La valletta del padre eterno

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Tonnarella, 12 luglio 2014

LA VALLETTA DEL PADRE ETERNO

Commedia brillante in due atti di: Rocco Chinnici

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PERSONAGGI

                       

                        Ignazio                                   capo famiglia

Carmela                                  moglie

                        Mariuccia                               figlia

Verdiana                                nipote di Ignazio

Vincenzo                                compare

                        Concetta                                 comare

                        Dottore

                       

(Quando si pensa male degli altri, i guai peggiori ce li troviamo addosso. Tutti siamo soggeti a sbagliare, e nessuno escluso può, degli altri, farsi meraviglia; tanto che Vincenzo pensando che la comare fosse…)

(Scena ad atto unico, composta da misere cose: un soggiorno come tanti se ne trovano nelle famiglie popolari. Molti errori si sono voluti per rendere evidenti anche il volere italianizzare le parole e quant’altro).

CARMELA

Dico io, giusto ora dovevi invitare questa tua nipote dell’Inghilterra? Dovresti setirla quante lingue che parla oltre l’inglese! E con che velocità! Sembra un oratore sempre in campagna elettorale! O Dio però se riesco a capirci qualcosa di quelo che dice! Solo una cosa ho capito, ed è quella di volere essere servita a tamburo battente!Je would this, Je would that, Je would that other (lo dirà in un inglese locale. Poi continuerà col francese, anch’esso detto alla sanfrasò). Je vulì quil, je vulì quill’autri… Come se io fossi in ferie; non ho più tempo nemmeno per grattarmi la testa con questa signorinella che gira per le stanze. E come comanda! Come se fosse arrivata in un albergo! E se poi le dico di volermela portare in chiesa, subito risponde dicendomi: today enire nix!

IGNAZIO

(Non capisce e si allarma) Più tardi venire nix! E chi è quest’altro che dovrebbe arrivare, qualche amico suo inglese? Vuole venire anche lui… qui? Ma quando mai, non se ne parla proprio! Io solo lei ho invitato; gliel’ho scritto bello chiaro a mio fratello, quale amico Nix e amico Nix! Chi lo conosce! Io non voglio nessuna responsabilità! E dimmi, te lo sei fatto spiegare chi è questo signor Nix, non sappiamo nemmeno chi è… no, no e poi no! Eh no, venire pure lui non se ne parla proprio!

 

CARMELA

(Anch’essa confusa) Veni puru lui… chi?

IGNAZIO

(Nasce un mare di confusione) E che ne so io! Sei stata tu a dire che più tardi arriverà questo signor Nix!

CARMELA

Ma che cos’hai capito! Lei dice nix, nel senso che… siccome… lei fuma, sicuramente sarà qualche nuova marca di sigarette! E a lei questo devono dare: fumare e comandare, comandare e fumare…

IGNAZIO

Aspetta, aspetta! Quale fumare e fumare! Io non l’ho mai vista fumare; tu l’hai vista con la sigaretta in bocca?

CARMELA

(Pensierosa) Veramente, ancora no, però… sono certa che fumerà di nascosto; perché… di come parla, e con questo linguaggio mangia prato, sicuramente…

IGNAZIO

(Mangia prato) Mangiaprato, si! Che cosa credi che sia una pecora; si dice emancipato. Però, ora che ricordo, lei non fuma; e sicuramente, nix, non vuol dire sicarette di un'altra marca; forse vorresse (errori tutti voluti) significare… di volere diri (facendo con indice e pollice aperti, una volta a destra e una a sinistra) no…  e certo, quante volte mi trovo a dirlo anch’io nix, che volesse dire no; sicuramente lei vorrebbe dire che non le va…

CARMELA

(Non capisce) Ah, non ci va? E… non ci va… dove?

IGNAZIO

(Mezzo confuso) Dove cosa?

CARMELA

Siccome tu hai detto che non ci va; io t’ho chiesto dove, dov’è che non vuole andare?

IGNAZIO

(Più confuso che persuaso, e un po’ adirato) Senti, mi stai facendo confondere tutto; manca poco che il cervello se ne esce fuori dalla testa; dove vuoi che debba sapere, dove non vuole andare lei!

CARMELA

E che è, per questo accendi come fossi un miccia esplosiva (adirarsi), per questo ti agiti così! E ancora siamo all’inizio! E allora io, cosa dovrei dire io che da poi ch’è arrivata sono diventata la sua cameriera personale? Tu guarda che mi tocca pure fare. Senti ma… alla fine non è che me lo hai più detto dov’è che lei non vorrebbe andare.

IGNAZIO

Ancora con questo andare! Io t’ho detto che non ci va, nel senso che… tu lei hai detto di enire in chiesa con te?

CARMELA

Si, certo, da nostro Signore la volevo portare.

IGNAZIO

Lei ti ha detto: nix? Quindi voleva sicuramente dire che non le andava di venire in chiesa; hai capito adesso? Oooh! E poi… (ironico) giusto da nostro Signore la devi portare! Ma da dove li prendi certi discorsi! Tu pensi che lì, in Inghilterra, chiese, non ce ne siano! Lei, giacchè è qui, sicuramente le piacerebbe visitare posti nuovi, conoscere gente diversa… hai capito, o continuo ancora a perdere tempo.

CARMELA

Il tempo io lo sto perdendo, da poi che è arrivata questa Persiana…

IGNAZIO

Verdiana, Verdiana t’ho detto che si chiama!

CARMELA

E si, si! Da quando è arrivata lei, nemmeno in chiesa sono più potuta andare! Che faccio, la lascio sola, così mi mette la casa sottosopra!

IGNAZIO

Vuol dire che allora ti riposi un po’ di pregare e ne approfitti per stare un paio di giorni con me e tuo padre che ha tanto bisogno di una che gli stia vicino, poverino; o hai paura che il prete non ti metta la presenza...

CARMELA

(Allarmata) Che cosa, non vado più in chiesa! Tu pazzo sei! Come faccio a non pregare più! E poi, non l’hai voluta tu tua nipote; non l’hai voluta tu la bicicletta, e allora pedala e te la porti a spasso, invece di lasciarla a me in casa che sembra la baronessa dei sette cannoli.

IGNAZIO

Ora dico io, non poteva rompersi le gambe tua madre quel giorno, invece di stringersi a tuo padre! Non aveva proprio nessun servizio  da fare, anziché pensare di fare te! Rovina famiglie che non sei altro! Pure tua figlia hai persuaso a farsi monaca, più di questo!

CARMELA

Nostra figlia, monaca s’è voluta fare lei di testa sua, non l’hai vista che era devota di santa Rita da Cascia?

GNAZIU

Da cascia si; nella cassa te chiuderei, per quanto non rovinassi più nessuno. E ricordati che nostra figlia frequentava il corso di canto e di ballo, altro che farsi monaca!

CARMELA

Ma se cantava sempre canzoni di chiesa.

IGNAZIO

Le cantava per far contenta te. E lei si sarà convinta a farsi monaca perché sperava che diventasse “la valletta del Padreterno”, altro che! E poi, dico è mai possibile che ogni discorso ci porta sempre in chiesa! Ma perché non sposavi un prete! Chiesa e chiesa! Lunedì perché c’è questo, matedi perché c’è quell’altro, mercoledì c’è l’incontro con quelli del rinnovamento, giovedì c’è quello con i focolarini, venerdì c’è un altra cosa ancora; il sabato c’è da pulire la chiesa per la domenica… prendi di sotto, mettilo sopra… ma tutto questo straordinario te lo paga il prete? Ma insomma, quand’è che dobbiamo stare insieme, mai! Sempre in chiesa! E con me, quando, quando muoio?

CARMELA

(Molto pia) Con te, con te cosa? Tu… tu…

IGNAZIO

Ancora con questo tutu! Che c’è? Parla!

CARMELA

(Con timidezza) Tu… non è che puoi darmi la vita eterna.

IGNAZIO

(Un po’ su di giri) Come, come! La vita eterna? Un’altra ora! Quelle come te è già tanto che esistano all’anagrafe, altro che vita eterna! Io l’avrei ua cosa da darti, e se devo proprio dirtelo come ce l’ho (toccandosi la pancia) qui, sulla bocca dello stomaco, ti darei tante di quelle bastonate su quella testaccia che hai, da aprirtela per vedere cosa ci tieni dentro, altro che vita eterna e vita eterna! Uno di questi giorni ci vado io in chiesa da questo padre Fefè, quanto vediamo cosa vuol dire questo tuo stare sempre in chiesa. Come, lui non dovrebbe chiederselo s’è giusto che tu… con tutti quelli del tuo gruppo pescatrici di anguille che frequenti, lasciate la casa in tredici tutte le mattine per correre subito in chiesa! Non dovrebbe chiederselo pure lui se tutto questo vostro stare in chiesa, potesse arrecare guerre in famiglia! E certo, lui cosa ne può sapere di famiglia, cosa ne può capire di una moglie come te che della famiglia non gliene frega niente. Perché non ti facevi tu monaca, anziché venire a rovinare me?

CARMELA

Ora dico io, che cosa c’entra la chiesa con tutto il prete e la monaca; che cosa c’entrano queste prediche e messe cantate, se stavamo palando di tua nipote!

IGNAZIO

Mia nipote si; e non pensi invece che la venuta di mia nipote sia potuta essere una scusa, poiché non ho più nemmeno una figlia a tenermi compagnia, e questo invito sia pure servito a tenerti un po’ in casa per quanto restassi un paio di giorni con me e tuo padre che lo desideriamo tanto?

CARMELA

(Un po’ inviperita e sbattendo i piedi per terra) Ah si!

GNAZIU

(Guardandole i piedi) Pesta, si!

CARMELA

Tu guarda come l’ha studiata! Vedi tu che tagliola, che tranello che s’è inventato per non farmi più andare dal Signor Gesù! (Dispiaciuta) E allora… è segno che io… di pregare… mi posso… (passandosi la mano sulla bocca come a volersi pulire il muso)  pulire il muso?

IGNAZIO

Pregare? E ancora con questo pregare! E tu questo puoi dire? Che forse io t’ho mai proibito di pregare?

CARMELA

E certo, se stai appena dicendomi che ho da stare in casa e hai invitato tua persino tua nipote per quanto io non vada più in chiesa; meglio di così vuoi dimostrarlo!

