La vera storia dei tre porcellini

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La vera storia dei tre porcellini di Giuseppina Cattaneo

AUTRICE

GIUSEPPINA CATTANEO

http://giusicopioni.altervista.org/

POSIZIONE S.I.A.E. N° 193077

Codice opera Siae 915717A

TITOLO

LA VERA STORIA DEI

TRE PORCELLINI

SPETTACOLO PER RAGAZZI IN CINQUE QUADRI

Personaggi

TIMMY

TOMMY

JIMMY

MAMMA

PAPà

EZECHIELE

OTTOPEROTTO

PENNINO

NOCCIOLA

GENNARINO

ARCHIMEDE

PASSANTE UOMO

PASSANTE DONNA

2° PASSANTE UOMO

1° POLIZIOTTO

2° POLIZIOTTO

TRAMA

Gli insegnamenti dei genitori sono sempre importanti e talvolta salvano la vita come nel caso dei tre ragazzi che trovandosi a doversi costruire un riparo, ricordino solo ciò che a ciascuno sembra più utile. Ma nella vita non si mai ed è sempre meglio ascoltare bene e tutto, da chi ne sa di più. Per fortuna, nonostante il pericolo causato da “ragazzacci” maleducati e irrispettosi, tutto finisce bene e perfino gli stessi ragazzacci, pentiti delle loro malfatte, imparano la buona lezione: i giovani sono il futuro.

PRIMO QUADRO

Casa

I SCENA

Timmy, Tommy, Jimmy e mamma

MAMMA. Ed ora passiamo alle buone maniere.

TIMMY. (Sbuffando) ancora?

TOMMY. Siamo stanchi mamma.

JIMMI. Io no, non sono stanco.

MAMMA. Su ragazzi, state attenti, gli insegnamenti servono tutti nella vita. State passeggiando, come vi comportate quando incontrate le persone?

TIMMY. Io cambio strada.

TOMMY. Metto gli occhiali, così non mi riconoscono.

JIMMY. Io invece saluto.

MAMMA. Esatto Jimmy, è educazione salutare le persone anche se non si conoscono. State sempre passeggiando e vedete una signora che fatica a portare le borse della spesa, cosa fate?

TIMMY. Mi avvicino, guardo nelle borse e poi mangio quello che mi piace. In questo modo le borse peseranno di meno e la signora non farà più fatica a portarle.

TOMMY. Io chiamo un taxi, la faccio salire e la faccio portare a casa sua.

JIMMY. Io invece mi faccio carico delle borse e l’accompagno a casa.

MAMMA. Esatto, Jimmy, è quello che si dovrebbe fare. Ecco che arriva papà. Anche lui ora, vi mostrerà qualcosa che sicuramente vi sarà utile nella vita.

II SCENA

Timmy, Tommy, Jimmy, mamma e papà

PAPà. (Entra con un contenitore) ciao ragazzi. Ora io vi mostrerò gli attrezzi che servono per dipingere casa e per non sporcarla. Ecco qui scotch e giornali utili a coprire infissi e pavimenti.

TIMMY. (Sbadiglianodo) che noia.

TOMMY. (Sbadiglianodo) a chi lo dici.

JIMMY. Quanti pennelli papà.

PAPà. (Estrae vari pennelli) eh sì, sono tanti perché ognuno di loro viene utilizzato in diversi modi.  

MAMMA. (Prende la paglia dal contenitore) con questa paglia invece, potete fare dei cappelli che vi saranno utili quando piove o quando c’è il sole. Oppure potete intrecciare cestini.

TIMMY. Io vado a giocare perché sono stanco. (Si allontana e va a giocare con le carte).

PAPà. Ed ora vi mostro gli attrezzi che servono per usare il legno. (Estrae legni, martelli, chiodi di diverse dimensioni, sega e tenaglia).

TOMMY. Che barba.

JIMMY. Quanti chiodi papà!

