DARIO NICCODEMI
L’ALBA, Il GIORNO, LA NOTTE
Commedia in tre atti
PERSONAGGI
ANNA
MARIO
Le voci interne:
Il Padre
La Madre
La Sorellina
Paolino
La Cameriera
La commedia si svolge in un giardino oggi
ATTO PRIMO
Un giardino folto di alberi, di piante e di fiori, chiuso da una grande cancellata dalla quale si scorge un lungo viale di altissimi tigli. Lontano, le montagne. Luce incerta e tenue di un'alba estiva nel primo risveglio.
SCENA UNICA.
Quando si alza il sipario Anna corre veloce verso il cancello venendo dal fondo del viale, lì vestita di bianco, leggermente. Mario la insegue da vicino. Anna raggiungeil cancello; lo apre, entra; lo richiude e tenta di sbarrarlo, mentre Mario dall’altra parte, spinge per impedirglielo.
ANNA - Ma no! … Ma no! … Signore, insomma! …. E’ una cosa … Le proibisco …Ma è una villanata!... E’ una … Chiamo! … Che vigliaccheria!...
E le parole tronche affannose continuano per un momento finché Mario più forte vince la disperata resistenza ed entra.
Signore …
Mario Signora, non sono un ladro....
Anna Ma ne ha i sistemi.
Mario Giuro di non essere....
Anna Non voglio sapere né chi è, né chi non è. Mario.Devo dirglielo.
Anna Sono in casa mia... Chiamerò per farlo uscire....
Mario Non svegli chi dorme È tanto presto!
senza muoversi
Anna E invece....
Mario Se si muove, scappo.
Anna. E allora, scappi.
Mario. No, finché sta ferma.
Anna. Signore
Mario. Signora
Anna. Che cosa vuole?
Mario. Niente
Anna. Lei fa il mestiere di inseguire le persone che incontra?
MARIO Non tutte. Mi stancherei.
ANNA E perché ha inseguito me con questa inqualificabile insistenza?
Mario Perché quando in un'alba simile s'incontra una donna come lei, sdraiata in un bosco....
Anna. È forse suo il bosco?
Mario. No.
Anna. Dunque?
Mario. Ma neanche suo.
Anna. Se io avessi incontrato lei addormentato in un bosco non l'avrei neanche guardato.
Mario. Chissà !
Anna. Come, chissà!
Mario. Voglio dire che essendo addormentato non avrei potuto vedere se mi guardasse o no.
Anna. Glielo garantisco.
Mario. Allora è segno che non è curiosa. Si guarda sempre una persona distesa per terra, non foss'altro per assicurarsi s'è morta o viva. E’ un dovere d’umanità. lei mi avrebbe guardato.
Anna. Le dico di no, e lei doveva fare lo stesso.
Mario. E tutt’altra cosa, signora, io, anche sdraiato nella più bella e poetica foresta dell’universo, non sono uno spettacolo da sbalordire nessuno. ne conviene?
ANNA Si
Mario. Grazie. Mentre che lei, signora, anche sdraiata in un campo di patate è cosa tale da fermare chiunque.
Anna. Non è ora di complimenti.
Mario. Non sono complimenti.
Anna. Chiacchiere, allora.
Mario. Nemmeno. Quel che mi sono permesso di dire rispettosamente è la più semplice espressione di una semplicissima verità.... E se potessi aggiungere.... Ma.... Scusi.... Stava per dire qualcosa?
Anna. Sì. Questo: sa, signore, di che cosa sono veramente sbalordita?
Mario. Mentirei se dicessi di saperlo.
Anna. È di essere ancora qui ad ascoltarlo.
Mario. Se le dicessi che ne sono molto più sbalordito di lei, mi crederebbe signora?
Anna. Ha ragione.... Sono imperdonabile.... sono una sciocca....
Mario. Non esageri signora!
Anna. Avrei dovuto andarmene subito.
MARIO Era infatti un mezzo sicuro e radicale per non rimanere ad ascoltarmi.
ANNA Ma ho una giustificazione, signore …. E se immagina chissà che cosa, sbaglia! … Se immagina ….
MARIO Quando immagino, signora, cerco sempredi immaginare qualcosa che valga meglio della realtà; e in questo momento non sarebbe possibile neanche se fossi un grande poeta o un grande pittore!
Anna. Sono rimasta perché ho temuto che volesse inseguirmi fino in casa.
Mario. Oh!
Anna. E non ho voluto dare uno spavento ai miei.
Mario. Per chi mi prende, signora?
Anna. Ma per uno che entra a forza nelle caso altrui.
Mario. Nei giardini, tutt'al più.
Anna. È lo stesso.
Mario. No. Un giardino, in campagna, non è che un pezzetto di campagna chiuso e difeso da un muro o da una siepe. Ma la casa è sacra!
Anna. Non per lei.
Mario. Anche per me, perché ne ho una anch’ io. Sia più franca, signora, e confessi che è rimasta perché ....
Anna. Anche! … Il fatto è talmente stupefacente ….
Mario. Che la sua curiosità ha superato la sua indignazione.
Anna. Sissignore!
MARIO E’ anche la sua paura.
Anna. Precisamente. La curiosità ha superato tutto.
Mario. Ed è rimasta.
Anna. Ma me ne vado.
Mario. Non avendo nessun argomento civile per trattenerla, le dico con una grande tristezza: vada pure.
Anna. Grazie del permesso.
Mario. Il mio scopo del resto è stato raggiunto.
Anna. Quale scopo?
Mario. Quello di vederla da vicino. L'ho vista. Mi basta. Lei dirà che mi contento di poco.
Anna. Io non dico niente.
Mario. Ma lo pensa.
Anna. Quel che penso non la riguarda né punto né poco.
Mario. Giustissimo.
Anna. Signore!
MARIO Signora!
Va al cancello, si ferma, si volta, s’inchina; tenta di aprire ma non riesce.
Questo cancello non vuole lasciarsi aprire.
ANNA A lei è stato più facile forzarlo.
Mariotornando. Signora, le chiedo scusa.
Anna. Si tenga per iscusato e se ne vada.
Mario. Volevo chiederle scusa di non averle fatto subito i più entusiastici complimenti.... Oh ! No....Sbaglia, signora.... Non per la sua bellezza.... Sono incapace, specie a quest'ora, di tanta banalità.... ma per la sua forza, per i suoi muscoli.... non si direbbe
a vederla così.... così.... non trovo proprio l'espressione forte e delicata che convenga.
Anna. Non la cerchi, la prego di....
Mario. Non credo di essere un uomo debole, eppure mi ha fatto faticare incredibilmente per vincere la sua resistenza quando eravamo viso a viso, frementi, lei al di qua io al di là del cancello.... E se lei avesse ceduto, siccome il mio scopo di vederla da vicino era stato raggiunto, me ne sarei andato senz'altro!... Ci creda, signora.... E stato per un comprensibile puntiglio di amor proprio. Lei spingeva, io spingevo e tutto scompariva, a cominciare dall'educazione, dinanzi a quello strano latto fisico. Non potevo dargliela vinta. Ne sarei stato troppo umiliato. Deve capirmi e anche perdonarmi, signora. Non dico nulla? Chi tace annuisce.... E io la « ingrazio della sua muta bontà!... Ma che forza in quelle belle braccia bianche!... Che energia! Eppure doveva essere stanca dellacorsa su che le avevo imposta inseguendola! Come correva! Come fuggiva! Vedendola così irreale ho pensato che lei fosse la rugiada, chiamata, riassorbita dal sole ancora nascosto! E il suo vestito che nella corsa svolazzava tra i cespugli, nella luce timida del giorno ancora pieno di sonno, la rendeva prodigiosamente irreale! Era proprio la visione dell’alba ! Era …
ANNA Il cancello, come vede, si è lasciato aprire.
Mario Ha avuto torto. Un cancello, essendo di ferro, dovrebbe essere più energico ! Pazienza!... Me ne vado. Me ne vado subito se risponde a una domanda.
Anna. Lei abusa dei miei nervi.
Mario. È la prima che mi permetto.
Anna. E l'ultima, spero.
Mario. E l'ultima. Mi dica se ha l'abitudine di uscire ogni giorno così di buon'ora.
Anna. Ne avevo l'abitudine perché mi piace e mi fa bene di respirare queste ore immacolate.
Mario. « Ore immacolate ». E una perfetta definizione dell'alba in due parole.
Anna. Ma non lo farò più.
Mario. Oh!... Se è per paura di un'altro incontro con me posso rassicurarla. Per me, le ore immacolate, incominciano sempre dopo colazione. Stamani è stato proprio per un'eccezione. Mi batto alle sette.
Anna. Si batte!?
Mario. Sì.
Anna. In duello?
Mario. In duello. È la prima volta che mi capita. Ero nervoso, irrequieto. Sono uscito per calmare l'attesa. Il primo duello è proprio come il primo appuntamento d'amore. Si pensa che può essere innocuo, ma si pensa anche, senza volerlo, che può essere mortale.
Anna. Lei scherza, certamente.
Mario. Se uno sconosciuto ha il diritto di dare la sua parola d'onore gliela dò solennemente.
Anna. E....
Mario. Dica, signora?
Anna. Dove si batte?
Mario. Poco distante dal luogo dove lei dormiva.
Anna. Non dormivo.
Mario. Dal luogo dove lei non dormiva. Hovoluto famigliarizzarmi un po' col terreno, cogli alberi.... Il mio stato d'animo è curiosissimo.... Ma non l'annoio?
Anna. Non lo so.
Mario. E’ davvero curioso lo stato del mio animo e proprio mi diverto a seguirne i movimenti, ad osservarne le oscillazioni. Non penso al duello, né al pericolo, né alla paura d'aver paura al momento buono.... E, penso, invece, ostinatamente, agli alberi che lì, fermi, bisbiglieranno chissà quale scherno.... per questo duello veramente troppo buffo.... Perché deve sapere, signora, che mi batto per un fantasma.... Dico sul serio.... Mi batto proprio per un fantasma.... Vuol permettermi di raccontarle questa istoria meravigliosa? Ma non vorrei stancarmi troppo. Avrò bisogno di tutte le mie energie fra poco. Posso accomodarmi su quel sedile?... Grazie.... Si accomodi anche lei, signora.
Anna. Io non mi batto!
Mario. Felice lei!... Dunque.... Io sto all'Albergo della Pineta Grande.... conosce ? Tra i villeggianti, c'è anche un mandolinista.... Non so se sia un mandolinista di professione, ma ha una vera e tenacissima passione per quell'arnese, passato per non so quale inverosimile contrabbando, nella categoria degli strumenti musicali. Di notte quest'uomo cerca i luoghi più romantici, più belli, più ariosteschi della foresta e lì, solo, pensoso, forse beato, sfoga l'anima sua nel pentolino di legno.... L'altra sera.... Scusi, che giorno è oggi?
Anna. Proprio non lo so ; non è ancora nato.
Mario. Lei tiene a un giorno più che a un altro ?
Anna. Affatto
Mario. Neanche io. Ma sono sicuro che questo giorno che stia per nascere sarà uno dei più belli.... della mia....
Anna. Non divaghi.
Mario. Non divago. Mettiamo che oggi sia domenica.... Allora, venerdì sera, tardi, il mandolinista piombò come una bomba carica di spavento in sala di lettura, nella noia dei villeggianti. Era pallido, sconvolto, tremante, e disse : « Ero nella pineta, suonavo la Casta Diva.... quando ad un tratto.... una donna tutta bianca.... diafana,... altissima.... passò davanti a me come un lampo.... » Io che leggevo un giornale tedesco nel quale non capivo niente perché non so il tedesco, dissi scherzando : « Se lei suonava la Casta Diva sul mandolino quella donna bianca era certamente Norma offesa che scappava».... E lui: «Le proibisco di scherzare, signore!... Quella larva fuggente era un'anima, uno spirito, un fantasma, perché lasciò un fortissimo puzzo di zolfo nell'aria.... Era un fantasma perché per quanto io abbia cercato, dappertutto, intorno a me, vicino e lontano, non mi è stato possibile ritrovarne traccia.... E un minuto dopo, nel silenzio profondo della pineta una dolcissima voce di donna cantava divinamente laCasta Diva.... » E io, sempre scherzando: «Era Norma, era Norma che si vendicava del mandolino !» — « Lei è uno sciocco, signore! » — Mi alzo, mi scaravento su di lui. Colluttazione violenta. Lui mi strappa la cravatta; io gli strappo le corde del mandolino. Spavento delle signore. Qualcuno fa il brutto scherzo di spegnere la luce. Il mandolinista ed io disperatamente abbracciati rotoliamo per terra.... Botte da ciechi.... Baccano d'inferno!... Luce di nuovo.... Intervento di signori e camerieri.... separazione di corpi.... Ultimi improperi a distanza.... « Le insegnerò io a vivere ! » — diceva lui. « Le insegnerò io a suonare! » urlavo io.... Dopo, scelta di padrini, discussioni, condizioni, accordi. Duello. Mi batto alle sette.
