L’altra parte della rete. Naile e Nello |
di
Fortunato Cerlino.
Dio ci ha creati
il meno possibile.
Anonimo.
Personaggi
Nello Regina
Naile
Giacomo Regina
La madre
Stefano
Il filosofo
Maria
Giuseppe
Luca
Edna
Graziella
Un carabiniere
PRIMO ATTO.
SCENA PRIMA.
In un paese di provincia nell’entroterra siculo, di notte, il cancello d’ingresso di un campo d’accoglienza è presidiato da Stefano in uniforme e da un suo collega carabiniere. L’ambiente è sereno, la serata tranquilla.
STEFANO ...Una sigaretta, cosa vuoi che sia.
CARABINIERE Non si può, siamo in servizio.
STEFANO Vuoi davvero che la spenga ?
CARABINIERE No, però stai attento, non voglio passare dei guai per colpa tua.
STEFANO Stai tranquillo ‘Milano’, con me nessuno ha mai passato guai.
CARABINIERE E poi quella non è una sigaretta.
STEFANO Questione di punti di vista.
CARABINIERE Cioè ?
STEFANO Anche il tabacco fa male, almeno c’è gusto !
CARABINIERE Si, furbi voi del sud, intanto se ci beccano !
STEFANO Ti ho detto di stare tranquillo.
CARABINIERE Io mi allontano che è meglio, e tu tieni gli occhi aperti che ieri il Mariotti quasi ci rimetteva le penne.
STEFANO Cosa è successo ?
CARABINIERE Stavano per beccarlo mentre faceva uscire la bionda, come si chiama ?
STEFANO Edna. Lo hanno scoperto ?
CARABINIERE No per fortuna, ma ci è andato vicino. Voi per questa ragazza fate una brutta fine ve lo dico io.
STEFANO Io non rischio per una cosa del genere, è solo per divertirmi. Non sono Mariotti, quello una donna non l’ha mai vista. Poi anche se l’avesse vista non se ne sarebbe accorto, con quei culi di bottiglia che ha per occhiali.
CARABINIERE Fate quello che vi pare ma non cacciate altri nei guai.
STEFANO E a te cosa frega ! L’importante è che non si accorgano che le facciamo uscire di qui, se poi le beccano fuori, chi sta al cancello non ha responsabilità. Ci sono cinque chilometri di rete metallica facilmente superabile.
CARABINIERE Si va bene, va bene, ma sta attento.
STEFANO Per lo spino ?
CARABINIERE Anche, mi hai capito bene. Il carabiniere si allontana.
STEFANO Solo e a bassa voce. Ma vaffanculo va !
CARABINIERE Da fuori. Te e tua sorella !
STEFANO Minchia, dei radar al posto delle orecchie hai ! Abbassa ancora di più la voce. Ma vaffanculo... Tende l’orecchio , poi soddisfatto ritorna a fumare.
Segue un breve silenzio. All’improvviso si sentono dei rumori, Stefano butta subito lo spinello e punta l’arma in direzione dei rumori.
STEFANO Altolà chivalà ?
FILOSOFO Con voce soffiata da fuori. Fermo, non sparare.
STEFANO Vieni fuori.
FILOSOFO C.s. Stefano sono io, mi libero da me stesso e arrivo.
Stefano pare rilassarsi, prova a cercare per terra lo spinello ma lo trova bagnato.
FILOSOFO Appare dal buio, trafelato e sporco in volto. Sono io, mi ero impigliato nel cespuglio. Stefano gli molla uno scappellotto.
STEFANO L’ho capito troppo tardi che eri tu. Mi hai fatto bagnare lo... la sigaretta !
FILOSOFO Non è colpa mia se l’hai buttato.
STEFANO Da quanto tempo sei li dietro ?
FILOSOFO Chi te l’ha detto ?
STEFANO Come se non sapessi che hai il vizio di spiare. Che vuoi, si può sapere ?
FILOSOFO Sedicimila settecento lire possono bastare ?
