FARSA IN UN ATTO
di
CESARE GALANTI
PERSONAGGI
Il conte ERNESTO.
La contessa SOFIA.
BERNARDO, servitore.
PASQUALE, cuoco.
FIRENZE
Adriano Salani, Editore
Viale Militare, 24
1894
ATTO UNICO
Sala in casa del Conte. - Porta in tondo adue laterali. - Un tavolino e varie seggiole. -Presso la porta di fondo un cordone di campanello.
Scena prima.
Da destra viene il Conte in veste da camera; indi Bernardo.
Conte Eccoci finalmente alzati... o meglio, eccomi finalmente alzato: perché la mia diletta Fifì dorme ancora tranquilla e contenta fra le coltri. Eh! lo credo, io! Dopo il moto che fece ieri sera al ballo del barone... Con che compiacenza ballava!... E come sono felice di averle dato questo divertimento... Stamattina non ho osato destarla: dormiva tanto placidamente il sonno dell'innocenza! Sicuro, dell'innocenza, checché ne dica il cavaliere Dello-Spirito, il quale pretende che mia moglie... (suona il campanello) Ah, sciagurato!
Bernardo (con varie lettere) Buon giorno, eccellenza. Ecco ciò che la posta ha recato stamani per lei... (depone le carte sul tavolo).
Conte Bravo Bernardo. Ed ora vanne a dire a Martino che mi prepari la colazione.
Bernardo (maravigliato) A Martino?
Conte Sì, a Martino.
Bernardo Ma... vostra eccellenza mi scusi... Martino non c'è più... Abbiamo un cuoco nuovo da ieri.
Conte Un nuovo cuoco? E perché?
Bernardo Perché Martino è stato licenziato.
Conte Fino a questopunto ci arrivavo!... Intendo domandare chi ha fatto tale cambiamento.
Bernardo La signora contessa.
Conte (Ah! la mia Fifì!) Sta bene: ciò che ha fatto lei è ben fatto. Vanne pure.
Bernardo Riverisco vostra eccellenza. (parte).
Conte Vorrei sapere perché ha licenziato il vecchio Martino e preso un nuovo cuoco senza dirmene nulla... Bah!. non importa, lo saprò da lei. (siede) Vediamo che nuove ci sono dalla posta. Toh! una lettera proveniente dalla città. Vediamo... (l'apre) Che vedo! Una lettera anonima! Qualche insulto, o qualche burla. Gettia-mola... (fa per gettarla e poi la ritiene) Eppure sono curioso di sapere che cosa si dice! Leggiamo... Già io alle lettere anonime non ci credo mai! (legge) "Eccellenza, l'affetto che vi porto..." - Gia, sempreaffezionati questi vigliacchi scrittori di lettere anonime! "...mi fa svelarvi una cosa chevi recherà dispiacere." Dispiacere! "Vostra moglieama..." - Bugie! La mia Fifì ama me solo! - "...ama il marchese Tacchini..." - Buffone! e spera che io ci creda! - "...il quale tenta introdursi nella vostra casa in figura di cuoco..." Di cuoco! (vivamente, alzandosi) Di cuoco?! (passeggiando su e giù adirato) Il nuovo cuoco... Martino licenziato senza che io lo sappia... Oh, perbacco! È inutile il fingere: questa volta ho scoperto una trama... Ma, e la mia massima di non credere alle lettere anonime?... Eh! va bene il non crederci, ma in certi casi... Qui mi si accennano dati certi... tutto si combina... Ah! io tradito così infamemente dalla mia Fifì !... Aveva ragione il cavalier Dello-Spirito! (abbattuto) Ed ora come comportarmi?... Scacciare il cuoco? Tutti conosceranno il marchese e si riderà alle mie spalle, anzi mi si crederà già... accomodato!... Ammazzare questo marchese finto cuoco? Peggio!... E poi... Meglio confonderlo, fargli capire che tutto mi è noto, e indurlo a confessare... che cosa?! Ah! è sempre un'onta per me e per la mia casa!... Piuttosto voglio interrogare la mia Fi... (correggendosi) la signora contessa... Vedrò se ella si turba... A noi! Ma prima è necessario conoscere il cuoco... (va a suonare il campanello) Dopo avrò modo (tragico) di vendicarmi!
Bernardo Eccellenza.
Conte (con ira) La colazione è pronta, sì o no?
