La vita è meravigliosa

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Versione teatrale

dell’omonimo film di

FRANK CAPRA


PERSONAGGI E INTERPRETI

GEORGE BAILEY:                 

VOCE STAZIONE:  

PIETRO solo voce:  

TOBIA, angelo di seconda classe

MARY:  

PETER figlio:  

TOMMY figlio:  

ZUZU figlia:  

POTTER:                                                        

ZIO BILLY:                                          

BOWER, il farmacista:  

HARRY BAILEY, suo fratello:  

BERT:  

VAYOLET:

MAESTRA DI ZUZU:  

CARTER, l’ispettore della banca:  

SIGNORA:  

SIGNORA:  

SCENA 1: DAVANTI AL SIPARIO CHIUSO

VOCI E SUONI FUORI CAMPO: Come in una stazione. Avvisi di convogli in arrivo e partenza. Chiamate per incaricati speciali. Per ultima, chiamata per l’angelo di seconda classe Tobia.

PRIMA VOCE: Tlin-tlon. Attenzione. È in arrivo sul dodicesimo binario il treno con le anime beate proveniente dalla terra. Gli addetti ai bagagli si portino alla banchina.

SECONDA VOCE: Tlin-tlon. Attenzione, attenzione… è deragliato il convoglio con le preghiere della mattinata. Gli incaricati si portino immediatamente sul posto. Bisogna dividere le preghiere di supplica, da quelle di ringraziamento. Presto, il capo le sta aspettando.

PRIMA VOCE: Tlin-tlon. Tutti gli angeli custodi che hanno ricevuto i nuovi incarichi sono pregati di imbarcarsi all’istante. Ultimo avviso.

SECONDA VOCE: Tlin-tlon. Attenzione, attenzione. Chiamata urgente per Clara, angelo di seconda classe. Ripeto: Chiamata urgente per l’angelo di seconda classe Clara. Presentarsi immediatamente a San Pietro.

TOBIA: Entra sul proscenio col sipario ancora chiuso. Eccomi, eccomi. Che c’è Pietro?

PIETRO: Finalmente. Dove eri? Va bene avere tutta l’eternità davanti, ma…

TOBIA: Scusa Pietro, ho dovuto fare tutta la strada a piedi.

PIETRO: Ah già dimenticavo. Tu sei un angelo di seconda classe e non ti sei ancora guadagnato le ali.

TOBIA: Allora, cosa vuoi?

PIETRO: Parecchie persone chiedono aiuto per un certo George Bailey... Se la passa davvero male e purtroppo stasera alle 22,43 – ora terrestre –  si getterà nel fiume per togliersi la vita. Devo mandare subito qualcuno in suo aiuto, ma non ho nessuno. Ho pensato che, forse tu potresti…

TOBIA: Forse… sarebbe meglio mandare sulla terra qualcuno più esperto… io…

PIETRO: Ti ho già detto che non ho nessuno, e poi… vuoi guadagnarti le ali si o no?

TOBIA: Va bene. Accetto. Fa come per andarsene….

PIETRO:Un momento. Non così di fretta. Prima regola per aiutare qualcuno è conoscerlo, sapere chi è, cosa ha fatto, quello che sta facendo…

TOBIA: Ho capito. Sarà un gran farabutto.

PIETRO: No, al contrario. È una bravissima persona. Già da ragazzo si faceva apprezzare per la sua generosità e la sua disponibilità. Pensa che un’estate ha rischiato la vita per salvare suo fratello più giovane Harry. Se non fosse stato per la sua prontezza, sarebbe certamente affogato.

TOBIA: Merita una medaglia.

PIETRO: Aspetta, non è tutto. Una volta ha tirato fuori dai pasticci Mr. Bower il farmacista. Poveretto, mentre stava confezionando una medicina per il figlio della signora Blair, malato di difterite, aveva ricevuto un telegramma con il quale gli veniva comunicata la morte del Figlio che abitava a Baltimora. Sconvolto dalla notizia non si era accorto che aveva riempito le capsule con il veleno anziché con la medicina.

TOBIA: O poveretto. È morto il figlio della signore Blair?

PIETRO: No. George se n’era accorto in tempo e non le consegnò. Solo più tardi, quando la signora Blair chiamò il vecchio farmacista per sapere come mai non le fosse stata ancora consegnata la medicina, George rivelò il rischio corso.

TOBIA: Chissà che sospiro di sollievo per Mr Bower!

