La via lattea

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LA VIA LATTEA

Un atto gaio

Di  GIUSEPPE BEVILACQUA

PERSONAGGI

L’ASTROLOGO

GHEDY

L’AMANTE DI ASCOLI

LA SIGNORA

LA SIGNORINA

CICOGNA

La scena: uno studio di infimo ordine al piano terreno, umido ed oscuro, che trae luce da una tramezza di vetri la quale lo divide da una specie di andito che serve da anticamera. Nel fondo, un gran tendone sdruscito che copre la porta di uno sgabuzzino. Alle pareti alcune oleografie e, sempre in quadro, lettere auto­grafe di ringraziamento e diplomi di onorifi­cenze vistosamente dorati. Nel mezzo un tavolo con sopra una mastodontico globo girevole che mostra i due emisferi celesti; all'ingiro seg­giole e poltroncine sgangherate. In un angolo una stufa che fa più fumo che caldo. E' un po­meriggio di novembre. Fuori piove.

SCENA PRIMA

Cicogna, poi la Signora e la Signorina

Cicogna                         - (sta accendendo la stufa, ginocchioni. Il fumo lo acceca. E' un vecchietto ispido, brontolone) E' la terza volta che si spegne, maledetta... (si soffrega gli occhi) Mi vengono le caterratte! Sente l'umidità e non tira! (introduce della legna) Eh, sì, peggio di una donna quando si intestardi­sce!... Falla parlare se ci riesci!... E la parola di una stufa che cos'è ? Il fuoco!! (soffia, s'accende qualche sprizzo) To' to'... muove la lingua...

La signora                     - (apre la porta del­la vetrata. E' intirizzita, ha l'ombrello).

Cicogna                         - Che c'è?

La signora                     - (piuttosto anziana, molto invadente e pettegola) Ma non viene ancora?

Cicogna                         - - Se fosse venuto sa­rebbe qua...

La signora                     - E' più di mez­z'ora che aspettiamo...

La signorina                  - (molto timida e imbarazzata. Non troppo elegante, una sartina che la­vora in casa).

Cicogna                         - (prendendo ad entrambe gli ombrelli) Mi rovinano il parquet con gli ombrelli... E poi chi sgobba?!...

La signora                     - Chi di dovere... Badi, è nuo­vissimo (alludendo all'ombrello) Oggi costa un capitale!

Cicogna                         - Non glielo rubano... Sto io di là... Fumo la pipa e prosciugo anche l'umido! (via).

SCENA SECONDA

La Signora e la Signorina

La signora                     - (si sarà seduta. Dopo un po' di si­lenzio) Però, quando c'è un orario lo si dovrebbe rispettare. Le pare?... Se noi aves­simo fretta?! Due clienti perduti! Già, ne approfitta, perchè non vengono che donne e tutti credono che le donne non abbiano nulla da fare... Invece... le pare?...

La signorina                  - Sicuro... anche noi.

La signora                     - Del resto, è proprio vero, piti «i sale e più si diventa preziosi! B questo (al­ludendo all'astrologo) è salito, sa, e come!! Ma solo un anno fa non era cosi, glielo assi­curo io! L'ho trovato lì, su quella porta lì, e quasi mi voleva abbracciare! (silenzio) Lei è la prima volta?...

La signorina                  - (timorosa) La prima...

La signora                     - L'hanno indirizzata bene, però. Ah, questo sì, bisogna dirlo. Non è uno dei tanti che ti imbrogliano con quattro chiac­chiere e speculano sulla tua ignoranza...

La signorina                  - Son tutti .perseguitati, però...

La signora                     - Dalla polizia? Si capisce! E li arresta persino. Ma vuole sapere il perchè? Perchè non ha tasse da metterci su! Si dice: approfittano della credulità! Ma senza cre­dulità morirebbero di fame i preti, i medici, gli avvocati e chissà quanti!...

La signorina                  - Davvero è così...

La signora                     - A me, sarà stato un caso, ha in­dovinato tutto, tutto. E non dico fosse fa­cile, perchè non si trattava di viaggi o dì dispiaceri che posson sempre capitare. Si trattava, caspita, ben di peggio...

La signorina                  - Ah, sì?...

La signora                     - Oh, ricordo esattamente. Ha tro­vato che la linea di Venere si interrompeva alla coscia... No, aspetti, l'ho ancora qui perchè l'ho voluta trascrivere (estrae dalla borsetta un foglietto gualcito e legge) « Tron­cata nella diagonale del Procione, corrispon­dente alla parellela del Corvo mentre Urano retrocede». Ha capito?! Be', questo era un segno di morte... Entro sei mesi qualcuno del-la mia famiglia sarebbe morto!!

La signorina                  - (impressionata) Ed ha indovi­nato?...

La signora                     - Purtroppo, purtroppo!!! Al quin­to mese moriva Lulli, il mio povero Lulli...

La signorina                  - Suo marito?...

La signora                     - Oh, no, un volpino, un cane che non si trova più tra tutti i cani del mondo!

La signorina                  - Alle volte, la fatalità...

La signora                     - (che non ha capito) Come dice?

La signorina                  - Dico che può anche trattarsi di una fatalità...

La signora                     - Allora vuol dire che lui prevede anche la fatalità. Badi che, dopo tutto, io non son mica una credulona, perchè, ad esempio, non credo per niente alle carte, ai sogni, alle chiromanti. Ma a chi studia le stelle, sì, con tutta fiducia. Non si dice che ognun» nasce sotto una data stella?... Ma quale?... La conosciamo noi?... Orbene, l'astrologo che ha studiato, la ricerca, la trova, ce la presenta, Poi la esamina, la scruta, vede come si comporta, vede che cosa le capita e quel che capita alla nostra stella capita anche a noi! Non le pare?... (silenzio) Adesso vengo per una scommessa, sì, una scommessa con mio marito...

La signorina                  - Allora viene per un'altra stella?...