Anna. Per me.
Mario. Come ha detto?
Anna. Il fantasma che puzzava di zolfo ero io.
Mario. Lei?
Anna. In persona.
Mario. Ora è lei che scherza.
Anna. Non ne ho proprio nessuna voglia.
Mario. Lei ? !... Lei ? !... Ma come ?... Non è possibile !
Anna. Non è possibile, ma è vero.... E non può immaginare quanto mi dispiaccia di essere la causa involontaria....
Mario. Lei signora?!... Quando quell'uomo suonava la Casta Diva....
Anna. Ero lì, a due passi... Sono fuggita turandomi le orecchie. Ho visto il suonatore che scattava spaventato.... Mi sono allontanata di corsa e ho avuto l'idea, forse cattiva, di spaventarlo di più.... Mi sono nascosta nel vuoto di una gran quercia e mi son messa a cantare....
Mario. Signora.... quel che dice è proprio vero ?
Anna. Ma sì, vero, verissimo.
Mario. Signora, lei non può neanche lontanamente supporre quanto le sia riconoscente.
Anna. Di che?
Mario. Di aver dato una ragione.... umana.... al mio duello. Ora so che quel che c'era di fantastico non c'è più. Ora so per chi mi batto e mi batterò meglio, più volentieri; e avrò meno paura dell'opinione degli alberi.... Ma convenga, signora, che la nostra avventura è proprio singolare.
Anna. Dica spiacevole.... Spiacevole per me più di quanto possa pensare....
Mario. Perché?
Anna. Perché se vengono a saperlo in casa sarà un guaio.... Non mi lasceranno più uscire.... Sarà la prima misura che si prenderà contro di me. E io senza la mia libertà, s pecie in campagna, sono come un usignolo senza voce.... Oh! Questa poi.... Non avrei creduto mai di essere la causa di un duello tra due uomini che non conosco e che non mi conoscono.... Non soche dirle.... Proprio non so.... Signore, le chiedo scusa....
Mario. Che cosa dice mai, signora ? Le ripeto, le confermo, le giuro la mia gratitudine.... E lei, invece di chiedermi scusa, dovrebbe dirmi il suo nome.
Anna. Che c'entra il mio nome?
Mario. Lo dirò nel momento del pericolo. Me lo dica.
Anna. Ma no.
Mario. Non insisto.
Anna. Meno male.
Mario. Allora poiché è tanto avara e così poco pietosa, non mi resta che salutarla.
Anna. Tutti i miei auguri lo accompagnano.
Mario. Grazie! Peccato! Lo avrei detto piano piano, nel momento del pericolo....
Anna. Oh! Il pericolo! Il pericolo! Ne parla troppo.... Io spero che il suo duello finirà, come al solito, in una buona e allegra colazione. Scommetto che la colazione già ordinata.
Mario. No, signora. Non è ordinata.
Anna . Insomma non sarà una cosa grave.
Mario. Lo spero sinceramente.
Una voce di donna. dall'interno Anna!
Anna. Eccomi!...
Mario. salutando a destra da dove è venuta la voce. Grazie. Chi è?
Anna. Mia madre.
Mario. inchinandosi come chi è presentato. Onoratissimo.
Anna. Arrivederci.... E ancora una volta mi scusi....
Mario. Anna!... È un nome soavissimo.... Come una sillaba sola.... Come un breve sospiro di sollievo.... Anna! Lo dirò.
Anna. Nel momento del pericolo.... Ma pericolo non ce n'è. Vero? Me lo dica. Mi tranquillizzi. Non ne è sicuro?
Mario. Non si sa mai.... Nella colluttazione ci furono delle fasi molto serie.... Il mio avversario ebbe due schiaffi autentici e, siccome la luce non era ancora spenta quando glieli diedi, tutti videro che era proprio lui che li prendeva. C'erano delle signore. Sanguinava dal naso.... E so che quell'uomo, pur avendo la sciagurata passione del mandolino è persona normale e rispettabile. Offeso e percosso impose delle condizioni.
Anna. Gravi ?
Mario. Piuttosto.
Anna. Quali?
Mario. Oh! Avrei l'aria di far l'eroe; e non è proprio il caso.
Anna. Me le dica. Spada?
Mario. No.
Anna. Sciabola?
Mario. Pistola. Dieci passi. Tre colpi. Mirando.
Anna. Ma è idiota!
Mario. Come tutti i duelli.
Anna. Questo è più idiota degli altri.
Mario. Lo credevo anch'io quando ero convinto di battermi per un fantasma che puzzava di zolfo. Ma ora mi batto per lei.
Anna. Ed è quel che mi esaspera.... è quel che non posso sopportare. Non voglio rimorsi. Li detesto. Non deve battersi.
Mario. Oh, signora !
Anna. Signorina.
Mario. Lei è signorina?
Anna. Non è colpa mia.
Mario. Anche di questo la ringrazio.
Anna. Perché?
Mario. Non lo so. Mi fa piacere. La ringrazio.
Anna. Mi dica la verità.
Mario. Gliel’ho detta.
Anna. Ma non può essere.... Non deve essere....
Mario. Perché è così impressionata?
Anna. Ma è naturalissimo, scusi.... E il meno che posso fare.
Mario. Sono uno sconosciuto.
Anna. No, poiché le dovrò probabilmente un dispiacere e forse anche un rimorso.
Mario. Allora ho quasi i titoli di un amico.
Anna. Crede, forse, che se lo feriscono, o se, addirittura.... Crede forse che sarà un divertimento per me?
Mario. Non lo credo. Sono sicuro anzi che leiabitualmente proferisce dei divertimenti più miti.... Via, signorina, la prego, non sia in pena per me.
Anna. Ma non è per lei. E per me, per la mia coscienza. E se invece sua fosse qui il suo avversario la mia probabilità di rimorso sarebbe identica.
Mario. No.
Anna. Come: no? Perché no?
Mario. Perché lui suona la Casta Diva sul mandolino, e io no. Perché lui ha un po' di pancia, e io no.
Anna. Come può ridere lei? Sa che cosa incomincio a credere? Che lei si è diverbio a ingrandire, a gonfiare le cose per impressionarmi, calcolo perfettamente maschile del resto, ma che non m'impressiona. È così.... È così.... Non si è tantocalmi quando si sta per arrischiare la pelle.
Mario. Sono calmo per superstizione.... Davvero ! Non ho altra superstizione che quella della bellezza.... La bellezza porta sempre fortuna, poiché il solo vederla è una delle più grandi fortune che esistano.... Anna! Oh, no, signorina.... Non mi rivolgevo a lei.... Ho detto il suo nome, così per scaramanzia.... Per rivolgermi a lei dico : signorina Anna, lei è molto bella.... Non protesti perché lei lo sa e non aveva certamente bisogno che glielo dicessi io ; ma se io non avessi trovato il modo di dirglielo almeno una volta, lei, dopo, avrebbe pensato che sono un ciuco e che non capisco niente.... Invece capisco signorina Anna che lei è molto bella.... Perché s'impazientisce ancora!?
Anna. Perché la sua calma mi esaspera. Perché lei è calmo e io no. Perché lei sa fingere di non pensarci, e a me invece, non mi riesce.
Mario. Non ripenso perché non mi accadrà nulla, o mi accadrà poco.... Ne sono sicuro. Perché ne sono sicuro? Non lo so. Perché il caso, questo grande mago della vita, non ha voluto che andassi a battermi senza sapere che mi battevo per lei. Non ci pensi neanche lei. Immagini come sarei solo se fossi solo in una stanza d'albergo. Forse a quest'ora penserei a mille cose noiose, a tante persone care, a delle lettere piene di letteratura postuma, al testamento.... Brr! Invece qui mi sento perfettamente sereno, e perfettamente semplice….Lei no … lei è un po’ convenzionale.
Anna. Io
MARIO. Si. Ed è ancora a disagio perché non sa chi io sia … Se un amico qualunque, o anche uno sconosciuto che non sapesse di me che il mio nome, glielo dicesse presentandomi, lei, compiuta questa insipida formalità, sarebbe tranquilla e forse felice di farmi scordare che sto per affrontare un momento molto seccante. Vuol permettermi di presentarmi da me?
UNA VOCE D’UOMO Ma si può sapere dov'è Anna? E mezz'ora che lo chiedo....
La voce si perde.
ANNA. Mio padre.
Mario. Inchinandosi Onoratissimo.
Anna. Va a caccia.... Devo andare a salutarlo. Una voce infantile
UNA VOCE INFANTILE Anna non è in camera, papà
ANNA. La mia sorellina.
Mario s'inchina ancora.
Mario. Vede? I suoi si presentano da soli, uno dopo l'altro. Mi permetta di fare altrettanto.... Mi chiamo Mario Rosso.... Come vede niente di straordinario.... Ho trent'anni.... E lei quanti ne ha?
Anna. Non diventa indiscreto?
Mario. Sarei indiscreto se lei fosse dai trenta ni su.... Invece né è tanto lontana che la domanda diventa un omaggio. Ma torno a me. Famiglia eccellente la mia.... Famiglia modello.... Siamo in due soli.... Mia madre, ed io. Lei vive per me; io vivo anche per lei....
La voce di uomointerna.Ditele che sono furente di non averla baciata.... Ma diteglielo!... Dove va a quest'ora? A far funghi?... E incredibile! Domani la chiuderò a chiave.... Ha ventitré anni e agisce come una bambina!... Datemi il caffè
Mario. alla voce Grazie ! Ventitré anni ! 1 ! ! Lo avrei giurato.... Ride?
Anna. Come non ridere?... Si direbbe che son tutti li schierati per rispondere alle sue domande.
Mario. Sono, infatti, molto cortesi in casa sua ma non ne abuserò. Continuo la presentazione.
Anna. È inutile.
Mario. Utilissimo, invece. Se muoio, diventerò un personaggio veramente interessante. E’ in estate, in campagna, quando gli argomenti scarseggiano, è comodo conoscere i personaggi interessanti. Chissà quante volte sentirà parlare di me e compiangermi. Lei dirà allora: — «Lo conoscevo benissimo!» — «Oh! Senti!» « Poveretto, doveva avere un ventitré anni. » Non so se ha notato la generosa mania che hanno tutti di ringiovanire quelli che muoiono. Lei rettifichi subito : — « Ne aveva trenta. » — « Trent’anni ! Che peccato ! Il fior dell'età ! » — Avrà anche notato che l'età in cui si muore è quasi sempre il fior dell'età.... « Era ammogliato, vero? » — Lei neghi energicamente.... — « Pare che fosse intelligentissimo. » — A questo risponda pure di sì, tanto se me ne vado, non potrò farle fare brutta figura... E per completare il mio necrologio aggiunga pine clic ero un sognatore, perché credevo all’amore, all'amicizia, alla bontà e alla musica … Che a volte forzavo i cancelli dei giardini altrui ma che lo facevo solo per vederne da vicino i fiori più belli.... e che prima di cadere trafitto.... no, forato da un feroce mandolinista mi era stata concessa la grazia di vedere una delle più belle creature che occhi umani possano vedere …
LA VOCE DI UOMO Devo essere sempre io ad aspettare gli altri? Dov’è Paolino?
Sempre, l’ultimo lui!
Mario. Chi è Paolino?
Anna. E.... E un amico.... un nostro amico.... un ospite....
Mario. Ho capito.
Anna. Che cosa ha capito?
Mario. Il fidanzato.
Anna. No.
Mario. Ma che potrebbe divenirlo.
Anna. Non lo so.
Mario. Io non saluto Paolino!
Una voce di donna. Scende subito, signor padrone.
Anna. La cameriera.
S'intende il latrato dei cani.
I cani.
Mario. Questi li avevo riconosciuti.
Anna. Ora conosce tutta la famiglia.
Mario. E tutti così mattinieri, sempre?
Anna. Tutti.
Mario. Meno Paolino.... Non so perché ma Paolino mi è antipatico. Che cos'è ?
Anna. Un uomo.
Mario. Anche lui? Siamo proprio in troppi. Che cosa fa?
Anna. Caccia.
Mario. Tutti i giorni? Tutto l'anno?
Anna. È anche avvocato.
Mario. Caccia e frode ! Non posso soffrire Paolino I
Rumore confuso di voci.
Anna. Escono. Forse prendono da questa parte.... Potrebbero vederci.... Non vorrei....