PAPà. Hanno una misura differente per l’uso che se ne deve fare.

TOMMY. Timmy, gioco con te perché mi annoio. (Si allontana e va a giocare con le carte).

PAPà. E questi arnesi e materiali, sono ciò che serve per costruire i muri. (Estrae mattoni, cemento, secchio, cazzuola e frattazzo).

JIMMY. Quante cose sai tu papà.

MAMMA. Vostro padre ha imparato tutte queste cose a sua volta da suo padre come io ho impararato quello che so da mia madre. (A Tommy e a Timmy) e voi perché non siete stati attenti?

TIMMY. Un po’ lo sono stato mamma.

TOMMY. Anch’io, però mi poi mi sono annoiato. Possiamo andare a giocare nel bosco?

TIMMY. Vi prego, dite di sì.

PAPà. Va bene.

MAMMA. State attenti però, mi raccomando.

JIMMY. Posso andare anch’io mamma?

MAMMA. Certamente. Tornate per cena, mi raccomando.

TIMMY. TOMMY. Evviva! Andiamo Jimmy!

SECONDO QUADRO

In strada

I SCENA

Ezechiele, Ottoperotto e passante uomo con cappello

EZECHIELE. (Mostrando i muscoli) guarda, guarda che muscoli mi sono fatto?

OTTOPEROTTO. Guarda i miei … (mostra a sua volta i suoi muscoli).

EZECHIELE. Ti ricordi lo scapaccione che ho dato a Polpetta? (Ride).

OTTOPEROTTO. Eccome! E poi è scappato a casa a raccontarlo a mammina! (Ride).

EZECHIELE. Ecco che arriva un signore … dai che ci divertiamo. (Si avvicina al signore e gli toglie il cappello).

SIGNORE. Ehi, che stai facendo? Ridammi il cappello, villano!

IL SIGNORE CERCHERA’ OGNI QUALVOLTA DI RIPRENDERSI IL CAPPELLO E I DUE RAGAZZI SE LO PASSERANNO SEMPRE.

EZECHIELE. Cappello? (Passa il cappello a Ottoperotto) di che cappello sta parlando?

SIGNORE. Ridatemi il mio cappello, teppistelli!

OTTOPEROTTO. Teppistelli a noi? Ezechiele ci ha chiamato teppistelli!

SIGNORE. Smettetela o chiamo la polizia. A ragazzi come voi va insegnata l’educazione. Maleducati che non siete altro!

EZECHIELE. Hai sentito Ottoperotto? Dice che siamo maleducati.

OTTOPEROTTO. E si sbaglia! Noi siamo molto educati. (Getta per terra il cappello e poi lo riprende) oh, ecco che è caduto a terra il cappello del signore.

EZECHIELE. Il signore ha perso il suo cappello? Glielo raccolgo subito. (Glielo porge).

SIGNORE. Conosco i vostri nomi mi sarà facile rintracciarvi. (Esce).

OTTOPEROTTO. E questo è il ringraziamento per averle raccolto il cappello?

EZECHIELE. E siamo noi i maleducati poi.

OTTOPEROTTO. A far del bene!

EZECHIELE. Dai Ottoperotto, andiamo a divertirci nel bosco ora.

SIGNORE. Non crediate di cavarvela così!

II SCENA

Pennino, Nocciola e passante donna

PASSANTE. (Entra in scena).

PENNINO. (Entra dalla parte opposta con Nocciola) c’è una signora … dai che ci prendiamo gioco di lei.

NOCCIOLA. Si si. Inizio io. Scusi signora, ci siamo persi, ci potrebbe indicare via Dante Alighieri?

PASSANTE. Poveri cari. Vi aiuto eccome. Dante Alighieri si trova da quella parte. (Indica a destra).

PENNINO. Di là? (Indicando dalla parte opposta).

PASSANTE. No caro, da questa parte. Segui il mio indice.

NOCCIOLA. Pennino, ha ragione la signora, stai sbagliando, lei indica di qua (indica addiruttura da un’altra parte).