IGNAZIO

E insiste con questa chiesa! Perché, dentro non puoi pregare? Ti aiuto io a sistemare un altarino (indicando un posto) qui, lo addobberemo qui! Invitiamo pure il vicinato e pregiamo da mattina a sera; o pensi che pregando in casa, nostro Signore non possa darti la… vita eterna! Non pensi invece che egli sarebbe più contento sapendoti con la famiglia… con quel poveraccio di tuo padre che contina a dare numeri da mattina a sera e che ha tanto bisogno d’affetto e di chi gli stia vicino. E che poi, quelo che non capisco io è…, lasciamo stare me che avrei gia dovuto essere bello è impostato in qualche ufficio… e invece…

CARMELA

Io, io mi sono già bella e impostata da poi che ho conosciuto te! Grandissimo pigrone e scanzafatche che non sei altro!

IGNAZIO

Grandissima pesca secca ingiallinita e pelosa che non sei altro! Io, io sono pigrone! Come, se proprio tu in casa non fai più nessuna pulizia  da poi che ci siamo sposati; tua figlia, povera creatura, era quella che teneva in ordine, e da poi che l’hai persuasa a farsi monaca e a ritirarsi in convento, la casa è tutta piena di ragnatele e polvere che si può anche scrivere sui mobili, e la sporcizia a momenti arriva sin’anche al soffitto, e hai il coraggio di dire che sono io il pigrone! E poi, stavo dicendoti che con tutto questo tuo pregare e con una figlia monaca, io avrei dovuto avere un bell’impiego... non dico alla Regione, ma in un posto di tutto riguardo si! E tuo padre… almeno lui, poveraccio, non avrebbe dovuto essere in buona salute, sano come un pesce? E invece… guarda tu che famiglia! Lui ammalato ed io disoccupato, e fortuna che preghi dalla mattinna alla sera! Qua, le cose sono due: o in chiesa vai per vederti con le comari sarte, o se no è segno che non sai pregare bene e Gesù non riesce a farci questa grazia.

CARMELA

Ah si, perché si prega per uno scopo, per avere in cambio qualcosa?

IGNAZIO

Ma come, se proprio tu, un momento fa hai detto d’andare in chiesa perché il Signore deve darti la vita eterna! Questo non è baratto, avere in cambio qualcosa? Ne ho torto io, quando dico che non sai pregare bene!

CARMELA

Cosi dici, che non so pregare? E come, come vuoi che preghi? Come vuoi che possa sentirmi Gesù, se io prego e tu sei assatanato e gridi bestemmiando tutto il santo giorno? (Bussano).

IGNAZIO

(Il discorso va sempre animandosi di più; quasi principio di lite) Io, dici che io sono assatanato e bestemmio! Ma quando, quando m’hai sentito dire queste cose? Tu, saresti capace di tutto pur di cadere sempre all’impiedi e addossare sempre la colpa a me! Certi momenti davvero vorrei essere un assatanato per farmi vedere diavolo con tutti gli spiriti maligni! Tu vedi che cosa mi tocca sentire! (Bussano).

 

CARMELA

(Preoccupata che la gente possa sentire, A denti stretti, l’invita a fare silenzio) E zitto, zitto adesso, che c’è gente e può sentire!

GNAZIU

(Adiratissimo e verso la porta) Io, dentro casa mia, grido quando voglio e quanto mi pare e piace, e se non ti conviene neanche così…, vedi (indicando la porta d’uscita) questa, questa è la porta e te ne esci di qua, se non vuoi che ti faccia volare dalla finestra.

CARMELA

(Sempre più preoccupata che possano sentire) Zitto, zitto, t’ho detto, per l’amore di Dio!

VINCENZO

(Balbuziente. Entra stanco e agitato ma guardingo nello stesso tempo per via delle grida dei due) Vi-vi vi-vi vi-vi sa-saluto. Di-disturbo?

CARMELA

(Imbarazzata) E’ arrivato a momento giusto! (Vincenzo li guarda intimorito) Cosa c’è che mi guarda così? Ha visto il sacco con i pupi? Con suo compare stavamo recitando il santo rosario a voce alta. Che forse non si può? Il prete non fa pure la messa cantata, e allora? Pittosto che cosa le è capitato per essere così stanco e agitato?

VINCENZO

(Guardingo, al compare) Po-po po-poposso… pa-parlare?

IGNAZIO

A me lo chiede? Dal dottore deve andare per questo! Questo parlare a puntate che ha è una malattia che può solo guarire il medico, io cosa vuole che ne sappia di queste cose…, o è venuto qui pensando che… (ironico) la santa comare, lepossa fare un miracolo! Su, dica quello ha da dirci, qual è il motivo della sua venuta qui, e come mai se l’è fatta così di corsa.

VINCENZO

(Al compare, molto accalorato) Co-compare lo-lo lo-lo sa che-che cosa è su-su su-su…

IGNAZIO

(Allusivo) Sopra?

VINCENZO

 Su-successo?

CARMELA

(Allarmata) Oh Madonna! Parli, che le capito? Le hanno fatto lo sfratto?

VINCENZO

Ma-ma quando ma-mai! Me-meglio, me-meglio!

CARMELA

Ha fatto… tredici, o ha vinto al lotto?

VINCENZO

Di-di più, di-di più!

CARMELA

E che fu, parli!

VINCENZO

(Alla comare) La-la la-la  pa-passera…

IGNAZIO

(Non capisce e fraintende e marito e moglie si guardano stupiti) La… che cosa? Ma come si permette!

VINCENZO

La-la pa-passera que-quella… (fa, con le braccia, segni di volare)

IGNAZIO

Ah, mi pareva!

VINCENZO

L’u-l’uccello, vo-volevo dire! No-no no-non ha più le uuuuova di-di sotto! Eeeeee…

CARMELA

(Lo precede) E… cosa?  (Preoccupata) Se li è succhiati la comare?

VINCENZO

Ma-ma chei-che se-succhiare e su-succhiare! (Si rivolge al compare) La-la passera, ha fa-fatto i pa-passerini!!!

IGNAZIO

(Adirato al massimo) Ma che cosa vuole che me ne importi delle uova e della sua passera con tutti i passerini! Sentite a quest’altro!

VINCENZO

(Rimane pietrificato e corre a nascondersi dietro la comare. Poi, intimidito, guarda la comare). Co-co co-co cocomare!

CARMELA

(Alludendo ai cocomeri) I cetrioli si! Tutto questo era! Che le venga un accidenti, un colpo stava facendomi prendere! E togietevi di dietro! Il fatto è compare che lei è arrivato in un momento sbagliato; non faccia caso a mio marito. E rora si stolga, si tolga da dietro che le prendo una sedia (indicandogli una sedia) e si riprende un po’.

VINCENZO

(Siede) Co-comare…

CARMELA

E la smetta con questi cocomeri e cetrioli! Si calmi, si calmi. Vede quanto è stanco? Le prendo un bicchiere d’acqua? E poi, che bisogno c’era di correre, aveva paura che con mio marito partissimo per l’America?

IGNAZIO

Noi, solo per il manicomio possiamo partire. E poi… come facciamo a partire? Non ha capito che a mia moglie, il prete non le ha potuto dare le ferie per quanto lavoro c’è in chiesa!

CARMELA

La lingua ha da cascarti!

VINCENZO

(Alla comare. Userà sempre la parola briscula come esclamazione) Bri-briscola! Ah! Pe-pe pe-per questo gri-gridavate co-come se faceste la me-messa ca-cantata? Ce-certo, le fe-ferie sono un diritto, co-comare, e il pre-prete è giusto che ve-ve li dia! Ra-ragione ha il co-compare a gridare. Ora si-si spi-spiega il pe-perchè co-con mia moglie non ci fa-facevamo pe-persuasi come mai le-lei aaaandava se-sempre in chiesa! E brava, bra-brava la-la comare! Aaaallora è impiegata co-come… se-segretari de-del prete? Ecco, sp-spiegato il mistero! Ora gli-glelo dico alla co-comare! E brava! Aaaallora fate la se-se-segretaria a pa-padre Fefè!

IGNAZIO

Compare, è rimasto indietro con i tempi, mia moglie non è più segretaria, è avanzata di gradi.

VINCENZO

Bri-briscola! A-allora è segno che-che (guardando in alto sbalordito) è salita piu in alto?

IGNAZIO

Più in alto dice! Di più, ancora di più, compare! E’ salita così in alto da toccare persino le campane e la croce sul tetto della chiesa!

VINCENZO

Ah, si! E brava, bra-brava la co-comare! E’ aumentata di gradi, quindi! (Credulone, alla comare) E… scu-scusi se mi pe-permetto, ma che co-cosa è di-diventata, co-comare?

CARMELA

Si, cetriolo!

IGNAZIO

(Precedendo una eventuale risposta da Carmela) Diventò…, si tappi le orecchie…, Car-di-na-le-ssa!

VINCENZO

(Sbalordito, si fa il segno della croce) Che-che cosa ha de-detto, ca-cardinalessa? Bri-briscolone! Co-come sente mia mo-moglie ti voglio! Allora vu-vuol dire che è di-diventata più alta de-del prete e di-di vostra figlia mo-monaca?

IGNAZIO

Lasci stare quella inoccente di mia figlia, compare. Deve sapere che il prete, volendo fare un paragone, nei confronti di mia moglie, può farle il chierichetto!

CARMELA

(Stizzita) Ho capito, forse è meglio che vada di la, se no neanch’io so cosa combino! (Esce per l’altra stanza, indispettita mentre i due si guardano sbalorditi).

VINCENZO

(Vedendo uscire Carmela agitata, esclama) Bri-briscola!

GNAZIU

(Beffeggia il compare) Qui ooooora ci vuo-vuole un ca-carico, compare!

VINCENZO

E qua-quant’è selvatica! E me-menomale che-che l’hanno promossa Ca-cardinalessa! E… se non sono invadente, mi dica, (guarda se lei non possa sentire) qua-quanto pre-prende di-di soldi a fi-fine mese?

IGNAZIO

(Meravigliato) Compare, che è, ancora continua? Ora basta scherzare, non vede che la comare non c’è più.

VINCENZO

(Più confuso che persuaso) Aaaaallora, che-che che mi ha preso in giro? Qui-quindi… lei…

IGNAZIOA

Ancora! Non mi dica che ci ha creduto davvero!

VINCENZO

Si-siccome lei pa-parlava di-di ferie…

IGNAZIO

Ma quale fe-ferie e fe-ferie, che se potessi… io me ne andrei di notte da questa casa! No né posso più, mi sembra d’abitare dentro un manicomio!

VINCENZO

Aaaaah! Aaallora, la co-comare no-non è impegata più in chie-chiesa? E neanche Ca-cardenalessa?

IGNAZIO

Ah, ma vedo che continua ancora!

