La vita è un albergo

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Giancarlo Loffarelli

La vita è un albergo

Giancarlo Loffarelli

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lecolonne79@libero.it

©depositata presso la SIAE

personaggi

Giovanni, sui 70 anni

Maria, sui 70 anni

Romolo, sui 70 anni

Federica, sui 70 anni

Mario, sui 70 anni

Enzo, sui 40 anni

Luisa, sui 35 anni

Salvatore sui 30 anni

La “Sala polifunzionale” di una Casa di riposo per anziani. Come, eufemisticamente, vorrebbe lasciar intendere l’altisonante definizione, si tratta di una sala che, più prosaicamente, tranne dormire e andare al bagno, accoglie ogni attività degli anziani ospiti. Sul fondo, è stato allestito un rialzo in legno che dovrebbe servire per la presentazione di piccoli spettacoli teatrali, concerti, letture e altre iniziative d’intrattenimento; sono stati anche predisposti dei punti luce in funzione di luci di scena. Sul davanti, tavoli e sedie sono pronti a trasformare l’ambiente in sala da pranzo, salotto e sala giochi in base a come vengono allestiti. Una grande vetrata che corre parallelamente al fondo, illumina tutto l’ambiente; oltre la vetrata s’intravede un giardino. A sinistra, l’ingresso per chi viene dall’esterno della casa; a destra, il passaggio verso gli altri ambienti.

Per tutto il tempo, tranne che nella scena finale del secondo atto, gli anziani indosseranno abiti e calzature comode, tipiche di chi è abbigliato per stare dentro casa e non per uscire, quindi: tute,  abiti pratici, pantofole…

Ai nostri giorni. Primavera.

Atto primo

SCENA PRIMA

(Giovanni, Maria, Romolo, Federica e Mario)

La stanza è stata sistemata per potervi svolgere delle prove teatrali; quindi i tavoli e le sedie sono stati scostati a destra e a sinistra. L’ambiente dinanzi al piccolo palcoscenico è in penombra poiché le tende della grande vetrata di fondo sono state chiuse e soltanto il palcoscenico è illuminato da una luce soffusa. Giovanni, Maria, Romolo, Federica e Mario sono impegnati a provare la scena iniziale de I giganti della montagna di Pirandello. Ognuno di loro ha in mano una piccola lampada a candela che crea un’atmosfera molto intima.

MARIO Oh! Gente, a noi! Gente, a noi! Subito: lampi, scrosci e la lingua verde; la lingua verde sul tetto!

MARIA Aiuto! Aiuto! Gente, a noi!... Che gente?

GIOVANNI Che gente?!

ROMOLO (ha in mano – e lo avrà sempre – un foglietto di carta con su, scritto qualcosa a penna) Di sera? Fosse giorno, crederei: qualche sperduto. Vedrai che ora torna indietro.

MARIO No! No! Vengono proprio avanti! Son qua sotto! In tanti, più di dieci!

ROMOLO Eh, in tanti, saranno coraggiosi.

MARIA I lampi! I lampi!

MARIO Oh, i lampi costano, vacci piano!

ROMOLO Hanno anche un carretto; lo tirano a mano, uno tra le stanghe e due dietro!

MARIO Sarà gente che va alla montagna!

ROMOLO Eh, no, han proprio l'aria di farsi a noi! Oh, hanno una donna sul carretto! Guarda, guarda! Il carretto è pieno di fieno, e la donna vi giace sopra!

MARIA Chiamate almeno la Mara, sul ponticello, con l'ombrellino!

FEDERICA Eccomi qua! eccomi qua! Della Scozzese avranno paura! Oh, ma fatemi lume dal tetto! Non voglio mica rompermi il collo!

MARIA Si fermano? Tornano indietro?

ROMOLO Chiamate Cotrone!

MARIO Cotrone! Cotrone!

MARIA Ha la gotta!

GIOVANNI Che cos'è? O non vi vergognate? Avete paura, e vorreste farne?

MARIO Salgono in frotta! Son più di dieci!

ROMOLO No, sono otto, sono otto: li ho contati! Con la donna!

GIOVANNI E allegri! C'è anche una donna? Sarà una regina spodestata. È nuda?

ROMOLO Nuda? No, nuda non mi è parsa.

GIOVANNI Nuda, sciocco! Su un carretto di fieno, una donna nuda, coi seni all'aria e i capelli rossi sparsi come un sangue di tragedia! Su, svegli, immaginazione! Non mi vorrete mica diventar ragionevoli! Pensate che per noi non c'è pericoli, e vigliacco chi ragiona! Perbacco, ora che vien la sera, il regno nostro!

MARIO Già, ma se non credono a nulla...

GIOVANNI E tu hai bisogno che ci credano gli altri, per credere?

MARIA Séguitano a salire?

ROMOLO Non li arrestano i lampi! Non li arresta la Mara!

MARIO Oh, se non giova, è uno spreco; spegnete!

GIOVANNI Ma sì, spegnete lassù! E basta con questi lampi! Tu Mara, vien qua! Se non si spaventano, vuol dire che sono dei nostri e sarà facile intenderci. La villa è grande… Hai detto che son otto?

ROMOLO Otto, sì, m'è parso...

MARIO Se li hai contati! Che storie!

ROMOLO Otto, otto.

GIOVANNI E allora son pochi!

ROMOLO Otto e un carretto; ti paiono pochi?

GIOVANNI Tranne che gli altri si siano sbandati.

FEDERICA Briganti?

GIOVANNI Ma no, che briganti! Sta' zitta. Quando s'è pazzi, tutto è possibile. Forse son loro.

   Si sentono dei rintocchi di campana in lontananza.

MARIO Chi, loro?

ROMOLO Eccoli!

MARIA (uscendo dal personaggio) Fermi, fermi!

ROMOLO Ma questa battuta non c’è!

MARIO Maria, guarda che questa battuta non c’è mica, sai?!

MARIA Lo so!

GIOVANNI Ch’è successo?

FEDERICA A questo punto la battuta era…

MARIA Lo so che non toccava a me!

MARIO E allora perché hai parlato?

ROMOLO E’ sempre lei che sbaglia!

GIOVANNI (che ci sente poco) Ma perché vi siete fermati?

MARIA Non ho sbagliato!

ROMOLO Sì, che hai sbagliato! Hai detto una battuta che non era quella!

MARIA Non era una battuta!

ROMOLO E allora perché l’hai detta?

GIOVANNI Ma ch’è successo?

ROMOLO (alzando la voce) Ha sbagliato battuta!

GIOVANNI Chi?

ROMOLO (che ha spesso vuoti di memoria) Non mi ricordo…

FEDERICA (alzando la voce) Maria, ha sbagliato battuta!

MARIA Non era una battuta!

FEDERICA E che era?

MARIA Le avete sentite le campane?

GIOVANNI Che?

MARIA Le campane!

MARIO E che c’entrano le campane?

MARIA E’ l’ora del Rosario!

MARIO Ah, mo ricominciamo con la storia del Rosario!

FEDERICA Adesso dobbiamo provare.

MARIA Io devo dire il rosario.

ROMOLO Lo dici dopo.

MARIA Dopo non è più l’ora.

GIOVANNI Che ora è?

MARIO (alzando la voce) Che t’importa che ora è?

GIOVANNI E’ ora di cena?

MARIA E’ ora del Rosario!

ROMOLO Io non lo dico il Rosario!

MARIA Oh! Ma guardate che io lo dico pure per le anime vostre, eh!

MARIO Tu, caso mai, lo dici per l’anima tua…

MARIA Che gratitudine!

MARIO Ma chi te l’ha chiesto!

ROMOLO Che gli hai chiesto?

MARIO Io niente!

ROMOLO Mi credevo!

FEDERICA Guardate che poi per Pasqua lo spettacolo non è pronto, ve lo dico io! Ci siamo presi un impegno e gli impegni vanno rispettati: io sono un tipo preciso e non voglio venir meno alla mia parola, voi lo sapete che quando mi prendo un impegno poi non voglio sapere più niente di quello che…

GIOVANNI Oh, oh, oh! E basta!... Non ho sentito niente di quello ch’hai detto, ma di sicuro avrai attaccato col solito discorso che tu gli impegni li rispetti! (Agli altri) O no?

MARIO E figuriamoci che sforzo ch’hai fatto! Sempre quello dice!

FEDERICA Ehi, non sono mica rimbambita!

MARIO Sei precisa!

FEDERICA Ecco!

MARIO Mo è contenta.

FEDERICA (risentita, alzando la voce) Ehi, coso!...

MARIO Mario.

FEDERICA Mario: lo so come ti chiami. Senti coso, io non mi faccio prendere in giro da te, hai capito?

MARIA (anche lei a voce alta) Silenzio! Statevi zitti! Tacete!

MARIO (a Federica) Abbassa la voce!

MARIA Tacete!

GIOVANNI “Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere!” Wittgenstein.

MARIA Che c’entra?

GIOVANNI Boh! Dici: tacete!

SCENA SECONDA

(Giovanni, Maria, Romolo, Federica, Mario, Enzo e Salvatore)

ENZO (entrando da sinistra, seguito da Salvatore) Eccoli qua, i nostri ragazzi!

MARIA Grazie per il “ragazzi”!

ROMOLO Chi è questo?

MARIO E’ lo psicologo! Ma non ti ricordi niente?

ROMOLO (mentendo) Come no… è lo psicologo!... Ma io volevo di’ quell’altro!

MARIO E quello manco io lo conosco.

ENZO Ragazzi, ma che fate con quelle candele? Quante volte ve l’ho detto che il fuoco è pericoloso?

FEDERICA Ma ci ha preso pe’ scemi? Lo sappiamo che il fuoco è pericoloso…

ENZO E che sono, allora, quelle lampade?

MARIO Lampade di scena!

ENZO Alle prove dovete fare finta! E’ pericoloso! Ve l’ho detto mille volte!

ROMOLO E allo spettacolo?

ENZO Allo spettacolo è un’altra cosa!

ROMOLO Chi è questo?

ENZO Ragazzi, permettetemi di presentarvi Salvatore!

GIOVANNI Chi?

ENZO (alzando la voce) Salvatore!...

SALVATORE Ciao a tutti!

ENZO E’ stato assunto da poco. Lui sostituisce Filippo e Paolo che l’altra settimana si sono licenziati.

ROMOLO Ne sostituisce due?

FEDERICA Grosso, è grosso: sembrano due!

ENZO (mentre parla, scosta le tende della vetrata e la stanza si riempie di luce) Allora, ragazzi, se andate un momento nelle vostre stanze a lavarvi le mani, fra poco vi serviamo il tè.

ROMOLO Ma noi stavamo provando!

ENZO Riprenderete dopo, tanto per lo spettacolo mancano ancora due mesi.

MARIA Io devo dire il Rosario.

ENZO Lo dici in camera. Soltanto un Mistero, e poi torni per il tè.

MARIA Ma un Mistero non vale!

ENZO Gli altri quattro li dici dopo: è uguale.

MARIA Guarda che io lo faccio per le vostre anime, quando morirete.

FEDERICA Ma perché, tu sei immortale?

GIOVANNI Quando io morirò, voglio morire come Čechov, bevendo un bicchiere di champagne e la mia ultima frase sarà…

TUTTI (in coro) “Muoio!”

GIOVANNI Ah, ve l’avevo già detto?!

MARIA Ma mica una volta sola!?

ENZO Giovanni, ricorda a Romolo che deve prendere la pasticca!

GIOVANNI Che?

MARIO Glielo ricordo io! Lascia perdere Giovanni!

ROMOLO Ma guardate che mica sono rincoglionito!? Me la ricordo la pasticca!

FEDERICA (uscendo) Come no!

ROMOLO E’ che non mi ricordo dove l’ho messa!

GIOVANNI C’è pure la Messa? Ma non era il Rosario!?

MARIA La Messa domani, ch’è domenica!

MARIO (uscendo a destra) Non cominciare a pretendere che andiamo a Messa eh!

GIOVANNI (uscendo) Oggi viene a trovarmi mia figlia…

MARIA (uscendo) Non è vero!

GIOVANNI (uscendo) Come non è vero? Me l’ha detto lei.

MARIA (uscendo) Te lo inventi tu! Tua figlia non t’ha detto niente!

MARIO (uscendo) Non viene mai!

SCENA TERZA

(Enzo e Salvatore)

   Tutti escono, tranne Enzo e Salvatore.

SALVATORE Simpatici!

ENZO (cominciando a sistemare tavoli e sedie per il tè) Dammi una mano.

SALVATORE Che dobbiamo fare?

ENZO Lo spazio comune della casa di riposo è soltanto questo, perciò va adattato a quello che serve. Prima era una sala prove, adesso deve diventare una sala da tè.

SALVATORE (aiutando Enzo) Ho capito.