Bernardo È già preparata.
Conte (alterato) Ebbene, che si aspetta a recarla? Bernardo (impaurito) Corro a prenderla, eccellenza.
Conte (come sopra) No, voglio che me la porti il cuoco.
Bernardo (come, sopra) Temo che egli non voglia venire, eccellenza!
Conte (reprimendo a stento l'ira) Perché?
Bernardo Egli e timido, eccellenza...
Conte (adirato) Voglio assolutamente lui! Va': a dirglielo!
Bernardo Corro,eccellenza ! (parte).
Conte (con sarcasmo) È timido... non ha coraggio di venirmi davanti... (prorompendo) Briccone! teme che io lo riconosca. Per ora mi limiterò ad esaminarlo; a più tardi la vendetta! (siede presso il tavolo).
Scena seconda.
Bernardo, Pasquale e detto.
Bernardo (di dentro) Animo, entrate.
Conte (Eccolo!)
Pasquale (con berretto, giacchetta e grembiale da cuoco, tenendo in mano un tondo su cui è la colazione pel conte; sul braccio il tovagliuolo e nella destra la posata. Si avanza a piccoli passi e si ferma lontano dal conte senza dir nulla).
Conte Accostatevi.
Pasquale (si accosta senza parlare).
Conte Preparate la colazione su questo tavolino. (Ha una fisonomia molto distinta!)
Pasquale (depone sul tavolo il tondo e rimane impettito senza dare al conte né tovagliuolo, né posata).
Conte Ebbene? (adirato) Come debbo mangiare? Dammi dunque il resto! (E dire che parrebbe proprio uno sciocco!)
Pasquale (mortificato. consegnando il tutto) Sì, signore... eccellenza.
Conte (mangiando) (Come fa bene le parti da imbecille! Via, è meglio seguire un'altra strada!) Mi avete una fisonomia molto intelligente... (con ironia).
Pasquale (sempre impacciato) Tutta bontà sua, eccellenza!
Conte Avete servito in molte case? (come sopra).
Pasquale (come sopra) Non in tanto, eccellenza... perché è da poco che ho cominciato a servire...
Conte (con ira) (Lo so! Da oggi!)
Pasquale (come sopra) ...e anche perché sono molto delicato...
Conte Come sarebbe a dire?
Bernardo (Che babbuino!)
Pasquale (come sopra) Ecco... io non amo entrare in case... dove ci siano ragazze... perché la mia fisionomia... ecco: pare che io...
Bernardo (che, rapidamente gli si è avvicinato, gli dice all'orecchio) (Taci, imbecille! È geloso!)
Conte (Scellerato ! E con che faccia fresca lo dice!) Ebbene?...
Pasquale (confuso pur ciò che gli ha 'detto Bernardo) Eccellenza... sì, signore...
Conte (Costui finge di essere uno stupido per meglio ingannarmi!). (alzandosi) Va bene: andate pur.
Pasquale (Si alza dalla tavola e riverisce il conte) Eccellenza... (parte).
Conte (a Bernardo) Che ve ne pare?
Bernardo Mi pare un imbecille, molto imbecille, quasi...
Conte Un po' troppo imbecille, eh ? Non pare quasi una finzione?
Bernardo Non lo credo eccellenza.
Conte Eppure...
Bernardo (meravigliato) Eppure?...
Conte (in fretta per rimediare)Vai a prendermi il soprabito ed il cappello!
Bernardo Corro, eccellenza. (parte).
Conte. Stavo per farla grossa ! Palesare ad un servitore?... È necessario che io esca subito... voglio correre alla casa del marchese Tacchini por iscovare... per sapere... Ma che marchese furbo! Chi non lo sapesse, a vederlo lo crederebbe un sempliciotto... Ma io gli ho letto negli occhi ed ho visto in lui quello spirito che cerca invano nascondere... Diamine! non sono un imbecille, ed appena avrò assunto informazioni...
Bernardo (rientra con soprabito e cappello).
Conte Dopo ce la sentiremo... (si toglie la veste da camera, infila il soprabito e depone il cappello sul tavolo).
Bernardo (prende la veste da camera ed esce).