La signora                     - Oh, è quella di mio marito.., una stella congiunta o... coniugata. Ci saranno i maschi e le femmine anche lassù, non le pare?

La signorina                  - (sorridendo) Se fan all'amore,.!

La signora                     - Eh, non vede d'estate come fila­no?!... E lei?

La signorina                  - Io non sono sposata!

La signora                     - Si vede, è tanto giovane... Eh, dispiaceri di cuore...

La signorina                  - (pronta) No, no...

La signora                     - Per un fratello, per una sorella...

La signorina                  - (volendo eludere la risposta) No, no... disgrazie! Quando continuano un po' troppo, chissà a chi ci si rivolgerebbe per conoscere la fine!

La signora                     - Capisco... Pei genitori, allora?...

La signorina                  - Così, in casa...

La signora                     - Insomma vuol vederci chiaro,,,

La signorina                  - Ecco, un po' di chiaro... si udranno voci nell'anticamera).

SCENA TERZA

Detti - Ascoli

La signora                     - Forse è lui... si alza ed apre la porta) Ma che!...

Ascoli                            - (di dentro a Cicogna) Va bene, per cinque minuti aspetterò, (entra. E' un giovanotto tarchiato, robusto; porta i gambali; difatti è uno chauffeur. Parla ruvidamente e si intuisce l'istinto del litigiosa. E' irritato, nervoso, impaziente; saluta appena e si mette a girare per la stanza, tratto tratto ferman­dosi di fronte ad un quadro).

La signora                     - (lo guarda con curiosità mista a compiacenza. Alla signorina) Veda, anche gli uomini ci credono..'. E poi dicono che è roba da femminucce!!

La Signorina                 - Avrà i suoi affari!

La signora                     - E noi abbiamo i nostri... vor­rebbe col giovanotto attaccare discorso, ma le parole le muoiono sulle labbra. Poi deci­dendosi) Scusi, signore, piove ancora?...

Ascoli                            - No, c'è la nebbia...

La signora                     - (dopo una pausa rinnovando il ten-tativo) Sa, per favore, l'ora giusta?...

Ascoli                            - Le quattro e mezzo, (ha estratto Vo-rohgio che poi terrà in mano).

La signora                     - Tre quarti d'ora che aspettiamo! (ad Ascoli) Tornerà presto?

Ascoli                            - Cinque minuti... ha detto il com­messo.

La signora                     - Il commesso non vuol perdere i clienti. Però è una vergogna. Per fortuna che fuori fa freddo... ad Ascoli sempre per av­viare U discorso) Nebbia fredda, vero?...

Ascoli                            - (distratto) Così... così... guarda in­cidentalmente Vorologio).

La signora                     - (pronta) Per gli uomini il tempo è sempre prezioso. Solo gli uomini guardano continuamente l'orologio!

Ascoli                            - Anche le donne quando «tanno in cucina.

La signora                     - (offesa) Oh, non stanno soltanto in cucina le donne!!

Ascoli                            - Lo 60 bene... Trovano anche il tem­po di andar dagli astrologhi.

La signora                     - Dove viene anche lei?!...

Ascoli                            - Sicuro, ma non per avere i numeri del lotto!

La signora                     - (come volesse interpretare anche V indignazione della signorina) Noi non giochiamo al lotto! E veniamo per ragioni molto più serie!

Ascoli                            - Crede forse che io voglia saperle?

SCENA QUARTA

L'Astrologo - Cicogna - Detti

Ascoli                            - Ah, finalmente!

L'Astrologo                   - (entra seguito da Cicogna che ac­cende la luce e che gli prende l'ombrello ed il pastrano. E' un curioso e buffo tipo di una età indefinibile. Cranio pelato e qualche ciuf­fo grigio alle tempie. Faccia rotonda, naso grosso e rossastro, indice di un alcoolismo incipiente. Veste un logoro « tight » sot­to il quale spunta un «gilet » rosso scarlatto. Colletto altissimo. Parla con modi cattedrattici, sorridendo spesso, un po' untuosamen­te e con qualche smorfia di galanteria. Non sa mai dove mettere le mani e perciò se le soffrega di continuo)    - Buona sera. Mi devo­no perdonare. In verità è stato un caso. Sono a loro disposizione...

Ascoli                            - (pronto) Due parole ed io ho finito. Non posso aspettare!

L'Astrologo                   - E le signore?...

La signora                     - Noi abbiamo la precedenza. E' tre quarti d'ora che aspettiamo!

Ascoli                            - (alla Signora) Le ripeto ch'io non ho bisogno di consulti!

La signora                     - (con ira) Che prepotenza!

L'Astrologo                   - (ad Ascoli) Ma anche lei per­metta un momento!

Ascoli                            - Ancora?...

L'Astrologo                   - Prego, un momento... apre la porta dell'anticamera invitando tutti ad uscire. Ad Ascoli) Subito, la chiamo subito... Ascoli, la Signora, la Signorina escono, la Signora brontolando).

SCENA QUINTA

L'Astrologo - Cicogna

L'Astrologo                   - (chiude bene la porta. Adesso un sorriso gli gonfia la faccia. Estraa da una ta­sca, con circospezione, una boccetta comune, avvolta in un giornale. Scartocciatala, la guarderà gongolante contro luce) Eh, eh, questo sì ch'è purissimo!!

Cicogna                         - (ch'è rimasto nel fondo) Sfido io, ha girato due ore! Ma non c'è la marca!

L'Astrologo                   - E' tre stelle... Me ne intendo, le ho viste sul collo! Lire otto e cinquanta al quinto!

Cicogna                         - Eppure è troppo bianco!

L'Astrologo                   - E' il vetro. E sai dove? All'an­golo di via Nizza in quel bar di marmo...

Cicogna                         - Ho capito... dov'è il lustra-scarpe. La assaggeremo! (via).

