La visita della vecchia signora

Stampa questo copione

LA VISITA DELLA VECCHIA SIGNORA

 


di Friedrich Dürrenmatt

Traduzione di Aloisio Rendi

Giulio Einaudi editore


Persone

I visitatori

Claire Zachanassian, nata Wäscher, multimilionaria (Armenian Oil)

I suoi mariti VII-IX

Il maggiordomo

Toby  )

) che masticano gomma

Roby  )

Koby  )

  ) ciechi

Loby  )

I visitati

Ill

Sua moglie

Sua figlia

Suo figlio

Il borgomastro
Il parroco

Il preside

Il medico

Il poliziotto

Il primo

Il secondo

Il terzo

Il quarto

Il pittore

Prima donna

Seconda donna

La signorina Luisa

GLI ALTRI

Capostazione

Capotreno

Controllore

Ufficiale giudiziario

GLI SCOCCIATORI

I giornalista

II giornalista
Radiocronista
Operatore cinematografico

LUOGO

Güllen, una cittadina

TEMPO

Presente

Pausa dopo il secondo atto


ATTO PRIMO

Suono di un campanello di stazione, prima che si levi il sipario. Poi la scritta: Güllen. Evidentemente il nome della piccola cittadina abbozzata nello sfondo, in rovina, cadente. Anche l'edificio della stazione è squallido; sul muro un orario mezzo strappato, un quadro degli scambi arrugginito, porta con la scritta: Vietato l'ingresso. Poi al centro la desolata via della stazione. Anch'essa solo abbozzata. A sinistra una piccola co­struzione, nuda, con tetto di tegole, manifesti a brandelli sul muro privo di finestre. Sulla sinistra un cartello: Donne; a de­stra: Uomini. Il tutto immerso in un bruciante sole d'autunno. Davanti alla casetta, una panca, su cui siedono quattro uomini. Un quinto, che come gli altri è ridotto assai male in arnese, sta scrivendo con vernice rossa su di uno striscione, evidentemente per un corteo: Benvenuta Claretta. Rombo di un espresso che passa a tutta velocità. Davanti alla stazione il capostazione che saluta. Gli uomini sulla panca mostrano, girando la testa da si­nistra a destra, di seguire con lo sguardo il treno che passa.

il primo    La «Gudruna», Amburgo-Napoli.

il secondo Alle undici e ventisette passa l'« Orlando Furio­so») Venezia- Stoccolma.

il terzo L'unico divertimento che ancora ci resta: guardar pas­sare i treni.

il quarto Cinque anni fa, la «Gudruna» e l'«Orlando Furio­so» fermavano a Güllen. Ed anche il «Diplomatico» e la «Loreley», tutti treni espressi di grande importanza.

il primo    D'importanza mondiale.

il secondo Ora non si fermano più neanche gli accelerati. So­lo due da Kaffigen, e quello dell'una e tredici da Kalberstadt.

il terzo    Rovinati.

il quarto    Le officine Wagner fallite.

il primo    Bockmann, bancarotta.

il secondo    Le acciaierie Posto-al-Sole han dovuto chiudere.

il terzo    Viviamo del sussidio di disoccupazione,

il quarto    Della minestra di carità.

il primo    Viviamo?

il secondo    Vegetiamo.

il terzo    Crepiamo.

il quarto    Tutta la città.

Suono di campanello.

il secondo Era proprio ora che arrivasse la miliardaria. A Kalberstadt pare che abbia donato un ospedale.

il terzo    A Kaffigen l'asilo infantile e nella capitale una chiesa.

il pittore E si è fatta fare il ritratto da Zimt, quell'imbrattatele naturalista.

il primo Col denaro che ha. Possiede l'Armenian Oil, le "We­stern Railivays, la North Broadcastmg Company e il quartiere del piacere di Hong Kong.

Rumore di treno, il capostazione saluta. Gli uomini seguono il treno voltando la testa da sinistra a destra.

il quarto    Il «Diplomatico».

il terzo   E pensare che eravamo un centro culturale.

il secondo   Uno dei più importanti nel paese.

il primo    In Europa.

il quarto    Goethe ha pernottato qui. Alla locanda dell'Apo­stolo d'oro.

il terzo    Brahms vi ha composto un quartetto.

Suono di campanello.

il secondo    Berthold Schwarz vi ha inventato la polvere da sparo.

il pittore    E io, un brillante allievo dell'Ecole des Beaux Arts, che cosa mi tocca fare ora? Dipìngere insegne!

Rumore di treno. Da sinistra compare il controllore, come se fosse appena sceso dal treno.

il controllore (con un grido prolungato)    Güllen!

il primo    L'accelerato da Kaffigen.

Ne è sceso un passeggero, passa da sinistra davanti agli uomini sulla panca e sparisce per la porta con la scritta: Uomini.

il secondo    L'ufficiale giudiziario.

il terzo    Va a pignorare il municipio.

il quarto    Anche politicamente siamo rovinati.

il capostazione (alza il disco)    Partenza!

Dalla città vengono il borgomastro, il preside del liceo, il par­roco e III, un uomo di quasi sessantacinque anni, tutti vestiti miseramente,

il borgomastro L'illustre ospite giungerà con l'accelerato del­l'una e tredici da Kalberstadt.

il preside    Canterà il coro misto, il gruppo giovanile.

il parroco Suonerà la campana da incendio. Quella non è an­cora impegnata.

il borgomastro Sulla piazza del mercato suonerà la banda mu­nicipale, e l'associazione ginnica formerà una piramide in onore della miliardaria. Poi un pranzo all'Apostolo d'oro. Purtroppo i fondi non bastano per illuminare il duomo e il municipio stasera.

L'ufficiale giudiziario esce dalla porta con la scritta: Uomini.

l'ufficiale giudiziario  Buon giorno, signor borgomastro. I miei più cordiali saluti.

il borgomastro    Che vuole da noi, signor Glutz?

l'ufficiale giudiziario    Losa già, signor borgomastro. Mi trovo dinanzi a un compito gigantesco. Provi un po' lei a pi­gnorare tutta una città.

il borgomastro    Oltre a una vecchia macchina, da scrivere non troverà niente a! municipio.

l'ufficiale giudiziario    Dimentica il museo regionale di Güllen, signor borgomastro.

il borgomastro    Son già tre anni che è finito in America. Le nostre casse sono vuote. Nessuno che paghi le tasse.

l'ufficiale giudiziario    Il caso va esaminato. L'intero paese prospera, e proprio Güllen, con le acciaierìe Posto-al-Sole, va in rovina.

il borgomastro    Ci troviamo noi stessi dinanzi ad un enigma economico.

il primo    Tutto manovrato dai massoni.

il secondo    Macchinato dagli ebrei.

il terzo    C'è lo zampino dell'alta finanza.

il quarto    Il comunismo internazionale tesse la sua trama.

Suono di campanello.

l'ufficiale giudiziario Qualcosa, con i miei occhi di falco, trovo sempre. Andiamo un po' a vedere nella cassa municipale. (Via).

il borgomastro Meglio che ci saccheggi adesso piuttosto che dopo la visita della miliardaria.

Il pittore ha completato la scritta.

ill Questo non va, borgomastro, la scritta è troppo confiden­ziale. «Benvenuta Claire Zachanassian», bisogna scrivere.

il primo    Ma è Claretta.

il secondo    Claretta Wäscher.

il terzo    Cresciuta qui.

il quarto    Il padre era capomastro.

il pittore Allora scriverò semplicemente; «Benvenuta Claire Zachanassian » sul retro. Se poi la miliardaria è commossa, sia­mo sempre in tempo a voltarla di nuovo.

il secondo    Il «Borsista». Zurigo-Amburgo.

Un altro espresso passa da destra a sinistra.

il terzo    Sempre puntuale, ci si potrebbe regolare l'orologio.

il quarto Ma fammi il piacere; chi di noi ha ancora un orologio?

il borgomastro Signori miei, la miliardaria è la nostra ultima speranza.

il parroco   Dopo Dio.

il borgomastro    Dopo Dio.

il preside    Ma Lui non paga.

il borgomastro Lei era suo amico, Ill, perciò tutto dipende da lei.

il parroco C'è stato un dissapore, a quei tempi, tra di voi. Ho sentito una storia, un po' vaga - non ha niente da confessare al suo parroco?

ill    Eravamo i migliori amici che ci si possa immaginare - giovani e di testa calda - dopo tutto ero un giovanotto in gamba quarantacinque anni fa, signori miei - e lei, la Clara, la rivedo sempre come splendeva nella penombra del fienile dei Peter, o come andava a piedi nudi per il bosco di Konradsweiler tra il muschio e le foglie morte, coi capelli rossi al vento: flessuosa e snella come un giunco, delicata, una streghetta, maledetta­mente bella. La vita ci ha separati, nient'altro che la vita, come appunto capita.

il borgomastro Per il mio discorsetto al pranzo all'Apostolo d'oro dovrei avere alcune precisazioni in merito alla signora Zachanassian. (Cava di tasca un libretto di appunti).

il preside Ho esaminato i vecchi registri di scuola. I voti della Clara Wäscher sono purtroppo veramente scadenti. Anche la condotta. Solo in botanica e zoologia un sufficiente.

il borgomastro (prendendo nota) Bene. Sufficiente in botani­ca e zoologia. Molto bene.

ill Per questo posso aiutarla io, borgomastro. Clara amava la giustizia. Spiccatamente. Una volta venne arrestato un vaga­bondo: Clara prese a sassate il poliziotto.

il borgomastro Amor di giustizia. Non c'è male. Fa sempre effetto. Ma la storia col poliziotto è meglio passarla sotto si­lenzio.

ill Era anche benefica. Divideva con gli altri ciò che possedeva, rubò patate per una povera vedova.

il borgomastro Spirito di beneficenza. Questo, signori miei, devo assolutamente menzionarlo. E' l'essenziale. C'è qualcuno che si ricorda di un edificio costruito da suo padre? Starebbe bene nel discorso.

tutti    Nessuno.

il borgomastro (chiude il libretto) Io per conto mio sarei pronto - il resto è compito di Ill.

ill    Lo so. La Zachanassian deve cacciar fuori i suoi milioni.

il borgomastro    Milioni - questo è proprio il concetto giusto.

il preside    Per noi ci vuole ben altro che un asilo infantile.

il borgomastro Caro Ill, lei è già da molto la personalità di Gullen più benvista. Io lascerò la carica in primavera, e ho già preso contatti con l'opposizione. Ci siamo accordati per pro­porre lei come mio successore.

ill    Ma che dice, signor borgomastro.

il preside    Non posso che confermare la cosa,

ill Signori miei, veniamo al dunque. Innanzi tutto parlerò con Clara della nostra miserabile situazione.

il parroco   Ma con prudenza, con delicatezza.

ill Dobbiamo procedete con intelligenza, con la giusta psico­logia. Già un fallimento dell'accoglienza alla stazione può man­dar tutto all'aria. La banda municipale e il coro misto non ba­stano.

il borgomastro Ill ha ragione. Questo è dopotutto un grande momento. La signora Zachanassian torna a calcare il suolo del suo paese, ritrova la terra natia; commossa, con le lacrime agli occhi, rivede cose intime e care. Io non sarò naturalmente pre­sente In maniche di camicia, come ora, bensì in dignitoso abito nero e cilindro, accanto a me mia moglie, davanti a me le mie due nipotine, vestite tutte di bianco, con le rose. Dio mio, se solo tutto funzionerà al momento giusto!

Suono di campanello.

il primo    L'«Orlando Furioso».

il secondo    Venezia-Stoccolma, ore undici e ventisette.

il parroco Undici e ventisette! Abbiamo quasi due ore per mettere gli abiti da festa.

il borgomastro La scritta «Benvenuta Claire Zachanassian» verrà portata da Kühn e da Hauser. (Indica il quarto) Gli altri è meglio che sventolino il cappello. Ma mi raccomando: non strillate come l'anno scorso con la commissione governativa: non ha fatto effetto, e finora non abbiamo avuto nessuna sovven­zione. Qui non ci vuole una gioia esuberante, ma una gioia in-teriore. quasi un singulto; bisogna immedesimarsi nei senti­menti di chi ritorna alla terra natia. Siate spontanei, cordiali, ma l'organizzazione deve funzionare, la campana da incendio deve attaccare subito dopo il coro misto. Innanzi tutto bisogna fare attenzione...

Il rombo del treno che si avvicina rende incomprensibili le sue parole. Stridio di freni. Tutti i volti esprimono smisurato stupore. Gli uomini sulla panca balzano in piedi.

il pittore    Il rapido!

il primo    Si ferma!

il secondo   A Güllen!

il terzo    Nel più povero...

il quarto    ...pidocchioso...

il primo    ...miserabile buco della linea Venezia-Stoccolma!

il capostazione Le leggi della natura sono abolite. L'« Orlan­do Furioso» deve comparire nella curva di Leuthenau, sfrec­ciare dinanzi a noi, e scomparire, un punto nero, nella piana di Pückenried.

Da destra viene Claire Zachanassian, sessantatreenne, capelli rossi, collare di perle, enormi braccialetti d'oro, abbigliata sfar­zosamente, d'un gusto impossibile, ma proprio per questo gran signora e con una certa grazia nonostante tatto il grottesco. Dietro a lei il seguito, il maggiordomo Boby, forse ottantenne, con occhiali neri, il settimo marito (grande, snello, baffi neri), con un equipaggiamento completo da pesca. Accompagna il gruppo un capotreno eccitato, con berretto rosso e borsa rossa,

claire    È questa Güllen?

il capotreno    Lei ha tirato il segnale d'allarme, signora.

claire    Io tiro sempre i segnali d'allarme.

il capotreno  Protesto. Energicamente. Il segnale d'allarme non va mai tirato In questo paese, anche quando v'è motivo d'allarme. La puntualità dell'orario è il supremo principio. Vuol favorirmi una spiegazione?

claire   Ma sì che siamo a Gullen, Moby. Riconosco quel triste buco. Laggiù il bosco di Konradsweiler, col ruscello in cui potrai pescare trote e lucci, e a destra il tetto del fienile dei Peter.

ill (come risvegliandosi)    Clara.

il preside    La Zachanassian.

tutti    La Zachanassian,

il preside   E il coro misto che non è ancora pronto, il gruppo giovanile!

il borgomastro    I ginnasti, i pompieri!

il parroco    Il sagrestano!

il borgomastro    Manca il mio abito nero, per l'amor del cielo, il cilindro, le nipotine!

il primo    La Claretta Wäscher! La Claretta Wäscher! (Salta su e corre in città).

il borgomastro (gli grida dietro)    Non dimenticare mia moglie!

il capotreno    Attendo una spiegazione. Per motivi di servizio. In nome della direzione delle ferrovie.

claire    Lei è uno stupido. Voglio semplicemente visitare la cittadina. Dovrei forse saltar fuori dal suo rapido in corsa?

il capotreno (cerca disperatamente di mantenere un contegno calmo) Ha fermato l'« Orlando Furioso» solo perché deside­ra visitate Gullen?

claire   Naturalmente.

il capotreno Signora, se desidera visitare Gullen, ebbene, ha a sua disposizione l'accelerato da Kalbemadt delle dodici e quaranta. Come chiunque altro. Arrivo a Gullen, ore tredici e tredici.

claire L'accelerato che ferma a Loken, Brunnhubel, Beisenbach e Leuthenau? Pretende forse che io mi sorbisca mezz'ora di treno da queste parti?

il capotreno    Signora, ciò verrà a costarle caro.

claire   Dagli mille franchi, Boby.

tutti (mormorano)   Mille franchi.

Il maggiordomo dà mille franchi al capotreno.

il capotreno (interdetto)    Signora.

claire   E tremila per la fondazione a favore delle vedove dei ferrovieri.

tutti (mormorano)    Tremila.

Il maggiordomo dà tremila franchi al capotreno.

il capotreno (confuso)    Non esiste una tale fondazione, signora.

claire    Allora ne fondi una.

Il borgomastro sussurra all'orecchio del capotreno.

il capotreno (costernato) Vossignoria è la signora Claire Zachanassian? La prego di perdonarmi. In tal caso la cosa cam­bia naturalmente aspetto. Noi avremmo certamente fermato a Güllen se solo avessimo avuto la più pallida idea... eccole il suo denaro... quattromila... mio Dio...

tutti (mormorano)    Quattromila.

claire    Si tenga quella sciocchezza.

tutti (mormorano)    Si tenga.

il capotreno Desidera vossignoria che l'«Orlando Furioso» aspetti finché lei ha visitato Gullen? La direzione delle ferrovie approverebbe certamente con gioia. II portale del duomo vale la pena di essere visto, a quanto pare. Gotico. Col Giudico Uni­versale.

claire    Se ne vada pure a tutto vapore per la sua strada,.

il settimo marito (con voce piagnucolosa) Ma la stampa, tesoruccio, la stampa non è ancora scesa. I reporter pranzano igna­ri nel vagone ristorante in testa.

claire Lascia che continuino a pranzare, Moby. Per il momen­to non ho bisogno della stampa a Gullen, e dopo non mancherà di venire.

Nel frattempo il secondo cittadino ha portato la giubba nera al borgomastro. Il borgomastro si avanza solennemente verso Claire Zachanassian. Il pittore e il quarto cittadino sollevano in alto la scritta: «Benvenuta Ciaire Zachanassi...» Il pittore non ha fatto a tempo a completarla.

il capostazione (alza il disco)    Partenza!

il capotreno Se solo vossignoria volesse rinunziare a un recla­mo alla direzione delle ferrovie. È stato solamente un malinteso.

Il treno comincia a mettersi in moto. Il capotreno salta a bordo.

il borgomastro Riverita, gentile signora. In qualità di borgo­mastro di Güllen ho l'onore di salutarla, gentile, riverita signo­ra, quale figlia della nostra cittadina...