Conte Mettiamo in tasca queste lettere. Non vorrei che la contessa le leggesse e venisse a conoscere che io ho scoperto tutto... (intasca le lettere) Ed ora a noi ! Però io non so da che punto partire. Avevo risoluto di andare a casa del marchese... ma io non so dove abiti, anzi non so nemmeno chi sia questo marchese Tacchini, perché non l'ho mai sentito nominare... (resta indeciso) Basta, domanderò... (si mette il cappello e va per uscire, dal fondo).
Scena terza.
Contessa e detto.
Contessa (entra da destra, e vedendo il conte) Ernesto!...
Conte (rimane un po' indeciso; poi si toglie il cappello ed avanzandosi) Contessa, buon giorno.
Contessa (in aria di rimprovero) Io vi ho chiamato Ernesto!
Conte (seccamente) Ed io vi ho risposto Contessa!
Contessa (sorridendo) Via!Siete forse inquieto con me?
Conte (come sopra) Forse!
Contessa (con meraviglia) E perché ?
Conte (smettendo l'aria minacciosa, ma sempre un po' burbero) Ecco, fai delle cose... dei cambiamenti... (indeciso) Insomma, tu in casa fai...
Contessa Questa è nuova! Non sono sempre stata io a dirigere la casa?
Conte Sì... ma di certe cose io vorrei essere informato. Per esempio... (con sdegno) tu l'altro giorno ti sei permessa, di... (sta per prorompere, ma si trattiene) Hai fatto una cosa che mi dispiace.
Contessa (maravigliata) Una cosa che ti dispiace? (pensa).
Conte (frenandosi a stento) S'intimidisce... sente il rimorso!)
Contessa (sorridendo) Forse il congedo dato a Martino?...
Conte (vivamente) Appunto! Un vecchio servo di famiglia...
Contessa Rimpiangeresti quel vecchio temerario? Almeno, dimmi, hai visto il nuovo cuoco?
Conte (seccamente) Sì!
Contessa Non ho fatto una bella scolta?... (sorridendo).
Conte (Oh! donna senza pudore!) (frenandosi) Mi è parso un imbecille più grosso di Martino! Non è buono a dire una parola!
Contessa (come sopra) Con me poi non è stato così timido!
Conte (E me lo dice sorridendo! Perfida!...) (con sarcasmo) Vuol dire che tu gli avrai data poca soggezione.
Contessa Può darsi.
Conte (Oh, donna indegna! E con che indifferenza parla del suo tradimento!)
Contessa Ebbene, stai zitto?
Conte Dico che non vi ha alcun vantaggio in tale cambiamento... (con ira repressa).
Contessa Non fosse altro, questo è un belgiovanotto!
Conte (Oh, questo è troppo!) (alterato) Ma perdio scacciare Martino, un cuoco che ha servito per diciotto anni in questa casa?...
Contessa Appunto ciò lo rendeva temerario all'eccesso; si è fino permesso di farmi delle osservazioni.
Conte (Oh, uomo veramente onesto!)
Contessa E quando io lo licenziai ebbe l'audacia di dirmi...
Contessa, (vivamente) Che cosa ?
Contessa Che si sarebbe vendicato, capisci?
Conte (Povero vecchio, sì, ti vendicherò io!) (con finzione) Basta, ciò non importa... Addio! (per partire).
Contessa Esci ?
Conte (ruvidamente) Sì.
Contessa (sorridendo) Senza nemmeno darmi un bacio?...
Conte (Come è avida del baci!) (ironico) Oh! un bacio te lo do volentieri! (va a baciarla sulla fronte) (Come odora di muschio!)
Contessa Torna presto! Senza di te mi annoio, lo sai!
Conte Prima che potrò... (Tornerò prima che tu credi evedrò come ti annoi!) (avviandosi per partire) (Come fingono tutt'e due! Come fingono!... Quale infamia!) (parte).
Contessa Mio marito mi è parso turbato... (va a suonare il campanello) Gli èdispiaciuto che io abbia scacciato Martino, senza dirglielo; ma d'altra parte non potevo soffrire quel temerario. E poi Ernesto si rimetterà quanto prima!
Scena quarta.
Bernardo e detta; poi Pasquale.
Bernardo Comandi, eccellenza.
Contessa Il mio brodo.
Bernardo Subito, eccellenza. (parte).
Contessa Eppure vorrei saperti perché tanta premura per Martino... Certo perché da lungo tempo ora abituato a vederselo intorno... Ma purtroppo i vecchi servitori sono brontoloni e pretendono di comandare essi. Il nuovo cuoco spero che non diventerà mai tale... È un imbecille di prima riga.