Mi dispiacerebbe.... Si nasconda un momento, la prego.... Faccia presto!...
Vanno in fondo e sì mettono uno da una parte e uno dall'altra del cancello, in modo da non poter esser visti da chi passa nel viale.
Mario. Mi faccia vedere Paolino.
Anna. Stia zitto!
Mario. Sto zitto, ma non potrà negare, signorina Anna, che ci siamo nascosti insieme.
Anna. Le dico di staro zitto!
Mario. Sto zitto ma tra di noi c'è ormai un segreto.
Anna. Escono dall'altra parte.
Mario. Allora non vedrò Paolino.
Anna. No.
Mario. Mi dispiace.... Mi dica com'è?
Anna. La prego di essere serio.
Mario. Bello, brutto, biondo, bruno?...
Anna. Vuol essere serio?
Mario. Non mi riesce.... C'è in me un'allegrezza che non so spiegarmi.... Ma c'è, c'è, la sento scoppiettare nel mio sangue come una fiamma di gioia.... Signorina....
Anna. No.... La prego.
Mario. Che cos'ha?
Anna. Mi lasci dire.... Devo dirle qualcosa anch'io.... Dianzi non ho fatto quanto avrei dovuto o potuto fare per ribellarmi all'avvenimento proprio imprevedibile che ci ha costretti a far conoscenza.... Non saprei dire perché.... Abitualmente non sono né troppo curiosa né troppo leggera; e rimanendo a parlare con lei hoagito come la più leggera delle curiose.... So quello che dico e mi giudico severamente. Ma non vorrei che mi giudicasse severamente anche lei.
Mario. Non ci penso nemmeno.
Anna. Mi lasci finire …. Quando poi ho saputo quel che mi ha detto … ho sentito come una grande e incomprensibile contentezza d'esser rimasta.... Mi è sembrato che rimanendo e rischiando di compromettermi prendevo la mia parte di responsabilità nell'accaduto.... E ora, per quanto possa parerle puerile, confesso di essere più turbata di quanto sembro, e di quanto vorrei, ed è per questo che l'ho pregato di non scherzare più.... Sarebbe di pessimo gusto giuocare con questo mio malessere, o disagio o turbamento, come voglia chiamarlo.... Per lei, battersi non è forse niente. Il duello è uno degli incerti del mestiere di uomo.... Per me, sapere che due uomini possono farsi molto male.... e che ne sono io la causa.... è una cosa.... è una pena alla quale non posso abituarmi.... Mi dica dunque, ma seriamente....
MARIO Ma non voglio essere serio perché mi impressionerei, mi suggestionerei e potrebbe essere un disastro.... Ho bisogno di essere coraggioso; il coraggio è un'improvvisazione della volontà. Viene lì per lì.. Non bisogna pensarci prima. Non sono né uno stoico né un pauroso. Dunque non ho bisogno né di assiomi né di bicchierini di cognac per andare a battermi ; ho bisogno di non pensarci. Mi lasci essere di buon umore fino al momento della gravità obbligatoria.... Mi lasci lietamente godere di questo momento delizioso, che, forse....
E interrotto da un suono lento e grave di un orologio.
Dio!
ANNA Cosa?
MarioSconvolto, colla voce angosciata. .... tre.... quattro.... cinque....
Dopo il quinto tocco c'è una penosa pausa di attesa. Finalmente Mario, convinto che l'orologio non suonerà più oltre siede come accasciato.
Dio, che spavento!... Avevo dimenticato tutto… Credevo che fosse l'ora, come si suol dire, fatale.... Mi son sentito proprio agghiacciare le ossa.... Sarei rimasto qui chissà fino a quando senza pensare ad altro che al piacere di stare qui.... Quell'orologio è stato provvidenziale! Quando rientrerà in casa me lo saluti e ringrazi tanto.... Che paura ho avuto!... Scommetto che sono impallidito, vero? Ma correndo fino all'albergo riprenderò i colori.... Vuol permettermi di baciarle la mano ?
AnnaGuardandolo, senza dargli la mano. Ma.... Allora.... E proprio.... proprio vero ?
MARIO Che cosa?
Anna. La gravità di questo incontro?
Mario. Ora la cosa più grave di tutte sarebbe che io non mi ci incontrassi all'ora stabilita.... Signorina.
Anna. Se ne va?
Mario. Devo scrivere parecchie lettere.... Non ho avvertito nessuno di questa mia seccatura.
Anna. Nemmeno sua madre?
Mario. Nemmeno.
Anna. Ha fatto male.
Mario. Forse no.... La proporzione dei duelli mortali è dell'uno per cento.... Sarebbe una sfortuna veramente esagerata se quell'uno dovessi essere proprio io.... Se non ini accade nulla avrò evitato a quella povera donna qualche ora di angoscia.... Se invece mi accade qualcosa, il dolore lo avrà tutto insieme, quando saprà, senza preavvisi.
Anna. E io come saprò?
Mario. Lei?
Anna. Sì.... io....
Mario. Di qui sentirà benissimo i colpi.
Anna. Ci sono molti cacciatori in giro.... Potrei credere....
Mario. Che sono io che cado, mentre non sarà, probabilmente, che qualche povero passerotto....
Anna. Ricomincia a scherzare?
Mario. Per non lasciarle di me un'impressione troppo lugubre.
Anna. E.... non posso nulla per lei?
Mario. Sì, molto : pensare a me per un'ora.
Anna Dovrò farlo anche non volendo.
Mario. Lo faccia volendo....
Anna. Senta…. Non accadrà niente.... Ne sono sicura.
Mario. Anch’io
Anna. Ma se …
MARIO Continui.
Anna. Vuole che m’incarichi io delle sue lettere?
Mario. Grazie. Non può immaginare come e quanto le sia grato della delicatezza di questo pensiero. — «Ma se....» — faccio le corna — preferisco che mia madre sia avvertita da lei piuttosto che da un freddo telegramma dei testimoni o dal direttore dell' albergo. Allora lei aggiungerà due parole alla mia lettera.
Anna. Sì, sì, vada, me le mandi subito.
Mario. Vado a scriverle.
Anna Tendendogli la mano.Buona fortuna!
Mario. L'avrò, perché Iddio mi terrà certamente conto dell'infima dose di rancore che ho nello spirito per questo mio inaspettato nemico.... Oh! Se mi fossi battuto subito, dopo gli improperi e le botte, sarei stato certamente feroce.... Ma ora! Niente! … Ora mi sento mite come un agnello.
Anna. Speriamo che l’indugio abbia portato la stessa mitezza nel suo avversario.
MARIO. Non è possibile!
ANNA. Perché?
Mario. Perché lui non ha incontrato nelle “ore immacolate” di quest’alba la meravigliosa visione che ho incontrato io …. perché lui, non avendola incontrata, non può avere le ragioni che ho io d’essere buono e mite. La mia mitezza sensibile, intatta e profonda, è lei, signorina. Ci crede?
ANNA. Perché non dovrei crederci?
Mario. I morituri non mentono.
Anna. Non lo dicevo per questo.
Mario. E anche se fosse? E stato così bello, così.... unico.... il nostro incontro che due o tre volte, mentre parlavamo, ho pensato che una volontà superiore, imponderabile lo ha voluto. Ed è impossibile che lo abbia voluto per niente.... Rifletta un momento.... Io non so niente di lei ; lei niente di me ; pochi minuti fa c'ignoravamo l'un l'altro come possono ignorarsi due esseri umani non ancora nati.... E un miracolo del caso, permette e rende anche logico che io le parli con una commozione di benessere che aumenta d'attimo in attimo; permette che la saluti, lasciandola, come saluterei la più cara persona della mia vita.... la più vicina.... la più ambita.... Vero che non trova eccessivo che le parli così ? E che non troverebbe neanche eccessivo se, per una volta sola, prima di andarmene, la chiamassi per nome, semplicemente?
Anna. No.
Mario. Grazie, Anna.... e addio.
Anna. Arrivederci.... Un momento.... Ora sono in io pregarlo di rimanere.... Com'è incredibile... Non so cos'ho.... Non lo capisco ... Sono.... Mi sento tutta.... Mi par d’essere intristita di sgomento di paura.... Sento qualcosa che mi chiude la gola.... Un tormento sottile sottile che mi rode e che mi fa venir voglia di piangere ….
Mario. Oh!
Anna. Ora passa …. Nonsotenere a freno i miei nervi, Oh! Che cosa assurda! ….
MARCO. Ha ragione. Siamo assurdi. ma è così…. L’altra sera il mio avversario, implacabilmente deciso a fare quanto poteva per mandarmi all’altro mondo continuava a urlarmi: “ le insegnerò io a vivere!”
Anna. Non lo dicevo per questo.
Mario. E anche se fosse? E stato così bello, così.... unico.... il nostro incontro che due o tre volte, mentre parlavamo, ho pensato che una volontà superiore, imponderabile lo ha voluto. Ed è impossibile che lo abbia voluto per niente.... Rifletta un momento.... Io non so niente di lei ; lei niente di me ; pochi minuti fa c'ignoravamo l'un l'altro come possono ignorarsi due esseri umani non ancora nati.... E un miracolo del caso, permette e rende anche logico che io le parli con una commozione di benessere che aumenta d'attimo in attimo; permette che la saluti, lasciandola, come saluterei la più cara persona della mia vita.... la più vicina.... la più ambita.... Vero che non trova eccessivo che le parli così? E che non troverebbe neanche eccessivo se, per una volta sola, prima di andarmene, la chiamassi per nome, semplicemente?
Anna. No.
Mario. Grazie,Anna.... e addio.
Anna. Arrivederci.... Un momento.... Ora sono in i predarlo di rimanere.... Com'è incredibile… . Non so cos’ho…. Non lo capisco,... Sono.... Mi sento tutta.... Mi par d’essere, intristita di sgomentoe di paura.... Sento qualcosa che mi chiude la gola.... Un tormento sottile sottile che mi rode e che mi fa venir voglia di piangere....
Mario. Oh!
Anna. Ora passa…. Non so tenere a freno i miei nervi….Oh! Che cosa assurda.... Che cosa assurda!....
MARIO. Ha ragione. Siamo assurdi. Ma è così…. L’altra sera il mio avversario, implacabilmente deciso a fare questo poteva per mandarmi all’altro mondo, continuava a urlarmi: “ Le insegnerò io a vivere!” -Assurdi!... Ma lei è una visione e le visioni non sono mai assurde.... Non sciupi la serenità di questo momento che io non ritroverò più!... Non sciupi l'impressione che ho avuto da lei e che voglio portar via intatta.... Vorrei portar via intatta anche la sua immagine, ma non ho potuto afferrarla.... Questa luce è troppo imprecisa, tanto timida, tanto cangiante d'attimo in attimo che non mi permette di vederla come dev'essere realmente.... Non so com'è.... Non so come sono i suoi occhi.... Li ho visti chiari, li ho visti cupi, li ho visti immensi, li ho visti chiusi. Ho visto tante espressioni e non ho saputo coglierne una per portarla via....
Anna. Anch'io.... Ho provato.... mi è sembrato di provare lo stesso, la stessa incertezza.... Non avrei saputo dirlo ma è lo stesso....
Mario. Lei ora è cambiata, com'è cambiato il giardino, com'è cambiato il cielo, che un momento fa era un giardino di stelle e clic ora è pallido come le sue guance...E’ anche la sua voce è cambiata. Forse non ci siamo accorti che la campagna svegliandosi parla tutta anche lei e che la sua gran voce smorza le nostre.
Anna. Può darsi.... Dev'essere così....
Mario. Non so come sia, Anna.... e ormai non ho più tempo di aspettare che il sole me la riveli.
Anna. È forse meglio.
Mario. Lei è perfetta.
Anna. Perché non mi vede.
Mario. E se non dovessimo ritrovarci, avremmo l'uno dell'altro il ricordo di esserci conosciuti senza esserci visti.
Anna. E vero.
Mariole prende la mano. Trema?
Anna. Un pochino.
Mario. Ha freddo?
Anna. Un pochino.
Mario. Ora è buona?
Anna. Un pochino.
Mario. E calma?
Anna. Sì. Mi pare che ci sia una lentezza nuova in tutti i miei pensieri, come una grande pigrizia.... Devo essere stanca.... Devo essere impaurita.... Non lo so bene.... Ma sto bene!...
Si sente un doppio colpo di fucile.
Ah!...
Si aggrappa nervosamente alla spalla di Mario.
Mario. Anna!
Anna. Che scossa atroce ho avuto!... Ho creduto.... Che stupida!
Ride.
Mario. Per un curioso sdoppiamento di sensibilità mi è proprio sembrato di essere laggiù… bisogna che ci vada.... Ho paura che l'orologio suoni ancora!!!...