STEFANO E tu sei venuto per questo ?
FILOSOFO Le ho raccolte tutte in un giorno, ho fatto la colletta come hai detto tu.
CARABINIERE VFC Stefano, tutto bene ?
STEFANO Tutto a posto, stai tranquillo. Senti, se non sparisci subito, ti faccio arrivare in paese con un calcio.
FILOSOFO Veloce come le macchine di formula uno ?
STEFANO Ancora di più.
FILOSOFO Allora mi farai male ?
STEFANO Molto.
FILOSOFO E la colletta ?
STEFANO Sono di guardia brutto stronzo, ti pare il momento per rompermi le palle con la tua colletta ?
FILOSOFO Ma tu me l’hai detto.
STEFANO Non è il momento di parlarne, sparisci.
FILOSOFO Manterrai la parola ?
STEFANO Si, basta che...
FILOSOFO Sparisco, ho capito. Va via, Stefano fa qualche gesto di disappunto. Riappare il filosofo all’improvviso. Anche la tua bionda va bene, mi piace.
STEFANO Ma vaffanculo va ! Stefano gli lancia dietro qualcosa, il Filosofo scappa.
CARABINIERE VFC Te e tua madre questa volta.
STEFANO Non parlavo con te, ma che hai la coda di paglia ?
CARABINIERE C.s. Si va bene va bene, furbi voi del sud.
STEFANO Ma vaffanculo, e questa volta c’è l’ho con te ! (Tra se) Ma vedi questo.
SCENA SECONDA .
Buio. Stacco su Roma, a casa di Giacomo. La porta si apre improvvisamente, entrano Giacomo seguito da Luca presi da un discorso precedentemente iniziato.
LUCA ... Dico solo che è strano detto da te.
GIACOMO Sarò stanco.
LUCA Non è stanchezza, direi piuttosto paura.
GIACOMO Non cominciare a sparare le tue analisi del cazzo. Che paura dovrei avere ? No, non è paura. Però lasciamo perdere va bene, quando sono stanco dico solo stronzate. Sparisce in un’altra stanza.
LUCA Ci sono messaggi in segreteria.
GIACOMO Poi li ascolto. Vuoi del caffè ?
LUCA No, che poi non chiudo occhio.
GIACOMO E’ quello solubile.
LUCA Allora no, se no vomito.
GIACOMO Come vuoi. Cosa ti è parso di questa Claudia ?
LUCA Quella con il punto interrogativo stampato sulla maglietta ?
GIACOMO Si quella.
LUCA Cosa ne penso in che senso ? Di lei come ragazza o di lei come oratrice ?
GIACOMO E’ carina !
LUCA Direi proprio di si.
GIACOMO Rientrando senza giacca. Però ?
LUCA Però il suo pensiero mi pare alquanto confuso.
GIACOMO Ha parlato Platone !
LUCA Che centra, non ho detto di essere meglio di lei ma ci sono dei limiti a tutto.
GIACOMO A me è parso che il suo intervento avesse un senso.
LUCA A te basta che una ragazza ti faccia un sorrisetto e ti sembra subito un nobel di intelligenza.
GIACOMO Certo che sei proprio stronzo stasera.
LUCA Ma dai, non dirmi che ti ha convinto il suo discorsetto da donnina della media società soddisfatta. Li conosco i suoi ideali, tutti ipocriti quelli come lei. Il fatto è che sono sempre di più. E’ facile tirarsi fuori dalla lotta. Si sentono appagati, ma di che ? Bisogna rimanere svegli.
GIACOMO Parli così perché a te nemmeno ti ha visto.
LUCA Ma va al diavolo !
GIACOMO Io credo che su alcune cose avesse ragione. Anzi ti dirò di più, mi è sembrato tra tutti l’intervento più lucido.
LUCA E’ il tuo punto debole.
GIACOMO Cioè ?
LUCA Ti innamori delle stupide.
GIACOMO Ha un tono stranamente duro. A quanto pare li frequento anche gli stupidi.
