Caro amico/a,
che ti accingi a leggere queste mie divagazioni teatrali, ti ringrazio.
Se non ti è di molestia vorrei darti dei consigli al fine di una migliore
comprensione e auspicabile rappresentazione. (leggere e “vedere” non è facile). Lo può fare chi ha doti magiche di regia, e chi ama veramente il
vero Teatro!
Se il vostro paese è gemellato, in particolare in Europa (ideale la Germania), questa è la commedia giusta per rinsaldare rapporti veri e duraturi.
Ridendoci sopra. Per capirsi meglio, al di là di minuzie comuni e difetti universali. Superando con allegria pericolosi e stupidi campanilismi!
Questa e altre commedie sono tutelate dalla SIAE. Già collaudate, in Italia, Belgio, Germania, Svizzera, Lussemburgo. Due tradotte e rappresentate in Spagna.
Qualora vorreste rappresentarla ne sarei onorato e felice.
E’ di facile messa in scena perché scritta, interpretata e allestita da
“uno” che nel Teatro ci vive da sempre!
Se avrai bisogno di chiarimenti o altro, puoi rivolgerti senza alcuna remora (tanto sto in pensione) a:
Donato Bitetti – Via Montefreddo, 14 – 70029 SANTERAMO – Bari
Tel e fax 080 3038237 – cell. 330 85 04 01 -
E.Mail: teatromurgia@hotmail.it
Grazie per la paziente disponibilità.
Ti auguro ogni bene, e una buona lettura.
LA TROMBANDIERA
di Donato Bitetti
commedia brillante in due tempi
in lingua italo-tedesca
PERSONAGGI
MIMI’ Laprassi assessore italiano
LILLINA la moglie
GIULIA la figlioletta
ERASMO Colazzo calzolaio e suonatore di tromba
PRUDENZIA la figlia di Erasmo
FORBICIAZZA e FUERCIOSEN segretaria italo-tedesca
bruna bionda stessa interprete
OTTO Luzzen assessore tedesco
ROSAMUNDE la moglie
FRITZ Vacanduriz contadino tedesco
KRIK Vacanduriz giovane trombettiere
NAPOLETANO venditore ambulante
Durata: 90 minuti –
Scenografia: stessa camera con veloce cambio di quadri ed emblemi
Ambiente: Camere Comunali di due paesi d’Europa.
Trama
Fantastica storia (ma non tanto) di un gemellaggio tra due paesi d’Europa.
Si sà, tutto il mondo è paese; alcuni valori e molti difetti sono universali. In questa commedia, il filo conduttore è quello della ricerca dei punti deboli comuni ma anche tipici dei due popoli, calcandone la mano con sadica e allegra progressione (il TEATRO se lo può permettere). Dal confronto di personaggi e di usanze apparentemente distanti, ne scaturiscono situazioni in una continua e scintillante fonte di divertimento.
Alla fine la semplicità e l’amore trionfano sulle insidie della burocrazia e delle umane minuzie derivanti dal “furto” di una bandiera e dall’omaggio costosissimo di una splendida ma inutile tromba.
Ogni riferimento a gemellaggi, persone o cose è puramente casuale
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Primo Tempo
La scena si svolge in una sala del Comune Italiano di Sulofrizzo. Due porte laterali. Sulla scrivania, molta confusione e cataste disordinate di documenti. Addobbo inerente: telefono, bandiera italiana – foto del Presidente della Repubblica – poltroncina – sedie – quadri della zona.
Il sipario si apre con musica. La scena è vuota, squilla il telefono a lungo.
Telefono – Driiiiiiin, driiiiin, driiiiin, driiiiin…
Forbiciazza detta Forbi, la segretaria. (entra - bruna, sinuosa, sexy, flemmatica va a
rispondere) Si, si, si…, Ufficio Assessore … si, si, si…
Mimì Laprassi, Assessore – (entra, rimane sulla porta) …Si, si, si, va bene, va bene,
vi farò entrare tutti! Un po’ di pazienza, uno alla volta. Aspettate, aspettate!
(chiude la porta) Uffaaaaaa! (alla segretaria) Dite che non ci sono, dite che
non ci sono!
Forbi – No! L’assessore non c’è. (chiude)
Mimì – Aaaahhh! Gentaglia, mai un minuto di riposo, mai…, mai! (si siede comodo)
Forbi – (gli presenta un foglio) Assessore, si tratta di quella domanda…
Mimì – Ah si, la metta fra le pratiche urgenti. (accenna ad una catasta)
Forbi – Assessore…, dai, fra un mese c’è la scadenza. (melliflua, sexy, suadente)
Mimì – Va bene…. Dai qua, la mettiamo in evidenza!
Forbi – Grazie Assessore, vado…?
Mimì – Vada… (la segue con lo sguardo)
Forbi – (sulla porta) Ah, Assessore…!
Mimì – Siii!? (ansioso)
Forbi – C’è un signore che…
Mimì – Fate aspettare, fate aspettare. (come un disco)
Forbi – Pare… abbia un appuntamento. Dice che l’avete mandato a chiamare…, si
tratta di… Erasmo Colazzo.
Mimì – Fate aspett…, ah già, quel rompi…, fallo entrare.
Forbi – ( fa entrare Erasmo) Prego si accomodi.
Erasmo Colazzo – (entra con sussiego. In realtà i due si conoscono bene)
Buongiorno Eccellenza Mimino…, quanto ti sei piazzato bello!
Mimì – Si accomodi Erasmo, (amichevole) siediti Erà, dunque…
Forbi – Posso andare Assessore?
Mimì – Vada… (la segue con lo sguardo)
Erasmo – (lo richiama) Assessore!? …La prossima volta mi dici: - Vieni verso le
undici e non che mi fai perdere due ore di lavoro. Da allora avrei già messo
un paio di “mezzesuole!”.
Mimì - …Stanotte ho fatto tardi, ho avuto un’agape politica…
Erasmo – Che cosa!?...
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Mimì – Un’agape, …una cena di… lavoro. (con sufficienza)
Erasmo – E dillo che ti sei andato a “strafocare!”. (ingozzare)
Mimì – Eh, qualche volta, la Politica richiede di queste maratone, di questi sacrifici!
Erasmo - …Qualche volta. Ma perché qualche volta non mandi me, come Deputato
al Pa…ppamento!
Mimì – Dunque, stavo dicendo… ti ho mandato a chiamare per vari e impellenti
motivi. Prima di tutto come vecchio amico, …poi come uomo saggio, che
sa dare consigli. Però ti avviso, una volta tanto senza rompere… con le tue
barzellette!
Erasmo – A proposito di barzellette…, stasera c’è il Consiglio Comunale…
Mimì – E ci sarà da ridere.
Erasmo – No, da piangere.
Mimì – Mah! …Come fai a sapere che c’è il Consiglio!? Se è una cosa segreta!
Erasmo - Eh, segreta…, stamattina davanti al Comune stavano scaricando un camion
d’acqua minerale….
Mimì – (serio) Parliamo d’altro.
Erasmo – Mi stai facendo preoccupare.
Mimì – C’è da preoccuparsi e come…. Tu sai tutto del paese. Ci sei dentro, a questo
cesso…
Erasmo - …Ci siamo.
Mimì – Appunto, tu mi devi aiutare a tirare…
Erasmo - …La catena!
Mimì – A tirare …la logica conclusione. (con lentezza) Io vorrei sapere da te,
sinceramente. Cosa ne pensa, cosa ne pensa il popolo di questo gemellaggio col
paese tedesco di Spekingen. E’ contento, vero? E’ contento?
Erasmo – La gioia…!
Mimì – Certo… le difficoltà non sono mancate, fesserie se ne son dette. …carognate,
pugnalate, malignità, ambiguità…
Erasmo – “Tricche tricche e lariullà!”. (accenna con le mani)
Mimì – Scherzi…, dite quello che volete, però adesso il nostro paese ha raggiunto un
respiro europeo, una rinomanza mondiale!
Erasmo – Si, “se mangi che mangi”. Eppure c’è sempre qualcuno che tiene da dire…
(accenna con le dita al taglio)
Mimì – Minoranze, minoranze…, piuttosto cosa dice, cosa dice la maggior parte della
gente! Cosa dice!? (ansioso)
Erasmo – Cosa dice, cosa dice… che “Chi zappa beve all’acqua, e chi fotte beve alla
botte!”.
Mimì – Lo sapevo, lo sapevo che il discorso avrebbe preso questa piega. Ho capito.
Allora, cosa dice, cosa dice l’uomo qualunque, l’uomo di strada…, l’uomo…
Erasmo - …Dei rifiuti, dell’immondizia…
Mimì – Erasmo non scherzare…, allora dimmi. Di te mi posso fidare. Tu mi puoi far
luce!
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Erasmo – E’ arrivato l’ENEL! …Mimì:
“O la fai cotta o la fai cruda,
o la fai a brodo o la fai arrosto,
ce ne sempre uno in mezzo a cento.
che “di lì o di là” non è mai contento!
E se fa caldo, trema come un fuscello,
e se cade la neve, va senza cappello…
Mimì – Anche questo con la poesia…
Erasmo – Sono vuoti. Perché l’amicizia, la fratellanza, non sono cose belle?
Perché, quelli non sono “cristiani” come noi! Non hanno figli come noi!
I guai come noi!?
Mimì – Bravo Erasmo! Magari ci fossero molti uomini come te, di ampie vedute.
Prevenzione, indolenza, arrivismo, ignoranza… Quanti assilli per noi uomini
di governo. (a mano a mano infervorato) la nostra lungimiranza… molte volte
viene scambiata per futuri intrallazzi. Il nostro spirito di abnegazione per
fanatismo, il nostro sacrificio per cupo interesse! Si, cupo, cupo!!
