa di seguire i nostri

insegnamenti, sar divorato dai

pagani. Israele perir. Israele

non pu perire!! Il popolo

nostro. Il popolo deve restare

con noi.

FI di Caifa.Di spalle compare la figura di un Uomo (Ges)incatenato e visibilmente sofferente per le percosse subite dalle guardie del Tempio. Il suo volto resta nascosto. Caifa lo indica, poi si strappa le vesti inorridito con un gesto palesemente spettacolare.

STACCO

042 - GERUSALEMME - UN PORTICO DEL TEMPIO - ESTERNO NOTTE

In CT viene inquadrata lateralmente la figura di uomo con un abito dalla trama fine e ben lavorata. Appare voltato. Sullo sfondo Giuda, visibilmente trafelato ed inquieto, riceve una borsa da un incaricato del Tempio. Due guardie, poste accanto all'inviato, lo respingono intimandogli di allontanarsi velocemente e sparire. Giuda, prima riluttante, poi con passo incerto, raggiunge l'uomo e rallenta. I due si scambiano uno sguardo fortemente espressivo e finalmente appare la figura dell'uomo: Saulo con sembianze giovanili. Giuda, con un chiaro senso di confusione nella testa, misto ad incertezza, delusione e rabbia, guarda Saulo.

PAOLO

Ascolta. Dimmi: chi credi che sia

il tuo maestro?

GIUDA

Non so... non so... Egli dice che

il Figlio dell'Uomo...

PAOLO

(Afferrandoloperil

mantello)

E tu? Tu chi credi che Egli sia?

Saulo lo osserva con preoccupazione ed inquietudine per gli eventi che pare presagire. Nello stesso tempo gli afferra con tenacia il braccio, come se volesse trattenerlo forzatamente.

GIUDA

(Conilfiatopesante,

incertezza e delusione)


Dal romanzo di37Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Non lo so... non lo so... Io

credevo. Io... io... Egli il

Messia...Egliera...Malki

Masiach. Ma ora non lo pi!

Egliharigettatotutto!

E'impazzito. Non so... non so.

Giuda osserva la sua borsa, la soppesa, si libera dalla morsa di Saulo ed esce velocemente dall'inquadratura andando incontro alla mdp. Saulo ne segue brevemente l'uscita.

PPPdi Saulo mentre osserva inquieto l'allontanamento di Giuda.

DISSOLVENZA AL NERO IN CHIUSURA

043 - GERUSALEMME - OLIVETO FUORI LE MURA - ESTERNO GIORNO

DISSOLVENZA DAL NERO IN APERTURA

FIdi Luca che, addossato ad una pietra, dorme ancora.

Particolaredei piedi di un uomo che si incammina lungo unsentiero. Porta calzari ben rifiniti. Il passo appare lento ma sicuro, come se sapesse gi dove andare.

CTdi Timoteo e Gaio che dormono profondamente accanto ad unalbero di olivo.

Particolaredei piedi dello stesso uomo che si incammina.

PPdi Paolo. Copre il suo viso in lacrime con il lembo del suoimatio. L'inquadratura si apre lasciando apparire alle sue spalle Menahem. L'uomo ha uno sguardo cupo ed una mano nascosta nella tasca del mantello.

PAOLO

(Voltandosieconun

flebile e sereno sorriso)

La pace sia con te fratello.

Menahem non risponde ma si avvicina a Paolo.

(Ancorasorridendo.

Soavemente)

Perch vuoi uccidermi?

Menahem scoppia a ridere cercando di nascondere il proprio imbarazzo. Tira fuori la mano dalla tasca poi fa un gesto di noncuranza.

MENAHEM

(In tono beffardo)

Chi ti ha detto che voglio

ucciderti? Non temere. Ti ho

riconosciuto. Per vedo che tu

non riconosci me. Dunque Paolo,

non sai chi sono?


Dal romanzo di38Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


PAOLO

(Annuendo)

Lo so. Ora lo so. Ti ho

riconosciuto. Sei Menahem.

Menahem porge un inchino come se volesse burlarsi di Paolo e nuovamente fa una fragorosa e rozza risata.

MENAHEM

(Girando in tondo a Paolo.

Con spavalderia)

I miei rispetti.... Dunque mi hai

riconosciuto! Molto bene. Vedo

che sei tornato a Gerusalemme.

PAOLO

Sono tornato.

MENAHEM

Me lo hanno detto. Da tempo

aspettavo il tuo arrivo.

FIdi Luca che, addossato ad una pietra, dorme ancora. La lucedel sole comincia a colorarne le vesti.

PAOLO

Aspettavi? Perch?

In CL si vede Gerusalemme ed il sole che sorge.

MENAHEM

FC. Come perch? Te ne sei andato

senza dire niente, eppure il

nostro giuramento dura ancora.

Hai forse dimenticato?

MFDi Menahem.

Tu, che eri cos zelante. Mi

hanno detto che sei cambiato. Sei

un seguace di quel... Nazareno.

Non volevo crederci. Tu, un

seguace di un Messia morto?

CT. Paolo guarda impavido gli occhi di Menahem colmi discherno.

PAOLO

Ti hanno detto la verit. Sono un

servo di quel Messia di cui

parli.


Dal romanzo di39Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


MENAHEM

(Convocesemprepi

minacciosa)

Di quel Cristo?

PAOLO

Si!

MENAHEM

(Gridando)

E per Lui hai preso la spada di

Giuda?

PAOLO

(Con meraviglia)

Non ho preso la spada.

MENAHEM

L'hai presa. Se non per il tuo

Messia, per te. Ci conosciamo! Un

tempo dicevamo: forse il Messia

non arriver, forse il Messia

bisognacrearlo...Eh?Anche

questo hai dimenticato?

PAOLO

No,nonl'hodimenticato,

Menahem.

Paolo si passa una mano sulla fronte, come se volesse cancellare da essa una immagine sbiadita.

Non l'ho dimenticato.

FLASH BACK BIANCO

044 - MASADA - SENTIERO ROCCIOSO DI MONTAGNA - ESTERNO GIORNO

Appare improvvisamente una giornata fredda e nuvolosa. La pioggia, frammista a nevischio, scende fitta. Due uomini seguono un impervio sentiero di montagna, stretto e tortuoso; si arrampicano a fatica fra sassi enormi. Sono Paolo e Menahem con sembianze giovanili. Menahem porta con se una spada avvolta in un panno di lino. In lontananza si intravedono le mura di una citt e un lago. I due giovani, giunti in cima alla montagna, cercano un nascondiglio. Trovatolo, Paolo si fa porgere la spada e la introduce in una fessura della roccia; quindi la ricopre facendosi aiutare e lasciando un segno.

FLASH BACK BIANCO

045 - GERUSALEMME - OLIVETO FUORI LE MURA - ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di40Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


PAOLO

(Con voce soave e mite)

Non l'ho presa. Te lo assicuro.

Non ne avevo bisogno. Ed io ti

prego, Menahem: se la spada non

l, dove l'abbiamo messa, non

cercarla pi.

Menahem ride con sarcasmo.

MENAHEM

Non dovrei cercarla? Cio dovrei

rinunciareallalotta,alla

grandezza, alla possibilit di

essere libero? E' questo che

vuoi, vero? No! Se non liberer

la nazione, la seppellir. E

anchetumoriraisenon

restituisci la spada. Vieni con

me a Masada.

PAOLO

(Con voce forte e decisa)

Io non l'ho presa e comunque non

verr con te perch non voglio

che qualcuno la tocchi. E' finito

per noi il tempo della spada.

MENAHEM

Tu, canaglia!!

Gli occhi di Menahem fiammeggiano, lanciando su Paolo uno sguardo di fuoco. La sua mano si stringe con forza sul coltello appena estratto dalla tasca, quindi si appresta a sollevarla per colpire, ma d'improvviso resta come paralizzato. Arretra lentamente ardendo ancora di rabbia. I suoi occhi incrociano quelli di Paolo che, senza battere ciglio, sembra sostenere la lotta, il confronto, senza alcuna paura.

Pensaci e restituisci la spada!

Altrimenti, morirai...

Paolo osserva le sue mani tremanti avvolte nelle bende di lino. Queste lentamente cominciano a sanguinare. Poi, con una espressione di pace, mista a sofferenza, volge i suoi occhi verso quelli di Menahem.

PAOLO

Ascolta fratello. Io non Lo

tradir; anche se mi toccher

pagare molto caro per questo.

MENAHEM


Dal romanzo di41Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Pensaci. Perch ti uccider senza

alcuna piet.

Si volta bruscamente in direzione della citt e si allontana velocemente, con il sole, la cui luce pi vigorosa, sale all'orizzonte.

FI di Paolo. Entrano in campo Luca Timoteo e Gaio,risvegliatidalle minacce di Menahem. I tre discepoli si accostano al maestro con visi perplessi, in cerca di una spiegazione.

LUCA

Chi era Paolo?

PAOLO

(Dopo una breve pausa di

riflessione)

Il mio passato.

LUCA

Chi?....

PAOLO

(Sbrigativamente,conla

chiaraintenzionedi

cambiare discorso)

Ascoltate fratelli. Domani andr

solo al Tempio.

I tre discepoli accennano una debole reazione di disappunto.

Voi tornerete alla comunit di

Gerusalemme.LGiacomovi

indicherlastrada.Quella

preparata per voi.

LUCA

Sento un pericolo Paolo....

PAOLO

.... Non vi preoccupate per me.

Ricordate fratelli che sarete

giudicati sull'amore.

Luca, Timoteo e Gaio siedono accanto all'apostolo, in ascolto quasi contemplativo.

Non abbiate alcun debito con

nessuno, se non quello di un

amore vicendevole; perch chi ama

il suo simile ha adempiuto la

legge. Infatti il precetto: Non

commettereadulterio,non


Dal romanzo di42Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


uccidere,nonrubare,non

desiderareequalsiasialtro

comandamento,siriassumein

queste parole: Amerai il prossimo

tuo come te stesso. L'amore non

fa nessun male al prossimo: primo

compimento della legge l'amore.

Su, andate ora, abbiate fede e...

ricordate le parole di Ges:

chiunque si volta indietro, non

degno di chiamarsi mio discepolo.

Luca, Gaio e Timoteo fanno cerchio intorno a Paolo, istintivamente lo abbracciano, consapevoli che quel gesto per loro, ora rappresenta forse l'ultimo saluto.

La mdp inquadra il gruppo dall'alto e lentamente esegue una carrellata verticale (Dolly).

STACCO

046 - GERUSALEMME - CORTILE ESTERNO DEL TEMPIO - ESTERNO GIORNO

Paolo cammina tra la folla di fedeli, sorridente. Sembra avere nel cuore una gioia profonda per il servizio al Santuario che si appresta a fare. Accarezza i bambini, saluta gli uomini che acquistano gli animali per il sacrificio, passa attraverso le bancarelle dei cambia valuta. Il frastuono generale.

Ad un certo punto si intravvede la porta che separa il cortile esterno da quello interno. Ai lati dell'ingresso pi guardie controllano la calca dei fedeli. Attraverso una gradinata di ingresso, i pellegrini, entrano ed escono a fatica.

Dettaglio di una tavolettache riporta la scritta in aramaico:

I PAGANI CHE OLTREPASSANO QUESTA PORTA SARANNO RESPONSABILI

DELLA PROPRIA MORTE.

(In sovra impressione appare la traduzione)

Paolo alza il capo e si sofferma sulla scritta; poi esce dal campo visivo della mdp.

Due fedeli si accostano ad una bancarella e acquistano una cesta piena di uva, pane, olive e fichi.

Un sacerdote, ad un lato della porta, riceve i doni dei fedeli, li passa ad un suo subalterno e si appresta, con grandi forbici, a tagliare i capelli di quelli che hanno gi versato il loro sacrificio.

Entra dunque in campoPaolo ed anche lui si sottopone allastessa procedura della purificazione.

047 - GERUSALEMME - CORTILE INTERNO DEL TEMPIO - ESTERNO GIORNO

La mdpsegue la calca della folla mentre attraversa la porta esi introduce nel cortile interno. Paolo, a fatica riesce ad


Dal romanzo di43Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


entrare quando improvvisamente, al di sopra del clamore che regna nel cortile, risuona una voce.

Appare un fariseo che si accorge della presenza di Paolo. Lo riconosce e velocemente gli corre incontro. Si avvicina in tono chiaramente minaccioso a Paolo.

FARISEO

Guardate!E'lui!L'ho

riconosciuto.Guardate!Il

traditore!

In CT viene inquadratoPaolo al centro. Si guarda intornoconsapevole degli sviluppi che lo attendono. Centinaia di occhi lo fissano. Tutto il cortile piomba in un rigoroso silenzio.


La mdp esegue qualche veloce PP, ad osservare Paolo con rabbia, inquisitorio.


FIo MF dei presenti, intentidisgusto, sospetto e sguardo


Poi si vedono ancora tutti i presenti. Sembrano essere indecisi sul da farsi, poi cominciano a bisbigliare, prendono lentamente coraggio, si osservano vicendevolmente per cercare tra loro uno che trovi il coraggio dell'iniziativa.

Uno di loro si fa portavoce ed urla.

UN UOMO

E' Paolo! Guardate!Ha profanato

il tempio! Ha fatto entrare un

non circonciso!

Immediatamente scoppia uno strepito selvaggio. Tutti i presenti si gettano su Paolo. Lo afferrano per le braccia, per i capelli, per la barba, lo buttano in terra, lo prendono a calci e lo calpestano.

Dall'alto, la mdp stringe l'inquadratura sulla mischia sino a raggiungere in MF il volto di Paolo inondato di sangue. Decine di mani gli strappano le vesti.

Soggettiva di Paoloche osserva gli aggressori dal basso. Vedefacce furiose ed occhi stravolti, bocche spalancate e piene di schiuma, denti balenanti.

PPdel fariseo.

FARISEO

Non qui! Non nel Tempio! Qui non

si pu uccidere! Non qui!!

STACCO

048 - GERUSALEMME - UN VICOLO - ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di44Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


CMDi un gruppo di legionari romani al seguito di un decurionementre corrono.

STACCO

049 - GERUSALEMME - CORTILE INTERNO DEL TEMPIO - ESTERNO GIORNO

La mdp segue la follaaccalcata su di lui mentre lo trascinaattraverso la scalinata nel cortile esterno del Tempio. Paolo appare a brandelli, insanguinato, senza chitone e mantello.

STACCO

050 - GERUSALEMME - UN ALTRO VICOLO - ESTERNO GIORNO

Lo stesso gruppo di legionari romani al seguito di un decurione sbuca correndo da una viuzza, va incontro alla mdp. La mdp ne segue l'azione sino a che questi scompaiono dietro l'angolo diuna casa.

STACCO

051 - GERUSALEMME - ESTERNO DEL TEMPIO - ESTERNO GIORNO

Paolo ora trascinato all'esterno del Tempio. Dietro di lui viene richiuso con violenza il portone.

La mdp inquadra dal basso Paolo e la calca di persecutori.Ilcerchio di aggressori intorno a lui improvvisamente si apre, le gambe e le schiene si disperdono in preda al panico. Dal fondo sopraggiungono velocemente i soldati romani con a capo il decurione. Un soldato si mette a suonare una piccola tromba per richiamare soccorsi.

I soldati raggiungono Paolo colpendo con decisione quelli pi vicini con le lance e gli scudi. Poi formano un ferreo cerchio intorno a lui.

Da lontano, a passo veloce giunge un altro nutrito manipolo di soldati con a capo un centurione che immediatamente entra nel cerchio dei legionari; a due di loro ordina di incatenare l'uomo e di rimetterlo in piedi. Nel frattempo, il resto della coorte respinge a fatica la folla sempre pi imbestialita e urlante.

Paolo appare in uno stato pietoso: seminudo, con il corpo pieno di lividi, sangue e fango, barcollante fra le braccia di due legionari.

STACCO

052 - GERUSALEMME - FORTEZZA ANTONIA - INTERNO GIORNO

La mdp segue un uomo. E'il tribuno Claudio Lisia che velocemente, in tutta fretta, percorre un angusto e stretto corridoio. E' seguito da due ufficiali. Due guardie, presenti all'uscita, lo salutano.

STACCO


Dal romanzo di45Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


053 - GERUSALEMME - CORTILE DEL PRETORIO - ESTERNO GIORNO

Lisia esce con passo deciso e nervoso sul cortile. Ha uno sguardo chiaramente irritato per i disordini. I due ufficiali, preoccupati, continuano a seguirlo.

La mdp lo segue frontalmente poi apre l'inquadratura facendo entrare in campoPaolo, il centurione, il decurione e tutti isoldati rientrati dal tumulto. Paolo appare incatenato in terra, accanto ad una bassa colonna di marmo con un cerchio di ferro in cima. Con le mani cerca di asciugare il sangue che gli inonda la fronte. Accanto a lui, un torturatore ha fra le mani un ben visibile flagellum, altri due le sferze, in attesa di ordini. All'esterno del cortile del pretorio si sente ancora la folla urlante.

LISIA

Chi sei?

PAOLO

Mi chiamo Paolo.

LISIA

(OsservandoPaolocon

sdegno e disprezzo)

Parli la nostra lingua. Di dove

sei? Sei forse greco?

PAOLO

No. Sono di Tarso.

LISIA

Parla canaglia! Che cosa hai

detto o fatto alla folla per

creare tutto questo disordine?

(Pausa) Dunque?

Paolo muove la testa negando la risposta.

LISIA

(Convocerabbiosa,

gridando)

Flagella!!

Si allontana dal cortile rientrando con i due ufficiali al suo fianco. Due soldati afferrano Paolo, lo spingono in terra. Uno dei due gli appoggia sul petto un piede e gli strappa l'ultimo lembo di abito rimasto. Poi lo legano alla colonna con delle cinghie di cuoio, lo afferrano per i capelli sbattendogli il viso sul marmo.

Particolaredelle mani di Paolo avvolte nelle bende e tremantiper il dolore inferto.


Dal romanzo di46Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Con la guancia accarezza la pietra, come se volesse condividere in un abbraccio le sofferenze del suo Ges.

Paolo si volta sollevando lo sguardo verso il centurione.

Appare pallido, febbricitante.

PAOLO

(Inaspettatamenteea

fatica)

Il tuo superiore ti ha ordinato

di flagellarmi? Da quando

permesso frustare un cittadino

romano?

STACCO

054 - CAMERA DI COMANDO DEL TRIBUNO - INTERNO GIORNO

Nella camera entra con passo deciso il centurione. Si avvicina a Claudio Lisia che nel frattempo appare discutere con i due ufficiali osservando carte e mappe su un tavolino. Il centurione saluta e senza indecisione, pervaso da inquietudine, interrompe la discussione.

CENTURIONE

Tribuno.

LISIA

(Infastidito)

Che c' ancora?

CENTURIONE

L'uomoaffermadiessere

cittadino romano.

LISIA

Per Hecate! Solo questo mancava!

Dagli Ebrei ci si pu aspettare

tutto. Dunque la questione si

complica, come tutto in questa

maledettacittchedivora

procuratori e tribuni. Slegatelo

e mettetelo in prigione. Dategli

da bere, da mangiare e qualche

straccio da mettersi addosso.

La voce FCdel tribuno Claudio Lisia accompagna le immaginisuccessive in cui Paolo viene trasferito nella prigione di Cesarea.

STACCO

055 - GERUSALEMME - CORTILE DEL PRETORIO - ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di47Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


La mdp inquadra da una finestra il cortile del pretorio. Una coorte pronta a partire ed i soldati iniziano la marcia. Vi sono anche schiavi posti su due file, legati con catene alle mani e ai piedi. Un carro, nel cui interno ben visibile Paolo, li precede. Claudio Lisia osserva le operazioni della partenza.

LISIA

FCClaudio Lisia, all'illustre

Felice, procuratore romano. Ti

invio, illustre, un uomo di nome

Paolo, ebreo di Tarso, che i suoi

compatrioti hanno aggredito nel

tempio e volevano uccidere.

DISSOLVENZA INCROCIATA

056 - STRADA PER CESAREA - ESTERNO GIORNO

La coorte, con gli schiavi e il carro, avanza lentamente marciando su una strada battuta. Ai lati appaiono pastori con greggi di capre e pecore.

FCMa io, vedendo che si trattava

di un cittadino romano, e temendo

chesiperpetrasseuntal

crimine, ho preso le sue difese.

L'ho strappato dalle mani della

marmaglia.

DISSOLVENZA INCROCIATA

057 - VILLAGGIO SULLA STRADA PER CESAREA - ESTERNO GIORNO

La coorte entra in un villaggio. Le donne accanto ad un pozzo, ritirano velocemente i loro piccoli. I battenti delle porte vengono prontamente richiusi lasciando trasparire il chiaro desiderio di evitare i pagani impuri.

FCDopo aver rinchiuso questo

Paolo nel nostro castro, ho

ordinato ai sacerdoti e alle

autorit ebree di precisare che

cosa avevano da imputargli.

DISSOLVENZA INCROCIATA

058 - STRADA ANTISTANTE LE MURA DI CESAREA - ESTERNO GIORNO

In CL si intravedono le mura di Cesarea. Il sole, calando ad occidente, illumina con un rosso fuoco le nuvole sopra la citt. La coorte, con gli schiavi ed il carro di Paolo, entra in campo. Lentamente tutti avanzano verso il portone diingresso.

FCPare che abbia visto un certo

Uomo morto, che il procuratore

Pilatoavrebbefatto


Dal romanzo di48Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


crocifiggere,maciononostante

sarebbe ancora vivo.

DISSOLVENZA INCROCIATA

059 - CESAREA - PRIGIONE NEL PALAZZO DEL PROCURATORE - INTERNO NOTTE

Due soldati romani trascinano Paolo lungo un angusto corridoio della prigione. Senza dire nulla lo spingono brutalmente all'interno di una cella. Uno dei due lo guarda con disgusto e gli lancia del pane ammuffito in terra. L'altro lascia una ciotola di acqua in terra, poi richiude con un catenaccio la cella.

FCCome vedi dunque, Felice,

una faccenda di poco conto. Ho

pensato quindi che tu, e la tua

illustreconsortepotreste

desiderarediascoltarloa

Cesarea.

DISSOLVENZA INCROCIATA

060 - CESAREA - CELLA DI PAOLO - INTERNO NOTTE

FI. Paolo appare accovacciato su un pagliericcio e appoggiatoalla fredda parete di pietra. Dal suo volto traspare una chiara sofferenza interiore per il vuoto e la desolazione dei giorni che passano, senza che egli possa continuare la sua missione. La mdp sposta l'inquadratura attraverso la finestrella della sua cella, su una luna piena in PPP, quasi palpabile.

FCHo allora disposto che il

prigioniero fosse portato via da

Gerusalemme per essere consegnato

a te.

Su un piccolo colle appare la sagoma di un uomo. Il chiarore della luna ne fa intravvedere leggermente la figura: Arie. Un debole vento gli accarezza la cuttona di lino, senza maniche, ormai vecchia e sgualcita. Lui appare eretto, ben posato sulle gambe, con un atteggiamento inquieto e insoddisfatto; consapevole che la sua missione non potr essere conclusa cos presto.

Con una carrellata verticale Arie viene ripreso dal retro e sullo sfondo appare l'edificio dove Paolo incarcerato. Sulle mura adiacenti alcune guardie, illuminate dalle fiaccole e dalla luna, fanno la ronda.