ENZO Devi imparare in fretta! (Enzo prende il cellulare che aveva in tasca e che, evidentemente, aveva vibrato) Pronto!... Mamma, per favore! Quante volte te lo devo dire che quando sono a lavoro non mi devi chiamare?... Ne parliamo quando torno a casa!... Va bene, lo so… Sì, mi hai fatto scrivere tutta la lista della spesa… Non ti preoccupare, mi ricordo… Sì, le verdure le avevo segnate… Mamma, per favore, sto lavorando!... Ciao, ciao… Va bene!... Ciao… Ho capito… Chiudo, mamma, ciao! (Chiude) Scusami… Dicevamo?... Ah, sì: che devi imparare in fretta.

SALVATORE Ma perché quei due si sono licenziati?

ENZO Perché lo stipendio diminuiva e il lavoro aumentava.

SALVATORE Bella prospettiva!

ENZO Oh! Pensaci bene, eh! Qua stiamo facendo uno sforzo tutti per non mollare la baracca. Se non ti sta bene, devi soltanto dirlo subito.

SALVATORE No, no, mi sta bene… Non è che ci ho un’alternativa!

ENZO Ah, ecco!

SALVATORE Ma quanti sono gli anziani ospiti?

ENZO Quelli che hai visto.

SALVATORE Soltanto quei cinque?!

ENZO Perché: non ti bastano?

SALVATORE No, dico, mi sembra strano che ci stanno soltanto loro.

ENZO L’hanno fondata per loro questa casa di riposo.

SALVATORE In che senso?

ENZO Quando hanno capito che gli anni aumentavano e chi per un motivo, chi per un altro, rischiava di ritrovarsi buttato da qualche parte, hanno deciso d’invecchiare insieme tutti quanti qua.

SALVATORE Ah, quindi già si conoscevano!?

ENZO E come no! Questi da giovani erano tutti attori.

SALVATORE Attori?!

ENZO Non l’hai visto prima che stavano provando?

SALVATORE Sì, ma pensavo che era per una recitina, così…

ENZO Recitina!? Non farti sentir chiamare recitina il loro spettacolo, che questi ti sbranano. E’ la cosa che riempie le loro giornate più di ogni altra cosa.

SALVATORE Ma davvero!?

ENZO E davvero, sì!... Io volevo che facessero una cosetta divertente, giusto per farsi quattro risate quando per le feste di Pasqua vengono a trovarli figli e parenti… Invece no, figurati! Loro al di sotto di Pirandello non scendono! E così hanno deciso di fare I giganti della montagna.

SALVATORE Che roba è?

ENZO Un testo di Pirandello!

SALVATORE (guardando dalla grande finestra) La villa è bellissima!... E questo giardino!... C’è un panorama che si vede tutta Roma!

ENZO Hai visto che roba?

SALVATORE Ma di chi è la proprietà?

ENZO Di una vedova.

SALVATORE Che vedova?

ENZO La vedova di un drammaturgo. Un drammaturgo italiano molto famoso all’estero ma quasi per niente in Italia…

SALVATORE Come si chiama?

ENZO E chi se lo ricorda! Te l’ho detto che in Italia è sconosciuto! In Italia, gli unici a portarlo in scena erano loro, quando la loro Compagnia era attiva; e così la vedova, per ricompensarli di questo, ha lasciato sul testamento che questa casa andava a loro. E loro: prima l’hanno usata come sede della Compagnia e poi, come ti dicevo, invecchiando, hanno deciso di farne la loro casa di riposo.

SALVATORE E io che dovrei fare?

ENZO Tutto!

SALVATORE Tutto, in che senso?

ENZO Tutto! Quanti sensi ci stanno?

SALVATORE Va be’, ma la mia qualifica…

ENZO Oh, ah qualifica! Lo sai che qualifica ci ho io?

SALVATORE Psicologo.

ENZO E ti sembra che sposta’ i tavolini sia un lavoro da psicologo?

SALVATORE No.

ENZO Però lo faccio. E così devi fa’ tu: quello che capita.

SALVATORE E quanti siamo a fa’ quello che capita?

ENZO Con te, siamo tre.

SALVATORE Tre!?

ENZO Io, tu e Luisa. Che come qualifica ci ha quella d’infermiera, ma pure lei fa quello che capita. Mo, per esempio sta preparando il tè, che è più qualifica da barista.

SALVATORE Ho capito.

ENZO E meno male! Perché non è difficile da capi’. E’ più difficile da fa’!

SALVATORE Ho capito.

ENZO Ecco: questo, ormai è un punto fermo: hai capito.

SCENA QUARTA

(Giovanni, Maria, Romolo, Federica, Mario, Enzo e Salvatore, poi Luisa)

MARIO (da fuori, quasi urlando) La pasticca l’hai già presa!

ROMOLO (c. s.) Non è vero! Non l’ho presa!

MARIO (c. s.) L’hai presa e non te lo ricordi!

ENZO Già stanno qua di nuovo!

ROMOLO (c. s.) Stai a di’ che so’ rincoglionito!?

MARIO (c. s.) Sì!

ENZO Il resto te lo spiego dopo.

ROMOLO (c. s.) Domandalo a Giovanni!

GIOVANNI (c. s.) Che?

FEDERICA (entrando da destra, seguita dagli altri) Ciao, còre!

MARIO (a Romolo) Guarda il foglietto!

ROMOLO (guarda il foglietto che tiene sempre in mano. Si calma:) Ah, già!

GIOVANNI Prendiamo un tè?

ENZO Sì, accomodatevi, il tè dovrebbe essere già pronto.

ROMOLO (ammiccante) E chi lo porta?

MARIA Ma non ti ricordi proprio più niente?

ROMOLO Mi ricordo, mi ricordo…

LUISA (entrando, con un carrello su cui è l’occorrente per servire il tè) Ecco il tè!

ROMOLO (alludendo a Luisa) E questa come faccio a scordarmela!

MARIA Ma non ti vergogni!? Alla tua età!

ROMOLO La mia età me la so’ scordata!

   Tutta la conversazione successiva si svolgerà mentre Luisa, Enzo e Salvatore servono tè e biscotti. Gli altri andranno gradualmente a sedere: Giovanni e Maria siedono vicini, mentre Romolo siede tra Federica e Mario.

LUISA (a Romolo) Quanti biscotti desidera, signor Romolo?

ROBERTO Me ne basta uno, grazie signorina Luisa.

GIOVANNI Dopo il tè riprendiamo la prova.

MARIA Per oggi basta con le prove!

GIOVANNI Sì, riprendiamo dal punto in cui eravamo.

MARIA Ho detto che per oggi basta con le prove!

GIOVANNI E che ho detto io?

MARIA Cambiati l’apparecchio!

ROMOLO E’ martedì, oggi?

FEDERICA No, è sabato.

ROMOLO Ah!

LUISA (a Mario, dandogli dei biscotti) Prego, signor Mario.

ROMOLO (a Luisa, che sta servendo Mario) Perché a lui tre biscotti?

MARIO Perché gliene ho chiesti tre.

ROMOLO E io quanti ne ho avuti?

LUISA Uno.

ROMOLO Perché?

FEDERICA Perché gliene hai chiesto uno.

ROMOLO Non è vero.

MARIA E’ vero.

ROMOLO Non è vero.

MARIO E’ vero!

ROMOLO Non è vero.

MARIA Guarda il foglio!

ROMOLO (guarda il solito foglio e si tranquillizza) Ah, già!

GIOVANNI (a Maria) Spostati da lì che ti viene la corrente.

MARIA Non mi viene nessuna corrente.

GIOVANNI Quella che entra dalla finestra.

MARIA Vuoi smetterla di trattarmi come una ragazzina?

ROMOLO Ragazzina!... Una volta!

MARIA Perché, tu sei giovane?

ROMOLO Tre mesi meno di te!

MARIA Ah, allora sei un giovanotto!

FEDERICA Siamo vecchi: questa è la verità!

GIOVANNI (a Luisa, che lo sta servendo) Che dice?

LUISA Che non siete più tanto giovani.

GIOVANNI “Ex vita ita discedotamquam ex hospitio, non tamquam e domo. Commorandienim natura devorsoriumnobis, non habitandidedit”.

MARIA Ricomincia con le citazioni!

LUISA Che significa?

GIOVANNI Eh?

LUISA Che significa quello che ha detto?

GIOVANNI “Mi allontano dalla vita come da un albergo,  non come da una casa. Infatti la natura ci ha dato un alloggio per sostarvi, non per abitarvi”.

LUISA E chi l’ha detto?

GIOVANNI Eh?

MARIA Ma pure che sei sordo - dico io - non lo intuisci quello che ti stanno chiedendo? Se hai appena fatto una citazione, che ti chiederanno mai? Chi l’ha detto! O no?

GIOVANNI Eh?

ROMOLO (ride, riferendosi a Giovanni, ma parlando a Mario) E’ uno spasso!

MARIO (che era distratto perché stava inzuppando un biscotto nel tè) Chi?

ROMOLO Che?

MARIO Chi è uno spasso?

ROMOLO Boh! Chi è uno spasso?

GIOVANNI Stiamo invecchiando! Quando io morirò, voglio morire come Čechov, bevendo un bicchiere di champagne e la mia ultima frase sarà…

TUTTI (in coro) “Muoio!”

GIOVANNI Ah, ve l’avevo detto!?

MARIO (alzandosi) Allora eravamo d’accordo che stasera il primo piatto lo preparo io! Vado in cucina a cominciare a preparare!

FEDERICA Che prepari?

MARIO Una ricetta eccezionale: Tagliolini di castagne con panna, cacao e peperoncino! (Esce a destra)

ENZO Ma dove va? Chi ce l’ha le castagne!? Poteva dirlo prima quello che voleva cucinare!

LUISA Lascialo perdere, tanto poi qualcosa organizza!

SALVATORE Ma perché, sa cucinare?

FEDERICA Così dice lui!

MARIA Non è che sa cucinare: lui è la cucina in persona!

LUISA Si vanta di essere un cuoco specializzato in primi piatti!

FEDERICA Tanto, prima o poi comincerà a descriverti le sue ricette!

MARIA Alla fine, quello che fa è mangiabile.

ROMOLO Ma proprio alla fine!

MARIO (rientrando) I tagliolini non ci sono, ma non è un problema: sostituisco con degli spaghetti! (Esce)

MARIA (a Salvatore) Tu sei un infermiere?

SALVATORE Io? No, signora. Qui mi adatto a fare quello che serve, pur di lavorare.

FEDERICA Sì, ma tu che sai fare, di tuo? Che studi hai fatto?

SALVATORE Io sono laureato.

MARIO In cosa?

SALVATORE Sono un fisico…

MARIO Ah, un fisico?

SALVATORE … stocastico.

GIOVANNI Ch’ha detto?

MARIA ‘Na parolaccia!

MARIO Cioè?

SALVATORE Mi occupo, diciamo, di calcolo delle probabilità… studio situazioni che variano in base a leggi probabilistiche come, che ne so?, tutti i fenomeni naturali.

MARIO Non ho capito!

LUISA Comunque, quello che deve fare qua non ha niente a che fare con la fisica stocastica, non vi preoccupate!

MARIO (rientrando) Manca la panna, ma non vi preoccupate, meglio senza: una piccola variazione, ma alla fine il piatto è più leggero! (Esce)

FEDERICA (quasi urlando) Dove sta?

ENZO Che cosa?

FEDERICA Avevo poggiato qua sul tavolo il mio cellulare: dove sta?

MARIA Se l’avevi poggiato là, là sta!

FEDERICA Non c’è! Perché mi spostate le cose!?

ROMOLO Ma chi te le sposta, le cose?

FEDERICA E allora perché non ci sta?

ROMOLO Che?

FEDERICA Il cellulare!... Tirate fuori il cellulare che faccio una strage!

LUISA Calma, signora Federica, eccolo il suo cellulare… (Prendendo il cellulare che era stato parzialmente nascosto dal piattino della tazza da tè) Era finito qua, sotto al piattino e non si vedeva!

FEDERICA E chi ce l’aveva messo?

LUISA Ma nessuno! Ci sarà finito per caso!

FEDERICA E non ci deve finire!

LUISA Va bene, va bene!

MARIO (rientrando) Mancavano pure il cacao e le castagne, ma io ho apportato una variazione che nemmeno ve ne accorgerete!

MARIA Cioè, che hai fatto?

MARIO Della pasta lunga con soffritto di olio d’oliva aromatizzato all’aglio con peperoncini rossi!

MARIA Spaghetti aglio, olio e peperoncino!

MARIO Diciamo!

MARIA No: diciamo. Sono spaghetti aglio, olio e peperoncino!

MARIO Ma come li faccio io, però!

FEDERICA Ah, certo!

MARIO Comunque, ho messo tutto in preparazione!

SALVATORE (notando alla parete un piccolo spazio chiaramente predisposto per ospitare qualcosa)E qui che c’è?

ENZO Dove?

LUISA Lì dovrebbe esserci il defibrillatore.

ENZO Ah, lì. Dovrebbe, ma ancora non riusciamo a trovare i soldi per comprarlo. Sembrava che dovessimo riceverne uno in donazione ma poi non se n’è fatto più niente.

LUISA Forse riusciamo a comprarlo il mese prossimo se riusciamo ad avere un finanziamento che avevamo chiesto.