Erasmo - …Cupo, cupo! “In questo buco cupo, poco pepe capa, com’è ch’è tanto
cupo, che poco pepe capa!?”. (veloce scioglilingua)
Mimì – Altro che scioglilingua… Adesso sto imparando i primi rudimenti della
lingua tedesca. Veramente ostica, difficile!
Erasmo – Eh eh eh… (sarcastico) Ma per voi è facile, basta che imparate a dire la
prima parola: “Gnot! Gnot!”. ( con la mano rinforza il gesto di mangiare)
Mimì – Dissacrante! Ma com’è che sei tanto banale. Qua stiamo facendo un discorso
ad alto livello, di puri contenuti. Ah, quante cose si celano dietro questo afflato
di sapere, dietro questo immolarsi…
Erasmo – (annuisce, con un fischio) Suiiiiiiiiii.
Mimì – La Politica…, la Politica va presa a piccole dosi. Capita, piano piano,
inculcata, sì, in-cul-ca-ta!
Erasmo – Uè, piano piano! (si protegge)
Telefono – Driiiiiin, driiiiiin…
Mimì – (risponde con sufficienza) Si, si, si…(scatta un ritornello musicale che
copre a sfinire e a chiudere in breve, se non proprio brutalmente) Ora
veniamo al dunque…, Erasmo, tu sai il fatto increscioso della bandiera del
nostro paese gemello. Della fatidica notte del…
Erasmo - …Del 34 agosto!
Mimì - …Del 1° giugno, quando sparì dal balcone comunale!
Erasmo – Voci di popolo…
Mimì – Ebbene, tu sai con quanto acume e delicatezza sto lavorando su questo fatto.
Che pare una cosa semplice, una fesseria… invece si tratta di terreno minato!
Qua può andare all’aria il gemellaggio, può scoppiare una guerra!
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Erasmo – “Esagerante, esageroso, esagerabile!”. …Fu una ragazzata, ragazzi…
Anche noi da ragazzi: traini, carrette per aria…, ragazzate…
Mimì – Lo sai tu, lo so io. Però l’Opposizione ci tesse sopra. Ci tesse!!
Erasmo – E lasciali “tesserare!”.
Mimì – Già, le fazioni ordiscono, tramano, buttano veleno. Sa, quante cose si dicono.
Lo scandalo può scoppiare da un momento all’altro… e speriamo che la voce
non arrivi al Comune gemello!
Erasmo - Per la verità, rimasero freddi… Quando la processione passò di fronte al
Comune. Il Sindaco tedesco con collanone e ciondolo, tutta la Giunta…, come
Arrivarono l’occhio era là, alla bandiera! Quando non la videro più…, gli
potevi tirare i denti dalla bocca! (pausa) Però fecero finta di niente. E là
dimostrarono di essere veramente brava gente, persone a posto, galantuomini!
…Fosse successo a noi, permalosi come siamo…
Mimì – Per questo, la notte non dormo. Per questo, per quello…
Erasmo – “E questa o quella, per me pari sono…” (accenna l’aria)
Mimì – Pensa, il Sindaco, il Sindaco in persona mi chiama e mi dice; per la verità
lo vidi molto perplesso, visibilmente preoccupato!
Erasmo – Il Sindaco preoccupato…, mah, non avrai mica sbagliato Sindaco!
Mimì – Si, preoccupato, titubante…, voleva darmi del “Lei”, del “Voi”; sai quando
uno non sa cosa dire!? …Andò a finire che mi dette del “Tu”, si, del “Tu”.
Erasmo – Ti dette il “tu-tù!”.
Mimì – E non scherzare!! (scocciato) Mi disse: - Ho vagliato bene Laprassi, sei
l’unico. Ti affido un incarico della massima importanza e delicatezza. Tu
sai i tedeschi, come sono precisi, ordinati… suscettibili… Eppure tu, devi
trovare il sistema…, vedi tu, senza dare scandalo. Possibilmente nel modo più
semplice di procurarci un’altra bandiera. Non saprei… ti dò carta bianca…,
inventi una storia, una gita… Magari porta tua moglie…-.
Non dormo la notte … Tu , così, vai dall’assessore di Spekingen, e come
se niente fosse: - Scusi, dammi una bandiera! Sé! -. E che cosa sono ciliegie!
Ecco cos’è la Politica. Il sottoscritto con comando di lombrico, di verme, che
lavora nella terra, all’oscuro… Perché la gloria, poi, so io chi se la prenderà!
La gloria, gli onori, le medaglie! (in crescendo) Tutti dicono: - Garibaldi ha
vinto la guerra!”-. Ma nessuno si ricorda di Nino Bixio, dell’umile fante!!
Erasmo – E le dirò di più! (sospeso)
Mimì – Mi dica.
Erasmo - …L’ho scordato!
Mimì – Ma va…. Tu mo’ vuoi che a Roma, già non sappiano questo fatto? (convinto)
Lo sanno, lo sanno! La verità è che non vogliono muoversi!!
Erasmo – Mimì, non hai avuto mai ragione ma questa volta hai torto!
Napoletano venditore porta a porta – (entra rapido con giubbotto imbottito di
mercanzia e con cassetta legata al collo tipo venditore da stadio – ovviamente
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accento napoletano) Scusate, così, senza impegno: - Vulisseve n’orologio 80
metri subacqueo, n’accendino, n’accendigas…, due fotografie pornografiche…
(le mostra)
Mimì – Ma, ma, chi li fa entrare a questi elementi. Se ne vada!
Napoletano – Uè, scusate tanto! (esce, sospinto bonariamente da Erasmo)
Forbi – (a cantilena non vedendo nessuno fa due moine all’Assessore) Mimì,
abbiamo trovato il sistema, abbiamo trovato il siste… (si ricompone al rientro
di Erasmo) Ecco…, Assessore, se permette, vero…
Mimì – Parla pure, Erasmo è un amico…
Erasmo …Più che un amico.
Mimì – Un amicone!
Erasmo – Anzi…
Mimì – Un amica…zio! (confuso) Parla pure, sul Comune non c’è niente da
nascondere!
Forbi - Ecco, l’altro giorno è venuto un emigrante, e pare… abbia sentito, però è
chiaro, sempre col beneficio dell’inventario…
Mimì – Stringa.
Forbi - …Pare in seguito allo “sgarro della bandiera”… che il nostro paese gemello…
gradisca un segno tangibile della nostra amicizia…
Mimì – E l’abbiamo dimostrato chiaramente: la Commissione addetta, la Giunta
Comunale è stata accolta con tutti gli onori! La banda, il popolo accorso in
massa alla cerimonia… i trattamenti, gite, escursioni, albergo, ristorante.
Insomma mi passa per le mani la lista completa delle spese… migliaia di euro!
Se questi non sono onori!
Forbi – Vero, vero… Però questo amico pare abbia sentito, che quale segno tangibile
gradirebbero…
Mimì – Che c’è, non sono rimasti soddisfatti. Abbiamo messo le scritte all’ingresso
del paese: “Comune d’Europa!”, questo paese è partner di Spekingen. Ci sono
costate un patrimonio… Ma cosa credete che il Comune sia una mucca da
mungere! (accalorato)
forbi – Assessore, la faccenda è molto più semplice, non fraintenda… qui si parla di
una grave leggerezza… mancanza di tatto…, in parole povere: - Vogliono una
tromba! -.
Mimì - …Una tromba tromba, (accenna) Parapapà, parapapà.
Forbi – Si, una tromba… magari brutta, vecchia… l’interessante che sia una tromba.
Mimì – Ma perché!?
Forbi – Ecco, io pensavo… lo capiranno da soli. Ma voi uomini, presi da problemi
ben più “importanti”, avrete dimenticato il piccolo particolare che il paese
viene chiamato: “Il Paese della Tromba!”. Sullo stemma hanno una tromba,
sul Comune una tromba, sui muri…, tromba di qua, tromba di là…”.
Erasmo – Si “tromba” da tutte le parti!
Mimì – Vogliono una tromba… Ma noi gliene portiamo cento, mille trombe!
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Forbi – Noo, ne basta una, che rappresenti il nostro paese, la nostra banda, il sole, il
mare, la musica della nostra Italia!
Erasmo – Anche se fosse una tromba scassata!
Mimì – Già, però a trovarla!
Erasmo – Ahhh, Ecco perchè mi hai chiamato! La tengo io. Era della buonanima di
mio nonno che andava con la Banda di Montescaglioso! Tiene il “la bemolle “
scaduto, però in Germania la sua bella figura, la potrà fare! (accenna ad uscire
si rivolge ancora ai due che avevano iniziato a fare manfrina) Sììì, gli diamo
la tromba, ci danno la bandiera e il gioco è fatto! Vado e vengo! (esce)
Forbi – Così avremo di nuovo la bandiera… semplice! (con sarcasmo)
Mimì – (imitandone la voce) Semplice, semplice… (normale) In Politica non
esistono cose semplici… Dimentichiamo Bari, la Prefettura, Roma, la prassi, il
protocollo… La cerimonia delle consegne, anche se privata, piccola, ma ci
deve pur essere. Non si possono mica fare le cose segrete, come i ladri…”scusi,
tieni la tromba e dammi la bandiera”. Uèèè, ma che stiamo scherzando!
(sottovoce) E poi, come delegato… l’avevo promesso a mia moglie Lillina.
Forbi – Non è un problema. Piuttosto… avevo già pensato ad una tromba. …Mio
cognato di Napoli, in questi giorni si trova nel nostro paese per affari e…
guarda caso, tratta proprio questi articoli. Fa prezzi eccezionali… Una tromba,
buona, che faccia figura… con appena… 3000 euro…
Mimì – All’anima della tromba! Ma che credete che il Comune sia una mucca da
mungere! Qua la dobbiamo smettere con questa credenza! (pausa) Quanto
hai detto?
