La sposa capricciosa

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Commedia comicissima in tre atti

di

Franco ROBERTO

Personaggi

FILIPPO LAMBERTI

IDA, sua moglie

LETIZIA, sua figlia

PIERINO PIERONI

UGO CAPETTI

GRAZIELLA SACCHI

ALFREDO BRUNI

LUISA FIORINI

Oggi, in casa degli sposi.

LA SCENA : fissa per tutti gli atti.

Tinello – soggiorno arredato a piacere.

Una porta a destra dà nell’entrata dell’appartamento; un’altra a sinistra conduce in cucina.

ATTO PRIMO

Mattino di metà primavera, intorno alle ore 11. In scena, all’apertura del sipario, non c’è nessuno.

FILIPPO – (dall’esterno, a destra) Entri pure, ché non c’è nessuno.

PIERINO – (entra da destra, seguito da Filippo. È un giovane e simpatico lattoniere, sempre calmo, gentile e discreto, rivela una certa timidezza che è solo il frutto di una buona educazione. Veste blue-jeans e una giacca da lavoro di tela) Grazie, signor Lamberti.

FILIPPO – (agiato negoziante di calzature di qualsiasi età compresa fra i 40 e 55 anni, piuttosto agitato e sovente distratto, confusionario) Grazie a lei che è accorso subito alla mia chiamata telefonica. Sa…oggigiorno è più facile avere a disposizione mezza dozzina d’ingegneri elettronici, che un idraulico (INDICA PIERINO). Oh, sono certo che se la caverà in fretta. Di là (INDICA A SINISTRA), in cucina, ci sono i rubinetti del lavello che gocciolano, lo scaldacqua a gas che non si accende, lo scarico della lavapiatti da collegare a quello del lavandino, e…nient’altro!

PIERINO – (SORRIDE) Direi che ce n’è già abbastanza.

FILIPPO – Colpa della trascuratezza di chi abitava qui. Vede…ho comprato da poco questo alloggio, che sta proprio sopra il mio, per mia figlia che si sposa. Ma se non penso a tutto io!...Nessuno mi aiuta, nessuno! Eppure dovrebbero capirlo che sono già super-occupato nel mio negozio di calzature, che per fortuna sta solo qui sotto, all’angolo. Altrimenti come farei?...L’avesse capito almeno lui!

PIERINO – Lui…chi?

FILIPPO – Ugo Capetti, il fidanzato di mia figlia, che dopodomani diventerà mio genero. Macché!...Lui con la scusa che ha un’importante rappresentanza di elettrodomestici, e che non può trascurare la clientela, dice che come faccio io è ben fatto e…e lui non fa niente!

PIERINO – Abbia pazienza.

FILIPPO – Ne ho!...Ne ho da vendere. Ma … lei ha già provato a maritare una figlia? (PIERINO SORRIDE E SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO) Ah già…Lei è giovane.

PIERINO – …E ancora scapolo.

FILIPPO – Beato lei!...Sì, perché non mi aiuta neppure mia moglie. Ovvero: quella pensa solo all’abito bianco della figlia, all’elenco degli invitati, al menù del pranzo, e… E a criticare i parenti e gli amici che, secondo lei, si dimostrano piuttosto avari nel dono di nozze. Meno male che mia figlia è unica e che non avrò altri matrimoni in casa. D’altro canto era ora che qualcuno se la portasse via.

PIERINO – (SORPRESO) Perché?...Quanti anni ha?

FILIPPO – Quarantacinque.

PIERINO – Non lei. Sua figlia.

FILIPPO – Ah!...Venti.

PIERINO – Allora aveva tutto il tempo per sposarsi.

FILIPPO – (SOTTOVOCE, CONFIDENZIALE) Lei, sì, io, no. Insomma…(GUARDA VERSO LA PORTA DI DESTRA, POI PRENDE PER UN BRACCIO PIERINO E LO CONDUCE VERSO INISTRA, DICENDOGLI CONCITATO). È vero che Letizia, mia figlia, mi aiutava in negozio, ma ha un caratterino che…lunatica, bisbetica, capricciosa, se uno dice bianco, lei dice nero, e viceversa, così, per dispetto. Sembra mia suocera rediviva!

PIERINO – Il rappresentante di elettrodomestici, il fidanzato, non se n’è accorto?

FILIPPO – (SI STRNGE NELLE SPALLE) Mah!... considerato che se la sposa, direi che comprende solamente il funzionamento di lavatrici, frigoriferi, televisori, eccetera, eccetera. (SOGGHIGNA) Ovviamente, questo mio sfogo rimane tra noi, vero signor…signor?...

PIERINO – Pieroni. Ma tutti mi chiamano Pierino.

FILIPPO – Simpatico vezzeggiativo di Pierono.

PIERINO – No-no. Io mi chiamo Pierino di nome e Pieroni di cognome.

FILIPPO – Curioso. Ora io ritorno in negozio, e lei (INDICA A SINISTRA) faccia quei lavori. Quando avrà finito si tiri la porta dietro e venga da me, qui sotto. Le regolerò ogni cosa. D’accordo?

PIERINO – Certo, signor Lamberti. (SI AVVIA A SINISTRA, MENTRE FILIPPO SI AVVIA A DESTRA, MA ENTRAMBI SI FERMANO, PERCHÉ SENTONO)

LETIZIA – (CHE URLA DALL’ESTERNO A DESTRA) No!...No, e poi no! (ED ENTRA COME UNA FURIA SEGUITA DA)

IDA – (CHE IMPLORA) Ascoltami, bambina. (IDA è LA MADRE DI LETIZIA, E QUINDI HA UN’ETÀ PROPORZIONATA A QUELLA DI FILIPPO, TIPO DI DONNA CASALINGA, ELEGANTE,AFFETTUOSA E SIMPATICA).

LETIZIA – (VENTENNE, ELEGANTE, LUNATICA,BISBETICA, CAPRICCIOSA E DISPETTOSA, CONTRADDITRICE PER PARTITO PRESO. QUINDI, ALMENO FINO A NUOVO AVVISO, ANCHE ANTIPATICA, INDISPONENTE, SBOTTA VERSO LA MADRE) E  non chiamarmi “bambina”!...Perché io sono stufa e arcistufa di…

FILIPPO – (GIÀ DA QUANDO È  ENTRATA FA SEGNO A LETIZIA DI CALMARSI, INDICANDOLE PIERINO)

LETIZIA – (SI INTERROMPE ED INDICA PIERINO) Chi è?

FILIPPO – Il lattoniere.

PIERINO – (CON LIEVI CENNI DEL CAPO) Buongiorno, signorina. Auguri.

LETIZIA – (INDIFFERENTE, FA SPALLUCCE E SI RIVOLGE A FILIPPO) Che fa qui?

FILIPPO – Riparazioni…di là. (INDICA A SINISTRA)

LETIZIA – Allora vada di là!

PIERINO – Subito, signorina.(ESCE A SINISTRA, LETIZIA CAMMINA AVANTI E INDIETRO, TORCENDOSI LE MANI, NERVOSA)

FILIPPO – (A IDA, INDICANDO LETIZIA) Cos’è accaduto?

LATIZIA – (PRECEDE LA RISPOSTA DI IDA) Te lo dico io babbo!...Non voglio che il mio appartamento, cioè questo, non venga invaso da regali, fiori, scatole e scatoloni. Dovete tenere tutto nel vostro alloggio.

FILIPPO – (A IDA) Bè… se è solo questo…accontentiamola.

IDA – Sì, ma ci sono già oggetti anche sul letto.

FILIPPO – Embè?...Dormiremo tu sul divano ed io sulla poltrona-letto. (IDA SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO) Perché no?

IDA – Sul divano ci sono i servizi di posate. E sulla poltrona-letto abbiamo messo i doni d’oro e d’argento.

FILIPPO – Personalmente mi accontenterò di dormire nella vasca da bagno. (IDA SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO) Pure quella occupata?

IDA – (ANNUISCE) …Dai cesti di fiori.

FILIPPO – (COME SE FACESSE UNA SCOPERTA) Sul tavolo della sala da pranzo! (IDA SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO) Neppure?

IDA – Occupata dalla cristalleria.

FILIPPO - Ho capito: andremo a dormire in albergo, sino a quando lei (INDICA LATIZIA) ritirerà ogni cosa.

LETIZIA – (MALIGNA) ovvero tra circa un mese, al mio ritorno dal viaggio di nozze.

FILIPPO – (INDISPETTITO, INDICANDO LETIZIA) E pare che si diverta!...(A IDA) Tutta tua madre buon’anima!

IDA – Ti prego di non attaccare la solita musica.

UGO – (ENTRA DA DESTRA, GIOVANE SUI 25-28 ANNI, ELEGANTE, SIMPATICO, DI CARATTERE ENERGICO E ALLEGRO) Porta aperta, libero passaggio! Salve, gente! (MENTRE FILIPPO E IDA DICONO UN BRUSCO “Salve”, UGO SI AVVICINA A LETIZIA CON L’INTENZIONE DI ABBRACCIARLA E DI BACIARLA SUL VISO) Come va, tesoro?

LETIZIA – (ARRETRA D’UN BALZO, PER EVITARE L’ABBRACCIO DI UGO) Lasciami in pace! UGO – (SCONCERTATO, RIVOLTO A FILIPPO E IDA) Che succede?(INTANTO CHE I DUE SI STRINGONO NELLE SPALLE)

LETIZIA – (DICE IRRITATA) Nulla!

UGO – Eppure…avete certe facce.

LETIZIA – (SARCASTICA) Belle e felici, come al solito!

UGO – (AFFETTUOSO) Ho capito, cara… non devo mettere il naso nelle vostre discussioni. Hai ragione.

LETIZIA – No, Ugo! Non ho ragione. Perché tu, ormai, fai parte della famiglia. Quindi i fatti nostri sono anche tuoi.

UGO – (PAZIENTE) È vero, Letizia. Dici bene.

LETIZIA – No! Non dico bene. Perché tu fino a dopodomani, non sei mio marito. Dunque loro (INDICA FILIPPO E IDA) non sono ancora tuoi suoceri.

UGO – (CONTROLLA A STENTO I SUOI NERVI E DICE SENERAMENTE) scusa, ma non è il caso, né il momento, di aggredirci… (RIVOLTO A FILIPPO E IDA) Vero?

FILIPPO E IDA, RASSEGNATI E MOGI; ANNUISCONO E SIEDONO

LETIZIA – (URLA) Non chiedere aiuto a loro! (INDICA FILIPPO E IDA, I QUALI SUSSULTANO E SI ALZANO IN PIEDI)

UGO – (CONCILIANTE) Ti prego, tesoro…calmati.

LETIZIA  - (CAMMINANDO AVANTI E INDIETRO, AGITATISSIMA) No! Perché io sono già calma, calmissima. Tu, piuttosto! Con quell’aria conciliante, affettuosa e paterna, non illuderti di riuscire a soggiogarmi-assoggettarmi-plagiarmi.

UGO  - (PERDENDO GRADUALMENTE LA CALMA) Macché soggiogarti-assoggettarti-plagiarti!...Vorrei solo farti riflettere e parlare con rigore logico.

LETIZIA – Ah, perché io sarei priva di logica, eh?... (UGO VORREBBE PARLARE, MA LETIZIA GLIELO IMPEDISCE, PROSEGUENDO) Ossia non ragionerei in modo coerente, eh?...(UGO IDEM COME PRIMA) Invece sono ricca di logica, eccome! Tant’è vero che l’ho sempre pensato, io, che vorresti fare il “marito-dittatore”.

UGO – (SBOTTA) Basta! Accidenti!...Basta!

LETIZIA – (CON SARCASTICO TONO DI SFIDA) Basta…che?

UGO – (PERDE IL CONTROLLO E URLA) Basta di te!...Basta del tuo caratteraccio, delle tue pazzie!

FILIPPO – (INTROMETTENDOSI CON IDA TRA I DUE) State buoni, ragazzi.

IDA – Non vorrete rovinare tutto.

UGO – (ESASPERATO) Sì!...Ma più che “rovinare”, io voglio “salvare” soprattutto me.

PIERINO – (DA QUESTO MOMENTO FA CAPOLINO DALLA PORTA DI SINISTRA CON L’EVIDENTE INTENZIONE DI ENTRARE PER ANDARE A  DESTRA, MA POI SI RITRAE PER NON ASSISTERE AL LITIGIO FRA UGO E LETIZIA. E COSÌ FA ALCUNE VOLTE, SINO A NUOVO AVVISO)

LETIZIA- Lo sentite?... Finalmente si è tolta la maschera dell’ipocrisia.