VINCENZO

Bri-briscola! E allora mi-mi spiega il mo-motivo del pe-perché va se-sempre in chiesa, se il pre-prete non le da so-soldi? E’ pro-proprio questo che co-con mia moglie no-non si riesce a ca-capire bene.

IGNAZIO

Voi nun riuscite a capire bene; sono io che non riesco a farmene una ragione! E’ mai possibile che questa, appena si leva dal letto deve partire per andare in chiesa? Nemmeno il tempo di lavarsi la faccia ha! A questo punto devo proprio pensare che non la lava! E’ normale che abbia persino convinto sua figlia a farsi monaca?

VINCENZO

Ve-vero, se-se non rico-cordo male, vo-vo-voleva fare la va-valletta… vuo-vuol dire che gliela farà al Pa-Padreterno la va-valletta!

IGNAZIO

E lei è di questo che sicuramente s’è convinta! Bella figlia di papà, gioia del mio cuore; ballava e cantava tutti i giorni che in questa casa sembrava sempre primavera. Di poi ch’è andata in convento, qui dentro è arrivato l’inverno, un freddo che nemmeno al Polo Nord! E’ normale che la moglie non abbia più nessun interesse per la casa? E’ normale che lasci tutto in tredici… persino suo padre che ha tanto bisogno di lei? Fortuna che stamattina, con la scusa che stava cominciando a dare i numeri, gli diedi due pillole in più e adesso dorme e russa che sembra morto da cent’anni.

VINCENZO

Pu-pure alla co-comare avrebbe dovuto da-darle le pi-pillole!

IGNAZIO

A chi, alla comare dice?

VINCENZO

Eeeee certo! Pe-perché lei pensa che su-sua moglie c’è co-con la te-testa? E lei, le-lei stesso no-non crede che col ce-cervello se-sembra non esserci pe-peggio di suo suocero? Ce-ce ne vorrebbero di pi-pillole in que-questa casa, compare!

IGNAZIO

Pure! E lei, lei questo può dire di me? Della comare si, su lei mi trova d’accordo, ma di me… non vede che sono sempre chiuso in questa casa! A badare magari a un padre non mio! Più di questo cosa devo fare!

VINCENZO

Eeeeee allora, che-che vuol dire? Magari su-suo suocero è se-sempre chiuso in questa casa! E lei ha appena finito di dire che con la testa non c’è.

IGNAZIO

No, no, la testa ce l’ha! E’ il dentro che gli manca! E’ come quando si apre una noce e dentro è vuota del tutto! Ora compare vuol spiegarsi meglio, invece di girargli attorno? Che cosa vuol darmi ad intendere con tutti questi quiz?

VINCENZO

Si-si dice: pa-parlami suocera e se-sentimi nuora. Le-le volevo di-dire… arrivati a que-questo pu-punto, di guardarsi de-della comare, chissà se a su-sua figlia no-non l’ha fa-fatta chiudere aaaaposta ne-ne l convento, per quanto no-non si accorgesse di (ironico) ce-certe co-cose! Pe-perché sa ma-magari co-come si dice in giro: che nix per nix fa ni-nix, e ne-nessuno fa nix per nix, sapendo che il ri-risuyltato è ni-nix; ha capito adesso?

IGNAZIO

(Più confuso che persuaso) Compare, ad essere sincero, ho solo capito nix, nix e nix.

VINCENZO

Bri-briscola! Allora, co-compare, lei è davvero na-nato con gli occhi chiu-chiusi… anzi aaaattuppati! Ce-cerchi di cominciarli ad aprirli gli oooocchi; non ve-vede quello che-che suuuuccede fuori? La-Se-separazioni, sca-scandali, pie-piedefollia…

IGNAZIO

Piedefollìa si, e mano omicida! Pedofilia, pedofilia si dice, compare!

VINCENZO

Eh, si, si, co-come dice lei. Ma-ma nooooon li legge i gi-giornali? Vuole capire, o no, che-che nessuno fa niente pe-per niente, glielo de-devo fare ca-capire con la mu-musica?

IGNAZIO

Ma quando mai, cosa dice! Tutto questo era il mistero di tutti quei nix? E mi scusi ancora, io non sono qua senza nix, o è diventato cieco e non mi vede? Non sono io a badare a mio suocero, visto che mia moglie non è mai in casa, o crede che lo Stato mi dia la pensione d’accompagnamento!

VINCENZO

Lo stato si! Nooooon la da a me la-la pensione, e… de-deve darla a lei! Questo su-suo atto ge-generoso vuol dire che-che lei è nato co-con le ma-mani aperte… (facendogli vedere le proprie mani aperte) co-così. Fo-fortuna che ancora c’è qua-qualcuno che na-nasce come lei co-con le mani ape-perte. (Ignazio rimane impietrito a guardarlo). Pe-perché mi gua-guarda così? No-non ha capito, vev-vero?

 

IGNAZIO

Oggi non sta più facendomi raccapezzare con questo suo parlare in codice; le viene difficile parlare… (capisce d’avere sbagliato a dire parlare, poiché egli non parla bene, e si corregge in tempo) oh, oh! mi scusi compare, volevo dire… spiegarsi meglio; che cos’è questo discorso di nascere con le mani aperte?

VINCENZO

Ma-ma allora davvero ci-ci vorrebbe uuuuuun ca-carricone di bastone sopra quella te-testa che tiene su-sulle spalle! Ne-nemmeno di questo è a co-conoscenza?  Non è che la te-testa la po-porta co-come opitional? De-deve sapere che qua-quando na-nasce un ba-bambino… viene al mo-mondo insomma! Qua-quando esce da que-quella casa da dove tu-tutti (guardando rivolgendo la testa verso il basso del ventre) ve-veniamo… po-poveri e ri-ricchi, aaappena si-si esce da que-quella porta (riguardandosi ancora fra le gambe), su-subito si-si capisce che-che cosa siamo…

IGNAZIO

Tu vedi che scoperta! E certo che si capisce, c’era bisogno di fare tutto questo gioco di parole! Quando uno nasce…, o viene fuori dalla porta, dove lei dice, gli si aprono le gambette e… (guardando anch’egli sotto il basso del suo ventre) se ha il pendolo è segno ch’è maschio; se non… lo ha è segno ch’è… (facendo solo il gesto con la mano) femmina! Che ci voleva a capire!

VINCENZO

(Adirato per non essere capito) Qui no-non serve un ca-carico, ma uuuun carica-cazzo di bastone pe-per darlo su-sulla sua testa dura che-che ha! Oh, quanto è scio-sciocco!

IGNAZIO

Compare, ha da farsi una buona visita medica, deve farsi controllare questo parlare a singhiozzo, non vede quante calorie che consuma per pronunziare due parole.

VINCENZO

Io no-non mi ri-riferivo a sa-sapere se il na-nascituro fo-fosse maschio o fe-femmina, ma alla me-mentalità che esso avrà da grande, al suo ca-caratte insomma. (Ignazio non capisce). Che co-cos’è, co-continua a non ca-capire? E aaaallora glielo  spi-spiego me-meglio. Qua-quando na-nasciamo…, nasciamo co-con le manine chi-chiuse e strette (chiude le mani a pugno e glielie mostra) co-così; le-le faccia caso e ve-vedrà se-se non è come le di-dico io.

IGNAZIO

Lei per come parla sembra che faccia l’ostetrico.

VINCENZO

No-non c’è bi-bisogno di fa-fare l’ostetrico, compare, le-leggo! Quando il piccolo na-nasce, le ma-manine le tiene co-cosi strette che nemmeno la ma-madre che l’ha partorito, ri-riesce ad aprirle, aaaanzi, più le-lei cerca di fa-fargliele aprire, e ancora di più egli li chiu-chiude stringendole, pe-perché ha pa-paura di pe-perdere quello che-che stringe!

IGNAZIO

(Non capisce) Stringe dice? E… cos, mi scusi, se sa di non aver niente?

VINCENZO

Co-così dice? E mi dica, il ricco non è lo stesso di quello appena nato! Che cosa stringe tenendosi tutto per se sapendo di non avere niente?

IGNAZIO

Il ricco stringe quello che ha! I soldi, i tirreni, le ville, i palazzi… insomma, tutto quello che gli appartiene.

VINCENZO

A chi! A chi! La be-bestia che è! Oh, mi-misero sciocco che non è altro! Aaaappartiene, si! O-ora ci vu-vuole briscola! Co-compare, allora da-davvero non ha ca-capito un tu-tubo dalla vita! No-noialtri siamo nie-niente impastato co-con niente; e niente con ni-niente fa niente! Ha capito? No-noi no-non siamo padroni nemmeno di-di noi stessi; co-come bussa la mo-morte, co-corriamo tutti e ce ne sa-saliamo in ci-cielo nudi per co-come siamo ve-venuti, e nessuno e ne-nessuno muore co-con le mani chiuse, pro-provi a farci caso e ve-vedrà; nemmeno quelli che pe-pensavano da-dav’ere tutto. (Ignazio si pulisce il viso). Si-si nasce co-così (mostrando i pugni chiusi) Eeee si-si mori co-così (mostrando le mani aperte) Sa co-come si dice: (l’essere un po’ su di giri e parlando in quel modo, tenta a bagnare, se pur con piccole gocce di saliva, il viso dell’interlocuote, in questo caso Ignazio, il quale s’infastidisce e contin ua pulirsi il viso) “Tu-tutto ciò che abbiamo accu-ccumulato, dagli altri ve-verrà sperperato!” L’u-l’unica cosa che abbiamo ve-veramente e di moooomentaneo è la vita, compare, so-solo di moooomentaneo però, e dovremmo ama-marla di più (Ignazio si pulisce la faccia dagi continui sputi non voluti del dompare) me-mentre si-siamo vivi, e co-con le ma-mani aperte; il re-resto è tu-tutta pubblicità. E’ co-come quando ve-vediamo un filmi in te-televisione e ogni ta-tanto scorrono gli sooospot (Ignazio, infastidito, si ripulisce il viso) puuubblicitari, gli ann-nnunci co-commerciali insomma. Mi dica, ha mai visto, quando muore uuuna pe-persona, dietro al co-corteo fu-funebre co-colonne di ca-camion?

IGNAZIO

(Non capisce) Camion? (Facendo il verso di tenere lo sterzo in mano come se guidasse) Non vorrà dire quelli col… rimorchio?

VINCENZO

Si, si, pro-proprio quelli.

IGNAZIO

Veramente… no.

