L’accordo

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L’Accordo

(Commedia in due atti di Stefano De Stefani)

Personaggi (in ordine di apparizione)

RIO

ENRICO

MARIO

CRISTIANA

EVA/SILVIA

N° SIAE   234307

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ATTO PRIMO

Scena I 

Rio, Cristiana, Enrico e Mario

(Luce sul proscenio a destra, bancone di un bar, tre sgabelli davanti, seduti Enrico, abbigliamento sportivo, legge un quotidiano, e Mario,giacca di velluto e papillon, abbandonato sulla spalliera dello sgabello, con lo sguardo nel vuoto. Entrambi tra i cinquanta e i sessanta anni. Dietro il bancone, Rio, un giovane barman, impegnato con bottiglie e bicchieri. Il resto della scena è al buio. Entra una donna molto attraente ed elegante, quaranta/cinquanta anni, Cristiana)

RIO – Buonasera signora!

CRISTIANA – Ciao Rio! (Passa davanti ai due uomini seduti. Il barman ed Enrico interrompono quello che

stanno facendo e seguono, ammirati, i movimenti della donna. Mario continua a guardare nel vuoto, assorto. Lei si accorge dei loro sguardi, compiaciuta, prende posto sullo sgabello vuoto, accavalla le gambe con lentezza. Cerca qualcosa nella borsa)

RIO – Signora, ha perso qualcosa?

CRISTIANA – Non trovo il telefono! Non vorrei averlo lasciato da qualche parte!

ENRICO – (E’ il più vicino. Prende il suo cellulare, si alza e si avvicina alla donna) Prego! (Le porge il

telefono) Faccia il suo numero! Se l’ha con sé, lo sentirà! (Rio lo guarda divertito e fa l’occhiolino a Mario che abbozza un sorriso)

CRISTIANA – (Lo guarda con un mezzo sorriso) Grazie, ma…

ENRICO – … non tema! Può eliminare la chiamata subito dopo… se lo desidera! (Insinuante. Rio si volta

            per nascondere una risata. Mario scuote la testa)

CRISTIANA – (Prende il telefono, compone il numero e mentre aspetta la risposta squadra da capo a piedi

Enrico. Si sente una suoneria, mette la mano nella tasca della giacca e tira fuori il cellulare. Sorride) Eccolo qua… lo perdo di continuo! (Rende il telefono a Enrico, senza eliminare il suo numero)

ENRICO – (Mette il telefono in tasca con sorrisetto malizioso) Le donne distratte sono così affascinanti! (Le

rivolge uno sguardo eloquente. Lei finge di essere infastidita, ma ricambia lo sguardo, maliziosamente) Vero, Mario? (Mario non risponde) Ehi, ci sei?      

MARIO – Cosa?

ENRICO – (Rivolto alla donna) Non ci faccia caso, il mio amico è… come dire… altrove! Possiamo offrirle

qualcosa? (La donna lo guarda un po’ sorpresa) Perdoni l’ardire! Forse è il caso di presentarci. (Lei annuisce, divertita dal tono formale di Enrico) il Maestro Mario Tardini… (Mario non si accorge di quello che succede) ehm… Mario!

MARIO – Si!

ENRICO – La signora…

CRISTIANA - … Gentile, Cristiana Gentile!(Porge la mano a Mario il quale si stacca dalla sedia, la stringe

            distrattamente e si risiede pesantemente) Un maestro… di che? (Rivolta a Mario)

MARIO – Di che? Ah, si… di musica.

CRISTIANA – Insegnante, quindi?

ENRICO – No, è un musicista! Suona il pianoforte. Permette? Enrico Caprioli, medico! (Le fa un baciamano

            molto teatrale che diverte la donna) Lei di cosa si occupa?

CRISTIANA – Sono la direttrice della boutique qui di fronte… (Indica un punto tra il pubblico. Enrico

guarda in quella direzione e annuisce, senza lasciarle la mano. Mario si concentra su un punto lontano) piacere!

ENRICO – Piacere… nostro… (Lascia la mano. Si volta verso Mario, che annuisce distrattamente)

CRISTIANA – Carino questo posto, non trova?

ENRICO - Noi veniamo spesso qui!

CRISTIANA – Anch’io e… (Guardando Enrico) sempre a quest’ora!

ENRICO - Non ci siamo mai incontrati.

CRISTIANA – Io penso che nulla capiti per caso…(Provocante) giusto?

ENRICO – (Sorrisetto) Sono d’accordo! Che cosa gradisce signora Cristiana?

CRISTIANA – “Signora Cristiana”! Solo Cristiana, è meglio!

ENRICO – (Soddisfatto) Io le consiglierei un cocktail di loro invenzione… (con voce profonda) Cristiana.

CRISTIANA – (Non dissimula un piccolo brivido)… è alcolico?

ENRICO – Leggermente ed è piacevolissimo! (Ammiccante)

CRISTIANA – Seguirò il suo suggerimento! (Lo guarda maliziosa) Lo prende anche lei?

ENRICO – Naturalmente! (Alimentando il gioco di sguardi) Rio, due di… quelli li, hai capito, no?

RIO – Ottima scelta! Maestro, per lei? (Mario è distratto)

ENRICO – (Rivolgendosi a Mario) Tu cosa prendi? (Con benevolenza, toccandogli il braccio con

            delicatezza) Mario!

MARIO – Ehm... sì, un… un caffè! Grazie Rio!

CRISTIANA – Com’è sobrio il maestro!

ENRICO – Già! (A Cristiana) Vedrà non se ne pentirà! Rio è un barman perfetto! (La studia attentamente,

            lei lo lascia fare) Abita da queste parti?

CRISTIANA – (Non vuole concedere troppo, ma il gioco di Enrico la diverte) Sì, non molto lontano da qui!

            Voi?

ENRICO – Anche noi! Siamo nati e cresciuti, qui! Ci conosciamo fin da bambini! Non riusciamo a lasciarlo,

            questo quartiere!

CRISTIANA – Che bello! Io sono nata da tutt’altra parte! Abito qui da pochi anni!

ENRICO – Con suo… ehm… con la famiglia?

CRISTIANA – Sola! (Occhiata eloquente a Enrico) E voi? Con le famiglie?

ENRICO – Siamo entrambi, per motivi e con tempi diversi, single!

CRISTIANA – Capisco…

(Rio sta per porgere il bicchiere a Cristiana, Enrico lo blocca)

ENRICO – Lascia pure qui, ci penso io… (Gli fa l’occhietto, indicando Cristiana. Rio, con un cenno

d’intesa, si volta. Enrico avvicina il bicchiere a Cristiana, alza il suo e rivolgendosi alla donna)Salute!

CRISTIANA – Alla vostra! (Imita il gesto e beve)

(Mario fa un cenno con la testa poi, con lentezza, aggiunge lo zucchero, gira il cucchiaino, sorseggia un po’ d’acqua e poi beve il caffè. Tutto come in un rito, sotto lo sguardo attento di Enrico e di Rio. Cristiana è sorpresa)

ENRICO – (Rivolgendosi a Cristiana) Vede, per noi, è un piacere assistere alla degustazione del caffè da

            parte di Mario. Lo seguiamo in silenzio, rapiti! È così da anni!

MARIO – (Sorride) Il fatto è che sei un inguaribile… buffone!

ENRICO – Ingrato! (Con la solita dolcezza gli sfiora appena il braccio)

CRISTIANA – (Sorseggia il suo drink) Veramente buono!

ENRICO – Che le dicevo? (Beve anche lui)

CRISTIANA – Il suo amico è astemio?

ENRICO – Sì, però è un forte consumatore di caffè! Un “cultore”, per la precisione! Provi a fargli qualche

domanda in merito: può tenerla incollata alla sedia per ore, raccontandole aneddoti, citando fatti storici, riferimenti geografici… tutto, parlando di caffè!

MARIO – (Estrae un’agendina dalla tasca della giacca, la sfoglia) Oggi che giorno è? Ah, si… che ore

            sono? Ho ancora una decina di minuti, poi devo andare!

CRISTIANA – Io, invece, devo lasciarvi ora! È stato un piacere!

ENRICO - … ora so… ehm… sappiamo, dove trovarla e con un po’ più di tempo! Magari ci… sentiamo…

            (Si tocca la tasca, dove ha messo il telefono)

CRISTIANA – (Annuisce) … ecco sì, volentieri! Arrivederci! (Si alza. Enrico scatta in piedi mentre Mario

 si solleva sullo sgabello e poi siede di nuovo)

(Cristiana esce passando davanti ai tre uomini che seguono, molto interessati, il suo passaggio. Appena è uscita, Enrico e Rio si voltano e vedono Mario che sta ancora seguendo la donna con lo sguardo. Poi si riaccomoda e con espressione soddisfatta si rivolge a loro)

Scena II

Mario, Rio ed Enrico

MARIO – Però!

RIO – (Rivolto a Enrico) Dov’era il maestro? Altrove? Le ha fatto la radiografia!

(Mario si alza, infila una mano in tasca)

ENRICO – Che vuoi fare? Toglitelo dalla testa…

MARIO – … insomma, non sarò ricco, ma posso ancora permettermi di offrirti un drink…

ENRICO - … Mario, io sono tuo amico, tuo fratello! (Mario resta immobile) Soprattutto non dimentico,

quando ero ancora impegnato con le varie specializzazioni e non avevo una lira in tasca… (Invita Mario a sedersi di nuovo) tu, invece, eri già un pianista affermato, facevi concerti, tournée, dischi! Mi portavi con te, insieme alle persone del tuo ambiente… (Sfiora ancora il braccio di Mario e rivolto a Rio) ero sempre suo ospite! Abbiamo frequentato donne bellissime, persone meravigliose, artisti di fama internazionale e, tutto, sempre, a sue spese! (Mette una mano sulla spalla di Mario) Pensi che offrirti un caffè mi rovini? Adesso… ehm… tu hai bisogno di me ed io ci sono.

RIO – (Che nel frattempo è rimasto ad ascoltare) Dottore, lei è un grand’uomo! (Si discosta un po’)

ENRICO – (A Mario, a bassa voce) Tua moglie ti ha ridotto sul lastrico, ma la colpa è anche tua… (quasi si

pente, ma poi insiste) sì, è colpa tua! Non hai mai dato valore ai soldi, mentre lei aveva solo quelli in testa!

MARIO – (Laconico) Li ha ancora! Adesso sta con un produttore cinematografico. (Sospira) A me, basta

            poco! Ho qualche pianoforte da accordare…

ENRICO - … hai molti clienti?

MARIO – Non molti, anche se ci sono parecchi pianoforti in giro, molti sono solo “d’arredamento” e non

            necessitano dell’accordatura!

ENRICO – Ma hai altre entrate, no?

MARIO – Do le mie lezioni private… (Sospira) e ogni tanto qualche gruppo di amici mi chiama per delle

serate… (Si guarda le mani, giocherella con le dita) sempre che le mie mani non facciano i “capricci”!