Forbi – Ehm, tremila euro… (minimizzando con la voce) Ma tra-tta-bili.
Mimì – E meno male che sullo stemma non hanno un pianoforte con tutta l’orchestra.
A proposito…, mia figlia, ha una grande passione per il pianoforte (accenna
con le mani)
Forbi – Beh, con un piccolo sforzo, musicalmente parlando, un pianoforte, nella
tromba, potrebbe starci!
Mimì – Star-ci-rebbesi?
Forbi – Eh! …Giuseppe Verdi nelle trombe dell’Aida ci fa passare tutto l’Egitto!
(esce)
Mimì – Ah potenza della musica!
Telefono – Driiiiin, driiiiin…
(risponde) Telefonate più tardi, l’Assessore non c’è! Chi!?... Io sono l’usciere,
chi!? …Non l’avevo riconosciuta Onorevole! (si alza ed assume un atteg-
giamento di vile servilismo) Le chiedo scusa, non l’avevo…, io stavo…, ma
sììì, sono d’accordo. Forse mi hanno frainteso… non volevo assolutamente…
va bene! Si, ordineremo 1000 banchi a prezzi vantaggiosi, non lo metto in
dubbio Onorevole, sì Onorevole… cento lavagne, cento scrivanie, va bene,
dalla Ditta… un attimo (scrive) Ditta FREGAMIDOLCE di… va bene, oggi
stesso parte l’ordine… ma si figuri, per lei… dovere! Saluti… umilissimo
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servo Onorevole, sì, sì, sì, (chiude, si siede avvilito) Lupi, lupi!!
Lillina, moglie dell’Assessore – (entra a sorpresa con la figlioletta Giulia. Questa
alle spalle,gli copre gli occhi e abbaia) Bau bau!
Mimì – Ma va… (si scuote)
Lillina – (si siede sconcia) Ah, queste maledette scarpe strette! (se ne toglie una e la
poggia sul tavolo) Ah, non ne potevo più.
Mimì – E’ arrivata Cenerentola, Piedino di Fata! (la fa volare via)
Lillina – Mimino, l’Assessore cretino!
Mimì – Ma perché non ti prendi un paio di scarpe adeguate!?
Lillina – Il 37 mi va stretto, il 38 mi va largo…
Mimì – E fai la prova col 49 o con le scatole di cartone!
Lillina – Hai visto, hai visto la bambina!? Quando andiamo in Germania deve dire
la poesia davanti a tutti! Devono vedere quanto sono bravi e giudiziosi i
bambini italiani. Fai sentire a mammà, la poesia…!?
Giulia – (scatta a comando) Per la festa di Natale, la più bella che ci sia,
voglio fare una promessa a papà e mammina mia!
Lillina – Quanto è bella e giudiziosa. Brava a mamma, brava a mamma! (bacio
rumoroso) Daglielo pure tu un bacio, a quell’Anima di Dio!
Mimì – (scocciatoe distratto) Va bene. La cerimonia, anche se in forma privata, avrà
pure una linea da seguire. Parole precise, misurate…
Lillina – Se vuoi fare una cosa buona, tu non parlare proprio! Perché ciò che dici
è tutto danno!
Mimì – Per una volta tanto cerca di capirmi…
Lillina – A te, lo sai da quando ti ho capito? La verità e che te ne vuoi andare solo
solo. Magari con la segretaria!... (a sfogarsi)
Mimì – Lillina per piacere, sono cose serie; la verità è che sarà difficile inserirla. Non
è mica la Festa della Mamma. Si tratta di un protocollo severo… stretto!
Lillina – E tu lo devi allargare! La bambina mia la voglio nel protocollo. Quanto
sarà bella, la bambina mia nel protocollo!!... commossa)
Mimì – (scocciato si altera) Va bene, ma ora andatevene!
Forbi – Avete chiamato Assessore?
Lillina – No! L’Assessore non ha chiamato! Mimì mio non ha chiamato… e poi sta
parlando con me! (Forbi esce) Ma quanto sono antipatiche e vuote queste
ragazze moderne…
Mimì – Ma veramente… (asseconda)
Lillina – Ah, mi devo fare un completo firmato… Alla moglie del Sindaco di…
casa de Diavolo, la devo fare scoppiare! Beh, ciao Mimì. Che, la vuoi sentire
di nuovo dalla bambina, la poesia!?
Giulia – (scatta) Per la Festa di Natale, la più bella che ci sia…
Mimì – Andateveneeeee!!!
Giulia – (scoppia in un pianto stridulo) Iiiihhhh!!!
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Lillina – Sei senza cuore…, gli uomini della Germania sono più gentili, più garbati,
pieni di delicatezze…
Mimì – Devi vedere le donne tedesche, quanto sono migliori di te! Ah le “froilen!”.
Lillina – Quando ti ritiri, te li devo frullare io, quei riccioli storti che hai! (escono)
Erasmo – (rientra con un astuccio tipo valigia, con rattoppi e scritte) Mimì, ecco
la tromba, guarda quanto è bella!
Mimì – Ma cos’è una cassa da morto?
Erasmo – (la apre, all’interno del coperchio foto ed elenchi) Nee, ci sono tutti i
paesi che la buonanima girò: Terlizzi, Rosarno, Galugnano, Ortona, Capra-
cotta, Giulianova, Frattamaggiore, Acireale, Gambatesa…
Mimì – Basta con la geografia! (la prende con due dita dalla campana, con ribrezzo)
Ma è vecchia, fa schifo! (la lascia)
Erasmo – Guarda, ci sono i ricordi delle bande più grandi: Gioia, Acquaviva, Lecce.
Conversano, Montescaglioso… Tutti i più grandi Maestri: Piantoni, Malandra,
Ligonzo, Falcicchio, Centofanti… Vedi, vedi… qua sta con Orsomando, Pucci,
Abbate…, qua… con un compagno di guerra: Kamarat Vacanduriz! Un
tedesco, un amicone… io ero piccolo, me lo ricordo. Quando i soldati tedeschi
si accamparono intorno al paese. La sera si sedevano al gradino e alla
buonanima gli faceva vedere la foto della famiglia lontana: - Maine frau, che
sarebbe la moglie. Maine kinder, che sarebbero i figli, i bambini…-. Si
“commozionava” assai… Poi all’improvviso scattava: - Churcill, Roosevelt,
Musselin Hitler, TUTTI KORNUT!!! …Che tipo. (cambia tono) Questa
tromba …quante Opere ha suonato, …quanti morti ha “fatto!” (sta per
“accompagnato”) …e quanti ne farà ancora!
Mimì – Stra…maledetto! Beh, basta con la nostalgia… chissà se suona…
Erasmo – Suona!?... Questa come la tocchi… Senti, senti. (accenna, dalla tromba
escono frammenti di carta, paglia, polvere)
Mimì – Ma cosa c’è, un nido di topi!?
Erasmo – Beh, è stata un po’ abbandonata…, che la vuoi provare?
Mimì – Ma vaaa! Non bastano le serenate che sento sul Comune!
Erasmo – Si, ma questa è una tromba di cento battaglie: La Norma, il Barbiere, la
Cavalcata delle Valchirie, i Pini di Roma… Te lo ricordi… a Montrone!?...
sulla Cassarmonica…
Mimì - …!?...
Erasmo - …Quando mettemmo quattro spiedi di carne arrosto!?
Mimì – Ah si!
Erasmo – Se si tratta di mangiare ricorda tutto! Ebbene, alla Boheme, ti vado a
sparare quel “mi”, acuto, paaaaaaa, tutta la piazza ferma, non volava una
mosca! Ed io: paaaaaaa, e ora deve finire, e ora deve finire…
Mimì - …E ora deve schiattare!!!
Erasmo – Pure io uscii dalla scuola della buonanima. Certo non avevo il suo stile, la
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sua “bravezza”, la sua possanza, la sua fama…
Mimì – …La sua fame!
Erasmo – (offeso) A “me”, mi paragonarono… addiritturamente,…, tieni presente
Spilamacchia di Rutigliano!?
Mimì – Boh.
Erasmo - …Caccavale di Sessa Aurunca…!?
Mimì – No!
Erasmo – Beh, molto di “più assai!” Anzi una sera in Calabria, a Cittanova…
Napoletano – (entra sempre all’improvviso) Scusate, così, senza impegno: vulisseve
nu filmino superotto, super porno, …na dozzina di mutande di puro cotone,
na giacca di renna, una macchina fotografica…
Mimì – Ma se ne vada!!!
Napoletano – Uè, scusate tanto! (esce)
Erasmo – Ma perché non lo fate Consigliere Comunale!? …Stavo dicendo, a…
Mimì – E poi smettesti, come mai?
Erasmo – Eeehh, una brutta storia… Stavamo suonando a San Marzano di Nola.
Non lo dimenticherò mai, come se fosse oggi… Proprio allora avevo terminato
il “delirio” della Lucia (accenna il motivo) paraparapa raparapaaaa, quando
Lucia impazzisce…
Mimì – Questo farà impazzire pure me!
Erasmo - Terminai. Applausi, lunghi applausi come al solito…, tirai i sifonetti della
tromba (fa proprio il gesto con la tromba nelle mani) …perché si condensa
l’acqua e li stavo sbattendo… Quando da sotto, passa un tipo spelato,
“piccioso”. - “Lurido mascalzone, a me in faccia non mi hai sputato nessuno!
Scendi abbasso!”, sali sopra! A me, a te, una parola tira l’altra…, sale
sull’Orchestra…
Mimì - …E ti rompe la tromba in testa!
Erasmo – Magari… mi ruppe il trombone che mi stava accanto!!
Mimì – Si vede che non apprezzava la buona musica!