ENZO (prende il cellulare che aveva in tasca e che, evidentemente, stava vibrando e risponde) Pronto!... Sì, mamma, sono ancora a lavoro…

MARIA Se attacca con la madre finisce domani!

GIOVANNI Chi è?

MARIA (quasi urlando) La madre!

GIOVANNI La madre, ho capito. Perché urli?

MARIA (ironica) Perché ho la voce grossa!

ROMOLO E’ martedì, oggi?

FEDERICA No, è sabato.

ROMOLO Ah!

ENZO (cercando di allontanarsi dagli altri e abbassando la voce) Te lo avevo detto… Mamma, fammi parlare… Te lo avevo detto che mi ci volevano…

ROMOLO Ah, è la madre che lo chiama!

MARIO (ironico) Toh, ma chi lo avrebbe detto!

FEDERICA (a Salvatore) Posso avere un altro biscotto?

SALVATORE (poggiandole con delle pinze un biscotto sul piattino da tè) Ecco a lei, signora.

FEDERICA No, no, no, no, no…

LUISA Che hai fatto?

SALVATORE Che ho fatto

FEDERICA (senza mai interrompersi) No, no, no, no, no…

LUISA (togliendo il biscotto dal piattino e poggiandolo su un tovagliolo) Non devi poggiargli il biscotto sul piattino.

FEDERICA No, no, no, no…

SALVATORE Perché?

LUISA Perché lei non sopporta le briciole sul piattino. (Avendo completato l’operazione) Ecco, signora Federica, il biscotto è sul tovagliolo e dentro il piattino non c’è nemmeno una briciola.

FEDERICA Meno male! Grazie!

ENZO Ciao, ciao, ciao… (Aggancia) Scusate: era mia madre.

MARIA Ma va!

SALVATORE (notando Mario che sta versando di nascosto nel tè il contenuto di una tipica fiaschetta da whisky che teneva nella giacca) Ma che sta facendo?

ENZO (accorgendosi) Mario! Quante volte te l’ho detto?!

MARIO (nascondendo in tasca la fiaschetta) Che cosa?

ENZO Niente alcolici!

MARIO Quali alcolici?

LUISA Che cosa stava versando nel tè?

MARIO Niente.

LUISA E allora mi dia quella fiaschetta che tiene in tasca.

MARIA Che situazione imbarazzante!

GIOVANNI Che?

MARIA Bevi il tè.

GIOVANNI L’hanno beccato?

MARIA Non ci senti, ma ci vedi, eh?

MARIO Io non do niente a nessuno!

ENZO Va bene, ma non mettere niente dentro il tè! Il medico te l’ha proibito!

MARIO Quel medico non capisce niente!

ROMOLO Che brutta la vecchiaia!... Che nessuno possa arrivarci!

FEDERICA E’ un augurio o una minaccia?

MARIO Lo dicono tutti qui che quel medico non capisce niente, però fanno parlare soltanto me! (A Romolo) E’ vero che quel medico non capisce niente?

ROMOLO Quale medico?

LUISA (cominciando a portar via) Va be’, adesso basta! Noi portiamo via tutto e voi ve ne state qua tranquilli che fra un po’ è ora di cena.

ROMOLO Non abbiamo già cenato?

MARIA Hai preso il tè, non hai cenato!

ROMOLO E’ martedì, oggi?

FEDERICA No, è sabato.

ROMOLO Ah!

FEDERICA Ma perché chiedi sempre se è martedì.

ROMOLO Perché, che giorno devo chiedere?

FEDERICA Va be’, lascia perdere!

SALVATORE (uscendo a destra con il carrello pieno) Lo porto in cucina?

LUISA (seguendolo) Sì, meglio lavarli subito…

ENZO (uscendo anche lui) Io intanto comincio a predisporre per la cena.

MARIO (uscendo anche lui) Il primo dovrebbe essere quasi pronto!

ENZO (da fuori) Sì, sì… mo vediamo…

MARIA (pausa) Questo nuovo non mi piace!

FEDERICA Perché?

MARIA Troppo grosso!

ROMOLO E che significa!?

MARIA Hai visto Golia nella Bibbia? Quelli troppo grossi non sono gente buona!

FEDERICA Ma tu sei scema proprio!

MARIA Guarda che lo dice la Bibbia!

GIOVANNI Quello nuovo non mi piace.

MARIA Nemmeno a te?

GIOVANNI A te invece piace, ci scommetto!

MARIA Ma come devo fare con te!?

GIOVANNI Che devi fare?

MARIA (avviandosi a uscire a destra) Io torno in camera a finire il rosario.

FEDERICA Va be’, allora ce ne andiamo tutti in camera e ci vediamo per la cena.

ROMOLO Ma perché, non abbiamo già cenato?

FEDERICA (avviandosi a uscire a destra) Ancora no! Va a lavarti le mani!

GIOVANNI Dove andate?

MARIA In camera.

GIOVANNI (avviandosi a uscire a destra) Io invece vado in camera.

MARIA Ecco!

   Escono tutti e, lentamente, si fa buio.

SCENA QUINTA

(Maria ed Enzo)

   Dopo qualche istante, la scena torna a illuminarsi sulla sala polivalente vuota. Ancora qualche momento e fa il suo ingresso, da destra, Enzo seguito da Maria. Il dialogo si svolgerà mentre Enzo predispone per la colazione, costantemente pedinato da Maria.

ENZO Maria, per favore, non cominciamo di prima mattina!

MARIA Ma che ci posso fare se devo confessarmi?

ENZO Io non sono un prete! Quante volte devo dirtelo che psicologo è una cosa e prete è un'altra?

MARIA E io quante volte vi devo dire che a me serve un prete e voi il prete non lo fate venire mai?

ENZO Don Alfredo è venuto!

MARIA Sì, ma era Pasqua dell’anno scorso!

ENZO E aspetta qualche settimana che verrà pure per la Pasqua di quest’anno!

MARIA Io però ne ho bisogno adesso. E se muoio? Chi glielo dice al Padreterno che don Alfredo viene soltanto a Pasqua?

ENZO Il Padreterno non ha bisogno che glielo dica nessuno: se è Padreterno, già lo sa; e se non lo sa, vuol dire che non è il Padreterno!

MARIA (pausa) Ma io voglio confessarmi!

ENZO E da me che vuoi?

MARIA Che mi confessi!

ENZO Sono uno psicologo!

MARIA E’ lo stesso! A voi i pazienti non vi raccontano tutto? E io quello voglio fare!

ENZO (non potendone più, si siede) E va bene, avanti: raccontami quello che mi devi raccontare.

MARIA (sedendo vicino a lui) Finalmente! (Abbassa la voce) Allora, io mi volevo confessare di tutti i miei peccati…

ENZO Alza la voce che non sento!

MARIA Ma non posso urlare: è una confessione!

ENZO E va be’: è una confessione, ma io devo sentire!

MARIA Allora… Un peccato gravissimo che ho commesso…

ENZO Eh, un peccato gravissimo!

MARIA Gravissimo! Gravissimo!

ENZO Sentiamo qual è questo peccato gravissimo!

MARIA Mi sono addormentata mentre recitavo il quarto mistero del rosario.

ENZO Ah! Questo è il peccato gravissimo?

MARIA Eh! E poi uno ancora più grave!

ENZO Sentiamo!

MARIA Mi sono dimenticata di mettere i fiori davanti alla statuina di Santa Rita in giardino!

ENZO (ironico) Eh, questo è proprio gravissimo!

MARIA (che non ha capito l’ironia) E’ vero?

ENZO Qua rischi proprio l’inferno!

MARIA Lo sapevo, lo sapevo!

ENZO Maria!

MARIA Sì.

ENZO Sentimi bene!... Quelli che mi hai raccontato non sono peccati gravissimi.

MARIA Come no?

ENZO Non sono nemmeno peccati! Quello che dovresti capire è che al Padreterno non gl’importa se non metti i fiori davanti a una statuina!

MARIA No?!

ENZO Al Padreterno non gl’importa nemmeno se dici o non dici il rosario!

MARIA Ma come: non gl’importa!?

ENZO No! Al Padreterno gl’importa come ti comporti con le altre persone con cui vivi! Se le tratti bene o le tratti male! Di questo importa al Padreterno!

MARIA E tu che ne sai? Mica sei un prete?

ENZO Ah, per confessarti ero un prete e se ti do questi consigli non sono più un prete!?

MARIA Va be’. Adesso, però, voglio l’assoluzione!

ENZO Ma quale assoluzione?

MARIA Se no la confessione non è valida!

ENZO Ma non sono un prete!

MARIA Un’assoluzione da psicologo!

ENZO Ma non esiste l’assoluzione da psicologo!

MARIA Se non mi dai l’assoluzione, non mi alzo da qua!

ENZO (Rinunciandoci) Va be’… (Sbrigativo, tracciando in aria qualcosa di simile a un segno di croce e biascicando) Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre… del… ehhh… Santo!

MARIA (si fa il segno della croce e si alza) Amen! Grazie!

ENZO Ma tu guarda che mi tocca…

MARIA Adesso sto meglio! (Uscendo a destra)

SCENA SESTA

(Enzo e Luisa)

   Mentre Maria esce, incrocia Luisa che entra con il carrello della colazione.

LUISA Buongiorno, signora Maria!

MARIA Buongiorno, signorina Luisa! (Esce)

LUISA Come mai Maria era così allegra?

ENZO L’ho appena confessata.

LUISA In che senso?

ENZO Nel senso che ogni tanto ha bisogno di questo rito liberatorio e, non trovando un prete, s’accontenta di uno psicologo!

LUISA Davvero?

ENZO Eh, davvero!

LUISA Ma che bravo! (Si baciano)

ENZO Cerchiamo di evitare queste effusioni, almeno quando loro potrebbero entrare da un momento all’altro.

LUISA Ma perché? Lo sanno tutti!

ENZO Lo so, ma mi mette in imbarazzo che ci vedano… in intimità.

LUISA Sai che intimità: un bacio innocente!... E poi, quando ci trasferiremo a vivere insieme, a me fa piacere che anche loro lo sappiano!

ENZO Va be’, quando sarà!

LUISA Come: quando sarà! Mi avevi detto…

ENZO Sì, ma…

LUISA Non l’hai ancora detto a tua madre!?

ENZO Luisa, cerca di capire: per me non è semplice!

LUISA Mi avevi detto che glielo avresti detto entro un paio di giorni!

ENZO Ho cercato di dirglielo…

LUISA Però, alla fine, non l’hai fatto!

ENZO Cerca di capire! Ha la sua età, non ha che me…

LUISA Ancora con questi ricatti morali?

ENZO Luisa, per favore…

LUISA Senti Enzo: io sono uscita da un matrimonio, anche perché il mio ex marito non voleva saperne di avere figli e adesso non ho intenzione d’infilarmi in una storia con un altro che ancora non rompe il cordone ombelicale con la madre e non ha il coraggio di dirle che intende formarsi una famiglia autonoma! A quanti anni pensi che debba avere un figlio!?

ENZO Sta’ calma, non urlare!

LUISA Io non urlo! Almeno per adesso! Ma tu deciditi una volta per tutte: o tua madre, o me!

ENZO E questo cos’è? Non è un ricatto morale?

LUISA E’ un ricatto morale, va bene! E allora? O tua madre, o me!

ENZO Va bene, va bene…

LUISA Guarda che non sto dicendo tanto per dire…

ENZO Ho capito!...

LUISA Questo è un ultimatum, Enzo!

ENZO Che ultimatum?

LUISA Un ultimatum! Non sai cos’è un ultimatum?

ENZO Certo che lo so!

LUISA Ecco, allora regolati!

ENZO Luisa, cerca di ragionare…

LUISA Ho ragionato anche troppo…

SCENA SETTIMA

(Giovanni, Maria, Romolo, Federica, Mario, Enzo, Salvatore e Luisa)

   I dialoghi di questa scena si svolgeranno mentre viene consumata la colazione.

GIOVANNI (entrando da destra, seguito da Maria) E’ pronta la colazione?

MARIA Ti ho già detto che è pronta.

GIOVANNI Io avevo chiesto del succo d’arancia gialla.

MARIA Gialla o rossa: berrai quello che c’è!

ROMOLO (entrando da destra, seguito da Mario) Perché l’ora della colazione non la spostiamo di un’ora?

MARIO Perché non vai a dormire prima, la sera, ch’è meglio?

ROMOLO Sembra che dobbiamo fare chissà che cosa durante il giorno! Perché ci alziamo così presto?

MARIO Noi ci svegliamo tutti presto, senza sveglia: sei tu l’unico che dormirebbe fino alle dieci!

ROMOLO Vuol dire che sono più giovane di voi!

FEDERICA (entrando da destra) Occorre una mano per servire la colazione?

ENZO Non ti preoccupare, ci pensiamo noi!

MARIA C’è un po’ di caffè?

LUISA Dovrebbe portarlo Salvatore!

SALVATORE (entrando da destra con un thermos) Ecco il caffè!

ROMOLO Dopo pranzo, un bel caffè ci vuole proprio!

MARIO Non abbiamo pranzato!

ROMOLO E allora perché porta il caffè?