PIETRO: Si infatti. Da quel momento il vecchio farmacista visse per sdebitarsi e trattò George come se fosse suo figlio.

TOBIA: Non capisco. Ma se George è una così brava persona… come mai stasera vuole togliersi la vita?

PIETRO: Ci stavo arrivando. George andò al college, poi anche all’università. Si laureò e per un po’ di tempo lavorò come avvocato. Poi, però, volle dedicarsi a qualcosa di più utile. Rilevò la società fondata dal padre “Costruzioni e Mutui” per aiutare tutti coloro che volevano costruirsi una casa, ma avevano pochi soldi.

TOBIA: Cosa faceva? Regalava soldi?

PIETRO: No. L’aveva trasformata in una società per azioni. Molte persone ebbero fiducia in lui e gli affidarono i loro risparmi. Chi desiderava farsi una casa si rivolgeva a George per ottenere un prestito agevolato. Purtroppo….

TOBIA: Hai. Non mi piace quel “purtroppo”. Sento odore di guai.

PIETRO: Non ti sbagli. Il Signor Potter, un vecchio socio della “Costruzioni & Mutui” la pensava diversamente. Viveva solo per accumular soldi. Non perdeva occasione per ostacolare George.

TOBIA: Bell’infame. Meriterebbe di andare all’Inferno. Ma che cosa centra il signor Potter con George?

PIETRO: George aveva chiesto alla banca un grosso finanziamento per la “Costruzioni & Mutui”, impegnandosi a rispettare le scadenze imposte dalla banca stessa. Ogni fine mese doveva versare 5.000 dollari.

TOBIA: Bè, tutto qui?

PIETRO: Purtroppo, però, l’ultima rata George l’aveva affidata a suo zio Billy. Lo zio Billy avrebbe dovuto consegnarla personalmente alla banca, ma…

TOBIA: Ma…, cosa è successo?

PIETRO: È successo che per strada lo zio BIlly si è accorto che i soldi non c’erano più. Basta adesso. Devi partire. Manca solo un’ora al suicidio di George. Ricordati solo che soltanto George potrà vederti. Nessun altro.

TOBIA: Meglio così. Vestito in questa maniera… senza neppure la possibilità di prepararmi meglio. Hai altri consigli da darmi Pietro?

PIETRO: No. Parti immediatamente. Aiuta George e ti guadagnerai un bel paio di ali. Su parti, presto.

TOBIA: Parto. Esce ancora col sipario chiuso.

VOCE FUORI CAMPO: Attenzione, attenzione. È in partenza dal binario 934 il treno diretto sulla terra. Ultimo avviso. Prendere posto, prego.

 

SCENA 2: George e lo zio Billy

GEORGE: Entra tutto concitato discutendo con lo zio Billy. Ma come è potuto succedere? Come hai potuto perdere 5.000 dollari? Hai provato a rifare la strada? Chissà dove li hai persi. Li avrai appoggiati da qualche parte….

ZIO BILLY: Oh George, non lo so. Non mi ricordo. I soldi li avevo quando sono uscito di casa. Li avevo nella busta che tu mi hai dato…

GEORGE: Si, ma dopo. Che strada hai fatto? Ti sei fermato da qualche parte? Hai incontrato qualcuno?

ZIO BILLY: Non ricordo… forse sì…

GEORGE: Come forse! Forse, forse! Ma non puoi dirmi forse. Dobbiamo trovare quel denaro!

ZIO BILLY: Io sono un peso per te…

GEORGE: Ma ti rendi conto? Sai che cosa succederà se non troviamo il denaro?

ZIO BILLY: Sono un peso…

GEORGE: Dove potresti averlo messo? Dove? Pensa, pensa.

ZIO BILLY: Ho guardato dappertutto… non lo so. Non capisco… non lo so..

GEORGE: Dov’è il denaro, stupido imbecille? Sai cosa vuol dire non trovare il denaro? Significa scandalo, bancarotta, prigione! Ecco cosa vuol dire! Uno di noi due andrà in prigione, e non sarò io! Ah!

ZIO BILLY: Mi dispiace George, mi dispiace…

GEORGE: Zio Billy, dimmi la verità: ti sei fermato da qualche parte?

ZIO BILLY: Ecco veramente… sono passato un momento dal mio amico Tom. Sai, per fargli gli auguri…E’ la vigilia di Natale…

GEORGE: Perché l’hai fatto? Ti avevo detto di andar subiti in banca.

