L’AEREO PIÚ SFIGATO DEL MONDO
COMMEDIA IN DUE ATTI
Autore
CAMILLO VITTICI
Iscrizione S.I.A.E. N. 118123Codice Opera: 904010A
(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera)
PERSONAGGI
Amilcare Un passeggero
Martina Moglie di Amilcare
Codegoni Un passeggero
Luana Segretaria di Codegoni
Gustavo Un passeggero
Raimonda Moglie di Gustavo
Giovanna La hostess
Volabassi Il comandante
Più due altri eventuali personaggi (vedi ultima pagina)
La storia si svolge a bordo di un aereo
La storia
Una commedia, forse la prima, che si svolge all’interno di un aereo, in cui la fantasia e l’inventiva del regista si può sbizzarrire.
Siamo a bordo di un aereo low cost piuttosto scassato e sfigato.
Un capitano non vedente, la hostess leggermente alticcia e passeggeri alquanto ansiosi.
Riusciranno i nostri eroi almeno a decollare?
Tuttavia, dopo parecchie peripezie, preghiere e scongiuri, i passeggeri riescono, con buona dose di fortuna, comunque ad atterrare.
PRIMO ATTO
(Il decollo)
(Siamo a bordo di un aereo. Scenografia con un portellone e alcuni oblò laterali e una fila di 6 poltrone. A destra il posto di pilotaggio; in parte il sedile della hostess)
HOSTESS: (Ha qualche difetto fisico, tipo zoppia o altro). Forza signori, avanti c’è posto; siamo pronti al decollo. Benvenuti a bordo dell’aeromobile dell’AVIA CRUCIS. (Entrano ad uno ad uno i 6 passeggeri)
AMILCARE: Buongiorno signorina. Pronti, il biglietto. Guardi che sono in seconda classe perché mi hanno detto che la prima costa il doppio
HOSTESS: Prego signore, si accomodi alla poltrona A fila 17
AMILCARE: Devo mettermi in fila?
HOSTESS: La fila si riferisce alla 17, si deve sedere alla poltrona A
AMILCARE: Ho capito; alla poltrona A perché mi chiamo Amilcare. A come Amilcare. Scusi, se ho ben capito, la mia signora che si chiama Martina allora dovrebbe andare alla poltrona M. Vieni Martina, fa vedere il biglietto alla controllora
HOSTESS: La sua signora è alla fila 17 al sedile B, proprio accanto a suo marito
MARTINA: Ma proprio alla fila 17 ci doveva mettere?
HOSTESS: E’ l’unica che ha i sedili fissati al pavimento. Gli altri, durante i vuoti d’aria, rischiano di andare a sbattere contro le pareti
MARTINA: Mi scusi signora bigliettaia, volevo chiederle se su questa corriera…
AMILCARE: Ma Martina, non hai ancora capito che questo è un aeroplano? Scusi signorina, ma è la prima volta che lo prendiamo e non siamo pratici
MARTINA: Insomma, volevo dire se qui sopra ci sono i gabinetti pubblici perché mi hanno trovato la colite e ogni tanto ho bisogno di correre
HOSTESS: Stia tranquilla signora, qui c’è tutto quello che le serve, anche il bagno; uno solo, ma c’è. Comunque le ricordo che questo è un volo low cost e, ogni volta che dovrà andare in bagno, dovrà versare due euro
MARTINA: Me l’ha detto la signorina quando abbiamo fatto il… ce… ce…
AMILCARE: Il cecchino, si chiama cecchino, Martina
MARTINA: Me l’ha detto la signorina quando abbiamo fatto il cecchino, ma guardi… guardi qua… io mi sono portata anche il rotolo della carta igienica per risparmiare. Magari in prima classe c’è e, forse, anche gratis, ma qui nel reparto dei poveri…
AMILCARE: Te l’avevo detto Martina che con questi voli si paga tutto. Potevi metterti il pannolone, no!
MARTINA: Ci avevo pensato, ma mi hanno detto che su questi apparecchi i sedili sono stretti. Siccome sono larga di didietro… se avessi messo anche il pannolone avrei dovuto viaggiare in piedi e lo sai che ho la cervicale alle caviglie
HOSTESS: Prego signori, accomodatevi al vostro posto che stanno arrivando gli altri passeggeri
AMILCARE: (Cercando i posti). Eccola qui; fila 31. Io mi siedo alla A e tu alla B
MARTINA: Sei sicuro Amilcare che siamo nel posto giusto?
AMILCARE: Certo che sono sicuro; non hai sentito la controllora? Io alla A e tu alla B
MARTINA: No, non volevo dire questo… Sei sicuro che non siamo in una lavanderia?
AMILCARE: In una… Perché dovremmo essere in una lavanderia?
MARTINA: Guarda tutti questi sportelli; non ti sembrano come quelli della lavatrice? Sono rotondi…
AMILCARE: Se li hanno fatti così vuol dire che vanno bene così. E adesso sta un po’ zitta e non facciamo brutte figure
MARTINA: Amilcare…
AMILCARE: Che c’è ancora?
MARTINA: Cosa aspetta a partire ‘sto coso?
AMILCARE: Non vorrai che parta solo con noi due. C’è ancora altra gente che deve arrivare
MARTINA: Amilcare…
AMILCARE: Che c’è Martina?
MARTINA: E le valige? Dove le avranno messe le valige?
AMILCARE: Molto probabilmente le avranno legate sopra con due tiranti come hanno fatto con la Cinquecento quando abbiamo fatto il viaggio di nozze
MARTINA: Chissà che polvere si prenderanno. E se piove? E pensare che ci ha messo i vestiti più belli per il nostro venticinquesimo di matrimonio. Ho messo anche la vestaglia trasparente che ti piaceva tanto
AMILCARE: Senti Martina, non farmi pensare che sono riuscito a sopportare per 25 anni la tua lingua sempre in movimento altrimenti mi butto subito nella lavatrice. Stai quieta e zitta almeno per mezz’ora
MARTINA: Hai fame Amilcare? Se hai fame mi sono portata due panini col salame e la bottiglia del vino. Durante il viaggio potrebbe venirci fame
AMILCARE: Adesso non ho fame. Mi hanno detto che poi passerà qualcuno a portarci qualcosa da mettere sotto i denti
MARTINA: Come in trattoria?
AMILCARE: Non lo so Martina! Comunque chi vivrà vedrà
MARTINA: Pensi che vivremo Amilcare?
AMILCARE: Adesso cos’è questa storia?
MARTINA: Sei sicuro che si alza per aria questo coso? E se cade?
AMILCARE: Se cade… fregatene! È il tuo l’apparecchio? No! E allora? Zitta che arriva gente. Cerchiamo di non fare brutte figure
(Entra il commendator Codegoni- vestito di nero- con l’avvenente segretaria Luana. Mostrano il coupon e prendono posto accanto ai primi)
CODEGONI: Bella sfortuna non aver trovato i posti in First Class. Ci toccherà viaggiare con il popolino
LUANA: Purtroppo, commendatore, quando mi ha dato l’incarico, i posti erano tutti esauriti
CODEGONI: Ci adatteremo, tanto il volo dura solo poche ore. Non vedo l’ora di arrivare
MARTINA: Mi scusi signor coso…
CODEGONI: Commendator Codegoni, signora
MARTINA: Vuole che le presti i miei occhiali? Sono un po’ presbitera e mi mancano un po’ di dottrine, ma però con questi riesco a leggere mica male
CODEGONI: Mi scusi signora, ma perché dovrei usare i suoi occhiali?
MARTINA: Ho sentito che non vedeva l’ora di arrivare
CODEGONI: Oh, bella questa! Ma no, quando mi sposto ho sempre fretta. Ho un sacco di affari da sbrigare e il tempo per me è tanto oro. Dimmi Luana; tutto a posto col programma?