STACCO

061 - CESAREA - ATRIO DEL PALAZZO DEL PROCURATORE - ESTERNO GIORNO

FIdi una fontana che zampilla in una coppa di marmo bianco.


Dal romanzo di49Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


FIdel procuratore romano Felice. Indossa una toga, siedecomodamente su un grande seggio dorato, con le gambe muscolose distese davanti a s. Sulla sua faccia grossa e volgare di liberto si ravvisano boria e cupidigia. La sua consorte Drusilla, siede al suo fianco: giovane, molto bella, con uno sguardo sensuale e indolente.

FIdi una statua dell'imperatore romano.

Nell'atrio appaiono guardie che introducono Paolo, libero dalle catene. Felice, con un cenno della mano ordina ai soldati che lo facciano avanzare. Una delle guardie esegue prontamente l'ordine spintonandolo. Paolo avanza con passo affaticato e resta in piedi davanti ai due consorti, basso, col viso smunto, con la testa inclinata. Felice fa cenno ai soldati di uscire e questi eseguono.

Il procuratore e Drusilla fissano con attenzione Paolo.

FELICE

Dunque, tu sei quel Paolo di

Tarso cui mi ha descritto il

tribuno Claudio Lisia.

(Con tono perentorio)

Parla.

PAOLO

Di che devo parlare, o illustre

procuratore?

FELICE

Ebbene, parla di tutto... di quel

Ges... per causa sua che ti

accusano, non cos? Le altre

imputazioni sono inezie!

PAOLO

Dici bene, illustre Felice! Di

nient'altro gli Ebreimi possono

accusare, oltre alla fede in

Ges.

DRUSILLA

(Con curiosit)

Dici che Egli resuscitato?

PAOLO

(Con gravit)

Si, Drusilla. E' resuscitato!!

Felice e Drusilla si guardano con una espressione che lascia trasparire curiosit e superstizione.


Dal romanzo di50Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


FELICE

E come fai ad essere cos sicuro,

Paolo?

PAOLO

L'ho visto.

FELICE

(Con diffidenza e timore al

tempo stesso)

L'haivisto?Tihadetto

qualcosa?

PAOLO

Si, illustre. Mi ha detto di

andare a predicare nel mondo e di

portare il Vangelo affinch tutti

credano.

Il procuratore fa un gesto di non curanza con la mano poi con un movimento delle dita accenna a Paolo di avvicinarsi. Paolo esegue.

FELICE

Ascolta... Per caso, quel tuo

Resuscitato non sa predire il

futuro? Eh?

PAOLO

Eglisatutto,illustre

procuratore. Ci che fu, che e

che sar. Non esiste segreto per

lui.

FELICE

(Con chiara espressione di

furbizia)

Ehm, sai... forse il tuo Ges

potrebbedirmichecosami

aspetta...

Drusilla batte le mani, e di scatto si alza dalla sedia.

DRUSILLA

Si, si! Che il tuo Ges ci dica.

Entrambi fissano Paolo aspettando la sua risposta.

PAOLO

(Annuendo con la testa)


Dal romanzo di51Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Posso farti, Felice, un'autentica

predizione.

Paolo resta un attimo in silenzio, mentre Felice e Drusilla lo guardano con occhi luccicanti.

PAOLO

Se crederai in Ges e Lo servirai

fedelmente, avrai unavita piena

di fatiche e di dure prove, ma...

FELICE

(Con la delusione dipinta

sul viso)

Sei uno stupido. E' chiaro.

PAOLO

Non sono uno stupido.

FELICE

E il mio destino?

PAOLO

Tu stesso te lo creerai.

FELICE

(Sul suo viso ora pi

spigoloso,cominciaa

diffondere la rabbia)

Io stesso? E' troppo oscuro. Mi

hanno predetto che mi ritirer

all'ombra di una montagna e poi

questa vomiter fuoco.Io dovrei

morire cos miseramente e tu ti

burli di me?

PAOLO

(Con fermezza ed estrema

calma)

Non crescerai al di sopra del tuo

destino. Al di sopra della tua

misura del male e del bene.

FELICE

(Borbottando con disgusto)

La mia misura del bene e del

male? E cos'? Che cosa il

bene, e che cosa il male?

Con un pugno, Felice colpisce il bracciolo dorato del seggio.


Dal romanzo di52Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Vedo che non sai predire.

Drusilla posa la sua mano sul braccio del marito, con la chiara intenzione di calmarlo ma di cercare al tempo stesso un conforto e una protezione.

DRUSILLA

Lascialo stare Felice. Ho paura

di lui.

FELICE

Vedo che non sai predire. Ancora

non so che cosa far di te. Ma i

tuoi mi chiedono di consegnarti a

loro.

STACCO

062 - GERUSALEMME - ANGUSTI VICOLI E STRADINE - ESTERNO NOTTE

La mdp segue in piano sequenza tre uomini: sono Menahem e due sue guardie del corpo. Camminano con passo affrettato fra i vicoli e le stradine anguste e deserte di Gerusalemme, col chiarore della luna, in una notte asciutta, opprimente e silenziosa. La sua prima guardia anticipa il passo, attenta, tesa, circospetta, controllando le vie di accesso; l'altra lo segue guardandogli le spalle e verificando che nessuno li segua.

Appare cos una piazzetta. Entrano in campo Menahem e le sue due guardie del corpo. Queste si accostano ad un portone, sempre guardandosi intorno circospette. Menahem, in attesa, comanda ad uno dei suoi sicari di bussare. Subito viene eseguito l'ordine e poco dopo viene aperto. Appare la figura di un servo della casa che riconoscendoli, accenna un debole inchino e li invita ad entrare. I tre, prontamente si introducono in casa, uno alla volta e concedendo la precedenza a Menahem. Il portone viene rapidamente richiuso.

STACCO

063 - CASA DI TERTULLIO - SALA PIU'INTERNA - INTERNO NOTTE

FIdel padrone di casa. E' Tertullio: basso, calvo, con gliocchi azzurri in continuo movimento. Vestito con tipico abbigliamento fariseo: con i filatteri sulla fronte e sul braccio, ed un lungo mantello con ampie pieghe e ornato di nappe. Con passo sicuro ed il sorriso sulle labbra va incontro a Menahem. Tuttavia dal suo sguardo trapela una punta di inquietudine accuratamente dissimulata.

TERTULLIO

(Salutandol'ospitecon

effusione)

Benvenuto Menahem. La pace sia

con te. Mi rallegro di vederti.


Dal romanzo di53Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Lascia che la mia servit ti lavi

i piedi, e poi accetta una

modesta cena.

La mdp allarga il campo visivo lasciandovi entrare Menahem con le sue guardie del corpo e alcuni servi di casa l presenti. Tertullio schiocca leggermente le dita e con gesti consueti ordina agli schiavi di imbandire rapidamente la tavola. Questi con un inchino cominciano ad organizzare la cena uscendo dalla inquadratura.

STACCO

064 - CASA DI TERTULLIO - TERRAZZO - ESTERNO NOTTE

Tertullio e Menahem sono adagiati su comodi canap. Dinnanzi a loro imbandito abbondante cibo e l'olio bollente delle lampade l presenti, schioppetta e illumina l'intero terrazzo.

TERTULLIO

Bevi Menahem. Noi farisei abbiamo

promesso di digiunare per i

peccati di molti. Ma questo non

riguarda te.

MENAHEM

Tertullio, non sono venuto qui

per parlare di purificazione.

Voglio comunicarti una cosa che

sicuramenteancoranonsai.

Felice statodestituito. Andr

esiliato in una citt chiamata

Pompei. E' arrivato il nuovo

procuratore capisci!?

TERTULLIO

(Con amabile meraviglia)

Oh!

Fa cenno ad un servo di versare del vino all'ospite e questi esegue.

STACCO

065 - STRADA CHE CONDUCE A CESAREA - ESTERNO NOTTE

In CM appare una colonna di uomini a cavallo. Proseguono lentamente, con cautela, avvicinandosi alla mdp. Sono una decina di sicari assoldati da Arie. In testa alla colonna, pure a cavallo appare proprio Arie.

STACCO

066 - CASA DI TERTULLIO - TERRAZZO - ESTERNO NOTTE

TERTULLIO


Dal romanzo di54Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Una notizia davvero interessante.

Ne sei sicuro Menahem?

MENAHEM

Si. Il nuovo procuratore domani

sar qui a Gerusalemme. Si chiama

Festo.

TERTULLIO

Benissimo. Sicuramente vorr che

sia fatta un'offerta al Tempio e

noi ne otterremo grossi vantaggi.

MENAHEM

Naturalmente,naturalmente.Ma

c'unaquestionepi

importante. Questo procuratore

consideratomoltoindulgente.

Forsevorrliberarealcuni

prigionieri.

TERTULLIO

Alludi sicuramente a Paolo di

Tarso.

MENAHEM

Si. Alludo a lui.

Beve il vino dalla coppa.

TERTULLIO

(Giocherellandoconuna

nappa del suo mantello)

E allora?

STACCO

067 - CESAREA - COLLINE ADIACENTI LA STRADA - ESTERNO NOTTE

I sicari scendono da cavallo.

Arie d ordine di disperdersi e trovare riparo. Si accingono chiaramente ad organizzare una imboscata.

MENAHEM

FCUn mio fidato lo osserva da

tempo.Bennascosto,e

cautamentenesegueogni

spostamento.

PPDi Arie. Appare febbrilmente nervoso, inquieto per l'attesa.


Dal romanzo di55Jan Dobraczyňski


La spada santa

068 - CASA DI TERTULLIO - TERRAZZO - ESTERNO NOTTE

MENAHEM

Paolo, una volta libero non rester da queste parti. Partir sicuramente per l'Asia.

TERTULLIO

(Con indignazione)

Per fare del proselitismo. Per distogliere la gente dalla sinagoga! Lo sai Menahem, che per colpa dei suoi insegnamenti

dappertutto diminuiscono le offerte? Abbiamo chiesto molte volte a Felice di sottoporlo al giudizio del Sinedrio senza aver mai avuto soddisfazione.

(Riflessivo)

Sembrava come se avesse timore di lui.

MENAHEM

(Senza guardare Tertullio e

rigirando la coppa fra le

dita.)

Allora chiedetelo a Festo.

TERTULLIO

E se rifiuta?

MENAHEM

Probabilmente rifiuter se gli confessate che desiderate la morte di Paolo. Ma ditegli che volete riesaminare il caso di un uomo che per colpa di Felice soffre ingiustamente.

TERTULLIO

(Con stizza)

Ingiustamente. E poi? Se non ci consegna Paolo?

MENAHEM

Ho pensato anche a questo. Allora fate il processo a Cesarea. E proclamate l'innocenza di Paolo! Ma al tempo stesso esigete che


Marcello Fiorentino

STACCO


Dal romanzo di56Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


venga con voi al Tempio per

purificarsi. In fin dei conti

un fariseo.

TERTULLIO

(Interrompendolo e sputando

a terra)

E' un cane impuro, non un

fariseo.

(Ora con calma lucida e

fredda)

E voialtri? Che farete?

MENAHEM

Lascia il resto a noi. Ho solo

bisogno di trecento talenti.

STACCO

069 - CESAREA - COLLINE ADIACENTI LA STRADA - ESTERNO GIORNO

CLLa mdp inquadra il mare adiacente e con una carrellata orizzontale, allargando il campo, mostra i versanti collinariche terminano sulla strada che conduce a Cesarea.

La mdp si ferma in CTsui cavalli dei sicari; legati aglialberi di olivo e sparsi disordinatamente sul colle.

Con una serie di FI, MF, PP, PA, la mdp inquadra i sicari appostati dietro arbusti, grossi massi, in attesa dell'assalto. Gli uomini appaiono febbricitanti, concentrati e determinati. Indossano abiti sgualciti, sporchi di polvere, ed impugnano lunghi coltelli. Hanno visi sudati e rugosi, barbe poco curate, cicatrici. L'intero ambiente appare verdeggiante e fiorito, ricco di alberi e cespugli, di boschetti e vigne, malgrado l'estate torrida e la calura presente.

Particolaredal retro dei piedi sporchi e dei calzariimpolverati di Arie. Nella inquadratura si staglia una lunga ombra sul selciato, a testimoniare il sole basso al tramonto. Sullo sfondo, la strada discende lungo il colle nascondendo la vallata. Quindi, sempre dal retro, con una carrellata verticale, la mdp sale lungo la figura di Arie lasciandoapparire l'intera vallata e in lontananza le mura di Cesarea.

Lungo la strada, con passo veloce, avanza un ragazzo, di aspetto non ancora maturo ma sveglio e servile. Questi sbracciandosi richiama l'attenzione di Arie.

RAGAZZO

Arrivano...

Quindi raggiunge il capo dei sicari.

(In affanno per la lunga

corsa)


Dal romanzo di57Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Tre uomini in groppa ad asini.

Non sono romani... e nemmeno

contadini.

Tre uomini, in groppa ad asini, risalgono lentamente lungo la strada della collina. Sono Tertullio e altri due sacerdoti. Sono reduci dal processo a Cesarea che vede imputato Paolo. Appaiono stanchi per la fatica del giorno e la marcia.

SACERDOTE A

(Con voce irritata)

Ma da dove arriver il Messia?

Non lo sappiamo. Perfino lui non

saprdiessereilMessia.

Soltanto quando verrnel Tempio

e far sgorgare una fonte...

Giunti a pochi passi da Arie, bruscamente si interrompe.

FIdi Arie. Appare saldamente fermo nel mezzo della strada, conuna mano pronta ad afferrare il coltello da una tasca.

CTdei tre sacerdoti sorpresi e quasi presi dal panico.

SACERDOTE B

Chi sei? Siamo devoti dottori che

preganopertuttiifigli

d'Israele.

ARIE

(Con voce vibrante)

C' tra voi il rabbi Tertullio?

SACERDOTE B

(Convocespaventatae

bassa)

E anche se ci fosse? Che cosa

vuoi?

Arie si fa brutalmente largo tra gli asini. Quindi afferra per la manica Tertullio.

ARIE

Sei tu, rabbi?

TERTULLIO

(Tremante di paura)

Si, e allora? Chi sei? Che vuoi?

ARIE

Sono Arie, il figlio di Johannan.


Dal romanzo di58Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


TERTULLIO

(In tono pi tranquillo)

Ebbene,perchgriditanto?

Perch ci molesti?

Arie lo tira per il mantello disarcionandolo, poi afferra l'esile braccio premendolo con forza.

ARIE

Che ne di Paolo? Lo avete con

voi?

SACERDOTE A

Quellacanaglia!Quelporco

rognoso! Quell'impostore!

ARIE

(Interrompendoconuna

terribile reazione e sempre

rivolto a Tertullio)

Cosa? Parla!

Strattona Tertullio.

TERTULLIO

(Convocetremantee

lamentosa)

Quelladrone...Arie...quel

porco...siappellatoa

Cesare... al cesare di Roma.

Vigliacco!Equellostupido

romano ha detto che lo mander

l...gliabbiamoofferto

dell'oro.

UN SICARIO

FCOro, Arie!

ARIE

(Convocespaventosae

delirante)

Lo mander a Roma? A Roma!?

TERTULLIO

(Gemendo)

Si. Si, ma noi lo abbiamo

maledetto.Perisette

arcangeli...affinchilsuo

viaggio sia irto di pericoli...

affinchsiapresodalla

disperazione.


Dal romanzo di59Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


ARIE

(Riflessivo e delirante)

Lo mander...a Roma.

Serra i denti ed emette un grido lungo e selvaggio.

Noooo!!

Con una mossa fulminea afferra il coltello e lo immerge fino all'impugnatura nel petto di Tertullio. Poi lo estrae con altrettanta decisione e violenza.

PPdi Arie: pago del suo gesto violento.

La mdp inquadra i piedi di Arie e il selciato della strada. Tertullio entra in campomentre stramazza a terra, privo divita, con il sangue che gli esce dalla bocca e gli occhi sgranati, a voler testimoniare l'ultimo tragico e violento evento della sua vita.

STACCO

070 - CESAREA - CELLA DI PAOLO - INTERNO GIORNO

In FI, dietro le sbarre appaiono una guardia romana ed un centurione: non pi giovane e brizzolato. Ha un volto largo e scuro, screpolato dai venti, dalla canicola e dal gelo. E' il tipico pedante esecutore di ordini militari, senza crudelt. Appare robusto, con una espressione che lascia trasparire la soddisfazione per quella sua ultima missione, prima di godere della pensione a Roma.

Ordina di aprire la cella e la guardia esegue. Il centurione si ferma sulla soglia, posa entrambe le mani sui fianchi, osserva attentamente Paolo. Quindi entra.

FIdi Paolo. Appare accovacciato su un pagliericcio. Le manisono sempre avvolte da un misero panno di lino. E' visibilmente sereno e consapevole del viaggio che lo attende a Roma. Sul viso appare una chiara felicit ma anche una stanchezza per il lungo tempo di prigionia.

PAOLO

Il signore sia con te, romano!

PPdel centurione. Ride reagendo alla frase di Paolo.

GIULIO

(GuardandoPaolocon

curiosit)

Ti saluto, Paolo. Mi chiamo

Giulio. E cos verrai a Roma con

me. Dicono che ti sei appellato a

Cesare.

PAOLO


Dal romanzo di60Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Mi sono appellato e sono contento

di andare.

GIULIO

(Con sorpresa e diffidenza)

Tieniti pronto! Salperemo domani

odopodomani.Siamogiin

ritardo, sono le ultime navi che

prendono il mare.

Fa per uscire ma ad un tratto sembra ricordarsi qualcos'altro. Tira su il naso, si passa la mano sulla parte destra del ventre.

Sei pratico di cure? Ho un dolore

qui. Non posso mangiare grassi,

il vino mi nuoce... Voi ebrei, a

quanto pare, avete dei buoni

medici.

PAOLO

(Con gioia ed un leggero

sorriso)

No Giulio, non sono un medico. Ma

hounamico,ungrecodi

Antiochia,cheungrande

medico.Ancheluivorrebbe

recarsi a Roma... Se tu gli

permettessidivenirecon

noi...Potrebbe esserti utile.

GIULIO

(Con una debole esitazione)

Va bene. Quel tuo amico pu

venire con noi! Scrivigli due

righe, e io stesso gli mander un

corriere, perch si affretti.

CTGiulio esce facendosi riaprire la cella.

FIdi Paolo con un evidente sguardo di gioia e commozione. Siaccosta alle sbarre, vi si appoggia pesantemente osservando Giulio che si allontana con passo deciso.

STACCO

071 - PORTO DI CESAREA - ESTERNO GIORNO

Nel porto di Cesarea appare una nave con una doppia fila di rematori. Il vento soffia impetuoso penetrando nel porto. Il mare batte contro gli enormi macigni che formano il frangiflutti. Sulla baia volteggiano gabbiani. Il capitano della nave incita i marinai a far presto. Le vele restano piegate. Ad un certo punto, un guardiano lancia un forte grido e subito gli schiavi immergono i remi in acqua. La nave comincia a muoversi sulle acque calme del porto. L'agile legno


Dal romanzo di61Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


dalle fiancate nere, vibra dirigendosi verso l'uscita, facendosi sempre pi leggero e veloce. Doppia speditamente il faro all'estremit del molo e si abbandona con grazia al dondolo delle onde in mare aperto.

STACCO

072 - NAVE - MARE APERTO - ESTERNO GIORNO

CTAppare Giulio seduto su un suo bagaglio, accanto a grosseballe contenenti le sue ricchezze, accumulate in tanti anni di guerra. Accanto a lui siedono, su grossi rotoli di corde, Paolo (in catene), con i polsi scorticati e le bende sulle mani, Luca ed un soldato della scorta (Capitone). Questi un giovane greco, con la faccia larga e scura, la corporatura robusta e una chiara espressione di soddisfazione per l'incarico che lo porter a Roma. Tra lui e Paolo, una catena li tiene saldamente vincolati.

Le vele sono ormai gonfie e si sente il battito regolare dei remi insieme ai comandi del guardiano rivolto ai rematori. La nave segue le onde di un mare increspato, che oppone resistenza, sollevandosi ed immergendosi in continuazione.

La mdp inquadraLuca dal retro e Giulio frontalmente. Questi haevidenti segni di malore e nausea. Luca tira fuori dal suo sacco alcuni limoni e li porge a Giulio.

LUCA

Succhiali, Giulio. E proverai

sollievo.

Giulio li afferra, accenna col capo un leggero ringraziamento e ne prova il succo, sentendo subito un p di sollievo. Quindi, dondolando in coperta, comincia a passeggiare osservando i passeggeri presenti. La mdp ne segue gli spostamenti.

Un uomo, seduto accanto al bordo della imbarcazione, osserva Paolo con occhi attenti e rapaci. E' Arie il quale, ad un certo punto alza lo sguardo verso Giulio che entra in campo. E' pervaso da profondo odio anche per il centurione. Senza sosta tiene la mano infilata sotto il mantello, come per stringere l'impugnatura di un coltello.

PAdi Giulio. Il centurione nota Arie ed il suo sguardo. Appareimpensierito e sospettoso. Continua a succhiare il limone.

Giulio avanza verso il soldato Capitone. Gli indica Arie senza farsi scorgere da questi. Il soldato sposta lo sguardo verso Arie.

GIULIO

Lo vedi?

CAPITONE

Lo vedo, Giulio.


Dal romanzo di62Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


GIULIO

Tienilo d'occhio. Non mi piace.

Si accosta a Paolo fissandolo negli occhi.

(A Paolo)

Ascolta. Quando saremo a Sidone,

mi prometti che non cercherai di

scappare, se ti lascio entrare in

citt?

PAOLO

(Annuendo con gravit)

Non scapper.

GIULIO

Bene.

(Rivolgendosi a Capitone)

Tu andrai con loro.

(Voltandosi verso Paolo)

Fateprovviste,perchil

capitanopensachesarun

viaggio lungo e difficile.

PAOLO

Che Ges, nostro Signore ti

ricompensi.

GIULIO

Guarda quello l.

(Indicando il giovane Arie)

Lo conosci?

PAOLO

(Spostando lo sguardo verso

Arie)

No.

GIULIO

Ti guarda come se gli avessi

ucciso il padre e la madre.

PAOLO

Molti mi guardano cos, Giulio.

STACCO

073 - PORTO DI SIDONE - ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di63Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Paolo (in catene), con i polsi scorticati e le bende sulle mani, Luca e il soldato di guardia (Capitone) scendono a terra attraverso la passerella. Quindi entra in campo Giulio che, gi presente sul molo, li attende e li fa passare.

La mdp stringe l'inquadratura sulla FI di Giuliomentre Paolo,Luca e la guardia ne escono. Giulio, con molta attenzione, osserva le operazioni di sbarco delle merci e dei viaggiatori.

Paolo Luca ed il soldato si allontanano percorrendo il molo, brulicante di operai, marinai, schiavi, commercianti. Tutti presi nei loro quotidiani lavori.

Arie, molto debole, si alza in piedi. Si avvolge nel mantello e vacillando, comincia ad avanzare fra la gente verso il ponticello di sbarco.

Arie, discendendo dalla passerella, incautamente continua ad attirare l'attenzione di Giulio il quale lo ferma dopo averlo osservato con molta attenzione. Con la mano posata con indifferenza sull'impugnatura del gladio, gli sbarra l'uscita con il proprio corpo.

PAdi Arie che fermandosi osserva Giulio con rabbia mal celata.Poi, segue con lo sguardo il gruppetto che si allontana sul molo.