MARIO Perché dobbiamo fare colazione.

ROMOLO Va be’, colazione, pranzo: è quasi uguale.

GIOVANNI Oggi dovrebbe venire a trovarmi mia figlia.

ENZO Adesso ricomincia con la figlia!... Maria, per favore, vedi se riesci a convincerlo che la figlia non viene. Come sempre!

MARIA Ci penso io. Adesso fagli fare colazione, se no se la rovina: poi vedo di convincerlo.

LUISA Perché non le fate una telefonata a questa figlia? Che venisse almeno una volta a trovarlo!

FEDERICA Perché tanto è inutile!

LUISA Perché?

FEDERICA Perché: mio figlio da quando non viene a trovarmi?

ROMOLO Non mi ricordo.

FEDERICA Era una domanda retorica!

GIOVANNI Secondo me dovrebbe arrivare per le dieci!

ENZO Lo vedi, ch’è proprio convinto?

MARIA Pensa a fare colazione, lascia perdere tua figlia che ci ha da fare!

SALVATORE Ma perché: che lavoro fa?

FEDERICA Niente: è disoccupata. Ma tempo per venire a trovarlo, quello non lo trova.

MARIO Come, del resto, i nostri figli!... Qualcuno di noi più fortunato riceve una visita ogni tre o quattro mesi.

ROMOLO Per le feste!

MARIO Giovanni manco quello!

MARIA I figli so’ così!

MARIO Tu manco ce l’hai i figli!

MARIA E so’ fortunata!... Almeno non m’illudo che mi vengano a trovare!

LUISA Ma mica tutti sono così!

FEDERICA Tutti, forse, no. Ma quasi!

MARIO Ma non bisogna lamentarsi! Non è che quello che abbiamo fatto per loro quand’erano piccoli, l’abbiamo fatto perché ce lo rifacessero quando saremmo diventati vecchi! L’abbiamo fatto perché l’abbiamo fatto!

ROMOLO E i loro figli lo faranno a loro! E’ una ruota!

MARIO Brutta e fatta male, ma è una ruota!

GIOVANNI Una volta i vecchi erano saggi. Mo so rompicoglioni!

ENZO Ah, ma allora quando vuoi sentire, ci senti!

GIOVANNI Che?

FEDERICA E in più siamo un impiccio per lo Stato, perché quanto più campiamo, tanto più deve spendere per le pensioni!

LUISA (sorridendo) Ma se non ci foste voi, noi non avremmo lavoro, per cui a qualcosa servite!

ROMOLO Che saggezza, la signorina, eh!

MARIO Quindi, vietato lamentarsi!

ENZO Chi è che non ha ancora preso il caffè?

ROMOLO Io!

MARIA Tu ne hai presi già tre.

FEDERICA Poi dici che stai nervoso!

ROMOLO Io il caffè ancora non lo prendo!

MARIO T’ho visto io!

ROMOLO E che: non mi ricordo se ho preso il caffè!?

MARIO No!

ROMOLO Allora sono diventato scemo!?

MARIA Guarda il foglio!

ROMOLO (legge il foglio) Ah, sì!

MARIA Hai visto?

MARIO Oggi il pranzo lo preparo io!

ENZO Non disturbarti, Mario!

MARIO Ma per me è un piacere!

MARIA Sentiamo: che vorresti preparare?

MARIO Bigoli con fasolari in letto di crema di carciofi.

LUISA Non abbiamo i bigoli.

MARIO Va bene anche una pasta corta tipo le penne.

ENZO I fasolari dove li prendiamo a quest’ora?

LUISA E nemmeno i carciofi abbiamo.

MARIO Mi basta un po’ di pomodoro e del peperoncino.

FEDERICA Sono penne all’arrabbiata, così: non Bigoli con fasolari in letto di crema di carciofi!

MARIO Quanto sei pignola!

FEDERICA Precisa! Prego.

   Buio.

SCENA OTTAVA

(Giovanni, poi Enzo e Luisa)

   Dopo qualche istante, la luce si riaccende sulla sala polifunzionale. Quasi in proscenio, Giovanni è seduto e intento a leggere il giornale che ha steso sul tavolo davanti a sé. Dopo un po’, entra da destra Luisa seguita da Enzo. Poiché i due si trovano alle spalle di Giovanni, questi, non sentendoli, non si avvede di loro.

ENZO Luisa, per favore: posso chiederti di non parlare di questo situazione quando siamo a lavoro?

LUISA Io ci provo! Ma la situazione, ammettilo, è talmente assurda che mi riesce difficile farlo!

ENZO Ssstt, c’è Giovanni!

LUISA Tanto Giovanni non sente.

ENZO (spostandosi davanti a Giovanni, si fa vedere) Ciao, Giovanni!

GIOVANNI Oh, ciao!

ENZO (alzando la voce) Che fai?

GIOVANNI Leggo un po’ il giornale!

ENZO Fai pure, adesso noi ce ne andiamo!

GIOVANNI State pure! Non mi disturbate affatto! (Riprende a leggere)

LUISA Adesso con tua madre ci parlo io…

ENZO Non pensarci nemmeno!

LUISA Se non ti decidi a farlo tu, lo faccio io!

ENZO Ti ho detto che bisogna prepararla…

LUISA Quanti mesi hai avuto per prepararla?

ENZO Non è questione…

LUISA O dovrei dire quanti anni? Da quanto dura questa storia?

ENZO Tu mia madre non la conosci…

GIOVANNI Ma tu guarda che notizie!... (Leggendo un titolo del giornale) Suocera uccide la nuora con un coltello da cucina!

LUISA (sorridendo) Questa sarà la mia fine!

GIOVANNI Roba da matti!

ENZO Non scherzare, Luisa!

LUISA Io non scherzo, ma ti avevo dato un ultimatum…

ENZO Ricominci con l’ultimatum?

LUISA Quanto devo aspettare? Rispondi a questa domanda!

ENZO Non molto.

LUISA Non molto, quanto?

ENZO Non  molto!

LUISA Non molto, non significa niente! Voglio una data!

ENZO Ma che data?

LUISA La data in cui dirai a tua madre che andiamo ad abitare insieme perché vogliamo formarci una nostra famiglia e avere dei figli!

GIOVANNI (sempre leggendo dal giornale) Ah, ecco il motivo! La suocera non accettava che il figlio se ne andasse di casa!

LUISA Mi pare di conoscerla questa storia!

ENZO Adesso basta!

LUISA (uscendo a sinistra) Basta un corno!

ENZO (uscendo dietro a lei) Luisa… Luisa… Calmati, per favore… Luisa…

GIOVANNI (accorgendosi che i due stanno uscendo) Sì, vengo pure io! Mi sono stancato di leggere il giornale! (Esce a sinistra)

SCENA NONA

(Salvatore)

La scena rimane vuota per qualche istante, poi, da destra, entra Salvatore che, con fare circospetto, si apparta in proscenio, compone un numero al cellulare e, dopo un po’:

SALVATORE Pronto?... Sì, tutto a posto!... La situazione è tranquilla!... No, non sospettano di niente. Mi riservo ancora qualche giorno per non destare sospetti e poi entro in azione!... Sì, forse è più prudente… Vi chiamo io quando ho notizie, ma vi chiamerò fuori della casa, non vorrei che qui qualcuno mi sentisse… Qualcuno di loro è mezzo rincoglionito, ma alcuni sono ancora lucidi. E poi ci sono lo psicologo e l’infermiera… Ok, restiamo d’accordo così!... Sì, il piano resta quello: fra un paio di giorni io comincio…

   Salvatore continua a parlare al telefono ma non ne udiamo più le parole, mentre, lentamente, la scena va in buio.

SCENA DECIMA

(Giovanni, Maria, Romolo, Federica e Mario, poi Luisa, Enzo e Salvatore)

   Dopo qualche istante, la luce si riaccende sulla stessa stanza che, ora, come all’inizio, è nuovamente impiegata come sala prove per una scena de I giganti della montagna.

GIOVANNI Io ammiro il suo animo, signor Conte; ma creda che con me non ha bisogno di far valere la bellezza dell'opera e la bontà dello spettacolo. Loro sono stati indirizzati a me da un mio lontano amico, che probabilmente non ha fatto a tempo, o non ha trovato il modo, di comunicare a loro il consiglio ch'io gli davo d'impedire che s'avventurassero fin qua.

MARIO Ah sì? Perché?

MARIA Nulla da fare qua?

MARIO Ve lo dicevo io?

MARIA Eh, mi pareva assai! Sulle montagne!

GIOVANNI Abbiano pazienza; non si perdano d'animo; combineremo qualcosa!

MARIA Ma dove, scusi? Se qua non c'è niente!

GIOVANNI In paese, no, di certo; e se vi avete lasciato la roba, sarà meglio ritirarla.

MARIO Ma non c'è un teatro nel paese?

GIOVANNI C'è, sì, ma per i topi, signor Conte, è sempre chiuso. Anche se fosse aperto non ci andrebbe nessuno.

ROMOLO ... pensano d'abbatterlo...

GIOVANNI ... Sì, per farci un piccolo stadio...

ROMOLO ... Per le corse e le lotte...

FEDERICA No, no, ho sentito che ci vogliono fare il cinematografo?

ENZO (entrando da destra, seguito da Luisa e Salvatore) Ragazzi, scusate…

MARIO (interrompendo la recitazione) Che succede?

FEDERICA Mai una volta che si riesca a provare in pace tutta una scena!

LUISA Scusateci, ma si tratta di una emergenza!

ENZO Casomai riprendete dopo!

SALVATORE Tanto alla cena manca ancora parecchio!

GIOVANNI Ma perché ci siamo interrotti?

MARIA Adesso ce lo diranno!

GIOVANNI Ancora non l’hanno detto?

MARIA No!

GIOVANNI Pensavo di non aver sentito.

ROMOLO Allora accendo la luce (Esegue e tutta la scena s’illumina)

MARIO Allora?

FEDERICA Che problema abbiamo?

LUISA Eh, di problemi ne abbiamo parecchi!

GIOVANNI Io fui quel che tu sei; tu saraiquel cheio sono!

MARIA Che c’entra?

GIOVANNI Ha detto che siamo diventati troppo vecchi!

MARIA Ha detto che di problemi ne abbiamo parecchi!

ROMOLO Quali problemi?

MARIO E che ne so, io!

FEDERICA Volete lasciarli parlare?

GIOVANNI Avevo sentito male, scusate.

MARIA (ironica) Ma tu guarda che strano!

GIOVANNI Infatti! E’ perché parlano piano.

MARIA Va be’…

ROMOLO Perché abbiamo interrotto la prova?

MARIO Basta!... Ma che lo fate apposta!?

FEDERICA Cominciate la spiegazione perché non ne usciamo.

LUISA Ci hanno mandato il sollecito per il pagamento dell’ultima rata del mutuo per la ristrutturazione delle camere da letto.

ROMOLO Dobbiamo pagare un mutuo?

MARIA Lascia perdere, Romolo: dobbiamo pagare l’ultima rata!

ROMOLO Ma vi giuro che non lo sapevo.

MARIA Adesso lo sai!

ROMOLO Ditele le cose, però!

MARIO La cassa comune come sta?

FEDERICA Sta a zero!

LUISA Lo immaginavo.

ENZO Quello volevamo chiedervi: se avevate qualcosa nella vostra cassa comune…

FEDERICA Settantacinque euro e ventisette centesimi!

MARIA Quanto ci serve per pagare questa rata?

ENZO Seicentoquarantotto euro!

MARIA E come facciamo?

ROMOLO E’ martedì, oggi?

FEDERICA No, è lunedì.

ROMOLO Ah!

MARIO Ma che t’importa se è martedì?

FEDERICA Io faccio una telefonata a mio cognato.

LUISA Perché, potrebbe farci avere quei soldi?

FEDERICA No, ma conosce il direttore della Banca e gli faccio dire se ci aspetta un po’.

SALVATORE Già sarebbe qualcosa!

ENZO Ma poi?

MARIA La settimana prossima accreditano le nostre pensioni, o no?

LUISA Sì, ma quelle già bastano a malapena per l’ordinaria amministrazione.

MARIA Tagliamo su qualche cosa e facciamo uscire quel che serve per questa maledetta ultima rata!

ROMOLO Maria ha ragione!

MARIO Ma sì!

MARIA E poi, Dio provvede!

FEDERICA Risolto! Riprendiamo la prova?

LUISA Sentite, già che vi siete interrotti, perché non facciamo adesso la pausa per il tè?

MARIA Ottima idea!

ENZO Era già tutto pronto!

SALVATORE Vado a prendere il carrello…

ENZO Vengo pure io… (Escono a destra)

LUISA A che punto siete con le prove?

FEDERICA Qualche scena è ancora da limare, ma nel complesso non possiamo lamentarci.

MARIO Con i costumi dovremo arrangiarci…

MARIA E certo: co’ ‘sti chiari di luna!

FEDERICA Ma quello non è un problema: dai nostri vecchi bauli qualcosa esce sempre fuori.

MARIO Niente scenografie!

ROMOLO Teatro d’avanguardia!