LUANA: Tutto perfetto commendatore, scarichiamo il bagaglio, lo consegniamo all’impresa , poi cena e la notte al Savoy
CODEGONI: Camera matrimoniale, vero…
LUANA: Ma certo commendatore; tutto già predisposto, camera matrimoniale
MARTINA: Scusate; anche voi in viaggio di nozze?
LUANA: Ma no, signora; è un viaggio di lavoro. Io sono la segretaria particolare del commendatore
MARTINA: E la camera matrimoniale? Cosa centra col viaggio di lavoro… Adesso capisco perché li chiamano viaggi di piacere
AMILCARE: Ma vuoi star zitta Martina? Lo sai che queste persone importanti lavorano anche di notte
MARTINA: Se lo chiami lavoro tu… quello lì. Sta di fatto che è da un bel po’ che noi due quel lavoro lì non lo facciamo più, né di giorno nè di notte. Mica per niente mi sono portata il baby doll trasparente
AMILCARE: Sempre meglio dei mutandoni di lana che ti metti tutte le sere
CODEGONI: Comunque siamo già in ritardo. Mai in orario questi aerei. (A voce alta verso la hostess). Hostess! Si può sapere perché non decolliamo?
HOSTESS: Perché c’è una persona che non vuol saperne di salire a bordo
CODEGONI: Le dica che è normale; tutti hanno un po’ di paura. Gli faccia coraggio…
HOSTESS: Giel’ho detto, ma non vuole sentire ragioni. E' proprio il coraggio che gli manca
CODEGONI: Ma chi è ‘sto tizio?
HOSTESS: E’ il capitano! Comunque stanno provando a convincerlo
MARTINA: Sicuro Amilcare che non era meglio prendere il treno o la corriera?
AMILCARE: Il treno o la corriera per arrivare su un’isola? Guarda che sei stata tu a voler andare a Creta! A proposito, posso finalmente sapere perché hai voluto a tutti i costi andare a Creta?
MARTINA: Perché mi dici sempre che sono ignorante e scema e così, stando in mezzo ai suoi abitanti, che sono i Cretini, potrai capire la differenza fra me e loro e ti convincerai che sono intelligente
AMILCARE: Allora potevamo andare all’isola di Caprera perché le capre sono più stupide di te
MARTINA: Amilcare, che dici? Che siamo partiti?
AMILCARE: Non credo, non sento nessun movimento
MARTINA: Io invece i movimenti li sento già nella pancia
AMILCARE: Attenta che quello che arriva dopo il movimento della pancia ci costa due euri. Tieni duro Martina
MARTINA: Amilcare, guarda giù; per me siamo già partiti; da questa altezza sembrano delle formiche
LUANA: Guardi signora che sono proprio delle formiche. Dobbiamo ancora partire
MARTINA: Mamma mia che disastro!
CODEGONI: Cos’è successo? È già andato a fuoco un motore?
MARTINA: No, mi stavo dimenticando di telefonare alla mamma per dirle dove siamo e come stiamo
AMILCARE: Ci mancava anche la telefonata alla suocera adesso…
MARTINA: (Al cellulare). Mamma, ciao, sono la Martina, volevo dirti che ho preso l’aereo. Come non mi senti? Se ti sento io vuol dire che mi senti anche tu. Come? Ma sì, quello che vola. Certo che ha le ali se vola. Amilcare; la mamma dice che anche le galline e i tacchini hanno le ali, ma non volano, ma questo coso dovrebbe volare, almeno spero. Comunque siamo già saliti a bordo… Non brodo, cosa centra il brodo mamma? A bordo, dentro. Cosa dici mamma? Parla più forte. Come? Se ho paura di volare? Ma neanche un po’, l’unica paura che ho non è quella di volare, ma è quella di precipitare, ma tanto c’è l’Amilcare qui con me che mi fa coraggio. Come dici mamma? Di non sporgere la testa dal finestrino perché a prendere aria mi viene la sinusite? Ma no, sta tranquilla; lo terrò chiuso e farò a meno di uscire mentre voliamo. Chiudo perché costa troppo. Ti telefonerò quando sarò arrivata perché mi hanno detto che alle volte arriviamo davvero. Salutami la zia Dora, la zia Celestina, il fruttivendolo, il fornaio…
AMILCARE: (Togliendole il cellulare). E tutto il paese. Un saluto alla mia suocera e anche alla Gina. Anzi, mi dica se la Gina ha partorito. Due gemelli?
LUANA: Complimenti per i gemelli
AMILCARE: Grazie. Comunque stanno bene? Come? Uno moro e l’altro biondo? Bene, aspetto di vederli appena torniamo a casa… se torniamo. (Spegne il cellulare)
LUANA: Bellissimo; ha sentito commendatore? Uno moro e l’altro biondo. Sono di vostra figlia i due gemelli?
AMILCARE: No, sono della Gina; lo dicevo io, dalla Gina non potevano nascere che due bellissimi vitelli
CODEGONI: Ma insomma, quando si decide a partire questo trabiccolo? Hostess! Venga un attimo. Le faccio rispettosamente sapere che ogni minuto di ritardo è una bella somma che perdo
HOSTESS: Il ritardo, caro signore, è solo determinato da cause di forza maggiore. Il pilota, che finalmente si è deciso a salire, ha sentito un rumore provenire dai motori e non riesce a capire da dove proviene
CODEGONI: E allora che si fa?
HOSTESS: Nessun problema; c’è voluto un po’ di tempo ma abbiamo cambiato pilota. Dovrebbe essere a bordo fra poco. Comunque attendiamo gli ultimi due passeggeri e siamo pronti al decollo
MARTINA: Ci sarà da fidarsi, signorina, a partire?
HOSTESS: Ma no, stia tranquilla; volare non è pericoloso. E' precipitare che è pericoloso, ma non succede quasi mai
MARTINA: E se succede?
HOSTESS: Nessun problema… Vuol dire che toccheremo terra prima del previsto. Eccoli gli ultimi passeggeri. (Ritorna sul fondo. Entra Gustavo con uno zaino in spalle e Raimonda, la moglie, che indossa un salvagente tipo ochetta e, sul petto, ha applicata due immaginette). Finalmente siete arrivati; mancavate solo voi. I signori sono alla fila 31 posti E e F. Mi scusi signore, le faccio presente che non si possono tenere i bagagli in quel modo; devono essere deposti nelle apposite cappelliere
GUSTAVO: Primo non ho nessun cappello da deporre nelle apposite cappelliere e, secondo, questo non è un bagaglio, ma un paracadute. Non si sa mai. Meglio prevenire che cadere. Questo, se non le dispiace, me lo tengo fino all’arrivo
HOSTESS: E lei signora? Cos’è quel coso che ha addosso?
RAIMONDA: Siccome di paracadute mio cognato, che è paracadutista dilettante, ce ne ha prestato solo uno, dovendo volare sopra il mare ho pensato che potrebbe essere utile in caso di naufragio. Comunque ho portato anche il costume da bagno. Non si sa mai…
HOSTESS: Comunque depositi il suo bagaglio a mano sotto il sedile
RAIMONDA: Quale bagaglio a mano? Io non ce l’ho il bagaglio a mano
HOSTESS: E quella borsa che ha cos’è?
RAIMONDA: E’ una borsa, ma è un bagaglio a braccio, non a mano
HOSTESS: Sentite, siamo già in ritardo; prendete i vostri posti che fra poco decolliamo. Vi consiglio comunque di depositare quei due vostri armamentari in parte ai sedili altrimenti sareste davvero scomodi. (I due eseguono e si siedono)
GUSTAVO: Senti Raimonda, si può sapere perché ti sei attaccata al vestito le immaginette di quei due santi?
RAIMONDA: Questo è il santino di San Giovanni Decollato, il patrono dei decolli. Vedrai che con lui l’aereo si alza senza fermarsi a metà salita
GUSTAVO: E l’altra?
RAIMONDA: Questa? È San Giuseppe, il patrono della buona morte se per caso i motori andassero a fuoco prima dell’atterraggio
GUSTAVO: Ma mi dici perché dovrebbe succedere proprio a noi?