Erasmo – Quello non apprezzava nemmeno l’anima degli stra… Mi ruppe pure tre
denti. Mi misi la dentiera, ma da allora gli acuti non sono più gli stessi!
Telefono – Driiiiiin, driiiiiin…
Forbi – (rientra a rispondere) Si, si, si… (musica col solito ritornello - chiude)
Erasmo – (accenna alla tromba) Tu ora la prendi, gli fai dare una bella pulita, vicino
gli metti un bel bottiglione di vino, due tarallucci al finocchietto…
Mimì – Ma fammi il piacere! Uno mangia, beve, suona e poi li fai morire asfissiati!
Erasmo – Assessore, questa tromba è come un “passasalsa”. Sapessi quanto vino e
braciole sono passate di dentro.
Mimì – Va bene. La sterilizziamo, l’aggiustiamo e il problema è risolto. Bene bene
bene bene… bene!
Erasmo – Bene.
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Mimì – Bene! (con la mano invita Erasmo ad andarsene)
Erasmo - …E…!?
Mimì – Ah si. Grazie!
Erasmo – Uè Assessò, tre sono le Grazie: - Grazia mia, Grazia tua e Grazie al…”-.
Mimì – (stroncando) Venali, attaccati alle briciole…, solo di soddisfazione…
Erasmo – Assessore, “Alla casa dei suonatori… serenate non ce ne vogliono!”.
Mimì – Non capisco.
Erasmo – Insomma se la vuoi qualche altra cosa…
Mimì – Va bene, va bene. Però in questo momento sono a-ssi-lla-to!
Erasmo - …!?...
Mimì – Ah, quando uno non… percepisce…
Erasmo - …Non puoi pi…
Mimì – Insomma, quanto le dobbiamo!!
Erasmo – Na… quanta! (all’unisono col “quanto” di Mimì e Forbi)
Mimì e Forbi - …Quanto!? (all’unisono col “quanta” di Erasmo)
Erasmo – (timido) E’ assai!?
Mimì – Certo che è assai! Ma cosa credete che il Comune sia una mucca da mungere!
Questa credenza la dobbiamo togliere, la dobbiamo togliere!
Erasmo – Proprio ora. Beh fai tu, vedi tu… Se vuoi, nella tromba gli faccio entrare
un flauto lesionato…
Mimì – Ma, ma… un flauto nella tromba! Sei impazzito? Ma come si fa, come si fa!
Erasmo – Beh, se si vuole, musicalmente parlando, spingendo un po’ piano, un po’
forte…
Mimì - …Piano forte… ma qua tutti conoscono la musica!
Forbi – E si, la musica fa girare il mondo!
Mimì – Va bene, ti daremo una cifra simbolica.
Erasmo – Ma è una cosa che si mangia?
Mimì – Ma pensa all’onore che avrà questo rottame, questo concentrato di microbi:
al posto più alto del Comune di Spekingen!
Erasmo - …Ma chi lo doveva dire. La tromba della buonanima… (sognante) Per la
verità una volta mi raccontò un sogno, ma un sogno curioso…: “Stava sopra
una murgia. Sai, l’odore del serpillo, del maruggio del vento profumato… Con
la tromba suonava come un calandro. E mentre suonava, dalla tromba uscivano
tante di quelle note scintillanti e colorate che andavano a finire in un Paese
lontano lontano… E pure là, sopra un ponte, stava un bel giovane che rispon-
deva con una tromba… e anche da questa tromba uscivano tante di quelle note
come diamanti che si miscelavano a formare un Arcobaleno colorato,
splendente, meraviglioso!!! (col sottofondo di una tromba in crescendo)
,,,Eeehhh, la buonanima lo diceva sempre: - Questa tromba legherà due
mondi!-. Mimì, te la do gratis.
Mimì – Oohh!
Erasmo - …Ad una condizione: al Sindaco di Spekingen, gliela voglio dare io, con le
mie mani!
-12 -
Mimì – Senti Erasmo, c’è una prassi da seguire, un protocollo…
Erasmo - …Il capocollo!?
Mimì – Il protocollo, un iter, un cammino…
Erasmo – Senti, il viaggio me lo pago pure io!
Mimì – No.
Erasmo – Scusi, ma che cosa comandi tu?
Mimì – Noo, dicevo così, per non guastare…
Erasmo – Ma cosa vuoi guastare, che qua state già tutti “frecati!”. Tu mo’ vuoi
vedere che uno non è padrone di fare un regalo!!
Forbi – Erasmo, (suadente, flautata) …la Politica non è così semplice! …Tu la sai
la storia…
Erasmo – So la Storia, la Geografia…
Forbi - …La storia del contadino che stava portando una mela alla regina!?
Erasmo – E sentiamo questa storia.
Forbi – (con arte a raccontare) Bene! …Mentre la stava portando incontrò il Gran
Ciambellano…
Erasmo – Chi!?
Mimì – Il Gran Ciambellano!!!
Erasmo – Ho capito, quello che fa i taralli!
Forbi - …Che gli dice: - Dove vai buon uomo?-. E il contadino: - Voglio portare
questa mela alla regina!-. – E tu, gliela porti così? Ah, ah, ah !-. Proprio allora
passava un paggio che portava una mela alla regina. Ma come la portava!
Come la portava!? …Sopra, sopra!?...
Erasmo – Sopra il cavallo!!
Forbi – Sopra una guantiera d’oro ornata di merletti!! (pausa) Hai capito ora! Hai
capito!? …La prassi, il protocollo… oooohhh. (soddisfatta)
Mimì - …La mela, la mela, non era più la mela!!
Erasmo – Era un melone!?
Forbi – La mela assumeva tutto un altro aspetto!!...
Erasmo – Sii, ma voi non sapete come andò a finire la storia: - …Quando la regina
acchiappò la mela e le dette un morso: nnggrooo! (se possibile col rumore
classico croccante) …Dentro trovò, trovò…
Forbi - …Un verme!... (inorridita)
Erasmo – Nooo! Ne trovò metà! L’altro se lo aveva “fregato!!!”.
Forbi – Che schifo, dissacrante… (esce disgustata)
Erasmo - …Il merletto, la guantiera…, tu non sei nemmeno un tegame per infornare
i fichi secchi!
Mimì – Cafone prezzolato, ora mi fa pure una… petizione!
Erasmo – Mimì, tu, le pepti…zioni le devi fare col culo tuo e non con la tromba mia!!
Anzi, ora la prendo e me la porto! (si avvia)
Mimì – Ma siii, te la pagheremo, te la pagheremo! Lasciala e vattene! …Faremo la
delibera, andrà in Giunta e in pochi giorni…
-13 -
Erasmo – “Pochi giorni…”. Mimì, ora te la dico io un’altra storia. Tu ricordi il
Presidente Pertini quando andò a trovare i terremotati dell’Irpinia… Mentre
girava…, sai Pertini con la pipa, incontrò un bambino scalzo. (ne imita
l’andamento e la voce) – Oh povero bambino, povero bambino! Dimmi che
cosa posso fare per te? Che cosa vuoi, cosa vuoi? -. E il bambino: (ne imita la
voce) – Signor Presidente, volevo un paio di scarpe numero 44! -. - Ma come
mai bambino, come mai bambino…,vorrai darle al tuo papà!?-. Bravo, bravo!
– Noo, la verità, Presidente, non sai… fino a quando mi arrivano!!!-.
Mimì – Uuuhhh!! Ma questo è pregiudizio a priori, ottusaggine. Qua siamo proprio
alla depravazione! Ma perché non dite chiaro e tondo: “Assessore, io di voi
non ho fiducia… (infervorato prende la poltrona della scrivania, non sa cosa
fare, la sbatte per terra davanti alla scrivania – quindi si avvicina
minaccioso ad Erasmo) Ditelo! Non parlate sempre alle spalle. Abbiate il
santo coraggio… Ed io acchiappo e me ne vado!
Erasmo - (lunga pausa, si volta, convinto) Ass…!!
Mimì – Seeee, (conscio della gaffe accelera e si siede sulla poltrona a mantenerla
con tutte e due le mani) E’ comodo parlare, generalizzare… si metta nei miei
panni. Vieni un po’ tu al posto mio…, ah,ah,ah, faresti la fine del Sindaco di
Curtocicerchia che lasciò tutto e disse: - Questa è la chitarra e ve la suonate!
Erasmo – Quanto sei antipatico quando hai ragione!
Mimì – E’ facile, è facile parlare…! Qua la dobbiamo smettere con…
Erasmo – La credenza!
Mimì – Con questo atteggiamento di comodo…
Erasmo – Col comodino!
Mimì – (arrabbiato, si confonde) E per una volta tanto cerca di essere serio! Cessa di
esserlo!
Erasmo - …!? “Essenza di cesso!”.
Mimì – Ebbene… “sillo!!!”.
Lillina e Giulia – (entrano e si fermano sulla porta – brusio- quindi una voce)
Voce – Signora, arrivate bella fresca fresca…
Lillina – (si volta seccata) Io posso entrare come e quando voglio. Io sono la signora
Lillina, la moglie dell’Ass...
VOCE - …ssassino! (seguono fischi, quindi Lillina chiude la porta) Cafoni!
Ma guarda un po’ che gente devo rappresentare al Gemellaggio! (srotola una
stoffa vistosa, se la fascia addosso) Che ne dici, per la cerimonia, va bene
questo taglio?
Mimì – (senza guardarla) Si, si, va bene va bene!
Lillina – E si, senza vedere: “Va bene, va bene!”. Che cosa stai facendo! (fa volare un
po’ di carte, lo strattona) Guarda a me! Queste sono le cose importanti!
(posa con la stoffa fasciata)
Erasmo – Che quadro!...
-14 –
Mimì – (con sufficienza) Si, si, è una fiaba, una poesia!
