La tovaglia

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    Caro amico/a,

che ti accingi a leggere queste mie divagazioni teatrali, ti ringrazio.

        Se non ti è di molestia vorrei darti dei consigli al fine di una migliore

comprensione e auspicabile rappresentazione. (leggere e “vedere” non è facile). Lo può fare chi ha doti magiche di regia, e chi ama veramente il

vero Teatro!

       Questa commedia è nata in vernacolo pugliese. Poi tradotta in lingua e quindi rappresentabile ovunque. Dai contenuti universali, non male sarebbe riportarla in vernacolo. Senza travisarla, ma adeguandola intelligentemente all’ambiente in cui si vive; magari sfruttandone altri lati stimolanti che ogni dialetto nasconde. Due delle mie commedie sono state tradotte e rappresentate in Spagna con eccellenti risultati.

         Questa e altre commedie sono tutelate dalla SIAE.

         Già collaudate, ognuna con centinaia di repliche in Italia, Belgio, Germania, Svizzera, Lussemburgo..

 Qualora vorreste rappresentarla ne sarei onorato e  felice.

         Trascriverla non è stato facile. Penserai ad una caduta di

mordente: ipotesi probabile! Però anche nella trascrizione ho scoperto e sfruttato altre sorprendenti sfaccettature dovute alla semplicità e bontà dei contenuti. (forse ho esagerato, ma sta a te giudicarlo).

        E’ di facile messa in scena perché scritta, interpretata e allestita da

“uno” che nel Teatro ci vive da sempre!

         Se  avrai bisogno di chiarimenti o altro, puoi rivolgerti senza alcuna remora (tanto sto in pensione) a:

Donato Bitetti – Via Montefreddo, 14 – 70029 SANTERAMO – Bari

Tel e fax 080 3038237 – cell. 330 85 04 01  -

E.Mail: teatromurgia@hotmail.it

Grazie per la paziente disponibilità.

                           Ti auguro ogni bene, e una buona lettura.

              LA TOVAGLIA

 

                       COMMEDIA BRILLANTE IN DUE ATTI

                                           di  Donato Bitetti

Personaggi:

LORENZO padre di famiglia

NUNZIA moglie di Lorenzo

SAVERIO padre di famiglia

ANNA moglie di Saverio

DONATO padre di famiglia

CARMELA moglie di Donato

FRANCA figlia di Lorenzo

PASQUALE figlio di Saverio

AMERICANO

MAROCCHINO venditore ambulante

Durata 85 minuti

Ambiente: un paese qualunque del sud

 

Trama: In un mercato rionale, da un ambulante marocchino viene comprata

         una tovaglia-regalo per l’onomastico di Nunzia. Piccolo e modesto

         acquisto, insieme ad una borsetta smarrita e ricercata “nei migliori

         negozi di Bari!”. Al momento dell’omaggio si scoprono le magagne.

           Il carattere amichevole dei convenuti e un tenero idillio tra due giovani

         delle famiglie, stempera pericolosi focolai e disagi. Tutto finisce a tarallucci

         e vino con allegra direzione “artistica” da parte di Lorenzo che ricorda

         insieme ai convitati, compari ed amici i bei tempi delle bande musicali

         da giro.

           Tanti bozzetti di vita locale, uniti dalla gioia semplice e dal profumo

         delle erbe selvatiche della Murgia.

       Ogni riferimento a persona o cosa è puramente casuale

-2  -

                                              Atto  Primo

La scena si svolge in un mercato rionale. Un marocchino dorme. Carmela lo sveglia e  discute per l’acquisto di una tovaglia. Donato si guarda intorno

         continuamente e visibilmente a disagio.

Marocchino – Aukuri signora, tu afere fatto pello affare, tu pakato poko, fatto

         affare!

Donato – Svelta, svelta, che viene gente. Non ti far vedere che stai comprando

         queste porcherie.

Marocchino – Feramente fortunate, uldimo bezzo!

Donato – Dai e sbrigati, uffaaa! Svelta, mettila nella busta.(Carmela la guarda per

         eventuali difetti)  E dai svelta, ma cos’hai l’artrite alle mani?! (strappa la

         busta, escono furtivamente. All’ultimo momento però)

Carmela – Iiiihhh, ho lasciato la borsa!! (vuole ritornare dal marocchino)

Donato – Andiamo andiamo, dopo passiamo a riprenderla! (escono appena in tempo)

Anna e Saverio - …Proprio oggi ci voleva l’onomastico di comare Nunzia. E che

         cosa gli prendi, che cosa gli porti per regalo? …Però quanto mi da fastidio.

         Ma che vengono a fare queste feste?

Saverio – Quanto la fate difficile voi donne! …Vuoi vedere che in mezzo ad un

         Mercato non trovi una scemenza per fare un regalo. Che devi vedere proprio

         a questo beduino! (accenna al marocchino)

Anna – E che cosa puoi trovare…( adocchia la borsa lasciata da Carmela. La prende

         un po’ riluttante). Però… (a Saverio) E’ vero che è bella?!

Saverio – Vedi un po’ quanto ne vuole.

Anna – Ehi, maestro, quanto ne vuoi?

Marocchino – (si guarda intorno, non capisce. Mostra vari articoli) kuest, kuest

         kuest…

Saverio – A questo saranno partite le “tegole”.

Anna – Questa borsa, quanto ne vuoi?

Marocchino – (intuisce, rimane titubante) …uhm, …”tieccieruò!”.

Anna – Eeee, ma cos’è a rubare? Li vuoi due euro?

Marocchino – Zi, mettere busta! (consegna rapidamente)

Saverio – Mah, ha detto subito si! …Sarà roba rubata…

Anna – (apre la borsa) Ma cosa c’è dentro?! Un fazzoletto pieno di moccio, brrrr

         (lo prende con due dita, lo butta). Ci sono pure un po’ di soldi…, una

         figurina di San…

Saverio – Andiamo andiamo, tanto è per fare un regalo.

Anna – Nooo, io gliela volevo portare indietro… (ma entrano Lorenzo e Nunzia)

Saverio – (sottovoce) Nascondila, nascondila!

Lorenzo – Uèè, compare Saverio e comare Annina! Beato chi vi vede! Come

andiamo, come andiamo?

                                                -  3  -

                                              

Saverio – Stavamo facendo una passata nel mercato! E stavamo proprio dicendo:

         “stasera andremo a fare una bella visita a comare Nunzia, perché oggi è

         il suo onomastico!

Nunzia – Ma che bella pensata! (curiosa vuol vedere) …e cosa avete comprato?

Anna - …Un paio di calzoni per lui. Ma se sapessi sorella mia, quant’è difficile

         a trovargli la misura! (accenna a Saverio)

Nunzia – A me lo dici? …Che tu tante volte… Lo vedi l’altro campione? (accenna

         a Lorenzo) …Si possono dare la mano. (pausa confidenziale, all’orecchio

         sottovoce) …Lo sai che la figlia di… se né “scappata?”.

Anna – Iiiihh, che cosa mi fai sentire…

Lorenzo – Hai visto? Che cosa ti ho detto? …Vuoi vedere che come si uniscono

         “friggeranno due panzerotti?”. (con le dita accenna al taglio) Anzi, la volete

 fare una cosa: - Voi due ve ne andate per i fatti vostri, ed io e compare Saverio

 ce  ne andiamo per quelli nostri!-.

Anna e Nunzia – Sì, sì. (si incamminano per uscire)

Lorenzo – E state attente, non vi mettete a scialacquare!

Saverio – Che i soldi ce li sudiamo noi!

Nunzia – State attenti per voi, che noi sappiamo spendere. (escono)

Lorenzo – Meno male che se ne sono andate, aahh. (si sente la banda)

Saverio – Iiiihh, la banda, che festa è.

Lorenzo – Oggi è la festa dell’Annunziata! E si, proprio oggi è l’onomastico di

         mia moglie! (ascoltano un poco) Mi pare che vengano di qua…

Saverio – No no, se ne vanno per via “Armando Loiazzo”. Andiamo, andiamo a

         sentire un poco, eee… la banda è l’anima della festa! (escono)

        

         La banda continua a suonare. Entrano Donato e la moglie Carmela. A gesti

fanno capire al marocchino che hanno lasciato una borsa e la rivogliono.

La banda si allontana con musica a scemare)

Carmela - …E dentro stavano dieci euro e intorno era arrotolata una molla!

Marocchino – Aaaah, molla, molla, “pizzicarolla!”. (molletta da bucato)

Donato – La pizzicarolla di tua… (si mette una mano sulla bocca. Poi sfiduciato)

         Ragazza andiamocene. Con questo non ne mangiamo più pane! Andiamo,

         andiamo che viene gente! (escono di corsa)

Lorenzo e Saverio – (rientrando)… Puoi dire tutto ma la banda è come il prezzemolo,

         ti profuma la festa!

Saverio – Ti ricordi quando andavamo suonando insieme? Beh, che cosa vuoi, io

         quando sento suonare la banda… mi viene la nostalgia, …mi viene la pelle

         d’oca. …mi viene come un qualcosa qua! (accenna al cuore)

Lorenzo – Dove?

Saverio – Qua, qua! (accenna al cuore)

Lorenzo – Avevo capito qui! (accenna allo stomaco)

Saverio – Sei rimasto il solito cafone!

                                                     -  4  -

Lorenzo – (pausa) Beh, che vuoi, io me la faccio sempre una camminata nel mercato.

