La tua buona stella

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Roberto Zanini

La tua buona stella

Alcuni grandi re, sovrani di paesi lontani, si incontrano lungo la strada che hanno intrapreso, sulla scia di una cometa. Non sanno dove quella luce di stella li porterà, né conoscono il preciso motivo di quel viaggio; ma nel loro cuore sentono di fare la cosa giusta, sentono di dover continuare malgrado i dubbi e le avversità. “La tua buona stella” è la storia dei Magi e del loro cammino guidato dalla fede; un cammino su un percorso sconosciuto, per il quale è richiesto di abbandonare la sicurezza della propria vita abituale in virtù di un richiamo interiore più forte, di una ricerca che nasce dal cuore; un cammino che diventa metafora della fede di ognuno e della propria disponibilità a farsi guidare da essa. Ma partiamo dall’inizio...

(1° Re)        E’ da molto tempo che faccio questo mestiere, il guardastelle: con i piedi appoggiati sulla terra guardo il cielo sperando di trovare qualcosa che dia più luce al mio mondo, più serenità. Vorrei, come in un sogno, staccarmi da questa realtà per volare tra le stelle, forse lassù troverei un po’ di pace, più di quanta ce ne sia quaggiù!

(CANZONE “GUARDASTELLE”)

Da qui mi piace calcolare le distanze, da qui proiettarmi nello spazio siderale, da qui... da qui da milioni ad occhio e croce di persone. Da qui ho conosciuto la costellazione, da qui senza mai guardare dentro un cannocchiale... perché la mia vista... vede è una lente naturale. Ho fantasia e posso anche volare... la fantasia lo sai ti fa volare... Guardastelle... guarda in questo mare di stelle... mi perderò in te. Guardastelle... guarda è un cielo di fiammelle... il buio più non c’è.

Da qui mi stacco da terra ad immaginare... da qui... chissà se c’è un Mistero grande da scoprire, da qui... una libera preghiera e una pace da inventare. Ho fantasia e posso anche volare... la fantasia lo sai ti fa volare... Guardastelle... guarda in questo mare di stelle... mi perderò in te. Guardastelle... guarda è un cielo di fiammelle... bruciano per te. Sotto il cielo la terra... ogni uomo una stella... Una speranza caduta tra la scienza e la guerra. Guardastelle... guarda in questo mare di stelle... mi perderò in te. Guardastelle... guarda è un cielo di fiammelle, è un cielo di fiammelle.

Guardavo il cielo quella notte, come tutte le notti. E come ogni lunghissima notte annotavo. Scrivevo tutto, qualsiasi osservazione, anche la più banale, qualsiasi movimento stellare, qualsiasi anomalia. Credevo di osservare il cielo (illuso!) ero un cieco ai bordi dell’universo. Quella sera me ne accorsi, la sera in cui quella cometa scheggiò il nero ventre stellato. Fu il primo corpo celeste che non trovò spazio tra le mie righe. Provai a descriverla, non riuscivo! Cercai le parole giuste... niente da fare. Ma dovevo parlare di lei, di quella cometa che mi chiamava! Capii che per ascoltarla dovevo avvicinarmi a lei, non potevo lasciarla scappare, dovevo mettermi in cammino. E così feci. Non fu facile decidere di partire, decidere di lasciare tutto per un bel po’, decidere di chiudere i libri e arrotolare le carte celesti. Non fu facile partire, ma ancora più difficile fu il cammino. La cometa non smetteva di fissarmi, a volte sembrava mi conducesse. Era come se quel sogno venisse a strapparmi dall’oblio... venisse ad aprirmi gli occhi. Ma non ce l’avrei mai fatta se non avessi incontrato due compagni di viaggio.