LUCA Parli sul serio ?
GIACOMO Potrebbe darsi.
LUCA Quasi mi fai credere che le pensi davvero le cose che hai detto in macchina sul lavaggio del cervello, sul gregge con la testa vuota bla bla bla.... Segue un silenzio. Io ho apprezzato l’intervento del presidente. Il richiamo alla lotta, a non addormentarsi. La società è marcia, ha bisogno di essere scossa.
GIACOMO E chi dovrebbe scuoterla, tu ed il presidente ?
LUCA Tutti ! Una rivoluzione intellettuale e morale ci vorrebbe, altroché !
GIACOMO Ecco, ho capito.
LUCA Cosa ?
GIACOMO Ho avuto un’intuizione. Quello che non mi convince di certi discorsi è la mancanza di realismo, di senso storico. E’ come se si volesse credere che il mondo è per forza in un modo a dispetto dell’evidenza. E’ come guardare Van Gogh con gli occhiali da sole, in bianco e nero.
LUCA Stasera vaneggi, andiamo a dormire va. Questa Giulia o come si chiama lei ti ha proprio rincoglionito.
GIACOMO Claudia. Comunque per rispondere alla tua domanda, si !
LUCA Si cosa, quale domanda ?
GIACOMO Quello che ho detto in macchina sullo stato di stupidità del nostro movimento politico, lo penso davvero.
LUCA Riflette, infine conclude. Una serata storta, io ti conosco, quando sei nervoso demolisci il mondo intero, poi il giorno dopo ritorni in te.
GIACOMO Non illuderti, ci penso da qualche tempo.
LUCA Ma a cosa, al lavaggio di cervello ?
GIACOMO E’ più giusto dire mancanza di personalità.
LUCA E magari è un fenomeno che rilevi in tutta la facoltà di scienze politiche, o addirittura l’università.
GIACOMO Questo non lo so, sono tre anni che la frequento a Roma, per adesso riconosco che il nostro movimento è pieno di pecore prive di identità. Non so se mi fanno più ridere o pena, certo è che sono stufo di questo proselitismo ideologico .
LUCA Temevo che avremmo affrontato questo argomento prima o poi. Il caffè per forza solubile ?
GIACOMO Non volevi andare a dormire ? Gli allunga la sua tazza.
LUCA Non ci provare. Adesso si parla. Luca non gradisce la bevanda.
GIACOMO Un’altra nottata a chiacchierare, non abbiamo nemmeno sigarette.
LUCA Già, con questa brodaglia almeno dobbiamo fumare. Ti va di andarle a comprare ? A piazza Venezia si trovano sempre, così beviamo anche un caffè vero.
GIACOMO No io resto qua.
LUCA Non ti addormentare, torno subito, e preparati delle argomentazioni valide, mi hai stimolato.
GIACOMO Si, ti ho fatto l’effetto di una purga.
Luca esce. Giacomo rimane a riflettere, poi si dirige verso la segreteria telefonica e ne ascolta il messaggio. Contributo di immagini di profughi che abbandonano la loro terra.
NELLO V .F.C. Giacomo, sono Nello... niente, volevo sentirti, è tanto... ma che stai combinando, te la spassi eh ? No, anche per quella cosa che mi hai detto, di salire a Roma, così, per venirti a trovare un po’... ci penso, non è che non ci penso, però tu lo sai come sono. Certo una piccola vacanza... ci penso. Minchia queste macchinette della segreteria, non mi ci abituerò mai ! Attacco va !, parliamo da vicino cioè, volevo dire di persona, da vicino significa che ci vediamo e tu non scendi questo mese. La mamma si chiede perché non chiami che le dico ? Fatti sentire ogni tanto, che quella è contenta. A me comunque tutto a posto, il lavoro anche, Giuseppe mi vuole bene, penso che stia cambiando idea su me e sua figlia. Datti da fare e fai cose buone, ritorna sindaco che ripuliamo questa merda... ci sentiamo da vicino, cioè, hai capito... ti voglio bene.