VINCENZO

Ecco, ve-vede! Que-questo è segno che lasciamo tu-tutto quello che-che abbiamo qui, su-su questa te-terra; e co-con noi po-portiamo so-solo una co-cosa; sa qua-qual è? Ci portimao di-dietro l’e-l’estrato conto di tutto quello che-che abbiamo fa-fatto su questa te-terra, pe-per mostrarlo a sa-san Pietro qua-quando arriviamo lì-lì sopra; e in ba-base allo scontrino, lu-luii sa co-come farci pagare le tasse… que-quelle vere pe-però! Altro che-che IMU, ICI e aaaaltre fe-fesserie! Ora, ri-ritorniamo al di-discorso del ba-bambino che nasce; gli faccia ca-caso e ve-vedrà se non è co-come dico io.

IGNAZIO

E come faccio ad accorgermi, scusi, non è che sia… ora ci vuole, ostetrico!

VINCENZO

E a-allora s’informi co-con l’ostetrico se-se non vuole le-leggere e istruire la me-mente, e poi ve-vedrà se non è co-come dico io.

IGNAZIO

Si, ma… con tutto questo, dove vuole andare a parare?

VINCENZO

Bri-briscola! Da-davvero ancora non ha ca-capito niente? Allora da-davvero co-cocciuto è! Le ma-mani chiuse e stre-strette sono segnop che l’u-l’uomo, su-subito appena nato, vuo-vuole afferrare tutte cose, vo-vogliamo essere padroni di tu-tutto! (Ignazio, continuerà a pulirsi la faccia dagli involontari sputi del compare) Si-si nasce, co-compare, con questa ma-manìa di possesso, di vo-volere tutte cose ad ogni co-costo, non gliel’ho aaaapena fi-finito di spiegare! Co-compare, a fare la cri-crisi sono pu-pure queste cose, tro-troppi co-consumi! “Il soverchio, ro-rompe il co-coperchio!”

IGNAZIO

(Più confuso che persuaso) Allora… più spendiamo e più…

VINCENZO

Aaaaaume-menta la crisi. No-noi, per fare buon uuuso de-dei nostri ava-vanzi, do-dovremmo andare ad abitare ne-nei paesi po-poveri! Que-quelli dell’Africa, do-dove la fame si co-coglie con scopa e pa-pala, e i pi-piccoli non hanno di-di che ma-mangiare! So-solo che queste co-cose, pu-pur sapendole, fa-facciamo finta di sconoscerle e co-continuiamo a spendere se-sempre di più; il ri-ricco per il ricco, e il po-povero per il po-povero. Vede, ad eeesempio, qua-quanti telefonini che–che si cambiano; aspettiamo che-che esce quello nuovo e su-subito co-corriamo a far la fi-fila al ne-negozio per comprarlo. Si-si rompono le sca-scarpe, li-li prendiamo e li-li buttiamo. Per non-non parlare de-dei ricchi! Esce una nu-nuova auto, e su-subito la ca-cambiano; de-devono andare a ma-nare, e su-subito ca-cambiano lo Yacht! Gli pia-piace il sole, e su-subito gi-girano il mondo aaaaa ce-cercarlo! E noi co-contin uiamo a pre-prendere freddo, co-compare! E poi, sso-solo poi, qua-quando diventiamo ve-vecchi, co-cominciamo col mettere le ma-mani (mette le mani aperte con le braccia stese verso il baso come fosse un angelo, e poi le rialza mettendole aperte come fanno in chiesa quando pregano) così, pe-perché il rimorso ci ma-mangia l’anima. Eh, qua-quanto si-siamo falsi, co-compare! Po-poi ci so-sono pure quelli che le ma-mani le mettono pu-pure così qua-quando pregano; co-come fossero angioletti! E pu-pure loro, ne anche il te-tempo di uscire da-dalla chiesa se si po-potessero strappare iiii ca-capelli, lo fa-farebbero vo-volentieri. (l’essere un po’ su di giri e parlando in quel modo, tenta a bagnare, se pur con piccole gocce di saliva, il viso dell’interlocuote, in questo caso Ignazio, il quale s’infastidisce e continua a pulirsi il viso) tu-tutti!

IGNAZIO

Che le prenda un colpo se questi son modi, la doccia mi sta facendo! Non può girarsi dall’altro lato ogni tanto! E poi non venga a dire a me queste cose di chiesa che già ne sono bello e sazio sino ai capelli. (Meravigliato) Allora… lei dice che tutti nasciamo con le manine chiuse strette (li stringe a pugni) così, perchè… già vogliamo mostrare di essere padroni di tutto? E poi… qua-quando siamo vecchi c’è chi li mo-mostra ( apre le mani) così, per far capire che-che non vogliamo… niente?

VINCENZO

Pe-per far capire, le mo-mostriamo solo pe-per far capire! Tu-tutti siamo co-convinti… si-sin da quando na-nasciamo (mostrando i pugni chiusi), che-che più abbiamo e più si-siamo; ha capito fi-finalmente perche na-nasciamo con le ma-mani chiuse e strette? (Ignazio si pulisce il viso per le continue gocce di saliva del compare)  L’uomo no-non si va-valuta pe-per le sue ri-ricchezze, ma pe-epr la sua bontà!

IGNAZIO

A sentirla parlare sembra un maestro! Sa che devo davvero stare attento a quando nasce un bambino! Però, compare, io… davvero non ho mai preteso niente dalla vita, e Gesù mi è testimone.  

VINCENZO

Gliel’ho detto un mo-momento fa che-che lei è nato con le manine aaaaaperte; me-mentre di chiu-chiuso ha gli occhi! Co-con l’aggravante che aaaancora no-non li ha aperti bene, e qua-qualcuno ce-cerca di fa-farla fe-fesso.

IGNAZIO

Chei è, ancora con i quiz cominciamo? E… mi dica, questo… qualcuno, sarebbe per caso mia… moglie?

VINCENZO

Io no-non ho detto niente, le-lei lo ha detto; pe-però, se-se vuole, posso darle una ma-mano a scoprire il mo-motivo di que-questo andare se-sempre in chiesa de-della comare, e il pe-perché ha voluto che su-sua figlia si facesse mo-monaca (si sente arrivare qualcuno). Co-come ci incontriamo fu-fuori ne-ne parliamo, che-che ora spare stia arriva-ando il ne-nemico (in riferimento alla comare).

CARMELA VFS

(Da fuori scena) Eh, no! E’ possibile, dico, che devo diventar matta con questa columbrina! (Termine un po’ arcaico per indicare una persona capricciosa suscettibile) E’ possibile che per spiegarle una cosa, il cervello rischia di farsi acqua! (Entra adirata).

IGANZIO

Sempre a lamentarti stai! Che cosa c’è che non va? Che cos’è che possa farti diventare acqua il cervello? Tu, nella tua disgrazia, sei pure fortunata.

CARMELA

Ah, si! E si puo’ sapere qual’è questa disgrazia, e a cosa devo la furtuna?

IGNAZIO

La disgrazia è quella che madre natura t’abbia partorito senza cervello, e poi, se anche lo avessi avuto, inconcludente come sei, non ti sarebbe servito uguamente; mentre la fortuna è quella che, non avendolo… il cervello, non corri il rischio che possa diventare acqua. E ora, che cosa c’è, che hai per essere così agitata?

CARMELA

Ho quello che non avrei voluto mai avere. Dico io, hai voluto questa tua nipote, e allora badagli tu a lei, giacchè il tuo cervello è migliore del mio; perché se continua così i sensi mi escono di fuori. Pure nel mangiare dico io! Non basta che le ho fatto l’uovetto fresco appena uscito dal… cu… della gallina, ma che debba pure correrle dietro dicendo: lo vuoi l’uovo, lo vuoi l’uovo? E lei… niente, linguacciona che non è altra! (difficoltà a pronunciare: not understand) Cosa mi risponde: io la notte dove stendo.

IGNAZIO

Dove stendo… cosa?

CARMELA

E lo chiedi a me; sicuramente avrà sognato che lavava e…

IGNAZIO

Lavava che cosa, i vestiti?

CARMELA

E continua, oh! Cosa vuoi che ne sappia io dei vestiti o di quant’altro… io non lavo i miei! A me lo chiedi? Se non ho lavato che ho da stendere!

IGNAZIO

(Ironico) E certo, tu che bisogno hai di lavare, basta quanto sei zozza. Se non fosse per tutti quei profumi che ti butti addosso, ci vorrebbe una maschera per starti accanto!

CARMELA

Che cos’è, ricominciamo! Che cosa c’entra ora questo discorso se parlavamo di tua nipote Persiana.

IGNAZIO

Verdiana, ti ripeto che si chiama Verdiana!

VINCENZO

Co-come le ha detto comare?

CARMELA

Di nuoco coi cetrioli ricominciamo. Mi ha detto… la notte dove li stendo. (Si sente arrivare Verdiana, è imbronciata e stizzita per non essere compresa).

VERDIANA

Io not understand, io not understand…

CARMELA

Sentite, sentite che bella musica? Glielo vuoi dire tu dove deve stenderle queste cose, così la finisce?

VINCENZO

Ma che-che cosa ha ca-capito comare! Lei dice: io not under stand, che-che voglia di-dire: io non ca-capire ha capito, io non ca-capire; ha capito, che stendere e ste-stendere!

CARMELA

Ah, si! Questo vuol dire? E lei, scusi sa, come ha…

VINCENZO

A ca-capire, vuole dire? Come, ha di-dimenticato che so-sono stato tanti anni in Aaaamerica da mio fra-fratello!

CARMELA

Vuol dire, è da più di mezzora che le corro dietro dicendo lo vuoi l’uovo, lo vuoi l’uovo e lei… E avoglia di stendere indumenti! Sa allora che facciamo compare, mi è saltata in mente una bellissima idea; visto che lei capisce bene l’inglese, prende e la porta a casa sua! E…

VINCENZO

(Siccome la ragazza è troppo attraente) Eeeeee… cosa, co-comare, vuole forsi farmi bu-buttare (Ignazio ripulisce il viso per le gocce di saliva di Vincenzo adirato) fuori di-di mi-mia moglie?

IGNAZIO

(Alla moglie. Irritato) Che cosa! Come, invito mia nipote, la figlia di mio fratello che viene dall’altro mondo per stare un po’ a casa mia e tu… grandissima zoccola!

VINCENZO

Briscola!!!

VERDIANA

(Incuriosita di quella parola, chiede a Vincenzo il significato) Kaim dir?

VINCENZO

(Preso alla sprovvista non sa che risposta dare. Ignazio e Carmela guarderanno stupiti Vincenzo e Verdiana) Kaim dir, kaim dir… It volute dir zoccula… scarp, scarp two mùttar and pied (indicando i piedi della comare).

VERDIANA

(Indicando i piedi) And pied? It is zoccola?

VINCENZO

Oh, yes!

VERDIANA

Tank you!