RAIMONDA: Senti Gustavo; perchè, se dicono che volare è sicuro, l'aeroporto e' detto terminale?
CODEGONI: Mi sembrate un po’ nervosi voi due
RAIMONDA: Eh sì, molto
CODEGONI: Ma… e' la prima volta?
GUSTAVO: No, siamo stati nervosi anche altre volte, ma mai come adesso
LUANA: Ma non vi sembra di esagerare un po’ troppo?
GUSTAVO: Eh, non si sa mai cosa può succedere quando non si hanno i piedi per terra. Avevo un amico che faceva il pilota e non sa cosa gli hanno scritto sulla tomba…
CODEGONI: Sulla tomba? Morto di vecchiaia o…
GUSTAVO: Sulla lapide gli hanno scritto: “Qui giace Mario Bianchi, pilota aviatore, che, precipitando a terra, saliva al cielo”
AMILCARE: Forse era meglio davvero prendere il treno o la corriera Martina
MARTINA: Se non la smettono di raccontare certe cose quei due è la volta che anticipo la corsa al gabinetto, anche se costa due euri
GUSTAVO: Pensi che ogni tanto mi raccontava le sue avventure. Mi parlava di quando facevo il pilota nell'aviazione militare. Si è trovato un giorno con l'aereo in una nebbia fittissima, con l'altimetro fuori uso, il serbatoio quasi a secco, la radio scassata ed il carrello bloccato
LUANA: E’ stato quel giorno che è precipitato?
GUSTAVO: No, per fortuna, quella volta, non era ancora decollato
CODEGONI: E normale, altrimenti come avrebbe fatto a raccontarglielo?
HOSTESS: (Ai passeggeri). Quell’imbranato di un capitano non è ancor a bordo. Ancora un attimo di pazienza perché, poveretto, ha un bel difetto e gli è impossibile correre
LUANA: Non avrà una sedia a rotelle…
HOSTESS: Ma no, tranquilla, non si tratta di quello…
RAIMONDA: Per me gli scappa la pipì ogni 5 minuti…
HOSTESS: Nemmeno quello, e poi non sarebbe così grave. Comunque, se fosse quello, ci sarebbe da preoccuparsi perché su questo aereo c’è un bagno solo ed è solo per i passeggeri
AMILCARE: E quando gli scappa?
HOSTESS: Nessun problema, la fa dal finestrino della cabina. Deve stare solo attento che poi non gli vada a finire nei motori perché sarebbe un guaio serio. Pensate che durante il volo precedente è successo proprio così
CODEGONI: E il motore?
HOSTESS: Non solo si è fermato, ma anche staccato dall’ala, comunque l’altro per fortuna ha tenuto. (Lamenti di paura)
LUANA: E se accade anche ‘stavolta?
HOSTESS: Tranquilli! Prendete il passaporto, ve lo infilate bene in bocca e stringete forte
CODEGONI: Ma che senso ha farci fare tutto questo?
HOSTESS: Certo che ce l'ha! Sa poi il casino che viene su al momento di riconoscere le salme se ognuno non si tiene il proprio passaporto stretto in bocca. C’è il rischio di confondere i cadaveri. Oh, eccolo finalmente il capitano
VOLABASSI: ( Entra il pilota dal portello laterale subito prima della fila delle poltrone. Tutti notano che ha il bastone bianco e gli occhiali neri tipici dei non vedenti. I passeggeri sono spaventati). Tutto a posto Giovanna? Passeggeri con cinture allacciate? Il tempo?
HOSTESS: Si prevedono temporali a bassa quota e forti turbolenze ad alta quota
VOLABASSI: Pieno di carburante completato?
HOSTESS: Certo capitano; almeno lo spero. Insomma, sono quasi sicura
VOLABASSI: Bene, probabilmente ce la potremo fare. Speriamo di non avere vento contrari altrimenti ho i miei dubbi. (Cammina lentamente va al posto di pilotaggio guidandosi col bastone. I passeggeri, dopo averlo visto, fanno gesti di disperazione)
CODEGONI: Hostess, venga qui un momento. Ma è proprio sicura che sia quello il capitano?
HOSTESS: Ma certo che è il capitano; è uno dei tre capitani non vedenti in forza alla compagnia. Sa, bisogna capire, sono quelli che costano meno
CODEGONI: Ma come fa a decollare e atterrare se non ci vede?
HOSTESS: Non c’è niente da preoccuparsi; l’aereo è dotato dei più sofisticati e moderni sistemi di navigazione automatica, tanto che anche la figura del pilota può essere considerata superflua. Quindi tutti sereni e tranquilli che fra poco si parte. Devo solo chiudere il portellone esterno. (Esegue usando del filo di ferro o cose simili. Bussa alla porta della cabina). Tutto pronto. Capitano può decollare. (Gridando). Capitano, può decollare! Scusate, è un po’ sordo. (Il rumore dei motori cresce per poi calare subito dopo)
LUANA: E adesso che succede?
CODEGONI: Ma non si decolla ancora?
MARTINA: Siamo già arrivati Amilcare?
AMILCARE: Mah… mi sembra un po’ presto
GUSTAVO: Io ho la vaga impressione che non ci siamo mai mossi
RAIMONDA: San Giovanni Decollato pensaci tu!
HOSTESS: Per qualsiasi vostra esigenza siete pregati di suonare il campanello e sarò subito da voi. Bastano due squilli, così. (Suona un comune campanello a mano). Lo lascio in parte a questo sedile e non approfittate per fregarvelo
VOLABASSI: “E’ il vostro comandante Volabassi che vi parla. Avvertiamo i signori passeggeri che avremo ancora qualche istante di ritardo. Dalla torre di controllo ci avvertono che ci siamo dimenticati di fare il pieno di carburante. Basterà un paio di minuti per versarne qualche tannica nei serbatoi sperando che bastino per il nostro volo e subito dopo ci avvieremo al decollo. Il comandante vi ringrazia per la collaborazione e la vostra pazienza. Per occupare meglio i tempi di attesa la nostra hostess si occuperà di voi e per le vostre piccole esigenze”
HOSTESS: (Passando sul retro delle poltrone. A Martina). Eccomi; sono tutta per voi. Come avrete capito sono Giovanna, la hostess a vostra disposizione. Posso fare qualcosa per lei signora?
MARTINA: Sì, preghi per noi perché qui non sappiamo come andrà a finire
HOSTESS: Reciterò un Requiem aeternam per lei signora. (La hostess si fa il segno della croce e sta qualche secondo in raccoglimento. Ad Amilcare). E per lei signore?
AMILCARE: Se fosse possibile vorrei qualcosa da mettere sotto i denti
HOSTESS: Ogni desiderio dei nostri passeggeri è un gradito ordine. Ecco signore. Per lei uno stuzzicadenti. (Gli da uno stuzzicadenti che toglie dalla tasca). Lo metta pure sotto i denti. (A Codegoni). Qualcosa da leggere signore?
CODEGONI: Cos’ha di bello?
HOSTESS: Tutto quello che può rasserenare il suo viaggio. Guardi qua, scelga lei… Abbiamo… “La Rivista del viaggiatore sfigato”, “Mamma son caduto dall’aereo”, “Quando il mio aereo si schiantò contro l’Everest” e “Volando fra fulmini e saette”
CODEGONI: No, grazie; quando leggo in aereo mi viene il mal di testa
HOSTESS: (A Luana). E per lei signora?
LUANA: Signorina prego
HOSTESS: E per lei signorina?
LUANA: Vorrei tanto fumarmi una sigaretta; sa, è per farmi passare l’ansia del decollo
HOSTESS: Oh, quanto mi spiace, ma sul nostro volo le sigarette sono proibite. Sono ammessi solo sigari, pipe e canne di vario genere
LUANA: Ma nemmeno un alcolico?