PASSANTE. No ragazzi, vi state confondendo, la via si trova in questa direzione!

PENNINO. Nocciola, tu non ascolti ciò che la signora dice. La signora indica di là (sempre da un’altra parte).

NOCCIOLA. Non è vero, la signora indica di là (sempre da un’altra parte).

PASSANTE. Ma … ma ... non di lì o lì, ma di qua!

PENNINO. È vero, di là.

NOCCIOLA. E no è di qua.

PENNINO. Anzi, di qua.

NOCCIOLA. No no, di qua ha detto.

PASSANTE. Ma voi … ma voi … mi state prendendo in giro! E io che credevo veramente vi foste perduti! Ragazzacci, prendersi gioco di una signora! Vergognatevi!

PENNINO. (Ironico) hai sentito Nocciola la signora ci accusa di prenderci gioco di lei!

NOCCIOLA. Davvero? Non sa indicarci l’esatta via Dante Alighieri e se la prende con noi!

PASSANTE. Smettetela e non fatemi perdere altro tempo! Non crediate che la cosa finisca quì! (Esce).

PENNINO. Siamo stati bravi Nocciola!

NOCCIOLA. Hai visto come era scocciata?

PENNINO. Altro che scocciata! Ora andiamo a divertirci nel bosco.

NOCCIOLA. Andiamo! (Escono).

III SCENA

Gennarino, Archimede e passante uomo

PASSANTE. (Entra).

GENNARINO. (Entra in scena con Archimede) Archimede quel signore fa al caso nostro.

ARCHIMEDE. Vero. Lo faremo impazzire.

GENNARINO. (Si avvicina) ciao Paolo! Come stai?

SIGNORE. Ragazzo, ti stai sbagliando, io non mi chiamo Paolo, il mio nome è … (viene interrotto).

ARCHIMEDE. (Si avvicina) Giovanni! Ciao Giovanni, come stai?

PASSANTE. Scusate ragazzi, vi state sbagliando tutte e due, io mi chiamo Fabio e non vi conosco.

GENNARINO. Come non mi conosci?

ARCHIMEDE. Come non mi conosci?

PASSANTE. Eh no, io non vi conosco.

GENNARINO. Come è possibile Paolo? Sei venuto in vacanza con la mia famiglia!

ARCHIMEDE. Giovanni, non puoi non ricordarti di me, mio padre lavora con te!

PASSANTE. Mi dispiace per tutte e due, ma mi state confondendo con un’altra persona … volevo dire con altre due persone.

GENNARINO. È vero, scusa. Tu non sei Paolo, ma Paola! Come posso essermi confuso!

PASSANTE. Paola? Io sono un uomo e non una donna! Non è che per caso vi state prendendo gioco di me?

ARCHIMEDE. Noi? No assolutamente, Giovanna.

PASSANTE. Giovanna? Voi … voi … siete due pazzi! State alla larga da me o chiamo la polizia! (Esce).

GENNARINO. Hai visto Archimede la paura che gli abbiamo messo?

ARCHIMEDE. Siamo stati fantastici!

GENNARINO. Che dici di andare a divertirci un po’ nel bosco ora?

ARCHIMEDE. Buona idea. (Escono).

TERZO QUADRO

Nel bosco. A lato c’è della paglia

I SCENA

Timmy, Tommy, Jimmy

TOMMY. Oh come mi sono divertito nel bosco!

TIMMY. È bellissimo salire sugli alberi!

JIMMY. È vero, il bosco è sempre pieno di meraviglie. Però fratelli, si è fatto tardi, è meglio tornare a casa.

TOMMY. Ma io voglio giocare ancora.

TIMMY. Anch’io voglio giocare, a casa ci andremo più tardi Jimmy.

JIMMY. Tommy, Timmy, vi ricordo che se ritardiamo, mamma e papà iniziano a preoccuparsi. In questo modo corriamo il rischio che non ci lascino più venire nel bosco.

