L’abbiamo scampata per poco

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L'ABBIAMO SCAMPATA PER POCO GIUSEPPINA CATTANEO

AUTRICE

GIUSEPPINA CATTANEO

http://copioni.dnsalias.org/  

POSIZIONE S.I.A.E. N° 193077

TITOLO

L’ABBIAMO SCAMPATA

PER POCO

COMMEDIA IN TRE ATTI

Personaggi

Giacoma  la locandiera

Gianina   la locandiera

Ernestina figlia di Giacoma

Carlino figlio di Gianina

Tomì Carèl  cantante

BObi Cipetì  cantante

MICHELINO spasimante di Gianina

GIACINTA cameriera della locanda

 TRAMA

Alla locanda “I Sempre Verdi” giungono per un soggiorno due famosi cantanti. Le due socie, proprietarie e amiche, ne sono entusiaste perché sperano di realizzare il loro sogno d’amore, sposare i cantanti. Ma nella vita non sempre le cose vanno come si sperano. A volte… vanno anche meglio

ATTO PRIMO

Le locandiere Giacoma e Gianina sono entusiaste perché nella loro locanda, a breve, arriveranno due celebrità della canzone.

Il palco è diviso in due: a sinistra c’è la stanza di Giacoma e a destra  la stanza di Gianina.

SCENA I

Giacoma e Gianina

GIACOMA : (parlando al centro con Gianina sul palco vicino al pubblico) come si può essere più fortunate! Gianina, io non ci credo ancora!

GIANINA : sei tanto felice per quello che mi hai detto stamattina, cioè che domani piove? Come se non avesse piovuto abbastanza!

GIACOMA : hai già dimenticato? Non ti dice nulla il nome: Tomì Carèl? (emozionata).

GIANINA : ma, ma… arriverà oggi? Per questo motivo sei tanto emozionata! Ho capito, ma… ma se arriva il tuo Tomì, ciò vuol dire che arriva anche il mio Bobi. (finge di svenire) Comincio ad emozionarmi anch’io Giacoma…

GIACOMA : stai in piedi mi raccomando. È da una vita che sono innamorata del cantante più bello del mondo: il mio Tomì Carèl.

GIANINA : e io invece sono sempre stata innamorata dell’altro cantante più bello del mondo: il mio Bòbi Cipetì.

GIACOMA : chi avrebbe mai detto che il nostro sogno si avverasse?

GIANINA : io! L’ho sempre detto! Non ricordi?

GIACOMA : tu? E da quando sei diventata sessitiva?

GIANINA : da quando ti ho detto che il mio povero Gino, pace all’anima sua, mi ha rivelato in sogno che un giorno mi sarebbe successo una cosa bellissima e avrei avuto la vita cambiata in meglio.

GIACOMA : già, hai proprio ragione. Però me lo dicesti anche quando avevi una storia con  Beppino il macellaio, Santo il fornaio, Luigi il becchino, Mario il fattore…  (viene interrotta da Gianina).

GIANINA : ho capito! Smetti ora! (prende dalla tasca la foto di Bòbi).

GIACOMA : (prende la foto di Tomì) Gianina, guarda i nostri due… futuri mariti. (tutte e due mostrano al pubblico le foto).

GIANINA – GIACOMA : (al pubblico) guardate quanto sono attraenti.

GIANINA : sarà bello il tuo Tomì, ma non manca nulla nemmeno al mio Bòbi. Scusami Giacoma, se mi sono permessa.

GIACOMA : permettiti pure tutto ciò che vuoi con me. Noi siamo come due sorelle!? Giusto?

GIANINA :  certamente…. però… a me il nome Tomì non mi piace un granché. Mi ricorda un po’ quella pubblicità dei pomodori in scatola. Tomì…

GIACOMA : (un po’ risentita) stai attenta come parli del mio Tomì! Io non sono tua sorella! E comunque secondo te il nome Bòbi è bello? Sembra il nome di un cane e infatti, ora mi che ricordo, la povera Bettina aveva chiamato il suo cane così.

GIANINA : (riflettendo perché non sa che rispondere) … di quello che vuoi, ma il cane di Bettina era proprio un bel cane!

GIACOMA : evitiamo questi discorsi tanto profondi Gianina, forse è meglio. A volte vai dicendo cose che non stanno né in cielo e in terra.

GIANINA : si certo, ma la storia delle mele, quella sì che non stava in terra ma in cielo …

GIACOMA : ed ora cosa c’entra la storia delle mele!? Non stiamo più nella pelle perché devono arrivare i nostri futuri amori e lei pensa alle mele. Inoltre al nostro pubblico non interesserà di certo la storia delle mele?!

GIANINA  : e chi lo dice, chissà, invece interessa. (verso il pubblico) sbaglio forse? (sperando che il pubblico dica si) hai sentito!

GIACOMA : (risentita verso Gianina) certo che non ti tieni proprio nulla per te! Devi proprio far sapere a tutti i miei affari?

GIANINA : tutti, non c’è tutta la città in sala. (guardando verso il pubblico) guarda, non vedo il mio vicino di casa e… mia cugina! Che villana è stata! E pensare che mi aveva detto che sarebbe venuta a vedermi stasera!

 GIACOMA : Gianina, hai finito? Noi dobbiamo andare avanti con la commedia.

GIANINA : a già! Dicevo che quella volta sei andata sul tetto per piantare una pianta di mele!

GIACOMA : ero stanca di sentire Sandro prendermi in giro. Compravamo insieme le piante di frutta e le sue producevano sempre i frutti prima delle mie.

GIANINA : ho capito ma da questo ad andare a piantare un albero sul tetto…

GIACOMA : ho dovuto per forza, se volevo che crescesse prima della sua. Il mio albero doveva prendere sole e acqua prima di quella di Sandro.

GIANINA : e sul tetto, è ovvio che arrivi prima?!

GIACOMA : ma certo! L’han detto anche alla “Pera verde”!

GIANINA : parli del programma “Mela verde” forse!

GIACOMA : mela, pera è uguale! Coraggio, ora andiamo a prepararci. (si muove per andare, ma si ferma di colpo). A proposito, ora che ricordo, l’hai più rivisto Michelino?

GIANINA : non ricordarmi Michelino! Non posso più nemmeno vederlo! Comunque fortunatamente, da un po’ non si fa più vedere da me. Spero proprio che abbia capito che non mi interessa. Sinceramente ancora non capisco cosa gli è passato per la testa di invaghirsi di me. E pensare che non gli ho dato nessun motivo per sperare.

GIACOMA : si proprio nessun motivo! Ti sei dimenticata quando gli sei caduta in braccio come una mela cotta!?

GIANINA : perdonami, che colpa posso avere io se sono inciampata proprio mentre lui passava?! Avrei preferito di sicuro cadere per terra lunga distesa.

GIACOMA : lo so Gianina. Ora che devono arrivare i nostri amori non si deve pensare ad altro… anche se questo Michelino è parecchio facoltoso e potrebbe fare gola! 

GIANINA : i suoi soldi, evidentemente non mi interessano! Te lo avevo già detto mi sembra.

GIACOMA : si, hai ragione, a noi i soldi non interessano, ci nauseano (con ironia). Coraggio, andiamo a prepararci che sta per arrivare il mio Tomì e il tuo cà… è… Bòbi. Scusa Gianina, è l’abitudine … (si dirige verso la sua stanza).

GIANINA : con tutti i nomi al mondo, proprio Bòbi doveva chiamarsi? (fra se) speriamo sia almeno un soprannome d’arte! (si dirige verso la sua stanza).

Giacoma e Gianina sono nelle loro stanze da letto a destra e a sinistra. Hanno le foto dei loro defunti mariti. Ci sono alcuni vestiti sulla sedia.

GIANINA : vado in bagno a sistemarmi i capelli… come mi sento emozionata… (esce dal fondo)

SCENA II

Giacoma e Ernestina

GIACOMA : sono indecisa su cosa indossare. Questo o quest’altro? Oggi non posso sbagliare, c’è in gioco tutta la mia vita. Sono stanca di fare la locandiera, stanca di stare sempre da sola. Stanca, stanca. Se penso che arriverà il mio Tomì Carèl… (al pubblico) Dovete sapere che mi sono innamorata da subito di lui fin dalla prima volta che l’ho visto in televisione. Cantanti bello come il mio Tomì non ce ne sono in giro. Io non lo conosco ancora di persona, ma lui e il suo socio Bòbi, hanno prenotato nella nostra locanda e allora sarà fuoco e fiamme! Speriamo, sono proprio stanca di fare la locandiera. Stanca… (viene interrotta dalla figlia Ernestina che entra da sinistra).

ERNESTINA : stanca di cosa mamma? (Giacoma si spaventa).

GIACOMA : ah sei tu! Mi hai spaventata! Vuoi proprio sapere di cosa sono stanca? Sono stanca di stare sempre qui da sola!

ERNESTINA : perché dici così mamma! Io non conto proprio nulla per te?

GIACOMA : non dire sciocchezze, “figlia incrata”! Con che coraggio vieni a chiedermi se tu non conti per me? Ma se ti si vede soltanto quando è l’ora di sedersi a tavola!

ERNESTINA : ti stai sbagliando mamma?! Non ricordi che torno a casa anche per dormire!

GIACOMA : sapessi che fortuna è questa! Non c’èuna volta che tu mi abbia tenuto compagnia, né che tu mi abbia dato un aiuto in locanda! Siamo sempre state io e Gianina.

ERNESTINA : mamma, stai perdendo la memoria? Giacinta non la conti? (pensando che la madre non abbia capito) La cameriera Giacinta… che serve a tavola…

GIACOMA : Ernestina non prendermi in giro! Io ragiono ancora! So chi è Giacinta. (al pubblico) ce ne sarebbe da dire anche su di lei se volessi! Io parlavo di te che non mi dai nessun aiuto. Ma fra poco le cose cambieranno. Proprio così!

ERNESTINA : (molto preoccupata) in che senso le cose cambieranno? Mammina cara… non vorrai forse cacciarmi di casa vero?

GIACOMA : forse dovrei. Potrebbe essere l’occasione giusta perché tu modifichi il tuo atteggiamento! Comunque non era questo ciò a cui mi riferivo. Le cose cambieranno perché… mi sposerò presto!

ERNESTINA : (la guarda sbigottita) cosa!? Dici davvero? Ti sposerai? E con chi? Ma… non pensi più al mio povero padre? (intanto indica la foto).

GIACOMA : ovvio che pensi ancora al mio Nino, ma dopo vent’anni che mi ha lasciata, pace all’anima sua, avrò pure il diritto di rimpiazzarlo. Sbaglio?

ERNESTINA : eh, dopo vent’anni… forse hai ragione mamma. E se per caso il mio povero padre non fosse contento di ciò che vuoi fare? E se a causa di questo si rivoltasse nella tomba!?

GIACOMA : che vai farneticando! Era talmente grosso che non riusciva a girarsi nel letto da vivo, figuriamoci che ora riesce a girarsi nella cassa da morto, da morto stecchito!

ERNESTINA : mamma, perché poi, devi portare a casa una persona estranea. Se il motivo è la compagnia, ti prometto che ci starò sempre io con te! (l’abbraccia).

GIACOMA : non prendermi in giro Ernestina. Ho detto che sposerò Tomì Carèl e io lo sposerò. Mi vuol far compagnia “lei”. Non dire stupidaggini! Tu sposerai Carlino e allora, ciao Giacoma!

ERNESTINA : (meravigliata) chi sposerai tu? Tomì Carèl? Quel cantante che canta?

GIACOMA : i cantanti fanno i muratori ora! Certo che il mio Tomì canta. (con dolcezza) E quando mi vedrà, canterà solo per me. Qualcosa non ti va bene forse?

ERNESTINA : almeno, lo conosci?

GIACOMA : no. Ma quando lui mi vedrà oggi, non vedrà che me e nullalto che me.

ERNESTINA : come? Tu non conosci lui e lui non conosce te?! E tu mi dici che ti sposerà? Mamma, sei proprio sicura di star bene o devo chiamare il medico? Non spaventarmi perché sai che ho paura di certe brutte malattie…

GIACOMA : Ernestina, tua madre ragiona molto bene. Non dico degli spropositi ancora. Ti ho detto che Tomì perderà la testa per me. Guardami, guarda che figurino sono, come potrà non perdere la testa per me!?

ERNESTINA : (la guarda con aria dubitosa).

GIACOMA : guarda che io sono ancora una bella donna, hai capito?

ERNESTINA : (fra se) se lo dici tu! Sarai anche una “bella donna”, ma hai anche una certa età però. Anche Tomì se non ricordo male è un po’ stagionato, vero?

GIACOMA : villana che non sei altro. Non parlar male del mio Tomì che…. fra un po’ diventerà anche tuo padre.

ERNESTINA : mio padre?!

GIACOMA : beh certo, se mi sposerà.

ERNESTINA : ah, beh certo, se ti sposerà… vado subito a raccontarlo al mio Carlino (esce di scena a sinistra).

RIENTRA GIANINA DAL FONDO

GIACOMA : vai e non tornare più a farmi perdere tempo! Ora devo prepararmi per… (con dolcezza) il mio Tomì… (Giacoma esce dal fondo) .

SCENA III

Gianina, Giacinta e poi Michelino

GIANINA : (rientrando dal fondo con una diversa pettinatura) come sono emozionata… mi sento un’altra Gianina. (nel frattempo arriva Giacinta da destra).

GIACINTA : è permesso? (da fuori).

GIANINA : avanti Giacinta…

GIACINTA : mi scusi signora Gianina, di là c’è Michelino che sta cercando la signora.

GIANINA : (preoccupata) Michelino? E chi è questa signora che sta cercando?

GIACINTA : è lei naturalmente!

GIANINA : ah, per fortuna! (fra se) volevo ben vedere che Michelino facesse la corte anche a Giacoma. Cosa vorrà? Che gli sarà passato per la mente… e proprio oggi che arriva il (con dolcezza) mio Bòbi…

GIACINTA : ha detto che deve parlarle.

GIANINA : ma io non ho nulla da dirgli. Perciò, digli… digli che sono diventata… muta! E che quindi non posso rispondergli. Per forza, i muti non parlano.

GIACINTA : potrei invece dirgli qualcos’altro?!

GIANINA : perché non ti piace la mia risposta?

GIACINTA : il fatto è che sembra decisamente esagerata. (pensa un attimo) però potrei dirgli che non c’è… perché è andata… sulla luna! Cosa le sembra?

GIANINA : vorresti dirgli che sono andata sulla luna? Ma se lo sanno tutti che non ho la patente! Come potrei ad essere andata fin sulla luna…

MICHELINO : (da fuori) è permesso…

GIANINA : Michelino nella mia stanza?!

MICHELINO : (da fuori) mi scusi signora Gianina, lo so che non è educato, ma volevo parlarle prima possibile…

GIANINA : (fra se) ormai c’è, che posso fare. Proprio oggi che deve arivare (con dolcezza) il mio Bòbi. Avanti. (entra).

GIACINTA : (fra se) eppure la storia della luna non era così male e sono assolutamente sicura che se la sarebbe bevuta. Oramai è qui!

GIANINA : sentiamo ciò che mi deve dire… e si sbrighi, perché aspetto clienti.

MICHELINO : (meravigliato) clienti nella sua stanza!?

GIANINA : non ha capito! Clienti nella locanda, gente importante e famosa. (fra se con dolcezza) il mio Bòbi…

MICHELINO : Signora Gianina, io sono qui per chiedere…  la sua mano!

GIANINA : (guardandosi la mano) e perché vuole la mia mano? (fra se pensando) stai a vedere che io non gli sono mai interessata ed è sempre stato attratto solo dalla mia mano!? E pensare che, non mi sembra tutta questa gran bellezza come mano! Caro Michelino, io gliela darei volentieri la mia mano se non fosse che… il fatto è che… serve anche a me.

MICHELINO : forse l’ha già promessa a qualcun altro?  

GIANINA : stia pur tranquillo che non l’ho promessa proprio a nessuno. (fra se) figuriamoci che ora io vado in giro solo con una mano.

GIACINTA : signora Gianina ha capito che la sto chiedendo in sposa?!

GIANINA : (fra se) ci mancherebbe altro! Io mi sposerò solo con il (con dolcezza) mio Bòbi.

MICHELINO : va tutto bene Gianina?

GIANINA : benissimo! Michelino, come le ho già detto, anche per questa volta non sono minimamente interessata alla proposta.

MICHELINO : Gianina, ho capito tutto. Mi sposi pure per i soldi che il resto non mi interessa. L’amore verrà in seguito. Basta che ora mi sposi.

GIANINA : (fra se) allora non ha capito. I suoi soldi non mi interessano Michelino. E se ora vuole scusarmi, mi devo preparare. 

MICHELINO : Gianina, non le piaccio proprio per nulla?   