HOSTESS: Oh, quanto mi spiace, ma sul nostro volo gli alcolici sono proibiti. Li tengono solo i piloti per riscaldarsi perché il vetro della cabina è rotto
MARTINA: Se gradisce noi abbiamo qui un fiasco di vino, giusto per tenerci su di morale. Gradisce?
LUANA: Perché no? Se succede qualcosa è meglio che succeda quando si è un po’ allegri. Grazie, gradisco. (Beve, da un bicchiere o direttamente dal fiasco). Buono, veramente buono, mi sento già meglio
CODEGONI: Un po’ anche a me? Grazie. È un ottimo corroborante contro il mal di volo
HOSTESS: Sentire sentire… (Anche l’hostess ne beve a più riprese). Ullallah, che delizia! Mi sento già volare. Volare, oh oh…
RAIMONDA: Eh no, calma; l’altoparlante ha detto che siamo ancora a terra
HOSTESS: (Un po’ alticcia). E lei signora? Cosa posso fare per lei?
RAIMONDA: Avrei bisogno di un calendario
HOSTESS: Un… un calendario? Ma per farne cosa?
RAIMONDA: Perché sul calendario ci sono tutti quanti i santi. Mi sa che avremo bisogno di tutti loro
HOSTESS: A bordo calendari non ce ne sono, ma abbiamo i libri che ho prima offerto al signore. Ah, guardi; ne ho un altro… “Faccio testamento prima dello schianto”. Lo vuole?
MARTINA: No. Anche a me, come il signore, viene il mal di testa quando prendo l’apparecchio
HOSTESS: Non rimane che lei signor… signor…
GUSTAVO: Gustavo
HOSTESS: Gustavo? E cosa gustava?
GUSTAVO: Gustavo la pace di casa mia prima che questa disgraziata di mia moglie mi avesse convinto di prendere un aereo. Mi hanno detto che quando si parte si ha un gran fastidio alle orecchie
HOSTESS: Ma ci son qua io per quello. Per lei ci vuole del chewing gum
GUSTAVO: A cosa serve?
HOSTESS: Per evitare che la differenza di pressione le dia fastidio all'udito. Eccone uno. (Se lo toglie dalla bocca e glielo da). E ne faccia buon uso. Comunque, su questa crociera il vino è consentito e consigliato; serve a darsi coraggio. (Esce dal fondo dove c’è la porta della cabina barcollando). Però, era forte quel vino!
MARTINA: Amilcare, mi sa che noi abbiamo sbagliato tutto
AMILCARE: Cos’è che avremmo sbagliato Martina?
MARTINA: Non hai sentito cos’ha detto la bigliettaia?
AMILCARE: Che il vino era forte
MARTINA: No, non quello; ha detto che su questa crociera il vino si può bere. Vuoi vedere che ci siamo sbagliati? Se stiamo facendo una crociera vuol dire che abbiamo preso una nave…
AMILCARE: Senti Martina, il mare lo dobbiamo attraversare; che sia un apparecchio o una nave noi nell’isola dei cretini ci arriveremo lo stesso. Adesso sta quieta che fra poco partiamo
RAIMONDA: Scusa Gustavo, ma mi sembra che qui ci sia qualcosa che non va
GUSTAVO: Veramente qui ce ne sono parecchie di cose che non vanno…
RAIMONDA: Mi sai dire perché questa fila di poltrone è girata verso la coda dell’aereo?
CODEGONI: E’ semplice signora; lo fanno per mettere qualche posto in più
RAIMONDA: Ostetrica! Ostetrica!
GUSTAVO: Si chiama hostess, Raimonda. (Arriva la hostess). Mi scusi signora ostiassa, ma non ci verrà la nausea a volare all’indietro?
HOSTESS: Come vede, signora, a lato di ogni sedile c’è il sacchetto per il vomito
RAIMONDA: Ma… Ma questi sono sacchi della pattumiera!
HOSTESS: Cosa pretende; con le tariffe low cost gli aerei sono quelli che sono, molto traballanti e vomiti a gogo’. La Compagnia ha dotato l’aereo di questi sacchi grandi così ne basta uno per tutti. Pensi che l’ultimo volo che abbiamo fatto è stato così turbolento che ho dovuto servire la cena versandola direttamente nei sacchetti per il vomito
RAIMONDA: Tutti i santi del cielo pensateci voi! (Gustavo divide in due parti il chewing gum e se le infila nelle orecchie)
RAIMONDA: Ma cosa fai Gustavo?
GUSTAVO: Cosa?
RAIMONDA: (Urlando). Perché ti metti la cicca nelle orecchie
GUSTAVO: L’ha detto la tizia; per i disturbi dell’udito durante il decollo ci vuole il chewing gum
RAIMONDA: Ma non penso sia da mettere nelle orecchie, è solo da masticare, se no non senti più niente
GUSTAVO: Almeno non sentirò più le tue stronzate. (Lo toglie). Ve beh, vorrà dire che me lo metterò dopo la partenza
(Si odono i motori dell’aereo che aumentano di potenza.
VOLABASSI: “Il comandante Valobassi vi da il benvenuto a bordo del volo 1717 dell’AVIA CRUCIS. Siamo pronti al decollo. Nei serbatoi sono state versate quattro taniche di benzina, ma, in caso di necessità o dubbio fondato che non bastino a coprire il percorso del volo, chiederemo ai gentili passeggeri di aggiungere la benzina dei propri accendisigari. Aggrappatevi ai rispettivi sedili, dite la vostra preghiera preferita e non fatevela addosso. A bordo non abbiamo deodoranti. Vi ringraziamo per avere scelto il nostro vettore. Siamo lieti di comunicarvi che tutti gli aerei dell’AVIA CRUCIS sono uno schianto. Come si schiantano i nostri aerei non si è mai schiantato nessuno. Per usare la vostra cintura di sicurezza, inserite la barretta di metallo nell'incastro, e tirate forte. Funziona proprio come tutte le cinture di sicurezza e se non sapete come funziona, probabilmente non dovreste andare in giro da soli. Se non trovate la cintura chiedete alla hostess del nastro isolante che, al bisogno, fa lo stesso. In caso di improvvisa perdita di pressione, le maschere ad ossigeno scenderanno dal soffitto. Smettete di strillare, acchiappate la maschera, e tiratevela sulla faccia. Se viaggiate con bambini piccoli, mettetevi la maschera prima di aiutarli ad indossarla. Se viaggiate con due bambini piccoli, decidete adesso quale dei due amate di più. Altre istruzioni pratiche di comportamento in caso di incendio, di ammaraggio, di caduta libera e conseguente schianto le troverete nel depliant davanti a voi. Potrete scegliere la lettura in inglese, cinese, aramaico e russo. Si raccomanda di spegnere le attrezzature elettroniche, spegnere cellulari e computer, togliere dalla propria sede dentiere, denti d’oro, di metallo e di ceramica, occhi di vetro, supposte per la nausea, pannoloni che, in caso di caduta, potrebbero procurare ferite ai passeggeri. Si consiglia inoltre di togliere gli apparecchi acustici così, in caso di caduta, non sentirete niente. Avvertiamo le signore portatrici di protesi al silicone che, durante il decollo, a causa di eventuali decompressioni, potrebbero scoppiare. Il comandante Volabassi vi augura buona fortuna". (Luana stringe i seni con un foulard o qualcosa di simile)
LUANA: Ma è sicuro commendatore che in quelle maschere ci sia veramente dell’ossigeno?
CODEGONI: Non penso che ci sia davvero dell'ossigeno. Credo che servano solo per attutire le grida di spavento dei passeggeri
HOSTESS: Pronti! Tenetevi forte! Si parte!
(Il rumore dell’aereo aumenta. Non vedendo che l’aereo non decolla ancora il brusio si trasforma in gridolini isterici mano a mano che la pista si consuma tipo “Non parte”, “Non ce la fa”, “Perché non si alza”- e diventano urla sempre più forti fino a urla terrorizzate)
HOSTESS: Visto? Ci siamo alzati
CODEGONI: Bella paura ci siamo presi. Ma come ha fatto il pilota a sapere che ormai eravamo in fondo alla pista se è cieco?