UGO – Non ho mai avuto maschere di alcun genere. Anzi, guarda bene questa faccia (INDICA IL PROPRIO VISO), perché non la vedrai mai più.

LETIZIA – Non ne farò una malattia!

UGO – Una cosa è certa: che non troverai un altro cretino come me!

LETIZIA – Meno male!

PIERINO – (ENTRA TIMIDAMENTE DA SINISTRA) Mi scusino, ma devo proprio… (INDICA A DESTRA,COME A DIRE “andare di là)

LETIZIA –  (AGGRESSIVA, A PIERINO) Che vuole, lei?

PIERINO – Solo andare di là (INDICA A DESTRA) a chiudere il rubinetto dell’impianto interno, per cambiare le guarnizioni ai rubinetti di qua (INDICA A SINISTRA).

LETIZIA –  E vada! vada!

PIERINO – Grazie. (ESCE A DESTRA)

UGO – Me ne vado anch’io!

LETIZIA –  Finalmente!

UGO – E sarà curioso vedere la faccia di quello che avrà il coraggio di sposarti!

LETIZIA –  Per farti un dispetto sposerò il primo cretino che mi capiterà fra i piedi!

UGO – Ma esisterà un uomo tanto cretino?

LETIZIA –  (FURENTE) Vattene!

UGO – Con piacere! (A FILIPPO E IDA, AVVIANDOSI VERSO DESTRA) Addio! (ESCE).

IDA – (SCONCERTATA) Ma…(AGITATA, VA VERSO DESTRA) Ugo…(POI VA VICINO A

LETIZIA) Letizia... (INFINE A FILIPPO) Tu! (INDICA A DESTRA) Corrigli dietro!

FILIPPO – (SI LANCIA VERSO DESTRA,MA)

LETIZIA –  (GLI URLA) Te lo proibisco!

FILIPPO – (SUSSULTA E SI FERMA DI COLPO, PERDENDO L’EQUILIBRIO. E CADREBBE PER TERRA, SE IDA NON SI AFFRETTASSE A SOSTENERLO. ALLORA SOSPIRA, INDICANDO LETIZIA) Tutta tua madre, buon’anima. (IDA, INDISPETTITA, NON LO SOSTIENE PIÙ , E FILIPPO BARCOLLA)

LETIZIA –   Me ne vado anch’io!

IDA – (IMPLORA) Nooo…

LETIZIA –  (SORRIDE NERVOSA) Mica per sempre, nooo…Vado appena a fare due passi…Vado a respirare un po’ d’aria pura.(SI AVVIA CERSO DESTRA, E SULLA SOGLIA DELLA PORTA, QUASI SI SCONTRA CON)

PIERINO – (IL QUALE ENTRA. I DUE FANNO QUEI RAPIDI E CONTEMPORANEI SPOSTAMENTI A DESTRA E SINISTRA, COME ACCADE CERTE VOLTE A CHIUNQUE, SINO A QUANDO)

LETIZIA –  (SPAZIENTITA, AFFERRA PER LE BRACCIA PIERINO E LO FERMA) Fermo! Altrimenti domani saremo ancora qui a ballare. (ESCE A DESTRA)

PIERINO – (AVANZA) Li prego di avere tanta pazienza, ma…

FILIPPO – (INTERROMPE) Ha visto?

PIERINO – Bè…”Visto”…poco; “sentito”…tutto.

IDA – (LASCIANDOSI CADERE SOPRA UNA SEDIA) Che figura, a due giorni dalle nozze!...Inviti da disdire, regali da sostituire…(A PIERINO) Un disastro, vero? (PIERINO SI STRINGE NELLE SPALLE E ANNUISCE, SOLO PER NON CONTRARIARLA)

FILIPPO –  Chissà quanta gente riderà alle nostre spalle!...(A PIERINO) Lei che ne dice? (PIERINO IDEM COME PRIMA)

IDA – Io non avrò più il coraggio di guardare in faccia né i parenti né gli amici. (A PIERINO) Dico bene? (PIERINO IDEM COME PRIMA)

FILIPPO – (MALIGNO E SARCASTICO) Diranno solo che tua figlia “è tutta tua madre”. (A PIERINO) Giusto? (PIERINO FAREBBE I GETSI DELLE VOLTE PRECEDENTI, SE)

IDA – (BALZANDO IN PIEDI, NON LO FACESSE SULSSULTARE, URLANDO) No! Non è giusto! (ALLORA PIERINO SI RIVOLGE A FILIPPO E ALLARGA LE BRACCIA, COME PER DIRGLI”Scusi, ma come vede non posso darle ragione”).

FILIPPO – Comunque, per quella bizzosa…per non dire peggio…di mia figlia…Altro che un giovane gentile e ben educato, tutto preso dal suo lavoro, come Ugo Capetti!...Per lei ci vorrebbe un tipo deciso, energico. Uno che, quando lei fa i capricci, le mollasse una sberla.

IDA – Addirittura?

FILIPPO – Sì! Proprio. E le dovrebbe mollare anche quelle che, per colpa tua che la proteggevi, non le ho mollato io. (RIVOLTO A PIERINO) Ci vorrebbe uno scaricatore di porto, un facchino…Un uomo rude e forte, insomma! Nel suo ambiente di lavoro non ci sarebbe uno che?...(FA UN GESTO, COME A DIRGLI “sia grande e grosso, e distribuisca schiaffi a destra e a sinistra”).

PIERINO – Mi informerò. Ma…(E TACE)

FILIPPO – Ho capito. Le chiederanno quali sono le condizioni. Chiare ve semplici: mio genero verrà a lavorare con me in negozio, quale socio al quaranta per cento; a mia figlia do questo alloggio, e…”cento”.

PIERINO – Sarebbe meglio “trecento”.

FILIPPO –  È troppo!...Tuttavia, purché si sposi, arrivo a “duecento”.

PIERINO – “Milioni”, eh?

FILIPPO – (IRONICO) No. Patate! Certo. Milioni.

PIERINO – In contanti?

FILIPPO – Vorrà mica che firmo delle cambiali?...In contanti, diamine!

IDA – (A PIERINO ) Lei avrebbe in mente qualche bravo giovine da presentarci?

PIERINO – No. Però…Io sono scapolo.

FILIPPO E IDA – (RIDONO, SCETTICI) Lei?!?...

PIERINO – Sì, io sono scapolo.

IDA – (SORPRESA) E lei, dopo aver visto e sentito cos’è accaduto, sposerebbe nostra figlia?

PIERINO – Considerato che il signore (INDICA FILIPPO) ha detto che…

FILIPPO – (INTERROMPE) Ho detto che ci vuole un uomo rude-forte-deciso.

PIERINO – Appunto. Io sono rude-forte- deciso.

IDA – (SCETTICA) Non è possibile.

PIERINO – Perché no, signora?...oppure, secondo loro, la gente ruda-forte-decisa deve continuamente calciare-spintonare-scazzottare il prossimo?

FILIPPO –Certamente no. Comunque…(NON SA COSA DIRE, QUINDI SI RIVOLGE A IDA) Tu che dici?

IDA – Mah!...Se il signore (INDICA PIERINO) vuole proprio tentare…(E TACE)

FILIPPO – (A PIERINO, PATERNO) Caro signor…Signor?…

PIERINO – Pieroni. Ma tutti mi chiamano Pierino.

FILIPPO – Ora ricordo. Pierino-Pieroni. (A IDA) Curioso, eh?

IDA – (IRONICA) Stupendo.

FILIPPO – (C.S.) Caro signor Pieroni…

PIERINO – (INTERROMPE) Mi chiami pure “Pierino”.

FILIPPO – Come vuole. Caro signor Pierino…

PIERINO – (INTERROMPE) Tolga pure il “signor”.

FILIPPO – (SECCATO PER LE INTERRUZIONI) D’accordo!Caro Pierino…(TACE INDISPETTITO) Adesso non so più cosa volevo dirle.

IDA – Forse che se vuole proprio tentare…(E TACE)

FILIPPO – Sì. Tenti pure. Anzi, io e mia moglie l’aiuteremo.

PIERINO – Non si disturbino.

FILIPPO – È doveroso. Del resto abbiamo una certa “autorità” su nostra figlia.

IDA – Senza dubbio. Non nego che Letizia sia piuttosto…diciamo “stramba”. Però ascolta, rispetta e segue i consigli dei suoi genitori.

PIERINO – Mi fa piacere. Quindi molte grazie per il loro aiuto.

LETIZIA – (ENTRA DA DESTRA INFURIATA) Siete ancora qui?(CAMMINA IROSAMENTE IN LUNGO E IN LARGO PER LA STANZA)

FILIPPO – (IMPACCIATO) Sì, perché ci siamo intrattenuti a colloquio con questo simpatico e gentile giovanotto (INDICA PIERINO).

LETIZIA – Chi è?

PIERINO – Il lattoniere. Mi ero già presentato, e…

LETIZIA – (INTERROMPE) Ah, sì!...E poi abbiamo fatto il ballo dell’orso davanti a quella porta (INDICA A DESTRA) .

FILIPPO – Io e mamma vorremmo dirti…

LETIZIA – (INTERROMPE) Non c’è niente da dirmi!

IDA – Invece dovresti ascoltare, giacché…

LETIZIA – (C.S.) Non ho niente da ascoltare!

PIERINO – (BORBOTTA IRONICO A FILIPPO) Addio “autorità”!

IDA – Sei veramente decisa a non sposare Ugo?

LETIZIA – Decisissima! (SI FERMA DI FRONTE A FILIPPO) Ha finito il suo lavoro?

PIERINO – Sì. Cioè! Dovrei andare di là (INDICA A SINISTRA).

LETIZIA – Allora ci vada!

PIERINO – (RASSEGNATO) Vado (E SI AVVIA A SINISTRA).

FILIPPO – No! Un momento. (PIERINO SI FERMA. A LETIZIA) Del resto il signore (INDICA PIERINO) ha sentito tutto. Per esempio ha anche sentito quando hai detto che, per fare un dispetto ad Ugo, sposerai il primo che ti capiterà fra i piedi.

LETIZIA – Sì, e lo confermo!

PIERINO – (TIMIDO) Veramente… Di là (INDICA A DESTRA) l’ho sentito perfettamente…La signorina ha detto il primo “cretino”.

LETIZIA – Non lo nego.

FILIPPO – Ebbene, io e mamma l’abbiamo trovato.

PIERINO – (ALLEGRAMENTE CONTRARIATO) Il cretino?

FILIPPO – No! il sostituto di Ugo.

LETIZIA – Davvero?

IDA – Sì.

LETIZIA – Ah, ho capito!... È uno che conosce il lattoniere (INDICA PIERINO).

FILIPPO – (LIETO DELL’EQUIVOCO) Proprio. Lui (INDICA PIERINO) lo conosce bene, benissimo.

LETIZIA – (AI GENITORI) E voi lo conoscete?

IDA – Eccome!

LETIZIA – Che tipo è?

FILIPPO – Bè…(GUARDA PIERINO, IL QUALE, OVVIAMENTE ALLE SPALLE DI LETIZIA, ASSUMERÀ COMICAMENTE GLI ATTEGGIAMENTI CHE FILIPPO E IDA DESCRIVERANNO) È un tipo!... Per esempio è alto…

IDA - …robusto…

FILIPPO – …atletico…

IDA - …sguardo forte, magnetico…

FILIPPO – …espressione intelligente…

IDA - …sorriso affascinante.

LETIZIA – (SI VOLTA IMPROVVISAMENTE VERSO PIERINO, IL QUALE SUSSULTA E RIASSUME IL SUO ASPETTO) Tutto vero?

PIERINO – Quasi. Comunque, se i signori (INDICA FILIPPO E IDA) permettono, vorrei parlarle io a quattr’occhi di questo mio “conoscente”.

FILIPPO – Giusto. (A IDA) Andiamo?

IDA – Sì.

FILIPPO – (A PIERINO, ANDANDOP A DESTRA CON IDA) “Dopo”…Dopo venga a trovarci in negozio. (ED ESCE A DESTRA CON IDA, MENTRE PIERINO ANNUISCE)

LETIZIA – (DOPO UN MOMENTO D’IMBARAZZATO SILENZIO DI PIERINO) Allora?...Non avrà mica avuto l’incarico dai miei genitori di farmi la predica?