GIANINA : non è questo il motivo. La ragione è che il mio cuore non batte per lei. Mi dispiace Michelino ma al cuore non c’è capitano. (verso Giacinta) si dice così vero?

GIACINTA : (al pubblico) secondo voi?

MICHELINO : mi dia almeno una speranza.

GIANINA : sono dispiaciuta ma purtroppo non posso.

MICHELINO : (con sconforto) non mi rimane che andarmene. Andrò ad affogare il mio dolore nel vino (esce a destra accompagnato da Giacinta).

GIANINA : (fra se) a parer mio potresti pure andare ad affogare nel Serio! Coraggio Gianina che è tardi.

SCENA IV

Gianina e Carlino

CARLINO : (entrando da destra di corsa) com’è questa faccenda che mi ha raccontato Ernestina? La signora Giacoma si sposa?

GIANINA : (si spaventa) mio Dio, smetti di spaventarmi! Non hai nemmeno un po’ di rispetto per tua madre.

CARLINO : scusa mamma ma Ernestina mi ha detto che sua madre si sposerà. È vero?

GIANINA : si è vero! E io mi sposerò insieme a lei!

CARLINO : (molto preoccupato) come? Tu e Giacoma… vi sposerete?  

GIANINA : che hai capito! Lei si sposa con Tomì Carèl e io con Bobi Cipetì. Perché c’è qualcosa che non va forse?

CARLINO : tu sposerai Bobi Cipetì?! Il Cipetì quello che canta?

GIANINA : no, quello che zufola! Ovvio che sia quello che canta!

CARLINO :  ma sei proprio sicura di volerlo sposare? È un cantante!?

GIANINA : sono convinta al mille per diecimila (poi verso il pubblico) si dice così? Io farò perdere la testa a Bobi e lui mi sposerà.

CARLINO : mamma, ma non lo conosci nemmeno! Poi, pensa a cosa potrebbe dire il mio povero padre, vale a dire il tuo povero marito?

GIANINA : cosa vuoi che dica il mio povero Gino se è morto vent’anni fa?!

CARLINO : so bene che è morto, e se non ricordo male ricordo anche che è morto lo stesso giorno del Nino di Giacoma.

GIANINA : bravo. Nonostante ciò il mio Gino ha avuto un trattamento migliore del Nino di Giacoma. Ricordalo!  

 CARLINO : me lo avrai detto almeno un centinaio di volte. Ma ora che hai intenzione di sposarti un’altra volta, cosa potrà pensare il mio povero papà?

GIANINA : non sapevo che i morti potessero pensare?!

CARLINO : lasciamo perdere tutto! (guardandola bene) e poi, non sei un po’ avanti negli anni per sposarsi?

GIANINA : screanzato! Come ti permetti di parlare così a tua madre? Forse non sai che io ho delle qualità nascoste.

CARLINO : sì! Sono nascoste talmente bene che non si vedono per nulla!

GIANINA : è mai possibile che tu mi prenda costantemente in giro?

CARLINO : mamma, però tu sai che ti voglio bene (le si avvicina per baciarla).

GIANINA : (si allontana) Giuda di un Giuda. Tu non mi compri con queste false smancerie!

CARLINO : macché smancerie mamma, io ti voglio bene davvero. Sei proprio, proprio sicura di volerti di sposare? Ma a me non pensi?

GIANINA : e tu pensi a me?

CARLINO : in continuazione. Sempre. Come per esempio ora che avrei… bisogno di mille lire perché devo…

GIANINA : (interrompendolo) lo sapevo. Lo sapevo. Prendi il tuo mille lire e vai fuori di qui. Ora devo farmi bella per il (con dolcezza) mio Bobi.

CARLINO : Bobi… sai che sembra il nome di c…( viene interrotto da Gianina).

GIANINA : sei ancora qui? Esci ti ho detto! Sparisci. (Carlino esce di scena a destra) ora vado a cambiare lucco. (verso il pubblico) si dice così?

SIPARIO

ATTO SECONDO

Nella locanda “I Sempre Verdi”.

I SCENA

Giacoma, Gianina e Giacinta

GIACOMA : sento il cuore che sta battendo a duemila all’ora! Cosa dico duemila, tremila! Signore ti prego, fa che Tomì si innamori di me oggi.

GIANINA : e io Giacoma?! Il mio cuore batte a cinquemila all’ora.

GIACOMA : Gianina, guarda Giacinta come sta sistemando la tavola… (Giacinta è seduta e sistema il tavolo, a volte però si appisola).

GIANINA : che sta facendo?

GIACOMA : non vedi? Si sta appisolando!

GIANINA : hai ragione! (verso Giacinta) Giacinta, svegliati! La paghiamo per dormire ora! Ti stavo dicendo che mi sento tanto emozionata anch’io…

GIACOMA : ora guardami un attimo… (Gianina la guarda in viso) Gianina, sei rossa in viso come… come… un pomo!

GIANINA : è l’emozione! E poi perché sarei rossa come un pomo e non rossa come un pomodoro?

GIACOMA : e chi ti dice che quando io ho detto che eri rossa come un pomo non era il diminutivo di pomo… doro?

GIANINA : e da quando usi i diminutrivi!?

GIACOMA : ora va di moda così! Sei arretrata di cento anni Gianina! (verso Giacinta, che ha sentito tutto e che sta sistemando il tavolo) forse non è vero Giaci!?

GIACINTA : certo signora Giac!

GIANINA : (le guarda incredula) ma che state dicendo!? Che sciocche! So molto bene che pur di vincerla su di me faresti passare persino… il mitra del papa pèr un’arma.

GIACINTA : (spaventata) un’arma? E dove l’avrebbe il Papa un’arma!

GIACOMA : Giacinta, secondo te, dove potrebbe averla un’arma il Papa se non… nel pomo d’Adamo!

GIACINTA : ha proprio ragione signora Giacoma, io avevo pensato subito ad un’arma da fuoco e non all’arma del pomo!

GIANINA : con voi non ho più speranza!

GIACINTA : a proposito di speranza, il signor Speransa Michelino, prima di andarsene stamattina, ha voluto sapere a tutti i costi per chi batteva il suo cuore, signora Gianina.

GIANINA : Giacinta, spero proprio che tu non glielo abbia detto!

GIACINTA : (con timore) ho dovuto dirglielo… (non sa che scusa prendere) mi ha costretto con la forza signora Gianina!

GIANINA : non ti avrà frustata o minacciata con un coltello o con una pistola…

GIACINTA : no, però…

GIANINA : “però” un bel niente, non dovevi rivelargli nulla, e basta! Potevi dirgli che batteva solo per me altrimenti… sarei morta senza. Oramai… la frittata è fatta (si sentono dal di fuori urla di gioia da parte di fans a indicare l’arrivo dei due cantanti). Giacoma sono arrivati! (le due donne non sanno che fare).

GIACOMA : stanno arrivando i nostri “Amori”. Senti Gianina, senti come ha rincominciato a battere forte il mio cuore. (le mette la mano sul petto a destra).

GIANINA : Giacoma, batte talmente forte che si è spostato a destra?!

GIACOMA : (spostandole la mano a sinistra) mamma mia, sono così tanto emozionata che non so più nemmeno quello che sto facendo!

II SCENA

Giacoma, Gianina, Giacinta, Tomì e Bobi

Entrano i due cantanti. Si vedono i flash, si sentono applausi ed urla dei loro fans. Le due donne sono tanto emozionate. Da qui in avanti i due uomini saranno attratti dalle due donne ma non come le donne avevano gia deciso e cioè: a Tomì piacerà Gianina e a Bobi piacerà Giacoma.

GIACOMA : che piacere ospitare due celebrità come voi…

GIANINA : (verso il pubblico) avete visto come sono belli?! Mi presento: sono Gianina (Gianina porge la mano a Bobi, ma gliela presenta Tomì che apparee folgorato dalla sua bellezza)..

TOMì : piacere Tomì.

GIACOMA : piacere Giacoma. Io sono la titolare della locanda e lei è la mia socia. (vuole dar la mano a Tomì, invece gliela porge Bobi che appare folgorato anche lui dalla bellezza della donna).

BOBI : piacere signora Giacoma. Che onore.

GIACOMA : benvenuti, benvenuti, nella locanda “I Sempre Verdi”. (Giacinta si avvicina alle due donne).

GIACINTA : e a me non mi presentate?

GIACOMA : tu? E cosa c’entri tu?

GIACINTA : la cameriera deve sempre essere presentata ai clienti!

GIANINA : a si? E dov’è scritto questo?

GIACINTA : è scritto nel copione che voi due non seguite mai, neppure nelle prove.

GIACOMA : meglio che la presentiamo, altrimenti è capace di lasciare il teatro. Tomì, Bobi vi presento la nostra sguattera Giacinta.

GIACINTA : (verso le due) cameriera c’è scritto sul copione!

GIACOMA : oh scusami, “Cameriera”. (Giacinta stringe la mano ai due).

GIANINA : venite a sedervi, sarete stanchi! Giacinta intanto vai a preparare l’aperitivo. (Giacinta esce dal fondo. Le due donne si siedono al centro aspettando che i loro amori le seguano. Invece i due uomini si mettono vicino alle loro amate. Cioè, in ordine: Tomì Gianina Giacoma Bobi. Le due donne non sono contente e si mettono d’accordo a gesti per trovare una scusa e alzarsi).

GIACOMA : Gianina, guarda li dietro!

GIANINA : subito! Scusate! (si alzano, fingono di fare qualcosa e poi vanno a sedersi vicino all’amore desiderato da tempo. Cioè, in ordine: Tomì Giacoma Gianina Bobi. Ora sono i due uomini che non sono molto contenti dello scambio.) allora, dicevamo che eravate stanchi.

TOMì : siamo parecchio stanchi! Abbiamo tenuto veramente molti concerti e macinato tanti chilometri in due mesi! Ed ora riposiamo un po’ dopo questa lunga tournè!

GIANINA : (si gira verso Giacoma) cosa vuol dire tournè?

GIACOMA : vuol dire che erano qui intorno.

BOBI : (verso Giacoma) signora Giacoma è molto elegante con il vestito che indossa.

GIACOMA : (si gira) ah grazie. (fra se) cosa vorrà da me questo Bobi, che guardi la sua Gianina (poi si rigira a guardare Tomì).

TOMì : (verso Gianina) anche a lei Gianina, il vestito che indossa le dona moltissimo!

GIANINA : (si gira) ah, grazie. (fra se) cosa vorrà da me questo Tomì, che guardi la sua Giacoma (poi si rigira a guardare Bobi incantata).

GIACOMA : Tomì, sa che abbiamo visto tutti i suoi concerti trasmesse in televisione?

GIANINA : (fra se) ma cosa gli racconta!! Un concerto solo hanno trasmesso! Uno!

BOBI : se l’avessi saputo Giacoma, le avrei fatto una dedica personale. Avrei detto: dedicato alla donna più graziosa del mondo.

GIANINA : (fra se) perché non le dice a me quelle belle parole invece di dirle a Giacoma!

GIACOMA : (non sa che dire) a me sembra che anche Gianina meriti e i suoi complimenti. Vero Bobi?    

TOMì : certamente! È la donna più sensuale che abbia mai visto.

GIACOMA : (fra se) questi due vogliono farmi impazzire!

GIANINA  : io sensuale?

GIACOMA : infatti, di Gianina si può dire di tutto, ma non che sia sensuale!

GIANINA  : sei gelosa per caso? (facendo la sofisticata) chissà quante altre persone mi hanno trovato sensuale  invece!

GIACOMA : (fra se) se tu sei sensuale io sono la Gina  Lallabrigida. Tomì gradisce un aperitivo?

TOMì : sì grazie!

BOBI : e a me non l’offrite, mia Giacomina?

GIACOMA : certamente! Gianina, per favore, controlla che Giacinta abbia finito di preparare l’aperitivo per i nostri ospiti. (vedendo che Gianina fissa imperterrita Bobi e non si alza) Gianina ti alzi oppure devo andare a chiamare il carro degli attrezzi?

GIANINA : cosa? Oh si certo, certo, vado immediatamente (si alza ed esce di scena dal fondo).

TOMì : faccia pure con calma Gianina, mi raccomando. Piuttosto stia attenta a non farsi male (con gentilezza).

BOBI :  (verso Giacoma) che voce dolce ha Giacoma. Sembra recitare poesie ogni volta che parla…

GIACOMA : (molto frastornata si gira a guardare Tomì) grazie. Scusate, vado ad aiutare Gianina. (esce di scena dal centro).

III SCENA

Bobi, Tomì e Michelino

MICHELINO : (entra da destra ubriaco) dov’è quel disgraziato!

BOBI : e chi è quest’ uomo?

TOMì : è ubriaco fradicio a quanto sembra.

BOBI : (a Michelino) cerca qualcuno?

MICHELINO : certo che cerco qualcuno! Il cane di Gianina!

TOMì : qui dentro, di cani non ne ho visti. Sarà fuori sicuramente.

MICHELINO : no! Il cane che dico io è venuto dentro di sicuro!

BOBI : siamo arrivati da tempo alla locanda e di cani non ne abbiamo visto.

TOMì : (verso Bobi) non ci sta più con la testa! È sicuro che sia il cane di Gianina?

MICHELINO : certo… (prende dalla tasca un biglietto e legge) cerco un certo… Bobi.

BOBI : Bobi? Io mi chiamo Bobi!

MICHELINO : (guardandolo bene) come ho fatto a non capirlo prima, con quella faccia che si ritrova!

BOBI : lei, come si permette di offendermi! Io non la conosco nemmeno!

MICHELINO : allora mi presento subito: Michelino Speransa. E poi io, mi permetto tutto quello che voglio quando si tratta di Gianina.

BOBI : ah beh, se si tratta di Gianina allora deve parlare con il mio amico.

MICHELINO : (voltandosi verso Tomì) senta bene quello che ho da dirle, signor Bobi…

TOMì : (interrompendolo) ah beh, se vuol parlar con Bobi, allora deve parlare con il mio amico.

MICHELINO : (voltandosi verso Bobi) guardi che Gianina…

BOBI : le ho già detto che di Gianina,deve parlare con lui!

MICHELINO : (perdendo la pazienza) ma voi due ragionate? Non è che per caso avete bevuto un po’ troppo?

BOBI : per il momento no. Lei invece?

MICHELINO : io? Un bianchino e basta!

TOMì : è proprio sicuro che si tratti solo di un bianchino e nient’altro?

MICHELINO : (pensando fra se) certamente! E posso anche provarglielo. Allora: sono andato da Giuseppe e ne ho bevuto uno. Ed è uno. Uno l’ho bevuto da Cesare e perciò è sempre uno. Uno da Geremia, uno da Bartolo e uno l’ho bevuto da Miglio. Ed è sempre uno. (verso i due) come vi avevo detto soltanto un bianchino!

TOMì : sa fare proprio bene i conti. È proprio bravo!

IV SCENA

Bobi, Tomì, Michelino e Giacinta

GIACINTA : (entrando dal fondo fra se) mamma mia c’è Michelino! (verso Michelino) perché è venuto Michelino?!

MICHELINO : ti avevo avvisata che sarei venuto per Gianina… (viene interrotto da Giacinta).

GIACINTA : (cercando di non far capire ai due il vero motivo per cui Michelino è lì) certo… però ora Gianina è impegnata e… le farà l’offerta per la vostra associazione in un altro momento.

MICHELINO : Giacinta, hai bevuto anche tu?

GIACINTA : (spingendolo verso l’uscita a destra) ci mancherebbe altro. (rientrando) c’è sempre qualcuno che raccoglie soldi! Siamo in ritardo con l’aperitivo perchè vogliamo servire insieme dei pasticcini.

TOMì : non disturbatevi tanto…

GIACINTA : è un onore, non un disturbo per voi. Ora scusatemi (esce dal fondo).

TOMì : chissà che voleva quell’ubriacone di prima…

BOBI : Tomì, io non penso a quel tipo, io non vedo l’ora che torni il mio bel fiorellino.

TOMì : hai ragione Bobi. Ma hai visto che belle ragazze!?

BOBI : erano più che belle,  sembravano… delle dee.

TOMì : ora non esageriamo. Mi sono innamorato di Gianina a prima vista e avrei voluto che si fosse seduta vicino a me. Invece si è seduta vicino a me… Giacoma.

BOBI : stai attento a come parli della donna della mia vita, la mia Giacoma.

TOMì : quanto è bella la mia Gianina!

BOBI : la mia Giacoma non è da meno! Speriamo che non siano già sposate!

TOMì : non credo proprio, Gianina non portava la fede.

BOBI : io non ho guardato la mano di Giacoma… però ho notato una cosa che non mi è molto piaciuta: la tua Gianina continuava a guardarmi. Cosa avrà voluto da me!

TOMì : e io invece ho notato che la tua Giacoma guardava imperterrita me! Sarà normale?

BOBI : non so, spero che non siano strabiche perché io avevo mia madre che mi faceva una certa impressione con quegli occhi. Meglio che non ti dica!