HOSTESS: Ha un sistema che non sbaglia mai. Quando sente le urla dei passeggeri riesce a capire quando è l’esatto momento di tirare la closh. (Rumore dei motori costante. Il suggeritore dovrebbe mimare delle posizioni- tipo virata, rullio, ecc. che i passeggeri dovrebbero eseguire in sincronia)
VOLABASSI: “E’ il vostro comandante che vi parla. Come avete potuto constatare il decollo è iniziato. Probabilmente ce la faremo ad arrivare in quota. Se il carburante basta e se il carrello tiene prevediamo anche di atterrare prima o poi. Il comandante Volabassi augura ai passeggeri buon volo, o almeno sopportabile. Per allietare il tempo del volo verrà diffusa una musica rilassante. Buon volo”. (Musica del Dies Irae. Si chiude il sipario fra gli scongiuri dei passeggeri)
SECONDO ATTO
(Volo e atterraggio)
(Ronzio esterno dell’aereo in volo)
MARTINA: Amilcare, perché si muove?
AMILCARE: Perché siamo partiti
MARTINA: Vuoi dire che siamo assunti in cielo?
AMILCARE: Adesso cerca di non pensare di essere la Madonna. Più che assunti in cielo stiamo salendo in cielo
MARTINA: Speriamo vadano piano nelle curve…
CODEGONI: Scommetto che il pilota sul cruscotto ha la targhetta che gli ha regalato la moglie con su scritto: “Non correre, pensa a me”
RAIMONDA: E a noi chi ci pensa Gustavo?
GUSTAVO: I tuoi santini attaccati al collo
LUANA: Commendatore, posso stringere la sua mano? Mi sentirei più sicura
CODEGONI: Stringa, stringa Luana, perché a me si sta stringendo qualcos’altro
VOLABASSI: "Signori passeggeri, e' il vostro capitano che vi parla. Questo e' il volo 17.17 dell’’AVIA CRUCIS. Stiamo volando in direzione di Creta, abbiamo appena raggiunto l'altezza stabilita, siamo a 5000 metri di altitudine, almeno credo… Potrete slacciare le cinture di sicurezza e muovervi liberamente, però per favore rimanete dentro l'aereo. Il tempo per fortuna e' buono; l'arrivo previsto è fra 2 ore circa, sempre che ci arriviamo... Oh mio Dio! Oh mio Dio!". (Alcuni istanti di silenzio e segni di terrore a bordo). "Signore e signori, mi scuso se poco fa vi ho fatto preoccupare, ma mentre parlavo la hostess mi ha fatto cadere sui pantaloni una tazza di caffè bollente che mi ha ustionato. Dovreste vedere come si e' ridotto il davanti dei miei pantaloni”
GUSTAVO: Beh, dovrebbe vedere lui come è ridotto il didietro dei miei!
VOLABASSI: Comunque fra pochi istanti vi verrà fornito il pranzo. Buon appetito. Per il vomito sono previsti sacchetti appositi. Se non li trovaste siete pregati di vomitare addosso al passeggero che avete accanto per non sporcare il pavimento. A bordo non sono previsti stracci per pulirlo, dovrete risucchiarlo direttamente con la bocca. Buon volo”
HOSTESS: (Uscendo dalla cabina). Signori, la pappa!
GUSTAVO: Ah, meno male che si mangia
HOSTESS: Si informano i signori passeggeri che su questo aereo sono previsti tre menù a loro insindacabile scelta. Primo menù: Antipasti di mare, per secondo saltimbocca alla romana e per terzo spiedini di pollo ruspante. Secondo menù: Carpaccio di salmone, per secondo linguine alla bolognese e per terzo trancio di aragosta. Terzo menù: Antipasto di filetti di trota croccanti, per secondo spaghetti alla carbonara e per terzo trancio di pesce spada con pepe nero di Cajenna. Per tutti, come dolce, torta amalfitana alla ricotta e pere. Da bere spumanti vari del suolo italiano. (Ad Amilcare). Il signore ha scelto?
AMILCARE: In questo momento una spaghettata va proprio bene. Menù numero 3
HOSTESS: A lei signore il menù numero 3. (Consegna un pacchetto come farà con tutti gli altri. Solo alla fine i passeggeri lo apriranno)
MARTINA: Cosa fai? Lo apri?
AMILCARE: Se ho fame ho fame
MARTINA: Ma non ti hanno insegnato la buona creanza? Si inizia a mangiare quando saranno serviti tutti, no?
HOSTESS: (A Martina). E per lei signora?
MARTINA: Siccome ho lo stomaco delicato e la pancia che brontola come la moka del caffè mi limiterei a prendere solo il salmone
AMILCARE: Perché prendi il salmone che non sai nemmeno cos’è?
MARTINA: Perché mi piace la parola e poi non l’ho mai mangiato
HOSTESS: (A Codegoni). Scommetto che lei l’aragosta non se la farà scappare…
CODEGONI: Mi ha letto nel pensiero. Aggiudicato! Menù numero 2 per me; trancio di aragosta
HOSTESS: (A Luana). Posso suggerire il menù numero 1 alla signora? I saltimbocca alla romana?
LUANA: Tutto ciò che mi salta in bocca mi piace. D’accordo sul numero 1
HOSTESS: (A Gustavo). Il signore desidera?
GUSTAVO: Io ho già scelto e non vedo l’ora di farmi una bella magnata. Menù numero 3, il trancio di pesce spada
HOSTESS: (A Raimonda). Manca solo lei signora
RAIMONDA: Non potrei avere un misto? Antipasto di mare, linguine alla bolognese e spiedini di pollo?
HOSTESS: Ogni desiderio dei nostri passeggeri è un ordine. Ecco a lei la sua porzione signora. La Compagnia l’AVIA CRUCIS vi augura buon appetito
LUANA: Beh, buon appetito a tutti
CODEGONI: Non vedo l’ora di assaggiare queste delizie. (Aprono i sacchetti e, con espressioni di disgusto, tolgono delle arachidi)
CODEGONI: Ma… ma queste sono…
HOSTESS: Sono arachidi tostate, gentili signori; altrimenti dette bagigi, noccioline americane o pistacchi di terra
RAIMONDA: Ma… ma i tre menù che ci aveva detto…
HOSTESS: Sentite un po’ passeggeri trogloditi e cafoni, cosa volevate trovare su un volo low cost? Champagne, caviale e aragosta?
GUSTAVO: Ma allora perché...
HOSTESS: Perché, nell’attesa del pranzo, vi rilassaste e passaste un momento di allegria. È tanto triste quassù… Dimenticavo… il tovagliolo. (Distribuisce pezzi da un rotolo di carta igienica che i passeggeri si infileranno al collo. Sgranocchiano a malavoglia)
CODEGONI: Scusi, e da bere?
HOSTESS: Ecco fatto. Vi verso un bel bicchiere di pura acqua potabile e ve lo passate l’un l’altro. Purtroppo a bordo abbiamo un unico bicchiere. (Bevono a turno)
MARTINA: Amilcare, io non ce la faccio più
AMILCARE: Se hai fame c’è sempre il nostro pane e salame
MARTINA: No, è la mia pancia che non ce la fa più. Signorina, posso ritirarmi?
HOSTESS: Come ritirarsi? Vuole diventare più… magra?
MARTINA: No, è la mia pancia che vuole diventare più vuota
HOSTESS: Ho capito… Due euro
MARTINA: Paga Amilcare. Posso sapere dov’è il bagno?
HOSTESS: Guardi fuori. Lo vede quel buco rotondo sull’ala? Beh, è quello
MARTINA: Come… è quello? Non vorrà dire che devo uscire per…
HOSTESS: La Compagnia, per ricavare più posti in aereo, ha deciso di fare il bagno lì fuori. Le apro il portellone?