Il rumore del treno che parte a grande velocità impedisce di udire il resto del discorso del borgomastro, che continua im­perterrito a parlare.

claire La ringrazio per il bel discorso, signor borgomastro (Va verso Ill, che le è venuto incontro un po' imbarazzato).

ill    Clara.

claire    Alfredo. 

ill    È carino che tu sia venuta.

claire Me lo ero sempre ripromesso. Per tutta la mia vita, da quando ho lasciato Gullen.

ill (incerto)    È molto caro da parte tua.

claire    E tu hai anche pensato a me?

ill    Naturalmente. Sempre. Lo sai bene, Clara.

claire Era meraviglioso. Tutti quei giorni che abbiamo passato insieme.

ill (fiero) Proprio. (Al preside) Vede, signor preside, questa l'ho già in pugno,

claire    Chiamami come mi hai sempre chiamata.

ill    La mia gattina selvaggia.

claire (fa le fusa come una vecchia gatta)    E poi, ancora?

ill    La mia piccola maliarda.

claire    E io ti chiamavo la mia pantera nera.

ill    Lo sono ancora.

claire    Stupidaggini. Sei ingrassato. E grigio di capelli, e bevi.

ill    Ma tu sei restata la stessa, piccola maliarda.

claire Macché, Anch'io son diventata vecchia e grassa. E in più ho perso la gamba sinistra. Un incidente automobilistico. Da allora viaggio solo in treni espressi. Ma la protesi è eccellente, non ti pare? (Alza la gonna e mostra la gamba sinistra) Si muove bene.

ill (asciugandosi il sudore dalla fronte) Non me ne sarei mai accorto, gattina.

claire Posso presentarti il mio settimo marito, Alfredo? Pos­siede piantagioni di tabacco. Il nostro matrimonio è felice.

ill    Ma con piacere.

claire Vieni, Moby, fa' un inchino. Veramente si chiama Pedro, ma Moby suona meglio. Si adatta anche meglio a Boby, che è il nome del maggiordomo. Quello dopo tutto lo si ha per tutta la vita, e allora bisogna che i mariti si conformino al suo nome. (Il settimo marito s'inchina). Non è carino coi suoi baffi neri? Ri­fletti, Moby. (Il settimo marito riflette). Di più. (Il settimo ma­rito riflette di più). Ancora di più.

il settimo marito Ma non posso riflettere ancora di più, tesoruccio, proprio non posso.

claire Naturalmente che puoi. Su, prova. (Il settimo Marito riflette ancora di pili. Suono di campanello). Hai visto che ci sei riuscito. Non è vero, Alfredo, che cosi ha un aspetto diabolico? Come un brasiliano. E invece non è vero. È greco-ortodosso. Suo padre era russo. Ci ha sposati un pope. Interessantissimo. E adesso voglio dare un'occhiata intorno, a Gullen. (Esamina la casetta a sinistra con un occhiolino tempestato di gemme) Que­sto gabinetto lo ha costruito mio padre, Moby. Un lavoro ben fatto, eseguito con cura. Da bambina sedevo per ore intere sul tetto e sputavo di sotto. Ma solo sugli uomini.

Nel fondo si sono raccolti frattanto il coro misto e il gruppo gio­vanile. Il preside si fa avanti in cilindro.

il preside Gentile signora, come preside del liceo di Güllen e amante della musa Euterpe, mi permetta di presentarle una schietta canzone popolare, eseguita dal coro misto e dal gruppo giovanile.

claire    Avanti, dia sotto con la sua schietta canzone popolare.

Il preside tira fuori un diapason, dà il la, il coro misto e il grup­po giovanile cominciano a cantare solennemente, ma in quel momento giunge un altro treno da sinistra. Il capostazione sa­luta. Il coro deve lottare contro il rombo del treno, il preside si dispera, finalmente il rumore del treno cessa.

il borgomastro (inconsolabile) La campana d'incendio, biso­gnerebbe far suonare la campana d'incendio!

claire Molto bene, il coro di Gullen. Specialmente quel basso in fuori a sinistra, biondo, con quel grosso pomo d'Adamo, era molto originale.

Attraverso le file del coro misto si fa strada un poliziotto, che si mette sull'attenti davanti a Claire.

il poliziotto Brigadiere di polizia Hahncke, gentile signora. Sono a sua disposizione.

claire (lo squadra) Grazie. Non voglio arrestare nessuno. Ma forse Gullen avrà bisogno di lei. Chiude un occhio, di tanto in tanto?

il poliziotto Eh, certo, signora. Che sarebbe se no di me a Güllen!

claire    Li chiuda piuttosto tutti e due.

Il poliziotto resta un po' interdetto.

ill (ride) E' tutta Clara! Tutta la mia piccola maliarda! (Si dà dei colpi sulle cosce dal ridere).

Il borgomastro si mette in testa il cilindro del preside e pre­senta le sue due nipotine. Gemelle, di sette anni, con le trecce bionde.

il borgomastro Le mie nipotine, gentile signora, Erminia e Adolfina. Manca solo mia moglie. (Si asciuga il sudore).

Le due bambine fanno una riverenza e porgono delle rose ros­se alla Zachanassian.

claire Le mie congratulazioni per le sue mocciosette, borgo­mastro. To'! (Ficca le rose tra le braccia del capostazione).

Il borgomastro dà di nascosto il cilindro al parroco, che se lo mette in testa.

il borgomastro    II nostro parroco, gentile signora.

Il parroco si leva il cilindro e fa un inchino.

claire    Ah, il pastore. Consola i moribondi, lei?

il parroco (meravigliato)    Faccio del mio meglio.

claire    Anche i condannati a morte?

il parroco (sconcertato)    La pena di morte è stata abolita nel nostro paese, gentile signora. claire    Può darsi che venga reintrodotta.

Il parroco, costernato, restituisce il cilindro al borgomastro, che se lo mette di nuovo in testa.

ill (ridendo)  Che magnifiche spiritosaggini, cara la mia gattina selvaggia!

claire Ed ora voglio andare in città. (Il borgomastro fa per porgerle il braccio). Ma che fa, borgomastro, non penserà che io voglia fare dei chilometri a piedi, con la mia protesi.

il borgomastro (spaventato) Subito! Subito! Il medico ha un'automobile. Una Mercedes modello 1932.

il poliziotto (battendo i tacchi) Agli ordini, signor borgoma­stro. La porterò qui d'autorità.

claire Non c'è bisogno. Da quando ho avuto quell'incidente giro soltanto in portantina. Roby e Toby, portatela qua. (Da sinistra vengono due mostri erculei, masticanti gomma, con una portantina. Uno dei due ha una chitarra a tracolla). Due gangster di Manhattan, condannati alla sedia elettrica a Sing-Sing. Graziati su mia intercessione per fungere da portantini. Mi son costati un milione di dollari per ogni intercessione. La portantina viene dal Louvre ed è un regalo del Presidente della Repubblica francese. Un signore affabile, è identico ai suoi ritratti sui giornali. Portatemi in città, Roby e Toby.

i due   Yes, Mam.

claire Ma prima al fienile dei Peter, e poi al bosco di Konradsweiler. Voglio rivedere con Alfredo i luoghi del nostro amore. Portate intanto i bagagli e la bara all'Apostolo d'oro.

il borgomastro (perplesso)    La bara?

claire Ne ho portata una con me. Forse ne avrò bisogno. Avan­ti, Roby e Toby.

I due mostri masticanti gomma portano Claire in città. Il bor­gomastro da un segno, tutti prorompono in applausi, ma ri­mangono interdetti e gli applausi si smorzano quando due fac­chini portano dentro una preziosa bara nera, con cui si avvia­no verso Gullen. Ma in questo momento la campana da incen­dio comincia a suonare.

il borgomastro    Finalmente! La campana da incendio!

La popolazione si accoda alla bara. Seguono le cameriere di Claire Zachanassian con bagagli, e infiniti bauli che vengono portati dalla gente del luogo. Il poliziotto regola il traffico, poi vuole seguire la carovana, ma sopraggiungono da destra ancora due uomini, piccoli, grassi e vecchi, che parlano a voce bassa e si tengono per mano, vestiti con cura.

i due    Siamo a Gullen. Lo si sente, si sente, si sente dall'aria,dall'aria di Gullen.

il poliziotto    E chi siete voi?

i due Apparteniamo alla vecchia signora, apparteniamo alla vec­chia signora. Ci chiama Koby e Loby.

il poliziotto La signora Zachanassian risiede all'Apostolo d'oro.

i due (allegramente)    Siamo ciechi, siamo ciechi.

il poliziotto    Ciechi? Allora vi ci conduco io.

i due    Grazie, signor poliziotto, grazie di cuore.

il poliziotto (sorpreso) Come sapete che sono un poliziotto, se siete ciechi?

i due Dal tono, dal tono, tutti i poliziotti hanno lo stesso to­no di voce,

il poliziotto (sospettoso) Avete fatto le vostre esperienze con la polizia, eh, belli i miei ometti!

i due (meravigliati)    Uomini, ci prende per uomini!

il poliziotto    E che altro siete, per Dio!

i due    Se ne accorgerà, se ne accorgerà!

il poliziotto (interdetto)    Be', almeno sempre allegri.

i due Ci danno cotolette e prosciutto. Tutti i giorni, tutti i giorni.

il poliziotto Allora si che anch'io farei festa. Andiamo, date­mi la mano. Strano spirito che hanno gli stranieri. (Si avvia in città coi due).

i due     Da Boby e Moby, da Roby e Toby!

Cambiamento di scena a sipario levato. La facciata della stazio­ne e del gabinetto spariscono in alto. Interno dell'Apostolo d'o­ro - si può anche calare dall'alto un'insegna di locanda, una ve­nerabile figura dorata d'apostolo, un emblema che rimane so­speso a mezz'aria. Lussuosità logora. Tutto è consumato, pol­veroso, rotto, puzzolente, ammuffito, Io stucco si è sbriciolato. Processioni di gente che porta dentro, e poi porta su, prima una gabbia e poi il bagaglio. Il borgomastro e il preside siedono da­vanti a destra e bevono grappa.

il borgomastro Bauli, nient'altro che bauli, a mucchi; e pri­ma hanno portato su in una gabbia una pantera, una belva tut­ta nera.

il preside La bara l'ha fatta portare in una stanza speciale. Strano.

il borgomastro Le signore di gran classe hanno i loro capricci.

il preside    Pare che voglia fermarsi un bel po'.

il borgomastro Meglio. Ill la tiene in pugno. Gattina selvag­gia, piccola maliarda, l'ha chiamata. Ne caverà milioni. Alla sua salute, preside. Che Claire Zachanassian risani Bockmann.

il preside    Le officine Wagner.

il borgomastro Le acciaierie Posto-al-Sole. Se quelle si rimet­tono, tutto si rimette, il comune, il liceo, il benessere pubblico.

Brindano.

il preside Da più di vent'anni correggo i compiti di latino e gre­co degli studenti diGullen, ma che cosa sia un terrore sacro, si­gnor borgomastro, l'ho imparato solo un'ora fa. Una cosa rac­capricciante, com'è scesa dal treno,la vecchia, tutta vestita di nero. A me sembra una Parca, una dea greca del destino. Do­vrebbe chiamarsi Cloto. non Claire: si direbbe proprio che sappia filare i fili della vita,

Il poliziotto entra, appende il casco ad un gancio.

il borgomastro    Si sieda qui con noi, brigadiere.

il poliziotto (si siede con loro) Non c'è gusto a far servizio in questo buco. Ma ora questa rovina rifiorirà. Ero proprio adesso con la miliardaria e col negoziante Ill nel fienile dei Peter. Una scena commovente. Tutti e due pieni di raccoglimento, come in chiesa. Ero imbarazzato a star li. E infatti mi sono allon­tanato quando sono andati nel bosco di Konradsweiler. Una vera processione. Davanti la portantina, accanto Ill, e dietro il maggiordomo e il suo settimo marito con la canna da pesca.

il preside    Una divoratrice d'uomini. Una seconda Laide.

il poliziotto    Poi due piccoletti grassi. Dio sa che roba è.

il preside    Sinistri. Sorti dall'Orco.

il borgomastro Mi domando che cosa vanno a cercare nel bo­sco di Konradsweiler.

il poliziotto La stessa cosa che nel fienile dei Peter, borgoma­stro. Tornano a rivedere i luoghi dove la loro passione - come dire? - divampò.

il preside Di ardente fiamma! Si è spinti a pensare a Shakespeare. Romeo e Giulietta. Signori miei, sono commosso. Per la prima volta, sento spirare in Gullen un soffio di grandiosità classica.

il borgomastro Innanzi tutto brindiamo al nostro caro Ill, che si sta sforzando in tutti i modi di migliorare la nostra sorte. Signori, alla salute del cittadino più benvoluto di Gullen, del mio successore!

L'apostolo della locanda sparisce di nuovo verso l'alto. Da si­nistra vengono i quattro cittadini con una panca di legno, sen­za schienale, che posano a sinistra. Il primo sale in piedi sulla panca, con un grande cuore di cartone appeso al collo su cui so­no le lettere A C. Gli altri si dispongono a semicerchio intorno a lui, stendono dei rami e rappresentano degli alberi.

il primo    Siamo pini, querce, faggi.

il secondo    Siamo abeti verde scuri.

il terzo    Muschi siam, edera densa.

il quarto    Sottobosco pien di volpi.

il primo   Nubi in voi, gridi d'uccello.

il secondo    Vera selva di Germania.

il terzo    Funghi siam, timidi daini.

il quarto    Fronde mosse, antichi sogni.

Dal fondo vengono i due mostri masticanti gomma, con Claire Zachanassian nella portantina, e accanto a lei Ill. Segue il setti­mo marito, e sul fondo il maggiordomo, che conduce per mano i due ciechi.

claire   Il bosco di Konradsweiler. Fermatevi, Roby e Toby.

i due «echi    Fermatevi, Roby e Toby, fermatevi, Boby e Moby.

claire (scende dalla portantina, contempla il bosco) Il cuore coi nostri nomi, Alfredo. Quasi cancellati e sformati. L'albero è cresciuto, il tronco e i rami son divenuti grossi come noi stessi. (Va verso gli altri alberi) Un veto boschetto tedesco. E tanto tempo che non andavo pili nel bosco della mia giovinezza, che non vagabondavo tra le fronde, tra l'erba violetta. Ficcatevi tra i cespugli con la vostra portantina, masticatori di gomma: non ho voglia di vedete eternamente le vostre grinte. E tu, Moby, avviati verso destra, al ruscello ed ai tuoi pesci. (I due mostri, con la portantina, via a sinistra. Il settimo marito va a destra. Claire si siede sulla panca) Guarda, un daino.

Il terzo cittadino corre via.

ill La caccia è proibita, di questa stagione. (Sì siede accanto a lei).

claire Su questo masso ci siamo baciati. Oltre quarantacinque anni fa. Ci siamo amati sotto questi cespugli, sotto questo fag­gio, tra i funghi rossi, nel muschio. Io avevo diciassette anni, e tu non ne avevi compiuti venti. Poi tu hai sposato Madide Blumhard con la sua merceria ed io il vecchio Zachanassian coi suoi miliardi d'Armenia. Mi ha trovata in un bordello d'Amburgo. I miei capelli rossi lo avevano attratto, il vecchio mosco­ne d'oro.

ill   Giara!

claire    Un Henry Clay, Boby.

i due ciechi    Un Henry Clay, un Henry Clay.

Il maggiordomo viene dal fondo, le porge un sigaro, glielo accende.

claire Mi piace un buon sigaro. Veramente dovrei fumare quel­li di mio marito, ma non ci ho fiducia.

ill    E' stato per amor tuo che ho sposato Matilde Blumhard.

claire    Era ricca.

ill    Tu eri giovane e bella. L'avvenire era tuo. Volevo la tua felicità. E allora ho rinunciato alla mia.

claire    Ora l'avvenire è arrivato.

ill    Se rimanevi qui, oggi eri rovinata come me.

claire    Sei rovinato?

ill    Un bottegaio fallito in una cittadina fallita.

claire    Ora son io che ho denaro.

ill    Io vivo in un inferno, da quando sei partita da me.

claire    Ed io sono diventata l'inferno.

ill Non faccio che litigare con la mia famiglia, che mi rinfaccia tutti i giorni la nostra miseria.

claire    Matilde non ti ha reso felice?

ill    L'essenziale è che sia felice tu.

claire    E i tuoi figli?

ill    Non hanno il senso dell'ideale.

claire    Verrà, non temere.

Ill tace. I due han gli occhi fissi nel bosco della loro giovinezza.

ill Faccio una vita ridicola. Non sono neanche mai stato vera­mente fuori di qui. Un viaggio a Berlino e uno nel Ticino, ecco tutto.

claire    E a che pro. Lo conosco io il mondo.

ill    Perché hai sempre potuto viaggiare.

claire    Perché mi appartiene.

Lui tace e lei fuma.

ill    Tutto cambierà, adesso.

claire    Certamente.

ill (con ansia)    Ci aiuterai?

claire    Non pianto in asso il paese della mia gioventù.

ill    Abbiamo bisogno di milioni.

claire    Una sciocchezza.

ill (entusiasta) Gattina selvaggia! (Commosso, le dà un colpo sulla coscia sinistra e ritrae la mano con espressione di dolore).

claire Fa male. Hai picchiato su una cerniera della protesi. (Il primo cava di tasca una vecchia pipa e una chiave arruggi­nita, e batte con la chiave sulla pipa). Un picchio.

ill E' tutto come una volta, quando eravamo giovani e audaci, e andavamo per il bosco di Konradsweiler, nei giorni del nostro amore. Il sole alto sugli abeti, un disco splendente. Corse di nu­vole in lontananza; e il richiamo del cuculo sperduto nella selva.

il quarto    Cucù! Cucù!

ill (tasta il primo) La freschezza del legno e il vento nelle fron­de, uno stormire come la risacca del mare. Come una volta, tut­to come una volta. (I tre che rappresentano gli alberi soffiano, agitano le braccia). Se solo il fluire del tempo fosse sospeso, mia piccola maliarda, se solo la vita non ci avesse divisi.

claire    Lo vorresti?

ill Questo, e nient'altro. Lo sai che ti amo! (Bacia la sua ma­no destra) E' sempre la stessa mano bianca e fredda.

claire    Errore. Un'altra protesi. Avorio.

Ill lascia andare la mano, inorridito.

ill    Clara, sei tutta una protesi?

claire    Quasi. Son caduta con un aereo nell'Afganistan. Fui la sola a trascinarmi fuori dai rottami. Anche l'equipaggio era morto, ma me non mi si uccide.

i due ciechi    Non si uccide, non si uccide.