(CANZONE “MA QUANTA LUCE IN QUESTA NOTTE)

(2° Re) Anche questa notte sto a guardare le stelle che brillano su di me, quanta strada ancora mi tocca da fare, ma quando si arriverà... La rotta che ho seguito fino ad oggi non mi basta più! Guardo intorno e so che il mio cammino non si ferma qua! Quanti sogni ho fatto in quel paese lontano dove sono nato io, tutte le speranze che sentivo nel cuore mi hanno fatto dire addio alla mia gente, alla mia terra e ricco della libertà anche questa notte sto a scrutare le stelle e cerco verità.

Ma quanta luce in questa notte sui viaggiatori che camminano e non si fermano stanotte i cercatori del Bambino Re.

(3° Re) La stella mi ha guidato fino ad oggi e sento che ora tocca a me, succede nella vita che nessuno può decidere per te, ma io non ho paura di affrontare la mia vita che si apre all’improvviso e poi risponde a tutti i miei perché... Ma quanta luce in questa notte... Non mi manca niente, eppure un dubbio c’è, cos’è che poi ti fa felice, tu lo sai? Sento che io troverò la luce che infonderà nel mondo la fraternità. Ma quanta luce in questa notte...

(1° Re) Fu con loro che camminai. Camminavamo di notte, quando il mondo si fermava, quando il sole si distraeva, quando la cometa ci conduceva. Ci fermavamo di giorno, quando il mondo si stordiva in affanni infiniti, quando il mondo si perdeva in abbagli. Mi sorprendevo spesso a pensare e ripensare al momento in cui presi la decisione di lasciare il mio palazzo: lo consideravo un miracolo. Fu in quei giorni che capii che il vero miracolo erano quelle notti in cammino. Era quel tentativo condiviso di tenere aperto uno spazio per Dio, tenerlo aperto perché quello spazio ci era stato donato dalla Verità, che di lì a pochi giorni avrei incontrato.

(QUALI DONI)

(2° Re) Quali doni ti posso portare, Dio di questo cielo, se sei tu ad offrirmi la vita, cosa mai il tuo servo può dare, tra le mani il mio niente ricevi, Dio di questa terra, fa’ che splenda il tuo volto su me, fa’ che possa adorarti, Signore.

Ecco il tuo dono, o re, prendilo ed offrilo a Dio, e non temere, niente paura, Lui l’accoglierà.

(3° Re) Quali doni ti posso portare, Dio dell’universo, se sei tu ad offrirmi la luce, cosa mai il tuo servo può dare, tra le mani il mio niente ricevi, Dio di questo mondo, fa’ che splenda il tuo volto su me, fa’ che possa adorarti, Signore. Ecco il tuo dono o re...

(1° Re) Quali doni ti posso portare, Dio della mia vita, se sei tu a donarmi il respiro, cosa mai il tuo servo può dare, tra le mani il mio niente ricevi, Dio, soffio di gioia, fa’ che splenda il tuo volto su me, fa’ che possa adorarti Signore. Ecco il tuo dono o re... E non temere, niente paura, Lui l’accoglierà, l’accoglierà.