Particolaredella mano di Giulio sulla impugnatura del gladio.

PPdi Arie

ARIE

(Con voce dura e roca)

Togliti di mezzo.

GIULIO

(In tono beffardo)

FCDove corri cos?

Particolaredella mano di Arie che istintivamente si infilasotto il mantello.

Giulio, altrettanto rapidamente sguaina la spada e la punta sul petto del ragazzo. Arie indietreggia sollecitato dalla punta del gladio.

GIULIO

(Con durezza)

Torna al tuo posto.

Arie raggiunge il suo giaciglio e Giulio torna a sedere sui suoi sacchi in coperta. Prende una caraffa l vicino e ne beve il contenuto, poi batte con soddisfazione la mano sui suoi sacchi.

STACCO


Dal romanzo di64Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


074 - NAVE - MARE APERTO - ESTERNO GIORNO

Con una inquadratura aereaappare la biremi in mare aperto,sballottata dal mare mosso.

A poppa, in coperta, Paolo avvolto nel suo mantello. Sembra raccontare a Luca dei suoi viaggi e questi reagisce con attenzione e profondo interesse. Sono entrambi accostati al bordo della nave.

Dettagliodei remi che affondano ritmicamente in acqua,emergendo e rituffandosi, tra gli schizzi e la schiuma prodotta dalle onde.

FIdi Paolo e Luca sempre accostati al bordo dell'imbarcazione.Paolo d una affettuosa pacca sulla spalla di Luca che resta voltato a guardare il mare, ed esce dal campo.

FIDi marinai che eseguono gli ordini del capitano: tirandofuni, spiegando vele, facendo nodi.

La mdp seguePaolo, che camminando lungo il bordodell'imbarcazione, si accosta ad un barile. Pi in l Giulio sembra dormire profondamente sui suoi sacchi. Paolo, raggiunto il barile, prende una ciotola che porta alla cintura e la riempie di acqua.

MFdi Arie che appare accasciato e sofferente l accanto.

La mdp in dettaglio segue il percorso della catenaposta fraPaolo e Capitone. Quindi giunge, allargando il campo, sino al volto del soldato. Questi sta sonnecchiando.

MFdi Arie. In campo entra Paolo il quale si china, allunga lamano con la ciotola e gliela porge.

PAOLO

Bevi.

Con una mossa fulminea Arie afferra la ciotola, beve avidamente fino in fondo. Poi emette una smorfia di rabbia, si appoggia su un gomito e tende la mano per afferrare una borsa l accanto. In campo entra il piede di Capitone che, schiacciando con forzail braccio di Arie, ne ferma il delittuoso tentativo di afferrare ancora una volta un coltello. Arie solleva il capo guardando in faccia Capitone con una smorfia di sfida.

CAPITONE

(A Paolo, indicando Arie)

FINontiazzardaread

avvicinarti a questo qua.

Lo strattona tirandolo per la catena.

STACCO

075 - NAVE - UNA BAIA DI CIPRO - ESTERNO NOTTE


Dal romanzo di65Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


In coperta tutti i viaggiatori, sparsi e rannicchiati, dormono profondamente. Il mare appare calmo, e battendo contro la nave, di tanto in tanto, sembra gemere. La biremi, ancorata in una piccola insenatura coperta dai venti, si lascia dondolare da un vento leggero. Il fasciame e le travi cigolano. Anche nella stiva gli schiavi riposano ed i loro remi sono ritirati. Ma in lontananza si intravedono grossi e minacciosi nuvoloni. I lampi, seguiti a tempo dai tuoni, proiettano il loro bagliore sulla superficie dell'acqua. La luna fa capolino creando un'alternanza di luci ed ombre. Il timoniere osserva con preoccupazione l'incalzare del cattivo tempo, presagendo l'arrivo di una bufera.

La mdp si avvicina aPaolo stringendo il campo sino ad un PPP.Questi appare disteso, assorto nei suoi pensieri, come in attesa di un tragico evento.

FLASH BACK BIANCO

075 (I) - APPARIZIONE DI SERGIA

Ricompare Sergia in MF. Gli tende le braccia come a volerlo sollevare da terra per poi sorreggerlo e guidarlo. La sua voce, con un chiaro riverbero, sembra provenire da un altro tempo, un altro luogo lontano.

SERGIA

L'amore non avr mai fine. Sento

che tu Paolo, conquisterai il

mondo che ora di Roma.

DISSOLVENZA INCROCIATA

075 (II) - GERUSALEMME - LAPIDAZIONE DI STEFANO - ESTERNO GIORNO

Con una dissolvenza bianca in chiusura ed apertura, Paolo tornacon la mente e i pensieri alla lapidazione di Stefano. Le immagini, in veloce sequenza, appaiono con una serie di effetti panning, quindi con i soggetti in movimento e gli sfondi mossi.

Una folla urlante trascina Stefano verso il Tempio, tirandolo per i capelli e la cuttona.

Stefano compare coperto di sangue e di lividi. Cade in ginocchio e alza gli occhi al cielo. Spalanca le braccia e sul suo volto appare una strana espressione di gioia liberatoria.

La turba urlando e fischiando, lo trascina nella valle del Cedron, nell'alveo di un sassoso torrente.

Falsi testimoni stendono i propri mantelli ai piedi di Saulo e raccolgono pietre.

Saulo assiste freddo ed impassibile, con i mantelli ai suoi piedi.


Dal romanzo di66Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


I testimoni lanciano le pietre contro Stefano e la turba, rabbiosamente li segue.

Stefano cade fra le pietre che continuano a sommergerlo, grondante di sangue.

FLASH BIANCO

075 (III) - TRASFIGURAZIONE

Con una dissolvenza bianca in chiusura, l'immagine torna suPaolo, disteso in coperta, sulla imbarcazione.

In campo entrano due manicon i segni della crocifissione. Siallungano per sollevare Paolo il quale a sua volta tenta di raggiungerle per afferrarle, toccarle, baciarle, condividerne la sofferenza. Le sue mani sono sempre avvolte da un panno di lino. L'immagine sottolineata da una luce intensa, come a

voler evidenziare una presenza ultraterrena, una trasfigurazione. Ad un certo punto la luce si affievolisce scomparendo del tutto. Le mani si trasformano in quelle di un comune uomo: quelle di Luca, e afferrano con decisione Paolo.

075 (IV) - NAVE - UNA BAIA DI CIPRO - ESTERNO NOTTE

La mdp allarga l'inquadratura ed entra in campo Luca.

LUCA

Paolo! Ti senti male?

Paolo accenna una negazione col capo.

PAOLO

Va, non ti preoccupare. Va a

riposare. Roma ancora lontana.

Luca esce dal camporiprendendo la sua posizione in coperta.

Arie comincia a strisciare sul ponte, tentando di avvicinarsi a Paolo in un suo ennesimo tentativo di assalto. Giulio, con un grugnito, si volta nel sonno cercando una nuova posizione sui suoi sacchi. Arie si ferma istintivamente, e accertandosi che tutto sia tranquillo, riprende a strisciare. Paolo resta in silenzio, senza muoversi e, come in attesa, continua ad ascoltare il fruscio sul ponte.

Arie incalza Paolo con voce soffusa, per non attirare l'attenzione del soldato di guardia e di Giulio. Le sue labbra, infuocate dalla febbre, toccano il volto di Paolo.

ARIE

Zitto. Ti uccider se non mi

dirai...

PAOLO


Dal romanzo di67Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


... Che cosa devo dirti?

ARIE

Dov' la spada?

PAOLO

Quale spada?

ARIE

Quella di Masada... la spada

reale.

PAOLO

Ti manda Menahem?

ARIE

Nonfaredomande!Rispondi

soltanto, altrimenti...

A fatica stacca dal suolo la mano destra, sulla quale si appoggiava e la alza su Paolo. L'apostolo avverte immediatamente attraverso il chitone la punta di una lama.

Con una serie di campi/controcampiArie continua ad incalzarePaolo.

PAOLO

(Mormorando con voce calma)

La spada... la nascosi insieme a

Menahem.

ARIE

Menahem non l'ha trovata.

PAOLO

Meglio cos. La spada non

necessaria.

ARIE

(Conunbisbiglo

intermittente e sibilante)

Parla... dov'... altrimenti...

ti uccido.

PAOLO

Non lo so dov'. Ma Cristo non

vuole...

ARIE


Dal romanzo di68Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


(Gridandoconvoce

soffocata)

... Allora muori!

Arie alza la mano con il coltello. Paolo istintivamente l'afferra e questa ricade inerte. Il coltello sfiora appena il braccio dell'apostolo ma Arie con un urlo tenta di colpire di nuovo. Nello stesso istante il sicario viene colpito alla testa da Capitone e i presenti sul ponte vengono risvegliati. Giulio accorre con la spada sguainata.

PAOLO

Non lo uccidete fratello, non lo

uccidete.

Qualcuno accende una torcia facendone agitare la fiamma, mossa dal vento. Alla sua luce vacillante si intravvede Arie in una pozza di sangue.

GIULIO

Finiscilo.

Capitone sguaina la sua misericordia. Paolo si getta sul corpo inerme di Arie coprendolo.

PAOLO

(Gridando con gemito di

disperazione)

Non lo uccidete!

GIULIO

(Infuriato)

Togliti di l!

PAOLO

Non lo uccidete...

GIULIO

Togliti di l, ti ho detto! Deve

morire.

PAOLO

(Con estrema sicurezza)

Ti prego Giulio, non farlo. In

compenso arriverai sano e salvo

in Italia. Ti prego.

Il centurione scoppia in una risata sarcastica, poi l'attenua turbato, incerto. Osserva Paolo cercando di afferrare il senso di quelle sue parole. All'improvviso, rompe il silenzio facendo disperdere i curiosi.


Dal romanzo di69Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


GIULIO

(Gridando)

Via di qui! E tu, che fai l

impalato?Portaviail

prigioniero.

Capitone esegue e trascina con decisione Paolo sull'altro fianco della nave.

PAOLO

(Rivolto a Giulio)

Ti prego.

GIULIO

(Con perentoriet)

Quando saremo a Mira cambieremo

nave e questo lo lasceremo a

terra.

STACCO

076 - PORTO DI MIRA - ESTERNO GIORNO

Nel porto appare una galera egiziana triremi. La mdp, in piano sequenza, segue tutti i lavori di manutenzione sul ponte e loscafo mentre viene incatramato da operai. Poi si sposta sugli schiavi che caricano sacchi di grano nella stiva e trasportano i bagagli di Giulio. Quindi si ferma su Capitone in FI.

FIdi Paolo e Luca. Sono seduti poco distante su corde, sacchie balle di merce accumulate sul pontile.

Intorno a loro, un nutrito gruppo di fedeli e curiosi, animato dalla fede e dalle parole di Paolo, fermo e in austero e silenzioso ascolto. Tutti sembrano essere rapiti dalla voce calda e appassionata del piccolo apostolo, le cui parole escono di getto, impetuose e trascinanti.

I presenti, sparpagliati, seduti o in piedi, sono giovani e anziani, uomini e donne, bambini in braccio alle madri, lavoratori che hanno terminato di svolgere il proprio lavoro quotidiano, passanti, ricchi mercanti e poveri marinai.

Paolo si alza, e trascinato dal suo stesso entusiasmo, gira fra i presenti, li coinvolge, accarezza i bambini, riuscendo a carpire l'attenzione con il suo sguardo penetrante.

PAOLO

Riguardo ai doni dello Spirito,

fratelli, non voglio che restiate

nell'ignoranza.Voisapete

infattiche,quandoeravate

pagani, vi lasciavate trascinare

verso gli idoli muti secondo

l'impulso del momento. Ebbene, io


Dal romanzo di70Jan Dobraczyňski


La spada santa

vidichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio pu dire "Ges antema", cos nessuno pu dire "Ges Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo. Vi sono poi diversit di carismi, ma uno solo lo Spirito; vi sono diversit di ministeri, ma uno solo il Signore; vi sono diversit di operazioni, ma uno solo Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilit comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, il linguaggio di scienza; a uno la fede e a un altro il dono di far guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia. Ma tutte queste cose l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, cos anche Cristo. E in realt noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: "Poich io non sono mano, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe pi parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: "Poich io non sono occhio, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe pi parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se

fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo il corpo. Non pu l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; n la testa ai piedi: "Non ho bisogno di voi". Anzi quelle membra del corpo che sembrano pi deboli


Marcello Fiorentino


Dal romanzo di71Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


sono pi necessarie; e quelle

parti del corpo che riteniamo

meno onorevoli lecircondiamo di

maggiorrispetto,equelle

indecorosesonotrattatecon

maggior decenza, mentre quelle

decenti non ne hanno bisogno. Ma

Diohacompostoilcorpo,

conferendo maggior onore a ci

che ne mancava, perch non vi

fosse disunione nel corpo, ma

anzi le varie membra avessero

cura le une delle altre. Quindi

se un membro soffre, tutte le

membra soffrono insieme; e se un

membro onorato, tutte le membra

gioiscono con lui. Ora voi siete

corpo di Cristo e sue membra,

ciascuno per la sua parte. Ecco

fratelli. Questo il messaggio

che mi stato chiesto di offrire

oggi a voi, ed io ve lo dono,

esortandoviarientrarealle

vostre case, con la gioia e la

pace nel cuore.

Stanco, siede accanto a Luca. Tutta l'assemblea, avvertendo la conclusione della sua omelia, si disperde. Qualcuno si allontana e i pi si accostano all'apostolo, rendendogli omaggio, inchinandosi, offrendo qualche piccolo dono, baciandogli le mani.

(A Luca)

Non mi hai detto che cosa hai

fatto mentre io ero in carcere a

Cesarea. Sei andato da Giacomo?

Non ti sei recato da nessuna

parte?

LUCA

Sono rimasto a Gerusalemme e a

Betlemme. Poi sono andato a

Cafarnao.

PAOLO

Perch?

Luca abbassa gli occhi imbarazzato. Prende un sacco e ne preleva un oggetto avvolto in un telo. Le sue dita nervosamente estraggono l'oggetto.

LUCA

(Con voce smorzata)

Non so se... lecito.


Dal romanzo di72Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Porge a Paolo una tavoletta e lui la osserva con intensa commozione. E' una icona con il viso di Miriam, la madre di Ges, ben delineato.

Dettaglio dell'icona. Le dita di Paolo accarezzano dolcementela tavoletta seguendone i particolari.

PAOLO

(Senza alzare il capo)

E' lei?

LUCA

Si. Era cos.

Paolo continua a non distogliere lo sguardo sull'immagine, con una espressione strana, pallida.

PAOLO

E' lei. Non l'ho mai vista.

Alza lo sguardo sul medico.

Ma l'ho riconosciuta subito. E'

cos simile al Figlio.

Il pontile brulicante di passanti presi da diverse attivit. Da lontano sopraggiunge Giulio, con un'aria festosa e riposata. Con se ha una brocca di vino. Osserva la gente e beve di tanto in tanto dalla brocca. Quindi raggiunge Paolo, Luca e Capitone che entrano in campo.

GIULIO

(Sedendo accanto a Paolo)

Come stai Paolo? Su, bevi un p

di vino. E' buono. Sai, domani di

sicuro partiremo. Le riparazioni

sono quasi terminate e il vento

cambiato. Senti? Soffia da Sud.

PAOLO

Propriodiquestovolevo

parlarti...

GIULIO

... Allora?

PAOLO

Sarebbe meglio passare l'inverno

qui,Giulio.Lastagione

avanzata e il viaggio lungo.

GIULIO


Dal romanzo di73Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Ma il vento cambiato. La nave

grande e i rematori sono forti.

PAOLO

Se dopo Creta di abbatter il

vento del Nord, perderemo il

carico, e anche le persone.

Credimi Giulio, quel vento

pericoloso!

Giulio posa la brocca, si passa un braccio sulle labbra per asciugarle.

GIULIO

(Con preoccupazione)

Mi hai messo in pensiero. Sei un

uomo strano. Prima mi assicuri

chearriverfelicementea

destinazione, e adesso mi dici

chepotremoaffondare.Il

capitano non ti prender in

parola. Partiremo comunque.

STACCO

077 - NAVE - MARE APERTO - ESTERNO ED INTERNO NOTTE

L'uragano, previsto da Paolo, piombando inaspettatamente da Nord-Est, si abbatte sulla nave. In rapida sequenza la mdp riprende gli eventi che seguono.

Piove con estrema forza ed il vento, tesissimo, ulula. Onde molto alte si impennano e si lanciano con furia contro le fiancate. I remi si spezzano come rami secchi. L'acqua, mugghiando e scrosciando, penetra attraverso i boccaporti provocando il panico fra i rematori legati con le catene.

PETESUCOS (IL CAPITANO)

(Urlando)

Tirate su i remi. Chiudete i

boccaporti.

La nave si piega su un fianco e le casse sul ponte finiscono in mare. I marinai restano sospesi alle corde. Poi si risolleva ed un'onda gigantesca spazza via dal ponte uomini e merci.

PETESUCOS (IL CAPITANO)

Il timone! Il timone!

Il timoniere, con una energica sterzata, gira la nave con la poppa contro l'uragano. I passeggeri, atterriti si rifugiano nella stiva, gi strapiena di sacchi di grano ormai inzuppati. Attraverso la scala penetrano ondate di acqua. I sacchi di grano vengono rovesciati alla rinfusa. Alcuni topi corrono


Dal romanzo di74Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


spaventati nell'oscurit attraverso le persone ed il carico. Le onde, nere come la notte, colpiscono in faccia i marinai.

PETESUCOS (IL CAPITANO)

Tirate su quella corda. Attenti.

Adesso.

Alcuni marinai provano ad eseguire l'ordine ma la fune irrimediabilmente si spezza. Le scotte e i bozzelli volano ia alto lasciando il boma e i pennoni in bala del vento. La cambusa viene allagata ed il cuoco fugge inzuppato di acqua.

GIULIO

(Afferrando Paolo per la

mano)

PerGiove,aveviragione.

Bisognava svernare a Mira. Ma tu

hai detto che mi salver...

ricordalo!!

PAOLO

Non moriremo! Nessuno di noi

morir! Soltanto la nave...

STACCO

078 - MALTA - SPIAGGIA - ESTERNO GIORNO

In CL la mdp inquadrauna spiaggia di Malta, con l'imbarcazionein pessime condizioni, ripiegata su un fianco e poggiata sul fondo. Le onde, leggere, accarezzano la sabbia bianca.

Poi, con una carrellata orizzontale, la mdpavanza lungo laspiaggia, mostrando i naufraghi esausti fra sacchi, corde, legni spezzati e tutto quanto la nave ha lasciato alla deriva dopo l'uragano.

STACCO

FINE DELLA PRIMA PARTE


Dal romanzo di75Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


SECONDA PARTE

(ROMA)

Anno 64 d.C.

079 - ROMA - VIA SACRA - ESTERNO GIORNO

Lungo una strada larga, fra il Palatino ed il Campidoglio, avanzano le coorti pretorie in parata. La mdp, con una inquadratura fissa, lascia scorrere i musicanti, con corni etrombe ricurve, poi quelli con le aquile, le insegne e i vessilli.

Particolaredelle lastre di pietra della strada e del passaggiodei soldati. Il rumore delle calzature ferrate risuona uniforme e martellante, a sottolineare il potere militare dell'impero.

In una colonna compatta, sfila la massa dei soldati, dai visi giovanili, spavaldi e inflessibili.

La calca di pedoni, spinta dai pretoriani che avanzano, si stringe contro i muri indietreggiando.

In testa ad un gruppo di tribuni, emerge la figura di un uomo, in groppa ad un cavallo bianco: Tigellino. Il suo cavallo avanza capricciosamente inarcando la coda e il collo.

Tigellino appare nel pieno delle forze, con una faccia severa, larga, angolosa, come tagliata da un'accetta. Da sotto l'elmo si scorgono capelli grigi. Con estrema attenzione saluta la folla, cercandone consensi e prestando attenzione ai volti con uno sguardo indifferente.

La mdp, con una carrellata verticale scende e inquadrala follafestante che grida e saluta dalle finestre e dalle scale laterali di un'insula a pi piani; quindi si ferma sulla figura di Arie. Appare fermo e indifferente, sulla soglia della bottega di Chalafta, un orafo ebreo trasferitosi da molti anni a Roma. Arie, con un'espressione annoiata, rientra nella bottega scomparendo dietro la calca.

STACCO

080 - INSULA - BOTTEGA DI CHALAFTA - INTERNO GIORNO

Dall'interno della bottegasi scorge Arie che rientra e lafolla festante che si dilegua ritornando alle proprie attivit. La musica, sempre pi lontana, ci fa comprendere come la sfilata sia ormai giunta alla fine.

Quindi appare, entrando in campo, Chalafta. Ha una chiara espressione di soddisfazione per i buoni affari conclusi in giornata. Si accosta ad un banchetto, apre un cofanetto di legno decorato e ben rifinito, prende alcuni oggetti d'oro e li ripone con cura maniacale. Il giovane sicario, siede su un panchetto l accanto, con una evidente espressione smaniosa e ansiosa al tempo stesso.

CHALAFTA


Dal romanzo di76Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Oggi, ho concluso ottimi affari

ragazzo mio. Specie con quel

senatore che appena rientrato a

Romaconipretorianidi

Tigellino. Un uomo a posto. Paga

quantosichiede,non

mercanteggia. A quelli cos vale

lapenamostrarelecose

migliori. E' una miniera d'oro

Arie. Te lo dico io. Impara

questo mestiere. Tutto allora

sar tuo. Avrete di che vivere

tu, i tuoi figli e i tuoi nipoti.

Arie resta in silenzio; poi improvvisamente contrae le labbra, come a rivelare i suoi pensieri e le sue aspettative: diverse e opposte a quelle dell'orafo.

ARIE

Miavevipromesso,Chalafta,

d'informarti.

Il mercante fa un gesto d'impazienza con le mani.

CHALAFTA

Tu pensi solo a questo! Ho

promesso, ho promesso... Verrai a

saperetuttosuqueituoi

cristiani! Ma a che ti servono?

Insomma, impara questo mestiere.

Io ti ho preso in simpatia. Tu

non sei come gli ebrei romani che

sono diventati troppo simili ai

pagani. Io non penso, io so...

Abbassando la voce come per non farsi sentire, si accosta ad Arie.

... quel che vale la mia fortuna.

(Riprendendo il solito tono

di voce)

E voglio che con questo denaro la

mia Aksa sia felice. Allora? Hai

avuto lei e avrai anche il

denaro,labottegaeanche

l'insula.Devisoloimparare

questo mestiere.

Arie, senza rispondere, infastidito si alza e velocemente esce dalla bottega. Chalafta, voltato di spalle, segue l'azione di Arie, poggiando le mani sui fianchi, con una chiara espressione di insoddisfazione.

STACCO

081 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - GIARDINO - ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di77Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


La mdp ci mostra, dietro una collina e in lontananza, lemaestose mura di Roma. Carrellando in verticale scende nel giardino esterno di una lussuosa domus romana, su una collina. Il giardino, lussureggiante di vegetazione e di fiori, ben tenuto e ci fa comprendere come la stagione estiva sia nel suo pieno vigore. L'inquadratura si ferma sull'apostolo Paolo che appare ancora incatenato, magro, pallido, sofferente per le fatiche del viaggio ma senza pi bende alle mani. E' seduto, circondato da una schiera numerosissima di fedeli, di tutte le estrazioni sociali. Parla a fatica ma con animosit e tutti lo seguono con estrema attenzione. Spezza il Pane e ne distribuisce. Poco distante notiamo la presenza del soldato Capitone.

