La Vocazione
(di Chiara Tambani, pos. SIAE 229455)
(Entra Rosina. Si guarda intorno compiaciuta, come se si trovasse nel posto più bello del mondo. Sospira deliziata).
Ho sempre adorato le sere di primavera… Questo profumo di fiori nell’aria e una leggera brezza che soffia dal mare… e poi il cielo è così terso. (Guarda il cielo felice come una bambina). Oh, quante stelle! Rimarrei ore a guardarle… Oh, guarda quella che bella! Comebrilla! Pure fra tante riesce a mettersi in mostra! (Rivolgendosi alla stella) Ciao Stellina! (La saluta con la mano come una bambina divertita).
Ci vuole così poco per mettermi di buon umore. Una bella serata di primavera, le luci soffuse dei lampioni intorno, la città che ora riposta tranquilla, e tutta la notte avanti a me…
Dopo tanti giorni di pioggia mi era venuta un po’ di malinconia. Non c’è stato molto lavoro nei giorni scorsi (Comincia ad aprirsi lentamente uno spolverino mostrando un vestito chiaramente da prostituta). Ma con una sera come questa, sono sicura che dovrò addiritturafare gli straordinari.
Come mi piace stare all’aria aperta… Fin da quando era bambina non c’era verso di farmi stare in casa. Mi piaceva andarmene a zonzo, camminare, camminare (e intanto comincia a camminare avanti e indietro con passo ondeggiante).
Lo so che molti non capiscono come mai abbia scelto questa professione… sì, certo, la mia è stata una libera scelta. E ben ponderata anche! Non è mica un lavoro che puoi improvvisare da un giorno all’altro. Oh, no! Innanzitutto ci vuole predisposizione e poi molta molta preparazione. Non è stato facile per me capire che questa era la mia strada. Sono stata molto combattuta, ma ora sono sicura di aver fatto la scelta giusta (con tono molto orgoglioso di sé). Il fatto è che io sono sempre stata una persona molto generosa. Fin da bambina la mia gioia più grande era quella di fare felici gli altri… non mi importava tanto di me, piuttosto ero felice quando vedevo che gli altri stavano bene. Un animo caritatevole insomma!
La mia mamma, che era una donna molto devota, covava dentro di sé la speranza che sarei entrata in convento. Anche il prete del nostro paese le diceva che era raro vedere una ragazza tanto buona e generosa e che sicuramente avrei presto sentito la “vocazione”…
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Io pregavo il buon Dio che mi facesse capire bene qual’era la strada che dovevo seguire… e poi un giorno… ebbi l’illuminazione! Avevo diciassette anni ed ero tutta sola nel cortile di casa a lavare i panni, immersa nei miei pensieri, quando all’improvviso due mani sui fianchi mi fanno trasalire… Era Giovannino, il figlio del fornaio, che ci portava il pane fresco! Mi guardava con due occhi birichini e intanto tutto allegro mi stringeva proprio qui… (con le mani si stringe le natiche). Poi mi ha chiesto se volevo fare con lui un bel gioco nel fienile, esiccome lo vedevo così contento, non ho proprio saputo dirgli di no! Allora siamo andati di corsa nel fienile e lì… oh, come si è divertito Giovannino! Be’, e devo dire che anch’io… insomma, dopo averci pensato bene, ho capito che se il buon Dio mi aveva dato delle forme così generose che facevano tanto felice Giovannino, forse non voleva che le nascondessi agli occhi del mondo entrando in un convento! Ma no, voleva sicuramente che le mettessi in mostra, e che le usassi per dare tanta felicità agli altri! E siccome non potevo limitare il mio desiderio di donare… non ho fatto felice solo Giovannino, ma anche il figlio del droghiere, il figlio del fabbro, il figlio del falegname, i braccianti che lavoravano nel campo vicino a casa… oh, quanta gioia riuscivo a dare al mio prossimo! Avevo finalmente trovato la mia vocazione! Ora sì che mi sentivo realizzata!
Purtroppo però le altre donne del paese non riuscivano a capire la mia generosità… “donnaccia” mi chiamavano! Ma che cosa facevo di male? Non ero mica come loro, tutto il giorno a sparlare dietro al prossimo e a godere delle disgrazie altrui… Io vedevo il bello della vita, e se gli uomini erano felici di stare con me, che colpa ne avevo?
Neanche la mia mamma mi capiva… diceva che ero la sua vergogna, e che dovevo andarmene di casa se non volevo farla morire di crepacuore.
E così venni in città. Non ci volle molto a trovare anche qui uomini da fare felici! E come rimasi sorpresa quando volevano darmi dei soldi. Ma no! Io lo facevo per generosità, come al paese, perché mi piaceva farli stare bene… Ma poi pensai che, siccome bisogna pur guadagnarsi da vivere, qualche soldino mi avrebbe fatto comodo. E così trasformai la mia vocazione in una vera e propria professione. Ed ora eccomi qui, dopo tanti anni, ancora felice e raggiante come il primo giorno con Giovannino.