Pasquale, (entra da sinistra con tondo e sopra una tazza col brodo e tovagliuolo, e rimane indeciso presso la porta) Eccellenza...
Contessa Che cosa c' è?
Pasquale (confuso e senza muoversi) Posso entrare?
Contessa Ma se sei già entrato!
Pasquale (come sopra) Ah! sì, èvero, eccellenza... non me ne ero accorto... Portavo il brodo.
Contessa Avanzati. (Pasquale eseguisce) Dammi il tovagliuolo.
Pasquale Eccolo, eccellenza... (rimane presso la contessa impettito).
Contessa (prende il tovagliuolo e se lo pone sui ginocchi) Ma suvvia! prendete un aspetto un po’ più proprio... Sembrate un albero, diritto in quel modo! Non si deve restare lì impalati. I servitori debbono stare curvi, con un po' di grazia...
Pasquale (si curva subito con caricatura, e versa del brodo addosso alla contessa).
Contessa Ah, disadatto! mi avete scottato!
Pasquale. Oh Dio! (confuso, depone la tazza a terra e prende il grembiale con cui si accinge ad asciugare le vesti della contessa).
Contessa Andate là, che siete proprio un imbecille! Corro a cambiarmi il vestito... (parte).
Pasquale (rimanendo nella primitiva posizione) Ah, che ho fatto! Povero me ! Ora essa mi discaccierà certamente. Ah! povero me, mi troverò senza pane! È necessario che appena torna le chiegga perdono... Sì, io le dirò: (si getta in ginocchio avanti alla seggiola in cui sedeva la contessa e dice forte) "Ah, signora contessa; signora contessa!"
Scena quinta.
Conte e detto; indi la Contessa.
Conte (di dentro) Ah! (entra, e con ira a Pasquale) Che cosa dicevi?
Pasquale (confuso e senza muoverai) Nulla, signore... eccellenza!
Conte (come sopra) Chi c'era in quella seggiola?
Pasquale (confuso e timoroso) Non lo so...
Conte Come non lo sai? Che cosa facevi lì in ginocchio?
Pasquale (raccoglie la tazza) Eh...
Conte Che cosa eri venuto a far qui?
Pasquale A portare il brodo alla signora contessa.
Conte (con sarcasmo) E il brodo lo prendeva per terra lei?...
Pasquale (confuso, non risponde).
Conte (esasperato) Va' via!
Pasquale (confuso, esce senza dir nulla).
Conte Ah, infami! Col pretesto del brodo! quale indegnità! In ginocchio presso questa sedia... e questa sedia odora di muschio... Dunque qui c'era seduta lei, e lui davanti in ginocchio le faceva una... una... una dichiarazione d'amore... e... e forse peggio, se non venivo io. Al mio arrivo la perfida è fuggita, e lui... Ohi! ma io ucciderò questo cuoco!... Eppure, finché non ho le prove in mano, non posso parlare... mentre il fatto è pur troppo chiaro! Tutte le circostanze lo spiegano... Egli entra col brodo... nessuno li vede. e lui depone la tazza per potere... spiegarsi!... Sentono la mia voce, ed ella fugge, mentre lui rimane, sperando di salvarsi, fingendosi un cretino... L'ho bene inteso io a dire: "Signora contessa!" Oh! eccola... A noi!
Contessa (da destra, con altro abito) Eccomi, non è nulla! (vedendo il conte) Ah! Dov'è Pasquale?
Conte (in tono tragico) Che volevate da lui?
Contessa (meravigliata) Prendere il brodo che aveva recato.
Conte (come sopra) E perché non lo avete preso subito?
Contessa Sono andata a cambiarmi l’abito, perché egli me ne ha gettato un poco sopra.
Conte (furente) (Forse nell'abbracciarla!...) Ah! egli vi ha gettato il brodo addosso? Disadatto! Corro a licenziarlo.
Contessa (trattenendolo) Via ! Volete licenziarlo per così poco?....
Conte Sicuro! Dovrei aspettare di peggio? Che vi gettasse addosso... (se stesso?...)
Contessa Ma il suo fallo è un'inezia facilmente perdonabile, mi pare.
Conte (Temeraria! Come teme che io lo scacci!)