Con una serie di veloci dissolvenze incrociatenotiamo come ilnumero dei fedeli diminuisce sempre di pi ed in modo evidente e significativo.

DISSOLVENZA INCROCIATA

082 - PORTO SUL TEVERE - ESTERNO GIORNO

La mdp ci mostrale rive del Tevere. Sono piene di miseriscaricatori seminudi. I marinai, bruciati dal sole dell'estate, sistemano le imbarcazioni. Pesanti galere si accostano alla riva trasportando mercanze. Mercanti e clienti contrattano il prezzo delle merci. Gli schiavi eseguono i lavori pi disparati: trasportano i loro padroni, ornati con ricche vesti e gioielli su lettighe, scaricano e caricano le merci su carri trainati da buoi.

La mdp si sposta su Arie, poco lontano, sul ponte di legno diSublicio sotto il quale scorre il Tevere. Dal ponte, sotto un sole cocente, osserva con curiosa attenzione ci che accade. Sembra cercare qualcuno o qualcosa che gli permetta di concretizzare le sue ricerche.

DISSOLVENZA INCROCIATA

083 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - GIARDINO - ESTERNO GIORNO

La mdp tornanella domus di Quinto Hermes. Il giardino, tintodei colori dell'autunno. L'inquadratura si ferma sull'apostolo Paolo che appare ancora incatenato e senza bende alle mani. E' in piedi, accanto a Giulio, circondato da una schiera esigua di fedeli. Paolo sembra parlare del miracoloso e avventuroso viaggio che lo ha portato a Roma e dell'incontro con Giulio. Quindi lo presenta come uno di loro. I fedeli gli si accostano e lo abbracciano dimostrando affetto e gioia per la sua conversione.

DISSOLVENZA INCROCIATA

084 - INSULA - BOTTEGA DI CHALAFTA - INTERNO GIORNO

La mdp tornanella bottega di Chalafta attraverso la finestrache guarda sulla strada. Fuori piove ininterrottamente con forza, in una giornata cupa tipicamente autunnale. L'orafo, con entusiasmo, mostra ad Arie gli arnesi per lavorare e modellare


Dal romanzo di78Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


l'oro, e alcuni gioielli da vendere. Il giovane lo segue pigramente, mostrando un superficiale interesse.

DISSOLVENZA INCROCIATA

085 - PORTO SUL TEVERE - ESTERNO GIORNO

La mdp tornanel porticciolo sul Tevere: piove con insistenza el'ambiente manifesta i segni dell'autunno ormai avanzato. Su un pontile, notiamo con maggiore attenzione due scaricatori molto robusti: Satabus e Fileros, mentre trasportano a riva, enormi casse. Si accorgono della presenza di un uomo che sembra interessato a loro.

La mdp si sposta su Arie, poco lontano, sul ponte di legno di Sublicio sotto il quale scorre il Tevere. Dal ponte, sotto l'imperversare del diluvio, con lo sguardo osserva i due operai.

DISSOLVENZA INCROCIATA

086 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - PERISTILIO/GIARDINO - INT./ EST. GIORNO

La mdp torna su Paolo. L'inquadratura, da un CT, stringesull'apostolo che appare ancora incatenato e senza bende alle mani, sotto il colonnato del peristilio della domus. E' solo con Giulio e Capitone.

La mdp li seguementre escono attraverso un portico nelgiardino esterno, brullo per l'inverno ormai sopraggiunto. Paolo e Giulio si salutano calorosamente e il centurione si allontana velocemente discendendo lungo una stradina ornata di enormi cipressi.

DISSOLVENZA INCROCIATA

087 - INSULA - BOTTEGA DI CHALAFTA - INTERNO GIORNO

La mdp torna nella bottega dell'orafo.Ritroviamo Arie eChalafta alle prese con il lavoro. Chalafta ordinatamente dispone collane, bracciali ed orecchini sul banco, conta le monete e le ripone in un cofanetto con soddisfazione. Arie l accanto, con attrezzi da orafo, modella un gioiello. Dall'esterno sopraggiunge un soldato della guardia di Tigellino; questi raggiunge Chalafta invitandolo al palazzo del Prefetto del Pretorio. Chalafta accenna un inchino, compiaciuto e allo tempo stesso impaurito e timoroso. Il soldato esce di scena.

STACCO

088 - PORTO SUL TEVERE - ESTERNO GIORNO

La mdp torna sul porticciolo del Tevere. Ritroviamo Satabus eFileros durante una pausa di lavoro, sdraiati fra i sacchi di grano e con in mano il loro pasto. E' di nuovo estate. Accanto a loro ritroviamo anche Arie. I tre uomini sembrano aver fatto conoscenza da poco tempo.


Dal romanzo di79Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


FILEROS

(Masticando avidamente)

Dunque, vieni da Gerusalemme?

ARIE

Si.

FILEROS

Ma sei anche un seguace di Ges?

ARIE

(Con voce malferma)

Si. Anch'io credo in Ges.

SATABUS

Sono molti i nostri fratelli a

Gerusalemme?

ARIE

Si. Ma l molto difficile

ritrovarsi. E voi... dove vi

riunite?

SATABUS

Dipende. La citt cos grande,

e noi siamo cos numerosi che non

possibile riunirci in un posto solo. Nella sinagoga dell'Olivo, in casa del fornaio Apuleio o nei giardini di Lucullo. E sai, alcuni fratelli si riuniscono perfino nei giardini del palazzo del cesare. La stessa imperatrice li protegge.

STACCO

089 - VICOLI DI ROMA - ESTERNO GIORNO - TRAMONTO

La mdp segueArie, Fileros e Satabus. I tre si addentrano nelleaffollate strade romane. Camminano presi dai loro discorsi senza avvertire la caotica confusione e la miseria che li circonda e che fa da contrappunto alla potenza militare e politica dell'impero. Nell'implacabile caldo dell'estate romana vediamo venditori che invitano i passanti ad avvicinarsi alle ceste. Alcune donne dalle guance vistosamente pitturate di ocra e con collane di corallo al petto, spavaldamente ammiccano e abbordano uomini agli angoli delle strade. I barbieri radono all'aperto i propri clienti. I salumai espongono filze di salsicce calde. I calderai martellano metalli. I mendicanti mostrano i loro ascessi e le loro piaghe chiedendo la carit. Uomini ubriachi escono dalle taverne e dalle bettole.


Dal romanzo di80Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


FILEROS

Matragliisraelitidi

Trastevere,cisonopochi

cristiani.Dallasinagogadi

Augusto ci scacciano. Hanno la

protezionediSabinaPoppea.

Questa Poppea, che a quanto pare

una donna molto bella, ha conquistato il cuore del cesare. E Nerone ha mandato suo marito a governare la Lusitania.

Arie, ascoltando questa storia, fa una smorfia di disgusto.

Vedo che ti scandalizzi. Davvero

non sai in quali peccati

immersa questa citt.

SATABUS

E' una vera Babilonia!

FILEROS

(Abbassando la voce)

Il cesare un dissoluto e un

incestuoso. Viveva con la propria

madre e l'ha fatta uccidere. Ha

avvelenato Britannico, al quale

spettavailtrono.Adesso

trascura la moglie e commette

adulterio con Poppea.

SATABUS

Roma la vera capitale di

Satana!!

FILEROS

E anche fra i cristiani i cattivi

maestrivengonocomelupi

nascostisottolapelledi

pecora. Permettono di trasgredire

i comandamenti del Signore.

SATABUS

PropriodaGerusalemmehanno

portatoquiincatenequel

Paolo...

ARIE

... Paolo di Tarso?

STACC0


Dal romanzo di81Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


090 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - SOLARIUM - ESTERNO SERA - TRAMONTO

In CT appaionoPaolo e Luca. L'apostolo seduto su una panca,con gli occhi consumati dal tempo e dalle continue sofferenze fisiche. E' appoggiato ad un bastone; le sue mani tremano debolmente mostrando le cicatrici delle piaghe. Porta una corta catena che collega i polsi. Luca, in piedi da un terrazzo (il solarium), osserva il lontananza le colline circostanti e la citt immersa in un meraviglioso tramonto giunto ormai alla fine.

LUCA

Temo che sia la cattiva volont

di qualcuno. Ma finch Pietro non

torna, si pu fare ben poco.

CLdi Roma al tramonto.

FCSoltanto le sue parole possono

soffocare tutte le calunnie. A

quanto pare Pietro gi in

Italia.

MFPaolo annuisce mostrando un sorriso doloroso, esternatoancor pi faticosamente sul suo volto consumato dalla malattia e dalla parziale cecit.

STACCO

091 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - ESTERNO SERA - TRAMONTO

FIdi Capitone. Appare in primo piano, seduto su un muretto dipietra. Affila la spada e controlla lo stato delle armi. In secondo piano si vede sopraggiungere due uomini. Sono Timoteo e Marco.

CTCon passo veloce, camminano lungo la via Appia, risalendol'altura coperta di cipressi e inondata da una debole luce serale. Giunti nei pressi della domus di campagna, si accostano a Capitone. Chiedono informazioni e questi, con benevolenza e cortesia, annuisce ed indica l'edificio.

STACCO

092 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - SOLARIUM - ESTERNO SERA - TRAMONTO

LUCA

(Accorgendosidell'arrivo

dei discepoli)

Paolo! Ci sono visite.

Paolo avverte l'improvviso cambiamento di umore di Luca e trasale.


Dal romanzo di82Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


PAOLO

Chi sono?

LUCA

Non so. Sono in due.

STACCO

093 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA)DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - VESTIBOLO - INTERNO SERA - TRAMONTO

La mdp segue Lucamentre attraversa il vestibolo. In lontananzaavverte la presenza dei due uomini, esita, poi li riconosce e gli corre incontro.

STACCO

094 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - CORTILE - ESTERNO SERA - TRAMONTO

CT. Luca esce nel cortile esterno. I due uomini, entrando in campo gli corrono incontro abbracciandolo.

STACCO

095 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - PERISTILIO - ESTERNO SERA - TRAMONTO

CMPaolo, aiutandosi con il bastone e appoggiandosi allecolonne del peristilio, avanza lentamente nel tentativo di raggiungere i nuovi arrivati.

Soggettiva di Paolo. In CT vede avvicinarsi Luca e i discepoli. L'inquadratura appare sfuocata e l'apostolo fatica ariconoscere i presenti.

PAOLO

(Con voce soffocata)

MFLuca... per caso... non c'

Timoteo con te?

FITimoteo, guarda Luca e Marco, sembra esitante alla vista delpessimo aspetto di Paolo. Poi gli si getta ai piedi di slancio. Paolo prende la sua testa e la stringe con forza sul petto.

CTFiglio...

TIMOTEO

... Paolo.

PAOLO

Di nuovo sei con me. E' passato

tanto tempo.


Dal romanzo di83Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


FITimoteo si discosta e Paolo, con lo sguardo annebbiato,tende le braccia verso lo sconosciuto, posa le mani tremanti sulle spalle di Marco, per cercarne la fisionomia.

Una serie di campi e controcampi segue il dialogo fra i due.

PAOLO

Chi sei?

MARCO

Non mi riconosci, Paolo?

PAOLO

Non ti vedo...

MARCO

Sono io. Marco.

PAOLO

Marco?

Entrambi ammutoliscono per un istante come a voler ricordare i malintesi che bruciavano da anni.

Nonmiserbirancore?Puoi

perdonarmi? Tutto?

MFdi Paolo e Marco.

MARCO

Non parlare cos. Fui io... fu

solo colpa mia.

La mdp carrella verso l'alto, esegue una lenta zummata e stringesulla fiamma di una lampada posta nel peristilio,quindi sfuoca l'immagine.

DISSOLVENZA INCROCIATA

096 - INSULA ROMANA - SALA (CENACULA) DI FILEROS E SATABUS - INTERNO NOTTE

La mdp rimette a fuoco l'immaginedella fiamma di una lampadaposta nella stanza, poi esegue una lenta zummata ad allargare. La mano di Satabus entra in campo, afferra la lampada e la ripone su un tavolo.

In CT notiamo la presenza di Arie e Fileros intorno ad un tavolo gi imbandito. Satabus prende del pane e siede accanto ai due.

ARIE


Dal romanzo di84Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


E dove si trova ora?

FILEROS

Vive con un soldato in casa di

Quinto Hermes sulla via Appia. I

romani sono benevoli con lui.

Attira molta gente. Dice di

pregare, vero, ma predica il

falso.

ARIE

Allora perch lo ascoltate?

SATABUS

Non tutti lo ascoltano. Ma egli

sa abbindolare la gente. E'

subdolo.Insegnainmodo

sbagliato.

FILEROS

Dice che la Legge non conta

niente,laLeggesipu

eludere... Alla gente tutto

permesso. Ha addirittura ammesso

figure umane dipinte nei luoghi

di preghiera.

ARIE

E voi? Tollerate questo?

FILEROS

Che possiamo fargli. Ges ha

chiesto di amare, di perdonare.

Arie si alza, raggiunge la finestra, guarda lontano le colline del Gianicolo, le luci di fiaccole accese nella citt fanno da sfondo alla notte. E' pensieroso, sembra ritrovare le forze e la sete di vendetta. Ancora una volta l'odio gli suggerisce un piano di battaglia.

ARIE

(Sottovoce,comease

stesso)

Eliauccidevaisacerdoti

corrotti!

Fileros e Satabus si guardano turbati ed incerti.

STACCO

097 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - TRICLINIO - INTERNO NOTTE


Dal romanzo di85Jan Dobraczyňski


La spada santa

TIMOTEO

Ho due liete notizie Paolo.

PAOLO

Dunque, parla.

TIMOTEO

Colossi conquistata! C' gi una chiesa l. I fedeli ti mandano i loro saluti. Pregano perch cadano le tue catene. Aspettano e li conforta la speranza che andrai da loro. E Sergia? Dovresti vederla! E' una grande cristiana. Antiochia piena delle sue opere.

PAOLO

Sono felice Timoteo. E tu? Parlami di Pietro. Sei arrivato qu con lui, vero?

MARCO

No Paolo. Siamo approdati insieme a Brindisi. Ma Pietro prima di venire a Roma ha voluto visitare le comunit dei fedeli a Venusia,

Benevento,Pompei,Napoli...

Arriver qui dopo la festa dei Tabernacoli, non prima. E per questo ha mandato me per...

PAOLO

... Per?

MARCO

(Esitante)

Per trasmetterti i suoi saluti.

PAOLO

(Ansioso)

Enient'altro?

MARCO

Pietro felice perch presto ti vedr. Prega affinch finisca la tua prigiona.

PAOLO


Marcello Fiorentino


Dal romanzo di86Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


E niente altro, Marco?

MARCO

A Pietro sono arrivate le accuse

contro di te. Ma lui ha detto che

tuhairicevutounagrande

sapienza dal cielo.

L'apostolo alza adagio le mani, si copre il volto con esse, poi le scosta lentamente mostrando un debole sorriso di liberazione.

STACCO

098 - PALAZZO DI TIGELLINO - ESTERNO GIORNO

Davanti al palazzo vediamo gi riunita dalle prime luci dell'alba una folla enorme e urlante di clienti con pesanti toghe di lana, bucate e sfilacciate agli orli.

Chalafta ed Arie si insinuano a spintoni tra la folla.

CHALAFTA

(Urlando con tutte le sue

forze)

Nobili romani! Onorati quiriti!

Lasciatemi passare! Mi aspetta il

prefetto!Nobilieillustri

quiriti!Abbiatepiete

lasciatemipassare,affinch

l'ira del nobilissimo Tigellino

non si abbatta su di me e su di

voi!NobilifiglidiRoma!

Lasciatepassareunumile

mercante.

I clienti, si scostano davanti a Chalafta e Arie, e urtandosi tra loro vociferando frasi diverse.

CLIENTI

Scostatibabbeo!Togliti

imbecille!Lasciatepassare

questo ebreo che il nobilissimo

Tigellino ha mandato a chiamare!

Presto, fate largo! Svelti!

Spinti, pigiati e gridando essi stessi nello schiamazzo della folla, li ritroviamo entrambi davanti al nomenclatore con al fianco alcuni erculei germani. Questi, con dei nerbi sottili ed elastici, colpiscono i clienti che premono con insistenza, per impedire che entrino nel vestibolo senza autorizzazione.

FIdel nomenclatore.

NOMENCLATORE


Dal romanzo di87Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


(Urlando)

Chi siete?

CHALAFTA

(Urlando)

Chalafta e Arie.

Il nomenclatore controlla su una tavoletta di cera i loro nomi.

Quindi li invita ad entrare.

NOMENCLATORE

Passate, svelti, svelti!

STACCO

099 - PALAZZO DI TIGELLINO - VESTIBOLO - INTERNO GIORNO

I due ebrei avanzano immersi in un grande silenzio, fra molti clienti che attendono. Al centro del vestibolo, c' un liberto con un viso sprezzante, le mani ai fianchi e le gambe divaricate. Ai suoi piedi ci viene mostrata la scritta "CAVE CANEM". Chalafta ed Arie gli si accostano in silenzio, con rispetto, e si chinano.

CHALAFTA

Salve, Encolpios... Che il divino

Euquio non ti faccia mancare n

vino n allegria... Se permetti.

Chalafta lascia ai suoi piedi un pugno di sesterzi. Encolpios, senza rispondere al saluto, corruga minacciosamente la fronte. Il mercante, a malincuore, tira fuori dalla tasca un fermaglio d'oro. Il liberto fa un cenno con la testa ad uno schiavo e questo accompagna i due uomini all'interno del palazzo.

STACCO

100 - PALAZZO DI TIGELLINO - CUBICOLO - INTERNO GIORNO

La grande porta del cubicolo viene aperta e i due ebrei con lo schiavo entrano. Avanzano e accennano un profondo inchino. Lo schiavo, sempre chino, arretra, poi si volta e scompare dalla sala.

Su un enorme e largo divano con le gambe a forma di zampe di animale e rivestito in oro, avorio, tartaruga e madreperla, giace Tigellino con indosso una lunga vestaglia rossa, cinta con una fascia dorata. La sua faccia appare pallida, quasi come una maschera di cera, ancora non rasata, con mascelle ossute e guance scarne. Gli occhi, profondamente infossati, guardano con penetrante intensit.

Al suo fianco appare seduto il genero Cosuciano Capitone, noto per la sua cupidigia e sporcizia, e zelante segugio in fatto di cospirazioni.


Dal romanzo di88Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Sotto un enorme candelabro raffigurante un groviglio di corpi, siede su un panchetto un ragazzo agghindato e arricciato. Con le gambe accavallate si dondola svagatamente avanti e indietro.

Tigellino guarda in silenzio i due mercanti mentre loro sprofondano in riverenze, poi ha un attacco di tosse secca e nervosa. Uno schiavo, da dietro il divano, subito gli porge un fazzoletto.

TIGELLINO

(Appoggiandosi a un gomito)

Sei tu Chalafta, l'orafo che ha

la bottega vicino al portico

della basilica di Emilio?

CHALAFTA

(Facendounprofondo

inchino)

Sono io, tuo indegno servitore

che hai desiderato vedere...

TIGELLINO

(IndicandoArieconun

dito)

E questo il tuo schiavo?

CHALAFTA

No, nobilissimo, questo il

marito di mia figlia.

TIGELLINO

(Con crudele malizia)

Ah! Dunque hai una figlia? Magari

anche bella.

(guarda Cosuciano)

Le ebree di solito sono belle.

Chalafta impallidisce, guarda timorosamente Arie che resta invece tranquillo per non aver compreso esattamente il senso del discorso.

CHALAFTA

(Frettolosamente)

No, nobilissimo, no, no, ella non

vale un tuo sguardo.

(Sforzandosi di mostrarsi

allegro)

Astento,illustrissimo,ho

convintoquestogiudeoa

prendersela...


Dal romanzo di89Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


TIGELLINO

(Inaspettatamente,

stiracchiandosi)

Puoichiamarmidivino.Passo

tanto di quel tempo con dio, che

ormai anch'io ho acquistato le

virt divine. Non pensi?

Chalafta comincia a tremare, temendo il peggio. Cosuciano interviene in modo inatteso, ridendo e prendendo una manciata di mandorle al miele da un grande vassoio.

COSUCIANO

Sono ebrei, Ofonio!

Si riempie la bocca e poi si pulisce le mani con la toga.

Vedraicheconilnuovo

amministratore mandato in Giudea

resisteranno poco.

Tigellino continua ad osservare Chalafta con uno sguardo penetrante, tra la burla e la minaccia.

TIGELLINO

(Seccamente)

Rispondi!!

CHALAFTA

(Gemendo)

O signore! O stimatissimo! Il

nobile Capitone ti vuol dire che

noi ebrei abbiamo un soloDio e

non ci permesso usare questa

parolaconnessuno.Ma,o

signore, permettimi di onorarti

in altro modo.

Strappa bruscamente dalle mani di Arie un cofanetto.

Ecco un fermaglio, signore, un

fermaglio molto bello. E' ambra

montata in oro, signore... e

nell'ambra, guarda signore, c'

una mosca. Guarda nobilissimo,

contro luce.

TIGELLINO

(Seccamente,troncandogli

la presentazione)

Avete un solo Dio? E' una

sciocchezza... Ci sono molti dei.

Uno sta qui su di te e ti ordina


Dal romanzo di90Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


di darmi quel fermaglio. Hai

capito?

CHALAFTA

(Tremando come una foglia)

Osignore...grazia,grazia,

piet... sei grande.

TIGELLINO

Dunque, quanti dei ci sono?

Chalafta lentamente si raddrizza, sospira con un gemito, le gambe gli si piegano, la fronte gronda sudore col volto esangue, gli occhi appaiono velati come un moribondo.

CHALAFTA

Uno solo, signore.

Tigellino lo guarda con aria di scherno e con crudele soddisfazione, godendo della paura del mercante.

TIGELLINO

Meglio uno che nessuno. Negli dei

bisogna credere. Perch tremi

tanto?Sembrachetudebba

crepare da un momento all'altro.

Fa un cenno ad uno schiavo.

Dagli un p di vino.

Lo schiavo esegue. Lui osserva Chalafta che prende la coppa con le mani bevendo rumorosamente.

E allora? Ti senti meglio?

CHALAFTA

Oh si, signore, oh si. Far tutto

ci che vorrete.

TIGELLINO

Allora ascolta.

Fa segno ad un altro schiavo e quello gli porge una corta spada presa da sopra un cuscino di porpora. Lui la accarezza con una certa volutt e malinconia.

Sai cos' questa?

Chalafta accenna debolmente un no con la testa.


Dal romanzo di91Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


E' un voto del tempio di Marte

Ultor, una reliquia; la spada del

divino Giulio.

I due mercanti chinano la testa umilmente.

Voglio avere un'altraspada come

questa. Sar... un regalo per il

cesare. Capisci? Ma non devi dire

niente a nessuno. Nessuno deve

sapere che il santo simbolo si

trova in casa tua. Finch non

finirai il lavoro, la guardia

sorveglier la tua bottega. Ti d

tre giorni. Riceverai la lama. Tu

devi fare l'impugnatura.

STACCO

101 - INSULA - BOTTEGA DI CHALAFTA - INTERNO GIORNO

La mdp inquadra in PP Chalafta. E' stanco e provato per illavoro febbrile commissionato da Tigellino, ansioso e preoccupato. Giace in un angolo della bottega con la testa avvolta in una pezza di lana e geme.