Saverio – Si però ad andare con le mogli si fanno certe figure. Loro capiscono tutto,

         loro se ne intendono. Dicono che noi non sappiamo spendere, che i soldi li

         buttiamo…

Lorenzo – Fratello mio, se vuoi dar retta a loro… a proposito… la Festa dell’Annun-

         ziata. Oggi è l’onomastico di mia moglie… gli volevo fare un regalo.

Saverio – Portagli una coppia di “gallucci” e li mangi pure tu!

Lorenzo – No, dev’essere un regalo di lusso, impegnativo!

Saverio – Ora che ci troviamo nel mercato possiamo vedere qualcosa.

Lorenzo – Si ma che cosa gli compri, …che le donne sono di gusti difficili…

Saverio – Quant’era bello prima…, si portavano due uova, una coppia di colombini.        Ora se ne escono con un mazzo di fiori, con un vaso… Si, gli compri un

         vaso di fiori!

Lorenzo – Si, cosi facciamo il teatro…. In mezzo al mercato con un vaso di fiori in

         mano! E poi sapessi quanti ne tiene… che qualche giorno glieli butto tutti

         giù dal balcone!

Saverio – Allora le prendi un paio di “zoccole” (Lorenzo rimane perplesso), le

         zoccolette, le pantofole!

Lorenzo – Senti, quando ti salta in testa di “stracciare” l’italiano, io non ti capisco   (pausa) Aspetta, aspetta, qua c’è uno di quei marocchini che vende un sacco

         di roba. Forse la troviamo qui qualcosa.(rovista, guarda, parla a soggetto di   vari articoli: macchinetta fotografica, binocolo, orologio, finchè…)      

         Guarda!... Che ne dici di questa tovaglia?

Saverio – Si, si, sembra buona. Senti un po’ quanto ne vuole, …e tira sul prezzo,

          …che questi sono tutti “bainanti”. (furbacchioni)

Lorenzo – Caro compare, quanto costa questa tovaglia?

Marocchino – (la prende e la apre) Queste ezzere tofaklia merafiklioza. Ezzere

         tutta “ripizzata” a manò!

Lorenzo – Dicci il prezzo che andiamo di fretta.

Marocchino – Ottanta “chicuzze”.

Lorenzo – Quanto?

Marocchino – Ottanta euros!

Lorenzo - …Di peli di caroselli.

Saverio – Ma andiamocene, non vedi che questo vuole i numeri? (fanno cenno di

         andarsene)

Marocchino – Aspettare, io mettere t’akkorto. Kuanto folere tare tu?

Lorenzo –(titubante) …Al massimo una dieci euro.

Marocchino – Uh troppo pokke, tu skerzare, tu fare ritere me: ih ih ih!

Lorenzo – Si, ridir ridi, che già sei brutto…

Marocchino – Sentire, io togliere tieci chicuzze!?

Lorenzo – Devi togliere le chicuzze con tutto il cucuzzaro!

Marocchino – Sentire: tare a me cinquanta euros!

-5  -

Lorenzo – Nò!

Marocchino – Kuarranta…

Saverio – Ma andiamocene.

Marocchino – Ultima barrola: drenda!

Lorenzo – Quanto ho detto io!

Marocchino - Ma questa essere tofaklia fatta a Kasablanka, Marrocco.

Lorenzo – Dove?

Marocchino – Kasabla bla bla blanka.

Lorenzo – Come come? (curioso)

Marocchino – Kasablanka, bla bla blanka! (lo sputacchia)

Lorenzo – Per poco non mi faceva il bagno. (si asciuga con un fazzoletto) 

         Casablanca … quella semmai l’hanno fatta a Bitritto!

Marocchino – Questa essere tofaklia ke kuanto tu mettere fare pella figura!?

Lorenzo – Si, metti la tovaglia e sopra non c’è niente… sai che bella figura!

         Acchiappa questa dieci euro prima che cambi pensiero.

Marocchino – Ma no, tu tare fenti euros.

Saverio – Dai che vai bene!

Marocchino – kuintici.

Lorenzo – Me ne vado.

Marocchino - …Io tare te.

Lorenzo – (rovistando nelle tasche dubbioso) Ma io non è che sono tanto convinto.

         Penso siano assai dieci euro.

Saverio – Ma no, che sei andato bene!

Lorenzo - …Me li presti?

Saverio – Abbiamo passato ‘o guaio! (alla napoletana)

Marocchino – (consegna la tovaglia, prende i soldi) Grazie signore, fatto affare!

Lorenzo – Bah, non so proprio chi l’ha fatto l’affare. Sento proprio che sono stato

         fregato.

Saverio – Per ora se c’è uno che è stato fregato: sono io! …E poi tu, con dieci euro

         che cosa volevi? Sei stato anche fortunato che quella era l’ultima! Magari ne

         avesse altre la prendevo anche per me!

Lorenzo – Ma ne aveva tante.

Saverio – Si, ma mica come quella!

Lorenzo – Bah…

Saverio – Iiihhh, la vedi. Non è tua moglie quella?

Nunzia – (ritorna e si ferma. Quindi a Saverio) Tua moglie si è fermata più in là.

         (vede la busta in mano a Lorenzo) Cosa porti, cos’hai comprato?

Lorenzo – Indovina: un regalo per te!

Nunzia – Un regalo per meee!? E che oggi,  morirà un ciuccio?

Lorenzo – E’ un regalo per il tuo onomastico…

Nunzia - …Ma quando mai ti sei ricordato!

Lorenzo - …Indovina cos’è?

-6  -

Nunzia – Ci vuole tanto ad indovinare? …Una trentina di “involtini!”. Che poi dice

         che sono per me, e se li frega lui!

Lorenzo – Questa volta è una cosa che quando la vedi, dirai:… Possibile!

Nunzia - …Una testina d’agnello.

Lorenzo – E’ inutile, rimani sempre la solita ignorante. Ma tu devi restare a bocca

         aperta!

Nunzia – Un pezzo di formaggio piccante?!

Lorenzo – Ma no, …tu ti sveglierai nel sonno!

Nunzia - …Una sveglia, …ma la teniamo già.

Lorenzo – Voglio dire che sarà uno schianto. Che rimarrai di sasso!

Nunzia – E che diavolo hai comprato? (ansiosa)

Lorenzo – Tieni e tanti auguri!! (bacia la moglie e le dà la busta)

Nunzia – (apre curiosa) Una tovagliaaa!? Ma da dove t’è venuto?!

Lorenzo e Nunzia – (all’unisono) Queste sono cose di donne, voi a queste cose

         non sapete spendere!

Nunzia – Tu sai comprare solamente gli involtini, che l’altra volta erano anche duri!

Lorenzo – Intanto te li fregasti!

Saverio – (Saverio intuisce la situazione e se ne va) Ci vediamo.

Lorenzo – E si, prima fa il danno e poi se ne va!

Nunzia – (più aggressiva) Ma chi te l’ha detto, che voi non capite niente! Ma chi ti

         ha comandato, …ma che li avevi d più quei soldi?

Lorenzo – Zitta, zitta che ti sente la gente!

Nunzia – Si, mi devono sentire!

Lorenzo - …Ti farai conoscere quanto sei “boccaperta!”.

Nunzia  - …E a te quanto sei scemo!

Lorenzo – Ha parlato Ziatina col giudizio della gallina!

Nunzia – Voi al mercato dovete andare solamente per guardare. A spendere

         dobbiamo andare noi che sappiamo spendere!

Lorenzo – Voi sapete spendere?! …Se tu sapessi quanto l’ho pagata!

Nunzia – E quanto l’hai pagata?

Lorenzo – (prende tempo) Beh, …si tratta di un regalo…

Nunzia – E dimmi quanto l’hai pagata?

Lorenzo - …Diec…

Nunzia – (stroncando, quasi all’unisono) Quantooo?!

Lorenzo - …Dieci …giorni fa, …stava uno in piazza con le stesse tovaglie.

Nunzia – Beh, e  che c’entra questo fatto

Lorenzo - …Se tu sapessi che prezzi faceva!

Nunzia – (insistente)  Nooo, tu mi devi dire quanto l’hai pagata!

Lorenzo - …Ma se te lo dico ti farai una risata!

Nunzia – Fammi ridere.

Lorenzo - …Dillo tu, dillo tu, quanto vale una tovaglia di questa maniera.

Nunzia – No, lo devi dire tu “spezzato di gambe!”.

-7  -

Lorenzo – Tu dici che sei competente. Beh, dillo tu!

Nunzia – (cambia tono furbescamente)  …Tanto io lo saprò lo stesso da comare

          Anna. Ma tu quando vai di nuovo al mercato andrai senza soldi!

Lorenzo – Si, andrò per fare lo “’ngò ngò”.

Nunzia – (la vuole vinta) …Però sembra buona, …sarà costosa. Quanto l’hai pagata?

Lorenzo – (conoscendola, sottovoce)) …Questa è una “forchetta”, …questa mi vuol   

         fregare. Ora le dico una cosa di meno, cosi non passo da fesso.

Nunzia – Allora?!

Lorenzo – Quattro euro!

Nunza – Qua-ttroo euro?! Ti hanno fregato!

Lorenzo – Ma…

Nunzia – Ma te lo dico io! (minacciosa) Davvero a buttare i soldi. …cos’ha detto

         quello che te l’ha venduta?...

Lorenzo - …Che cosa  doveva dire… ha preso la die…la quattro euro e mi ha detto

         pure: - grazie!-.

