La via del tabacco

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LA VIA DEL TABACCO

Commedia in tre atti

di ERSKINE CALDWELL E JACK KIRKLAND

Versione italiana di Gigi Cane

PERSONAGGI

DUDE LESTER

ADA LESTER

JEETER LESTER

ELLIE MAY

NONNA LESTER

LOV BENSEY

HENRY PEABOBY

BESSIE RICE

PEARL

IL CAPITANO TIM

GEORGE PAYNE


ATTO PRIMO

Ai giorni nostri. L'entroterra della Georgia, a circa trenta miglia da Augusta: un paese famelico e desolato, volto - un tempo - alla redditizia coltivazione del tabac­co e poi ridottosi a piccole piantagioni di cotone sfrut­tate così intensamente e stupidamente da isterilire il terreno. La povertà, il bisogno, lo squallore, la dege­nerazione, una disperata impotenza e una concupi­scenza grottesca e tragica hanno impresso il marchio della fine inevitabile su una comunità perduta e dispersa. Inabile a fronteggiare un programma economico in divenire, agganciata a tradizioni, inibizioni, pregiu­dizi, questa gente si sforza inconsciamente di opporsi al processo di estinzione onde è minacciata. È una scena di vita contemporanea trascorrente e destinata a rapida dissoluzione, ove alla misericordia della natura è opposta la menzogna e si sfida un dio egoista e inesorabile. Un'atmosfera cupa fascia ogni cosa, la tragedia incombe su quest'ultimo breve miglio alla fine del quale è l'eliminazione completa e certa. L'orgoglio e la speranza di un gruppo di pionieri, un tempo risoluti e aggressivi alla consista di un nuovo mondo, si decompone così in uno scioglimento ironico. Il mondo va avanti, dimentico de' loro spettri. La scena presenta lo squallido terreno dove Jeeter Lester vive con la moglie, la madre e due figlioli, superstiti di molti fratelli e ultimi dì molte generazioni di antichi coltivatori della Georgia. A sinistra, perpendicolare alla ribalta, è la facciata della casa sgretolata e cadente. Una piccola veranda, rialzata da un gradino sullo spiazzo, si estende sul davanti della costruzione. Nel fondo, parallela alla linea della ribalta e prolungata fuori scena, a sinistra, dietro la casa e, a destra, dietro una macchia di cespugli, è la Via del Tabacco. Al centro della scena, limitata in fondo dalla strada, uno slargo sabbioso. Un poco più a destra, si alza una pianta di saponaria, spoglia di foglie e ai piedi di essa

 è una panca sconnessa e scolorata. Più avanti, a un paio di piedi dalla linea del sipario, è un pozzo dietro cui, posto in modo da coprire l'estrema destra del pal­coscenico, un granaio in rovina. Una staccionata cadente e smozzicata separa il cortile sabbioso dalla strada oltre la quale si stendono in distanza i campi di saggina.

(Al levarsi del sipario, Jeeter che indossa una tuta lacera e sudicia e una camicia scura e porta in capo un vecchio feltro bisunto e un paio di logori scarponi ai piedi, siede in un angolo della veranda cercando inutilmente di rappezzare una malandatissima camera d'aria. Jeeter è molto preso dal suo lavoro, il che però non gli impedisce di biascicare fra i denti un lamento monotono e incessante. Nel cortile è Dude, l'ultimo maschio che sia rimasto a casa con Jeeter. Questo Dude è un ragazzo sui sedici anni: ed è sporco, magro, lento di movimenti. Ora gioca a lanciare una palla contro la parete della casa che fa angolo con la veranda. Come suo padre, Dude indossa una camicia sotto la tuta sudicia. I segni della denutrizione sono evidenti così sull'uno come sull'altro che appaiono entrambi magri ed emaciati. Dude seguita a lanciare la palla contro la casa riprendendola al balzo assolutamente indifferente al fatto che le vecchie tavole sconnesse non si presentano molto resistenti. Prima che Jeeter inter­venga la palla colpisce ripetutamente la casa).

Jeeter                             - E smettila di tirare quella palla contro la  vecchia casa, Dude. Hai già schiodato tutte le tavole, quasi. (Senza dargli retta, Dude, lancia altre tre volte la palla) Mai una volta che tu faccia quel che ti si dice. smettila di tirare quella palla contro le tavole. La vecchia casa sbassata va a finire che ci casca addosso in pezzi, se non la smetti.

Dude                             - (placidamente) E vattene all'inferno, vecchio scimunito. Nessuno ti ha chiesto niente. (Lancia di nuovo la palla).

Jeeter                             - (con una sfumatura di preghiera nella voce) Andiamo, Dude, ti par questo il modo di trattare il tuo vecchio padre? Dovresti cercare di aiutarmi invece di fare sempre qualcosa per contrariarmi. Dovresti darmi una mano a sistemare questa vecchia camera d'aria invece di continuare a tirare la palla contro la vecchia casa.

Dude                             - Quella è una camera d'aria che non si può accomodare. È perfettamente inutile che tu ti ci provi.

Jeeter                             - Porse hai ragione. Forse dovrei provare a riempire le gomme con foglie di cotone, e andare avanti in quel modo. Qualcuno mi ha detto ch'è un sistema che funziona benissimo.

Dude                             - (continuando a lanciare la palla) Quella vecchia automobile non è più buona a niente. Non ha neanche più la tromba e non c'è nessun gusto ad andare su un'automobile senza tromba.

Jeeter                             - Quando era nuova aveva una delle più belle trombe degli Stati Uniti.

Dude                             - Bè, adesso non ha più tromba e non cammina.

Jeeter                             - Era una delle più buone macchine che ci fosse. Con una tromba meravigliosa. Quando era­vate piccoli vi ci mettevo tutti dentro e vi facevo suonare la tromba quanto vi pareva.

Dude                             - Era tanto tempo fa che ormai non me ne importa più niente.

Jeeter                             - Quella vecchia macchina è uno dei pochi beni che mi restano. Credo che non potremo avere mai più nulla di nuovo.

Dude                             - (con improvvisa violenza) Un giorno o l'altro riuscirò ad avere una macchina nuova. Avrò una macchina nuova con una tromba nuova sopra e correrò per tutto il paese come un dannato d'inferno. (Nonna Lester, una megera vecchia e curva, ricoperta di laceri cenci scuri, gira l'angolo della casa proprio nel momento in cui Dude lanciando la palla con più forza, giunge quasi a colpirla. Spaventata, essa cade sulle ginocchia e comincia ad avanzare carponi verso la veranda. Dude, che ha preso la palla al balzo, fa per lanciarla di nuovo) Levati dai piedi, vecchia, o ti stacco la testa. (Lancia la palla contro la casa proprio sopra la vecchia che si trascina gemendo verso la scaletta della veranda. Dude si diverte selvaggia­mente alla paura della vecchia, la quale si muove lentamente e con difficoltà, così che il ragazzo fa ancora in tempo a lanciare un paio di volte la palla prima che la nonna possa raggiungere il relativo rifugio della scala, sotto la quale si aggomitola).

Jeeter                             - Bè, Dude, ti par questo il modo di trattare la tua vecchia nonna? Ancora un po' e la fai morire di paura.

Dude                             - Chiudi il becco tu. Ti piacerebbe vederla morta come a chiunque altro, anche se è tua madre.

Jeeter                             - Andiamo, Dude... Io non ho mai augu­rato del male a nessuno.

Dude                             - Sei un vecchio sporco bugiardo. È non le dai neanche niente da mangiare.

Jeeter                             - Non le dò niente perché non c'è niente.

Dude                             - Non glie ne daresti anche se ce ne fosse. E non venirmi a raccontare che non la vorresti vedere morta.

Jeeter                             - Andiamo, Dude, ti par questo il modo di parlare? Ma ti sembra che un figlio possa parlare a suo padre, in questo modo?

Dude                             - E allora tieni chiuso il becco quando nessuno ti chiede niente. (Riprende a lanciare la palla contro la casa. Jeeter torna ad occuparsi della sua camera d'aria).

La Nonna                      - (esce lentamente dal suo angolo, si rialza in piedi e cerca prudentemente di passare dietro a Dude per avviarsi verso la Via del Tabacco. Ha un ruvido sacco di futa fra le mani).

Dude                             - (vedendo il movimento della vecchia sospende il suo gioco) Dove te ne vai, adesso? Inutile che te ne vai a far legna, oggi. Tanto, da cuocere non c'è niente. (La vecchia arranca verso un passaggio della staccionata. Dude la guarda, ed è chiaro che ha voglia di colpirla) Meglio che corri, vecchia, che sto per centrarti. (Prende la mira con la palla. La vecchia, osserva il gesto, accelera il passo, inciampa, cade e si rialza) Attenta: questa volta t'arriva in testa... questa volta t'arriva in testa. (La nonna, cercando di affrettarsi sempre più inciampa di nuovo ma questa volta non si rialza e esce di scena trascinandosi sulle mani e sulle ginocchia. Dude sta per lanciare la palla contro di lei quando improvvisamente si accorge di una crepa alla superficie. Esamina la palla con atten­zione) Porca d'una miseria, guarda qui questa palla. Guarda come mi ha conciato la palla la vecchia casa.

Jeeter                             - (premendo la camera d'aria per fare aderire le toppe) Fammela un po' vedere. (Dude gli porge la palla. Jeeter la guarda e scuote la testa) Sissignore: è proprio andata.

Dude                             - (riprende la palla e la esamina con maggiore attenzione) Non è più neanche tonda. La vecchia casa ha finito per rovinarmela del tutto. (Si siede per terra, continuando a guardare la palla).

Jeeter                             - Bè, qui intorno è tutto rovinato. Il Signore sembra che non sia più con noi.

Dude                             - Domani vado giù a Fuller e mi rubo una palla nuova. Ecco cosa faccio domani.

Jeeter                             - Rubare è un peccato grosso, Dude. Non vorrei che tu facessi questa cosa. Credo che rubare sia quasi il più grosso peccato che un uomo possa fare.

Dude                             - Andiamo, vecchio bugiardo. Se non fai altro che rubare ogni volta che ti capita.

Jeeter                             - Ehi, Dude! Può darsi che io sia stato un gran peccatore ai miei tempi, ma nessuno è più dispiaciuto di me quando ho fatto qualcosa contro il Signore.

Dude                             - Tu sei uno che urla e prega ogni volta che ha rubato qualcosa, però non la smetti mai lo stesso. Mi piacerebbe di sentirti dire quand'è che hai smesso. Avanti, dimmelo... (Fa una pausa mentre Jeeter soffia nella camera d'aria) Non hai più niente da dire, ecco.

Jeeter                             - (evita di rispondere e tira la toppa della camera d'aria che gli resta in mano) Ma guarda questa camera d'aria... (La esamina per un momento, poi, la butta da una parte) Bè, credo che sia proprio inu­tile cercare di rappezzarla. Ho proprio paura che dovrò inventare qualche altro sistema per portare il carico di legna a Augusta. (Sbadiglia, si stiracchia) Bisogna che ci pensi. (Si sdraia lungo disteso sulla veranda calcandosi il cappello sugli occhi. Dude con­tinua a esaminare la palla) Ho già in mente cosa devo fare. Uno di questi giorni vado a Fuller e mi faccio prestare un mulo. Così, credo che potrei por­tare un carico di legna a Augusta quasi ogni giorno.

Dude                             - (ride) Ah, ah! Lo trovi proprio chi ti presta il mulo. Non sei neanche riuscito a farti dare un. po' di grano e di seme per il cotone.

Jeeter                             - Tu non te ne incaricare. Così potrei mettere a posto ogni cosa... Le volte che non tra­sporto legna potrei coltivare i campi. Questo è un lavoro da uomini. Quando è febbraio e il terreno è buono per essere arato, un uomo dovrebbe gettare il seme e coltivare la terra. Questo è il lavoro che il Signore comanda. Ma non si può fare molto quando non c'è neanche un mulo per arare. (Si alza a sedere scuotendo il capo) Sissignore: questo è quel che voglio fare. Uno di questi giorni andrò a Fuller o magari anche a McCoy e vedrò di farmi prestare un mulo. (Torna a sdraiarsi sulla schiena, tirandosi il cappello sugli occhi) Bisogna proprio che ci pensi sul serio. (Dude non fa nessun commento, limitandosi a maneg­giare la palla per ridarle la forma primitiva. La fa rimbalzare due volte per terra).

Dude                             - Accidenti alla vecchia casa. Questa palla non tornerà rotonda mai più. (Dalla porta sulla veranda entra Ada che con un'occhiata rapida ed irritata prende atto della figura distesa di Jeeter. Ada è una donna esile e magra, devastata dalla pellagra. Indossa un vestito senza più forma, sporco e lacero. Non è mai stata bella e la pellagra e quarant'anni di vita comune con Jeeter non hanno giovato a miglio­rare il suo aspetto. I capelli ruvidi sono di un colore ambiguo tra il grigio e il castano. Arranca più che non cammini, e si appoggia a qualsiasi cosa abbastanza forte da reggere il suo peso. Dalla labbra le spunta immancabile - uno stuzzicadenti. Come Dude accenna a smettere di rimbalzare la palla in terra, comincia a parlare).

Ada                               - Che fai lì sdraiato sulla veranda, Jeeter Lester? Non avevi un carico di legna da portare ad Augusta?

Jeeter                             - (si alza a sedere gettando indietro il cappello. I brevi minuti trascorsi gli sono bastati per addormen­tarsi. Guarda la moglie con espressione imbambolata) Cos'hai detto?

Ada                               - Quand'è che porti un carico di legna ad Augusta?

Jeeter                             - (tornando a sdraiarsi) Un carico credo che lo porterò domani o dopodomani.

Dude                             - Un accidenti che lo spacchi, ci porta! Cerca di contare storie, come al solito.

Jeeter                             - Dico, Dude.

Ada                               - Sei un lazzarone, ecco cos'è che non va in te. se non fossi un lazzarone potresti portare un carico al giorno e mi potrei comprare un po' di ta­bacco da fiutare quando ne ho bisogno.

Jeeter                             - Non sono un taglialegna, io. Sono un coltivatore. I taglialegna che vanno giù ad Augusta non hanno anche la terra da coltivare, come me, che è una roba che uno ci perde tutto il suo tempo. Quest'anno voglio farci almeno cinquanta balle di cotone.

Ada                               - Queste son le cose che dici tutti gli anni a quest'epoca, e mai una volta che tu ti ci metta sul serio.

Jeeter                             - Mi ci metto quest'anno sul serio. Uno di questi giorni io e Dude diamo fuoco alla grami­gna e poi seminiamo.

 Ada                              - Son tutte cose che ti ho sentito ripetere tante volte che ormai non credo più neanche una parola di quello che dici. Sono tutte vecchie sporche bugie.

Jeeter                             - Adesso lasciami in pace, Ada. Domani mattina comincio. Appena ho bruciato i campi vado a farmi prestare qualche mulo. Non mi stupirei se quest'anno fra Dude e me riuscissimo a mettere insieme cinquanta balle di cotone. Basta solo che riesca a trovare un po' di seme e di grano.

Dude                             - E chi vuoi che te lo dia, il seme e il grano, quest'anno? Come l'anno scorso quell'altro prima o quell'altro prima ancora?

Jeeter                             - Il Signore ci penserà. Fin da questo momento, io sono qui pronto a ricevere la Sua grazia.

Ada                               - Sì, bravo, stattene lì sdraiato ad aspettarla. Perfino i tuoi figli hanno avuto più buon senso di te. Non sono andati a lavorare in filanda appena sono stati in età di farlo? Se non fossi così vecchia ci andrei defilata anch'io in questo stesso momento, e mi guadagnerei un po' di quattrini per conto mio, come dovresti fare tu.

Jeeter                             - (drizzandosi di scatto, in tono appassionato) Fai male a parlare così, Ada. Le strade del Signore non portano alla città. Un uomo che ha addosso l'odore della terra non può andare a vivere in una filanda ad Augusta.

Ada                               - Molto meglio vivere nelle filande che restar qui sulla Via del Tabacco a morir di fame.

Dude                             - Cacciagli il diavolo da dosso, mamma.

Jeeter                             - (tristemente, sdraiandosi di nuovo) Il Signore mi manda tutte le disgrazie con cui vuole mettere a prova l'anima mia. Deve avere in mente di fare qualche cosa di grande per me perché certo mi mette molto duramente alla prova. Io credo ch'Egli pensi che se riesco a tener testa alla mia gente, sicuro che riuscirò a vincere anche il diavolo.

Ada                               - Ma già! Se il Signore non si sbriga a fare qualcosa sarà troppo tardi. Il mio povero stomaco mi fa un male d'inferno, quando non ho un po' di tabacco da fiutare per calmarlo.

Jeeter                             - (senza muoversi) Eh, credo che voi donne abbiate fame quasi quanto me. Certo che mi dispiace per voi donne. (Si copre gli occhi col cappello e si rimette a dormire. Dalla Via del Tabacco entra Ellie May. Ha diciotto anni, e una figura non priva di attrattive. Ha occhi tutt'altro che brutti ed è bruna di capelli. La sua caratteristica principale è però un labbro leporino di un rosso violento, diviso in due da uno spacco che dal centro del labbro superiore termina quasi sotto la narice sinistra. Quando parla - cosa che non avviene spesso - ha l’intonazione nasale tipica appunto di chi è afflitto da un labbro leporino. È scalza e a testa scoperta. Il vestito di cotone leggero che indossa è liso e sudicio. Avanza timidamente senza perdere d'occhio i tre familiari. Si ferma dietro la saponaria restando nascosta dal tronco).

Ada                               - Parli come un vecchio scemo... Dove sei stata, Ellie May?

Ellie                               - In nessun posto, mamma.

Ada                               - (con grande interesse) Non sei stata a tro­vare Pearl, per caso?

Ellie                               - No, mamma.

Ada                               - (quasi tra sé) Non riesco proprio a capire cosa sia successo a quella ragazza. Da quando si è sposata con Lov non ho più saputo niente di lei.

Dude                             - (con deliberata crudeltà) E perché dovrebbe aver voglia di vederti!

Ada                               - Perché alla sua vecchia madre vuol bene: ecco perché.

Dude                             - Bè, però non s'è fatta rivedere.

Ada                               - Pearl è diversa. Non ce n'è uno solo di tutti i diciassette che le somigli.

Dude                             - (malignamente, con un sogghigno) Sicuro che non ci somiglia: d'accordo. Com'è stato, mamma'? Dipenderà mica dal fatto che tu hai cornificato il vecchio scemo?

Ada                               - Non hai diritto di parlare in questo modo alla tua vecchia mamma, Dude Lester. Una volta o l'altra il Signore ti fulminerà.

Dude                             - Non ho paura del Signore. Non ha mai fatto niente per me, neanche per sbaglio...

Ada                               - Se tu fossi un figlio affezionato non diresti cose così. Daresti una mano a cercare qualche man­gerìa e un po' di tabacco per la tua vecchia madre. Davvero che non riesco più a ricordarmi da quando ho avuto abbastanza da mangiare. sono a un punto tale che se avessi un vestito decente da esserci seppellita dentro non chiederei altro che di stendermi giù e morire.

Dude                             - (con perversa ironia) Non ce l'avrai mai un vestito nuovo da morirci dentro. Quando morirai, ti sotterreremo con quello che hai indosso. Credo proprio che ti sotterreremo con quello.

Ada                               - Andiamo, Dude, non cominciare a far lo stupido con la tua vecchia madre in questo modo. (Jeeter si è alzato e si stiracchia pigramente. Bilie May muove un passo in direzione della veranda senza però allontanarsi troppo dalla saponaria. Dude si leva in piedi molto soddisfatto del suo scherzo crudele. Ada scende dalla veranda continuando a tenersi con una mano alla ringhiera).

Dude                             - Non mi sogno neanche di fare lo stupido. Non dico altro che la verità. Certo: e anche il babbo lo seppelliranno così come si trova. Prima vi met­teranno nel granaio e poi vi seppelliranno così come vi trovate.

Jeeter                             - (lamentevolmente) Ma che vai dicendo, Dude! Perché dici sempre queste cose mentre sai benissimo come la penso io in proposito. A me, non mi metteranno in nessun granaio. Lov mi ha giurato che mi scaverà la fossa e che mi ci metterà diret­tamente.

Dude                             - E che m'importa di quel che ti ha pro­messo Lov. Lo so io cosa faranno.

Ada                               - Jeeter! Digli che dica che non è vero, Jeeter.

Jeeter                             - Tu non permetterai che facciano una cosa simile, Dude. Mio padre fu messo nel granaio prima di seppellirlo e i topi gli mangiarono mezza faccia. Tu non lascerai che succeda una cosa così anche a met

Dude                             - Ma di che ti preoccupi? Tanto sarai morto.

Jeeter                             - Anche il mio vecchio padre era morto, ma io so che gli è dispiaciuto.

10

 Dude                            - Non ci sono più topi nel granaio. Perché sono cinque anni che non ci- abbiamo più messo grano. I topi se ne sono andati tutti.

Jeeter                             - Torneranno appena si saranno accorti che ci sono dentro io. Mi mangeranno e ingrasseranno di me appunto perché da cinque anni non c'è stato più grano. Aspettano a tornare che io sia morto per mangiarmi quando non potrò fare più niente per cacciarli via.

Dude                             - E a me che me ne importa?

Ada                               - Sei l'unico figlio maschio rimasto a badare che la tua vecchia madre sia sotterrata con un vestito decente. Me lo devi giurare, Dude.

Dude                             - (astiosamente) Io non giuro un accidente.

Jeeter                             - (avanzando di qualche passo) Andiamo, Dude...

Dude                             - E va' al diavolo. Che m'importa a me dei fatti vostri? (Volge le spalle e comincia a cantic­chiare) Quando muori vai nel granaio. Quando muori vai nel granaio.

Jeeter                             - (minacciosamente) Smettila, Dude Lester. Chiudi la bocca.

Dude                             - (seguitando a canticchiare si avvia al cancello)

                                      - Quando muori vai nel granaio; quando muori ecc. (Jeeter corre dietro a Dude).

Jeeter                             - (picchiando debolmente Dude sulla schiena)

                                      - Stai zitto. Capito? Smettila!

Dude                             - (si volta e si libera con facilità) Ma che vuoi fare, vecchio scemo. Vai fuori dai piedi. (Da' una spinta a Jeeter che inciampa e cade) Va fuori dai piedi, t'ho detto. (Tolta le spalle e ricomincia a canticchiare) Quando muori vai nel granaio... ecc. (Esce).

Ada                               - (lamentevolmente) Dude, torna indietro. Non te ne puoi andare senza aver fatto una promessa alla tua vecchia mamma. (Unica risposta è il sinistro ritornello di Dude, che si perde in distanza. Jeeter si rialza, torna sulla veranda, si siede e riprende distrattamente la camera d'aria. Ada si è avvicinata alla panca).

Jeeter                             - (dopo una pausa) Bisogna proprio dire che Dude è il peggiore di tutti i nostri figli. Mi sembra che un ragazzo dovrebbe avere un po' più di rispetto per suo padre.

Ada                               - Certo che Lizzie Bell mi aiuterebbe a com­prarmi un vestito decente, se soltanto 'riuscissi a sapere dov'è. Voleva un gran bene alla sua vecchia mamma. Anche Clara forse mi aiuterebbe. Diceva sempre che ero molto graziosa la mattina, quando mi spazzolavo i capelli e mi mettevo un grembiale pulito. Gli altri non ho idea se mi aiuterebbero o no. È tanto quel tempo che non li ho veduti che quasi non mi ricordo più come erano fatti. Quasi quasi non ricordo neanche più come si chiamano.

Jeeter                             - Forse Lizzie Bell sta guadagnando un sacco di quattrini alla filanda. Forse, se potessi ritrovarla e glielo chiedessi lei verrebbe qualche volta a portarci un po' di soldi. Bailey sono sicuro che lo farebbe. Bailey credo che fosse il più buono dei ragazzi.