PIERINO – No, signorina.

LETIZIA – Non mi sarei stupita, sa, perché danno tutta la colpa a me. Per loro sono io la pazza!...Sono io che ho il carattere impossibile!...Invece… È vero, o no, che io sono mite, paziente, dolce?

PIERINO – (APPARENTEMENTE SINCERO, ANNUISCE)…un agnellino.

LETIZIA – No! Io sono una vipera. E quell’Ugo non lo volevo!

PIERINO – Sul serio?

LETIZIA – Come no?... È stato mio padre ad insistere, un anno fa, per farmelo conoscere, sia per farmi fidanzare al più presto con lui. E me lo avrebbe fatto sposare dopodomani! Solo perché in Ugo vedeva il genero adatto per associarlo nel potenziamento della sua attività commerciale. Capirà… Mio padre sogna di diventare addirittura un fabbricante di calzature. E non c’è alcun dubbio che Ugo ha il bernoccolo del commercio.

PIERINO – Quindi il consiglio è di far pace con lui.

LETIZIA –Mai!...piuttosto mi dica chi è quello che lei conosce e che i miei hanno definito “il sostituto di Ugo”.

PIERINO – (IMBARAZZATO) Bè…”Quello”…”Quello” è…(UNA PAUSA, POI)…io.

LETIZIA – (SORPRESISSIMA, INDICA PIERINO E TRATTIENE A FATICA IL RISO) Lei?!?.. (PIERINO TIMIDO E CONFUSO, ANNUISCE. LETIZIA SCOPPIA A RIDERE).

PIERINO – Ecco… (ASTUTO, MA APPARENTEMENTE SINCERO) Anche a me è apparsa subito un’idea stramba, bizzarra e sballata.

LETIZIA – (RISENTITA) Perché?

PIERINO – Molto semplice, signorina: lei non è adatta per me.

LETIZIA – (C.S.) Nooo?!?...(PIERINO SCROLLA NEGTIVAMENTE IL CAPO) Non le piaccio?

PIERINO – Al contrario.

LETIZIA – (IRONICA) Grazie!

PIERINO – Però non mi posso sposare.

LETIZIA – (PREOCCUPATA) Ha già moglie?

PIERINO – No.

LETIZIA – Quindi nulla e nessuno le impediscono di sposarmi.

PIERINO – Me lo impedisce il mio…carattere.

LETIZIA – Si spieghi, per favore.

PIERINO – (ASTUTO) Vede…Mentre lei è sempre gentile, docile, mansueta e allegra, io sono sempre brusco, violento, prepotente e col muso lungo.

LETIZIA – Non si direbbe.

PIERINO – Perché sono un ipocrita e fingo. Sì, signorina! Fingo d’avere buoni sentimenti, allo scopo d’ingannare il prossimo per ottenere simpatia, favori…E in questo caso di sposare lei. Cioè! Il negozio e il denaro di suo padre.

Letizia – (OFFESA E FURENTE) Ah! …Io le riesco indifferente, eh?...

PIERINO – Proprio indifferente, no. Ma lei è troppo buona, e sono certo che se io, il primo cretino che eccetera eccetera, le chiedessi di sposarmi, mi manderebbe alla malora.

Letizia – No! Supponga invece che io le chiedessi sul serio di sposarmi.

PIERINO – Impossibile. Mi conosce appena e per giunta sono nient’altro che un lattoniere.

Letizia – Che importanza ha?... Io posso averlo trovato simpatico, e …Zac!

PIERINO – “Zac”, cosa?

Letizia – Un colpo di fulmine.

PIERINO – (SORRIDE, DIVERTITO)  È una dichiarazione ufficiale?

Letizia – Le proibisco di ridere  !...E risponda! Mi vuole sposare, sì o no?

PIERINO – Farebbe un grosso errore.

Letizia –  Io non sbaglio mai!...Dunque? Sì, o no?

PIERINO – Io direi di sì, ma per la briciola d’onestà che mi rimane glielo sconsiglio.

Letizia – (TESTARDA) E io non le dò retta!...Si decida!

PIERINO – (DOPO OSTENTATA ESITAZIONE, DURANTE LA QUALE LETIZIA MANIFESTA LA SUA IMPAZIENZA TORCENDOSI LE MANI, ANNUISCE)…d’accordo.

Letizia – Bene!... (LO PRENDE SOTTOBRACCIO) Da questo momento siamo fidanzati.

PIERINO – (STORDITO) Eh, già…Sia-sia…Sia-siamo fidanzati. (PER UN PÒ SI GUARDANO IMPACCIATI, CONFUSI, GOFFI. POI PIERINO TIMIDO E INCERTO) Si-si…Siccome siamo fidanzati, diamoci del “tu”.

Letizia – (ALLEGRA, SINCERA) Subito! Dammi del “tu”.

PIERINO – Ciao…Letizia.

PIERINO – Ciao…Come ti chiami?

PIERINO – Pierino.

Letizia – (RIDE) Come quello delle barzellette? (PIERINO, MOGIO ANNUISCE) Non hai un altro nome? (PIERINO IDEM) Qual è?

PIERINO – (A FATICA) Ge-Ge…Ge-Ge…

Letizia – Gerolamo!

PIERINO – (SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO) Ge-Ge…Ge-Ge…

Letizia – Gedeone!

PIERINO – (IDEM C. S.) Genoveffo.

Letizia – Genoveffo?!?...

PIERINO – (ANNUISCE) …per ricordare una nonna che si chiamava Genoveffa.

Letizia – (CONTRARIATA) Pierino-Genoveffo…Orribile! (PIERINO ALLARGA LE BRACCIA E SI STRINGE NELLE SPALLE) Non importa. Ti chiamerò…”Rino”. Contento? (PIERINO IDEM COME PRIMA) Ciao… Rino!

PIERINO – Ciao. (TIMIDO, QUASI INFANTILE) Ed ora che siamo fidanzati, e che ci diamo del “tu”, possiamo anche darci un bacio?

Letizia – Perché no? (GLI AFFERRA LA TESTA E LO BACIA SOPRA UNA GUANCIA)

PIERINO – (EMOZIONATO) E io?...

Letizia – (GLI PORGE UNA GUANCIA) Dai! (PIERINO BACIA TIMIDAMENTE LA GUANCIA DI Letizia , MENTRE)

IDA E FILIPPO – (ENTRANO DA DESTRA E SI FERMANO A GUARDARE, STUPITISSIMI).

Letizia – (AI GENITORI) Direi che potevate anche bussare.

IDA – Scusa, ma non immaginavamo che…

Letizia – (INTERROMPE) E vi siete sbagliati! (MALIGNA) Come al solito.

FILIPPO – Non avremmo disturbato, se non fosse venuto in negozio…(E TACE IMBARAZZATO)

Letizia – Chi?

FILIPPO – Ugo.

Letizia – (IRONICA) Per acquistare un paio di scarpe?

IDA – No, Letizia. È molto spiaciuto per quel che è accaduto, e ci ha chiesto di accompagnarlo…

FILIPPO – (INTERVIENE TEMPESTIVAMENTE) Insomma, è qui! (INDICA A DESTRA)

Letizia – Che piacere!.. (SI STRINGE VIOLENTEMENTE SOTTOBRACCIO A PIERINO, E RIVOLTA A DESTRA DICE A DENTI STRETTI) Avanti!.Vieni, caro.

UGO – (ENTRA DA DESTRA SORRIDENTE, VEDE Letizia ACCANTO A PIERINO, DIVENTA SERIO)

Letizia – (A UGO, IRONICA E MALIGNA, SRINGENDOSI DI PIÙ SOTTOBRACCIO A PIERINO) Ti concedo l’immenso onore d’assistere alla presentazione del mio fidanzato (INDICA PIERINO) ai miei genitori.

UGO – (ALLIBITO) Scherzi?

Letizia – No! Faccio tanto sul serio che domani andiamo a fare le pubblicazioni, a parlare col parroco, e appena possibile…ma prestissimo!...ci sposeremo. (DOLCISSIMA, A PIERINO) Naturalmente se tu sei d’accordo, tesoro.  (PIERINO ANNUISCE) Grazie. (AGLI ALTRI) C’è qualche obiezione?

UGO – (MENTRE IDA E FILIPPO, SCONCERTATI, SCROLLONO NEGATIVAMENTE IL CAPO, SBOTTA) Nessuna!...Ma te ne pentirai!...Auguri! (ED ESCE A DESTRA)

Letizia – (SI ALLONTANA BRUSCAMENTE DA PIERINO, E INDICANDOGLI A DESTRA, GLI DICE PERENTORIAMENTE) Corri a spaccargli il muso!

PIERINO – Alé!... (SI LANCIA A DESTRA, MA SI FERMA SULLA SOGLIA DELLA PORTA E SI VOLTA)

Letizia – Hai paura?

PIERINO – Sì!...ho paura…d’aver troppo coraggio! (I TRE SI GUARDANO UN ATTIMO, E POI SCOPPIANO IN UNA SINCERA E SPONTANEA RISATA. E MENTRE Letizia, CONTINUANDO A RIDERE, ABBRACCIA PIERINO, IL SIPARIO SI CHIUDE).

ATTO SECONDO

 

Circa un paio di mesi dopo gli avvenimenti del primo atto, una sera verso le venti.

In scena, all’apertura del sipario, non c’è alcuno.

IDA – (DALL’ESTERNO A DESTRA) S’accomodi signorina.

GRAZIELLA – (ENTRA DA DESTRA, SORRIDENTE, SEGUITA DA IDA. È UNA GRAZIOSA RAGAZZA SIMPATICA, ELEGANTE, SEMPRE CALMA E GENTILE, DELL’ETA DI LETIZIA) Molto gentile. Ma per favore, signora, mi chiami solo Graziella, come quando andavo al liceo con Letizia.

IDA – Sembravate due bambine, ma poi…Questa è la vita!...Basta perdervi d’occhio e vi si ritrova signorine.

GRAZIELLA – O addirittura signore, come dopodomani sarà Letizia. E dov’è la sposina?

IDA – Sarà qui da un momento all’altro. S’accomodi.

GRAZIELLA – (SIEDE) Grazie. (SI GUARDA INTORNO) È questo l’appartamento degli sposi?

IDA – (SIEDE) Sì, sopra il nostro. Così, (SORRIDE) allorché arriveranno i nipotini, potrò essere di valido aiuto.

GRAZIELLA – Sono contenta, sa, che Letizia mi abbia voluta quale sua testimone di nozze.

IDA – Non c’è alcun dubbio che lei è sempre stata la sua più cara compagna di studi, e amica.

GRAZIELLA – (SORRIDE) Forse anche perché le passavo tutti i compiti in classe. Ma lei mi “passava” certe paia di scarpe…Stupende!

IDA – Le prendeva in negozio. Col permesso del padre, naturalmente.

GRAZIELLA – Non l’ho mai dubitato. E scommetto che è stata di Letizia l’originale idea di questa cena “riservata a pochi” a due giorni dal matrimonio.

IDA – (ANNUISCE) Qui prenderemo un’aperitivo, poi andremo in un ristorante. Solo i due fidanzati, lei, il testimone dello sposo, io e mio marito.

GRAZIELLA – E i parenti del fidanzato?

IDA – Da alcuni anni gli sono mancati entrambi i genitori, e non ha altri congiunti... Il suo testimone, che ci presenterà stasera, è un ex-compagno di lavoro.

GRAZIELLA – (LIEVAMENTE MALIGNA) Già…Ho sentito dire che faceva il lattoniere.

IDA – (ANNUISCE)…ma da un paio di mesi, ovvero dal pomeriggio del giorno in cui Letizia decise di sposarlo, lavora nel nostro negozio.

GRAZIELLA – (C.S.) Un bel salto, da stagnaio a venditore di calzature!

IDA – Mio marito ne è entusiasta. Infatti entro l’anno lo farà diventare suo socio, e insieme realizzeranno l’impianto del calzaturificio da tanto tempo sognato.

GRAZIELLA – Bene, ma …”lui”. “Lui” che tipo è?

IDA – Un giovanotto simpatico, educato, un gran lavoratore.

GRAZIELLA – Chissà perché Letizia, questi due mesi, se l’è tenuto nascosto?