ZIO BILLY: Perdonami George… su coraggio. Vedrai “tutto si sistemerà”…

GEORGE: Ah che stupido. Che stupido sono stato a fidarmi. E dove li trovo adesso 5000 dollari? Entro la mezzanotte… E tu? Vattene via. Non farti più vedere vecchio pazzo.

ZIO BILLY: Perdonami George. Perdona questo vecchio. Se solo potessi… Esce.

SCENA 3: George,  Mary,  Zuzu e Peter e John

MARY: Ah sei tu George. Che cosa succede. Non ti avevo mai sentito urlare così. Spaventi i bambini.

GEORGE: Oh Mary, sono rovinato.

MARY: Non dire così. “Tutto si aggiusta”, ricordi? Lo ripeti sempre tu.

GEORGE: Non questa volta.

ZUZU: Ciao papi. Ho imparato una nuova canzone. Ho vinto anche un premio. Vuoi ascoltarla? Etciù starnuto.

GEORGE: Ma tu sei raffreddata, piccola mia. Dovresti metterti a letto… Ma da quando sta male?

MARY:Non ti preoccupare, solo da oggi. Non è niente. Ha preso freddo tornando a casa da scuola. le hanno dato un fiore come premio e lei per non sciuparlo non si è voluta allacciare il cappottino.

GEORGE: Che ha? Mal di gola? La febbre?

MARY: Nooo, solo un raffreddore. Il dottore ha detto…

GEORGE: Il dottore? E’ venuto il dottore?

MARY: Sì, l’ho chiamato, non c’è da preoccuparsi…

GEORGE: Ha anche la febbre? Quanto ha?

MARY: Oh, due linee sole, niente di grave. Passerà subito.

GEORGE: Maledizione! Questa casaccia! Barcaccia piena di correnti! Io non so come mai non abbiamo tutti la polmonite! Tanto varrebbe vivere in una ghiacciaia! Ma perché siamo venuti a finire qui, invece di andarcene via da questa città ammuffita?

MARY: Che cosa c’è che non va?

GEORGE: Che cosa? Tutto non va! E me la chiami una famiglia felice questa? Perché abbiamo avuto tanti bambini?

PETER: Entra assieme a Tommy. Ciao papà.

TOMMY: Ciao papà. Dopo giochiamo un pochino?

PETER: Come si scrive “incenso”, papà?

GEORGE: Non lo so Peter, chiedilo a tua madre! Zuzu ti prego, mettiti a letto. Tra un po’ papa verrà a vederti. Su, presto vai.

ZUZU: Esce.

PETER: Allora me lo dici tu, mamma?

MARY: Si scrive i, enne, ci…

TELEFONO

MARY: Rispondo io. Pronto? Sì, sono la signora Bailey. Oh, grazie signora Well. Sono sicura che non è nulla. Il dottore ha detto che potrà alzarsi per domani, per Natale…

GEORGE: E’ la maestra di Zuzu?

MARY: Sì…

GEORGE: Le parlo io. Pronto? Pronto, signora Well. Sono George Bailey, il papà di Zuzu. Che razza di maestra siete? Che cosa le è venuto in mente di mandarmela a casa mezza nuda?

MARY: No…

GEORGE: Vi rendete conto che le potrebbe venire una polmonite?

MARY: George…

GEORGE: E’ forse per questo che paghiamo le tasse? Per avere degli insegnanti che…

MARY: George, no!

GEORGE: Per avere delle insegnanti stupide scervellate che mandano a casa i bambini senza niente addosso. Vecchia stupida!

MARY: Prende la cornetta. Pronto, signora Well? Io vorrei chiederle scusa… pronto? Pronto? Ha riattaccato...

GEORGE: L’attacco io, a un albero!

PETER: Come si scrive “alleluja”?

GEORGE: Ma che ne so! Non sono mica un dizionario! Tommy, anche tu levati di torno. Alzando la voce…. E tu, Jane, non l’hai ancora imparata questa lagna? L’hai suonata e risuonata, ora basta! Basta!!. …. …. Scusa Mary… Jane, mi dispiace… non volevo… continua a suonare… Peter, devi scusarmi anche tu… cosa volevi sapere?

PETER: Niente, papà… mortificato.

GEORGE: Ma che avete tutti? Jane, ti ho detto di suonare, suona! Ho detto suona!

MARY: Non maltrattare i bambini! Su bambini andate di sopra. Tra un po’ vi raggiungo. Poi rivolta a George… Ma cosa ti succede George? Non ti sei mai comportato così prima d’ora?