Musica di banda, in toni solenni. L'apostolo della locanda ri­discende dall'alto. Gli abitanti di Gullen portano dentro tavo­li dalle tovaglie sbrindellate. Posate, pietanze, un tavolo al cen­tro, uno a destra e uno a sinistra, paralleli al pubblico. Il par­roco viene avanti dal fondo. Altri abitanti del paese entrano a frotte, tra cui uno in costume da ginnasta. Ricompaiono il bor­gomastro, il preside, il poliziotto. La popolazione applaude. Il borgomastro si avvicina alla panca su cui siedono Claire Zachanassian e Ill; gli alberi sono ridiventati cittadini e sono an­dati sul fondo.

il borgomastro Il grande applauso è per lei, riverita, gentile signora.

claire  È per la banda municipale, borgomastro. Suona ottimamente, e la piramide dell'associazione di ginnastica, poco fa, era meravigliosa. Mi piace veder gli uomini in maglietta e cal­zoncini. Hanno un aspetto cosi naturale.

il borgomastro Posso accompagnarla a tavola? (Conduce Clai­re Zachanassian al tavolo centrale, le presenta sua moglie) Mia moglie.

claire (osserva la moglie coll'occhialetto) Annetta Dummermuth, la nostra prima della classe.

il borgomastro (le presenta un'altra donna, smunta e inacidi­ta come sua moglie)  La signora Ill.

claire Tildina Blumhard. Mi ricordo come facevi la posta ad Alfredo dietro la porta del negozio. Sei divenuta magra, e an­che pallida, mia cara.

Da destra entra di furia il medico, cinquantenne, tozzo e massic­cio, con i baffi, capelli neri irsuti, cicatrici di duelli in faccia, vec­chio frac.

il medico Ho fatto ancora a tempo con la mia vecchia Mercedes.

il borgomastro    Il dottor Nüsslin, il nostro medico.

claire (esamina coll'occhialetto il medico, che le bacia la mano) Interessante. Lei compila i certificati di morte?

il medico (sorpreso)    Certificati di morte?

claire    Se qualcuno muore.

il medico Certamente, gentile signora. È il mio dovere. Disposizione dell'autorità.

claire    La prossima volta scriva paralisi cardiaca.

ill (ridendo)    Magnifica questa, veramente magnifica!

claire (pianta in asso il medico ed osserva il ginnasta in magliet­ta) Rifaccia un po' gli esercizi di ginnastica. (Il ginnasta flet­te le ginocchia, oscilla le braccia). Magnifici, questi muscoli. Ha mai strangolato qualcuno, con la forza che ha?

il ginnasta (a ginocchia piegate, congelato dallo stupore) Strangolato?

claire Oscilli ancora una volta le braccia indietro, e se ne vada in verticale poggiata.

ill (ridendo) Che spirito brillante che ha Clara! C'è da morir dal ridere, con le sue battute!

il medico (ancora sgomento) Non so. Scherzi simili mi met­tono il brivido nelle ossa.

ill (a parte)    Ha promesso milioni!

il borgomastro (boccheggiando)    Milioni?

ill    Milioni.

il medico    Accidenti.

claire (voltando la schiena al ginnasta)    Ho fame, borgomastro.

il borgomastro Aspettiamo soltanto suo marito, gentile signora,

claire    Non c'è bisogno di aspettare. Lui pesca, e io divorzio.

il borgomastro    Divorzia?

claire Anche Moby sarà sorpreso. Sposo un attore cinematografico tedesco.

il borgomastro Ma lei aveva detto che il suo matrimonio era felice!

claire Tutti i miei matrimoni sono felici. Ma era un mio sogno di gioventù sposarmi nel duomo di Gullen. E i sogni di gioven­tù vanno realizzati. Sarà una cosa solenne.

Tutti si siedono. Claire prende posto fra il borgomastro e Ill. Accanto a Ill la signora Ill. accanto al borgomastro sua moglie. A destra a un altro tavolo il preside, il parroco e il poliziotto, a sinistra i quattro cittadini. Altri ospiti d'onore e rispettive mo­gli nel fondo, dove risplende lo striscione: «Benvenuta Claretta». Il borgomastro si alza in piedi, raggiante, col tovagliolo già intorno al collo, e batte sul suo bicchiere.

il borgomastro Gentile signora, cari cittadini di Gullen. So­no ormai quarantacinque anni da che Ella ha lasciato la nostra cittadina che, fondata dal Principe Elettore Hasso il Nobile, si stende ridente tra il bosco di Konradsweiler e la pianura di Pückenried. Quarantacinque anni, oltre quattro decenni, un lun­go lasso di tempo. Molte cose sono avvenute nel frattempo, mol­te cose amare. Triste è stato il destino del mondo, triste il no­stro. Ma lei, gentile signora, la nostra Claretta... (applausi) ...non l'abbiamo mai dimenticata. Né lei, né la sua famiglia. La madre, magnifica, il ritratto stesso della salute... (Ill gli sussurra qualcosa) ...purtroppo strappataci troppo presto da una tubercolosi polmonare, il padre così alla buona e benvo­luto, che costruì accanto alla stazione un edificio assai frequen­tato... (Ill gli sussurra qualcosa) ...assai notato dai compe­tenti e dal pubblico, sono ancor vivi nella nostra memo­ria, come i migliori, i più valenti tra noi. E lei poi, genti­le signora, quando correva, piccola monella dai riccioli bion­di... (Ill gli sussurra qualcosa) ... rossi, per i nostri vicoli oggi purtroppo decaduti, chi non la conosceva? Già allora tutti su­bivano il fascino della sua personalità, presentivano la sua asce­sa alle più vertiginose vette dell'umanità. (Tira fuori il suo taccuino) Indimenticata è rimasta tra noi. Veramente. La sua bravura a scuola viene ancor oggi citata a modello dagli inse­gnanti, poiché lei era eccezionale; particolarmente nella mate­ria più importante, botanica e zoologia, come espressione del sentimento umano che lei aveva per tutte le creature, per chiun­que avesse bisogno di protezione. Il suo amore di giustizia e il suo spirito di beneficenza destarono già allora l'ammirazione di vasti strati della popolazione. (Vìvissimi applausi). La no­stra Claretta aveva infatti procurato dei viveri a una povera vedova, comprandole delle patate con il poco denaro che fati­cosamente si guadagnava presso i vicini e preservandola cosi dall'inedia; questo per citare solo uno dei suoi gesti di genero­sità. (Vivissimi applausi). Gentile signora, cari abitanti di Güllen, i teneri germogli di attitudini così confortanti si sono svi­luppati vigorosamente, la monella dai riccioli rossi si è fatta una donna che riversa su tutto il mondo la sua beneficenza: si pensi solo alle sue opere sociali, ai suoi centri di maternità e alle sue cucine gratuite, ai suoi aiuti agli artisti e ai suoi asili infantili, e così vorrei gridare a colei che è tornata tra noi: Viva, viva, viva!

Applausi.

claire (si alza in piedi) Borgomastro, abitanti di Gullen. La vo­stra gioia disinteressata per la mia visita mi commuove, A onor del vero, io ero una bambina un po' diversa da come ap­paio nel discorso del borgomastro, a scuola venivo picchiata, e le patate per la vedova Boll le ho rubate, insieme ad Ill, non per salvare la vecchia ruffiana dalla morte per fame, ma per stare una volta tanto in letto insieme ad Ill, più comodi che nel bosco di Konradsweiler o nel fienile dei Peter. Per apportare tuttavia il mio contributo alla vostra gioia desidero subito di­chiarare che sono pronta a donare un miliardo a Gullen. Cin­quecento milioni alla città e cinquecento milioni suddivisi fra ogni singola famiglia.

Silenzio di morte.

il borgomastro (balbettando)    Un miliardo!

Tutti restano ancora in silenzio.

claire    Ad una condizione.

Tutti prorompono in un giubilo indescrivibile. Si mettono a ballare; salgono sulle sedie, il ginnasta fa esercizi, ecc. Ill, en­tusiasta, si dà pugni sul petto.

ill Claretta! Grandiosa! Impagabile. Da far i salti di gioia! Proprio tutta la mia piccola maliarda! (La bacia).

ilborgomastro Ad una condizione, ha detto, gentile signora. Posso sapere a che condizione?

claire  Vi dirò a che condizione. Vi do un miliardo, e in com­penso mi compro la giustizia.

Silenzio di morte.

il borgomastro Come dobbiamo intendere le sue parole, gentile signora?

claire    Come ho detto.

il borgomastro    La giustizia non si può comprare!

claire   Tutto si può comprare.

il borgomastro    Continuo a non capire.

claire    Fatti avanti, Boby.

Il maggiordomo viene da destra al centro fra i tre tavoli, e si toglie gli occhiali scuri.

maggiordomo    Non so se qualcuno tra voi mi riconosce.

il preside    Il giudice Hofer.

maggiordomo Esattamente. Il giudice Hofer. Quarantacinque anni fa ero giudice a Güllen e arrivai poi alla corte d'appello di Kaffigen, finché, sono ormai venticinque anni, la signora Zachanassian mi propose di entrare al suo servizio come maggior­domo. Ho accettato. Una carriera forse un po' strana per un laureato, ma la remunerazione offerta era così eccezionale...

claire    Al fatto, Boby.

maggiordomo Come avete udito, la signora Claire Zachanassian offre un miliardo e in compenso vuole giustizia. In altri termini: la signora Claire Zachanassian offre un miliardo se riparate l'ingiustizia che è stata fatta alla signora Zachanassian a Güllen. Signor Ill, per favore. ill (si alza, pallido, spaventato e meravigliato insieme)    Che vuole da me?

maggiordomo    Venga avanti, signor Ill.

ill    Come vuole. (Viene davanti al tavolo di destra; ride imbarazzato; alza le spalle). maggiordomo    Fu nell'anno 1910. Io ero giudice a Gullen e dovevo giudicare una causa di paternità. Claire Zachanassian, allora Clara Wäscher, accusò lei, signor Ill, di essere il padre del suo bambino. (Ill tace). Lei negò la paternità, signor Ill. Aveva portato due testimoni.

ill    Storie vecchie. Ero giovane e sventato.

claire    Roby e Toby, conducete qui Koby e Loby.

I due mostri masticanti gomma conducono in mezzo alla scena i due eunuchi ciechi, che si tengono allegramente per mano.

i due    Eccoci qua, eccoci qua!

maggiordomo    Riconoscete i due, signor Ill?

Ill tace.

i due    Siamo Koby e Loby, siamo Koby e Loby.

ill   Non li conosco.

i due    Siamo cambiati, siamo cambiati.

maggiordomo    Dite i vostri nomi.

il primo    Iacopo Hühnlein, Iacopo Hühnlein.

il secondo    Luigi Sparr, Luigi Sparr.

maggiordomo    Dunque, signor Ill.

ill    Non so niente di loro.

maggiordomo Iacopo Hühnlein e Luigi Sparr, riconoscete voi il signor Ill?

i due    Siamo ciechi, siamo ciechi.

maggiordomo    Lo riconoscete dalla sua voce?

i due    Dalla sua voce, dalla sua voce.

maggiordomo Nel 1910 io ero il giudice e voi eravate i testi­moni. Che cosa avete giurato davanti al tribunale di Gullen, Iacopo Hühnlein e Luigi Sparr?

i due Che eravamo andati a letto con Clara, che eravamo an­dati a letto con Clara.          

maggiordomo    Questo avete giurato, dinanzi a me, dinanzi al tribunale, dinanzi a Dio. Era la verità?

i due  Abbiamo giurato il falso, abbiamo giurato il falso.

maggiordomo    Perché, Luigi Sparr e Iacopo Hühnlein?

i due   Ill ci ha corrotti, Ill ci ha corrotti.

maggiordomo    In che modo?

i due    Con un litro di grappa, con un litro di grappa.

claire     Raccontate ora quel che ho fatto con voi, Koby e Loby.

maggiordomo    Raccontate.

i due    La signora ci fece cercare, la signora ci fece cercare.

maggiordomo    Così è, Claire   Zachanassian vi fece cercare. In tutto il mondo. Iacopo Hühnlein era emigrato in Canada e Luigi Sparr in Australia. Ma essa vi trovò. Che fece allora con voi due?

i due    Ci ha dati a Toby e Roby. Ci ha dati a Toby e Roby.

maggiordomo    E che vi han fatto Toby e Roby?

i due    Castrati e accecati, castrati e accecati.

maggiordomo    Questa è la storia: un giudice, un accusato, due testimoni, un verdetto errato nel 1910. Non è così, accusatrice?

claire (si alza in piedi)    È così.

ill (batte il piede in terra)     É tutto in prescrizione, ormai! Una vecchia storia, una stupidaggine!

maggiordomo    Che ne fu del bambino, accusatrice?

claire (a bassa voce)    È vissuto un anno.

maggiordomo    Che ne fu di lei?

claire    Divenni una puttana.

maggiordomo    Perché?

claire    Il verdetto del tribunale mi aveva resa tale.

maggiordomo    Ed ora vuole giustizia, Claire Zachanassian?

claire    Me lo posso permettere. Un miliardo per Gullen, se qualcuno uccide Alfredo Ill.

Silenzio di morte.

la signora ill (si precipita verso Ill, gli si avvinghia)    Alfredo!

ill Piccola maliarda! Non puoi pretendere una cosa simile! La vita, è andata oltre da un pezzo!

claire La vita è andata oltre, ma io non ho dimenticato niente, Ill. Né il bosco di Konradsweiler, né il fienile dei Peter, né la camera da letto della vedova Boll, né il tuo tradimento. Ora siamo vecchi ambedue, tu ormai miserabile ed io dilaniata dai coltelli dei chirurghi, ed ora voglio la resa dei conti: tu hai scelto la tua vita e costretto me nella mia. Tu volevi che il fluire del tempo venisse sospeso, or ora, nel bosco della nostra gioventù, pieno di passato. Ora io l'ho sospeso, ed ora voglio giustizia, giustizia per un miliardo.

il borgomastro (si alza in piedi, pallido, dignitoso) Signora Zachanassian: siamo ancora in Europa, non siamo ancora dei pagani. Rifiuto l'offerta in nome della città di Gullen. In nome dell'umanità. Piuttosto vivremo poveri che macchiati di sangue.

Applausi fragorosi.

 

claire    Attenderò.


ATTO SECONDO

La cittadina, soltanto abbozzata. Nello sfondo l'albergo dell'A­postolo d'oro. Dall'esterno. Facciata in stile liberty molto mal­ridotta. Balcone. A destra un'insegna: Alfred Ill, Generi Vari. Sotto di essa, un bancone di bottega sporco, e dietro imo scaf­fale con vecchie mercanzie. Quando qualcuno entra per l'im­maginaria porta del negozio, risuona una fioca campanella. A sinistra una scritta: Polizia. Sotto, un tavolo di legno con un telefono. Due seggiole. È mattina. Roby e Toby, masticando gomma, vengono da sinistra portando corone e fiori come per un funerale, attraversano la scena ed entrano nell'albergo in fondo. Ill li sta a guardare dalla finestra. La figlia in ginocchio sta lavando il pavimento. Il figlio si mette in bocca una sigaretta.

ill    Corone.

il figlio    Ogni mattina le portano su dalla stazione.

ill    Per la bara vuota all'Apostolo d'oro.

il figlio    Non fa paura a nessuno.

ill La città è dalla mia parte. (Il figlio accende la sigaretta). E la mamma, non scende per la colazione?

la figlia    Ha detto che resta di sopra, che è stanca.

ill Avete una buona madre, figlioli. Veramente. Bisogna pro­prio che lo dica. Una buona madre. Resti pure a letto, deve ri­guardarsi. Vuol dire che noi faremo colazione insieme: uova e una scatola di prosciutto americano. Ci tratteremo bene. Come ai tempi in cui le acciaierie Posto-al-SoIe ancora prosperavano.

il figlio    Devi scusarmi. (Spegtte la sigaretta).

ill    Non vuoi mangiare con noi, Carlo?

il figlio Vado alla stazione. Un operaio è ammalato Forse han-no bisogno di un rimpiazzo.

ill Lavorare sulla ferrovia col sole cocente non è un'occupazione per il mio ragazzo.

il figlio    Meglio che nessuna. (Se ne va).

la figlia (si alza)    Anch'io esco, papà.

ill Anche tu. Guarda un po'. E dove va, se è lecito chiedete, si­gnorina figlia?

la figlia All'ufficio di collocamento. Forse c'è un posto libero. (Esce).

ill  (commosso, si soffia il naso nel fazzoletto) Buoni figlioli, bravi figlioli.

Dal balcone giungono alcuni accordi di chitarra.

la voce di claire    Passami la mia gamba sinistra, Boby.

la voce del maggiordomo    Non riesco a trovarla.

la voce di claire    È sul comò, dietro ai fiori per il fidanzamento.

Da Ill entra un cliente: il primo cittadino.

ill    Buon giorno, Hofbauer.

il primo    Sigarette.

ill    Le solite?

il primo   No, le verdi.

ill    Son. più care.

il primo    Metta in conto.

ill Perché è lei, Hofbauer, e perché dobbiamo sostenerci a vicenda.

il primo    C'è qualcuno che suona la chitarra.

ill    Uno dei gangster di Sing-Sing.

 

Dall'albergo escono i due ciechi, portando lenze ed altri attrezzi da pesca.

i due    Felice mattinata, Alfredo, felice mattinata.

ill    Che il diavolo vi porti,

i due Andiamo a pescare, andiamo a pescare. (Escono da sinistra).

il primo    Vanno al torrente di Gullen.

ill    Con le lenze del settimo marito.

il primo    Pare che abbia perso le sue piantagioni di tabacco.

ill    Ora sono anche quelle della miliardaria.

il primo In compenso ci sarà uno sposalizio spettacolare col suo ottavo. Ieri han festeggiato il fidanzamento.

Sul balcone in fondo compare Claire Zachanassian, In veste da camera. Muove la mano destra, la gamba sinistra. Il tutto ac­compagnato magari da singoli accordi di chitarra, che sottolinee­ranno in seguito queste scene sul balcone, un po' come nei reci­tativi d'opera; secondo il senso dei testi, ora valzer, ora brani di vari inni nazionali, ecc.

claire Eccomi rimontata. Il motivo popolare armeno, Roby. (Una melodia di chitarra). Il pezzo preferito di Zachanassian. Lo voleva sentir sempre, ogni mattina. Era un uomo di stampo classico, il vecchio colosso della finanza, con la sua sterminata flotta di petroliere, le scuderie, i miliardi. Allora sì che valeva ancora la pena di sposarsi. Un grande maestro, ne sapeva una più del diavolo. Alla sua scuola ho imparato tutto.