IDA – Mah!...(CORDIALMENTE IRONICA) Magari per paura che qualche sua amica glielo “rubasse”. (SORRIDONO)

GRAZIELLA – Certo che Ugo…Ugo Capetti non è un marito da gettare via come ha fatto Letizia.

IDA – Lei l’ha rivisto, Ugo, dopo il matrimonio andato a monte?

GRAZIELLA –(EVIDENTEMENTE A DISAGIO) Bè…Sì, alcune volte, nella discoteca dove prima del bisticcio veniva anche Letizia.

IDA – Avrà allacciato un’altra relazione sentimentale, immagino.

GRAZIELLA – (SEMPRE PIÙ A DISAGIO) Forse…Forse sì.

IDA – Con una ragazza che Letizia conosce?

GRAZIELLA – (C.S.)Non …Non saprei se…

IDA – (INTERROMPE E SORRIDE) Più che giusto. Sono indiscreta.

GRAZIELLA – No, ma…

IDA – (C.S.) Mi scusi. Di Letizia, comunque, che si dice?

GRAZIELLA – Nulla. Assolutamente nulla. Anzi, quando qualcuno ha cercato di entrare in argomento, Ugo ha tempestivamente sviato il discorso con lo stile e la fermezza che lo distinguono.

IDA – Meglio così. Tuttavia lo sanno i vostri comuni amici, quindi pure Ugo, che lei sarà testimone alle nozze?

GRAZIELLA – No. Io non l’ho detto ad alcuno, e perciò nemmeno ad Ugo.

IDA – Direi che ha fatto bene, perché…(TACE, POICHé SI SENTE)

LETIZIA - (CHE DALL’ESTERNO A DESTRA, URLA) Nossignore! (IDA E GRAZIELA SI ALZANO IN PIEDI) Si fa come ho detto io! (LETIZIA ENTRA DA DESTRA COME UNA FURIA, SEGUITA DA)

PIERINO – (SEMPRE CALMISSIMO E GENTILE, VESTITO ELEGANTEMENTE, CHE PORTA CON Sé UNA BORSA CONTENENTE UN “MANGIANASTRI”- OPPURE UN “RADIOREGISTRATORE”- ALIMENTATO A BATTERIA, COL QUALE FARÀ  SENTIRE A SUO TEMPO UNA NASTROCASSETTA GIÀ INSERITA NEL “MANGIANASTRI”- OPPURE NEL “RADIOREGISTRATORE”. RIVOLTO A IDA) Buonasera, signora.

IDA – Buonasera.

GRAZIELLA – Ciao, Letizia.

LETIZIA – (SECCA) Ciao.

IDA – (A LETIZIA, INDICANDOLE PIERINO) Presentalo a…

LETIZIA – (INTERROMPE, SBUFFANDO) Uffa!... (FREDDAMENTE, A GRAZIELLA, INDICANDOLE  PIERINO) Questo è lui!

GRAZIELLA – (TENDE LA MANO VERSO PIERINO) Piacere.

PIERINO – (GLIELA STRINGE GENTILISSIMO) Il piacere è tutto mio, signorina…Graziella, vero?

GRAZIELLA – Sì.

PIERINO – Me l’aveva detto Letizia. E la ringrazio di avere accettato l’incarico di fare da testimone.

GRAZIELLA – è un piacere.

PIERINO – (CON TONO GENTILISSIMO DI PRIMA) Il piacere è…

LETIZIA – (PROSEGUE, RIFACENDO IL VERSO A PIERINO) …tutto nostro, figurati! (CAMBIA TONO) Per lui (SPREZZANTE; INDICA PIERINO) va sempre bene ogni cosa. Non ha il minimo orgoglio, lui! Lui è solo un …un

IDA – (INTERVIENE, E CON EVIDENTE INTENZIONE DI INTERROMPERE LA SCENATA, SI RIVOLGE A GRAZIELLA) Signorina, vuole vedere i doni di nozze?

GRAZIELLA – (COMPRENDE E LA ASSECODA) Con piacere.

LETIZIA – (SARCASTICA) Qui andiamo a “tuttopiacere”!

IDA – (AGRAZIELLA; IGNORANDO LETIZIA) Ovviamente abbiamo restituito quelli dei parenti e degli amici del signor Capetti. (INDICA A DESTRA) Sono sotto, nel mio appartamento. Prego. (CEDE IL PASSO A GRAZIELLA, E MENTRE QUESTA ESCE A DESTRA, LEI SI RIVOLGE AI DUE) Ritorneremo presto. (ED ESCE A DESTRA)

LETIZIA – (FA QUALCHE PASSO, NERVOSA, TORCENDOSI LE MANI)

PIERINO – Scusa, cara…Purtroppo tua madre ti ha interrotta. Vorrei sapere cosa sono “solo” io.

LETIZIA – Un …Un umile, un timido, un rinunciatario. Comunque siamo intesi, eh?...Dopodomani pomeriggio, subito dopo il pranzo, partiamo in treno per Venezia.

PIERINO – Veramente io ho prenotato i posti in prima classe per Firenze.

LETIZIA – Per Firenze?!?

PIERINO – (ANNUISCE) …come volevi tu.

LETIZIA – Non è vero! Io non ho mai detto di voler andare in viaggio di nozze a Firenze. Venezia!...Non ho fatto altro che dire, e ripetere, che voglio andare a Venezia.

PIERINO – (SORRIDE E SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO)

LETIZIA – Tu!...Tu ti diverti a contrariarmi.

PIERINO – (IDEM C. S.)

LETIZIA – Lo fai apposta, perché t’illudi di riuscire a domarmi, a rendermi schiava

PIERINO – Invece non desidero altro che accontentarti.

LETIZIA – Quindi andiamo a Venezia!

PIERINO – No, giacché tu mi hai ordinato di prenotare i posti per Firenze.

LETIZIA – Bugiardo!...(PIERINO FA L’ATTO DI OBIETTARE, MA LETIZIA PROSEGUE) Sissignore!...Devi ammettere che sei un bugiardo, oppure un idiota che non capisce niente. Io, da sempre, voglio andare a Venezia.

PIERINO – (APRE LA BORSA ED ESTRAE IL “MANGIANASTRI”- OPPURE IL “RADIOREGISTRATORE”).

LETIZIA – Che fai?

PIERINO – (INDICA L’APPARECCHIO) Qui dentro c’è il nastro.

LETIZIA – Che nastro?

PIERINO – Magnetico. Ovvero il nastro di una musicassetta, sul quale è rimasto registrato il nostro colloquio di due settimane fa, circa la destinazione del viaggio di nozze.

LETIZIA – (DISORIENTATA) Come sarebbe a dire “è rimasto registrato”?

PIERINO – (ASTUTO, MA SEMPRE GENTILE E CALMO) Bè… proprio un momento prima che tu venissi a parlarmi in negozio…Che coincidenza, eh?...avevo messo in funzione, per provarlo, il registratore.

LETIZIA – (INDISPETTITA, IRONICA, GLI RI FÀ IL VERSO) “Che coincidenza, eh?”…

PIERINO – Allora… vuoi sentire?

LETIZIA – Certo!...Non ho mica paura.

PIERINO – Lo credo. (PREME IL TASTO DELL’APPARECCHIO, E SI SENTE CHIARAMENTE LA REGISTRAZIONE CHE I DUE ATTORI AVRANNO EFFETTUATO PRECEDENTEMENTE).

LA VOCE DI LETIZIA – Sei pazzo?...Venezia mai! Perché ci vanno quasi tutti gli sposi che non vanno all’estero. Per giunta a Venezia ci sono già stata diverse volte. No-no! Niente Venezia.

LA VOCE DI PIERINO – D’accordo. Niente Venezia.

LA VOCE DI LETIZIA – Firenze!...Andremo a Firenze. È una delle nostre meravigliose città che non ho mai potuto visitare come ho voluto. E non tentare neppure di farmi cambiare idea, poiché sono decisa, decisissima, di andare a Firenze, e…

LETIZIA – (PREME IL TASTO CHE FERMA L’APPARECCHIO)Basta così!...(OVVIAMENTE, DURANTE L’ASCOLTO DEL NASTRO REGISTRATO, LETIZIA E PIERINO AVEVANO MANIFESTATO ATTEGGIAMENTI DIVERSI, OSSIA PIERINO D’INDIFFERENZA, LETIZIA ALTERNATIVAMENTE DI SORPRESA E DISPETTO. ORA DICE CON TONO SPREZZANTE) Vigliacco!

PIERINO – Ti prego di considerarmi sinceramente mortificato se questo (INDICA L’APPARECCHIO) era in funzione proprio quando tu hai detto…

LETIZIA – (INTERROMPE, IRONICA) Evviva la “coincidenza”!...Tuttavia è una bella vigliaccheria rinfacciare a chiunque, parola per parola, ciò che ha detto chissà quando. Pare d’essere in tribunale!

PIERINO – (SENTIMENTALE) Eppure è esclusivo merito dei registratori se un giorno lontano potremo risentire le nostre voci di giovani e felici fidanzati.

LETIZIA – (IRONICA) Bella roba!...(TESTARDA) Però, un paio di giorni dopo il dialogo che hai registrato, siamo tornati sull’argomento. Lo neghi?

PIERINO – Assolutamente no.

LETIZIA – Meno male!...E allorché tu hai risposto di andare a Venezia, io ti ho detto “Ma sì, caro!...Lasciamo perdere Firenze, e andiamo a Venezia”. (PIERINO SORRIDENTE SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO) Come no?

PIERINO – (INDICA L’APPARECCHIO DEL QUALE PREME IL TASTO. UN ATTIMO, POI SI SENTE CHIARAMENTE)

LA VOCE DI LETIZIA – Manco per sogno!...Del resto perché insisti di andare a Venezia?

LA VOCE DI PIERINO –  Perché a Firenze ci sono già stato in gita con il “CI.ERRE.ELLE.I”.

LA VOCE DI LETIZIA – Cos’è il “CI.ERRE.ELLE.I”?

LA VOCE DI PIERINO – È il “Circolo Ricreativo Lattonieri Idraulici”. Venezia, invece, l’ho appena vista al cinema.

La voce di Letizia – E con ciò?...Dovrei farti io da “Circolo Ricreativo”?...No! Prenota i posti per Firenze e non ne parliamo più.

PIERINO – (PREME IL TASTO PER FERMARE L’APPARECCHIO) È tutto.

PIERINO – (RIPONENDO L’APPARECCHIO NELLA BORSA) Allora, che facciamo?... Firenze o Venezia?

LETIZIA – Per dove hai prenotato i posti?

PIERINO – Per Firenze.

LETIZIA – (DISPETTOSA) Invece andremo a Venezia.

PIERINO – Grazie.

LETIZIA – Mica per accontentarti, sai?...(IRONICA) Anzi, sto battendo tutti i record dei “Bastian Contrario”, perché contraddico anche me stessa. (SPREZZANTE) Embè?...Sei ancora sicuro di volermi sposare?

PIERINO – (LA GUARDA UN MOMENTO, POI SORRIDE) Più che mai. (SQUILLO DI CAMPANELLO ESTERNO)

LETIZIA – Chi va ad aprire? (INDICA A DESTRA)

PIERINO – Io. (S’AVVIA A DESTRA)

LETIZIA – No! (PIERINO SI FERMA) Visto che vuoi andarci tu, vado io. (ESCE A DESTRA,

PIERINO ALLARGA LE BRACCIA E SORRIDE. DALL’ESTERNO) Entra.

FILIPPO – (ENTRA DA DESTRA, SEGUITO DA LETIZIA ) Sono venuto qui direttamente dal negozio. Sono in ritardo? …Dov’è la mamma?

LETIZIA – Ha trascinato sotto Graziella, per non farla assistere ad un nostro (INDICA PIERINO E SE STESSA) bisticcio.

PIERINO – Veramente l’ha accompagnata sotto per farle vedere i doni di nozze.

LETIZIA – Storie!

FILIPPO – Avete qualche problema?

PIERINO – No-no…Si parlava del viaggio.

FILIPPO – Ah, bene!...Dove andate?

LETIZIA – (SARCASTICA) A Venezia, poiché io volevo andare a Firenze quando lui (INDICA PIERINO ) voleva andare a Venezia, ma poi io sono voluto andare a Venezia quando lui ha accettato di andare a Firenze. Chiaro?

FILIPPO – (SCONCERTATO, POICHÈ NON HA CAPITO) Euh!...Chiarissimo. (UNA PAUSA) Allora dove andate?