SCENA 4: George,  Mary, il signor Potter

GEORGE: Sono un fallito, Mary. Mi dispiace… guarda che vita ti ho fatto fare. Viviamo in una casa piena di spifferi e tu …

MARY: Oh, no, ti prego, amo quella vecchia casa…

GEORGE: Tu sei troppo buona, Mary. Io non ti merito. Avresti dovuto sposare qualcun altro con una bella casa grande, con un bel lavoro. Un uomo che ti potesse trattare come una regina.

MARY: Ma che cosa di tanto tremendo può essere successo da farti parlare così?

GEORGE: Lo zio Billy! Ha perso i 5.000 dollari che avrebbe dovuto consegnare alla banca. Ci credi? L’unica volta che mi sono fidato di lui, ha perso i soldi. Che cosa posso fare adesso. Se non ne trovo altri prima della mezzanotte perderemo tutto, lavoro, casa e peggio tutti risparmi di tanta gente andranno bruciati.

CAMPANELLO

MARY: Magari è lo zio Billy. Forse ha trovato i soldi. Esce. Poco dopo rientra con il signor Potter. Prego si accomodi signor Potter.

POTTER: Non mi tratterrò molto. George, piacere di vederti. Sono passato a ricordarti la scadenza. Entro la mezzanotte, lo sai! Volevo solo ricordartelo.

GEORGE: Signor Potter, è successa una cosa tremenda. I soldi, i 5.000 dollari erano pronti, purtroppo, però, è successo che mio zio Billy li ha persi mentre andava a consegnarli alla banca…. Dovreste averlo visto. Mi ha detto che è passato a salutare il vostro segretario Tom.

POTTER: Davvero avevi i soldi George? Non è che ti stai inventando una scusa per dirmi che non li hai? In fondo, non mi sorprendo affatto. Tu e la tua idea pazza.

GEORGE: No posso garantire che i soldi c’erano davvero. Signor Potter … se lei volesse …..farmi un prestito.

POTTER: Ah è così. E quanto ti servirebbe?

GEORGE: 5.000 dollari.

POTTER: È una bella sommetta, non c’è che dire. Ma perché non hai pensato di chiedere la somma al tuo amico Sam?

GEORGE: Non posso chiedergliela, è in Europa…

POTTER: E tutti gli altri amici?

GEORGE: Non dispongono di somme simili… Signor Potter, lo sapete. Voi siete l’unico che potete aiutarmi!

POTTER: Bene, bene… sono diventato improvvisamente importante… E che garanzie potresti darmi George? Hai delle azioni?

GEORGE: No… no…

POTTER: Titoli? Proprietà? Valori di altro genere?

GEORGE: Un’assicurazione sulla vita… Una polizza da 15.000 dollari…

POTTER: Sì? E quanto hai versato a tutt’oggi?

GEORGE: 600 dollari…

POTTER: 600 dollari? E vieni invece a chiedermene 5000! Guarda un po’… eri così sicuro di te! Volevi partire alla conquista del mondo! Una volta mi hai dato dell’avaro, se la memoria non mi inganna… Intanto ora non sei che un fallito, come tuo padre! Un miserabile impiegatuccio che viene qui strisciando ad elemosinare aiuto. Nessuna garanzia. Niente azioni, niente proprietà, solo un miserabile versamento di 600 dollari su una polizza di assicurazioni.. Ah! Ah!

MARY: La prego signor Potter, non parli in questo modo. George…

POTTER: Povero George. Finalmente ti sei svegliato dal tuo sogno. Vali più da morto che da vivo! Potresti andare a chiedere soldi a quella marmaglia che ti è sempre stata a cuore, e non ci vai. Sai perché? Perché ti caccerebbero a pedate. Te lo dico subito quello che potrei fare per te, George. Informerò l’ispettore della banca e farò in modo che venga spiccato contro di te un mandato di arresto. Appropriazione indebita, falso in scrittura, frode continua!

GEORGE: La prego signor Potter. Avrà il suo denaro. Lo prometto. E poi è la vigilia di Natale.

POTTER: Avete veramente fatto pressione a quella gente per pagare le ipoteche?

GEORGE: Sono brutti tempi, molti di loro sono senza lavoro…Io credo che anche il nostro piccolo lavoro sia importante.

POTTER: Buttateli fuori!

GEORGE: Come posso farlo, hanno tutti dei bambini…

POTTER: Vi occupate di beneficenza oppure di affari voi?