Nunzia – Ma vattene. Lo so io cosa ti ha detto quel “cristiano”: - Quanti ne vogliamo

         di questi fessi! -.

Lorenzo – Beh non incominciamo ad offendere, ora ti stai buttando nelle “vigne

         piene!”. (esagerare)

Nunzia – Iiiihhh, ma quando ci penso mi viene da fare la pazza!

Lorenzo – E falla, falla!

Nunzia - …Nelle “pezze vecchie”, di queste tovaglie, quante ne vuoi ne trovi…

         a 50 centesimi l’una. …Che se vai a guardare anche a questo beduino…

         (accenna al marocchino)

Marocchino – (saluta sorridente) Ciao signora! Fatto affare!

Nunzia - …Dovevi trovare tovaglie migliori di questa e la dovevi pagare di meno!

Lorenzo – (apparentemente offeso) Perché io. Dovevo comprare un regalo. Dovevo

         fare un regalo a mia moglie… e dovevo andare a spendere da costui? Ssssè,

          …non dovevo averne nemmeno vergogna!

Nunzia – E poi, vedi il giudizio della “cozza” che hai. Hai preso una tovaglia tonda,

         …e il tavolo tondo, dove lo teniamo?

Lorenzo – Ma dove stai pensando. La prossima volta ti faccio pure il tavolo tondo.

         (accenna con le mani) Senti, questa tovaglia gliel’ò tolta dalle mani di

         compare Saverio.

Nunzia – … Per caso non facevi in tempo!...

Lorenzo – Si, che la voleva lui!

Nunzia - …Che quello, non è più cretino di te?!

Lorenzo – Sei dritta tù! (vede Saverio e Anna che si avvicinano) …ora zitta, e non

         ti far sentire! Zitta!

Anna – (melliflua) …Mi ha detto Saverio, che compare Lorenzo ti ha fatto un bel

         regalo.

Nunzia – Si, te lo devi mettere qua! (fa il gesto …diciamo sulla pancia)

-8  -

Anna – Saverio a me, non mi compra mai niente… (piagnucolosa).

Nunzia – E fa bene!

Saverio – Un momento, un momento. Solamente quanti “palummerri” che ti

 tengo “annutti!”. (palummerri=colombini,  annutti=portati. Il personaggio     storpia sovente l’italiano)

Anna – E sempre quelli! Però quando stavamo fidanzati …mi pensavi di più!

Saverio – Poi uno si sposa… e che andate trovando di più?

Anna – Invece compare Lorenzo, anche da sposato …il pensiero ce l’ha sempre.

         (a Nunzia) Quanto sei fortunata!

Nunzia  – Se lo pensi, tu!? Ragazza vattene dalla mia vista!

Anna – Me la fai vedere? (gliela strappa dalle mani)

Anna e Saverio – (all’unisono) Quanto è bella, quanto è bella!

Nunzia – E a te chi ti ha chiamato? Che ne capisci tu? (a Saverio. Riprende rapida

         la tovaglia)

Anna - …E quanto l’ha pagata!?

Nunzia – Dillo tu un poco! (nervosa)

Anna – ‘Mbeh, compare Lorenzo ha l’occhio fino. Sa spendere, le capisce le cose

         buone…

Nunzia – Dillo tu…

Anna - …Quella costerà… più… di due euro!

Nunzia – Questa è l’altra che sa spendere. E mio marito… mi doveva portare un

         regalo di due euro, e non glielo dovevo tirare in faccia!(sbatte rabbiosa la

         tovaglia in faccia a Lorenzo)

Saverio – (da una gomitata ad Anna. Poi sottovoce) Vale di più, dovevi dire di più!

         (Anna e Lorenzo si minacciano a gesti)

Anna – (sempre sottovoce) Ma io ho detto tanto, per fargli fare bella figura!

Saverio – Beh, ci vediamo. A proposito avete visto il ragazzo nostro? Siccome

         mancava da un po’ di tempo, ora va girando a trovare gli amici.

Lorenzo – Ma io non vedo me stesso!

Anna – Cara Nunziatina, stasera ti veniamo a fare una bella “trovata!”. (escono)

Marocchino – Kombrare ‘mbrillo! (stridulo)

Lorenzo – Maledetto a te che non ti uccidono…

Nunzia – Hai visto, hai visto: dobbiamo far “bagnare il pane”  anche agli stupidi!

         (lo strattona)

Lorenzo – Ragazza! Ma lo sai che mi hai “pieno?”. (pausa) Beh, se lo vuoi sapere,

         bello, il fatto…piatto piatto, così com’è,  ora te lo dico!!  (alza la voce)

Nunzia – E dillo “vivo e morto!”.

Lorenzo - …Tu mi dicesti… (confidenziale) …che il ragazzo di compare Saverio

         ha messo gli occhi sulla ragazza nostra… e, non sai …com’è il fatto?...

         Tu lo devi capire!?...

Nunzia  – Io fino a questo momento non ho capito niente!

Lorenzo – (paziente) …Il ragazzo è buono, sta facendo le Scuole Alte, mi pare…

         a Pisa!

                                                    -  9  -                                                

Nunzia – Dove!?

Lorenzo – A-Ppisaa!

Nunzia – Cosi devono mettere te: appeso per la gola!

Lorenzo – Stammi a sentire ignorante… Come dovevo far vedere…? Che dovevo

         prenderti un regalo da quattro soldi?... (convincente) A queste cose non si bada

         tanto, quando ci vuole ci vuole. Si è costretti e si chiude un occhio!

Nunzia – Ma io dovevo “cecarteli” tutti e due!

Lorenzo – (soddisfatto) L’hai capito ora? …l’hai capito? Oooohhh!

Nunzia – (la vuole vinta) …Cosi, come se niente, la nostra bambina la trovi scalza…

         in mezzo ad una strada! …Perché noi non gli stiamo insegnando un bel

         mestiere…, sa cucinare…

Lorenzo – Certi “ciambotti”…

Anna - …Sa gestire la casa, sa cucire, sa fare i maglioni…

Lorenzo -  I maglioni non li sa fare.

Anna – Perché cos’hai da dire?

Lorenzo – Se tu sei la sua maestra, i maglioni non li sa fare! …Non ho ancora

         dimenticato l’ultimo maglione che mi facesti: - Prendi misure di qua, prendi

         misure di là –. Andò a finire che il maglione me lo misi per mutande! (pausa)

         E’ una bella ragazza e non lo mettiamo in dubbio. Però i proverbi antichi

         non sbagliano!

Nunzia – E che dicono i proverbi antichi?

Lorenzo – (la prende per un braccio, confidenziale)  “Vino e ragazze da marito si

         smammano quanto prima!”.

Anna – Eeehh, ma quella è proprio bambina. Ora che ce la dobbiamo godere

         un poco…

Lorenzo – Ma si, …anch’io non è che quanto prendi e dai. …Certo ci vuole tempo.

         Però compare Saverio mi ha fatto capire… che la ragazza piace pure a loro.

         …Se è per questo fatto, non si chiudono di bocca…

Anna - …Però anche il ragazzo è buono. Compare Pasqualino, tutte le volte che

         viene è rispettoso, educato… insomma ha tutto con lui!

Lorenzo – Saverio lo sa, e se lo senti: “E mio figlio di qua, e mio figlio di là…”

         E io per far vedere che siamo gente moderna, cosi, come se niente fosse

         ho preso la parola e ho detto: - Oggi caro compare Saverio, voglio fare un

         regalo al mia moglie!”. (posando e con voce enfatica)

Anna - …Credevo che cosa avessi detto…

Lorenzo – Dovevi vedere però quanto l’ho detto bene: - Oggi caro compare…-.

         …Con lui stava un americano, forse un parente che è rimasto a bocca aperta.

         Poi ha preso la parola e ha detto: - Tua moglie. Jour wife? -. Ed io: “Jà jà,

         my wife!”.

Anna – Ma stai zitto che quello sarà più ignorante di te!

Lorenzo – Tieni presente che io, a parte l’italiano che lo straccio proprio bene, so

         anche l’inglese. Lo imparai quando stavo prigioniero in Africa. Pensa

         io facevo da interprete in mezzo ai beduini… Iiiihhh!!!, guarda… la ragazza

-10  -

nostra, Francesca!! Vedi, vedi, quando il fatto è vero. Va parlando con comparello Pasqualino!…     

Anna - …Come si guardano…, ma, vengono di quà. …nascondiamoci. Vieni, vieni

         di quà, vediamo cosa fanno!... (vanno dalla parte del marocchino)

Marocchino – Kombrare ‘mbrillo! (mostra un ombrello, li intralcia e insiste)

         Kombrare ‘mbrillo!

Lorenzo  - (lo prende) Sì sì, ora lo vediamo. (escono dalla parte del marocchino e

          seguono la scena nascosti dall’ombrello)

Pasqualino e Francesca – (entrano insieme. Parla Pasqualino con accento milanese)

         Non ti vedevo da un po’ di tempo. Ti sei fatta una bella ragazza! Quasi quasi

         non ti riconosco più!

Francesca – Senti, perché parli cosi? Io non ti capisco…

Pasqualino – Ma sa uno che si allontana dal paese dimentica il dialetto!

Francesca – Ma non dire chiacchiere. Il dialetto è come quando uno impara a

         mangiare. Non lo scorda più!

Pasqualino – Devo riconoscere che sei poco poetica, …ma sincera.