PIERINO – (SORRIDE) A Venezia.

FILIPPO –(C. S. ) Eh, già…a Venezia. (UNA PAUSA) E perché non andate a Firenze?

LETIZIA – (SBUFFA) Uffà, papà!...Non ho più voglia di parlarne. Ti manderemo una cartolina.

FILIPPO – (C. S.) Ah, grazie per la cartolina. (UNA PAUSA) Da Venezia o da Firenze?

LETIZIA – (SBOTTA) Dalla luna!

FILIPPO – (A PIERINO, INDICANDO LETIZIA) Mia suocera rediviva.

IDA – (ENTRA DA DESTRA CON GRAZIELLA. A FILIPPO ) Stai parlando di mia madre buon’anima?

FILIPPO – (IRONICO) Certo!...Per ricordarla a tutti. (TENDE LA MANO VERSO GRAZIELLA) Buonasera, signorina Sacchi.

GRAZIELLA – (STRINGE LA MANO A FILIPPO ) Buonasera, signor Lamberti. Però mi chiami Graziella, come ai tempi del liceo con Letizia.

FILIPPO – (CORDIALMENTE IRONICO) …e delle paia di scarpe ad ogni compito in classe. (FILIPPO, IDA E GRAZIELLA SORRIDONO) I suoi genitori?

GRAZIELLA – Stanno bene.

FILIPPO – E noi…anche. (UN MOMENTO DI IMBARAZZO GENERALE) Bè?...Che facciamo?

IDA – Possiamo sederci, mentre aspettiamo il testimone di Pierino.

LETIZIA – (GUARDA L’ORA, MALIGNA) È già in ritardo.

PIERINO – Mi spiace, ma è una persona estremamente puntuale.

LETIZIA – (IRONICA) Si vede! (SQUILLO DI CAMPANELLO ESTERNO)

PIERINO – Eccolo!

IDA – Vado io. (ESCE A DESTRA. BREVE PAUSA. TUTTI GUARDANO VERSO DESTRA, DOVE RIAPPARE IDA CON L’ARIA SBALORDITA, SCONCERTATA E, INDICANDO ALLE SUE SPALLE, BALBETTA) C’è…C’è-c’è…

PIERINO – Il mio amico Alfredo!

IDA – (SEMPRE PIÙ DISORIENTATA, SCROLLA LENTAMENTE E NEGATIVAMENTE IL CAPO E SI SPOSTA, RIVOLGENDOSI VERSO L’ESTERNO) Venga.

UGO – (APPARE SULLA SOGLIA DELLA PORTA, SORRIDENTE) (POI VEDE ANCHE GRAZIELLA, SI SORPRENDE, DIVENTA SERIO E RIMANE IMBAMBOLATO)

GRAZIELLA (ANCH’ESSA, ALL’ENTRATA DI UGO, ASSUME UN’ESPRESSIONE DI SORPRESA E DI DISAGIO )

UGO – (EBETE, RIVOLTO A GRAZIELLA) Ci sei anche tu? (GRAZIELLA FA UN GESTO, COME PER RISPONDERGLI “Come vedi, ci sono”)

LETIZIA – (CHE HA OSSERVATO IL COMPORTAMENTO IMBARAZZATO DI UGO E GRAZIELLA, IRONICA E MALIGNA) Non ve lo siete detto che venivate qui tutt’e due?

UGO E GRAZIELLA – (SCROLLANO NEGATIVAMENTE IL CAPO).

LETIZIA – (C. S. ) Brutto segno per due che, come voi, “filano” da circa un mese.

GRAZIELLA – (SORPRESISSIMA) Tu lo sai?

LETIZIA – Come no?... Del resto lo sanno tutti gli amici della discoteca, e qualcuno…Figuratevi con quale gioia!...Me l’ha subito riferito. (GRAZIELLA VORREBBE DIRE QUALCOSA) Per carità, non c’è niente da dire. Lui (INDICA UGO) l’ho “liquidato” due mesi fa, tu ( INDICA GRAZIELLA) sei liberissima…Dunque, auguri! E di cuore. Tant’è vero che ti ho pregato di farmi da testimone. (AD UGO) Tu, piuttosto, cosa vieni a fare, qui?

UGO – (IMPACCIATO) Io?...Niente. È lui (INDICA PIERINO) che mi ha telefonato stamane.

LETIZIA – (AGGRESSIVA, A PIERINO ) Tu gli hai telefonato?!?...(PIERINO  ANNUISCE) Perché?

PIERINO – (CON LA MASSIMA SEMPLICITÀ ) Per invitarlo stasera.

LETIZIA – Roba da matti!

UGO – (A DISAGIO) Forse…Forse è meglio che me ne vada.

PIERINO – Neanche per idea!...Peraltro sono certo che a noi, A TUTTI NOI, fa veramente piacere che lei…

LETIZIA – (INTERROMPE) A me, no! Quindi me ne vado nell’alloggio dei miei!(ED ESCE A DESTRA, INFURIATA, SEGUITA DA IDA)

IDA – (CHE IMPLORA) Aspetta, bambina!... (E CHE ESCE A DESTRA, DICENDO A GRAZIELLA) Per favore, venga anche lei.

GRAZIELLA – Sì, signora. (ED ESCE A DESTRA)

UGO – (SCONCERTATO, INTERROGA CON LO SGUARDO E UN LIEVE CENNO DEL CAPO PIERINO E FILIPPO , COME PER DOMANDARE LORO “Che facciamo?)

PIERINO – La prego, signor Capetti…Vada anche lei nell’appartamento dei miei futuri suoceri. Dica due parole a Letizia. Vedrà che si calmerà.

UGO – Come vuole. (ESCE A DESTRA)

FILIPPO – (CONCITATO) Che pazza idea ti è venuta d’invitare quello? (INDICA A DESTRA)

PIERINO – Ho immaginato di far piacere a Letizia.

FILIPPO – Piacere a Letizia?!?:..( PIERINO ANNUISCE) Stai dando i numeri?

PIERINO – Considerato che ogni tanto si telefonano…(E TACE)

FILIPPO – Lo sai?

PIERINO – (ANNUISCE)…e so pure che lo sai tu.

FILIPPO – (IMBARAZZATO) Eh sì…Un giorno, in negozio…Senza malizia, eh?...ho portato il ricevitore dell’apparecchio telefonico derivato, e ho sentito la voce d’Ugo e Letizia.

PIERINO – Anch’io…(RIFACENDOGLI UN PÒ IL VERSO) Un giorno, in negozio…Senza malizia, eh?...ho portato il ricevitore dell’apparecchio telefonico derivato, e…ed ho sentito.

FILIPPO – Nulla di male, vero?...Convenevoli. Solo frasi convenzionali di cortesia.

PIERINO – Sì-sì…(imita con velata ironia e comicità i toni di Ugo e letizia) “Come stai, Letizia?-“Bene, Ugo. E tu?”- Bene e i tuoi?- “Bene. Che fai?”- “Lavoro come al solito. E tu, Letizia, che fai?”-“Mi preparo al matrimonio”- “Sei proprio decisa?”- “Certamente, Ugo. Perché? Lo metti in dubbio?”- “No, ma…”- “Basta così!” (FA L?ATTO DI CHI POSA VIOLENTEMENTE IL RICEVITORE) Click!

FILIPPO – (RIPETE MECCANICAMENTE) Click. E magari, dopo un paio di giorni…

PIERINO – (PROSEGUE TEMPESTIVAMENTE)…daccapo. (COME PRIMA) “Come stai, Letizia?”. “Bene, Ugo. E tu?”-“Bene. Che fai?”, eccetera, eccetera. Sino al “click”.

FILIPPO – Però io ho fatto attenzione, e sono sicuro che ha sempre telefonato lui intorno alla mezza, quando sa che Letizia passa a prendermi per salire a pranzo.

PIERINO – L’ho notato anch’io.

FILIPPO – E tu sapevi che Ugo, ora, diciamo “simpatizza” con Graziella? (PIERINO ANNUISCE) Vuoi che gli parli io? Che gli dica di smetterla con le telefonate, altrimenti informo Graziella?

PIERINO – Non è il caso.

FILIPPO – Gli parli tu?

PIERINO – Nemmeno.

FILIPPO – Allora perché l’hai invitato?

PIERINO – Te l’ho già detto: per far piacere a Letizia. Così lui risparmia almeno una telefonata.

FILIPPO – (DISORIENTATO E INDIGNATO, SBOTTA) Tu…Tu sei un…Sei un…Insomma, non ti capisco!

PIERINO – Pazienza.

LETIZIA – (ENTRA DA DESTRA, IMMUSONITA, SEGUITA DA UGO, GRAZIELLA E IDA)

Ida – (DOPO UNA PAUSA DI RECIPROCO IMBARAZZO E DISAGIO, TANTO PER DIRE QUALCOSA) Eccoci qua.

FILIPPO – Vi vedo. Ora vogliamo sederci un momento e prendere l’aperitivo?

IDA – (INDICA I POSTI A SEDERE) Prego. (A LETIZIA) Faccio io. (ESCE A SINISTRA, MENTRE TUTTI GLI ALTRI SIEDONO: PIERINO E LETIZIA VICINI, MENTRE FILIPPO SIEDE DISTRATTAMENTE IN UN POSTO CHE IMPEDISCE AD Ugo e Graziella di sedere l’uno accanto all’altra. allora)

LETIZIA – (INTERVIENE, IRONICA E MALIGNA, RIVOLTA A FILIPPO ) Ma papàaa!...

FILIPPO – Cosa?

LETIZIA – (INDICANDO UGO E GRAZIELLA) Non “dividerli” così.

FILIPPO – (BALZA IN PIEDI) È vero!...Scusatemi!( E PROCURANDO UNA CERTA CONFUSIONE COSTRINGE UGO E GRAZIELLA A SEDERE VICINI, DI FRONTE A PIERINO E LETIZIA. QUINDI FILIPPO SIEDE AL CENTRO, CON ACCANTO UNPOSTO VUOTO PER IDA, E SOSPIRA) Tutti a posto, finalmente.(MOMENTO DI RECIPROCO DISAGIO E IMBARAZZO) Raccontiamo qualche barzelletta?

LETIZIA – Tu, no!

FILIPPO – Dici che le racconto male?

LETIZIA – Tanto quanto basta per fare fatica ad ascoltarle.

FILIPPO – (AD ALTRI, INDISPETTITO, INDICANDO LETIZIA) Mia suocera rediviva!... Invece sono bravo, bravissimo, a raccontare storielle. Certi miei clienti ridono a crepapelle. Vero, Pierino?

PIERINO – Eccome!

FILIPPO – Quella del treno che passa in galleria e i viaggiatori rimangono al buio, per esempio, la sapete? (UGO E GRAZIELLA, SORRIDENDO, SCROLLANO NEGATIVAMENTE IL CAPO, MENTRE)

LETIZIA – (ESCLAMA) È orribile!

PIERINO – Non direi, cara. Lascia che la racconti.

FILIPPO – Oh, la racconto anche senza il suo (INDICA LETIZIA) permesso. (RIVOLTO A UGO E GRAZIELLA) State attenti!...In uno scompartimento ferroviario stanno seduti un giovane genero, sua suocera, un giovanotto e una bella signorina. In una galleria restano al buio, e nel buio si sente lo schiocco di un bacio, seguito dal rumore di uno schiaffo. Appena fuori dalla galleria il giovanotto pensa: “ Il genero ha baciato la signorina, e da questa si è preso un ceffone”; la suocera pensa:” Il giovanotto ha baciato la signorina, e questa, per errore, ha dato uno schiaffo a me”; la signorina pensa: “ Però…il genero o il giovanotto hanno baciato la signora suocera, e questa l’ha schiaffeggiato”; il genero pensa: “È vero che mi sono baciato il dorso di una mano (ESEGUE SULLA PROPRIA, FACENDO UNO SCHIOCCO), ma mi sono tolto la soddisfazione di mollare una sberla a mia suocera!”. (RIDE RUMOROSAMENTE) Bella, eh?... (UGO, GRAZIELLA E PIERINO SORRIDONO, MENTRE LETIZIA FA UNA SMORFIA DI DISPREZZO).