Due donne entrano nel negozio. Danno a Ill i bidoncini del latte.

la prima donna    Latte, signor Ill.

la seconda donna   Ecco il mio bidoncino, signor Ill.

ill   Buon giorno a loro. Un litro di latte per una. (Apre un bi­done e fa per versare il latte).

la prima donna    Latte non scremato, signor Ill.

la seconda donna    Due litri di latte non scremato, signor Ill.

ill    Latte non scremato. (Apre un altro bidone, versa il latte).

claire (contempla il mattino attraverso l'occhialetto) Un bel mattino d'autunno. Una lieve nebbia nelle stradette, come un fumo argenteo; e sopra, un cielo azzurro viola come lo dipin­geva il conte Holk, il mio terzo, il ministro degli esteri, che in ferie si occupava di pittura. Che schifo i suoi quadri! (Si siede con precauzione) Tutto nel conte era schifoso.

la prima donna    E burro. Duecento grammi.

la seconda donna    E pane bianco. Due chili.

ill    Complimenti per l'eredità, signore mie,

le due donne    Metta in conto.

ill    Tutti per uno, uno per tutti.

la prima donna    E ancora cioccolata per due franchi e venti,

la seconda donna    Per quattro franchi e quaranta.

ill    Anche questi in conto?

la prima donna    Anche.

la seconda donna    La cioccolata la mangiamo qui, signor Ill.

la prima donna    Qui da lei si sta meglio, signor Ill.

Si siedono in fondo al negozio e mangiano cioccolata.

claire Un Winston. Voglio provare una volta tanto la marca del mio settimo marito, ora che è divorziato; il povero Moby con la sua passione per la pesca. Sarà triste sull'espresso per il Portogallo.

Il maggiordomo le porge un sigaro, glielo accende.

il primo    Eccola là sul balcone che fuma il sigaro.

ill    Sempre marche carissime.

il primo Dovrebbe vergognarsi, di fronte a una umanità impoverita.

claire (fumando)    Strano. È discreto.

ill Ha fatto male i conti. Sono un vecchio peccatore, Hofbauer; chi non!o è? È stata una brutta ragazzata, quella che le ho fat­to. Ma quando tutti hanno rifiutato l'offerta, gli. abitanti di Gullen, là all'Apostolo d'oro, unanimi, nonostante la miseria, è stata la più bella ora della mia vita.

claire   Whisky, Boby. Liscio.

Arriva un altro cliente (il secondo cittadino) miserabile e lacero come tutti quanti.

il secondo    Buon giorno. Farà caldo, oggi.

il primo    Il tempo si mantiene al bello.

ill Quanti clienti che ho, stamane. Prima non c'era mai nessuno, ed ora da qualche giorno è un'invasione.

il primo È perché siamo con lei, col nostro Ill. Irrevocabilmente.

le due donne (mangiando cioccolata) Irrevocabilmente, signor Ill, irrevocabilmente.

il secondo    Dopo tutto sei la personalità più benvoluta.

il primo    La più importante.

il secondo    In primavera sarai eletto borgomastro.

il primo    Sicurissimo.

le due donne (cangiando cioccolata) Sicurissimo, signor Ill, sicurissimo.

il secondo    Una bottiglia.

        

Ill prende una bottiglia dallo scaffale. Il maggiordomo serve il whisky.

claire    Sveglia il nuovo. Non mi piace che i miei mariti dormano così a lungo.

ill   Tre franchi e dieci.

il secondo   Non di quello.

ill   È quello che bevevi sempre.

il secondo    Cognac.

ill    Costa venti e trentacinque. Non può permetterselo nessuno.

il secondo    Bisogna pur concedersi qualche piccolo piacere.

Sulla scena passa a precipizio una ragazza semisvestita, con Toby dietro.

la prima donna (mangiando cioccolata) È uno scandalo, come si comporta la Luisa.

la seconda donna (mangiando cioccolata) E pensare che è fidanzata con quel musicista biondo di via Bertold Schwarz.

ill (prende giù il cognac)    Ecco.

il secondo    E tabacco da pipa.

ill    Va bene.

il secondo   Estero.

Ill si mette a fare il conto. Sul balcone compare l'ottavo mari­to, attore cinematografico, alto, snello, baffi rossi, in veste da camera. Può essere interpretato dallo stesso attore che inter­preta il settimo marito.

l'ottavo marito Dolcezza, non è magnifico? La nostra prima colazione da fidanzati. Come un sogno. Un piccolo balcone, un tiglio che stormisce, una fontana del municipio che scroscia, al­cune galline che traversano il selciato di corsa, da qualche parte massaie ciarliere con le loro piccole preoccupazioni, e dietro ai tetti il campanile del duomo!

claire Siediti, Hoby, non parlare. Il paesaggio me lo vedo da me, e pensare non è il tuo forte.

il secondo    Adesso c'è anche il marito, lassù.

la prima donna (mangiando cioccolata)    L'ottavo.

la seconda donna (mangiando cioccolata)    Un bell'uomo, un attore cinematografico. Mia figlia lo ha visto che faceva il cac­ciatore di frodo in un film.

la prima donna    E io l'ho visto fare il prete.

L'ottavo marito bacia Claire Zachanassian. Accordo di chitarra.

il secondo Col denaro si può proprio aver tutto. (Sputa in terra).

il primo   Non da noi. (Batte il pugno sul tavolo).

ill    Ventitré e ottanta.

il secondo    Mettilo in conto.

ill Per questa settimana farò un'eccezione, ma guarda di pagar­mi il primo del mese, quando ti tocca il sussidio di disoccupa­zione. (Il secondo fa per uscire). Helmesberger! (Il secondo si ferma. Ill gli si avvicina) Tu hai delle scarpe nuove. Scarpe gialle nuove.

il secondo    Ebbene?

ill (guarda i piedi del primo) Anche tu, Hofbauer. Anche tu hai delle scarpe nuove. (Guarda le donne, si avvicina loro, len­tamente, invaso dall'orrore) Anche voi. Scarpe gialle nuove. Scarpe gialle nuove.

il primo    Non vedo che ci trovi di strano.

il secondo Non si può tirare avanti eternamente con le scarpe vecchie.

ill Scarpe nuove. Come avete fatto a comprare delle scarpe nuove?

le due donne L'abbiam fatte mettere in conto, signor Ill, l'abbiam fatte mettere in conto.

ill L'avete fatto mettere in conto. Anche da me l'avete fatto mettere in conto. Tabacco migliore, latte migliore, cognac. Co­me mai avete credito nei negozi, così ad un tratto?

il secondo    Anche da te abbiamo credito.

ill Con cosa volete pagare? (Silenzio. Ill prende a tirare le mer­ci addosso ai clienti. Tutti fuggono). Con cosa volete pagare? Con cosa volete pagare? Con che cosa? Con che cosa? (Si pre­cipita verso il fondo).

l'ottavo marito    Chiasso nella cittadina.

claire    Vita di provincia.

l'ottavo marito Sembra che accada qualcosa nel negozio là sotto.

claire    Litigheranno per il prezzo della carne.


        

Un sonoro accordo di chitarra. L'ottavo marito salta su, spaventato.

l'ottavo marito Per l'amor del cielo, dolcezza! Non hai sentito?

claire    La pantera nera. Soffiava.

l'ottavo marito (sorpreso)    Una pantera nera?

claire Dal pascià di Marrakesh. Un regalo. Sta passeggiando nel salone accanto. Una grande gattina cattiva dagli occhi lu­centi. Le sono molto affezionata. (Al tavolo a sinistra si met-te ora a sedere il poliziotto. Beve birra. Parla lentamente e pesando le parole. Ill viene avanti dal fondo). Puoi servire, Boby.

il poliziotto Che desidera, Ill? Si sieda. (Ill resta in piedi). Lei trema.

ill    Chiedo l'arresto di Claire Zachanassian.

il poliziotto (carica la pipa, e l'accende placidamente) Curioso. Veramente curioso.

Il maggiordomo serve lacolazione e porta la posta.

ill    Lo richiedo nella mia qualità di futuro borgomastro.

il poliziotto (gettando buffi di fumo) L'elezione non ha ancora avuto luogo.

ill    Arresti immediatamente quella signora.

il poliziotto Cioè, lei vuole sporger denunzia contro la signo­ra. Se poi verrà arrestata, spetta alla polizia decidere. Ha com­messo qualche delitto?

ill    Sta istigando gli abitanti della nostra città ad uccidermi.

il poliziotto Ed io dovrei arrestare la signora, come se nien­te fosse. (Sì versa della birra).

claire La posta. Ha scritto Ike. E Nehru. Mandano congra­tulazioni.

ill    È il suo dovere.

il poliziotto    Curioso. Veramente curioso. (Beve birra).

ill    È la cosa più naturale di questo mondo.

il poliziotto Caro Ill, la cosa non è cosi facile come si imma­gina lei. Consideriamo il caso spassionatamente. La signora ha fatto alla città di Gullen la proposta di - lei sa che cosa voglio dire - lei, in cambio di un miliardo, È esatto, ero presente. Ma ciò non vuol dire che la polizia abbia un motivo per agire contro la signora Claire Zachanassian. Dopo tutto siamo vincolati dalle leggi.

ill    Istigazione all'assassinio.

il poliziotto Mi stia a sentire, Ill. Istigazione all'assassinio ci sarebbe solo se la proposta di ucciderla fosse intesa seriamente. Chiaro, no?

ill    Chiarissimo.

il poliziotto Bene. Ora, questa proposta non può esser stata fatta sul serio perché il prezzo di un miliardo è esagerato, lo am­metterà anche lei, per una cosa simile si offrono mille franchi, forse duemila, ma certo non di pili, ci può scommettere l'ani­ma; il che dimostra appunto che la proposta non era intesa sul serio, e se invece era intesa sul serio, allora la polizia non può prendere sul serio la signora, perché in tal caso è pazza: capito?

ill La proposta minaccia me, brigadiere, che la signora sia paz­za o no. È logico.

il poliziotto Non è logico. Lei non può venir minacciato da una proposta ma solo dall'attuazione di una proposta. Mi indi­chi un tentativo concreto di attuare questa proposta, che so, un uomo che le punta il fucile addosso, e arriverò in un baleno. Ma proprio questa proposta non c'è nessuno che voglia attuar­la, al contrario. La manifestazione all'Apostolo d'oro è stata estremamente impressionante. Devo proprio congratularmi con lei. ripensandoci. (Beve birra).

ill    Non mi sento tanto sicuro, brigadiere.

il poliziotto    Come?

ill I miei clienti comprano latte migliore, pane migliore, siga­rette migliori.

il poliziotto Ma allora dovrebbe essere contento! Il suo ne­gozio andrà meglio. (Beve birra).

claire    Fa incettare le azioni Dupont, Boby.

ill  Helmesberger ha addirittura comprato del cognac da me. Eppure non guadagna niente da anni e vive della minestra gratuita.

il poliziotto Il cognac lo proverò stasera. Sono invitato da Helmesberger. (Beve birra).

ill    Tutti portano scarpe nuove. Scarpe gialle nuove.

il poliziotto Non so che cosa ha contro le scarpe nuove. An­ch'io porto scarpe nuove, dopo tutto. (Fa vedere i suoi piedi).

ill    Anche lei.

il poliziotto    Vede.

ill    Gialle. E beve birra Pilsen.

il poliziotto    È ottima.

ill    Prima beveva quella locale.

il poliziotto    Era pessima.

Musica da una radio.

ill    Sente?

il poliziotto    Ebbene?

ill    Musica.

il poliziotto    La Vedova Allegra.

ill    Una radio.

il poliziotto Da Hagholzer qui accanto. Dovrebbe chiudere la finestra. (Prende un appunto nel suo taccuino).

ill    Come fa Hagholzer a comprarsi una radio?

il poliziotto    Questi sono affari suoi.

ill E lei. brigadiere, con che cosa intende pagare la sua birra Pilsen e le sue scarpe nuove?

il poliziotto Questi sono affari miei. (Il telefono si mette a suonare. Il poliziotto stacca il cornetto) Stazione di polizia di Gullen.

claire Telefona ai russi, Boby; di' che son d'accordo con la loro proposta.

il poliziotto    Va bene. (Riattacca il ricevitore),

ill    E i miei clienti, come pagheranno?

il poliziotto Gò non riguarda la polizia. (Sì alza e prende il fucile dallo schienale della seggiola).

ill    Ma riguarda me. Perché è con me che pagheranno.

il poliziotto    Nessuno la minaccia. (Prende a caricare il fucile).

ill La città sta facendo debiti. Coi debiti aumenta il benessere, e col benessere la necessità di ammazzarmi. E cosi la signora non deve far altro che sedere sul suo balcone, bere il suo caffè, fumar sigari, ed aspettare. Nient'altro che aspettare.

il poliziotto    Lei vaneggia.

ill    Voi tutti aspettate. (Da un pugno sul tavolo).

ilpoliziotto Lei ha bevuto troppo. (Armeggia, col fucile) Ec­co, ora è carico. Lei può star sicuro. La polizia è qui per far rispettare le leggi, per provvedere all'ordine, per proteggere i cittadini. Se in un qualsiasi luogo e da parte di chicchessia do­vesse mostrarsi anche il più lieve segno di una minaccia, allora interverrà, signor Ill, può esserne sicuro.

ill (a bassa voce) E allora perché ha un dente d'oro in bocca, brigadiere?

il poliziotto    Che?

ill    Un dente d'oro nuovo lucente.

il poliziotto Ma che, è impazzito? (Ill si accorge che la canna del fucile è puntata su di lui ed alza lentamente le mani). Non ho tempo per restare a discutete sulle sue fantasticherie, caro mio. Devo andare. A quella stramba miliardaria è scappato il cagnolino: la pantera nera. Devo andare a dargli la caccia. (Esce verso il fondo).

ill    A me state dando la caccia, a me.

claire (legge una lettera) Verrà anche lui, il creatore di mode, Il mio quinto marito, il mio marito più bello. Ha disegnato cia­scuno dei miei abiti da sposa, finora. Un minuetto, Roby.

Si ode un minuetto alla chitarra.

l'ottavo marito    Ma il tuo quinto era un chirurgo.

claire Il mio sesto. (Apre un'altra lettera) Dal proprietario della Western Railway.

l'ottavo marito (meravigliato)    Di quello non ne so niente.

claire Il mio quarto. Impoverito. Le sue azioni appartengono a me, ora. L'ho sedotto a Buckingham Palace.

l'ottavo marito    Ma quello era Lord Ismael.

claire Effettivamente. Hai ragione, Hoby. L'avevo dimenti­cato completamente, col suo castello nello Yorkshire. Allora è il mio secondo che mi scrive. L'ho conosciuto al Cairo. Ci siamo baciati sotto la Sfinge. Era una sera suggestiva.

A destra, cambiamento di scena. La scritta «Municipio» cala dall'alto. Il terzo cittadino viene, porta via la cassa, sposta un poco il bancone, che può cosi venir usato come scrivania. En­tra il borgomastro. Posa una rivoltella sulla scrivania e si siede. Da sinistra viene Ill. Alla parete è appeso un progetto di costruzione.

ill    Devo parlarle, borgomastro.

il borgomastro    Si accomodi.

ill    Da uomo a uomo. Come suo successore.

il borgomastro Prego. (Ill resta in piedi, guarda la rivoltel­la). La pantera della signora Zachanassian è scappata. Adesso sta aggirandosi nella cattedrale. Perciò bisogna andare armati.

ill    Certamente.

il borgomastro Ho mobilitato gli uomini che possiedono fu­cili. I bambini vengono trattenuti a scuola.

ill (sospettoso)    Uno spiegamento di forze un po' cospicuo.

il borgomastro    Caccia grossa.

maggiordomo (entrando) Il presidente della banca mondiale, signora. È appena giunto in aereo da New York.

claire    Non ricevo. Che se ne rivoli via.

il borgomastro Che cos'è che le sta a cuore? Parli pure libe­ramente.

ill (sospettoso)    E una buona marca, quella che lei sta fumando.

il borgomastro    Una Pegasus bionda.

ill    Piuttosto cara.

il borgomastro    In compenso è decente.

ill    Prima fumava altra roba, signor borgomastro,

il borgomastro  Mezzi toscani.

ill    Meno cari.

il borgomastro   Troppo forti.

ill    Una cravatta nuova?

il borgomastro   Seta.

ill    E scarpe nuove, ne ha comprate anche lei?

il borgomastro Le ho fatte venire da Kalberstadt. Strano, co­me lo sa?

ill    Sono venuto appunto per questo.

il borgomastro    Chele è successo? È pallido. Malato?

ill    Ho paura.

il borgomastro    Paura?

ill    Il benessere aumenta.

il borgomastro Questa mi giunge nuova. Sarebbe una buona notizia.

ill    Esigo la protezione delle autorità.

il borgomastro    To', e perché?

ill    Lo sa già, signor borgomastro.

il borgomastro    Cosa sospetta?

ill    Per la mia testa è stato offerto un miliardo.

il borgomastro    Si rivolga alla polizia.

ill    Ci sono già stato, dalla polizia.

il borgomastro    Si sarà messo il cuore in pace?

ill    Nella bocca del brigadiere luccica un nuovo dente d'oro.

il borgomastro Lei dimentica che si trova a Güllen. Una cit­tà con una tradizione umanistica. Goethe ha pernottato qui, Brahms vi ha composto un quartetto. Sono valori che ci impegnano.

il terzo cittadino (entra da sinistra con una macchina da scri­vere) La nuova macchina da scrivere, signor borgomastro. Una Remington.

il borgomastro La metta nell'ufficio. (Il terzo esce a destra). Noi non meritiamo la sua ingratitudine. Se non riesce ad aver fiducia nella nostra comunità non posso che compatirla. Non mi attendevo in lei questo tratto nichilistico. Dopo tutto vivia­mo in uno stato di diritto.

ill    E allora faccia arrestare la signora.

il borgomastro    Curioso. Veramente curioso,

ill    Anche il brigadiere ha detto la stessa cosa.

il borgomastro II comportamento della signora è, a dire il vero, non del tutto ingiustificato. Dopo tutto lei ha istigato due giovanotti a dar falsa testimonianza ed ha abbandonato una ragazza nella più dura miseria.

ill Questa dura miseria significa pur sempre diversi miliardi, borgomastro.