MARTINA: Ma neanche per sogno. Terrò duro e basta. Amilcare, di’ qualcosa anche tu
AMILCARE: Tieni duro
VOLABASSI: (Uscendo dalla cabina). Tutto a posto qui?
HOSTESS: Tutto a posto capitano
CODEGONI: Ma… non c’è nessuno di là che guida?
VOLABASSI: Nessun problema; questo aereo è del tutto automatico: pilota automatico, posizionamento di rotta automatico, sistema di apertura del carrello automatico, indicatore di caduta automatico, invio S.O.S. automatico, sistema di atterraggio automatico, arresto automatico, apertura del paracadute del capitano automatico…
CODEGONI: Come… apertura del paracadute…
VOLABASSI: Non si sa mai cosa può succedere con i voli low cost; sempre meglio essere previdenti
CODEGONI: Mi scusi comandante, ma non le sembra strano che ci facciano volare con un capitano che non ci vede una mazza?
LUANA: Ma non dovrebbe essere in pensione con l’invalidità al cento per cento?
VOLABASSI: Giusta osservazione gentile signora, ma dicono che la pensione non mi spetta poiché affermano che il mio difetto sia psicologico
MARTINA: Sarà anche psicologico, ma mi sembra che non ci veda lo stesso
VOLABASSI: Proprio così. Visto che prima della manovra di atterraggio manca ancora un po’ di tempo e per sollevarvi il morale, vi racconterò com’è andata. (Quasi declamando). Era un mattino di sole di tanti anni fa. Io stavo seduto al posto di comando di un vecchio 7-2-7 e a destra il mio secondo pilota. D’un tratto il cielo si fece nero che più nero non si può. In quel cielo si scatenò l’inferno; nubi fosche, fulmini e saette colpivano da ogni direzione. Sembrava di essere al luna park. La pioggia schiaffeggiava i vetri della cabina, il tergicristalli volò via e rimanemmo in balia di noi stessi. Il radar andò a farsi benedire, la radio smise di gracchiare, il motore destro in fiamme e la rotta disgraziatamente persa. Dimenticavo; anche il carrello se ne andò per i fatti propri. Non sapevamo dove fossimo, brancolavamo nel buio. Per comunicare con l’esterno ci avvalemmo di un messaggio scritto a mano e infilato in una bottiglia di Gin che avevamo appena scolato e lanciata dal finestrino sperando che qualcuno raccogliesse il nostro richiamo di aiuto. Con una felice intuizione ho virato improvvisamente la closh verso sinistra per cercare spazi più tranquilli, ma, nello stesso istante, il mio secondo la virò verso destra. Causa anche il vento forte l’aereo si spaccò in due, esattamente una parte a destra e una a sinistra. Ogni metà iniziò a volare per conto proprio. Ora potevo contare solo su un ala e, fortunatamente, sull’unico motore ancora valido anche se singhiozzante. Dopo pericolose virate e contro virate riuscii fortunosamente ad atterrare in uno stagno pieno di rane e di ranocchi che attutì l’impatto e mi permise di sopravvivere e di essere qui a raccontavi la mia avventura. A pensare a quello che era accaduto per colpa del mio secondo montai su tutte le furie e non ci vidi più dalla rabbia. Ed è così che ancora oggi non posso vedere
CODEGONI: Orribile, orribile e tragico! Ma mi scusi comandante, non le sembra che i motori siano troppo rumorosi?
AMILCARE: Se vuole li possiamo spegnere
CODEGONI: No no, li lasci pure così, non è il caso…
LUANA: Mi scusi comandante, visto che è qui fra noi da un bel po’ di tempo, è sicuro che siamo sulla rotta giusta?
VOLABASSI: Dubita forse della mia esperienza, signorina?
LUANA: Ma no, non mi permetterei mai. Comunque vedo dall’oblò delle masse bianche sul mare proprio qui in parte a noi. Mi sa dire cosa sono?
VOLABASSI: Come avrà ben capito, signorina, io sono leggermente non vedente. Cosa vede Giovanna? Su, riferisca
HOSTESS: A me sembra di vedere degli icebergs che ci sfiorano
CODEGONI: Degli icebergs nel mediterraneo?
VOLABASSI: Come… che ci sfiorano? Ma voliamo davvero così bassi?
HOSTESS: Beh, sugli oblò si notano dei grossi spruzzi d’acqua
VOLABASSI: Allora mi sa tanto che si sia rotta la rotta. E’ vero; nel Mediterraneo non ho mai visto degli icebergs. Non vorrei che facessimo la fine del Titanic. Vado subito a correggere la piccola deviazione. (Ritorna in cabina. La hostess si siede sulla poltrona sul fondo)
LUANA: Adesso ho capito perché si chiama capitano Volabassi…
RAIMONDA: Hai sentito Gustavo? Si è rotta la rotta. Non potrebbero ripararla se si è rotta?
GUSTAVO: Non lo so Raimonda; potrebbero usare del nastro isolante per ripararla, magari del silicone
AMILCARE: Per fortuna qui sopra era tutto automatico…
GUSTAVO: Vuoi vedere che, invece che a Creta, questo ci porta in Groenlandia?
RAIMONDA: Sarebbe un bel guaio Gustavo; non mi sono portata la giacca a vento
AMILCARE: A saperlo mi sarei portato gli sci
VOLABASSI: "Signori passeggeri, e' il vostro capitano che vi parla. Stiamo invertendo la rotta. Per un leggero disguido tecnico l’aereo stava puntando sul Polo Nord, comunque è tutto sotto controllo. Siete pregati di aggrapparvi forte ai sedili mentre ci riportiamo nella direzione ottimale. (I passeggeri, fra lamenti, mimano la posizione dei corpi verso un lato per ritornare poi alla posizione normale). Signori passeggeri, e' il vostro capitano che vi parla. Abbiamo effettuato la manovra di correzione rotta. Ora stiamo volando verso sud, almeno credo. Il capitano vi riagura buon volo”
MARTINA: Mi sa che qui c’è qualcuno tra noi che porta sfiga. Non sarà mica per caso lei, vero?
CODEGONI: Io, e perché dovrei essere io?
MARTINA: E’ tutto vestito di nero come un pipistrello. Il nero, dalle mie parti, porta male
LUANA: Scusi signora, ma non è l’abito che fa il monaco
AMILCARE: Ma può essere l’abito che porta sfiga
RAIMONDA: Infatti io mi guardo sempre dai gatti neri
GUSTAVO: Scusi lei, ma cosa fa nella vita?
CODEGONI: Beh, a dirla tutta, io ho a che fare con le sal…
LUANA: Con le salsicce, con i salmoni, con i salmi gregoriani…
AMILCARE: Cosa centrano i salmi gregoriani con le salsicce e i salmoni…
CODEGONI: Macchè salsicce e salmoni; io ho a che fare con le salme
LUANA: Ma sì, a questo punto diciamolo pure; il commendator Codegoni è un grosso impresario funebre. Infatti stiamo andando a portare nella sua isola la salma di una persona in vista
MARTINA: Ma, se è una persona in vista, dov’è che non si vede?
LUANA: E’ sotto di noi, nel bagagliaio
AMILCARE: Martina, quando ritiriamo le valige cerca di non scambiare i bagagli; non vorrei che ci portassimo in albergo la salma
RAIMONDA: Ma non potevate prendere un altro aereo? Proprio sul nostro dovevate salire?
CODEGONI: Un aereo vale l’altro
MARTINA: Ma la sfiga è sempre la stessa
RAIMONDA: Ecco perché qui le cose vanno male. Con quel tizio qui in parte c’era da aspettarselo
GUSTAVO: Io proporrei di metterlo ai voti
MARTINA: Cos’è che dovremmo mettere ai voti?
GUSTAVO: Se buttarlo dall’aereo o continuare a tenercelo qui in parte…
RAIMONDA: Con tutte le conseguenze del caso
AMILCARE: Non si può
MARTINA: Non si può che cosa? Metterlo ai voti?