MARIA Macché teatro d’avanguardia! Teatro povero.

ROMOLO Grotowsky: appunto!

MARIO Più che altro: teatro da poveracci!

SALVATORE (rientrando con il carrello per il tè, seguito da Enzo) Ecco qua!

ENZO Avanti, sedetevi tutti!

LUISA Io faccio il giro con il tè.

MARIA Posso avere un po’ di zucchero?

FEDERICA (passandoglielo) Ecco! Non esagerare, però!

ROMOLO Io voglio almeno tre biscotti!

LUISA Ecco i tre biscotti!

ROMOLO Troppo gentile!

MARIO Possibile che qui non si possa avere altro che tè?

SALVATORE Perché, che vorresti avere?

MARIO Qualcosa di più… come dire?

MARIA Alcolico?

MARIO Non siamo mica dei ragazzini?!

LUISA Ma bere alcol non vi fa bene.

MARIO Questo è il solito dottorino che lo dice!

ENZO Non è che lo dice il dottorino! E’ che lo sanno tutti che alla vostra età fa male.

SALVATORE Anche se un po’ di alcol non è che faccia poi male…

MARIO Lo sentite? L’ha detto pure lui ch’è medico!

ENZO Lui non è medico!

MARIO Ah no? Ma tu guarda! Lui che dovrebbe essere medico, non lo è!

MARIA Posso avere una tisana?

LUISA Subito! Come no!

GIOVANNI (portandosi le mani al petto) Oddio!...

MARIA Che c’è?

GIOVANNI Non lo so… ma mi sento stringere al petto…

LUISA Sta’ calmo!

GIOVANNI E’ come una morsa…

ENZO Cerca di calmarti… Non stategli tutti attorno…

LUISA Fatelo respirare…

MARIA Oddio, Giovanni, parla: come ti senti!

ENZO Giovanni, cerca di spiegarmi quello che ti senti!

LUISA Giovanni!... Giovanni!...

MARIO Non è niente, non è niente…

ROMOLO Ma come non è niente!

FEDERICA Chiamate un medico!...

MARIA Bisogna chiamare un medico!

ENZO (prendendo il cellulare) Chiamo la guardia medica.

FEDERICA Ci vuole un’autoambulanza!

MARIA Giovanni, rispondi!...

ENZO Pronto!?... Senta la chiamo per un’urgenza…

MARIA Ma perché non risponde?...

ENZO (ancora al cellulare) Credo sia qualcosa a livello cardiaco…

FEDERICA Giovanni!

MARIA Oddio, questo non risponde…

ENZO Fate presto, per favore! Sì, le do l’indirizzo…

MARIO Fatelo respirare…

   Mentre la scena continua ad animarsi sempre di più per qualche istante a soggetto, comincia a farsi lentamente buio.

SCENA UNDICESIMA

(Giovanni, Maria, Romolo, Federica, Mario, Enzo, Salvatore e Luisa)

   Una luce molto stretta delimita lo spazio che s’immagina essere la camera da letto di Giovanni. Questi è a letto; accanto a lui è seduta Maria, tutti gli altri sono disposti attorno: alcuni seduti, altri in piedi. Giovanni parla con un filo di voce e gli altri, quando vorranno rivolgergli una parola, gli parleranno a voce un po’ più alta, quasi dentro un orecchio.

GIOVANNI Ragazzi!... Ragazzi, per modo di dire… Non facciamoci illusioni: per me è arrivato il momento… (Reagendo all’evidente commozione dei presenti) No, no… e allora?... L’abbiamo detto sempre!... Almeno: io l’ho detto sempre! Bisogna accettare la morte, come si accetta la vita… (Cercando di sorridere) Questa mo non mi ricordo chi l’ha detta… Io, però, vorrei morire… Lo sapete come chi?

MARIA Come Čechov!

GIOVANNI Brava! Allora ve l’avevo già detto!?... Čechov è sempre stato un punto di riferimento nella mia vita: quello che ha scritto e il modo in cui è vissuto. E sapete com’è morto Čechov?

FEDERICA Bevendo Champagne.

GIOVANNI Esatto!... Enzo, non è che potrei avere un po’ di Champagne?

   Mentre Enzo risponde, Mario esce.

ENZO Veramente, il medico ha detto che devi bere soltanto acqua…

GIOVANNI Il medico di Čechov, invece, capì che a uno che stava per andarsene era inutile negargli quell’ultima soddisfazione e gli fece portare una coppa di Champagne…

MARIO (rientra con un bicchiere mezzo pieno in mano e, avvicinandosi all’orecchio di Giovanni:) Giova’, Champagne in frigorifero non ci stava e questa non è una coppa. Un bicchiere di bianchetto di Velletri pensi che possa andar bene lo stesso?

GIOVANNI (prende con fatica il bicchiere) Non è una coppa di Champagne, però è fresco… tanto, manco io so’ Čechov! (Beve. Poi si volta verso Maria) E tu non sei Ol’gaKnipper…

   Maria scoppia in un pianto silenzioso. Giovanni le prende la mano. Nessuno riesce a trattenere la commozione. Giovanni restituisce il bicchiere a Mario, poi, con un filo di voce:

GIOVANNI Muoio.

  

   Luisa sente il polso di Giovanni e quindi fa un eloquente gesto per dire che non c’è più niente da fare. Tra la commozione generale, Maria si china su Giovanni e gli bacia la fronte, mentre, lentamente, cala il

sipario.


Atto secondo

SCENA PRIMA

(Maria, Romolo, Federica, Mario, Enzo, Luisa e Salvatore)

La solita stanza polifunzionale. L’atmosfera è molto triste. Le diverse frasi sono spezzate da lunghi silenzi.

ENZO E’ stato un bellissimo funerale. A Giovanni sarebbe piaciuto.

FEDERICA Consoliamoci così!

MARIO Non è che abbiamo molte alternative.

ENZO Appunto.

LUISA E’ ovvio che adesso stiamo tutti un po’ così… però dobbiamo anche accettare che è il corso naturale delle cose…

MARIO Corso naturale delle cose, un corno!

ENZO Che vuoi dire, Mario!

MARIO Che se avessimo avuto il defibrillatore, adesso Giovanni stava qua con noi!... Questo non è il corso naturale delle cose!

ENZO Anche questo è vero!... Ma non è colpa nostra!

MARIA Tanto, faremo tutti la stessa fine!

ROMOLO Che fine?

MARIO Giovanni!

ROMOLO Perché, ch’è successo a Giovanni?

MARIO E’ morto!

ROMOLO Giovanni è morto? Ma perché non me l’avete detto?

FEDERICA Te l’abbiamo detto! Sei pure venuto al funerale!

ROMOLO Non è vero! Me lo ricorderei!

MARIO Guarda il foglio!

ROMOLO (guarda il foglio e si tranquillizza) Ah, già!

MARIO Io penso che quello ch’è successo a Giovanni debba farci capire un po’ di cose.

ENZO Cioè?

FEDERICA Mario ha ragione: lo sapevamo tutti che la situazione qui si stava facendo sempre più difficile, però, in qualche modo non volevamo ammetterlo…

LUISA Ma, ammettere che cosa?

MARIA Che così non possiamo andare più avanti!

ENZO Sentite, evidentemente avete già parlato tra di voi di questa cosa, ma volete spiegare anche a noi?

MARIO Le cose sono molto cambiate da quando abbiamo avuto l’idea di realizzare questa casa di riposo. Che ne so? Sarà perché i costi aumentano e le nostre pensioni sono sempre le stesse, sarà perché questa casa è troppo grande, con un giardino enorme e i costi di manutenzione molto alti, il fatto è che non ce la facciamo più a reggere la struttura.

ENZO Ma non è vero!

FEDERICA E’ vero, Enzo! Se, per esempio, avessimo avuto un defibrillatore, forse Giovanni stava ancora qua con noi. E perché non ce l’abbiamo un defibrillatore? Perché non possiamo permettercelo!

LUISA Ma era questione di qualche settimana…

MARIA Luisa, ammettilo! Non era questione di qualche settimana! Il defibrillatore chissà quando arriverà. Se arriverà. E poi: una volta è il defibrillatore, un’altra volta la rata che non si riesce a pagare, poi un’altra cosa ancora...

ENZO E per voi quale sarebbe la soluzione?

MARIO Chiudere la casa.

ENZO Chiudere la casa?!

FEDERICA Non ci sono altre soluzioni!

LUISA E voi che fine farete?

MARIA Se qualcuno di noi è più fortunato, trova un parente che se lo prende in casa, in cambio della pensione. Qualcun altro - per esempio io - troverà alloggio in qualche ospizio con meno pretese di questo.

ENZO No, ragazzi, io non posso credere che vi siate rassegnati in questo modo!

MARIO La casa verrà venduta e, come prevede il testamento della vedova per una eventualità del genere, il ricavato sarà dato in beneficenza a un ente che si occupa di valorizzare la drammaturgia italiana.

ENZO E noi?

FEDERICA E voi vi troverete un altro lavoro! Mica è colpa nostra!?

LUISA (pausa) Enzo!... Io credo che abbiano ragione.

MARIA Certo che abbiamo ragione!

ENZO Ti ci metti pure tu?

LUISA La loro analisi è lucida. Forse noi non ci siamo arrivati prima perché condizionati dalla paura di perdere il posto di lavoro.

ENZO E tu, Salvatore, che ne pensi?

SALVATORE (pausa) Sentite… Io, finora, non ho parlato… Del resto, sono l’ultimo arrivato… Ecco… Siamo tutti dispiaciuti per quello ch’è capitato a Giovanni, è chiaro! Io lo conoscevo da poco, non come voi, ma mi ero già affezionato a lui… Però… però la vita va avanti e noi dobbiamo pensare al futuro: giusto?... Allora, ecco… io sentivo i vostri discorsi e… se si decidesse di vendere la casa – perché pure io penso che non è che ci stanno tante alternative – ecco, se si decidesse di vendere la casa… credo che non ci sarebbero problemi per trovare gli acquirenti…

ENZO No?!

SALVATORE No, perché io sono stato contattato da una società… una società che si occupa di compravendita d’immobili… e questa società è disposta a comprare questa casa… Loro non è che ne hanno bisogno subito e sono disposti a lasciare l’uso attuale della casa anche… diciamo per qualche anno… E, insomma, mi sembra una bella occasione per incassare dei soldi e far fronte a tutte quelle spese che…

ENZO Ma che stai dicendo!?

SALVATORE Perché?

ENZO Lo abbiamo appena detto: il testamento della vedova prevede che, nel caso in cui venissero meno le finalità previste, cioè quelle di ospitare loro, il ricavato della vendita della casa dovrebbe essere devoluto in beneficenza. Non potrebbe essere utilizzato per far fronte alla gestione.

LUISA E quale gestione, poi, se la casa è venduta?!

SALVATORE No, ma vi ho detto…

ENZO Che ci lasciano continuare il nostro lavoro per qualche tempo?

SALVATORE Certo!

LUISA E per quanto tempo?

SALVATORE Questo è da vedere…

ENZO E questa offerta esce proprio adesso che Giovanni è morto!

SALVATORE Adesso, prima, dopo: che differenza fa?

LUISA Ma forse questa società sapeva della clausola presente nel testamento della vedova…

ENZO E cioè che l’obbligatoria destinazione d’uso a casa di riposo di questo fabbricato poteva essere cambiata soltanto dopo la morte naturale di almeno uno di loro!

SALVATORE Questo non lo so…

MARIA Ma lo sappiamo noi!

SALVATORE Che cosa?

FEDERICA Che qualcuno ha giocato su quella clausola!

SALVATORE Che significa?

MARIO Significa che la clausola dice che la destinazione d’uso poteva cambiare soltanto dopo la morte naturale di almeno uno di noi…

FEDERICA Ma la morte di Giovanni potrebbe anche essere stata non naturale!

SALVATORE Ma lo sappiamo tutti com’è morto Giovanni!

MARIA Com’è morto Giovanni?

ROMOLO E’ morto Giovanni?

MARIA Sta zitto!

ROMOLO Non lo sapevo!

SALVATORE E’ morto d’infarto! E forse si poteva salvare se avessimo avuto il defibrillatore! Lo vedete che significa non avere i soldi per le spese indispensabili?

FEDERICA Il defibrillatore: certo!

MARIO La mancanza del defibrillatore è un ottimo alibi!

SALVATORE Perché: alibi?

ENZO Perché il vero motivo potrebbe essere un altro!

SALVATORE Quale?

LUISA E che cosa ne sappiamo, noi?

SALVATORE Appunto!

MARIA Magari Giovanni lo sapeva.

SALVATORE Cosa?

MARIO Di ch’è morto!

ROMOLO Ma io vi giuro che non lo sapevo che Giovanni era morto!

FEDERICA Ah! Se Giovanni potesse parlare!

MARIO Se soltanto potesse parlare!

MARIA E perché non potrebbe parlare?

MARIO Non lo so.

MARIA Magari con una seduta spiritica!

SALVATORE Ma voi siete diventati scemi!?

ENZO Salvatore ha ragione: le sedute spiritiche sono soltanto delle balle!