Silenzio.

il borgomastro   Parliamoci sinceramente.

ill   Non chiedo di meglio.

il borgomastro Da uomo a uomo, come lo ha chiesto lei. Lei non ha il diritto morale di richiedere l'arresto della signora, e anche come borgomastro lei non è più accettabile. Mi dispiace doverglielo dire.

ill    Ufficialmente?

il borgomastro    Su incarico dei partiti.

ill Capisco. (Va lentamente alla finestra a sinistra, volta la schiena al borgomastro, guarda fuori).

il borgomastro Il fatto che noi condanniamo la proposta del­la signora non significa che approviamo i delitti che hanno por­tato a questa proposta. Per la carica di borgomastro ci sono certe esigenze di natura morale cui lei non soddisfa più, dovrà ben ammetterlo. Che per il resto abbiamo per lei la stessa ami­cizia e rispetto di prima, questo va da sé. (Da sinistra vengono Roby e Toby e attraversano la scena portando corone e fiori; entrano nell'Apostolo d'oro). È meglio che non sene parli di questa faccenda. Ho chiesto anche al giornale di non pubblica­re niente in merito.

ill (si volta) Stanno già ornando la mia bara, signor borgoma­stro! Tacere è troppo pericoloso per me.

il borgomastro Ma perché mai, caro Ill? Dovrebbe esserci grato se caliamo il velo dell'oblio su questo sgradevole affare.

ill    Se parlo, ho ancora una speranza di scamparla.

il borgomastro Questo poi è il colmo! Chi la minaccia dunque?

ill    Uno di voi.

il borgomastro (alzandosi in piedi) Di chi sospetta? Faccia il nome, e io indagherò. Senza misericordia.

ill    Ognuno di voi.

il borgomastro Protesto solennemente contro questa calun­nia, in nome della città.

ill Nessuno vuole uccidermi, ma tutti sperano che qualcuno lo faccia, e cosi qualcuno finirà col farlo.

il borgomastro    Lei vede fantasmi.

ill Vedo un progetto alla parete. Il nuovo municipio? (Batte con un dito sul progetto).

il borgomastro    Mio Dio, progetti se ne potranno pur fare!

ill    Voi speculate già con la mia morte!

il borgomastro Caro lei, se io come uomo politico non avessi più il diritto di sperare in un futuro migliore, senza per questo dover pensare subito a un delitto, darei senz1 altro le dimissioni, può esserne sicuro.

ill    Mi avete già condannato a morte.

il borgomastro  Signor Ill!

ill (a bassa voce)    Il progetto lo dimostra! Lo dimostra!

claire    Onassis viene. Anche il duca e la duchessa. L'Aga.

l'ottavo marito   Alì?

claire    Tutta la banda della Riviera.

l'ottavo marito    Giornalisti?

claire Da tutto il mondo. Dove io mi sposo la stampa è sem­pre presente. Loro han bisogno di me, ed io ho bisogno di loro. (Apre un'altra lettera) Dal conte Holk.

l'ottavo marito Dolcezza, è proprio necessario che tu legga lettere dei tuoi ex mariti la prima volta che facciamo colazione insieme?

claire    Non voglio perdere il controllo della situazione.

l'ottavo marito (con tono lamentoso) Anch'io ho i miei pro­blemi. (Si alza, fissa la cittadina sì suoi piedi).

claire    Perché, hai la Porsche che non va?

l'ottavo marito Una cittadina di provincia come questa mi demoralizza. Va bene, il tiglio stormisce, gli uccelli cantano, la fontana scroscia, ma lo facevano già mezz'ora fa. Non succede proprio niente; niente nella natura, niente tra gli abitanti, tut­to è pace profonda e spensierata, agio e sazietà. Non c'è gran­diosità, non c'è senso tragico. Manca la vocazione morde di una grande epoca.

Da sinistra viene il parroco col fucile a tracolla. Stende un pan­no bianco con una croce nera sul tavolo al quale prima stava se­duto il poliziotto. Appoggia il fucile al muro dell'albergo. Il sagrestano lo aiuta a indossare la veste talare. Buio.

il parroco Venga dentro in sagrestia. Ill. (Ill viene da sini­stra). E' buio qua dentro, ma fa fresco.

ill    Non voglio disturbare, signor parroco,

il parroco La casa di Dio è aperta a tutti. (Nota lo sguardo di Ill, che è caduto sul fucile) Non si meravigli per l'arma. La pantera nera della signora Zachanassian si aggira nei dintorni. Poco fa era qui, nel matroneo, e ora è nel fienile dei Peter.

ill    Io cerco aiuto.

il parroco    Perché?

ill    Ho paura.

il parroco    Paura? Di chi?

ill    Degli uomini.

il parroco    Che gli uomini la uccidano, Ill?

ill    Mi dan la caccia, come a una bestia selvaggia.

il parroco Non bisogna temere gli uomini ma solo Dio, non la morte del corpo ma quella dell'anima. (Al sagrestano) Ab­bottonami la veste.

Dappertutto alle pareti della scena si vedono adesso i cittadini di Güllen, prima il poliziotto, poi il borgomastro, i quattro, il pittore, il preside, che si aggirano guardando attorno, coi fuci­li pronti a sparare.

ill    Ne va della mia vita.

il parroco   Della sua vita eterna.

ill    II benessere si erge minaccioso.

il parroco    Lo spettro della sua cattiva coscienza.

ill La gente è felice. Le ragazze si fanno eleganti. I giovanotti indossano camicie a vivaci colori. Tutta la città sì prepara alla festa del mio assassinio, ed io crepo di spavento.

il parroco    È un'esperienza positiva, quella che lei sta vivendo.

ill    È l'inferno.

il parroco L'inferno è in lei. Lei è più vecchio di me e crede di conoscere gli uomini, ma ciascuno conosce solo se stesso. Perché lei ha tradito una ragazza per denaro, tanti anni fa, cre­de ora che anche gli uomini la tradiranno per denaro. Lei giu­dica gli altri da se stesso. È naturale, anche troppo. Il motivo della nostra paura è nei nostri cuori, è nel nostro peccato; quan­do avrà riconosciuto questa verità, potrà vincere ciò che la tor­menta, avrà le armi per riuscire a tanto.

ill    I Siemethofer hanno preso una lavatrice.

il parroco    Non se ne preoccupi.

ill    A credito.

il parroco Si preoccupi piuttosto dell'immortalità della sua anima.

ill    Gli Stocker un televisore.

il parroco Preghi. Sagrestano, il collare. (Il sagrestano mette il collare al parroco). Esamini la sua coscienza. Segua la via del pentimento, se no il mondo ridesterà sempre la sua paura. E' l'unica via. Non possiamo altro. (Silenzio. Gli uomini coi fuci­li spariscono di nuovo. Ombre ai margini della scena. La cam­pana da incendio comincia a scampanellare). Ed ora devo as­solvere al mio ministero, Ill, devo battezzare. La Bibbia, sa­grestano, il libro dei Salmi. Il bambinello comincia a gridare, deve essere messo al sicuro, nell'unico barlume che illumina il nostro mondo.

Una seconda campana comincia a suonare.

ill    Un'altra campana?

il parroco Vero? Il suono è eccellente. Pieno e robusto. Una buona cosa, una buona cosa.

ill (urla)    Anche lei, signor parroco! Anche lei!

il parroco (si getta contro Ill abbracciandolo) Fuggi! Siamo troppo deboli, cristiani e pagani. Fuggi, la campana suona per Gullen, la campana del tradimento. Fuggi, non indurci in ten­tazione restando. (Sì sentono due colpì di fucile. Ill cade a ter­ra, il parroco s'inginocchia accanto a lui). Fuggi! Fuggi!

claire    Sparano, Boby.

maggiordomo    Effettivamente, signora.

claire    E perché?

maggiordomo     La pantera è fuggita.

claire    L'hanno colpita?

maggiordomo    Giace morta davanti alla bottega di Ill.

claire    Peccato per la bestiola. Una marcia funebre, Roby.

Marcia funebre suonata da una chitarra. Il balcone scompare. Suono di campanello. La scena come al principio del primo at­to. La stazione. Solo che l'orario è nuovo, non strappato, e da qualche parte è affisso un grande manifesto con un grande so­le giallo: Viaggiate nel Sud. E un altro: Passione di Oberammergau: riduzioni ferroviarie. Si notano inoltre nel fondo al­cune gru tra le case, come pure alcuni tetti nuovi. Il rombo di un rapido che passa a tutta velocità. Davanti alla stazione il capostazione che saluta. Dal fondo viene Ill con una vecchia valigetta in mano, si guarda in giro. Lentamente, come per ca­so, giungono da tutte le parti cittadini di Gullen. Ill esita, si ferma.

il borgomastro    Buon dì, Ill.

tutti    Buon di! Buon dì!

ill (esitante)    Buon da.

il preside    E dove va di bello con la valigetta?

tutti    Dove va di bello?

ill    Alla stazione.

il borgomastro    L'accompagniamo.

tutti    L'accompagniamo! L'accompagniamo!

Continuano ad affluire sulla scena sempre nuovi abitanti di Gullen.

ill    Non c'è bisogno, non c'è proprio bisogno. Non è il caso.

il borgomastro   Lei parte, Ill?

ill    Sì, parto,

il poliziotto    E per dove?

ill   Non lo so. Per Kalberstadt e poi proseguirò.

il preside    Ah, e poi proseguirà.

ill Preferibilmente in Australia. In qualche modo i soldi li troverò. (Si avvia di nuovo verso la stazione).

tutti    In Australia! In Australia!

il borgomastro    E perché mal?

ill (imbarazzato) Non si può vivere sempre nello stesso posto, un anno in fila all'altro. (Si mette a correre, raggiunge la sta­zione).

Gli altri lo seguono senza fretta, lo circondano.

il borgomastro   Emigrare in Australia. È ridicolo.

il medico    E per lei è la cosa pili pericolosa.

il preside    Anche uno dei due piccoli eunuchi era emigrato in Australia.

il poliziotto    Qui è il posto più sicuro per lei.

tutti    Più sicuro, più sicuro.

Ill si guarda in giro terrorizzato, come una bestia braccata.

ill (a bassa voce) Ho scritto al luogotenente governativo a Kaffigen.

il poliziotto    Ebbene?

ill    Nessuna risposta.

il preside    La sua diffidenza è incomprensibile.

il borgomastro    Nessuno vuole ucciderla.

tutti    Nessuno, nessuno.

ill    La posta non ha inoltrato la lettera.

il pittore    Impossibile.

il borgomastro L'impiegato delle poste e membro del consì­glio municipale.

il preside    Un galantuomo.

tutti    Un galantuomo! Un galantuomo!

ill    Guardate. Un manifesto; Viaggiate nel Sud.

il medico    Ebbene?

ill    Passione di Obetammergau: riduzioni ferroviarie.

il preside    Ebbene?

il    Si costruisce!

il borgomastro    Ebbene?

il    E avete tutti dei calzoni nuovi.

il primo    Ebbene?

il    Siete sempre più benestanti, sempre più ricchi!

tutti    Ebbene?

Suono di campanello.

il preside    Vede bene di che simpatia gode.

il borgomastro    Tutta la città l'accompagna.

tutti    Tutta la città! Tutta la città!

ill    Non vi ho chiesto di venire.

il secondo    Ci permetterai pure di accomiatarci da te.

il borgomastro    Da vecchi amici.

 tutti    Da vecchi amici! Da vecchi amici!

Rumore di treno. Il capostazione prende il suo disco. A sinistra compare un controllore come se fosse appena saltato giù dal treno.

il controllore (con un grido-prolungato)    Güllen!

il borgomastro    Ecco il suo treno.

tutti    Il suo treno! Il suo treno!

il borgomastro    Be', Ill, le auguro buon viaggio.

tutti    Buon viaggio! Buon viaggio!

il medico    Una nuova vita più bella!

tutti    Una nuova vita più bella!

Gli abitanti di Güllen si accalcano intorno ad Ill.

il borgomastro    Ci siamo ormai. Su, monti sull'accelerato per Kalberstadt, e se ne vada in pace.

il poliziotto    E buona fortuna in Australia!

tutti    Buona fortuna, buona fortuna!

Ill resta immobile, guarda i suoi concittadini.

ill (a bassa voce)    Perché siete tutti qua?

il poliziotto    Che vuole di più?

il capostazione    In carrozza!

ill    Perché vi affollate intorno a me?

il borgomastro    Ma noi non ci affolliamo affatto intorno a lei.

ill    Fate largo.

il preside    Ma abbiamo fatto largo.

tutti    Abbiamo fatto largo, abbiamo fatto largo!

ill    Uno di voi mi tratterrà.

il poliziotto    Pazzia. Basta che lei salga sul treno per vedere che è una pazzia.

ill    Andatevene.

Nessuno si muove. Alcuni se ne stanno con le mani in tasca.

il borgomastro  Non so che cosa voglia. È lei che deve andarsene. Salga sul suo treno.

ill    Andatevene!

il preside    La sua paura è semplicemente ridicola.

ill (cade in ginocchio)    Perché mi state cosi vicini?

il poliziotto    É impazzito.

ill    Voi tutti volete trattenermi.

il borgomastro    Ma salga dunque!

tutti    Salga dunque! Salga dunque!

Silenzio.

ill (a bassa voce) Uno di voi mi tratterrà, quando salirò sul treno.

tutti (protestano)    Nessuno, nessuno!

ill     Lo so.

il poliziotto    Il tempo stringe.

il preside    Ma salga dunque sul treno, benedetto uomo!

ill    Lo so! Uno mi tratterrà! Uno mi tratterrà!

il capostazione    Partenza! (Alza il disco).

Il controllore salta (come se saltasse sul treno) e Ill, affranto, si copre la faccia con le mani, circondato dai cittadini di Güllen.

il poliziotto    Ha visto? Ora le è partito sotto il naso!

Tutti vanno verso il fondo, lentamente, scompaiono.

ill    Sono perduto!

ATTO TERZO

Il fienile dei Peter. A sinistra, Claire Zachanassian siede nella sua portantina, immobile, in abito da sposa, bianco, con velo ecc. Ancor più a sinistra una scala a pioli; e poi un carro di fieno, un vecchio biroccio, paglia; in mezzo, una piccola bot­te. In alto pendono degli stracci, dei sacchi ammuffiti, enormi ragnatele. Il maggiordomo viene avanti dal fondo.

maggiordomo    Il preside e il medico.

claire    Che entrino.

Compaiono il preside e il medico, che avanzano a tentoni nel buio; trovano finalmente la miliardaria, s'inchinano. Ambedue sono in dignitosi abiti borghesi, quasi eleganti.

i due    Gentile signora.

claire (osservandoli con l'occhiaetto) Mi sembran piuttosto impolverati, signori miei.

      I due si spolverano.

il preside Ci scusi. Abbiam dovuto scavalcare un vecchio bi­roccio.

claire Mi son ritirata nel fienile dei Peter. Ho bisogno di quie­te, la cerimonia per lo sposalizio in duomo mi ha stancata. Non son più una ragazzina, dopo tutto. Si siedano sulla botte.

il preside    Mille grazie. (Si siede).

      Il   medico resta in piedi.

claire Fa un caldo opprimente qui. Da soffocare. Ma io amo questo fienile, l'odore del fieno, della paglia, del grasso delle ruote. Ricordi, Tutti questi arnesi, il forcone, il biroccio; il car­ro rotto, c'erano già quand'ero giovane.

il preside È un luogo che induce al raccoglimento. (Si asciuga il sudore),

claire    Ha fatto una bella predica il parroco, edificante.

il preside   Prima lettera ai Corinzi, capitolo tredici.

claire E anche lei ha fatto le cose veramente per bene con il coro misto, signor preside. Aveva un tono solenne.

il preside Bach. Dalla Passione secondo San Matteo. Sono ancora tutto stordito. C'era tutto il bel mondo: la finanza, il cinema...

claire Son salpati per la capitale con le loro Cadillac. Per il banchetto nuziale.

il preside Gentile signora. Non vorremmo abusare oltre il ne­cessario del suo tempo prezioso. Suo marito l'attenderà con impazienza.

claire Hoby? Quello l'ho rispedito a Gaiselgastelg con la sua Porsche.

il preside (confusa)    A Gaiselgasteig?

claire I miei avvocati hanno già inoltrato la domanda di di­vorzio.

il preside    Ma gli invitati allo sposalizio, gentile signora?

claire Ci sono abituati. Fra i miei matrimoni è il secondo per brevità. Solo quello con Lord Ismael è andato ancora più svel­to. Come mai siete venuti?

il preside    Veniamo per la questione del signor Ill.

claire    Oh, è morto?

il preside Gentile signora! Dopo tutto abbiamo i nostri principi morali; la civiltà occidentale...

claire    E allora che cosa volete?

il preside Gli abitanti di Gullen, purtroppo, hanno acquistato diverse cose.

il medico    Parecchie cose.

Ambedue si asciugano il sudore.

claire    Indebitati?

il medico    Irrimediabilmente,

claire    Nonostante i principi?

il preside    Siamo solo degli uomini.

il medico    E ora dobbiamo pagare i nostri debiti.

claire    Sapete che cosa bisogna fare.

il preside (con coraggio) Signora Zachanassian. Parliamoci apertamente. Si metta nella nostra triste situazione. Da due decenni pianto in questo comunello impoverito i teneri germo­gli della cultura umanistica, e il medico sferraglia con la sua vecchia Mercedes dai. pazienti rachitici e tubercolotici. Perché questi miserabili sacrifici? Per il danaro? No di certo. I nostri stipendi sono minimi, io ho rifiutato una chiamata al liceo di Kalberstadt, e il medico un incarico presso l'Università di Erlangen. Per puro amor del prossimo? Anche questo sarebbe esa­gerato. No. Noi abbiamo perseverato per tutti questi lunghis­simi anni, e con noi tutta la cittadina, perché esiste una spe­ranza, la speranza che l'antica gloria di Gullen risorga, che si comprendano di nuovo le possibilità che la nostra terra natia nasconde nel suo grembo in tanta profusione. Petrolio sotto la pianura di Pückenried, ferro sotto il bosco di Konradsweiler. Non siamo poveri, signora, ma soltanto dimenticati. Abbiamo bisogno di credito, fiducia, commesse, e la nostra economia, la nostra cultura rifioriranno. Gullen ha qualcosa da offrire; le ac­ciaierie Posto-al-Sole.

il medico    Bockmann.

il preside Le officine Wagner. Le compri, le risani, e Gullen prospererà. Si tratta di investire cento milioni razionalmente, con un buon reddito, non di gettar via un miliardo!

claire    Me ne restano altri due.

il preside Faccia che non abbiamo atteso invano per tutta la vita. Non chiediamo un'elemosina, offriamo un affare.

claire    Davvero. L'affare non sarebbe cattivo.

il preside Gentile signora! Lo sapevo che non ci avrebbe pian­tati in asso!

claire Ma irrealizzabile. Non posso comprare le acciaierie Po­sto-al-Sole perché mi appartengono già.

il preside    A lei?

il medico    E Boekmann?

il preside    E le officine Wagner?

claire Sono mie anche quelle. Le fabbriche, la pianura di Pückenried, il fienile dei Peter, la cittadina, strada per strada, ca­sa per casa. Ho fatto acquistare tutta quella roba dai miei agen­ti, ho fatto chiudere le fabbriche. La vostra speranza era un'il­lusione, la vostra perseveranza era inutile, il vostro sacrificio era insensato, la vostra vita è stata sprecata senza frutto.