La mdp, con un piano sequenza, sposta l'inquadratura verso Arie, mostrando il banco di lavoro con gli attrezzi. Il ragazzo

intento a confrontare in ogni suo dettaglio, le due spade.

CHALAFTA

(Gemendo)

FCGuardabene,Arie,mi

raccomando. Con Tigellinonon si

scherza. Ci ammazza se la spada

non sar come lui vuole.

ARIE

Non temere, tutto a posto.

Alzati, possiamo consegnare il

lavoro.

CHALAFTA

No Arie, non posso alzarmi...

questo dolore.

ARIE

Allora resta qu. Consegner la

spada da solo.

CHALAFTA

Vuoi farlo da solo? E se qualcosa

non va? E se si infuria? Hai

sentito quell'altro cosa diceva


Dal romanzo di92Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


delnuovoamministratorein

Giudea. Se ci sar la guerra? Se

i nostri si ribelleranno! Noi

come faremo? Ho paura.

Arie osserva e accarezza la spada, profondamente attirato da essa. Nei suoi pensieri comincia a balenare l'idea di utilizzarla per dare slancio alla lotta del suo popolo contro la tirannide romana.

ARIE

Me la caver.

STACCO

102 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - ESTERNO NOTTE

Su una collina, molti fedeli, sparpagliati e disposti a gruppi, sono in silenzioso ascolto di Paolo. Le fiaccole accese e tenute in mano dagli uomini, illuminano tutta la vegetazione circostante. Paolo, con voce calda e sicura, come un oratore di vecchia e sicura esperienza, si rivolge a tutta l'assemblea.

PAOLO

Se anche parlassi le lingue degli

uomini e degli angeli, ma non

avessi la carit, sono come un

bronzo che risuona o un cembalo

che tintinna. E se avessi il dono

della profezia e conoscessi tutti

i misteri e tutta la scienza, e

possedessi la pienezza della fede

cos da trasportare le montagne,

ma non avessi la carit, non sono

nulla. E se anche distribuissi

tutte le mie sostanze e dessi il

mio corpo per esser bruciato, ma

non avessi la carit, niente mi

giova. La carit paziente,

benignalacarit;non

invidiosa la carit, non si

vanta, non si gonfia, non manca

di rispetto, non cerca il suo

interesse, non si adira, non

tiene conto del male ricevuto,

non gode dell'ingiustizia, ma si

compiacedellaverit.Tutto

copre, tutto crede, tutto spera,

tutto sopporta. La carit non

avrmaifine.Leprofezie

scompariranno;ildonodelle

lingue cesser e la scienza

svanir. La nostra conoscenza

imperfetta e imperfetta la nostra

profezia. Ma quando verr ci che

perfetto,quelloche

imperfetto scomparir. Quand'ero


Dal romanzo di93Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


bambino,parlavodabambino,

pensavo da bambino,ragionavo da

bambino. Ma, divenuto uomo, ci

cheeradabambinol'ho

abbandonato. Ora vediamocome in

uno specchio, in maniera confusa;

ma allora vedremo a faccia a

faccia. Ora conosco in modo

imperfetto, ma allora conoscer

perfettamente, come anch'io sono

conosciuto. Queste dunquele tre

cose che rimangono: la fede, la

speranza e la carit; ma di tutte

pi grande la carit!

Dalla collina, illuminata ancora da fiaccole accese, discendono disordinatamente i fedeli. Tornano alle proprie case, parlando fra di loro animatamente e con serena gioia.

Luca e Timoteo salutano i fedeli sulla soglia della domus salutando e ringraziando i fedeli per la partecipazione.

STACCO

103 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - GIARDINO - ESTERNO NOTTE

FIDi Paolo seduto su un panchetto. Due o pi fedeli, chini aisuoi piedi, lo salutano e si congedano rendendogli omaggio. Lui li accarezza affettuosamente.

CTdi Paolo seduto sul panchetto. Gli ultimi fedeli dellacomunit rimasti si incamminano verso la mdp incrociando una giovane donna. Questa, entrando in campo, si dirige timidamente verso l'apostolo. Cammina con la testa bassa avvolta da un mantello ed un cappuccio scuri: il passo lento e indeciso la fa sembrare spaventata. Po si ferma con pudore a poca distanza da Paolo. Si china verso di lui restando voltata. Non cogliamo ancora il suo volto, come se volesse negarcelo, lasciandolo ancora avvolto nel mistero. La mdp, carrellando lentamente in avanti e poi girando intorno a lei, va a cogliere finalmente ilsuo viso, nella semioscurit. Solo la fiamma di una fiaccola posta vicino ce lo mostra debolmente.

LUCIA (AKSA)

Hai permesso... e hai voluto,

rabbi... che io parlassi con te.

PAOLO

(Benevolo. Con voce calda)

Si, figlia mia.Volevo parlarti.

Hosentitochequalcosati

tormenta. Forse sarebbebene che

tu mi svelassi i motivi della tua

tristezza. Sei cristiana, tuo

marito...


Dal romanzo di94Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Finalmente Lucia toglie il cappuccio e la scorgiamo in tutta la sua bellezza mediterranea. Sembra ancora quasi una bambina, una fanciulla giovane, con gli occhi grandi sotto gli archi regolari delle sopracciglia. Sul suo delicato viso si legge innocenza e dolcezza.

LUCIA (AKSA)

(Affannosamente,tentando

di non piangere)

...Miomarito...Cisiamo

sposati da poco... e lui...

PAOLO

... Ha smesso di amarti?

Lucia non risponde.

E tu lo ami? Lo ami per lui o

soltanto per te stessa? Come

amano i pagani?

Lucia continua a non rispondere, concedendo a se stessa una breve pausa per pensare, riflettere.

LUCIA (AKSA)

(Con impeto inatteso)

Si! Si, rabbi. Io lo amo...

(Trattenendo le lacrime e i

singhiozzi. Con una voce

indurita dallo sforzo)

Ho commesso un grave peccato.

PAOLO

Un peccato?

LUCIA (AKSA)

Io... Io per lui sono diventata

cristiana. Per lui.

PAOLO

(Con soavit)

Se sei arrivata a Ges per amore

di una persona, non hai nulla da

rimproverarti. Ma se tu restassi

solo per amore di un uomo,

agiresti male.

Lucia alza su Paolo i suoi occhi raggianti e privi di lacrime.

LUCIA (AKSA)


Dal romanzo di95Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Rabbi, come sei buono. Mio padre

non cristiano. E pensavo lo

stesso di mio marito quando l'ho

sposato. Ma poi ho scoperto che

aveva un segreto. La sera andava

chissdove,mitrascurava.

Pensavo che mi tradisse. Ero

gelosa. Poi ho scoperto che

andava a pregare con i cristiani.

E per amor suo mi sono fatta

battezzare e... e adesso...

Ora, nei suoi occhi comincia a brillare una strana luce. Sulle sue labbra delicate appare un debole sorriso.

...adessocredodiamare

veramente Ges.

PAOLO

Allora perch sei triste?

La luce sul viso di Lucia si spegne improvvisamente. Le labbra si serrano con forza, il mento comincia a tremare come se volesse liberare un lungo pianto.

LUCIA (AKSA)

Ancora non ti ho detto tutto,

rabbi. Pensavo di avergli fatto

piacere.Nienteaffatto!Mi

guardava come se fossi impazzita.

Allorafuipresadalla

disperazione e da un atroce

sospetto.

PAOLO

Sospetto?

LUCIA (AKSA)

(Lentamentecominciaa

singhiozzare)

Quando gli dissi che venivo qui,

sembravasorpreso,adirato.

Camminava su e gi per la stanza.

Poi ha cominciato a farmi domande

sui fratelli e su di te. Ed io

credo... si... che voglia farti

del male. Forse qualcuno gli ha

raccontato su di te diverse

menzogne.

(Esplodendo in un pianto

liberatorio)

Ed io gli ho raccontato tutto.

PAOLO


Dal romanzo di96Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Nonpiangerefigliamia.

Qualunque cosa accadr in futuro,

tuo marito. Ricordati che tu non puoi smettere di amarlo.

La mdp chiude la scena con un PP di Lucia mentre asciuga le sue lacrime.

STACCO

104 - PALAZZO DI TIGELLINO - CUBICOLO - INTERNO GIORNO

Tigellino, con indosso un lungo sudario bianco, siede su un seggio mentre un barbiere intento a massaggiare il suo volto. Nel frattempo, il suo aiutante, il cincitor, ripone il rasoio e gli oli profumati.

Accanto a Tigellino c' un pretoriano con la spada sguainata in mano.

Sul bordo del divano siede un ragazzo col viso truccato che stuzzica distrattamente i propri denti brutti e cariati.

La mdp segueil barbiere ed il suo garzone, intenti a ritirareil sudario e a licenziarsi con un profondo inchino. Quindi raggiunge Arie che, entrando in campo, ci appare con un piccoloforziere fra le mani, in attesa.

TIGELLINO

(Conuntonofrail

minaccioso e sarcastico)

FCAh, sei tu ebreo. Dov' tuo

suocero?

ARIE

E' malato nobile Tigellino.

Tigellino allunga le mani e gli ordina di consegnare le spade. Arie avanza, apre il piccolo forziere e gli si accosta. Il prefetto prende ciascuna spada e le confronta. Poi stacca uno sguardo rapido e penetrante sul giovane. Infine scoppia in una risata secca e sgradevole.

TIGELLINO

Bene. Conoscete il vostro lavoro.

Con un cenno della mano ordina ad uno schiavo di porgergli una cassettina intarsiata posta accanto al canap, appoggia le spade sulle sue gambe, prende una manciata di aurei e li soppesa sul palmo della mano.

Sei arrivato a Roma da poco,

vero? Il tuo modo di parlare lo

rivela.

ARIE


Dal romanzo di97Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Si, signore. Sono giunto dalla

Giudea non pi di un anno fa.

TIGELLINO

Oh!!

La sua frase viene improvvisamente interrotta dall'ingresso di un liberto con indosso una tunica verde e con alcuni fogli di papiro tagliati in piccoli quadratini stretti fra le mani. Il libero avanza.

Cosa sono?

LIBERTO

Le cause per il giudizio di

cesare, illustrissimo.

TIGELLINO

Ah...

Accenna al liberto di allontanarsi. Questi dispone le cause per il giudizio su un tavolino ed esce dal cubicolo.

Dunque sei da poco arrivato dalla

Giudea.

Tenendo sempre fra le mani le monete continua a fissare il giovane con sguardo penetrante.

E' vero che voi Ebrei credete che

il mondo sar conquistato da un

uomo uscito dalla vostra terra?

ARIE

Si signore. Questo si dice tra

noi.

TIGELLINO

(Burlandosi di Arie)

Oh, oh!!

Versa gli aurei nelle mani di Arie. Solleva la spada originale, chiude un occhio e guarda attentamente la lama intaccata in pi punti.

Ho sentito che fra voi per ci

sono due sette... perch anche i

cristiani sono dei vostri.

Arie tace trattenendosi forzatamente per evitare una imprevedibile reazione di Tigellino. Il prefetto posa la spada e preleva i ritagli di papiro.


Dal romanzo di98Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Mi stato detto che essi adorano

la testa di un asino e uccidono i

bambini. E se invece eliminassi

io i loro capi?

(Breve pausa di attesa)

Dunque. Che mi dici?

ARIE

(Incapace di resistere ad

una tale provocazione)

Bisognerebbesterminarli.Sono

delle canaglie! Dei traditori...

sono...

TIGELLINO

(Con sguardo ipnotico)

Vuoi la loro rovina? Eppure anche

tu...

(marcando le parole)

... eppure anche tu sei un

cristiano.

ARIE

Non sono cristiano.

TIGELLINO

Hai paura di ammetterlo?

ARIE

(In fretta, con calore e

passione)

Non la paura...

TIGELLINO

(Beffardamente,con

l'intentodiirritarlo

ancora di pi)

Tu hai paura cristiano.

ARIE

(Gridando,incapacedi

controllareisuoi

sentimenti)

No!! No. Non sono cristiano! Li

odio.Odio...Ascoltami

signore...

Nei suoi occhi iniettati di sangue e sulle sue labbra tremanti si legge tutto il furore represso da tempo.


Dal romanzo di99Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


... se... se potessi, darei fuoco

alla citt intera, solo perch

bruciassero in essa.

TIGELLINO

(Con improvviso interesse)

Incendieresti la citt?

ARIE

Si. Farei venire un diluvio e li

anneghereitutti.E'vero,

frequento le loro riunioni ma

solo per osservarli da vicino.

TIGELLINO

(Ridendo)

Quindi sei venuto a Roma per

spiarli.Tiseiscomodato

inutilmente.Iohoocchie

orecchi sufficienti per sapere

tutto ci che succede a Roma. Ma

forse hai ragione.

Fa scorrere fra le dita un quadrato del papiro.

(In tono brusco ed aspro)

Per il lavoro ho pagato. Nessuno

deve sapere di questa spada.

Adesso va.

Si china sui papiri e ne legge il contenuto. Arie si allontana.

Quando giunge sulla porta viene fermato dal comando di

Tigellino. Si volta.

Presentatialmioliberto

Tiburzio. Gli diraisempre tutto

ci che vedrai fra i cristiani.

STACCO

105 - FORO ROMANO - VIA SACRA - ESTERNO GIORNO

La Via Sacra ci appare con il colonnato del Foro sulla sinistra e la Basilica Giulia sulla destra. Un folto cordone di pretoriani fa spazio lungo la strada trattenendo la folla rumorosa ammassata nel Foro e circondando tutto il colonnato della Basilica Giulia.

La plebe accalcata e trattenuta a fatica da un cordone di pretoriani.

La mdp si ferma in su Lucia, l presente in prima fila, pressata fra i soldati e gli spettatori alle sue spalle. Osserva e cerca con ansia e forte preoccupazione la presenza di Paolo fra i cittadini sottoposti a giudizio.


Dal romanzo di100Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


STACCO

106 - FORO ROMANO - BASILICA GIULIA - PORTICO LATERALE - ESTERNO GIORNO

Con una carrellata verticale ci viene mostrata una statua equestre. Sullo sfondo entrano in campo Paolo e Capitone. Uno dei pretoriani che circondano il colonnato della basilica Giulia, vedendo il prigioniero in catene con il soldato, li lascia passare.

La mdp segue il prigioniero e Capitonementre salgono i gradinie attraversano il portico fra pilastri e colonne doriche.

STACCO

107 - BASILICA GIULIA - SALA DEL TRIBUNALE DEI CENTUM VIRI - INTERNO GIORNO

Nella sala del tribunale presente un centinaio di giurati. Sono seduti su appositi seggi di marmo bianco. Un deciso voco f da sfondo all'ambiente interno.

La mdp avanzadall'interno della sala, e attraversando ilcolonnato, aperto verso il Foro, raggiunge alcuni musici che suonano corni e trombe per annunciare l'arrivo dell'imperatore. La folla in delirio.

STACCO

108 - FORO ROMANO - VIA SACRA - ESTERNO GIORNO

Dal fondo della Via Sacra avanzano i littori con le asce, seguiti da bambini con corte vesti bianche. Questi, gettando fiori sul selciato, fanno strada alla quadriga di Nerone. I pretoriani che seguono, velocemente si dispongono in formazione di rinforzo, formando un ampio corridoio per far passare l'imperatore.

STACCO

109 - BASILICA GIULIA - SALA DEL TRIBUNALE DEI CENTUM VIRI - INTERNO GIORNO

La mdp eseguei cittadini sottoposti al giudizio, cogliendo neiloro sguardi, ansia, paura e preoccupazione per le sorti a cui potrebbero andare incontro. Si presentano in catene, con le barbe incolte e gli abiti consumati. I loro atteggiamenti e il portamento ne rivelano comunque una diversa estrazione sociale. Alle loro spalle emergono i soldati che li hanno avuti in consegna. La mdp si ferma sul viso di Paolo. Ci appare sereno, facendo da contrappunto agli altri.

STACCO

110 - FORO ROMANO - BASILICA GIULIA - GRADINI - ESTERNO GIORNO

Nerone appare ora sui gradini di accesso alla sala del tribunale. E' voltato verso la plebe urlante e ben protetto dai


Dal romanzo di101Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


pretoriani che gli fanno scudo. Sembra ancora un ragazzo, con un viso corto e largo, molto latino, il naso grosso e le mascelle sporgenti, ed una incolta barba rossiccia sulle guance e sul mento. La fronte, bassa e rientrata, coperta di riccioli, finemente acconciati e fissati. Su di essi troneggia una corona di rose.

Pur essendo tozzo e alquanto obeso, sale i gradini con passo leggero, quasi danzante. Non smette di sorridere alla folla e continua a mandare baci con la sua mano ben curata e sovraccarica di anelli. Appare esaltato, desideroso di assorbire quel chiasso inebriante.

Ad un certo punto si sfila da un dito uno degli anelli, e con un gesto teatrale, lo getta tra la folla. Subito riceve un ruggito di ammirazione. Poi toglie anche gli altri anelli gettandoli tra la plebe sempre pi esaltata e litigiosa. Infine alza le mani mostrando a tutti le dita nude.

Terminato il teatrale prologo, di dirige verso il seggio del giudice posto su un palco in cima alla scalinata, trascinandosi dietro la toga scarlatta.

STACCO

111 - BASILICA GIULIA - PALCO - ESTERNO GIORNO

MFdi Tigellino seduto su un seggio alla destradell'imperatore. Il suo viso pallido e malaticcio mostra segni di insofferenza. Ha la fronte sudata e stringe nella mano un fazzoletto che senza sosta tiene premuto sulla bocca.

Un uomo salta fuori da un gruppo di cortigiani, accorre vicino al cesare. In fretta e con perizia gli sistema i lembi della toga e gli porge una sottile verga d'oro. Nerone la prende in mano e siede mostrandosi al pubblico con un'aria grave e maestosa.

MFdi Seneca seduto alla sinistra di Nerone. Lo vediamo essereun vecchio canuto con un bel viso da patrizio, pieno di gravit e dignit.

FIdel pretore. Regge in mano i fogli di papiro con le causefissate per quel giorno. Fa un gesto di intesa a Tigellino.

Tigellino gli indica con la testa che pu iniziare.

FIdel pretore.

PRETORE

Silenzio! Silenzio! Inizia il

giudizio del divino cesare!!

Il rumoreggiare della plebe scompare lentamente.

STACCO


Dal romanzo di102Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


112 - PICCOLA TAVERNA SULLA RIVA DEL TEVERE - ESTERNO /INTERNO GIORNO

Dal fondo di una stradina sterrata adiacente la sponda del Tevere sopraggiunge Arie. E' solo, l'ambiente circostante sembra deserto. Indossa una semplice tunica grigia ed coperto con una lacerna. Ha il passo affrettato ed inquieto. Il luogo, cupo e losco, assomiglia pi ad una baracca poco curata, con qualche misero tavolo al suo interno ed uno o due poveracci, ubriachi e dormienti per lo stato comatoso in cui versano.

Accanto ad un tavolino appaiono Fileros e Satabus con facce piene di mistero. Arie li raggiunge.

Fileros e Satabus gli fanno posto in mezzo a loro, gli mettono innanzi il vino e senza parlare si guardano l'un l'altro, come incerti su chi sia il primo a dover parlare. Arie quindi si spazientisce.

ARIE

Perchnonparlate?Dovevate

esserepresentiallagrande

preghiera. Ci siete stati? Che

dicono l di Paolo?

FILEROS

(Scuotendolatesta

impacciato)

Vedo, Arie che tu non sai

niente... Alla preghiera ci siamo

stati. Ma non era il caso di

parlare di Paolo.

(Convocesommessaed

emozionata)

Pietro in citt!

ARIE

(Restando pensieroso)

Pietro?

FILEROS

Si. Ha battezzato, predica, ha

spezzato il pane. Si lamentato

che tra noi ci sia discordia e

diffidenza...

SATABUS

(Interrompendo Fileros)

... Ha detto che la gente cattiva

ci sobilla.

ARIE


Dal romanzo di103Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Proprio allora bisognava gridare

e farsi sentire.Siete degli

inetti!

Fileros e Satabus si scambiano un'occhiata.

FILEROS

E' quello che ho detto a Satabus.

Io volevo farlo... ma lui...

Satabus, imbarazzato, comincia a grattarsi la testa sentendo fisso su di s lo sguardo di Arie.

SATABUS

(Balbettando, con gli occhi

bassi)

Come si poteva gridare? Pietro

parlava cos bene.

Alza gli occhi, ma incontrando lo sguardo minaccioso del sicario, li abbassa subito. Si versa del vino e beve un sorso.

(Sottovoce)

Mapoi...Abbiamodavvero

ragione?

ARIE

(Aspramente)

Sei uno stupido!!

(Rivolto a Fileros)

Anche tu sei cos tenero come

lui?

In campo entra il tavernierecon aria indifferente. Si accostaal tavolo per servire del pane e delle olive. Poi si allontana immediatamente uscendo dalla inquadratura.

FILEROS

(Con forza, quasi gridando)

No! No!! Io volevo gridare. Io lo

so che Paolo pericoloso...

ARIE

(Zittendolo)

... Non gridare cos.

Arie, sprezzante, volta le spalle a Satabus.

Bene. Ora farai il giro di tutti

i cimiteri e degli altri luoghi

d'incontro. Proverai a sollevare

ancora una volta gli animi contro

Paolo. Poi ti informerai se


Dal romanzo di104Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Pietro lo ha gi incontrato. Del

resto, puoi dire quello che mi

hai raccontato, che cio, secondo

Pietro, durante la sua assenza,

gente cattiva ha sobillato i

fedeli contro di lui.

Arie si alza, tira fuori una moneta e la getta sul tavolo. Quindi velocemente esce dalla taverna. Satabus accenna ad afferrarla ma diviene subito remissivo ad uno sguardo di Fileros, che lo fissa ed afferra rapacemente il compenso, dimostrandogli impietosamente la sua superiorit.

STACCO

113 - BASILICA GIULIA - PALCO E GRADINI - INTERNO GIORNO MF sul Pretore.

PRETORE

(Leggendo)

E' ora sottoposto a giudizio

Paolo di Tarso, ebreo della

Cilicia.

Capitone tocca Paolo con il gomito per indicargli di muoversi.

Paolo si alza ed esce dal campo.

MFsul Pretore.

PRETORE

Sifaccianoavantigli

accusatori!

Al richiamo del Pretore nessuno si fa avanti. Il funzionario cerca imbarazzato fra il pubblico qualcuno che intervenga per muovere le accuse contro Paolo. Poi guarda Tigellino.

Tigellino gli fa segno di continuare a leggere il capo di accusa.

MFsul Pretore.

(Leggendo a voce alta)

Divino Cesare, l'atto di accusa

da parte del Sinedrio e del Gran

Consigliodeifariseidi

Gerusalemme,

PPdi Nerone con il viso annoiato.

FCmi ha indotto a scriverti

quanto segue:

FIdi Paolo con lo sguardo tranquillo, la figura piccola,brutta e miserevole ai piedi della scalinata.


Dal romanzo di105Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


FCPaolo di Tarso, cittadino

romano, e che mando davanti al

tuo tribunale, colpevole di

averpredicatounadottrina

diversa da

I cortigiani ridono e additano Paolo. Sono impomatati, incipriati, riccamente vestiti e ornati di gioielli preziosi.