Ada                               - Credi che ne sarà morto qualcuno?

Jeeter                             - Qualcuno, è probabile... Tom però non è morto. Lo so di sicuro. Non ne ho mai avuto il tempo ma uno di questi giorni voglio proprio andarlo a cercare a Burke County. A Fuller mi hanno detto che manda via traverse dal suo campo a vagoni, giorno e notte. Da quello che ho sentito dire, ormai dev'essere un uomo molto ricco. Certo che qualcosa dovrebbe darmi.

Ada                               - Quando vai da Tom digli che la sua vecchia mamma lo vorrebbe vedere. Digli che io ho detto che lui era forse il migliore di tutti i diciassette. Clara e Lizzie Bell erano molto buone, devo dire, ma Tom e Bailey in fatto di bontà erano in testa a tutti. Dì a Tom che io ho detto ch'era lui il migliore, e forse mi manderà un po' di soldi per un vestito, buono.

Jeeter                             - Pearl è la più bella. Nessun'altra delle ragazze ha i bei capelli biondi che ha lei. E neppure i suoi occhi celesti.

Ada                               - Pearl è la mia preferita. Però vorrei che qualche volta venisse a trovarmi. Come mai non si è fatta più vedere da quando si è sposata?

Jeeter                             - Non si poteva mai dire che cosa avesse in testa Pearl. Quando avevi dodici anni o tredici tu eri tale e quale.

Ada                               - Credi che sia felice con Lov?

Jeeter                             - Felice? E che ne so io? Quando una ragazza si è accoppiata con un uomo non c'è altro da dire.

Ada                               - Forse avrebbe fatto meglio a andare a Augusta, come le altre, anche se aveva paura. Quello è il posto dove deve stare una bella ragazza. Una bella ragazza deve stare dove ci sono bei vestiti e belle scarpe da mettersi e vetrine da guardare.

Jeeter                             - Io non la penso così. Chi è nato nei campi deve restare nei campi. Così vuole il Signore. L'ho mandata con Lov perché per lei era la miglior cosa da farsi.

Ada                               - Bè. Può anche darsi che sia felice. Forse non gliene importa niente di venire a trovare la sua vecchia mamma, per ora. Le ragazze, quando sono felici succede che non abbiano piacere a parlare del marito: proprio come se non fossero contente.

Jeeter                             - Pearl non parla mai, comunque sia. Che credi, Ada, che con Lov ci parlerà?

Ada                               - Quando una ragazza va a letto con suo marito ci parla anche, per quel che ne so io.

Jeeter                             - Per Dio e Gesù, tu però non avevi molta voglia di parlare, neanche allora.

Ada                               - Se non si fa vedere lei, uno di questi giorni vado a trovarla io. E tu vai a trovare Lov. È proprio ora che tu ci vada.

Jeeter                             - Non rompermi l'anima con queste storie, adesso. Ho da pensare a come posso piantare il raccolto di quest'anno. (Si appoggia alla parete) Bisogna che ci pensi subito. Si tira il cappello sugli occhi e si addormenta immediatamente. Ada scuote il capo. Bilie May si avvia al cancello, per uscire. Ada la vede e la richiama).

Ada                               - Ellie May! Ehi, Ellie May! Torna indietro e va a rifare i letti. Oggi non sono neanche stati toccati e qualcuno bisogna pure che faccia qualcosa. (Ellie May si volta e si avvia riluttante verso casa allorché Dude irrompe da destra correndo eccitato verso la veranda).

Dude                             - Ehi, sta arrivando Lov! È qui sulla strada. (Ellie May si avvicina alla staccionata e guarda verso la strada).

Jeeter                             - (mezzo addormentato) Che c'è?

Ada                               - (dà un calcio a Jeeter) Su, vecchio scemo, svegliati. Sta arrivando Lov. Forse ci vuol parlare di Pearl.

Jeeter                             - E che vuoi che me ne importi adesso? Per Dio, donna, non vedi che sto pensando?

Dude                             - Ha un sacco in spalla, e dentro c'è roba.

Jeeter                             - (svegliandosi immediatamente) Un sacco? (Si alza) E che cosa ti sembra che ci sia in quel sacco, Dude!

Dude                             - Non è ancora arrivato in cima alla salita e non si potrebbe dire. Ma nessuno si porterebbe dietro un sacco se non ci fosse dentro qualcosa di buono. (Jeeter corre alla staccionata e guarda verso la strada. Anche Ellie May va alla staccionata, ma si tiene a destra più lontana che può dagli altri. Entra nonna Lester con un sacco di sterpi che trascina sul terreno. Senza degnare gli altri di uno sguardo attra­versa Vaia, lascia il sacco e si siede comprimendosi con le mani il fianco che le duole. E intanto si dondola avanti e indietro).

Jeeter                             - (sporgendosi sulla staccionata) Per Dio e Gesù, è proprio Lov. Credi che saranno rape, Dude? Credi che ci siano rape in quel sacco?

Dude                             - Qualcosa c'è di sicuro.

Jeeter                             - (compiaciuto) Per Dio e Gesù, avevo proprio una gran voglia di rape.

Ada                               - Se sono rape, credi che me ne darà qualcuna?

Jeeter                             - Glielo chiederò appena gli parlo, ma non so come la prenderà. Deve averle pagate un'iradiddio, se sono rape d'inverno.

Dude                             - Se le ha pagate tanto potete star certi che Lov non vi dà niente.

Jeeter                             - Per me non mi preoccupo. Lov e io ci vogliamo bene.

Dude                             - Se non te ne vuol dare non proveresti a rubargliene . qualcuna?

Jeeter                             - (in tono ammonitore) Ehi, Dude. Rubare è il peccato più grosso che un uomo possa fare, forse. Il Signore non ha pietà di chi ruba. (Ellie May fa un risolino idiota. Jeeter si volge a guardarla) Togliti da quella staccionata, Ellie May. Se Lov ti vede quella faccia come niente niente è capace di non venire. (Ellie May, seguitando a ridacchiare, ripiega dietro la saponaria. Nonna Lester arrancando per la scena va ad accucciarsi nell'angolo della veranda più pros­simo al sipario. Jeeter e Dude si sporgono dalla stac­cionata per osservare Lov che si avvicina).

Ada                               - È vicino, Jeeter?

Jeeter                             - Abbastanza. È quasi qui, oramai.

Ada                               - Sono rape?

Jeeter                             - Per Dio, se non sono rape avrei fatto tutti questi spenzolamenti per un accidente di niente. (Jeeter guarda ancora un istante in strada, poi si volge e torna verso la casa) Via tutti dalla staccionata. Avanti. Mettetevi a sedere. Fate come non fosse successo niente. (Jeeter va a fermarsi all'angolo della casa; Ada al pozzo; Dude siede sulla staccionata. Entra Lov Bensey. Il quale è un uomo sui treni' anni, vestito con una tuta color carbone e ha in testa un feltracelo lurido. Quando si toglie il cappello per ter­gersi il sudore della fronte, un gran ciuffo di capelli irti si drizza a sovrastargli il viso bruciato dal sole. Non è brutto di aspetto, sebbene il suo viso non brilli per intelligenza e vivacità. Dalla corporatura si capisce che è uomo avvezzo ai lavori pesanti, ma che si nutre a sufficienza. Non è grosso, m,a molto più robusto e nutrito meglio che non Dude o Jeeter. Porta in spalla un sacco di juta mezzo pieno. Ogni suo gesto indica con quanta prudenza e sospetto egli si avvicini ai Lester. Jeeter cercando di nascondere la propria ansia) Ciao, Lov.

Lov                               - Ciao.

Jeeter                             - È un sacco di tempo che non ti vedo.

Lov                               - Già. (Si ferma vicino al cancello e posa il sacco).

Jeeter                             - Deve essere stanco mica male a portare quel peso. Esci fuori dalla Via del Tabacco e vieni a riposarti un po'.

Lov                               - Non sono mica stanco.

Jeeter                             - Devi aver camminato un bel po' se vieni da Fuller.

Lov                               - Cosi.

Jeeter                             - Vieni dentro che bevi un sorso.

Lov                               - Non ho sete.

Jeeter                             - (con studiata cordialità) Stavamo appunto parlando di te, Lov. È un sacco di tempo che non ti si vede: dal principio dell'inverno. Come ve la passate tu e Pearl, giù, alla carbonaia!

Ada                               - (con un ombra di ansietà) Pearl.,. sta bene?

Lov                               - Così. (Li guarda con sospetto) Ho bisogno di parlare con te, Jeeter.

Jeeter                             - Sicuro. Vieni in cortile e mettiti a sedere. E inutile che tu stia lì attaccato al sacco per parlare. (Lov allunga un'altra occhiata sospettosa ma si fa avanti esitando e posa il sacco accanto alla stac­cionata vicino al cancello, e rimane fermo in piedi, vigilante. Jeeter cerca di dare alla sua voce un'intona­zione normale, ma gli occhi di tutti i presenti sono puntati sul sacco denunciando la falsità della loro pretesa indifferenza) Che ci hai in quel sacco, Lov? (Innocentemente, poiché Lov non risponde) Ho sentito dire che quest'anno c'è della gente che ha le rape. (Oli occhi di Lov si stringono nel sospetto. Si accosta al sacco, sempre più vigilante).

Lov                               - (ingrugnato) É di Pearl che ho bisogno di parlarti.

Ada                               - Non è mica malata, alle volte?

Lov                               - (improvvisamente irritato) Per Dio, qualcosa ce l'ha di sicuro. (Siede pesantemente in terra, accanto al sacco, di cui tiene stretta l’imboccatura).

Jeeter                             - (astutamente) Perché non vieni sulla veranda? Quello non è mica un posto da starci.

Lov                               - Sto benissimo qui.

Jeeter                             - (compiacentemente) Che cos'è che mi volevi dire, Lov? Devi proprio averne un mucchio di cose da dirmi, se ti sei arrampicato fin qua con quel sacco.

Lov                               - Certo che ne ho un mucchio. Bisogna che tu parli con Pearl. È questo che ti volevo dire.

Jeeter                             - Che cosa th'a fatto quella ragazza? Io non sono mai riuscito a capirla. Che cosa t'ha fatto adesso?

 Lov                              - Fa quel che ha fatto sempre da quando è venuta a stare con me alla carbonaia. Solo che io comincio ad averne proprio l'anima piena. Tutti i negri mi prendono in giro per il modo come mi tratta.

Jeeter                             - Pearl è tale quale sua madre. Anche sua madre faceva le cose più strane ai suoi tempi.

Ada                               - (aspra) Ma tu la tratti bene?

Lov                               - Questo che c'entra? È mia moglie sì o no?

Jeeter                             - Hai anche avuto la licenza matrimo­niale. Me ne ricordo benissimo.

Lov                               - E allora, brutta d'una miseria, perché non si comporta in conseguenza? Tutte le volte che vorrei averla un po' con me scappa vìa in mezzo le saggine. Non vuole parlare con me e neanche mi cuoce la roba che ho bisogno di mangiare.

Jeeter                             - Perbacco. E perché credi che faccia così?

Lov                               - Non lo so, e non me ne importa niente. Ma dico che è una brutta faccenda.

Jeeter                             - Per la cucina trovo che hai proprio ragione. Ma per il fatto che non ti vuol parlare, non ci vedo poi quel gran male. Neanche Ada parlava e adesso, per Dio e Gesù, non si riesce più a farla stare zitta.

Lov                               - (ostinato) Io voglio che Pearl mi parli. Voglio che mi domandi se mi fa male la schiena quando torno dalla carbonaia, o se credo che pioverà, o quando mi taglierò i capelli. Ci sono diecimila cose che potrebbe chiedermi, e invece non dice niente.

Jeeter                             - Forse non la sai prendere per il suo verso.

Lov                               - Ho provato a prenderla a calci, a buttarle addosso l'acqua, sassi, pezzi di legno, e non è servito a niente. se capita che le faccio male piange ma, per Dio, questo non si chiama parlare.

Ada                               - Guai a te se le fai male, Lov Bensey.

Lov                               - Voi tenete chiuso il becco. I miei diritti credo di saperli da me. (Fa una pausa guardando con aria di sfida prima Ada e poi Jeeter) E c'è anche qualche altra cosa che non vuol fare.

Jeeter                             - Be, si capisce che una ragazza ha parecchie cose che non vuol fare. Cos'altro c'è che non vuol fare, Lov?

Lov                               - Non vuol venire a letto con me, ecco cosa c'è. (Ad Ada in tono di scherno) Che ve ne sembra?

Jeeter                             - (con maggior interesse) Bè, questo sì ch'è qualcosa. Per Dio e Gesù, questo è qualcosa.

Lov                               - (volgendosi a Jeeter) Non ha mai voluto venire a letto con me. La notte se ne sta su un paglie­riccio per terra. Ora, dico io, per che diavolo mi sono sposato se da questa moglie non cavo nessun vantaggio?

Ada                               - Se non ti va bene, tu rimandala a casa sua e cercatene un'altra. La sua vecchia madre baderà a lei.

Lov                               - No. Neanche questo mi va. Voglio Pearl. È la più bella ragazza del paese, e voglio lei.

Jeeter                             - Dalle tempo e vedrai che ti verrà anche a letto.

Lov                               - Per Dio. Di tempo gliene ho già dato abbastanza. E ora sento che ho proprio voglia di una donna. (Guarda Bilie May. Bilie May se ne accorge, e fa un risolino. Poi, senza darsene l'aria, comincia ad avanzare in modo da trovarsi al momento opportuno accanto a Lov).

Jeeter                             - Lo so cosa senti, Lov. Quando è tempo di arare e di seminare un uomo si sente sempre così. Anch'io, all'età mia, me la sentirei di fare qualcosa.

Lov                               - Bene. Allora vieni a parlarle. Le devi dire che è ora che la smetta di dormire su quel paglie­riccio e che deve venire a letto, e dille anche che mi deve parlare, per Dio.

Jeeter                             - È una cosa che potrei anche fare. se tu, però, in cambio, sei pronto e deciso a fare qualcosa per me.

Lov                               - (diffidente) Dove vorresti arrivare?

Jeeter                             - (incapace di dominarsi oltre) . Per Dio e Gesù, Lov, che cos'hai in quel sacco? È da quando sei qui che lo sto guardando, e bisogna bene che lo sappia, a un certo punto.

Lov                               - Non capisco che cosa c'entri il sacco.

Jeeter                             - Ti domando: che cosa ci hai dentro?

Lov                               - (dopo una breve pausa, girando uno sguardo duro e orgoglioso all'intorno) Rape, per Dio. (La notizia produce grande emozione su tutti i membri della famiglia. I loro corpi si irrigidiscono piegandosi in avanti, con un'espressione di cupidigia in volto. Saggiamente evitano, però, di fare anche un solo passo in avanti, aspettando istintivamente l'intervento di Jeeter. Soltanto Ellie May, incurante della fame e posseduta dalla propria passione per Lov, continua ad avanzare).

Jeeter                             - (controllandosi) Bape! E dove sei riuscito a trovare delle rape, Lov?

Lov                               - Ti piacerebbe saperlo?

Jeeter                             - In questo momento le rape sono proprio la cosa che desidero di più. Mi sentirei capace di mangiarne un sacco come quello di qui al tramonto.

Lov                               - Bè, però non fare conto che te ne dia io perché non ci penso neanche.

Jeeter                             - Che modi, Lov. Che brutte cose dici al vecchio babbo di Pearl.

Lov                               - Va' al diavolo. Ho dovuto pagare cinquanta cents per queste poche rape che ho nel sacco, e ho dovuto attraversare tutta Fuller per andarle a prendere.

Jeeter                             - Pensavo che forse potremmo combinare un affare tu ed io. Io potrei venire a casa tua a dire a Pearl che deve dormire nel letto, con te, e tu mi dai un po' di rape...

Lov                               - No, per Dio. Tu sei il padre di Pearl e dovresti convincerla per niente.

Jeeter                             - Per Dio e Gesù, Lov, perché sei così testardo! Ho proprio bisogno di qualche rapa. A primavera farà un anno da quando ne ho mangiate l'ultima volta. Tutte quelle che ho piantato quest'anno me le hanno rovinate quei maledettissimi vermacci verdi.

Lov                               - Sarà, ma non capisco che cosa abbia a che fare tutto questo con Pearl. Ti diedi sette dollari quando venne via con me, e mi sembra che basti.

Jeeter                             - Forse allora bastava, ma adesso non basta più. Stiamo crepando di fame, qui. Perché poi il Signore abbia inventato ì vermi delle rape, è una cosa che non riesco a proprio capire. Mi sembra che Egli se la stia prendendo un po' troppo con un povero diavolo come me. L'anno scorso ho lavorato tutto l'autunno a zappare una striscia di terreno per piantarci le rape, e quando sono state abbastanza grosse per cavarle fuori e mangiarle ecco che arrivano quei maledettissimi schifosi vermi verdi e me le bucano proprio in mezzo. (Lov rimane perfettamente indifferente alla querela di Jeeter. Gon assoluta insensibilità tira fuori dal sacco una rapa e ne morde un grosso boccone. Masticando sotto gli occhi voraci dei Lester affamati indica col pezzo di rapa che gli è rimasto in mano Ellie May, la quale, seduta per terra vicino alla panca lo guarda ghiotta­mente. Ellie May fa un risolino idiota).

Lov                               - Ecco, se Pearl somigliasse anche solo un poco a Ellie May, non farebbe come fa. E tu devi andare da lei e le devi dire di comportarsi come Ellie May.

Jeeter                             - Allora sei d'accordo con me per quelle rape?

Lov                               - (mangiando) Quando si parla di rape non sono d'accordo con nessuno!

Jeeter                             - Questo non è il modo di parlare, Lov. Lo sa Dio quanta voglia ho di un po' di rape.

Lov                               - Vai a Fuller e compratele, allora. Io sono andato fin laggiù per comprarmi le mie.

Jeeter                             - Andiamo, Lov, sai benissimo che non ho un soldo. Tu hai un buon impiego giù alla car­bonaia che ti fa guadagnare quattrini a palate.

Lov                               - Guadagno soltanto un dollaro al giorno. Mi va via quasi tutto per l'affitto e il resto lo spendo per mangiare.

Jeeter                             - Non vuol dire. Vorrai mica startene lì seduto a vedermi crepare di fame, eh?

Lov                               - Io non ci posso fare proprio niente. Dio dà a ognuno il suo senza guardare in faccia nessuno, si dice. A me dà il mio, e se tu credi che a te non ti abbia dato il tuo è meglio che ti rivolgi a Lui.

Dude                             - Gli hai detto l'accidente che gli veniva, Lov. Se non fosse così maledettamente pigro farebbe qualche cosa invece di starsene a piagnucolare tutto il tempo. È il più pigro figlio d'una buona donna ch'io abbia mai visto.

Jeeter                             - I miei figli mi insultano perché il Signore vuole ch'io sia perseguitato dalla povertà. Loro e la loro madre mi gettano continuamente in faccia che non abbiamo nulla da mangiare. Non è mica colpa mia se il capitano John ha smesso di passarci le mangerie e il tabacco, e poi se n'e andato ed è morto.

Lov                               - (in tono indifferente) Non è neanche colpa mia.

Jeeter                             - Ho lavorato tutta la vita per il capitano John, Lov. Ho lavorato più di tutti i suoi negri messi insieme; ed ecco che una mattina mi viene a dire che non potevo più andare a prendere le mangerie e il tabacco allo spaccio. Poi vendette tutti i muli e se ne andò a stare ad Augusta. Disse che non metteva più conto di tenere una fattoria, fosse di un ettaro o di cinquanta. Disse che ci potevo restare finché mi fosse piaciuto, ma che non ci avrei ricavato nulla. Non trovo da andare a lavorare a giornata; e non posso tirarmi su un raccolto per conto mio, perché non ho neppure un mulo e nessuno ci fa credito. (L'attenzione di Lov passa da Jeeter a Ellie May che a forza di dimenarsi gli si sta avvicinando piano piano) In questa stagione ho sempre una gran voglia di farmi un raccolto. Quando è passato l'inverno ed è ora di dar fuoco alla gramigna nei campi mi viene una voglia come di piangere. Credo che sia l'odore del fumo di saggina a farmi quasi uscire pazzo in questi mesi dell'anno. Poi tutti gli altri comin­ciano ad arare. Il che è ancora peggio. Quando mi arriva alle narici l'odore della terra nuova rimossa dall'aratro mi sento debole debole e tremo come una foglia. Io sono nato per bruciare la saggina e arare la terra in questi mesi dell'anno. L'ho fatto per quasi cinquant'anni, e così mio padre, e suo padre prima di lui, tutti uomini di questa stessa razza. A noi Lester ci piace di rimuovere la terra e di farci crescere le piante. La terra ha un grande potere su di me, Lov. (L'attenzione dì Lov è così concentrata su Ellie May, che smette persino di man­giare la rapa. Ellie May si stende completamente a terra e con un lento dimenìo si accosta a Lov. Il quale comincia a piegarsi verso di lei. Dude li guarda atten­tamente).

Dude                             - Ehi, papà...!

Jeeter                             - Zitto, Dude. Le cose sono mica andate sempre così, Lov. Ricordo che fino a poco tempo fa tutti i bottegai di Fuller mi facevano credito senza discutere. Poi tutto a un tratto il capitano John piglia su e se ne va, e subito dopo arriva lo sceriffo che si porta via quasi tutti i miei beni, meno quella vecchia automobile e la vacca. Disse che la vacca non valeva niente e la macchina meno ancora. E credo che avesse proprio ragione perché la macchina non ha più camminato e la vacca è morta.

Dude                             - (raccoglie un pezzo di legno e lo tira a Jeeter)

                                      - Ehi!

Jeeter                             - (in tono irritato) Che vuoi, Dude? Che modi sono questi, di tirare pezzi di legno alla gente!

Dude                             - Ellie May è in calore. Guarda come si dimena, papà.

Jeeter                             - (rendendosi conto di quel che sta succedendo)

                                      - Per Dio e Gesù, Lov, hai pensato a quel che ti ho detto 1 Non mi hai ancora risposto per quelle rape.

Dude                             - Lov non si sogna neanche di pensarci, alle rape. È a Ellie May che sta pensando, lui. Guar­dali. (Jeeter perde immediatamente ogni interesse alla conversazione con Lov. Lo guarda e vede che si è allontanato molto dal sacco e sta palpando Ellie May. Lentamente e silenziosamente Jeeter posa la camera d'aria che aveva ancora in mano, e si alza in piedi. Poi cautamente centimetro per centimetro comincia ad avvicinarsi al sacco. Lov passa un braccio intorno alla vita di Ellie May. Jeeter è ormai vicinissimo al sacco ma Lov continua a non accorgersi di niente. soltanto Ada e nonna Lester lo seguono con lo sguardo. Dude è troppo occupato a guardare Lov e Ellie May) Per Dio, Lov non l'ha mai avvicinata tanto come oggi. Diceva che non avrebbe voluto toccare Ellie May neppure con la punta di un bastone. Ma ora non ci pensa più. Scommetto che non si ricorda neppure che ha il labbro spaccato. O se se ne ricorda non gliene importa un fico. (Ora Jeeter tenta il colpo. Con un balzo copre la distanza che lo separa dal sacco c. se ne impadronisce. Lov lo vede, si volta di scatto cercando inutilmente dì fermarlo. Fa per alzarsi, ma Ellie May lo tira per le gambe facendolo ricadere intanto elle Jeeter si allontana. Prima che Lov sia riuscito a svincolarsi dalla ragazza Ada muove dal pozzo dove si trovava e con un bastone in mano si avvicina ai due. Nonna Lester, anche lei armata di bastone, si avvicina arrancando. Le due vecchie marciano su Lov pronte a intervenire in difesa di Ellie May).