GEORGE: Signor Potter, non capisco perché avete l’animo tanto arido. Non avete famiglia, né figli, non potrete mai spendere tutto il vostro denaro…

POTTER: Il denaro è mio e ne dispongo come meglio pare a me. Guardati George. Siete un fallito. Avresti fatto meglio a tenerti l’impiego che io ti avevo offerto. Invece tu hai voluto occuparti di quella marmaglia…

GEORGE: Forse dimenticate, signor Potter, che la “marmaglia” di cui parlavate, vive, lavora, spende e muore in questa cittadina.. E’ forse troppo se facendo questo mira ad avere un paio decenti camere con bagno? Io offro le stesse possibilità che voi offrite soltanto a chi ha denaro…

POTTER: Sia come vuoi tu, ma ti ricordo… ritornerò qui con l’ispettore della banca.

GEORGE: Ma non può farlo. È Natale… la gente come farà.

POTTER: La gente farà, farà vedrai. Anzi, preparati. Appena si spargerà la voce che sei caduto in disgrazia verranno tutti a richiederti indietro il denaro che ti ha affidato. Fossi in te chiederei l’intervento della polizia, non si sa mai. Anzi, provvederò io stesso ad avvisare l’ispettore della banca. Ossequi. Esce.

GEORGE: Oh, Dio… Padre nostro… che sei nei cieli… io non so pregarti o Dio… ma se tu sei lassù e mi senti, dimmi cosa devo fare… dammi la forza per andare avanti… Dio… illuminami tu… Esce seguendo Potter. Aspetti signor Potter, la prego… mi ascolti.

MARY:Dove vai George. George…Và al telefono… Pronto? Ciao Harry… Ho bisogno di aiuto. Oh si. No, George è uscito e non so dove sia andato. Fai presto, vieni ho bisogno di parlarti. Si, bene, grazie. Si, d’accordo, vengo a prenderti alla stazione così ti racconterò tutto. Esce….

SCENA 5: George salva Tobia, angelo di seconda classe

TOBIA: Entra, ha addosso una coperta. Oh povero me. Non sapevo che l’acqua fosse così fredda.

GEORGE: Anche lui ha addosso un coperta.  Come avete fatto a cadere in acqua?

TOBIA: Caduto? Mi ci sono buttato per salvarti!

GEORGE: Come, per salvarmi? Ma se sono stato io a buttarmi in acqua dopo che vi ci siete buttato voi.

TOBIA: Bè non sapevo in quale altro modo salvarti dalla sciocchezza che stai per fare.

GEORGE: Che cosa ne sapete voi? Io non vi conosco. Chi siete? Da dove venite?

TOBIA: Mi chiamo Tobia. Vengo dal cielo. Sono un angelo di seconda classe..

GEORGE: Ah… molto interessante… Dal cielo eh?! Da quale manicomio siete scappato?

TOBIA: Ti sanguina un labbro, George…

GEORGE: Già… un pugno… come risposta a una mia preghiera di poco fa.

TOBIA: Oh, no, no George! Io sono quella risposta. Per questo mi hanno mandato quaggiù.

GEORGE: Come sai il mio nome?

TOBIA: Oh, so tutto di te.

GEORGE: Chi siete?

TOBIA: Te l’ho già detto. Mi chiamo Tobia A.S.C.!

GEORGE:  ASC? Cosa vuol dire ASC?

TOBIA: Angelo di 2^ classe.

GEORGE: Un angelo eh? Di seconda classe… questa poi.

TOBIA: Sono stato mandato quaggiù apposta. Sono il tuo angelo custode.

GEORGE: Non mi sorprende per niente…

TOBIA: E’ ridicolo che tu abbia pensato di ucciderti per del denaro. 5000 dollari…

GEORGE: Già, sono cose che… come sai questa storia?

TOBIA: Te l’ho detto. Sono il tuo angelo custode. So tutto di te…

GEORGE: Un angelo, eh? Che ne hai fatto delle tue ali?

TOBIA: Non le ho ancora avute. Sono un angelo di 2^ classe… Eh… me le devo guadagnare… E tu mi aiuterai certamente.

GEORGE:  Sicuro… sicuro… tanto stasera non ho impegni. Aiutarti? E come?

TOBIA: Lasciandoti aiutare da me.

GEORGE: Ah! Puoi aiutarmi solo se hai portato con te 5000 dollari!

TOBIA: Oh, no, no. Non usiamo denaro lassù.