Giulia – (scatta) Per la festa di Natale, la più bella che ci sia…
Erasmo – Arrivederci, Assessore…
Mimì – Va bene, va bene! E che stiamo morendo di fame!
Erasmo – Uè Mimì. A me queste parole non me le ha mai dette nessuno. E di grazie a
questa bambina, altrimenti ‘sta tromba te la suonavo in quella zucca vuota
che hai! Anzi, l’hai vista? E non la vedi più! E sai che faccio? Vado personal-
mente sotto al Comune di Spekingen. Faccio una bella suonata e gli dico:
Signor Sindaco del Rathaus,
questa tromba ha girato per paesi e città.
Te l’ha suonata col cuore Erasmo Colazzo,
alla faccia di Mimì che tiene la testa di…
Lillina – Che cos’hai da dire dell’Assessore, di Mimì mio!? Mio marito ha giudizio
da vendere, ha sempre avuto le idee chiare. Sin da quand’era bambino ha sempre avuto la mente luminosa…
Erasmo – Si, la mamma lo metteva sul comodino per far luce!
Lillina – (isterica) Mimì, perché non prendi provvedimenti!
Mimì – Basta, se ne vada o la faccio arrestare per oltraggio a Pubblico Ufficiale, per
vilipendio! Vattene, prima che non ci veda più!!
Erasmo - Prima mi chiama per far luce, ora non ci vede più… Mah, quando si dice:
la Corrente Politica!
Prudenzia – Papà, ma insomma ti vuoi ritirare. Sisina deve andare alla Sposa e vuole
le scarpe. Che, l’hai dimenticato?
Erasmo – Ah si. Assessore, scusi sai dov’è Sassari?
Mimì – Mah, sarà in Parazuelo!
Erasmo – Scusate se la mia incompetenza non è uguale ala vostra! Siccome mio
figlio soldato deve fare il Giuramento, ne approfitto e arrivo in Germania.
Si, mi porto pure a Prudenzia e sulla Ditta scrivo: “Chiuso per Ferie!”. (esce)
Mimì – Ma si, vai, tanto tu non arrivi nemmeno a Bitritto!
Napoletano – Scusate, così, senza impegno: vulisseve n’orologio d’oro zecchino,
delle monete antiche…, vulisseve na pistola! (la punta su Mimì, allibito)
Mimì – Ma chi vi fa entrare, se ne vada!
Napoletano – Oè, abbassa la voce…, ma chi vi dà tutta questa confidenza! (si avvia)
Forbi – Ha chiamato Assess…
Napoletano – (sulla porta) Vulisseve ‘nu pianoforte, ‘nu violino, …’na tromba!!
Forbi – (richiamando all’attenzione Mimì) Ha detto, una tromba!?
Napoletano – Cinque minuti e vi porto tutta l’orchestra!
Telefono – Driiiiin,driiiiin
Mimì – Si, si, si, si… Scatta la solita musica. Il sipario si chiude. Musica a finire)
Fine Primo Tempo
- 15 -
Secondo Tempo Trombandiera
La scena si svolge sul Comune tedesco di Spekingen. Scrivania ordinata
con fiori, tre telefoni, quadri con vedute classiche della Germania, emblemi, sagome di due trombe dorate attaccate una sul muro e l’altra sul frontale della scrivania.
Telefono – Driiiin, driiiiiin,
Otto Luzzen Assessore Tedesco – (entra rapido seguito da Fuerciosen detta
“Fuerci” segretaria bionda, sexy – risponde Otto) Ja, ja, ja… ma koza kretere
ke Komune, Rathaus, ezzere mukka ta muncere! Nain nain nain!! (chiude)
Tutti folere, tutti folere… skifezzen… (si siede comodo, cambia tono) Koza
tire, koza tire poppolo, cemellaccio kon paeze italieno?
Fuerciosen – (sempre scattante) Poppolo esultanten!
Otto – Kome ezzere esultanza!
Fuerci – Krantioza!
Otto – Und ofazionen?
Fuerci – Spontanien!
Otto – Priscizzen?
Fuerci – Naturalen!
Otto – Wunderbar! Nostr Amministrazionen afere fatto pazzo afanti kammino
Fratellanz Montialen!
Fuerci – Però…
Otto – Nain però…!
Fuerci – Partito Opposizionen trovare kafillen, felenen…
Otto – Malelinkue, infitien! Ki non fare nient ezzere perfetten!
Fuerci – Tire… precizion und orkanizzazione teteske mess tura profa ta purokrazie
italiene!
Otto – Ja, paeze italieno più tifficile altri nostri paezi cemelli: ma noi sforzare, trofare
unionen… Kreare nostro Paeze Paratize Montialen! (con enfasi) Penzare…
intellighenzia franzese, orkanizzazionen teteske, precision ciappanaise…
Fuerci – …Kasinen italianen!...
Otto – (sincero) …Fantasie, kalore italieno! …Ezzere kasinist …ma zimpatik!
Fuerci – Inferno? Pastare orkanizzazionen italianen…, penzaren, a me tate
appuntamenten. Fare aspettare tue…
Otto - …Minuten!? Ooooh! (scandalizzato)
Fuerci – Tuee oreen!!! Sott sonne skallanten per inizio cerimonien… Arrivare
Burghermeister kome nient fussen ritère…, tire: - Folere skusaren antizipo
ritarten?
Otto – E tu koza afere rispost?
Fuerci – Io non rispost. Io penzaren… forze afere spacliato ciorno… io afere
fekaten abbuttaten!
Otto – Malen! Tu prefeteren, tu informaten! Tu afere kreate kompless ti kolpa in
- 16 -
sensipile personelite italianen! Tu prozzima folta stare meno precizionen!
Fuerci – Ja, io atekuaren, arrivare kon… trai minuten ritarten!
Otto – Nain, trai ciorni, trai settimanen! Aaahhh.
Fuerci – (porge un fax) Darf ich, darf ich, fax paeze cemello italien!
Otto – Thanke! (legge) Rhataus-Munizipio Itaclia – “Potreppe ferifikarzi anke se
tifficilmente, ipotèzi arrifo falz rappresentanten italienen kon omaccio trompa
skassaten. Kuest uomo afere nome Erasmo Colazzo tetto”Strazzonen” – Kuest
paeze fare impazziren, meclio linkua ciappanaise! – Ripeto – Kuest Colazzo
ezzere skrifellaten und mankare rotellen. Tipik mafioze italieno, acire kon
Prudenzia, (Ah, kompagna mafioza). Supito allicciaren und non tare sottisfa-
zionen per non kuastare zerimonia uffizialen ti skampio konzegna doni und
reciproka fratellanza. Stop – Firmato: Tomenico Laprassi.
Fuerci – Protokollen?
Otto – Jà. Ahhh, italien sempre proplemi, sempre proplemi. Paeze cemello disastren!
Itaclia 10.000 paezi! Proprie kuest paeze sciakuraten tofefa kapitaren… ma ki
afere kapate kuest paeze!?
Fuerci – Computer teteske… stapilite analiz: Kuest ezzere paeze micliore!
Otto – Micliore? (prende un altro fax) Altro fax ciorni fa mantato a tire, sentiren
sentiren altra koza riticòla: “Pantiera ti skampio cerimonia cemellaccio lasciata
fuori palkonen Rathaus. Turante notte, pioccia, ‘ndrunizzen und lamp,
kraninaten und pantiera strazzaten und tutta ripizzaten. Noi stapilire sistema
prifate per nuofo skampio und rinsaltare, amicizia …vinculo skassaten ta
malelinkue, zizzanien und allusionen. Stop
Fuerci – Ja, anke nostro paeze, Partite Opposizionen fare serpecciare foce ke pantiera
essere stata rupaten und vandalizzaten…
Otto - Per la fèrita … io afere in krante sekreto, proffetuto a perzonali intacini…
(sottovoce) sapete kuestionen essere molto telikaten. Kieste aiuto Forze Politik
Italiene…
Fuerci – Afere konkluzo intacini? (ansiosa)
Otto – Ma manko per il ka…iser! …Non ankora aperten, strafrekaten!
Fuerci - Ah, italiani penzare solo makkarunen, mandulinen, telefoninen…
Otto - …Froilen, pare, anzi sikuren… ke pantiera essere stata tiraten und palkonen ta
pampini italieni maskalzini!
Fuerci – Ticèsi: - mascalzoni! -.
Otto – Io studiato lingua italiana: ticèsi maskalzini, perkè pikkoli!
Fuerci – Kinder, pampini Cermania , infece più puoni!
Otto – Non tanten, non tanten… altre kulaperten filipustieren!
Fuerci – Afere tutte strappaten?
Otto – Ja, pantiera molto krante appesa palkonen. Arrivare kuasi terra. Pampini
italieni zumpaten sopr spallen… und tiraten! Ticèsi ke tutt kinder afere fatto
mantelle e ciokate moskettieren, Robin Hood, kome nostro Paeze!
-17 -
Otto e Fuerci – (unisono) Oh skantale… katastrofe, katastrofen!!!
Otto – Kiaren…, krante Cermania, krante pantiera! Noi timostrare ezzere kranti.
Pantiera zwanzigmalzweiundzwanzig metren krante… ooohhh!! (pausa)
Io afere succeriten: per italianen pikkola pantiera… ti ferren! Italieni non
pataren… ezzere sempre kontent…
Fuerci – Ja… ultimo moment non trofare spako, pizzikarolen, lekare , kasinen…
Otto – Atessi noi stutiare, trofare sisteme telikaten per ritare pantiera und non far
ritère Partite Opposizionen. Stare stutiare zerimonia prifaten…(Fuerci esce)
Telefono Driiiiiiin, driiiiin,
Ja, ja, ja, ja… (scatta il solito ritornello musicale)
Rosamunde, moglie di Otto - (nel frattempo entra) Piacere akkonciature und
festite per zerimonie? (mostra un taglio colorato, vistoso. Se lo fascia
addosso, posa) Ah, maine festite ezzere molto elekante. Fare krepare
t’infitia kolleka italiena!