Lov                               - Posa quelle rape! Posa quelle rape! (Ellie May, più svelta di Lov, giunge quasi a montargli addosso tenendolo fermo con le spalle a terra. I due rotolano insieme lottando. A Ellie May) Lasciami andare, tu. Lasciami andare. (Lov continua a dibat­tersi cercando di alzarsi. Ada e la nonna lo colpiscono coi loro bastoni).

Jeeter                             - (al cancello) Dì a Pearl che io ho detto che dev'essere buona con te. Poi domattina vengo giù e ne riparliamo. (Esce correndo).

Lov                               - Dio ti strafulmini! (Con grande sforzo si libera dell'assalto delle donne, gettando addirittura in terra Ellie May, e si precipita al cancello. Qui giunto, si ferma a guardare in strada cercando Jeeter con gli occhi).

Dude                             - È inutile che tu cerchi di riacchiappare papà. È andato a cacciarsi nella macchia e quando si nasconde nella macchia là non c'è più verso di mettergli le mani addosso. (Lov si rende conto della esattezza dell'osservazione di Dude e ansante e spossato si appoggia contro la staccionata rinunciando all'inseguimento. Ellie May resta distesa per terra anche lei respirando affannosamente e seguitando a guardare fissamente Lov).

Ada                               - Torna da Ellie May, Lov. Non devi aver paura di lei. Porse finirà per piacerti e mi rimanderai Pearl a casa. (Lov non risponde. Tira fuori di tasca un immenso fazzoletto colorato con cui si terge il sudore dal viso. Dude si avvicina alla staccionata).

Dude                             - Quanto carbone caricate su quel merci n. 17? Mi sembra che questi vagoni merci tengano quasi il doppio di quelli passeggeri. (Lov non gli dà retta. Ada torna sulla veranda. Nonna Lester riprende il suo sacco di sterpi e, gemendo a ogni passo, rientra in casa) Perché i macchinisti fanno suonare così poco il fischio della locomotiva? Se fossi macchinista io non farei altro che tirare la cordicella del fischio. (Dude emette un sibilo simile a quello di una locomo­tiva. Lov si stacca dalla staccionata, torna al cortile dove raccatta il cappello e, dando un'occhiata a Ellie May sempre accovacciata per terra, si volge per andar­sene. Dude lo segue fino al cancello. Lov si riassetta la tuta ed esce sempre seguito da Dude) Quand'è che" ti comprerai un'automobile, Lov? Guadagni un sacco di quattrini alla carbonaia... Dovresti comprartene una con una bella tromba grossa. (Rifà il fischio da locomotiva. Gon entusiasmo) Certo che i fischi e le trombe hanno un gran bel suono. (Senza dargli retta Lov si avvia giù per la strada) Mi sembra che oggi Lov non sia molto in vena di chiacchierare.

Ada                               - Dude, corri giù alla macchia e guarda di trovare tuo padre prima che si sia mangiate tutte quelle rape. (Dude si avvia) E cerca di portarne qualcuna alla tua vecchia mamma. (Dude esce, Ada lo segue con lo sguardo fin che non è uscito dal cancello, poi chiama) Ellie May... Ellie May!

Ellie                               - (guardandola di sotto in su) Sì, mamma.

Ada                               - Vai in casa a rifare i letti come ti ho detto almeno due ore fa. (Ellie May si stira, sbadiglia: è chiaro che non ha affatto intenzione di muoversi) Non c'è uno, qui, con tanta voglia così di lavorare! Ora vai subito in casa a fare quel che ti ho detto. Hai sentito? Avanti!

Ellie                               - (alzandosi lentamente) E va bene... Vengo. (Entra Henry Peabody il quale, se non fosse per la voce e una piccola differenza nell'abbigliamento, po­trebbe essere Jeeter. Costui è molto eccitato. Non entra nel cortile ma si affaccia soltanto alla staccionata. Subito Ellie May si rimette a sedere).

Henry                            - Ehi, Ada: Jeeter è in casa?

Ada                               - (scuote la testa in segno di diniego) È andato giù alla macchia poco fa. Credo che non tardi molto, ma non sono sicura.

Henry                            - Ditegli che sono stato qui.

Ada                               - Com'è che siete così eccitato, Henry Peabody? Non vi ho visto correre così da quando eravate bambino.

Henry                            - Non ho tempo di fermarmi a parlare ora, ma ditelo a Jeeter che sono passato di qui e che ripasso poi tornando a casa. (Entra Bessie Bice, una donna sulla quarantina piuttosto robusta. È vestita con un grembiale scolorito e porta un cappello di tela che le ombreggia il viso largo e tondo. Bessie è un esemplare di quella razza di predicatori ambulanti caratteristica delle regioni più, interne del Sud. Non appartiene a nessuna chiesa e la religione ch'essa predica, il suo credo e il metodo di educazione religiosa che segue sono quanto mai personali. Ha la voce sonora e sicura, ed è generalmente apprezzata nel suo giusto valore dagli innocenti fedeli in mezzo ai quali agisce. Ta a fermarsi in mezzo al cortile; si toglie il cappello e se ne serve come di un ventaglio con cui si sventola mentre saluta).

Bessie                            - Buona sera, fratello Henry; buona sera, sorella Ada. Che il Signore vi benedica.

Henry                            - Buona sera, sorella Bessie. Bè... bisogna proprio che scappi. (Fa per andarsene).

Bessie                            - Com'è che hai tanta fretta, fratello Henry? Hai peccato di nuovo contro il Signore?

Henry                            - No, grazie a Dio, ma ho una gran fretta. (Esce).

Bessie                            - (chiamandolo) Verrò a pregare e a pre­dicare a casa tua, uno di questi giorni, fratello Henry! (Nessuna risposta. Si volge a Ada) Che è successo a Henry Peabody? Scommetto che ne ha fatte delle grosse per scappare così. Sembra che abbia il diavolo in corpo.

Ada                               - Venite dentro, Bessie. sono sicura che Jeeter sarà molto contenta di vedervi.

Bessie                            - Sarò contenta anch'io, sorella. Fra l'altro ho fatto quasi tre miglia per venire fin qui. (Va alla veranda).

Ada                               - Sedetevi.

Bessie                            - Non avresti una poltrona, sorella? La mia povera schiena mi fa male al punto che mi sembra stia per spezzarsi in due.

Ada                               - Hmm. (Va in casa. Bessie si guarda in­torno, facendosi vento col cappello. Vede Ellie May. Ellie May ridacchia).

 Bessie                           - Come stai, bambina? Il Signore sia con te. (Avanza sulla veranda cantando l'inno « Shall we gather at the river ». A metà del canto Ada rientra trascinando una vecchia poltrona a dondolo. Bessie smette di colpo di cantare. Ad Ada) Che il Signore ti benedica, sorella. (Siede dondolandosi avanti e indietro e sventolandosi. Ada resta in piedi appoggiata contro la ringhiera della veranda seguitando a masti­care il suo stuzzicadenti) Dov'è andato Jeeter? Ha di nuovo peccato contro il Signore?

Ada                               - È giù alla macchia che mangia le rape che ha rubato poco fa a Lov.

Bessie                            - Oh, Signore, Signore: ha rubato di nuovo. Jeeter è proprio un gran peccatore. Non c'è peccato più grosso che rubare... Erano buone quelle rape d'inverno, sorella?

Ada                               - Credo.

Bessie                            - Che il Signore ci perdoni i nostri peccati e soprattutto perdoni Jeeter... E ne riporterà qual­cuna di quelle rape, Ada?

Ada                               - Ho detto a Dude che lo trovasse prima che se le sia mangiate tutte. Chi sa se ci riesce. Forse che sì, forse che no.

Bessie                            - Il  Signore lo aiuterà. Dude è proprio un buon figliolo, sorella.

Ada                               - Bè...

Bessie                            - Bisogna stare attenti che non finisca coi Battisti dal guscio duro, però. Sono una banda di peccatori. Non sanno seguire i precetti del Signore come me.

Ada                               - Come si chiama la vostra religione, sorella Bessie? Non mi avete mai detto come la chiamate.

Bessie                            - Non ha un vero nome. Io la chiamo soltanto la santa religione. È una questione tra me e il Signore. Dio mi parla nelle preghiere e io gli rispondo. E in questo modo ottengo molte cose.

Ada                               - Avrei bisogno che diceste una preghiera per Pearl prima di andarvene Bessie. Credo che Lov sia fuori di sé per il fatto che Jeeter gli ha rubato le rape e potrebbe picchiare Pearl più del necessario.

Bessie                            - Sarò ben contenta di dire una preghiera per Pearl. Lei, però, dovrebbe pregare anche un po' per conto suo. Qualche volta si ottiene molto di più dal Signore.

Ada                               - Pearl non parla con nessuno salvo che con me; non parla neanche col Signore. Tutto quel che le può fare ottenere la preghiera bisogna che glielo faccia avere qualcun'altrò.

Bessie                            - Ne parlerò con il Signore e vedremo se lui le scioglierà la lingua. Deve averci qualche peccato addosso quella figliola perché se no parle­rebbe come parlano tutti. Al Signore non piace che le donne stiano zitte.

Ada                               - Neanche Ellie May parla molto. Ma deve essere per colpa di quel labbro. Quando parla fa un po' ridere.

Bessie                            - Deve esserci stato un bel mucchio di peccatori fra voi Lester, perché se no Ellie May non avrebbe il labbro in quello stato. In un modo o nell'altro direi che voi Lester siete ì più grandi peccatori di tutto il paese. (Sono interrotte dalle voci di Jeeter e Dude che, ancora fuori scena, litigano).

Dude                             - (fuori scena) Non piacciono mica solo a te le rape. Questa settimana non ho mangiato niente più di te.

Jeeter                             - (fuori scena) Ma ne hai già avute cinque.

Dude                             - Ne voglio ancora. Hai sentito?

Jeeter                             - Quelle che ti ho dato ti devono bastare.

Dude                             - Adesso ti concio io. (Jeeter entra correndo dal cancello. Ha le lasche piene di rape. Dude gli è alle calcagna e lo raggiunge al cancello, gli circonda la vita con un braccio - sempre restandogli alle spalle -e con la mano destra gli tira fuori dalla tasca alcune rape).

Jeeter                             - (cercando di liberarsi) Fermati, Dude, fermati.

Dude                             - (schernendolo) Ah, ah! Tu non fai paura a nessuno! Sei più debole di un vecchio gatto. (Dà una spinta a Jeeter che cade a terra vicino all'an­golo della casa. Dude passa a destra del cancello man­giando una rapa).

Jeeter                             - (a terra) Quelle che hai avuto, hai avuto: questo è un fatto. (Si alza.

Bessie                            - (solennemente) Hai di nuovo peccato, Jeeter Lester.

Jeeter                             - (accorgendosi finalmente della presema di Bessie) Sorella Bessie! Sia lodato il buon Dio! (Corre alla veranda) Lo sapevo che il Signore mi avrebbe mandato il Suo angelo per cancellare i miei peccati! Capitate proprio al momento giusto.

Bessie                            - Il Signore sa sempre quand'è il momento giusto. Stavo in casa a spazzare la cucina quando eccolo che viene e mi dice: «Sorella Bessie, Jeeter Lester sta facendo qualcosa che non va bene. Vai a casa sua e prega per lui prima che sia troppo tardi ». Ho guardato il Signore dritto negli occhi e gli ho risposto: « Signore, Jeeter Lester è un grande peccatore, ma io pregherò per lui finché il diavolo non se ne sarà tornato all'inferno ». Così Gli ho detto, ed eccomi qua.

Jeeter                             - (ballando freneticamente davanti alla pol­trona di Bessie sulla veranda) Lo sapevo che il buon Dio non mi avrebbe lasciato cadere in mano al diavolo! Lo sapevo! Lo sapevo!

Bessie                            - E non imi dai neanche una rapa, Jeeter? Non ho avuto molto da mangiare in questi ultimi tempi. Sono momenti duri questi, tanto per i buoni che per i malvagi.

Jeeter                             - Certo, sorella. (Sceglie qualcuna fra le rape più grosse e le porge a Bessie. Poi si volge a Ada) E queste sono per te, Ada. (Entra la nonna che si avvicina a Jeeter e prende a tirargli la giacca. A Bessie) Vorrei potervi dare qualcosa da portare a casa, sorella. Quando avevo roba regalavo sempre al fratello Dice un sacco di patate e quanti polli voleva. Ora non ho che un pugno di rape, ma non me ne vergogno. Il Signore le ha fatte crescere e i suoi prodotti sono sempre abbastanza buoni per me.

Bessie                            - (a bocca piena) Lodato sia il Signore.

Jeeter                             - Amen, sorella! Amen.

Bessie                            - (che ha finito dì mangiare la rapa; con un sospiro) Sento che il Signore mi chiama. Pre­ghiamo un po'. (Bessie si alza e, seguita da Jeeter, da Ada e dalla nonna che geme a ogni passo, si porta nel mezzo del cortile. Ellie May e Dude restano seduti sulla veranda a guardare mangiando rape) C'è della gente alla quale non gli piace di inginocchiarsi a pregare fuori di casa. « Sorella Bessie - mi dice questa gente - perché non andiamo a pregare in casa?». E sapete come rispondo io? «Fratelli e sorelle», rispondo io « io non mi vergogno dì pregare all'aperto. Voglio che la gente che passa sappia che sono dalla parte del Signore. È il vecchio diavolo che ci con­siglia sempre di pregare in casa che nessuno ci veda ». Ma io così rispondo. Così sostengo la causa del Signore.

Jeeter                             - Lodato sia il Signore!

Bessie                            - Prepariamoci a pregare. (Tutti si ingi­nocchiano) Sorella Ada, stai sempre male per via della pleurite?

Ada                               - Sempre. (Jeeter e Ada chinano il capo e tengono gli occhi chiusi. Nonna Lester guarda diritto davanti a sé con gli occhi sbarrati e la testa alta. Bessie fa un cenno a Ada, poi incomincia a pregare).

Bessie                            - Caro Signore, eccomi qui di nuovo ad offrirti una piccola preghiera per questi peccatori... Jeeter Lester e la sua famiglia hanno bisogno che io preghi di nuovo per loro. L'ultima volta hai già fatto molto, ma oggi Jeeter è di nuovo caduto preda del diavolo ed ecco che ha commesso un grosso pec­cato. Ha rubato le rape di Lov. Le quali, ormai sono già quasi tutte mangiate e perciò è troppo tardi per restituirle. Ed è per questo, quindi, che 1 ora preghiamo per Jeeter. Io non ho mai visto un uomo più ladro di lui in tutta la mia vita. Jeeter vuole sempre correggersi ma, a quanto sembra, il: diavolo riesce subito a sopraffarlo appena abbiamo smesso di pregare per lui. Non lascerai mica che il vecchio diavolo dica a Te che cosa Tu devi fare? È il Signore che deve comandare al diavolo... Poi c'è sorella Ada che ha dì nuovo dei guai con la pleu­rite. Bisogna proprio che tu faccia qualcosa per lei questa volta. L'altra volta non le sei stato di molto aiuto. Se tu le dai una mano a guarire lei abbando­nerà il diavolo per sempre. Vero, sorella Ada?

Ada                               - Sì, Signore.

Bessie                            - E la vecchia madre Lester ha un dolore ai fianchi che non le dà un momento di requie. Ora sta qui in ginocchio, ma certo non potrà più farlo molto spesso... Dovresti anche benedire Ellie May. Ellie May ha quello spacco nel labbro che fa paura a guardarla. (Ellie May sì nasconde il viso tra le mani. Dude la guarda sogghignando).

Jeeter                             - Non dimenticate di pregare per Pearl, sorella Bessie. Pearl ha bisogno di preghiere per una cosa proprio spaventosa.

Bessie                            - Stavo appunto per farlo. Sorella Ada mi ha detto di pregare perché Lov non la picchi troppo per le rape che avete rubato.

Jeeter                             - Non è per questo. È per quel che ha fatto Pearl.

Bessie                            - Che cosa ha fatto che non va, fratello Jeeter?

Jeeter                             - È per questo che oggi Lov era venuto a parlare con me. Dice che Pearl non vuole parlare con lui e non vuole che lui la tocchi. La notte dorme per terra su un pagliericcio e Lov deve starsene a letto da solo. È una cosa piuttosto brutta per una moglie e il Signore dovrebbe farla cessare.

Bessie                            - Fratello Jeeter, le bambine come Pearl non sanno comportarsi Col marito come noi, donne fatte. Porse se potessi parlare io con lei invece di metterci di mezzo il Signore può darsi che Pearl cambierebbe sistema. Credo di sapere meglio io di Lui che cosa bisogna dirle, perché sono stata una donna sposata fino all'estate scorsa, quando morì il mio povero marito. E dunque sono faccende che conosco benissimo mentre credo che Dio non sa­prebbe proprio che dirle.

Jeeter                             - Sì, certo che potete parlare con lei. Però, se fossi in voi, chiederei al Signore di metterci una mano pure Lui. Può darsi che gli siano già capitate altre ragazze di questo genere, per quanto, secondo me, non ce n'è un'altra in tutto il paese come Pearl che non ne voglia sapere di andare a letto. (Dude si alza e tira fuori di tasca la palla).

Bessie                            - Comunque, se glie ne parlo non farà male a nessuno.

Jeeter                             - Giusto. E parlatene anche al Signore. Tutti e due messi insieme dovreste concludere qualcosa. (Dude lancia con tutta la forza la palla contro il muro e la riprende al balzo. Jeeter lo inter­pella irritato) Smettila di tirare quella palla contro la vecchia casa, Dude. Non vedi che sorella Bessie sta pregando? Proprio che non hai un briciolo di buon senso.

Dude                             - Va all'inferno.

Bessie                            - Via, Dude... (Aspetta che Dude inter­rompa il gioco) E ora Signore sollecito il tuo inter­vento per una cosa proprio un po' speciale. Non chiedo mai favori se non è per qualcosa che mi sta molto a cuore; perciò questa volta. ti chiedo un favore per Pearl. Vorrei che Tu la facesti smettere di dormire nel pagliericcio per terra, mentre fra­tello Lov deve starsene a letto da solo. Io ero una buona moglie per il mio povero marito. Non dormivo mai per terra su un pagliericcio. E neppure sorella Ada qui, ha mai fatto niente del genere. E nemmeno lo farò quando mi risposerò. Dunque, dì a Pearl che la faccia finita.

Jeeter                             - Che cosa avete detto, sorella Bessie? Mi sembra di aver sentito che prendete di nuovo marito?

Bessie                            - Veramente non ho ancora deciso. Però mi sto guardando intorno.

Jeeter                             - Bè, se non fosse per Ada...

Bessie                            - (ridacchiando) Ma state zitto, fratello Jeeter. E poi come sapete se vi piglierei? Siete un po' vecchiotto, non vi pare?

Jeeter                             - Forse che sì, forse che no, ma se anche fosse non sarei troppo vecchio per quello.

Ada                               - (seccamente) Pareste meglio a finir di pregare. Non avete ancora fatto quel che vi avevo detto per Pearl.

Bessie                            - Subito... Per piacere, Signore, sorella Ada vuole che Vi chieda di non permettere che Lov pesti troppo Pearl. E credo che non ci sia altro. Salvaci dal diavolo e...

Jeeter                             - Ehi, aspettate un momento. Avete dimenticato di dire una piccola preghiera anche per Dude. Non l'avete neanche nominato.

Dude                             - Nossignore, me, lasciatemi fuori. Io non ho bisogno di preghiere. (Bessie scatta in piedi e corre verso Dude. Lo afferra per un braccio e comincia a trascinarlo vicino al gruppo in preghiera).

Bessie                            - Avanti, Dude. Vieni a inginocchiarti vicino a me.

Dude                             - (con ira) Non ne ho bisogno. Non ho bisogno di preghiere. (Bessie gli passa un braccio intorno alla vita tenendolo stretto a se mentre, con l'altra mano, gli batte sulla spalla).

Bessie                            - (teneramente) . Debbo pregare per te, Dude. Il Signore pensa anche a te, come pensa a Ellie May. (S'inginocchia tenendo le gambe di Dude strette fra le sue braccia) Avanti, su. Tutti possiamo avere bisogno di preghiere una volta o l'altra. (Dude trova evidentemente eccitante il contatto delle braccia di Bessie sulle sue gambe e comincia a ridacchiare e a dimenarsi).

Jeeter                             - La finisci di saltare su e giù, Dude? Che diavolo ti prende? (Dude passa un braccio intorno al collo di Bessie e comincia a strofinarsi addosso a lei, esatta/mente come Bessie si strofina a lui).

Bessie                            - Avanti, Dude, inginocchiati accanto a me e lascia che preghi per te.

Dude                             - (ridendo) Me ne importa assai, a me. (s'inginocchia tenendo sempre abbrancata Bessie che continua a tenere abbrancato lui).

Bessie                            - Lo sapevo che mi avresti lasciato pregare per te, Dude. Ti aiuterà a liberarti dai tuoi peccati come ha liberato Jeeter. (Chiude gli occhi e alza la testa) Caro Signore ti chiedo di salvare il fratello Dude dal diavolo e di dargli un posto in paradiso E questo è tutto. Amen.

Jeeter                             - Lodato sia il Signore. Questa, però, era. una preghiera maledettamente corta per un peccatore come Dude. (Si alza. Bessie e Dude con­tinuano a tenersi abbracciati).."

Bessie                            - (sorridendo amorosamente a Dude) Dude non ha bisogno di altre preghiere. È soltanto un ragazzo non ancora peccatore come noi adulti.

Jeeter                             - Bè, può darsi che abbiate ragione. Ma mi sembra di ricordare che la Bibbia dice che un figlio non deve maltrattare suo padre e sua madre come si maltratta l'altra gente.

Bessie                            - (accarezzando i capelli a Dude) Dude non lo farà più. È un bravo ragazzo, Dude. sarebbe un bravissimo predicatore, anche. somiglia tutto al mio povero marito quand'era giovane. (Bessie e Dude siedono per terra continuando a tenersi abbracciati).

Jeeter                             - Dude ha quasi sedici anni, ormai. Due anni di meno di Ellie May. Dovrà prendere presto moglie, mi sembra. Tutti gli altri figli maschi si sono sposati presto, proprio come le ragazze. se non fosse per quel labbro Ellie May si sarebbe spo­sata anche prima degli altri. Gli uomini, qui intorno a Fuller, vogliono tutti sposare delle ragazze di undici o dodici anni, com'era Pearl. Anche Ada, quando l!ho sposata stava per compiere dodici anni.

Bessie                            - È nella volontà del Signore che noi tutti ci accoppiamo. Ci ha fatto così apposta. Il mio povero marito era proprio come il Signore in questo senso. La pensavamo tutti e due allo stesso modo in materia di accoppiamenti.

Jeeter                             - Anch'io son persuaso che il Signore vuole che tutti noi ci accoppiamo. Ma non ha pensato al caso di una donna che ha la bocca spaccata come Ellie May.

Bessie                            - Le vie del Signore sono giuste, Jeeter.

Jeeter                             - Può darsi, però non credo che abbia fatto una cosa ben fatta ad aprirle il labbro a quel modo. È l'unica cosa che trovo da ridire contro il Signore, ma è la verità. A che serve uno spacco come quello? Porse che ci si può sputare attraverso, o ci si può fischiare! È stata una cosa meschina questa che ha fatto il Signore. Una cosa meschina e cattiva.

Bessie                            - Non dovreste parlare del Signore in questo modo. Lui sa perché lo ha fatto. Aveva la migliore ragione del mondo per farlo.

Jeeter                             - Che ragione!

Bessie                            - Porse non dovrei dirlo, Jeeter.

Jeeter                             - Se c'è qualcuno a cui dovreste dirlo quello sono io. Sono suo padre.