Contessa E poi la colpa è in parte mia, che insegnandogli a reggersi in piedi con grazia, ho fatto...
Conte (Si accusa essa per difenderlo!...) Ebbene, giacché voi lo volete, rimanga! (Mi vendicherò con più agio!)
Contessa (ironica) Grazie della generosità!
Conte (sarcastico) Che non farei per voi?... Ah! mi dimenticavo che debbo uscire...
Contessa È vero... Oh! a proposito, com'è che siete tornato così presto?
Conte Per... per prendere un ombrello.
Contessa Ma se è un tempo magnifico!
Conte Non mi pareva... Ma anche in questo cederò a voi, e andrò fuori senza ombrello... Addio! (parte dal fondo).
Contessa Addio...Mi è parso assai inquieto: non comprendo perché mai gli dispiaccia tanto l'aver io licenziato Martino! Amare un vecchio servo, va bene, ma trascendere in eccessi come fa lui... (pensa) Non può avere altri motivi... (pausa) Che gli vada male qualche affare?! Potrebbe essere, ma allora perché non me lo avrebbe detto?... Basta, quando torna gli chiederò spiegazioni... Per ora pensiamo a prendere il brodo. (suona il campanello) Colui se ne è certo dimenticato.
Scena sesta.
Bernardo e detta, indi Pasquale.
Bernardo (da sinistra) Comandi, eccellenza.
Contessa Il brodo.
Bernardo Subito, eccellenza. (parte a sinistra).
Contessa E dire che per quel po' di brodo il pover'uomo correva rischio di essere licenziato! (ridendo).
Bernardo (entrando con Pasquale) Egli era qui fuori da un pezzetto, eccellenza, e non osava entrare! (ride fra sé).
Contessa (ridendo) E perché non entrava?
Pasquale (si avanza; sarà sempre un po' inchinato in avanti, secondo che gli ha detto la contessa nella scena quarta) Ma... eccellenza!
Contessa Avanzatevi.
Pasquale (si accosta, e lei prende il brodo).
Contessa Vi siete spaventato subito! Temevate che un poco di brodo potesse far tanto male?
Pasquale (come sopra) Perché... sua eccellenza... il conte...
Contessa Che vi ha detto?
Pasquale Perché... mi ha trovato qui... e siccome quella sedia odorava di muschio... e perciò mi ha domandato chi c'era... ed io, per rispondere ho preso la tazza...
Contessa Non capisco.
Bernardo (Nemmeno io!)
Pasquale E sua eccellenza mi ha domandato se lei eccellenza prendesse il brodo per terra, e per prova di ciò mi ha mandato via. ed io... (quasi piangendo) non vorrei che mi scacciasse!
Contessa Volete che per così poco vi mandi via dal suo servizio ? (deponendo la tazza) Che ne dici, eh, Bernardo?
Bernardo Lo credo impossibile; sua eccellenza ha voluto sempre bene ai suoi domestici, e li tratta con amore come se fossero figli.
Pasquale E anche io sono figlio...
Contessa Lo credo bene che siate figlio.
Pasquale (confuso) Ma...
Contessa (Che stupido!) (parte ridendo).
Bernardo Com'è, amico mio, che siete tanto timido?...
Pasquale E' perché, vedete, se vedo uno un po' inquieto, mi piglia la paura, e mi pare che mi voglia bastonare. Se invece uno mi sorride e sta allegro, allora, ho paura di aver detto qualche sproposito e che si rida per questo.
Bernardo Va' là, che sei un bei tipo! In questa maniera non farai certo fortuna. I servitori per trovarsi bene, debbono invece cercare di essere svelti... Guarda, voglio insegnarti un poco io. Levati il berretto ed il grembiale.
Pasquale (sorridendo, posa tutto sul tavolino).
Bernardo Attento... (eseguisce ciò che dice) Occorrono riverenze senza numero, prontezza di movimento: e sopratutto si deve cercar di fare discorsi lunghi, svelti, non impacciati, per iscusarsi...
Pasquale (si pone ad imitare i movimenti di Bernardo, senza riuscirci).
Bernardo Ecco, per esempio: impara! Supponi che il padrone ti abbia sgridato. Allora prendi una posizione rispettosa (eseguisce) e di': "Scusi, ec-cellenza, se ho errato, ma in ogni modo io sono sempre pronto a servirla. Se ho sbagliato questa volta, cercherò di non più ricadere; del resto, ella può star certo del mio attaccamento, del mio affetto verso di lei..." Che te ne pare?