(Sacerdote) Ma in famiglia, dov’è Dio? Se uno entra in una chiesa, sa che Dio è nel tabernacolo. Ma in casa dov’è? Credo che una delle avventure più belle della famiglia sia quella d’individuare nella propria casa la presenza di Dio, di ricercarla. Dio è una presenza poco ingombrante: è il Dio nascosto. Mi sono davvero divertito per alcune estati ad impegnare gruppi di famiglie in questa ricerca. Avevamo impostato il lavoro così: “Premesso che Dio è in casa vostra (lo sappiamo per fede) e avendo convissuto con Lui per cinque, dieci, venti, cinquanta anni, vi sarete accorti qualche volta di Lui. Ognuno ripercorra la propria vita familiare e pensi a quando ha percepito la sua presenza”. Fu una cosa bellissima sentire come tutti avevano percepito la presenza di Dio quando era stato annunciato l’arrivo di una nuova vita. “E’ impossibile, mi diceva un giovane papà, sapere che una nuova vita arriva e non comprendere che Dio ha collaborato con te”. L’altro momento tipico in cui si percepisce la presenza di Dio in famiglia è quello della Croce, l’ora della prova. Le croci in famiglia spesso non vengono mai da sole, per cui si ha la sensazione di soccombere. Quando la serenità si riaffaccia, si ha la percezione viva di essere stati miracolati... Individuare la presenza di Dio e vivere con Lui, è l’avventura spirituale della famiglia cristiana. Fare l’esperienza che Dio è presente, è vicino significa sperimentare che Egli è in casa con voi, misteriosamente, ma realmente. E’ questo che Dio desidera offrirvi. E se ci ha fatto sapere che è con noi, non è per il gusto di farcelo sapere, ma unicamente perché vuole entrare in comunione con noi e rendere la nostra vita familiare felice. Tanti santi ci hanno spesso descritto come pregare e come crescere nella fede: tanti li hanno seguiti ed alcuni hanno fatto la loro stessa esperienza. Santa Teresa di Gesù Bambino, per esempio, è figlia spirituale di S. Teresa d’Avila e di S. Giovanni della Croce; Padre Pio è discepolo di S. Francesco d’Assisi. Come vedete però, si tratta sempre di frati e monache. Ora, invece, è il momento delle famiglie perché quel Dio che è presente nel Carmelo o nella cella di un convento, è lo stesso che è in casa vostra. E’ sempre Lui che desidera manifestarsi anche a voi, per condividere la vostra stessa vita. Come fare? Noi preti possiamo fare ben poco per aiutarvi in questo: non avendo ricevuto il sacramento del matrimonio, la nostra personale esperienza di Dio è diversa dalla vostra. Possiamo però aiutarvi nella verifica di ciò che state vivendo e, soprattutto, darvi le coordinate essenziali per questa esperienza.

(Cometa) Quando capiranno che sono qui per aiutarli, per sostenerli, per dare loro questa luce che li conduce dove c’è pace... Senza Dio la vita in famiglia diventa vuota, routine, noia. Lo so, è un po’ difficile capire, sentire, andare, fidarsi di questa presenza, fare accoglienza , è un’esigenza della coscienza; dovrò indicare loro il sentiero da seguire, per non smarrire la strada che non può finire e forse finirà in un mattino il mio cammino, ma questa luce diventerà una voce. Gli uomini di questo tempo che non va a tempo hanno perso l’abitudine a guardare questo cielo, smarriscono la strada e si confondono. Ma io continuerò da questo cielo a rendere il percorso meno duro, un poco più sicuro. Da qui posso vedere dove arriverà il cammino dell’uomo che nel cuore ha già scoperto un Dio vicino, Bambino, che dona la sua vita ad ogni vita, che dona l’amicizia e che ti invita a fare quel cammino che ti dico, cammino di profeti, cammino di speranza, cammino di pazienza, cammino di dolori, cammino per chi cerca e per chi trova la pace nuova che rimane dentro il cuore.

(CANZONE “VOGLIO ANDARE VIA”)

(Figlio) Voglio andare via da questa vita vuota, ho bisogno anch’io di tenerezza e un posto caldo tra due cuori innamorati davvero, sentirli battere vicino a me.

(Padre) Voglio andare via da questa vita vuota, ritrovare il figlio che ho perduto e quella donna che da sempre avrei voluto con me, chissà perché non gliel’ho detto mai? Ma perché...

(Figlio) Io cambierò, ci riuscirò a ritrovare la strada a riinventarmi la vita, sì. Oh sì, sì che si può cambiare quello che è stato e cancellare il passato. Lo so, si può ritornare indietro.

(Madre) Voglio andare via da questa vita vuota, prendere per mano i miei domani e risvegliarmi in una casa che non sia solo mia, rincorrere la felicità, lo farò...

(Padre e madre) Io cambierò, ci riuscirò a dare retta più al cuore, a rispettare l’amore, sì. Oh sì., sì che si può puntare dritto alle stelle, col passato alle spalle.

(Figlio) Lo so, lo so, è colpa mia, ma può solo Dio, cambiare la mia storia. Perché, perché s’impara a vivere quando la vita va via? Cercavo la mia libertà, senza mai capire dov’era e mi buttavo via.