Bessie                            - L'ha fatto per mantenere puro il suo corpo da voi, fratello Jeeter.

Jeeter                             - Da me?

Bessie                            - (annuendo) Sapeva che Ellie May sarebbe stata sicura in questa casa se egli la faceva così. Sapeva che siete stato un gran peccatore, una volta, e che potreste esserlo ancora.

Jeeter                             - Questo è vero. Ai miei tempi ero proprio un gran peccatore. Credo che ero il più gran peccatore di tutta la regione. Prendete i bambini Peabody, quelli che stanno dall'altra parte del campo. Credo che, in un modo o nell'altro, almeno mezzi sono miei.

Bessie                            - Aspettate che abbia finito di accusarvi, Jeeter, prima di cominciare con le bugie.

Jeeter                             - Grazie a Dio non sto dicendo nessuna bugia. Vi raccontavo soltanto che peccatore sono stato.

Bessie                            - Non penserete che il Signore non sia al corrente di tutto.

Jeeter                             - (ridacchia; avvicinandosi al posso) Ma non ne era al corrente Henry Peabody, però,

Ada                               - Hm.

Jeeter                             - (si volta a sinistra, in tempo per accorgersi delle manovre di Bessie e di Dude) Dico, sorella Bessie, che diavolo state combinando con Dude? È quasi mezz'ora che state a dimenarvi insieme strofinandovi l'un l'altro e facendovi le moine. (Bessie cerca di apparire contrita).

Bessie                            - (si scioglie dal braccio di Dude e cerca di alzarsi) Il Signore mi stava parlando. (Dude le circonda di nuovo la vita col braccio) Mi stava dicendo che mi dovrei prendere un altro marito.

Jeeter                             - Non vi diceva mica di sposare Dude, alle volte?

Bessie                            - Dude sarebbe un ottimo predicatorc. sarebbe bravo come il mio povero marito, e forse anche di più. Va proprio bene per predicare e vivere con me. Vero Dude?

Dude                             - (prontamente) Volete che venga a casa con voi subito? (Fa un passo avanti).

Bessie                            - Non subito, Dude. Prima debbo chiedere al Signore se tu sei adatto. (Passa alla sinistra di Dude) È di gusto difficile, il Signore, quando si tratta di predicatori maschi, specialmente se stanno per sposare una peccatrice. Debbo pregarci sopra, prima. (Con un'occhiata d'intesa a Dude) E anche tu, Dude, devi pregarci sopra.

Dude                             - (ridacchia imbarazzato) Sì, pregherò come un diavolo. (Passa a sinistra del cancello).

Jeeter                             - (avvicinandosi a Dude) Che ti salta in mente! Non hai sentito che sorella Bessie ti ha detto di pregarci sopra! Sei l'uomo più fortunato della terra. E allora, che ti salta in mente! Che il Signore mi strafulmini se non tu sei il ragazzo più carogna che mi sia mai capitato di vedere. (Jeeter si avvia a sinistra. Dude passa a destra del cancello. Entra correndo Peabody).

Peabody                        - (presso il cancello) Ehi, Jeeter, Jeeter!

Jeeter                             - (andando verso Peabody) Che ti succede, Henry!

Peabody                        - Ada non ti ha detto niente?

Jeeter                             - Non mi ha detto niente.

Peabody                        - Non ti ha detto che sono già stato qui, prima?

Jeeter                             - (impazientemente) No. Cos'è che vuoi dirmi?

Peabody                        - Notizie grosse, Jeeter.

Jeeter                             - Bè, sentiamole, allora. Che vuoi che me ne faccia se te le tieni per te?

Peabody                        - (solennemente) Sta per tornare il capitano John.

Jeeter                             - (colpito) Il capitano John? Il capitano John è morto.

Peabody                        - Bè, non il capitano John: suo figlio.

Jeetek                            - Davvero? (Voltandosi verso Ada) Hai sentito, Ada? Torna il capitano John.

Ada                               - Non ha detto il capitano John. Ha detto il figlio del capitano John.

Jeeter                             - È lo stesso.. Il capitano Tim è il figlio del capitano John, no? (A Peabody) Chissà se vorrà far credito ai contadini, cosa ne dici?

Peabody                        - Credo di sì. Tutti pensano di sì. Adesso è giù a Puller ma domani verrà da queste parti.

Jeeter                             - Sia lodato il Signore. Lo sapevo che, il Signore aveva voglia di aiutarmi. (Ad Ada) E adesso che cos'hai ancora da dire, donna? Non t'avevo detto che quest'anno mi sarei fatto un raccolto? (A Dude mentre Ada alza le spalle senza rispondere) Ehi, Dude. Vai giù ai campi e comincia a bruciare la gramigna. Tu cominci dal fondo e io qui da in cima. Quest'anno bruciamo tutti i campi. Ci faremo il raccolto più grosso che tu abbia mai visto.

Peabody                        - Bè, ora me ne devo andare Jeeter. Credo che brucerò anch'io i miei campi. (Jeeter approva con un cenno del capo. Peabody esce).

Jeeter                             - Addio, Henry... E ora Ada, tu vai in casa e prepara qualcosa da mangiare. saremo affa­mati, quando torneremo.

Ada                               - Non c'è niente da preparare.

Jeeter                             - Sei la donna più indisponente che io abbia visto. Per Dio e Gesù proprio la più indispo­nente. Fai quello che ti dico e smettila con tutte queste maledettissime chiacchiere... Andiamo, Dude. Voglio che domani, quando il figlio del capitano John verrà qui, veda che siamo pronti. Sbrigati, andiamo... (Per fare più in fretta, Jeeter esce nella strada scavalcando la staccionata avviandosi lungo la Via del Tabacco. Dude dà uno sguardo irritato a Bessie, poi corre verso il cancello ed esce. Bessie si precipita alla staccionata e chiama Dude).

Bessie                            - Ehi, Dude! Non ti dimenticare! Prega come ti ho detto e domattina torno a darti la risposta. (Si volge ad Ada con un sorriso benevolo) Qualcosa mi dice che Dude piacerà moltissimo al Signore.

Fine del primo atto

ATTO SECONDO

La stessa scena del primo atto. Il giorno seguente.

(È l’alba: la scena è illuminata dai primi raggi del sole mattutino. Via via che il tempo passa la luce si fa lentamente più calda e più intensa finché è giorno pieno. Come si apre il sipario, intorno alla casa in rovina non c'è nessuno a godersi la solitudine dell'ora. Dopo un momento, però, Bessie entra dal cancello con passo rapido, attraversa il cortile e la veranda e comincia a bussare battendo forte sulla porta coi pugni).

Bessie                            - Dude!... Ehi, Dude... Dude! (Aspetta impazientemente qualche istante tenendo d'occhio l'an­golo della casa più prossimo alla ribalta, poi va a guardare alla finestra che dà sulla veranda. Quindi spalanca la porta e grida forte) Dude; dove sei? (Jeeter, sbadigliando e stiracchiandosi, sporge la testa dalla finestra, e si pulisce la bocca col dorso della mano prima di parlare. È ancora mezzo addormentato ma ha già in capo il suo feltracelo sudicio, sebbene nel resto del corpo sia, per quel che si può vedere, nudo carne un verme).

Jeeter                             - Che cosa volete da Dude a quest'ora, Bessie?

Bessie                            - Non ve ne incaricate. Voglio Dude... Ehi, Dude! (S'allontana dalla porta sempre chiamando) Dude! Ehi! Dude! (Jeeter si ritira dalla finestra mentre Bessie seguita a chiamare) Dude! Dove sei? Dude! (La scena rim,ane vuota per un momento. Poi Dude entra da sinistra dalla Via del Tabacco, attraversa il cortile e va al pozzo; tira su il secchio e beve. Non presta, nessuna attenzione alla voce di Bessie che di quando in quando continua a, chiamarlo. Entra Jeeter che si sta infilando la tuta e ha in mano la camicia, i calzini e le scarpe. Vede Dude).

Jeeter                             - Ehi, Dude; dov'eri? Bessie ti sta cer­cando dappertutto. (Dude non risponde e continua a bere. Jeeter lascia cadere le scarpe e i calzini mentre finisce d'infilarsi la tuta) Ancora un po' e buttava all'aria tutti i letti. Perché non le dici dove sei?

Dude                             - Oh, vada all'inferno! (Beve).

Jeeter                             - (continuando a, vestirsi) Per Dio e Gesù, non ho mai visto una donna così smaniosa di vedere qualcuno. Credo proprio che, in. definitiva, ti voglia sposare. (Dude non risponde. Jeeter lo guarda) Hai intenzione di sposarla se è questo che vuole?

Dude                             - E perché dovrei sposarla?

Jeeter                             - Ieri, però, avevi tutta l'aria di averne voglia con tutto quel palparvi e strofinarvi che avete fatto. E adesso che cosa ne pensi, Dude?

Dude                             - Al diavolo: dalla sera alla mattina un uomo può anche cambiare idea.

Bessie                            - (fuori scena) Dude... Ehi, Dude!

Jeeter                             - Sentila come grida. Dev'essere dietro la casa. Perché non le rispondi, Dude? Dove eri quando è venuta a cercarti a letto? Dove diavolo ti eri cacciato?

Dude                             - Ero fuori nei campi.

Jeeter                             - (con interesse) Come vanno i campi? Hanno finito di bruciare?

Dude                             - (annuendo) Quasi. Quelli verso mezza­notte stanno ancora bruciando un po'.

Jeeter                             - Sono proprio contento. Dobbiamo esser pronti ad arare e seminare appena il figlio del capitano John verrà da queste parti oggi.

Bessie                            - (fuori scena) Dude!... Dove sei? Dude! (Bessie rientra dall'angolo della casa e vede Dude) Oh! Eccolo! (Gli corre incontro. Dude le lancia una rapida occhiata ma continua a voltarle le spaile) Non hai sentito che ti chiamavo? (Oli passa un braccio intorno alla vita con un gesto affettuoso) Non sapevi che ti stavo cercando, Dude? (Lo serra più stretto con un movimento improvviso che fa rovesciare l'acqua dal secchio che Dude tiene in mano).

Dude                             - Ehi, guardate qui che mi fate fare.

Bessie                            - Non è nulla, Dude. Non sei contento di vedermi? (Lo stringe più stretto) Non ti trovi bene con me!

Dude                             - (con un sogghigno) Hm. (Posa il secchio si volta e l'abbraccia fermandosi in un atteggiamento ridicolo e grottesco. Jeeter sugli scalini della veranda continua ad esaminarsi i piedi e a infilarsi poi len­tamente i calzini e le scarpe senza perdere mai d'occhio la coppia).

Jeeter                             - E così avete proprio deciso di sposarvi, eh, Bessie? (Bessie comincia a carezzare i capelli bagnati di Dude. sul vano della porta di casa compare Ada, mentre Bilie May si affaccia alla finestra).

Bessie                            - (confidenzialmente, annuendo) Il Signore mi ha detto che così debbo fare. Gliel'ho chiesto ieri sera ed Egli mi ha risposto: «Sorella Bessie, Dude Lester è l'uomo che io voglio che tu prenda per marito. Alzati per tempo domani mattina e vattene dai Lester a sposare Dude ». Questo è quel che mi ha detto. E io sono saltata giù dal letto e sono corsa qui più presto che ho potuto perché al Signore non piace che lo si faccia aspettare. (Bessie guarda con espressione di affetto Dude, che, quasi senza volere, torce il viso in una smorfia).

Jeeter                             - (a Dude) Hai sentito che cosa ha detto il Signore a sorella Bessie? Che hai intenzione di fare ora?

Dude                             - Non lo so.

Jeeter                             - Si può sapere che ti piglia? Non sei abbastanza uomo?

Dude                             - Forse che sì e forse che no.

Bessie                            - Non c'è niente da aver paura, Dude. Ti piacerà di essere sposato con me perché io so come trattare gli uomini. (Dude esita. Ada va ad appog­giarsi alla ringhiera della veranda. Nonna Lester appare all'angolo della casa tenendosi nascosta per non attirare l'attenzione).

Jeeter                             - Bè, Dude, cosa decidi, allora?

Dude                             - All'inferno. E perché me la dovrei sposare? (Dude tira fuori di tasca la palla e la lancia contro la casa. Bessie gli dà un'occhiata di sfuggita, poi risolve di giocare la sua ultima carta. Si volge a Jeeter).

Bessie                            - (seria) Sapete che cosa ho in mente di fare, Jeeter?

Jeeter                             - Che cosa?

Bessie                            - Di andarmi a comprare un'automobile nuova. (L'effetto che questa dichiarazione produce su tutti i presenti è formidabile. Jeeter scatta in piedi di colpo e Dude, preso da improvviso interesse, smette di lanciare la palla).

Jeeter                             - Un'automobile nuova? Proprio una automobile nuova?

Bessie                            - (confermando) Proprio nuova. (Scuote la testa con enfasi. Dude la guarda incredulo con occhi sbarrati).

Jeeter                             - E i soldi ce li avete?

Bessie                            - (con orgoglio) Ottocento dollari.

Jeeter                             - Ottocento dollari! E dove avete trovato tanti quattrini, Bessie?

Bessie ,                          - (accennando col capo) Il mio povero marito aveva un'assicurazione e quando è morto l'ho riscossa e ho messo i soldi in banca.

Jeeter                             - Certo che è una bella cifra. Non cre­devo che ci fossero tanti soldi in tutta la regione.

Ada                               - Non vorrete mica spenderli tutti per una automobile nuova, dico?

Bessie                            - (annuendo) Dude e io vogliamo la più bella che ci sia. Vero, Dude? (Dude non sa fare altro che guardarla con occhi sbarrati).

Ada                               - Non mi pare una cosa ben fatta. Mi sembra che se volete fare le cose per bene dovreste dare un po' di soldi ai vecchi genitori di Dude. E noi ci potremmo comprare un po' di tabacco e un po' di mangerie.

Bessie                            - No, sorella Ada: il Signore non desidera che io li adoperi per questo. Vuole che me ne serva per continuare a pregare e a predicare. Per questo mi compro un'automobile nuova, perché cosi Dude e io potremo andare in macchina quando dovremo andare in giro a lavorare per il Signore.

Jeeter                             - Sorella Bessie ha ragione, Ada. Non c'è niente di più importante che lavorare per il Signore. E a noi non ce ne importa più nulla del denaro, ormai. Il tiglio del capitano John, il capitano Tim, è tornato e tutti mi rifaranno credito finché mi serve.

Ada                               - Hm. Tu sei troppo sicuro.

Jeetek                            - Non datevi pensiero di lei, Bessie. Quand'è che andrete a comprare l'automobile nuova?

Bessie                            - Vado a Fuller e la compro subito. (Guardando ansiosamente Dude) Voglio dire, se Dude e io ci sposiamo.

Jeeter                             - Che cosa ne dici ora, Dude? Ti piace­rebbe sposare sorella Bessie e girare in macchina per tutto il paese andando a pregare e a predicare in un'automobile nuova?

Dude                             - Ci sarà la tromba?

Bessie                            - Certo che ci sarà. Tutte le automobili nuove hanno la tromba.

Dude                             - Potrò guidarla io?

Bessie                            - La compro per questo.

Dude                             - Potrò guidarla sempre io?

Bessie                            - Certo, Dude. Io non so guidare.

 Dude                            - E allora, perché diavolo non dovrei sposarmi?

Bessie                            - (abbracciandolo felice e tentando di baciarlo) Oh, Dude! (Dude sfugge all'abbraccio e comincia a infilarsi le scarpe).

Ada                               - Quand'è che voi e Dude comincerete a andare in giro per predicare e pregare? Prima o dopo sposati?

Bessie                            - Dopo. Ora andiamo subito a Fuller a comprare la nuova automobile e poi ci sposiamo.

Jeeter                             - Vi farete dare la licenza per il matri­monio o vivrete così, senza licenza?

Bessie                            - Mi farò dare la licenza.

Jeeter                             - Costa quasi due dollari. Ce li avete, voi, due dollari? Dude non ce l'ha. Dude non ha niente.

Bessie                            - Io non voglio neanche un soldo da Dude. Penso io a tutto. Ho ottocento dollari in banca e qualche altra cosa ancora, Dude e io non avremo da preoccuparci di niente. Vero, Dude!

Dude                             - (con impazienza) Avanti, andiamo. Non abbiamo tempo da perdere. (Dude comincia ad avviarsi mentre Bessie indugia per aggiustarsi i capelli, poi si dirige lentamente verso il cancello).

Ada                               - Bisognerà che pensiate a far lavare i piedi a Dude di tanto in tanto, Bessie, se non volete che vi sporchi le lenzuola. Certe volte non se li lava per tutto l'inverno e le lenzuola si sporcano al punto che non si sa più come farle venir pulite.

Bessie                            - (in tono scherzoso rivolgendosi a Dude che sta aspettando al cancello) È vero, Dude?

Dude                             - (spazientito) Se dobbiamo comprare quest'automobile andiamo e non pensiamoci più.

Ada                               - Dude è un sudicione tale e quale suo padre. Non so il tempo che ho dovuto perdere per insegnarli ad andare a letto coi calzini, perché era l'unico modo di tenere pulite le lenzuola. Dude è proprio il ritratto di suo padre; e perciò credo sia meglio che gli facciate sempre portare i calzini.

Bessie                            - Va bene. Io e Dude andremo benissimo. (Esce con Dude)

Ada                               - (gridando loro dietro) Se passate vicino dove abita Pearl fatemi il piacere di dirle che sua madre vorrebbe proprio rivederla. (Jeeter, Ada ed Elide May vanno alla staccionata donde seguono con lo sguardo Bessie e Dude. Anche nonna Lester li sta a guardare di dietro al tronco della saponaria).

Jeeter                             - (scuotendo la testa) Quel Dude è l'uomo più fortunato che ci sia al mondo, non vi pare?... Avrà un'automobile nuova da scarrozzarsi e sta per sposarsi. Sono pochi gli uomini che trovano tante cose in un giorno solo, ve lo dico io. Non c'è nessuno, ch'io conosca tra qui e il fiume, che abbia un'auto­ mobile nuova. E non sono neanche molti gli uomini che hanno una moglie bella come sorella Bessie. Bessie è un'ottima moglie per qualunque uomo. Però forse vorrà più di quanto possa darle Dude, ho paura. Se stesse in me non ci sarebbe da preoccuparsi. Contenterei sorella Bessie dal principio alla fine, questo è un fatto. ,"

Ada                               - (disgustata) Uh!

Jeeter                             - (a Ellie May) Adesso, Ellie May, è ora che tu ti trovi un uomo anche tu. Tutti gli altri miei figli si sono sposati. Adesso tocca a te. L'età l'avresti passata da un pezzo, ma ti scuso per via di quella faccia che hai. Mi rendo conto che, per te, sposarsi è più difficile che per chiunque altro, però dovresti darti da fare e trovarti un uomo al più presto. È inutile che tu faccia la stupida con Lov, perché Lov è già sposato. Avrebbe sposato te se non fosse per quella faccia che hai. Ma tu cerca di non farti guardare troppo in viso e vedrai che i ragazzi ti verranno dietro. (Fa una pausa: con suo grande stupore, Ellie May scoppia in singhiozzi disperati nascondendosi il viso tra le mani) Che c'è? Che ti prende, Ellie May? (Sempre piangendo, Ellie May corre verso il cancello e esce nella strada. Jeeter  si rivolge costernato ad Ada) Non ho mai visto una cosa simile. Vorrei proprio sapere che cosa ho detto per metterla in quello stato. (Jeeter si siede sulla veranda) Non c'è mai verso di capire che cosa hanno in testa le donne. (Fa per distendersi ma, si trova Ada davanti) Per Dio e Gesù, donna, non puoi to­glierti di mezzo quando un uomo ha voglia di sdraiarsi?

Ada                               - Ma non vai a portare un po' di legna ad Augusta, oggi?

Jeeter                             - Ci risiamo! Non t'ho detto che sta per arrivare il capitano Tim e che mi faccio un rac­colto? Bisogna che mi tenga in forza, no?

Ada                               - Bè, in casa non c'è niente da mangiare e non ho mai visto nessuno rimettersi in forze stando senza mangiare.

Jeeter                             - Non ti preoccupare. Il capitano Tim metterà tutto a posto. Comunque anche se volessi non riuscirei a far camminare quella vecchia trappola.

Ada                               - Credi che Dude e Bessie ti lasceranno portare un carico con la loro macchina nuova?

Jeeter                             - Non ho voglia di portare altra legna ad Augusta, Ma certo che andrò a fare qualche scarrozzata in quella macchina nuova. Voglio andare fino alla contea di Burke uno di questi giorni a trovare Tom.

Ada                               - Se lo vedi potresti fargli presente che la sua vecchia madre vorrebbe un vestito decente da morirci dentro. Sono sicura che non rifiuterà di fare per me una spesa cosi piccola.

Jeeter                             - Glielo farò presente, ma non so come la prenderà. Immagino che avrà una banda di figli da mantenere.

Ada                               - Credi che abbia dei bambini?

Jeeter                             - Qualcuno, può darsi.

Ada                               - Mi piacerebbe vederli. Certo che devo avere un esercito di nipoti sparsi qua e là. Per forza li devo avere, con tutti i figli e le figlie che sono fuori di casa.

Jeeter                             - Scommetto che Clara ha, una banda di figli. Diceva sempre che voleva avere dei bambini. E a Fuller mi hanno detto che anche Lizzie Belle ne ha un mucchio. Non so come sia che gli altri ne sanno più di me su queste cose. Mentre credo che dovrei essere io a saperne di più, sui miei figli. (Entra Lov che si ferma sfiatato appena dopo il can­cello guardando Ada e Jeeter. Jeeter alza gli occhi e vede Lov il cui aspetto sconvolto lo induce a credere ch'egli sia venuto per vendicarsi del furto delle rape) Per Dio, Lov! (Scatta in piedi e corre a rifugiarsi nélVangolo vicino al pozzo).

Lov                               - (ansante) Non scappare, Jeeter, non voglio farti niente di male.

Jeeter                             - (guardingo) Non ce l'hai con me perché ieri ti ho preso quelle rape?

Lov                               - (con voce stanca) Non me ne importa più nulla.

Jeeter                             - Che t'è successo, Lov? Si direbbe che sei venuto di corsa fin qui. T'è capitato qualche guaio! (Lov non risponde e si siede) Non stai bene? (Lov scuote la testa negativamente).

Ada                               - (con voce acuta, facendo un passo innanzi) È per Pearl! Ecco che c'è! È per Pearl! (Lov la guarda e annuisce. Ada gli si avvicina agitatissima).

Jeeter                             - Che le è successo, Lov?

Lov                               - È scappata.

Ada                               - No! Non è vero! Non se ne sarebbe andata senza avere prima riveduto la sua mamma.

Lov                               - (scuotendo la testa) È proprio scappata.

Jeeter                             - Come lo sai, Lov? Può darsi che si sia solo nascosta da qualche parte.

Lov                               - (scuotendo la testa) Jones Peabody' l'ha vista stamattina sulla strada di Augusta.

Ada                               - Augusta!

Lov                               - Mi ha detto che si è fermato e le ha chiesto dove andava. Ma lei non ha voluto rispondere e ha continuato a camminare.

Ada                               - (a Lov, aspramente) Le hai fatto qualcosa. Non mi venire a raccontare che non le hai fatto niente.

Lov                               - No, non le ho fatto niente, Ada. Stamani mi sono svegliato presto, l'ho guardata mentre era lì sul pagliericcio per terra e non ho più resistito. Sono sceso e l'ho presa in braccio. Non volevo farle nulla di male. Volevo soltanto tenerla abbracciata un momento. Ma mi è sfuggita e da allora non l'ho più vista. (Ada si torce disperata sulla veranda).

Jeeter                             - Bè, me lo immaginavo che un giorno o l'altro sarebbe scappata ad Augusta, solo che aveva sempre paura.