TOMì : sono sicuro che la mia Gianina ci veda benissimo! (fra se) speriamo sia così!

BOBI : nemmeno la mia Giacoma è guercia ne sono sicuro. (fra se) speriamo sia così.

V SCENA

Tomì, Bobi, Ernestina e Carlino

ERNESTINA : (entrando da sinistra con Carlino) come hanno potuto le nostre madri abbandonare due celebrità come voi? Dove sono andate?

TOMì : sono andate a preparare gli aperitivi e i pasticcini.

BOBI : (con un certo timore) scusate, se voi siete i figli, ciò vuol dire che Giacoma e Gianina sono sposate?!

CARLINO : mia madre Gianina è stata sposata.

ERNESTINA : anche mia madre Giacoma è stata sposata.

TOMì-BOBI : “State sposate”?

CARLINO : “State” perché ora sono vedove. Tutte e due. (Tomì e Bobi si girano verso il pubblico e alzano i pugni in segno di vittoria per la notizia).

TOMì : per caso, ma solo per caso, portano gli occhiali?

ERNESTINA : no… non portano occhiali. Mia madre sono sicura di no.

CARLINO : nemmeno la mia li porta, a quanto mi risulta.

BOBI : (facendo segni incrociati con le dita) … comunque, ci vedono bene? Non hanno difetti?

CARLINO : difetti?

ERNESTINA : figuriamoci se hanno difetti di vista! (Tomì e Bobi si dimostrano preoccupati) vedono tutto e non scappa loro proprio nulla. Io non so come facciano! (Tomì e Bobi si sentono sollevati).

TOMì : per fortuna! Solo per sapere… sono disponibili “Sulla piazza”?

CARLINO : “Sulla piazza”!?

ERNESTINA : (verso Carlino) sono andate in piazza o sono andate a preparare gli aperitivi?

BOBI : scusate, voleva dire, se per caso sono già state promesse a qualcun altro.

ERNESTINA : ho capito! Sempre solo per sapere… ma proprio solo per sapere, non è che ci avete fatto un pensierino?

TOMì : è inutile nasconderlo. Signor Carlino, mi sono innamorato di sua madre Gianina.

BOBI : invece io, signorina Ernestina, mi sono innamorato di sua madre Giacoma. (Ernestina e Carlino si guardano, fanno delle facce strane e si mettono a ridere).

TOMì : come mai ridete ora!?

ERNESTINA : nulla, nulla… comunque, non abbiate timore perché le nostre madri sono libere di fare come meglio credono e vogliono.

VI SCENA

Tomì, Bobi, Ernestina, Carlino, Giacoma e Gianina

Nel frattempo entrano le due donne e chiamano i due cantanti perché da fuori la locanda li stanno reclamando.

GIACOMA : Tomì, Bobi, vi cercano fuori dalla locanda per fare delle foto…

GIANINA : li abbiamo sentiti persino dalla cucina… (i due uomini fissano gli occhi delle donne temendo che siano strabiche).

TOMì : avanti Bobi, usciamo a firmare un po’ di autografi e a fare foto. Solo per cinque minuti però! Mi aspetti Gianina.

BOBI : si certo, cerchiamo di fare in fretta perché comincio sentirmi stanco (escono di scena a destra). Mi aspetti Giacoma.

GIACOMA : Gianina seguiamoli. Saranno i nostri mariti, giusto!?

GIANINA : di questo ne sono sicura. Andiamo…(li seguono).

VII SCENA

Carlino e Ernestina

CARLINO : Ernestina, li hai sentiti? A Tomì piace mia madre e a Bobi piace la tua. Tutto l’opposto di quello che le nostre madri vogliono! E chi glielo dice ora?

ERNESTINA : che tragedia Carlino quando lo scopriranno! Non si guarderanno più in faccia. Saranno costrette a vendere persino la locanda. Vedo già la scritta: vendesi per tragedia familiare…

CARLINO : Ernestina non farne un dramma! Magari la prenderanno bene! E se glielo dicessimo noi? Nel modo più giusto ovviamente!

ERNESTINA : non ci penso nemmeno! E se cercassimo invece di farli innamorare dell’altro! Cioè di far cambiare loro innamorato insomma.

CARLINO : è impossibile che ora mia madre cambia idea, testona com’è! Mi ricordo ancora quando aveva deciso di cambiare tutti i tavoli della locanda. Lei non li voleva in ciliegio,in noce. No! Lei voleva il tavolo di Pitagora!

ERNESTINA : hai proprio ragione Ernestina. Ora che ci penso mia madre è peggio della tua. Pensa che è convintissima sia il sole a girare intorno alla terra. E lì a litigare! Ma la ragione è sempre la sua.

CARLINO : sei proprio sicura? Perché, io l’ho sentita dire che era la terra che girava…

ERNESTINA : per forza, in quell’occasione, aveva dei capogiri e le sembrava girasse tutto.

CARLINO : cosa possiamo fare? Chissa che delusione per quelle due donne!

ERNESTINA : non facciamo nulla! Sono grandi abbastanza! Senti, senti che stanno arrivando. Andiamocene. (escono di scena a sinistra solo un attimo prima che i quattro rientrino).

VIII SCENA

Gianina, Giacoma, Tomì e Bobi

GIANINA : quante foto che hanno fatto e quanti autò… autòdròmi hanno firmato!

TOMì : (con molta gentilezza) autografi Gianina, autografi. (Gianina colpita dalla gentilezza di Tomì abbassa lo sguardo e si muove con aria sognante).

GIACOMA : spesso Gianina si confonde. (verso Tomì per attirare la sua attenzione) mi dica Tomì, ma è sempre così con i vostri fard?

BOBI : (con molta gentilezza) fans Giacoma; fans. Si Giacoma. Sempre così (Giacoma colpita dalla gentilezza di Bobi abbassa lo sguardo e si muove con aria sognante).

GIANINA : anche Giacoma spesso si confonde.

GIACOMA : (risentita) poche volte però! Sediamoci ora! (le donne vanno siedono al centro e gli uomini siedono vicino alla rispettiva amata questa volta. Cioè: Tomì Gianina Giacoma Bobi. Le donne non si spostano perché cominciano ad apprezzare i complimenti dell’altro. Fra le due donne comincia a nascere imbarazzo).

BOBI : noi siamo sempre circondati da tanta gente che vogliono foto e autografi.

TOMì : la nostra vita sembra una bella vita, ma a volte è difficile. Non siamo mai liberi di fare ciò che vogliamo perché se ci riconoscono, finisce la nostra libertà.

GIACOMA : vi capisco Tomì, è il prezzo da pagare per essere famosi. Gianina e l’aperitivo e i pasticcini? (verso Giacinta in cucina) Giacinta puoi servire in tavola!

GIACINTA : (arriva e mette in tavola il tutto. Versa da bere a tutti tranne che a Gianina. Spesso si sofferma a guardare i due divi).

GIANINA : dicevamo Bobi, che insomma è sempre circondato da tanta gente!

BOBI :  : è quasi sempre così purtroppo.

TOMì : (sporgendosi verso Gianina) Gianina non beve con noi?

GIANINA : sono ostemia. Grazie Tomì. (contenta e timida).

BOBI : Giacoma! Con che grazia alza il bicchiere (con tanta gentilezza).

GIACOMA : (con timidezza) Tomì, è il mio modo di fare.

TOMì : Gianina, non vedo l’ora di scoprire tutte le sue qualità nascoste. 

GIANINA : (con timidezza) cosa dice Tomì!?

TOMì : (con gentilezza) che ha capito?! Volevo dire le sue qualità… di persona perbene.                        

GIANINA : le mie qualità saranno senz’altro poche in confronto alle sue.

BOBI : (con gentilezza) Giacoma, dov’è stata tutto questo tempo?!

GIACOMA : qui, sempre in locanda.

BOBI : (con gentilezza) un fiore così bello nascosto in una locanda mentre aveva bisogno di essere innaffiato da me!

GIACOMA : (con timidezza) cosa dice Bobi…

BOBI : (con gentilezza) che ha capito?! Volevo solo dire che ora mi prenderò io cura di lei…

GIACOMA : (con timidezza) mi sta facendo arrossire…  

GIACINTA : (al pubblico) io non ho ancora capito nulla. Mah! (alzando la voce) in cucina sono pronti anche dei panini imbottiti se vi interessa (esce dal fondo).

GIACOMA : Gianina, portiamo ai nostri ospiti i panini imbottiti! (si alzano tutte e due per prendere i panini. Rientrano subito. Stanno per scambiarsi di posto come la prima volta ma si fermano. Si vede legge imbarazzo tra loro. Poi decidono di sedersi come prima: Tomì Gianina Giacoma Bobi.).

GIANINA : Tomì lo assaggi!

GIACOMA : Bobi lo provi!

TOMì : (assaggiando il panino) scommetto che è stata lei Gianina ad imbottirlo con le sue manine così delicate (le prende la mano).

GIANINA : (contenta, timida e infatuata) si, sono stata proprio io, Tomì.

BOBI : scommetto che lei Giacoma, l’avrà scelto dal fornaio con le sue manine così morbide (le prende la mano).

GIACOMA : (contenta, timida e infatuata) si sono stata proprio io,, Bobi. (c’è un attimo di silenzio, le due coppie si contemplano con gli occhi).

IX SCENA

Tomì, Bobi, Giacoma, Gianina e Giacinta

GIACINTA : (rientra dal fondo si posiziona dietro alle due coppie) ma a Gianina non piaceva Bobi, questa mattina? E a Giacoma non piaceva Tomì? È tutto molto più interessante delle telenovelas che trasmettono in televisione! (esce di scena dal fondo).

TOMì : come sto bene con lei Gianina! Ora però credo sia il caso che io e Bobi si vada a disfare le valigie e magari anche a sistemarci un po’. Mi piange il cuore lasciarla, Gianina, ma credo di emanare un cattivo odore. Lei non sente?

GIANINA : (estasiata) Bobi, io non sento nessun cattivo odore… anzi!

 BOBI : mi piange il cuore lasciarla Giacoma ma se vogliamo essere pronti per cena, è meglio andare a farci belli.

GIACOMA : (estasiata) più belli di così, che cosa vuole diventare? Il sbronzo di Riace?

I due si alzano piano piano lasciando le mani delle donne lentamente. Anche mentre si allontanano per uscire hanno solo occhi e sguardi per le due amate. Le donne rimaste sole si sentono un po’ in imbarazzo, perché sanno di amare l’altra persona rispetto a quella immaginata. Ed è lo stesso per entrambe.

SIPARIO

ATTO TERZO

Nella locanda “I Sempre Verdi”.

I SCENA

Gianina

GIANINA : (disperata) mamma mia cosa mi è successo! Gino, aiutami tu dall’oltretromba! Mi sono innamorata di Tomì, il Tomì che piace a Giacoma! Come farò guardare ancora in faccia la mia migliore amica!? (molto compiaciuta ora) hai visto Gino come come mi guardava Tomì? E che paroline dolci? E come era gentile? (tornando disperata) no! Via questi brutti pensieri! Povera Giacoma che pugnalata nella schiena le sto per dare! Lei penserà che io sia innamorata ancora di Bòbi, invece…  

II SCENA

Gianina e Carlino

CARLINO : ma non eri andata a prepararti per la cena?

GIANINA : (spaventandosi) ah se tu!

CARLINO : perché chi pensavi che fosse?

GIANINA : villano, non rispondere così a me! Io andrò a prepararmi per la cena solo quando ne avrò voglia, qui in casa mia!

CARLINO : scusa mamma. Era una semplice domanda! Sei sicura di stare bene?

GIANINA : sto come al solito! Come vuoi che stia! A volte fai di quelle domande Carlino! Non vedi che …

CARLINO : stai calma mamma! Volevo sapere solo come stavi perché sembri troppo nervosa.

GIANINA : (mentre si mangia le unghie) nervosa, io? Da quando, io, sono nervosa?! Mai! Mi hai visto ancora nervosa forse?

CARLINO : non dire che quella volta che papà era tornato a casa dall’ospedale che era ormai morto, non eri nervosa forse!?

GIANINA : ah sì, quella volta si. Per forza, mi avevano rimandato a casa nella cassa da morto una persona che non era il mio Gino!

CARLINO : devo ammettere che in quell’occasione avevi tutte le ragioni per essere nervosa. Ricordo anche di quella domenica mattina che sei andata a messa e che non ti si poteva nemmeno guardarti da quanto eri nervosa…

GIANINA : non ricordarmi quella domenica!

CARLINO : non mi hai mai detto cos’era successo però!?

GIANINA : se ci ripenso! Ero andata a messa e mi sono seduta negli ultimi banchi, come faccio di solito. E non mi sono addormentata?! Mi sono svegliata quando la funzione era finita e in chiesa non c’era più nessuno. Che vergogna!

CARLINO : capisco, ma sei rimasta nervosa per un mese intero ricordo!

GIANINA : la faccenda non si è finita lì. La gente che incontravo per strada mi dicevano: “La prossima volta indossi il pigiama quando viene a messa”! “Avrebbe dovuto prenotare tutto il banco e sarebbe stata più comoda”!? Non farmi ricordare!

CARLINO : io mamma, volevo solo sapere perché oggi sei così nervosa…

GIANINA : Carlino, stai prendendo lumaconi per lumache. Io non sono nervosa!

CARLINO : (cercando di indagare) sarà forse per il tuo amore Bobi che sei così?

GIANINA : (ricordando ciò che è successo. Fra se) povera Giacoma! Avrà capito qualcosa della mia situazione Carlino? Non credo, lui non ha occhi che per la sua Ernestina. (verso Carlino) stai forse vaneggiando?

CARLINO : no, ma è probabile che non ti interessi più?

GIANINA : (fra se) Signore aiutami! (verso Carlino) non dire sciocchezze! E poi, perché non dovrebbe interessarmi più Bobi!? Coraggio, sentiamo! (fra se) Giacoma perdonami!

CARLINO : ma non saprei… forse perché s’è interessata ad un’altra persona ora…

GIANINA : (arrabbiata) Bobi non c’entra nulla, perché mi piace ancora! Sei contento adesso?

CARLINO : con te non si può parlare quando sei così… ora vado, che forse è meglio (esce a destra).

GIANINA : si, forse è meglio che tu vada! (fra se) povera la mia amica Giacoma, cosa le ho fatto!? Come farò ora!? Come farò a dirle quello che il mio cuore sente!?

III SCENA

Gianina e Giacinta

GIACINTA : (entrando dal fondo) non si è ancora preparata?

GIANINA : (fra se) ecco che ne arriva un’altra. Che interessa a te se non sono ancora andata a prepararmi…

 GIACINTA : (non si trattiene ed esce subito dal fondo) non è aria! È meglio che vada a controllare la cena.(fra se) non vedo l’ora di scoprire come prosegue la telenovelas…

GIANINA : sì, va! È meglio!

IV SCENA

Gianina e Tomì

TOMì : (entrando da sinistra) è permesso? Posso disturbarla Gianina…

GIANINA : certo Tomì! Venga, venga pure. (verso il pubblico con aria sognante) è qui per me!

TOMì : Gianina, non so se avrò il coraggio di dirle quello che ho dentro il mio cuore…

GIANINA : (felice verso il pubblico) ci siamo, ci siamo! (ricordandosi poi di Giacoma si rattrista) ci siamo, ci siamo. È la fine dell’amicizia con Giacoma.

TOMì : (molto impacciato) Gianina, non so come dirle… la sua bellezza, i suoi modi così gentili e le sue orecchie…

GIANINA : (fra se) cosa c’entreranno le mie orecchie ora…

TOMì : la sua eleganza, tutto di lei Gianina mi ha stregato…

GIANINA : non dica così…

TOMì : Gianina, insomma… vuole sposarmi?

GIANINA : (raggiante) Tomì, il mio cuore batte a settemila all’ora… alla mia età, una proposta di matrimonio…

TOMì : ma sembra ancora tanto giovane invece.

GIANINA : (un po’ risentita) sembro?!

TOMì : (affrettandosi a riparare all’ errore) no Gianina, lei è tanto giovane che sembra ancora una ragazzina. (con tenerezza) allora, che mi risponde!?

GIANINA : (sognante) ma certo Tomì, sono onorata... (verso il pubblico disperata) povera Giacoma, povera me!

TOMì : stasera daremo l’annuncio. Le va bene Gianina?

GIANINA : tutto quello che lei vuole Tomì. (fra se) povera Giacoma, di sicuro non mi saluterà più e sicuramente sarò costretta a vendere la locanda.

V SCENA

Gianina, Tomì e Giacinta

GIACINTA : (entrando dal fondo) non si è ancora preparata? È quasi pronta la cena?!

GIANINA : (scocciata) vado, vado. Ci vediamo dopo Tomì… (esce a sinistra).

GIACINTA : e lei? Non va a prepararsi?

TOMì : certo, subito (esce anche lui a sinistra).