GEORGE: E’ vero, già, dimenticavo… Invece quaggiù non se ne può fare a meno. Va bene, è stato un piacere. Devo andare.

TOBIA: Dove vai?

GEORGE: Vado a suicidarmi. Valgo più da morto che da vivo!

TOBIA: Non devi dire queste cose. Non avrò le ali se continui così. Non è tutto perduto. Hai una famiglia che ti vuol bene, un sacco di amici…

GEORGE: Ah si, sono tutti fortunati ad avere me! Mia moglie, i miei amici, i miei figli… No, no… vai a salvare qualcun altro, vai, vai..Sarebbe stato meglio che non fossi mai nato!

TOBIA: Cosa dici?

GEORGE: Ho detto che vorrei non esser nato!

TOBIA: Oh, non devi dire queste cose… pensa quanta gente ne soffrirebbe…

GEORGE: Figurarsi. Nessuno se ne accorgerebbe.

TOBIA: No, non è così. Adesso non sai quello che dici. Non essere mai nato non è la soluzione giusta. Hai amici, le cose possono cambiare, lassù qualcuno ti ama.

GEORGE: Che strano, adesso ti sento benissimo anche da quest’orecchio… Non ci sentivo più da quand’ero bambino… Dev’essere stato quel tuffo nell’acqua gelata…

TOBIA: Anche il labbro non ti sanguina più, George.

GEORGE: Già è vero e non sono neanche bagnato. Che è successo?

TOBIA: Non l’hai ancora capito. Sei stato esaudito. Ti annuncio ufficialmente che tu non sei mai nato.

GEORGE: Tu sei tutto matto… Non hai una casa, qualcuno da chiamare. Forse ti stanno già cercando. Come ti chiami?

TOBIA: Tobia… A.S.C.

GEORGE: A già, quasi lo dimenticavo… angelo di seconda classe. Ma che strano… questa casa… me la ricordavo diversa.

SCENA 6: George non è mai nato

CAMPANELLO

GEORGE: Vado ad aprire.

ZIO BILLY: Entra. È una persona distrutta…

GEORGE:Ma è lo zio Billy. Zio Billy, mi dispiace per tutte le cattiverie che ti ho detto.

ZIO BILLY: Non lo guarda neppure. Si avvicina al tavolino, si versa da bere… senza dire nulla.

GEORGE: Non mi rispondi zio? Ti ho detto che mi dispiace.

TOBIA: Non ti può sentire.

GEORGE: Che cosa? Zio, zio Billy. Sono io George.

TOBIA: Non ti può sentire.

GEORGE: Sentite. La mia pazienza ha un limite… piantetela con questa storia.

TOBIA: Non ti può sentire perché tu non sei mai nato. Se non sei mai nato adesso non sei qui.

ZIO BILLY: Continua a bere.

GEORGE: Si mette davanti allo zio. Zio guardami, sono io George. Cerca di afferrarlo ma non ci riesce. Ma cosa succede. Non riesco a toccarlo.

TOBIA: Te l’ho detto, ma tu non mi stai ascoltando. Tu non sei qui.

MARY: Entra. Non assomiglia alla Mary vista in precedenza. Porta una tazza di brodo. Ecco qui zio Billy, la vostra tazza di brodo. Bevetelo finché è caldo.

GEORGE: Ma chi è quella donna. Mi pare di conoscerla, ma non so…

TOBIA: Certo che la conosci. È Mary.

GEORGE: Mary? Non è possibile. Non le assomiglia neanche lontanamente.

TOBIA: Hai ragione. È una donna trascurata. Sognava di trovare l’amore della sua vita, ma tu non sei…

GEORGE: Sta zitto. Non dire che non sono nato altrimenti ti do un pugno sul naso. Mary, Mary…

MARY: Si è seduta acconto allo zio. È stata una buona giornata oggi zio? Domani puoi venire a ritirare la biancheria. Appena torno dalla biblioteca.

ZIO BILLY: Fa cenno un saluto…Non dice nulla. Si alza ed esce.

MARY: Lo segue in silenzio. Sospira.

GEORGE: Non mi ha neanche visto. Allora è vero. Io non sono qui.

TOBIA: Fa cenno di si con la testa.

MARY: Va verso la finestra. Fa cenno di avvicinarsi. Va verso la porta. La prego entri signor Bower. Non dovrebbe andarsene in giro stasera con questo freddo.