Pasquale Bene! Ah, se lo sapessi fare anch'io!
Bernardo Provati! (lo mette nella posizione che aveva lui)..
Pasquale (cercando imitare la spigliatezza di Bernardo) Ella scusi, perdoni... Maella può star sempre sicuro del mio profondo affetto verso di lei, della mia sincera affezione...
Conte (di dentro) Che sento!
Bernardo Il padrone ! (fuggono con rumore a sinistra).
Scena settima.
Conte solo, poi Bernardo.
Conte Che ho mai inteso! (ripete)"Ella può sempre star sicura del mio profondo affetto, della mia sincera affezione!" E qui non c'è inganno! Queste parole le ho udito io con lemie orecchie... E poi, alla mia voce, un urlo ed una fuga precipitosa! (si arresta al tavolino) E come dubitare più oltre ? Ecco le vesti che egli ha deposto senza dubbio per timore di rendersi ridicolo agli occhi suoi... Ah, infami! Ora non ho più alcun dubbio... ora ho le prove di fatto del loro tradimento... E dove son fuggiti essi? (si accosta alla porta a destra e la trova chiusa) Ah! non vi è dubbio... essa è là dentro celata con lui... Tenta forse nasconderlo!... Ora lo sciogli-mento... Ma prima ò necessario allontanare Bernardo. (va a suonare il campanello; pausa). Bernardo (da sinistra) Comandi, eccellenza.. Conte (cercando frenarsi) Ho visto poco lungi di qui il povero Martino... Esso sarà ben lontano! Eccoti venti franchi: cercalo e consegnaglieli, e bada di non tornare finché non lo hai trovato.
Bernardo Corro, eccellenza. (parte dal fondo).
Scena ottava.
Contessa, e detto.
Conte Ci vorrà molto tempo prima che trovi Martino, ed io frattanto compirò la mia vendetta: (va alla porta dì destra e scuotendola grida) Aprite!
Contessa (apre, e viene in fretta in scena) Qual grido! Che avete?
Conte (senza parlare entra precipitoso a destra).
Contessa (meravigliata) Che ha egli? (guarda alla porta) Fruga per ogni ripostiglio! Ma che cosa cerchi?
Conte (rientrando) (Non c'è! Che sia fuggito per la finestra?)
Contessa Che cercavi?
Conte (brutalmente) Te l'ho detto un'altra volta: un ombrello.
Contessa Ma con questo sole, che cosa ne fai dell'ombrello?
Conte (reprimendosi a stento) Il tempo può cambiare!
Contessa Neanche se dovessi rimanere tutto il giorno fuori!
Conte (Facciamoglielo credere!) Ebbene, sì, debbo partire e non tornerò che domattina. (fissandola).
Contessa Oh! come mi dispiace il dover passare una notte da sola!
Conte (Chi non si lascerebbe ingannare?...) Debbo andar via per affari... Ma quest'ombrello?
Contessa Chiamerò Bernardo... (va per chiamare).
Conte Non c'è.
Contessa Ebbene, ti servirà la tua Fifì... come dici tu! (partendo dal fondo) (È proprio come dicevo io: gli è andato male qualche affare!)
Conte È rimasta impassibile!... A vederla, si metterebbe la mano sul fuoco per sostenere che quella è la donna più pura di questo mondo!... Oh! le apparenze!... Ma questo è un ottimo rimedio... Ella mi crederà partito... io mi nasconderò e li coglierò (truce) sul fatto! E allora li ammazzo tutt'e due!
Contessa (torna con l'ombrello) Ecco l'ombrello. Ho fatto presto?... (il conte prende l'ombrello).
Conte Prestissimo! Si direbbe che hai fretta ch'io parta!
Contessa Cattivo! Puoi supporlo? Sei tu che mi hai messo tanta premura... Addio!
Conte (alterato) Mi mandi via?
Contessa Ma se mi dici che hai tanta fretta!
Conte È vero... Addio! (Come sa fingere!) (parte).
Scena nona.
Contessa, poi Pasquale, indi il Conte.
Contessa Insomma, oggi non riesco a capirlo... Ci mancava questo affare, che lo costringe a partire! (si pone a sedere prendendo un libro, un album di ritratti o altro, in modo da non vedere Pasquale, che gli viene di fronte).