VINCENZO

Ple-please!

IGNAZIO

Mi spiega compare di cosa avete parlato?

VINCENZO

Su-sua nipote ha sentito zo-zoccola e ha voluto spegato il si-significato.  

CARMELA

(Preoccupata e premurosa) E lei, che cosa le ha detto? Non è che…

VINCENZO

Che… co-cosa comare! Le ho de-detto che zo-zoccola è un ti-tipo di scarpa che uuuusa le-lei in estate.

CARMELA

Ma cosa le ha detto! Io uso… (indicando le scarpe) queste, tutto l’anno.

VINCENZO

Co-così di-dice? Aaaallora aspetti che-che glielo spi-spiego meglio co-cosa vuol dire. (Si rivolge a Verdiana) Ve-verdiana, ti-ti…

CARMELA

(Lo ferma in tempo) E basta, basta compare! Che gatto frettoloso! E meno male che parla incespicando! Tu guarda un po’ dove siamo andati a finire solo perché non sono riuscita a spiegarmi bene con questa signorinella!

IGNAZIO

E poi, dico io, così difficile è farsi capire?

CARMELA

Ha parlato lo scienziato! Come faccio a farmi capire se non capisco quello che dice lei!

IGNAZIO

Vuoi che ti spiego io come si fa? Aspetta che ti mostro come si fa (va a prendere l’uovo).

CARMELA

Sentiamo che novità, gli è venuta allo scienziato.

VERDIANA

(Triste perchè non è capita) Io not under stand…

CARMELA

E basta, basta, Persiana…

VERDIANA

(Stizzita) Io no Persiana… Verdiana!

CARMELA

(Le scopre una collanina al collo di sua figlia e sbalordisce) Aspetta, aspetta, fammi vedere! Che cos’è questa cosa che porti al collo? (Verdiana sorpresa si gira di scatto, nascondendola) Di, non è la collanina di mia figlia Mariuccia? Come mai la tieni tu al collo?

VERDIANA

Questa mia, no Mariuccia!

CARMELA

A quanto vedo, quando vuoi riesci a capire! Quindi, sai pure parlare la nostra lingua!

VERDIANA

(Rientra Ignazio) Io not under stand.

CARMELA

Ancora con questo stendere ricominciamo! E certo, quando non vuoi capire, cominci con questo stendere.

IGNAZIO

(Ha l’uovo in tasca). Allora, dimmi come le hai detto poco fa perché lei ti capisse?

CARMELA

Come, come le ho detto. Le ho solo detto: lo vuoi l’uovo?

IGNAZIO

E tu, grandissima pesca ingiallita e pelosa che non sei altro, così le dovevi dire? Bastava solamente che le mostravi l’uovo e le dicevi così: hallò Verdiana (molto cattedratico prende l’uovo dalla tasca e si rivolge a Verdiana). Volessi tu… (facendo il verso di succhiare l’uovo) sucher?

VERDIANA

(Che lo guardava attentamente, gioisce) Oh, yes! (Gli corre incontro ad abbracciarlo) Thank you, zio Ignazio!

IGNAZIO

Hai visto quanto è stato facile! Un gesto, basta un gesto, e subito si capisce quello che vuoi dire. La lingua, che sia francese, inglese, spagnola, giapponese… non può mai avere lo stesso significato di un gesto, hai capito? (Carmela lo guarda impietrita) Che è, ancora non hai capito? Guarda, guarda e impara, somara. (Chiama la nipote e le fa dei gesti mimici) Verdiana, cara, voi tuà… (unisce tutte e due le due mani e le mette accanto al viso, abbassandolo, in segno di dormire o andare a letto).

VERDIANA

(Non capisce) Dis tu slip?

CARMELA

(Non capisce) Che cosa ha detto, gli slip?

IGNAZIO

(Non capisce e fa finta di aver capito) Come preferisci, gioia.

VERDIANA

(Un po’ stizzita) Io no slip!

IGNAZIO

E va bene, va bene cara; se vuoi, puoi anche metterti nuda.

CARMELA

Che cosa hai detto, nuda? Dove, quando! (Vincenzo, che ha capito, ride e li guarda sbalordito).

IGNAZIO

E certo! Siccome lei dice di non volersi coricare con gli slip… giustamente, non sapendo come usano fare li in Inghilterra, mi ha chiesto il permesso, e siccome… hai sentito pure che ha detto: no slip, no slip; che cosa vuoi che le dica di mettersi le mutande?  

VINCENZO

Che cosa avete ca-capito tu-tutti e due! E me-meno male, compare, che dite d’e-d’essere bravo co-conn gli gesti! Vi-vi ha chiesto se vo-voi le aveva de-detto di andare a le-letto.

IGNAZIO

Ma se lei parlava di slip!

VINCENZO

Ma qua-quando mai! Lei ha detto: no slip, che vorrebbe dire: no dormire, cioè che non vu-vuole andare a co-coricarsi; quale mu-mutande e mu-mutande!

CARMELA

(Al marito, maliziosa) Te lo faccio io un gesto, vediamo se capisci? (Si abbassa togliendosi la scarpa) Vedi questa? (Fa il gesto di avvicinarsela alla fronte) Che cosa vuol dire?

VINCENZO

(Pensando che possa prendere anch’egli qualche colpo di scarpa si allontana impaurito) Sa-sapete che fa-faccio? Va-vado a casa, ta-tanto ho capitoi che-che della pa-passera co-con tutti i pa-passerini, non vi interessa pr-proprio. Vi-vi saluto a tutti. Oooooorevoir, Ve-verdiana.

IGNAZIO

Aspetti, aspetti compare che vengo con lei, quanto… ci mettiamo d’accordo per quel… (alludendo alla moglie) discorso. Ciao Verdiana. (Poi alla moglie che guardava incuriosita per non aver capito) A momenti torno, e… cerca di imparare un po’ di lingua intanto, braciolon! (braciolona) (Esce mentre le due donne si guardano impietrite).

CARMELA

E ora? Cominci tu, o comincio io?

VERDIANA

(Fraintende) Tu, io?

CARMELA

(Non capisce) Io… tu?

VERDIANA

No, tu, io!

CARMELA

Meglio di così non potevamo cominciare! Da qui a stasera avoglia d’andare avanti con questo: io tu, e tu io! Ma… (cerca di parlare in sillabe pensando che la nipote possa capire meglio) Dimmi una cosa, tu-a ma-dre e tuo pa-dre (errori voluti), non ne a-ve-va-no altro da fa-re che te-ner-ti a ca-sa con lo-ro, in-ve-ce di far-ti ve-ni-re qua?

VERDIANA

(Fraintende) Che fare mio padre e mia madre, tu dire? Ain moment, fare te vedere loro con Whats-App (riferendosi all’applicazione del telefonino che ha in mano).

CARMELA

(Anche lei fraintende e rimane sbalordita) Con la zappa? Zappano quindi l’orto? Bih! Allora lo-ro e-sse-re la-vo-ra-to-ri di te-rra, contadini! (Verdiana continua a non capire e le guarda imbambolata). E… tu-tti e due con… za-ppa?

VERDIANA

No (cerca, stizzita, di correggerle la pronunzia) con zappa, Whats-App, Whats-App, capito?

CARMELA

Si, si, ca-pito, ca-pito, non ti allar-mare! So-lo che qui da noi si di-ce: con za-ppa; ma lo ste-sso è. Ca-pi-to, ma-ga-ri tu?

VERDIANA

Io no capire. Allora fare vedere loro con you tube?

CARMELA

(Continua anch’essa a non capire) Pure! Fa-nno ma-cg-ri i fonta-nieri! Gli idraulici insomma; bravi! Que-sto perché da voi c’è molto lavo-ro! Ti po-tresti por-tare con te tuo zio…; con za-ppa no però, per-chè lui dice che essere pesa-nte come lavoro; però con i tubi lui essere tro-ppo bra-vo, sapere come ri-pa-rare cose di acqua: la-van-dino, bide, ba-gno…

VERDIANA

(Sbalordisce pensando d’aver capito) Bagno a mare tu dire? (Fa segni come se nuotasse) Trebien mer!

CARMELA

(Tra se in modo che il pubblico possa sentire) A mare, si! A mare io ci sono da poi che sei arrivata tu! (Poi si rivolge a lei) E pu-re mi hai dato una be—la tro-vata: lui vuole che non vado più in chiesa, e allora credo sia la volta buona che impariamo tutti a nuotare!

VERDIANA

(Fraintende, ed è contenta) Pure zio nuotare? Tutti? Very good!

CARMELA

(Fraintende) Vero collo, si! Ora ve lo faccio rompere davvero io il collo! Su, andiamo… Anzi no, aspetta an moment. Un momento fa ti chiesi chi ti abbia dato quella collanina che tieni al collo.

VERDIANA

(Non sa come giustificarsi) Io… io… comprare!

CARMELA

(Sbalordita) Tu guarda che quando vuole capisce davvero! (A Verdiana) Se le chiedo come mai, ricominciamo con lo stendere i panni; forse è meglio lasciar perdere, puo’ essere che l’abbia comparata uguale a quella di Mariuccia, magari le è piaciuta e le ha chiesto dove l’abbia comprata e se l’è madata a ritirare. (A Verdiana) Ma… dimmi un pò, te lo ha detto Mariuccia dove comprarla?

VERDIANA E CARMELA

(La guarda e insieme diranno di non capire) Not under stand!

CARMELA

E ti pareva! A me, questa, non la racconta giusta. (Si gira per andare e verdiana fa un gestaccio) Uhm!

VERDIANA

(Cerca di giustificare il gesto) Io tichet! (Riferendosi al tic).

CARMELA

Forse è meglio lasciar perdere. (Escono a soggetto). Vieni, vieni con me, Persiana…

VERDIANA

Io no persiana, Verdiana!

CARMELA

E si, si cammina, che cominciamo con l’andare a prendere i costumi, le tovaglie, gli ombrelloni, la maschera, e pinne…

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

(Scena come la precedente)

VERDIANA

(Ritornano dal mare con Carmela. Molto arrossati dal sole. Saranno vestite con indumenti da far presumere che vengano dal mare: Cappelli e occhialoni da sole. Ignazio è intento a mettere delle gocce in un bicchiere) Good day, zio Ignazio!

CARMELA

(Con atteggiamento pomposo e gioioso nello stesso tempo, ma con leggero tono di sfottò. Errori voluti) J love you, mom amour! Hai preparet de manger? (Gli chiede se avesse preparato da mangiare, mentre Ignazio la guarda impietrito).