Francesca – Ma parla come sai parlare, mi piaci di più! E poi mi sembri un estraneo!

Pasqualino – (si adegua)  E va bene, andiamo. E’ stato per farti una sorpresa. Per

         vedere se ti ricordavi …di me.

Francesca – E come se mi ricordo, io non ti scordo… anzi…

Pasqualino – (confuso) …Che , la tieni una “ciugomma?”. (chewingum).

 Francesca – Sì sì, ne ho un’altra!

Pasqualino – Beh, te la tieni.

Francesca – No no, facciamo metà per ciascuno.

Pasqualino – Papà e mamma parlano spesso di te. (confuso) Aahh, poco fa ho

         visto o mi è sembrato di vedere tuo padre e tua madre. Sembravano come due

         fidanzati. Si vede che vanno sempre d’accordo, che non litigano mai…

Francesca – Beh, insomma…

Pasqualino – Eppure poco fa li avevo visti di qua. Non possono essere andati lontano.

         (si guarda intorno) Li vedi, li vedi? Mi pare siano loro!

Francesca – Ma, papà, mamma (sorpresa) che state facendo sotto l’ombrello?

Lorenzo – (entrando sotto l’ombrello semichiuso) …Stavamo vedendo questo

         ombrello se lo compravamo…. Però ha delle bacchette robuste, belle forti,

         vero Nunzia?

Nunzia – Sì sì!

Marocchino – Kombrare ‘mbrillo!

Francesca – Papà, ti presento un amico: Pasquale, il figlio di compare Saverio.

Lorenzo – Molto piacere! Ahh, il figlio di compare Saverio…

Marocchino: Kombrare ‘mbrillo!

Nunzia – Molto piacere! Ti sei fatto proprio un bel ragazzo!

Marocchino – Kombrare ‘mbrillo!

-11  -

Lorenzo – Maladisgrazia ti ven… ma la vuoi finire. Mi pare “l’uccello del male

         canto”:- Kattare ‘mbrillo, kattare ‘mbrillo! -.Questo, fino alla fine farà piovere!

Pasqualino – Anch’io vi trovo bene, i mie parlano spesso di voi…

Francesca – Beh mamma, noi ci facciamo un giro!

Anna – Mi raccomando, non vi allontanate troppo…

Pasqualino e Francesca – (a soggetto)  Ma no, state tranquilli, ciao!

Lorenzo – (con leggera pausa, accento milanese) Ciao ragassii, né!!! (guarda ancora

         verso le quinte) Oh, ma che gli mette le mani addosso…

Nunzia – Ma no, gli aggiusta i capelli… (sognante) Però quanto è bella, quanto sono

         belli… tutti e due…

Lorenzo – Ah si, …beata gioventù…

Marocchino – KOMBRARE ‘MBRILLO!!! (spezza l’incanto)

Lorenzo – Stramaledetto a te che non ti uccidono. Si, si, ora lo compriamo l’ombrello

         “vivo e morto!”.

Nunzia – (si fa avanti) Beh, compriamolo, visto che li vai sempre perdendo. Però

         ora tI farò vedere io come si spende! Guarda e impara! (con cattiveria) Quanto

         vuoi per questo ombrello?

Marocchino – Venti euros.

Nunzia – Te lo tieni e te lo fai a brodo!

Marocchino – Ma no, kuanto folere tare tu?

Nunzia – Due euro!

Marocchino –  Si!  (secco, glielo porge, Nunzia quasi ipnotizzata consegna i soldi)

Nunzia - …Ma, ha detto subito “Si!”, vuoi vedere che c’è qualche imbroglio?

Marocchino – Signora, ecco altro ‘mbrillo.

Nunzia – E perché? (sorpresa e avvilita)

Marocchino – Perché io tare tue ‘mbrillo per kuello prezzo! Io essere onesto!

Lorenzo – E che diavolo di ombrelli sono questi! (li guardano ansiosi con titubanza)

         Ah, lo vedi sono difettati, hanno le bacchette arrugginite… no, no, manca la

         molletta per mantenerli tesi. E che possiamo portare  gli ombrelli chiusi!

Nunzia – Al posto della molletta gli mettiamo un chiodo, uno spago…

Lorenzo – Neee, lo spago…, l’ombrello che si mantiene con lo spago. …La donna

         che sa spendere! Devi stare zitta e non devi farti sentire da nessuno…(lampo

         e rumore di tuono, si oscura la scena) Uè, mi pare che se ne viene a piovere…

         (lampi e tuoni, rumore di pioggia) …e che pioggia! E meno male che abbiamo

         comprato questi ombrelli. Una volta tanto siamo stati fortunati… (li aprono, 

          lampi,  tuoni e pioggia continua. Entrano di corsa i due ragazzi con le mani in

         testa a  cercar riparo)

Francesca e Pasqualino – Meno male che ci siete voi, ci fate riparare?

Nunzia – Si, si, figli miei. Tenete, tenete! (toglie l’ombrello a Lorenzo e lo da ai due

         che escono di corsa)

Pasqualino e Francesca – (a soggetto) Ciao, ciaooo!

Lorenzo – E si, tenete, tenete figli miei, ma non è che gli dà l’ombrello suo!!

-12  -

Nunzia – E smettila e vieni qua sotto, ci mettiamo insieme!!! (continuano lampi

         tuoni e pioggia. Arrivano Saverio e Anna)

Saverio e Anna – Che fortuna, che fortuna, un ombrello! (di corsa si spingono sotto

         e Lorenzo si ritrova fuori dal secondo ombrello).

Lorenzo –  Lo dico sempre, il mio destino: - Mazziato e bagnato! -. E meno male

         che mi trovo questa tovaglia!!! (se la mette in testa. Lampi e tuoni chiudono

         la scena. Sipario).

                                     

                                               Fine Primo Tempo

   

   Tovaglia                                          --  13  -

                                            Secondo Tempo

         La scena si svolge in casa di Lorenzo.

Nunzia – (entra e stende la tovaglia sul tavolo) …Quando si dice il fatto: - Trovi

         il monaco in casa e prendila a ridere! - Però…

Lorenzo – (entra, visibilmente raffreddato e imbacuccato) …Però, è vero che è

         bella! (si siede)

Nunzia – Bella… Ma non vedi quanto pare “uccisa!”. Quando ci penso…

Lorenzo – (un po’ infastidito) La vuoi sapere una cosa: - Io finora non ti avevo

         comprato mai niente. Una volta ti ho fatto un regalo e abbiamo pure litigato.

         Che poi, non gli prendi niente e piange: (fa il verso) –Non mi compri mai

         niente…-. Gli compri qualcosa: - E non sapete spendere! -. Insomma, quando

         io ti avevo mandato all’acqua…

Nunzia – Quella l’hai avuta tu addosso!

Lorenzo - …La mia fortuna, se non ti avessi incontrata, a quest’ora stavo qua e non

         avevo tutta quell’acqua. E ho avuto anche alcuni chicchi di grandine che per

         poco non mi rompevano la testa!

Nunzia – Fesserie, fesserie. Non “farla con l’aglio!”. (=esagerare)Magari ti rompevi

         la testa, usciva un po’ di sangue pazzo! (guarda la tovaglia) …Eppure questa

         tovaglia… una come questa mi pare, l’aveva il marocchino. L’ho intravista

         quando abbiamo preso gli ombrelli.

Lorenzo – Ora incomincia a studiare, a far girare le rotelle! Vedi che ti sei sbagliata.

Nunzia – Vedi che l’hai presa dal marocchino.

Lorenzo – No, l’ho presa dal… molfettese…

Nunzia – Se lo ritrovo il marocchino, gli chiederò se l’hai presa da lui e soprattutto

         quanto l’hai pagata! (si avvicina alla finestra) Meno male che il tempo si è

         aggiustato. Meno male che non si sono bagnate quelle due creature…

Lorenzo -  E sempre con le due creature! Quelli con l’ombrello o senza ombrello

         stanno bene ai fatti loro… il guaio è il mio. Che se non prendo una “saetta”

         oggi… eeeccciii!!! (si soffia il naso in modo rumoroso) Lo vedi, lo vedi?

         Sono stato fregato. Con due ombrelli… fossi rimasto in quel portone: - No,

         dobbiamo accompagnare a comare Annina, dobbiamo accompagnare a comare

         Annina! - …E quello che l’ha presa nel “mellone” sono stato io!

Nunzia – Ma io te l’ho detto: - Aspettami che dopo ti vengo a prendere -.

Lorenzo – Ma io, al voltare l’angolo per ritornare nel portone, sono scivolato e me

         ne sono andato in una grossa pozzanghera… Poi è passata una macchina che

         mi ha spruzzato tutto. …Me la sono vista brutta… eeeccciii!!! 

Nunzia – Salute!

Lorenzo – Si, ora se ne viene con la salute, dovevi pensarci prima!

Nunzia – Beh, finiscila! Fra poco verranno i compari Anna e Saverio a farmi gli

         auguri. Aggiustati, sistemati, non farti trovare cosi, come uno sbrindellone!

          (lo malmena un po’)

-14  -

Lorenzo – Si, sono in arrivo i principi di Capurso! Ora vado a mettermi il frack!

         Ma vattene… Che se non fosse per… mi farei un paio di litri di vino bollente

e di corsa a rintanarmi nel letto. …Tu, guarda un po’ se uno non è padrone di       starsene in pace, in casa sua!

Nunzia – Sono sempre persone migliori di te!