Silenzio.

il medico E' mostruoso.

claire  Era inverno, molto tempo fa, quando lasciai questa cit­tadina, vestita alla marinara con le trecce rosse; ero gravida di parecchi mesi, gli abitanti sogghignavano al mio passaggio. Tre­mavo di freddo nel diretto per Amburgo, ma quando i contorni del fienile dei Peter scomparvero dietro le incrostazioni di ghiac­cio del finestrino giurai di tornare un giorno. E adesso son qua. Adesso sono io che pongo le condizioni, che detto i termini dell'affare. (Ad alta voce) Toby e Roby, all'Apostolo d'oro! Il marito numero nove è arrivato con i suoi libri e manoscritti.

I due mostri vengono dal fondo e sollevano la portantina.

il preside Signora Zachanassian! Lei, lei è una donna ferita nel suo amore. Lei chiede giustizia assoluta. Ai miei occhi lei appare come un'eroina dell'antichità, come una Medea. Ma proprio perché noi la comprendiamo nel suo intimo, ci dia il coraggio di pretendere di più da lei; abbandoni l'infausto pen­siero di vendetta, non ci spinga a gesti disperati, ci aiuti, povera gente debole ma onesta, a fare una vita un po' più dignitosa, si sforzi di giungere alla vera umanità!

claire L'umanità, signori miei, è fatta per le borse dei milio-nari; con il mio potere finanziario ci si può permettere un ordi­namento del mondo. E siccome il mondo ha fatto di me una puttana, adesso io ne faccio un casino. Chi non può scucire de­ve adattarsi, se vuole esser della festa. Voi volete essere della festa. Decente è solo chi paga, ed io pago. Gullen per un assas­sinio, prosperità per un cadavere. Avanti, voialtri.

Viene portata verso il fondo.

il medico    E che cosa dobbiamo fare adesso, Dio mio?

il preside    Ciò che ci detta la coscienza, dottor Nüsslin.

In primo piano a destra appare il negozio di Ill. Insegna nuova. Bancone nuovo rilucente, cassa nuova, mercanzie più pre­giate. Quando qualcuno entra dalla immaginaria porta del ne­gozio, si ode un ricco scampanellio. Dietro al banco, la signora Ill. Da sinistra viene il primo cittadino, in veste di macellaio cui gli affari vanno a gonfie vele, con macchie sul grembiule.

il primo    Che testa! Sulla piazza del duomo c'era tutta Güllen a guardare.

la signora ill    La Claretta deve puf avere un po' di felicità dopo le sue disgrazie.

il primo    Attrici cinematografiche per damigelle d'onore. Con dei petti cosi.

la signora ill   La moda d'oggi,

il primo   E giornalisti. Verranno anche qui.

la signora ill    Siamo gente semplice, signor Hofbauer. Da noi non hanno niente da cercare.

il primo    Quelli interrogano tutti. Sigarette.

la signora ill    Le verdi?

il primo    Camel. E aspirina. Stanotte abbiam fatto festa dagli Stocker.

la signora ill   Metto in conto?

il primo    Metta in conto.

la signora ill   Come va il negozio?

il primo    Si mette bene.

la signora ill  Neanch'io posso lamentarmi.

il primo   Ho ingaggiato del personale.

la signora ill Anch'io, per il primo del mese prossimo.

La signorina Luisa passa di fuori, vestita elegantemente.

il primo    Si fa delle belle illusioni, a vestirsi così. Quella si figura che uccideremo Ill.

la signora ill  Svergognata.

il primo    E lui dov'è? È molto che non lo vedo.

la signora ill    Di sopra,

Il primo si accende una sigaretta, tende l'orecchio verso l'alto.

il primo    Cammina.

la signora ill Va avanti e indietro per la stanza. Son dei giorni che fa così.

il primo La cattiva coscienza. L'ha fatta brutta, però, alla povera signora Zachanssian.

la signora ill    Anch'io ne soffro.

il primo Mettere una ragazza nei guai così, accidenti. (Con tono deciso) Signora Ill, voglio sperare che suo marito non chiacchieri quando vengono i giornalisti.

la signora ill    Ma no.

il primo    Col suo carattere.

la signora ill  Non ho la vita facile, signor Hofbauer.

il primo Se vuole compromettere Clara, raccontare bugie, ad esempio che lei abbia offerto qualcosa per la sua morte o che so io, cosa che è stata solo un'espressione delle sue inesprimi­bili sofferenze, allora noi dobbiamo intervenire. Non per via del miliardo. (Sputa in terra) È per via dell'indignazione po­polare. Dio sa che la brava signora Zachanassian ha già dovuto soffrire abbastanza per colpa sua. (Si guarda in giro) Si va su di qui, in casa?

la signora ill È l'unica scala. Poco pratica. Ma in primavera facciamo rinnovare.

il primo    Allora voglio piazzarmi un po' qua. Fidarsi è bene...

Il primo si piazza all'estrema destra, a braccia conserte, calmo, come di guardia. Entra il preside.

il preside Ill?

il primo    Di sopra.

il preside Non è nelle mie abitudini, ma sento proprio il bi­sogno di qualcosa di forte.

la signora ill Ha fatto bene a venirci a trovare, una volta tan­to, signor preside. Ho della grappa speciale. La vuoi provare?

il preside    Un bicchierino.

la signora ill   Anche lei, signor Hofbauer?

il primo No grazie. Devo andare a Kaffigen con la mia Volkswagen a comprare dei maialini.

La signora Ill versa, il preside beve.

la signora ill Ma lei trema, signor preside.

il preside    Bevo troppo, da qualche tempo.

la signora ill  Ancora uno non può far male.

il preside (tendendo l'orecchio verso l'alto)    Passeggia?

la signora ill Va sempre su e giù.

il primo    Dio lo punirà.

Il pittore viene da sinistra con un quadro sotto il braccio. Ve­stito nuovo di velluto, fazzoletto a colori intorno al collo, ber­retto basco nero.

il pittore    Attenzione. Due giornalisti mi hanno chiesto di questo negozio.

il primo    Ahi!

il pittore    Ho fatto finta di non saper niente.

il primo     Giusto.

il pittore Per lei, signora Ill. Fresco dal cavalletto. Ancora umido.

Mostra il quadro, il preside si versa da bere.

la signora ill   Mio marito.

il pittore    L'arte comincia a fiorire a Gullen. Che pittura, eh?

la signora ill  E somigliante,

il pittore    Olio. Dura in eterno.

la signora ill Potrei appendere il quadro nella camera da let­to. Sopra il letto. Alfredo invecchia. Non si sa mai quel che può capitare e fa piacere avere un ricordo.

Di fuori passano le due donne del secondo atto, vestite elegan­temente, e guardano i generi esposti nella vetrina immaginaria.

il primo Queste donne. Adesso che c'è il cinema loro ci vanno anche di giorno. Proprio come se noi si fosse degli assassini.

la signora ill  Caro?

il pittore   Trecento.

la signora ill  Non posso pagare sul momento.

il pittore Non importa. Aspetterò, signora Ill, Aspetterò, non c'è fretta.

il preside    I passi, sempre quei passi.

Da sinistra viene il secondo.

il secondo    La stampa.

il primo    Acqua in bocca. £ questione di vita o di morte.

il pittore    Fate attenzione che non venga giù.

il primo    Già provveduto.

I cittadini di Güllen si raggruppano sulla destra. Il preside, che ha vuotato a mezzo la bottiglia, resta al banco. Entrano due giornalisti con le macchine fotografiche.

primo giornalista    Buon giorno, gente.

quelli di güllen      Buon dì.

primo giornalista Domanda numero uno: Come vi sentite, così in generale?

il primo (imbarazzato) Noi siamo naturalmente felici per la vi­sita della signora Zachanassian.

il pittore    Commossi.

il secondo    Fieri.

primo giornalista  Fieri.

secondo giornalista Domanda numero due alla signora die­tro il banco: si dice che lei sia stata preferita a Claire Zachanassian.

Silenzio. Quelli di Güllen sono visibilmente spaventati.

la signora ill    Chi lo dice?

Silenzio. I due giornalisti scrivono indifferenti sul loro taccuini.

primo giornalista I due ometti ciechi della signora Zachanassian.

Silenzio.

la signora ill (esitante) Cos'hanno raccontato i due vecchietti?

secondo giornalista  Tutto.

il pittore   Maledizione.

Silenzio.

secondo giornalista Claire Zachanassian e il proprietario di questo negozio, oltre quarant'anni fa, sarebbero stati sul punto di sposarsi. Esatto?

Silenzio.

la signora ill    Esatto.

secondo giornalista    Il signor Ill è qui?

la signora ill    È a Kalberstadt.

tutti    A Kalberstadt.

primo giornalista   Possiamo immaginarci l'idillio. Il signor Ill e Claire Zachanassian crescono insieme, sono magari figli di vicini, vanno insieme a scuola, passeggiate nel bosco, i primi baci, come tra fratello e sorella, finché il signor Ill non viene a conoscere lei, buona donna, che è per lui la novità, l'inusita­to, la passione.

la signora ill Passione. È successo proprio così, come dice lei.

primo giornalista Benone; signora Ill, Claire Zachanassian comprende, rinunzia quietamente e nobilmente, come è suoca­rattere, e lei si sposa...

la signora ill    Per amore.

quelli di gullen (sollevati)    Per amore.

primo giornalista    Per amore,

Da destra vengono i due eunuchi, tirati per le orecchie da Roby.

i due (gemendo) Non racconteremo più. niente, non racconteremo più niente.

Vengono condotti verso il fondo, dove Toby li aspetta con una frusta.

secondo giornalista Suo marito, signora Ill, di tanto in tanto non è.... voglio dire, sarebbe in fondo umano se a volte si pentisse.

la signora ill    Il denaro da solo non fa felici.

secondo giornalista   Non fa felici.

primo giornalista Una verità che a noi uomini moderni non sarà mai ripetuta abbastanza spesso.

Il figlio entra da sinistra, con una giacca di pelle scamosciata.

la signora ill   Nostro figlio Carlo.

primo giornalista    Un magnifico giovanotto.

secondo giornalista    È al corrente dei rapporti...

la signora ill    Non conosciamo segreti nella nostra famiglia. Noi diciamo sempre: quel che Dio sa devono saperlo anche i nostri figli.

secondo giornalista    Anche i nostri figli.

La figlia entra nel negozio in costume da tennis, con una racchetta in mano.

la signora Ill   Nostra figlia Ottilia.

secondo giornalista    Deliziosa.

Il preside si riscuote.

il preside Cittadini di Gullen. Io sono il vostro vecchio pre­side. Ho bevuto in silenzio la mia grappa, ho taciuto sempre finora. Ma ora voglio fare un discorso, raccontare della visita della vecchia signora a Gullen. (Si arrampica sulla botticella, che è restata ancora li dalla scena del fienile dei Peter),

il pittore    È impazzito!

il secondo   Basta!

il preside Cittadini di Gullen! Voglio proclamare la verità, anche se la nostra povertà dovesse durare in eterno.

la signora ill   È ubriaco, signor preside, dovrebbe vergognarsi!

il preside Vergognarmi io? Tu dovresti vergognarti, donna, che ti appresti a tradire tuo marito!

il figlio    Chiudi il becco.

il primo    Tiratelo giù!

il secondo    Buttiamolo fuori!

il preside  La maledizione è già scesa fra noi!

la figlia (supplichevole)    Signor preside!

il preside Mi deludi, figliola. Toccherebbe a te parlare, e in­vece deve farlo un vecchio preside, con voce tonante!

Il pittore gli sbatte il quadro sulla testa.

il pittore    To'! Vuoi togliermi le ordinazioni, eh?

il preside    Protesto! Di fronte all'opinione pubblica interna­zionale! Cose mostruose stanno per avvenire a Gullen!

Quelli di Güllen si precipitano su di lui, ma in questo momen­to, in un abito logoro, entra da destra Ill.

ill    Cosa succede nel mio negozio?

Quelli di Güllen lasciano il preside e guardano Ill con occhi sbarrati.


ill    E lei, signor preside, sulla botte, che cosa vuole?

il preside (sorride a Ill, felice e sollevato) La verità, Ill. Rac­conto la verità ai signori della stampa. Come un arcangelo rac­conto, con voce tonante. (Traballa) Perché io sono un umani­sta, un amico degli antichi greci, mi ammiratore di Platone.

ill    Stia zitto.

il preside    Eh?

ill    Scenda.

il preside    Ma l'umanità...

ill    Si sieda.

Silenzio.

il preside (ridiventato lucido) Sedersi. L'umanità deve seder­si. Come vuole... se anche lei tradisce la verità. (Scende dalla botte e si siede, con il quadro ancora intorno al collo).

ill    Mi scusino. Quest'uomo è ubriaco.

secondo giornalista    Signor Ill?

ill    Che vuole da me?

primo giornalista Siamo lieti di esser riusciti ad incontrarla. Abbiamo bisogno di alcune fotografie. Vuoi esser così gentile? (Si guarda intorno) Commestibili, casalinghi, ferramenta - ho trovato: fotografiamolo mentre vende una scure.

ill (esitante)    Una scure?

primo giornalista Al macellaio. Solo le cose naturali fanno ef­fetto. Dia un po' qua quell'arnese. Il suo cliente prende la scu­re, la soppesa, fa una faccia incerta, e lei si china sul banco, cerca di convincerlo. Per favore. (Corregge gli atteggiamenti) Più naturali, signori miei, più disinvolti.

I giornalisti scattano fotografie.

primo giornalista   Bene, molto bene.

secondo giornalista Vuole mettere il braccio intorno alle spalle della sua signora, per favore? Il figlio a sinistra, la figlia a destra. Ed ora, prego, devono essere raggianti di felicità, rag­giami, raggianti, contenti, ulteriormente raggianti di gioia interiore.

primo giornalista    Perfetto, perfettamente raggianti.

Alcuni fotografi corrono sulla scena verso il fondo a sinistra. Uno grida dentro il negozio.

il fotografo    La Zachanassian ne ha uno nuovo. Stanno pas­seggiando nel bosco di Konradsweiler.

secondo giornalista    Ne ha uno nuovo!

primo giornalista    Roba da copertina per «Life».

         I due giornalisti corrono fuori dal negozio. Silenzio. Il primo cittadino tiene ancora la scure in mano.

il primo (sollevato)    È ancora andata liscia.

il pittore Devi scusarmi, preside. Se vogliamo sistemare an­cora la cosa amichevolmente, bisogna che la stampa non ne sappia nulla. Capito?

Esce. Il secondo lo segue, ma si ferma davanti ad Ill.

il secondo Molto, molto ragionevole non dire stupidaggini. A un mascalzone come te, tanto, nessuno crederebbe una parola. (Esce).

il primo    Adesso andremo a finite sui rotocalchi, Ill.

ill     Già.

il primo    Diventeremo famosi.

ill    Press'a poco.

il primo    Un Partagas.

ill    Ecco.

il primo    Metta in conto.

ill    Naturalmente.

il primo    Parlando sinceramente: solo una canaglia si comporta

come si è comportato lei con Clarctta. (Fa per andarsene).

ill    La scure, Hofbauer.

      Il   primo esita, poi gli restituisce la scure. Silenzio.

il preside (ancora seduto sulla botte)    Deve scusarmi. Ho bevuto dei grappini, due o tre.

ill    Va bene.

La signora Ill, il figlio, la figlia, escono verso destra.

il preside Volevo aiutarla. Ma me l'hanno impedito, ed anche lei non ha voluto. (Si libera dal quadro) - Oh Ill, che razza di uomini siamo. Quel vergognoso miliardo brucia nei nostri cuori. Si riscuota, combatta per la sua vita, sì metta in. contatto con la stampa, non ha tempo da perdere.

ill   Non combatto più.

il preside (meravigliato) Ma dica un po', ha perso completa­mente il cervello dalla paura?

ill    Mi son reso conto che non ho più alcun diritto.

il preside Nessun diritto? Di fronte a questa dannata vecchia signora, a questa gran meretrice, che cambia mariti svergogna­tamente sotto i nostri occhi, che si compra le nostre anime?

ill    È colpa mia, dopo tutto.

il preside    Colpa sua?

il Io ho fatto di Clara quello che essa è oggi, e di me stesso un bottegaio meschino ed incosciente. Che devo fare, signor pre­side? La parte dell'innocente? Tutto è frutto di quel che ho fatto, gli eunuchi, il maggiordomo, la bara, il miliardo. Non posso far più nulla per me, e neanche per voi. (Prende il qua­dro squarciato e lo contempla) Il mio ritratto.

il preside Sua moglie voleva appenderlo in camera da letto. Sopra il letto.

ill    Kühn gliene farà un altro. (Posa il quadro sul banco),

il preside (si alza a fatica, traballando) Mi è passata la sbornia. Tutt'a un tratto. (Va barcollando verso Ill) Lei ha ragione. Per­fettamente. Lei ha colpa di tutto. E adesso le dirò qualche cosa, Alfred Ill, qualche cosa di fondamentale. (Resta dritto in pie-di davanti ad Ill, oscilla solo leggermene) Lei verrà ucciso. Io lo so, fin da principio, e anche lei lo sa da un pezzo, anche se a Gullen nessuno vuole ammettere di rendersene conto. La tentazione è troppo grande, e la nostra povertà troppo dura. Ma io so ancor di più. Anch'io farò come gli altri. Io sento di diventare lentamente un assassino. La mia fede nell'umanesi­mo è impotente. E una volta che me ne son reso conto, son di­ventato un ubriacone. Ho paura, Ill, come ha avuto paura lei. E so che un giorno verrà anche da noi una vecchia signora e che allora accadrà a noi quel che ora accade a lei, ma presto, tra alcune ore, forse non lo saprò più. (Silenzio), Un'altra bottiglia di grappa. (Ill gli mette la bottiglia davanti. Il preside esita, poi la prende deciso) La metta in conto. (Esce lentamente).