(Madre)  Io cambierò, ci riuscirò... (Figlio) a riinventarmi la vita, sì... (Madre) a ritrovare la strada... (Padre) a riinventarmi la vita... (Madre) ci riuscirò... (Figlio) ma cambierò... (Madre) a ritrovare la strada... (Padre) a riinventarmi la vita... (Madre) a riinventarmi la vita...

(Padre, madre e figlio) ...sì! Io pregherò che questo nuovo futuro mi somigli davvero, sì. Oh sì, sì che si può portare il tempo per mano e trasformare il destino. Sì! Saprò cambiare, io, ritornare indietro. Ricomincerò.

Con i Magi, è tutta l’umanità che procede e si pone dinanzi al presepe, che si avvicina al Bambino Dio per trovare presso di lui senso e luce per vivere. Ci avviciniamo, Signore, con tutti coloro che hanno smarrito la speranza, con tutti coloro per i quali la fede assomiglia a una lunga notte d’attraversare, con coloro che hanno perduto il gusto di cercare e di lottare... Ci avviciniamo, Signore, con coloro che sono nella sofferenza, con coloro che hanno dimenticato i colori della pace... A te, Bambino del presepe, ci avviciniamo, pieni di fiducia. Guarda: veniamo a cercare la speranza!

(CANZONE “UNA STELLA A BETLEMME”)

Una stella c’è sulla mia città, nella notte scura la sua luce illumina il cielo e splende lassù, tutto il cielo blu...

A Betlemme sai è già sera ormai, ma se guardo il cielo quella stella splende d’amore sempre di più, splende da lassù...

Salam (=PACE) Salam o mia città, salam la mia realtà, salam io ti amerò, salam ritornerò. Sì Betlemme tornerò, la tua stella rivedrò, con la pace e l’armonia, io ritorno a casa mia. Saluto te, abbraccio te, la mano nella tua sarà e ti dirà salam! Fiori e farfalle  in libertà presto la terra mia rivedrà, la primavera tornerà e un grande amore poi rinascerà nel cuore mio, nel cuore tuo, amore che la pace a tutti quanti porterà. Fiori e farfalle in libertà, presto la terra mia rivedrà, la primavera tornerà, musica e fantasia ci sarà!

Una stella c’è sopra tutti noi e se guardo il cielo la sua luce splende di pace anche quaggiù, sotto il cielo blu......

Salam o mia città, salam la mia realtà, salam io ti amerò, salam io resterò. A Betlemme terra mia, con i canti e l’allegria, l’oleandro fiorirà e la pace tornerà. Saluto te, abbraccio te, la mano nella tua sarà e ti dirà salam!

Ala hubi biladi taalamna bil ghurba, gharakat marakibuna, ala hubi biladi taalamna bil ghurba, gharakat marakibuna, bess rah bin’oud li ard el jedoud oua nughanì oua naazif lamnana.

Fiori e farfalle in libertà, presto la terra mia rivedrà, la primavera tornerà, musica e fantasia ci sarà! Musica e fantasia ci sarà! Salam (=PACE)!

IL TUO DONO

Se hai compiuto il viaggio e incontrato il Signore che ti ha sussurrato quanto sei grande e prezioso ai suoi occhi, non esiste scusa o ritrosìa. Essere così preziosi ha un solo scopo: spendersi per gli altri! L’offerta di sé ha un nome preciso per i cristiani: è la carità. La carità non è l’elemosina sbrigativa data a un mendicante, né il cumulo di buone intenzioni ricoperte di polvere di qualche pia donna: la carità è il fuoco stesso che lo Spirito alimenta, è il desiderio rivolto al bene del fratello che è accanto. Così il dono è l’amore e la dignità da portare a ogni uomo o donna, povero o ricco, piccolo o vecchio, ma è altrettanto il desiderio di incontrare nuovamente il Signore, non smettendo di cercarlo in ogni situazione lieta o triste della tua esistenza.