GEORGE: È il signor Bower, il farmacista. Sai ho lavorato da lui come garzone quando ero ragazzo. Ma come è invecchiato.

BOWER: Grazie Mary. Non vorrei disturbare.

MARY: No che dice sig. Bower. Nessun disturbo.

BOWER: Siete una cara ragazza. Avreste dovuto trovare un bravo marito, una bella casa e tanti bambini.

GEORGE: Marito? Ma lei ce l’ha un marito, una casa e… Ah già. Io non esisto.

TOBIA: Proprio così. Tu saresti stato l’amore della sua vita. Se ti avesse incontrato…

BOWER: Grazie, Mary. Tu sei l’unica, da quando sono uscito di prigione, che mi rivolge la parola.

GEORGE: Prigione. Il sig. Bower è stato in prigione? Non è possibile. È una brava persona… ha fatto sempre del bene… dava le medicine anche a chi non poteva pagarle…

TOBIA: Invece è stato in prigione. Per tanti anni. Da quella volta che ha messo il veleno nelle capsule preparate per il figlio della signora Blair.

GEORGE: Ma no. Non è possibile. Mi ricordo… ero ragazzo. Avevo visto il sig. Bower leggere quel telegramma… l’ho visto sconvolto e il veleno messo al posto della medicina. Ma io quella medicina non l’ho mai consegnata. Mi sono preso anche uno schiaffo. Quello schiaffo sull’orecchio che non mi faceva sentire più bene.

TOBIA: Appunto. Tu avresti potuto impedirlo, ma tu …. non sei nato.

GEORGE: Ma aspetta. Allora mio fratello Harry quando stava per annegare….

TOBIA: Fa cenno di si con la testa. 

GEORGE: Ma che cosa ho fatto? Ma che cosa ho fatto?

TOBIA: Purtroppo non è tutto!

GEORGE: Non è tutto. Mi pare di aver combinato abbastanza… Cosa significa: non è tutto?

TOBIA: La “Costruzioni & Mutui”, ricordi. Con la tua società avresti potuto aiutare tanta persone a trovare una casa, a non cadere nelle sgrinfie di quell’usuraio, avaro, il signor Potter. Ma tu non sei nato e così tanti di loro hanno perso tutto.

SCENA 7: George vuole esistere

GEORGE: Tobia… aiutami Tobia… Fammi tornare indietro! Non m’importa di quello che accadrà! Ridammi mia moglie e i miei bambini! Aiutami, Tobia, ti prego! Voglio tornare a vivere! Fammi vivere! Ti prego… Dio…. fammi vivere ancora… (piange)

MARY: George! George! Ma dove sei stato? Mi hai fatto stare in pena?

GEORGE: Mary, tu mi vedi?

MARY: Naturale che ti vedo, non stai bene George?

GEORGE: Mary, ma sei proprio tu? Sei vera? Tu mi vedi Mary. Oh cara, cara, cara.

MARY: Che cosa succede George. Prima eri…

GEORGE: Prima mi sono comportato da stupido. Scusami cara. Non lo farò mai più.

ZUZU: È tornato papa. Ciao papino. Mi dispiace se mi sono ammalata.

GEORGE: Zuzu… non ti preoccupare. Non c’è nulla che non possa essere aggiustato.

PETER: Scusami papa.

TOMMY: Non volevamo darti dispiacere.

GEORGE: Ma quale dispiacere. Venite qua. Lasciatevi abbracciare tutti. Vieni anche tu Mary… Tutto si aggiusterà vedrai.

MARY: O George. Non capisco più niente. Prima….

GEORGE: Prima era prima. Prima non esistevo, ma adesso…

MARY: Oh caro. Quando te ne sei andato via in quel modo io… ho fatto delle telefonate… ha chiamato tutti gli amici e ho spiegato la situazione… Caro, non ti preoccupare… stanno venendo qui…

CAMPANELLO

MARY: Va ad aprire. Entra con l’ispettore della banca. George c’è il signor ispettore della banca.

GEORGE: Benvenuto signor ispettore. Come va signor ispettore? Buon Natale signor Potter.

ISPETTORE: Signor Bailey, c’è un debito…

GEORGE: Sì, sì, lo so… 5000 dollari…

ISPETTORE: Io ho qui un documento…

GEORGE: Lo so, lo so… certamente è un mandato d’arresto per me… Non è meraviglioso? Buon Natale! Abbraccia l’ispettore. Oh, la mia vecchia casa piena di correnti! Mary! Oh Mary! Non sono stato mai così felice.