La cosa che mi dispiace è che questo lavoro, che io esercito con tanta passione, non viene affatto compreso dalla gente comune. Pensano che basti avere un bel corpo per avere
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successo. Come si sbagliano! Una donna come me deve avere tantissime qualità: innanzitutto deve essere una buona ascoltatrice. Quanti uomini vengono da me perché hanno bisogno di qualcuno con cui parlare! La moglie quasi non li considera più, sul lavoro hanno tanti grattacapi… non sanno proprio a chi rivolgersi. E allora io li ascolto con pazienza, cerco di tranquillizzarli e loro poi se ne vanno rincuorati, magari a volte si dimenticano persino di… (fa uno sguardo malizioso) ma sono contenti lo stesso!
Poi bisogna avere un’ottima memoria… No, non solo per ricordarsi i nomi degli uomini, quella
èla cosa più facile! Io ho imparato anche i nomi delle loro mogli, dei figli, di qualcuno ormai anche dei nipotini… Ma non solo! Conosco a memoria tutte le date dei compleanni! E per fortuna che ci sono io! Quando so che a breve ci sarà il compleanno della moglie, non manco mai di ricordarlo all’uomo di turno, e poi naturalmente devo anche dargli qualche consiglio sul regalo. “Il profumo Chantal? Ma no tesoro, glielo hai regalato l’anno scorso, quest’anno va di moda “Eau de Pluis”. Come mi sono grati per i miei consigli! E la volta dopo vengono tutti contenti a dirmi che la moglie ha apprezzato tantissimo il regalo. Molte si stupiscono del gusto raffinato del proprio marito. Oh, ma a me piace restare nell’ombra… Come vi dicevo, io sono contenta quando gli altri sono felici, e questo mi basta.
No, io non faccio preferenze, sono affezionata a tutti i miei uomini e riservo a ciascuno di loro un trattamento particolare: ad esempio so tutto dei loro malanni, e mi prodigo a dare loro dei consigli utili per risolvere qualche piccolo problemino di salute. “Ricordati di farti gli impacchi di gramigna, tarassaco e frassino per i reumatismi” dico a uno “Per il tuo disturbo al fegato l’ideale è il decotto di rosmarino”, consiglio all’altro. Oh, li seguo tutti con tanta premura come fossero dei bambini. E la volta successiva mi assicuro che abbiano seguito i miei suggerimenti. Lo so, a volte sono un po’ insistente, ma è che ci tengo alla loro salute. Ed è per questo che anche loro mi sono tanto affezionati. Quando hanno qualche grattacapo vengono dalla loro Rosina, che ha sempre la soluzione pronta per far passare loro i brutti pensieri.
“Cosa farei senza di te, Rosina” mi dicono sempre.
Eh già, però una volta mi sono trovata di fronte ad un bivio… sì insomma, c’era un avvocato, un bel signore molto distinto che veniva da me quasi tutti i giorni. Oh, era molto loquace, aveva preso addirittura ad espormi certi suoi casi di alcuni suoi clienti. Be’ una volta mi
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raccontava il caso piuttosto contorto di una donna che aveva ricevuto una grande eredità dal suo amante ma che, per una clausola inserita nel testamento, doveva condurre una vita irreprensibile se voleva poter usufruire dell’eredità.
Proprio come successe a Giacinta! Esclamai io! Sì, nel mio paese si era verificato un caso simile, e grazie ad una doppia interpretazione della famosa clausola, la mia compaesana era riuscita a ricevere l’eredità senza dover condurre affatto una vita irreprensibile come voleva il caro estinto. (Comincia a ridere) Quando ci ripenso mi viene ancora da ridere! L’avvocato mi guardava con una faccia… “Ma certo” ha esclamato “Come avevo fatto a non pensarci prima! Rosina sei un genio” Oh, forse lui mi stava lusingando un pochino, in fondo gli avevo solo riferito un fatto che era successo al mio paese, ma mi faceva comunque piacere potergli esser utile.
Neanche a dirlo il mio buon avvocato vinse la causa e si portò a casa anche un bel po’ di soldi. Il giorno dopo venne da me tutto rosso in volto e mi disse d’un fiato: “Rosina, non mi importa della vita che conduci, e del passato che hai avuto, ti prego sposami” Oh, le gambehanno cominciato a tremarmi. Che cosa romantica! Un avvocato voleva sposare me, una povera ragazza di campagna.