ENRICO - A donne, come stai? (A questa domanda Rio si volta, non facendosi vedere da Mario, esorta

            Enrico a lasciar stare.)

MARIO – Donne? Beh…

ENRICO – Ho capito! (Lo prende in disparte) Da quanto non esci con una donna?

MARIO – Da… da… ehm... (Piuttosto imbarazzato)

ENRICO – Da quando se n’è andata “l’arpia”? (Mario annuisce) Un anno?

MARIO - Devo andare, scusami! (Esce)

Scena III

Enrico e Rio

ENRICO – (Rivolto a Rio) Pensi che abbia esagerato? Non dovevo chiedergli…

RIO – … beh, per lei, è come un fratello!

ENRICO – Esatto!

RIO – Ecco, però… ehm… non vorrei essere invadente, ma… ehm… vi conosco entrambi, da sempre.

            Eravate amici di mio padre, e…

ENRICO – … tu stavi nel passeggino, qui fuori, e noi facevamo i clown per farti ridere! Giocavi con la figlia

            di Mario…

RIO - … Gloria! Sono anni che non la vedo! (Sorride) Insomma, come sta il maestro?

ENRICO – Fisicamente sta benissimo, è solo un po’ depresso! Chi non lo sarebbe, con quello che gli è

accaduto? I “capricci” delle sue mani sono di carattere nervoso. Una sorta di “Disturbo di conversione”… (Rio lo guarda preoccupato) molto contenuto, ancora. La difficoltà di movimento, generalmente, peggiora quando l’attenzione è focalizzata su di essa…

RIO - … bisogna aiutarlo a “focalizzarsi” su altro, allora!

ENRICO - Altro? (Quasi a se stesso) Di certo non chiedendogli: “Come stai a donne”! Le Donne…già!

Abbiamo modi molto diversi di approcciare il tema! (Rivolto Rio) Insomma: non è economicamente che dobbiamo aiutarlo, anche se non naviga nell’oro, ma dobbiamo stare vicini a lui, il più possibile! Distrarlo…

RIO - … trovargli una donna?

ENRICO - Sì, ma con molta cautela! Anche se questo implica tempi lunghi… (Sorride) si potrebbe pensare a

            qualcosa di “immediato”! (Riflette) Ho un’idea…

RIO - Lasci stare! Non accetterebbe mai di fare sesso a pagamento!

ENRICO – Non è necessario che lui lo sappia…

RIO - … vuol prenderlo in giro?

ENRICO – Affatto! Voglio aiutarlo! Credo di conoscere la persona che può aiutarci…

RIO - … immagino!

ENRICO – Non ti preoccupare! È il tipo adatto: discreta, elegante, istruita e…

RIO – … e fa quel mestiere?

ENRICO – Lo fa con classe! Altrimenti non avrei pensato a lei! (Ammiccante) Poi è molto… brava!

RIO – La va a trovare spesso?

ENRICO – Non quanto mi piacerebbe! (Sorride) Con lei, è “speciale”!

RIO – Se lui s’innamora?

ENRICO – Tranquillo: lei non lo permetterà! Saprà mantenere le distanze. Poi, se ci dovesse essere la

necessità, troverò il modo di “spiegarmi”, con Mario… (Rio non è convinto) insomma: siamo adulti! Vuol dire che farò rivivere lo spirito goliardico di quando eravamo studenti! Mario non si tirava mai indietro, quando c’era da organizzare scherzi… anche pesanti e ha sempre accettato, col sorriso sulle labbra, quelli fatti a lui… (Riflette) Vedrai che, una volta “scaricatosi”, si sentirà meglio e sarà più facile aiutarlo a uscire da questo, periodaccio!

RIO – Speriamo sia la scelta giusta!

(Enrico forma un numero. Suona un cellulare. Si accende uno spot sulla parte sinistra della scena. Illumina un divano su cui è seduta una ragazza, circa trenta anni, capelli chiari, lisci, indossa una vestaglia leggera che lascia intravedere i capi intimi. Risponde al telefono)

Scena IV

Eva, Enrico e Rio

EVA – Pronto!

ENRICO – Pronto, Eva?

EVA – Si!

ENRICO – Sono Alfredo… (Rio lo guarda, interrogativo, lui gli fa cenno di pazientare)

EVA – Ciao Alf, come va?

ENRICO – Bene! Tu, sempre bellissima, immagino?

EVA – E tu sempre galante, vero?

ENRICO – È la mia natura! Posso rubarti un minuto?

EVA – Certo!

ENRICO – Vorrei prendere un appuntamento per un mio amico?

EVA – Cos’è, muto, il tuo amico?

ENRICO – No! (Riflette) È solo un po’ timido… (Cerca le parole) non è abituato a… ehm… situazioni del

            genere…

EVA - … ho capito! Per il resto è “normale”? Sai che per “casi particolari”, devo essere informata, prima?

ENRICO – Sì, sì… certo! Normalissimo!

EVA – D’accordo! (Prende un’agenda dal piccolo tavolo di fronte il divano. La sfoglia) Vediamo… può

            andare bene domani alle diciannove?

ENRICO – Credo di si! Se non andasse bene l’orario, posso richiamarti entro mezz’ora?

EVA – Va bene! Scusa ma, il tuo amico, non è lì con te?

ENRICO – Si è allontanato un attimo!

EVA – Alf!

ENRICO – Vedi, è una sorpresa… un regalo di compleanno! Un bel regalo: te!

EVA - Ah! Alf, non provare a farla a me, qualche “sorpresa”!

ENRICO – Che cosa dici? Tranquilla, è tutto a posto! Mi raccomando, fa in modo che esca soddisfatto!

EVA – Ti ho mai deluso?

ENRICO – Tutt’altro!

EVA – Bene! A presto!

ENRICO – Certo! (Sta per attaccare, si ricorda una cosa) Pronto, sei ancora li?

EVA – Si…

ENRICO - … per i… ehm…i… (Impacciato)

EVA - … vuoi dire i soldi?

ENRICO – Si! Regolo io! Posso venire domani sera stessa o…

EVA - … magari è meglio il giorno dopo.

ENRICO – Bene, così, con l’occasione…

EVA – Va bene! Ciao Alf, aspetto conferma! (Chiude la telefonata. Si spegne di nuovo la luce sul divano e

            rimane quella sul bar)

RIO – Alfredo?

ENRICO – (Ammiccando) Che vuoi, è necessario uno pseudonimo, per queste cose…

RIO - … assolutamente! (Tra se, asciugando un bicchiere) Sei proprio un “buciardo”, dotto’!

ENRICO – (Concentrato, non ha sentito Rio) Ora bisogna inventare qualcosa per mandare Mario da Eva!

Lasciami pensare … (Riflette. Rio lo guarda sorridendo) Ecco, trovato, gli dirò che c’è un pianoforte da accordare!

RIO – Questa, Eva, ha un pianoforte?

ENRICO – No!

RIO – Allora?

ENRICO – Credo di aver visto un contrabbasso, in casa… no una viola … insomma: qualcosa c’è!

RIO – Ma non è un piano!

ENRICO – Che cosa importa! Pensi che quando sarà li, davanti ad Eva, starà a pensare se c’è un piano o un

            violino? Avrà altro da far “suonare”… ah… ah… (Ride di gusto)

RIO – (Ride anche lui) Il solito ragazzaccio!

ENRICO – Si deve rimanere, sempre, un po’ ragazzi! Dai adesso chiamiamo Mario!  (Prende il telefono,

forma il numero) Pronto… Mariuccio? Ti ho trovato un “lavoretto”… (fa l’occhietto a Rio che soffoca una risata) ascolta…        

Buio sul bar/Luce casa di Eva

Scena V

Eva e Mario

(Eva è seduta sul divano, legge un libro. Indossa un corto vestito rosso, calze nere, scarpe rosse. Suona il campanello. Si alza e va ad aprire. Rientra seguita da Mario che ha con sé una borsa)

EVA – Accomodati! Io sono Eva! (Avvicinandosi, con fare sensuale)

MARIO – (Tende la mano a Eva. Deglutendo) Pia… piacere, Mario Tar…

EVA – (Stringe la mano di Mario)… non c’è bisogno del cognome! Prego… (Lo guida verso il divano) vuoi

            qualcosa da bere?

MARIO – S... sì… (Impacciato, sedendosi) un bicchiere d’acqua! Grazie!

EVA – Solo? (Mario annuisce, cercando di distogliere lo sguardo dalle forme di Eva) Mettiti pure in libertà!

            Torno subito! (Va in cucina)

MARIO – (Tra se) In libertà? (Scorge il violoncello. Passa con lo sguardo tutta la stanza. Rientra Eva, con

            il bicchiere dell’acqua)

EVA – Ecco la tua acqua! (Si siede sul bracciolo del divano, accanto a Mario, mettendo bene in mostra le

            sue gambe) Magari, dopo, possiamo prendere qualcosa di più…

MARIO - … no, grazie! Basta l’acqua! (Posa il bicchiere sul tavolino)

EVA – Non ti togli la giacca? (Fa il gesto di aiutarlo)

MARIO – Devo toglierla? (Eva lo guarda divertita) Magari tra un po’… se dovessi sentire caldo…

EVA - … come vuoi! (Sospira, Si alza, si sistema il vestito. Tra se) La vedo ardua!

MARIO – (Il movimento è osservato da Mario che tira fuori un fazzoletto e si terge la fronte. Alzandosi)

            Ehm… dov’è il pianoforte?

EVA – Il pianoforte?

MARIO – Certo!

EVA – Ci vuole un pianoforte?

MARIO – Mi è stato detto che c’era!

EVA – Mi dispiace! C’è un violoncello! Può andar bene lo stesso?

MARIO – (Sorpreso) Non è la stessa cosa! Io lo faccio al pianoforte, perché…(Tra se) Ho capito: è

            “d’arredamento” (Sorride scuotendo la testa)

EVA – (Tra se) Meno male che era “normalissimo”! (A Mario) Immagino debba essere a coda?

MARIO – No! Va bene anche orizzontale! (c.s.)

EVA - (Divertita) Quindi il violoncello non va bene?

MARIO – Per carità! C’è, sicuramente, chi lo fa col violoncello, ma è diverso…

EVA - … ho capito! (Si avvicina al violoncello con movenze provocatorie) Non vuoi provare? Magari ti

            riesce anche col violoncello?

MARIO – È possibile! Anche se, non avendolo mai fatto, non posso assicurare lo stesso risultato!

EVA – Mi rendo conto! (Scuote la testa)

MARIO – (Si avvicina allo strumento, Eva gli fa spazio, finge di  osservare attentamente il violoncello, ma è

molto interessato a lei) Belle linee… (Passa la mano sulle curve della cassa, guardando i fianchi di Eva) ottime rifiniture… (Deglutisce) deve essere bellissimo… ehm… suonarlo! (Guarda intorno, cerca di distrarre lo sguardo da lei. Tocca i muri, sfiora appena le corde) Ha deciso lei di tenerlo qui o si è fatta consigliare?