Pasquale (comparisce nulla porta sinistra) (Sì, sì, eccoli proprio là sul tavolo, berretta e grembiale!) (entra in fretta e si avanza verso destra per prenderli, ma inciampa e cade in ginocchio avanti alla contessa) Ah, eccellenza!
Contessa Che c'è? (alzandosi spaventata).
Pasquale Ah! eccellenza, scusi... (Diciamo come mi ha insegnato Bernardo!) Se ho sbagliato... non lo farò più... Ella può star certa (in fretta) del mio attaccamento... del mio affetto verso di lei...
Conte (entra furioso dal fondo; la contessa rimane stupita; Pasquale rimane in ginocchio senza muoversi) Ah, indegni! alfine vi ho sorpreso! Finalmente vi ho colti sul fatto!
Contessa (stupita) Che?...
Conte Ah! sciagurata e spudorata moglie, non cerchi sfuggirmi dagli occhi, tu che hai osato tradire un marito che ti ama tanto?!
Contessa (offesa) Io?...
Conte Eme lo domandi, temeraria? Sì, tu, donna ingrata, senza cuore!... Di', non ti ho forse or ora sorpresa mentre questo indegno ti faceva una dichiarazione?... Di', spergiura!
Contessa Ernesto... Ernesto... ma che dici? Mi sembri impazzito...
Conte Mi chiami pazzo?! Ebbene, sì, sono e fui pazzo, pazzo a non accorgermi delle tue finzioni... Ed anche voi, alzatevi... (a Pasquale, che tremando indietreggia camminando sui ginocchi) Alzatevi, dico, marchese!
Contessa Marchese?...
Pasquale (tremante si trascina ginocchioni verso il conte) Oh, eccellenza!
Conte Oh, per l'inferno! Marchese, rizzatevi in piedi, vi dico: èora di finirla questa indegna commedia! Alzatevi! Ci batteremo!
Pasquale (sempre tremante, segue camminando in ginocchio il conte) Eccellenza... per carità... scusi se...
Conte Suvvia, è inutile che continuiate a tener sul volto quella maschera che ho saputo strapparvi. Sì, porche io vi conosco... Orsù, marchese Tacchini, alzatevi... ve lo comando!
Contessa Ma a chi dici?
Conte Ah! e voi osate parlare? Voi, disonesta donna, che avete avuto l'audacia di licenziare un vecchio ed onesto servitore, per introdurre in casa sotto le vili spoglie di cuoco il vostro amante?...
Contessa (con un grido) Il mio amante?
Scena ultima.
Bernardo, e detti.
Bernardo Eccellenza! (si ferma sulla porta di fondo) Oh! che vedo!
Conte Voi?! Ebbene, Dio ha voluto che tutto sia palese. Sì, sappilo, o fedele Bernardo, a vostro maggior disonore, o contessa, costui èl'amante di mia moglie, il marchese Tacchini!
Bernardo (ride).
Conte (furente) Sciagurato! Osi ridere?
Bernardo Sì... me lo perdoni vostra eccellenza, e si calmi.
Conte Che io mi calmi?...
Bernardo Nulla di quanto lei crede è vero. Fu un'infamia di Martino, ed egli stesso lo conferma in questo biglietto... (dà una lettera al conte) Egli, per vendicarsi della contessa, scrisse quella lettera anonima, inventando tutto di sana pianta.
Conte Scellerato!... E se lo sa il marchese Tacchini?...
Bernardo Il marchese Tacchini non esiste!
Conte Oh! imbecille che io fui!... Ah, Fifì... (s'inginocchia) Fifì mia, perdonami!
Contessa (ridendo ed abbracciandolo) Volentieri!
Conte Oh, me felice !
Pasquale (che se ne era andato in fondo, sempre sulle ginocchia, e vi è restato muto e tremante, si avanza di nuovo strascinandosi sui ginocchi presso il conte) Eccellenza... scusi se ho sbagliato... vedrò di non cadere più; del resto ella può star sicuro del mio attaccamento... del mio affetto verso di lei...
Conte (Maledetta frase!) Sì, ti perdono... (Pasquale si rialza consolato) E se un' altra volta mi arriva una lettera anonima, la darò alle fiamme... prima ancora di lacerarne la busta!... (tutti ridono).