GIACINTA : (al pubblico) sono proprio curiosa di sapere come andrà a finire.  Mi sento persino io un personaggio di questa telenovelas. Voi che dite? Ora forse è meglio che vada in cucina, se non voglio vedere la fine anche del mio bel pollo (esce dal fondo).

VI SCENA

Giacoma e Giacinta

GIACOMA : (rientrando da destra con un sacchetto di zucchine) continuo a pensare a quello che mi è successo! Cosa mi è capitato!? Come potrò rivolgermi di nuovo alla mia migliore amica Gianina! Nino, aiutami tu da dove sei (nel frattempo guarda in alto e poi in basso alludendo di non sapere se si trovi in paradiso o all’inferno) chi avrebbe mai pensato che una cosa simile potesse capitare proprio a me!? (molto compiaciuta) hai visto Nino come mi guardava Bobi? Che paroline dolci? E come era gentile? (tornando disperata) no! Via questi brutti pensieri! Povera Gianina che pugnalata nella schiena le sto per dare! Lei penserà che io sia ancora innamorata di Tomì, invece…

GIACINTA : (uscendo dal fondo) pensavo non arrivasse più!

GIACOMA : senti carina, io sono la padrona qui! La prossima volta vai tu allora!

GIACINTA : per prima cosa, la ringrazio pr la “carina”. (fra se) una bellezza come la mia è rara di questi tempi. Per seconda cosa, lei ha voluto cambiare il menù all’ultimo momento, quindi non è colpa mia! Per me andava bene anche l’insalata. (al pubblico) avete visto quanto è intrattabile? È per colpa del suo nuovo amore.

GIACOMA : cosa hai detto? Cerca di non fare la furba con me!

GIACINTA : ho solo detto che… è di cattivo umore. Lo chieda pure al pubblico se non mi crede.

GIACOMA : prendi queste zucchine e va in cucina. Sono nervosa perché ho avuto l’impressione che ci fosse qualcuno che mi seguiva per strada.

GIACINTA : come? Qualcuno l’ha seguita per strada? Non mi faccia ridere! (al pubblico) l’avete sentita? “Qualcuno la seguiva”! Probabilmente, era cieco!

GIACOMA : ti ricordo che io non sono ancora da “buttar via”! Quindi bada a come parli, va in cucina o ti licenzio all’istante.

GIACINTA : vado, vado. (al pubblico) altrimenti quel qualcuno sarà stato ubriaco di sicuro… (mentre esce dal fondo).

GIACOMA : mi mancavano le battute di Giacinta ora… già sono tanto preoccupata per quello che ho fatto a Gianina. Perdonami Gianina! È poi ora sono anche preoccupata per quella persona che mi seguiva per strada!

VII SCENA

Giacoma e Bobi

BOBI : (entrando all’improvviso da destra) Giacoma le devo parlare.

GIACOMA : (spaventandosi) ah, è lei Bobi! Mi ha spaventata!

BOBI : è da un po’ che la sto rincorrendo, ma non ho mai trovato il coraggio di fermarla…

GIACOMA : (al pubblico) avete visto che avevo ragione! Allora era lei che mi seguiva!?

BOBI : si Giacomina mia dagli occhi meravigliosi e splendenti!

GIACOMA : (sognante) ma Bobi, cosa dice!?

BOBI : le voglio dire tutto quello che sento, Giacoma. Lei ha colpito il mio cuore con la sua bellezza e con la sua regalità.

GIACOMA : (estasiata) Bobi, è troppo per me quello che sta dicendo.

BOBI : non è mai troppo per lei… Giacoma. Giacoma, vuole sposarmi?

GIACOMA : (estasiata) Bobi, lei mi fa arrossire. Alla mia età, una proposta di matrimonio… non me l’aspettavo proprio!

BOBI : Lei non ha età Giacoma… mi dica di sì!

GIACOMA : (tra sognata) ma certo Bobi, mi sento onorata. (verso il pubblico. Disperata) Povera Gianina, povera me!

BOBI : (felice) grazie Giacoma! Mi ha reso l’uomo più felice del mondo… (mentre esce a sinistra) e stasera faremo l’annuncio!

GIACOMA : (fra se) e stasera ci sarà anche “una fine”.

VIII SCENA

Giacoma, Ernestina e Giacinta

Giacinta sta per uscire dalla cucina quando vede che arriva Ernestina. Si ferma sulla porta per spiare tutto.

ERNESTINA : (entrando da sinistra. Cercherà di di carpire informazioni su cosa prova la madre nei confronti dei due cantanti) era molto contento Bobi! È successo qualcosa di bello?

GIACOMA : cosa vuoi che sia successo!? Avresti dovuto chiederlo a lui!

ERNESTINA : ma mamma, era solo un modo di dire! Allora non mi racconti nulla sui vostri spasimanti?

GIACOMA : (fra se) non ricordarmi! Come vuoi che ti racconti? È andato tutto bene!

ERNESTINA : (avvicinandosi) sai mamma, che Tomì è proprio un bell’uomo?!

GIACOMA : (con aria insofferente) certo che è un bell’uomo! (con dolcezza) ma anche Bobi lo è, o sbaglio?!

ERNESTINA : sì, insomma! Certo, non è paragonabile alla bellezza mediterranea di Tomì. Sono proprio contenta che ti sia innamorata di lui.

GIACOMA : (fra se) proprio ora deve interessarsi dei miei affari che non se ne è mai minimamente interessata! Si certo, ma anche se avessi preferito Bobi, tu saresti stata contenta lo stesso vero?

ERNESTINA : penso proprio di no. C’è una certa diversità fra i due. Ma certo, tu vedi solo il tuo Tomì! (ha capito che la madre preferisce Bobi e si mostra furba).

GIACOMA : (fra se) non me ne va bene nemmeno una! Cara Ernestina, se mi fossi innamorata invece, di Bobi, cosa avresti pensato?

ERNESTINA : non lo so mamma, ma non sarei stata contenta per nulla.

GIACOMA : (fra se) così perderò l’amicizia di Gianina e pure di mia figlia.  

IX SCENA

Giacoma,  Ernestina e Giacinta

GIACINTA : (è sulla porta della cucina ha visto e sentito tutto. Entra in scena) signora Giacoma, può andar bene lo stesso se le zucchine sono un po bruciate?

GIACOMA : (voltandosi di scatto arrabbiata) l’unica persona che sarò contenta di non veder più, sei tu e le tue zucchine! Ora vado altrimenti… (esce a sinistra).

GIACINTA : (a Ernestina) non mi sembrava il caso di reagire così! Non sono poi bruciate del tutto!

ERNESTINA : non le faccia caso Giacinta. È in un periodo particolare…

GIACINTA : molto più che particolare! (fra se) il Dallas non è nulla in confronto a quello che sta succedendo qua dentro! (va in cucina dal fondo).

ERNESTINA : (sola in scena) finalmente posso respirare. Da quello che ho capito, a mia madre, piace Bobi ora per fortuna. A lui piace lei e e perciò per il momento tutto sta andando a meraviglia. E a Gianina chi piacerà? Speriamo che anche lei abbia cambiato opinione ed ora le piaccia Tomì! Speriamo, altrimenti sarà la fine del mondo! Devo sentire Carlino (si incammina per uscire a sinistra).

X SCENA

Ernestina e Carlino

CARLINO : (entrando da sinistra).

ERNESTINA : giusto te stavo cercando. Hai scoperto qualcosa che riguarda tua madre? Dalla mia ho capito che ora le piace Bobi e non più Tomì. Perciò siamo a posto.

CARLINO : stai scherzando Ernestina? Mi risulta che a mia madre piace ancora Bobi .

ERNESTINA : ma sei sicuro? Sicuro, sicuro?

CARLINO : sicuro! È molto nervosa e da quello che mi ha detto le piace ancora.

ERNESTINA : Carlino, se fosse proprio così, questa volta la vedo male! Zitto che stanno arrivando.

XI SCENA

Ernestina, Carlino, Giacoma, Gianina

GIANINA : (entrando con Giacoma da sinistra. Le due donne sono molto a disagio fra loro. Si siedono una distante dall’altra. Fra sè) lei è la mia amica Giacoma, “amica”, ancora per poco. Pensate alla sua innocenza… mentre io che traditrice sono nei suoi confronti!

GIACOMA : (fra se) ecco la mia amica Gianina, “amica”, ancora per poco. Guardate come è innocente. Mentre io che traditrice sono nei suoi confronti!

GIANINA : (si volta anche lei per non incrociare il suo sguardo. Fra se) non ho più il coraggio di guardarla in faccia! Fra poco, arriverà anche il mio Tomì e farà l’annuncio…

GIACOMA : (si gira anche dall’altra parte per non incrociare il suo sguardo. Fra se) non ho più nemmeno il coraggio di guardarla in faccia! Fra poco arriverà anche il mio Bobi e farà l’annuncio…

ERNESTINA : (verso Carlino) guarda tua madre Carlino come si trova a disagio per ciò che sa di aver fatto… (guardando poi Gianina) però anche tua madre sembra trovarsi a disagio con la mia. Come mai?!

CARLINO : vuoi vedere che ha scoperto la tresca di tua madre con Bobi?

ERNESTINA : tresca? Su ora non esagerare! Comunque secondo me non ha scoperto nulla! Avrebbe fatto fuoco e fiamme per una cosa del genere. O sbaglio?

CARLINO : no no, hai detto giusto.

XII SCENA

Ernestina, Carlino, Giacoma, Gianina, Giacinta, Tomì e Bobi

BOBI : (entrando da sinistra con Tomì) devo fare un annuncio molto importante.

TOMì : bene, sono contento che ci siamo tutti perché anch’io devo fare un annuncio molto importante.

GIACINTA : (rientrando di corsa dalla cucina) aspettate, manco io! (va a sedersi a lato del palco).

GIACOMA : e tu che c’entri con l’annuncio!

GIACINTA : siamo matti!? Ora che ho visto tutte le puntate, non sarò così stupida da perdermi l’ultima!

XIII SCENA

Ernestina, Carlino, Giacoma, Gianina, Giacinta, Tomì, Bobi e Michelino

MICHELINO : (mentre entra da destra) è permesso…

GIACINTA : (al pubblico) Michelino? Che colpo di scena! Si fa sempre più interessante! (ricordandosi della cena) mamma mia la cena! (sta per alzarsi) ma che vada pure a farsi benedire! (rimane seduta)

GIANINA : Michelino, questo non penso sia il momento.

 MICHELINO: è sempre il momento giusto quando si tratta di… (viene interrotto da Tomì).

TOMì : … raccogliere soldi! (verso Bobi) è ancora il tizio della beneficenza! 

MICHELINO : beneficenza? Ma quale beneficenza!?

GIACINTA : non è nulla! Prosegui pure.

MICHELINO : io sono qui per Gianina che… (viene interrotto).

ERNESTINA : senta Michelino, le ripeto che questo non è il momento di… (viene interrotta).

GIACINTA : Ernestina, almeno tu, sii gentile e lascialo parlare. (verso il pubblico) ci aspetta un bellissimo colpo di scena e loro non lo lasciano parlare! Michelino vada avanti.

MICHELINO : sono qui per Gianina e voglio sposarla.

TOMì : cosa? (anche verso il pubblico) ma non doveva sposare me?

GIACOMA : Tomì? (anche verso il pubblico)  ma non doveva sposare Bobi?

BOBI : (anche verso il pubblico) io?

GIACINTA : (verso il pubblico) oh-oh, ora sì che viene il bello!

MICHELINO : com’è questa storia? Siamo in tre che vogliamo sposarti? Sei proprio furba  Gianina! Ma io ora vi saluto tutti! Lascio il posto agli altri due, perché io non ci sto a fare il terzo incomodo! Il triangolo non l’ho mai considerato (esce).     

GIACINTA : (verso il pubblico) e uno se è andato!

TOMì : Gianina, cos’è questa storia di Bobi che non ho capito?! Ma noi…

GIANINA : Tomì, il fatto è che… che…

GIACINTA : che?

GIANINA : che…

GIACOMA : no Tomì, non è cambiato nulla. Sta tranquillo. Gianina, prima di proseguire devo dirti una cosa… ma non riesco…

GIANINA : no Giacoma, sono io che devo dirti una cosa e… non riesco…

GIACINTA : avete perso tutti la parola, proprio ora sul più bello?

TOMì : allora parlerò io.

GIACINTA : per fortuna!  

BOBI : e io devo fare ancora il mio annuncio: Ernestina, Carlino, Tomì, Gianina, devo… (viene interrotto da Giacinta).

GIACINTA : e io chi sono!

BOBI : Ernestina, Carlino, Tomì, Gianina e Giacinta, devo annunciare che… io è la Giacoma… ci sposiamo!

TOMì : e io invece devo annunciare che io e Gianina… ci sposiamo!

GIACOMA : (disperata) Gianina, perdonami, non è stata colpa mia.

GIANINA : (disperata) perdonami Giacoma… non è stata colpa mia… (si accorgono dei due annunci).

GIANINA - GIACOMA : cosa? Che cosa ha detto… (una dice Tomì e l’altra Bobi) … che ti sposa? Madonna mia che grazia Signore (alzando gli occhi e le mani al cielo)!

GIACOMA : sono contenta per te Gianina.

GIANINA : anch’io sono contenta per te Giacoma.

TOMì -  BOBI : e noi siamo contenti con voi!

GIACINTA : (applaude. Poi piangente. Verso il pubblico) avete visto che finale… ditemi dove avete mai visto un finale così se non solo, al nostro spettacolo… (piangendo) come sono contenta che sia finita bene!

CARLINO : ma noi siamo più contenti di voi!

ERNESTINA : (verso il pubblico) la nostra paura invece, conoscendo le nostre madri, era che potesse scoppiare la terza guerra mondiale!!! L’abbiamo scampata per poco!!!

SIPARIO

AUTRICE

GIUSEPPINA CATTANEO

http://copioni.dnsalias.org/  

POSIZIONE S.I.A.E. N° 193077

TITOLO

ammlà scampada

 in fal

COMMEDIA DIALETTALE

 IN TRE ATTI

Personaggi

Giacoma  la locandera

Gianina   la locandera

Ernestina scèta dèla Giacoma

Carlino scèt dèla Gianina

Tomì Carèl  cantante

BObi Cipetì  cantante

MICHELINO spasimante dèla Gianina

GIACINTA cameriera dèla locanda

TRAMA

Alla locanda “I Sempre Verdi” giungono per un soggiorno due famosi cantanti. Le due socie proprietarie e amiche, ne sono entusiaste perché sperano di realizzare il loro sogno d’amore, sposare i cantanti. Ma nella vita non sempre le cose vanno come si sperano. A volte… vanno anche meglio.

ATTO PRIMO

Le locandiere Giacoma e Gianina sono entusiaste perché nella loro locanda,a brev,e arriveranno due celebrità della canzone.

Il palco è diviso in due: a sinistra c’è la stanza di Giacoma e a destra la stanza di Gianina.

SCENA I

Giacoma e Gianina

GIACOMA : (parlando sul palco vicino al pubblico) ma al sa pòderà ès isse fürtünade! Ma Gianina, me a ga crède gnamò mia!

GIANINA : chèl che a ta me dicc stamatina, cioè che domà al piöf? Madonname a te, perché l’avrà piöit poc mona!

GIACOMA : ma sa recordèt zamò piö! A ta dighèl negot ol nòm: Tomì Carèl? (emozionata)

GIANINA : ma, ma…el’ inco che al ria? Also a me che a tase isse emusciunada. Pòta ma, se al ve che ol Tomì, al völ dì che al ve che anche ol Bòbi. (finge di svenire) Cominse ad emosciunam anche me Giacoma…

GIACOMA : ma stasö a te. Alè öna eta che a so innamurada dèl cantante piö bèl dèl mont: ol me Tomì Carèl.

GIANINA : e invece me a so sèmpèr istacia innamurada dè chelotèr cantante piö bèl dèl mont: ol me Bòbi Cipetì.

GIACOMA : chi digherès mai che ol nòst sògn al dienterà ira?

GIANINA : me! A lo sèmpèr dicc o ta sa regordèt zamò piö?

GIACOMA : te? E da quando a set dientada sessitiva?

GIANINA : da quando to dicc che ol me pòèr Gino, pace all’anima sò, al ma dicc in dü sògn che ü de al ma sarès söcedìt ü bèl laur e la ma sarès cambiada la eta in mèi.

GIACOMA : a se, a ta ghe resù. Pecàt però che a tammle dicc anche quando a ta parlaèt insèma col  Bepì becher, ol Santì forner, ol Lüige sotramort, ol Mario fatur…(viene interrotta da Gianina).

GIANINA : e… o capit! Pièntela po’ le adèss né! (prende dalla tasca la foto del Bòbi)

GIACOMA : (prende la foto di Tomì) Gianina, arda i nòsc du… futuri mariti. (tutte e due mostrano al pubblico le foto)

GIANINA – GIACOMA : (al pubblico) ardì se agliè mia bèi.