FCquellachepredicanoi

sacerdoti della Giudea nel loro

tempio, il che motivo di

disordinieagitazionia

Gerusalemme.Firmato:il

procuratorediGiudeaPorcio

Festo.

FIsul Pretore.

(Rivolto a Paolo)

Che hai da dire in tua difesa?

Senza sentire i sogghigni fastidiosi dei cortigiani, l'apostolo si alza con gravit e fa un passo in avanti. Il suo sguardo si incontra con gli occhi dell'imperatore.

PAOLO

Non reato, grande cesare,

predicare in questo impero una

fede diversa da quella che si

predica sul Campidoglio e sul

Palatino.

Nerone esce dal torpore e dalla noia, colpito dalla brevissima introduzione di Paolo che lo chiama direttamente in causa.

FCHo sentito perfino che i tuoi

antenati,quandoconquistarono

Cartagine, pregarono gli dei di

quella citt di scendere tra loro

e di mostrarsi benigni, come

prima erano stati benigni con i

cartaginesi.

L'inquadratura torna su Paolo in FI.

Mi hanno detto anche che i

sovrani di Romainvitavano nella

loro cittanche altri dei e

davanoloroospitalit,

costruivanoperlorodei

templi... Forse, comeavviene ad

Atene e come ho visto con i miei

occhi, anche qui si pu trovare

un altare dedicato a un Dio

sconosciuto, a un Dio il cui

nome, o romani, non conoscete...


Dal romanzo di106Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Le beffe dei cortigiani cessano e tra loro si solleva un mormoro di sorpresa.

PPdi Lucia, sempre chiusa fra i soldati e la calca della plebe. Mostra una chiara espressione di soddisfazione per l'arringa introduttiva dell'apostolo.

FC... Ma io non annuncio un Dio

diverso da Quello adorato nel

tempio di Gerusalemme, e al quale

anche tu, cesare, e i tuoi

predecessori, avete disposto di

offrire sacrifici a nome vostro.

FIdi Paolo.

Voi conoscete questo Dio e sapete

che ognuno di noi Ebrei, Lo

considera la cosa pi sacra. Hai

permesso, o cesare, che venisse

adorato anche qui a Roma. Per

questo ogni giorno preghiamo per

te... Non un altro Dio, ma questo

io adoro e servo...

Nel profondo silenzio che domina la piazza, Tigellino interviene flemmaticamente.

TIGELLINO

Allora perch il procuratore ha

scritto in altro modo? Vuoi dire

chePorcioFestotiaccusa

ingiustamente?

PAOLO

(Tranquillo)

No. Ma l'illustre procuratore

stato male informato su di me.

TIGELLINO

Sei cristiano?

PAOLO

Lo sono, o nobile prefetto.

TIGELLINO

Tutti dicono che i cristiani sono

persone ripugnanti e perfide.

PAOLO

(Allargando le braccia)

Oh,signore!Quantevolte

qualcuno stato calunniato? Il


Dal romanzo di107Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


malanimo non genera forse la

menzogna? Ancora oggi i retori

piangono la morte di Socrate,

accusato di essere blasfemo, ma a

quanto pare ingiustamente.

Paolo si volta verso Seneca che, ascolta sempre pi attentamente le sue parole.

MFdi Seneca. Il suo volto si illumina muovendo le mascelle,come se ruminasse qualcosa, e assentendo alle parole di Paolo.

FCQuanti saggi furono accusati

di empiet? E cosa si pu

imputareaicristiani?Che

adorano un Dio che dimora nei

cieli e nelle anime umane?

FIdi Paolo.

Che per essi la vita un'opera

di virt e la morte la fine di

questa prova? Che disprezzano i

piaceri e mortificano la carne?

Che per essi un povero santo?

FIdi Seneca mentre alza lo sguardo verso Nerone.

SENECA

Quest'uomo un filosofo.

TIGELLINO

(Interrompendolo

bruscamente)

Non difficile essere stoici.

(Rivolto a Paolo)

Hai detto che il malanimo genera

la menzogna. Ma perch, pur

essendo ebreo, gli ebrei non ti

amano?

PAOLO

Nessuno profeta nella sua

patria dice un nostro proverbio.

TIGELLINO

Non sono uno stupido perch tu mi

debba citare i proverbi! Rispondi

a ci che ti chiedo. Ti odiano

gli ebrei o no?

PAOLO

(Con voce pacata e ferma)


Dal romanzo di108Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Miodianoquellichenon

comprendono la Legge che hanno

ricevuto.

TIGELLINO

Etupensidicomprenderla

meglio?

PAOLO

Non difficile comprendere la

Legge.

TIGELLINO

Etuttaviasoltantotula

comprendi.

Seneca interviene con la sua voce stridente e senile.

SENECA

Perch tante domande, Tigellino?

E' sempre stato cos, che bisogna

restare soli per comprendere le

cose pi semplici. Tutto il

pensiero greco...

TIGELLINO

... ma non che un ebreo

Seneca...

SENECA

... ci sono ebrei che pensano

come i greci...

TIGELLINO

... ed cristiano! Ed io ti

chiedo, o divino, di condannarlo.

Icristianisonounasetta

pericolosa.Sonosemprein

contrastocongliebreie

dappertutto provocano disordini e

agitazione. Finch li avrai nel

tuo impero, sar come avere

sempreSpartacoeisuoi

gladiatori.

Tigellino lancia verso Seneca una occhiata astiosa e questi gli risponde con uno sguardo di disprezzo e disgusto. Nerone, resosi conto dell'astio fra i due, batte leggermente a terra la verga.

FIdel Pretore.


Dal romanzo di109Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


PRETORE

Silenzio!Parlaildivino

cesare!!

Nerone, dal suo trono, si china leggermente verso il prigioniero.

NERONE

Dunque sei ebreo e cristiano? Ho

sentito che gli ebrei credono che

dallaloroterrausciril

conquistatore e ilsalvatore del

mondo... Tu, filosofo, che ne

pensi?

PAOLO

Non solo gli ebrei credono a

questo,grandecesare.Noi

cristiani, sappiamo che Colui che

doveva arrivare gi arrivato.

NERONE

(Con una espressione di

beatitudine)

Chiss se non avete ragione.

Si piega all'indietro, abbraccia i presenti con lo sguardo. Poi guarda con aria di attesa le facce assiepate davanti a s.

(Rivolto a Paolo)

Poich nessuno ti accusa, non

voglio essere severo con te.

(Con un gesto patetico)

Sei libero.

Sulla via Sacra giungono fanciulli con ceste piene di pane. Si pongono in fila dietro i soldati pronti ad un cenno di comando.

Perch io so che siavvicina il

secolo d'oro, e che gi apparso

il salvatore del mondo...

Si alza, si getta sulle spalle la toga e continua a parlare come se recitasse. Nello stesso istante, contemporaneamente, un pretoriano si avvicina a Tigellino mormorandogli nell'orecchio una informazione importante ed urgente.

(In sottofondo)

FCIl salvatore amato da tutti.

Lui, che penetranei continenti,

unisce i mari, traccia nuove

stradefinnelcuoredel

terribiledeserto,costruisce

palazzi quali nessuno mai ha


Dal romanzo di110Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


costruito,ecomprendecanti

quali nessuno ha mai composto. Un

uomo cos vorrei poter decantare.

PRETORIANO

(Convocesommessama

sicura.Contemporaneamente

a Nerone)

Una notizia grave e importante

mio signore.

TIGELLINO

(Allarmato)

Parla, su svelto.

PRETORIANO

La piccola Augusta. Pare molto

grave.

(Esitante)

E Poppea...

TIGELLINO

(Impaziente)

... Cosa?

PRETORIANO

Ha paura. Teme per la sua vita.

Mi ha ordinato di avvisarti

immediatamente.

TIGELLINO

E Tiburzio ha procurato le prove

contro Seneca?

PRETORE

Ancora no. Ma sulla buona

strada...

TIGELLINO

... Bene. Ora parti subito per

Anzio; questa notte stessa. E

avvertilachelaraggiunger

appena possibile. Va, presto!

Il pretoriano gli mostra il saluto romano ed esce di scena velocemente. La mdp allarga il campo carrellando verso Nerone che torna in PP.

La folla in delirio, incantata ed assordante.


Dal romanzo di111Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Seneca, accortosi del colloquio fra il soldato e Tigellino, trasale incuriosito e preoccupato.

FIdel pretore.

PRETORE

Domani,perfesteggiarela

nascita della piccola Augusta, il

divino cesare vi doner anche

farina, olio, vino...

I fanciulli con le ceste di pane, lanciano in mezzo alla folla delirante il dono del cesare. Lo stato di esaltazione, crescendo, esplode in un vero uragano di grida. Il popolo chiede i giochi nel circo e afferra, litigioso il pane.

NERONE

(Rispondendo al popolo con

declamazione)

... e sia. E sia. In suo onore si

svolgeranno in un solo giorno le

corse, e i combattimenti dei

gladiatori.

Si volta verso i cortigiani, con il viso bagnato di lacrime di gioia.

(Gridando)

Guardate,guardate,comemi

amano... Guardate.

STACCO

114 - PONTE DI LEGNO SUL TEVERE - ESTERNO NOTTE

Ci appare una serata nebbiosa ed umida. Arie cammina lungo un ponte di legno sul Tevere.

Una lanterna proietta una tenue luce giallastra sulla rapida corrente del fiume.

Dalla parte opposta sopraggiungono due ubriachi con torce accese.

STACCO

115 - VIA APPIA FUORI ROMA - ESTERNO NOTTE

Due uomini, visti di spalle (Marco e Pietro), camminano lentamente seguendo una corrente di carri e carretti che lasciano la citt pieni di viveri. La strada avvolta da una moltitudine di fiaccole accese.

STACCO

116 - STRADA PER ANZIO - ESTERNO NOTTE


Dal romanzo di112Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Al galoppo, un drappello di soldati a cavallo con il pretoriano al comando, risale una collina da una strada sterrata. Sullo sfondo, in lontananza, appare Roma. Il drappello va incontro alla mdp e questa lo segue mentre si allontana dalla parteopposta.

STACCO

117 - STRADA DI ROMA - ESTERNO NOTTE

Arie cammina speditamente verso il Foro, senza fermarsi e senza guardarsi intorno.

Ad un certo punto, verso di lui sopraggiunge una lettiga con un dignitario, circondata da servi con torce.

Arie si nasconde nell'ombra di una stradina laterale.

STACCO

118 - VIA APPIA FUORI ROMA - ESTERNO NOTTE

La mdp segueMarco e Pietro nel loro sciolto peregrinare. Sonoin procinto di passare oltre un posto di guardia. Due soldati trattengono per se della merce dal carretto di un uomo, il quale passivamente costretto ad accettare la perquisizione.

Pietro appare come un uomo tarchiato, di aspetto sano e forte, con spalle larghe e fronte spaziosa, con una folta ed ondulata chioma di capelli bianchi. Vivace, schietto e trasparente.

PIETRO

Lo hai avvertito, Marco, che

sarei andato a trovarlo?

MARCO

No, Pietro! Non l'ho avvertito.

Pensochesarmegliose

arriveraiinatteso.Soffre

molto... La sua salute di nuovo

peggiorata.Equesta

diffidenza...

PIETRO

... Hai ragione.

STACCO

119 - PONTE SULLA STRADA PER ANZIO - ESTERNO NOTTE

CLAl galoppo, lo stesso drappello di soldati a cavallo con ilpretoriano al comando, attraversa un ponte di pietra. La mdp ne segue il tragitto sino a che scompare inoltrandosi in una fittaboscaglia.

STACCO


Dal romanzo di113Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


120 - TEMPIO DI MARTE - FRONTONE - ESTERNO NOTTE

Arie fermo davanti all'alto frontone del tempio di Marte. Lo guarda con insistenza, come se stesse studiando un piano per entrare. L'edificio immerso nella nebbia e in una flebile luce notturna. La mdp entra nell'edificio sino ad inquadrare in dettaglio la spada di Giulio Cesare, posta come una reliquia suun cuscino, davanti ad una enorme statua di Marte.

STACCO

121 - ANZIO - VILLA DI NERONE - ESTERNO NOTTE

Al galoppo, lo stesso drappello di soldati a cavallo, entra in un cortile. I soldati frettolosamente scendono da cavallo.

Un servo corre incontro al pretoriano inviato da Tigellino e prende in consegna il cavallo.

Il pretoriano, sempre in tutta fretta, risale dei gradini che conducono alle sale interne ed entra nella villa.

STACCO

122 - CASA DI ARIE - VESTIBOLO - INTERNO NOTTE

Dall'interno vediamo aprire una porta. Arie entra nel vestibolo senza far rumore, camminando in punta di piedi. Dal cenacolo giunge la fiamma gialla di una lampada ad olio.

STACCO

123 - CASA DI ARIE - CENACOLO - INTERNO NOTTE

Arie entra nel cenacolo; la fiamma gialla della lampada ad olio fa emergere la figura femminile di Lucia, con la testa appoggiata sul tavolo gi imbandito. La donna si sveglia, fa un brusco movimento come a voler uscire dalla stanza ma si accorge della presenza del marito.

LUCIA (AKSA)

Sei tu, Arie!?

ARIE

(Seccamente, come annoiato)

E chi vuoi che sia? Perch non

dormi? E' tardi.

Lucia si alza, sorride, si avvicina ad Arie e con le mani leggermente alzate sembra volerlo abbracciare.

LUCIA (AKSA)

(Con affetto, dedizione e

gioia)

Ti aspettavo...


Dal romanzo di114Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Arie non risponde ma reagisce con una smorfia, spazientito ed irritato per l'affetto di Lucia. Toglie il mantello e lo getta su una seggiola.

... Mangi qualcosa? Ultimamente

mangi cos poco. Oggi ho comprato

del vero vino siriano... C' del

formaggio. Ho fatto io stessa il

pane. Ho pensato che cos ti

piacer di pi.

Non potendo non trattenersi, Arie siede e affonda le dita nei capelli e nella barba.

ARIE

Va bene, dammi pane e vino.

LUCIA (AKSA)

(Allegramente)

Subito mio signore.

Corre all'interno di un'altra stanza facendo frusciare la sua veste.

Arie, approfittando della momentanea assenza di Lucia, estrae da una tasca una sica (la stessa acquistata da Menahem al mercato di Gerusalemme). La osserva e con le dita ne accarezza dolcemente la lama e il manico, come a volerne apprezzare la linea, la fattura e pensando al delittuoso piano che da tempo occupa la sua mente. Poi la posa sul tavolo.

Lucia rientra portando una bacinella con acqua, una brocchetta con olio profumato ed un asciugamano. Si accorge del coltello sul tavolo quindi fissa il marito cercando una risposta. Infine, posa la bacinella accanto ai piedi di Arie.

Arie la fissa negandole la spiegazione, poi torna a guardare il coltello. Lucia, volendo interrompere quella situazione imbarazzante e senza via d'uscita, allunga le mani verso i piedi del marito.

Permettimi che io te li lavi.

Gli toglie i sandali. Con cura e delicatezza passa una pezza umida sui piedi coperti di polvere.

Hai camminato molto oggi?

ARIE

(Borbottando rudemente)

Si. Ora va a dormire. Non c'

bisogno che tu rimanga qui.

LUCIA (AKSA)

Non mi permetti di aspettarti?


Dal romanzo di115Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


ARIE

(Facendodituttoper

sembrarescontrosoe

scostante)

Se vuoi aspetta.

Comincia a mangiare con appetito. Lucia, immobile gli resta accanto, attenta ad ogni suo gesto.

Sei stata alla preghiera?

LUCIA (AKSA)

(Rallegrata)

Ci sono stata. E ho pregato...

come sempre...

ARIE

E il maestro?

LUCIA (AKSA)

(Con entusiasmo)

Ah! Tu ancora non lo sai! E'

stato liberato! Il giudizio del

cesarel'haprosciolto

dall'accusa e dalla pena. Eravamo

tutti cos felici quando venuto

tra noi senza le catene.

Arie trasale. Gli occhi si inebriano di odio misto a stupore. Picchia il tavolo, afferra il coltello e lo infila nella cintola; quindi si alza.

ARIE

(Con durezza)

Libero o in catene, ammaestra

male.

LUCIA (AKSA)

Arie, ti prego... vedrai che ti

sbagli. Domani, al crepuscolo,

nei giardini Emiliani Pietro dir

a tutti che una menzogna ci

che raccontano di Paolo. E noi

pregheremoinsieme.Tene

convincerai.

Arie comincia ad avvertire lentamente un sentimento contrapposto, pieno di inquietudine, di passione per l'odio nei confronti di Paolo, nemico del suo popolo, e di tenerezza per Lucia.

ARIE


Dal romanzo di116Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Forse verr.

Prende il mantello e velocemente esce indeciso, come se sentisse che quella donna gli sempre pi cara. Ora ci appare come incapace di sopportare e sostenere quella lacerazione interiore che lo avvilisce da tempo.

LUCIA (AKSA)

(Con rammarico e calore.

Seguendolo)

Oh Arie!! Sei ostinato. Eppure...

iopertesonodiventata

cristiana! Sei tu che...

Si accosta allo stipite della porta, come a volerne cercare disperatamente un appiglio. Dal cenacolo sentiamo sbattere con violenza la porta del vestibolo e discendere i gradini di legno. Arie ora lontano.

(Piangendo disperatamente)

... Ti sbagli.

Nel buio della notte e nella foschia, Arie si allontana a passo veloce lungo la strada.

STACCO

124 - STRADA DI ROMA - ESTERNO NOTTE

In mezzo alla foschia, in una strada completamente deserta, vediamo sopraggiungere Arie a passo deciso.

Un gatto nero, avanzando lentamente, gli taglia la strada. Il giovane con rabbia gli sferra un calcio deciso.

Il gatto, miagolando per il dolore, si allontana.

Due loschi individui, poco lontano, nascosti dalla foschia sembrano seguirlo senza timore di farsi notare.

Arie si accorge dei due inseguitori, si accosta al muro di un edificio e continua con un'andatura incerta.

Improvvisamente, da un vicolo laterale immerso nel buio, due grosse e callose mani lo afferrano e lo trascinano nell'oscurit.

STACCO

125 - VICOLO LATERALE DI ROMA - ESTERNO NOTTE

PPdel volto di Tiburzio. La luce di una lampada, sostenuta da un secondo uomo, ce lo fa apparire ripugnante, segnato da un marchio e da profonde cicatrici.

In CT vediamo i due inseguitori fermarsi nei pressi dell'angolo e guardarsi intorno, come a voler accertarsi che non vi siano presenze estranee all'incontro.


Dal romanzo di117Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Tiburzio lascia Arie dalla stretta, gli accarezza il mantello, come se volesse rassicurarlo e con tono amichevole gli d uno schiaffetto sulla guancia.

TIBURZIO

Allora? Hai qualche buona notizia

da darmi?

ARIE

Certo.

TIBURZIO

E allora. Parla?

ARIE

Domani, al crepuscolo.

TIBURZIO

Dove?

ARIE

Nei giardini Emiliani.

TIBURZIO

Saranno molti questi cristiani?

ARIE

Si. Devi prenderemolti soldati.

Pi che puoi.

TIBURZIO

Ho soltanto due coorti. Le altre

sono andate col prefetto ad

Anzio.

ARIE

Prendi tutti. Prendi i vigili.

TIBURZIO

So da me cosa devo fare. Stupido!

Dettagliodella mano di Tiburzio mentre porge delle monete alsicario.

Prendi. Questo per te.

Arie respinge il pugno teso di Tiburzio.


Dal romanzo di118Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


ARIE

Non voglio denaro?

TIBURZIO

(Con stupore e sospetto)

Non vuoi il denaro?

Tiburzio alza le spalle con indifferenza.

Bene. Non ci scapperanno questi

tuoi cristiani.

Tiburzio fa cenno ad Arie di andarsene ma questi indugia.

(Ridendo)

Si? Che altro vuoi? Forse ti

dispiace di lasciare questo oro?

ARIE

No. Solo che... vedi Tiburzio...

l nella folla ci sar mia

moglie.

TIBURZIO

(Con aria beffarda)

Ah! Nessuno te la prender!

Potrai portarla via con te.

STACCO

126 - VIA APPIA FUORI ROMA - DOMUS (VILLA URBANA) DI QUINTO HERMES SU UNA COLLINA - GIARDINO - ESTERNO GIORNO

Pietro e Marco entrano nel giardino della domus, pieno di edera e lauro. Attraversano un sentierino coperto da un tetto verde di vite rampicante, poi aprono un cancelletto e questi prende a cigolare.

Paolo, seduto su una panca, trasale, come strappato bruscamente ai suoi pensieri dal rumore del cancelletto. Alza la testa in alto, con un movimento tipico di un cieco e muovendo la mano cerca un sostegno.

PAOLO

Chi ?

Pietro, con un gesto della mano, indica a Marco di restare davanti al cancelletto.

PIETRO

Paolo, sono io, Pietro.


Dal romanzo di119Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Paolo si alza dalla sua panca e con un brusco movimento resta in piedi davanti a Pietro.

PAOLO

(Con voce bassa e rauca)

Vado via da qui. Vado via...

PIETRO

Dove vuoi andare? Perch?

PAOLO

(Con tono concitato)

Lo so che questa la tua

terra... il tuo campo... Ora sono

libero. Posso andare... e me ne

andr... andr via... subito.

PIETRO

Qui a Roma c' campo sufficiente

per molti. C' posto per tutti e

due.

I due apostoli stringono uno le braccia dell'altro e le scure dita di Paolo, sporgenti dalle pezze, afferrano l'amico come una tenaglia.

PAOLO

Per tutti e due. Sei troppo

buono. Ma io...

PIETRO

Roma come un mare al quale

affluiscono i fiumi. E questo

il nostro mare.

PAOLO

Dunque anche tu pensi cos. Come

me. Il mondo oggi romano.

Domani forse sarparto, gallico

o germanico. Ma qualunque esso

sia, deve essere di Ges.

I due apostoli, appaiono commossi e felici di scoprire che finalmente, dopo tanti anni, li unisce lo stesso pensiero. Paolo, ad un certo punto sente mancare le forze, si appoggia a Pietro; poi lentamente siede sulla panca e invita l'amico a fare altrettanto indicandogli il posto accanto a lui.

(Ansimando)

Siediti Pietro.

PIETRO


Dal romanzo di120Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


E tu? Adesso vorresti andartene?

PAOLO

A che servirebbe restare? Sai

bene che qui non vuole ascoltarmi

nessuno.

PIETRO

Lo so. Mi hanno scritto perfino

delle lettere, mi hanno mandato

informatori.

PAOLO

(Con voce tremante)

E tu?

PIETRO

Io so bene che tu ammaestri in

modo giusto. Si, Paolo! Io guardo

pi vicino, tu pi lontano. A me

il Signore ha ordinato di pascere

il gregge. Ma tu devi far s che

questo gregge si avvicini e si

senta di appartenere al Signore.

STACCO

127 - ROMA - VILLA DI NERONE - CUBICOLO - INTERNO GIORNO

Nerone appare sul seggio, profondamente depresso per la morte di sua figlia Augusta e stanco per una notte insonne, passata fra lamenti strazianti e grida di dolore. I cappelli sono arruffati, la barba incolta e disordinata, il vestito aperto e il petto sembra sanguinare per le ferite inferte dal dolore.

Nella sala notiamo la servit terrorizzata e appoggiata disordinatamente alle pareti. Sul pavimento giacciono la corona, una forminga (cetra o arpa greca) e statue completamente andate a pezzi.