TOMMY. Si ma io …

TIMMY. Non ha tutti i torti Jimmy, forse è meglio rientrare.

TOMMY. (Poco convinto) e va bene. Ma domani io torno qui.

CAMMINANO A CERCHIO E ALLA FINE SI RITROVERANNO SEMPRE NELLO STESSO POSTO. RIFANNO IL GIRO MA E’ SEMPRE LO STESSO.

TOMMY. Oh, oh, credo che ci siamo persi.

TIMMY. Lo credo anch’io. E comincia a fare un po’ freddo.

JIMMY. Io ho tanto freddo invece. Forse ci converrebbe costruire una casetta per riparaci. A mamma e papà spiegheremo tutto e sono sicuro che ci perdoneranno.

TOMMY. Hai ragione Jimmy. Io costruirò la mia casa con ... questa paglia. (Si avvicina alla paglia).

TIMMY. Posso stare con te Tommy?

TOMMY. È troppo poca la paglia, per una casa a due posti.

JIMMY. Perché invece non costruiamo una bella casa con i mattoni che abbiamo visto poco più in là?  (Indica fuori scena).

TOMMY. (Al pubblico) mattoni? Non so come si usino i mattoni. Io uso la paglia e mi riparerà, lo ha detto la mamma. (Al pubblico) e poi è veloce da costriure.

TIMMY. Ho visto anche della legna vicino ai mattoni, e io costruirò la mia casa con quella legna.  

JIMMY. E perché non con i mattoni?

TIMMY. (Al pubblico) non so come si usano mattoni, il legno sì, lo ha mostrato papà. Ciao fratelli. (Esce).

JIMMY. E invece io userò i mattoni. Ciao. (Esce).

TOMMY. (Solo in scena inizia a costruire la sua casetta con la paglia) la mamma ha detto che si fa così … (Finita la casetta) è venuta bene vero? È resistente e quello che più mi importa è che non sono stanco. Vediamo come ci si sta dentro. (Entra).

II SCENA

Tommy, Ezechiele e Ottoperotto

EZECHIELE. Hai visto come correva quella lepre?

OTTOPEROTTO. Sembrava un fulmine! Ma … cosa vedo …

EZECHIELE-OTTOPEROTTO. Una casa di paglia!

OTTOPEROTTO. Dai che ci divertiamo. Ehi della casa?

TOMMY. (Al pubblico) chi mi cerca?! Non conosco questa voce. Chi è?

EZECHIELE. Sono una vecchina.

TOMMY. Una vecchina? Non mi sembra dalla voce.

OTTOPEROTTO. Si, siamo due vecchine.

TOMMY. Due vecchine? E che ci fate nel bosco?

EZECHIELE. Ci siamo perse.

OTTOPEROTTO. Ci fai entrare?

TOMMY. (Al pubblico) sento puzza di bugia. (Guarda dalla serratura) andate via.

EZECHIELE. Non aiuti due vecchine?

OTTOPEROTTO. È così che i giovani d’oggi aiutano le persone anziane?

TOMMY. Voi non siete persone anziane, vi vedo dalla serratura.

EZECHIELE. Ah è così?! Apri subito quella porta!

OTTOPEROTTO. Oppure distruggeremo la tua casa.

TOMMY. Provateci se avete il coraggio!

EZECHIELE. Subito! Dai Ottoperotto! (Inizia a distruggerla con le mani).

OTTOPEROTTO. Sotto! (Inizia a distruggerla con le mani).

TOMMY. Smettetela! Andate via!

EZECHIELE-OTTOPEROTTO. (Vanno avanti a distruggere la casa e poi lo inseguono).

TOMMY. Aiuto! Aiuto! Lasciatemi! Timmy, Jimmy, aiutatemi! (Corre fuori scena).

EZECHIELE. Ah, ah, ah, ah! Che paura gli abbiamo messo!