EVA – (Lo guarda a bocca aperta) Non ti piace in questa posizione?

MARIO – Non è questione di piacere o meno! Mi serve di sapere com’è l’ambiente, la temperatura, il grado

            di umidità! È importante per poter …

EVA - … ci vogliono tutte queste cose? (Divertita)

MARIO – Si! (Professionale) È molto che non suona… ehm… lo “strumento”?

EVA – Lo “suono” tutti i giorni! (Sempre più divertita)

MARIO – Ah!(Tra se)Lo suona tutti i giorni… (Sospettoso) bah! (A Eva)Posso togliere la giacca?

EVA – Certo! Dai pure a me! (Prende la giacca e la appende) M’incuriosisce questa storia della

            temperatura, dell’ambiente!

MARIO – È naturale! Potrò sembrarle immodesto, ma io sono un esperto, nel campo. La mia clientela è

            sempre soddisfatta del mio lavoro!

EVA – Ci credo! Con tutti questi preliminari… (Si blocca, guarda Mario, inebetita) c l i e n t e l a? Che

            intendi dire?

MARIO – (Tranquillamente) Clientela, niente di più!

EVA – Mi stai dicendo che tutto questo lo fai con dei c l i e n t i?

MARIO – Naturalmente! È il mio mestiere!(Ricomincia a studiare lo strumento. Non smette di lanciare

            occhiate verso Eva che si siede sul divano )

EVA – (Tra se) Cos’è questo qui, un gigolò? (Squadra Mario da capo a piedi)A qualcuno piace…

stagionato!  (Ha un gesto di disperazione) Perché l’ha mandato da me? Uno scherzo, di cattivo gusto! Ha regalato una puttana a un marchettaro in declino!

MARIO – Quando l’ha fatto accordare l’ultima volta?

EVA – (Tra se)Non sa che si accorda ogni volta prima di suonarlo.(A Mario, sarcastica) L’ho accordato sei

            mesi fa…

MARIO - … sei mesi e… l’ha fatto lei?

EVA – Si! So farlo e anche bene! (Divertita e incuriosita)

MARIO – Davvero?

EVA – (Non riesce a trattenersi) Mario, prima di tutto dammi del tu… (seccata) cos’è ‘sto lei! Davvero non

hai ancora capito? Noi facciamo lo stesso mestiere! Con “sfumature” diverse, ma il “fine” è lo stesso! La persona che ti ha mandato qui, è un gran… burlone! Ci ha fatto uno scherzo!

MARIO – Lo stesso mestiere? Non ci posso credere!

EVA – Io non posso credere che quel figlio di… lasciamo andare!

MARIO – Con l’occasione, potremmo scambiarci impressioni, esperienze…

EVA – (Tra se) ... questo è completamente scemo!

MARIO - … tecniche! Non sei d’accordo?

EVA – (Molto arrabbiata) Non è possibile, non è possibile!

MARIO – (Esterrefatto) Ho detto qualcosa di sbagliato? Che succede?

EVA – (A se stessa) Perché devo subire queste umiliazioni? (A Mario) Voglio rispetto!

MARIO – Quali umiliazioni? Chi ti ha mancato di rispetto?

EVA – Quello str… il tuo amico!

MARIO – (Le va vicino e prendendole la mano) Forse ha voluto farci incontrare? Forse le sue intenzioni non

            erano così cattive…

EVA – (Lo guarda allibita, ritira la mano e gli da le spalle)… non ti rendi conto che ha preso in giro anche

 te?

MARIO – Lo so, ma io ci sono abituato! Lo facevamo da ragazzi! Sapessi che scherzi eravamo capaci di

            mettere in piedi!

EVA – A me, certe cose, fanno incazzare da matti!

MARIO – Comprendo!

EVA – (Si volta.  Lo guarda, è quasi divertita) Con le tue clienti, se non c’è il pianoforte, cosa t’inventi?

MARIO – Come? Credo di non capire…

EVA – La fai bene la parte dell’ingenuo! (Mario è esterrefatto) Alle signore piace, quest’aria da imbranato?

MARIO – (Tra se)… clienti, signore?

EVA – Fai così con tutte? (Si avvicina, insinuante)

MARIO – (Allontanandola) Senti, forse non sono sufficientemente lucido… (Imbarazzato dalla sua

            vicinanza) ma hai detto delle cose che non capisco…

EVA - … cioè?

MARIO – Parli di fare cose…con le “mie” clienti! A parte che io non ho solo clienti donne…

EVA - … accidenti, sei una continua sorpresa! Anche bisex?

MARIO – Ferma! Sediamoci… cioè: io mi siedo! (Si siede sul divano, imitato da Eva) Di cosa parli?

EVA – Del tuo, del nostro, mestiere!

MARIO – Cosa c’entra il nostro mestiere? (Riflette. Tra se) È imbarazzante!           

EVA – Mario… da quanto tempo sei un gigolò?

MARIO – (Trasecolato, si alza, non riesce a parlare) Gi… gigolò? Io? Come ti viene in mente?

EVA – (Altrettanto sorpresa) Non… non lo sei? Allora cosa sei?

MARIO – Accordo pianoforti!

EVA - Un accordatore? Figlio di…

MARIO - … perché mi offendi?

EVA – Non ce l’ho con te, ma con quel farabutto di Alfredo!

MARIO – Chi è Alfredo?

EVA – Il tuo “amico”! Quello che ha preso l’appuntamento per te, facendoti credere che ci fosse un

pianoforte da accordare!

MARIO – Non conosco nessuno che si chiami Alfredo! Chi mi ha mandato qui, è il mio amico…

EVA - … Alfredo!

MARIO – No, Enrico!

EVA – Già, a me ha dato un altro nome… naturale!

MARIO – Vorrei capirci qualcosa! Tu non sei un’accordatrice?

EVA – No!

MARIO – Non hai un pianoforte…

EVA - … no, non ce l’ho! (Prende fiato) Lui ti ha mandato qui, perché sono una…

MARIO – … sei una?

EVA - Prost…

MARIO - (Capisce) … ti prego! (Mortificato) Scusami!

EVA – Non è colpa tua!

MARIO – Tantomeno tua! (Molto a disagio) Forse dovrei togliere il disturbo. (Fa per andare ma si blocca,

senza guardarla negli occhi) Come dire… anche se non ho… (A disagio, infila la mano in tasca)dovrei…ehm… regolare…

EVA - … non ti preoccupare, sono già d’accordo con Alf… Enrico!

(Mario raccoglie la giacca e la borsa. Si avvia verso la porta, si ferma, si volta. Cerca di dire qualcosa)

EVA – (Senza guardarlo) Se vuoi, puoi restare ancora! (Mario la guarda sorpreso) Non aspetto nessuno!

MARIO – Non so…

EVA - … mi andrebbe di parlare un po’.

MARIO – Anche a me, ma la situazione è… ehm… diciamo… strana!

EVA – Che ne dici di “normalizzarla”?

MARIO – (Posa la giacca e la borsa.Più rilassato) Perché no? (Si avvicina al violoncello) Lo suoni ogni

            giorno, hai detto?

EVA – Oh sì! È la mia passione.

MARIO – Pensa re che ti avevo presa per una di quelle…

EVA - … sono, “una di quelle”!

MARIO – Lasciami finire! (Infastidito) Una di quelle persone che hanno, in casa, degli strumenti musicali a

puro scopo decorativo. Infatti non c’è bisogno di      un accordatore per il violoncello… (Eva annuisce, divertita) tu lo fai ogni volta, prima di suonarlo!(Eva c.s.) Lo conosci bene?

EVA – L’ho studiato per tanti anni e ho suonato in un quartetto d’archi!

MARIO – Davvero? E ora? (Si pente subito)

EVA – Il quartetto si è sciolto! Il primo violino ha vinto un concorso in Rai. Il secondo, Ilse una ragazza tedesca, è tornata in Germania, si è sposata e ha due figli. La viola ha abbandonato e lavora in banca!

MARIO – E tu…

EVA - … ed io… (Si accoccola sul divano) ho collaborato, saltuariamente, con altri gruppi, nella mia città.

Studiavo ancora, mi sono laureata e poi sono venuta a Roma, convinta che qui ci fossero più opportunità. Non avevo problemi economici, la mia famiglia era benestante. Poi l’impresa di mio padre è andata in crisi. Da casa non potevano mandarmi molti soldi e suonare non mi dava di che vivere, allora ho cominciato a cercarmi un             lavoro.

MARIO – Che tipo di lavoro?

EVA – Inizialmente ho cercato qualcosa nel mio campo, sono laureata in Economia, ma è stato un disastro!

            O meglio, se avessi voluto il lavoro lo trovavo, ma…

MARIO - … sottopagato?

EVA – Magari, avrei accettato quello che mi offrivano! Il fatto è che, a ogni colloquio, l’intervistatore, era

interessato più alle mie gambe e al mio          decolleté che al mio misero curriculum… (Sorride amara) a volte lo era anche qualche intervistatrice! Qualcuno è arrivato a fare delle avance!

MARIO – Questo ti creava problemi?

EVA – Allora si! Oggi, forse, mi ci farei una grassa risata… o forse no!

MARIO – Come hai deciso di fare... quello che fai oggi?

EVA – Una sera, in un bar, mi son trovata seduta vicino a una donna. Un bel tipo, elegante, più o meno la

mia età, parlava al telefono, di un appuntamento, del compenso. Tutto con molta naturalezza. Alla fine della telefonata, mi guarda e mi dice: “Sei anche tu nel giro?”. (Sorride) Cominciammo a parlare e mi spiegò un sacco di cose. Dopo quella conversazione presi la mia decisione! (Seria) Se, per vivere, dovevo andare a letto con qualcuno, almeno mi sarei fatta pagare profumatamente…

MARIO – … Eva, io… (Molto turbato)

EVA - … non mi chiamo Eva! Il mio nome è Silvia!

MARIO – È un… un bel nome!

SILVIA – Grazie, piace tanto anche a me! A proposito di “pseudonimi”: ho una gran voglia di vendicarmi

            dello scherzo architettato da Alfredo alias Enrico! Tu no?

MARIO – No!

SILVIA – O ti sei divertito o sei un po’ coglione!

MARIO – Forse tutt’e due le cose!

SILVIA – (Lo guarda divertita, squadrandolo da capo a piedi) Come ho potuto pensare che tu fossi un

            gigolò?

MARIO – Sono proprio un cesso, vero?

SILVIA – Non fraintendermi! Un gigolò è, di solito, un tipo d’effetto. Tu non… non scateni, almeno così, a

            prima vista, subbugli ormonali o provochi     pruriti…

MARIO - … lo so, sono cosciente!