MARIA Non è detto!... Come fanno nelle sedute spiritiche?

FEDERICA Chiamano il defunto.

LUISA Ecco! Forse basta soltanto chiamarlo!... Ci vogliamo provare?... (Chiama) Giovanni!

ENZO Giovanni!

MARIA Ma Giovanni era sordo: forse bisogna alzare la voce! (A voce alta) Giovanni!

FEDERICA Giovanni!

MARIO Giovanni!

ROMOLO Ma non è morto?

SCENA SECONDA

(Maria, Romolo, Federica, Mario, Enzo, Luisa, Salvatore e Giovanni)

GIOVANNI (entrando da destra) Ero morto!

ROMOLO Giovanni! Mi volevano far credere ch’eri morto. Ma io me lo ricordavo che non eri morto. Cioè, non mi ricordavo ch’eri morto… Che è la stessa cosa. O no?

SALVATORE Ma…! Che significa questa storia?

ENZO Eh, ormai non ci sono più i vecchi di una volta, che quando morivano, morivano! Questi resuscitano!

SALVATORE Volete spiegarmi che significa questa pagliacciata?

LUISA Questa pagliacciata significa che noi ci siamo fidati di te e invece, se non era per loro, tu ci avevi fregato a tutti!

SALVATORE Che state dicendo…!?

ENZO Che dovevamo far qualcosa per farti uscire allo scoperto…

SALVATORE Allo scoperto?!

LUISA E siamo pure riusciti a contenere al massimo i costi! Giusto qualche fiore, perché la cassa da morto…

MARIO Vuota!

LUISA Esatto! La cassa da morto ce la siamo fatta prestare.

MARIA Don Alfredo, quando gli abbiamo spiegato che cosa c’era in gioco, s’è prestato a fare un finto funerale. Speriamo che non lo sappia il Vescovo!

FEDERICA E il medico lo stesso: ha certificato l’improvviso decesso di Giovanni per infarto.

MARIA E Giovanni, da attore consumato qual è, ha recitato alla perfezione la parte del morto.

GIOVANNI Eh?

MARIA Ho detto che hai recitato benissimo la parte del morto!

GIOVANNI “E perché non la morte, piuttosto che una vivente tortura?”

MARIA Shakespeare. Bravo, è proprio il caso!

SALVATORE Volete spiegarmi il senso di questa pagliacciata?

LUISA Vuoi una spiegazione?

ENZO Ne ha il diritto, tutto sommato.

LUISA Avanti, ragazzi, chi comincia a raccontare?... Mario?

MARIO Perché no?...Tu avevi organizzato, con i tuoi complici – o mandanti, forse è meglio - tutto per bene. Ma il caso ha voluto che Federica ascoltasse una tua telefonata…

SALVATORE Quale telefonata?

ENZO Una che hai fatto ai tuoi complici della società immobiliare.

FEDERICA E’ stato per pura fortuna. Mi ero dimenticata qui lo scialle ed ero tornata indietro a prenderlo…

SCENA TERZA

(Salvatore e Federica)

La scena si oscura per lasciare illuminato soltanto lo spazio dove Salvatore, nella scena quinta del primo atto ha effettuato la sua telefonata e lo spazio dell’ingresso nella stanza. Nel primo, rivediamo Salvatore intento nella stessa telefonata; nel secondo, Federica che, rientrando nella stanza da destra, si ferma all’ingresso e assiste, non vista, alla telefonata. Mentre Salvatore entra nel cono di luce e compone il numero al cellulare, ascoltiamo la voce registrata di Federica che prosegue il racconto iniziato nella scena precedente e vediamo Federica entrare nell’altro cono di luce e assistere alla telefonata.

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA … Proprio mentre entravo in questa stanza, vidi che stavi telefonando. All’inizio mi sembrò una cosa normale, ma poi mi colpì il tuo modo di fare: sembrava che ti stessi nascondendo per non farti sentire. Decisi allora di restare lì ad ascoltare quello che stavi dicendo…

   Federica rimane, non vista, in ascolto.

SALVATORE Pronto?... Sì, tutto a posto!... La situazione è tranquilla!... No, non sospettano di niente. Mi riservo qualche giorno per non destare sospetti e poi entro in azione!... Sì, forse è più prudente… Vi chiamo io quando ho notizie, ma vi chiamerò fuori della casa, non vorrei che qui qualcuno mi senta… Qualcuno di loro è mezzo rincoglionito, ma alcuni sono ancora lucidi. E poi ci sono lo psicologo e l’infermiera… Ok, restiamo d’accordo così!... Sì, il piano resta quello: fra un paio di giorni io comincio…

   Salvatore continua a parlare al telefono ma non ne udiamo le parole, perché torniamo a sentire la voce registrata di Federica:

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA Sentirti darci dei vecchi rincoglioniti stava quasi per farmi tradire, perché avrei voluto prenderti a schiaffi, ma mi trattenni. Quello che stavo sentendo mi sembrava incredibile. Seguii tutto il tuo discorso e quando stavi per chiudere la telefonata, mi precipitai a raccontare tutto agli altri.

   Contemporaneamente alle parole di Federica, Salvatore chiude la telefonata e Federica esce a destra, quindi si fa buio.

SCENA QUARTA

(Maria, Romolo, Federica, Mario, Enzo, Luisa e Giovanni)

   Nel buio, sentiamo la voce registrata di Giovanni, al termine della quale la scena s’illuminerà interamente sulla sala polifunzionale.

VOCE REGISTRATA DI GIOVANNI Discutemmo fra di noi se far sapere a Enzo e Luisa quello che avevamo scoperto ma, alla fine, ci sembrò la soluzione più giusta: senza la loro collaborazione non avremmo potuto fare niente per difenderci dalla minaccia che incombeva.

FEDERICA L’ho sentito con le mie orecchie! E, credetemi, a differenza di qualcuno (accenna a Giovanni), io ci sento benissimo!

GIOVANNI Ch’ha detto?

ENZO Sì, sì, non volevo dire… Ma è davvero incredibile!

LUISA Noi ci siamo fidati di lui, gli abbiamo dato un lavoro, e tu guarda, invece che serpe ci siamo coltivati in seno!

MARIO Chissà che ruolo avrà in tutta questa storia?!

MARIA Secondo me Salvatore è semplicemente uno di cui questa società a cui lui ha telefonato si serve per potersi comprare questa casa a quattro soldi!

LUISA Sì, senz’altro: lui è soltanto un pesce piccolo!

MARIO I pesci grossi l’hanno mandato a preparare tutto per entrare in scena poi loro!

LUISA Comunque le cose non cambiano, pesce piccolo o pesce grosso che sia!

GIOVANNI Ma oggi a pranzo c’è pesce?

ROMOLO Questo non ha sentito niente di quello che stiamo dicendo!

ENZO Io direi di tenerlo d’occhio…

LUISA Sì, vediamo quello fa!

MARIO Guardate che quello è stocastico!

FEDERICA Embè?

MARIO No, dico… magari è pericoloso!

MARIA Ma che c’entra?

MARIO Io non lo so che significa stocastico, ma potrebbe essere qualcosa di pericoloso per noi!

LUISA Ammesso che sia vero tutto quello che ci ha raccontato sul suo titolo di studio e su tutto il resto!

FEDERICA Comunque, non va lasciato mai da solo, sia chiaro!

ENZO Dobbiamo organizzare proprio dei turni.

MARIA Bisogna spiarlo senza che lui se ne accorga.

LUISA Ci diamo qualche giorno di tempo e poi decidiamo come agire per bloccare questa porcata che vogliono fare.

ROMOLO Comincio io il primo turno!

LUISA Meglio di no, Romolo.

ROMOLO Perché?

FEDERICA Perché anche se tu vedi che Salvatore sta facendo qualcosa, poi ti scordi quello che hai visto!

ROMOLO Stai dicendo che io non mi ricordo le cose?

FEDERICA Sì!

ROMOLO (arrabbiato) Ma come ti permetti!?

MARIO Leggi il foglio!

ROMOLO (legge il foglio e, come al solito, si tranquillizza) Ah!

LUISA Ma si può sapere che c’è scritto su quel foglio che ha tutto questo potere calmante su Romolo!?

ROMOLO Niente! (Legge) “Devo ricordarmi che non mi ricordo le cose.” Firmato da me.

MARIA Gliel’abbiamo dovuto far scrivere, perché altrimenti era un problema ogni volta. Ci voleva mezz’ora di discussione per dimostrargli che s’era dimenticato una cosa!

ENZO E tu lo tieni sempre in mano?

ROMOLO Che cosa?

LUISA Il foglio!

ROMOLO E’ che mi scordo di buttarlo!

   Buio.

SCENA QUINTA

(Salvatore, poi Enzo, Luisa, poi ancora Maria e Romolo)

   Nel buio, sentiamo la voce registrata di Mario.

VOCE REGISTRATA DI MARIO Comunque, iniziammo il nostro piano per pedinarti. A turno, uno di noi ti seguiva ovunque, appena mettevi il piede in questa casa e non ti mollava finché non ne uscivi; chiaramente, senza farsene accorgere da te. I primi giorni non accadde nulla di particolare, ma poi, evidentemente, ti decidesti ad agire… e scoprimmo qualcosa di terribile.

   S’illumina nuovamente la sala polifunzionale che per pochi istanti resta vuota, poi entra Salvatore con il carrello dei medicinali. Dopo essersi assicurato che nessuno stia per entrare nella stanza, rapidamente sostituisce le pasticche già predisposte sul carrello con altre che prende da una flacone che aveva in tasca. Completata l’operazione, lascia il carrello in scena ed esce. Dopo qualche istante, dal lato opposto della stanza entrano Enzo e Luisa che vanno subito al carrello.

ENZO Ormai il suo piano è chiaro.

LUISA (esaminando una pasticca) Il solito placebo!

ENZO Io ero convinto che sostituisse le pasticche con roba pericolosa.

LUISA E no! Il testamento della vedova parla chiaro: dice che la morte di uno degli ospiti deve essere naturale. Se sostituisse le medicine con un veleno o roba del genere, un’autopsia scoprirebbe che la morte non è stata naturale.

ENZO (tira fuori delle scatole e dei flaconi da una sacca che ha con sé e, aiutato da Luisa, mentre continuano il dialogo, rimettono a posto le pasticche e raccolgono le pasticche-placebo all’interno di un flacone che tengono separato dalle altre scatole e flaconi) Invece con queste pillole placebo l’effetto negativo è dato dal fatto che non vengono assunte le medicine prescritte.

LUISA L’operazione è pulita: l’autopsia non potrebbe rilevare niente, ma la persona muore perché non ha preso i farmaci dovuti.

ENZO La maggior parte dei quali sono farmaci salva vita.

LUISA Tiè! Guarda questo che Giovanni deve prendere per il cuore! Basterebbero pochi giorni senza questo farmaco per compromettere seriamente il cuore di Giovanni e le probabilità di un infarto diventerebbero altissime.

ENZO Abbiamo sbagliato a insegnare ai ragazzi a prendere i farmaci da soli!

LUISA Perché?

ENZO Perché se glieli avessimo dati sempre noi, questa operazione Salvatore non avrebbe potuto farla: noi le pasticche le avremmo riconosciute, mentre loro si basano soltanto sul colore della custodia che le contiene.

LUISA Ma almeno così si sta tradendo! Nel caso che dici tu non avrebbe potuto agire.

ENZO Anche questo è vero!

VOCE REGISTRATA DI MARIO L’intervento di Enzo e Luisa rimetteva le cose a posto e ci permetteva di continuare a seguirti nel tuo piano per capire cos’altro ci fosse sotto. Ma anche se il loro intervento di ripristino delle medicine ci metteva al sicuro da rischi, qualche problema, ogni tanto, si creava lo stesso.

MARIA (entrando seguita da Romolo) E’ appena uscito. Sa che voi non ci siete e che noi fra cinque minuti avremmo preso le pasticche. Si sente talmente sicuro che non ha più bisogno di assicurarsi che le pasticche le prendiamo veramente.

ENZO Il piano l’ha predisposto proprio bene, non c’è che dire!

LUISA Lo avranno studiato per tempo.

ENZO Io direi di lasciarlo agire ancora per qualche giorno e poi di intervenire.

LUISA Sì, ma dobbiamo ancora decidere come intervenire.

MARIA Lo denunciamo e basta! Che dobbiamo fare?

ENZO Rischiamo di non avere prove sufficienti.

MARIA Mettiamo delle telecamere nascoste che riprendano quello che fa!

ENZO Le telecamere sono una buona idea, anche se non saprei proprio come procurarmele di dimensioni tali da poterle nascondere! E soldi per comprarle non ce li abbiamo!

LUISA Ma anche se le trovassimo da qualcuno che ce le presta, riusciremmo a incastrare lui, mentre noi sappiamo che ci sono altri con cui lui è in combutta che resterebbero fuori e la farebbero franca.

ROMOLO (appena entrato s’è diretto al carrello e s’è messo ad armeggiare attorno alle pasticche, non visto dagli altri tre. Ingoiando una pasticca) Non mi ricordo mai se di queste ne devo prendere una o due.