L'Astrologo                   - (ora accosta la boccetta alle lab­bra e beve uno, due sorsi. Poi apre il globo che è sul tavolo e con cura, come riponesse una reliquia mette dentro la boccetta. Rin­chiude il globo, si soffrega le mani. Più lie­to e gagliardo. Aprendo la porta ad Ascoli) Lei, si accomodi!

SCENA SESTA

L'Astrologo - Ascoli

Ascoli                            - Caro signore...

L'Astrologo                   - In verità, professore...

Ascoli                            - Io?...

L'Astrologo                   - No: io... ho il diploma!

Ascoli                            - Illustre professore, ho promesso e mantengo. Poche parole...

L'Astrologo                   - La scienza non le numera. Le parole, diceva un mio illustre maestro, sono come i bottoni...

Ascoli                            - Non ne attacco...

L'Astrologo                   - Come i bottoni di un vestito, servono ad aprire o chiudere l'anima, (siede al tavolo ed afferra una lunga, sottile bacchet­ta, strumento d'ufficio) Rendo l'idea?

Ascoli                            - Ci intenderemo subito... purché lei mi obbedisca!

L'Astrologo                   - L'obbedienza è l'orchestra del mondo. Gli esseri non sono che i vari stru­menti!

Ascoli                            - Lasci andare perchè io non ho orec­chio!... Dunque verrà da lei, tra minuti, una donna, una donna elegante ed anche intelli­gente, che ha però la disgrazia di credere an­cora a questi imbrogli delle stelle, delle carte...

L'Astrologo                   - Non confonda, le stelle sono in­finite, le carte no...

Ascoli                            - Son quaranta. Parlo in genere, parlo di quanti credono a queste sciocchezze...

L'Astrologo                   - In verità mi sembra che il suo linguaggio...

Ascoli                            - Non sia corretto?! Verissimo. Ma quello che io penso dico. E' la mia abitudine, perchè io non so parlare, so manovrare...

L'Astrologo                   - Dice?...

Ascoli                            - Dico che col volante in mano io non vedo che la destra o la sinistra, ignoro le vie di mezzo, non conosco che l'andata o il ritor­no. La differenza tra uno chauffeur ed un av­vocato è appunto questa...

L'Astrologo                   - (ridendo) Che l'uno la gente la spolpa e l'altro la accoppa.

Ascoli                            - Lasci andare che questo l'ha letto nei giornali... Dunque verrà da lei una don­na che è il mio tormento, il mio incubo, la mia disperazione...

L'Astrologo                   - In verità la donna è la rosa dei venti!

Ascoli                            - Ma che rosa, ma che rosa! Almeno le rose appassiscono e si buttano via. Non è vero, sa, che le donne siano come l'edera, do­ve s'attaccano muoiono. Vivono, e come, e succhiano e divorano e fanno morire gli al­tri! Be'! (e batte un pugno sul tavolo con impeto) Basta!!! Io non voglio essere divo­rato!!!

L'Astrologo                   - (poiché anche il globo ha traballato, preoccupato di quanto contiene, lo: leva e lo depone dall'altra parte) Prego.

 Ascoli -                        - Non si preoccupi, ogni qual tratto io slitto e tutta la forza si concentra allora più nel pugno! Ma da oggi in poi voglio impiegare un'altra forza, quella della mia volontà ad ogni costo!

L'Astrologo                   - Purché mi esprima quel che desidera...

Ascoli                            - Desidererei che, una volta tanto, lw sue stelle facessero del bene!

L'Astrologo                   - In verità, il bene o il male in zodiaco è già segnato e prestabilito!

Ascoli                            - Allora è inutile venire da lei...

L'Astrologo                   - Io non sono che un umile interprete delle leggi del cielo. Traduco quel che capisco...

Ascoli                            - Adesso capisca me che sono più lim­pido del suo cielo! La donna che verrà lei è la mia amante. Un'amante di cui sono! stufo, arcistufo. Oggi, dopo l'ultima scenata di gelosia ho detto: è finita! Ha capito?...E'I finita!!! (pugno sul tavolo).

L'Astrologo                   - Ho capito! Ma se è finita che cosa c'entrano i miei emisferi?

Ascoli                            - C'entrano, purtroppo, e come! Una parola può essere la mia vita o la mia morte. Questa donna è superstiziosissima, ed ogni volta che io l'ho piantata si è fatta fare le carte, interpretare i sogni, leggere le mani e che so io!

L'Astrologo                   - I sogni, le carte, le mani! Su­perstizione, superstizione!!! Eh, signore mio, la superstizione è l'impermeabile dell'anima! Tanto, piove dentro, ma si ha l'illusione di restare immuni. Rendo l'idea?...

Ascoli                            - Ma alla mia donna è stato sempre predetto che io sarei ritornato, ch'era cosa passeggera e che lei insistesse. E per tutti i santi, ho ben dovuto ritornare, sa! Ritornare, per poter vivere, per poter respirare, per li­berarmi! (si agita).

L'Astrologo                   - No, non si agiti...

Ascoli                            - Adesso non slitto... Son tranquillo! Ma se anche lei con i suoi pianeti, col suo mappamondo, le dicesse questo, che io ri­torno... guai a lei! Son chiaro? Guai a lei!

L'Astrologo                   - Caro signore, in verità non ci intendiamo...

Ascoli                            - Devo usare argomenti più persua­sivi?...

li'Astrologo                   - (dopo una certa ponderazione) Anzitutto è proprio sicuro che verrà?

Ascoli                            - Sicurissimo. E' stata la portinaia ad indirizzarla qui!

L'Astrologo                   - In secondo luogo, prima che la scienza accetti imposizioni...

Ascoli                            - Ma che scienza d'Egitto! Per chi mi prende?! Per uno che crede alle sue mistifi­cazioni, ai suoi sproloqui?

L'Astrologo                   - Signore! Il responso degli astri e codificato da millenni!

Ascoli                            - Me ne infischio io degli astri!!