Lorenzo – E di te no!? Lei non si mette mai in mezzo! Lei e tutta la razza sua! …Che

 c’è, compare Saverio, per un po’ che stette a fare il militare in alta Italia, …mi

 pare a Campobasso, imparò a stracciare l’italiano. Ora lo chiamano “dottore”.

Ma quello non è capace di fare “O” col bicchiere!

Nunzia – “L’italiano” lo parla bene e tu sei un cafone! …Tu per esempio, quando

         stavamo fidanzati, i “colombini non me li hai mai portati ih ih ih piagnucola)

         Invece Saverio glieli portava sempre a comare Annina!

Lorenzo – (piagnucola anche lui a canzonare) E questo è tutto? …Ma la vuoi sapere,

         la vuoi sapere veramente la storia dei “colombini”? Senti, senti. Tanto per

         farti conoscere chi sono i ”signori”. Chi sono quelli che si riempiono la bocca.

         Senti, senti: - …Quando eravamo giovani, nel dopoguerra, “la scaliggine”

         (fame)  era assai e andavamo alla ricerca di qualsiasi lavoro. …Facevamo i

         braccianti, manovali, muratori… qualsiasi lavoro, ci arrangiavamo.

             Un giorno venne un signore che voleva una riparazione al tetto del

         gentilizio-sepolcro al Camposanto. Ci alzammo presto e andammo. Quando

         stavamo lavorando, Saverio vide un angelo di pietra. …Sai quegli angeli di

         pietra che stanno al Camposanto, con la testa bassa e con le mani cosi.

         (accenna alle mani giunte)  ‘Mbeh, la combinazione, proprio nelle braccia

una cornacchia ti va a fare il nido! Uè, non ce n’erano più posti! …E tu vedevi   questo angelo, come una mamma che si coccolava questo nido in braccio…

         (disgustato) Saverio che fa? Mette la scala e va a prendere i due cornacchietti!

             Non ti dico, mi doleva il cuore solo a guardare…: i due cornacchietti,

         acchiappati per le ali, “cii cii cii”… sradicati dalle braccia della mamma….

         (pausa) ...Per la verità, a fianco c’era un angelo inginocchiato con la mano

         cosi’ (si copre mezzo viso). …Forse perché non voleva vedere o che la scena

         gli faceva schifo… Nell’altra mano aveva una spada… che veramente mi

         veniva dall’anima di prenderla e di spaccargli la testa1 -. (offeso) …I

         colombini, in tempo di guerra i colombini!! (pausa) Hai capito che cosa gli

         portava compare Saverio alla mogliettina?

Nunzia – Ma, ma come… lei non si accorgeva che erano cornacchietti?

Lorenzo – Ma in tempo di guerra non si vedeva più ne cielo e ne terra… per le

         strade erano spariti pure i gatti!

Nunzia - …E, vuoi vedere che anche tu ti sei pappato i “colombini?”.

Lorenzo – Quelli del Camposanto mai! Glieli facevo mangiare a lui e alla moglie!

         …Anzi un’altra volta, a mezzogiorno facemmo pausa. Mangiammo una fetta

         di pane col pomodoro e poi Saverio disse che voleva farsi un pisolino.

         …Si va a mettere in un cassettone vuoto. Disse che si stava bene e al fresco.

-15  -

Dopo un po’ lo sentii di russare e all’improvviso di gridare: - Mamma, mamma mia!!! -. Usci con la mano sulla fronte che aveva sbattuto. “Cos’e successo,

cos’è successo?”. Appurò che dentro c’era un nido di civettini e la mamma

l’aveva beccato bene bene. …Quello che fa? Si buttò anche a quelli e il giorno dopo si fregò i civettini con tutta la mamma! (pausa) Mah, a quei tempi non si

trovava più niente… erano spariti anche i cardellini dagli alberi dei pioppi!...

Nunzia – E si vede che anche tu…

Lorenzo – Per la verità, una volta andammo a riparare il tetto sul Municipio e lì

acchiappammo una ventina di grillai e colombi selvatici. Però erano duri e

 amari…

Nunzia – Però ve li fregasti!

Lorenzo – Si, ma erano quelli del Comune che… sono tutta un’altra cosa!

Nunzia – Però, fate schifo. Fin sul Comune per fregare i colombini…

Lorenzo – Ragazza piano piano. Allora erano tempi di guerra. Ma oggi ci sono

         persone che sul Comune non vanno solo per colombini, anzi se possono gli

         mettono le ruote e se lo portano sano sano!

Nunzia – Eehh!

Lorenzo – (pausa) Hai capito chi sono quelli? …Il ragazzo che hanno,…

Nunzia - …Pasqualino…

Lorenzo - …Sembra un bravo ragazzo, rispettoso, educato…, ma non sia mai ha

          “preso” dal padre. Anzi, mi devo informare, ancora per caso, pure là a …Pisa

         spariscono i colombini…

Nunzia  - Ma dai, che sei esagerato!

Lorenzo – E’ meglio mettersi al sicuro. Sono tempi brutti, sono tempi tristi, se ne

         sentono di tutti i colori… (pausa commosso) …te lo pensi, avere dei nipotini

         che rassomigliano ai civettini?

        

         Suona il campanello

Nunzia – Saranno loro. (si accinge ad aprire)

Francesca – Vado io! (passa di corsa)

Lorenzo -  E’ passato un aereo?...  (a Nunzia)  Ah, stai attenta, quando porti la

         focaccia non la mettere davanti a Saverio. Quello è un mangione ed ha la

         pancia come un pozzo senza fondo. Se la mangia tutta lui e ci fa fare una

         brutta figura!

Nunzia – Va bbeenne. Però aggiustati un poco!

Lorenzo – Uffa… sti rompi…

Francesca – Prego accomodatevi! (entrano Saverio, Anna, il parente Americano

           un po’ addormentato, Pasqualino, saluti a soggetto)

Anna – Buona sera e tanti auguri commara! (si baciano)

Saverio – Ma che buon odore di colombini arrosto!

Lorenzo – A questo tant’è l’abitudine che scambia la focaccia per colombini!

Saverio – Però l’odore è buono! …Mi sono permesso di onorarvi e di presentarvi

         un nostro parente americano!

-16  -

Lorenzo – Ah, il signore che mi hai già presentato quando abbiamo incontrato la

         banda. Ho dimenticato come si chiama.

Americano – Rochi Mitieneson.

Lorenzo - …!?... Hai sonno?

Americano – Mi-tie-ne-son!

Lorenzo –  Dico io: - Non potevi dormire a casa tua? -. Bah, siediti e dormi. (straccia

         un po’ di inglese) Anz a quella part stare room con one divan, Jù stender end

         fare russizzen! (accenna ad accompagnarlo)

Pasqualino – Lo accompagno io!

Francesca – Vengo anch’io! (escono)

Nunzia – Sedetevi, sedetevi. Iiihhh che bella sorpresa!

Lorenzo – Quanto è bella, quanto è bella!

Anna – Abbiamo pensato di prenderti un regalo… (porge la busta a Nunzia)

Nunzia – Ma quanto fastidio, quanto fastidio…(estrae dalla busta) IIIhhh quanto

         è bella: - Una borsa! -. (la porge a Lorenzo) E’ vero che è bella?

Lorenzo – Mi pare la sacca della mula! ( una borsa tipo sacco per la biada. Fa il

 gesto di appenderla alle orecchie)

Saverio – Beh, abbiamo pensato, modestamente…

Nunzia – La tenevo proprio a desiderio, ma non dovevate prendervi tanto fastidio!

         Poi questa è una cosa buona, si vede proprio che è una cosa di lusso! Io lo

         dico sempre: - Comare Annina è moderna… e sa spendere! -.

Saverio – Beh, l’altro giorno ci trovammo a Bari…

Anna - …E andammo in via Sparano… (importante via centrale).

Lorenzo – Dove?

Saverio – A via Sparano, noi spendiamo sempre di là…

Lorenzo – Già…!? (perplesso)

Saverio - …Tieni presente quando si arriva da Santeramo con l’autobus, e dal

         sottopassaggio, si arriva a Piazza Moro?...

Lorenzo – Ah si…

Saverio - …E’ quella piazza davanti alla stazione, con una bella fontana…

         dove intorno intorno ci sono tanti colombi “selvaggi!”…

Lorenzo - …E sempre là andiamo a finire!

Saverio - …Ma certi colombi fatui, che te li ritrovi sempre fra i piedi. …Vorresti

         acchiapparli ehm… far finta di prenderli, e se ne volano, fai finta di…

         accarezzarli e… vrrrrr! (tutto mimato)

Lorenzo - …Che quelli sono stupidi come i colombi del nostro paese!

Saverio – Beh, di là c’è un tratto dove in un bar fanno certe focaccine… buone!

         Poi c’e un altro dove fanno certi bei panzerotti…, poi viene un’altra villa

         dove ci sono… 

Lorenzo - …Altri colombi…

Saverio – Sì, sì.

Lorenzo - …Poi panzerotti panzerotti, arrivi…

-17  -

Nunzia – Ma quanto è bella! (se la mette al braccio)

Anna – Però, che brutto tempo…(rabbrividendo)

Saverio – Quasi quasi ci andrebbe il braciere. E poi un temporale mai visto, ha

         fatto certi “cicirelli!”. (chicchi di grandine)

Lorenzo – “Come siete detto?”.

Saverio – Ho detto che ha fatto una “cicirellata!”.

Lorenzo - …E per poco non mi rompevo la testa!