IGNAZIO

(Posa il bicchiere e, stropicciandosi gli occhi, comincia col darsi degli schiaffeti sul viso) Ma… sto dormendo, o… per cao è un miraggio? (Alla moglie) Non vedi che sto preparando le gocce pe r tuo padre!

CARMELA

E ne hai di che schiaffeggiare quella faccia di bronzo che tieni!

IGNAZIO

(Non capisce) Uhm!

VERDIANA

(Contenta) Zio Ignazio, kwest day (quest’oggi), io mi essere… come dire tu, zia, quando divertire molto?

CARMELA

(Quasi evidenziandolo) Scialata!

VERDIANA

Par fekto! Scialata! E do mayn ritonare ancora a mer! Vero zia Carmela?

CARMELA

(Giosa) Oh, yes!!!

VERDIANA

(Raggainte di felicità) Good, good, good sol (sole) and Sizilie!

GNAZIU

Eh, si vide che siete belli abbronzati!

CARMELA

Ancora non hai visto nix!

VERDIANA

Tu nix good mer, zio?

CARMELA

Lui non sapere notare e scendere a fondo come il piombo! (Piombo).

VERDIANA

(Non capisce) Uhm! Piombo!

IGNAZIO

E già! Io nix nuotare (facendo gesti di nuoto); e stare steso al sol, no good; sembrare… pescestocco! Capito, pescestocco?

VERDIANA

Pees salat?

CARMELA

Si, si, quello, pees salato!

VERDIANA

(Dispiaciuta) Allora tu veniri nix?

IGNAZIO

Io preferire stare a cais con nonno Guglielmo.

VERDIANA

Con nono foliar? (Facendo il gesto di pazzo). Tu no paura di lui folisc?

CARMELA

Lui più follisc di mio padre!

VERDIANA

(Gli si avvicina accarezzandole e faceno le moine) Lui nix folisc, essere zio tre bien! Good!

CARMELA

E basta, basta, se no finisce che squaglia!

VERDIANA

(Non capisce e fa segno con le braccia di volare) Quaglia tu dire?

CARMELA

No quaglia, sssss ssssquaglia. Capito? Ssssssquaglia.

VERDIANA

Io not understand, io not understand.

CARMELA

Ecco qua, e ti pareva! Ricominciamo a stendere i vestiti. Con te potremmo aprirci una lavanderia.

IGNAZIO

(A Carmela meravigliato e dispiaciuto nello stesso tempo) Quindi domani…  un'altra volta a mare dovete andare? E… non c’è paura che… vi possiate bruciare?

CARMELA

Bruciare! E allora questo (indicando l’ombrellone) a cosa pensi che serva? Lei, caso mai potrebbe bruciarsi, ma siccome è sempre in acqua…

VERDIANA

Io ever water, (fa gesti di nuotare) ever water…

IGNAZIO

Sapete che mi avete convinto; quasi quasi che vengo pure io domani!

VERDIANA

Beautiful, zio!

CARMELA

(Preoccupata) Eh, no, tu non puoi venire! (Ignazio rimane a guardarla meravigliato, e lei cerca di correggersi) No, no! Volevo dire dire che tu… non puoi venire… se no, mio padre… rimane solo!

Ecco, si, proprio questo volevo dire.

IGNAZIO

A questo avevo già pensato. Senti che facciamo, glielo dico a comare Concetta e a compare Vincenzo di stare qui domattina con tuo padre se dovesse avere bisogno, tanto, tuo padre li conosce, e…

CARMELA

(Allarmata) Che cosa!!! Neanche per sogno! (Ignazio continua a non capire) Volevo dire… non è giusto che noi ce ne andiamo a mare e loro rimangono qui; a te piacerebbe se il compare e la comare andassero a divertirsi e noi rimarremo a guardar loro la casa?

VERDIANA

Problem? Him not mare?

CARMELA

No, no!

VERDIANA

Because? (perchè).

CARMELA

(Non capisce) Si si, per la casa, hai detto bene, proprio per questo, la casa! Possiamo lasciarla sola? (Verdiana non capisce).

IGNAZIO

E ancora con questo sola! Che mi venga un colpo se ne abbia capito niente! Se ti sto appena dicendo che rimangono il compare e la comare! Anzi, sai cosa faccio, corro a dirglielo. A momenti torno (si avvia).

VERDIANA

Lui, mare andare?

CARMELA

Aspetta, dove vai? (Ignazio è già uscito. Carmela va a guardare se potesse vederlo, ma niente. Preoccupata) E’ già sparito! E che fu un fulmine!  

VERDIANA

Lui essere a mare?

CARMELA

(Preoccupata) No, no, a mareio ci ssono! E ora? Forse è meglio cominciare con l’andare a togliersi questi vestiti.

VERDIANA

(Non capisce) Cosa ora, andare a cambiare? (Riferendosi agli indumenti).

CARMELA

Si, si, forse è meglio che andiamo a toglierci questi costumi di carnevale. (Escono per l’altra stanza. Entra Guglielmo vestito alla sanfrasò: dalla vita in giù ha solo un pannolone; mentre in sù ha una maglia da notte, una cravatta con colori sgargianti e la giacca del pigiama).

GUGLIELMO

(Parlerà con la voce un po’ tremula e lamentosa; si toccherà spesso la gamba indolenzita) Che figlio di puttana! E’ arrivato senza nemmeno dire una parola! (Si tocca la gamba indolenzita) E che  fitte che da! E’ arrivato un dolore nuovo in questa gamba vecchia!  E ora che cosa devo fare? Tolgo la gamba e la mando a riparare? E…(guardando in giro un p. adirato e nello stesso tempo dispiaciuto) a riparare con chi, se qui non c’è nessuno! Sono rimasto solo, in questa casa di pazzi. (Entra guardinga Mariuccia vestita da suora) Una monaca! Biiiiih! E dove sono, al convento!

 

MARIUCCIA

(Parlando sotto voce) Nonno, come sei combinato?

GUGLIELMO

(La guarda impietrito. Non capisce) Che dici? Se n’è andato! E dove? Parla più forte che non sento! E tu… chi sei?

MARIUCCIA

Tua nipote, non mi riconosci?

GUGLIELMO

(Non capisce e si guarda fra le gambe) Che cosa ho fra le cosce! Sai che non mi ricordo più!

MARIUCCIA

E niente, non fa niente. (Guardinga se possa entrare qualcuno) Dimmi, nonno, l’hai vista Verdiana?

GUGLIELMO

A chi, all’indiana? Perché ci sono pure loro nel convento?

MARIUCCIA

Ma che capisci!

UGGHIERMU

Il pesce, mangiamo il pesce?

MARIUCCIA

Si, il baccalà! (Si fa il segno della croce rivolta verso l’alto) Gesù perdonami. Ti ho chiesto se ha visto Verdiana, mia cugina.

GUGLIELMO

Ah, dici se ho finito in cucina? Perché, toccava a me oggi lavare i piatti in convento? Sai che non o sapevo; aspetta, aspetta che vado, prima che arrivi la madre superiora (esce ed entra Verdiana attratta dalla voce di Mariuccia).

VERDIANA

(Sbalordita, parlerà in italiano con l’accento inglese) Tu qui? Quando sei arrivata?

MARIUCCIA

Adesso sono arrivata, il tempo di venire dall’aeroporto. Non ce la facevo più ad andare avanti con questa falsa; questo continuare a scrivere e a telefonare dicendo che va tutto bene e che in convento sono la monachella più ben voluta, ma ben voluta da chi? Dai tuoi, solo dai tuoi, perché è li che sono sempre stata e tu lo sai, quindi… Questo l’ho dovuto (Indicando l’abito che indossa) comprare per eventuali improvvisazioni… come adesso.

VERDIANA

Zitta, non gridare che la tua mamma a momenti entra e scopre tutto; e se sa che non sei mai stata in convento...! Su, andiamo che facciamo due passi e vediamo come risolvere la situazione senza tanti drammi.

MARIUCCIA

E’ lei, la mamma che voleva mi facessi suora; ne abbiamo già parlato, no!

VERDIANA

Si, si, certo, fortuna che i miei non le hanno mai fatto sapere niente di questa falsa; però lo stesso dobbiamo vedere come risolvere questa inutile recita; prima o dopo dovrài pur dirglielo ai tuoi.

MARIUCCIA

Fosse stato per mio padre, avrei continuato ben altra strada. E tu, tu hai capito qualcosa da poi che sei arrivata qua, su quanto ti dissi di mia madre e quel… (ironica) figlio di Dio? (Facendosi il segno della croce). Gesù, perdonami.

VERDIANA

Si, l’uomo è quello della foto che mi facesti vedere, viene persino a mare a trovarla! Ma ora su, andiamo che ne parliamo fuori, prima che arrivino i tuoi (escono). 

CARMELA

(Da fuori scena si sentirà Carmela chiamare la nipote) Persiana, Persiana! (Entra e guarda in giro) E dov’è, uscita? (Preoccupata) E mio marito che è andato dal compare! Madonna, se scopre l’imbroglio; e come faccio, come faccio! Forse (premurosa e preoccupata) è meglio che vada in chiesa, prima che sia troppo tardi. (esce).

GUGLIELMO

(Entra con una bottiglietta piena di un liquido come fosse urina) Questa la metto qui, che dumani la porto a controllo, chissà se i medici si accorgono da queste urine, la causa del dolore a questa gamba (toccandosela). Ora vado a finire di lavare le cose in cucina; (prende l’altra bottiglietta) questa la porto con me che la bevo mentre lavo i piatti. (Esce lamentandosi per la gamba) Ah, sta gamba, sta gamba, che dolore! Con quanti ce n’erano, giusto me doveva venire a far visita questo figlio di puttana di dolore! (Si sente arrivare gente).

IGNAZIO

(Da fuori scena) Entri, entri pure, compare. (Entrano) Aspetti che chiamo mia moglie e le parliamo di quel discorso che le ho accennato un momento fa di mio suocero (si avvia per l’altra stanza chiamando sua moglie) Carmela, Carmela, vieni, qui che c’è il compare. (esce per l’altra stanza).

VINCENZO

Che gran fessacchiotto! No-non si accorge che-che sua moglie gli fa le co-corna con quel fi-figlio di su-sua madre di pre-prete. (Implora verso l’alto) Dio, Dio che sorta di rappresentanti che ti-tieni su questa te-terra! Ce-certe volte pe-penzo che ti diverta a ve-vedere quanto su-succede qui so-sotto. No, ma-ma io aaaadesso glielo di-dico al compare co-come stanno le co-cose; lui pensa anche d’andare a mare! (Rientra Ignazio).

IGNAZIO

Non abbiamo concluso niente; la comare non c’è.