OTTOPEROTTO. Siamoo troppo bravi in questo!

QUARTO QUADRO

Nel bosco.

I SCENA

Timmy

TIMMY. Ecco qui la mia casa in legno massiccio. Beh, diciamo in legno e basta. E ho fatto anche in fretta ed è quello che volevo, non stancarmi. Jimmy, voleva che la costruissi in mattoni ... quelli li ho lasciati a lui, pesano che non vi dico. Ora entro e mi riposo. (Entra e si sdraia).

II SCENA

Timmy e Tommy

TOMMY. (Entra di corsa con paura) Timmy! Timmy!

TIMMY. Cosa c’è? Proprio ora che mi stavo addormentando. 

TOMMY. Timmy, aprimi! Aprimi!   

TIMMY. E perchè dovrei aprirti? Non hai la tua casa di paglia?

TOMMY. “Avevo” la mia casa di paglia! Ora non l’ho più! Due ragazzi cattivi me l’hanno distrutta. Ti prego fammi entrare.

TIMMY. Due ragazzi cattivi?

TOMMY.  Si. Aprimi!

TIMMY. (Apre la porta e Tommy entra).

TOMMY. Erano due teppisti e si sono finti due vecchine. (Guarda dalla serratura) sta arrivando qualcuno, chiudi tutto! Sono due ragazzi ma non sono quelli che hanno distrutto casa mia.

III SCENA

Timmy, Tommy, Pennino e Nocciola

PENNINO. Nocciola, guarda guarda che bella casina che c’è nel bosco.

NOCCIOLA. Chissà chi ci abita. Un porcellino?! Dai che ce lo mangiamo.

PENNINO. Ehi della casa.

TOMMY. Non aprire Timmy, anche questi sono ragazzi cattivi.

NOCCIOLA. Vogliamo solo offrirvi dei cioccolatini.

TIMMY. Dei cioccolatini! Buoni.

TOMMY. Non abboccare, non è così, vogliono solo farci uscire per poi derubarci. Fortuna che la tua casa è molto più solida della mia. Perlomeno sembra.

PENNINO. Oltre ai cioccolatini ho con me anche delle caramelle.

TIMMY. Anche le caramelle!

TOMMY.  Fingono! Andatevene! O chiamiamo la polizia.

NOCCIOLA. Ci hannoo scoperto.

PENNINO. Facciamogliela pagare.

NOCCIOLA. Si, distruggiamogli la casa.

TIMMY. Non ci riuscirete, la mia casa è in legno massiccio.

TOMMY. Facciamo solo legno. Andatevene o ve ne pentirete.

NOCCIOLA. (Inizia a distruggerla con le mani ma fa fatica).

PENNINO. (Inizia a distruggerla con le mani ma fa fatica).

NOCCIOLA. Con più forza Pennino e crollerà.

PENNINO. (Sforzandosi) oissa! Oissa!

TIMMY. Tommy, la casa sta cedendo.

TOMMY. Vedo! Aiuto Timmy, la casa sta cedendo.

TIMMY. Ma se te l’ho appena detto io.

TOMMY. Scappiamo, scappiamo Timmy. (Scappano).

PENNINO. Dove andate?

NOCCIOLA. Vi abbiamo messo paura vero?

PENNINO. E ancora una volta abbiamo dimostrato di essere i più forti!

QUINTO QUADRO

Nel bosco

I SCENA

Jimmy

JIMMY. Non capisco come i miei fratelli non abbiano pensato a costruirsi la casa con i mattoni. Una casa in mattoni è molto più solida di qualsiasi altra casa. E questo è l’ultimo mattone. Sta cominciando a far freddo, meglio che entri a scaldarmi. (Entra).

II SCENA

Jimmy, Timmy e Tommy

TOMMY. TIMMY. (Entrano di corsa con paura) Jimmy! Jimmy! Aiutaci!

TOMMY. Jimmy, presto, facci entrare!