Anna – A proposito, l’ombrello che ci avete prestato per arrivare a casa…, sotto la

         grandine si è stracciato tutto!

Lorenzo - …Tutto danno…(sottovoce)

Saverio – Noi vorremmo pagarlo…

Nunzia – Ma no, ma no, non dovevate nemmeno dirlo!

Anna – Però è peccato… era nuovo nuovo…

Nunzia – Si l’avevamo comprato un momento prima. Anzi ne avevamo presi due.

         Non fa niente, tanto noi abbiamo l’altro.

Anna – Si ma l’altro, mi pare … l’abbiate prestato al nostro ragazzo… e si è

         rotto anche quello!

Saverio – Quindi dovremmo pagarne due…

Lorenzo – Si ma non è che “si spezzano le gambe!”.(sottovoce)

Nunzia – Ma no, ma noooo!

Francesca e Pasqualino – Buonasera! (a soggetto dando la mano ai convenuti).

Nunzia – (a Francesca) Ti sei già cambiata?

Pasqualino – Dovremmo andare giù in villa a fare quattro passi.

Lorenzo – Sempre di corsa. Caro Pasqualino aspetta, aspetta un poco. Uè, ma questi

         ragazzi moderni vanno sempre di corsa. …dovesse crollare la casa… e

         quando mai si troverebbero sotto! Vieni qua, aspetta, facciamoci una ragionata

         fra uomini. …dove hai detto che studi?!...

Pasqualino – A Pisa.

Lorenzo – Bravo bravo! …E dove vai a mangiare?

Pasqualino – Io mangio alla mensa universitaria.

Lorenzo - …E vi danno maccheroni, carne… colombini?!

Pasqualino – La carne si, ma i colombini no, tra l’altro non mi piacciono!

Lorenzo – Bravo, bravo! (euforico) Sei un bravo ragazzo!

Saverio – E “bravo, bravo”, cosi, alla buona… senza un motivo.

Lorenzo – Si, e tu fatti i “palombelli tuoi!”. (pausa) Stammi a sentire. Ma da quelle

         parti, ogni tanto ve la fate una “comunella”, una mangiata fra compagni?

Pasqualino – Beh si, ogni tanto si va a mangiare tra amici, anzi l’ultima volta,

          indovina che cosa abbiamo mangiato?

Lorenzo – Polenta e useli? (accento milanese)

Pasqualino – Nooo…

Lorenzo – Bisteka al’a fiorentina!? (accento toscano) 

-18  -

Pasqualino – No no, …ranocchie fritte!!

Anna – Madonna mia!!! (accenno di svenimento, Lorenzo  si mette una mano

         sugli occhi)

Saverio – Uè, ma lo sapete che sono buone davvero! …Io non ci credevo. Ma

         quando me lo disse, mio figlio… Un giorno, andammo giù alla bonifica

         e ne acchiappammo una trentina…

Lorenzo – Pure là è andato a mettere le tende. Questo si frega anche “i piedi del

         predicatore!”. (=di tutto, modo di dire locale)

Francesca – Mamma noi andiamo.

Nunzia – Andate, ma mi raccomando… (con apprensione)

Lorenzo – “Mamma noi andiamo”, io in questa casa non conto niente!

Pasqualino e Francesca – Buonasera, buonasera! (escono)

Nunzia – Però, Pasqualino si è fatto un bel ragazzo…

Anna – Pure Francesca, la ragazza vostra…,  mi sa tanto che vanno d’accordo!

Nunzia – Beh, sai come sono i ragazzi …e le ragazze.

Lorenzo – Beati loro…

Saverio - Eh si, beata gioventù. (accenna un’aria lirica) “Gioventù addiooo!!”.

         (recitato) Ma hai visto che bella voce che ho!? Io dovevo essere un cantante,

         un tenore! Aspetta, ti voglio far sentire quest’altra: “Io moio disperatoooo!!”.

         (aria dalla Tosca. Alla fine singhiozza sulla spalla di Lorenzo)

Lorenzo - …Che non andrà proprio adesso il “botto del sangue!”.

Saverio – Ma di la verità, la voce mia è come quella di Pavarotti. Una voce

         “tenorinale”. Non ti ricorda qualcosa?

Lorenzo – Si, mi ricorda …tieni presente… quando si tira la catena del cesso?!

Saverio – (non se la prende più di tanto) …Ti ricordi compare Lorenzo, quando

         andavamo girando con la banda. Io suonavo il trombone, ero il Secondo

         Trombone dell’orchestra…

Lorenzo - …”Secondo” …eravate in due e tu facevi il secondo. E poi per dire

         che suonavi…

Saverio – E tu suonavi il “sax-a-funno”

Lorenzo – Quante ne combinammo…

Saverio - …Ti ricordi quando ci addormentammo su quel mucchio di brecciolina

         e perdemmo il treno?

Lorenzo – E quella volta, a quel paese in mezzo alle montagne… che se ne andò il

         Maestro?  La scusa fu che aveva la febbre  e un male al molare. Ma la vera

         verità era:- Che aveva paura! Aveva paura di andare girando con quella

         Banda. Là si trattava di essere uccisi!-.

Saverio – Si, però… era un Maestro in gamba. Veniva dal “Conservificio!”.

Lorenzo – Si, dal “passasalsa” (pausa)  …se ne venne il rappresentante…, mi

         acchiappò per il braccio e disse: - Lorenzo tu ci devi salvare la situazione.

         Tu stasera devi fare il Maestro. TU SEI  “Il Maestro Ruccellai Strazzacroma

-19  -

di Udine!”. Mi raccomando datti arie, datti importanza! Aiutaci Santo

Lorenzo, …altrimenti il nostro paese non lo vediamo più! -. (pausa)

Cosa dovevo fare? …Mi buttai il frack addosso, mi stirai i capelli con

olio di sarda alla “spinapesce” e… affrontai la situazione. …Quando si

presentò il Comitato Feste…, il Presidente davanti… un tipo che non

l’apprezzavi due soldi. Bruttino, bassino, con gli occhiali di “filo di ferro”.

Si atteggiò e disse: - Maestro, che cosa avete in programma? -.  Ed io:

“Tutto…: - la Traviata, la Boheme, la Turandot, l’Amico Fritz…”-.  E quello:

 - Bene bene, stasera vogliamo sentire… “I pescatori di Perle” di Bizet, 

“L’Elena da Feltre” di Mercadante… “l’anima di chilestraviv…”, che ora

non ricordo più. Allora io, per darmi arie, con noncuranza aggiunsi:

“Nient’altro?”. E quello: - Per la verità mi piacerebbe sentire anche

“L’Uccello di Fuoco” di Strawinski! -. Ed io sottovoce: “Ma gli stramorski

che tieni, li hai mai sentiti?”.

Saverio – A si, me lo ricordo quel fatto dell’Uccello di Fuoco…

Lorenzo – Il fatto tuo lo sappiamo. Sempre quelle sono le cose che ti ricordi:

         “L’Uccello di Fuoco, La Gazza Ladra, I Colombini del Camposanto…”.

Saverio – Si però “La Gazza Ladra” la sapevamo fare bene, ti ricordi: - Parapapà

         pà pà pà, parapapà pà pà pà -. (accenna il motivo)

Lorenzo - Ti ricordi, mettemmo la targa:“I Pescatori di Perle”, e sopra all’orchestra:

Saverio e Lorenzo – (unisono, stesso motivo Gazza Ladra)  Parapàpà pà pà pà!

         Parapapà pà pà pà”…

Lorenzo - …Mettemmo l’altra, …”L’Elena di… Terlizzi!” e…

Saverio e Lorenzo – (idem) Parapapà pà pà pà! Parapapà pà pà pà…

Lorenzo – Però il Maestro lo sapevo fare bene. Quando salivo sulla cassarmonica,

         con lo sguardo impegnato, …c’era quello che suonava i…

Saverio -…I timballi….

Lorenzo . I timpani!!!

Saverio - …Come caldaie… piene…

Lorenzo – Buumm!!! Tutta l’Orchestra in piedi!

Saverio – Si, dodici persone… E ti ricordi, a quel paese…, quando sulla cassa-

         armonica  salirono due galline?...

Lorenzo – Si, ma non è che scesero più quelle poverine…, finirono nel Trombone

         “in fa…me!

Saverio – Però quei finali…erano una cosa…

Lorenzo – E cos’era il terremoto! Fu cosi che ci salvammo. Li facemmo rimbambire

         E alla fine ci fecero pure il mazzo…

Anna e Nunzia – (ridono a soggetto) Ih ih ih! Vi fecero il “mazzo!”…

Saverio - …”Il mazzo di fiori” …gente ignorante…, quando scendemmo dall’orche-

         stra: - a testa alta!- .

Nunzia – Si, per vedere da dove arrivavano le pietre!

Lorenzo - …Alla fine venne il Presidente e mi disse: - Maestro, è stato grande! Lei

-20  -

          Maestro farà molta strada! -.                  

Saverio – Fa che ci avesse tirato una sentenza! …Si guastò il pullman. E ne

          “facemmo di strada…!”.  Ma a piedi!

Lorenzo – Che ne sanno queste ignoranti, dei tanti “sacrifici” per portare a casa la

         pagnotta… 

Anna e Nunzia – (a soggetto)  Iiihhh, ce la fate sentire adesso qualcosa?

Lorenzo e Saverio – Ma no, non è il caso… (trattenuti, a soggetto)

Anna e Nunzia – Ma dai, ci divertiamo, avanti… (insistendo, a soggetto)

Lorenzo – E va bene!