AMILCARE: No, buttarlo dall’aereo
GUSTAVO: Perché?
AMILCARE: Perché i finestrini sono piccoli e non ci passa
RAIMONDA: Allora bisogna che ce lo teniamo
CODEGONI: Sentite un po’ voi; chi ve l’ha detto che sono proprio io che porto sfiga? E voi due? Voi due che siete saliti col paracadute e con l’ochetta? Più pessimisti di voi non ho mai conosciuto nessuno e pertanto siete voi due che portate scalogna nera
GUSTAVO: E che le ha detto che siamo noi? Chi ci dice che non siano quei due lì dall’altra parte. Avete sentito cos’ha ordinato per pranzo la signora?
LUANA: E chi se lo ricorda?
GUSTAVO: Me lo ricordo io; ha ordinato il salmone
MARTINA: E allora?
GUSTAVO: Cosa vuol dire salmone? Una salma grossa. È lei che per prima ha tirato in ballo le salme
LUANA: Sentite signori miei; che ne direste di darci tutti una calmata? Qui ci siamo e qui balliamo
CODEGONI: E che Dio ce la mandi buona
RAIMONDA: Amen
MARTINA: Comunque voi becchini siete tutti cari impestati. Mia cugina era così povera che per suo marito non si è potuta permettere di comperare nemmeno una cassa. Gli hanno attaccato direttamente quattro maniglie ai fianchi e l’hanno portato al cimitero così.
CODEGONI: Le faccio presente, carissima signora, che io non sono un becchino, ma un impresario di pompe funebri, il ché è tutt’altra cosa
RAIMONDA: Mi piacerebbe sapere perché si chiamano pompe
MARTINA: Per forza… basta vedere come pompano i prezzi dei loro servizi
RAIMONDA: Non parlatemi di funerali perché mi sta ancora montando la rabbia
CODEGONI: L’ha morsa un cane? O è superstiziosa signora?
RAIMONDA: Macchè superstiziosa. Mi ricordo bene quello che ha combinato il qui presente mio marito Gustavo
GUSTAVO: Tutte balle, Raimonda, tutte balle. E, se te l’ha detto mia cugina Tonia, puoi star sicura che sono davvero tutte balle
RAIMONDA: Mica solo lei me l’ha detto, anche altre mie amiche che ti hanno visto dietro la bara dell’Anselma
LUANA: Beh, visto che il volo ora è più tranquillo e che abbiamo ancora mezz’ora da trascorrere insieme ce lo potrebbe raccontare
GUSTAVO: Ma non ne vale la pena, sono solo cicalecci di donne
RAIMONDA: Cicalecci di donne? Fatto sta che in paese si stava svolgendo il funerale dell’Anselma, la moglie del Benedetto, uno del paese. C’era però un particolare che sembrava molto strano. Non c’era la cassa
MARTINA: Come non c’era la cassa? Se era un funerale…
CODEGONI: Staremmo freschi noi impresari di pompe funebri se si facessero i funerali senza la cassa…
RAIMONDA: State a sentire. Davanti c’erano i preti, dietro il Benedetto tanto triste che teneva al guinzaglio il proprio cane e, dietro a lui, una fila di una trentina di uomini. Quel balordo e disgraziato del mio Gustavo, vedendo quello strano funerale senza cassa, punto dalla curiosità, si avvicina al Benedetto e gli chiede il perché di quella situazione. Il Benedetto gli spiega che non aveva potuto mettere la moglie nella cassa perché se l’era mangiata il cane
AMILCARE: Accidenti, doveva essere stato grosso e feroce quel cane
RAIMONDA: Io non lo so com’era quel cane perché non l’avevo mai visto, ma mi hanno detto che veramente la moglie se l’era mangiata il cane
LUANA: Ma cosa c’entra suo marito a questo punto?
RAIMONDA: Centra, centra il disgraziato. Quando il qui presente Gustavo ha saputo come si erano svolti i fatti, non ti va a chiedere al Benedetto se non gli poteva vendere il cane?
LUANA: Capito gli uomini? Mai fidarsi degli uomini
MARTINA: E soprattutto dei mariti
CODEGONI: E si può sapere com’è andata a finire? Gliel’ha poi venduto il cane?
RAIMONDA: No, gliel’ha solo promesso perché gli ha detto di mettersi in fila dopo tutti gli altri
VOLABASSI: “Signore e signori, è il vostro comandante che vi parla. Smettetela di dire cazzate e state a sentire. Al momento abbiamo vento molto forte in coda; stiamo attraversando una zona di turbolenza, per questo il volo sarà per un po’ traballante. È in atto un temporale. Non spaventatevi dei fulmini; solitamente non colpiscono mai l’aereo. Se tuttavia questo avvenisse vi consigliamo una preghiera molto breve perché non fareste in tempo a terminarne una più lunga. Comunque non serve a niente aggrapparsi così forte ai sedili, tanto, nel caso, cadranno anche loro”. (I passeggeri iniziano a vibrare)
MARTINA: Amilcare, ho paura; guarda la mia gamba. (La gamba si alza e si abbassa nervosamente. Si fa aiutare a bloccarla, ma subito inizia con l’altra alternativamente fino a fermarsi a poco a poco)
AMILCARE: Ti è passato? Guarda che questi scossoni li fanno apposta per farci digerire le arachidi del pranzo. Comunque, se hai ancora paura, chiediamo aiuto alla hostess. (Chiama col solito campanello). Signorina, non avrebbe per caso un sedativo per la mia signora?
HOSTESS: Su questo aereo non manca nulla. (Prende un grosso martello e fa per colpire la testa di Martina)
AMILCARE: Si fermi; cosa fa?
HOSTESS: Un colpo ben assestato e vedrà che la sua signora si calma subito
AMILCARE: No, lasci perdere, la paura se la farà passare da sola
RAIMONDA: Gustavo, hai visto il nome di questo aereo lì fuori?
GUSTAVO: Non ho notato
RAIMONDA: C’è scritto Baracca
CODEGONI: Avete proprio ragione; a vedere com’è conciato, non potevano che chiamarlo così
RAIMONDA: Non pensi Gustavo che sarebbe meglio che tu faccia testamento?
GUSTAVO: Impossibile Raimonda
RAIMONDA: Perché impossibile Gustavo?
GUSTAVO: Perché col ballo che fa questo aereo non riuscirei a scrivere e non capirebbero quello che ho scritto
CODEGONI: Hostess! (Afferra il campanello e lo scuote). Venga un momento per favore
HOSTESS: Mi dica signore
CODEGONI: Pensa che stiamo sul punto di precipitare?
HOSTESS: Ancora no, signore
CODEGONI: Perché è così sicura?
HOSTESS: Perché è capitato altre volte e il filo di ferro e i chiodi con cui è tenuto assieme l’aereo hanno sempre tenuto. (Finisce la turbolenza). Visto, che le dicevo? Tutto tranquillo ora. Stranamente siamo ancora in volo. Comunque, per consolarvi, dopo l’atterraggio verrà donato a tutti i passeggeri il diploma
LUANA: Quale diploma?
HOSTESS: Quello dei “Sopravvissuti”. Lo potrete appendere alla parete di casa vostra e fare pubblicità alla nostra Compagnia. Ora che tutto si è calmato passerò col carrello del duty free. Potrete comperare i nostri prodotti esenti da tasse. (Col carrello). Prego signori, abbiamo sigarette, liquori, profilattici, fuochi artificiali consigliando di non usarli a bordo, cornetti portafortuna per viaggi aerei, rosari, DVD di film dell’orrore e paracadute di seconda mano. Niente signori?
MARTINA: Mi scusi, non ha dei fermenti lattici o delle pastiglie per la dissenteria?