Otto – Ma tai, non pataren queste koze.
Rosamunde – Io afere kapate tutte rifiste italiene (ne sfoglia alcune) Perkè semprare
più elekante azzai!
Otto – Zentire! (scocciato) Noi stare prepararen tettaklien mazzima importanza per
tefinire imminente zerimonie. Tu per favore antaren, lasciare noi laforare…
(si siede, tutto preso, in realtà non sa cosa fare)
Rosamunde – (si siede sconcia, accenna alle scarpe strette) Ah, maletette skarpe
strette! (se ne toglie una)
Fuerci – (si presenta) Afere kiamate!?... (sexy)
Rosamunde – Nain, non afere kiamate! (Rosamunde richiama Otto che si era
distratto a guardare Fuerci) Tu, laforare molto… ja… io, ritornare ti
nuofo… (esce)
Porta – Toc toc toc!
Fuerci – (va alla porta, apre) Folere aspettare?
Otto – Ki ezzere?
Fuerci – Herr Fritz Vakanduriz!
Otto – Ankora kuello skocciatoren. Fare attentere, noi afere krante propleme sopr
tappeten!
Fuerci – In the morghen ezzere fenuto funf folte! (accenna 5 con la mano)
Otto – Fare aspettare!
Fuerci – (sulla porta) Folere attentere tanke!
Fritz Vakanduriz, contadino tedesco – (entra deciso) Attentere, aspettare? Essere
tifentato Italia?
Otto – (scocciato) Folere akkomotarzi. Tire suppito kosa folere!
Fritz – (la prende comoda) In the morgen io fenire, salire scentere, salire scentere…
Otto – Tika!! (risoluto, accenna ad essere breve)
-18 -
Fritz – (a continuare)…Salire scentere, salire scentere…!
Otto – TIKAA!!!
Fritz – Tunkue… però, tu stare kalmo, se no, non akkapuzzaren kuanto io tire.
Otto – Sprechen! Tire, tire!
Fritz – Tunkue… mio patren ormai fekkio, stare per antare “quattro tummen”
(accenna con le mani) Ta ciofane afere fatto soltato Italia tel sud, in un
paeze… non rikortare nome… ke fare krante Festa allumaten. Lui trofato
pene. Kranti amici, tanti amici… in particolare eine ke zuonare trompeten.
(pausa) Lui rakkontare ke cirare paeze und sidecar… brrrrr brrrrr (Otto è
sempre più scocciato) …suonare triusken, suonare triusken… Ora lui sapute
cemellaccio… e prima ti stentere pieten, afere krante tesiterie: tonare pantiera
nostro Paeze a Paeze cemello…, perkè rikortare Italia… ciofentù. Tu tare
pantiera, fare atto kafalleresko… umanitarie…, klain, pikkola pantiera…
Otto – Altre propleme…
Fuerci – Feramente sareppe soluzione semplice. Noi tare pantiera in forma non
ufficiale… Paeze cemello afere ti nuofo pantiera… zemplìce!?
Otto – (ne imita la voce) Zemplìce, zemplìce… (normale) In Polìtika non ezzere koze
semplici. Non sapete tire altren… purokrazie tofe mettiame, Opposizionen
koza tire! Italianen koza tire!! Poppolo koza tireee!!!
Fuerci – Beh, ciuste, moterne ekonomiko. Rizolfere tutto. Tare pantiera!
Otto – Nain! Noi tare in form uffiziale! (sottovoce) Ja, io ezzere present zerimonia,
io fare tiskorzo, tare metaclien… (sorride al pensiero quindi a Fritz) Tu antare,
noi proffeteremo, rizolferemo, vetremo…
Fritz – Nain, io stare kuà. Tu nain frekare mè! Tu tare pantiera!
Otto – Fa pene, noi uscire moment. Stutiare tettaclien. (esce con Fuerci)
Erasmo e Prudenzia – (dopo aver bussato entrano con la valigia-astuccio della
tromba. Entrambi imbacuccati) E’ permesso… io volere…
Fritz – (si siede alla scrivania - imita Otto) Folere, folere, tutti folere …ma koza
kretere ke Rhataus ezzere mukka ta muncere?
Erasmo – …Pure qua sono tutti nervosi… Prudenzia, senti a me: - Aspetta, aspetta
fuori!-. (Prudenzia esce)
Fritz – (cambia completamente tono, diventa gentile. Si diverte nel ruolo inedito)
Afanti, si akkomoti, si akkomoti!
Erasmo – No, non può essere, forse, ho sbagliato Comune. (confuso)
Fritz –Koza tu folere?
Erasmo – Io volere parlare con Sindaco.
Fritz – Afere appuntamenten?
Erasmo – No.
Fritz – Efitentement lei non sa ki ezzere Sintàko!
Erasmo – Evidentemente lei non sa chi sono io?
Fritz – E ki ezzere tu? Deputaten? Ministr? President?...
- 19 -
Erasmo – Esatto! Io sono il Presidente del Condominio di via Bruno Buozzi!!
Fritz – Ezzere nazione tifficile!?
Erasmo – Eehh, è una guerra continua. E chi la vuole cotta e chi la vuole cruda…,
chi non ha i soldi per il gas, e chi sbatte il portone, chi entra la bicicletta…,
se vuoi fare male sangue…. Eh, è difficile per noi uomini di governo!
Fritz – Koferno? Tu politik? Destr, sinistr? Komunist, Socialist!?
Erasmo – Noo, io Pagnottist!
Fritz – Ke kolore tuo Partiten?
Erasmo – (rapido) Celestinoverdemaretendenteall’aragosta!
Fritz - …!? Afere tokument!... Papir?
Erasmo – Tengo-la-tessera-d’identità! (la porge)
Fritz – (la guarda curioso) Ma kuant essere prutt!
Erasmo – Sei bello tu, con quella faccia di “ca…chizzo!”.
Fritz – (continua a guardare) …Faccia, kakizz…
Erasmo – (gliela toglie) Che guardi, che guardi… Gli dissi al fotografo: - Fammi
una fotografia a mezzo busto! -. Che ne so se quello me la fece da sopra o da
sotto!
Fritz – (sottovoce) Ma ta tofe ezzere kalate kuest luzzen ke parlare strana linkua…
Io prentere pizzikaten…, io sfottere… (ghignando) Ih, ih, ih!
Erasmo – (sottovoce) Mah, non saprei… Se tutti i sindaci hanno quella faccia… Mi
pare un buon fessacchiotto!
Fritz – Tunkue… tu fare kuello ke tiko io, tu fare attenzionen, actungh! (legge con
ritmo sostenuto a scandire)
“Tu portare tokument, faccimbront al monument.
Fare toppio fersament ti tuemilakuattrocent.
Sulla skala di zement tu trofar Kollocament:
far timprare tocument senza fare alkun lament.
Ritornare kome il fent senza perder eine moment!
(ride) Ih, ih, ih, ripetere, ripetere!! (porge il foglio)
Erasmo – (lo fa volare via - con naturalezza, rapidissimo in crescendo di voce)
“Tu portare documento, là di fronte al monumento.
Oh chi bussa al mio convento, sarà il mare, sarà il vento.
No, io credo sia il frumento che l’è mosso vien dal vento.
Ed è questo movimento che produce un lamento,
che a stento sotto il ponte di cemento
in quel di Agrigento, vicino a Benevento,
passava un bastimento carico d’argento.
A razzo mi butto: faccio un prelevamento,
di milioni trecento. Poi veloce come il vento,
faccio il versamento, ritorno in un momento!”.
…niente più!? (con noncuranza)
- 20 -
Fritz – Ma.., ma, inkretipile!! (scatta in piedi scioccato) Ma!…kome tu afere fatto!?
Erasmo – Mio paese, queste essere scemenzen… roba da bambini!!!
Fritz – (con più rispetto) Ti tofe essere tu, ti tofe fenire…Wurstenberg, Bafiera,
Baden Baden!?...
Erasmo – No, Puglien Puglien… tacchen Italia…, giu giu giu giu! (accenna con la
mano)
Fritz – Ah, tu tire koza folere. Io tare te tutto kuello ke folere… tant ki se ne fotten!
Erasmo – Io folere… togliere cappotten! Avere “caldacinen”…
Fritz – Bitte, bitte!
Erasmo – (si toglie il cappotto e la coppola) Ecco… Signor…
Fritz - …Burgermaister!
Erasmo – …Signor Porco…mastro… Io sono venuto da Sulofrizzo fino qua…
Fritz – Alt, tu ezzere Alta Cermania, Osterraich… Sfizzera, Papuasia? Tu ke linkua
parlare, io non kapire!
Erasmo – Io essere italiano. Paese gemello e venuto portare a te tromba. Io regalare
Tromba!
Fritz – Kome tu kiamare?
Erasmo – Erasmo Colazzo!
Fritz – Kolazzen? …Tuo patre… Martmeo Kolazzo detto “Triusken?”. (vino)
Erasmo – Ja,… (fra se) quant’era famoso la buonanima!
Fritz – Kolazzen, Kolazzen! Tu kalato ta ‘ncielo! (lo abbraccia con enfasi fra lo
stupore dell’immobile Erasmo)
Erasmo – Che peccato…, giovane giovane se n’è andato allo “spunto!”.
Fritz – Tu trompeten… parapà parapà parapaaaà.
Erasmo – Ja, io tromba. (apre l’astuccio e mostra l’insieme, compreso le foto
ingiallite del coperchio) Io avere portato taralluccen…
Fritz – (indica gioioso) Mio patre, kon…
Erasmo – Tuo padre… Kamarat Vakanduriz! Sulofrizzo, Italia!