SILVIA – (Ha un’idea)Mario, io sarò pagata per … (Lui s’irrigidisce) se vuoi?(Si avvicina a lui e l

provoca)

MARIO –(Lui ha un Brivido e si scosta) Io non so se è il caso!

SILVIA – È per il tuo compleanno!

MARIO – (Molto sorpreso) Compleanno? (Riflette) Ho capito: un’altra balla di Enrico! (Lei annuisce e lo

            bacia sul collo e lui si ritrae)

SILVIA - … non ti piaccio?

MARIO – (Deglutendo) Scherzi?

SILVIA – Allora? Mi autorizzi a continuare?

MARIO – Si! (Stavolta prova a baciarla lui, sulle labbra. Lei lo blocca)

SILVIA - Ma le regole le detto io! (Mettendogli un dito sulle labbra) Ok?

MARIO – Mi atterrò scrupolosamente! Promesso! (Lei lo tira per la giacca, verso la camera da letto)

(La luce si abbassa. Dalla stanza si sente un po’ di trambusto, poi la voce di Mario,          implorante)

MARIO – Piano, ti prego… altrimenti…

SILVIA – … non ti farò male… se non lo vuoi!

MARIO – Per il momento no… mmhhh… poi vedremo!

(Si sente una sonora risata di Silvia)

Buio casa di Silvia/Luce bar

Scena VI

Enrico e Rio

(Enrico è seduto al bancone, Rio pulisce dei bicchieri)

ENRICO – Sono curioso di sapere com’è andata!

RIO – L’appuntamento era due ore fa! Se qualcosa fosse andato storto, l’avremmo già saputo!

ENRICO – Già, ma anche se tutto è andato bene… perché non si fa sentire? Credi che sia ancora a casa di

            Eva? (Sorrisetto malizioso) Beh, dopo un anno! Avrà da recuperare…

RIO - … caro le costa!

ENRICO – Scemo! (Ridono di cuore entrambi)Domani mi faccio raccontare tutto da Eva…

RIO - … ma non è carino! (Gesto di sufficienza da parte di Enrico) Allora vengo anch’io! Così, per

            curiosità…

ENRICO - … muori dalla voglia di conoscere Eva, dì la verità?

RIO – Sì, è vero!

ENRICO – È fantastica! Non è solo bella, sensuale e… (Sospira mordendosi il labbro inferiore) tutto il

            resto, è anche molto colta!

RIO - Incredibile! Nonostante tutti i suoi “flirt”, ha trovato il tempo e la voglia di…(Riflette) colta? Va da lei

            per conversare o per…

ENRICO – … con una come Eva, non ci vai solo per quello! Con lei, hai altre gratificazioni…

RIO - … gratificazioni? Di che tipo?

ENRICO – Con lei puoi parlare, confidarti… insomma lasciarti un po' andare... tutte cose difficili da fare, a

            volte, con la tua donna!

(Rio rimane in silenzio e scruta Enrico)

ENRICO – Ti sei ammutolito, Rio? Ti ho scandalizzato?

RIO – No! Pensavo all’ultima frase che ha detto: “… cose difficili da fare con la propria donna… “ …

ENRICO - … già! Io, poi, ne ho avute parecchie…

RIO - … ma nessuna era “sua”!

ENRICO – Touché, monsieur le barman!

Buio bar/Luce casa Silvia    

Scena VII

Mario e Silvia

(Mario esce dalla camera da letto, visibilmente provato, i capelli arruffati, si sta ancora infilando la camicia. Ha l’espressione contenta e sognante. Lei è in piedi, vicino il divano, si sistema il vestito, lui non si accorge di lei e le va             addosso, istintivamente la abbraccia)

SILVIA - Ehi non ti è bastato? (Risponde all’abbraccio, sensuale) Calmati, alla tua età … (Ride) rischi un

            coccolone!

MARIO – Scusa, non ti avevo vista! (Divincolandosi, dolcemente, dall’abbraccio) Un “coccolone”?

SILVIA - Non sottovalutare quanto ti dico! (Esce di scena)

MARIO – (Alzando la voce per farsi sentire da Silvia) Ma che stai dicendo?

SILVIA – (Rientrando) Dico che non sei più un ragazzo! Dovresti avere l’esperienza per capire che una

            “débâcle” può starci!

MARIO – D’accordo, ma giacché tu sei stata così “professionale”…

SILVIA - … il mio lavoro lo faccio sempre seriamente! Cosa credi che…

MARIO - … niente da obiettare! (Impacciato) Proprio per questo mi sono sentito in dovere di fare la mia

            parte…

SILVIA - … va bene, poi ci sei riuscito… (Lo scruta sorridendo) ma metterci tutto quell’impegno, non ti fa

            bene! Cerca di dosare le energie! Accidenti, sembravi uno che non lo faceva da mesi!

MARIO -(Sedendosi sul divano, tra se) E già! (Sorriso amaro) Ti andrebbe di suonare qualcosa? (Indicando

            il violoncello)

SILVIA – Ora?

MARIO – È troppo tardi, hai paura di disturbare i vicini?

SILVIA – No!

(Silvia si alza, va allo strumento, impugna l’archetto, scioglie le dita e comincia a suonare. Mario ascolta rapito il breve brano, quando è finito si avvicina e le da un bacio leggero sulla fronte)

MARIO – Brava! (Comincia a raccogliere le sue cose)

SILVIA – Vuoi restare qui, stanotte? (Ripone il violoncello sul supporto. Si avvicina)

MARIO - (Incredulo) Qui?

SILVIA – Ti ripugna passare la notte con una pros…

MARIO - … no! Non voglio sentire quella parola! Non riesco ad associarla a te! (Le da le spalle,

            imbarazzato)

SILVIA – (Lo stuzzica) Scommetto che non sei mai andato con una… (Mario si volta, con un gesto di stizza)

            va bene, non la dico! Questa è stata la prima volta, sbaglio?

MARIO – (Rassegnato) No, non sbagli! Da giovani, insieme ai miei amici, si andava in giro, la notte,

capitava di incontrare delle… quelle. Io non ci andavo! A qualcuna offrivo una bevanda calda, ci

parlavo… (Sorride) tutto li.

SILVIA – Quindi, il tuo stereotipo è la “peripatetica”… (Lo guarda sorridendo) questo termine ti piace di

            più?

MARIO – Tu non sei… quella cosa li?

SILVIA – No, decisamente! Potrei essere definita un’Escort, ma io non accompagno i miei clienti! Vedi un

po’ tu di trovare il termine adatto…

MARIO - … pensi sia necessario? (Lei alza le spalle. Lui è impacciato) Volevo… a proposito di quello che

            hai detto prima…

SILVIA - … cosa?

MARIO – Che ti è sembrato non lo facessi da un… ehm… un po’ di tempo. (Imbarazzato)Effettivamente

            non lo facevo da… circa… un anno!

SILVIA – (Si avvicina a Mario, lo prende per mano e lo guida verso la stanza da letto) Vieni, voglio farti un

regalo!(Mario è titubante) Dai, voglio proprio vedere, una volta“sbloccato”, cosa sei capace di fare! (Sorride)

MARIO – Farò del mio meglio… (Salutando con le dita atteggiate come uno scout) parola di Boy Scout!

Buio casa Silvia/Luce bar   

Scena VIII

Rio, Enrico e Cristiana

(Rio sta ordinando il bancone. Arriva Enrico)

RIO – Buonasera, dottore! Notizie del nostro maestro?

ENRICO – È da ieri che non lo vedo e sento! Ho provato a chiamarlo, non risponde! Sono andato a casa sua

ma no c’è! Ho provato a chiamare Eva: non risponde neanche lei! Che sia successo qualcosa di spiacevole?

RIO – Questa sera deve andarle a portare i soldi, no?

ENRICO – Si! (Arriva Cristiana) Guarda chi si vede! Che piacere! Prego, prende qualcosa?

CRISTIANA – Volentieri! (Si siede) Come va?

RIO – Adesso che è arrivata lei, benissimo!

CRISTIANA – Che carino! Lei, dottore, tutto bene? La vedo un po’ preoccupato!

ENRICO – Effettivamente non sono tranquillo… non lo siamo entrambi! Si tratta del nostro amico, il

            maestro… ricorda?

CRISTIANA – Sicuro!

ENRICO – Non lo vediamo e sentiamo da ieri…

CRISTIANA - … io l’ho visto stamani!

ENRICO e RIO – Dove?

CRISTIANA – Alla mia boutique! Era con una giovane signora, molto carina ed elegante!

ENRICO – Sulla trentina, capelli lisci, chiari… un metro e settanta circa?

CRISTIANA - Proprio! (Cerca qualcosa nella borsa)

ENRICO – (A Rio, senzafar sentire a Cristiana) Eva!

RIO – Eva?

ENRICO – Lei!

CRISTIANA – (Riemerge dalla borsa) Bella coppia!

(Enrico è inebetito, Rio interviene)

RIO - Che cosa prende, signora Cristiana?

CRISTIANA – Solo un caffè, grazie!

RIO – Dottore, lei?

ENRICO – Qualcosa di forte!

RIO – Whisky?

ENRICO - Doppio!

(Rio si volta)

CRISTIANA – Dicevo: bella coppia, davvero! Anche se si vede la differenza d’età, sembrano molto affiatati.

            Direi innamorati!(I due uomini sono sbalorditi)

ENRICO – Si nota tanto?

CRISTIANA – Oh, si! Lei lo guardava adorante e lui la chiamava “bambina”…

ENRICO – (Tra se) … mio Dio, “BAMBINA”! Che ho combinato?

CRISTIANA – È ricco il maestro?

ENRICO – Direi proprio di no! (Riflette) Lo è stato!

CRISTIANA - (Riflette) Infatti lei usa la sua carta di credito! Allora sono proprio innamorati!

ENRICO – (Si domina, ma è furioso) Hai capito, Rio, sono “innamorati”!

CRISTIANA – (Guarda ora Enrico ora Rio) Sembra che le dispiaccia!

ENRICO - Scherza? Sono felicissimo! Vede, il mio amico, è stato lasciato dalla moglie, un anno fa

e…saperlo di nuovo “innamorato”, non può che farmi tanto, tanto piacere! (Si morde il labbro, nervosamente)

(Suona il cellulare di Cristiana che si alza, risponde, allontanandosi di un passo)

RIO – (Stringendo il braccio di Enrico) Adesso cosa facciamo? Come lo tiriamo fuori da quest’impiccio?

ENRICO – (A denti stretti) Ahi, mi fai male… (Si volta verso Cristina con un largo sorriso. Poi a Rio)

            vedrai che qualcosa m’invento… (Dolorante) e lasciami ‘sto braccio!

CRISTIANA – (Chiude la telefonata e si riavvicina ai due) Scusate! Dov’eravamo rimasti? (Entrano in

            scena Mario e Silvia/Eva. Sottobraccio, sembrano contenti, spensierati) Ecco il vostro amico!