GIANINA : al sarà bèl ol tò Tomì né, ma a ga manca negot gnac al me Bòbi. Scusèm Giacoma, se a ma so pèrmètida…

GIACOMA : ma permètès pör töt chèl che a ta ghe òia con me. An sé forse mia come an födès dò sorèle notèr!? O nò?

GIANINA :  al saavro mia…. Ma… a me ol nòm Tomì pèrò alè mia che al ma piase pròpe tat. Al ma regorda ün po chèla publicità di pomate in dè scatola. Tomì…

GIACOMA : (un po’ risentita) tee, sta atènta come a ta fet a parlà del me Tomì! A so mia la tò sorèla me nè! E po’ dòpo segon te ol nòm Bòbi alè bèl? Al ma sömèa ü nòm de cà e difati, adès che a ma sa regorde, la pòvra Bèpa a l’era ciamàt isse ol sò de cà.

GIANINA : (riflettendo perché non sa che rispondere) … di töt chèl che a taghet vòia, ma alera ü bèl cà chèl dèla Bèpa!

GIACOMA : lasa pèrt chi discors isse prefondi Gianina che lè mèi. Diolte a tande a ultafò di chi laur che i sta gniac in ciel e gniach’in tèra.

GIANINA : a ma, la stòria di pom chèla se a la staa mia in tèra ma in dèl ciel se…

GIACOMA : e adès cosa cèntrela chèla stòria di pom. An sé ché an capes negot pèrchè i ga de rià i nòscc futuri amori e le ala à a altufò i pom. E po’ dòpo al nòst publico cosa ölèt che al ga interèse la stòria di pom?!

GIANINA  : e chillà dicc, magare al ga interèsa. (verso il pubblico) El vira? (sperando che il pubblico dica si) Evvest!

GIACOMA : (risentita verso Gianina) cèrto che a ta tègnèt pèr te pròpe negot nè! Ghet de faghèl saì pròpe a töcc i me de afare?

GIANINA : töcc, madonname dai, a ghè che pò mìa töt ol paìs… (guardando verso il pubblico) ada, a ède mìa che ol me visì de cà e… la me cüsina! Che vilana chèlè! E se che a la ma dicc che a la sarès vegnida che a èdèm istasira…

 GIACOMA : te, e finit? Ada che an ga de’ndannace cola commedia notre nè…

GIANINA : a già… alura disie che chèla olta le a ta sen’dacia infena söl tècc a fa crès öna pianta de pom!

GIACOMA : a sere stöfa de sènt ol Sandrì che al ma töia sèmpèr in giro. An compraa sèmpèr insèma i piante de fröta e i sò i daa i fröcc sèmpèr prima di me.

GIANINA : o capìt ma te a ghet de’ndà a mètela söl tècc…

GIACOMA : per forsa se a ölie che la cresès pèr prima dè la sò. La me pianta a la ghera de ciapà ol sul e l’acqua prima de chèla del Sandrì.

GIANINA : … e söl tècc, alè òvvio che a la rìa prima?!

GIACOMA : ma cèrto! Aià dicc anche ala pera verde!

GIANINA : al sarà ol programma mela verde forse.

GIACOMA : pom, pièr alè stès dom! Dai che an va a preapars. (si muove, ma si ferma di colpo). Te, ma a proposèt, adès che al ma emmènt, ma all’evvest amò ol Michelino?

GIANINA : parlèm mìa dèl Michelino che a pöde piö gniac èdìl! Comunque pèr fürtuna alè ün po che al sa fa piö èt. Sperem che a labe capìt che al ma’nterèsa mìa. Però a ga rie mìa a capì gniamò a ca dès cosa ghè saltat in mènt de corèm indre. E se che a so stacia al me pòst.

GIACOMA : a ta se po’ stacia al tò pòst: a ta ga se burlada in bras compagn de öna sajòta!

GIANINA : ma scüsa, che colpa annoi me se a o ciapàt öna sigolada pròpe quando al pasaa lü?! Arda che avrès preferìt andà mela olte longa e tracia.

GIACOMA : a ta crède Gianina. Adès po’ che ai ria i nòscc amori a görès a chèla… anche se ol Michelino annà de solocce i pöl fa gola! 

GIANINA : i sò solcc, a quanto pare as svèt che i manterèsa mìa! E chèsto attlere zamò dicc piö de öna olta a ma sömèa.

GIACOMA : se, a ta che resù amò önotra olta, a notre i solcc i ganterèsa mìa, i ga da la nausea (con ironia) . Dai, dai che an va a preparas che al rierà ol me Tomì e ol tò cà… è… Bòbi. Scüsèm Gianina. L’abitüdine… (si dirige verso la sua stanza).

GIANINA : ma con töcc i nòm, pròpe Bòbi? (fra se) sperem che al siès almeno ü sopramòbèl d’arte! (si dirige verso la sua stanza)

Giacoma e Gianina sono nelle loro stanze da letto a destra e a sinistra della scena. Hanno le foto dei loro defunti mariti. Hanno alcuni vestiti sulla sedia.

GIANINA : lasèm indà n’dèl bagn a mèt apòst ol co… come a ma sa sènte emusciunada… (esce dal fondo).

SCENA II

Giacoma e Ernestina

GIACOMA : a so indecisa cosa messò. Chèsto o chèsto. Incö a pöde mia sbaglià, a ghè in bal töta la me eta. A so stöfa de fa la locandera. Stöfa de sta sèmpèr depèrme. Stöfa, stöfa. Ala Gianina a ga fa nausea i solcc! Beada le, invece a me i ma fa gola. Se a ga pènse che al ria ol me Tomì Carèl… (al pubblico) A ghi de saì che a ma so innamurada söbèt dala prima olta che a lo est in televisciù. Ü cantante bèl, compagn del me Tomì annè mìa in giro. Me al conòse mìa de persuna ma lü e ol sò sòcio Bòbi, aià prenotat che in de nòsta locanda e alura a ederì che föc e fiame. Sperem, pèrchè a so pròpe stöfa de fa la locandiera. Sföfa… (viene interrotta dalla figlia Ernestina che entra da sinistra)

ERNESTINA : stöfa de cösè mama? (Giacoma si spaventa)

GIACOMA : a ta se te, a te me facc ciapàsö ü stremese! Ölèt saì de cosè che a so stöfa? A so stöfa de sta che sèmpèr depèrme!

ERNESTINA : ma perché dighèt isse mama! Ma me a cönte pròpe negot pèr te?

GIACOMA : ma fa sito almeno “figlia incrata”! Ma con che coragio a ègnèt che a domandam se a ta cöntèt vergot? Ma se a ta sa èdèt adoma a mangià!

ERNESTINA : èdèt che a ta sbaglièt mama?! Ma sa regordèt zamò piö che ègnie a cà anche a durmì!

GIACOMA : a ta conve usasö fussura! Mai öna olta che ta mabèt facc compagnia; mai öna olta che ta mabèt dacc öna mà in locanda! Sèmpèr me e la Gianina.

ERNESTINA : ma mama, a set indre apèrt la memòria? E la Giacinta ala cöntèt mia? (pensando che la madre non abbia capito) La cameriera Giacinta… chèla che a la serves in taola…

GIACOMA : Ernestina töm mia in giro! A so mia indre gniamò a pèrt né! Al so chi ca lè la Giacinta. (al publico) Annà sarès de dì anche dè chèla le né… Me a parlae de te che a ta ma ötèt mai. Ma de che mia tat i laur i cambierà. A se pròpe!

ERNESTINA : (molto preoccupata) come i laur i cambierà? Mamina cara… a ta ma ölere mia casam fò de cà forse né?

GIACOMA : se, forse a la sarèr la olta buna che a ta cambièt èla! Ma alè mia chèsto che a ma s’antendìe, i laur i cambierà pèrchè… a ma sa spuserò prèst!

ERNESTINA : (la guarda sbigottita) cosè!? Ma dighèt dèl bu? A ta sa spusèt? E con chi po’? Ma… ma a ga pènsèt mia al me pòèr padèr? (intanto indica la foto)

GIACOMA : cèrto che ga pense al me Nino, ma dòpo vintagn che al ma lasat che deperme, pace all’anima sua, a gaavro po’ ol diritto de rinpiasal. O nò?

ERNESTINA : eh, dòpo vintagn… forse a ta ghe resù a te mama. Ma pènsa pèrò se ol me papà al sabe mia tat content de chèl che a ta ölèt fa….e se pèr chèsto al sa riultès in de tomba!?

GIACOMA : ma cosa cöntèssö a te! A l’era a tat gròs che al garìa gniàc a giras in dèl lècc dè if, figuras se al garìa adès a giras in dè casa de mort, chè alè mort’ istechìt!

ERNESTINA : ma mama, ma po’ dòpo, pèrchè portà che in cà ü forester. Arda che se lè adoma pèr la compagnia a ta promète che a ga sarò sèmpèr me! (l’abbraccia)

GIACOMA : e mia che an turtam sö nè Ernestina. O dicc che a spuserò ol Tomì Carèl e me li spuserò. La ma fa compagnia le. Ma fa sito almeno. Te a ta spusere ol tò Carlino e alura ciao Giacoma!

ERNESTINA : (meravigliata) chi el che te a ta spusere? Ol Tomì Carèl? Chèl cantante che al canta?

GIACOMA : nò, i cantanti i fa i möradur adès. Ma certo che ol me Tomì al canta. (con dolcezza) E da quando al ma èderà al canterà adoma pèr me. Pèrchè a ghet vergot de dì forse?

ERNESTINA : ma al conòsèt almeno?

GIACOMA : me nò! Ma quando lü al ma ederà incö, non vedrà che me e nullalto che me.

ERNESTINA : cos’è? Te a tal conòsèt mìa e lü al ta conòs mìa?! E a ta ma dighèt che a tal ispuseret? Mama, ma set sigüra de stabe o go de ciamà ol dutur? Fam mia stremì che a tal se che a go pura de chèle bröte malatìe…

GIACOMA : scolta Ernestina ada che la tò madèr ala ghè amò col co intat. A cönte mia sö di sproposècc gniamò. Ol Tomì a to dicc, che al perderà ol co pèr me. Ardèm, ardèm che figürì che so, come pöderal mia pèrt ol co!

ERNESTINA : (la guarda con aria dubbiosa).

GIACOMA : ada che me a sö amò öna bèla dòna, e capìt?

ERNESTINA : (fra se) insoma…. A ta sare anche öna “bèla dòna”, ma a ta ghe a te la tò bèla età però né. Ma anche öl Tomì se a ma sa regorde mìa mal alè ün po’ stagiunat o sbaglie?

GIACOMA : te vilana de öna vilana. Parla mia mal dèl me Tomì che de che ‘mpo al diventerà anche…. öl tò papà.

ERNESTINA : ol me papà?

GIACOMA : pòta cèrto, se al ma spuserà.

ERNESTINA : pòta cèrto, se al ta spuserà… Ando söbèt a dighèl al me Carlino (esce di scena a sinistra).

RIENTRA GIANINA DAL FONDO

GIACOMA : se va e e piö che a fam pèrt ol tep che a go de preparam pèr… (con dolcezza) ol me Tomì… (Giacoma esce dal fondo) .

SCENA III

Gianina, Giacinta e poi Michelino

GIANINA : (rientrando dal fondo con una diversa pettinatura) come a ma sènte emosciunada… a ma sa sènte önotra Gianina. (nel frattempo arriva Giacinta da destra).

GIACINTA : el pèrmès? (da fuori)

GIANINA : avanti Giacinta…

GIACINTA : la ma scüse sciura Gianina, ma a ghè de la ol Michelino che al sirca la sciura.

GIANINA : (preoccupata) ol Michelino? E chi ela sta sciura che al sirca?

GIACINTA : ma le o nò?

GIANINA : a, meno mal! (fra se) ardae adès che ol Michelino al ga staa indre anche ala Giacoma. Ma cosa faral che ol Michelino? Ma cosa a ga salta in mènt alü… e pròpe in cö che al ria ol (con dolcezza) me Bòbi…

GIACINTA : ala dicc che al ga de parlaga.

GIANINA : ma me a go negot de diga. Perciò, diga… diga che a so dientada… möta… e pèrciò a go negot de diga. Pèr forsa, i möcc i parla mia.

GIACINTA : ma pöde mia diga ergot dotèr?!

GIANINA : pèrchè a ta piasela mia la me de rispòsta?

GIACINTA : ol fato alè che ala ma sömèa ün po tròp gròsa. (pensa un attimo) Pèrò a pöderès diga che a la ghè mia… pèrchè alè in dacia… söla lüna! Cosa dighela?

GIANINA : ma cosa ölèt diga… a son dacia söla lüna… ma… ma se aglialsa töcc che a go mia la patènte. Come faröi an da infena söla lüna…

MICHELINO : (da fuori) el permès…

GIANINA : ma cosa fal che in de me stansa?!

MICHELINO : (da fuori) ala ma scüse sciura Gianina, al so che alè mia edücasciù ma me a ölie parlaga ol piö prèst posebol…

GIANINA : (fra se) ormai alè zamò che, cosa faröi. Pròpe inco che al ria (con dolcezza) ol me Bòbi. Avanti. (entra)

GIACINTA : (fra se) epör chèla dèla lüna alera mia mal e a so sigüra che agliavrès biida. Ormai lè che…

GIANINA : sentem chèl che al ga de dìm… e al sa smoefò pèrchè a spète di clièncc…

MICHELINO : (meravigliato) di clièncc in de stansa!?

GIANINA : ma cosal capìt! Di cliencc in de locanda… anche zet importante e famusa. (fra se con dolcezza) ol me Bòbi…

MICHELINO : ala scolte Gianina, me a so che a sircà…  la sò mà!

GIANINA : (guardandosi la mano) e pèrchè al völ la me mà? (fra se pensando) ölèt vèt che me a ga so mai interesada ma la ghè sèmpèr interesat adoma la me mà!? E se che, ala ma sömèa mia isto gran belesa de mà! Al varde Michelino, me aggla darès anche olentera la me mà se alè adoma pèr chèla, ma ol fato alè che… ala ma ocor anche a me.

MICHELINO : ma alè mia che aiura agglà prometìda a ergù dotèr? 

GIANINA : a li staghe pör sigür che agglo prometida a nigù. (fra se) te a mèt che adès me ando in gir sènsa öna mà.

GIACINTA : ma sciura Gianina a capesela mia che al’èndre a sircala come spòsa?!

GIANINA : (fra se) a görès a chèla! Me a ma sa spusero adoma col (con dolcezza) me Bòbi.

MICHELINO : stala be Gianina?

GIANINA : otèr che be! Alì scolte Michelino, come a go dicc lotra olta, anche staolta a so mìa interessa a lü.

MICHELINO : Gianina, o capìt töt. La ma spuse pör pèr i solcc che a go che a me al manterèsa mìa. L’amur ala egnerà dòpo. Basta che adès ala ma spuse.

GIANINA : (fra se) negot al capes. I sò solcc i manterèsa mia Michelino. E adès se al völ iscusam a go de preparam. 

MICHELINO : ma Gianina, a ga piase pròpe mia?  

GIANINA : ma lè mia pèr chèl, ma ol fato alè che ol me cör al bat mia pèr lü. Al ma dispias Michelino ma al cuore non c’è capitano. (verso Giacinta) sa dighèl isse vira?

GIACINTA : (al pubblico) segont votèr?

MICHELINO : ma gniac öna speransa ala ma lasa?

GIANINA : al ma dispias ma lè pròpe isse.

MICHELINO : (con sconforto) al ma resta mia che andà alura. Andarò a negà ol me dulur in dèl vì (esce a destra accompagnato da Giacinta).

GIANINA : pèr me a ta pödèt negà anche in dèl Sère! Dai chè lè tarde…

SCENA IV

Gianina e Carlino

CARLINO : (entrando da destra di corsa) comela sta stòria che la ma dicc la me Ernestina? La sciura Giacoma a la sa spusa?

GIANINA : (si spaventa) ma ölèt fam ciapà gli èrèm a te? A ta ghe gnampo de rispètt pèr la tò madèr.

CARLINO : scusa mama ma la me Ernestina a la ma dicc che la sò madèr a la sa spusa. Elvira?

GIANINA : certo che l’è ira! E me a ma sa spuserò insèma a le!

CARLINO : (molto preoccupato) cos’è? Te e la Giacoma… a sa spusì? 

GIANINA : coset capit o bordelù! Le la sa spusa  col Tomì Carèl e me col Bobi Cipetì. Perché a ghet vergot de dì?

CARLINO : te, col Bobi Cipetì?! Ol Cipetì chèl che al canta?

GIANINA : nò chèl che al sifùla! Ma sènsotèr che alè chèl che al canta!

CARLINO :  ma set pròpe convinta de ölil spusal? Con dü cantante po’?