IDA – (ENTRA DA SINISTRA, PORTANDO UN VASSOIO SUL QUALE CI SONO SEI BICCHIERI E UNA BOTTIGLIA DI VERMUT, E LO POSA SOPRA IL TAVOLINO, DICENDO IRONICAMENTE) Vi ha raccontato la solita storiella della suocera che si prende una sberla, perché è l’unica che lo diverte e che forse sa raccontare. (A PIERINO) Versi tu, per favore?

PIERINO – Subito. (ESEGUE, VERSANDO IL VERMUT NEI SEI BICCHIERI, MENTRE)

GRAZIELLA – Ugo ne sa delle belle!...Sovente le racconta in discoteca, e mi fa ridere da morire.

LETIZIA – (MALIGNA) Comunque sei ancora viva.

PIERINO –  Suvvia, signor Capetti!...Ne racconti una anche a noi.

GRAZIELLA – Dài, Ugo!...Tira su l’atmosfera.

UGO – (A DISAGIO) Sì…Sarei lieto di…Ma…(E TACE).

PIERINO – (INDICA I BICCHIERI) Servitevi e brindiamo. (CIASCUNO PRENDE UN BICCHIERE DAL VASSOIO).

LETIZIA – A che cosa?

FILIPPO – Anzitutto ai prossimi sposi!

TUTTI – (ESCLUSI I DUE, SOLLEVANO I BICCHIERI) Evviva! (BEVONO)

PIERINO – Poi alle barzellette del signor Capetti. (BRINDA E BEVE)

LETIZIA – (INDISPETTITA) Non insistere, Rino!...Se lui non vuole…

GRAZIELLA – Certo che vuole!...Almeno una. Ugo, ti prego.

UGO – (SOSPIRA) E va bè…Più che una barzelletta è un indovinello.

PIERINO – È lo stesso divertente.

UGO – Attenzione. (UNA PAUSA) “Nel mondo vi sono cento città. Io ve ne ho detta una. Quale sarà?”.

GLI ALTRI – (ESCLUSA LETIZIA CHE MANIFESTA INDIFFERENZA, E UGO CHE ASPETTA LA RISPOSTA, SI GUARDANO FRA LORO IN MODO INTERROGATIVO).

UGO – Ve lo ripeto.  “Nel mondo vi sono cento città. Io ve ne ho detta una. Quale sarà?”.

IDA – Quale sarà?

FILIPPO – Lui dice che ce l’ha detta.

UGO – (SORRIDE) Proprio così: ve l’ho detta. E chiaramente.

GRAZIELLA – Io ho solo capito che nel mondo ci sono cento città.

PIERINO – Ma quale, delle cento, ci ha detto lui?

UGO – Eppure è tanto semplice.

IDA – Per chi lo sa!

UGO - “Nel mondo-vi sono…”, Nel mondo-vì…”, Mondovì! Io vi ho detta la città di Mondovì.

FILIPPO – (CHE NON HA CAPITO) Quando, l’ha detta?

UGO – Quando ho detto “Nel mondo-vi sono…”, “Nel mondo-vì sono…”. Mondovì!

FILIPPO – (C. S.) Ah!...Adesso è tutto chiaro. (COME PRIMA) Ma perché non potrebbe essere Frosinone?

GLI ALTRI – (ESCLUSA LETIZIA RIDONO)

LETIZIA – (MALIGNA; AD UGO) Ecco!...Finalmente hanno riso…

PIERINO – E Bravo il signor Capetti!...D’altronde io ho saputo che è anche bravissimo nel fare l’illusionista, il prestigiatore.

UGO – Un hobby…Solamente un hobby.

GRAZIELLA – In discoteca ha stupito tutti facendo il gioco di mangiare un tovagliolo.

PIERINO – (IMPLORA) Lo mangi anche qui.

IDA – Sì’! Sì! Dev’essere emozionante. (SI ALZA IN PIEDI) Vado a prenderne uno. (ESCE A SINISTRA)

UGO – (IMBARAZZATO) Non è il caso.

FILIPPO – Perché no?...Io, quando alla televisione vedo fare giochi di prestigio, rimango incantato. La donna tagliata a pezzi, l’elefante che sparisce, la forchetta che si piega…

IDA – (RIENTRA DA SINISTRA, PORTANDO UN TOVAGLIOLO) Va bene questo? (LO DÀ AD UGO).

UGO – Forse non è il momento, adesso, per…

LETIZIA – (INTERROMPE, IRONICA) E mangialo!...Poi non ti resta altro da fare che girare intorno col piattino.

UGO – Scusa, Letizia, ma sono loro (INDICA GLI ALTRI) che insistono.

LETIZIA – No!... La verità è che ti diverti anche tu a fare queste pagliacciate.

UGO – Del resto anche il tuo futuro marito mi dice…

LETIZIA – (INTERROMPE) Lascia perdere Rino!...Lui, almeno, non racconta storielle, né indovinelli…E non mangia tovaglioli!

UGO – (OFFESO, SI ALZA IN PIEDI) Graziella!

GRAZIELLA – (SI ALZA IN PIEDI) Sì?...

UGO – Andiamo! (AFFERRA GRAZIELLA PER UNA MANO E LA TRASCINA A DESTRA, POI SI FERMA E SI RIVOLGE A LETIZIA) E non permetterti di rivolgermi mai più la parola! (FA L’ATTO DI AVVIARSI A DESTRA, TENENDO ANCORA IN MANO IL TOVAGLIOLO DATOGLI DA IDA)

PIERINO – (COME IDA E FILIPPO, SI ALZA IN PIEDI. A UGO) Scusi!...

UGO – (SI FERMA) Che c’è?

PIERINO – Il tovagliolo. (GLIELO  PRENDE)

UGO – (RIVOLTO A IDA E FILIPPO) Solamente per loro…Buonasera! (ED ESCE A DESTRA, TRASCINANDO GRAZIELLA CON SÉ)

PIERINO – (RIVOLTO VERSO DESTRA) Un momento. (FA L’ATTO DI ANDARE A DESTRA)

LETIZIA – (BALZA IN PIEDI E LO TRATTIENE PER UN BRACCIO) Lasciali andare.

PIERINO – Lui, pazienza; ma Graziella ha promesso di farti da testimone. (ESCE A DESTRA)

FILIPPO – Letizia, hai esagerato.

IDA – Non dovevi trattare Ugo in quel modo.

LETIZIA – (FURENTE)  Ehi!...Che vi prende, adesso? Cos’è tutta questa stima per quel cretino?

FILIPPO – “Cretino”, Ugo?!?...

LETIZIA – Sì! Cretino, imbecille, antipatico, odioso!...E pensare che stavo per piantare Rino, per tornare con… (TACE, PERCHÉ)

PIERINO – (ENTRA DA DESTRA, SEGUITO DA GRAZIELLA. PERÒ NON HA IL TEMPO DI DIRE QUALCOSA, PERCHÉ).

LETIZIA – (SI SLANCIA CONTRO, LO ABBRACCIA FORTE E LO BACIA FURIOSAMENTE SULLE GUANCE, DICENDO) Tò! Tò! Tò, tesoro! (POI SI ALLONTANA)

PIERINO – (IMBAMBOLATO) Co-co…Co-cos’è accaduto?

LETIZIA – (ALLEGRA) Niente d’eccezionale!...Ho appena aperto gli occhi.

PIERINO – (INDICA GRAZIELLA) La signorina ha gentilmente acconsentito a…

LETIZIA – (INTERROMPE) Grazie!...Sei molto buona Graziella. (L’ABBRACCIA E LA BACIA SULLE GUANCE, POI SOSPIRA) Mi sento serena, tranquilla… felice. (SQUILLO DI CAMPANELLO ESTERNO)

PIERINO – (INDICA A DESTRA) Questa volta dev’essere proprio lui, il mio testimone ed ex-collega Alfredo.

IDA – Vado io. (ESCE A DESTRA)

PIERINO – Vedrete che tipo!... È un simpaticone. Ed è il lattoniere-idraulico più in gamba della città.

IDA – (APPARE SULLA SOGLIA DELLA PORTA DI DESTRA, CON L’ARIA SMARRITA. INDICA ALLE SUE SPALLE C’è…C’è-c’è il signor Bruni.

PIERINO – Bene!...Vieni avanti, Alfredo!

IDA – (MOGIA, SI FA DA PARTE, E)

ALFREDO – ( ENTRA DA DESTRA, URLANDO) Ciao a tutti!...(HA UN’ETÀ PROPORZIONATA A QUELLA DI PIERINO. È UN TIPO SEMPRE ALLEGRO, RUMOROSO, SIMPATICO E INDOSSA L’ABITO DA LAVORO. PER GIUNTA HA ENTRAMBE LE MANI IMBRATTATE DI NERO, E COSÌ  PURE IL VISO. TIENE IN MANO UNA BORSA DEI FERRI. SUL DISORIENTAMENTO E IL DISAGIO DEGLI ALTRI, ESCLUSO PIERINO CHE GLI SORRIDE, ESCLAMA) Sono contento d’avervi ancora pescati in casa!...Accidenti!...Ho dovuto finire delle saldature alle tubazioni in casa del commendator Corsini, altrimenti doveva andare in bagno col salvagente!(RIDE. GUARTDA GRAZIELLA E LETIZIA, POI SI RIVOLGE A PIERINO) Qual è la tua?

PIERINO – (INDICA LETIZIA) Letizia.

ALFREDO – Ha un nome che è tutto un programma!...(TENDE UNA MANO VERSO LETIZIA) Piacere! (POI LA RITRAE) Ah, no!...Prima mi devo lavare. (INDICA IDA) Scommetto che questa è la suocera! (RIDE, MENTRE IDA E PIERINO ANNUISCONO. QUINDI INDICA FILIPPO) E questo è il suocero scarpaio! (RIDE, MENTRE PIERINO ANNUISCE) Viva gli sposi!

LETIZIA – (SBOTTA) No, eh!...Assolutamente no! Lui (INDICA ALFREDO) è un’indecenza!...

ALFREDO – (INFANTILE) Ma adesso vado a lavarmi, e…

LETIZIA – (INTERROMPE) È un’indecenza come tipo, come uomo!... Piuttosto d’averlo accanto davanti l’altare, non mi sposo più!...Addio! (ESCE INFURIATA A DESTRA)

IDA, FILIPPO, GRAZIELLA e ALFREDO – (SCONCERTATI E IMBARAZZATI, GUARDANO PIERINO)

FILIPPO – (EBETE) E…E adesso, che succede?

PIERINO – (CALMO, SORRIDENTE) Niente di nuovo. Io, dopo aver deciso di sposare Letizia, mi sono consigliato col mio maestro di quarta e quinta elementare.

IDA – Che c’entra, il maestro elementare?

PIERINO – Lui sì, che sa.

FILIPPO – (C. S.)Lui sì che sa-sì. Sì-sa. Mah!

PIERINO – Mi ha dato da leggere una commedia di quel grande autore inglese con il nome complicato.

GRAZIELLA – Shakespeare? (PRON. “scèchspir”)

PIERINO – Proprio. È intitolata “la bisbetica domata”, e l’ho imparata quasi a memoria. Pensate che lo sposo della commedia si chiama Petruccio, quasi come me che sono Pierino. Ebbene, per domare la ragazza aveva un metodo.

IDA – (PREOCCUPATA) Qua-quale?

PIERINO – Allorché lei faceva i capricci, quasi come Letizia, lui non diceva neanche una parola, l’afferrava per la vita, la sollevava da terra e se la portava via.

FILIPPO – (IMBAMBOLATO) Do-dove?

PIERINO – Dove voleva lui. Quindi, preparatevi pure per andare al ristorante.

IDA – Ma…e Letizia?

PIERINO – Premesso che io le voglio bene, ma tanto-tanto bene…Mi credete?

GLI ALTRI – (ANNUISCONO)

PIERINO – Vi assicuro che la calmerò e la convincerò a venire con noi, usando il metodo…(SI TIRA SU LE MANICHE DELLA GIACCA ED ESCE A DESTRA) …Pietruccio!

GLI ALTRI – (SI AFFRETTANO AD INSEGUIRLO A DESTRA, PREOCCUPATI, ESCLAMANDO INSIEME) No!-Aspetta!-Che fai!- Si fermi! (MENTRE IL SIPARIO SI CHIUDE)

ATTO TERZO

UN PAIO DI MESI DOPO GLI AVVENIMENTI DEL SECONDO ATTO, OSSIA VERSO LA FINE DI SETTEMBRE, UNA MATTINA INTORNO ALLE ORE 11,30.