Dal fondo della sala avanza a passo spedito Tigellino. La servit esce lentamente, cercando di non farsi notare.

Dettagliodegli occhi di Nerone.

PPdi Tigellino inquieto, alla ricerca di una frase intelligente, utile a mitigare la collera di Nerone.

TIGELLINO

Ave o cesare!! Mi hai mandato a

chiamare e sono qui. Ai tuoi

ordini.


Dal romanzo di121Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Nerone, con un solenne gesto di disperazione, alza la mano con le dita distese.

NERONE

Perchtitengoconme,

Tigellino? Perch sei qui, se

ella potuta morire?

Tigellino non si lascia intimidire. Socchiude gli occhi e a bassa voce risponde crudelmente.

TIGELLINO

Mi tieni, o divino, affinch

azzanni i tuoi nemici come un

cane. Se mi indichi il colpevole

del tuo dolore, lo colpir. Se

non me lo indichi, lo trover da

solo.

La mano di Nerone cade inerte, fra lo sbigottimento e l'impotenza.

NERONE

Non credi che ella sia colpevole

della morte della mia bambina?

TIGELLINO

(Con voce sorda, sicura e

controllata)

No, divino. L'imperatrice stata

una buona madre. Lo hanno visto

tutti. Amava sua figlia. Ella ti

adora o cesare!!

NERONE

(Sibilando)

Allora chi? Forse Trasea?

TIGELLINO

Potrebbe aver fatto un maleficio.

Il viso di Nerone assume un'aria modesta, quasi vergognosa.

NERONE

(Guardando i suoi piedi che

spuntano dalla toga)

Ho detto a Seneca che mi sono

riconciliato con lui. Gli ho

mandato i miei carmi.

TIGELLINO


Dal romanzo di122Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


(Con voce carica di odio)

E sei sicuro, o divino, che anche

Seneca non abbia desiderato la

morte della piccola Augusta?

NERONE

Maledettistoici!Liodio!

Ignobilivecchiaccicheci

invidianol'allegriaela

felicit. Ma il popolo li ama.

Guarda negli occhi Tigellino e questi sostiene il suo sguardo.

TIGELLINO

E se tu, o divino, avessi delle

prove che congiurano contro di

te?

Negli occhi di Nerone appare un lampo di paura.

NERONE

(Con voce fioca)

Hai queste prove?

TIGELLINO

Non ho detto, divino, che le ho.

Ma se riuscissi a trovarle?

NERONE

Allora Trovale!! Io non ho tempo

per queste cose. Lo sai che mi

rimastasololabellezza

dell'arte... Perci mi rifugio in

essa. Trover un popolo nuovo e

che mi sappia apprezzare ad

Alessandria,adAntiochia,a

Gerusalemmedoveusciril

salvatore del mondo.

TIGELLINO

Temo o divino che se i tuoi

viaggi dureranno troppo a lungo,

altre mani potrebbero allungarsi

sul trono abbandonato.

NERONE

(Con una smorfia di dolore)

Cosa vuoi tu da me? Ne ho

abbastanza di Roma e dell'Italia.

Mi hanno ucciso qui l'unica

creatura che amavo... La mia

figlioletta.


Dal romanzo di123Jan Dobraczyňski


La spada santa

(Prorompendo in singhiozzi) Vae mihi! Non voglio il trono! Del resto ci sei qui tu a custodirlo.

TIGELLINO

Ma il popolo romano... Cesare, necessario che tu rimanga a Roma.

NERONE

(Andando su tutte le furie) Sei impazzito? Io dovrei fare ci che dici tu!

TIGELLINO

Cesare, il popolo si offender se tu partirai.

NERONE

Che si offenda pure. Il popolo vuole sempre le stesse cose: gladiatori che si uccidono e animali.

TIGELLINO

Inventerqualcosadinuovo.

Vedrai, o divino.

NERONE

Me lo prometti?

TIGELLINO

Si. Comincia il tuo canto da

Roma!

NERONE

Ma... tu pensi che mi applaudiranno?

TIGELLINO

Te lo assicuro.

NERONE

Vuoi scherzare? Dove potrei esibirmi? Roma brutta e angusta. Volevo costruire un palazzo unico al mondo e i miei architetti mi dicono che non c' posto.


Marcello Fiorentino


Dal romanzo di124Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


TIGELLINO

E se io ti facessi tanto posto da

contenere la Domus Aurea?

STACCO

128 - ROMA - VILLA DI NERONE - UN CORRIDOIO - INTERNO GIORNO

La mdp precede Tiburzio mentre avanza con una schiera di pretoriani al seguito lungo un corridoio del palazzo.

STACCO

129 - ROMA - VILLA DI NERONE - UN ALTRO CORRIDOIO - INTERNO GIORNO

Tigellino avanza con una schiera di pretoriani al seguito lungo un altro corridoio del palazzo. Poi incrocia Tiburzio ed il suo seguito. I due gruppi si incontrano in una nuova sala del palazzo proseguendo insieme il loro cammino.

130 - ROMA - VILLA DI NERONE - UNA SALA - INTERNO GIORNO

Tigellino e Tiburzio ci appaiono affiancati con lamdp che

continua a precederli.

TIGELLINO

Ebbene?

TIBURZIO

Mi sembri felice o nobilissimo.

TIGELLINO

Parla, che sei riuscito a sapere?

TIBURZIO

Tutto, signore. I miei uomini

hanno trovato quel Paolo.

TIGELLINO

E' sempre a Roma?

TIBURZIO

Si, vive l dove viveva prima.

Oltre la porta della citt.

Seneca lo ha mandato a chiamare.

Tigellino improvvisamente si ferma. Una ruga sul viso ne accentua la sorpresa e la gioia. Anche il seguito dei soldati resta immobile.

TIGELLINO


Dal romanzo di125Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Seneca?

STACCO

131 - ROMA - VILLA DI NERONE - SCALINATA VERSO L'USCITA - INTERNO GIORNO

La mdp carrellamentre i nostri personaggi discendono unascalinata verso l'esterno della villa accingendosi ad entrare nei giardini della villa.

TIBURZIO

Hanno conversato a lungo. Hanno

parlato di come bisogna vivere.

Le loro parole differivano ben

poco.

TIGELLINO

Bene. Entrambi cadranno nella

trappola che ho preparato.

TIBURZIO

Non so signore... Seneca ha

intuito i tuoi piani.

TIGELLINO

Cosa vuoi dire?

TIBURZIO

Sta preparando la fuga da Roma.

Non si sente sicuro. Forse gi

fuori le mura.

TIGELLINO

(Conunosguardo

penetrante)

A Seneca penseremo dopo. E che mi

dici di quel Paolo? Lui e quei

cristiani sono nemici di tutti.

Li dobbiamo...

Fa un gesto eloquente. Tiburzio annuisce con la testa in modo significativo. Poi ride sommessamente, con uno sguardo feroce.

I due entrano nei giardini restando soli ed appartati.

STACCO

132 - ROMA - VILLA DI NERONE - GIARDINI - ESTERNO GIORNO

TIBURZIO


Dal romanzo di126Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Signore... Presto ci sar una

buona occasione.

TIGELLINO

Parla.

TIBURZIO

Questa sera si riuniranno tutti

insieme. In questa riunione ci

saranno Paolo, Pietro, tutti.

Allora, con un colpo solo li

potremo...

Particolare della mano di Tiburziomentre viene aperta e dicolpo stretta con forza.

Tigellino si asciuga la fronte coperta da un denso sudore.

TIGELLINO

Dove si riuniranno?

TIBURZIO

Nei tuoi giardini. Anche i tuoi

servi e custodi sono della setta.

TIGELLINO

(Pensieroso)

Ascolta.Quelfetidomercato

intorno al circo avvelena l'aria

nei giardini Emiliani e nei

giardini del cesare. Ne ostacola

anche la costruzione del palazzo.

Perci, quando ti occuperai dei

cristiani, approfitta per dar

fuoco a quelle baracche. Poi

diremochel'hannofattoi

cristiani e per questo li hai

imprigionati. Avremo i giardini

pulitiedilcesaresar

contento.

STACCO

133 - CASA DI ARIE - CENACOLO - INTERNO CREPUSCOLO

La mdp inquadra in MF Arie. E' in attesa di uscire e osserva il tramonto.

STACCO

134 - STRADE ROMANE - ESTERNO CREPUSCOLO

Il sole diventa sempre pi color rame, tingendo di un rosso caldo le facciate delle case.


Dal romanzo di127Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


STACCO

135 - PORTA ESQUILINA - ESTERNO CREPUSCOLO

La porta Esquilina viene aperta da soldati di guardia. Il traffico notturno si intensifica ed una fila di carri carichi di merce, tirati da muli ed asini, nel fracasso delle ruote e delle grida dei mulattieri, comincia ad entrare in citt.

STACCO

136 - CASA DI ARIE - CENACOLO - INTERNO CREPUSCOLO

Arie appare seduto su un divanetto come raccolto in preghiera, una preghiera rituale. Ha una espressione fanaticamente lucida, come se sapesse esattamente cosa fare. Le mani sono appoggiate sulle ginocchia. Ad un certo punto, raccoglie i capelli dietro la nuca e con un laccetto fa un codino. Poi cinge la testa con una fascetta nera, si alza, afferra un lungo mantello scuro e se lo avvolge intorno.

STACCO

137 - VILLA DI SENECA IN ROMA - VESTIBOLO - INTERNO SERA

C' un gran movimento di servi intenti a trasportare, bagagli, pesanti casse finemente lavorate, suppellettili di varia grandezza e fattura. La confusione totale. Tutti sembrano ossessionati dalla fretta.

STACCO

138 - VILLA DI SENECA IN ROMA - STRADA ADIACENTE - ESTERNO SERA

Lungo la strada vi sono carri trainati da cavalli e servit a piedi e al seguito di una lettiga. La lettiga ferma sul selciato.

La mdp avanza inquadrando un libertoche esce dalla villa e conpasso deciso si dirige verso la lettiga. La tendina viene aperta dall'interno facendo entrare in campo Seneca.

LIBERTO DI SENECA

E'quasituttoprontomio

signore.

SENECA

Bene. Ma facciamopresto. Domani

potrebbe essere troppo tardi.

LIBERTO DI SENECA

(Con un inchino)

Certamente.

La tenda viene richiusa e il volto di Seneca scompare.


Dal romanzo di128Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


STACCO

139 - ROMA - PALAZZO DI TIGELLINO - TERRAZZO - ESTERNO SERA

La mdp ruotando intorno alla FI di Tigellino si ferma inquadrandolo su un lettino. E' assorto nei suoi pensieri. Unaprima schiava entra in campo e gli allunga un vassoio con sopra una coppa piena di vino. Lui afferra con indifferenza la coppa degustandolo lentamente. Una seconda schiava, con un corpo sinuoso, appena visibile attraverso abiti trasparenti, gli tiene compagna accarezzandolo in continuazione, come se lo volesse rilassare. Altri due schiavi neri agitano sulla sua testa due ventagli di piume di struzzo.

FLASH BACK CON DISSOLVENZA INCROCIATA

140 - ANZIO - VILLA DI NERONE - TERRAZZO SUL MARE - ESTERNO GIORNO

La mdp, continuando a ruotare intorno a Tigellino, ce lo faapparire in un ambiente e situazione simili, ma al posto della schiava, vediamo Poppea distesa al suo fianco, in una bellissima veste di mussola, attraverso la quale traspare il suo corpo formoso.

Poppea guarda il prefetto con i suoi grandi occhi sbattendo le palpebre.

Ha capelli acconciati a forma di torre e ornati con fili di perle, la fronte e le spalle incipriate di bianco, le labbra e le guance arrossate con succo di vino. Ha una miriade di anelli infilati alle piccole dita e al collo un magnifico vezzo di opali. Sulle braccia luccicano braccialetti e dal piede spunta un peplo sopra sandaletti di pelle rossa.

TIGELLINO

Come sta il cesare?

POPPEA

Il cesare? Che importanza ha? Mi

ha fatto segregare qui ad Anzio.

Per la piccola Augusta capisci?

TIGELLINO

Non dimenticare. Se tua figlia

dovesse morire dovrai avere un

altro figlio.

POPPEA

(Con una smorfia)

Oh, non seccarmi, Tigellino.

Gli prende la mano premendola sul petto e divertendosi ad osservare le narici e le pupille dilatarsi.


Dal romanzo di129Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Eppure lo sai Ofonio, che i figli

rovinano la figura.

Tigellino con stizza strappa la sua mano da quella di Poppea.

TIGELLINO

E' possibile che tu sia cos

stupida? Devi dare un figlio al

cesare.

(Abbassando la voce)

Devi avere un figlio che Nerone

consideri come suo. Hai gi

dimenticato tutto? Se Nerone se

ne va, non torner pi e tutte le

coorti non basteranno a soffocare

le cospirazioni. E tu moriresti.

POPPEA

Ti preme la mia vita oppure temi

per la tua?

TIGELLINO

Per entrambe.

POPPEA

Non ti preoccupare. Non l'ho

dimenticato. Ma tu sai cosa mi ha

predetto Ptolomeo...

(Conunsorriso

provocatorio)

Ediovogliogodermela,

divertirmi, darmi ai piaceri...

TIGELLINO

Si alza di scatto allontanandosi da lei.

Stupida! Devi avere un figlio.

Augusta fragile. Ha i giorni

contati...

POPPEA

... E Nerone impazzito con

quell'efebodallefattezze

femminili.

TIGELLINO

Che impazzisca pure ma un figlio

gli assolutamente necessario.

DISSOLVENZA AL NERO


Dal romanzo di130Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


141 - ROMA - PALAZZO DI TIGELLINO - TERRAZZO - ESTERNO SERA

INSOLVENZA

Ritroviamo Tigellino con la schiava avvenente al suo fianco, e i due uomini dalla carnagione nera che agitano sulla sua testa due ventagli di piume di struzzo. Tutti ripresi dal retro in CT.

Dal fondo sopraggiunge un pretoriano. Si avvicina, salutaallungando energicamente il braccio in avanti, si colpisce il petto con un energico pugno, poi appoggia la mano sul manico del gladio serrato alla destra della cintola e china il capo come a voler produrre un deciso inchino.

PRETORIANO 2

E' tutto pronto generale.

STACCO

142 - FORO ROMANO - ESTERNO NOTTE

Il foro si presenta ancora semi deserto. Solo alcuni carri carichi di merce, tirati da muli ed asini, nel fracasso delle ruote e delle grida dei mulattieri, comincia ad entrare nella piazza. Sono gli stessi che abbiamo incontrato alla porta Esquilina.

La mdp restando ferma, lascia scorrere i carri da sinistra e dal fondo ci mostra Arieche sopraggiunge guardandosi intorno,con l'aria di chi non vuole far notare la sua presenza, nel suo lungo mantello scuro.

STACCO

143 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO NOTTE

Panoramicadi una enorme moltitudine di fedeli sui pendii deigiardini Emiliani.

Alcuni uomini danno fuoco ad una grande pira ai piedi di un macigno spianato. Un altro, in piedi sul macigno, d indicazioni alla folla.

Carrellatasui componenti di un coro intento a cantare un salmoimplorante e pieno di nostalgia.

STACCO

144 - SCALE DEL TEMPIO DI MARTE - ESTERNO NOTTE

Con passo sicuro, senza indugiare e senza far rumore, Arie sale le scale del tempio di Marte.

STACCO

145 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO NOTTE


Dal romanzo di131Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Da un gruppo di fedeli, seduti poco distanti dal fuoco, si fa avanti Pietro accolto da grida e applausi. Il pescatore raggiunge speditamente una tribuna e con un cenno della mano chiede alla folla di far silenzio. Gli ascoltatori ammutoliscono.

STACCO

146 - COLONNATO DEL TEMPIO DI MARTE - ESTERNO NOTTE

Muovendosi cauto e leggero come un gatto, Arie toglie il mantello abbandonandolo in terra, mette il coltello fra i denti, salta agilmente afferrandosi alla sporgenza di un muro e ritrovandosi seduto sul parapetto di una finestra.

STACCO

147 - SALONE CENTRALE DEL TEMPIO DI MARTE - INTERNO NOTTE

Con altrettanta agilit si ritrova all'interno del tempio toccando il pavimento con i piedi. Nell'edificio regna un assoluto silenzio. Dalla finestra giungono i rumori uniformi dei carri, come il brontolio di un lontano temporale.

STACCO

148 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO NOTTE

MFdi Pietro.

PIETRO

Fratelli miei. Ho voluto che

foste qui riuniti per potervi

parlarediunaquestione

importante.

Un breve mormoro serpeggia tra la folla. Pietro con gesti delle mani li acquieta e di nuovo torna il silenzio, in cui si ode solo il crepito della legna che brucia.

Prima ancora del mio ritorno a

Roma, mi giunta la lieta

notizia che era arrivato qui un

uomo molto amato dal Signore...

PPdi Paolo presente fra i presbiteri e diaconi.

PPdi Lucia tra la folla dei fedeli.

FC... perch gli ha permesso di

conquistare nel Suo nome molte

terre e molte citt vicine al

mare e lontane dal mare.

Chiedete a chi volete, ma tutti

sanno che chi ha penato di pi

per predicare il Vangelo il


Dal romanzo di132Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


nostro fratello carissimo Paolo

di Tarso.

MFdi Paolo.

STACCO

149 - SALONE CENTRALE DEL TEMPIO DI MARTE - INTERNO NOTTE

La mdp segue in dettaglio i piedi di Ariementre lentamente,con passo leggero cammina lungo il pavimento della sala. Sul fondo, accanto alla statua di Marte, vediamo un guardiano seduto ed appisolato. Il dio rappresentato anch'esso seduto con la grande mano destra poggiata su un ginocchio e le dita stese, come a voler ghermire qualcosa o qualcuno nelle tenebre.

Un pipistrello, frullando, esce dalla sala. La sua figura attraversa quella di una enorme e chiara luna piena.

La mdp torna sui piedi di Arieimmobili sul pavimento e, sempresul fondo, ci mostra il guardiano. L'uomo sembra svegliarsi dal torpore, disturbato dal rumore del mammifero ma poi emette un grugnito e torna a sonnecchiare.

Arie riprende a camminare silenzioso e guardingo lasciandosi guidare dal respiro dell'uomo addormentato.

PPdel custode che sonnecchia. In campo entra la mano sinistra di Arie che chiude la bocca della sua vittima. Questi si desta cercando di divincolarsi dalla stretta ma senza riuscirvi.

La mdp inquadra dal bassoi piedi del guardiano mentre battonosul pavimento. Dietro di lui, nell'ombra, notiamo la figura oscura di Arie. Un rivolo di sangue cade sul pavimento facendo sentire il suo gorgoglo. In campo entra anche la mano dell'uomo ormai deceduto: pesante, inerte.

STACCO

150 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO NOTTE

Durante il monologo di Pietro la mdp inquadra in PP FI o MF alcuni presenti che ascoltano tra i quali Satabus e Fileros.

PIETRO

Io so che voi non ascoltate la

sua parola, so che vi allontanate

da lui e che gli rimproverate di

istruirvi male. Ci mi addolora.

Io ho forse parlato qualche volta

in modo diverso da lui? No! Mai!!

Un tempo si, forse... Sappiatelo.

Una volta, anni fa, ebbi paura...

Sono un uomo debole. Il signore

ha affidato il suo gregge al pi

misero degli uomini. Proprio io

ho rinnegato il Signore. E come


Dal romanzo di133Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


per vilt ho rinnegato Lui, cos

per vilt cominciai a evitare i

cristiani che non provenivano

dagli ebrei.

PPdi Paolo.

FCE fu lui ad ammonirmi. Fu lui

a dirmi che sbagliavo.

PPdi Marco.

FCEgli mi riprese ed io gli

detti ragione.

Carrellatasui presbiteri e diaconi.

FCE il Signore volle che io

benedissiPaoloperilsuo

lavoro. Paolo insegna bene. Siete

voicheloaveteascoltato

male...

STACCO

151 - CIRCO - BARACCHE DEL MERCATO - ESTERNO NOTTE

Dal fondo di una stradina dai cui fianchi emergono baracche fatiscenti di legno, avanza Tiburzio al comando di un manipolo di uomini. Sono pretoriani, armati e con fiaccole accese ma vestiti con mantelli e cappucci per non farsi riconoscere. Tutto intorno non vi nessun altro; il mercato vuoto.

STACCO

152 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO NOTTE

PIETRO

... E oggi voglio che Paolo vi

dica come vide Ges.

MFdi Paolo mentre si alza dalla tribuna.

La collina immersa nell'oscurit ci mostra il popolo cristiano in silenzio, senza un applauso. Paolo raggiunge il macigno accostandosi alla gigantesca figura del pescatore. Con la testa inclinata sulla spalla, il petto infossato ed il viso smunto comincia il suo discorso.

PAOLO

(Convocebassae

balbettante)

Non sono qui per lodarmi davanti

a voi, perch non sono degno

della fortuna di aver visto il

Signore.Inmenonc'era

debolezza, ma soltanto ira, odio,


Dal romanzo di134Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


desiderio di uccidere... Cos ero

io... L'amore una cosa buona,

lo sapete... Tuttavia io non

volevo amare il prossimo, ma

soltantoessereamatodagli

altri. Ma amare come Cristo

significa non desiderare niente

in cambio. Fu cos... Avevo

deciso di recarmi a Damasco.

Credevo che l si nascondessero i

discepolidelSignoreedi

Pietro.Desideravoilloro

sangue. Li odiavo. Ero come un

segugio lanciato su una traccia

di sangue.

STACCO

153 - SALONE CENTRALE DEL TEMPIO DI MARTE - INTERNO NOTTE

La mdp ne segue l'azione in piano sequenza. Arie tende lebraccia nell'oscurit della sala. Allunga la mano toccando quella della statua, poi la grossa e muscolosa gamba di pietra. In basso, in una cavit, afferra lo scrigno, legato e sigillato. Senza esitare strappa il sigillo, recide la corda e solleva il coperchio. Quindi afferra la spada posata su un cuscino.

Particolare della spada. E' proprio quella con l'impugnaturache termina a becco d'aquila e con le due else a forma di zampe di tigre: la spada di Giulio Cesare. Con la mano sinistra la tiene ben ferma e con la destra l'accarezza come fosse una reliquia.

STACCO

154 - CIRCO - BARACCHE DEL MERCATO - ESTERNO NOTTE

Due pretoriani, sempre incappucciati e coperti da lunghi mantelli scuri, entrano in una baracca appiccando il fuoco.

FIdi Tiburzio con aria sadica e soddisfatta, illuminato dallaforte luce rossa del fuoco proveniente da una baracca.

STACCO

155 - UNA BARACCA DEL MERCATO - INTERNO NOTTE

Diversi soldati buttano all'aria oggetti di ogni tipo presenti, quindi appiccano il fuoco in pi punti, su pagliericci, su legna secca agli angoli.

Un soldato con un poderoso calcio rovescia una otre piena di olio e un altro gli d fuoco.

STACCO

156 - CIRCO - BARACCHE DEL MERCATO - ESTERNO NOTTE


Dal romanzo di135Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


In CT vediamo in una strada i soldati uscire dalle baracche ormai incendiate. Il fuoco divampa e le fiamme si alzano sospinte dal vento. Altri soldati si danno alla fuga.

FI di Tiburzio. Entra in campo un soldato.