GIANINA : convinta al mille per diecimila (poi verso il pubblico) ma sa dighèl isse? Me a farò pèrt ol co al Bobi e lü al ma spuserà.

CARLINO : ma mama, ma se a tal conòsèt gniac! E po’ dòpo, a ga pènsèt mia còsa al digherà ol me pòèr padèr, vale a dì ol tò pöèr òm?

GIANINA : ma cosa ölèt che al dighe ol me pöèr Gino se alè mort vintagn fa?!

CARLINO : al so chè lè mort, e se alè pèr chèl a ma sa regorde be che alè mort ol de stès dèl Nino delà Giacoma.

GIANINA : cèrto. Ma a ghè de dì che ol me Gino al ga ìt ü tratamènt migliur dèl Nino dela Giacoma. Regordetèl! 

 CARLINO : a tammle dicc sènto olte. Ma adès che a ta ölèt ispusas önotra olta, cosa penseral ol me pòèr padèr?

GIANINA : al sere mìa che i morcc i pödèss pensà adès?!

CARLINO : lasem pèrt valà! (guardandola bene) Ma po’ dòpo, a set mìa ün po sö de età pèr ispusas?

GIANINA : te, limbrènu dè ü, come a ta sa pèrmètèt a parlà isse a la tò madèr? Ada che me a go di qualità nascundide.

CARLINO : alura al völ di che agliè nascudine pròpe be perché i saèt mia!

GIANINA : ma saral posèbol che a ta se sèmpèr indre a töm in giro?

CARLINO : ma mama a talse che a ta öle bé però (le si avvicina per baciarla).

GIANINA : (si allontana un pò) Giüda de ün Giüda ada che a ta ma comprèt mia con i tò moine né!

CARLINO : agliè mia moine mama i me, a taö le be dèl bu. Ma, set pròpe, pròpe sigüra de ölìt ispusas? E a me a ga pènsèt mia?

GIANINA : e te a ga pènsèt a me?

CARLINO : ma cèrto che me a ta pènse. Sèmpèr. Come adès che a gaavrès… imbisògn dè mela franc perché a go dè…

GIANINA : (interrompendolo) al sere. Al sere. Ciapà ol tò mela franc e va fò di pe. Adès a go de fas bèla per ol (con dolcezza) me Bobi.

CARLINO : Bobi… ma al set cha al ma somèa ü nòm de c…( viene interrotto da Gianina)

GIANINA : set che amò? Va fò to dicc! Spares. ( Carlino esce di scena a destra) adès ando a cambia lucco. (verso il pubblico) ma sa dighèl isse? (ed esce di scena).

SIPARIO

ATTO SECONDO

Nella locanda “I Sèmpèr Vercc”.

I SCENA

Giacoma, Gianina e Giacinta

GIACOMA : a go öl cör che al bat a dumela alura! Ma cosa dighe dumela, trimela! Signor a ta preghe, fa che öl Tomì al sa innamure de me stasira.

GIANINA : e me Giacoma?! Ol me cör al bat a simmela al’ura.

GIACOMA : Gianina, arda la Giacinta come la fa a mèt a pòst la taola… (Giacinta è seduta e sistema il tavolo, a volte però  si appisola).

GIANINA : ma ela indre a fa?

GIACOMA : ma èdèt mia che al’èndre a pisà i pom!

GIANINA : a ta ghe resü! (verso Giacinta) Giacinta, dèsdèffò… ammlà paga pèr durmì adès! A sere indre a dit che ma sa sènte anche me emusciunada…

GIACOMA : ardèm… (Gianina la guarda in viso) ma che manera Gianina, a ta se rosa fogheta compagn dü pom!?

GIANINA : ma set indre amò con chi pom! Alè l’emusciù o nò! E pò perché me a gavrès de ès rosa  fogheta compagn dü pom e mia magare rosa compagn de öna pomata?

GIACOMA : e chi ta dicc che quando me o dicc che a ta serèt rosa compagn dü pom alera mia ol diminutivo de pom… ata?

GIANINA : e da quando adès a ta dovrèt i diminutrivi!?

GIACOMA : ma arda che adès al va de mòda isse né! A ta sendre sèntagn Gianina! (verso Giacinta, che ha sentito tutto e che sta sistemando il tavolo) elvira Giaci!?

GIACINTA : certo sciura Giac!

GIANINA : (le guarda incredula) ma a sif indre a capì negot!? Che banbosèle! Arda che al so nè Giacoma che pör de damla mia vinta öna olta a ta farèsèt pasà infena… ol mitra dèl papa pèr ön’arma.

GIACINTA : (spaventata) ön’arma? E in doca agglavrès ol Papa ön’arma!

GIACOMA : ma Giacinta, segont te, in doca al pöl vigla ön’arma ol Papa se mia… in dèl pomo d’Adamo!

GIACINTA : a la ga resù sciura Giacoma, a ere pensat söbèt a ü füsil e mìa al’armì dèl pom!

GIANINA : con votre dò a ghe piö speransa.

GIACINTA : a proposèt de speransa, ol Speransa Michelino, prima de andà vià stamatina, alà ölìt a töcc i costi saì pèr chi ol so cör al bat, sciura Gianina.

GIANINA : Giacinta, a spere pròpe che a t’agglabèt mia dicc!

GIACINTA : (con timore) a ma tocàt dighèl pèr forsa… (non sa che scusa prendere) al ma costrensìt cola forsa sciura Gianina!

GIANINA : e mia che a dim adès che al ta fröstat o al ta minacìat col cortèl o cola pistola…

GIACINTA : nò, però…

GIANINA : però ün bèl negot, a ta gherèt mia de dighèl e basta! A ta gherèt de diga che al batìa adoma pèr me se de nò… a sarès morta sènsa. Oramai… la fritada alè facìa. (si sentono dal di fuori urla di gioia da parte dei fans a indicare l’arrivo dei due cantanti). Giacoma aiè che! (le due donne non sanno che fare)

GIACOMA : Agliè’ndre a rià i nòstri “Amori”. Sènt Gianina, sènt come al ma cominsat amò a bat fort  ol me cör. (e le mette la mano sul petto a destra)

GIANINA : ma Giacoma, al bat talmente fort che al ta sé spostat a dèstra?!

GIACOMA : (spostandole la mano a sinistra) madonname, de tat che a so emusciunada al so piö gniac cosa fo!

II SCENA

Giacoma, Gianina, Giacinta, Tomì e Bobi

Entrano i due cantanti. Si vedono i flash, si sentono applausi ed urla dei loro fans. Le due donne sono tanto emozionate. Da qui in avanti i due uomini saranno attratti dalle due donne ma non come le donne avevano gia deciso e cioè: a Tomì piacerà Gianina e a Bobi piacerà Giacoma.

GIACOMA : che piaser ad ospità dò celebrità compagn de otèr…

GIANINA : (verso il pubblico) ivvest come agliè bèi?! Ma sa presènte: me a sa ciame Gianina.

TOMì : piacere Tomì ( Gianina porge la mano a Bobi, ma gliela presentatomi, che appare folgorato dalla sua bellezza).

GIACOMA : piacere Giacoma. Me a so la titolare dèla locanda e le alè la me sòcia. (vuole dar la mano a Tomì, invece gliela porge Bobi che appare folgorato anche lui dalla bellezza della donna).

BOBI : piacere signora Giacoma. Che onur.

GIACOMA : benvenuti, benvenuti, in dè nòsta modèsta locanda “I Sèmpèr Vercc”. (Giacinta si avvicina alle due donne).

GIACINTA : e me a ma presèntì po’ mia?

GIACOMA : te? E còsa cèntrèt te?

GIACINTA : ardì che la cameriera a la ga de ès presentada sèmpèr ai clièncc!

GIANINA : a se? E in doca al sarès iscricc?

GIACINTA : alè scricc in dèl copiù che otre dò a scaalchi sèmpèr fò anche in di proe.

GIACOMA : dai che ammlà presènta se de nò chèsta che a la tosö e a la ma a vià dèl teatèr. Tomì, Bobi, a va presènte la nòsta sèrva Giacinta.

GIACINTA : (verso le due) cameriera a ghè scricc söl copiù nè!

GIACOMA : o scüsèm, cameriera. (Giacinta stringe la mano ai due).

GIANINA : dai egnì che a sentazzo che a sarì stöf me dighe! Giacinta te va a preparà l’aperitivo. (Giacinta esce dal fondo. Le due donne si siedono al centro aspettando che i loro amori e le seguono. Invece i due uomini si mettono vicino alle loro amate. Cioè in ordine: Tomì Gianina Giacoma Bobi.Le due donne non sono contente e si mettono d’accordo a gesti per trovare una scusa e alzarsi).

GIACOMA : Gianina, arda chèl laur le dèndre?

GIANINA : söbèt! Scüsiga ü momènt (si alzano, fingono di fare qualcosa e poi vanno a sedersi vicino all’amore desiderato da tempo. Cioe in ordine: Tomì Giacoma Gianina Bobi. Ora sono i due uomini che non sono molto contenti dello scambio.) alura an disia che a si stöf.

TOMì : an sé posse stöf! A ma facc tace de chi concèrti e tace de chi chilometri in du mis! E adès an posa ön po dòpo anche dòpo chèsta longa turné!

GIANINA : ( si gira verso Giacoma) cosal ölèl dì turnè?

GIACOMA : al völ dì che agliera che in turèn. I sarà stacc in di bande dèl Tri Ploc, Gorlag, Trescur. A so sigura. Sta atènta. E in doca ala sarès istacia sta turnè?

BOBI : ansèn’dacc in turnè in Brasile e piö precisamènt a San Paolo.

GIACOMA : (verso Gianina) cosa teredicc, inturèn al Tri Plòc, Gorlag, San Pol…

BOBI : (verso Giacoma) ma sciura Giacoma come al ga sta be chèl vestit che ala ga sö.

GIACOMA : (si gira) ah grasie. (fra se) ma cosa ölèl chèl Bobi, che al ga arde ala sò Gianina (poi si rigira a guardare Tomì).

TOMì : (verso Gianina) ma anche le Gianina col vestit che la ga sö a la sömèa pròpe ü bèl figurì!

GIANINA : (si gira) ah, grasie. (fra se) ma cosa ölèl chèl Tomì, che al ga arde ala sò Giacoma (poi si rigira a guardare Bobi incantata).

GIACOMA : Tomì, ma aglialsà che a ma est töcc i òsc concèrti che aià facc vèt in televisciù?

GIANINA : (fra se) ma cosa ala a cöntasö a le! Ü concerto aglià facc vèt! Ü!

BOBI : e se al sere Giacoma, a gavrès facc la dèdica persunal a le. Avrès dicc: dedicat ala dòna piö carina dèl mont.

GIANINA : (fra se) ma perché al mi dis mia a me chèlè bèlè paroline invece de digle ala Giacoma!

GIACOMA : (non sa che dire) al ma sömèa che anche la Gianina ala siès mia mal. El vira Bobi?   

TOMì : otèr che mia mal! Alè la dòna piö sensuale che me abe mai vèst.

GIACOMA : (fra se) ma chi du che i völ fam indà al manicomio!

GIANINA  : me sensuale?

GIACOMA : infati, dèla Gianina al sa pöl di de töt ma che ala siès sensuale adès pò…

GIANINA  : te, a ghet rabbia pèr caso? (facendo la sofisticata) Andasaì quate persune che i ma troa sensuale invece!

GIACOMA : (fra se) se te a ta se sensuale me a so la Gina  Lallabrigida. Tomì ölèl bif ol’aperitivo?

TOMì : se grasie!

BOBI : e a me a ma l’offrì mia Giacomina?

GIACOMA : ma cèrto! Gianina pèr piaser va a èt se la Giacinta a la ga pront o l’aperitivo pèr i nòsc òspiti. (vedendo che Gianina fissa imperterrita Bobi e non si alza) Alura Gianina a lèèssö o go de ciamà ol car di attrèzi?

GIANINA : ah, cosè? A cèrto, cèrto, ando söbèt. (si alza ed esce di scena dal fondo)

TOMì : la faghe pör con calma Gianina, ma recomande. La staghe atènta de fas mia dèl mal (con gentilezza).

BOBI :  (verso Giacoma) ma che béla usina che la ga Giacoma. Ala sömèa infena che la dighe poesie quando la parla…

GIACOMA : (molto frastornata si gira a guardare Tomì) grasie. Scüsim ma ando a öta la Gianina. (esce di scena dal centro).

III SCENA

Bobi, Tomì e Michelino

MICHELINO : (entra da destra ubriaco) in do el chèl disgrasiat…

BOBI : e chi el chèsto…

TOMì : al ga de èsga ciòc intranat a quanto al sömèa.

BOBI : (a Michelino) sirchèl vergü?

MICHELINO : cèrto che a sirche èrgü! Ol cà dèla Gianina!

TOMì : me che de det, de cà me anno mia est. Al sarà dèl sigür de fò.

MICHELINO : nò! Chèl cà che dighe me al sarès vegnìt dè det!

BOBI : al varde che notèr alè’mpo che an sé che e de cà amna est gniaü.

TOMì : (verso Bobi) al ga sta piö gniac col co! Ma el sigür che al siès ol cà dèla Gianina?

MICHELINO : ma cèrto… (prende dalla tasca un biglietto e legge) a sirche ü cèrto… Bòbi.

BOBI : Bobi? Me a ma sa ciame Bobi!

MICHELINO : (guardandolo bene) ma come o facc a capìl mia söbèt con chèla fàcia le!

BOBI : lü, al sa pèrmète mia de ofèndim né! Me lù al so gniac chi ca lè!

MICHELINO : se a lè adoma pèr chèl a ma sa presènte söbèt: Michelino Speransa. E po’ me, a ma sa pèrmète töt chèl che a go òia quando al sa trata dèla Gianina.

BOBI : a ma, se al sa trata dèla Gianina alura al ga de parlà col me amis.

MICHELINO : (voltandosi verso Tomì) aliscolte be chèl che a öle diga sciur Bobi…

TOMì : (interrompendolo) a ma se al völ parlà col Bobi al ga de parlà col me amis alura.

MICHELINO : (voltandosi verso Bobi) al varde che la Gianina…

BOBI : a go zamò dicc che dèla Gianinaal ga de parlà con lü!

MICHELINO : (perdendo la pazienza) ma, a sis sigür de sta be otèr du? Alè mia pèr caso che i biìt ün po tròp?

BOBI : pèr ol momènt nò. E lü invece?

MICHELINO : me? Ü bianchì e basta!

TOMì : ma el pròpe sigür che al siès istacc adoma ü bianchì e basta?

MICHELINO : (pensando fra se) ma cèrto! E pöde anche proaghèl. Alura: a son’dacc dal Giödèpì e annò biit ü. E alè ü. Ü alo biìt dal Cèsèr e pèrciò sèmpèr ü. Ü dal Geremia, ü dal Bartol e ü alo biìt dal Miglio. E alè sèmpèr ü. (verso i due) come a vere dicc mia piö de ü bianchì!

TOMì : ma sé lè pò brao de fasö i cöncc. Pròpe brao.

IV SCENA

Bobi, Tomì, Michelino e Giacinta

GIACINTA : (entrando dal fondo fra se) madonname a ghè che ol Michelino! (verso Michelino) Cosa fal che Michelino?!

MICHELINO : a tere dicc che a sarès vegnìt pèrchè la Gianina… (viene interrotto da Giacinta).

GIACINTA : (cercando di non far capire ai due il vero motivo per cui Michelino è lì)… ma certo… pèro adès la Gianina alè impegnada e… la va farà l’ofèrta pèr la òsta associasciù in d’ünotèr momènt.

MICHELINO : ma Giacinta, ma et biìt a te?

GIACINTA : (spingendolo verso l’uscita a destra) a ga mancherès a chèla. (rientrando) a ghè sèmpèr vergù  che al sircasö! Ansè ün po in ritardo col’aperitivo pèrchè an sèndre anche a preparà di pastì insèma.

TOMì : ma ghi mia de distürbas isse tat…

GIACINTA : unur, mia distürbo pèr votèr. Scüsim adès (esce dal fondo).

TOMì : man dasaì cosa ülièl chèl ciucù de prima…

BOBI : Tomì, a ga pènse mia me a chèlle, me a ède mia l’ura che la turne ol me fiorellino.

TOMì : ta ghe resù Bobi. Ma evvest che bèle fiòche!

BOBI : otèr che bèle,  i ma sömèa… divine.

TOMì : adès esagera mia dai. A ma so innamurat dèla Gianina a prima esta e ölie che egnès a sèntazzo in banda a me. Invece alè egnida che chèla Giacoma.

BOBI : te, sta atènt a come a ta fe a parlà dèla dòna dèla me eta, la me Giacoma.

TOMì : ma evvest come alè bèla la me Gianina?

BOBI : pèrchè la me Giacoma la schèrza! Sperem chi siès mia zamò spusade!