(Tendendo la mano a Mario che si esibisce in un perfetto baciamano) Maestro, signora Silvia, ci incontriamo di nuovo!

Scena IX

Tutti

SILVIA – Signora Cristiana, che piacere! (Stringe, a sua volta, la mano di Cristiana. Si defilano parlottando

            tra loro. Mario rimane in piedi ad un passo dai due e li guarda sorridendo)

ENRICO – (Guardando, incredulo, Rio) Hai visto?

RIO – (Alza le spalle) Chi è?

ENRICO – È Eva!

RIO – Se l’ha chiamata Silvia?

ENRICO – Perché, io mi chiamo “Alfredo”?

RIO – Aahh… ho capito!

ENRICO – HABEMUS PAPAM!

MARIO – Allora, vecchio farabutto, come te la passi?

ENRICO – Ehi, Mariuccio… (Imbarazzato)

RIO - … maestro! Tutto bene? (Tende la mano che Mario stringe)

MARIO – Direi di si! (È raggiunto dalle due donne) Posso presentarvi Silvia? Il dottor Enrico Caprioli. Lui

è Alterio, detto “Rio”, nostro figlioccio e barman preferito! (Silvia stringe la mano di Rio e poi di Enrico che non la guarda negli occhi)

SILVIA – Silvia Bonetti! Piacere! (Non molla la mano di Enrico il quale la guarda, ora, terrorizzato) Sa che

            lei somiglia in modo incredibile a un mio vecchio amico, Alfredo!

ENRICO – (Mentre Rio non riesce a trattenere una risata) Ma dai?

MARIO – Davvero gli somiglia? Sarebbe bello farli incontrare!

ENRICO – Dici? (Rio non ce la fa più)

SILVIA – Penso sia impossibile, purtroppo, Alfredo non c’è più! (Incenerisce Enrico con uno sguardo)

MARIO – (Ironico) Mi dispiace!

CRISTIANA – Sedetevi con noi!

SILVIA – Volentieri, ma dobbiamo fare un sacco di cose, prima di sera! Magari un’altra volta! Vero, amore?

ENRICO – (Tra se) Amore!

MARIO – Sì, bambina, un’altra volta! (Da una pacca sulle spalle a Enrico) Con il dottore non ci si annoia di

            certo! Poi devo offrirgli un drink, per “ringraziarlo” di un favore che mi ha fatto…

ENRICO - … un favore? (Rio si volta per nascondere una risata) Ah, sì, è vero!  Non importa, tra di noi…

MARIO - … no! Sono in debito! (Rivolto a Cristiana) Arrivederci Cristiana! (A Rio, sorridendo) Ciao

            ragazzo!  (A Enrico, con una smorfia) Ciao, delinquente!

SILVIA – Arrivederci Rio… (Rio fa un inchino) ciao Alf… scusi... arrivederci Enrico! (Saluta Cristiana e si

            allontana con Mario)

CRISTIANA – Sono proprio una bella coppia! È un piacere vedere due persone che si vogliono così bene! (I

            due non sanno, dove guardare) Da quanto sono insieme?

ENRICO – Da quanto? (Cercando aiuto nel bicchiere di whisky e negli occhi di Rio) Da quanto?

RIO – Da… un po’! (Si rifugia sotto il bancone)

CRISTIANA – Mi sembra che lei sia un po’ “fuori”! Dev’essere la gioia per aver constatato che il maestro

            sta “benissimo”, immagino?

ENRICO – Già, proprio così! (Beve tutto in un sorso)

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

(Prima dell’apertura del sipario, Enrico si aggira sul proscenio con circospezione. Indossa un impermeabile, un cappello floscio, occhiali scuri. A tracolla un fodero di binocolo piuttosto voluminoso. Si sentono dei passi, dietro il sipario. Enrico si nasconde. Dal tendaggio esce Mario, aria soddisfatta, si aggiusta la cravatta e se ne va. Enrico lo segue con lo sguardo, poi estrae il binocolo dal fodero e lo punta nella direzione, dove è uscito. Ha un gesto di disappunto)

ENRICO – Porcaccia miseria, ha preso di nuovo la Metro!(Rimette il binocolo nel fodero. Osserva il

tendaggio, infila la testa dentro, da un’occhiata. Si toglie il cappello, gli occhiali e li mette in tasca)Speriamo di avere più fortuna domani! (Sconsolato fa per andarsene, ma, dalla tasca, tira fuori una busta, dentro ci sono dei soldi. Ha un lampo negli occhi) Da Eva… cioè… da Silvia… lo “beccherò” li! Sono “strasicuro”! (Si dilegua)

SIPARIO

Scena I

Silvia, Mario ed Enrico

(Casa di Silvia. Lei e Mario stanno conversando. Suona il campanello. Mario la guarda, interrogativo)

SILVIA – (A Mario) Non aspetto nessuno! (Verso la porta) Chi è?

ENRICO – (Da fuori) Alfredo… vabbe’… Enrico!

(I due si guardano, in apprensione)

SILVIA –(A Mario) È meglio che non ti trovi qui! Va in camera da letto! (Mario esce)

SILVIA – (Va ad aprire. Rientra con Enrico) Accomodati!

ENRICO – Grazie!

SILVIA – (Dura) Lo sai che devi sempre prendere un appuntamento?

ENRICO - Mi dispiace, io sarei venuto, come d’accordo, il giorno dopo… (Si guarda intorno) ma poi ci

            siamo visti…

SILVIA -… va bene, non importa! (Infastidita)

ENRICO -Tu sei stata irrintracciabile, per più di due settimane!

SILVIA - Io non sono scappata!

ENRICO – Certo! Cristiana mi diceva che andavi al suo negozio, con Mario… (Gira ancora lo sguardo

            intorno alla stanza) già… Mario… (Abbozza un sorriso) è un po’ che non lo vedo! Mi chiedevo se…

SILVIA - … lascia stare Mario! Perché sei qui?

ENRICO - (Estrae una busta dalla tasca della giacca)Ecco, Eva… cioè… Silvia? Qual è il tuo vero nome?

SILVIA – (Con noncuranza) Non credo ti riguardi!

ENRICO – (Incassa) Qui ci sono i soldi. Va bene il solito?

SILVIA – Va benissimo. (Prende la busta e la poggia, disinteressata, sul divano. Lui continua a curiosare.

            Lei se ne accorge e gli indica la porta)

ENRICO – Beh, pensavo… se non aspetti nessuno…

SILVIA - … no, non aspetto nessuno! Non aspettavo neanche te!

ENRICO – Vado! (Si avvia ma poi si ferma, si volta) Scusa, una curiosità! (Silvia è spazientita) Mi chiedevo

            se… se Mario… (Silvia sta per scoppiare) ha… ha accordato il contrabbasso?

SILVIA – È un violoncello!

ENRICO – Sì, v i o l o n c e l l o! (Silvia lo guarda nervosa)

(Suona il cellulare di Silvia. Risponde allontanandosi. Enrico ne approfitta per guardare dietro il violoncello, dietro e sotto il divano, alzare i cuscini, poi guarda verso la camera da letto, sospettoso. Silvia chiude la telefonata)

SILVIA – Bene, penso che…

ENRICO - … scusami, potrei avere un bicchiere d’acqua, ho una sete…

SILVIA – (Molto spazientita) Va bene, ma poi vai via! Ho da fare!

ENRICO – Certo!

(Silvia va in cucina. Enrico apre la porta della stanza da letto e guarda dentro. Mario fa in tempo a nascondersi dietro la porta. Enrico chiude parzialmente la porta e poi la riapre di slancio, quasi sbattendola sul naso di Mario. Richiude la porta poco convinto. Mario rimane attaccato al muro con gli      occhi sgranati tirando il fiato)

SILVIA – (Rientrando) Ecco la tua acqua!

ENRICO – Grazie! (Beve un sorso) Se penso che, in altre occasioni mi avresti offerto…

SILVIA - … questa, non è una di quelle occasioni!

ENRICO - Me ne vado… (Silvia lo guarda di traverso) stavolta sul serio! Ciao e… buona fortuna!

SILVIA – (Sorrisetto beffardo) Altrettanta a te e a Cristiana!

ENRICO – (Sorpreso) Ah… Cristiana! (Molto in imbarazzo) So che vi siete viste…

SILVIA - … prendiamo un caffè insieme, ogni tanto, si parla… (Studia la reazione di Enrico)

ENRICO - … e già! Voi donne avete sempre un sacco di cose da dirvi! (Nervosamente)

SILVIA – Stai tranquillo: di te, io, non parlo mai! Che motivo avrei per farlo?

ENRICO – Nessuno… nessuno… (Indietreggia, alzando le mani e si affretta a uscire, non prima di aver

            guardato dietro l’appendiabiti)

Scena II

Mario e Silvia

(Esce Mario dalla zona notte, scuotendo la testa)

MARIO – È addirittura entrato in camera da letto…(Riprende fiato)

SILVIA - … veramente? Mi ha mandato apposta in cucina, per l’acqua… (Arrabbiata) bastardo!

MARIO – Per poco non mi scopriva! È incorreggibile!

SILVIA – Non so come ho fatto a trattenermi dallo spaccargli la testa?

MARIO – Non esagerare! Dopotutto…

SILVIA - … ti rendi conto, è venuto qua con la scusa dei soldi, ma voleva sapere! Di te! Voleva che io gli

            raccontassi… figlio di… lo vedi, mi fa sragionare! Poi avrebbe colto l’occasione, già che era qui…

MARIO – Mi dispiace…

SILVIA - … di cosa?

MARIO – Per colpa mia hai dovuto… ehm… rinunciare a un cliente! (Imbarazzatissimo)

SILVIA – Che cosa dici? (Arrabbiata, ma anche lei è un po’ in imbarazzo)

MARIO – Scusa, sono una bestia! (Si volta per sfuggire al suo sguardo)

SILVIA – Bravo! Un po’ di autocritica non guasta! (Gli mette un braccio sulla spalla) Dovresti imparare,

            però, a giustificare meno gli altri e ad avere un po’ più di autostima!

MARIO – Hai ragione…

SILVIA - … e a te, quando darai ragione?

MARIO – Quando capirò di averne!

SILVIA – (Sconsolata) È una battaglia persa! Dai, vieni qua e parliamo un po’!

MARIO – Parliamo?

SILVIA – Perché, che sei venuto a fare?

MARIO – (Rassegnato) A… parlare?

SILVIA – Esattamente! Siediti, ti preparo qualcosa da bere!

MARIO – Sono astemio…

SILVIA – (Alzando gli occhi al cielo)… allora il solito caffè? (Mario annuisce, quasi scusandosi)

(Silvia esce, Mario si siede e sospira, guardando mestamente il pubblico)

Buio casa Silvia/Luce bar

Scena III

Cristiana, Enrico e Rio

(Enrico da solo. Legge un giornale, lo sfoglia nervosamente. Arriva Cristiana, lui non si accorge del suo arrivo. Lo studia per un po’, poi, sorridendo, gli tocca la spalla, una piccola “palpatina”)

CRISTIANA – Buongiorno dottore! Sta aspettando qualcuno?