Anna Vada!!! Ilmio augurio sarà la sua ombra; non lo lascerà un momento....
Mario. Anna, non essere un morituro autentico! Sì, perché se fossi un morituro autentico lei non avrebbe il diritto di negarmi quel che le chiederei, magari in ginocchio....
Anna. Che cosa?
Mario. Un bacio.
Anna. No. Vada.
Mario. Anna !
Anna. Ora è lei che sciupa.
Mario. Un bacio sarebbe il vero augurio.
Anna. Vada a preparare le lettere.
Mario. Un bacio non macchia.
Anna. Ma può scottare. Badi all'orologio!
Mario. Vedrà, sarà un rimorso eterno per lei se....
Anna. Ahi No!... Non dica così.... Non voglio rimorsi, li detesto.... Ecco....
Lo bacia lungamente.
Mario. Anna!
Anna. Ma se poi non morisse?
Mario. Giuro di venire subito a restituirglielo !
Esce correndo.
FINE PRIMO TEMPO
ATTO SECONDO
La stessa scena. Ma il giardino alla luce sfolgorante del sole sembra trasformato, troppo vasto, meno folto, senza mistero né intimità, né poesia. Anche Anna più vestita, più ordinata in tutta la persona non è più la stessa.
SCENA UNICA
Anna dopo essersi assicurata che nessuno può vederla né sorprenderla, apre una grande busta dalla quale ne trae tre più piccole e anche una lettera che legge avidamente sorridendo in principio e commovendosi a poco a poco fino alle lagrime che asciuga furtivamente mentre continua a leggere.
Poveretto ... Speriamo bene.... Mi pare che dovrebbe essere già qui.... o che avrebbe dovuto farmi sapere qualcosa....
Va al cancello guarda e torna.
Niente !
Guardando le buste che ha in mano.
Questa è per sua madre.... Povera donna!... Speriamo che io non debba mandargliela mai.... Aperta?... Perché?... Una dimenticanza certamente.... Non avrà mica pensato che anche aperta mi sarei permesso di leggerla....
La chiude.
E sono sicura che parla di me in questa lettera, se no, forse, non avrebbe dimenticato di chiuderla.... Quest'altra.... Avvocato Tullio Bardi.... Eh!.... Aperta.... anche questa?... Proprio strano!
La chiude.
Ma questa è chiusa e anche sigillata.... Oh !... Oh!... Molto più voluminosa delle altre.... Signorina Marion Merville d'Argenson.... Povera ragazza.... o povera donna.... o povera donnina!... Chissà!... Marion Merville d'Argenson. Questo non è un nome da fidanzata.... E la sua amante certamente.... Che me ne importa, del resto?... Ma poteva lasciare aperta anche questa....
Guarda in tutti i sensi cercando di vedere se attraverso la busta trasparisce qualcosa.
Glielo dirò che poteva lasciarla aperta. E come se glielo dirò!
Guarda contro la luce del sole.
Ho forse immaginato che sarei stata tentata di leggerla ? Non c'era nessun pericolo! Proprio nessuno!.... Però è meglio che l’abbia chiusa.... Ah !
Si alza di scatto; corre al cancello, guarda a destra o a sinistra, torna scoraggiata.
M’era parso …. Ariette Merville d’Argenson… E’ un nome che sa di teatro…. Ma non di teatro di prim’ordine…. nome francese scintillante …. Un’artista?... No!... Una canzonettista!... Che strano…. Quest’idea mi rotola nella testa velocemente, come una pallina di tutti i colori…. Ma chiunque tu sia, sconosciuta lontana, fidanzata o amante, signorina noiosa o donnina divertente, ti compiango di cuore… e ti stringo mano… e ti faccio i miei auguri….
Pausa lunga
Come tarda! Dio mio!... Che bizzarra situazione!... E se divenisse drammatica?...
Pausa.
Che fame! Mi sento tutta illanguidita.... Non ho preso niente stamani, neanche un bicchiere d'acqua.... è naturale che senta il bisogno....
Chiamando a destra.
Isolina.... Isola.... Mi senti?...
La voce di Isolina.interna.Sì, signorina....
Anna. Vuoi portami qui la colazione? Completa e subito....
Pausa.
Ma se viene e mi trova mangiando ? Se fosse ferito e mi trovasse davanti al cibo?... Ne avrebbe un'impressione disastrosa.... Ma non è mica colpa mia se ho fame! È meglio che vada dentro.... Sì.... si…E’ meglio…. E se viene e non mi trova qui? Allora è peggio....
Sparisce un momento a destra. Di dentro.
E’ tornato papà?
isolina. Non ancora.
Anna. La mamma?
isolina. E’ alla messa…. Non c'è nessuno.
Anna. Se viene il giardiniere digli di cominciare dalla serra.... Grazie....
Torna con un gran vassoio che depone sul tavolo incomincia a mangiare.
E’ impossibile che sia accaduto qualcosa; non avrei tanta fame! O i presentimenti non esistono che in letteratura.... o non è accaduto nulla.... Perché proprio, presentimenti non ne ho, né buoni, né cattivi…. M'interrogo.... mi frugo.... mi scruto.... non ne trovo.... neanche uno!... E ho mantenuto la promessa di pensare a lui.... In questo momento ci penso mangiando, ma ci penso.... E davvero curioso che io sia così serena.... Sarebbe più naturale che fossi agitata, nervosa, irrequieta.... E invece niente!... Polso regolare, calma perfetta.... appetito crescente....
Continua a mangiare con evidente soddisfazione. Mario è apparso al cancello. E vestito di scuro. Guarda nel giardino. Non vede Anna. Esita un momento. Poi spinge il cancello ed entra.
Mario. Se potessi vederla prima d'andare a far colazione! Non ho preso neanche un bicchiere d'acqua!
Vede Anna. E sgradevolmente sorpreso di vederla mangiare ed ha perfino l'intenzione di tornare indietro. Poi parla con voce brusca, sgarbata.
Buon appetito!
Anna. scattando, spaventata. Ah!... Lei?!.,.
Mario. Credeva proprio non tornassi più?
Si guardano.
Vedo che si era messo l'animo in pace....
Continuano a guardarsi come a disagio, come se non si conoscessero.
ANNA. Perché mi squadra a quel modo?
MARIO. Il modo è lo stesso con cui mi squadra lei!
ANNA. Si direbbe che non ci riconosciamo ….
MARIO. E’ vero….
ANNA. E così… presto, mi dica…. Racconti…. Muoio dalla curiosità…. Com’è andata?
MARIO. Lo vede.
Anna. Niente ?
Mario. Intatto.
Anna. E l'altro ?
Mario. Meno bene.
Anna. Come ?
Mario. Lui ha sparato proprio contro di me e ha preso un albero vicino ; io ho sparato contro un albero vicino e ho preso proprio lui....
Anna. Oh, come mi dispiace.... Davvero mi dispiace tanto.... Grave ?
Mario. No, qui alla spalla.... Guaribile in quindici giorni.
ANNA . Vi siete riconciliati ?
Mario. Non ha voluto. La musica addolcisce forse gli uomini; il mandolino, no.... Ma vedo che il dispiacere di sapere ferito quel signore è più grande del piacere di vedermi illeso....
Anna. Che idea!... Anzi le faccio i più vivi e lieti complimenti.
Mario. Tanto obbligato.
Anna. È stato in albergo ?
Mario. Sì, per certe formalità noiose. Se no sarei subito venuto qui. Non ho preso neanche un bicchiere d'acqua per correre qui.... perché, s'immagini, me la figuravo in preda alla più viva inquietudine.... Fortunatamente vedo che sbagliavo....
Anna. Allora non ha fatto colazione ?
Mario. Gliel'ho detto.
Anna. Posso offrirle...?
Mario. Non potrei mangiare....
Anna. Senza cerimonie.... Colazione quasi sull'erba.
Mario. La prego di non incomodarsi.
Anna. Nessunissimo incomodo.... Guardi.... la zuccheriera può fare da tazza....
La vuota e la ripulisce.
Vuole ?
Mario. Ma no!
Anna. Pane arrostito.... burro fatto in casa.... freschissimo,conserva di more, fatta
in casa ….Frutta del nostro orto ancor tutte rugiadose.... Uova di gallina nera....
Mario. Fatte in casa.
Anna. No, nel pollaio.... Vuole?
Mario. Le ho detto di no.... non son mica un bambino....
Anna. La servo io....
Mario. In questo momento non sento affatto la volgare necessità di nutrirmi.
Anna. Lo crede.... ma sbaglia.... Sono sicura che sbaglia. Anche lei è stato alzato tutta
la notte e deve avere un bisogno feroce di questa volgare necessità. Molto latte?
Mario tace.
Non molto latte. Glielo darò del colore del suo umore, cupo e tenebroso.... Zucchero, quanto ?
Mario tace.
Niente zucchero.... Eccoglielo, amaro come i suoi pensieri.... Si accomodi.... Non lì, perché tra un momento avrebbe il sole in faccia. Le faccio posto qui, vicino a me....
Mario siede di malumore.
Guardi, le imburro anche il pane …. Non trova divertente questo pasto improvvisato e mattutino?
Mario. Divertentissimo.
Anna. Le piacciono le dolci ed acri more?... Io le adoro addirittura.... È il mio frutto preferito.... Sa di siepe, di terra, di sole.... Ecco, tutto pronto.... Monsieur est servi!
MARIO Scusi una domanda signorina.... Questa colazione era per lei sola?
Anna. Sì, perché?
Mario. Per niente....
Anna. Non ho avuto il nutrimento del sonno.
Mario. E poi con tutte le emozioni che il caso le ha procurate....
Anna. Lei lo dice ironicamente, invece è proprio così.... Quando ho un'emozione forte .... divoro.... Sono i nervi....
Mario. Io direi che è la fame.
Anna. Se sapesse.... Ma se sapesse come ne ero certa, sicura, convinta!
Mario. Di che cosa ?
Anna. Che mi avrebbe fatto un furibondo broncio se mi trovava mangiando.
Mario. Io?... Perché?....
Anna. Perché??? Pur non essendole capitato nulla d'increscioso lei ha passato un momento eroico.... e non si deve aspettare il ritorno dell'eroe prendendo il caffè- latte.
Mario. Le sarei molto riconoscente, signorina, se smettesse di prendermi in giro.
Anna. Prenderla in giro, ma....
Mario. Lei non fa altro....
Anna. Senta.... un momento fa ero di pessimo umore anch'io.... Era languore di stomaco! Ora il languore ce l'ha lei e |per non confessarlo preferisce immaginareche la prenda in giro.... intenzione che è lontana dal mio spirito, quanto quella bella nuvola d'argento è lontana “Lilla mia testa.... Andiamo, non faccia come quei ragazzi testardi che se la prendono col mangiare quando hanno una contrarietà .... mi creda.... mangi.... uccida il languore e rivedrà tutto color di rosa.... “
Mario. E sia …
Anna. Ma non così.... rabbiosamente.... Piano Se la conserva di more le va a traverso tossisce per mezz'ora.
MArio. Continui pure.... Avanti!... Non protesto più.... E naturale.... E giusto!.... E logico.... Se fossi tornato ferito, sciupato, fasciato, pietoso.... Chissà che accoglienza avrei avuto!... Chissà che premure affettuose!... Chissà che slanci di tenerezza.... Ma invece ho avuto la disgrazia di tornare sano e salvo.... e l'incanto è rotto.... Addio poesia!... Sono smagato.... E per smagarmi del tutto mi ha costretto a mangiare proprio contro la mia volontà....
Anna. Sia giusto, se le riesce, e mi dica chi merita ora il rimprovero di essere convenzionale.... Ma lei sbaglia!... Lei non sa quanto e come sbaglia !!! Sono semplicemente lieta che le cose siano andate tanto bene per lei ; e sono contentissima che il duello, come lo avevo predetto, sia finito in una buona colazione.... Veramente non istava a me, padrona di casa, di dire che la colazione è buona.... Ma poiché lei ha taciuto in proposito l'ho detto io.... Vuole il vovetto?
Mario. Come ?
Anna. L'uovo della gallina nera che lavora solo per me.... senta.... è ancora caldo.... è tutto palpitante di attualità.... Vuole? Ci faccio anche i buchetti.... Eccolo, lo butto giù.... sentirà che ristoro.... le parrà di trangugiare del benessere, tiepido.... Prenda .... io non guardo....
Mario esita un momento eppoi trangugia l'uovo mentre Anna ne prepara un altro,
Fatto? …
Mario. Si
Anna gli porge il secondo che Mario beve macchinalmente.
ANNA. Fatto?
MARIO. Fatto
Anna. Buoni ?
Mario. Buonissimi.