TOMì : a crède pròpe de nò, la me Gianina a la ghera sö gnia öna fede.

BOBI : me a go mia ardàt invece ala mà dèla me Giacoma… pèrò o notat ü laur che al mè mia piasìt tat: la tò Gianina ala sighetaa a ardam. Ma cosa ölèla po’ de me!

TOMì : e me o notat che la tò Giacoma ala sighetaa a ardam a me! Ma, sarale normal?

BOBI : ada, sperem chi sies mia almeno ghecie pèrchè me a ghere zamò la me madèr che a la ma faa öna impresciù con chi öcc che nò ta dighe.

TOMì : me a so sigür che la me Gianina alè mia ghecia! (fra se) sperem al siès isse!

BOBI : gnià la me Giacoma è lè mia ghecia se lè pèr chèl. (fra se) sperem al siès isse.

V SCENA

Tomì, Bobi, Ernestina e Carlino

ERNESTINA : (entrando da sinistra con Carlino) ma come ale pödit i nòste madèr à lasà dò celebrità come otèr depèrvòscönt? Ma’ndoele ‘ndace?

TOMì : aglièn’dace a preparà l’aperitivo e i pastì.

BOBI : (con un certo timore) scüsim né, ma se otèr a si i sò scèc, al völ dì che la Giacoma e la Gianina agliè spusade?!

CARLINO : la me madèr Gianina cèrto che e alè stacia spusada.

ERNESTINA : anche la me madèr, la Giacoma alè stacia spusada.

TOMì-BOBI : stacie spusade?

CARLINO : stace pèrché adès agliè vedove. Töte dò. (Tomì e Bobi si girano verso il pubblico e alzano i pugni in segno di vittoria per la notizia).

TOMì : ma pèr caso, isse pèr caso, a portàle gli ögiai?

ERNESTINA : nò… i porta mia gli ögiai. Pèrlomeno la me madèr nò.

CARLINO : ma gnià la me madèr a ma sömèa.

BOBI : (facendo segni incrociati con le dita) … ma però i gaèt mia… de treèrs…

CARLINO : de treèrs?!

ERNESTINA : chèlè dò le otèr che de treèrs i ga èt! (Tomì e Bobi si dimostrano preoccupati) i vèt töt e ga scapa mai negot. Me al so mia come i faghe! (Tomì e Bobi si sentono sollevati).

TOMì : meno mal! Ma, se, pèr saì… ele pèr caso söla piasa?

CARLINO : söla piasa!?

ERNESTINA : (verso Carlino) ma ele’ndace in piasa o agliè de là a preparà gli aperitivi?

BOBI : scüsil, al völìa dì, se pèr caso agliè zamò prometide a ergü dotèr.

ERNESTINA : o capìt adès! Ma, se, pèr saì… ma pròpe isse pèr saì nè, ma alè mia che a ghiffacc ü pènserì otèr du?

TOMì : a lè inötèl nascündil. Sciur Carlino, a ma so innamurat dè la sò mama: la Gianina.

BOBI : invece me signorina Ernestina, a ma so innamurat dè la sò mama: la Giacoma. (Ernestina e Carlino si guardano, fanno delle facce strane e si mettono a ridere).

TOMì : còsa a ghè de gregnà adès!

ERNESTINA : negot, negot… comunque, i gabe mìa pura che i nòstre mame agliè libere de fa come i crèt pèrchè agliè grande ase. (nel frattempo entrano le due donne e chiamano i due perché fuori la locanda li stanno reclamando).

VI SCENA

Tomì, Bobi, Ernestina, Carlino, Giacoma e Gianina

GIACOMA : Tomì, Bobi, i va ciamà fò la locanda pèr fa di foto…

GIANINA : i sa sentìa infena in cüsina delà…

I due uomini controllano gli occhi delle due donne per paura che siano ghecie.

TOMì : dai Bobi che an va de fò a fa di autografi. Adoma sic menücc però! La ma spète Gianina.

BOBI : se se, an fa ala svelta pèrchè a so ün po stöf (escono di scena a destra). La ma spète Giacoma.

GIACOMA : dai Gianina che an va là a notre. I diènterà o nò i nòsc òmègn!?

GIANINA : a ta pöddì a giuro. Dom…(li seguono).

VII SCENA

Carlino e Ernestina

CARLINO : Ernestina, ma eglie’ssenticc? Al Tomì a ga pias la me madèr e al Bobi la ga pias la tò. Tòt olincuntrade de chèl che i öl i nòste madèr! E chi a gal dis a chèle dò le adès?

ERNESTINA : che tragedia Carlino quando i vegnerà a sail! I saarderà gnià piö in facia. I ènderà infena a la locanda. A ède zamò la scricia: vendesi pèr tragedia familiare…

CARLINO : ma Ernestina fa mia sto dramma adès! Magare invece aglià ciapa sö be! E se magare an galdisès notèr? In manera al santènd!

ERNESTINA : an san parla gnac dè dighèl! E se invece an sirchès de fale innamurà de chèlotèr! Ciòè de faga cambià innamorato insoma.

CARLINO : se, la me madèr la cambia söbèt, crapuna comal’è! Ma sa regorde amò quando ala ölia cambià töcc i taoil dè la locanda. Le aglià ölia mia in nus on ciliegio, nò, le ala ölia ol tavolo di Pitagora!

ERNESTINA : a ta ghe resù Ernestina. Adès che a ga pènse la me madèr alè pègio dè la tò. Le alè convinta che al siès ol sul che al gira inturèn ala tèra. E le a teca bega, ma la ghera resù sèmpèr le.

CARLINO : ma set sigüra? Nò perché, me öna olta alo sentida dì che l’era la tèra che la giraa…

ERNESTINA : per forsa, chèla olta le,a l’era dientada balurda e ga giraa töot.

CARLINO : adès cosan’fai alura? Andasaì che delusciù chèle fommle!

ERNESTINA : an fa negot! Agliè po’ grande ase! Sènt, sènt chi ria. Dom dom che an va notèr! (escono di scena a sinistra solo per un attimo prima che i quattro rientrino).

VIII SCENA

Gianina, Giacoma, Tomì e Bobi

GIANINA : madonname quate foto che aià fac e quace autò… autòdròmi che aià firmat!

TOMì : (con molta gentilezza) autografi Gianina, autografi. (Gianina colpita dalla gentilezza di Tomì, abbassa lo sguardo e si muove come aria sognante).

GIACOMA : ogni tat la Gianina a la sa confont. (verso Tomì per attirare la sua attenzione) ma, al’iscolte Tomì, ma el sèmpèr isse con i vòst fard?

BOBI : (con molta gentilezza) fans Giacoma; fans. Si Giacoma. Sèmpèr isse (Giacoma colpita dalla gentilezza di Bobi, abbassa lo sguardo e si muove come aria sognante).

GIANINA : anche la Giacoma ògni tat ala sa confont.

GIACOMA : (risentita) quase mai però! Dai che a sarì stöff, sentizzo! (le donne siedono al centro e gli uomini siedono vicino alla rispettiva amata questa volta. Cioè: Tomì Gianina Giacoma Bobi. Le donne non si spostano perché cominciano ad apprezzare i complimenti del giusto uomo. Fra le due donne comincia a nascere imbarazzo).

BOBI : notèr ansè sèmpèr circundacc de tata zet che ala öl foto e autografi.

TOMì : la nòsta a la sömea öna bèla eta, ma diolte alè düra invece: ansè mai libèr de fa chèl che an ga òia perché se i ga riconòs alè finida la nòsta libertà.

GIACOMA : va capese Tomì, alè ol prese de pagà per vès famosi. Ma Gianina e l’aperitivo e i pastì? (verso Giacinta in cucina) Giacinta dai porta che töt chèl che a ma preparàt.

GIACINTA : (arriva e mette in tavola il tutto. Versa da bere a tutti tranne che a Gianina. Spesso si sofferma a guardare i due divi).

GIANINA : Alura Bobi alè sèmpèr circündac de zet insoma!

BOBI :  : quase sèmpèr isse purtroppo.

TOMì : (sporgendosi verso Gianina) ma Gianina biela mia ol vi insèma a notèr?

GIANINA : a sö ostemia. Grazie Tomì. (contenta e timida)

BOBI : e le invece Giacoma con che grasia ala lèa so ol bicer (con tanta gentilezza).

GIACOMA : (con timidezza) Madonname Tomì, alè sèmpèr istacc ol me modo de fa.

TOMì : Gianina, a ède mia lura de scoprì töte i sò qualità che dèl sigür ala gà. 

GIANINA : (con timidezza) ma cosa ma dighèl Tomì…

TOMì : (con gentilezza) ma cosala capìt?! Indendìe i sò qualità… de persona pèr be.                       

GIANINA : i me qualità i sarà negot dèl sigür in banda ai sò.

BOBI : (con gentilezza) Giacoma, ma’ndoela stàcia infèna adès…

GIACOMA : che, sèmpèr in dè locanda.

BOBI : (con gentilezza) ü fiur isse bèl che nascundìt in de locanda anche quando al ghera bisògn de ès innaffiàt de me...

GIACOMA : (con timidezza) ma cosa dighèl Bobi…

BOBI : (con gentilezza) ma cosala capìt?! Intèndìe dì che adès a ma sa ciapero cüra me de lè…

GIACOMA : (con timidezza) al ma fa diènta ròsa… 

GIACINTA : (al pubblico) me a o gniamò de capì fò negot de chi quatèr le. Mah! (alzando la voce) Dè là a ghè pront anche du panì e salam se al va’nterèsa (esce dal fondo).

GIACOMA : Gianina dai che an porta che anche ai nòscc òspiti i du pà e salam! (si alzano tutte e due per prendere i panini. Rientrano subito, stanno per scambiarsi di posto come la prima volta ma si fermano. Si legge imbarazzo fra loro. Poi decidono di sedersi come prima, e cioè: Tomì Gianina Giacoma Bobi.).

GIANINA : Tomì aià proe…

GIACOMA : Bobi al mange pör…

TOMì : (assaggiando il panino) scömète che alè stacia le Gianina a’mbutil coi sò manine isse delicade (le prende la mano).

GIANINA : (molto contenta, timida e infatuata) se a so pròpe stàcia me Tomì.

BOBI : scömète che le Giacoma invece a l’avrà sircaffò ol pa da furner coi sò manine isse morbide (le prende la mano).

GIACOMA : (molto contenta, timida e infatuata) se a so pròpe stacia me Bobi. (c’è un attimo di silenzio dove le due coppie si compiacciono con gli occhi).

IX SCENA

Tomì, Bobi, Giacoma, Gianina e Giacinta

GIACINTA : (rientra dal fondo e si posiziona dietro alle due coppie) ma ala Gianina a ga piasìa ol Bobi, öna olta? E ala Giacoma a ga piasia mia ol Tomì? Alè mèi di telenovelas in televisciù! (esce di scena dal fondo).

TOMì : come alè bèl a sta che insèma ale Gianina! Pèrò forse alè mèi che notèr du adès a mindaghe a desfà gli alìs e fa ü bèl bagn. A ma löcia ol cör lasala Gianina ma a so che che torneghe. Sèntela mia pèr caso?

GIANINA : (estasiata) Bobi, me a sènte negot che al tornega… anse!

 BOBI : a ama löcia ol cör Giacoma ma se an völ ès proncc pèr sena, alèmèi cha a’ mindaghe a fas bèi.

GIACOMA : (estasiata) piö bèl dè se, cosa ölèl dientà? Ol sbronzo de Riace?

I due si alzano piano piano lasciando le mani delle donne lentamente. Anche mentre si allontanano per uscire hanno solo occhi e sguardi per le due amate. Le donne rimaste sole si sentono un po’ in imbarazzo, perché sanno di amare l’altra persona rispetto a quella immaginata. Ed è lo stesso per entrambe.

SIPARIO

ATTO TERZO

Nella locanda “I Sèmpèr Vercc”.

I SCENA

Gianina

GIANINA : (disperata) madonname cosa al mè söcedìt! Gino, ötèm te dèll’oltretromba! A ma so innamurada dèl Tomì, ol Tomì che al ga piàs ala Giacoma! Come faroi a ardaga amò in facia ala me migliur amisa! (molto compiaciuta ora) ma evvest Gino come al ma ardaa ol Tomì? E che paroline dolse? E come a l’era gentil? (ritornando disperata) no! Via chi penser che! Pòvra Giacoma che pögnalada in dè schena che a go dacc! Le ala pènserà che me a sabe amò innamurada dèl Bòbi, invece… 

II SCENA

Gianina e Carlino

CARLINO : ma a serèt mia indacia a preparas pèr la sena?

GIANINA : (spaventandosi) a ta se te…

CARLINO : pèrchè pensaèt al födès chi?

GIANINA : te vilanù respont mia isse nè! E po’ dòpo andaro a preparam pèr la sena quando a go òia me, che in dè me cà!

CARLINO : scüsèm mama. Ere adoma domandàt! Ma, ma set sigüra de sta be?

GIANINA : a sto come al solèt! Come staröi a te! A ta fe de chèle domande diolte Carlino! A ta ma èdere mia che…

CARLINO : sta calma mama! Ölie adoma saì come a ta staèt pèrchè a ta ma sömèèt ün po tròp nervusa…

GIANINA : (mentre si mangia le unghie) nervusa me? Ma da quando me a so nervosa?! Mai! M’evvest amò nervusa forse?

CARLINO : dim mia che chèla olta che quando chi dèl’ospedal aià portat a cà ol papà che a lera mort, a ta serèt mia nervusa né!?

GIANINA : a se, chèla olta le se. Ma pèr forsa, i mera mandàt a cà in de casa de mort ön’oter che alera mia ol me Gino!

CARLINO : se chèla olta le a ta gherèt pròpe resù de ès dientada nervusa. Pèrò a me, a ma emmènt anche chèla fèsta matina che a ta se egnida a cà de mesalta e che a ta sa pödia gniac ardàt in facia de tat che ata serèt nervusa…

GIANINA : parla mia de chèla olta le…

CARLINO : ma a te me mai dicc cosa ghera söcedìt però!?

GIANINA : se ga pènse. A sere ‘ndacia a mesalta e a ma sere sentadazo in dì öltèm banc come a fo sèmpèr. A ma so mia indormentada?! A ma so desdada fò che a ghera finìt mesa e ghera piö nigü in cesa. Che èrgogna!

CARLINO : o capìt, ma ès gnèca pèr ü mis intrec pò…

GIANINA : ma la facènda alè mia finida le. Chèi che i ma incuntraa pèr istrada in chi de le i ma disia: la pròsima olta a la mète sö ol pigiama a ègn a mèsa; ma pödìèla mia ciapà töt ol banc che ala sarès istacia piö còmoda!? Cosa a ma fet vegnì in mènt a te!

CARLINO : scüsèm mama. Ma ölie adoma saì ol pèrchè in co a ta ède nervosa…

GIANINA : Carlino, a ta se’ndre a ciapà lömagòcc pèr lömaghe. Me a so mia nervosa.

CARLINO : (cercando di indagare) el mia pèr caso, ma se nè, pròpe pèr caso … che al ga èntra ol tò amore ol Bobi?

GIANINA : (ricordandosi ciò che è successo. Fra se) pòvra Giacoma! Avral capìt vèrgot dèla situasciù anche ol me Carlino? Ma nò, lu al vèt adoma la sò Ernestina. (verso Carlino) ma cosa cöntèssö po’ a te!

CARLINO : alè mia pèr caso che al ta’nterèsa piö?

GIANINA : (fra se) Signor ötèm! (verso Carlino) ma cönta mia sö di sbanbosade! E po’ dòpo pèrchè al gavrès de interesam piò ol Bobi!? Sentem! (fra se) Giacoma perdunèm.

CARLINO : ma al so mia… magare pèrchè al tanterèsa ön’otra persuna…

GIANINA : (arrabbiata) ol Bobi al cèntra mia pèrchè al ma piàs amò! Set contet adès?

CARLINO : con te al sa pöl mia parlà quando a ta se isse… adà, lasèm indà chè lè mèi (ed esce a èstra).

GIANINA : al sarà mèi che a tandaghèt! (fra se) pòvra la me amisa Giacoma, cosa a go facc! Come faroi adès! Come faroi a diga chèl che ol me cör al sènt…

III SCENA

Gianina e Giacinta

GIACINTA : (entrando dal fondo) ma ela gniamò de andà a preparas?

GIANINA : (fra se) èco che annà ria önotra. E a te cosa al ta’nterèsa se a so gniamò dendà a preparam…

 GIACINTA : (non si trattiene ed esce subito dal fondo) lè mia aria… lasèm in dà a controlà la sena… (fra se) a ède mia l’ura de èt come alà annacc la telenovelas…

GIANINA : cor chè lè mèi …

IV SCENA

Gianina e Tomì

TOMì : (entrando da sinistra) el pèrmès… a pöde distürbala Gianina…

GIANINA : ma cèrto Tomì! Al vègne, al vègne pör innacc. (verso il pubblico con aria sognante) a lè che pèr me…

TOMì : Gianina, al so mìa se a gaavro ol coragio de diga chèl che a go det in dèl cör…

GIANINA : (felice verso il pubblico) an ga sé, an ga sé! (ricordandosi poi della Giacoma. Triste) an ga sé, an ga sé. Alè la fì dell’amicisia cola Giacoma.