Ritornano la signora Ill, il figlio, la figlia.

ill  (si guarda intorno, come stesse sognando) Tutto nuovo. Che aspetto nuovo che ha tutto da noi adesso. Pulito, attraente. Un negozio simile è sempre stato il mio sogno. (Prende la racchet­ta di mano alla figlia) Giochi a tennis?

la figlia    Ho preso qualche lezione.

ill La mattina presto, vero? Invece di andare all'ufficio di collocamento?

la figlia    Tutte le mie amiche giocano a tennis.

Silenzio.

ill Ti ho visto su una macchina, Carlo, guardando da una finestra.

il figlio Non è che un'Opel Olympia, quelle non sono tanto care.

ill Quando hai imparato a guidare? (Silenzio). Invece di an­dare a cercare lavoro alla stazione sotto il sole cocente?

il figlio Qualche volta. (Imbarazzato, porta via, fuori a de­stra, la botte su cui stava seduto il preside).

ill Cercavo il mio vestito delle feste. Cercando ho trovato una pelliccia.

la signora ill In prova. (Silenzio). Tutti fanno debiti, Alfredo. Solo tu sei isterico. È ridicola la tua paura. Ma se è chiaro che la cosa si aggiusterà pacificamente, senza che ti venga torto un capello. Claretta non andrà fino in fondo, la conosco, è trop­po di buon cuore.

la figlia    Sicuro, papà.

il figlio    Devi capire.

Silenzio.

ill (lentamente) È sabato sera. Vorrei fare un giro con la tua macchina, Carlo, per una volta sola, Con la nostra macchina.

il figlio (incerto)    Vuoi davvero?

ill    Mettetevi i vestiti belli.. Andiamo tutti insieme.

la signora ill (incerta) Devo venire anch'io? Mi pare che non stia bene.

ill Perché non sta bene? Mettiti la pelliccia, così la inauguriamo. Intanto sbrigo la cassa.

La moglie e la figlia escono a destra, il figlio a sinistra, Ill è occupato con la cassa. Da sinistra entra il borgomastro col fucile.

il borgomastro   Buona sera, Ill. Non voglio disturbare. Pas­savo soltanto per un momentino.

ill    Ma le pare.

Silenzio.

il borgomastro Ho portato un fucile.

ill    Grazie.

il borgomastro   È carico.

ill    Non ne ho bisogno.

il borgomastro (appoggia il fucile contro il banco) Stasera c'è assemblea comunale. All'Apostolo d'oro. Nella sala del teatro.

ill    Ci verrò.

il borgomastro Tutti ci verranno. Tratteremo il suo caso. Ci troviamo in una situazione piuttosto forzosa.

ill    Pare anche a me.

il borgomastro    La proposta verrà respinta.

ill    Può darsi.

il borgomastro   Certo, ci si può sbagliare.

ill    Certo.

Silenzio.

il borgomastro (cautamente) In tal caso, Ill, accetterebbe il verdetto? Perché sarà presente anche la stampa.

ill    La stampa?

il borgomastro Anche la radio, la televisione, la cinecronaca. Una situazione difficile non solo per lei, ma anche per noi, creda a me, Come città d'origine della vecchia signora e per il suo sposalizio nel duomo siamo diventati così famosi che si farà un reportage sulle nostre vecchie tradizioni democratiche.

ill (armeggia intorno alla cassa) Renderà nota pubblicamente la proposta della vecchia signora?

il borgomastro Non esplicitamente; solo gli iniziati compren­deranno il senso della discussione.

ill    Che ne va della mia vita.

Silenzio.

il borgomastro Magari alla stampa dirò questo: che la signo­ra Zachanassian vuol fare una donazione, e che lei, come suo amico di gioventù, ha ottenuto per noi questa donazione. Che lei era suo amico è ormai divenuto di dominio pubblico, In que­sto modo, qualsiasi cosa accada, la sua reputazione è salva, este­riormente.

ill    Molto gentile da parte sua.

il borgomastro A dire il vero, non l'ho fatto per lei ma per la sua famiglia, cosi onesta e per bene.

ill    Capisco.

il borgomastro Noi giochiamo un giuoco leale, dovrà pur am­metterlo. Finora lei ha taciuto. Bene. Ma continuerà a tacere in seguito? Se vuoi parlare, allora dovremo sbrigare la cosa senza assemblea comunale.

ill    Capisco.

il borgomastro Dunque?

ill    Sono contento di sentire una minaccia diretta.

il borgomastro Io non la minaccio, Ill, è lei che minaccia noi. Se lei parla, allora ci toccherà agire. E prima.

ill    Tacerò.

il borgomastro    Qualunque sia la decisione dell'assemblea?

ill    La accetterò.

il borgomastro Bene. (Silenzio). Che lei si sottometta al ver­detto del comune mi fa molto piacere, Ill. Un barlume di ono­rabilità è dunque ancor vivo in lei. Ma non sarebbe meglio se potessimo fare addirittura a meno dell'assemblea comunale?

ill    Che intende dire?

il borgomastro Lei ha detto prima che non aveva bisogno del fucile. Forse però ne può aver bisogno adesso. (Silenzio). Do­po potremmo dire alla signora che l'abbiamo giustiziato, e cosi avremo egualmente il denaro. Ci ho perso delle notti di sonno per farle questa proposta, me lo può credere. Sarebbe dopo tutto il suo dovere, oramai, por fine alla sua vita, trarre le con­seguenze da uomo d'onore, non le pare? Non foss'altro per spi­rito di solidarietà, per amore verso la città natale. Solo che guar­di la nostra dura povertà, la miseria, i bambini affamati...

ill    Non state affatto male, adesso.

il borgomastro      Ill!

ill Borgomastro! Io ho dovuto subire l'inferno. Vedevo come facevate debiti, ad ogni segno di prosperità sentivo la morte avvicinarsi. Se mi aveste risparmiato questa paura, questo or­rendo terrore, allora tutto sarebbe stato diverso, ci parlerem­mo altrimenti, prenderei il fucile. Per amor vostro. Ma invece mi son rinchiuso, ho vinto la mia paura. Da solo. È stato duro, ina ce l'ho fatta. Non si può più tornare indietro. Voi dovete essere i miei giudici. Io mi sottometto al vostro verdetto, qua­lunque esso sia. Per me è la giustizia; che cosa sarà per voi, non lo            so. Voglia il Cielo che possiate reggere dinanzi al verdetto che voi stessi avrete dato. Voi potete uccidermi, non mi lagnerò, non protesterò, non mi difenderò; ma non posso togliervi il peso delle vostre azioni.

il borgomastro (riprende il fucile) Peccato. Lei perde l'occa­sione di lavare la sua onta, di esser un uomo decente, almeno in parte. Ma da lei non si può pretendere tanto.

ill Vuole accendere, signor borgomastro? (Gli accende il sigaro. Il borgomastro esce. Tornano la moglie in pelliccia, la figlia con un vestito rosso). Che aspetto distinto, Matilde!

la signora ill    Persiano.

ill    Come una gran signora.

la signora ill  Un po' caro.

ill    Bello il tuo vestito, Ottilia. Ma è un po' audace, non ti pare?

la figlia    Ma va, papà. Dovresti vedere il mio vestito da sera, allora.

Il negozio sparisce. Il figlio arriva con l'automobile.

ill Una bella macchina. Per tutta la vita ho faticato inutilmen­te per mettere insieme un po' di soldi, potermi permettere qualche comodità, come una macchina simile, per esempio; e ora che il momento è venuto vorrei sapere come ci si sente. Tu vieni dietro con me, Matilde, e Ottilia si siede davanti con Carlo.

Salgono nell'automobile.

il figlio   Posso fare i centoventi.

ill Non cosi in fretta. Voglio vedere il paese, la cittadina in cui ho vissuto per quasi settant'anni. Hanno pulito le vecchie stra­de e han rinnovato già molto. I camini fumano e ci sono gerani alle finestre; girasoli, rose nei giardini presso la porta Goethe, rider di bimbi, coppie di amanti dovunque. Moderno questo nuovo edificio in piazza Brahms.

la signora ill    E Hodel, quello del caffè, che costruisce.

la figlia    Il medico con la sua Mercedes 300.

ill La pianura, i colli nello sfondo... sembrano dorati, oggi. Che grandi ombre. Ci entriamo. Di nuovo la luce. E che gigantesche le gru delle officine Wagner, laggiù all'orizzonte, e le ciminie­re di Bockmann.

il figlio    Vengono riattivate.

ill    Come?

il figlio  (più forte)    Vengono riattivate. (Suona il clacson).

la signora ill    Che automobili!

il figlio  Utilitarie Messerschmitt, Tutti appena cominciano a lavorare se la prendono.

la figlia    C'est terrible.

la signora ill    Ottilia segue un corso di francese e di inglese.

ill   Buona idea. Le acciaierie Posto-al-Sole. È un pezzo che non venivo fin qui.

il figlio    Le amplieranno.

ill    Devi parlar più forte, a questa velocità.

il figlio (più forte) Le ingrandiranno. Eh, è Stocker: con la sua Buick sorpassa tutti.

la figlia    Un parvenu.

ill Passa per la piana di Pückenried. Costeggia la palude e poi, per il viale dei pioppi, intorno al padiglione da caccia del prin­cipe Hasso. Che nuvoloni; cumuli immensi come d'estate. Un bel paese, così, con questa luce di sera. Mi par la prima volta che lo vedo.

la figlia    Un'atmosfera come in Adalbert Stifter.

ill    Come in chi?

la signora ill    Ottilia studia anche letteratura.

ill    È una cosa distinta.

il figlio   Hofbauer con la sua Volkswagen. Torna da Kaffigen.

la figlia Coi maialini.

la signora ill Guida bene Carlo. Guarda come prende bene le curve. Non c'è proprio da aver paura, con lui.

il figlio    Metto in prima. La strada sale.

ill    Ero sempre senza fiato quando venivo quassù,

la signora ill Meno male che ho la pelliccia. Comincia a far freddo.

ill  Hai sbagliato strada. Per di qua si va a Beisenbach. Devi tornare indietro e poi a sinistra nel bosco di Konradsweiler.

L'automobile si sposta verso il fondo. Entrano i quattro, in frac, con una panca, e si atteggiano ad alberi.

il pittore    Siam di nuovo abeti, faggi.

il secondo    Cucù, picchio, daino inquieto.

il terzo    Quiete antica, assai pregiata.

il quarto    Or turbata da automobili.

il figlio (suona il clacson) Di nuovo un daino, E non vuol an­darsene dalla strada, la bestia.

Il terzo salta via.

la figlia Non ha paura. Ormai non si caccia più di frodo.

ill    Ferma sotto questi alberi,

il figlio    Va bene.

la signora ill    Che vuoi fare?

ill Andare per il bosco. (Scende) Bello il suono delle campane di Gullen. Vigilia di festa.

il figlio    Quattro campane. Ora sì che è un bel suono.

ill Tutto giallo, è proprio arrivato l'autunno. E foglie in terra come mucchi d'oro. (Calpesta il fogliame).

il figlio    Ti aspettiamo giù al ponte.

ill Non c'è bisogno. Vado per il bosco fino al paese. All'assem­blea comunale.

la signora ill Allora noi andiamo a Kalberstadt, Alfredo, al cinema.

il figlio    Ciao, papà.

la figlia   So long, Daddy.

la signora ill    A presto! A presto!

L'automobile scompare, retrocedendo. La signora Ill, il figlio, la figlia. Ill la segue con Io sguardo. Poi si siede sulla panca che si trova a sinistra. Stormire di fronde. Da destra vengono Roby e Toby con la portantina, in cui si trova Claire vestita come al solito, Roby porta una chitarra a tracolla. Accanto a lei cammi­na il nono marito, Premio Nobel, alto, snello, capelli e baffi grigi. (Può venir impersonato sempre dallo stesso attore). Die­tro viene il maggiordomo.

claire Il bosco di Konradsweiler, Roby e Toby. Fermatevi un momento. (Scende dalla portantina, osserva il bosco con l'occhialino. carezza la schiena del primo) Pieno di tarli: non vivrà molto. (Si accorge di Ill) Alfredo! Che piacere vederti. Sto visi­tando il mio bosco.

ill    Anche il bosco di Konradsweiler è tuo?

claire    Già. Posso sedermi vicino a te?

ill   Ma certo. I miei se ne sono appena andati. Vanno al cinema. Carlo si è fatto l'automobile.

claire    Progresso. (Si siede accanto ad Ill, alla sua destra).

ill Ottilia segue un corso di letteratura, E anche d'inglese e francese.

claire Vedi? Il senso dell'ideale già è venuto. Vieni, Zoby, in­chinati. Il mio nono marito. Premio Nobel.

ill    Molto lieto.

claire  È particolarmente originale quando non pensa. Non pensare unpo', Zoby.

il nono marito    Ma tesoro...

claire    Su, non ti far pregare.

voce di donna    Come vuoi. (Non pensa).

claire Vedi, ora sembra proprio un diplomatico. Mi fa venire in mente il conte Holk; solo che quello non scriveva libri. Vuo­le ritirarsi a vita privata, scrivere le sue memorie e amministra­re il mio patrimonio.

ill    Le mie congratulazioni.

claire Mi dà una sensazione sgradevole. Un marito bisogna averlo a scopi di esposizione, non come oggetto da sfruttare. Zoby, le rovine sono a sinistra.

Il nono marito va a esplorare.

ill (si guarda intorno)    E i due eunuchi?

claire Cominciavano a parlar troppo. Li ho fatti mandare a Hong-Kong, in una delle mie fumerie d'oppio. Là potranno fumare e sognare. Presto li seguirà il maggiordomo. Anche di lui non avrò più bisogno. Una Romeo et Juliette, Boby. (Il maggiordomo viene dal fondo, le porge un astuccio di sigaret­te). Ne vuoi una anche tu, Alfredo?

ill    Volentieri.

claire    Prendi. Fuoco, Boby.

Fumano.

ill    Ha un buon aroma.

claire In questo bosco abbiamo spesso fumato insieme, ti ri­cordi? Sigarette che avevi comprato da Tildina. O rubato. (Il primo batte con la chiave sulla pipa). Di nuovo il picchio.

il quarto    Cucù! Cucù!

ill    E il cuculo.

claire    Vuoi che Roby ti suoni qualcosa sulla chitarra?

ill    Ma certo.

claire    Suona bene, quel delinquente graziato. Mi serve nei mo­menti di raccoglimento. Odio i grammofoni e la radio.

ill    «Nella pietrosa vallata africana marcia un battaglione».

claire    La tua canzone preferita. Gliel'ho insegnata io.

Silenzio. Rimano. Cuculo, eccetera. Stormir di fronde. Roby suona.

ill    Tu hai avuto... voglio dire, abbiamo avuto un figlio.

claire    Certo.

ill    Era un maschio o una bambina?

claire    Una bambina.

ill    E che nome le hai dato?

claire    Geneviève.

ill    Bel nome.

claire  L'ho vista una volta sola. Alla nascita. Poi me l'hanno tolta. L'associazione di previdenza cristiana.

ill    Gli occhi?

claire   Non erano ancora aperti.

ill    I capelli?

claire    Neri, credo, mi paté che i neonati li abbiano spesso cosi.

ill    Già. (Silenzio. Fumano. Chitarra), Dove e morta?

claire    Da della gente. Ho dimenticato i nomi.

ill   E di che cosa?

claire    Meningite. O forse di qualcos'altro. Mi arrivò un foglio, dall'autorità.

ill   In caso di morte ci si può fidare di loro.

Silenzio.

claire Io ti ho raccontato della nostra bambina. Adesso rac­conta tu di me.

ill    di te?

claire Com'ero quando avevo diciassette anni, quando mi ama­vi.

ill Dovetti cercarti a lungo nel fienile dei Peter, una volta; ti trovai nella carrozza, con solo la camicia indosso e un lungo filo di paglia tra le labbra.

claire E tu eri forte e coraggioso. Hai fatto a pugni con il fer­roviere che mi veniva dietro. Ti ho asciugato il sangue di fac­cia con la mia sottoveste rossa. (La chitarra tace). La ballata è finita.

ill    Ancora: « O patria dolce e cara »

claire   Anche questa Roby la sa.

Di nuovo, musica di chitarra.

ill   Ti ringrazio per le corone, per i crisantemi e le rose. Sta­ranno bene sulla bara all'Apostolo d'oro. Distinto. Due sale ne sono già piene. Ormai è giunta l'ora. Per l'ultima volta se­diamo nel nostro vecchio bosco pieno di cuculi e di stormir di fronde. Questa sera si riunisce l'assemblea. Verrò condannato a morte ed uno mi ucciderà. Non so chi sarà e dove succederà, so solo che concludo una vita senza senso.

claire Ti farò portare a Capri nella tua bara. Ho fatto erigere un mausoleo nel parco del mio palazzo. Circondato da cipressi. Con vista sul Mediterraneo.

ill    L'ho visto solo in fotografia.

claire Azzurro cupo, un panorama grandioso. Rimarrai là. Un morto presso un idolo di pietra. Il tuo amore è morto molti an­ni fa. Il mio amore non ha potuto morire. Ma neanche vivere. È diventato qualcosa di malvagio come me stessa, come i palli­di funghi e i ciechi volti delle radici di questo bosco, soffocato dai miei miliardi d'oro. Che ti hanno afferrato coi loro tenta­coli, per prendere la tua vita. Perché essa appartiene a me. In eterno. E ormai sei preso, sei perduto. Presto non resterà di te altro che nel mio ricordo un essere amato e morto, un mite fantasma in una forma spezzata,

ill    Ora anche «O patria dolce e cara» è finita.

Ritorna il nono marito.

claire    Il Premio Nobel. Viene dalle sue rovine. Dunque, Zoby?

il nono marito    Paleocristiano. Distrutta dagli unni.

claire    Peccato. Il tuo braccio. La portantina, Roby e Toby. (Sale in portantina) Addio, Alfredo.

ill    Addio, Clara.