VINCENZO

La-lasci perdere la co-comare e sieda qua, che ho da-da raccontarle uuuuna cosa. le co-conviene sedere mo-molto co-comodo.

IGNAZIO

Allora è segno che ha da darmi una bella notizia e vuole che me la gusti seduto comodo!

VINCENZO

E co-come s’è bella! Sa-sa che facciamo, pre-prenda qualcosa da bere, qua-qualcosa di forte, quanto l’haiuta a di-digerire bene la bo-botta.

IGNAZIO

Compare, non la facevo così vizioso! Allora aspetti che prendo una bottiglia che mi mandò mio fratello dall’Inghilterra; è una grappa di quella potente da fare girare subito la capa (indicando la testa).

VINCENZO

Aaaallora è quello che ci vu-vuole.

IGNAZIO

(Prendendo la bottiglietta lasciata li da Guglielmo) Eccola, qua! Vede questa… però, a berla, si deve sorseggiare bene! Perché è il palato che prima deve gustare la fragranza, il sapore, la pastosità. Con questa, sono certo che lei, come l’assaggia, sicuramente parlerà pure meglio; anzi, sa che facciamo, la dividiamo in due bicchieri e ce la beviamo tutta alla faccia dei cornuti!

VINCENZO

Pu-pure!

GNAZIU

(Non capisce) Uhm?

VINCENZO

No, ni-niente, pa-parlavo con me.

IGNAZIO

Le stavo dicendo, ce la beviamo tutta e chi s’è visto s’è visto! Può essere che così riuscirà a parlare bene del tutto. In questa casa non beve nessuno… tranne mia nipote, ma già lei conosce bene il sapore di questa grappa… la fanno loro, e se non faccio così va a finire che rimarrà per sempre in bottiglia!

VINCENZO

Co-così dice? La pre-prenda allora che la beviamo. (Va a prendere la bottiglietta che aveva appena posato Guglielmo sul mobile).

IGNAZIO

(La divide in due bicchieri) Ecco qua. Ora aspetti quanto siedo e ascolto bene questo discorsco che ha da dirmi (siede).

VINCENZO

Po-posso? E’ pro-pronto?

UIGNAZIO

Prontissimo!

VINCENZO

Pro-prontissimo, pro-prontissimo?

IGNAZIO

E certo, compare che sono pronto, e poi neanche se fossi in polposiscion in formula uno! (Vincenzo stava per avvicinare il bicchiere alle labra) Eh, no, cosa fa! Come, così?

VICENZU

(Non capisce) E aaaallora come, co-con l’a-l’altra ma-mano?

IGNAZIO

Che cosa c’entra la mano adesso; le volevo dire di fare, prima di tutto, un brindisi! (Toccano con i bicchieri e comincia il sorseggio). Eh, cosa gliene pare? Roba fine! (Vincenzo fa smorfie di dissenso). Perché fa quella faccia? Provi a sorseggiare meglio.

VINCENZO

Io… più so-sorseggio e aaaaancora di più mi-mi viene di buttare le budella. Ma che-che cos’è?

IGNAZIO

Che cos’è! E non gliel’ho detto cos’è! Questa è grappa di vitigno di quello stravecchio!

VINCENZO

Ecco, pe-perché sa-sa di muffa!

IGNAZIO

(Odora un po’ e sorseggia) Se devo essere sincero, annusando, devo dire che anche a me… dall’odore sembra non piacermi tanto…  Sa che facciamo, proviamo a muovere il bicchiere, così (fa il verso col suo bicchiere di fare girare quello che vi sta dentro) la grappa gira e si rinnova nel sapore; (lo consiglia quasi rimproverandolo) oh, non la beva d’un colpo però! Le cose buone hanno bisogno di essere gustate lentamente. Tutto è dalla bocca alla gola… qui, vede? (Indicando da sotto il mento alla gola) Passato da qui, il resto non conta più. Quante volte: facciamo grande abbuffate da sentirci persino male, ci saziamo riempiendoci la ventre… ma tuttu è sempre da qui, (riindicando) a qui! Ci ingrassiamo senza motivo, beviamo come gli animali… e perché? Solo per il piacere di sentire questo breve passaggio, (rinidicando dalla bocca alla gola) da qui a qui. E allora: sorseggi, sorseggi lentamente; tanto non la insegue nessuno.

VINCENZO

Co-compare, io so-sorseggio pure lentamente, ma più so-sorseggio e più mi-mi viene di rimettere que-quello che ho mangiato il me-mese scorso. Sa-sa che faccio, be-bevo tutto d’un fiato e no-non se ne pa-parla più (lo beve tutto d’un fiato e fa come per rigettare in faccia al compare).

IGNAZIO

(Preoccupato) Eh, no, compare! Metta la mano davanti alla bocca e inghiotta. (Lo guarda un po’) Apposto?

VINCENZO

Se-sento le budella che-che si aaaattorcigliano come se do-dovessero esplodere da-da un momento all’altro! (Ignazio si pulisce il viso per i piccoli sputi).

IGNAZIO

(Lo redarguisce) Si giri le ho detto! Mi sta facendo la doccia! Piuttosto dica pure quello che ha da dirmi.

VINCENZO

Fo-forse oramai è me-meglio lasciar pe-perdere; mi sento uuun po’ sco-scombussolato… e poi ho mia moglie di andare ad aiutare nei lavori dell’orto, deve irrigare le zucchine.

IGNAZIO

Almeno mi accenni qualcosa, non può lasciarmi sulle spine…

VINCENZO

Eeee non sa-sarebbe meglio! (Cerca di correggersi) No, ni-niente!

IGNAZIO

E allora, su, parli, di che cosa si tratta? Mi dia un piccolo spunto, un indizio…

VINCENZO

So-solo due parole po-posso dirle, e poi de-devo andare, mi-mi sento lo stomaco in su-subbuglio. (Misterioso) Mi-mi risponda, l’ha vi-visto a padre Fefè comè aaaabronsato? (Silenzio).

IGNAZIO

(Rimane impietrito e aspetta ancora che il compare gli dia l’indizio) E allora? Che cosa c’entra questo discorso? Non è che ricominciamo con i quiz!

VINCENZO

(Indisposto) Bri-briscolone! Co-compare, ma allora da-davvero non capisce! Nemmeno prurito in testa sente?

IGNAZIO

(Non capisce) Prurito! E che vuol dire? Non è che… la grappa si sia già messa in fermento? O crede che io abbia i pidocchi!

VINCENZO

Le-lei è così ingenuo che-che qua-quasi la invidio. (Quasi in tono di rimprovero) Co-compare ma davvero dice? Da-davvero no-non si accorge di-di niente?

IGNAZIO

(Meravigliato si guarda in giro cercando di vedere qualcosa) Che possa diventar cornuto se ne ho capito una virgola di quello che ha detto!

VINCENZO

Ecco, ci-ci siamo! Io le ho de-detto che lei non si-si aacorge di-di niente? E co-cosa mi ha ri-risposto? Che-che possa essere co-come? (Gli mostra le corna mentre si sente arrivare qualcuno).

IGNAZIO

(Toccandosi leggermente la fronte) No!!!

VINCENZO

Sssss-si!!!

IGNAZIO

Alloro, io… (Lo guarda sbigottito facendo anch’egli le corna mentre entra Guglielmo ubriaco e con la bottiglietta che ancora cerca di bere la grappa già finita, e parla come tale, incurante dei due che lo guardano impietriti).

GUGLIELMO

Che bellezza! Che sapore! (I due si guardano sbalorditi) E come mi sento in forma! (Guarda dietro di se invitando ad antrare un compare che non c’è) Entri, entri pure compare e sieda qui. (gli prende la sedia e lo fa accomodare… Il compare sarà sempre nella sua immaginazione) Mi dia la mano che le faccio sentire una cosa (fa tutti gli gesti come fosse vero) Sembra che abbia bevuto lava dell’Etna! (si mette la mano davanti la bocca del compare e soffia) Che fu! S’è bruciato! Che le dicevo; sembra una fiamma ossidrica! Che caldo che esce dalla mia bocca, si, sembra davvero il cratere di un vulcano! (Richiama il compare che pare se ne stia per andare). E come, se ne va? Ma quando mai, sieda!

IGNAZIO

(Guarda la bottiglietta che ha preso lui e la va a confrontare con quella che ha in mano Guglielmo. Sbalordito, non capisce) Ma… come, un'altra bottiglia uguale! Ma… mio fratello, solo una ne mandò bottiglia di grappa. (Odora quella del suocero) Questa, dall’odore, sembra sappia proprio di grappa! E allora… noi… (guardando il compare) che liquore… ci siam bevuti?

GUGLIELMO

(Invitando il compare fantasma ad alzarsi) Su, compare, si alzi pure, che troppa confusione s’è venuta a creare (aiuta ad alzare il compare ed escono a soggetto).

CARMELA

(Entra e guarda i due intimidita) Compare, lei qui!

VINCENZO

(Ancora confuso per non sapere cosa abbia bevuto) Io… ve-veramente, me-me ne stavo andando; de-devo andare ad aiuta-tare la co-comare nell’orto.

CARMELA

Non serve che vada, perché la comare pare che stia venendo qua, lho vista in fondo la strada che veniva da queste parti.

VINCENZO

Eeee co-come, ha già fi-finito di iiiirigare l’o-l’orto!

V.F.S. CONCETTA

(Da fuori scena) E’ permesso?

CARMELA

Cosa le dicevo, è gia qua! Entri, si accomodi comare.

CONCETTA

(Vestita da contadina, ha un paniere con frutta dell’orto e una lunghissima zucchina sotto l’ascella che servirà a colpire a turno i personaggi ogni volta che si gira a parlare con gli altri). Buon giorno… (Si rivolge al marito in tono di rimprovero) Ah, tu qua sei! (Girandosi, colpisce con la zucca il compare) Avoglia che avevo d’aspettare te!

IGNAZIO

(Vorrebbe giustificare il compare) Veramente, il compare…

CONCETTA

(Si gira per parlare col compare e con la zucca colpisce la comare)   Il compare cosa? Non sapeva lui che doveva venire ad aiutarmi a irrigare!

CARMELA

E basta, comare…

CONCETTA

(Si rigira e colpisce il compare) Lei è meglio che non apra per niente bocca!

VINCENZO

Ih, e oooora ba-basta!

CONCETTA

(Si rigira e prende la comare) Basta ho da dirlo io, no tu che m’hai lasciata ad aspettare!

CARMELA

Senta…

CONCETTA

(Rigirandosi, colpisce il compare) Proprio lei dice a me di sentire!