L'Astrologo                   - Ma non può infischiarsi dei miei studi pei quali ho spesa tutta la vita. Tutta la vita, signore! Ecco: che cosa è capa­ce di vedere lei qui?... indicando il globo).

Ascoli                            - Un pallone da foot-ball!

L'Astrologo                   - (solenne) Questo che lei chia­ma pallone, pende inesorabile sulla testa di ogni individuo!

Ascoli                            - Questo pallone finirà sulla sua, se non mi ascolta!

L'Astrologo                   - Lei minaccia?! In verità, lei, signore, deve essere nato in ottobre con l'in­fluenza di Alin, lo scorpione!!!

Ascoli                            - (con una risata) Non mi offendo, sa!

L'Astrologo                   - Constato! Lei è un violento, un iracondo. Ed io sarei un ciarlatano se l'ascol­tassi, se mentissi, se dimenticassi le leggi di Teofrasto, i segni di Mamoun, i cicli metonici, le orbite eclittiche, le rivoluzioni sino­diche e draconitiche e tutte le sfere mobili dell'universo! Rendo l'idea?...

Ascoli                            - (stordito) Lei ha resa l'idea, ma per me non esiste che un universo: quella donna! Non la voglio più! Lei trovi tutte le stelle, gli stelloni, i cieli che vuole, ma non le dia questa speranza!

L'Astrologo                   - Sarà la sua stella che parlerà.

Ascoli                            - E dica che la sua stella è morta, è di­ventata filante, è caduta, che non si tro­va più...

L'Astrologo                   - In verità le stelle non sono co­me le ciliegie...

Ascoli                            - E allora dica che muoio io, purché mi lasci in pace!

L'Astrologo                   - Per la morte improvvisa o prematura occorre l'influenza del Corvo o una protuberanza della Capra, perchè, caro si­ gnore, neppure il Cancro... Ascoli      - No, un cancro no, non me lo stia ad augurare!... Insomma, faccia lei se non vuole pentirsene! Oh, dopo tutto, sono o non sono nel mio diritto? Se io ho deciso che sia finita, perchè lei dovrebbe dire che continua?...

L'Astrologo                   - Nessuno è padrone di se stes­so!... Se anche il cielo cadesse...

Ascoli                            - Anche se il cielo non cade io le butto all'aria baracca e burattini... si udrà nell'anticamera una voce vivace di donna. Ascoli la. riconosce e trasalisce) E' lei!!!

L'Astrologo                   - Lei!?

Ascoli                            - Mi nasconda!!!

L'Astrologo                   - Siamo a tanto!?

Ascoli                            - (imperioso) Mi nasconda, le dico! (l'Astrologo rassegnato gli indica il tendone di fondo e la porticina che si affretta ad aprire).

L'Astrologo                   - Qui, è un po' oscuro...

Ascoli                            - E lei pensi a quel che le ho detto. Guai!! (scompare).

L'Astrologo                   - (chiudendo) Si affidi all'Orsa Maggiore!!!

SCENA SETTIMA

L'Astrologo - la Signora - Ghedy - Cicogna

L'Astrologo                   - (va ad aprire In porta dell'antica' mera).

Cicogna                         - Professore, metta lei le cose a posto, perchè queste donne...

La signora                     - Ma son già a posto, entro io! E' un'ora!

Ghedy                           - (avrà venticinque anni, carina, elegan­te, disinvolta. Traspare talora la sua origine non educatissima) Il mio caso è urgente. (alla signora) Non vede il mio dolore?! Mi guardi in faccia!

La signora                     - Non siamo dal dottore! C'è o non c'è il diritto di precedenza?!

L'Astrologo                   - C'è anche il dovere della bon­tà! Io conosco i soggetti! Questa signora è in ansia. Abbia pazienza...

Ghedy                           - Ha ragione, grazie, professore...

La signora                     - (risospinta fuori da Cicogna) La pazienza! Io qui ci pianto casa! (via con Ci­cogna).

SCENA OTTAVA

L'Astrologo - Ghedy

L'Astrologo                   - S'accomodi... distende con cura il tendone di fondo. Cerca di mostrarsi disinvolto, ma è evidente che le minacce di Ascoli hanno fatto presa e l'hanno imbaraz­zato).

Ghedy                           - Senta, professore... Io ho proprio bi­sogno che lei sia sincero e non mi nasconda nulla...

L'Astrologo                   - Il cielo è la verità perfetta! A nessuno si nasconde: lo vede il vecchio come lo vede il bambino. Io non posso, adun­que, alterarlo!

Ghedy                           - Le credo, le credo, mi hanno detto che lei è infallibile!!!

L'Astrologo                   - Non io, ma le stelle! Esse sono le parole del mondo. Ogni tremolio è una parola. Ogni parola è un destino!

Ghedy                           - Son venuta per conoscere il mio!

L'Astrologo                   - Ricerchiamolo assieme. Mi ba­sta il mese in cui è nata, l'anno no, non conta...

Ghedy                           - Sono nata in febbraio...

L'Astrologo                   - (fìngendo di riflettere) Feb­braio, costellazione dei Pesci, un po' infidi, guizzanti, turbolenti, a meno che non sia dopo la metà. Il giorno preciso?

Ghedy                           - Il quattordici di febbraio...

L'Astrologo                   - In verità siamo ancora sotto la influenza del pesce australe che neppure modifica: tormento, molto tormento... a meno che il pesce non entri nella Fenice. Ecco (indica con la bacchetta in uno degli emisferi del globo). Sino a quindici anni, la protezione è data dal Capricorno; la scarlattina, molti raffreddori, molta tendenza ai geloni e poca per gli studi, ma in verità, non si riscontrano patimenti gravi, miseria.,.

Ghedy                           - Ah, no, grazie a Dio, no. Son vissuta bene, c'era mio padre allora e non mi lasciava mancar nulla. Purtroppo, dopo, anche lui...

L'Astrologo                   - (seguendo ancora le linee) Si vede, quand'è morto...

Ghedy                           - Morto, no, no, scappato via con una donna, piantando la famiglia...