LUISA – (È IN SCENA ALL’APRIRSI DEL SIPARIO. DONNA DELLE PULIZIE, PUò AVERE QUALSIASI ETà OLTRE I 20 ANNI. TIENE IN MANO UN PIUMINO E UNO STRACCIO CON I QUALI STA SPOLVERANDO I MOBILI, ED È VESTITA IN MODO ADATTO AL LAVORO CHE SVOLGE. TIPO ALLEGRO E SIMPATICO,  È NUBILE E CANTICCHIA UNA CANZONE QUALSIASI).

 

IDA – (ENTRA DA DESTRA) E brava, Luisa!...Lei è una delle rare persone che, al giorno d’oggi, canta lavorando.

LUISA -  Cara signora Lamberti, io vorrei lavorare cantando, cioè fare la cantante. Invece, una mattina qui, un pomeriggio lì, faccio la “donna volante” delle pulizie (SOSPIRA) Se almeno tutte le signore fossero gentili come lei…Ma purtroppo ci sono in giro certe vipere…(RIDE)

IDA – Sarà proprio per questa attività “volante” che le dona allegria. A proposito: la ringrazio di aver accettato di far le pulizie anche qui, nell’appartamento di mia figlia, oltre al mio.

LUISA – È un piacere, giacché per me è come lavorare in un unico alloggio. Inoltre, siccome sono fidanzata e prossima alle nozze, le confesso che ero curiosa di conoscere sua figlia un po’ da vicino, per capire le ragioni di un certo suo modo di comportarsi. Ne ho sentito parlare così tanto…

IDA – Dove?

LUISA – In tutta questa parte della città. Capirà che loro, sia per il negozio di calzature sia perché hanno sempre abitato da queste parti, sono molto conosciuti. Perciò…Dal mercato alla tabaccheria, dai negozi al giornalaio, negli ultimi mesi s’è parlato e si parla molto del matrimonio di sua figlia.

IDA – Bene. Forse lei mi dà l’occasione di correggere chissà quante inesattezze e fantasie. Che si diceva, e che si dice?

LUISA – Bé…Oltre due mesi fa, la sera dell’antivigilia del matrimonio, qualcuno ha visto il signor…Pierino, vero?...(IDA ANNUISCE) …che usciva dal portone tenendo in braccio la signorina Letizia che si divincolava, urlando: “ Non ti sposo più! Non ti sposo più!”. Ma il signor Pierino, come se nulla fosse l’ha scaraventata dentro una macchina.

IDA – “Scaraventata”, no; diciamo “posata bruscamente”.

LUISA – (DISTRATTA) Sì, “posente bruscasata”. Cioè …Insomma, come ha detto lei.

IDA – E poi?

LUISA – Poi dicono che lei, suo marito, una ragazza e un operaio…

IDA – (PRECISA TEMPESTIVAMENTE) I testimoni.

LUISA – …inseguirono il signor Pierino, implorandolo di fermarsi. Ma lui… niente!

IDA – (ANNUISCE) Infatti siamo arrivati tutti al ristorante e abbiamo cenato con buon appetito.

LUISA – (SCETTICA)  Anche la signorina Letizia?

IDA – No. Lei non toccò cibo e non disse una parola.

LUISA – E per farla uscire dal ristorante, il signor Pierino la riprese energicamente in braccio, di nuovo la scaraventò…(NOTA CHE IDA SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO, E SI CORREGGE) … “riposò bruscamente” in macchina.

IDA – Malgrado ciò, due giorni dopo la mia Letizia si presentava all’altare, docile come un agnellino.

LUISA – E in viaggio di nozze sono andati a Venezia.

IDA – (ANNUISCE) E dal giorno che sono tornati, Letizia lavora serenamente in negozio con suo marito e con suo padre.

LUISA – È proprio questo grande cambiamento di carattere di sua figlia che stupisce tutti.

IDA – Stupore giustificato.

LUISA- Sì, perché prima della sera in cui venne scaraventata…(IDA COME PRIMA E LUISA SI CORREGGE) … “posata bruscamente” nella macchina, sua figlia aveva un temperamento che… Era un accidenti, insomma! Prepotente, intrattabile, litigava con chiunque. Cosa le avrà fatto il signor Pierino?

IDA – (SORRIDE) Niente di speciale. E in ogni caso non vuole mai parlarne. Neppure con noi.

LUISA – Suo marito che ne pensa?

IDA – (SORRIDE) Ah, lui…Quando gli dico qualcosa che lo fa irritare, minaccia di usare il “metodo Petruccio”.

LUISA – Lo conosco, io, questo “Petruccio”?

IDA – (SORRIDE) Non credo, perché è un personaggio teatrale.

LUISA – Un artista del cine e della tivù?

IDA – No. “Petruccio” è il personaggio protagonista che in una famosa commedia inglese “doma” una ragazza “bisbetica”.

LUISA – (INDIFFERENTE) Roba per gente laureata. Intanto l’ex-fidanzato di sua figlia, quel giovanotto degli elettrodomestici, un mese fa ha sposato la ragazza che aveva fatto da testimone alle nozze della signorina Letizia.

IDA – Graziella, sì.

LUISA – (MALIZIOSA) L’avrà sposata per fare un dispetto a sua figlia?

IDA – Non credo.

LUISA – (SOTTOVOCE, CONFIDENZIALE) Sa che si dice?

IDA – No.

LUISA – Che bisticciano continuamente, perché pare che lei non voglia, come si usa dire, “lasciarsi mettere i piedi sul collo da suo marito”, com’è accaduto alla novella signora Letizia.

IDA – Un momento, signorina Luisa!...Il fatto che mia figlia abbia addolcito il suo carattere e ingentilito il suo temperamento non è una conseguenza di maltrattamenti del marito.

LUISA – Cos’è, allora?

IDA – Non saprei spiegarlo. Potrebbe essere la conseguenza di un benefico “shock”, ovvero dall’emozione improvvisa e violenta provata, allorché Pierino l’ha presa in braccio, costringendola a comportarsi, in fin dei conti, in modo ragionevole.

LUISA – Come un ceffone dato al momento giusto ad un bambino che fa i capricci?

IDA – Proprio. Uno di quei ceffoni “educativi”, recentemente approvati, e addirittura “consigliati”, anche da quel professore americano che vent’anni fa li aveva erroneamente giudicati negativi. (SOSPIRA, IRONICA) Forse è pure colpa di quel professore se Letizia non sa cosa sia un ceffone, né materno né paterno.

FILIPPO – (ENTRA DA DESTRA, AGITATO) Sgombrare!...Sgombrare!...

IDA – Che significa?

FILIPPO – (PERENTORIO, A LUISA) Lei!...Vada a continuare i suoi lavori nel nostro alloggio, al piano di sotto.

LUISA – (A IDA) È d’accordo, signora?

FILIPPO – (PRECEDE LA RISPOSTA DI IDA, INDISPETTITO) Ecco!...Questa (INDICA LUISA) è la prova lampante, inconfutabile, che io, fuori dal negozio, cioè in casa, non conto un bel niente!

IDA – Non dire stupidaggini.

FILIPPO – (A IDA) D’ora in poi, (A LUISA) e prenda nota anche lei, (DI NUOVO A IDA) comando pure io! (A LUISA) Dunque, se le ho detto di andarsene, anche se lei (INDICA IDA) non fosse d’accordo lei(INDICA LUISA) deve obbedire a me. Capito? (LUISA ANNUISCE) Vada!

LUISA – (ANNUISCE ED ESCE A DESTRA)

IDA – Si può sapere cosa ti è accaduto?

FILIPPO – (SUPERBO) Per quanto riguarda il mio improvviso risveglio di carattere e temperamento maschile, non devo darti alcuna spiegazione. Il motivo che mi ha fatto venire su, invece… (NON LO RICORDA PIù) Mah!...(sussulta) Ah, sì! In negozio è capitata prima Graziella, con la scusa di salutare Letizia; poi è arrivato Ugo per controllare se Graziella era venuta da Letizia, e…alè! …hanno cominciato a litigare. Allora, per evitare che i clienti, anziché di entrare nella mia calzoleria, non credessero di essere entrati in un circo equestre, ho detto a Graziella che tu eri qui e che desideravi vederla. (SQUILLO DI CAMPANELLO ESTERNO. INDICA A DESTRA) È lei (VA A DESTRA E SI RIVOLGE ALL’ESTERNO) Avanti. La porta è aperta. Venga. (RITORNA AL CENTRO)

GRAZIELLA – (ENTRA DA DESTRA, SCURA IN VISO. POI FA A IDA UN SORRISO CHE SEMBRA UNA SMORFIA DI DOLORE) Buongiorno, signora.

IDA – Cara Graziella!...(LA ABBRACCIA) Che piacere rivederla!...E per giunta rivederla “signora”.

FILIPPO – Bè…Io torno giù. Con permesso. (ESCE A DESTRA)

IDA – Si accomodi.

GRAZIELLA – Grazie, no. (FA QUALCHE PASSO, SI TORCE LE MANI) Ho i nervi a fior di pelle.

IDA – Lei?!?...Proprio lei che è stata sempre una ragazza calma, dolce, gentile?

GRAZIELLA – Sono stata costretta a cambiare carattere.

IDA – Da chi?

GRAZIELLA – Dal matrimonio.

IDA – Per quale motivo?

GRAZIELLA – (DOPO UN MOMENTO DI ESITAZIONE) Sì. Con lei che mi può capire voglio essere franca.

IDA – La ringrazio.

GRAZIELLA – (C. S., POI) Non voglio fare la fine che ha fatto Letizia)

IDA – (SORPRESA; RISENTITA) Quale fine ha fatto Letizia?

GRAZIELLA – Della schiava.

IDA – Niente affatto. Mia figlia è felicissima. Ieri, per esempio, mi diceva che…

GRAZIELLA – (INTERROMPE) “Diceva-diceva”, ma morde il freno, perché suo marito si è imposto e l’ha domata. Però chissà quanto soffre povera Letizia!

IDA – Si sbaglia. Mia figlia ha conquistato un’invidiabile e genuina serenità, molto vicina alla cosicosiddetta “felicità”, perché direi che è stata capace di “maturare” rapidamente.

GRAZIELLA – Comunque io non la invidio e non vorrei trovarmi nelle sue condizioni. Per troppi anni ho dovuto obbedire ai genitori, e adesso non voglio essere agli ordini di mio marito.

IDA – Eppure il signor Ugo è così buono…

GRAZIELLA – Non lo nego, ma temo che suo genero, il “Pierino-Pietruccio”, abbia fatto scuola. Senza volerlo, naturalmente. In ogni caso, da parte mia, sono contenta di confidarmi con lei,perché i miei genitori non vedevano di buon occhio il mio matrimonio con Ugo e mi darebbe fastidio sentirli dire: “Ecco!...Avevamo ragione”.

IDA – certo che dopo appena un mese di matrimonio, compreso il viaggio di nozze, la sua situazione è tutt’altro che allegra.

UGO – (DALL’ESTERNO A DESTRA) è permesso?

IDA – Venga, signor Capetti.

UGO – (ENTRA DA DESTRA, SCURO IN VISO; POI FA A IDA UN SORRISO CHE SEMBRA UNA SMORFIA) Buongiorno, signora. Mi dispiace disturbarla.

IDA – (GLI STRINGE LA MANO) Nessun disturbo.

UGO – (SEVERO, A GRAZIELLA) E tu?...Credi di non disturbare?

GRAZIELLA – (SARCASTICA) Meno di te certamente.

UGO – Vieni, andiamo.

GRAZIELLA – Vai!

UGO – Non senza di te.

GRAZIELLA – (A IDA) Lo sente?...Mi sorveglia, mi pedina.

UGO – Continui a dar spettacolo?

GRAZIELLA – (C. S.) Immagina come è nata questa grana? (IDA SCROLLA NEGATIVAMENTE IL CAPO) Gli ho detto: “Vado a trovare Letizia. Faccio due passi”; e lui:”No!”.

IDA - (A UGO) Bè…Non per atteggiarmi a giudice, ma direi che ha ragione lei (INDICA GRAZIELLA).

UGO – Perché non le dice tutto. Infatti è vero che io ho detto “No”, però ho aggiunto:“ t ’accompagno in macchina”.

IDA - (A GRAZIELLA) Allora ha ragione lui (INDICA UGO).