Si alza.
Anna. Che fa?
Mario. Tolgo l'incomodo.
Anna. Se proprio è convinto d'incomodare.... faccia pure.... Mio padre non può tardare ormai, e siccome avrà certamente udito parlare del duello, m'avrebbe fatto piacere di presentarlo.
Mario. Non mancherà occasione.
Anna. È vero.... E lei dev'essere molto stanco.... Chissà che bisogno ha di riposarsi....Mi perdoni se l’ho fatto indugiare.... Non lo trattengo più.... Vada pure a riposarsi.
Mario. Non sono mica sfinito.... Ci vuol altro per me!
Anna. Allora rimaniamo intesi.... torni quando vuole.... Annuncerò la sua visita.... Ho l'abitudine di non nascondere niente ai miei genitori e non vedo l'ora di raccontar loro gli strani avvenimenti di stamani.... Torni presto per riderne con noialtri.... Buon riposo!
Mario. Confessi però, che ora è lei che mi manda via.
Anna. Mi sarebbe più facile confessare che non capisco niente del suo modo di fare.
Mario. Ed è forse meglio.... molto meglio!... Perché se lei capisse quel che accade inme.... quel che è accaduto in me dacché l'ho incontrata.... Se lo sapesse.... se soltanto potesse immaginarlo, parlerebbe in tutt'altro modo....
Anna. Non sapendolo.... non potendolo immaginare.... parlo colla schiettezza della mia natura e della mia attitudine.
Mario. Ricorda che prima che io andassi a battermi, lei era esasperata della mia calma?... Me lo ha detto.... Ricorda?...
Anna. Benissimo.
Mario. Non le pare che ora toccherebbe a me, ad essere, se non esasperato, per lo meno un po' mortificato della sua indifferenza ?
Anna. Ma perché non dovrei essere come sono, se la soluzione per la quale sono stata tanto commossa, è stata così soddisfacente?
Mario. Lei è stata commossa ?
Anna. Tanto
Mario. Lo giurerebbe ?
Anna. lo dico, basta !
Mario. Andiamo !
Anna. Come andiamo!... Dove andiamo?... E quel che domando: dove andiamo a finirese continuiamo così?... Ma è straordinario lei!
Mario. Non voglio parlare, signorina.... sono troppo nervoso.... forse troppo deluso....
Anna. Deluso ? !...
Mario. E in questo stato sento che non potrei spiegarle la burrasca del mio spirito.
Anna. Non mancherà occasione....
Mario. Come vuole !... E grazie di tutto.... della sua commozione.... E del suo interessamento.... Della sua colazione.... Del suo vovetto....
Anna. Due!
Mario. Vedo che lei non dimentica quel che offre.
Anna. Mi diverto..
Mario. Ah! … Lei si diverte?!... Lei si diverte?!... E’ davvero meglio che me ne vada … Sono proprio …Mi sento proprio …. Ho i nervi che scricchiolano … e la testa che ronza … Ma se permette, tornerò
ANNA. Gli l’ho già permesso … Anzi gli l’ho chiesto.
MARIO. A presto, signorina....
Si avvia in fretta.
Anna. Oh! Dimenticavo....
Mario. Che cosa?
Anna. Le sue lettere.... postume...
Mario. Le avevo dimenticate anch'io nel ringraziamento generale.
Anna. Eccole.
Mario. guardandole.Se si rimane vivi, diventano proprio buffe le lettere che si sono scritte prima di morire.
Anna. Ma siccome sarebbe difficile scriverle dopo....
Mario. Evidentemente.
Anna. Come vede, ho chiuso anche quelle che aveva mandate aperte.... In quanto a questa che proprio non mi aspettavo....
Mario. Era tardi.... non sapevo a chi affidarla.... mi sono permesso!,..
Anna. Ha fatto benissimo.... ma poiché lei si è permesso.... mi permetto anch'io di dirle che doveva mandarle o tutte e tre chiuse o tutte e tre aperte.... L'aver chiuso e sigillato con tanto di ceralacca questa sola.... mi ha dato la sgradevole impressione di una sfiducia che non meritavo.
Mario. E’ vero! Forse ha ragione.
Anna. Ho ragione senza forse.
Mario. Ma l'ho fatto proprio perché.... Come dirle? Ci sono a volte delle intimità....
Anna. Non le chiedo quali siano le sue intimità con quella signorina dal nome francese e scintillante, ma posso garantirle che, se anche avesse mandato aperta quella lettera, per me, sarebbe stata ugualmente sacra.... Che cosa vorrebbe dire? Ne dubita ?
Mario. No. Che le pare!
Anna. Credevo....
Mario. Ma però se delle tre gliene avessero fatta scegliere una per leggere, avrebbe scelto quella.
Anna. Ma io le dico....
Mario. E del resto sarebbe stata una curiosità perfettamente comprensibile e scusabile.... Ma sì! Tra di noi c'è stato.... Come dire? C'è stato un contatto, che l'ora, la singolarità del caso e anche una lontana possibilità di pericolo, hanno reso molto speciale, molto intimo e sensibile.... Io ho potuto dirle delle parole che, se ci fosse stato questo sfacciatissimo sole, non avrei probabilmente osato dirle....
Anna. Né, probabilmente, io avrei permesso che me le dicesse.
Mario. Probabilmente; ma, dopo quanto è avvenuto tra di noi.... avere nelle mani una lettera chiusa, per una signorina dal nome francese e scintillante — come dice lei — doveva per forza un po' ingelosirla.
Anna. Come ?
Mario. Incuriosirla?
Anna. Nemmeno.
Mario. Interessarla ?
Anna. Neanche.
Mario. Oh!
Anna. Ne «oh!» né «ah!»... Né gelosia, né curiosità, né interesse.... ma compassione.... Ho avutocompassione di quella sconosciuta....Ma ora le sue induzioni e deduzionisciupano
quella compassione e la convertono....
Mario. In antipatia.
Anna. In indifferenza.
Mario. Non è vero!
Anna. Come non è vero?
Mario. Lei sente per Marion la violenta antipatia che io ho sentito e che sento per Paolino....
Anna. L'uomo che lei, troppo famigliarmente si permette di chiamare Paolino, è una persona per bene.
Mario. Signorina, lei non sa chi sia Marion.
Anna. E una canzonettista!
Mario. Oh! e come lo sa?
Anna. Ho indovinato?... Eppure, giuro di non averla mai sentita nominare prima di oggi.... Non dev'essere molto celebre la signorina Marion.... Stella di terza categoria.
Mario. Non è infatti molto celebre.... Ma è giovanissima, avvenente.... elegante....
Anna. E a me che cosa me ne importa?
Mario. Credevo....
Anna. Credeva male.
Mario. Può darsi.
Anna. E ora....
Mario. Potrei sapere, signorina, perché mi parla con tanto astio e con tanta stizza?
Anna. Ah!... senta.... Lei ha davvero una bella faccia tosta! Ma come?... l'accolgo festosamente.... le offro la mia contentezza, la mia cordialità.... la mia colazione.... Lei risponde a tutto immusonito.... Parla secco.... ironico.... sarcastico.,., maleducato.... Sì, maleducato e sgarbato al punto che se qualcuno avesse potuto udire la nostra conversazione non avrebbe pensato che siamo due indifferenti che discorrono....
Mario. Ma due innamorati che litigano.
Anna. Né più né meno. E lei, lei solo, avrebbe suggerito questa grottesca ipotesi.... e poi ha anche il coraggio di venirmi a dire die parlo con astio e con stizza!... E un po'troppo!... È davvero un po'troppo!
Mario. La prego, Anna....
Anna. Le proibisco di chiamarmi Anna!
Mario. Non si chiama così?
Anna. Non per lei.
Mario. Dianzi me lo aveva permesso.
Anna. Dianzi era dianzi, ora è ora.
Mario. Tutto è cambiato?
Anna. Tutto !
Mario. Dianzi ci si vedeva poco....
Anna. E ora ci si vede troppo....
Mario. Dianzi ho avuto la ventura di piacerle....
Anna. È un bel presuntuoso.
Mario. Se non le fossi piaciuto un pochino, almeno la metà di un pochino, non sarebbe rimasta con me neanche un attimo più del necessario.... non sarebbe stata curiosa!... Non si è curiosi di quel che non ci piace.
Anna. E potrebbe anche darsi! Perché no.... Ma mi accorgo che era proprio perché ci vedevo poco.... Ora, invece, ci vedo benissimo e scorgo in lei i sintomi allarmanti di un caratteraccio scontroso e incivile che non ho né la voglia né il dovere di sopportare neanche un minuto di più.... Lei deve avere più che mai bisogno di riposo.... Non la trattengo....
Mario. Lo vede?... Lo vede?... Chi è che tratta male ?
Anna. La tratto come merita.
Mario. Vuol calmarsi ?
Anna. No.
Mario. Provi a calmarsi.
Anna. Non voglio provare proprio niente.... e se vuole la mia ultima e definitiva parola, eccogliela: lei mi ha seccato!
Mario. Ah! Signorina!... Quando la volubilità raggiunge certe altezze e oltrepassa certi limiti, cambia di nome e si chiama incoscienza....
Anna. Che cosa si permette di dire ?
Mario. Mi permetto di dire, che quando si è come lei, quando si è fatti come lei, si ha il sacrosanto dovere di essere più cauti....
Anna. Sono lietissima di non capire.
Mario. Capisce benissimo.... Quando si è come lei, quando si è fatti come lei, non si danno con tanta facilità, con tanta temerarietà delle illusioni....
Anna. lo Io ho dato delle illusioni?
Mario. Tutte!
Anna. E anche delle speranze, forse?
Mario. Tutte!
Anna. Lei sogna!
Mario. Sognavo, ora mi sono svegliato.
Anna. E non sa né saprà mai il torto che si lai lo svegliandosi.
Mario. Il torto che ini posso essere fatto ai suoi occhi non conta. Ma quel che conta, invece, è la smania, il turbamento, il tormento indefinibile che lei mi ha messo nell'anima.... Questo e non altro conta....
Anna. Ma è addirittura incredibile!
Mario. Quel che è incredibile è il suo mutamento.... Perché?... Che cosa ho fatto?... È forse colpa mia se il mio avversario non è un tiratore scelto? È forse colpa mia se sono stato tanto fortunato e se ho, senza volerlo, defraudato il romanticume dei suoi reconditi pensieri di signorina? Lui non mi ha ferito; ma lei sì.... E per ferirmi si è servita con una diabolica maestria di tutte le armi che Dio le ha messo nelle mani.... negli occhi, nella bocca, nella voce....
Anna. Questa è un'infamia!... Se lei è un visionario abituato a prendere lucciole per lanterne, non me ne renda responsabile, facendomi passare per una insulsa civetta....
Mario. Ma allora, lei ha proprio dimenticato con quale voce mi parlava qui, proprio qui, due ore fa?... Lei ha dimenticato che con codeste braccia tanto bianche si è aggrappata alla mia spalla? Che con codeste mani tanto belle mi ha sfiorato il collo edi capelli?... Lei ha dimenticato che era tutta vibrante, sensibile, come un fiore fresco, vicino a una fiamma!... Lei ha dimenticato il volontario o involontario lavorìo dei suoi occhi che a momenti mi hanno guardato in modo da far dannare un santo!... Lei ha dimenticato che mi ha dato un bacio!...
Anna. Me lo ha strappato con un ricatto.
Mario. Strappato o dato.... io l'ho avuto e mi ha messo l'inferno nella testa e nel sangue! Capisce!
Anna. Insomma.... la prego.... Smetta.... Se venisse qualcuno, potrei, forse, giustificare la sua presenza qui; ma non sarebbe in nessun modo possibile giustificare la sua concitazione e la sua violenza. Dunque, smetta o parli più piano.
Mario. Parlo come vuole, purché mi lasci parlare.... Ho bisogno di parlare....