Saverio – Commara, portami un imbuto!...

                 Suona il campanello

Nunzia – Prima devo andare a vedere chi è? (Nunzia esce, poi dalle quinte)

         Entrate, entrate! (entrano Donato e la moglie Carmela)

Carmela – Buonasera, auguri! (si bacia con  Nunzia)

Donato – Abbiamo detto: “Andiamo a fare una visita a comare Nunzia, che oggi

         È il suo onomastico!”.

Nunzia – Ma vi trovate proprio bene! Ho messo nel forno una bella focaccia!

Donato – Io lo dico sempre che comare Nunzia ha la “focaccia” buona!

Lorenzo – Tu fatti le “focacce” tue!

Nunzia – Ma quanto mi piace che siete venuti!

Carmela – Stavamo sempre dicendo: - Dobbiamo andare, dobbiamo andare -, ma il

         tempo sorella mia… che tu non ce la fai. Ma stasera ho detto: - Si và e basta!-.

         …E ti abbiamo portato un “pensierino” (=regalo)

Nunzia – Ma noo, ma quanto fastidio…

Carmela – E’ una cosa modesta, tu ci devi scusare. Cosi, tanto per mantenere

         l’amicizia…

Nunza – (apre il pacchetto) Una tovagliaaa!!! Ma quanto è bella! Questa si che è una

         bella tovaglia! Togli, togli questa porcheria (la sbatte in faccia a Lorenzo) …e

         mettiamo questa! Aaaahhh, è tutta un’altra cosa!

Donato – (con sufficienza) Ci trovammo a Bari e la comprammo da un negozio di

         via… via…

Lorenzo – Via panzerotti!

Donato – Noò, via… via…

Lorenzo – Via focaccine!

Donato – Ma noo, stai zitto. Via Spa… Spa…

Lorenzo – “…Sparapalombi!”.

Donato - …Sparano, via Sparano!

Lorenzo – “Giustappuntamente!”: la strada dei colombini. Là dove spende sempre

         Compare Saverio.

Saverio – Sempre.

Nunzia – Si vede che è una cosa buona. Roba di lusso! Io lo dico sempre: - Comare

         Carmela sa spendere! Le capisce le cose buone!

-21  -

Carmela –(orgogliosa) Beh, quando si fa una cosa… si fa per bene.

Nunzia – E’ inutile, le femmine ci vogliono a queste cose! Voi non sapete spendere,

         non capite niente!

Lorenzo – Tu stai zitta. Non ho mica dimenticato quando andammo a Bari, per

         prendere un paio di scarpe alla “signora…”.

Nunzia – Ma che vai raccontando, scemenze…

Donato e Saverio – Racconta, racconta! Vogliamo sentire…(a soggetto)

Lorenzo – “…Arrivammo in quella strada, via… via…”.

Saverio – “Via Cavurro, Via Capillo Benzolo di Cavurro!”:

Lorenzo – C’erano tante scarpe. Un magazzino appresso all’altro: - E andiamo a

         vedere qua, e andiamo a vedere là, e camminiamo ancora un poco…-. Ce li

         girammo tutti. …quando arrivammo in fondo in fondo ci voltammo indietro.

         Finalmente arrivammo in un negozio dove aveva visto una scarpa che gli

         piaceva “un poco”.  Entrammo. Quando ci vide, il padrone, si raddrizzò, si

         aggiustò gli occhiali e disse: “Buongiorno signori, accomodatevi!”. Nel

         pensiero potette dire: “Finalmente faremo soldi!”. (continuando)

         Arrivò una ragazza che incominciò a prendere scarpe. - E questa no, e questa

          non mi piace. E questa mi va stretta, e questa mi va larga…, ma io volevo

         il “trentasette e mezzo abbondante…”. Certe misure…

Saverio – Misure di donne femminili.

Lorenzo – Il padrone , me ne accorsi, incominciò a bestemmiare. Anche perché era

         l’una e doveva chiudere. Ad un certo punto chiese: - Ma voi di dove siete?-.

         Ed io per salvare la faccia e l’onore del paese mentii e risposi: di “ Rutigliano”.

         Non vi dico, il padrone, le bestemmie sotto la lingua verso tutti i defunti dei

         rutiglianesi, che forse si stanno ancora rivoltando nella tomba! (pausa)

         E quella ancora a misurare. Per terra, quante scarpe… non si capiva più niente.

         La ragazza addetta si era ubriacata… fino a quando: - Ecco questa mi va bene.

         Questa è la scarpa che mi piace! -. E la ragazza: - Ma signora, queste sono le

         scarpe che portavi quando sei entrata! -.

Tutti – (ridono con frasi a soggetto)

Nunzia – Ma quanto sei esagerato e bugiardo!

Lorenzo – Sanno spendere…, la prossima volta  che andate a Bari, vi riunite voi

         donne e ve ne andate. Cosi non ci cocete le ossa! Noi ce ne andiamo per

         i fatti nostri a fare una bella camminata…

Saverio - …Sul lungomare, dove ci sono quelli che vendono i ricci, le seppioline,

         le cozze…

Lorenzo – Basta, sono già sazio!

Saverio – (pausa)  Eppure, per me rimane un mistero. …Quella specie di colombi

         bianchi, che vanno sopra sopra le onde del  mare… Io non ho mai capito

         dove vanno a fare i nidi!

Lorenzo – Meno male, almeno loro si sono salvati!

 

-22  -

Carmela – (vede la sua borsa in bella mostra sul tavolo)  Ooohhh, questa e la borsa

         mia, come te la trovi?

Nunzia – E’ un regalo di comare Annina. Ah, sorte mia! Devo andare a vedere la

         focaccia nel forno! (esce di corsa)

Carmela – E da dove l’hai presa?

Anna – Da Bari.

Carmela – E bella.(perplessa) E’ come la borsa mia che ho perso…

Anna – Ma, che: “C’è solo un ciuccio in una fiera?”.

Carmela – Ah, no no, io non è che volevo dire… “per l’amore di Dio!”. …Eppure

         (con noncuranza prende la borsa la guarda. Si volge a Donato sottovoce)

         Iiih, non sai i dieci euro con la molla intorno?! (sorpresa) La molla stà!

Donato – E che speranza avevi? Di trovare pure i soldi? Beh, finiscila, ormai

         l’abbiamo capito il fatto! (Nunzia rientra con l’imbuto che da a Saverio.

         Dalla strada si ode il richiamo del marocchino)

Marocchino – Tofaklie, tofakliè!!

Donato – (sottovoce) Ancora di qua va questo filibustiere?

Saverio – (sottovoce) Ancora lo devono uccidere?

Nunzia – (a sorpresa si affaccia e chiama il Marocchino)  Ehi tu, Mustafà, senti,

         vieni qua!

Tutti – (sconvolti, a soggetto) Ma no, non farlo salire. Ma che stiamo scherzando!

Nunzia – Ma , pure almeno sappiamo quanto le vende e soprattutto quanto l’ha

         pagata, …”mio marito!”.

Lorenzo – Ma non dargli retta, non è il momento. Mandalo via.

Tutti – (a soggetto) Ma non fatelo entrare. Non c’è confronto! E’ una perdita di

         tempo!

Lorenzo – (emerge dal caos) Basta! In questa casa non si entra senza il mio  

         permesso! Qua comando io! Oohh! (soddisfatto. Seguono attimi di

         silenzio. Dalla porta fa capolino il Marocchino. Tutti cercano di non

         farsi conoscere)

Marocchino – Buona zerra!

Nunzia – Ora mi devi dire, quanto hai fatto pagare questa tovaglia a mio marito.

         (suadente)Non gliela vendesti tu?

Lorenzo – (gli fa cenno di no)

Marocchino – Sì, sì!

Nunzia –E quanto gliel’hai fatta pagare?

Lorenzo – (accenna con le dita) Quattro!

Marocchino – (risponde anche lui con le dita)  Ciao, ciao!..

Nunzia – Allora!?

Marocchino – Io fatto rekalo… zolo tieci euros!

Nunzia – (esplode) Dieeccii euro!!! Mi viene una rabbia di sbattertela in faccia.

         Sto mariolo, tieni te la puoi portare indietro! Non la voglio vedere più davanti

                                              

                                                        -  23  -

         agli occhi miei! (gliela sbatte in faccia)  Tieni, prendila, non fa niente che

         perdo i soldi. Altrimenti stasera faccio un… un tovaglicidio!(pausa) Aaahh!!

          (isterica batte i piedi pr terra).

Tutti – (a soggetto) Ma dai calmati, non è il caso, sono fesserie…

 Marocchino – (sorridente si rivolge a Donato di spalle, gli bussa sulla spalla)

         Signore, signore, fatto pella figura kon tofaklia?

Donato – (con disprezzo) Giovanotto, ma chi ti conosce! …Quanta confidenza.

          Per caso abbiamo mai mangiato insieme!

Marocchino – (vorrebbe rifarsi con Saverio) Tu signore, ezzere “rimmato” (=letame)

         contento borza?

Saverio – Ma a questo se ne saranno “andate le tegole”, (lo acchiappa per la collot-

         tola) Ma guardami bene nelle “pallepebre” degli occhi!? Mi hai visto

                   “arreto?”. (= di nuovo?)