Lov                               - Jones Peabody mi ha detto che sembrava spaventata a morte, stamattina. (Disperato) Voglio che torni, Jeeter. Voglio assolutamente che torni.

Jeeter                             - Fossi in te non ci penserei troppo. Tutte le mie figlie sono scappate via d'improvviso. Anche Lizzie Bell prese su e se ne andò ad Augusta esattamente allo stesso modo. (Fa schioccare le dita).

Lov                               - Non potrei far qualcosa, Jeeter!

Jeeter                             - La cosa migliore che puoi fare, Lov, è di lasciarla stare.

Lov                               - Credi che se andassi ad Augusta e la tro­vassi tornerebbe a casa con me?... Credi che ci tor­nerebbe, Jeeter?

Jeeter                             - Non te lo consiglierei. Perderesti tempo e comprometteresti il tuo lavoro alla carbonaia; e se anche riuscissi a portarla indietro con te poi ti scapperebbe più in fretta di prima.

Lov                               - In città potrebbero farle del male.

Jeeter                             - Lizzie Bell e Clara hanno saputo guardarsi benissimo da sole, no?

Lov                               - Pearl non è come loro.

Jeeter                             - Da una parte non è come loro, ma dall'altra è proprio tale e quale. Non è stata mai contenta di vivere sulla Via del Tabacco. In questo senso era proprio come Lizzie Bell, Clara e tutte le altre ragazze. Ora non mi ricordo neanche il nome di tutte. Ma tanto erano tutte uguali. Non vo­levano altro che bei vestiti.

Lov                               - Pearl non mi ha detto mai che voleva dei bei vestiti. Non mi ha mai detto niente di niente.

Jeeter                             - È come ti dico io. Sono tutte tali e quali la madre. Neanche Ada è contenta, ma non ci può più fare niente, ormai. A lei, gliel'ho fatta passare la voglia di scappare, ma con le ragazze, non ci sono riuscito. Erano troppe, brutta d'una miseria, perché un uomo solo gli potesse tener testa. Così presero su e se ne andarono.

Lov                               - (pensando ad alta voce) Non ho nessuna voglia di rinunciarci per un sacco di motivi. Sopra­tutto per quei riccioli biondi sciolti sulle spalle che mi facevano sempre desiderare che non crescesse e non invecchiasse mai.

Jeeter                             - Questo è vero. Non ho mai visto una ragazza con dei bei capelli biondi come Pearl. Magari Ada fosse stata così bella! Ma anche da ragazza Ada era brutta come il peccato. Credo di non aver mai visto una donna più brutta di lei in tutta la regione.

Lov                               - Non c'è un uomo più solo di me in tutta la regione, Jeeter. Non puoi fare niente per farla tornare a casa?

Jeeter                             - Posso anche provare, ma non servirà a niente. In un modo o nell'altro ho detto a quella figliola tutto quello che le potevo dire ma non mi ha mai neanche risposto. Non parla con nessun'altro che con sua madre. Non servirebbe a niente se io cercassi di persuaderla, anche se tu riuscissi a trovarla.

Lov                               - E voi, Ada?... (Vede che non c'è da sperare aiuto da parte di Ada. In tono umile) Bè, adesso bisogna che torni alla carbonaia. Il merci della mattina sta per arrivare e mi vuota tutte le carriole. Poi succede il finimondo se non si riempiono subito. '(Si volta, passa il cancello, si ferma).

Jeeter                             - Sono proprio contento che tu non te la sia presa per quelle rape, Lov. Volevo venirtene a parlare stamani appena alzato, ma poi Dude e Bessie sono andati a sposarsi e così mi è passato di mente. Hai sentito, Lov? Dude e Bessie sono andati a Fuller per sposarsi e comprare una auto­mobile nuova. Tutto in una volta. Sono cose impor­tanti. (Lov annuisce).

Lov                               - Se ti capita di vedere Pearl o di sapere qualcosa mandamelo a dire. (Lov esce avviandosi per la strada a sinistra).

Jeeter                             - (voltando le spalle ad Ada che è ancora seduta sulla veranda con lo sguardo fisso avanti a sé) Lov è proprio un tipo buffo. Non sa pensare ad altro che a Pearl. A me sembra che non dovrebbe farci tanto caso a una ragazza che non vuole andare a letto con lui. Sono cose che non capisco. Quanto a Pearl, poi, avrei scommesso qualunque cosa che sarebbe venuta qui a salutarci prima di scappare. Ma è come ho sempre detto. In un modo o nell'altro con le donne non ci si capisce mai niente. (Guarda Ada nella speranza di averne una risposta.. Le si avvicina. Ma Ada tiene sempre lo sguardo fisso avanti a sé. Dopo un momento di pausa Jeeter le batte dol­cemente una mano sulla spalla) Su, su, Ada. (S'arram­pica sulla staccionata. Poi si volta a guardare Ada) Se venisse il figlio del capitano John digli che sarò qui fra poco. Vado a dare un'occhiata ai campi. (Salta dalla staccionata ed esce).

Ada                               - (resta immobile con lo sguardo disperata­mente perduto davanti a sé. Improvvisamente si sente da lontano un grido di Jeeter. Ada si volge a guardare verso il cancello).

Jeeter                             - (fuori scena, chiamando) Ada... Ada. (Più forte, ma sempre fuori scena) Coraggio, bambina, avanti. (Appare al cancello trascinando qualcuno dietro di sé. Ada scatta in piedi ansiosa) Avanti: non c'è da aver paura. Il tuo vecchio papà non ti vuole far male. (Spinge avanti Pearl) Guarda, Ada... guarda cosa ho trovato nel campo.

Ada                               - (tendendo le braccia alla figlia) Pearl!

Pearl                              - Mamma! (Si libera da Jeeter, attraversa correndo la scena e si rifugia singhiozzando tra le braccia di sua madre. Jeeter eccitato e ammirato si avvicina alle due donne. Pearl è una creatura bellis­sima. Dimostra almeno sedici anni, e sebbene ne abbia in realtà molti di meno: è quasi alta come Ada. Ha i piedi nudi e indossa un logoro abituccio scuro. I capelli sciolti ricadono sulle spalle come una nuvola d'oro. Ada la consola).

Ada                               - Su, su... non piangere adesso. Sei di nuovo con la tua vecchia mamma.

Jeeter                             - (girando intorno a Pearl) Ma guarda un po'. Stavo scendendo ai campi quando ho visto una testa bionda muoversi fra le erbe, ed era lei. Se non fosse scivolata non sarei mai riuscito acchiap­parla. Guarda come si è fatta bella. Credo che sia la più bella ragazza di tutto il paese...

Ada                               - Vattene, Jeeter.

Jeeter                             - (che non ha la minima intenzione di andarsene) Non ti sembra che sia cresciuta molto da un anno a questa parte? Si è fatta proprio una donna, ormai. (Scosta il vestito di Pearl per osservarla meglio) Per Dio e Gesù, è proprio così...

Ada                               - (dando una botta sulla mano a Jeeter, aspra­mente) Finiscila, Jeeter.

Jeeter                             - Perché? È vero. Guarda com'è tutta bianca e oro, con quei capelli giù per le spalle... Che stai lì a piangere, Pearl? Perché non te ne sei andata ad Augusta come avevi in mente? Hai avuto paura? Che cosa è stato, Pearl?

Ada                               - Voleva salutare la sua vecchia mamma, prima. (A Pearl) Vero, piccola? (Pearl annuisce sempre tenendo ancora il viso nascosto contro la spalla di Ada la quale si rivolge a Jeeter) Che ti dicevo? Ora vattene, perché finché sei qui tu non dirà nulla.

Jeeter                             - Prima bisogna che le parli di Lov. Dal momento che non è scappata, deve cominciare a trattarlo come si deve.

Ada                               - Sta zitto, Jeeter. Eorse non tornerà affatto a stare con Lov. Il fatto che non sia andata ad Augusta, non vuol proprio dire che debba tornare con Lov.

Jeeter                             - Come sarebbe? Aspetta un momento. Questo non è giusto. Quando una ragazza s'è messa con un uomo deve stare con lui.

Ada                               - Caccia il naso negli affari tuoi, Jeeter.

Jeeter                             - È proprio negli affari miei che sto cac­ciando il naso. Negli affari miei e in quelli di Lov. Una ragazza non si deve comportare come si è com­portata Pearl. Nossignore. Io dico che Pearl deve tornare con Lov e deve lasciargli fare quello che ha diritto di fare con lei.

Ada                               - (irritata) Sfammi bene a sentire, Jeeter Lester. Tu non devi mettere becco in questa faccenda. Se lo dico io, vuol proprio dire che Pearl può fare come meglio crede. Tu non hai nessun diritto di dirle quello che deve fare.

Jeeter                             - Cosa? E con chi credi di parlare? Sono o non sono suo padre?

Ada                               - No, che non lo sei.

Jeeter                             - Cosa!

Ada                               - Proprio così.

Jeeter                             - Per Dio e Gesù! Ma lo sai cosa stai dicendo?

Ada                               - Benissimo, lo so. Non sei suo padre. Non lo sei mai stato e non lo sarai mai.

Jeeter                             - (alquanto stupito) Oh, p orca miseria, ma guarda un po' che storia...

Ada                               - Come potevi pensare di esserlo, dopo tutto? Credi che un vecchio scemo come te possa davvero essere il padre di una ragazza come Pearl?

Jeeter                             - (senza rancore) Già. Ci ho anche pensato di quando in quando. Non mi sembrava che somi­gliasse a nessuno dei Lester che ho conosciuto.

Ada                               - Non ha nulla dei Lester. Il suo vero padre non avrebbe mai voluto avere niente a che fare con nessuno di voi.

Jeeter                             - Non sarà mica Henry Peabody, alle volte?

Ada                               - (con disgusto) No.

Jeeter                             - Lo sapevo che non era possibile. Neanche lui avrebbe potuto avere per figlia una bella ragazza come Pearl. E di chi è, Ada?

Ada                               - Di nessuno che tu conosca. Veniva dalla Carolina del Sud e andava nel Texas.

Jeeter                             - Hm. Non mi ricordo di nessuno del genere. Dovevo essere a Puller, quel giorno, o forse ad Augusta.

Ada                               - Eri andato a cercare del capitano John per chiedergli un mulo per arare.

Jeeter                             - Per Dio e Gesù, adesso me ne ricordo. Mi ricordo di quel vecchio mulo proprio come mi ricordo della vacca che avevo. Ti ricordi quel vecchio mulo, Ada?

Ada                               - Mi sembra di sì.

Jeeter                             - Fu l'ultimo che riuscii ad avere dal capitano John. Poco dopo se ne andò ad Augusta e da allora non seppi più una parola di lui fino a oggi che sta per tornare suo figlio. (A Pearl) Lo sai, Pearl? Il figlio del capitano John deve venire qua stamani, e certo che quest'anno mi faccio un raccolto.

Ada                               - A Pearl non gliene importa niente, in questo momento.

Jeeter                             - (indignato) E invece gliene dovrebbe importare. Uno deve essere attaccato alla terra dove è nato e cresciuto, come lo ero io. Come lo era il capitano John. E anche il figlio del capitano John c'è attaccato, vedrai. Non si riesce a tenere una persona come me o come il capitano John lon­tano per sempre dalla terra.

Ada                               - Sta zitto, Jeeter. Non vedi che Pearl è stanca che non ne può più? Se Jones Peabody l'ha vista sulla strada di Augusta deve aver fatto almeno dieci miglia stamani per venire qua. (A Pearl) Hai fame, Pearl? (Pearl fa con la testa un cenno affermativo).

Jeeter                             - (guardando la ragazza con disapprovazione) E che significa tutto questo scuotere la testa? (Le fa il verso) Cosa vorrebbe dire? Proprio vero che non sei figlia mia. In un modo o nell'altro, noi Lester abbiamo sempre parlato come tutta la gente normale del paese. E tu, non sai parlare?

Ada                               - Finiscila di seccare, Jeeter. Sai benissimo che cosa vuol dire. Vuol dire che ha fame. Datti d'attorno e trovale qualche cosa da mangiare.

Jeeter                             - Non hai proprio un briciolo di buon senso, Ada? Come posso trovare qualcosa da man­giare per lei quando non ho niente neanche per me?

Ada                               - Ieri ti è riuscito di prendere qualcosa a Lov quando avevi fame « tu ».

Jeeter                             - Donna, vorresti spingermi di nuovo a rubare? (Ada si stringe nelle spalle) Ebbene, se questa è la tua intenzione, devo dirti non è la mia. Il Signore è un vecchio furbo. Mi sta addosso con­tinuamente, proprio per questo. Non si riesce a fargliela con i furti... E a parte questo, adesso non c'è niente da rubare tra qui e Fuller.

Ada                               - Ho sentito dire che l'altro giorno Morgan Prior s'è comprato un sacco di farina di grano giù a McCoy.

Jeeter                             - Farina! Non ho mangiato farina dal giorno che... (Riprendendosi) Nossignore! L'abbia comprata o no io non mi avvicino alla casa di Morgan Prior, per nessuna ragione. Ho promesso al Signore che...

Ada                               - (insinuante) Mi hanno detto che ha portato anche del prosciutto e del lardo.

Jeeter                             - Donna, sei una peccatrice agli occhi del Signore!... (Fischia) Morgan Prior dev'essere molto ricco per avere tanta roba da mangiare. Forse potrei andargli a chiedere se mi presta qualche cosa per qualche giorno.

Ada                               - Hm! Non ci spererei troppo. Morgan Prior non ti presta niente di certo.

Jeeter                             - Non vedo perché non dovrebbe. Il Signore dice che il ricco deve dividere la sua abbon­danza con il povero. Vieni con me, Ada, e andiamo a vedere se Morgan Prior è disposto a seguire gli insegnamenti del Signore.

Ada                               - Io? E che vuoi che ci venga a fare?

Jeeter                             - Non capisci proprio niente, donna? Se voglio farmi prestare qualche cosa da Morgan Prior bisognerà pure che qualcuno stia a parlare con lui sulla porta mentre io passo da dietro, no? (Una pausa bellicosa) Su, sbrighiamoci. Morgan Prior potrebbe andare ad arare nei campi e sarebbe una brutta tentazione e anche un grosso peccato prendere della roba in prestito quando lui non è in casa.

Ada                               - Vammi prima a prendere la mia vecchia spazzola. Pearl non si è spazzolata i capelli, stamattina.

Jeeter                             - (eccitato) E se li spazzola adesso?

Ada                               - (annuendo risolutamente) Mentre sono fuori. (Jeeter entra in casa).

Peael                             - (aggrappandosi ad Ada) Oh, mamma, non te ne andare.

Ada                               - (consolandola) Su, su. Non bai più ragione di preoccuparti. D'ora in poi, a te ci pensa la tua vecchia mamma. Non dovrai tornare con Lov, qua­lunque cosa ne dica Jeeter.

Peael                             - Non ci voglio tornare più!

Ada                               - Non ci dovrai tornare. Ma uno di questi giorni dovrai andare ad Augusta e rimanerci. Ci ho pensato e ho deciso così.

Peael                             - Ho paura, mamma. (Rientra Jeeter con la spazzola).

Jeeter                             - (eccitato) Ecco qui, Ada. Perdìo, ora si dovrebbe vedere qualcosa. Lov dice che in tutta la regione non c'è nulla di più bello di Pearl quando si spazzola i capelli e credo che la penserò anch'io come lui.

Ada                               - (strappandogli di mano la spazzola) Levati dai piedi, Jeeter. Non crederai mica di startene tutto il giorno qui a guardare Pearl?

Jeeter                             - Perdìo, Ada, non è mica il caso di prendersela. Non faccio niente di male, mi sembra.

Ada                               - No, e se non fosse per me non faresti niente del tutto, mai. Adesso sbrigati. Comincia ad andare che io ti raggiungo per strada.

Jeeter                             - Va bene. (Si avvia contro voglia al cancello) Pearl, se venisse il figlio del capitano John digli che torno subito. Digli che avevo da sbrigare una faccenda qua vicino e che mi aspetti. (Esce).

Ada                               - Ora stammi a sentire, amore mio. Non devi aver paura di andare ad Augusta. Tutte le mie figlie sono andate a vivere là o in qualche altro posto e non se ne sono pentite.

Pearl                              - (con fervore) Io voglio restare qui con te.

Ada                               - Non ci pensare neanche. Io non ci sarò più per molto. Uno di questi giorni morirò.

Pearl                              - No, no, non devi morire!

Ada                               - Bè, non c'è niente di male, carissima. Non me ne importa niente... solo che qualche volta mi viene in mente che mi piacerebbe avere un bel vestito per quando mi seppelliranno.

Peael                             - Te lo comprerò io, mamma. Davvero.

Ada                               - Non ti preoccupare per me. Pensa a te, piuttosto. Dovrai avere un cappello da metterti in testa e scarpe e vestiti come portano tutte le altre ragazze ad Augusta.

Pearl                              - Io non voglio niente.

Ada                               - Certo che li vuoi. Non vorrai mica restar. qui come la tua vecchia mamma a allevare una banda di figli, senza avere mai neppure una presa di tabacco per distrarti quando non c'è niente da mangiare. Nessuno dei miei figli era bello e intelli­gente come te quando ti decidi a parlare; e se sono riusciti loro, puoi riuscire anche tu. (Jeeter appare sulla Via del Tabacco).

Jeeter                             - Ehi, Ada! Vieni o non vieni!

Ada                               - Ho sentito: vengo! (Si alza. A Pearl) E adesso, carissima, pensa a quel che ti ho detto, intanto che io sono via. E non aver paura, che torno subito. (Mentre esce dal cancello entra nonna Lester girando Vangelo della casa) Ehi, vecchia. Vai giù alla macchia a prendere un po' di legna per il fuoco. Forse fra poco avremo da cucinare. (A Pearl) E adesso aggiustati i capelli, dolcezza. (Ada esce mentre nonna Lester si avvicina alla veranda e tira fuori il suo vecchio sacco. Pearl la guarda. Popò qualche istante la vecchia fa un passo avanti e cerca di toccare i capelli di Pearl che indietreggia. Nonna Lester si ferma di nuovo; i suoi occhi esprimono delusione e rincrescimento. Per un momento ancora guarda la ragazza, poi si volta ed esce strascicando i piedi. Pearl la segue con lo sguardo; quando la vecchia è uscita si avvia al pozzo e immerge la spazzola nel secchio. Dopo di che comincia a spazzolarsi. Dopo un colpo o due di spazzola si ferma improvvisamente in ascolto. Il pubblico non sente niente, ma la ragazza sì. Si rimpiatta rapidamente dietro il pozzo rimanendo in ascolto. Palla strada entra di corsa Henry Peabody il quale dà un'occhiata in giro nel cortile e non vedendo nessuno varca il cancello e va sulla veranda. Apre la porta dì casa e chiama affacciandosi all'interno).

Peabody                        - Jeeter! Ehi, Jeeter! Ada... Oh, al diavolo tutti quanti. (Scende dalla veranda e va all'angolo della casa. Non vedendo nessuno torna rapidamente al cancello ed esce. Lentamente e con. cautela, Pearl gira intorno al pozzo e corre alla strada per vedere se Peabody se ne è andato, poi torna sulla veranda e si siede volgendo le spalle al cancello. Comincia a spazzolarsi i capelli. È così assorta che non sente Lov che entra dalla Via del Tabacco. Lov la vede, si ferma; poi varca silenziosamente il cancèllo, attraversa il cortile e va a fermarsi alla spalle di Pearl. Si piega improvvisamente in avanti e le prende la mano che tiene la spazzola. Pearl scatta in piedi ter­rorizzata. Tenta di fuggire ma la stretta di Lov è troppo forte).

Lov                               - (supplichevole) Non te ne andare, Pearl. Non voglio farti niente di male. (Pearl rimane in silenzio senza guardarlo) Se tu non scappi io ti lascio subito e sto tranquillo a guardarti mentre ti spaz­zoli i capelli. È la cosa che mi piace di più al mondo. Nessuno ha dei capelli belli come i tuoi. Quando ti pettinavi e ti spazzolavi, io mi mettevo sulla veranda a guardarti attraverso la finestra, e non riuscivo più a staccare gli occhi. Mi prometti di non scappare, se ti lascio? (Lov fa una pausa aspet­tando che Pearl gli risponda) Non vuoi parlare con me! Non mi vuoi dire neanche una parola? Tu non sai come mi sono sentito solo da quando te ne sei andata. Non ti volevo mica fare niente stamani. È che tu non vuoi venire a letto con me e non mi vuoi parlare. Alle volte mi capita di sentirmi tutto rimescolato, quando vedo che tu continui a fare così. Poi mi viene in mente come son belli i tuoi occhi al mattino presto. Veramente, son belli tutto il giorno, ma al mattino presto sono la più bella cosa che un uomo possa vedere. Non vuoi stare con me, almeno un poco? Non ti dico neanche di venire a letto con me: solo a stare. Vuoi, Pearl? (Attende qualche istante una risposta che non viene) Ti ricordi di quel regalo che ti portai? Io me lo ricordo come fosse ieri. Era» una collana di chicchi verdi infilati in uno spago lungo lungo e quando te lo mettevi intorno al collo, giuro che eri la più bella ragazza di cui io abbia mai sentito parlare. (Con penoso entusiasmo) Sai che cosa faremo?... Uno di questi giorni andiamo ad Augusta e ti compro un cappello... e anche un bel vestito? Ti piacerebbe? Magari Dude e Bessie ci porteranno con la macchina nuova che si sono andati a comprare oggi. Lo sapevi, Pearl? Dude e Bessie si sposano e si comprano un'automobile nuova. (Il viso impassibile di Pearl non mostra il minimo interesse. Lov si abbandona ai suoi sogni) Un'auto­mobile nuova! Ci compreremo un'automobile nuova uno di questi giorni e ce ne andremo in giro per il paese più in fretta di quanto il vecchio treno pas­seggeri n. 7 si sia mai sognato di andare... (Così sognando Lov ha lasciato il polso di Pearl che ne 'approfitta per fuggire senza ascoltare il grido suppli­chevole e addolorato di Ijov. Agilmente, con una rapi­dità che la pesantezza di Lov non può seguire salta giù dalla veranda e si lancia verso il cancello) Pearl! (Nel momento'in cui Pearl raggiunge il cancello compare Ada e la ragazza si rifugia nelle sue braccia).

Pearl                              - Mamma! Mamma! (Ada non dice nulla, ma al disopra della spalla di Pearl i suoi occhi si fissano con ostilità sull'innocente Lov. Le. apparenze sono contro di lui, ed egli lo sa, e ne è così turbato che finisce per sentirsi colpevole. Durante una lunga pausa si guardano l'un l'altro).

Lov                               - (scusandosi pietosamente) Non ho fatto niente, Ada. Stavamo così a parlare. Non le ho fatto niente di male. (Ada spinge Pearl dietro di sé, raccoglie un bastone e avanza minacciosamente silen­ziosa verso Lov il quale istintivamente indietreggia) Volevo solo che tornasse a vivere in casa con me. (Ada lo raggiunge. Ha gli occhi scintillanti di collera. Alza il bastone e lo lascia ricadere sulle spalle curve di Lov che non sì sposta ma leva le braccia per pro­teggersi il capo. Pearl appare commossa) Non fate così Ada! Non fate così! (Per tutta risposta Ada lo colpisce di nuovo. Entra Jeeter che ha in mano un paio di pacchetti. Alla vista della scena gli si illu­minano gli occhi).

Jeeter                             - Perbacco, ma guarda, guarda! Perché picchi Lov, Ada? Che cosa ha fatto perché tu lo pesti a quel,modo?

Lov                               - Non ho fatto niente, Jeeter... (È interrotto da una bastonata).