HOSTESS: Ma ci ha preso per una farmacia signora? Ho già capito; coi viaggiatori low cost non si riesce a guadagnare un tubo. Soliti pidocchiosi! (Ripone il carrello a lato)
MARTINA: Amilcare, io al ritorno preferirei noleggiare una barca
AMILCARE: Pessima idea; magari ci prendono per uno sbarco di clandestini e ci fanno rientrare
MARTINA: Comunque io questo coso non lo prendo più
AMILCARE: Ma guarda che abbiamo pagato sia l’andata che il ritorno…
HOSTESS: Come… questo coso? Questo non è un coso, ma un aereo. Si ricordi che su questo velivolo volava Francesco Baracca prima di essere abbattuto da un colpo di fucile nel giugno del 1918. E’ stato ripescato…
LUANA: Chi? Francesco Baracca?
HOSTESS: No, l’aereo e rimesso in servizio nel 1930 ad ha volato egregiamente fino ai tempi nostri come loro potranno constatare ed è per questo che l’hanno chiamato Baracca, dal nome dell’eroico aviatore. Hanno fatto delle ottime modifiche, hanno aggiunto un paio di reattori di seconda mano e continua a volare baldanzoso e orgoglioso per i cieli
GUSTAVO: E guidato da un pilota cieco…
HOSTESS: Fortunato lui…
RAIMONDA: Perché fortunato?
HOSTESS: Perché in caso di incidente non vedrà la morte
MARTINA: Amilcare, io lo so chi è il più fortunato e più tranquillo di tutti noi
AMILCARE: E chi sarebbe quel fortunato e tranquillo?
MARTINA: La salma che c’è qui di sotto; a lui non può capitare più niente
VOLABASSI: “Signore e signori, è il vostro comandante che vi parla. Allacciate le cinture di sicurezza poiché stiamo iniziando la manovra di atterraggio. Sono sicuro che la perdita del motore destro non sia passata inosservata. Da quel poco che funziona la radio ho saputo che è caduto in testa ad un pescatore di cozze. Niente panico comunque, viaggeremo più leggeri e arriveremo prima a terra. Siccome su questo aereo non esistono i televisori per poter vedere film o rendervi conto in diretta dei parametri di velocità e altezza del velivolo perché ce li hanno fregati i passeggeri precedenti, invito la hostess a venire in cabina a farvi la radiocronaca dell’atterraggio. (La hostess va in cabina. Da ora in avanti starà al regista suggerire le varie espressioni dei passeggeri)
HOSTESS: “Signore e signori, è Giovanna, la vostra hostess che vi parla. Vi informeremo in diretta dello stato del volo minuto per minuto. Siamo a 500 metri di altezza e siamo in vista, escluso il capitano, della pista di atterraggio. Contiamo di esserci fra pochi minuti. In questo momento abbassiamo il carrello… Scusi comandante, perché il carrello non scende? (Voce del capitano). Giri quella manovella; è un po’ arrugginita. Forse ha bisogno di un po’ d’olio. Prenda il pentolino e gli dia una bella spalmata. Come va?. (Voce della hostess). La manovella l’ho girata, ma non so se il carrello è sceso. (Voce del capitano). Vuol dire che atterreremo sulla pancia. Continui pure la sua radiocronaca. (Voce della hostess). Siamo a 200 metri dalla pista, fra poco, se la fortuna ci assiste, toccheremo terra. Attento alla pianta comandante! (Voce del capitano). Quale pianta? (Voce della hostess). Quella che ormai abbiamo sulle ali. Accidenti; due gabbiani si sono infilati nell’unico motore in funzione. (Voce del capitano). No problem, all’arresto del motore li togliamo e ce li mangiamo già arrostiti. (Voce della hostess). Si avvertono i passeggeri che abbiamo toccato e stiamo rullando sulla pista. (Urli di gioia. Voce del capitano). Avvertiamo i signori passeggeri che siamo atterrati al terminal di Creta. Vi preghiamo di rimanere seduti al vostro posto con la cinture allacciate fino a che il capitano trascina quello che è restato del nostro aeroplano fino al completo arresto. Vi preghiamo di non dimenticare gli oggetti di vostra proprietà uscendo dall'aeromobile. Tutto ciò che lascerete verrà distribuito tra gli assistenti di volo. Siete pregati di non lasciare mogli o figli. Appena avremo frenato e sgommato, ci fermeremo prima di sbattere contro il muro dell’aeroporto. Quando il fumo dei pneumatici si sarà sollevato e i campanelli di allarme saranno stati spenti, verranno aperte le porte e potrete attraversare i rottami e raggiungere il terminal. Il capitano vi ringrazia di aver volato con l’AVIA CRUCIS”. (I passeggeri si alzano esultanti)
CODEGONI: Siamo vivi!
LUANA: Sopravvissuti!
RAIMONDA: San Giovanni Decollato ti ringrazio!
GUSTAVO: Raimonda, riferisci che li ringrazio anch’io
MARTINA: Amilcare, non ho più bisogno di andare in bagno!
AMILCARE: Perché?
MARTINA: Già fatto tutto durante l’atterraggio!
Per scaricare i vari rumori dell’aereo recatevi al Sito
http://www.webalice.it/cvittici/rumori.htm
Si possono reperire anche in rete
Se si volessero aggiungere altri due personaggi con brevissimi interventi si può inserire questo testo dopo “Devo solo chiudere il portellone esterno.”. Pagina 7
(Con tuta e borsa degli attrezzi entrano due tecnici)
TONIO: Ci scusino signori e signore, siamo due tecnici specializzati…
MARUSKA: Specializzati in che cosa Tonio?
TONIO: Siamo due tecnici specializzati… Insomma, fino alla settimana scorsa io lavoravo in uno sfasciacarrozze…
MARUSKA: E io in un allevamento di polli e poi, dietro regolare concorso…
TONIO: Ovviamente raccomandati dall’Onorevole Fancazzi e dal sindaco del nostro paese amico di mio cugino…
MARUSKA: Siamo stati assunti in prova dalla Compagnia AVIA CRUCIS per verificare se ci sono dei difetti a bordo
TONIO: I motori sono di competenza del nostro amico Giuseppe che, fino a settimana scorsa, faceva l’idraulico
MARUSKA: Vediamo vediamo… Tonio, vedi anche tu quello che vedo io?
TONIO: Non tanto, ho dimenticato a casa gli occhiali e senza quelli ci vedo una mazza
MARUSKA: Mi sembra che un oblò si stia staccando…
TONIO: Senta signore là in fondo… Se per caso l‘oblò dovesse volare via usi questo pezzo di cellophane (lo trae dalla tasca), ci dia una bella sputacchiata e cerchi di incollarlo
MARUSKA: Comunque stia tranquillo; lei è più grosso dell’oblò e di sicuro non corre il rischio di volare fuori
TONIO: Comunque si consiglia alle persone magre di sedersi più in centro. Non si sa mai…
MARUSKA: Direi che è tutto a posto
TONIO: Se per caso incontraste dei vuoti d’aria, che ne so?, di qualche migliaio di metri tenetevi forte ai braccioli dato che le cinture sono un po’ vecchiotte
MARUSKA: Sono state usate dai militari della seconda guerra mondiale…
TONIO: Ti sei dimenticata di una cosa Maruska…
MARUSKA: Quale cosa?
TONIO: Del prurito
MARUSKA: Ah già, se per caso, ma non capita spesso, doveste sentire del prurito in tutto il corpo sappiate che l’ultima disinfezione dell’aereo è stata fatta un paio d’anni fa’
TONIO: E qualche animaletto…
MARUSKA: Tipo pulci, zanzare, pidocchi e zecche…
TONIO: Potrebbero essersi nascosti nei sedili (Alcuni passeggeri iniziano a grattarsi)
MARUSKA: Per cui Tonio Menasfiga, che sarei io…
TONIO: E Maruska Buonamorte, che sarei io, vi augurano buon volo, o almeno un volo decente…
MARUSKA: Sperando di non cappottare all’atterraggio
TONIO: Che il Signore sia con voi
MARUSKA: E solo Dio sa quanto ne avete bisogno. (Escono)