ENZO (precipitandosi, insieme alle altre due, per bloccarlo) Che stai facendo!?

LUISA Fermati!

MARIA Tu le medicine non le devi prendere da solo!

ENZO Quale hai preso?

ROMOLO Boh!

LUISA Ma tu guarda! Le ha rimischiate!

MARIA Quale hai preso?

ROMOLO Ma che ne so!

LUISA (mostrandogliene una) Hai preso questa?

ROMOLO Questa?... No, no… O forse era questa?...

MARIA Fai uno sforzo: cerca di ricordarti!

ROMOLO Ho preso quella che dovevo prendere!

LUISA Quale?

ROMOLO (pausa) Questo adesso non me lo ricordo.

ENZO No, non è niente…

LUISA Come, non è niente?

ENZO L’unica che manca è quella di Mario: non è un problema!

MARIA Perché?

ENZO E’ contro la stitichezza! Avrà un po’ di diarrea.

MARIA Peggio per te! Ben ti sta!

   Buio.

SCENA SESTA

(Maria e Giovanni)

   Nel buio, sentiamo la voce registrata di Maria. 

VOCE REGISTRATA DI MARIA Dopo qualche giorno, decidemmo di agire. Dovevamo costringerti a scoprirti ancora di più e soprattutto a far venir fuori i tuoi complici, per cui l’idea migliore era quella di farti credere che fosse giunto il momento in cui si sarebbero concretizzate le condizioni previste dal testamento, che poi era quello a cui tu stavi lavorando: la morte – diciamo naturale – di uno di noi. E il nostro piano ruotava tutto attorno a Giovanni, di cui dovevamo mettere in scena la morte. L’impresa più difficile fu spiegarglielo, perché dirglielo a un volume di voce normale era impossibile; urlargli il piano a un orecchio, nemmeno. Dovetti portarlo nel punto del giardino più lontano della casa.

Un fascio stretto di luce illumina Maria e Giovanni.

GIOVANNI Perché siamo dovuti venire qua? Ci vogliamo appartare come due giovanotti?

MARIA Non ti mettere strane idee in testa!

GIOVANNI Scusa, ma se una donna bella e affascinante come te propone a uno splendido esemplare di maschio italico come me di allontanarsi dalla casa dove vivono dei vecchi babbioni per rifugiarsi nel punto più romantico e lontano del giardino, che cosa dovrebbe pensare il maschio italico? (Fa per abbracciarla)

MARIA (scostandosi e allontanandosi) Non t’azzardare a mettermi le mani addosso che mi metto a urlare, sai!?

GIOVANNI (arrestandosi) Io le donne non le ho mai capite!

MARIA Ecco: e non pensare di poterle capire alla tua età!

GIOVANNI E allora tu spiegami che siamo venuti a fare qua!

MARIA (abbassa istintivamente la voce) Abbiamo escogitato un piano…

GIOVANNI (forte) Che?

MARIA Abbassa la voce! Se dovevamo farci sentire, era inutile che venivamo qui!

GIOVANNI Non ho capito ch’hai detto!

MARIA (alza la voce ma non di molto) Abbiamo escogitato un piano.

GIOVANNI Il secondo piano?

MARIA (forte) Abbiamo escogitato un piano!

GIOVANNI Ah, un piano nel senso di un… di un… non mi viene il sinonimo!

MARIA Va be’, in quel senso, sì!

GIOVANNI Che piano?

MARIA Tu fai il morto.

GIOVANNI Io il morto? E perché io?

MARIA Non cominciare a creare problemi!

GIOVANNI Devo fare il morto e manco posso parlare?

MARIA Che devi dire?

GIOVANNI Voglio sapere perché proprio io devo fare il morto.

MARIA Perché tu sei malato di cuore!

GIOVANNI Pure Romolo ci ha tre by-pass!

MARIA Ma Romolo si dimentica le cose! Non possiamo correre il rischio che mentre sta facendo la parte del morto si dimentica che sta facendo la parte del morto e si alza!

GIOVANNI Pure questo è vero!

MARIA Perciò lo fai tu!

GIOVANNI E perché non lo fai tu?

MARIA Perché io sto bene.

GIOVANNI E che devi morire per davvero!? Devi solo far finta. Capisco Stanislavkij, ma mi sembra esagerato!

MARIA Poche storie, Giovanni: tu sei quello fra di noi che sta peggio col cuore…

GIOVANNI Grazie!

MARIA Prego. Quindi, se Salvatore, come credo, ha capito quali sono le nostre condizioni di salute, non sospetterà niente se a morire sei proprio tu!

GIOVANNI (grattandosi) Ahia!

MARIA Non fare il superstizioso! E poi dicono che a fare il morto uno s’allunga la vita!

GIOVANNI Ah, sì?!

MARIA Lo dicono tutti.

GIOVANNI (pausa) Va bene!

MARIA Oh!

GIOVANNI Che devo fare?

MARIA Al momento opportuno devi sentirti male!

GIOVANNI Me lo dici tu quand’è il momento opportuno?

MARIA (a voce più bassa) Te lo dico io.

GIOVANNI No, dico: me lo dici tu quand’è il momento opportuno?

MARIA (urlando) T’ho detto di sì!

GIOVANNI E non avevo sentito.

MARIA Cominciamo bene!

   Buio.

SCENA SETTIMA

(Mario, Federica, Romolo, Enzo, Luisa, Salvatore, Maria e Giovanni)

   Nel buio, ascoltiamo la voce registrata di Romolo.

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Finalmente, arrivò il giorno della grande messinscena… Che, però, adesso non mi ricordo precisamente qual era…

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA Ma perché non fai raccontare me?

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Perché voglio raccontare pure io!

VOCE REGISTRATA DI MARIO Ma tu poi non ti ricordi quello ch’è successo!

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Mi ricordo, mi ricordo…

VOCE REGISTRATA DI GIOVANNI Ch’ha detto?

VOCE REGISTRATA DI MARIA Non ti ci mettere pure tu!

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Voi avete raccontato e adesso voglio raccontare io!

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA E va bene!

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Mi basta soltanto un piccolo suggerimento.

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA Allora, noi stavamo prendendo il tè, come al solito…

   La scena s’illumina nuovamente sulla sala polifunzionale. Gli anziani sono seduti, mentre Enzo, Luisa e Salvatore, con il carrello, si spostano dall’uno all’altro servendo tè e biscotti.

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Ah, sì, sì: a posto! Adesso ricordo tutto!

VOCE REGISTRATA IN CORO DI MARIO FEDERICA E MARIA (come a dire “figuriamoci!”) Eeehhh!

VOCE REGISTRATA DI GIOVANNI Ch’ha detto?

VOCE REGISTRATA DI MARIA Sta’ zitto, fallo raccontare!

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Stavamo prendendo il tè e avevamo deciso che il piano doveva essere attuato in quel momento…

MARIA Posso avere un po’ di zucchero?

FEDERICA (passandoglielo) Ecco! Non esagerare, però!

ROMOLO Io voglio almeno tre biscotti!

LUISA Ecco i tre biscotti!

ROMOLO Troppo gentile!

MARIO Possibile che qui non si possa avere altro che tè?

SALVATORE Perché, che vorresti avere?

MARIO Qualcosa di più… come dire?

MARIA Alcolico?

MARIO Non siamo mica dei ragazzini?!

LUISA Ma bere alcol non vi fa bene.

MARIO Questo è il solito dottorino che lo dice!

ENZO Non è che lo dice il dottorino! E’ che lo sanno tutti che alla vostra età fa male.

SALVATORE Anche se un po’ di alcol non è che faccia poi male…

MARIO Lo sentite? L’ha detto pure lui ch’è medico!

ENZO Lui non è medico!

MARIO Ah no? Ma tu guarda! Lui che dovrebbe essere medico, non lo è!

MARIA Che ore sono?

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Ecco! Il segnale convenuto era questa frase di Maria: che ore sono.

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA Ma che stai dicendo? Non era questa la frase convenuta!

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Ah, no?!

VOCE REGISTRATA DI MARIA Lo vedi che vuoi raccontare, ma poi non ti ricordi le cose!? Non era questa la frase!

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO E quale, allora?

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA Posso avere una tisana?

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Proprio adesso vuoi una tisana?

VOCE REGISTRATA DI FEDERICA “Posso avere una tisana” era la frase convenuta perché Giovanni dovesse far finta di sentirsi male!

VOCE REGISTRATA DI ROMOLO Ah sì: posso avere una tisana.

   Tutti, che durante le precedenti voci registrate hanno continuato ad agire senza parlare, riprendono il dialogo ripetendo le stesse azioni già compiute, fino alla nuova situazione.

MARIO Possibile che qui non si possa avere altro che tè?

SALVATORE Perché, che vorresti avere?

MARIO Qualcosa di più… come dire?

MARIA Alcolico?

MARIO Non siamo mica dei ragazzini?!

LUISA Ma bere alcol non vi fa bene.

MARIO Questo è il solito dottorino che lo dice!

ENZO Non è che lo dice il dottorino! E’ che lo sanno tutti che alla vostra età fa male.

SALVATORE Anche se un po’ di alcol non è che faccia poi male…

MARIO Lo sentite? L’ha detto pure lui ch’è medico!

ENZO Lui non è medico!

MARIO Ah no? Ma tu guarda! Lui che dovrebbe essere medico, non lo è!

MARIA Posso avere una tisana?

LUISA Subito! Come no!

MARIA (dando una gomitata a Giovanni) Ho detto: posso avere una tisana?

GIOVANNI Ah, sì? Non avevo sentito. (Giovanni comincia a lamentarsi portandosi le mani al petto) Oddio!...

MARIA Che c’è?

GIOVANNI Non lo so… ma mi sento stringere al petto…

LUISA Sta’ calmo!

GIOVANNI E’ come una morsa…

ENZO Cerca di calmarti… Non stategli tutti attorno…

LUISA Fatelo respirare…

MARIA Oddio, Giovanni, parla: come ti senti!

ENZO Giovanni, cerca di spiegarmi quello che ti senti!

LUISA Giovanni!... Giovanni!...

MARIO Non è niente, non è niente…

ROMOLO Ma come non è niente!

FEDERICA Chiamate un medico!...

MARIA Bisogna chiamare un medico!

ENZO (prendendo il cellulare) Chiamo la guardia medica.

FEDERICA Ci vuole un’autoambulanza!

MARIA Giovanni, rispondi!...

ENZO Pronto!?... Senta la chiamo per un’urgenza…

MARIA Ma perché non risponde?...

ENZO (ancora al cellulare) Credo sia qualcosa a livello cardiaco…

FEDERICA Giovanni!

MARIA Oddio, questo non risponde…

ENZO Fate presto, per favore! Sì, le do l’indirizzo…

MARIO Fatelo respirare…

   Buio.

SCENA OTTAVA

(Mario, Federica, Romolo, Enzo, Luisa, Salvatore, Maria e Giovanni)

   Dopo pochi istanti, si alza nuovamente la scena sulla sala polifunzionale. Tutti si trovano, all’incirca nelle posizioni in cui si trovavano al termine della scena terza del secondo atto.

ENZO Ecco come sono andate le cose!

LUISA Ti è abbastanza chiaro il quadro?

MARIA O dobbiamo chiarirti qualcos’altro?

SALVATORE Questo è quello che voi dite!

MARIO Che è quello che è successo veramente.

GIOVANNI E la riprova è che io sto qua!

SALVATORE Ma quale riprova!? Questa non è nessuna riprova! Sono proprio le prove di tutto quello che vi siete inventato che mancano!

MARIA Noi tutti siamo pronti a testimoniare dinanzi a un giudice quello ch’è successo!

ROMOLO Racconteremo con precisione tutto quello ch’è successo!... (Agli altri) Caso mai, poi mi fate un riassunto…

SALVATORE Dei vecchi rincoglioniti che manco si ricordano quello che hanno mangiato a pranzo non li vedo bene come testimoni in un processo!

MARIO (fa per reagire fisicamente, ma gli altri lo trattengono) Io gli spacco la faccia a questo bellimbusto! Gli faccio vedere i vecchi rincoglioniti!...

FEDERICA Stai calmo, Mario! Non è in questo modo che faremo pagare a Salvatore e ai suoi complici quello che avevano architettato e stavano cercando di realizzare!

MARIO Ma un bel cazzotto in bocca, non è che gli farebbe male!

ENZO Per poi passare dalla parte del torto!

LUISA Tu dici che la loro testimonianza non reggerebbe?

SALVATORE Neanche un poco!

LUISA E quella di registrazioni audio e video?

MARIA Quella reggerebbe?

SALVATORE State bluffando: voi non avete attrezzature per registrare!

ENZO Attrezzature specializzate non le abbiamo, è vero! Ma un cellulare è capace di registrare parecchie cose… Non abbiamo potuto registrare tutto, ma quello ch’è sufficiente a incastrarvi, ti assicuro che l’abbiamo registrato.

SALVATORE Vedremo quello che sarete capaci di fare! (Si dirige verso l’uscita)

MARIA Certo che lo vedremo!