Jeeter                             - Per Dio e Gesù, può anche darsi che tu. non abbia fatto niente, ma dev'essere un niente che ti costa caro. È un bel po' che non avevo visto una bastonatura come quella che ti stai prendendo. (Lov comincia a indietreggiare lentamente cosicché Ada di quando in quando manca i suoi colpi).

Lov                               - Ti dico che non ho fatto niente!

Jeeter                             - Questa per me non è una ragione. Nella mia esperienza ho visto che la gente ha gene­ralmente quel che si merita, in questo mondo come nell'altro, e ora mi sembra che tu ti stia pigliando quello che ti aspetta in questo.

Lov                               - Giuro davanti a Dio che non è vero!

Jeeter                             - Hai sentito, Ada? Lov dice che non ha fatto nulla. Che ne pensi?

Ada                               - Sta zitto.

Jeeter                             - Per Dio, donna, questo non è modo di parlare. Posa quel bastone, hai sentito? Hai già fatto un peccato grosso, oggi. Dovresti vergognarti di farne un altro. (Lov riesce ad afferrare l'estremità del bastone di Ada e pone fine all'attacco. Jeeter approva con un cenno del capo) Sono contento che tu ci sia riuscito, Lov. Questo non è il modo di trattarti. Ma come è stato che ti sei lasciato bastonare per tutto questo tempo?

Lov                               - Volevo soltanto che Pearl tornasse con me.

Ada                               - (tenendo stretta Pearl) Pearl non tornerà più con te. È inutile che cerchi di convincerla. Pearl andrà ad Augusta come aveva deciso stamani e non puoi far niente per trattenerla.

Lov                               - Sono suo marito, no? La posso trattenere, e per Dio, lo farò!

Ada                               - (in tono di sfida) Provaci soltanto.

Jeeter                             - È inutile che tu cerchi di far valere le tue ragioni, Lov. Ada ha deciso che Pearl vada. ad Augusta e non c'è niente al mondo, che possa. farle cambiare idea.

Lov                               - Non puoi permettere che Pearl faccia questo. Non è giusto.

Jeeter                             - Giusto o sbagliato non c'è niente da fare se Ada ci si mette di punta. Poco fa mi ha obbli­gato a prendere della roba in prestito da Morgan Prior che non era in casa. Direi che è il peccato più grosso che una donna possa spingere un uomo a fare, ma lei non ci bada. Non serve niente che uno le vada a dire se una cosa è giusta o sbagliata.

Lov                               - Augusta non è un posto adatto per una ragazza bella come lei.

Jeeter                             - Certo che mi piacerebbe di impedir­glielo, ma non ne ho più diritto. (Fa schioccare le dita) È ad Ada che ti devi rivolgere.

Lov                               - Ada è sua madre ma tu sei suo padre, no?

Jeeter                             - Per Dio e Gesù no! Ada si è data al bel tempo una volta ch'ero andato in giro a farmi prestare un mulo. Per cui io non sono il padre dì Pearl più di quanto non lo sia tu.

Lov                               - Ma l'hai mantenuta fintanto che non si è sposata con me. E perciò fa lo stesso.

Jeeter                             - No, non è lo stesso. Il Signore non lo riconosce per tale. Il Signore è un vecchio saggio. Dice che la Sua carne è la Sua carne. E per questo, dal momento che Ada s'è data al bel tempo mentre io ero andato a farmi prestare il mulo, cambia tutto. (Entra Ellie May che alla vista di Lov si nasconde vergognosa dietro all'obero).

Ada                               - È meglio che tu te ne vada, Lov. Non lascerò tornare Pearl con te, per quanto tu possa dire, a meno che non lo voglia lei stessa... E non mi sembra proprio che lo voglia.

Lov                               - Pearl... non vuoi tornare con me? (Pearl indietreggia. Lov guarda supplichevole Ada) Ada... (Per un momento gli occhi di Lov si fissano ora su Jeeter poi abbassa il capo e si china a raccogliere il cappello che gli è caduto. Lo spolvera battendoselo sulle ginocchia e fa per andarsene quando Jeeter lo ferma).

Jeeter                             - Un momento. Lov. Non c'è ragione che tu te ne vada senza ragazza solo perché Pearl non vuole venire con te. Perché non ti prendi Ellie May? (Ellie May resta dietro la saponaria ridac­chiando e coprendosi la bocca col braccio senza parlare. Lov si calca in testa il cappello e fa di nuovo per av­viarsi. Jeeter gli si avvicina) Bisogna bene che Ellie May si trovi un uomo. Se no, quando io e Ada saremo morti, non ci sarà nessuno ad occuparsi di lei. (Ellie May continua a ridacchiare e ad agitarsi; Lov si ferma e la guarda obbiettivo e solenne).

Lov                               - (staccando lo sguardo da Ellie May, riso­lutamente) Voglio Pearl.

Jeeter                             - (esasperato) Per Dio e Gesù, lo sai che Pearl non l'avrai? A che servono questi discorsi? Ellie May ha un sacco di... .

Lov                               - Ellie May ha quella brutta faccia. (Ellie May si trova ora sul cammino di Lov; ridacchia e si schermisce. Lov la guarda duramente mentre Jeeter continua a perorare).

Jeeter                             - Tu e lei vi dimenavate e vi strofinavate l'un l'altro mica male, soltanto ieri. Non ti piacerebbe di rifarlo ancora?

Lov                               - (sempre guardando freddamente Ellie May) No, per Dio! Voglio Pearl o niente. (Passa oltre Ellie May e esce. Jeeter scuote la testa mentre guarda Lov allontanarsi giù per la strada).

Jeetek                            - (rivolgendosi soprattutto a Ada) Questa proprio è una cosa che non capisco. Mi sembra che quando un uomo perde una ragazza dovrebbe essere contento di trovarne un'altra... ehi! Finiscila! Che ti prende, Ellie May! (Le sue osservazioni sono inter­rotte da un improvviso attacco di Ellie May a Pearl. Ellie May butta Pearl per terra, raccatta il bastone che Ada aveva lasciato cadere dopo aver battuto Lov, e maltratta selvaggiamente la sua bella sorella. Jeeter le si avvicina per trattenerla ma è più lento dell'infu­riata Ada che strappa il bastone di mano a Ellie May e comincia a picchiarla a sua volta. Ellie May si di­fende per un momento. Nonna Lester entra furtiva­mente e si va a mettere dietro la saponaria donde osserva la .scena).

Ada                               - (agitando fieramente il bastone) Ti farò vedere io, ti farò vedere io. (Ellie May rinuncia alla lotta ineguale e fugge in strada. Pearl si rialza e cerca protezione dietro a sua madre) Non ti preoc­cupare, Pearl. Non ci si proverà più. (Scuote la polvere dal vestito di Pearl).

Jeeter                             - (crollando il capo) Porca miseria! Non ho mai visto tanta gente bastonarsi come oggi. Ma perché Ellie May avrà fatto così, Ada? (Ada gli dà un'occhiata di scherno, ma la sdegnosa risposta che sta per pronunciare è soffocata dall'improvviso suono di una tromba di automobile che suona sempre più forte. Il viso di Jeeter si illumina) È Dude! Sono Dude e Bessie con la macchina nuova. (Jeeter va al cancello e si sposta verso il centro della scena a guardare in strada. Ada va a guardare dalla staccionata. Perfino Pearl, presa da un improvviso interesse, si avvicina. Soltanto nonna Lester viene più all'interno e va a collocarsi presso il pozzo dove si raggomitola in ascolto « in attesa) Eccoli che arrivano! Guardateli! È proprio una macchina nuova... e guardate che bella vernice nera luccicante! Porca miseria! Guardate come corrono! (Si sente di nuovo, più vicino, il suono della tromba. Jeeter parla con orgoglio) Senti Dude come suona. La fa suonare bene, eh? (Ellie May entra da sinistra e si slancia di corsa giù per la Via del Tabacco            (per andare incontro alla macchina).

Ada                               - È proprio una bella cosa, vero, Pearl! Guarda la polvere che si alza dietro. Sembra uni carro funebre che fugga il ciclone. (La tromba suonai di nuovo col ritmo del fischio di una locomotiva).

Jeeter                             - È proprio Dude che la guida, e suonai anche la tromba. (Sempre più eccitato) Ehi, Dudell Ehi, Bessie! (Si lancia dalla staccionata e varca ili cancello per andare incontro alla macchina. La trombai continua a suonare. Ada, Pearl e nonna Lester sono in attesa con lo sguardo fisso. Sentiamo Jeeter tornare, prima ancora di vederlo) Perdìo, Bessie, è un pezzo I che vi sto guardando arrivare nell'automobile nuova. (Entrano Bessie e Jeeter) Non ho mai visto una! automobile più bella in vita mia. È proprio nuova!

Bessie                            - (con orgoglio e a voce alta) Ci ho speso tutti gli ottocento dollari. (Si sente ancora suonare la tromba).

Jeeter                             - (sta un momento in ascolto prima di parlare) Porca miseria, sono proprio contento di sapere che c'è ancora una così bella macchina in giro. Non mi portereste a fare una corsa, Bessie? Mi piacerebbe molto.

Bessie                            - (guardando ostentamente la licenza di matri­monio che ha in mano) Credo che quando Dude e io torneremo potrete andare a fare un giretto,

Jeeter                             - Dove andate voi e Dude, Bessie?

Bessie                            - (con orgoglio) Andiamo a fare un viaggetto come tutti gli sposi.

Ada                               - Voi e Dude vi siete sposati a Fuller?

Bessie                            - Non completamente. Ho avuto la licenza della Contea, ad ogni modo. Solo per questo foglietto ho pagato due dollari. (Sventola la licenza) Ho anche la ricevuta.

Ada                               - Non chiamerete un predicatore?

Bessie                            - E perché? Non sono io una predicatrice del Vangelo? Faccio da me. Non voglio dal guscio duro tra i piedi.

Jeeter                             - Lo sapevo che avreste fatto le cose per il meglio. Siete proprio una brava predicatrice, sorella Bessie. (Dude suona di nuovo la tromba. Jeeter sorride compiaciuto) Al nostro Dude gli piace moto di scorrazzare con quella bella tromba.

Bessie                            - (un poco irritata) Non ha fatto alt» che suonare continuamente per tutta la strada da Fuller a qui. Mi sembra che dovrebbe smetterla or» che dobbiamo completare il matrimonio.

Ada                               - Voi e Dude, avete avuto difficoltà ottenere la licenza della contea?

Bessie                            - Nessuna che valga la pena dì parlarne! Da principio hanno detto che Dude era troppo giovane e che mi ci voleva il consenso di suo paùr» e di sua madre. Ho detto loro che il Signore mi aveva ordinato di sposarlo ma mi hanno risposto che non voleva dire. Allora mi sono messa a pregi lì sul posto e poco dopo mi hanno detto che se 1 facevo finita avrebbero fatto qualunque cosa voleva.

Jeeter                             - Certo che voi potete ottenere tura con la preghiera, sorella Bessie. Non c'è nessuno bravo come voi a dire le preghiere, e Dude è migliore autista della regione. In un modo o nel! siete pari. (Entra Dude che trascina rumorosamente un parafango tutto ammaccato e contorto. Jeeter si volta a guardarlo) Porca miseria, Dude, che cos'è? Un parafango della macchina nuova?

Dude                             - (lasciando cascare il parafango, con indif­ferenza) Hm.

Jeeter                             - E com'è stato? Hai avuto uno scontro?

Dude                             - Tornavamo da Fuller e stavo guardando una grande fabbrica quando tutto ad un tratto senza sapere come ci siamo trovati contro un carro a due cavalli.

Jeeter                             - Corre sempre bene, però?

Dude                             - Certo. Corre come fosse nuova. La tromba non è stata toccata per niente. suona come quando l'abbiamo comprata.

Jeeter                             - (approvando) Non fa niente, Bessie. Lasciatela stare e vedrete che non vi accorgerete nemmeno che è un po' diversa da quando l'avete comprata.

Bessie                            - Si capisce. Non me la prendo affatto, perché non è stata colpa di Dude. Lui stava a guar­dale quell'enorme fabbrica lì sulla strada quando il carro ci si è parato davanti. Il negro che lo guidava avrebbe dovuto avere abbastanza buon senso da togliersi di mezzo.

Jeeter                             - Hai suonato la tromba, Dude?

Dude                             - No, in quel momento non l'ho suonata. Ero occupato a guardare la fabbrica. Non ne avevo mai vista una così grande. Era grande quasi come la distilleria solo che' è meno lucida.

Bessie                            - (curvandosi a togliere la polvere dal para­fango con la gonna) Però è un peccato che l'auto­mobile nuova si sia sciupata così presto. Un'ora fa era ancora nuova fiammante.

Dude                             - È stato quel maledetto negro. Se non si fosse addormentato sul carro non sarebbe successo niente. Invece dormiva come un ghiro quando è volato giù nel fosso.

Jeeter                             - Non si sarà mica fatto male, eh?

Dude                             - Non so. Il carro gli si è rovesciato ad­dosso e lo ha schiacciato un po'. Aveva gli occhi sbarrati, ma non sono riuscito a farlo parlare. Aveva tutta l'aria di essere morto.

Jeeter                             - I negri si fanno sempre ammazzare. Credo proprio che non ci sia rimedio. (Dude tira fuori di tasca la palla e la lancia contro la casa).

Ada                               - Quand'è che voi e Dude vi sposerete?

Bessie                            - (smette di occuparsi del parafango e riprende il suo tono aggressivo) In questo momento preciso. (Si fruga in tasca della sottana. Tira fuori di nuovo la licenza) Vieni qua, Dude.

Dude                             - (voltandosi spazientito con la palla in mano) Cosa volete adesso?

Bessie                            - Dobbiamo sposarci.

Dude                             - Non avete già fatto tutto al municipio di Fuller?

Bessie                            - (tendendo a Dude la licenza) Quello non basta. Dobbiamo sposarci agli occhi del Signore.

Dude                             - Hm! (Lancia di nuovo la palla).

Jeeter                             - Per Dio e Gesù, Dude, smettila di tirale quella palla contro la vecchia casa e fai quello che ti dice Bessie. .

Dude                             - Voglio fare un giro in macchina.

 Bessie                           - Abbiamo tutto il tempo per andare in macchina quando ci saremo sposati.

Dude                             - Allora ci andremo?

Bessie                            - Sì, Dude.

Dude                             - Sicuro?

Bessie                            - Sicuro, Dud

Dude                             - E allora non perdiamo tempo. Che cosa debbo fare?

Bessie                            - (porgendogli la licenza) Tieni una estremità della licenza mentre io prego. (Dude tiene distrattamente un'estremità del foglio e Bessie l'altra. Bessie china la testa e tiene gli occhi chiusi per qualche secondo in silenzioso raccoglimento. Dude la guarda con una leggera smorfia di perplessità. Poi Bessie rialza la testa e con gli occhi ancora chiusi declama) Io unisco noi due in matrimonio. Così sia. Questo è tutto, Signore. Amen. (Riapre gli occhi e sorride gentilmente a Dude).

Dude                             - (cercando di trascinarla via) Andiamo.

Bessie                            - Ora devo pregare. Inginocchiati per terra mentre dirò una piccola preghiera. (Bessie e gli altri si inginocchiano. Dude segue il loro esempio con scarso entusiasmo continuando a guardare Bessie con aria di fastidio e di noia. Bessie, pregando) Caro Signore, Dude e io ora siamo sposati. Siamo moglie e marito. Dude è un ragazzo innocente, che non conosce i costumi peccaminosi del paese, e io sono una predicatrice del Vangelo. Dovresti fare un predicatore anche di Dude e lasciarci usare la nostra automobile nuova per viaggiare e andare a pregare per i peccatori. Dovresti insegnargli ad essere un bravo predicatore e così potremo trasformare tutti i caproni in pecorelle. Questo è tutto quello che ho da dirti, per questa volta. Ora abbiamo fretta. Salvaci dal diavolo e facci un posto in paradiso. Amen. (Apre gli occhi e sorride felice a Dude).

Jeeter                             - (scattando in piedi) Sia lodato il Signore, questo è stato uno dei matrimoni più belli che io abbia mai visto. E così Dude è sposato, eh, Ada?

Ada                               - Hm.

Jeeter                             - (si avvicina a Bessie e la bacia) Sia lodato il Signore, sorella Bessie, questo Dude è proprio un uomo fortunato. Mi piacerebbe essere al posto suo.

Bessie                            - (ridendo gioviale) Ma che dite, vecchio peccatore.

Jeeter                             - (a Dude) Sissignore, Dude. sei proprio fortunato ad avere una bella donna come Bessie.

Dude                             - (dandogli una spinta) E piantala vecchio scemo. (Bessie bussa alla porta della veranda; Jeeter si volge a guardarla.).

Jeeter                             - Perché bussate, Bessie? (Bessie bussa di nuovo e il viso di Jeeter si illumina) Porca miseria! Non ci avevo mica pensato... Dude! Non vedi che sorella Bessie vuole andare in casa?

Dude                             - A fare?

Jeeter                             - Tu non ti preoccupare. (Comincia a spingere Dude).

Bessie                            - (prendendo Dude per un braccio) Solo per un momento. Vieni, Dude.

Dude                             - S'era detto che dovevamo andare in macchina?

Bessie                            - Ci andremo fra un momento.

Jeeter                             - (spingendolo con più violenza) Cosa ti' piglia, Dude? Vai con sorella Bessie. (Lentamente e con riluttanza Dude si fa trascinare sulla veranda. Sulla soglia si ferma di nuovo).

Dude                             - Ma non è ora di stare chiusi in casa! (Bessie e Dude entrano e chiudono la porta. Jeeter rimane fermo quasi al centro della scena con gli occhi lucidi di eccitazione; Ellie May si avvicina in fretta alla finestra e s'aggrappa al davanzale cercando di guardare nella stanza. Jeeter si avvicina e la caccia).

Jeeter                             - Non hai niente da guardare qui dentro. Sorella Bessie e Dude si sono sposati. (Scansando Ellie May si punta sul davanzale per vedere. Ellie May gli volta le spalle e attraversa la veranda dove Ada è appoggiata alla ringhiera. Pearl è in piedi accanto a sua madre).

Ellie                               - (passando accanto a Pearl) Vieni che andiamo di dietro. (Pearl esita un istante poi la segue e le due ragazze escono di scena girando all'angolo della casa. Jeeter non riesce a vedere niente; lascia la finestra e corre anche lui all'angolo della casa. Torna quasi subito con una cassetta sulla quale monta per guardare meglio nella stanza. Un sorriso di appro­vazione gli illumina il viso).

Jeeter                             - Sorella Bessie è proprio una bella donna, vero, Dude?

Bessie                            - (affacciandosi alla finestra) Via di qui, Jeeter Lester.

Jeeter                             - Che modi, Bessie: non faccio mica niente.

Bessie                            - Non importa. Via di qui.

Jeeter                             - Non vi arrabbiate, Bessie. Questa è una stagione che rimescola il sangue agli uomini. Ogni volta, alla fine di febbraio e ai primi di marzo, mi succede. A tutti gli uomini, succede, anche se son carichi di figli.

Bessie                            - Lasciate stare. Non voglio aver niente a che fare con voi. Siete un vecchio peccatore.

Jeeter                             - (compiaciuto) Sì, lo ammetto. Ammetto che sono uno dei più grossi peccatori dì tutta la regione. (Cambiando improvvisamente tono e ridendo) Ma, per Dio e Gesù, donna, che deve fare un uomo? (Dude si affaccia anche lui alla finestra e incomincia a spingere Jeeter mentre entra il capitano Tim con George Payne).

Dude                             - Levati di qui, vecchio scemo o te lo faccio vedere io.

Tim                                - (divertito) Ehi, Jeeter, cos'è questo chiasso?

Jeeter                             - (voltandosi di scatto sulla cassetta) Il figlio del capitano John! Capitano Tim! (Jeeter scende dalla cassa e corre incontro a Tim, quasi impaz­zito dalla gioia. Ada resta sulla veranda guardando i due forestieri con aria impassibile continuando a mordicchiare il suo stuzzicadenti. La vecchia nonna si affaccia da dietro al pozzo. Tim porge la mano a Jeeter).

Tim                                - Come va, Jeeter? Come va?

Jeeter                             - (con calore) Capitano Tim! Quanto son contento di rivedervi!

Tim                                - Come va, signor Lester?

Jeeter                             - Buon giorno, signore.

 Tim                               - (vedendo Ada sulla veranda) Ah, quella Ada, vero? Buon giorno Ada.

Ada                               - (freddamente) Buon giorno.

Tim                                - (indicando Dude) Il ragazzo, non lo ricono­sco, Jeeter. Qual è?

Jeeter                             - Quello è Dude.

Tim                                - Oh sì. Mi ricordo. Dude. (A Dude) Cornei va, Dude? Ti ricordi di me?

Dude                             - (con insolenza) No! (ridacchia soddisfatU)\

Jeeter                             - Quella accanto a Dude è sorella Bessie.l Si sono sposati per conto loro un momento prima! che arrivaste voi.

Payne                            - « Per conto loro? ».

Jeeter                             - Sorella Bessie è una predicatrice, codi ha fatto tutto lei.

Payne                            - (poco persuaso) Capisco.

Tim                                - (a Dude) Bè, congratulazioni, Dude. Congratulazioni, sorella Bessie. (A Jeeter) Dude è l'unico dei figli che sia rimasto a casa, Jeeter?

Jeeter                             - Ci sono anche Ellie May e Pearl ch'erano! qui, ora.

Tim                                - (guardandosi intorno) Non è cambiato I molto. Come mai la casa non è ancora cascata, Jeeter?

Jeeter                             - Sia lodato Iddio, capitano Tim, non lo so proprio. Credo che cascherà uno di questi giorni.., Venite a sedervi sulla veranda. Dude! Porta qualche sedia fuori...

Payne                            - Non vi disturbate. Temo che non potremo trattenerci molto.

Jeeter                             - Non mi disturbo affatto. Gradite un bicchier d'acqua, capitano Tim?

Tim                                - Grazie, Jeeter. (Payne si dirige a sinistri esaminando le condizioni della casa e l'insieme delk proprietà).

Jeeter                             - (avvicinandosi al pozzo per attingere l’acqua) Dude, fai quello che ti ho detto. (Mentre Jeeter tira su l'acqua Payne si guarda intorno con curiosità Il suo sguardo s'incontra con quello di Tim; scuote la testa riassumendo così l'impressione che ha avuto del posto. Dude spinge una sedia sulla veranda) Ecco qua. (Jeeter si avvicina a Tim con una brocca d'acqua,

Tim                                - Grazie. (Beve).

Jeeter                             - Sono proprio contento di rivedervi qua, capitano. Io lo sapevo che non avreste potuto s lontano dalla vostra terra; come vostro padre. La città va bene per un po' di tempo, ma quando si incominciano a rastrellare i campi e a bruciare la gramigna, uno non è felice che se non se li vede sott'occhio e ci lavora.

Tim                                - Devi essere piuttosto vecchio, ormai Jeeter. Credevo che tu ne avessi abbastanza di lavorare.

Jeeter                             - Nossignore. sono pronto a fare la mia giornata di lavoro come chiunque altro. Ada dice sempre che sono pigro; ma non è vero niente quando si tratta di seminare un raccolto.

Tim                                - (va al pozzo e posa la brocca) Come sona  andati i raccolti in questi ultimi anni?

 Jeeter                            - Lodando il Signore non ne abbiamo avuti in sette anni. Non siamo riusciti a farci farci far credito qui sulla Via del Tabacco. Nessuno ha più quattrini. Per Dio e Gesù sono contento che siate venuto ad aiutarci.

Tim                                - (volgendosi sorpreso) Cosa?

Jeeter                             - Sissignore, capitano Tim. Dicevo a Ada, proprio qualche giorno fa, che il Signore voleva ricordarsi di me nella Sua generosità. Non pensavo a voi, ma appena sentii dire ch'eravate tornato, Dude e io corremmo a bruciare i campi.