Claire vien portata verso il fondo, Ill resta seduto sulla panca. Gli « alberi »posano i loro rami. Dall'alto scende un arco sceni­co con i soliti sipari e drappeggi, e una scritta: «La vita è seria, l'arte è allegra». Dal fondo viene il poliziotto in una sfarzosa uniforme nuova; si siede accanto ad Ill. Arriva un radiocronista e prende a parlare nel microfono, mentre cominciano a rac­cogliersi i cittadini di Güllen, Tutti in abiti da cerimonia, e tutti in frac. Dovunque fotoreporter, giornalisti, macchine da presa.

il radiocronista Signore e signori, dopo le riprese nella casa natale ed il colloquio con il parroco, assistiamo ora ad una ma­nifestazione municipale. Giungiamo al momento culminante della visita che la signora Claire rende alla sua simpatica quan­to piacevole cittadina natia. È vero che la famosa signora noti è presente, ma il borgomastro farà in suo nome un'importante dichiarazione. Ci troviamo nella sala del teatro all'Apostolo d'oro, in quell'albergo in cui anche Goethe ha pernottato. Sul palcoscenico, che serve di solito a manifestazioni delle società locali nonché alle recite del teatro di Kalberstadt, si raccolgono gli uomini. Secondo un'antica usanza, come proprio ora ha spie­gato il borgomastro. Le donne si trovano nella platea, anche questo per una tradizione. Atmosfera solenne, la tensione è enorme, sono presenti operatori cinematografici, i colleghi del­la televisione, corrispondenti da tutto il mondo. Ed ora comin­cia a parlare il borgomastro. (Il radiocronista va col microfono dal borgomastro che sta in piedi in mezzo al palcoscenico, cir­condato dagli uomini di Gullen disposti a semicerchio).

il borgomastro Porgo il benvenuto al comune di Güllen. Di­chiaro aperta la seduta. Punti all'ordine del giorno: uno solo. Ho l'onore di render noto che la signora Claire Zachanassian, figlia del nostro noto concittadino, l'architetto Gottfried Wäscher, intende farci una donazione di un miliardo. (Un mor­morio passa per le file della stampa). Cinquecento milioni alla città, cinquecento milioni divisitra tutti i singoli cittadini.

Silenzio.

il radiocronista (a bassa voce) Gentili ascoltatori: un fatto enorme, sensazionale. Una donazione che rende improvvisa­mente benestanti gli abitanti della cittadina e rappresenta con ciò uno dei più grandi esperimenti sociali della nostra epoca. L'assemblea è infatti come stordita. Regna un profondo silen­zio. La commozione è su tutti i volti.

il borgomastro    Do la parola al preside.

Il radiocronista si avvicina col microfono al preside.

il preside Cittadini di Gullen, dobbiamo esser coscienti che la signora Claire Zachanassian vuole con questa donazione qual­che cosa di ben preciso. Di che si tratta? Vuoi renderci felici con il suo denaro, coprirci d'oro, risanare le officine Wagner, le acciaierie Posto-al-Sole, Bockmann? Voi sapete che non si tratta di questo. La signora Claire Zachanassian ha cose più grandi In mente. Per il suo miliardo, essa vuole giustizia, la giustizia. Essa vuole che il nostro comune diventi giusto. Que­sta richiesta ci sorprende. Dunque non eravamo un comune giusto?

il primo    No!

il secondo    Abbiamo tollerato un delitto!

il terzo    Un errore giudiziario!

il quarto    Uno spergiuro!

voce di donna    Un mascalzone!

altre voci    È vero!

il preside Comune di Güllen! Questa è l'amara realtà: noi abbiamo tollerato l'ingiustizia. Io ammetto certamente le pos­sibilità materiali che ci si offrono con questo miliardo, non tra­scuro affatto che la povertà è la causa di tanti orrori e amarezze, eppure: qui non è questione di denaro... (Applauso formida­bile) ... non è questione di benessere e di una vita comoda; non di lusso; qui è questione se vogliamo attuare la giustizia, e non solo essa ma anche tutti gli ideali per cui i nostri avi han­no vissuto e combattuto e per cui sono moni, e che costituisco­no i valori del nostro mondo occidentale. (Applauso formida-bile). La libertà è in giuoco se si vien meno all'amore dei pros­simo, se si viola il comandamento di proteggere i deboli, si of­fende il matrimonio, si inganna il tribunale, si getta nella mise­ria una giovane madre... (Grida di «Vergogna!»), Dobbiamo dunque, in nome di Dio, attuare i nostri ideali sul serio, con tremenda serietà. (Applauso formidabile). La ricchezza ha un senso, solo se fa nascere abbondanza di grazia: e la graziaè data soltanto a colui che ne è affamato. Avete voi questa fame, cittadini di Güllen, questa fame dello spirito, e non solo quel­l'altra, profana, la fame del corpo? Questo è il problema, que­sto vorrei dirvi come preside del ginnasio di Gullen. Solo se non tollerate il male, solo se non potete più vivere a nessun co­sto nel mondo dell'ingiustizia, potrete accettare il miliardo del­la signora Zachanassian e adempiere alla condizione cui esso è legato. Questo, cittadini di Güllen, è quanto vi prego di considerare.

Applausi frenetici.

il radiocronista Loro sentono l'applauso, signore e signori. Sono commosso. II discorso del preside ha mostrato una gran­dezza morale quale, purtroppo, è difficile trovare al giorno d'og­gi. Si sono additate coraggiosamente situazioni deplorevoli di carattere generale, ingiustizie come ne accadono in ogni comu­ne, dovunque vi siano degli uomini.

il borgomastro    Alfredo Ill...

il radiocronista    Il borgomastro prende di nuovo la parola.

il borgomastro    Alfredo Ill, ho da farle una domanda.

Il poliziotto dà una spinta ad Ill. Questi si alza.

il radiocronista (si avvicina a Ill con il microfono) Ed ora la voce di colui sulla cui proposta è stata creata la fondazione Zachanassian, la voce di Alfredo Ill, amico di gioventù della benefattrice. Alfredo Ill è un uomo robusto di circa settanta anni, un probo cittadino di Güllen, del buon vecchio stampo, natural­mente commosso, pieno di gratitudine, pieno di gioia interiore.

il borgomastro È per causa sua che ci èstata offerta la dona­zione, Alfredo Ill. Se ne rende conto?

Ill dice qualche cosa a bassa voce.

il radiocronista Deve parlare più forte, buon uomo, affinché anche i nostri ascoltatori possano capire.

ill    Sì.

il borgomastro Accetterà la nostra decisione se accogliere o rifiutare la donazione Claire Zachanassian?

ill    L'accetto.

il borgomastro C'è qualcuno che vuol fare una domanda ad Alfredo Ill? (Silenzio). Signor parroco? (Silenzio). Signor dot­tore? (Silenzio). La polizia? (Silenzio). L'opposizione? (Silen­zio). Passo allora alla votazione, (Silenzio. Solo il ronzio delle macchine da presa: i flash). Chi con cuor puro vuole attuare la giustizia, alzi la mano.

Tutti fuorché Ill alzano la mano.

il radiocronista Un silenzio raccolto è nella sala del teatro. È tutto un unico mare di mani levate, come una possente congiu­ra per un mondo pili buono e più giusto. Solo il vecchio siede immobile, sopraffatto dalla gioia. Il suo scopo è raggiunto, la fondazione È stata creata, grazie alla benefica amica della sua gioventù.

il borgomastro La donazione di Claire Zachanassian è accet­tata. All'unanimità. Non per amor di denaro.

l'assemblea    Non per amor di denaro.

il borgomastro    Ma per amor di giustizia.

l'assemblea   Ma per amor di giustizia.

il borgomastro    E per un dovere di coscienza.

l'assemblea    E per un dovere di coscienza.

il borgomastro Perché non possiamo vivere se tolleriamo tra noi un delitto.

l'assemblea Perché non possiamo vivere se tolleriamo tra noi un delitto.

il borgomastro    Che dobbiamo estirpare.

l'assemblea    Che dobbiamo estirpare.

il borgomastro Affinché le nostre anime non ne soffrano danno.

l'assemblea    Affinché le nostre anime non ne soffrano danno.

il borgomastro    E i nostri beni più sacri.

l'assemblea    E i nostri beni più sacri.

ill   (grida)    Mio Dio!

Tutti sono ancora solennemente con la mano levata, ma la macchina da presa non ha funzionato.

l'operatore cinematografico Peccato, signor borgomastro: l'illuminazione ha fatto cilecca. Per favore di nuovo la votazio­ne finale.

il borgomastro     Di nuovo?

l'operatore    Per il film giornale.

il borgomastro    Ma certamente.

l'operatore    Il riflettore è a posto?

una voce   A posto.

l'operatore    Allora, forza. (Si mette in posa).

il borgomastro Chi con cuor puro vuole attuare la giustizia alzi la mano. (Tatti alzano la mano). La donazione di Claire Za­chanassian è accettata. All'unanimità. Non per amor di denaro.

l'assemblea   Non per amor di denaro.

il borgomastro    Ma per amor di giustizia.

l'assemblea    Ma per amor di giustizia.

il borgomastro    E per un dovere di coscienza.

l'assemblea    E per un dovete di coscienza.

il borgomastro Perché non possiamo vivere se tolleriamo tra noi un delitto.

l'assemblea Perché non possiamo vivere se tolleriamo tra noi un delitto.

il borgomastro  Che dobbiamo estirpare.

l'assemblea    Che dobbiamo estirpare.

il borgomastro Affinché le nostre anime non ne soffrano danno.

l'assemblea   Affinché le nostre anime non ne soffrano danno.

il borgomastro    E i nostri beni più sacri.

l'assemblea   E i nostri beni più sacri.

Silenzio.

l'operatore (a bassa voce) Ill! Be'? (Silenzio. L'operatore de­luso) E allora niente. Peccato che non abbia emesso quel gri­do di gioia, «mio Dio»: era particolarmente efficace.

il borgomastro I signori della stampa, della radio e del cine­ma sono invitati ad un rinfresco. Nel ristorante. L'uscita più conveniente è quella del palcoscenico. Per le signore verrà ser­vito un tè nel giardino dell'Apostolo d'oro.

Gli uomini della stampa, della radio e del cinema escono verso destra in fondo. I cittadini restano immobili sulla scena. Ill si alza, fa per uscire.

il poliziotto    Resta! (Costringe Ill a sedersi di nuovo).

ill    Volete farlo oggi stesso?

il poliziotto    Naturalmente.

ill    Pensavo fosse meglio a casa mia.

il poliziotto    Qui.

il borgomastro    Non c'è più nessuno in platea?

Il terzo e il quarto guardano in basso.

il terzo    Nessuno,

il borgomastro    E la galleria?

il quarto    Vuota.

il borgomastro Chiudete le porte. Nessuno deve più entrare in sala.

      I  due scendono in platea.

il terzo    Chiuso.

il quarto   Chiuso.

il borgomastro Spegnete le luci. La luna entra dalle finestre della galleria. Basterà.

(La scena diventa buia. Nella debole luce della luna le persone sono solo vagamente distinguibili).

Formate un passaggio.

(I cittadini formano un passaggio stret­to, alla fine del quale sta il ginnasta, ora in eleganti calzoni bian­chi, con una sciarpa rossa a tracolla sopra la maglietta da gin­nasta).

Signor parroco, per favore.

il parroco (va lentamente da Ill, sì siede accanto a lui) Ebbe­ne, Ill, la sua ora più dura sta per compiersi.

ill    Una sigaretta.

il parroco    Una sigaretta, signor borgomastro.

il borgomastro (con calore) Ma certamente. Una particolar­mente buona.

       Il  borgomastro porge la scatola al parroco, che la offre ad Ill. Questi prende una sigaretta, il poliziotto gliela accende, il par­roco restituisce la scatola al borgomastro.

il parroco  Come ha già detto il profeta Amos...

ill    No, la prego. (Fuma).

il parroco    Non ha paura?

ill    Non più tanto. (Fuma).

il parroco (non sapendo cosa dire)    Pregherò per lei.

ill.    Preghi per Güllen.

il parroco (si alza lentamente in piedi)    Dio abbia pietà di noi. (Torna lentamente in mezzo agli altri).

il borgomastro    Si alzi, Alfredo Ill.

Ill esita.

il poliziotto    Alzati, porco. (Lo fa alzare con uno strattone).

il borgomastro    Brigadiere, si domini.

il poliziotto    Mi scusi. Ho perso il controllo di me stesso.

il borgomastro   Venga avanti, Alfredo Ill.

(Ill lascia cadere la sigaretta, la calpesta per spegnerla. Poi va lentamente in mezzo alla scena, si volge con le spalle al pubblico).

Vada nel pas­saggio.

Ill esita.

il poliziotto   Forza, muoviti.

Ill va lentamente nel passaggio formato dagli uomini silenziosi. Alla fine gli si pone di fronte il ginnasta. Ill si ferma, si volta, vede come il passaggio si chiude senza misericordia; cade in ginocchio. Il passaggio si trasforma in un groviglio umano, si­lenzioso, che si stringe, poi tutti si chinano lentamente. Silen­zio. Da sinistra davanti vengono dei giornalisti. Si fa luce.

primo giornalista    Che sta succedendo qui?

Il groviglio umano si discioglie. Gli uomini si raccolgono nel fondo, tacciono. Resta al centro solo il medico, inginocchiato accanto ad un cadavere su cui è stesa una tovaglia a quadri, come si usano nelle trattorie.

il medico (sì alza in piedi, si toglie lo stetoscopio) Paralisi cardiaca.

Silenzio.

il borgomastro   Morto di gioia.

primo giornalista    Morto di gioia.

secondo giornalista    La vita scrive talvolta le più belle storie.

primo giornalista   Al lavoro.

I giornalisti corrono verso il fondo a destra. Da sinistra viene Claire Zachanassian, seguita dal maggiordomo. Vede il cada­vere, si ferma, va lentamente al centro della scena, si volge verso il pubblico.

claire Portatelo qua.

(Koby e Tohy vengono con una barella, vi pongono sopra Ill e lo portano ai piedi di Claire Zachanassian, Claire, immobile)

Scoprilo, Boby.

(Il maggiordomo sco­pre il volto di Ill. Essa lo contempla a lungo, immobile).

E'di nuovo com'era, molto tempo fa, la pantera nera. Ricoprilo.

(Il maggiordomo ricopre di nuovo il volto).

Mettetelo nella bara.

         (Roby e Toby portano fuori il cadavere da sinistra).

         Portami in camera mia. Boby. Di' che facciano i bagagli. Partiamo per Ca­pri.

         (Il maggiordomo le offre il braccio, essa va lentamente ver­so sinistra, si ferma) Borgomastro.

         (Dal fondo, dalle file de­gli uomini silenziosi, viene lentamente avanti il borgomastro). L'assegno.

         (Gli porge un pezzo di carta ed esce con il maggior­domo).

Se i vestiti migliori indicavano il benessere crescente, discreto, non invadente, ma tuttavia sensibile, se la scena diveniva man mano più attraente e si trasformava migliorando «socialmen­te», quasi ci si trasferisse a poco a poco da un quartiere di po­veri ad una città moderna ed economicamente prospera, ora questo miglioramento graduale celebra nel finale la sua apoteo­si. Questo mondo già grigio si è trasformato nello splendore della tecnica, in ricchezza, e sfocia in un lieto fine universale. Bandiere, ghirlande, manifesti, luci al neon circondano la sta­zione rinnovata, e inoltre gli abitanti di Gullen, uomini e donne in frac e toeletta da sera, raggruppati in due cori, simili a quelli della tragedia greca, non a caso, ma quasi a indicare la posizio­ne, come se una nave in avaria, uscita di molto dalla sua rotta, desse gli ultimi segnali.

coro primo

Molte le cose terribili:

terremoti immani

montagne che gettano fuoco, flutti del mare

E guerre, carri armati che tra il grano

avanzano.

Il solar fungo della bomba atomica.

coro secondo

Ma niente è più terribile

della miseria.

Essa infatti non conosce avventure,

squallida serra la stirpe umana,

aggiunge

giorno triste a giorno triste.

le donne

Impotenti vedon le madri i loro cari che deperiscono.

gli uomini

L'uomo però

pensa ribellioni concepisce tradimenti.

il primo

In scarpe rotte ei va dattorno

il terzo

Con tra le labbra tabacco puzzolente.

coro primo

Ché i luoghi di lavoro, che

davano il pane son vuoti

coro secondo

E i treni rombanti schivan la città,

tutti

Felici noi

la signora ill

Cui un destino amico

tutti

Tutto ha mutato

le donne

Degne vesti racchiudon ora il corpo grazioso

il figlio

Guida la macchina sportiva il giovane

gli uomini

E il commerciante  la pesante automobile.

la figlia

La fanciulla insegue la palla

sul rosso terreno

il medico

Nella nuova sala operatoria dalle verdi pareti

opera con gioia il medico

tutti

Il desinare

fuma sul desco. Contento,

ben calzato,

fuma ciascuno tabacco migliore.

il preside

Avidamente apprendono gli avidi di cultura.

il  secondo

Tesori su tesori accumula il solerte industriale.

tutti

Rembrandt su Rubens

il pittore

E l'arte nutre pienamente l'artista.

il parroco

E a Pentecoste, Pasqua e Natale

ribocca il duomo di fedeli in folla.

tutti

E i treni,

risplendenti e sublimi

che sopra i ferrei binari corrono

da città a città, collegatori di popoli,

ferman di nuovo.

Da sinistra viene il controllore.

il controllore    Gullen!

il capostazione    Rapido Güllen -Roma. in carrozza, prego! Car­rozza belvedere in testa al treno!

Dal fondo viene Claire Zachanassian nella sua portantina, im­mobile, un vecchio idolo di pietra, e passa tra i due coti, accom­pagnata dal suo seguito.

il borgomastro

Or parte

tutti

Chi assai ci donò

la figlia

La benefattrice

tutti

Con il suo nobil corteo sen va!

Claire scompare verso destra, per ultimi passano i facchini, por­tando fuori la bara con un lungo tragitto.

il borgomastro

Che viva felice.

tutti

Quel che le è caro porta con sé, quel che le è stato affidato.

il capostazione

Partenza!

tutti

Ma a noi conservi

il parroco

Un Dio

tutti

In tempi rapidi e ondeggianti

il borgomastro

Il benessere

tutti

Conservi i beni a noi sacri, conservi

la pace,

la libertà ci conservi.

Notte sta lungi.

non oscurare giammai la nostra città

la rinnovata e splendida,

si che felici godiamo della felicità.