TOMì : (molto impacciato) Gianina, al so mìa come fa a dighèl… La sò bèlèsa, i sò manere isse rare i sò orègie…

GIANINA : (fra se) cosa cèntrerale i me orègie adès …

TOMì : ol so mòdo de estissö isse ala mòda… töt de le Gianina al ma streàt…

GIANINA : ölla pèpa…

TOMì : Gianina, insoma… ölelà spusam?

GIANINA : ( raggiante) Tomì, al ma bat öl cör a simmela… A la me età öna propòsta de matrimonio…

TOMì : le a la sömèa sèmpèr zuena invece…

GIANINA : (un po’ risentita) sömèe?

TOMì : (affrettandosi a riparare all’errore) nò Gianina, le alè tat zuena che ala sömèa amò a öna scetina. (con tenerezza) alüra, cosa a la ma respont?

GIANINA : (sognante) ma cèrto Tomì, a so onurada... (verso il pubblico. Disperata) pòvra Giacoma, pòvra me!

TOMì : stasera a sena an darà l’annuncio. A gaal be Gianina?

GIANINA : töt chèl che al völ Tomì. (fra se) pòvra Giacoma, come minino ala ma arderà piö e dèl sigür ala ma farà èn la locanda…

V SCENA

Gianina, Tomì e Giacinta

GIACINTA : (entrando dal fondo) ma ela gniamò de’ndà a preparas che a ghè quase pront?!

GIANINA : (scocciata) ando, ando. An sa èt dòpo Tomì… (ed esce a sinistra).

GIACINTA : e lü? Al mia a preparas?

TOMì : ma cèrto, söbèt (ed esce anche lui a sinistra).

GIACINTA : (al pubblico) a so pròpe curiusa de èt come l’andarà a finì.  A ma sa sènte infena a me öna protagonista de chèsta telenovelas. Còsa disì otèr? Adès però al sarà mèi che core in cüsina se öle mia èt anche la fi dèl me bèl polastrèl (esce dal fondo).

VI SCENA

Giacoma e Giacinta

GIACOMA : (rientrando da destra col vers pöigì) a ga rie mia a fa a meno de pensà a chèl che al mè söcedìt! Cosa al mè capitat! Come faroi a ardaga amò in facia ala me migliur amisa Gianina! Nino, ötèm te la ‘ndoca ta se (nel frattempo guarda in alto e poi in basso alludendo di non sapere se si trovi in paradiso o all’inferno) Avrès mai pensat che ü laur dèl gènèr al pödiès capitàm pròpe a me! (molto compiaciuta ora) ma evvest Nino come al ma ardaa ol Bobi? E che paroline dolse? E come a l’era gentil? (tornando disperata) nò! Via chi penser che! Pòvra Gianina che pögnalada in dè schena che a go dacc! Le ala pènserà che me sabe amò innamurada dèl Tomì, invece…

GIACINTA : (uscendo dal fondo) ardae che ala sarès piö riada…

GIACOMA : te bèla, arda che a so me la padrunà che! La pròsima olta a tande te alura!

GIACINTA : prim laur, grazie pèr la “bela”. (fra se) öna bèlèsa compagn de la me alè rara in chèste zòne. Secont laur, se le alà ölìt cambià ol melù al’öltèm momènt alè mia colpa me! A me al’indaa be anche i borfadèi (al pubblico) ivvest come alè malpalpeta? Alè colpa dèl suo nuovo amore.

GIACOMA : cose’dicc in italiano? Fa mia la balòsa con me né.

GIACINTA : ho solo detto che… è di cattivo umore. La ga domande al publico se ala ma crèt mia.

GIACOMA : dai, ciapà ol tò ers pöigì e po’ va in cüsina. A so zamò nèrvusa pèrchè a ma sömeaa che a ghe födès vergù che al ma coria’ndre pèr istrada…

GIACINTA : cosè? Ergù al ga coria’ndre pèr istrada? Ma la ma faghe mia ègn de gregnà! (al pubblico) ali’ssentìda èrgù al ga coria’ndre… pèr me al ga edìa mia…

GIACOMA : te, ada che a so po’ mia de bötavià gniamò né! Adà, fa sito e va o a ta licènse söl colpo.

GIACINTA : ando, ando. (al pubblico) se de nòal sarà stacc ciòcc intranat dèl sigür… (mentre esce dal fondo).

GIACOMA : a ga mancaa ai batüde dèla Giacinta adès… zamò a so preocüpada pèr chèl che a go facc ala Gianina. Perdunèm Gianina! E po’ dòpo a so preocupada anche de chèl che al ma coria indre pèr i strada…

VII SCENA

Giacoma e Bobi

BOBI : (entrando all’improvviso da destra) Giacoma a go de parlaga.

GIACOMA : (spaventandosi) a, alè lü Bobi! Al ma facc istremì!

BOBI : alè ün po che a so indre a corea indre, ma a o mai troàt ol coragio de fermala…

GIACOMA : (al pubblico) ivvest che a ghere resù! Alura alè lü che al ma següia…

BOBI : si Giacomina mia dagli occhi meravigliosi e stupèndi…

GIACOMA : (rammollita) ma Bobi, cosa al ma dis…

BOBI : a öle diga töt chèl che sènte pèr le Giacoma, le ala ma colpìt ol me cör cola sò belesa e col sò portamènt de regina...

GIACOMA : (rammollita) ma Bobi, alè tròp pèr me chèl che al ma dis..

BOBI : alè mai tròp pèr le… Giacoma. Giacoma, ölelà spusam?

GIACOMA : (al settimo cielo di felicità) ma Bobi, al ma fa dientà ròsa. Ala me età, öna proposta de matrimonio… ammlà spetae mìa…

BOBI : le a la ga mìa età Giacoma… la ma dighe de se…

GIACOMA : (un po’ rammolita) ma certo Bobi, a so onürada. (verso il pubblico. Disperata) pòvra Gianina, pòvra me!

BOBI : (felice) grasie Giacoma ala ma facc o l’òm piö contet dèl mont… (mentre esce a destra) e stasira an farà l’annuncio!

GIACOMA : (fra se) e stasira a ga sarà anche öna fì…

VIII SCENA

Giacoma, Ernestina e Giacinta

Giacinta sta per uscire dalla cucina quando vede che arriva Ernestina. Si ferma sulla porta per spiare tutto.

ERNESTINA : (entrando da sinistra. Cercherà di carpire informazioni nei confronti dei cantanti) ma evvest come alèra contet ol Bobi? Ma ghè söcedìt vergot de bèl?

GIACOMA : cosa ölèt che al siès söcedìt!? E po’ dòpo a ta pödièt domandaghèl a lü!

ERNESTINA : ma mama, a disie isse pèr di! Alura, a ma dighèt mia come alè ‘ndacia coi vòsti spasimanti? È?!

GIACOMA : (fra se) fam gnià egnì in mènt! Come ölèt che ala siès indacia… Be!

ERNESTINA : (avvicinandosi) te mama, ma al set che ol tò Tomì alè pròpe bèl?!

GIACOMA : (con aria insofferente) cèrto che alè bèl! (con dolcezza) ma anche ol Bobi alè bèl o sbaglie?!

ERNESTINA : insoma… ma ölèt mèt la belèsa mediterranea dèl Tomì? A so pròpe conteta che a ta sabèt innamurada de lü.

GIACOMA : (fra se) cosa a ganterèsera di me afare che ai ghè gnià mai interesacc! Se cèrto, ma anche se avrès sircaffò col Bobi scömète a ta sarèsèt istacia conteta stès vira?

ERNESTINA : gniampo po’. Ma a èdèt mia la diversità ghe i ga? Ma cèrto, cosa ölèt vèt te che a ta èdèt adoma ol tò Tomì! (ha capito che la madre preferisce Bobi e si motra furba).

GIACOMA : (fra se) gniac öna a man va be! Ma scüsa Ernestina, ma se me födès istàcia innamurada invece, isse pèr caso né, dèl Bobi, avrèsèt facc cosè?

ERNESTINA : al so mia mama, ma sarès istacia conteta pèr negot.

GIACOMA : (fra se) la Gianina ala ma arderà piö dèl töt e adès anche la scèta. 

IX SCENA

Giacoma,  Ernestina e Giacinta

GIACINTA : (è sulla porta della cucina, ha visto e sentito tutto. Entra in scena) sciura Giacoma, al be lostès se ol vers pöigì alè ün po brüsadì?

GIACOMA : (voltandosi di scatto arrabbiata) lönica che a saro conteta de èt piö a ta se te el tò ers pöigì! Ada, lasìm indà se de nò… (esce a sinistra).

GIACINTA : (a Ernestina) a ma sömeaa mia ol caso de iga öna reasciù se! Alè po’ mia brüsat dèl töt!

ERNESTINA : la ga faghe mia caso Giacinta. Alè in dü periodo ün po particolar…

GIACINTA : otèr che particolar! (fra se) ol Dallas? Alè negot a chèl che al söcet che! (va in cucina dal fondo).

ERNESTINA : (sola in scena) a ma esö ol fiat. Anche ala me madèr da come o püdìt capì a ga pias ol Bobi adès pèr fürtüna. A lü al ga pias le e pèrciò pèr ol momènt an sé in döna bòta de fèr. E ala Gianina ghi al ga piaserà? Sperem che a labe cambiàt ale e adès al ga piase ol Tomì! Sperem se de nò al so mia cosa vegnerà fò! Otèr che quarantòt! Mèi che a ga domande al Carlino (si incammina per uscire a sinistra).

X SCENA

Ernestina e Carlino

CARLINO : (entrando da sinistra).

ERNESTINA : giösto te sircae. Ma et iscoprìt vergot dèla tò madèr? Pèrchè de la me o capit che anche le adès al ga pias ol Bobi e piö ol Tomì. E perciò an sé a pòst.

CARLINO : a görès a chèla Ernestina. Arda che ala me madèr a ga piàs amò ol Bobi .

ERNESTINA : ma set sigür? Sigür sigür?

CARLINO : sigür… alera nervosa se, ma da chèl che ala ma dicc al ga piàs amò.

ERNESTINA : Carlino, se alè isse, ala ède mal! Sito che ai ria.

XI SCENA

Ernestina, Carlino, Giacoma, Gianina

GIANINA : (entrando con Giacoma da sinistra. Le due donne sono molto a disagio fra loro. Si siedono una distante dall’altra. Fra sè) ardìla la me amisa Giacoma, amò pèr mia tat amisa. Ardila come alè inocènte… invece me che traditura che so stacia in di sò confroncc!

GIACOMA : (fra se) ardìla la me amisa Gianina amò pèr mia tat amisa. Ardila come alè inocènte… invece me che traditura che so stacia in di sò confroncc!

GIANINA : (si volta anche lei, per non incrociare il suo sguardo. Fra se) a go gniàc ol coragio de ardala in facia! Adès pò che al rierà ol me Tomì e al farà l’annuncio…

GIACOMA : (si gira anche dall’altra parte per non incrociare il suo sguardo. Fra se) a go gniac ol coragio de ardala in facia! Adès pò che al rierà ol me Bobi e al farà l’annuncio…

ERNESTINA : (verso Carlino) arda la me madèr Carlino come ala sa troa a disagio con la tò madèr pèr chèl che al’èndre a faga… (guardando poi Gianina) pòta ma, ma che manera anche la tò madèr ala sömèa che ala sa troe a disagio cola me madèr?!

CARLINO : ölèt vèt che ala scoprìt la trèsca dèla tò mader col Bobi?

ERNESTINA : tresca! Adès esagera po’ mia dai! Comunque pèr me ala scoprìt ü bèl negot ! Ala avrès facc föc e fiame pèr ü laur dèl gènèr. O sbaglie?

CARLINO : nò nò, a tle dicia giösta.

XII SCENA

Ernestina, Carlino, Giacoma, Gianina, Giacinta, Tomì e Bobi

BOBI : (entrando da sinistra con Tomì) a go de fa un annuncio molto importante.

TOMì : bene, a so contet che an ga sé töcc pèrchè anche me a go de fa un annuncio molto importante.

GIACINTA : (rientrando di corsa dalla cucina) aspetì che a ga so anche! (e va a sedersi vicino l’inizio del palco).

GIACOMA : e te cosa a ga cèntrèt col’anuncio!

GIACINTA : cèrto, adès che a o est töte i puntade a sarö isse stüpida de pèr l’öltima!

XIII SCENA

Ernestina, Carlino, Giacoma, Gianina, Giacinta, Tomì, Bobi e Michelino

MICHELINO : (entra da destra) el pèrmès…

GIACINTA : (al pubblico) ol Michelino? Che colpo di scena! Ala sa fa sèmpèr piö interessante! (ricordandosi della cena) madonna la sena! (sta per alzarsi) Ma che a la sa ciae! (rimane seduta).

GIANINA : Michelino arda che alè mia ol momènt chèsto.

 MICHELINO: alè sèmpèr ol momènt quando al sa trata de… (viene interrotto da Tomì)

TOMì : …sircasö! (verso Bobi) alè amò chèl dèla beneficiènsa… 

MICHELINO : beneficiènsa? Che beneficiènsa…

GIACINTA : ma negot! Annacc docà...

MICHELINO : me a so che pèr la Gianina che… (viene interrotto)

ERNESTINA : a liscolte Michelino, chèsto alè mia ol momènt pèr… (viene interrotta)

GIACINTA : Ernestina, almeno te, fa la braa e lasèl indannacc. (verso il pubblico) a ghè ü colpo de scena in dèl final e lur aglia lasa mia parla! Michelino al parle pör.

MICHELINO : a so che pèr la Gianina e a öle spusala.

TOMì : cosè? (anche verso il pubblico) Ma a la ghera mia de spusam me?

GIACOMA : ol Tomì? (anche verso il pubblico)  Ma ala gherèt mia de spusà ol Bobi?

BOBI : (anche verso il pubblico) me?

GIACINTA : (verso il pubblico) ò-ò adès se che al ve ol bèl!

MICHELINO : comela sta stòria? An sèn che in tri che an völ ispusat? A ta se po’ öna bèla giöstrèla Gianina. Ma me, a va salüde töcc! A va lase che in du adès, pèrchè me a ga sto mia a fa ol tèrs incòmòt! Ol triangolo po’ alo mai considerat (esce).    

GIACINTA : (verso il pubblico) e ü alè’ndacc!

TOMì : Gianina, comela sta stòria dèl Bobi che o mia capìt?! Ma notèr…

GIANINA : Tomì, ol fato alè che… che…

GIACINTA : che?

GIANINA : che…

GIACOMA : no Tomì, a ghè cambiat negot. Sta tranquillo. Gianina, prima che a min’andaghe innacc a go de dìt ü laur… ma a ga rie mia…

GIANINA : nò Giacoma, a so me che a go de dìt ü laur ma a ga rie mia…

GIACINTA : ma iperdìt töte la paròla pròpe adèss söl piö bèl?

TOMì : alura a parlero me.

GIACINTA : e meno mal! 

BOBI : e me a go de fa amò chèl’annuncio: Ernestina, Carlino, Tomì, Gianina, a go… (viene interrotto da Giacinta).

GIACINTA : e me che söi!

BOBI : Ernestina, Carlino, Tomì, Gianina e Giacinta, a go de annuncià che… me e la Giacoma…an sa spusa!

TOMì : e me invece a go de annuncià che me e la Gianina…an sa spusa!

GIACOMA : (disperata) Gianina, pèrdunèm, alè mia stacia colpa me.

GIANINA : (disperata) pèrdunèm Giacoma… alè mia stacia colpa me… (si accorgono dei due annunci).

GIANINA - GIACOMA : cos’è? Cosa al dicc ol… (una dice Tomì e l’altra Bobi) … che al ta spuserà? Madonname che grasia Signur (alzando gli occhi e le mani al cielo)!

GIACOMA : a so conteta pèr te Gianina.

GIANINA : poame a so conteta pèr te Gaicoma.

TOMì -  BOBI : e notèr an sé contecc con votre!

GIACINTA : (applaude. Poi piangente verso il pubblico) ma ivvest che final… disim indoe al’ivvest amò ü final isse se mia adoma che al nòst teatèr… (piangendo) come a so conteta  che a la sabe finida be!

CARLINO : ma notèr ansè contet piö de töcc votèr meticc insèma!

ERNESTINA : (verso il pubblico) la nòsta pura alera invece, conoscèndo i nòste madèr, che al vegniès la tèrsa guèra mondial!!! Ammlà scampada in fal!!!

SIPARIO