L'Astrologo                   - Si vede, si vede. Scomparso, insomma. Infatti (indicando) non c'è più! E queste scomparse sono come le eclissi. Viene una Luna qualunque e ti porta via anche il Sole. Rendo l'idea?...

Ghedy                           - E poi, e poi, che cosa si vede?

L'Astrologo                   - Ecco, sotto la protezione di Denieb, il Cigno, il bel Cigno bianco, morbido, leggero come un angelo, altri anni sereni, il­lusioni, dolcezze, molto corteggiata, molto desiderata, ma anche molto invidiata! Eh, le invidie delle amiche, veda qui, qui, i fioc­chi di Andromeda, dicerie, pettegolezzi. Co­riandoli, coriandoli, in fondo. Si gettano ri­dendo. Ma se ti vanno in un occhio?... Non c'era l'intenzione, però fanno male! Rendo l'idea?...

Ghedy                           - (con trepidazione) E più avanti?

L'Astrologo                   - E più avanti le perle della Volpetta. Vari amori...

Ghedy                           - (pronta) Tutti onesti!

L'Astrologo                   - L'onestà o la disonestà sono escluse dal cielo poiché tutto quel che si vede, si vede ad occhio nudo... continuando a scrutare) E perle, ancora perle... tutta una rugiada!

Ghedy                           - (interrogando) Buon segno la rugiada?

L'Astrologo                   - E' il pianto delle stelle.

Ghedy                           - Al mattino?...

L'Astrologo                   - Appunto, quando muoiono!

Ghedy                           - E le nuvole e la pioggia?...

L'Astrologo                   - Durante i funerali! (sorride) Ah, ma ecco, ecco, qui nello sciame delle Lireidi c'è un grande splendore...

Ghedy                           - Vale a dire?

L'Astrologo                   - Un grande, rutilante, splen­dente amore. N'è vero?...

Ghedy                           - (con passione) Immenso, immenso, professore! Son venuta per questo!

L'Astrologo                   - Lo supponevo. Però parecchie punte di spillo, signorina mia. Qui c'è un campo di battaglia: litoliti contro sideroliti! E questi son pruni anche su di un letto matri-moniale!...

Ghedy                           - Purché non sia finito...

L'Astrologo                   - (con intenzione) Il letto matri« moniale?...

Ghedy                           - Professore, mi dica questo, sparirà veramente?

L'Astrologo                   - Il grande amore?...

Ghedy                           - Mi dica, la supplico...

L'Astrologo                   - (punta la bacchetta sul globo r con tono solenne) C'è un arresto sulla Via Lattea!!

Ghedy                           - Un arresto in cielo!?

L'Astrologo                   - (cercando di divagare) Senza guardie... va ad assicurarsi che il tendone di fondo sia ermeticamente steso, quindi con vo. ce soffocata) In verità, signorina, lo molli! (e più forte) Non torna più!

Ghedy                           - Che dice, professore?

L'Astrologo                   - E' un soggetto pericoloso!

Ghedy                           - In qual senso?...

L'Astrologo                   - Un violento, facile alle ire, alle minaccie!

Ghedy                           - Lo conosce?

L'Astrologo                   - Lo conoscono le stelle! Questa specie di virgola nera: l'influenza dello scor­pione!!!

Ghedy                           - (con un grido) Per me?

L'Astrologo                   - Per lui! Deve essere nato in ottobre!

Ghedy                           - (stupefatta) Sì, in ottobre. E' stupe­facente!

L'Astrologo                   - Spalle grosse, nerboruto, batte sposso i pugni sul tavolo: corruzione cassio-peica.

Ghedy                           - Ma tornerà, mi abbandonerà? Questo voglio sapere, professore.

I,"Astrologo                  - (resta titubante, poi con circospe­zione) La rassegnazione è il taf età della vita!!

Ghedy                           - Ne ho, ne ho della rassegnazione. Ma lei mi dica quel che vede! Son pronta a lutto!

L'Astrologo                   - Ecco: la Via Lattea è il bou­levard delle costellazioni. Ognuna, prima o poi, ci deve passare. Adesso sta passando la sua...

Ghedy                           - I miei Pesci camminano per la Via Lattea?...

!,"Astrologo                  - Precisamente, i suoi Pesci! Ma è caduto un Tropico. Quello del Capricorno...

Ghedy                           - E allora?...

L'Astrologo                   - E allora la Via Lattea è inter­rotta. Lo splendore che attingeva vita dalla sua costellazione si spegne. I Pesci interrom­pono il cammino. Non c'è più soluzione di continuità. Non c'è più sviluppo di azione. Non c'è più azione di sviluppo. E' come se io le porgessi un fiore e lei ritirasse le mani, r come se lei, senza mani, volesse porgermi un fiore. E' una possibilità, che si fa d'un tratto impossibile in quanto il possibile è di­venuto simultaneamente impossibile. Rendo l'idea? Nel cielo tutto è chiaro e matematico!

Ghedy                           - (ha pur afferrato il senso di, queWarruf­fio di parole) Allora è finita?... Allora basta...

L'Astrologo                   - In verità, ho detto!

Ghedy                           - (cercando di dissimulare il suo spasi­mo) Ne ha la certezza... assoluta?

L'Astrologo                   - Tanto assoluta quanto assoluta è la differenza tra chi è nato e chi ha ancora da nascere!

Ghedy                           - Oh, badi, in fondo son contenta. In fondo, respiro. Ma volevo questo! Volevo sa­perlo in maniera decisiva.

L'Astrologo                   - (ritenendola sincera) Meglio così. Metta il cuore in pace. Oui sta proprio scritto, mai più! E' un gran bene, un incal­colabile bene per lei!

Ghedy                           - (tradendo orinai la sua disperazione) Adesso son pronta ad affrontare ogni conse­guenza!

L'Astrologo                   - Non ve ne saranno!