ENRICO – Sì, una donna affascinante… (La squadra ben bene) e misteriosa! (Si alza e gira intorno alla

donna) Posso controllare? (Cristiana annuisce          divertita. Le prende la mano, le fa fare una giravolta) Sì, è proprio lei, la donna che aspettavo! Posso offrirle un drink? (Le offre lo sgabello)

CRISTIANA - (Sedendosi) Grazie! Perché “misteriosa”?

ENRICO – (Siede anche lui) Perché, a volte, sembra che lei mi nasconda qualcosa! Confesso: la cosa mi

            stuzzica!

CRISTIANA – Un po’ di mistero è il sale della vita!

ENRICO – Nella sua ce n’è molto? (Sospettoso)

CRISTIANA – Può darsi! Nella sua?

ENRICO – (Si da un tono) Direi di si! Insieme a… piccanti vivande!

CRISTIANA – Sono d’accordo con lei, otre al “saporito”, ci vuole anche il “piccante”! (Ironica)

ENRICO – Le piacciono i piatti “molto piccanti”?

CRISTIANA – Oh si!

ENRICO – Si affida agli altri o sceglie lei?

CRISTIANA – Decido io! Salvo che, la proposta, non sia veramente, allettante!

ENRICO – Ho l’impressione che lei sia una buongustaia! Vero?

CRISTIANA – Indovinato! Lei no?

ENRICO – Caspita! Di palato finissimo!

CRISTIANA – Interessante!

ENRICO – Che ne dice di condividere questa nostra passione per la “buona cucina”? Magari parlandone una

            sera, a cena…

CRISTIANA - ... è un’idea!

ENRICO – Va bene, stasera?

CRISTIANA – Non perde tempo lei! (Lo squadra compiaciuta) Cosa le fa pensare che accetti?

ENRICO – Un presentimento!

CRISTIANA – Ne ha spesso di questi “presentimenti”?

ENRICO – No, ma quando arrivano, difficilmente sbaglio!

CRISTIANA – Deciso, sicuro… (Lo guarda intensamente) anche troppo!

ENRICO – Ho sbagliato?

CRISTIANA – No, credo che il suo presentimento, sia giusto anche stavolta! (Ride di gusto)

ENRICO – Del tu ce lo diamo da subito o… aspettiamo che la cena ci risulti gradita?

CRISTIANA – Anch’io ho un presentimento!

ENRICO – Cioè?

CRISTIANA – Sento che la “cena”, sarà di nostro gusto! Possiamo darci del tu fin da ora!

ENRICO - Posso dimostrare tutta la mia soddisfazione?

CRISTIANA – Non voglio nemmeno pensare cosa hai in testa, perciò rimanderei la dimostrazione, a un altro

            momento! Ok? (Enrico annuisce, sorridendo. Lei si guarda attorno) Dov’è Rio?

ENRICO – Come dicono in Francia: “Cherchez la femme”!

CRISTIANA – Beata gioventù! Ho visto che hai molta confidenza con quel ragazzo.

ENRICO – (Sorride) Mario ed io lo conosciamo dalla nascita! Eravamo amici di suo padre! Siamo quasi

            degli zii…

CRISTIANA - … degli zii? Ho sentito che vi da del “lei”!

ENRICO – Questo sì, è una cosa che ha sempre preteso suo padre!(Riflette) Vuole molto bene a Mario e a

me…

CRISTIANA - … a proposito! Dov’è il maestro?

ENRICO – Sarà, come il solito, con Ev… Silvia! (Seccamente)

CRISTIANA – Silvia! È proprio una bella persona, sai? Mi ricorda un po’ me, qualche tempo fa!

ENRICO – (Sorpreso) Silvia?

CRISTIANA – Si! Anch’io ero così solare, elegante…

ENRICO - … lo sei tuttora!

CRISTIANA - … spigliata! Disinibita!

ENRICO – Disin… non lo sei più?

CRISTIANA – Meno!

ENRICO – Ecco… (Arriva Rio) ciao Rio!

RIO – Eccomi, scusate, ma ero occupato con un fornitore! (I due sorridono, Rio se ne accorge e lancia uno

sguardo furbesco a Enrico che gli fa l’occhiolino) Cosa desiderate?

ENRICO - Ah, sì! Che cosa prendi?

CRISTIANA – Un whisky!

ENRICO – Per la signora, un whi… (Rivolto a Cristiana) un whisky?

CRISTIANA – Per l’appunto! (Sorriso smagliante)

ENRICO – Due whisky!

Buio bar/Luce casa Silvia)

Scena IV                                                        

Mario e Silvia

(Entrano Silvia e Mario. Hanno con loro molte buste, hanno fatto shopping)

MARIO – (Sgranchendo le braccia) Quante cose compri! Ti piace proprio, eh?

SILVIA – Erano mesi che non facevo shopping! (Tristemente) Non faccio molta vita pubblica…

MARIO – Lavori molto… (Si pente subito di quello che ha detto)scusa!

SILVIA – Figurati! Ho un “cachet”, molto alto! Mi bastano pochi, scelti clienti!

MARIO – Te lo puoi permettere! (La guarda estasiato) Quindi avresti tempo per uscire, vedere gente! Hai

            degli amici?

SILVIA – No… (Riflette) o meglio: da un po’ credo di aver incontrato, almeno due persone, che posso

            considerare “amici”!

MARIO – Bene! Chi sono? (Allusivo)

SILVIA – Uno sei tu e devo ringraziarti, perché, l’altra persona, l’ho conosciuta, tramite te!

MARIO – Parli di Cristiana?

SILVIA – Esatto! Mi trovo bene con lei! Abbiamo avuto delle esperienze simili…

MARIO - … tu e Cristiana?

SILVIA – Anche lei è nata e vissuta in una piccola città. Fin da bambina, ha frequentato la sartoria della

madre e la sua passione era disegnare vestiti. Si è laureata in Architettura, poi si trasferita qui a Roma. Ha seguito corsi di design per la moda! Si è “specializzata”. Dopo di che ha cercato lavoro      presso qualche atelier… (Mario ascolta incredulo) ma sembra che, anche li, sia indispensabile “starci”, per lavorare!

MARIO – (Deglutendo) Allora?

SILVIA – Allora? Piuttosto che concedersi per un tozzo di pane, ha pensato di farsi pagare, adeguatamente,

per i suoi “favori”! Tutto qui! Poi, con i soldi messi da parte, ha aperto una piccola boutique! Ha lavorato sodo! Qualche ex cliente, le ha dato delle dritte e ora dirige uno dei più importanti punti vendita di una rete in franchising, a livello mondiale!

MARIO – Non lo avrei mai immaginato…

SILVIA - … non sembra un’ex pro…?

MARIO - … e dai! Lo sai che non mi va di sentire quella parola! (Riflette) Mi pare che tra lei ed Enrico stia

 nascendo qualcosa…

SILVIA - … è già in corso!

MARIO – Ah! Credi che gli dirà di… insomma… di quello che mi hai raccontato?

SILVIA – Sì, glielo dirà! È importante che lui sappia!

MARIO – Giusto! (Si avvicina a Silvia) Quanto è accaduto a Cristiana, potrebbe essere di stimolo per te!

SILVIA – Stimolarmi a far che?

MARIO – (Riflette) Anche tu hai una passione, se non ricordo male? (Accarezza il violoncello)

SILVIA – Credi che non ci abbia già pensato? Dovrei applicarmi, trovare i canali giusti, avere più tempo…

MARIO - … o “fame”?

SILVIA – Fame?

MARIO – Si! Fame di soddisfazioni! Bisogno di sentirsi felice, di fare quello che ti piace!

            Indipendentemente dai soldi…

SILVIA - … i soldi sono importanti!

MARIO – Forse hai ragione tu! (Riflette) Se avessi dato importanza a quello che ho guadagnato,

probabilmente, non mi troverei nelle attuali condizioni.(La guarda) Che te ne fai di tanti soldi, se non li puoi spendere, “quando” vuoi?

SILVIA – Io li spendo, quando e come voglio! (Risentita)

MARIO – Sei sicura? (Lei lo guarda irritata) Quando è stata l’ultima volta che sei andata a teatro, al

Cinema… (Silvia è contrariata)al mare o a cena fuori, con un’amica o un amico? Non per… “lavoro”! Da quanto non vai a trovare i tuoi, stai un po’ con loro? Non ti viene il desiderio di rivedere i tuoi vecchi amici? (Lei alza le spalle) Come spendi i tuoi soldi? Compri vestiti che indossi per (Deglutisce, imbarazzato) per i… clienti!

SILVIA – (Molto infastidita) Sono cose che non ti riguardano. Credi che essere venuto a letto con me…

            “gratis”… ti autorizzi a criticare quello che faccio?

MARIO – Io non avevo intenzione di…

SILVIA - Dovrei sbatterti fuori di casa.

MARIO – Giusto, ho esagerato! (Pentito ed imbarazzato. Si dirige verso l’uscita)

SILVIA - (Lo raggiunge e gli prende la  mano) No, caro maestro, ti tengo qui, con me… (lo fa sedere al

            divano) cosa vuoi dirmi? Ti ascolto! Sono curiosa!

MARIO – Scusami se m’intrometto nella tua vita, ma… io… io ho una figlia che, ha circa la tua età…

            (Silvia lo guarda incredula)

SILVIA – … chi l’avrebbe detto! Ti somiglia?

MARIO – No! È il ritratto della madre, non solo fisicamente. (Sconsolato)

SILVIA - Dove vive, qui a Roma?

MARIO – No! In Canada!

SILVIA – Lavora, studia?

MARIO – Niente di tutto questo! Vive! Con i soldi che le manda la madre…

SILVIA – Tu non le dai nulla?

MARIO - Purtroppo i miei soldi sono finiti un anno fa, quando, mia moglie, ha prosciugato il conto in

            banca… il mio, naturalmente!

SILVIA – La vedi spesso, la senti?

MARIO – Non la sento e vedo da quando mia moglie se n’è andata! Non che prima succedesse spesso. Ci

            vedevamo, al massimo, due volte l’anno! Ero io che andavo da lei.

SILVIA – Ed ora?

MARIO – Finiti i soldi, il suo interesse per me è cessato! Naturalmente, mi assumo le mie responsabilità! Io

non c’ero mai! Sempre in giro a fare concerti, registrazioni. Quando ero a casa, mi chiudevo nello studio, col             pianoforte, non volevo essere disturbato! Mia moglie vigilava su questo: guai a disturbare il “maestro”, la gallina dalle uova d’oro! Non l’ho vista crescere, né l’ho vissuta! Un bel giorno, era diventata maggiorenne, mi ferma per casa e mi dice: ”Papino… (Sorrisetto amaro) mi sono diplomata e ho intenzione di conoscere un po’ il mondo! I soldi non ti mancano, quindi, se puoi ritoccare un po’ la mia “paghetta”, te ne sarò grata!”.