Tim                                - (dopo un'occhiata a Payne) Bè, non so come vi sia venuta questa idea. Davvero, Jeeter, mi spiace ma... temo proprio che non potrò aiutarvi. Mi trovo inguaiato tal quale come te.

Jeeter                             - (incredulo) Ma che mi dite, capitano Tim!

Tjm                                - (rivolgendosi a Payne) Meglio che glielo spiegate voi, Payne.

Payne                            - Bè, ecco qua, signor Lester. Io sono un incaricato della banca di Augusta. Siamo venuti qui per prendere del denaro, non per prestarne.

Jeeter                             - Volete dire che non potrò aver credito per farmi un raccolto quest'anno?

Payne                            - Ho paura di no.

Jeeter                             - Ma bisogna che qualcuno mi faccia credito. Io e la mia gente stiamo morendo di fame qui sulla Via del Tabacco.

Payne                            - Bè, allora dovreste essere contento che siamo qui noi. Noi siamo pronti ad aiutarvi ad andare in un posto dove potrete guadagnarvi da vivere.

Jeeter                             - Io non voglio andarmene. se intendete dire che vada a lavorare in una fabbrica, per Dio e Gesù, no! Non ci vado.

Payne                            - Ma se è vero che qui morite di fame...

Jeeter                             - Questo non c'entra niente. Il capitano John disse che io potevo restare qui quanto volevo. Disse che non poteva più farmi fare credito nei magazzini a Fuller, ma disse che potevo restare qui e starci fino a che morivo. E voi lo sapete, capitano Tim.

Tim                                - Sì, Jeeter, me ne ricordo, e andava tutto bene finché la terra era nostra. Ma non è più nostra. Ho dovuto ipotecare tutte le fattorie che avevo qui vicino e adesso non posso più pagare. Come tuo nonno era padrone della terra e il capitano John glie la prese, così adesso fa la banca con me.

Jeeter                             - (con calore) Non capisco. Questa era la terra di mio padre e di suo padre prima di lui, « di non so quanti altri Lester prima ancora di loro. Non c'era niente di niente in tutta la regione prima: che venissero loro. Quella strada l'hanno aperta loro spingendo le balle del tabacco per quindici miglia fin giù al fiume. E adesso non appartiene a me, e non appartiene a voi ma appartiene a una maledetta banca che non c'è mai entrata per niente.

Tim                                - Così sembra che vadano le cose, Jeeter.

Jeeter                             - Che Dio sia lodato, non è che le cose , radano così, Sono i ricchi di Augusta che le fanno andare così. Non lavorano e si prendono tutti i soldi che guadagnano i contadini. Una volta mi feci anticipare trecento dollari da una banca per farmi un raccolto, e pagai il capitale e gli interessi e, porca miseria, tutto quello che guadagnai furono sette dollari dopo aver lavorato tutto l'anno. Per  Dio non è giusto, vi dico. Non è possibile che il Signore sopporti ancora di questi tradimenti. Il Signore non è per i ricchi come credono loro. Il Signore ama i poveri.

Payne                            - Insomma, signor Lester. Noi non vo­gliamo essere crudeli con voi vecchi contadini, ma vogliamo sfruttare questa regione con mezzi di col­tivazione scientifici e non sappiamo cosa farci di voi.

Jeeter                             - Perché no! Se avete intenzione di col­tivare la terra perché non potrei coltivarla io? Lavo­rerò per voi come ho lavorato per il capitano John, e non c'è negro che abbia lavorato più di così.

Payne                            - Temo che sia impossibile.

Dude                             - Che ti dicevo, vecchio scemo? Nessuno ti darà niente.

Jeeter                             - Tu sta zitto, Dude Lester. Sta zitto e levati dai piedi. Il capitano Tim non permetterà che mi mandino via. Vero, capitano Tim?

Payne                            - Cercate di essere ragionevole, signor Lester. Voi stesso ci avete detto che qui non potete più reggere. Perché non andate con la vostra famiglia ad Augusta oppure oltre il fiume nella Carolina del sud dove ci sono filande?

Jeeter                             - No! Per Dio e Gesù, no! Questa è una cosa che non farò mai. Quelle maledette filande vanno bene per lavorarci le donne. Per un uomo è un lavoro d'inferno stare ad avvolgere i fili sui fusi.

Payne                            - Non credo che sia più faticoso che cercare di tirar su un raccolto qui. Anche se ci riu­sciste non potreste guadagnarci abbastanza per vivere.

Jeeter                             - Non me ne importa niente. Il Signore ha creato la terra, ma nessuno Lo ha visto mai costruire una maledetta filanda.

Payne                            - Questo non c'entra niente. Voialtri vecchi- coltivatori siete tutti uguali. Non volete capire che i tempi sono cambiati.

Jeeter                             - Questo non mi riguarda. Io sono pronto a provvedere a me stesso, come dice la Bibbia, ma questo non vuol dire che me ne debba andare in una maledetta filanda. (Volgendosi a Tini) Per piacere, capitano Tim, non lasciate che mi facciano questo. Morirò presto, va bene se andassi là finirei prima del tempo. Non permetterete che mi facciano questo, vero?

Tim                                - Signore Iddio, Jeeter, che vuoi che faccia? Dipende dal signor Payne, ormai. (Volgendosi a Payne) Che ne dite, Payne? Non potete far niente per lui?

Payne                            - Mi dispiace, signor Harmon, ma se facessimo un'eccezione per uno, poi dovremmo farla per tutti. Naturalmente, se può pagare l'affitto...

Jeeter                             - Affitto! Inutile parlarne. Non posso pagare nessuno affitto. Grazie a Dio, non ho soldi neppure per comprarmi da mangiare.

Tim                                - E i figli! Non hai qualche figlio che possa aiutarti?

Jeeter                             - Non so dove siano finiti; tranne Tom... (Con un pensiero improvviso) Per Dio e Gesù, Tom!

Tim                                - Mi ricordo di Tom. Che fa adesso?

Jeeter                             - Mi hanno detto giù a Fuller che è diventato molto ricco. Dicono che provvede tutte le traverse per le ferrovie. (Volgendosi a Payne) Quanto volete di affitto, signore?

Payne                            - Bè, questo posto dovrebbe valere un centinaio di dollari all'anno.

Jeetek                            - È molto, ma Tom dovrebbe esser pronto ad aiutare il suo vecchio padre in un momento come questo. Quando li volete questi cento dollari?

Payne                            - Vorremmo partire domattina di buon'ora.

Jeeter                             - Ho tutto il tempo. Tom abita soltanto nella contea di Burke (Si volta e chiama) Ehi, Dude! Tu e Bessie pigliate quell'automobile nuova e andate a cercare Tom. Ditegli che il suo vecchio padre ha bisogno di cento dollari. E non perdete tempo.

Dtjde                             - (saltando dalla finestra sulla veranda impa­ziente di andare in macchina) Andiamo, Bessie. Andiamo a fare un giretto. (Bessie esita, si volta a guardare dentro nella casa).

Jeetek                            - Sbrigatevi, Bessie. Questo non è il momento di pensare a tornare in casa. (Con un ultimo sguardo deluso Bessie esce sulla veranda. Dude la precede verso il cancello).

Tim                                - Non credi che sarebbe meglio che andassi tu stesso a parlare con Tom, Jeeter?

Jeeter                             - Magari non gli farebbe piacere. Può darsi che sia cambiato da quando era bambino. Invece con Dude e con Bessie parlerà. (Bessie e Dude scompaiono nella strada e Jeeter corre al cancello chiamandoli) Ehi, Dude! Dì a Tom che suo padre ha proprio un gran bisogno di quei soldi. Digli che non abbiamo niente da mangiare qui e che sua madre ha bisogno di tabacco per distrarsi lo stomaco. (Torna presso Tini) Tom era quasi il migliore di tutti i maschi. Secondo me il meglio era Bailey, ma anche Tom era buono. Diceva sempre che avrebbe guadagnato un mucchio di quattrini. (Si sente suonare la tromba nel modo inconfondibile di Dude. Jeeter prosegue con orgoglio) È Dude. È bravo a suonare la tromba, vero? State a sentire. (Si sente di nuovo suonare la tromba, un po' più lontano e Jeeter di nuovo sorride con orgoglio guardando Tim) È Dude. (Bimane in ascolto).

Fine del secondo atto

ATTO TERZO

La stessa scena. L'alba del giorno seguente.

(Al levarsi del sipario Jeeter, senza scarpe, è addormen­tato sulla veranda con la schiena appoggiata contro il muro e la testa reclinata sul petto. Di nuovo il sole mattutino spande i suoi raggi dorati che, a misura che il giorno avanza si fanno abbaglianti. Jeeter si sveglia di scatto come uno che per tutta la notte ha cercato di vincere il sonno; si alza e va al cancello donde guarda a destra nella strada vuota e silenziosa. Deluso toma nel cortile e va al pozzo dove si dà una rinfrescata molto sommaria usando come sempre la camicia come asciugamano. Si passa le dita aperte tra i capelli ruvidi per ravviarli buttando semplice­mente il cappello un po' indietro sulla nuca. È pronto per la giornata. Va di nuovo a guardare la strada aguzzando gli occhi ansiosi in cerca di Dude e Bessie. Ada appare sulla veranda premendosi i fianchi per calmare i dolori mattutini di un corpo che il sonno non può più ristorare).

 Ada                              - Non arrivano ancora?

Jeeter                             - No. (Sale sulla veranda dove si siede e comincia a infilarsi le scarpe) Per Dio e Gesù, questa è una cosa che non capisco. Hanno avuto tutto il tempo di fare il tratto Burke e ritorno almeno tre volte.

Ada                               - È quella Bessie. Non si fa nessuna fretta solo perché tu l'hai pregata di sbrigarsi.

Jeeter                             - Debbono aver visto Tom per star via tutto questo tempo. Porse li ha trattenuti lui per la notte. Credi che possa aver fatto questo, Ada?

Ada                               - Forse che sì, forse che no. Ma se li ha invi­tati puoi scommettere che Bessie c'è restata. Finché ha un altro posto dove stare, qui non torna di sicuro.

Jeeter                             - Perché ce l'hai tanto con Bessie? È una brava predicatrice.

Ada                               - È una svergognata, ecco cos'è.

Jeeter                             - Perché dici questo? Sorella Bessie è...

Ada                               - Non dirmi che cosa è. Lo so. Con tutte quelle arie che si dà perché s'è comprata quella automobile nuova... Perché non ci ha comprato un po' di mangerie e di tabacco invece di buttar via tutti quei soldi? Questo avrebbe dovuto fare se fosse stata una buona predicatrice.

Jeeter                             - Ha bisogno di quell'automobile per andare in giro a predicare e pregare. Le donne che predicano non sono come noi. Debbono lavorare per il Signore.

Ada                               - Hm. Mi sembra che avrebbe fatto un miglior lavoro per il Signore comprando un vestito decente alla mamma di Dude. Il Signore l'avrebbe capito.

Jeeter                             - (bruscamente spazientito) Dico, ma quand'è che mangiamo stamani? Non c'è rimasto più niente di quella roba che abbiamo preso in prestito ieri da Morgan Prior?

Ada                               - (irritata) Roba ce n'è, ma non c'è legna. Ellie May è lì pronta per cucinare appena avrà un ' po' di legna.

Jeetek                            - Dì a Mamma Lester di andarla a prendere.

Ada                               - Mamma Lester non è in casa.

Jeeter                             - E dov'è?

Ada                               - Non Io so. Stanotte non è venuta a letto.

Jeetek                            - Hm. Forse ieri sarà andata al bosco e non ce l'ha più fatta a tornare indietro. Forse è addirittura morta là.

Ada                               - Può darsi. Non è mai restata fuori prima di oggi.

Jeeter                             - Uno di questi giorni andrò a cercarla... Bè, dì a Ellie May di andare a prendere un po' di legna. Ho bisogno di bere la mia cicoria prima di...

Ada                               - (chiamando) Ellie May! Ellie May!

Ellie                               - (fuori scena) Che vuoi?

Ada                               - Fa' una corsa giù al campo a prendere un po' di sterpi per il fuoco.

Ellie                               - (fuori scena) Oh, mandaci la vecchia.

Ada                               - Non c'è.

Ellie                               - (lamentosa) Bè, e dov'è andata?

Ada                               - Probabilmente è morta. Vai, fa come ti dico. (Entra Ellie May sbadigliando e grattandosi la testa).

Ellie                               - Perché non ci mandi Pearl? Non fa mai niente, lei.

Ada                               - Non ci pensare, adesso. Ho altre cose da far fare a Pearl.

Ellie                               - Oh!

Jeeter                             - Sbrigati. Ho una voglia di bere la mia cicoria che non ne posso più.

Ellie                               - (lamentandosi) Non posso bere neanche un sorso d'acqua!

Jeeter                             - Va bene, bevi la tua acqua e poi vai. Ma gira al largo dai campi a mezzanotte. Probabil­mente stanno ancora bruciando. Forse è questo che è successo alla tua vecchia nonna. Le sì sarà appic­cato il fuoco e non è riuscita a scappare. (In un impeto d'improvvisa energia si alza e va a dare una occhiata alla strada scuotendo la testa mentre Bilie May beve con gran calma dalla secchia) Per Dio e Gesù. È un po' che avrebbero dovuto essere tornati con quei soldi. Fra un momento capiteranno qui il capitano Tim e quell'altro uomo per prenderli.

Ada                               - (senza fare attenzione a Jeeter, chiamando all'interno della casa) Pearl, Pearl, alzati, carissima. Vieni fuori a prendere un po' di fresco. Tra poco sarà pronta la colazione. Porta quella vecchia spazzola, che ti voglio ravviare i capelli. (Ellie May sente quanto dice ,Ada, abbassa lentamente il secchio a cui sta bevendo. Guarda Ada con i lineamenti sfigurati dall'ira. Improvvisamente le butta il secchio contro. Jeeter rientra dal cancello e guarda Bilie May con stizza).

Jeeter                             - Porca miseria, e questo che significa'? (Bilie May senza badare a Jeeter fissa sua madre con occhi scintillanti. Ada la ripaga con uno sguardo astioso. La gola di Elite May si contrae in un singhiozzo soffocato; si volta ed esce correndo per la Via del Ta­bacco a sinistra, ma subito si ferma per qualcosa che ha visto e che il pubblico ancora non può vedere. Se sta un stante irrigidita. Poi, dopo un primo violento singulto, si volta e esce a destra. Jeeter la segue con lo sguardo stupito, poi si rivolge a Ada) Maledetta ragazza. E adesso perché sarà tornata indietro? (Cerca di spiegarsi l'atteggiamento di Ellie May affcciandosi sulla strada e guardando verso sinistra. Poi si volge sorpreso) C'è Lov. .

Ada                               - Non farlo entrare.

Jeeter                             - E perché! Non farà niente di male. sembra stanco morto. .

Ada                               - Pearl non tornerà con lui.

Jeeter                             - E chi ti ha detto niente?  Ho detto solo che sta venendo per la strada.

Ada                               - (chiamando) Pearl! Sta venendo Lov. Sesta dove sei e preparati a scappare caso mai cercasse di prenderti. (Ada chiude la porta appoggian­dosi contro con le spalle).

Jeeter                             - Porca miseria, sta di nuovo masticando qualcosa. Cosa sarà? Per Dio e Gesù, non sono rape!

                                      - (Rientra agitato nel cortile e va alla staccionata con le spalle volte al pubblico e tutto il corpo teso per vedere la strada) Qualunque cosa abbia, certo che un po' ne avrò anch'io anche se adesso non vedo cosa sia. È proprio una fortuna che Lov e io siamo amici.

Ada                               - Hm. L'unico modo con cui potrai avere qualcosa da lui sarà di rubarglielo.

Jeeter                             - Nossignore! Il Signore mi ha perdonato una volta e non voglio rischiare di nuovo il suo furore.

Ada                               - Hm.

Jeeter                             - (sporgendosi dalla staccionata per guardare) Senti, Ada, cerca di non essere troppo cattiva con Lov e forse riuscirò a farci dare qualcosa.

Ada                               - Digli soltanto che stia lontano da Pearl. (Jeeter le fa cenno di tacere e scende dalla staccionata cercando di dominare la propria ansia in modo da non allarmare Lov il quale entra con aria sconsolata portando un piccolo sacco in fondo al quale tondeggia qualcosa).

Jeeter                             - (con naturalezza) Ehi, Lov. (Lov si ferma).

Lov                               - (dopo una pausa) Voglio parlare con te, Jeeter.

Jeeter                             - Certo. Entra. (Lov varca lentamente il cancello) Che cos'hai in quel sacco, Lov?

Lov                               - (dopo una pausa densa di significato e uno sguardo che si posa prima su Jeeter, poi s« Ada e di nuovo su Jeeter conoscendo l'effetto prodigioso che provocheranno le sue parole) Carne di porco salata.

Jeeter                             - (estasiato) Carne di porco salata! Signore Iddio! Sono anni che non ho mangiato carne di porco. Me ne darai un bocconcino solo.

Lov                               - Tieni. (Porge il sacco a Jeeter).

Jeeter                             - (stupefatto) Hai detto «tieni»? Che vuol dire! Che lo devo prendere tutto?

Lov                               - L'ho comprato apposta.

Jeeter                             - (prendendo il sacchetto) Porca miseria, non ho mai visto tanta abbondanza! (Voltandosi) Hai sentito, Ada? Lov mi ha dato tutto questo pezzo di carne.

Ada                               - (freddamente) Che cosa vuole in cambio?

Jeeter                             - Niente, vuole. Me l'ha regalata e basta.

Ada                               - Domandaglielo.

Jeeter                             - (dubbioso) Bè, insomma... Che ne dici, Lov? Credi ch'io ti dia qualcosa in cambio dì questa carne di porco?

Lov                               - Voglio parlarti di Pearl.

Ada                               - Me lo immaginavo. Insomma, non la riavrai. È inutile che cerchi di convincere Jeeter. Lui non può dirti nulla. Jeeter, ridagli quella carne.

Jeeter                             - Un momento, Ada, che bisogno c'è di avere tanta fretta. Quello che dici è giusto, ma non ci può essere nulla di male a parlare un po'.

Ada                               - Tu vuoi soltanto la carne di porco salata.

Jeeter                             - Ma, Ada...

Lov                               - (con improvvisa disperazione) Rivoglio Pearl, Jeeter. Non m'importa di quello che mi hai detto ieri. La rivoglio con me.

Jeeter                             - Ma Lov, ne abbiamo già parlato. Ti ho già detto...

Lov                               - Non importa che cosa mi hai detto. Anche se non sei il padre di Pearl hai sempre dei diritti su di lei.

Jeeter                             - Non sono d'accordo con te: non ho nessun diritto agli occhi del Signore.

Lov                               - Ti pagherò, Jeeter. Ti darò un dollaro alla settimana della mia paga.

Jeeter                             - (fa un fischio) È molto, Lov, e fino a ieri ci avrei magari pensato su. Ma ora non ho più così bisogno di denaro da sfidare il castigo del Signore. Dude e Bessie stanno per tornare da Tom proprio in questo momento e lui mi manderà tutti i soldi che mi servono per i miei bisogni.

Lov                               - Ti darò due dollari.

Jeeter                             - Due dollari alla settimana! Ehi, Lov Bensey, tu mi vuoi proprio tentare.

Lov                               - (con improvviso furore) Perdìo, voglio mia moglie. (Ada si punta con pia forza contro la porta e quel gesto svela a Lov dove Pearl si trovi. Avanza di qualche passo).

Ada                               - Se ti avvicini ancora le dico di scappare. (Lov, intimorito dalla minaccia, si ferma, sconfitto).

Lov                               - No, non mi muovo più. (Jeeter approfitta di questa opportunità per nascondere il sacchetto dietro al pozzo. Lov si volge lentamente verso Jeeter) Jeeter, io non posso darti più di due dollari alla settimana. Ma è una bella somma.

Jeeter                             - Grazie a Dio, lo so, Lov.

Ada                               - Va via di qui, Lov Bensey... va via. (Lov si volge lentamente avviandosi al cancello. Jeeter resta fermo davanti al pozzo per evitare che Lov, vedendo il sacchetto, si ricordi della carne di porco. Lov esce da sinistra).

Jeeter                             - (guardandolo allontanarsi) Se n'è proprio andato. Se n'è andato e ha dimenticato anche la carne salata. (Corre di nuovo al pozzo prende il sac­chetto e tira fuori la carne) Ehi, guarda qui che roba! Deve essere più di un chilo. Certo che Lov è proprio un amico. (Avvicinandosi a Ada) Ecco qua, Ada; facci qualcosa insieme alla farina quando Ellie May torna con la legna. (Ada prende il sacchetto) Ehi, ma cosa può essere successo a Ellie May? E che cosa sarà successo a Dude e Bessie Per Dio e Gesù, è un pezzo che dovrebbero essere tornati coi soldi.

Ada                               - Che cosa ne farai di quei soldi, Jeeter?

Jeeter                             - (rimanendo con un piede sollevato nell'atto d'infilarsi l’altra scarpa. Irritatissimo) Che cosa ne faccio? Ma sei impazzita, donna? Li debbo dare a quell'uomo ch'era col capitano Tim!

Ada                               - Hm. Secondo me non ha senso..

Jeeter                             - Porca miseria, ma sei proprio uscita pazza? Quei soldi servono per farmi restare sulla mia terra. Con quei soldi potrò restare qui e farmi un raccolto. Per Dio e Gesù, che cosa vuol dire che non ha senso?

Ada                               - Tu dai i soldi a quell'uomo e a te che cosa rimane? Niente! Non hai seme di cotone per seminare, non hai niente da mangiare e non stai meglio di prima.

Jeeter                             - E chi vuole stare meglio? Io voglio solo tenermi la mia terra.

Ada                               - Sei un vecchio scemo, Jeeter Lester. Con quei soldi potremo trovarci un posto dove abitare ad Augusta. Magari potremmo anche comprarci una automobile come Bessie. (In tono persuasivo) Non avresti più da temere di essere lasciato nel granaio quando muori. Non si può mai dire che cosa ti può capitare, se resti qui.

Jeeter                             - Sta zitta. Cerchi solo di spaventarmi. Ma io lo so benissimo che non mi lasceranno affatto nel granaio e che non andrò affatto a lavorare in una filanda.

Ada                               - Porse là non avresti neppure bisogno di lavorare. (Con una occhiata alla porta) Forse Ellie May e Pearl potrebbero pensarci loro. A Pearl pia­cerebbe moltissimo. Non avrebbe paura di andarci se avesse con sé la sua vecchia mamma.

Jeeter                             - Tu non pensi a me quando mi dici queste cose. Pensi soltanto a Pearl. Bè, tu te ne puoi andare con lei, se è questo che vuoi, e lasciarmi solo. Io sono nato sulla terra e, per Dio, ci voglio anche morire.

Ada                               - (con violenza) Lo spero proprio. Spero che tu muoia e che ti lascino nel granaio e che i topi ti vengano a mangiare la faccia come hanno fatto a tuo padre.

Jeeter                             - (si alza minaccioso e furente. Fa per colpirla con una scarpa) Maledetta donnaccia! (La tromba suonata nel modo inconfondibile di Dude ferma la mano di Jeeter e la gioia gli cancella ogni traccia di furore dal viso. Si sente di nuovo suonare) Eccoli. Sono proprio loro. Questo è Dude che suona la tromba. (Pearl e Ellie May escono sulla veranda. Zoppicando, perché ha calzato una scarpa sola, Jeeter comincia ad avvicinarsi al cancello, poi si ferma a infilarsi l'altra scarpa mentre la tromba continua a suonare... Jeeter non riesce ad infilarsi la scarpa. Una e due volte prova ad avviarsi con la scarpa mezza infilata ma gli dà noia ed egli si ferma ancora cercando di sistemarla. La tromba non suona più. Jeeter, rinunciando a calzare la scarpa stando in piedi, si lascia cadere ,per terra, s'infila finalmente la scarpa, si rialza e, varcato il cancello a destra, s'incontra con Bessie) Oh! Eccovi arrivata, Bessie. Ho aspettato l'intera notte e mezzo il giorno che voi e Dude tornaste e casa. Dove siete stati?