IGNAZIO

(Infastidito da quella zucca che mena colpi a dstra e a manca) E la smetta con questo cetriolo che tiene sottobraccio! Che c’è, che cosa l’ha portata a venire sin qui così agitata?

CONCETTA

Io, se faccio così, non è per me che mi trovi ad essere (quasi sillabato, evidenziato mentre guarda la comare che a sua volta gira abbassando la testa dall’altro lato) a-gi-ta-ta!

IGNAZIO

Comare, che cosa vuol dire con questo tono misterioso a-gi-ta-ta?

CONCETTA

(Indispettita e in tono di rimprovero) E la smetta pure lei di fare il martire! (Altro colpo di zucca agli altri).

IGNAZIO

(Non capisce) Il martire, l’eroe… Vuole spiegarsi meglio, invece di parlare con i sotterfugi!

VINCENZO

(Al compare che è duro a comprendere) Mi-mia mo-moglie vuole dire ma-martire co-come quello che so-sopporta tu-tutto.

IGNAZIO

(Si pulisce il viso) Che è, compare, ricominciamo con la doccia! Non può mettersi una visiera davanti e ogni volta che parla l’abbassa sul viso! E poi continuo ancora a non capire dove voglia arandare a parere sua moglie!

CONCETTA

(Ironica e con leggero sorriso di sarcasmo) Ah, si! Non sa ancora dove voglia andare a parare, e scommetto (guardando la comare impaurita per la quasi scoperta della tresca tra lei e il prete) che neanche lei, vero, comare? (nel girarsi colpisce ancora il compare in mezzo alle gambe, tanto che egli si tocca indolenzito).

IGNAZIO

Ahi! (Toccandosi) E la smetta di sbandierare questo cetriolo, le ho detto!

CONCETTA

A me dice del cetriolo! E a sua moglie invece che ha da dirlo di… (quasi sillabato ed evidenziato) non sbandierarlo più!

CARMELA

(Facendosi il segno della croce rivolta verso l’alto) Oh, Signore, Signore! Non sarà mica venuta sin qua per fare scoppiare la guerra! Proprio lei parla di cetrioli!

IGNAZIO

(Alla comare) Senta, io dovevo parlare con lei se col compare potevate farci il favore di rimanere domani con mio suocero… solo domani s’intende! Volevamo con mia moglie, visto che è venuta a trovarci dall’Inghilterra, la figlia di mio fratello e vogliono che almeno una volta, io, vada con loro, e…

CONCETTA

(Inviperita) Ah si! E lei ha pure il coraggio d’andare a… mare con … loro? (Ignazio acconsente) Si, dice? E non la porta con sé pure una grossa pietra d’attaccarsi al collo come arriva a mare?

IGNAZIO

(Indispettito e upò adirato) Eh, no! Adesso basta comare! O mi dice, chiaro e tondo, quello che ha da dire, o se no, quella è la porta e se ne esce per com’è entrata! Tu guarda, dove siamo arrivati! (Alla moglie) E tu, tu niente hai da dire? E’ normale che questi due intrusi entrino in casa con questi toni e misteri? Parla! Parla, prima che impazzisca! Nemmeno tu hai capito? E cos’è quest’altro discorso della pietra da legarmi al collo? (Guardando il compare).

VINCENZO

E’ te-tempo pe-perso che co-continua a guardare me, co-compare! Iiiio no-non ne so-so niente di tu-tutto que-questo di-discorso.

CARMELA

Lei… no; ma veda se c’entra qualcosa la comare, invece! Che ha il coraggio di venire sin qui a far la predica, mentre poi… Abbi il coraggio di raccontare come stanno le cose a suo marito invece di fare la moralista a me che ho sempre cercato di…

VINCENZO

(Preoccupatissimo, guarda la moglie cercando di capire) Che-che… che-che… che cosa! (Concetta, scoperta, abbassa la testa anch’essa) Aaaaalzala la te-testa, qua-quando parli co-con me, iiinve-vece di-di abba-bassarla! Che-che cos’è questo di-discorso di ma-martire, di que-quello che sopporta tu-tutto… (Silenzio) Ah, no-non parli! Co-come, mi dicevi se-sempre male di-di loro, de-della co-comare che va se-sempre in chiesa: (ripete, in chiave ironica, quanto gli diceva la moglie) pe-perchè va se-sempre in chiesa, co-come mai la-lascia suo pa-padre da so-solo, pe-perchè co-corre se-sempre da-dal prete, ni-nix per ni-nix uuuguale ni-nix… e ora… Pa-parla t’ho detto, sce-scellerata! O pu-pure devo pe-pensare che tu lo di-dicevi perché eeeeri ge-gelosa de-della co-comare perché andava dal pre-prete più di qua-quanto sarebbe do-dovuta andare! (Adirato) Com’è, no-non rispondi?

CONCETTA

(Sorpresa per essersi fatta scoprire. In modo pietoso) Io…

VINCENZO

(Adirato) Iiio co-cosa?! Ecco pe-perchè qua-quando raccoglievi le co-cose nell’orto e la ga-gallina faceva l’uovo, pa-partivi su-subito per no-non so do-dove! Oooora ca-capisco do-dov’è che-che andavi! Glieee glieli po-portavi a pa-padre Fefè!

COUNCETTA

Che c’era di male! Poverino è solo!

VINCENZO

Eeeeed io no-non ri-rimanevo so-solo! Gra-grandissima sviergognata! Eeeed io che-che pensavo che-che era la co-comare a fa-afre l’occhio do-dolce al pre-prete…

CARMELA

E basta comapare che non è successo niente! Non stia a preoccuparsi che già ho provveduto a sistemare ogni cosa; (alla comare a denti stretti e con un filo di ironia) è vero, comare che s’è sistemato tutto?

CONCETTA

(Premuorsa) Certo, certo che è così! (Bussano).

IGNAZIO

E chi è adesso? Entri, entri pure, è aperto. (Entra il dottore con la classica borsetta delle visite; dietro di lui Mariuccia vestita da suora e Verdiana).

DOTTORE

Buon giorno. (A Ignazio) Ero a far visita alla signora qui accanto e (a Concetta) l’ho vista passare vestita da lavoro, e ho pensato di darle una gioiosa notizia… a quel che vedo siamo al completo! Vuol dire che questa bella notizia sarà data a tutti!

IGNAZIO

(Alla figlia) Ma tu… non sei… certo, Mariuccia! Figlia mia!

CARMELA

Mariuccia, figlia di mamma! Quanto sei bella vestita così! Quando sei arrivata?

MARIUCCIA

Mamma, io…

VERDIANA

Vuoi che glielo dica io?

IGNAZIO

Aspettate, sentiamo prima la bella notizia che ha da comunicarci il dottore che sicuramente avrà tante altre visite d’andare a fare.

DOTTORE

Si, certo, ho diversi pazienti d’andare a far visita. (A Concetta) Non so se dirlo a lei, o a suo marito… (Concetta fa segni al Dottore di stare muto e non parlare).

VINCENZO

Ve-veramente, prima di tu-tutto (il Dottore si pulisce il viso)…

IGNAZIO

Dottore, passi da questa parte se non vuol farsi fare la doccia di mio compare (il Dottore si sposta).

DOTTORE

Carissima donna Concetta, e carissimo don Vincenzo, sono in arrivo… (Concetta continua a fare segno di non parlare al Dottore) due… gemelli!!! (Vincenzo Impietrisce e guarda sbalordito la moglie, mentre anche gli altri si guardano stupiti e immobili).

VINCENZO

(Alla moglie) Tu-tu tu-tu… oh no!!! (Cade a terra svenuto).

DOTTORE

Vedete, quanto la gioia riesce a fare!

IGNAZIO

Dottore, mi dica, lei di quanto tempo è medico di famiglia di mio compare?

DOTTORE

Da qualche anno, perché?

IGNAZIO

E mi chiede pure il perché! Mio compare, figli non ne può avere, perché tanti anni fa è stato operato in… (indicandosi in mezzo le gambe)  quel posto. E ora che si sveglia più!

CARMELA

Allora, padre… Fefè…

DOTTORE

(Non capisce) Padre… chi?

CARMELA

E’ così che si finisce di perdere la fede! Ed io che continuavo ad andare in chiesa a cercare di persuadere il prete di allontanarsi dalla comare! Finanche a mare l’ho invitato a discutere sulla spiacevole faccenda, rischiando agli occhi di tutti di rovinare… la mia di famiglia!

MARIUCCIA

(Meravigliata) Mamma, allora tu…

CARMELA

Ma quando! Vero è che andavo sempre in chiesa…, (al marito) solo che tu l’hai sempre fatta tragica, ma era anche per persuadere padre Fefè a bambiare strada! E’ anche vero che mi sarebbe piaciuta vederti monaca… cosa c’è di male vederti vicina a Dio; forse perché da piccola mi piaceva che da grande diventassi monaca. Quindi è vero quando si dice che non c’è più mondo! Ognuno fa tutto quello che gli frulla in testa, senza nemmeno guardare l’abito che indossa! (Alla figlia) Sai che fai, figlia mia…

VERDIANA

Zia Carmela, Mariuccia è ben altro che vuole fare; anch’io ho recitato con te, perché…

CARMELA

Allora tu… non è vero che stendi i … panni?

VERDIANA

Perdonami zia se t’ho preso in giro; io conosco bene anche il siciliano, è con noi ch’è stata Mariuccia, in Inghilterra. Ora perdonami… se puoi.

MARIUCCIA

Papà, a me è questo che piace fare, e si mi riesce vorrei diventare valletta (si sentirà una musica con molto ritmo e Mariuccia si scatenerà a ballare seguita da Verdiana e da qualche altro. Poi si fermerà la scena con tutti bloccati, mentre si alzerà lentamente da terra e sotto l’occhio di bue, Vincenzo che si porterà davanti la proscenio e dirà in versi la morale finale, sempre con gli attori bloccati che avranno preso prima una delle posizioni che assumevano in atteggiamenti scenici).

VINCENZO

Tutti abbiamo una storia da raccontare,

momenti brutti e altri da ricordare.

Io parlo di questa che m’appartiene,

e la lingua, che per nulla si tiene,

vi dice e a tutti consiglia,

di non farsi nessuno meraviglia;

perché quando tutto sembri filar liscio,

ecco girarsi della medaglia il rovescio.

Siamo tutti in questo mare,

pronti e soggetti a sbagliare.

Nessuno sa quale sia la sua sorte,

prima di fare, pensiamoci più volte.

E, lasciandovi col sano parlare,

un proverbio vi voglio donare:

“Non c’è migliore esempio di vita,

nel vedere la famiglia unita”.

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