SILVIA – Così?

MARIO – Più o meno, anzi, credo che abbia usato meno parole! Ritoccai la paghetta e… e se ne andò!

(Scuote la testa) Questa è la triste storia di Mario Tardini, una volta apprezzato pianista, marito e padre “felice”.  Vittima della crisi profonda in cui versa il mondo dello spettacolo e di una moglie e una figlia interessate, esclusivamente, al suo denaro. Il nostro ha dovuto rinunciare al suo prestigioso attico nel centro di Roma, al suo studio e al suo magnifico pianoforte “Gran coda”. Ora vive in un piccolo appartamento, nel suo quartiere d’origine, si esercita con un “Quarto di coda”, nel box di un amico, si guadagna la “stozza” dando lezioni private e accordando i pianoforti altrui.

SILVIA – (Dopo un breve silenzio) Poco fa stavi per dirmi qualcosa ed io ti ho interrotto, chiedendoti di tua

            figlia!

MARIO – Sì, volevo dirti… (Imbarazzato) per carità, non ho intenzione di parlarti “come un padre”! Dopo

            quello che c’è stato tra noi, sarebbe… di cattivo gusto!

SILVIA – Non vuoi parlarmi come un padre. Allora, come?

MARIO – Un amico! No?

SILVIA – Si! Lo sei e… hai già detto tutto!

MARIO – Non mi sembra!

SILVIA – Lo hai fatto, credimi! Adesso parlo un po’ io, va bene? (Mario annuisce. Lei si alza, si avvicina al

            violoncello, lo accarezza) Ti propongo un accordo, amico mio!

MARIO – Di che si tratta?

SILVIA – Prima ci prendiamo un buon caffè, poi ne parliamo! Vieni! (Gli porge la mano)

(Mario si alza, prende la mano di Silvia ed escono. Cambio di scena, esterno, Enrico, impermeabile, occhiali scuri e cappello, è appostato col binocolo in mano. Da un portoncino esce Silvia, giaccone sportivo, custodia del violoncello sulle spalle. Mette un cappello di lana e si allontana. Enrico la       segue con lo sguardo, lei esce di scena, si sente il rumore di un motorino. Enrico si affretta e la segue)

Buio esterno casa Silvia/Luce bar

Scena V

Rio, Cristiana e Silvia

(Rio è al bancone. Arriva Cristiana)

RIO – Buongiorno signora Cristiana!

CRISTIANA – Buongiorno caro!

RIO – Bella giornata vero?

CRISTIANA - Magnifica! Pensavo di fare una passeggiata al mare!

RIO - Ottima idea! Mi dispiace di non poter lasciare il bar, l’avrei accompagnata volentieri!

CRISTIANA – Rio, che dici? (Compiaciuta)

RIO – Le darebbe fastidio?

CRISTIANA – Rio! (Sorride, finta infastidita)

RIO – (Sorridendo anche lui) Cosa le preparo?

CRISTIANA – Sto aspettando Silvia! Ci pensiamo quando arriva lei!

RIO – Va bene! (Ha un’idea) Se mi sgancio dal bar, posso accompagnarvi al mare, a tutte e due?

CRISTIANA – Ehi, non demordi, eh? (Fa finta di picchiarlo su una mano)

RIO – A Roma si dice: “Chi ce prova nun è…”

CRISTIANA - Ecco Silvia!

SILVIA – Buongiorno Cristiana, Buongiorno Rio!

RIO – Buongiorno signora Silvia!

SILVIA – (Rivolta a Cristiana) Hai già preso qualcosa?

CRISTIANA – No, aspettavo te! Io prendo un caffè, tu?

SILVIA – Anche per me, grazie Rio!

(Rio va sul retro)

CRISTIANA – Cara, come va?

SILVIA – Direi bene! Che mi dici del tuo dottore, lo stai studiando?

CRISTIANA – Sì, devo ancora capire bene che tipo è!

SILVIA – Cristiana… (Si guarda intorno e controlla dov’è Rio. Attira a se Cristiana) … mi sono accorta che       mi spia e…

CRISTIANA - … ti spia?

SILVIA – Sì, non solo, spia anche Mario!

CRISTIANA – Perché?

SILVIA – Forse vuole capire cosa fa il suo amico? È un po’ che non si vedono, lui sa che io e lui…

            (Sorride)ci frequentiamo! Vorrà capire cosa c’è tra noi?

CRISTIANA – Cosa c’è tra voi?

SILVIA – Sicuramente una bella amicizia… (Cristiana la guarda maliziosa) sì! Posso dire che ci vogliamo

            bene!

CRISTIANA – Accidenti! Lo ami? (Silvia scuote la testa) Lui ama te?

SILVIA – Neanche! Non è amore, assolutamente no!

CRISTIANA – Ci vai a letto?

SILVIA – Sì! Ma non è amore! Non è proprio il mio ideale di uomo!

CRISTIANA – Il maestro deve essere un formidabile amante, allora?

SILVIA – Direi proprio di no… (Sorride)cioè, niente di speciale!(Cristiana è esterrefatta) Insomma mi piace

            la sua compagnia!

CRISTIANA – Ti fai pagare? (Silvia la guarda sorpresa) Scusa se sono un po’ rude, ma tra noi non c’è

            problema, vero?

SILVIA – (Annuisce) No, non mi faccio pagare! Diciamo che… (Sorride) mi piace fargli un regalo, ogni

            tanto!

CRISTIANA – Mi permetti di dire: “Chi vivrà vedrà”?

SILVIA – (Sospira) Te lo permetto! (Ridono entrambe. Rientra Rio)

RIO – Ecco i caffè… (Le guarda compiaciuto) siete due belle donne, ma con quel sorriso sulle labbra… (Lo

            guardano sospettose) siete favolose!

CRISTIANA – Rio, la frequentazione assidua dello “zio Enrico”, si fa sentire, eh?

RIO – (Sorriso sfrontato) Cioè?

CRISTIANA – Hai capito benissimo, non fare il finto tonto! (A Silvia) Ha tirato su un bel “marpione”…

            (Sorride) il dottor Caprioli! Vero Rio?

(Rio sorride e torna sul retro)

CRISTIANA – Dunque, mia giovane e bella amica, da uno scherzo, non troppo carino, sta nascendo…

(Scruta Silvia) “qualcosa”? (Silvia non risponde, guarda altrove)Non mi hai mai detto chi è stato a mandare Mario da te, con la scusa del pianoforte!

SILVIA – No… (Impacciata) non lo voglio dire a nessuno! È una cosa che rimane tra me e Mario!

CRISTIANA – Sarà, ma io, una mezza idea me la sono fatta! Comunque, non hai voglia di vendicarti?

SILVIA – (Colpita) Altroché! (Riflette) In fondo non si è trattato di uno scherzo così pesante, però chi lo ha

            fatto si meriterebbe una vendetta, anche leggera!

CRISTIANA – Se vuoi ti aiuto a trovare qualcosa? Io vado matta per le vendette…

SILVIA - … Cristiana?

CRISTIANA – Quelle “leggere”, naturalmente!

(Ridono di cuore.  La luce si abbassa, cambia la scena, esterno casa di Silvia. Arriva Mario, si guarda intorno. Quando è sicuro di non essere osservato,suona il citofono. Risponde Silvia)

Scena VI

Mario e Silvia

SILVIA – Chi è?

MARIO – Mario! Sei pronta? Sono con il taxi!

SILVIA – Arrivo!

(Mentre aspetta, Mario, continua a guardarsi intorno, sospettoso. Esce Silvia, ha con sé un trolley e il violoncello, nella custodia, sulle spalle)

MARIO – Da qua, ti aiuto! (Fa per toglierle il violoncello dalle spalle)

SILVIA - Prendi questo!(Gli da il trolley) Grazie, a “lui” penso io! (Gli da un bacio sulle labbra, Mario

            rimane inebetito) Andiamo,“maestro”!

(Mario si scuote. Si allontanano. Rumore di auto che parte)

Scena VII

Rio ed Enrico

(La luce si rialza. Cambio scena, bar vuoto. Arrivano da direzioni diverse Rio ed Enrico. Si salutano e si sistemano. Rio dietro il bancone, Enrico su uno sgabello)

RIO – Non so più che pensare! Sono quasi tre mesi che il maestro non si fa vedere, ne sentire! Sappiamo

            dalla signora Cristiana che sta bene, anzi, benissimo!

ENRICO – (Laconico)Posso confermarlo!

RIO – (Esterrefatto) Che vuol dire? L’ha visto? Ci ha parlato?

ENRICO – Visto! Solo visto!

RIO – E non l’ha fermato? Non gli ha chiesto perché…

ENRICO - … secondo te, quando si pedina una persona, lo chiami e gli dici: “Ciao, come va? Sono un po’ di

giorni che ti spio! Che vai a fare li, chi incontri di la… che accidente fai che noi non sappiamo?" (Rabbioso)

RIO – Beh, no! Non è carino!

ENRICO – Rio… (Gli stringe il braccio) Non è carino? È da deficienti!

RIO – L’ha spiato… (Lo guarda di traverso) ma è capace, a fare queste cose? Magari, lui l’ha vista! Bella

            figura del cavolo!

ENRICO – Non mi ha visto, tranquillo!

RIO – Come le è venuta in mente una cosa del genere?

ENRICO – Perché lui non mi avrebbe… non ci avrebbe detto mai, dove andava, cosa faceva!

RIO – (Un po’ divertito) Cosa s’è inventato?

ENRICO - Mi sono appostato sotto casa sua, a debita distanza…

RIO – … aveva anche il suo binocolo? Quello potentissimo, della marina?

ENRICO – Naturalmente!

RIO – Pensi se l’ha vista qualcuno?

ENRICO – Mi sono “camuffato”! Dovevo sapere cosa faceva Mario…

RIO - … e l’ha scoperto, almeno?

ENRICO – Neanche per sogno! Lo sai che lui si sposta in metro o in autobus! Che facevo, salivo

            sull’autobus con lui? Allora sì, che mi avrebbe scoperto! Rio, ho sete!

RIO - … le preparo un cocktail? (Enrico annuisce) Finisca di raccontarmi!

ENRICO – Insomma, non sono riuscito a sapere dove va! Ho pensato di spiare Eva… cioè Silvia…

RIO - … nooo, anche lei?

ENRICO – Non sapevo più cosa fare! Non potendo stare tutto il giorno davanti casa sua, mi son visto

costretto a farlo, per molti giorni, in orari sempre diversi! Finalmente, dopo circa dieci giorni, l’ho vista uscire…

RIO - … col maestro?

ENRICO – No, col contrabbasso!

RIO – Violoncello!

ENRICO – Vabbè, col “coso” sulle spalle, ha preso lo scooter…

RIO – (Divertito) … lo scooter? Sportiva, la “signora”!