Anna. Di sciupare!... sì, di sciupare.... Lei non fa altro !... Lei non si accorge come deforma tutto.... i fatti, le parole, i gesti, le intenzioni, perfino gli sguardi.... Lei deforma ogni cosa, a suo maschile profitto, ben inteso !... e si direbbe che pretende convertire in veri e propri diritti le più tenui sfumature di quel che è avvenuto in un'ora nella quale, l'aria, la luce, il silenzio, la stanchezza sembravano i complici più insidiosi della mia imperdonabile debolezza.... Lei non si accorge che mi rimprovera tutto e che mi fapentire di tutto.... Mi domanda che cosa ha fatto.... E io? Che cosa ho fatto? Lei è capitato qui come i personaggi appaiono nelle fiabe.... e l'ho visto in una luco tanto attraente che anche volendo non avrei potuto allontanarmi da lei!... li perché non dirlo?... Lei mi piaceva!... Doveva battersi, e naturalmente, sbrigliando la mia fantasia, l'ho creduto, l'ho voluto credere in pericolo e le ho parlato come si parla a qualcuno che si crede in pericolo.... Le ho dato anche un bacio?... è vero. E sarei un'ipocrita se dicessi che mi è dispiaciuto di darglielo.... Una donna, del resto, non da che i baci che vuole, e non vuole che i baci che si lascia dare.... Poi è tornato.... La scena in a cambiata.... tanto cambiata che quando ci siamo riveduti abbiamo dovuto fare uno sforzo per riconoscerci.... Lei è stato doloso, di trovarmi dinanzi alla colazioni» clic il mio stomaco imperiosamente i « clamava.... Se ne è sentito personalmente offeso.... E stato per lei, un delitto di lesa poesia!... E io sono, forse, stata delusa di vederlo senza il prestigio del pericolo.... L'eroe misterioso, il cavaliere notturno che era andato a battersi per me, era diventato un uomo come tutti gli altri. Ecco tutto! Che cosa pretende ora, con quelle sue arie da creditore impaziente? Perché si crede un defraudato? Che cosa vuole?... Vorrebbe, forse, forzare il mio cuore come ha forzato il mio cancello? E meno facile perché la forza delle braccia non basta.... E quel che diciamo, del resto è inutile.... Ci sono degli attimi che contano solo perché non si ripetono né si rinnovano.... Il nostro « attimo »è stato di quelli.... Ci siamo incontrati mentre la natura, nel suo più bel momento d'amore, cantava un meraviglioso adagio.... e le nostre inani si sono strette.... Ora la musica tace.... Lei se ne va da una parte, io dall'altra.... e del nostro contatto non rimane che quel che rimane dei nostri sogni più belli.... Un po' di turbamento, un po' di rimpianto.... nessuna speranza.
Mario. Perché nessuna speranza?
Anna. Perché non ce n’è, né ce ne può essere.
Mario. Chi lo impedisce?
Anna. Non c' è nessun « chi » !
Mario. Oh!... Ci dev'essere!
Anna. È proprio deciso a sciupare tutto?
Mario. Ci dev'essere!... Ci dev'essere il «chi»!
Anna. Ridiviene insopportabile....
Mario. Insopportabile, come il male che mi ha messo addosso.
Anna. Ma che vorrebbe, forse, farmi una scenata di gelosia?
Mario. Non ho il diritto di farle una scena....
Anna. Dio ne sia lodato !
Mario. Ma ho quello di essere geloso. La gelosia è il primo diritto dell'amore.... e
sono innamorato, capisce?
Anna. Vuol tacere!
Mario. Innamorato ! Vuole che glielo urli ? Innamorato !!!
Anna. In un'ora?
Mario. In un minuto.... in un secondo.... in un batter di cuore!
Anna. E le capita spesso ?
Mario. Ogni volta che trovo una donna come lei; dunque una volta sola.
Anna. Badi che le faccio una risata sul viso !
Mario. Rida, pianga, non me ne importa.... Sono innamorato e l'amore è un diritto sacrosanto.
Anna. E proprio deciso a dire, una dietro l'altra, tutte le banalità ?
Mario. Sono deciso a dirle la verità.
Anna. La sua.
Mario. La mia! Quella che conta! Perché è una verità che vive, che lavora, che penetra come una corrosione, mentre la sua non fa che ragionare.... Io so che pensare ad innamorarmi era lontano da me, come il pensare a buttarmi sotto un treno.... So, che ne fuggivo tutte le occasioni, come si fuggono le zone infette da un'epidemia pericolosa.... Non volevo questo malanno perché ero il re assoluto della mia libertà e me la godevo con quanta forza e facoltà di godimento sono in me.... So che ieri, che stamani, che tre ore fa, lei mi era ignota quanto la signora turca che proprio in questo momento passa sul ponte di Galata a Costantinopoli.... e che ora, lei, è l'anima viva della mia vita.... che non penso che a lei.... che mi sembrerebbe assurdo pensare ad altri che a lei.... Questo so, Anna, che le voglio bene.... e che lei mi dovrà voler bene.... Lei!... Lei!... Lei!... Se è libera mi vorrà bene.... Se non lo è.... Se nella sua vita c'è un Paolino qualunque se ne libererà e mi vorrà bene.... E se Iddio si fosse dimenticato di seminarle in cuore il divino germe dell'amore io mi sostituirò a Dio e ce lo farò nascere, e crescere e fiorire... Io non so altro enon mi preme di sapere altro.... Se col- l'alba l'ho illusa e col giorno delusa, non importa!... Quello che è stato è stato, e quello che deve essere sarà!... perché voglio....
Anna. Basta.... basta! Lo scherzo è durato anche troppo.
Mario. Non ci sarebbe che uno scherzo, e atroce: quello di averla incontrata per perderla subito.... ma non sarà così.... giuro che non sarà così....
Anna. Ah ! Ma la sua prepotenza è incredibile ! Ma per chi mi prende?... Ma non sente quel che c' è d'urtante e di offensivo in tutto quel che mi dice? Crede proprio davvero che beva ad occhi chiusi e a gola spalancata tutte le sue sciocchezze che ha spacciato con tanta impudenza?... Veramente lei ha una fiducia esagerata nella sua presunzione.... Le ho detto e le ripeto per l'ultima volta che ci siamoincontrati per caso.... che nella luce imbrogliona dell'alba ci siamo detti delle parole che, forse,hanno oltrepassato le nostre intenzioni e che,
ora io me ne devo andare da una strada e lei dall'altra.
Mario. La mia strada è questa, e nulla al mondo potrà farmela cambiare.
Anna. La cambierò io.
Mario. La mia strada sarà sempre quella su cui camminerà lei.
Anna. Ma non capisce che mi diviene odioso.... e che dalla rabbia mi viene quasi voglia
di piangere?
Mario. Anche stamani le è venuta voglia di piangere e non dalla rabbia....
Anna. Stamani non ero io, ero un'altra, ero una donna stupida....
Mario. Mi piaceva lo stesso....
Anna. Ma ora sono io, io.... io.... e sono una donna intelligente!
Mario. E dunque logico che lei mi piaccia più di quell'altra!
Anna. Oh!... Se ne vada.... Se ne vada!...
Mario. Anna, cambiamo tono.
Anna. Non cambio niente! e poiché lei ha l'abitudine di entrare per forza nelle case e nelle anime, le faccio vedere la mia .mima tal quale è.... dicendole una cosadella mia vita che spezzerà definitivamente questo grottesco incatenarsi di stupidi avvenimenti.... Sono fidanzata.
Mario. Non è vero!
Anna. Fidanzata, felice di esserlo....
Mario. Non è vero!
Anna. Fidanzatissima !
Mario. Di Paolino?
Anna. Di Paolino, che adoro!
Mario. È una spietata bugia! Non ci credo, non ci crederei se la vedessi davanti al sindaco....
Anna. Mi ci vedrà. Le manderò un invito.
Mario. Non è vero !
Anna. Vero come la luce!
Mario. Lo giuri !
Anna. Io non giuro che quando non dico la
Mario. E lei.... essendo fidanzata.... Lei adorando ... Lei appartenendo virtualmente, se non
virtuosamente ad un'altro, ha potuto comportarsi con me, come si è comportata?
Anna. Civetteria !
Mario. Lei ha tremato !
Anna. Una donna ha sempre a sua disposizione i tremiti che vuole.
Mario. Lei ha pianto!
Anna. E le lagrime che vuole.
Mario. Lei mi ha baciato l
Anna. E i baci che vuole....
Mario. Lei mi ha mandato al macello !
Anna. Ne era così fiero...!
Mario. Perché non sapevo quale prodigio di perfidia lei fosse.
Anna. Ora lo sa. Se ne vada.
Mario. Il delitto!... Il delitto!... Io capisco il delitto !... Io.... Io.... Mi sento capace di tutto !
Anna. Fuorchédi andarsene....
Mario. minaccioso Badi! Badi! Io perdo la testa ! Mi pare proprio di perdere la testa.
La voce della MAMMA. Ma si può sapere con chi parli, Anna?
Anna. Niente mamma.... con nessuno.... uno dei soliti venditori di sciocchezze.... che
si è fermato al cancello.... e che naturalmente voleva imbrogliarmi....
La voce della Mamma. Vuoi che chiami il giardiniere per mandarlo via ?
Anna. No, mamma!... Basto io... A Mario imperiosaSe ne vada!
Mario. Sì.... Ma.... Me ne vado.... Me ne vado, ma sono....
Esce di corsa.
Anna stracciando il fazzoletto coi denti e andandosene a sinistra.
Un imbecille! Un imbecille! Un imbecille!...
tela.
ATTO TERZO
La stessa scena, ma il giardino, all'argenteo chiarore della luna è fantasticamente irreale. Il lungo viale dei tigli che si vede disteso al di là del cancello è impressionante di bianchezza quasi sepolcrale. A sinistra cade sulle piante un riflesso rossastro; è la luce della casa illuminata. Silenzio perfetto.
SCENA UNICA.
Anna scintillante nel suo vestito da sera ampiamente scollato è sdraiata nella poltrona a sinistra. Colle mani sotto la nuca, immobile, sembra assorta nella contemplazione del cielo. Dopo un momento il limpido silenzio della notte è rotto dal suono assai distante di un pianoforte sul quale si eseguisce con efficacissima sensibilità l'adagio di una sonata di Beethoven. Alla fine la voce della sorellina echeggia acuta nel ristabilito silenzio.
La Sorellina. Anna
Anna. Cara!
La Sorellina. Quante sono?
Anna. Che cosa ?
La Sorellina. Le stelle. In due ore che sei lì, col naso all'aria, devi averle contate tutte. Dimmi quante sono.
Anna. Poche, cara.... La luce della luna le divora.... Si vedono appena.... Sono più lontane che mai.... Brillano poco come se fossero stanche d'essere andate tanto lontane.... Suona ancora, cara.... Hai suonato così bene!
La Sorellina. Perché non vieni a cantare qualcosa ?
Anna. Ah !... No !... No!... Sto così bene qui!... Mi godo la pigrizia come se fosse un’ allegria.
La Sorellina.Anche qui siamo allegri.... Tanto allegri …Mamma legge.... Paolino gioca a dama col signor Aldini.... Papà giuoca a scacchi i, solo.... La signora Aldiniricama … e io sbadiglio da slogarmi le mascelle… Vieni a cantare un po'.... No! no Aspetta. Un'idea...
E quasi subito si odono i primi accordi della Casta Diva che Anna colla testa rovesciata sulla spalliera accenna soavemente. Ma si ferma di botto. Mario è passato nel viale.
Che cosaè successo Anna?
Anna. E’ passata una nuvola che ha oscurato la luna; e non si può cantare la Casta Diva senza la luna.
La Sorellina. Che peccato!... Era tanto bella la tua voce ... Sembrava lontana lontana .... ricomincia Anna....
Anna. Non ora.... Più tardi....
La Sorellina. Siamo rimasti a bocca aperta.... Sono ancora tutti a bocca aperta !
Anna. Devono essere carini!....
Si sente una risata.
La Sorellina. Ricomincia, Anna....
Anna. Zitta, cara.... Ora chiudo gli occhi.... faccio una muta invocazione agli spiriti del sonno e mi addormento....
La Sorellina. E io non ti lascio dormire!
Batte rabbiosamente sui tasti. Le voci del babbo e della mamma la fanno tacere.
E allora, giuochiamo a tombola!
Mario intanto è passato due volte.
Anna. Passeggia, caro!... Se vuoi rivedermi,devi dire anche tu « sette paia di scarpe ho consumate.... » perché te le farò consumare....
Mario passa.
Coraggio!... Cammina!... Cammina!... Camminerai quanto l'Ebreo Errante....
Mario passa.
Oh ! Oh ! diventiamo nervosi a quanto pare!... Acceleriamo il passo....
Mario passa.
Uno due!... Uno due!... Uno due!...
Mario si ferma al cancello e guarda in giardino.
Guarda pure caro!... Cerca.... fruga.... non mi vedrai.... Forse senti che ci sono.... ima sono l'anima del giardino; e l'animaè invisibile.... Buona sera, caro!... Impazientisci pure.... io non mi muovo.... Non so se il cancello sia aperto o chiuso .... Speriamo che sia.... Che sia come?... Non lo so neanche io!... Sia come sia, non mi muovo....
Mario sparisce.
Buona notte! Ciao.... Ciarea.... Arrivederci!... Good by !... A presto.... Spunterà il giorno e passeggerai ancora.... e piglierai un raffreddore.... e sternuterai disperatamente.... e te lo sarai meritato.... Le prepotenze si pagano....