ROMOLO Non ti preoccupare!

FEDERICA Aspettati nostre notizie!

MARIO E poi vedremo chi è il rincoglionito!

   Salvatore esce a sinistra.

GIOVANNI (pausa) Ma… lo lasciamo andar via così!

MARIO Che facciamo?

ENZO Giovanni ha ragione: anche se sappiamo dove abita, dobbiamo seguirlo per capire quali saranno le loro mosse.

MARIA Noi stiamo in ciabatte!... Dovremmo almeno andare a metterci le scarpe…

ENZO Troppo tempo!... Luisa, vieni con me: ci pensiamo noi a seguirlo senza che se ne accorga!

LUISA Sì, è giusto! Andiamo!

FEDERICA Non fatevi scoprire!

ENZO Non ti preoccupare!

   Enzo e Luisa escono a sinistra.

ROMOLO Dove vanno?

GIOVANNI Eh?

MARIO Seguono Salvatore.

ROMOLO E perché?

FEDERICA Dio mio, Romolo, ma possibile che non ti ricordi proprio niente!?

ROMOLO Ma di che cosa?

MARIA Non ti ricordi che Salvatore stava cercando di mandare qualcuno di noi all’altro mondo?

ROMOLO E perché?

MARIO Non ti ricordi che abbiamo fatto finta che Giovanni era morto?

ROMOLO Ma che state dicendo!? Ma quando mai?

FEDERICA Non ti ricordi che poi…

   Mentre, a soggetto, continuano a cercare di far ricordare a Romolo quel che è accaduto, si fa buio.

SCENA NONA

(Enzo e Luisa, poi Mario, Federica, Romolo, Maria e Giovanni)

   Dopo qualche istante, la scena torna a illuminarsi sulla sala polivalente che rimane, per qualche momento, vuota. Dopo un po’, da destra entrano Enzo e Luisa con il solito occorrente per il rito del tè.

ENZO Tu dici che ce la fanno a tornare qua?

LUISA Ma certo che ce la fanno!

ENZO Forse dovevamo tornare tutti insieme dallo studio dell’avvocato.

LUISA Sì, lo so, ma li hai sentiti: volevano approfittarne per fare una passeggiata per le vie di Roma!

ENZO In effetti era tanto che non uscivano.

LUISA Fino a qualche giorno fa era sempre brutto tempo!

ENZO Però uno di noi doveva restare con loro!... Non vorrei succedesse qualcosa!

LUISA Io gliel’avevo detto, ma non hanno voluto. Lo sai come sono: vogliono sentirsi autonomi. E hanno pure ragione. Figurati se non sanno prendere ancora un tram o la metropolitana, se non ce la fanno più a farsi tutta la strada a piedi!

ENZO Ma sì, hai ragione!

LUISA Anche dall’avvocato hai visto come sono stati precisi, lucidi…

ENZO A parte Romolo!

LUISA Va be’, Romolo ha i suoi problemi con la memoria, però pure lui quello che ricordava lo ha espresso bene, con chiarezza.

ENZO Certo! Anche perché, se non fossero stati loro ad accorgersi di quello che stava succedendo, quelli c’erano riusciti a prendersi la casa.

LUISA L’avvocato dice che avevano già pianificato tutto e che il progetto di quei farabutti era trasformare la casa in una palestra extra lusso!

ENZO Proprio il contrario di quello a cui la casa era destinata: pensa un po’!

LUISA Non è che adesso, però, i problemi siano risolti!

ENZO Ah, no: quello no!

LUISA E questo mi preoccupa.

ENZO Senti, per il momento godiamoci la vittoria ottenuta in questa prima battaglia! L’ordinaria amministrazione l’affronteremo come l’abbiamo sempre affrontata.

LUISA Speriamo un po’ meglio!

ENZO Guarda le cose con un po’ di più di positività! Tutto quello che potevamo fare l’abbiamo sempre fatto, o no?

LUISA Questo certamente!

ENZO Intanto bisognerà trovare un’altra persona al posto di Salvatore.

LUISA Stavolta cerchiamo d’informarci un po’ meglio sul tipo di persona.

ENZO C’informeremo, c’informeremo… ma la mela marcia può sempre uscire.

LUISA E se non prendessimo nessun altro?

ENZO Dici, da soli noi due?

LUISA Non avrai bisogno della mamma pure per il lavoro!

ENZO Scema!

LUISA Proprio adesso che gliel’hai detto che andremo a vivere insieme!

ENZO (abbracciandola) Hai visto che alla fine ce l’ho fatta?

LUISA Lo so io quanto m’è costato convincerti…

   I cinque anziani entrano preceduti dal loro vociare da fuori. Sono tutti vestiti con quelli che si possono considerare i loro abiti eleganti. Appena Enzo e Luisa sentono le loro voci, si distaccano e riprendono il loro lavoro a predisporre per il tè.

MARIA (da fuori, alzando la voce) Guarda che ti sei fatto con quel gelato!

GIOVANNI (da fuori) Che?

MARIA (da fuori) Ti sei macchiata la giacca di cioccolata!

MARIO (entrando, seguito dagli altri) Ma lascialo perdere, che manco si vede!

ENZO Ce ne avete messo a tornare!

LUISA Che avete fatto in tutto questo tempo?

FEDERICA Una bellissima passeggiata per le vie di Roma, come non la facevamo da tempo!

LUISA E che avete visto?

GIOVANNI La gente!

MARIA La vita di tutti i giorni.

ROMOLO Quello che succede in giro.

ENZO Tutto qua?!

GIOVANNI Bisogna avere uno sguardo privilegiato sulla realtà, non dimentichiamocelo!

ENZO E poi di questo sguardo che ce ne facciamo?

GIOVANNI Ce lo teniamo per noi! E’ bello avercelo, mica farci qualcosa?

LUISA Dai, sedetevi, che prendiamo il tè.

MARIO Sempre il tè! Mai che ci sia qualcosa di più… divertente!

MARIA Stai zitto, che ti sei voluto prendere un Prosecco al bar!

ENZO Ti sei preso un Prosecco?!

MARIO (a Maria) Perché non ti fai gli affari tuoi! Pure la spia ci abbiamo!

MARIA Io l’ho detto per il tuo bene.

MARIO E allora perché non dici che Giovanni s’è mangiato il gelato?

MARIA Il gelato non è la stessa cosa del Prosecco!

MARIO Tu Giovanni lo proteggi sempre!

ROMOLO Fatela finita! Maria si preoccupava perché alla nostra età l’alcol fa male! Avete visto che fine ha fatto il povero Giovanni! Gli è venuto l’infarto!

FEDERICA Ma quale infarto!? Non ti ricordi che ce lo siamo inventato noi?

ROMOLO Ah sì!? E perché?

MARIO Lascia perdere, tanto è una partita persa!

ROMOLO Meglio così, allora!

GIOVANNI Tanto, prima o poi, una prima morte vera arriva! Il defibrillatore non è arrivato e non arriverà, ve lo dico io!

MARIA E a chi toccherà la morte vera?

   Tutti fanno gesti scaramantici.

ROMOLO Oh, non cominciamo con questo discorsi, eh!

GIOVANNI Sentite, quando morirò io voglio essere cremato, eh! Mi raccomando! E le mie ceneri poi le mettete nella libreria che abbiamo di là, vicino alle opere di Čechov.

MARIA Sì, così poi Romolo si scorda che sono le tue ceneri e le usa per concimare il giardino.

MARIO Pure io voglio essere cremato. Però le mie ceneri spargetele in mare.

FEDERICA Ma se non sai nuotare!

MARIO Che c’entra? Quelle galleggiano!

FEDERICA Non sai nuotare da vivo, figuriamoci da morto!

ROMOLO La vogliamo smettere con questi discorsi?

FEDERICA Romolo ha ragione. Godiamoci la nostra vittoria su quel volgare tentativo di rubarci questa bellissima casa.

MARIO Perciò io volevo brindare!

ENZO Brindate con il tè ch’è lo stesso!

LUISA Aspettate un momento! (Esce a destra)

MARIA Dove va?

ENZO Boh! Luisa…

LUISA (da fuori) Ecco, soltanto un momento…

MARIO Ma che l’è preso?

GIOVANNI Doveva andare in bagno?

MARIA Va be’, mo tornerà! (Casualmente, a Romolo che si trova vicino a lei) Che stavamo dicendo?

ROMOLO Non chiederlo a me.

LUISA (torna con un vassoio su cui ha poggiato sette bicchieri e una bottiglia di Prosecco) Io credo che per una volta si possa fare un’eccezione.

FEDERICA Un Prosecco? Ma se siamo stati fino ad adesso a dire…

MARIO Finalmente mi avete dato ragione: tutte chiacchiere dei medici che non si debba bere!…

ENZO Ma che t’è venuto in mente?

LUISA Sia chiaro che questa è un’eccezione. Poi si torna alla regola.

MARIA Eccezione per cosa?

MARIO Che eccezione ed eccezione!...

LUISA Bisogna brindare, oltre che per lo scampato pericolo, per una bella notizia.

MARIA Quale notizia?

ROMOLO Che Giovanni è guarito dall’infarto?

FEDERICA Aridaje!

LUISA La bella notizia che dobbiamo darvi io ed Enzo.

ENZO Quale bella notizia?

LUISA Enzo! Non mi fare il Romolo della situazione!

ROMOLO Perché? Che c’entro io?

MARIA Lascia perdere!

LUISA La bella notizia che io ed Enzo abbiamo iniziato una vita insieme.

GIOVANNI Che?

MARIA Hanno iniziato una vita insieme?

ROMOLO Insieme a chi?

FEDERICA Insieme fra di loro.

MARIO Ma che significa?

ENZO Che andiamo a vivere insieme.

ROMOLO Dove?

LUISA A casa mia.

ROMOLO Perché a te t’hanno cacciato di casa?

LUISA Oh, ma state parlando sul serio o ci state prendendo in giro?

ROMOLO Perché?

LUISA Noi ci amiamo e andiamo a vivere insieme.

MARIA Ah, vi sposate!? In quale Chiesa?

ENZO In nessuna Chiesa!

MARIO Vi sposate civilmente? Meglio! Ma lasciate perdere i preti!

LUISA No, nemmeno civilmente.

MARIO Come, nemmeno civilmente?!

ENZO E’ una convivenza la nostra. Ci amiamo e d’ora in poi andiamo a vivere insieme a casa di Luisa.

GIOVANNI Un cambiamento d’indirizzo!

FEDERICA Ma come siete antiquati! Ormai non si usa più sposarsi: i giovani convivono!

MARIO Pure noi conviviamo. Non abitiamo qua tutti insieme?!

FEDERICA Va be’, ma mica la nostra è una storia d’amore!?

GIOVANNI Sentite, se in tutti questi anni siamo riusciti a sopportarci a vicenda, non sarà amore, ma è qualcosa che gli si avvicina molto!

LUISA Giovanni non ha mica torto, sapete!?

GIOVANNI Eh?

FEDERICA In tutto questo tempo abbiamo imparato ad accettarci con la nostra vecchiaia.

ROMOLO E così dev’essere!

FEDERICA I difetti propri e quelli degli altri vanno accettati.

MARIA E come accettiamo la giovinezza, dobbiamo accettare la vecchiaia! E come accettiamo la vita, dobbiamo pure accettare la morte!

ROMOLO Amen!

FEDERICA Allora: lo facciamo questo brindisi?

MARIO Giusto! Il brindisi!

   Prendono i bicchieri che vengono riempiti da Enzo.

MARIA A me poco…

MARIO Ecco, quello che non dai a lei, lo dai a me…

FEDERICA Non esagerare, Mario…

GIOVANNI Pronti?...

LUISA Un momento!... Adesso che abbiamo tutti i bicchieri pieni… c’è un’altra cosa a cui dobbiamo brindare.

MARIO Eh, ma qui chiacchieriamo, chiacchieriamo, ma non si beve mai…

FEDERICA Sentiamo quest’altra cosa!

LUISA (stringendosi a Enzo) Io ed Enzo volevamo dirvi che… aspettiamo un bambino!

GIOVANNI Che?

MARIO Nooo!! Ma davvero?

MARIA (commossa) Che bella notizia!

FEDERICA Questa sì ch’è una bella notizia!

ROMOLO Auguri!

MARIO Congratulazioni!

MARIA Il ciclo della vita continua!

FEDERICA Ma da quando l’hai saputo?

LUISA Un paio di giorni!

MARIA Che bello!

ENZO Allora, brindiamo adesso…

ROMOLO Scusate. A cosa stiamo brindando?

MARIO Ma tu lo fai a posta, secondo me…

MARIA Brinda e basta!

GIOVANNI Avanti!...

FEDERICA Poi riprendiamo a provare…

MARIO Ormai manca poco a Pasqua e rischiamo di non farcela con lo spettacolo…

MARIA Ce la facciamo, ce la facciamo! Lo spettacolo è quasi pronto…

ROMOLO Quale spettacolo?

   Mentre le voci si accavallano a soggetto e si brinda, cala lentamente il

sipario.