ENRICO – Si! Vedendola su quella moto, con il contr… quell’accidente di strumento, a tracolla, vestita

come una studentessa… non diresti mai che è una… (Sognante) mi eccitava pensarla, in certi momenti, con quell’aria da ragazza per bene... mmhhh… (Rio lo guarda serio, lui si scuote) insomma l’ho seguita! Un’avventura, è arrivata dall’altra parte di Roma! Lì dove c’è quella scuola di musica, famosa…

RIO - … ho capito! Allora?

ENRICO- Allora che? È andata a scuola! Niente di più!

(I due rimangono in silenzio, guardandosi. All’improvviso, Rio si scuote)

RIO – Tutto qui, e il maestro?

ENRICO – Mario? Di lui non so niente, niente… porcaccia miseria! (Esasperato) Ma se lo becco, lo

            strozzo…

Scena VIII

Cristiana, Enrico e Rio

(Arriva Cristiana, trafelata)

CRISTIANA – Buonasera, che fate? Non accendete la radio?

ENRICO – La radio?

CRISTIANA – Non sapete niente?

RIO – Che cosa dovremmo sapere?

CRISTIANA – Non c’è tempo per spiegare… (A Rio) accendi! Sintonizzala su Radio Due!

ENRICO – Cos’è questa storia?

CRISTIANA – Taci e ascolta…(Guarda l’orologio, preoccupata)

ENRICO - … ascoltare cosa?

CRISTIANA – Rio, non perdere tempo! (Rio accende la radio)

ENRICO – (Guarda Cristiana) Non ci capisco niente, vuoi, cortesemente, spiegarmi…

CRISTIANA – Dottore, per piacere, non sentiamo niente!

ENRICO – E vabbè! (Fa sedere Cristiana. Si guarda con Rio che è senza parole)

VOCE FUORI CAMPO - Buonasera gentili ascoltatrici e ascoltatori di Radio Due! Trasmettiamo, dalla

prestigiosa Carnegie Hall di New York, l’esibizione di due musicisti italiani, Silvia Bonetti, al violoncello e Mario Tardini, al pianoforte. Eseguiranno brani di Brahms, Chopin, Liszt, Beethoven. Inizieranno con un breve ma intenso, brano di Charles Camille Saint-Saëns: “Le cygne”.Vi auguriamo un buon ascolto!

(Parte il brano e i due uomini si guardano allibiti.La musica si abbassa, i tre rimangono qualche istante in silenzio. Rio va sul retro)

CRISTIANA – Emozionante! (Si soffia il naso)

ENRICO – (A Cristiana) Tu sapevi di questa cosa?

CRISTIANA – Naturalmente! Silvia me ne aveva parlato!(La musica cessa, si affretta a spegnere la Radio.

 Arriva Rio con tre flûte e una bottiglia di spumante)

RIO – Prego, signori, per festeggiare il momento magico dei nostri amici! (Versa lo spumante)

CRISTIANA – Grazie Rio, che pensiero carino! (Alza il bicchiere) Ai nostri amici!

(Bevono tutti)

RIO – Non so se sono più sorpreso o emozionato?

(Ognuno si perde dietro i propri pensieri)

ENRICO – (È il primo scuotersi) Perché nasconderci… (Guardando Rio) quello che stavano progettando?

CRISTIANA - Mario voleva farvi una sorpresa!

ENRICO – Incredibile, ha mantenuto il segreto per mesi!

RIO – (Commosso) Ora capisco l’assenza del maestro … (Guarda Enrico) e lei non è riuscito a scoprire

            nulla…

ENRICO – (Lo fulmina con un’occhiata) … mai avrei pensato che stavano preparando una cosa del

genere… (Anche lui commosso) sono bravissimi! (A Rio) Le mani di Mario non hanno fatto i “capricci”! È guarito

RIO – Già! Signora Cristiana, ora che lo sappiamo anche noi, può dirci com’è nata questa idea?

CRISTIANA – Da un accordo!

(Enrico e Rio s’irrigidiscono e si guardano tra loro)

ENRICO e RIO – (Voltandosi insieme verso Cristiana) Accordo?

CRISTIANA – Proprio così! Silvia ha deciso di cambiare vita …

ENRICO - … cambiare vita? (Cerca lo sguardo Rio che guarda nel vuoto)Rio, hai sentito? Perché, cosa fa…

            ehm… nella vita?

CRISTIANA – Signori, lo sapete benissimo, cosa fa o faceva! Non ne parlate mai?(Enrico e Rio fanno i

            “vaghi”)

ENRICO – Siamo uomini di mondo, è naturale! L’accordo cosa prevedeva?

CRISTIANA – Silvia avrebbe cambiato vita se, Mario, l’avesse aiutata a riprendere una sua vecchia

passione! Il violoncello, appunto! Se non fosse riuscito a portarla, almeno una volta, a esibirsi in un auditorium, avrebbe ricominciato la sua “solita” vita! Mario è stato talmente bravo da portarla li, dove avete sentito! (Nasconde un sorrisetto beffardo)

RIO - (Guarda Enrico che è assente. Guarda l’orologio) Scusatemi, sono qua fuori, se avete bisogno di

            me…

CRISTIANA –… va bene Rio! (Rivolta a Rio che esce) Cos’hai? (A Enrico che è pensieroso)Qualcosa non

            va?

ENRICO – (Le prende la mano) Sono rimasto colpito da quello che ha fatto Mario! Pensare che…

CRISTIANA - … che?

ENRICO – Da Eva… cioè Silvia…

CRISTIANA - … come sai che si faceva chiamare Eva?

ENRICO – Beh, vedi… ehm… io…(Molto in imbarazzo)

CRISTIANA - … sei un suo “cliente”?

ENRICO – (Deglutendo) Veramente… si!

CRISTIANA – E bravo Enrico! (Sorride)

ENRICO - Sono io che ho mandato Mario da lei, con l’inganno! L’ho fatto per… per aiutarlo! (È sorpreso

            della tranquillità di Cristiana)

CRISTIANA – Silvia mi ha raccontato dello “scherzo”, ma non mi ha detto chi era “l’amico” che lo aveva

            organizzato! (Tocca il braccio di Enrico) Io sapevo che eri stato tu! (Enrico si volta di scatto)

ENRICO - Che cosa pensi di me, adesso?

CRISTIANA – Che sei un incorreggibile burlone!

ENRICO – Solo questo? (Appare rinfrancato)

CRISTIANA – Anche un incosciente, irresponsabile e… non mi vengono aggettivi con la “i”, altrimenti

            continuerei! (Sorride, ma Enrico è serio)

ENRICO – Se avessi solo immaginato… Rio ha cercato di impedirmi di…

CRISTIANA - … non devi pentirti di averlo fatto! Dovresti essere contento, visto quello che è successo!

ENRICO – Dici?

CRISTIANA – Dico! Hai contribuito alla realizzazione di un sogno, alla svolta di Silvia! Una nuova vita si è

            aperta per lei e per Mario! Ce n’è per essere contenti, non trovi?

ENRICO – Sei grande Cristiana! Sono proprio contento di averti incontrata!

CRISTIANA – Anche se non sai, in pratica, niente della mia vita?

ENRICO – Tu hai detto, una volta, che il mistero è il sale della vita!

CRISTIANA – Ma la verità è il pane! (Riflette, lo studia) Ti piace salato o insipido?

ENRICO – Il pane? Salato! Perché?

CRISTIANA – Ti farò assaggiare un pane molto salato! (Lui la guarda curioso) Voglio raccontarti la mia

            vita!

ENRICO – Quando?

CRISTIANA – Non adesso! Devo andare a lavorare! Stasera, a cena!

ENRICO – Va bene, ma perché mi lasci con questa… ehm… curiosità?

CRISTIANA - Perché mi piace! Ora vado, a stasera! (Si alza e si allontana di un passo. Si spegne la luce sul

tavolo. Luce su Cristiana. Prende il telefono, forma un numero) Pronto, Silvia? Ciao! Tutto a posto, non si sono accorti di niente! La registrazione era perfetta, avrebbe ingannato chiunque! Devo ringraziare il mio amico, in Rai, è stato gentilissimo!… … Come dici?... … Fortunatamente             sono stata veloce a spegnere la radio prima della specifica che si trattava di uno scherzo!... … Sì, sarà stato l’auditorium di Foligno e non la Carnegie Hall, ma l’acustica era magnifica… … Comunque è un luogo di fama internazionale… … però dovevamo esagerare, per tramortire quel buontempone? Avessi visto la faccia… … si… … c’era anche Rio … … era emozionatissimo… … che caro ragazzo… … siete bravissimi… … davvero! Vedrai che a New York ci arrivate… … non scherzo… … Enrico? No, non ancora… … glielo dico stasera, a cena! Lo voglio far cuocere un po’, se lo merita, non trovi?… … Bene, ci sentiamo… … quando tornate?... … Ah, domani… … va bene, buona giornata!

Buio bar/ Luce casa Silvia

ScenaIX  

Silvia e Mario

(Entrano Silvia e Mario, lui è bendato. Lei ha la custodia del violoncello sulle       spalle, lo guida al centro della scena. A ridosso della parete di sinistra c’è qualcosa coperto da un telo)

SILVIA – Aspetta qui! (Rimette al suo posto il violoncello e torna da lui)

MARIO – Dai Silvia! Che gioco devi fare? Perché mi hai bendato?

SILVIA – Un po’ di pazienza, maestro! (Si avvicina, da dietro gli prende le mani e le porta dietro la sua

 schiena, lui s’irrigidisce) Tranquillo, non ti farò del male!

MARIO – Peccato!

SILVIA - Non era a quello che pensavo… (Glielo sussurra nell’orecchio. Mario sorride) porco! Veniamo al

dunque! (Mario annuisce) Ci sei riuscito, maestro Tardini, mi hai portato a suonare in un auditorium…

MARIO - … di una città di provincia!

SILVIA – Comunque di prestigio! Bene, io cambio vita… (Sorride) per la verità l’ho già fatto! (Mario

            annuisce) Se ricordi bene, il nostro accordo prevedeva una clausola che tu, hai accettato “al buio”!

MARIO – Ricordo perfettamente! Mi parlasti di una “sorpresa”!

SILVIA – Esatto! L’ho in mente dal nostro primo incontro! Sei pronto?

MARIO – Certo! (Lo porta davanti alla cosa coperta e gli toglie la benda) Cos’è?

SILVIA - Scopri!

MARIO – (Scopre una parte, sollevando un lembo del lenzuolo,è un pianoforte) Il mio “Quarto di coda”! Lo

            hai fatto portare qui! È questa la sorpresa?

SILVIA – No, è la condizione per onorare la clausola!

MARIO – Come la onoriamo ‘sta clausola? (Voltandosi verso di lei, sorpreso)

SILVIA – (Lo spinge verso il piano) Lo “facciamo” sul pianoforte…

SIPARIO