Fritz – Jaaa, noi festecciare affenimenten!
Erasmo – Jaa, io avere portato due bottiglie di vinen! (le stappa, ne porge una a
Fritz) Tieni. Questo essere triusken duro!
Fritz – Fifa l’Italia! (alza la bottiglia)
Erasmo – Viva la Germania! (toccano le bottiglie e bevono a lungo – ovviamente
bottiglie oscure, vuote... Ma se volete anche piene!)
Fritz – Fifa Sulfrizzen!
Erasmo – Viva Spekingen! (a soggetto ridono, mangiano qualche tarallo bevono,
diventano amiconi)
Fritz – (accenna alle bottiglie) Solo tue, zwain potticlie!?
Erasmo – Per la verità io avere portato tamiciana. Ma alla Frontiera: Alt! Verboten!
Proibito tammicciana. Tu pakare dazio! …Non so quanto volevano… Eeeh, e a
quanto mi viene a costare questo vino? (imita la voce doganiere) – Allora tu lasciare! -. Tiè, cosi ve lo fregate voi!... Allora gli dissi: - Scusate, se io mettere
dentro “ventra”, pakare dazien? - . “Nain”. … E così, con la santa pazienza,
- 21 -
mi abbracciai la damigiana di dieci litri e glu glu glu… me la fregai tutta!
(ridono, bevono a soggetto, Erasmo imita l’ubriachezza) E…, questo vino,
mi riempie la panza… Viva la Fratellanza!
Fritz – Fifa l’amicizia! Fifa la Pace! … Jez, atesso ankio fare printisi italieno!
“Kuesto fino…, fare capille rizz, effifa Sulfrizz!”.
Erasmo – “Prosit, Alleluia, Gloria, Amen… evviva Spekingen! (bevono)
Fritz – Ora tu fenire kon me! Mio patren prima ti moriren folere sentire trompa
Italiena! Lui fare sempre… (accenna al motivo di Capriccio Italiano che
Erasmo riprende subito e che usa come sottofondo) …ja, lui riportare sole,
cielo, mare… Ultimo tesiterio, lui morire kontent… Ja, lui tonare te pantiera
nostro Paeze… lui morire kontent… ja, jà, tu fenire, tu fenire…
Erasmo – Si si, per così poco. (stanno per uscire)
Fritz – Aspettare… io prentere pantiera…, ma kome fare, kome fare… domanden,
permess, deliber…
Erasmo – Eh, ma stanno tante bandiere! Facciamo come in Italia: Ne “arronziamo”
una qualunque… (sta per toglierla dall’asta)
Fritz – Nain, Verboteeeen!!
Erasmo – Ma come, uno sta morendo!
Fritz – Verboten, proibito “arrunzaren!”.
Erasmo - …E allora proibito moriren! Dai, ne prendiamo una qualunque… (rovista
nei cassetti, ne trova una piccola. Fritz è reticente. Erasmo gliela ficca dentro
il gilè-panciotto alla tirolese) Dai, …come nonno Vakanduriz stende i piedi
la riportiamo indietro! Andiamo, andiaaaamo!! (stanno per uscire)
Napoletano – (sempre all’improvviso) Scusate, così, senza impegno… Vulisseve
n’accendine, ‘na bomba a mano, ‘nu carrarmato…
Erasmo – Ma… pure qua…
Fritz - …!? Da…sist!?
Napoletano – Ah, ho capito! …Vulisseve na collana da Burgermaister… (la poggia sulle mani di Erasmo) Tiè! Tutta argento massiccio!... Un vero affare,
n’affarone! E voi, (a Peppino) …volete ‘na fascia tricolore, per l’occasione,
per gemellaggi, surrogati e affini? (la poggia sulle mani di Peppino) Tiè, un
vero affare! Ne, vulisseve ‘nu registratore… (lo mostra e lo mette in funzione)
A musica, quant’e bella a musica! (ma i due rimangono freddi, perplessi. Il
napoletano ha un lampo di genio: scambia la fascia e la collana fra i due, che
a suon di musica mimano i rispettivi sindaci. Il napoletano fa salamelecchi
all’uno e all’altro. Alla fine squilla rapido il telefono)
Telefono –Driiiin, driiiin, driiiin, driiiiin… (rimangono perplessi, poi ognuno ne
prende uno - nella propria lingua rispondono all’unisono- poi se li
scambiano in allegra confusione)
Erasmo – Si, si, si…
Fritz – Ja, ja, ja…
Napoletano – Eccome no, ma si, ma si… (solito ritornello più lungo. Al termine…)
- 22 -
Erasmo – Brigatisti!
Fritz – Mafiozi!
Napoletano – Terroristi!
Erasmo, Fritz, Napoletano – TUTTI KORNUT!!! (unisono, scatta una musica
allegra. Al passo, posando e salutando escono)
Prudenzia – (titubante entra) E’ permesso? E’ permesso? …Non c’è nessuno?
E dove sono finita…!?
Krik Vakanduriz Trombettiere – (entra di corsa e arriva all’altra porta, cerca
qualcuno) …Darf ich? Darf ich? Papi? Papi? Wo bist du? (quasi vestito da
Trombettiere si accorge di Prudenzia, si avvicina curioso)
Prudenzia - …Scusi Principe Azzurro. Che, hai visto a papà? A uno con una
tromba!?... Ah Madonna mia, ma dove è andato a finire?
Krik – Hor mal, hast du eihen Mann gesehen, der eine Fahne suchte?
Prudenzia – …Uagliò, ma chi ti capisce?
Krik – Madchen, aber ich verstehe dich nicht?
Prudenzia – Io glielo avevo detto: - Papà vengo pure io. E quello: “aspetta, aspetta!”.
Krik – Ich hatte ihm gesagt. Papi, ich komme auch, aber der: warte, warte!
Prudenzia – Uagliò, ma che mi prendi in giro?
Krik - Madchen. Foppst du mich?
Prudenzia e Krik – (dopo qualche attimo ridono all’unisono) Ah, ah, ah, ah.ù
Krik – …Tu froilen italianen?
Prudenzia – Si, e tu froilen tedesco?
Krik – Ja, du kennen… fus ball?
Prudenzia – ‘Nz! (coi denti) E tu conosci a mio fratello? (tanto per dire qualcosa)
Sta facendo il soldato a Sassari!
Krik – Sassari? Wunderbar. Du heissen Sassari? Tu froilen Sassari!
Prudenzia – Noo, Prudenzia!
Krik - …Zazzari Prude Prude…!?
Prudenzia – E se ti “prude”… grattati!
Krik – Ah, Prudenzia…, Krattàti Prudenzia!
Prudenzia – E tu?
Krik – Krik Vakanduriz. …tu froilen Spaketti? Tu Makaroni? Wie koct man
Makaroni?
Prudenzia – Ah, vuoi sapere come si cucinano I maccheroni?
Krik – Jà.
Prudenzia – Dunque , …si prende il tegame e si mette a friggere la cipolla…
(Krik non capisce. Accenna alle lacrime) …cipolla!
Krik – Ah, zwuiebel… Zipolla!
Prudenzia – (continua con sottofondo musicale) …Quando zipolla rosolaten,
mettere dentro braciole… con aglio “petrosino”…
Krik – Praciole!? Petrosiglien…
- 23 -
Prudenzia - …Si aggiunge un po’ di vino e poi si mette la salsa di pomodoro.
Krik – Tomate? Und spaketti-maccarunen!? (Mima con le dita a forchetta in
modo gutturale)
Prudenzia – Aspetta, e che stai a morire di fame! …A parte si mettono a bollire i
maccheroni, si scolano, e sopra gli metti il ragù, il formaggio e… quando te li
mangi… ti fai a “riccio!”
Krik – Ah, riccien italien. Sonne..., das Meer, der Rimmel… Italia pella!!
Prudenzia – Germania… Wunderbar!! (escono sorridenti, meglio se con passi di
danza)
Telefono – Driiiiin, driiiinn.
Otto – (entra e risponde) Ja, ja, ja… (scatta il solito ritornello)
Rosamunde – (entra) Stare proffetere zerimonia?
Otto – Jà.
Rosamunde – (petulante) Rakkomanden non fare solito lunko tiskorzo, tartacliare…
pla, pla, pla…
Otto – Tu fare fatt…azzi tuoi!
Rosamunde – Tu kuanto ritornare kasa afere skiaffen und paparinen! (minacciosa)
Otto – Io ezzere preso ta proplemi… tu rompere… (piagnucoloso) Koza tu folere!?
Rosam.de – Tu askoltare prima Rosamunde, tua moklie. Tonne più ciutizio ti uomini!
Otto – Ma va…
Rosamunde – Tonne… musik ti tutto il monto!
Otto – Ma fammi faforen… Frau italianen più prafe, pelle, laporioze, affettuose,
umili…, non rompi…
Rosamunde – Tonne italiane ukuali tonne teteske, tonne ciappaneise, tonne franzesi,
…sempre arbait, sempre lavorare, sempre soffritture… Uomìni ti tutto il
monto: - Krattareee!!! -. (mima)
Otto – Ah, tonne italiene kalte, komprensife, tiferze…
Rosamunde – Tonne italiene ukuali tonne teteske: - Stare stezzo nofe mezi per fare
pampini!-. (piange stridula) Iiiiihhhh!!!
Otto – Ja… (comprensivo) Tonne teteske, tonne italienen, tonne ti tutto il monte,
essere wunderbar, merafikliose… (le bacia la mano, le porge un fiore)
Rosamunde – (si riprende, mostra una stoffa vistosa, se la fascia addosso) Piacere
kuest taklio festito? Ja, io fare pella fikura! (si siede dolorante) Ah, maletette
schohe strette!