Ghedy                           - (come parlasse tra se) Anche si trat­tasse di trent'anni!

L'Astrologo                   - Trent'anni senza amore?...

Ghedy                           - Trent'anni di galera! (ora, dopo ton­ti sforzi, è come traboccasse. Si alza, estrae dalla borsetta una rivoltella, estrae due car­tucce e carica l'arma) Ha visto?! Son per lui! L'una o l'altra non fallirà! E sia quel che le stelle hanno decretato!

L'Astrologo                   - (ha seguito l'azione di Ghedy al­libendo. E' rimasto così colpito e turbato che parla balbettando) In verità le stelle non decretano la morte di nessuno...

Ghedy                           - La decreto io, ora, che conosco il mio destino!

L'Astrologo                   - Ed io sarei il responsabile...

Ghedy                           - Responsabile, caso mai, è la Via Lat­tea! Non ho più nulla da sapere! (fa per an­darsene ma è trattenuta da un pensiero) Ah no, voglio anche sapere chi sarà la mia nuo­va rivale. E' possibile?

L'Astrologo                   - (pronto) Nessuna, non ho visto nessuna!!!

Ghedy                           - Lei ora teme e non è sincero! Me la indichi!... Rubarlo a me che gli ho donato la vita, l'anima, tutto! Che ero la sua schiava, gelosa, sì, gelosa tanto, ma il mio amore era sconfinato... infuriata) Me la mostri, me la presenti questa sgualdrina! (si appressa al globo, lo scruta; legge delle indicazioni a ca­saccio) La Via Lattea è qui!... E lei? Dove è? Chi è?... leggendo) La Volpe?.. .La Ba­lena?...

L'Astrologo                   - Le dico che non c'è, che non la vedo, che nessun nuovo raggio è inci­piente...

Ghedy                           - (non dandogli ascolto) Questa?..: E' questa!?... La Vergine?... Vuole una Ver­gine ?...

L'Astrologo                   - (per calmarla) Non vede che la Vergine stando sull'Eclittica se la inten­de... legga qui...

Ghedy                           - (legge) Arturo...

L'Astrologo                   - Con Arturo, sì! Creda a me... sono stato sincero... stia sicura...

Ghedy                           - Son sicura soltanto di questo: di es­sere stroncata, di impazzire, di morire... Ma non lo avrà più nessuna, ne la Balena, né la Vergine, nessuna! Lui ha distrutto la mia vi­ta, io distruggo la sua! Entro stasera!

L'Astrologo                   - Tutto passa, tutto si rimedia... Lei non ragiona... e cercherà di trattenerla, quasi sulla soglia),

 Ghedt                           - Il mio ragionamento è qui (toccan­do la borsetta e alludendo al revolver) Gra­zie, professore, grazie della sua sincerità!!! (via precipitosamente).

SCENA NONA

 L'Astrologo - La Signora

L'Astrologo                   - (ancora intontito ed allarmato) Dio, Dio mio... Voi, pesci del cielo, che cosa avete fatto?... Un morto, forse due...

La signora                     - (è entrata approfittando che l'uscio è rimasto semi-aperto) Professore, è il mio turno!...

L'Astrologo                   - Ah, no, non ho finito!...

La signora                     - Se non c'è nessuno?!

L'Astrologo                   - C'è,'c'è, aspetti!...

La signora                     - Ma che aspettare, io non esco di qui anche se mi scaccia!

L'Astrologo                   - (la sua costernazione tanto lo ac­cascia che, seduto al tavolo, non ha la forza di ribattere) Lasci che respiri... è stato un caso pietoso... tanto pietoso. Se ne vada. Che cosa vuole?

La signora                     - Voglio sapere se anche i cani ri­spondono come gli spiriti... Mio marito dice di no, io dico di sì!... Il mio cane...

L'Astrologo                   - (distratto) Suo marito... ha torto!

La signora                     - L'ho detto io! Il mio Lulli che è morto, il mio povero cane, però, non ri­sponde...

L'Astrologo                   - (c. s.) Lo chiami...

La signora                     - E' quattro notti che lo chiamia­mo al tavolino... esegue come di fronte ad un tavolino per le evocazioni spiritistiche) Lulli, Lulli, batti un colpo... dalla porticina li fondo, oltre la quale sta nascosto Ascoli si sentirà bussare una, due volte. La signora tramortisce).

L'Astrologo                   - (rammentandosi di Ascoli) Ah!

La signora                     - (con un urlo) E' lui... lui! Lulli... il mio Lulli (si udrà picchiare più forte).

L'Astrologo                   - Basta, signora. Io non ho nul­la da fare coi cani!

La signora                     - Mi dica... sente allora la voce?...

L'Astrologo                   - Lei grida tanto forte!...

La signora                     - Ma posso chiamarlo?!...

L'Astrologo                   - Sì, sì, quanto vuole, ma non qui, per carità...

La signora                     - Anche a casa?!... giuliva).

L'Astrologo                   - (perchè se ne vada) Sì, anche a casa, dove vuole.., intavoli un discorso!...

La Signora                    - Lulli... Lulli...(esce entusiasta)

SCENA DECIMA

L'Astrologo, poi Ascoli

L'Astrologo                   - (il suo primo pensiero è ora quel­lo di rianimarsi. Apre il globo, estrae la boc­cetta del cognac, beve e la ripone. Ascoli tot nera a bussare) Vengo, vengo...           (va ai aprire in fondo).

Ascoli                            - C'è una muffa lì dentro! ! !

L'Astrologo                   - E' andata via adesso!...

Ascoli                            - Avevo sentita un'altra voce...

L'Astrologo                   - (terrorizzato) Lei ha udito tutto?!...

Ascoli                            - Non ho capito una parola. C'è an­che un tendone! Distinguevo appena le voci

L'Astrologo                   - (sollevato) E' andata bene., Ho studiato ed esaminato... Il caso è interes­sante...

Ascoli                            - (pronto) Niente illusioni, niente spe­ranze?...