Una pausa.
Dov'è andato?.... Ma come? Non passa più?... Che se ne sia andato?... Di già?... Oh !... Questa sarebbe l'impertinenza massima.... Credeva forse, che al suo primo apparire mi gli sarei slanciata incontro?...
Altra pausa.
È incredibile!... Oh!... Ma passerai!... devi passare.... Lo voglio.... Te lo ordino!...
Una pausa più lunga.
Niente.... Non è possibile che ci sia al mondo un uomo più maleducato di quello la....
Dopo un'altra breve attesa si alza piano piano e si avvicina al cancello. Quando vi è giunta guarda all'infuori colle mani ai ferri. Mario comparisce e gliele afferra.
Mario. Mi deve perdonare....
Anna. Mi lasci le mani!
Mario. Mi deve perdonare....
Anna. Zitto sono tutti lì.... in salotto.... collefinestre aperte. Potrebbero udire.... Se ne vada subito.... Mi lasci le mani....
Mario. Me ne vado se mi perdona.
Anna. SI.... sì.... E perdonato....
Mario. Non mi serba rancore?
Anna. No.
Mario. Davvero?
Anna. Davvero
Mario. Siamo ridiventati amici?...
Anna. Sì.... sì.... amici....
Mario. Allora.... Se sono un amico.... posso entrare.
Ed entra.
Anna. Ma no!... Ma no!...
Mario. Pochi minuti.... Il tempo di dirle addio....
Anna. L'addio è detto. Se ne vada.... Come devo pregarla?... Ho raccontato tutto in casa.... Sono stata sgridatissima.... Ho annunciato la sua visita.... Sono tutti curiosi di conoscerla.... Se vuole, vada dall'altra parte, suoni il campanello, ed entri. Verrò io a riceverla.... e se vuol tornare domani.... l'aspetterò qui.... Glielo prometto.... Ma ora, no.... A quest'ora no....
Mario. L’ora è divina.
Anna. E’ pericolosa....
Mario. La teme ?
Anna. Si.... No.... Non lo so.... Non mi faccia né dire né commettere delle sciocchezze.... Si ho paura di tutto.... Degli altri.... di lei ... dell'ora, di tutto.... se ne vada....
Mario. Com’è bella, Anna... !
Anna. Ma insomma....
Mario. E’ più bella di stamani.... è più bella di dianzi … Le due visioni che avevo di lei erano due abbozzi.... È il capolavoro finito…. Sembra un idolo sfolgorante....
Anna.Stia zitto.... In questo silenzio si sentirebbe volare una farfalla.... Non capisce che sono
tutti la....abbiamo avuto gente a pranzo.... ci sono anche degli estranei.... Mi hanno chiamata.... devo salire....
Mario. Un altro minuto per ridirle addio.... Eppoi, no.... Mi chieda di esser muto.... mi chieda di ferirmi la lingua coi denti per essere muto per il dolore.... mi chieda d'essere immobile.... ma non mi mandi via subito.... Non posso andarmene.... Sono inchiodato d'ammirazione.... Sono inchiodato dalla sua voce.... dai suoi occhi.... Si dice che il primo che paragonò gli occhi di una donna alle stelle, fu un poeta; e che il secondo fu un imbecille.... ma sono sicuro che stasera, paragonando il brillìo dei suoi occhi a quello delle più belle stelle del cielo, sono più poeta elio imbecille....
Anna. Quello che fa è una prepotenza. ..
Mario. No.... creda.... Non sono più prepotente ... Ilo capito che è inutile perchè lei più prepotente di me.... Ora sono umile, umile....
Anna. I provi, andandosene....
Mario. Mi lasci ancora un momento.... Un momento …corto corto.... Si metta poltrona … quella poltrona ... io m'inginocchio vicino, faccio, guardandola per cinque minuti, una incalcolabile provvista di bellezza e me ne vado … Si può essere meno esigenti di così?' ... Non chiedo che di guardarla....
Anna. Ma no, via.... E’ assurdo....
Mario. La prego … La prego.... È forse l'ultima volta che le rivolgo una preghiera.
Anna. E’ stato sempre cosìcosì cocciuto, lei?
Mario. Sempre, anche prima di nascere.... Ricordo che mi misi in testa di nascere prima del tempo.... e nacqui prima del tempo....
Anna. È forse per questo che non poterono farle tutte le rotelle....
Mario. Mi contenti.... Immagini che rimorso avrebbe se....
Anna. Ah!... no!... Non attacca più il rimorso....
Mario. Sia buona....
Anna. E dopo, se ne andrà ?
Mario. Subito!... Per sempre....
Anna. Non chiedo tanto!... Basta che se ne vada ...
Mario. Subito
Anna. E starà cheto, cheto ?
Mario. Non le parlerò....
Anna. Ma se poi …
Mario. Giuro!
Annasiede nella poltrona. Mario le s'inginocchia vicino. Un silenzio.
ANNA. Siamo buffi!
Mario. Ah, no!
Anna. E se qualcuno ci vedesse....
Mario. C'invidierebbe.... M'invidierebbe.... Io solo sono invidiabile al mondo!
Anna. Ora, zitto !
Mario. Zitto !...
Una lunga pausa. Dopo pianissimo come se dicesse una preghiera.
«Sei astro radioso di notte immortale!»
Anna. Eh!
Mario. .... Non parlo con lei.... Non ha sentito che parlavo col tu? Dunque non parlavo con lei....
Dopo un'altra pausa.
“Sei astro radioso di notte immortale - Sei cinta di luce e le mie vene tremanti bruciano.... bruciano …. sento le vene arse, bruciate …”
Una pausa.
Anna. E poi?
Mario. Devo continuare ?
Anna. Devofinire.... Che cos'è?
Mario. Non loso.
Anna versi suoi?
Mario. Non so se siano versi e non so se siano miei… Manon sarei punto stupito che fosseroversi e che fossero miei.... Quando si è nella meravigliosa incoscienza di tutto in cui sono io, qui, ai suoi piedi, nel suo fascio di luce, si può diventare anche poeta senza accorgersene. Non sodirle quel che provo.... Vorrei trovare delle parole fatte anch'esse di luce, di tepore, e di profumo, come questo giardino che non riconosco più, come i suoi occhi che non riconosco più, come la sua voce che un momento fa sembrava la voce di tutti i fiori e di tutte le foglie....
Anna. L'avverto che ora parla proprio con me.
Mario. Vuole che taccia ?... Lo preferisco.... Penserò meglio tutte le parole che non posso e non devo dire.... Devo tacere ?
Anna. Voglio che parli.... Cioè, voglio che risponda, ma la verità, senza ricami, senza letteratura, senza voce.... se fosse possibile.... Perchéè stato tanto cattivo?
Mario. E lei?... Lei lo è stata più di me.... Ma non bisogna parlarne più, ora.... le nostre cattiverie, le cattiverie istintive di questi due indivisibili nemici, l'uomo e la donna, dormono.
Anna. Si risveglieranno domani....
Mario. La vita è fatta di periodi buoni e di periodi cattivi che si alternano.... Bisogna accorciare più che si può quelli cattivi e più che si può allungare quelli buoni…Tutta la scienza della vita è lì....
Anna. Nell'illuderci più che sia possibile....
Mario. Propriocosi.... Ed è un vero delitto non ispremere fino in fondo le illusioni, qualunque esse siano, che di tanto in tanto, la vita ci offre.... Noi due, in questo momento viviamo un'illusione più fortedelle nostre volontà. Alla luce spietata del giorno, e con una voce che ora non potrebbe ritrovare, mi ha detto che dovevamo andarcene, uno da una parte, una dall’altra …. E’vero?
Anna Si
Mario. Mi ha detto che è fidanzata.
Anna. Sì.
Mario. Ed è fidanzata.
Anna. Sì....
Mario. Eppure guardi come l'illusione ci ha riafferrati.... Guardi come quanto abbiamo detto non ha più nessun valore.... La nostra illusione nata coll'alba, uccisa dal giorno, risuscita nella notte ed è più viva che mai....
Anna. Ma non si possono perpetuare le illusioni.
Mario. Purtroppo !
Anna. Né dimenticare a lungo i doveri e le responsabilità.
Mario. Disgraziatamente.
Anna. E immagino che lei ne deve avere parecchi.
Mario. Non più degli altri.... non più di lei.... In non sono fidanzato.
Anna. Ma lei è peggio....
Mario. Nessun uomo, a qualunque momento lo si prenda o lo si sorprenda non è mai libero… Una catena, leggera o pesante, d’oro o di piombo, la trasciniamo sempre. Ma io sono, forse, meno schiavo di tanti ….
Anna. Se la signorina dal nome francese e scintillante lo sentisse....
Mario. Vuol sapere quanto conta?
Anna. Non mi permetterei tanta curiosità.
Mario. Dove sono le mie lettere?.... Le ho la sciate qui.
Anna. Devono essere in quella pianta.
Mario le cerca, le trova, ne apre una.
Mario. Legga.
Anna. Io?
Mario. Legga questa lettera per la signorina Marion Merville d'Argenson, canzonettista.
Anna. Neanche per idea!
Mario. La prego di leggere....
Anna. Ma proprio no....
Mario. Non vuole?
Anna. Non voglio.... perché non ci si vede abbastanza....
La prende.
E’ interminabile…. uno, due, tre, quattro, fogli ….
Mario. Vergini!
Anna. Come?
Mario. Puri!
Anna. Ma ….
Mario. Immacolati !
Anna. Che cosa significa questa mistificazione?
Mario. Me la perdoni e glielo dico.
Anna. Chi è la signorina Marion?
Mario. Non lo so.
Anna. Come non lo sa? Chi è quella donna?
Mario. E un'invenzione!... Ah! No!.. Se imbroncia così il suo bel viso non posso continuare.... Sia buona.... Lo rimetta a posto.... Io rassereni e le dirò tutto.... Dunque, quando la lasciai per andare a scrivere quelle lettere ero nell'illusione fino alla gola.... Lei aveva già preso un'importanza decisiva in tutti i miei pensieri e in tutto il mio avvenire.... in questo stato d'animo scrissi la lettera per mia madre.... e l'altra per il mio amministratore.... Dopo, non so come, né per quale misterioso suggerimento, mi venne un'idea proprio da innamorato: quello d'ingelosirla....
Anna. Ingelosire me?... L'uomo che riuscirà a ingelosirmi non è ancora nato!
Mario. Ma quello che per lo meno lo tentò, è già grandino.... E mi dissi: se mi capiterà una disgrazia che mi metta fuori circolazionecon questo germe di gelosia che m’illudo di metterle in cuore, forse, non mi dimenticherà subito.... se invece non mi accadrà niente, quello stesso germe di gelosia potrà, forse, essere fecondo non so di che cosa, ma di qualcosa....Forse, chissà, mi darà occasione di leticare violentemente con lei....
Anna. Bei proponimenti davvero!
Mario. Bellissimi: perché il mezzo più sicuro di avvicinarsi ad una donna senza perdere tempo è sempre stato quello di leticarci. Dopo viene la riconciliazione, e la prima fase dell'intimità è stabilita....
Anna. Ma si può sapere a che razza di fenomeni appartiene lei ?
Mario. Poi glielo dirò.... Detto fatto.... Presi questi quattro candidi fogli, li misi in questo impenetrabile involucro, lo chiusi, lo sigillai, inventai un nome suscettibili di svegliare in lei i più leciti ed anche i più illeciti sospetti.... e.... il resto lo sa.... Abbiamo leticato.... Ci siamo riconciliati... Siamo nella prima fase di un’intimità limpida e serena come quella lunache sorride beatamente di contentezza.... Guardi com'è contenta anche la luna!
Anna. Dio che imbroglione!... Che matricolalo imbroglione!... Ma come! Nel momento stesso di andare a battersi pensava a tali macchinazioni?
Mario. Non pensavo che a lei!
Anna. Non pensava che a imbrogliarmi.... Oh! sincerità il tuo nome è donna, perché voialtri non sapete neanche che cosa sia !
Mario. Ora faccio pentire di quel che pensa.
Anna. Sarà difficile!
Mario. Ora .... Subito !
Apre un'altra lettera.
Questa è per mia madre, perciò insospettabile.... Legga.... Aspetti.... Parlo di lei dal principio alla fine, ma deve leggere.... ecco, qui....
Anna. Non ci vedo....
Mario. L'aiuto coi miei occhi....
Le si accosta vicinissimo al viso.
Anna. Si rimetta in ginocchio.
Mario. Sono stanco.
Anna. Peggio per lei !... Giù.... in penitenza ! ..