Telefono – Driiiiin, driiiiin, driiiiin
Otto – Ja, ja, ja, (scatta il solito ritornello, però si interrompe bruscamente, rimane
allibito) …mah! Kome tire?... In arrifo Kommissionen Italianen!? Komune
ti Sulfrizzo per konzegna trompa e ritiro pantiera! Ma… jà! Noi ezzere pronti
-24 -
per krante zerimonia! Noi afere ta tempo preparate tutte. Jà…, io mantare
prentere Kommissione makkina komunale…, ja… saluten, saluten Itaclia,
awufiedersen! Tanche! (chiude, smorza il sorriso) Italieni sempre proplemi,
sempre proplemi… non tormire nacht!
Rosamunde – Io antare preparare per krante zerimonia! (esce)
Otto – (chiama Fuerci che accorre) Sekretaria! Proffetere suppito per zerimonia
Cemellaccio. Noi fare fètere krante effizienza und precizione Cermania! Ja,
antare banhof, stazione…
Fuerci – (a disagio) Assessoren, makkina komunale riparazionen…
Otto – Prentere altren!
Fuerci – Spariten.
Otto – Oh, nain. Maletizionen, ma ke stare Itaclia? Afere miskiate malattie?
Fuerci – Kaine propleme, kaine propleme, italieni arrifare sempre ritarte, noi fare in
temp! (si sente bussare, va alla porta, la apre e rientra allibita)
Kommissionen Italiena!!!
Otto – Impossipìle, ezzere Kommission Ciappanaise!
Fuerci – Nain Italianen!!!
Otto – Inkretipile… katastrofe, KATASTROFEEE!!! …Sekretaria, tu trattenere
ospìti, noi fenire suppito! (esce)
Fuerci – (fa entrare la commissione Italiana) Bitte!
Mimì con Lillina e Giulia la figlioletta – Guten tag! Guten tag! (non sa dire altro)
Lillina – (si siede sconcia, affranta) Ah, sorte mia! Quanta strada a piedi…, non ce la
faccio più! (si toglie una scarpa) Ah, che delizia…!
Mimì – Per piacere Lillina, un po’ di decoro, un po’ di contegno! (però anche lui è
a disagio per un impellente bisogno. Si preme l’addome) Aaaaaahhhh.
Lillina – Ah, i calli!
Giulia – Papà pipì! (piagnucolosa)
Mimì – Nel nome del…. (accenna preghiera) Scusi… (a Fuerci, fa il segno del WC)
Fuerci – Assessore afere kiamate? (sexy)
Mimì – Sìììì.
Lillina – (lo zittisce) No, Mimì mio non ha chiamato! Non ha bisogno di niente. Io
per Mimì sono tutto!
Mimì – Magari fossi un cesso!!
Lillina – (sottovoce) Ma io a questa l’ho vista di nuovo! …Ma è proprio vero che
tutto il mondo è come casa tua!
Fuerci – Folere skusare, kiamare Kommissionen!
Lillina – (a Mimì) Aggiustati, mettiti in ordine… (Mimì si toglie il cappotto. Sotto
indossa già la fascia tricolore- frasi a soggetto – gli aggiusta la cravatta,
la fascia) Quanto sembri bello! (anche lei si toglie il cappotto)
Otto – (rientra in gran pompa, con collana e medaglione. Krik con mantello e
cappello piumato. Rosamunde con vestito, cappellino e borsetta uguali a
quelli di Lillina. Si mettono vicine, si scambiano abbracci con affettata
-25 -
effusione e occhiate furtive per i vestiti uguali. Gli uomini, strette di mano protocollari e parole d’occasione)
Mimì – (sempre con la frase) Guten Tag! Guten Tag!
Otto - Pene! Tiamo inizio kominciamenti Zerimonia pripri-pripri-fata: Musik!
(musica marziale. Nel frattempo le due signore si guardano in cagnesco
misto a curiosità. Si scoprono a guardarsi negli stessi punti e nello stesso
tempo. Attaccano un serrato cicaleccio. Al termine della musica continuano,
ma vengono zittite dagli imperterriti Otto e Mimì)
Otto e Mimì – Sccciiii!!! (rabbiosi – Fuerci consegna la pergamena a Otto che
si accinge a leggerla in modo solenne…. Ma a Mimì squilla il telefonino.
Imbarazzo di tutti. Finalmente legge solenne)
“Kueste, diese Verschwisterung, die Liebe der Volker gewollt hat, muss vom
Austauscher gaben besiggelt sein; Gaben, die aus dem Herzen entspringen und
Die Schwuierigkeit uberwinder. Die gemendinde von Spekingen ubergibt
Sulofrizzo innen dieheue Fahne, Opfer der Machenschaften, alò Symbol von
Erneyerter und ewiger Bruderlichkeit!”.
Tutti –( calorosi e stretti applausi di convenienza) Clap, clap, clap!
Fuerci – (consegna l’astuccio contenente la bandiera ad Otto- si tratta dello stesso
dal quale Erasmo ha trafugato la bandiera per darla a Fritz)
Otto – (lo apre e rimane allibito, incredulo) SPARITEN? …Io afere tetto: - Pikkola
pantiera!-. Ma kuest non ezzere nemmeno pantiera frankopollen… (in grave
disagio)
Napoletano – Scusate, così, senza impegno: vulisseve ‘nu sottomarino atomico, ‘na
testata nucleare, ‘na bandiera d’occasione… (ne mostra di vari colori)
Fuerci – (invogliata dal napoletano coglie a volo l’occasione. Arraffa la bandiera
tedesca - la mette nell’astuccio e la consegna a Otto) Assessoren…
Mimì – Anche qua. Ma chi li fa entrare…
Otto – Kuest ezzere moment solenne! Se ne vata!
Napoletano – Uè, skuzate tanten!! (esce rapido posando)
Otto – (consegna la bandiera a Mimì che a sua volta la dà a Giulia che ricambia con
la pergamena) Musik! (riattacca la musica italiana)
Lillina e Rosamunde – (riprendono il dialogo serrato. Continuano anche al termine
della musica – argomento: scarpe strette – se le scambiano, quindi insieme
esclamano con soddisfazione) Aaaahhhh!!!!
Otto e Mimì – Sccccciii!!! (le zittiscono in modo rabbioso. Quindi Mimì legge in
modo solenne)
“A nome del Comune di Sulofrizzo, della cittadinanza tutta, osannante e
giuliva. Le porgo il simbolo di amicizia destinato al Comune fratello di
Spekingen. Il suono di questa tromba andrà al di là di questa stanza. Valicherà
confini e frontiere, mari e monti, per unire in un eterno abbraccio tutti i popoli
del mondo!”.
- 26 -
(applausi -si scambiano baci e abbracci con Otto – consegna la splendida
tromba con gagliardetto del Comune di Sulofrizzo – Otto la prende
dall’astuccio infiocchettato con nastro tricolore e la consegna al trombettiere.
Lo invita a suonare) Schpilen trompeten! (il trombettiere si atteggia, si
gonfia ma la tromba non emette nemmeno un lamento. Il trombettiere riprova
dopo sorrisi di disagio, in un’atmosfera gelida e imbarazzante: niente!!!)
Mimì – (sottovoce imprecando) La tromba del cognato di Napoli, sai che poesia!
Giulia – “Per la festa di Natale…
Mimì – Fermati…!!! (la blocca con una mano sulla bocca)
Otto – Schpilen! SCHPILEN!!! (incita di nuovo il trombettiere che riprova deciso.
Ma ancora una volta niente! Riprova, e finalmente… una tromba lontana a
mano a mano in crescendo. Si tratta di Erasmo che entra in scena suonando la
vecchia tromba. E’ seguito da Fritz e Prudenzia. Si susseguono le musiche di
tromba in allegra alternanza e armonia. Il trombettiere, finalmente si sblocca
e mostra tutto il suo valore. Gli uomini politici e gli astanti, in un primo
momento allibiti e sconcertati, si riprendono con sorrisi di ammirazione, di
stima e di gioiosa fratellanza. Cala il sipario)
F I N E
Musiche facoltative consigliate:
- per il trillo del telefono: “A voi brontoloni” di E. Abbate
- per il racconto di Erasmo, sottofondo da: “Augurio” di Pucci
- per il ballo mimato di Fritz ed Erasmo: “Pierina” di Pucci
- per i ragazzi: “Vorrei volare” di Vancheri
- per la cerimonia del gemellaggio: “Augurio” di Pucci e “Trombe Aida” di Verdi
- collage finale: “Augurio” di Pucci, “La bella Gigogin”, e “E le stellette” di Ignoto
Materiale per la buona riuscita dello spettacolo:
Una tromba nuova splendente con gagliardetto, in astuccio infiocchettato con nastro
tricolore – una tromba vecchia in astuccio sdrucito. All’interno foto ingiallite, elenchi di paesi – tre telefoni – quadro con fotografia del Presidente della Repubblica
Italiana – idem Germania – quadri con vedute di paesaggi locali italiani – idem tedeschi – scartoffie a pacchi – due fax – tre tagli di stoffe diverse e appariscenti –
vestiti ugualissimi nei particolari per le due mogli, da indossare al momento della
cerimonia (colori consigliati: rosso o giallo o bianco a pallini vistosi) due borsette,
due cappellini – riviste di moda – cassetta a tracolla e giubbotto imbottito per il
napoletano con cianfrusaglie a soggetto e citati nella commedia come: orologi, accendini, due fasce tricolori: una per Mimì e l’altra per Erasmo – collana con medaglione per Otto – una pistola – foto porno – una bandiera italiana – due bandiere tedesche di cui una in astuccio – portafiori – cappello piumato e mantello -
due bottiglie con tappo svitabile – tarallucci – Una parrucca bionda (o nera) per Fuerciosen – …un po’ di buona volontà! Grazie!