JIMMY. Che succede fratelli? Perchè non siete nelle vostre case?

TIMMY. La mia fatta di legna è stata devastata da due teppisti.

TOMMY. E altri due teppisti hanno distrutto la mia di paglia invece.

JIMMY. Distrutto? E perchè?

TIMMY. I teppisti sono teppisti per il piacere di esserlo ...

TOMMY. ... e senza un motivo preciso. Aprici ti prego.

JIMMY. Entrate, entrate. (Li fa entrare).

TIMMY. Grazie Jimmy.

TOMMY. Speriamo vada tutto bene. (Si guarda in giro) la tua casa sembra più solida delle nostre.

JIMMY. Non “sembra”, “è” più solida!

III SCENA

Jimmy, Timmy, Tommy, Gennarino e Archimede

GENNARINO. Archimede vedi anche tu quello che vedo io?

ARCHIMEDE. E si, vedo una casa che fra poco non vedremo più perchè la distruggeremo.

GENNARINO. Esatto. Ehi voi della casa, arriviamo!

JIMMY. Chi sta urlando?!

TIMMY. (Guarda dalla serratura) sono due teppisti! Ma non sono quelli che hanno distrutto la mia casa di legno!

TOMMY. (Guarda dalla serratura) e non sono nemmno quelli che hanno distrutto la mia di paglia! Che facciamo? Io ho paura.

JIMMY. Fratelli, non temete, la mia casa è molto sicura, nessuno di quei due ragazzi la distruggerà.

GENNARINO. (Inizia a distruggerla con le mani ma la casa non si smuove).

ARCHIMEDE. (Inizia a distruggerla con le mani ma la casa non si smuove). Non si smuove Gennarino!

ARCHIMEDE. Dobbiamo sforzarci di più.

TIMMY. La casa regge.

TOMMY. Evviva!

JIMMY. Che vi avevo detto?

IV SCENA

Jimmy, Timmy, Tommy, Gennarino, Archimede, Ezechiele e Ottoperotto

EZECHIELE. (Entrano in scena) ciao Gennarino. Serve una mano?

OTTOPEROTTO. Ne abbiamo appena distrutta una poco fa.

TOMMY. Eccoli, sono quei bruti che hanno distrutto la mia casa!

GENNARINO. No, no, ce la facciamo anche da soli.

ARCHIMEDE. Però, una mano ...

GENNARINO. No! Ce la stiamo facendo anche da soli. (Ma la casa non si smuove di un millimetro).

JIMMY.State tranquilli fratelli, non vi succederà nulla.

V SCENA

Jimmy, Timmy, Tommy, Gennarino, Archimede, Ezechiele, Ottoperotto, Pennino e Nocciola, 

PENNINO. (Entrano in scena) che vedo? Nocciola, sono in quattro e non riescono a distruggere una casetta.

NOCCIOLA. (Ironico) avete bisogno di aiuto?

TIMMY. Sono le voci dei due malviventi che hanno distrutto casa mia!

EZECHIELE. Noi stiamo solo guardando e solo ora questi due amici ci hanno chiesto di aiutarli a distruggere la casa.

GENNARINO. Noi non abbiamo chiesto aiuto a nessuno.

ARCHIMEDE. Quattro mani in più però ci farebbero comodo e di più ancora, otto mani.

TOMMY. Speriamo dicano di no.

PENNINO. Se è una richiesta, non si può rifiutare vero Nocciola?

NOCCIOLA. E no, non si può rifiutare.

ARCHIMEDE. E allora, forza, tutti insieme!

TUTTI CERCANO DI DISTRUGGERE LA CASA

TIMMY. Aiuto, per noi è finita!

TOMMY. Ci picchieranno vedrete!

JIMMY. Abbiate fede fratelli! L’isegnamento di papà non andrà vano.

GENNARINO. Accidenti! Non si smuove!

ARCHIMEDE. Non si sposta nemmeno di un niente.