L'Astrologo                   - Aspetti, stia calmo...

Ascoli                            - Come?... (allarmato).

L'Astrologo                   - Non si allarmi... Dico chela Via Lattea è interrotta, che è caduto il Tropico...

Ascoli                            - Che sarei io...

L'Astrologo                   - Non personalizziamo... E' in­terrotta e non si può più ricongiungere...! Faccia conto che in una linea tranviaria si spezzi un filo...

Ascoli                            - I guarda-fili lo aggiustano!

L'Astrologo                   - In cielo non ci sono. Non v'è più soluzione di continuità. Ha capito?...

Ascoli                            - Non molto...

L'Astrologo                   - Lei sì, e come!!

Ascoli                            - Ha capito che non c'è più nulla da tentare ?...

L'Astrologo                   - Per l'appunto!

Ascoli                            - Non sia così reticente. Mi dica. Si è messa insomma il cuore in pace?...

L'Astrologo                   - Proprio in pace non del tutto...

Ascoli                            - Si capisce, avrà pianto, si sarà disperata... Me ne infischio! Mi preme che il cielo l'abbia convinta!...

L'Astrologo                   - Purtroppo...

Ascoli                            - Perchè purtroppo?

L'Astrologo                   - Dicevo purtroppo perchè, in verità, è doloroso dare dei dispiaceri alla gente...

Ascoli                            - Chi debbo ringraziare?

L'Astrologo                   - Come?

Ascoli                            - Venere, Marte, Saturno?...

L'Astrologo                   - Cominci dai Pesci...

Ascoli                            - Ne ho fritti tanti, che un po' di rico­noscenza me l'aspettavo! Grazie, comunque, e veda lei di tenere a bada il mio Scor­pione...

SCENA UNDICESIMA

Detti - Cicogna

Cicogna                         - (dalla porta) E' permesso?...

L'Astrologo                   - Avanti...

Cicogna                         - (avrà in mano una lettera e farà se­gno all'Astrologo di dovergli parlare) La signorina ch'è uscita adesso è matta!!

L'Astrologo                   - Ssst... Parla piano... Che cosa è successo? (tirandolo in disparte).

Cicogna                         - Matta, glielo dico io! E' uscita, è rientrata... Ha le convulsioni! Mi ha dato questa lettera... (consegna).

L'Astrologo                   - (l'apre di furia, legge per se) « Testamento - Lei, signor Astrologo, sappia in ogni modo che se il mio delitto... » (s'interrompe) Va bene... non è niente... caccia la lettera in una tasca dei calzoni).

Cicogna                         - (uscendo) Mi ha detto di comperare i giornali della sera! (via).

SCENA DODICESIMA

L'Astrologo, Ascoli, poi Ghedy

Ascoli                            - Professore, se ha delle noie io la sa­luto... per andarsene).

L'Astrologo                   - (pronto) Dove va?

Ascoli                            - A casa, libero, liberissimo, sapesse che gioia! E' uno dei più bei giorni della mia vita!

L'Astrologo                   - (preoccupato) Ma no, non se ne vada, aspetti...

Ascoli                            - Che cosa dovrei aspettare?...

L'Astrologo                   - Un po' di prudenza... è uscita adesso!...

Ascoli                            - Tanto meglio! Comincierà ad abi­tuarsi ad andare per un'altra strada!

L'Astrologo                   - Ma lei non conosce le donne!

Ascoli                            - Oh, la mia la conosco bene! Dia retta a me!... Dal momento che il cielo le ha risposto così, neanche se io la volessi, adesso, mi riprenderebbe!...

L'Astrologo                   - (sempre più preoccupato) Stia qui... è sempre meglio evitare.

Ascoli                            - Che?... alludendo al cartello-tarif­fa) Se ne è andata all'inglese? Perbacco, ci penso io... E' più che giusto! (levando dal portafoglio trenta lire e deponendole sul tavolo) La felicità hisogna pur pagarla!...

Ghedy                           - (spalanca la porta. Ha una busta in mano ed ha udite le ultime parole dei due) Grazie, non occorre!... Scusi, professore, è stata una dimenticanza!...

Ascoli                            - (sorpreso) Tu... lascia andare,..

Ghedy                           - (con ironia rabbiosa) Eri venuto per questo?...

L'Astrologo                   - (ha preso la busta di Ghedy e fa­cendo un inchino la intasca).

Ascoli                            - Ti ho vista entrare... ti ho seguita, volevo sapere... Del resto non ho da renderti i conti!...

Ghedy                           - (c. s.) Me li vuoi soltanto pagare! Grazie, non ho bisogno...

Ascoli                            - Lo so che sei ricca...

Ghedy                           - Ricca di tormento...

Ascoli                            - Se le stelle ti consolano io te le pago...

Ghedy                           - Questo non ti riguarda...

Ascoli                            - Mi riguarda, perchè vorrei interro­garle anch'io... N'è vero, professore?

L'Astrologo                   - (è stralunato dalla paura. Non sa come comportarsi) In verità, se i signori permettono, avrei altri clienti...

Ghedy                           - (con un riso convulso) Oh, non an­dremo per le lunghe... Lei lo sa, professore, e sarà buon testimone...

Ascoli                            - Vuoi ricambiarmi con una scenata?...

L'Astrologo                   - Signori, in verità, non faccia­mo scandali... Qui mi guadagno la vita. Que­sta non è la sede...

Ghedy                           - Anzi, è la sede più adatta, profes­sore... Lei la teoria, io la pratica...

Ascoli                            - E io, di grazia?

Ghedy                           - (con impeto) Tu, tu, ripeti quello che il professore ha sentenziato!

L'Astrologo                   - Non io... non io... precisia­mo... la Via Lattea...

Ascoli                            - Ma io le sentenze dell'Astrologo non le conosco! Conosco solo le mie!

L'Astrologo                   - I miei consulti sono sempre a quattro occhi!

Ghedy                           - Ed io la autorizzo ad aumentare il numero!...