FILIPPO – (ENTRA DA DESTRA, FURIOSO, IN TEMPO PER SENTIRE SUA MOGLIE CHE DICE: “…ha ragione lui”, E SI RVOLGE A IDA) Eccome ha ragione lui! (INDICA UGO)

IDA – Ma se non sai neppure di cosa stavamo parlando.

FILIPPO – (RIVOLTO A IDA E GRAZIELLA) Voi volete la parità con l’uomo, quanto a diritti?...Bene! Noi (INDICA SE STESSO E UGO) vogliamo la parità con la donna, quanto a …capricci! (A UGO) Impariamo da Pierino!

IDA – Come sarebbe a dire?

FILIPPO – Sarebbe a dire che il metodo di quello là…l’inglese della bisbetica domata…è sempre attuale ed efficace.

GRAZIELLA – (A IDA, INDICANDOLE  FILIPPO) Visto?...”Pierino-Pietruccio” fa scuola anche a suo marito.

IDA – (IRONICA A FILIPPO) Non vorrai mica prendermi in braccio e portarmi via?

FILIPPO – No, ma…accidenti!...D’ora in poi pretendo almeno di comandare ANCH’IO.

UGO – (A FILIPPO) Mi dispiace, che per colpa di mia moglie…

GRAZIELLA – (INTERROMPE RISENTITA) Macchè per colpa mia!

IDA – Fate i bravi, e…

FILIPPO – (INTERROMPE) Tu pensa ai fatti tuoi!

CONTEMPORANEAMENTE:

UGO E GRAZIELLA – (LITIGANO FRA LORO AD ALTA VOCE, DICENDOSI CONFUSAMENTE A SOGGETTO FRASI COME) Dovresti vergognarti! – Chi credi di essere? – Sono stufa? – Ne ho abbastanza!

IDA E FILIPPO - – (LITIGANO FRA LORO AD ALTA VOCE, DICENDOSI CONFUSAMENTE A SOGGETTO FRASI COME) Sei impazzito? – Comando io! – Non ti conosco più! – Questoè niente!

LETIZIA E PIERINO – (ENTRANO DA DESTRA SERENI, SORRIDENTI, TENENDOSI AFFETTUOSAMENTE PER MANO. SI FERMANO SULLA SOGLIA DELLA PORTA, MERAVIGLIATI DI QUANTO SENTONO E VEDONO)

QUINDI:

UGO, GRAZIELLA, IDA E FILIPPO – (NOTANO LA PRESENZA DI LETIZIA E PIERINO, E ATTENUANO GRADATAMENTE I LORO BATTIBECCHI SINO AL SILENZIO ASSOLUTO, ALLORCHè  GUARDANO I DUE CON L’ESPRESSIONE E L’ATTEGGIAMENTO DI BAMBINI COLTI IN FALLO)

LETIZIA – (DOLCE E AFFETTUOSA COME NESSUNO AVREBBE MAI IMMAGINATO, SI STRINGE SOTTOBRACCIO A PIERINO E SI RIVOLGE AI QUATTRO) Io e Rino vi invitiamo a colazione, e vi preghiamo di non rifiutare l’invito. (FILIPPO GUARDA L’ORA) è quasi mezzogiorno, papà. Comunque abbiamo già chiuso il negozio.

FILIPPO – (CONFUSO) Sì, ma…

PIERINO – (INTERROMPE, GENTILE) No, papà. Non ci sono “ma” che tengano.

GRAZIELLA – Io non mi sento di…

LETIZIA –(INTERROMPE, ANDANDO A PRENDERE SOTTOBRACCIO GRAZIELLA E DICENDOLE) Suvvia, Graziella…Non è accaduto nulla di grave, d’irreparabile.

IDA – Dici bene, Letizia, ma devi sapere che la colpa di certe situazioni e di certi “urti” tra me e tuo padre, come tra Graziella e suo marito, è tua e di Pierino.

LETIZIA – (SINCERAMENTE SORPRESA) Non è possibile.

IDA – Invece sì, cara! Infatti c’è (ALLUDE A FILIPPO) “qualcuno” che vuole scimmiottare lui

( INDICA PIERINO).

UGO – E c’è (ALLUDE a GRAZIELLA) “qualcuna” che vuole scimmiottare te (INDICA LETIZIA). O meglio: te com’eri.

FILIPPO E GRAZIELLA – (INSIEME) Non è vero!

LETIZIA – (A IDA E UGO CHE STANNO PER OBIETTARE) Un momento per favore. (VA DI NUOVO A STRINGERSI SOTTOBRACCIO A PIERINO. SORRIDENTE E SINCERA) Dovete aver pazienza, ma di Letizia, e soprattutto di Rino, ce ne sono due solo esemplari.

FILIPPO – (COMICAMENTE SCONCERTATO) Allora io… Io sarei appena un’imitazione?

IDA – (SORRIDENTE) E brutta!

FILIPPO – (A IDA) Adesso sei tu che…che sei tutta la buon’anima di mia suocera!...Cioè di tua madre.

IDA – (IRONICA, A LETIZIA) Hai sentito?...Stavolta ti ho preso il posto.

GRAZIELLA – Parliamoci chiaro. (A LETIZIA) Non puoi negare che provi dolore a soffocare la tua personalità.

LETIZIA – Ma io non soffoco proprio niente.

FILIPPO – Incredibile!...(A PIERINO, IL QUALE HA ASCOLTATO CON SERENITà TUTTO QUANTO è STATO DETTO DAGLI ALTRI) Come hai fatto a …(INDICA LETIZIA) “domarla” in questo modo?

PIERINO – (SORRIDENTE) Non l’ho affatto “domata”, nel senso che intendi tu. All’inizio, poiché lei voleva sempre il contrario di ciò che volevo io, mi sono limitato a dichiarare di volere “bianco” quando mi piaceva “nero". Quindi lei pretendeva subito “nero”, e io acconsentivo, ottenendo così ciò che desideravo.

FILIPPO – (COMICAMENTE CONFUSO) Eh già…(A IDA) Se tu mi dici “nero”, io dico “bianco”…Poi tu dici “bianco”, e io dico…(DISORIENTATO, A PIERINO) Che dico, io?

GLI ALTRI – (SORRIDONO)

LUISA -  (ENTRA DA DESTRA CON UN BALZO, E AGITANDO IL PIUMINO E LO STRACCIO, URLA) Io l’ho capito!...(SI RIPRENDE) Oh!...Mi scusino. (IMBARAZZATA) Sono venuta a dire che sotto ho finito, e…(IPOCRITA) Senza volerlo, eh?...Ho sentito tutto di qua (INDICA A DESTRA). Il metodo del “bianco” e del “nero”, lo seguirò d’ora in poi col mio fidanzato. Tanto lo possiamo applicare con successo anche noi donne. (LETIZIA) Sbaglio?

LETIZIA – Niente affatto, signorina Luisa. (ARGUTA E SORRIDENTE, A GRAZIELLA) Il medesimo “metodo” può dare ottimi risultati anche a noi, vero?

GRAZIELLA – (SORRIDE) Certamente.

PIERINO – D’altronde, secondo me, c’è un unico, efficiente e valido “metodo”, per vivere sereni tra coniugi, sino alle nozze di diamante …e oltre! è quello di convincersi che la ragione non è mai tutta da una parte.

UGO – (A GRAZIELLA, SINCERO) L’amico Pierino dice bene. Perciò…scusami.

GRAZIELLA – (SINCERA) Tu…Tu devi scusarmi. (SI STRINGE SOTTOBRACCIO A UGO. I DUE SI GUARDANO, SORRIDENDOSI AFFETTUOSI)

LETIZIA E PIERINO – (SI GUARDONO ANCH’ESSI, SORRIDENDOSI AFFETTUOSI)

FILIPPO – (GUARDA LE DUE COPPIE, POI SBOTTA, RIVOLTO A IDA) E…E noi?

IDA – (SORRIDE E SI STRINGE SOTTOBRACCIO A FILIPPO) Come loro!

LUISA – E io che faccio?...Reggo il moccolo..

TUTTI – (SORRIDONO)

LUISA – (SORRIDE) Bè…Buon proseguimento di questa felice giornata (ESCE A DESTRA).

IDA – Grazie. Anche a lei.

UGO – (A PIERINO) Ora vorrei solo conoscere il motivo dell’invito a pranzo.

PIERINO – (ARGUTO) Tutta colpa del telefono.

IDA – Del telefono?!?...

LETIZIA – (ANNUISCE, SORRIDENTE)… ha telefonato il signor Borrini.

FILIPPO -  (PREOCCUPATO) Chi sta male?

PIERINO – Nessuno. (SORRIDE) Anzi…

LETIZIA – (ARGUTA E SORRIDENTE) Forse state male voi (INDICA IDA E FILIPPO), Perché diventerete… nonni.

IDA -  (FELICEMENTE EMOZIONATA, ABBRACCIA LETIZIA) Bambina!...

LETIZIA – Sì, mamma…Continua pure a chiamarmi “bambina”.

GRAZIELLA – (ABBRACCIA LETIZIA, SINCERA) Congratulazioni, e tanti auguri.

UGO – (SINCERO) Anche da parte mia.

IDA – (A FILIPPO, IL QUALE è RIMASTO IMBAMBOLATO, CON LO SGUARDO FISSO NEL VUOTO) E tu?...Non dici niente?

FILIPPO -  (STRALUNATO, EBETE, BALBETTA) No-no…No-no…

IDA – “No” che cosa?

FILIPPO – (C.S.) No-no…No-no… “Nonno”. (UNA PAUSA, poi disorientato) Io sono nonno?

LETIZIA e pierino – (sorridenti, annuiscono)

FILIPPO -  (C. S.) Maschio o femmina?

GLI ALTRI – (SORRIDONO)

FILIPPO – (C.S.) Embè…Sono nonno. (RIMANE UN ATTIMO ASSORTO, POI ESULTA) Viva i nonni! (E ABBRACCIA LETIZIA E PIERINO) bravi!...Bravi!...

PIERINO – E padrino, se non vi dispiace, sarà il mio ex-collega Alfredo, quello che mi ha fatto da testimone alle nozze.

IDA – (A LETIZIA) Tu sei d’accordo?

LETIZIA – Perché no?...Gli ho già telefonato di venire a pranzo anche lui.

FILIPPO – (CONTRARIATO) Con noi?

LETIZIA – (SORRIDE) Certo, papà: con noi.

FILIPPO – Si presenterà in tenuta di lavoro, e tutto sporco, come per quella cena?

pierino – (IRONICO) Noooo…Stavolta verrà in frack.

ALFREDO – (Dall’esterno A DESTRA, URLA) Dove siete, amici?

PIERINO – (RIVOLTO A DESTRA) Qui. Vieni, Alfredo.

ALFREDO – (ENTRA DA DESTRA, COL MEDESIMO ABITO DA LAVORO E NELLE MEDESIME CONDIZIONI IGIENICHE DELL’ATTO PRECEDENTE) Ciao a tutti!

TUTTI – (ESCLUSI PIERINO E LETIZIA CHE SORRIDONO, GUARDONO ALFREDO SBALORDITI, SCONCERTATI)

ALFREDO – (A PIERINO E LETIZIA, INDICANDO GLI ALTRI) Che c’è?…Ho detto qualcosa che non va?

PIERINO – (DIVERTITO) No-no…Sei stato perfetto.

FILIPPO – (A pierino) Scusa, ma…Tu, quando facevi il suo (INDICA ALFREDO) lavoro, eri sempre in quelle (INDICA DI NUOVO ALFREDO) condizioni?

pierino – Dipendeva dal tipo di lavoro che dovevo fare.

FILIPPO – Ma lui (INDICA ALFREDO), allora, dalla sera di due mesi fa, quando l’ho visto per la prima volta, fa sempre il medesimo lavoro. Oppure sono due mesi che non si lava.

PIERINO – (SORRIDE) Chissà…(AD ALFREDO) Che stai facendo?

ALFREDO – Saldature!...Dieci, venti, cento saldature alle tubazioni nella villa del dottor Pasquali. E devo finirle, prestissimo, altrimenti tutta la famiglia Pasquali deve…

GLI ALTRI – (IN CORO) … andare in bagno col salvagente! (E RIDONO SULLO STUPORE DI ALFERDO, MENTRE IL SIPARIO SI CHIUDE).

FINE DELLA COMMEDIA

 

IL TEATRO è L’ARTE PIù VIVA, perché è LA POESIA DELLA VITA.