Tutti –  Ma cacciatelo, ma insomma, ma è vergognoso (a soggetto. Il Marocchino

         esce in malo modo sospinto per il collo e per i fondelli da Saverio e Donato)

Saverio - …Scusa Lorenzo se in casa tua mi sono permesso questa “intromissione!!”

Lorenzo - …Ma quando le donne sono tutte “picciafuoco” e “accidapidocchi!.

Donato – Eh si, ma che cosa stavate facendo quando siamo venuti?... Compare

         Saverio con l’imbuto…?!  Stavate preparando qualcosa?

Lorenzo - …Le donne avevano preso  lo schiribizzo per la Gazza Ladra.

Donato – (rivolto a Saverio) E questo,  ha preso anche lui lo schiribizzo?

Lorenzo - …Schiribizzi, piccioncini, ranocchie, quello si butta su tutto! (Saverio

         accenna qualche nota con l’imbuto) Beh? E che facciamo con questo

         imbuticchio. Nunzia vai a prendere l’imbuto grosso giù dalla cantina!

Nunzia - …Prendiamola a risate…(esce)

Lorenzo – E porta anche il sifone!

Donato – E cosa dovete fare?

Lorenzo – Dobbiamo organizzare un’orchestra.

Donato – E posso suonare anch’io?

Lorenzo – Tu, e che cosa sai suonare?

Donato – Il pettinino!

Carmela – Sì, sì, lo sa suonare bene!

Lorenzo – Beh, se lo dice tua moglie! (con pettine e carta velina accenna qualche

         nota. Nunzia ritorna e porge il grosso imbuto a Saverio che monta il sifone

         tipo corno e accenna qualche nota)

Lorenzo – Bene, cominciamo. Tu Nunzia attacca il…(fa cenno con le mani e mima

          il disco) della Gazza Ladra! Io sono il Maestro e voi l’orchestra. Prego

         silenzio! …Anzi riscaldate gli strumenti, io vado a prepararmi. (esce, dopo un

         po’ si sente un urlo. Rientra in scena con un balzo. Lo segue l’Americano

         sbadigliando) Mi ha fatto prendere un infarto, questo miserabile! …Quando

         mi sono seduto sul divano per cambiarmi i pantaloni, mi sono detto: - Ma

           sotto c’è  un morto! -.

-24  -

Americano – A me piacere un mucchio Sinfonia Sonnambula.

Lorenzo - …Dico io: - tu finora stavi dormendo? E pensa a dormire! -.

Americano – A me piacere un mucchio anche Nonna di Behetoven

Lorenzo – La che?!

Americano – La No-nna, la No-nna di di Behetoven!

Lorenzo – Gli piace la nonna!? Tutt’al più la nipote?!... E’ vero che questo appartiene

         a una famiglia di rebusciati: tra schiribizzi, cornacchie e ranocchie!

Lorenzo – Sentire me, look my: - Du you speak inglish?-. (in inglese, si fa per dire)

Americano – Oh yes!

Lorenzo – Allora “alluzzami e nello stesso tempo chiamindami bene: - For tausand

         of the years, the men hav bin costruit musik. Bast last salandridd years the thej

         ave cesar tu expansive and divelopde per l’anema  de chitestraviven! (questo

         passo è facoltativo o riducibile. Difficile ma di effetto)

Americano – Aaahhh!!!  Yes, yes!

Lorenzo – Ah, finalmente ha capito!

Nunzia – E che cosa ha detto?

Lorenzo – Che quando sei ignorante te ne stai a casa! Traduzione: - Lui è professore

         di musik. Sa suonare molto bene il …citofono, però è disponibile per altri

         strumenti. Tanche You messier! -. Nunzia, vai a prendere due coperchi dalla

         cucina, … e il leggio.

Nunzia - …!?...(ubbidisce, e va)

Lorenzo – Ju essere professore di “battanginen!” . Si accomodi, sedut end mettre

         d’accoorden con quest grand professoren Mortidifamen!! Io andare a

         prepararen! (esce)

Nunzia – (rientra con i coperchi e li dà all’americano. “i musicanti provano e

         fanno rumore. Ma quando dalle quinte si sente un colpo secco si alzano

         in piedi di scatto, fermi e muti. Nunzia dispone il leggio)  

Lorenzo – (entra a passettini, con frack e papillon. In mano uno spartito. Si inchina)

Signore e signori buonasera! La Grande Orchestra Lirico Sinfonica Città di

Santeramo, diretta dal Maestro Commendator Ruccellai Strazzacroma di Udine

inizia il suo programma con una celebre sinfonia: La Gazza Ladra!!

Saverio – Prrrrrrr!!! (sonoro e secco pernacchio con lo strumento)

Lorenzo – (nella parte) Cafone, avventuriero del pentagramma!!

Donato – Ziiii!! (nota stridula col pettinino)

Lorenzo – Beh? E tu? Sei nuovo dell’orchestra! Ma non lo sai che io sono molto

         feroce, tenace ed acerbo …e non è che scherzo  una sola volta?! Assassino

         di Semicreme! Che sia la prima e la penultima sortita!!

Americano – Bang!! (colpo di “piatti”)

Lorenzo - …Va bene, …è un solista, non è colpa sua! Ora attenti: - Non vi dico di

         suonare bene, non vi dico di cominciare e di finire tutti insieme…ma almeno

         suonate tutti la stessa canzone!! ...Nunzia, mi porga la bacchetta!1

Nunzia – A me “porca” che…!?

-25  -

Lorenzo - …Vedi, la bacchetta,  un grissino,  un mezzozito…(Nunzia esce)

Saverio – Vedi se sono già cotti e portane un piatto!

Lorenzo – Lei professore mi semplicemente schifo! Ma sai schifo con due skk!!

Nunzia – (ritorna con un grissino) Tieni e vedi se te lo mangi!

Lorenzo – Donna gretta! …Avanti incominciamo! (batte sul leggio per la concen-

         trazione) Nunzia disco! (inizia e va avanti la sinfonia dell’allegra   orche-

         strina. Movimenti a soggetto. Nunzia porta la focaccia, tutti ne prendono,    

         tranne Saverio e Donato che non se ne accorgono. Anche il Maestro  ne

         approfitta e dirige mangiando. Dopo il finale un ultimo pezzo viene conteso

         tra Saverio e Donato. La spunta Donato).

Saverio – Siete una razza di “mortidifame!”. Vi dovete far conoscere…

Lorenzo – Ma non ti preoccupare tanto tu devi mantenere la linea…

Saverio – Tu finiscila e tieni presente che mi devi dare dieci euro!

Donato – A me “mortodifame” non me l’ha mai detto nessuno. Anzi tu sei un

         mariuolo1

Saverio – A me mariuolo… io ti spacco…(arrivano alle mani. Tutti si precipitano

         a far da pacieri)

Lorenzo – E che cosa , stavamo scherzando e voi arrivate alle mani per una

         scemenza… ora mettiamo un’altra focaccia, anzi due…

Donato – Ma la colpa è sua…(mangiando accusa un colpo in un occhio, piagnucola)

Tutti – (a soggetto) Ma non sono modi, smettetela, come i bambini…

Lorenzo – Avanti fate la pace! (Donato e Saverio incitati e sospinti dalle rispettive

         mogli si danno la mano anche se un po’ riluttanti)

Saverio – (ampolloso) Bene, passata è la tempesta, voglio dare anch’io una festa!

         La prossima settimana siete invitati tutti a casa mia. …Sto allevando certi

         piccioncini…

Nunzia – Nò no, i piccioncini non mi piacciono1

Lorenzo – Manco a me, si mettono sullo stomaco!

Donato – Ma perché, sono cosi buoni?

Lorenzo – (a Donato, sottovoce) Ragazzo, senti a tuo fratello…

Saverio – Uè, tutti dovete venire, altrimenti perdiamo l’amicizia… (alza la voce,

         contemporaneamente entrano Francesca e Pasqualino)

Francesca – Mamma, mamma! (tutti, si fermano) Oggi è il tuo onomastico e…

         Pasqualino ed io, abbiamo pensato di farti un regalo. Poco fa abbiamo incon-

         trato un marocchino… e ti abbiamo preso …una bella …TOVAGLIA!!!

         (si tratta della stessa che Nunzia aveva ridato al Marocchino. Nunzia

         abbraccia la figlia e Pasqualino, apre la tovaglia…)

Tutti – Quanto è bella, quanto è bella!! (tutti ne prendono un lembo, la alzano e in

         giro ballano a suon di musica. Per la strada si risente la Banda. E’ vigilia

         di festa… cala il sipario)

                                                    F I N E.

                                                     -  26  -

Musiche, rumori ed effetti consigliati:

            

Marcia “A Tubo!” di E. Abate

Tratti dalla sinfonia “La Gazza Ladra” di Rossini

Lampi, tuoni, pioggia.

 Materiale:

due tovaglie tonde diverse - due ombrelli anche malandati – due imbuti, uno

piccolo e uno grande – una teglia con focaccia – un leggio – uno spartito –

una borsetta vistosa tipo sacca di fibra – cianfrusaglie per il marocchino compreso

un tavolino pieghevole per poggiarle – un ombrellone sul tutto per fare scena –

due coperchi - …un po’ di buona volontà, grazie!

 

Di questa commedia un criticone disse:

  “Una lavoro insignificante, senza ne capo ne coda. Senza un filo logico, con

argomenti incollati alla buona, cosi, tanto per farsi due risate. … fra qualche giorno passerà nel dimenticatoio…

Questa commedia, finora, è stata ripetuta 350 volte!!!