L'Astrologo                   - In verità, signorina, lei è ecci­tata, cozzano in lei il Dragone e l'Ariete!...

Ghedy                           - Ma che Dragone! Lei ha un dovere! Ripeta quel che ha predetto e lui lo con­fermi!

Ascoli                            - Ah, ah, ti fai predire le mie volontà? Grazie per l'attenzione!

Ghedy                           - Allora è proprio vero?! Mi lasci, mi scacci, non mi vuoi più?...

Ascoli                            - L'astrologo ti ha detto questo?

L'Astrologo                   - (pronto) No, non è vero!...

Ascoli                            - (all'Astrologo) Come?...

Ghedy                           - (idem) Che dice?

L'Astrologo                   - (timido) Facevo il paciere...

Ghedy                           - (più convulsa ad Ascoli) Non ne ab­biamo bisogno, ti pare?...

Ascoli                            - Non ne abbiamo bisogno...

Ghedy                           - (disperatamente) E allora dilla, dil­la l'ultima parola... Dilla la verità che mi è stata predetta, che mi distrugge, che mi di­lania... Abbi questo coraggio, qui in sua pre­senza! Conferma l'astrologo! (alle ultime pa­role avrà estratta e puntata la rivoltella con­tro Ascoli).

L'Astrologo                   - (rannicchiandosi, turandosi le orecchie) Spara, spara!!! Impazzisce!...

Ascoli                            - (non si aspettava il colpo di scena, ne sospettava in Ghedy tanta risolutezza. E' stor­dito) Che cosa fai?...

Ghedy                           - (esasperata) Sì, sì... rispondi... con­ferma l'astrologo!

Ascoli                            - (cercando di afferrare il braccio armato di Ghedy) Che Cosa c'entra l'astrologo...

Ghedy                           - Lui conosce la verità, lui solo..'.

Ascoli                            - (in cui la paura si fa più forte) Ma non è dentro al mio cuore!...

Ghedy                           - Lui sa tutto. L'ha predetto,, l'ha giu­rato! O ti uccido o ini uccido!...

Ascoli                            - (sempre più atterrito del suo stato di esaltazione pur avendola disarmata) Dam­mi qua, ragiona... Sono io, Ghedy...

Ghedy                           - Di' che non è vero, che lui men­tisce!!

Ascoli                            - Sì, sì, mentisce, ma non fare così!

L'Astrologo                   - Io mentisco?... Io ho letto il verdetto...

Ghedy                           - (singhiozza) A chi devo credere?... A chi? (all'astrologo) Dica, risponda? A chi?

L'Astrologo                   - E' scritto lassù...

Ghedy                           - (ad Ascoli) Vedi, senti?... Insiste ancora... Sei tu che mentisci! Non posso vi­vere così, tu rni lasci... non mi vuoi più!

Ascoli                            - (all'astrologo, di scatto) E lei la smetta una buona volta. Vuole anche del sangue?...

L'Astrologo                   - Io voglio del sangue? Lei, si­gnore, osa tanto?... Proprio lei?

Ascoli                            - (accalorandosi) Che cosa vorrebbe aggiungere?... Fuori... Non ci sono giustifi­cazioni di sorta! Se lei prevede tutto, doveva prevedere anche questo. Non provocare un omicidio, un assassinio... Si decida, dica che ha sbagliato!

 L'Astrologo                  - Decìdermi?!... In verità re, è lei che deve decidersi! Come uomo») l'ho assecondato, come astrologo non possa smentirmi. Mi capisca e confessi. Rend(j l'idea? Io ho detto quel che lei ha voluto, Ho voluto quel che lei ha detto!

Ghedy                           - (con ansia) Davvero, professore? 9 ha detto quel che le aveva suggerito... noni una menzogna?...

Ascoli                            - (col terrore che Ghedy si inasprisci …. Gliele faccio ingoiar io queste parole!

Ghedy                           - E' proprio vero? E' stato lui? Lui?

Ascoli                            - Lei vuole ad ogni costo la tragedia,.

L'Astrologo                   - Confessi. La confessione « doccia dell'anima!

Ascoli                            - Mi ammazza!...

Ghedy                           - (saltando invece al collo di Ascoli) Sì, sì, ti ammazzo di baci! Sei stalo tu, taj Allora non ho paura. Allora non ti perdo.! Basta che io lo voglia. Sei sempre mio, semi pre mio!! (fa per trascinarlo fuori) Son felilice...

L'Astrologo                   - (ad Ascoli) Ah! Finalmente!! soddisfatto?

Ascoli                            - (sulla porta, con un ghigno) La schiaf feggerei!

L'Astrologo                   - Come uomo o come astrologo?

Ascoli                            - Come... tutti e due! (via con Ghedy)

L'Astrologo                   - (inseguendolo) Tariffa doppia, allora, caro signore, (chiama) Cicogna... Cicogna... (è lieto e sollevato).

SCENA ULTIMA

L'Astrologo - Cicogna

Cicogna                         - Che c'è, professore?...

L'Astrologo                   - (che avrà aperto il tiretto del lavolo e tirata fuori la boccetta del cognac) Un altro quinto di tre stelle... Chiudi la por-1 ta: non ricevo più nessuno!...

Cicogna                         - C'è un signore...

L'Astrologo                   - (con ira) Un signore? Un si­gnore come?!... Non ricevo più uomini! Metti'il cartello! «E' vietato l'accesso»...

Cicogna                         - C'è già quello pei cani...

L'Astrologo                   - Aggiungi gli uomini! Non ri­cevo nessuno, ho detto! Oggi ho fatta la gior­nata! Bellissima, (si soffrega le mani, contento. Tira fuori la busta consegnatagli da Ghedy ed estrae venticinque lire. Poi prende le trenta lire messe sul tavolo da Ascoli) Lire trenta come uomo, (intasca da una parte Lire venticinque come astrologo... intasca dall'altra).

FINE