Bessie                            - (con orgoglio) Ad Augusta.

Jeeter                             - Augusta! E non siete stati da Tom?

Bessie                            - Da Tom ci siamo stati prima. Poi siamo andati a Augusta per la luna di miele.

Jeeter                             - E dove l'avete fatta?

Bessie                            - (con orgoglio) In albergo.

Jeeter                             - Porca miseria! E non vi è costato un sacco di soldi?

Bessie                            - Due dollari.

Jeeter                             - Hai sentito, Ada! Dude e Bessie sono stati in un albergo ad Augusta.

Ada                               - (freddamente) Ci hanno portato niente?

Bessie                            - Non mi erano restati più soldi. Quei due dollari erano gli ultimi.

Ada                               - Hm. Mi sembra che avreste potuto portare un po' di tabacco alla vecchia mamma di Dude invece di buttare i soldi in quel modo. (Entra Dude con un fanale rotto in mano).

Jeeter                             - Lascia in pace Bessie, Ada. (Vedendo Dude) Oh, eccoti qua, Dude. Bessie ci ha detto che siete stati tutta la notte ad Augusta... (Vede il fanale) Dio del cielo, ma guarda quel fanale. Chi è che l'ha conciato in quel modo.?

Dude                             - Un maledettissimo pino. È stato un maledettissimo pino.

Jeeter                             - Già. Ma guardavi dove stavi andando?

Dude                             - Mi ero voltato un momento a guardare indietro ed ecco quello che mi si è parato davanti.

Jeeter                             - Mah, non mi sembra che ci sia più niente da farci.

Dude                             - Se avessi avuto una scure avrei buttato giù quell'albero sul momento.

Jeeter                             - Non te la prendere così. Un fanale è già più che sufficiente.

Dude                             - Oh, all'inferno. (Butta in terra il fanale) Mi fa rabbia il modo come mi sono trovato fra i piedi quel pino, ecco tutto.

Jeeter                             - Si direbbe che lo fanno apposta, a volte. Bè, Dude. Dove sono i soldi che mi ha mandato Tom?

Dude                             - Tom non ti ha mandato neanche un soldo. Perché teli avrebbe dovuto mandare? (Esce).

Jeeter                             - Ehi, Dude! (Voltandosi a Bessie) Non è vero.

Bessie                            - (scuotendo la testa) Tom non è più come una volta, Jeeter.

Jeeter                             - (disperato) Ehi, Bessie... Non mi pren­derete mica in giro! Datemi quei soldi.

Bessie                            - Non ci sono soldi, Jeeter. Tom non ha mandato nulla.

Jeeter                             - Donna, non avrete mica voglia di scherzare? Vi dico che li ha mandati. Tom non può avermi fatto una cosa simile.

Bessie                            - E invece ve l'ha fatta, Jeeter. È un uomo cattivo, nient'altro che un uomo cattivo.

Jeeter                             - Nossignore. Non ci credo. Voi avete intascato i soldi e ve li volete tenere. Datemeli subito, capito? Datemeli subito.

Bessie                            - Non ce li ho, Jeeter.

Jeeter                             - Siete una bugiarda, ecco che siete. Una vecchia bugiarda. Tom me li ha mandati. (Entra Dude facendo rotolare una ruota d'automobile. Jeeter gli corre incontro) Dude, dammi quei soldi..-Hai capito? Dammi quei soldi.

Dude                             - Ti ho già detto che non c'è neanche un soldo! E adesso levati dai piedi e sta un po' zitto. (Si mette a esaminare la ruota voltando le spalle a

Jeeter                             - No. Tom non può aver fatto una cosa simile. Era il mio figliolo preferito. Non siete andati a trovarlo.

Dude                             - Certo che ci siamo andati. L'abbiamo visto e ci ha detto di dirti di andare all'inferno. (Bessie lo prende per il collo e lo scuote. La ruota cade per terra. Dude è furibondo) Lasciami stare, brutta strega. (Si libera dalla stretta di Bessie) Che diavolo ti prende?

Bessie                            - Non avresti dovuto dirlo a Jeeter. È stata una cattiveria.

Dude                             - Io l'ho detto? L'ha detto Tom. E levati dai piedi. Io non ti ho fatto niente.

Bessie                            - Signore Iddio! Come puoi predicare il sermone domenica prossima se bestemmi in questo modo? La gente timorata di Dio non vuole che il Signore mandi loro dei predicatori che bestemmiano.

Dude                             - E allora non bestemmieró più. Ma tu piantala di saltarmi addosso. (Tira su la gomma e la fa rotolare fino alla staccionata dove la lascia appog­giata insieme agli altri pezzi rotti della macchina. Jeeter siede sulla staccionata tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Pearl ed Ellie May entrano in casa).

Ada                               - Com'è diventato Tom? È cambiato molto?

Bessie                            - Somiglia a Jeeter. A voi non somiglia molto.

Ada                               - Hm. Una volta avrei detto che sarebbe stato proprio il contrario.

Bessie                            - Forse. Una volta, forse. Ma ora somiglia a Jeeter più di Jeeter stesso.

Ada                               - Che cosa ha detto quando gli avete rac­contato che voi e Dude vi siete sposati?

Bessie                            - Niente. Mi è sembrato che non gliene importasse niente, nel complesso.

Dude                             - (voltando la testa da dove si è andato a sedere) Tom ha detto che Bessie, quando la conosceva lui, era una sgualdrina. (Con un balzo Bessie gli è di nuovo al collo e lo scuote. Dude si libera agilmente, alzandosi minaccioso) Dio ti strafulmini! Mi vuoi lasciare in pace?

Bessie                            - (tenera, indietreggiando) Su, Dude, mi avevi promesso che non avresti più bestemmiato.

Dude                             - E allora, per Dio, smettila di saltarmi addosso. Mi sono proprio seccato con queste storie.

Bessie                            - Non dovresti parlare così alla donna che hai sposato.

Dude                             - Bè, è quello che ha detto Tom. Te lo ha detto proprio in faccia e tu non gli hai risposto niente. Perché non te la sei presa con lui se diceva una bugia?

 Bessie                           - Tom è un uomo cattivo. Il Signore punisce gli uomini cattivi come lui.

Dude                             - E dunque aspetta che mi punisca il Signore e bada bene di non rimettermi le mani addosso. (Dude posa la ruota in terra cercando di stringere i dadi con le mani e di batterli con un grosso sasso).

Ada                               - Che ha detto Tom"? Ha dei figli1?

Bessie                            - Non ne ha parlato. Non sembrava che avesse molta voglia di chiacchierare, neanche quando gli ho detto che voi e Jeter non avete niente da mangiare in casa.

Dude                             - (alzando la testa) Ha detto che non gliene importa un accidente e ha continuato ad arare.

Ada                               - (bruscamente) Bè, penso che faremo meglio a prepararci ad andare via, Jeeter.

Jeeter                             - Cosa? No, ti ho già detto che non vado.

Ada                               - (esasperata) Se Tom non ti ha mandato i soldi, come fai a restare?

Jeeter                             - Per Dio, io resto e basta. (Ada capisce che è inutile di discutere ed entra in casa. Bessie sì avvicina a Dude e lo guarda lavorare).

Bessie                            - Credi che riuscirai a raddrizzare questa ruota, Dude?

Dude                             - (irritato) Sto provando.

Jeeter                             - (senza interesse, indicando la ruota) E questo chi l'ha fatto?

Dude                             - Ti ricordi quel pino che ha schiacciato il fanale?

Jeeter                             - Hm.

Dude                             -  Beh, mentre facevo marcia indietro sono andato a sbattere contro certe traverse che qualche imbecille aveva lasciato proprio lì.

Jeeter                             - (distratto) Ah, e adesso?

Dude                             -  Ho anche ammaccato la carrozzeria di dietro.

Bessie                            - Sembra che tutto congiuri per rovinare la mia automobile nuova. Non somiglia più a quella che ho pagata ottocento dollari a Fuller appena ieri.

Jeeter                             - Cammina ancora?

Bessie                            - Sì, ma fa un gran rumore quando è in salita, e anche quando è in discesa.

Dude                             - È perché l'abbiamo adoperata senza metterci l'olio. L'uomo della benzina ha detto che si è bruciato qualcosa dentro.

Jeeter                             - Peccato.

Dude                             - Però cammina abbastanza bene, anche se fa un po' di chiasso.

Jeeter                             - Certe automobili lo fanno sempre. (Saltando già improvvisamente dalla staccionata e riprendendo il suo tono abituale) Per amor di Dio, com'è che non ci avevo pensato prima? Smetti di cincischiare quella vecchia ruota, Dude. Vieni con me.

Dude                             - (sempre seduto) E che vorresti fare adesso? Ho già camminato abbastanza per oggi.

Jeeter                             - Alzati e fai quello che ti dico. Andiamo subito a portare un carico di legna ad Augusta.

Dude                             - Sei proprio scemo. La tua vecchia mac­china non può più portare carichi di legna da nessuna parte.

Jeeter                             - No. Ma c'è questa nuova. Andiamo.

Dude                             - E perché dovremmo portare la legna ad Augusta?

Jeeter                             - Per fare un po' di soldi per la banca.

Dude                             - Non farai certo cento dollari con un carico di legna, né con niente del genere.

Jeeter                             - Potrei fare un paio di dollari, forse, e se li faccio ogni giorno, un poco alla volta ne posso guadagnare più di cento.

Bessie                            - No, Jeeter. Non vi lascio adoperare la mia macchina nuova per queste cose.

Jeeter                             - Ehi, Bessie, non ho sempre diviso con voi e il vostro primo marito tutto quello che avevo? Non vorrete mica ch'io perda la mia terra, alle volte?

Bessie                            - Questo non è una cosa che mi riguardi. Se portate la legna nella mia macchina nuova rovi­nerete tutti i sedili come avete fatto alla vostra.

Jeeter                             - Starò attento.

Bessie                            - È già stata rovinata abbastanza. Non vi permetterò di adoperarla.

Jeeter                             - Ma, Bessie...

Bessie                            - Ho detto di no e basta.

Jeeter                             - (con calore) Questa è proprio una brutta cosa che mi fate. Voi non avete la grazia del Signore. Ve lo dico io; siete una predicatrice del diavolo.

Bessie                            - (irritata) Smettete di bestemmiare, Jeeter Lester.

Jeeter                             - (avvicinandosi a lei minaccioso) Via dalla mia terra. Se non posso adoperare la vostra automobile, voi andatevene dalla mia terra.

Bessie                            - Non è la vostra terra. È della banca e dovrete andarvene voi.

Jeeter                             - È la vecchia terra dei Lester e io non me ne andrò finché sono vivo. Ma che il Signore mi fulmini se non vi caccio... (Pearl esce di casa con un tegame sudicio in mano) Via, capito? via o... (Jeeter vede Pearl che sulla veranda esita intimidita dalla lite e improvvisamente azzittisce rimanendo con la mano sospesa in aria. Pearl scende dalla veranda e si avvicina al pozzo. Oli occhi di Jeeter la seguono e la sua mano si abbassa. Il furore che gli sfigurava il volto scompare, per dar luogo a un'espressione di curiosa ammirazione. Dude, che aveva seguito il litigio, con aria divertita e col viso sorridente, segue lo sguardo del padre con curiosità ma senza comprendere. Bessie guarda ora Jeeter ora Pearl con la fronte corrugata).

Bessie                            - Che vi prende, vecchio scemo? Avete perso la testa?

Jeeter                             - (distogliendo improvvisamente lo sguardo da Pearl e sorridendo a Bessie, mentre si allontana da lei di qualche passo) Non dobbiamo litigare, Bessie. Voi e io ci siamo sempre voluti bene. Potrete restare qui quanto vi pare.

Bessie                            - (diffidente) Comunque non vi lascio adoperare la mia macchina nuova per portare i carichi di legna a Augusta.

Jeeter                             - Ho già cambiato idea. Non vi preoccu­pate. Invece può darsi che abbia bisogno che voi e Dude facciate una corsa in macchina per conto mio tra non molto. Lo fareste?

Bessie                            - Forse. Che cosa dovremmo fare?

Jeeter                             - Non vi preoccupate. Non c'è da andare molto lontano.

Bessie                            - Bè, se non è lontano...

Jeeter                             - Farete in un attimo. (Avvicinandosi a Dude) Come va, Dude?

Dude                             - (cercando di raddrizzare la ruota) Forse può andare. Non importa che sia proprio diritta.

Jeeter                             - Hm. (Con la coda dell'occhio Jeeter non perde di vista Pearl, che riempita la pentola, torna in casa. Jeeter lascia il suo posto alla staccionata e con Varia più naturale del mondo si avvicina alla veranda dove, tirato fuori di tasca il coltello, si mette a tagliuzzare una scheggia di legno. Sebbene cerchi di sembrare disinvolto si capisce che è teso, e di tanto in tanto alza lo sguardo verso la porta).

Dude                             - (battendo più forte col sasso) È un lavoro del diavolo.

Jeeter                             - Non te la prendere. Le ruote della mia vecchia macchina erano tutt'altro che diritte dopo i primi giorni e questo non le pregiudicava quasi niente.

Bessie                            - Non mi piace che la mia macchina nuova sia ridotta così. (Indicando il fanale) Guarda lì, Dude. Non c'è rimasto più neanche una scheggia di vetro in quel fanale.

Dude                             - E che non lo so? Porca miseria, non potete lasciarmi un po' in pace? Non vedete che sto cercando di sistemare questa ruotai

Bessie                            - Ehi, Dude, è questo il modo di parlare? La brava gente non vorrà venire a sentire il sermone la domenica da un predicatore che impreca. Credevo che avessi smesso di imprecare.

Dude                             - E allora levatevi dai piedi. Andate a sedervi da qualche parte (Entra Pearl con una cas­seruola in mano. Jeeter la guarda e non le stacca gli occhi di dosso mentre la ragazza va al pozzo).

Jeeter                             - (fingendo un certo interesse) Quando comincerà a predicare Dude, Bessie? (Segue lentamente Pearl).

Bessie                            - Farà un piccolo sermone domenica prossima tanto per cominciare. Gli ho già detto che cosa deve dire.

Jeeter                             - Dude potrà predicare benissimo se gli insegnate; per quanto non ho mai pensato che avesse molto giudizio. Ho sempre pensato che sarebbe restato a lavorare la terra come ho fatto io, ma credo che sia meglio che vada in giro per la campagna predicando e pregando con voi. (Si avanza ancora un poco mentre Pearl riempie il secchio e fa per tornare indietro. Con un balzo Jeeter le è accanto e la prende per il polso. Il secchio cade. La ragazza grida e cerea disperatamente di liberarsi e di fuggire).

Pearl                              - Mamma! (Bessie e Dude si voltano a guardare).

Jeeter                             - Ehi, Dude, e voi Bessie, correte in macchina alla carbonaia a prendere Lov. Ditegli che gli ho preso Pearl. (Si spalanca la porta, di casa e entra Ada fuori di sé. Corre addosso a Jeeter e comincia a picchiarlo con furore).

Ada                               - Lasciala stare! Lasciala andare ti ho detto!

Jeeter                             - (allontanando Ada con la mano libera) Corri, Dude. Dì a Lov che se è ancora disposto a pagare quei due dollari alla settimana gli faccio tornare Pearl.

Bessie                            - Jeeter, questo non è bello.

Jeeter                             - Forse non lo era prima, ma adesso sì. (Ad Ada) Fuori dai piedi, tu!

Dude                             - (prendendo Bessie per il braccio) Andiamo.

Ada                               - (graffiando Jeeter e chiamando Dude) Dude! Non andare! Non andare!

Jeeter                             - Vai, vai, Dude, Fai come ti ho detto. (Dude e Bessie escono da destra. Ada colpisce Jeeter ma quando si accorge che Dude e Bessie sono usciti smette improvvisamente e corre dietro a loro).

Ada                               - Non andare, Dude! Aspetta! Aspetta! (Ada esce. Pearl continua a dimenarsi cercando di liberarsi da Jeeter e singhiozzando convulsamente. Jeeter continua a tenerla guardando nella direzione in cui gli altri sono usciti. C'è un momento di silenzio interrotto soltanto dai singhiozzi di Pearl. Poi giunge il rumore di una macchina in partenza e il lancinante suono della tromba dalla strada, e alto su tutto, improv­visamente, il grido lacerante di una donna colpita a morte. Il grido rompe il silenzio una seconda volta, soffocando anche i singhiozzi di Pearl. Poi la ragazza tenta di nuovo di liberarsi ma la stretta di Jeeter non rallenta. Non una parola viene pronunziata, per una lunga pausa, finché poi, trascinandosi sui ginoc­chi e sulle mani e gemendo dolorosamente, appare Ada. Pearl non tenta più di liberarsi e resta pietrificata dall’orrore, ancora tenuta da Jeeter mentre Ada giunta al cancèllo si accascia su un fianco continuando però a strisciare fino a giungere nel cortile).

Pearl                              - (in ginocchio toccando la madre e singhioz­zando) Mamma, Mamma! Non morire; mamma! Non puoi morire, mamma.

Ada                               - Non fa niente, Pearl. Me ne sarei andata presto lo stesso. (Cerca per quanto, le è possibile, di guardarsi intorno) Eppure mi piacerebbe di avere un vestito decente per essere sotterrata. Credi che me lo potrai comprare, Jeeter?

Jeeter                             - Vorrei potertelo promettere, Ada, ma non c'è speranza.

 Pearl                             - Te lo compro io, mamma, te lo compro io.

Ada                               - (con un gesto staccato di rassegnazione, senza amarezza) Non fa niente, carissima. Non ho mai creduto davvero che l'avrei avuto. Mi sarebbe piaciuto, però. (Pausa. Guarda Pearl, poi Jeeter) Lasciala andare, Jeeter. Non ti ho chiesto mai niente prima di oggi, ma adesso sto per morire.

Jeeter                             - Davvero che mi farebbe piacere, Ada. ma anch'io morirò presto. Lo sento dentro di me. E voglio morire sulla mia terra. Non lo capisci? Se io non la tengo per darla a Lov, non mi sarà più possibile.

Ada                               - Per piacere, Jeeter, non farla tornare da Lov.

Jeeter                             - Signore Iddio, Ada, bisogna che ce la mandi.

Pearl                              - Mamma! Lasciami andare, maledetto, lasciami andare. (La stretta di Jeeter si fa. più rude. Dude e Bessie compaiono coprendo dietro la staccio­nata seguiti da Ellie May. Dude si sporge dalla stac­cionata a guardare sua madre. Non c'è traccia di dolore nella sua voce che ha un tono di pacata calma spiegazione. Jeeter tiene sempre Pearl che è immobile, trasfigurata).

Dude                             - Facevamo marcia indietro sulla strada e lei si è messa in mezzo. Suppongo che le ruote l'abbiano schiacciata. (Ada fa un ultimo sforzo per venire avanti ma un sussulto le scuote tutto il corpo rattrappito mentre tenta di sollevarsi su un braccio. Pearl singhiozza e tenta di nuovo di liberarsi da Jeeter).

Ada                               - Lasciala andare, Jeeter. Lasciala venire da me.

Jeeter                             - Perdìo, Ada, ti farei volentieri questo piacere, ho paura che scappi.

Ada                               - Lasciamela venire vicino, soltanto vicino. (Jeeter avanza verso di lei di qualche passo in modo che Pearl inginocchiandosi possa toccare la madre con la mano libera. Ellie May resta fuori della staccionata).

Ada                               - Ho lavorato per te tutta la vita. Ho raccolto il cotone nei campi e ho ammassato i covoni. Ti ho mandato avanti la casa e ho allevato i tuoi figli e adesso che muoio non vuoi ascoltare la mia preghiera.

Jeeter                             - Bisogna pensare ai vivi. I morti se la debbono sbrigare da loro.

Ada                               - Sei un peccatore, Jeeter L'ester. Sei un peccatore e andrai all'inferno. (Tendendo un braccio verso Pearl) -Vieni qui bambina. Mettimi il braccio dietro che mi possa sedere. (Jeeter lascia che Pearl si avvicini a Ada in modo da poterle circondare la vita col braccio. La mano di Jeeter viene così a trovarsi vicino alla bocca di Ada. Improvvisamente la donna morente si piega in avanti e affonda i denti nella mano di Jeeter. Con un grido soffocato Jeeter scuote la mano lasciando così Pearl. Rapidissima, la ragazza scatta in piedi e fugge attraverso il cancello prima che Jeeter possa rimettersi dalla sorpresa e dal dolore. Pearl si ferma un istante per voltarsi a guardare la madre che si tiene sollevata su un gomito).

Pearl                              - Addio, mamma. (Jeeter si slancia per rincorrerla, ma dopo un ultimo cenno con la mano Pearl ha ripreso la corsa già per la strada ed è scom­parsa. Jeeter raggiunge la staccionata, fa per correre dietro alla ragazza ma ci rinuncia rendendosi conto dell'inutilità del suo sforzo. Ada si tiene sollevata finché vede la sconfitta di Jeeter. Allora esce in un risolino di trionfo, e cade riversa in avanti, morta. Jeeter sì volta lentamente e torna sui suoi passi. Si ferma a guardare Ada per un momento poi va a sedersi sulla veranda. Entra Lov).

Dude                             - Ehi, Lov. Jeeter ti cercava, ma credo che adesso sia troppo tardi perché Pearl se n'è di nuovo andata.

Lov                               - (dopo una pausa, indicando Ada) Cosa le è successo?

Dude                             - Poco fa io e Bessie l'abbiamo messa sotto con l'automobile nuova.

Lov                               - Si è fatta molto male?

Dude                             - Credo che sia morta. (Lov s'inginocchia a guardare Ada. Poi si alza e si avvicina a Jeeter).

Lov                               - Jeeter, Ada è morta. (Jeeter annuisce con espressione assente. Poi si avvicina a Ada e si ferma a lungo accanto a lei).

Jeeter                             - Lov, tu e Dude andate giù nei campi e scegliete il miglior posto per seppellirla. Scavate una fossa molto profonda. Ada sarà contenta... Bessie, voi ditele una preghiera: farà molto piacere a Ada.

Bessie                            - Che Dio sia lodato, lo farò volentieri, fratello Jeeter. (Lov, Dude e Bessie escono. Ellie May vorrebbe seguirli. Jeeter si accorge dì lei).

Jeeter                             - Ellie May, tu farai bene a andare a casa di Lov e a mettergliela in ordine. Tornerà per la cena stasera e tu cucinagli quello che vuolc. sii gentile con lui e forse ti farà restare. (Esultante, Ellie May lascia cadere la legna che aveva in mano e si avvia di corsa per la strada. Prima di sparire si volge un momento a guardare indietro).

Ellie                               - Addio, papà. (Jeeter fa un cenno con la testa. Ellie May esce correndo. Jeeter guarda Ada).

Jeeter                             - Non avresti dovuto farlo, Ada. In fondo non è servito molto a nessuno, tranne forse a Pearl. (Per un attimo Jeeter guarda Ada poi torna sulla veranda e si siedc. si piega lentamente a prendere una zolla di terra che sbriciola fra le dita. Poi si appoggia contro la ringhiera e si copre gli occhi col cappello. Per un momento continua distrattamente a togliersi la terra dalle dita. Poi resta immobile. Passano minuti di cupo silenzio. Un pezzo di tavola marcia si stacca dal tetto e cade rumorosamente).

FINE