POTTER: Mi fa piacere vederti così felice George. Signor ispettore, la prego di procedere.

GEORGE: Oh Mary, non puoi immaginare quello che è accaduto… ma sei proprio vera? Non avrei dovuto arrabbiarmi… ti ho trattata male… vi ho trattato male.

MARY: Non importa, George! Stanno per arrivare, vieni, vieni! Qui, vicino all’albero, non muoverti! Li sento arrivare… Oh, George, è un miracolo, un miracolo di Natale!

ZIO BILLY: George! Guarda, è un miracolo! E’ meraviglioso! E’ stata Mary, sai? Ha fatto tutto lei. Ha detto a qualche amico che eri nei guai e si sono sparsi per la città a raccogliere soldi. La gente non ha chiesto nulla, ha detto soltanto: “ Se George è nei guai, contate su di noi!” Un momento, signori! ordine! In coda! Signori, avanti!

MARTINI: Ho vuotato la distributrice automatica…

SIGNORA: Ecco George. Sono tutti i miei risparmi…

BOWER: Sono andato a riscuotere i miei crediti…

VAYOLET: Sono contenta che adesso tocca a me fare qualcosa di buono per te George...

SIGNORE: Ecco non è molto, ma è tutto quello che ho….

UNA: Io non vi conosco, signor George, ma non importa. Ecco la mia parte e buon prò vi faccia.

BERT: Un momento! Tutti zitti! Silenzio! Silenzio! Un telegramma, viene da Londra! Bower telefonato vi occorre denaro STOP. Dato ordine al mio ufficio anticiparti fino a 25.000 dollari STOP. I-U. Come I-U? Ah… Yuhuuuuu! E buon Natale, firmato Sam!

ISPETTORE: L’ispettore straccia il mandato e mette anche lui dei soldi.

HARRY: Ciao fratellone! Un uccellino mi ha detto che eri nei guai, l’ho detto ai miei commilitoni ed hanno fatto una colletta. Guarda…

GEORGE: Ehi Harry! Lo abbraccia. Che piacere vederti.

HARRY: Oh, George! Appena l’ho saputo ho volato anche in mezzo alla tempesta per arrivare in tempo!

GEORGE: Harry! Harry!

HARRY: Non è finita. Vieni pure avanti Tom.

POTTER: Tom?  Che ci fai qui? Non dovresti essere al lavoro?

TOM: Si ero al lavoro. Ma è la vigilia di Natale. Non potevo permettere che un farabutto come lei rovinasse George.

ISPETTORE: Che cosa intende dire buon uomo?

TOM: Intendo dire che il signor Potter è un bugiardo e un ladro.

POTTER: Non ti permettere…

MARLEY: Mi permetto eccome! Signori questa mattina il mio amico Billy è venuto a farmi gli auguri di Natale in ufficio e incautamente ha appoggiato un giornale piegato sulla mia scrivania. Purtroppo, se n’era già andato quando mi sono accorto che aveva dimenticato il suo giornale. Apertolo ho trovato i 5.000 dollari per la Banca.

POTTER: Tom, non dire più una parola. Sei licenziato…

TOM: No, non sarà lei a licenziarmi. Sono io che me ne vado. Non sopporterei un altro secondo la sua vista. Sapete che cosa mi ha costretto a fare? Quando ho scoperto i soldi sono andato dal signor Potter per avvisarlo dell’accaduto e lui mi ha imposto di non parlare e di non dire niente. Mi ha anche minacciato. Scusami George… sono stato un vigliacco. Ho avuto paura.

GEORGE: Che tu sia benedetto. Non ti preoccupare. Grazie, grazie…

ISPETTORE: Signor Potter, la prego mi segua. Dovrà spiegare un po’ di cose in commissariato. Esce con Potter. 

MARY: Hai visto? Avevi ragione: non c’è nulla che non possa essere aggiustato.

TOMMY: Guarda papà, un messaggio per te.

GEORGE: Fammi vedere… È di un vecchio amico.

TOBIA: (da fuori) Ciao George. È stato un piacere conoscerti. Sono felice che tutto sia sia messo a posto. Ricordati che nessun uomo è un fallito, se ha degli amici. Con affetto, Tobia.

CAMPANE

ZUZU: Senti papà, le campane… La maestra dice che quando suona una campana, un angelo mette le ali!

GEORGE: E’ vero.. è vero… grazie, Tobia! Buon Natale…., buon Natale a Tutti.

FINE