JIMMY. Sentito ragazzi?

VI SCENA

Jimmy, Timmy, Tommy, Gennarino, Archimede, Ezechiele, Ottoperotto, Pennino, Nocciola, mamma, papà, 1° poliziotto e 2° poliziotto.

MAMMA. (Entrano urlando e guardandosi in giro) Tommy, Timmy, Jimmy, dove siete?

PAPA’. Siamo papà e mamma e vi stiamo cercando. Ci sentite?

TIMMY. TOMMY. JIMMY. Sono mamma e papà! Mamma, papà siamo qui!

NOCCIOLA. Silenzio mocciosi!

ARCHIMEDE. O vi faremo in polpette.

TIMMY. TOMMY. JIMMY. Mamma, papà siamo in questa casa di mattoni!

MAMMA. In questa casa di mattoni?

PAPA’. (Ai sei) e voi che state facendo?

EZECHIELE. Noi? Niente, non stiamo facendo niente.

TIMMY. Aiuto papà!

TOMMY. Vogliono distruggere la nostra casa.

JIMMY. La “mia” casa. La loro è già stata distrutta.

1° POLIZIOTTO. (Entrano i due poliziotti) che succede qui!

2° POLIZIOTTO. Ecco qui tutti i teppistelli a cui stavamo dando la caccia.

GENNARINO. Io non ho fatto nulla agente.

NOCCIOLA. Nemmeno io.

ARCHIMEDE. Io questi poi li vedo per la prima volta.

1° POLIZIOTTO. Smettetela! Chi volete prendere in giro? Voi siete dei ragazzi cattivi che hanno bisogno di trovare la retta via.

2° POLIZIOTTO. Ora, voi tutti venite con noi in un bel posticino.

OTTOPEROTTO. Perdono! Chiedo perdono! Diverrò un bravo ragazzo.

PENNINO. Anch’io diventerò bravo.

1° POLIZIOTTO. Troppo tardi, abbiamo avuto delle lamentele su di voi e non possiamo perdonarvi.

2° POLIZIOTTO. Ora andiamo in centrale da dove chiameremo i vostri genitori.

ARCHIMEDE. Ci comporteremo bene, lo giuro!

EZECHIELE. Io non farò più dispetti a nessuno.

GENNARINO. Nemmeno io, lo giuro!

NOCCIOLA. E io aiuterò le persone che hanno bisogno.

1° POLIZIOTTO. Bene, sono contento per voi che la lezione vi sia servita.

2° POLIZIOTTO. E spero vogliate davvero cambiare vita d’ora in avanti. E voi ragazzi tutto bene?

TIMMY. TOMMY. JIMMY.Ora si.

2° POLIZIOTTO. Bene. Ciao ragazzi, e complimenti per la casa. (Escono tutti).

MAMMA. Uscite ragazzi, ci siamo solo io e papà ora. (I Tre ragazzi escono e abbracciano mamma e papà).

PAPA’. Anche voi però, intrattenervi così tanto nel bosco ...

MAMMA. Fortunatamente avete almeno ascoltato i nostri consigli.

PAPA’. Sono orgoglioso di voi.

TOMMY. Ecco ... in verità ... io l’ho costruita di paglia ... e i ragazzi l’hanno distrutta.

TIMMY. ... e io di legno ... e i ragazzi l’hanno distrutta.

MAMMA. Non importa ragazzi, ciò che conta è che i ragazzi monelli si siano pentiti e che voi ricordiate sempre che l’insegnamento che io e papà vi diamo giorno per giorno, va ascoltato attentamente perchè nella vita sicuramente vi sarà utile.

PAPA’. Ricordatevelo sempre ragazzi. E spero che i ragazzi, che i poliziotti si sono portati via, vogliano davvero cambiare atteggiamento verso la società che invece ripone tanta fiducia nei giovani. La società si aspetta tanto da voi, siete il nostro futuro.   

SIPARIO