SOLDATO

Possiamoandareora.Abbiamo

eseguito gli ordini come ha

voluto il divino Tigellino...

TIBURZIO

Interrompe e afferra con decisione il soldato per il mantello.

Poi lo spintona.

... Idiota. Il suo nome non deve

trapelare. Ora va.

Il soldato esce dal campo e la mdp restringe l'inquadratura sul PP di Tiburzio inondato di luce rossa.

STACCO

157 - SALONE CENTRALE DEL TEMPIO DI MARTE - INTERNO GIORNO

Arie si dirige verso la finestra che si staglia davanti a lui come un quadrato luminoso. Una strana luce irradia da essa posandosi come una macchia rosata sul pavimento a mosaico.

Particolaredella mano della statua di Marte che emergedall'ombra tingendosi di rosa.

Arie mette la spada alla cinta, si arrampica sino alla finestra e resta in piedi sul davanzale, come paralizzato per lo spettacolo che gli si para davanti.

STACCO

158 - FORO ROMANO - ESTERNO NOTTE

Sopra la ghirlanda di statue che girano intorno al foro, vediamo il bagliore rosso che si spande nel cielo.

STACCO

159 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO NOTTE

PAOLO

... Capite, fratelli, che cosa

provai dopo avere sentito il

Signorechechiedevaragione

della mia vendetta? Comprendere

il caos di pensieri che si form

nella mia mente? Soltanto una

cosa capivo bene: tutto ci che

erastatodovevaessereal


Dal romanzo di136Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


contrario. Il mio mondo doveva

mettersi a testa in gi. O, per

meglio dire, doveva mettersi in

piedi, perch fino a quel momento

era stato a testa in gi e cos

non poteva pi continuare! Ma ci

si pu rassegnare a un mondo cos

diverso? E' possibile rinunciare

a tutto, a ci cui si legati, a

ci che si servito e negare

tutto? Anche se stessi? Oh...

fratelli... Fu terribile. Eppure

sentivo che ero nelle mani del

Dio Vivente.. E che, se non

avessi negato me stesso, avrei

dovuto negare Lui... Cos fu.

Cosfratelli...L'uomofa

propositi, ma Dio per la propria

gloria si serve anche della

cattiva volont dell'uomo. Voi

volevate sapere. Volevate sentire

perch chiamo me stesso apostolo.

Perch ho visto il Signore...

come vedo voi ora.

Indica Pietro con la mano.

L'ho visto, bench non ne sia

degno. L'ho visto... Il Signore

si lascia vedere.

Lascia cadere le braccia e scende dal macigno. Tutti tacciono impietriti dalla commozione. La legna arde in modo silenzioso e uniforme nell'aria.

Una grande colonna di fuoco si sprigiona da dietro l'altura, impennandosi, dilagando. Da lontano giungono grida, richiami, colpi di gong, improvvisi squilli di trombe, mescolati con il ruggito del fuoco.

Tra la moltitudine dei cristiani, turbata da questo fatto inatteso, si ode una sola voce piena di terrore.

UN FEDELE

La citt brucia!!

STACCO

160 - COLONNATO DEL TEMPIO DI MARTE - ESTERNO NOTTE

Arie ci appare accanto ad una colonna: appoggiato cautamente, con il suo mantello ed il cappuccio scuro addosso. Estrae la spada dalla cintola, l'avvicina agli occhi per osservarla meglio. La luce rossa delle fiamme ora illumina la spada e ne fa intravvedere i minimi dettagli. Nello stesso istante lancia un grido di sorpresa e di rabbia.

ARIE


Dal romanzo di137Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Noooo...!!

Una mano lo afferra alla nuca e lui, istintivamente, reagisce facendo un brusco movimento per liberarsi. Un soldato gli si para davanti facendo balenare la sua corazza da pretoriano. Arie solleva la spada per colpire ma altre mani e soldati entrano in campo e piombano su di lui storcendoglidolorosamente il braccio.

Particolare rallentatodell'impugnatura d'oro della spada chegli sfugge dalle dita inerti e della spada che cade in terra, roteando sui gradini.

STACCO

161 - VELIA CARINAE - BARACCHE DEI COMMERCIANTI - ESTERNO NOTTE

L'incendio si abbatte sulle baracche dei commercianti inghiottendole di colpo. La gente fugge per le strette e tortuose stradine, gridando e chiamandosi a vicenda, come impazzita, con le tuniche in fiamme, correndo alla cieca, cadendo nel fuoco e morendo fra sciami di scintille che sprizzano in cielo.

STACCO

162 - VELIA CARINAE - INSULA ROMANA - ESTERNO NOTTE

Carrellata Verticaledi un'insula. La scala laterale in legno immersa dalle fiamme. Due uomini, avvolti dalle fiamme la discendono velocemente precipitandosi verso la strada. Dalle finestre, gli inquilini si lanciano all'esterno, avvolti da un fumo denso e scuro, minaccioso.

STACCO

163 - QUARTIERE SUBURRA - ESTERNO NOTTE

Una moltitudine di gente corre all'impazzata in direzione del Foro di Cesare, in preda al panico. La confusa massa di persone, formata da uomini e donne urlanti, bambini che piangono, cerca di aprirsi un varco alla cieca negli stretti vicoli.

FIdi un bambino seduto sul selciato. Piange disperatamentesenza la madre accanto. Decine di piedi gli passano vicino. Nessuno si degna di raccoglierlo.

PPdi una madre. Urla e richiama il suo figlioletto.

UNA MADRE

Livio! Livio!!

L'inquadratura torna sul bambino. Entra in campo la madre chelo raccoglie e lo porta via, tenendolo in braccio.

Tra la popolazione in fuga, i pi deboli cadono ed altri rotolano su di essi. Altri ancora calpestano quelli che


Dal romanzo di138Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


giacciono in terra. I carri e carretti abbandonati vengono rovesciati dalla calca urlante.

STACCO

164 - TEVERE - UN PONTE DI LEGNO E PALAFITTE - ESTERNO NOTTE

Il ponte pieno di gente che lotta per la sopravvivenza. I pi deboli vengono scaraventati in acqua dai pi forti, senza alcuna piet.

Il Tevere riflette i bagliori del fuoco, pullulando di teste e braccia che invocano aiuto, di cadaveri tornati in superficie.

Ad un certo punto il ponte scricchiola in modo pauroso e di colpo si inclina. I presenti, gridando, cadono in acqua in massa.

STACCO

165 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO NOTTE

Nei Giardini Emiliani comincia ad insinuarsi una sorta di inquietudine tra i fedeli. Il cielo arrossato sembra evocare un segnale di sventura. Il vento, il fragore del fuoco, lo strepito delle persone all'esterno, le scintille e la frusciante pioggia di scorie creano una profonda agitazione collettiva. I volti appaiono atterriti.

FEDELI

(Consinghiozzi,gemiti,

lamentele e pianti)

Pietro! Pietro!! Che succede?

Questa non la venuta del

Signore! Abbiamo paura Pietro!

Moriremo!

Pietro alza una mano cercando di calmare i presenti.

PIETRO

(convoceforteed

impetuosa)

Silenzio, figli miei. Non vi

lamentateenonpiangete...

Nemmeno io so ancora che cosa

significa questo fuoco. Potrebbe

significare che il Signore viene,

o potrebbe essere una sciagura e

un castigo per questa citt,

immersa nei crimini e nelle

oscenit...

FEDELI

Pietro! I miei figli... Mia

moglie! Se il signore punisce i

peccatori perch noi dobbiamo


Dal romanzo di139Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


morire? Prega Pietro. Noi non

vogliamo morire.

FIdi Pietro.

PIETRO

(Con voce tonante)

Calmatevi! Cercate di dominare la

paura. Ve lo ripeto: nonso che

significa questo fuoco ma il

Signore sempre vicino!!

In campo entra Paolo. Gli si accosta apparendo con la suafigura piccola e ingobbita e con la testa dolorosamente piegata. Pietro posa la sua mano sulla spalla di Paolo.

PIETRO

Guarda. Roma muore...

PAOLO

... E nasce di nuovo.

STACCO

166 - CASTRO PRETORIO - UNA CELLA - INTERNO NOTTE

Alcuni soldati aprono una cella e spingono violentemente Arie, che rotola per una lunga scala di pietra, cadendo a faccia in gi sulla nuda terra umida.

Le spalle e le cosce grondano sangue. Le labbra sono profondamente spaccate e il viso appare gonfio per i colpi ricevuti. Presenta tumefazioni ovunque.

A fatica si alza dirigendosi verso una finestrella dalla quale entra un forte chiarore rosso.

STACCO

167 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO GIORNO

La mdp inquadra il soleche cerca invano di perforare la nubedi fumo.

Quindi ci mostra i superstiti che cominciano a riempire i giardini. Avanzano tra gli arbusti e le piante calpestando le aiuole. I volti sono sudati, anneriti, con i capelli e le sopracciglia bruciacchiati. Negli occhi vivo un terrore mortale.

I cristiani si avvicinano a quelle presenze trafelate e stanche per dare un aiuto, con espressioni sorridenti e serene. C' chi porge dell'acqua, chi del cibo, chi offre il proprio mantello, chi prende in braccio i bambini. Ma le razioni, conseguenti al terrore e alla disperazione, suscitano rabbia e non gratitudine.


Dal romanzo di140Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Una cristiana si china su un bambino. La madre la spinge indietro urlando selvaggiamente.

UNA SECONDA MADRE

Non toccarlo! Mi rimasto solo

questo!! Lascialo stare.

UNA CRISTIANA

Voglio aiutarti...

UNA SECONDA MADRE

Non voglio aiuto.

Una piccola folla circonda le due donne.

Va via! Guardate com' contenta,

comesorrideperchl'ha

scampata!!

UNA DONNA

Certo. Non ha perso niente e si

rallegra...

UNA SECONDA DONNA

...Loroquisapevanodove

rifugiarsi. Sono scappati mentre

noi abbiamo perso tutto.

Tra gli sfollati comincia a serpeggiare quel voco suggerito dall'odio e dalla maldicenza e che vola di bocca in bocca.

SFOLLATI

I cristiani rubano. Approfittano

perch l'hanno scampata. Ladri.

Avvelenano i pozzi. Rapiscono i

bambini.Sirallegranodella

nostra disgrazia. Sono loro che

hanno appiccato il fuoco. Si,

sonoloro.Icristiani!I

cristiani!!

Pietro, turbato da questa esplosione di odio, guarda Paolo. Con uno sguardo di reciproca intesa, i due apostoli richiamano i fedeli i quali si accostano a loro a piccoli gruppi, baciano le mani in segno di riverenza e ringraziamento, quindi si allontanano dai giardini.

STACCO

168 - PICCOLA ALTURA FUORI ROMA -ESTERNO GIORNO


Dal romanzo di141Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


In lontananza, un uomo, con dietro i pretoriani a cavallo, spicca maestoso da dietro un'altura, immerso nel grigio fumo e nella nebbia mattutina.

La mdpci mostra lo stesso uomo accanto al suo cavallo tenutofermo per le briglie da un soldato. E' Tigellino con indosso una ricca toga. La sua faccia, pallida ed incavata ancora pi del solito, ha una espressione di fosca furia. Con un fazzoletto copre la bocca per non respirare l'aria malsana.

In campo entra Tiburzio. Accenna un inchino.

TIBURZIO

Roma brucia ancora divino.

TIGELLINO

Questo lo vedo da me.Il cesare

potr costruire finalmente la sua

nuova Roma e tutta la Domus

Aurea. Sai chi il responsabile?

TIBURZIO

Gira voce che siano stati i

cristiani.

TIGELLINO

Noneraforsequelloche

volevamo? Ma servono prove e

testimoni.

Con un semplice gesto ordina alla cavalleria di scendere dalla collina e raggiungere i cristiani che si stanno disperdendo in citt.

Un tribuno incita il suo cavallo e fa partire immediatamente al galoppo una colonna di pretoriani.

Un secondo e consistente gruppo di soldati resta poco distante come scorta del prefetto.

CLdei cavalieri che al galoppo discendono la collina.

MFTiburzio, mi hai servito bene.

Puoi andare.

CTdi Tiburzio e Tigellino.

TIBURZIO

C' dell'altro mio signore. Il

testimonechetucerchilo

abbiamo gi.

TIGELLINO


Dal romanzo di142Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Parla.

TIBURZIO

Quell'ebreo. Ha cercato di rubare

la spada del divino Giulio. E'

stato preso. Ma risultato che

la spada non era...

TIGELLINO

... Basta cos. Custodisci la

spada! E quelli che lo hanno

acciuffato.

Tigellino accenna una smorfia significativa. Il liberto capisce subito le intenzioni del suo padrone scoppiando in una crudele risata.

TIBURZIO

Nontemere,nobilissimo,non

arriveranno a stasera.

Tigellino monta a cavallo, alza il braccio ordinando con un gesto la partenza. La colonna di soldati discende la collina al galoppo.

STACCO

169 - GIARDINI EMILIANI - ESTERNO GIORNO

Un cordone di soldati a cavallo circonda un gruppo di cristiani fra i quali ritroviamo Paolo. La reazione generale di inquietante paura e tutti, con un istintivo gesto, si abbracciano reciprocamente, come a cercare una comunitaria protezione.

L'apostolo resta fermo e sicuro, ormai abituato ai continui arresti da parte di soldati romani.

TRIBUNO

Tu sei Paolo di Tarso?

PAOLO

Si.

Si avvicina al tribuno.

Se volete me, sono qui. Ma

lasciateliberiquestimiei

fratelli.

STACCO

170 - CASTRO PRETORIO - UNA STANZA DI TORTURA - INTERNO GIORNO


Dal romanzo di143Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


La mdp carrella in piano sequenzamostrandoci diversi strumentidi tortura, quindi alcuni uomini seminudi e muscolosi ed infine, chiudendo su Arie in MF. E' legato ad una colonna con delle catene, visibilmente mal messo a seguito di torture durate tutta la notte.

La porta si apre e Tigellino irrompe con alcuni soldati ed uno scrivano greco, con tavoletta di cera ed una stilo in mano.

Nelle scure e profonde orbite, gli occhi di Tigellino brillano minacciosi.

Come un rapace assale il prigioniero. Con entrambe le mani afferra Arie alla gola e comincia a scuoterlo.

TIGELLINO

Tu, cane. Come hai osato? Cane,

sfrontato, canaglia. Frustatelo.

Un aguzzino comincia a frustare Arie che si contorce sotto i terribili colpi delle sferze di cuoio e palline di ferro alle estremit.

Ad ogni colpo la carne si lacera. Arie trattiene con forza il dolore gemendo sordamente.

Il prefetto d ordine di smettere e gli aguzzini gettano un secchio di acqua fredda sulla testa di Arie.

Tigellino si accosta al prigioniero.

(Con voce roca)

Perch lo hai fatto?

Senza rispondere, Arie volta la testa dall'altra parte. Tigellino lo colpisce sul volto con una bacchetta d'avorio che stringe fra le mani.

Perch lo hai fatto?

ARIE

(Balbettando)

Volevo avere la spada...

TIGELLINO

Perch?

ARIE

Per lottare... contro Roma... Per

la libert della Giudea.

TIGELLINO


Dal romanzo di144Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


(Sibilando e agitando un

pugno a poca distanza dal

viso di Arie)

Ah!Tuidiota!Tuidiota

impazzito.

(Cambiando tono)

Sei cristiano!

ARIE

No! No!!

TIGELLINO

Sei cristiano. Non negare.

Arie nega con un cenno del capo e Tigellino lo colpisce ancora sul viso con la bacchetta.

Poi ordina di slegarlo. Gli aguzzini eseguono, gli gettano un altro secchio di acqua fredda sulla testa e lo trascinano ai piedi del prefetto.

Tigellino, con calma e con crudele premeditazione, sferra un calcio sulla bocca di Arie. Poi lo afferra per i capelli e fa avvicinare lo scrivano.

Sei cristiano?

Arie emette un gemito.

Ha confessato. Scrivi.

Il greco comincia a scrivere ai comandi del prefetto.

Hai detto che i cristiani odiano

tutti a Roma. Lo confermi?

ARIE

Si...

TIGELLINO

Scrivi. E odiano il cesare?

ARIE

Si.

TIGELLINO

E avvelenano i pozzi? E rapiscono

i bambini?

ARIE

Si.


Dal romanzo di145Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


TIGELLINO

Hanno incendiato Roma?

Arie esita.

Non hai sentito la mia domanda?

(Con una chiara intenzione

di accusa nei confronti

degli ebrei)

Sono stati loro o altri?

ARIE

(Malvolentieri)

Si, i cristianihanno incendiato

Roma.

TIGELLINO

(Rivolto al greco)

Hai scritto tutto?

Lo scrivano conferma. La faccia del prefetto si rilassa. Poi solleva la testa di Arie.

(Convoceminacciosae

perentoria)

Ricordati: se ungiorno negherai

le parole che sono state scritte,

ordiner di farti a pezzi...

Morirai nel modo pi orribile

possibile.

Tigellino lascia i capelli di Arie e si avvicina ad un orecchio.

(sussurrando)

Sei stato un idiota... Ma almeno

appagherai il tuo odio.

STACCO

171 - CARCERE TULLIANUM - SEGRETE SOTTERRANEE - INTERNO NOTTE

Arie appare in una cella semi buia, illuminata solo da un tenue chiarore attraverso una grata presente sul soffitto di pietra ad arcate. E' sdraiato sul pavimento di terra umida. Alle sue spalle, stridendo, una pesante porta viene chiusa. Intorno a se sembra esserci un silenzio di tomba. Solo dall'esterno, un temporale che si avvicina, liberatorio, fa sentire la sua presenza.

In campo entranole mani di due uomini robusti che lo afferranosotto le ascelle, lo sollevano delicatamente e lo girano a faccia in su. Cambiando posizione Arie geme dolorosamente.


Dal romanzo di146Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Nella penombra la figura di Lucia non ancora riconoscibile.

E' accanto ad altri suoi fratelli imprigionati.

La mdp torna ancora su Arie, in MFnascondendo i due uominirobusti.

LUCIA (AKSA)

Zittofratello...zitto.Non

lamentarti. Cristo ricompenser

ogni tua sofferenza.

SATABUS

E'tuttoinsanguinato.Non

possiamo muoverlo. Portate qui la

lampada.

La luce sfiora il suolo, si alza e si avvicina ad Arie che solleva il viso.

ARIE

(Mormorando)

Aksa!

LUCIA (AKSA)

Arie! Oh, Arie...

Lucia scoppia in lacrime. Cade in ginocchio e preme le labbra su una mano del marito.

Arie... sei tu. Cosa ti hanno

fatto

Arie, prostrato, schiacciato, annichilito, guarda i presenti e si accorge che sono proprio coloro che ha incolpato. Un orrore raccapricciante gli attraversa la mente. Si rende conto che non

riuscito ad impossessarsi della spada, che non ha ucciso Paolo e che all'amore di Aksa ha corrisposto una condanna a morte. Solleva allora le palpebre pesanti e gonfie.

CTPaolo gli si avvicina.

PAOLO

(Senza riconoscere Arie)

Soffri, fratello?

Paolo accosta una ciotola di acqua sulle labbra tumefatte del giovane. Arie scrolla la testa. Con muta disperazione guarda la moglie.

LUCIA (AKSA)

(Singhiozzando)


Dal romanzo di147Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Arie, Arie, io gi pensavo che

tu... tu... che tu fossi un falso

cristiano.

(Trattenendo le lacrime )

Ma io ti amo, Arie...sempre ti

ho amato... Io... io pregavo,

affinch tu cambiassi. Ma ero io

che dovevo cambiare. Perdonami.

ARIE

(Con voce secca)

Non ho niente da perdonarti.

(Alzandogliocchisu

Paolo)

Rabbi....

Paolo gli si accosta.

... Puoi dirmi...

PAOLO

... Che cosa, figlio mio?

ARIE

(Lentamente,con

difficolt)

Dicono che sei un fariseo. Come

hai potuto tu credere in Lui?

PAOLO

Ges mi apparso.

ARIE

E questo ti bastato?

PAOLO

Oh, no! Lui mi vinse con un solo

sguardo. Ma per seguirlo, dovetti

sostenere una lotta interiore che

dur anni... Ora bevi figliolo.

ARIE

No. Non berr finch non mi avrai

detto tutto.

Paolo posa la ciotola in terra. Siede accanto ad Arie trattenendo il suo corpo fra le braccia e tutti i presenti si accostano per ascoltare le parole del piccolo apostolo.


Dal romanzo di148Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


Paolo ed Arie vengono inquadrati con una serie di campi e controcampi.

PAOLO

Lui mi tocc nel cuore pieno di

odio. Restai accecato. Ma prima

ero stato cento volte pi cieco.

Convincermi che quell'uomo fosse

Dio mi era impossibile. Pensavo:

Morir piuttosto che ammetterlo.

L'amore lottava dentro di me con

l'odio.

ARIE

(Con un ultimo sforzo)

Ed io vi ho denunciati tutti. Ho

dettochevoi...voiavete

incendiato Roma. Ora non si pu

pi tornare indietro, vero Paolo?

In questo momento non si pu

cambiare l'odio in amore.

PAOLO

Certamente figlio. Per Dio non ci

sono cose impossibili.

Arie chiude gli occhi e serenamente muore. Seguono un lampo ed un tuono. Paolo lo afferra stringendolo con forza a se. Anche Lucia si stringe nell'abbraccio seguita da tutti gli altri.

Gocce di pioggia, lentamente penetrano attraverso la grata, riversandosi dolcemente sui volti dei presenti.

La mdp inquadra in dettagliola fiamma della lampada che sispegne, liberando un flebile filo di fumo bianco.

La mdp segueil fumo che risale, esce dalla grata riprendendodall'alto i prigionieri stretti nell'abbraccio, quindi risale mostrandoci la citt all'alba, sotto l'imperversare del temporale mattutino, e con il sole dietro l'orizzonte, pronto a sostituirsi ai nuvoloni.

Un nuovo giorno, una nuova alba fa da sfondo alla citt, immersa in un'aria dove echeggia il frastuono dei carri. Per le strade, la gente in fermento per la ricostruzione di Roma: la citt eterna.

[FINE]

NERO

172 - BREVE DIDASCALIA FINALE

Sul fondo nero appaiono le seguenti frasi, in lenta insolvenza/dissolvenza e in successione per consentire i tempidi lettura:


Dal romanzo di149Jan Dobraczyňski


La spada santaMarcello Fiorentino


PAOLO CONTINU ANCORA A VIAGGIARE DOPO LA SUA LIBERAZIONE

NEL 68 d.C. VENNE DI NUOVO INCARCERATO A ROMA

MOR, DECAPITATO CON LA SPADA, IN UNA LOCALIT CHIAMATA AQUAE

SALVIAE, SULLA STRADA PER OSTIA

NERO

173 - TITOLI DI CODA

Sui titoli di coda scorrono lateralmente su fondo nero, disegni che ricordano la sua storia, come ad esempio le biremi, i telai, le croci, i monumenti e le statue dell'antica Roma, la citt di Gerusalemme, i soldati romani, le catene e le fiamme, le verghe, i gladi e i pugnali, le domus e le insule romane, i cipressi e le colline, gli alberi di olivo e le sbarre, i personaggi e le ambientazioni. Infine, in modo pi evidente e conclusivo: la spada santa.

A mia Madre

Marcello Fiorentino

Marted 9 Ottobre 2007


Dal romanzo di150Jan Dobraczyňski

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