Legge con difficoltà
« Mamma, mi hai detto tante volte che il giorno in cui mi sarei ammogliato con una donna di tuo gradimento.... avresti mandato tutte le tue perle alla sposa in regalo di nozze....» Affare d'oro per la sua mamma.
Mario. Questo non c'è scritto.
Anna. È un mio commento.
Mario. Non commenti, e vada avanti.
Anna. « Iddio misericordioso, forse, per salvarmi dalla interminabile catastrofe del matrimonio, mi fa cadere vittima di uno stupido duello.... E prima di incamminarci, angosciato per te, ma deciso a non far brutte figure, ti prego in ginocchio, per il bene che mi vuoi, di mandare alla donna ….alla donna.... »
Mario. .… adorabile….
Anna. Grazie “che tante volte ho nominato in questa lettera, letue parole, nel giorno delle sue nozze; giorno di cui sarai opportunatamente avvertita.... Questa donna,a te ignota, è la sola alla quale avrei dato volentieri la mia libertà in cambio della felicità che, certamente, lei avrebbe dato a me.... Dunque questa donna, scelta e perduta, è spiritualmente, indissolubilmente, mia. Che le tue perle siano il mio eterno augurio per lei.... Esaudisci la mia volontà. Grazie, mamma. »
Una pausa.
Mario. Vede che passi giganteschi faceva il mio amore, benché fosse appena nato?
Anna. Volava!...
E ride a forza per nasconderò la propria commozione.
Mario. Lei non ha nessuna voglia di ridere.
Anna. Che ne sa lei?
Mario. Lo so, lo sento, lo vedo.... E se la sincerità dell'istinto fosse permessa agli umani come alle bestie, lei, invece di ridere mi butterebbe le braccia al collo. Anna, per cancellare la falsità della sua risata, faccia il sacrificio di buttarmi le braccia il collo.
Anna. Vuol tacere ?
Mario. Vuole che il sacrificio lo faccia io?
Anna. Mi alzo e me ne vado....
Mario. Sonmuto.... Le mie facoltà di eloquenza e di movimento sono abolite....
Una pausa.
Anna. E sono molte?
Mario. Che cosa? Le mie facoltà?
Anna. No, le perle.
Mario. Un subisso !
Anna. E belle?
Mario. Meravigliose. Celebri addirittura....
Anna. Che peccato!
Mario. Ma lei è feroce!
Anna. Per un subisso di perle meravigliose, una donna commetterebbe un delitto; io mi sono contentata di pensarlo!
Mario. E per averle mi preferirebbe morto?
Anna. Oh!... Sì!... Tanto!...
Mario. Ma so che lei è....
Anna. Zitto!... Che possono sentire.... E anchefermo.... Non mi tocchi le mani....
Mario. Perché Anna?
Anna. Perché si sciupano....
Mario. Non posso stare zitto e fermo!...
Anna. Eppure è il solo modo di non dire e di non fare sciocchezze.
Mario. Posso almeno, fare due passi, cambiar posizione?
Anna. No ….
Mario. È un supplizio.... Non so quante formiche ho nei ginocchi....
Anna. Le conti per passare il tempo!... Fermo!... Si riposerà fra poco, a letto.
Mario. Mi manda via?... Non mi mandi via.... Sto benissimo così.... Questa è la posizione più comoda che si possa immaginare....
Anna. Non la mando via, ma ho dato il primo segnale....
Mario. Com'è bella, Anna.... Com'è perfettamente bella....
Anna. Dica più piano....
La Sorellina. Sì.... Sì.... Vi prego.... Fatelo |per me.... Mi diverto tanto.... Vero che vuoi papà ?
Vico. Ma no.... Smettila.... E ora di andare :i letto....
La Sorellina. Una partita sola.... Diglielo tu, Paolino... Poi vado a letto. Contentatemi....
Brusìo confuso di discussione.
Mario. C’è anche Paolino ?
Anna. Naturalmente .... C'è sempre Paolino....
Mario. Anna, senta le mie tempie.... Sì.... La prego ….Battono come se volessero scoppiare…. , e ogni battito è una fitta atroce! Non mi faccia male.... Non c'è più salvezza per me.... Sono preso.... legato.... incatenato ….non mi rovini l'esistenza.... non è un’esistenza che valga molto, maè semplice e pulita.... e gliel'offro tutta, senza nemmeno pensarci, come si offre un fiore.
Anna. Più piano!... Più piano!...
Mario. Mi dica subito che non è vero che lei è fidanzata....
Anna. E vero! È vero!...
Mario. No.... No.... Ho la prova del contrario.
Anna. Quale prova ?
Mario. Io stesso.... Sono qui, ai suoi pedi, innamorato e lei lo sa.... si lasci dire che l'adoro; nei suoi occhi vedo lo scintillio felice degli occhi che si sentono adorati.... Dunque non è fidanzata, e se lo fosse sarebbe un mostro.
Anna. Sono un mostro....
Mario. Anna.... Anna....
Anna. La sua voce brucia.... mi fa male... Non mi stia cosi vicino.... non voglio.... non mi tocchi le braccia.... Le sue mani scottano; non le posso sopportare....
Mario. Ti adoro!
Anna. Non così.... Stia zitto.... Se ne vada.... Ho paura.... C'è una confusione che mi stordisce .... Ora se ne vada…. Ma come glielo devo chiedere ?
Mario. Chiedimelopiù da vicino.... Fammi sentire il sapore della tua paura....
ANNA Ma no.... è una pazzia.... Siamo pazzi!... Mario....
Mario. Più vicino.... più vicino....
Mario ed Anna sì baciano.
Anna dopo una lunga pausa. Se ne vada ora....
Mario. Lei mi spaventa. Anna,... La sua perii dia mi spaventa....
Anna. Che cosa dice?
Mario. Non lo so.... Ho la testa perduta…. So soltanto che sarebbe stato meglio che fossi morto primad'incontrarla !... Mi domandava poco fa a che razza di fenomeni appartengo.... Glielo dico…. Appartengo alla più balorda e assurda e freneticae debole di tutte: quella degli uomini!... Ma lei, lei che non è libera, e che mi tenta, e mi stordisce, e mi ubriaca, e mi ammazza.... saprebbe dirmi a quale selvaggia razza appartiene ?
Anna. A quella delle donne....
Mario. Badi, Anna.... Non scherzi così coi cuori clic non conosce....
Anna. Non dica sciocchezze.... Si nasconda qui, dietro la poltrona.... vuole obbedirò?
Mario. No Mai.... Piuttosto....
Anna. O si nasconde, o se ne va....
Mario. Mi nascondo
Si mette dietro la poltrona.
Anna. Stupido!... sst.... Zitto!...
Una pausa.
Vorrei proprio sapere perché si dice che l'uomo è la più intelligente delle bestie! Lo sa, lei...?
Mario. Io no.... ma so....
Anna. Zitto!...
Ad alta voce verso la finestra
Paolino!
Mario. Badi che sono capace di tutto!...
Anna. E allora sia capace di stare zitto!.... Paolino !
MARIO. Badi che l’ammazzo!!!
PAOLINO Che vuoi? Devo scendere?
Anna. No.... no.... Rispondi di lì.... Vuoi dirmi chi sei?
Paolino. Come, chi sono?
Anna. Ti prego di dirmi chi sei....
Paolino. Anna, ti senti male?... Anticamente si attribuiva un potere nefasto ai raggi della luna sui cervelli deboli....
Anna. Vuoi rispondere?
Paolino. Prima telefonoal dottore.... È un po' tardi, ma data la gravità del caso, forse
verrà ....
Risata.
Mario. Che animale!
Anna. Senti Paolino. Poco fa mi sono addormentata profondamente e ho avuto un incubo spaventoso.... Un uomo mascherato è entrato nel giardino, si è avvicinato a me, mi ha preso al collo per strangolarmi.... Dibattendomi, nella stretta, gli ho fatto cadere la maschera.... Quel l'uomo eri tu!... Allora ho urlato: « Perché vuoi strangolare la tua sorellina?» E lui: « Non sono tuo fratello.... Sono Paolino.... lo strangolatore.... » Ne ho avuto un tale terrore che svegliandomi ho sentito il bisogno di chiederti chi sei, di sentirmelo dire proprio da te....
Paolino. Giuro di essere tuo fratello; ma giuro anche che sei matta da legare....
Una gran risata
Mario. Ma allora ?
Annacon una smorfia. Ma allora!... Scemo!
Mario. Quel Paolino....
Anna. Mio fratello maggiore.
Mario. E non ce n'ha altri?
Anna. Non li colleziono mica....
Mario. Ma perché dirmi....
Anna. Perché anch'io ho voluto....
Mario. Oh! E ioche credevo la mia trovata d’ingelosirti, tanto, nuova e tanto originale!
Anna. Bel fiasco! Quell'idea a lei è venuta....
Mario. Devi dire a te.
Anna. Non corra troppo.
Mario. Non ho più bisogno di correre, sono arrivato....
Anna. A lei l'idea d'ingelosirmi è venuta perché era già geloso di Paolino.... Mentre a me.... è venuta subito, appena l'ho visto e ho voluto mettere tra lei e me....
Mario. Devi dire fra te e me.
Anna. Tra noi due, un nome, un’ombra, unsospetto.
Mario. Che mi mettesse l'inferno addosso.
Anna. Precisamente!
Mario. Oh! Sincerità il tuo nome è donna!
Anna. Siamo pari.
Mario. E degni l'uno dell'altra,...
Anna. Perciò, poche parole, precise, serie, definitive.
Mario. Sì, precise, serie.... Ma perché definitive?
Anna. Perstasera.
Mario. Un'idea!... Vado dall'altra parte, suono il campanello, e....
Anna. E il cane che è sciolto le si scaraventerà addosso.... no.... no.... è troppo tardi.... Eppoi, stasera, la famiglia stonerebbe.... Cerchi bene dentro di sé.... in fondo alla sua coscienza, e se proprio è deciso a perdere la sua libertà e la sua volontà, se proprio è deciso ad arrendersi, mani e piedi legati, ad una donna piena di capricci, di difetti e di stramberie.... allora telegrafi a sua madre di venire....
Mario. Subito un telegramma! Mi aiuti! Mi detti.
Anna. Io!
Mario trae un taccuino, una matita, scrive:«Mi sono battuto, duello grave, illeso stop mi sonoinnamorato, duello grave, ferito stop, vieni, corri, vola, stop l'adoro, t’adoro, la sposo, t'aspetto.»
Anna. Oh!
Mario. Ma seti dico che mai, mai, mai, uomo è stato più trascinato da un più violento
turbine di passione. E sono pronto a qualunque olocausto di me stesso: il chiostro, il suicidio, il matrimonio.... Nessun supplizio mi spaventa.... E ho già pensato a tutto.... alla nostra casa, alla nostra gioia, alle nostre liti, ai baci e agli schiaffi che ci daremo, alla nostra camera, al viaggio di nozze che faremo...»
Anna. Dove?
Mario. Nella nostra camera.... al nome dei nostri figli, al nome dei nostri nipoti, al
nome dei …
Anna. Basta, per carità! ….
Mario. T'adoro! Ti ho adorato nell'alba, prologo del nostro amore, come ti adoro nella notte, prologo della nostra felicità.
Anna, Ma il giorno è stato pessimo.
Mario. Noi ci siamo respinti come fanno i lottatori, ma per vedersi meglio, per riprendersi ed aggrovigliarsi meglio.
Anna. Forse.... chissà.... per volersi molto bene non bisogna vedersi troppo bene!
Mario. Forse! Non lo so.... Non so più pensare. Bisogna benedire il nostro miracolo e non pensare a spiegarlo perché miracolo spiegato, miracolo sciupato. Anna!... Anna!!! Raccolgo quanto c'è di meglio in me, nella mia anima, nel mio cuore, nella mia intelligenza, nella mia ansietà,nellamia speranza e lo depongo qui, nel tuo grembo.... e anche quanto c'è di meglioin questa mia ineffabile voglia di piangere in queste due liete lagrime che sono il primo e più puro dono del mio amore!
Anna. Mario !
Mario. Non dire altro!... Non dire altro!... Solo il mio nome!
Anna. Un'altra cosa sola.... ma piano piano..., non sentire.... Ti voglio bene!
La Sorellina. Dormi Anna?
Anna. No sogno.
La Sorellina. Allora aspetta!
Il piano suona ancora gli accordi della Casta Diva o Anna la canta soavemente. Mario che a poco a poco le si avvicina le chiude la bocca con un bacio
Un’altra nube, Anna?
Anna. No.... Un eclisse totale!
La Sorellina. E durerà molto ?
Anna. Oh!... Sì!... Tanto!...
E si baciano ancora.
Mario. Sempre !...
TEL A