Devo confessare che mi allettava proprio l’idea di diventare una signora “per bene”, di frequentare begli ambienti, avere bei vestiti… Però poi pensai a tutti gli altri miei uomini. Cosa avrebbero fatto senza di me, poverini? Senza la loro Rosina che li ascoltava, li coccolava, si prendeva cura di loro… No, sarebbe stato troppo egoistico da parte mia dedicarmi solo ad un uomo, e con grande onestà dissi all’avvocato che sì, sarei stata ben felice di sposarlo, ma che nello stesso tempo non avrei mai potuto rinunciare a tutti gli altri… per una questione di lealtà, di senso del dovere… Ma lui non capì, disse che noi donnacce siamo proprio tutte uguali. Se ne andò in collera e non lo vidi più.
Io per un po’ ne soffrii, ma poi mi feci forza pensando che ero stata fedele alla mia vocazione, e per un avvocato perso avevo tanti altri uomini a cui pensare e che riempivano le mie giornate.
La mia vita sarebbe praticamente perfetta e senza pensieri se non fosse per…. le mogli! Mi
ricordo ancora quella volta che la moglie Ragionier Trombetta venne a cercarmi brandendo un manganello… “Schifosa, rubamariti”, mi gridava avvicinandosi minacciosa. Io allora cercai
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di calmarla dicendole che io non avevo rubato niente a nessuno. Mica ero andata a prenderglielo di nascosto il marito, no? Anzi, era lui che veniva da me, e alla luce del sole anche!
E poi insomma, quando suo marito veniva a trovarmi era sempre arrabbiato e pieno di preoccupazioni e dopo un’ora dei miei trattamenti se ne tornava a casa tutto allegro fischiettando arie d’opera! Ero io che stavo facendo un favore a lei, altro che! Le riconsegnavo un marito rimesso a nuovo e lei, invece che essermi grata, veniva ad insultarmi? Ma purtroppo a nulla sono valse le mie spiegazioni. Quella era proprio imbestialita! Me la sono dovuta dare a gambe e ho fatto appena in tempo a rifugiarmi a casa della mia amica Bocca di Rosa che abitava nelle vicinanze. Tre giorni sono dovuta restare chiusa in casa sua, con quella strega là fuori che mi aspettava brandendo il manganello… Per convincerla a desistere dal suo intento omicida il povero Ragionier Trombetta ha dovuto giurarle che non mi avrebbe rivista mai più, e per farsi riammettere in casa le ha dovuto regalare una pelliccia di visone e un anello di diamanti… Ora la si vede passeggiare tutta impettita avvolta nella sua pelliccia di visone, con il povero Ragionier Trombetta che la segue come un cagnolino ed obbedisce ad ogni suo comando. Povero ragioniere! Come ha dovuto pagar care quelle poche ore di felicità! Chissà se si ricorderà di farsi i decotti di melissa e eucalipto contro la bronchite come gli avevo consigliato!
Oh, be’ a dire il vero non tutte le mogli che ho incontrato sono state così villane nei miei confronti... con alcune sono diventata anche amica. Come con la moglie del droghiere! Una volta al mercato mi ha avvicinato dicendomi che sapeva che suo marito veniva spesso a trovarmi. Io mi ero già allarmata perché ormai avevo capito che le mogli non mi avevano in grande simpatia. E comunque negli ultimi tempi avevo iniziato a portarmi un coltellino nella borsetta, si insomma, in previsione di un altro possibile attacco da parte di una moglie gelosa… Ma lei invece voleva ringraziarmi! Sì, era felice che suo marito si svagasse un po’ con me! Oh, finalmente una moglie comprensiva, ho pensato io.
Così abbiamo cominciato a parlare del più e del meno e la cara signora mi ha spiegato che lei era tanto felice che suo marito uscisse almeno una sera alla settimana perché lei aveva un caro amico che ci teneva proprio tanto ad incontrare! Allora mi ha chiesto se potevamo metterci d’accordo sul giorno. A lei andava benissimo il giovedì, e se anch’io con suo marito
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fossi riuscita a fissare il nostro incontro per quel giorno, sarebbe stato perfetto. Poi mi ha anche chiesto gentilmente se potevo trattenerlo almeno fino a mezzanotte. Oh, ma non c’era nessun problema! Con tutta l’esperienza che ho, glielo potevo trattenere fino alle 8 del mattino dopo, ma non ho detto niente per non sembrare vanitosa. E così io e la moglie del droghiere abbiamo stretto un patto segreto che continua tutt’ora. Quando ci incontriamo ci strizziamo l’occhio e scoppiamo tutte e due a ridere! Ah, che bella la solidarietà femminile! Quando ci penso sono particolarmente fiera di me stessa: in una sola volta riesco a fare felice il marito, la moglie e il suo amico! Ah, Rosina… tu sei proprio nata per far contenti gli altri! E d’altra parte che cosa ci posso fare? E’ la mia…. VOCAZIONE!!!
SIPARIO
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