Lenta dissolvenza passando dal buio, Giacomo abbassa la testa, anche le immagini svaniscono.
SCENA TERZA.
La luce si costruisce in un altro punto del palcoscenico. E’ l’officina di meccanico dove lavora Nello, indaffarato nella riparazione di un motore. Accanto a lui, in borghese, discute molto animatamente, Stefano.
STEFANO Tu non capisci una minchia, sei troppo ingenuo questo è il tuo problema.
NELLO Ma che dici, falla finita dai !
STEFANO Ma quand’è che ti sveglierai ! Nello svegliati che dormi ancora, te lo dico io.
NELLO Guarda che oggi sei fuori proprio !
STEFANO Ma secondo te una vittoria così netta, dopo la figuraccia dell’anno scorso, è regolare ?
NELLO Ma quale figuraccia, anzi, a me sembra che stavamo quasi per vincere.
STEFANO Si vabbè va ! Ma allora sei proprio un minchione !
NELLO Molto nervoso. Stefano scusa, la puoi finire di offendermi, a me sembra che io non ti stia offendendo, benché pensi che stai dicendo una serie infinita di cazzate.
STEFANO Eh ! e non c’è mica bisogno che ti scaldi tanto !... E’ qualche giorno che sei suscettibile, non sei così tu, hai sempre la battuta pronta.
NELLO E oggi sono così va bene, e non sono cazzi tuoi e sei pregato di non offendere !
STEFANO Va bene, d’accordo. Si parlava per parlare. Segue una pausa. Il capo non c’è ?
NELLO E’ andato a prendere dei pezzi di ricambio.
STEFANO Non vi rifornite più da Turi di fronte ?
NELLO Si tratta di quella cinquecento parcheggiata all’ingresso...
STEFANO La station wagon ?
NELLO La giardinetta, o la giardiniera non ricordo come si dice. E’ un pezzo che non si trova facilmente.
STEFANO E la macchina di chi è ?
NELLO Non la conosci.
STEFANO Qualche vecchia del paese ?
NELLO Non è vecchia e non è del paese, è una ragazza, anche carina. Il nonno è morto un mese fa e la macchina è rimasta a lei.
STEFANO Certo se non ha i soldi per una nuova, per arrangiare va bene.
NELLO Soldi penso ne abbia, è solo che a lei piace proprio quella macchina, ed anche a me piace.
STEFANO Dai, pure questa dovevo sentire oggi da te. Una macchina nuova è una macchina nuova. Che vuoi che ci faccia oggi come oggi una bella ragazza in un ferro vecchio come quello.
NELLO ‘Oggi come oggi’, ma che cazzo significa questa espressione ? Oggi è come ieri e come domani anche. Se una cosa piace, non conta altro.
STEFANO Significa che i tempi sono cambiati, si va veloce, si deve andare veloce. E poi mi fanno incazzare quelli che hanno i soldi e non li spendono. La vita questa è, se hai la possibilità di godertela te la devi godere. Non lo vedi il casino che sta succedendo ? E se domani oltre ai profughi sbarca anche la nostra guerra da queste parti ? eh ? Come la mettiamo ?
NELLO Sembra colpito, finge disinteresse per l’argomento. Non lo so, che vuoi che ti dica, quella povera gente non c’è la fa nemmeno a piangere.
STEFANO Bravo il fesso Reazione di Nello... scusami mi è scappato, e che sarà mai.
NELLO Una bella pulita e poi te lo monto il motore.
STEFANO Quando lo monti ?
NELLO Domani.
STEFANO Le hai fatte tutte le modifiche ?
NELLO Poi lo provi.
STEFANO No perché di te non c’è da fidarsi, chissà cosa pensi che vado a fare con un motore più potente e magari non fai quello che devi.
NELLO Ma perché sei venuto da me ?
STEFANO Perché sei un amico e dici al capo di farmi risparmiare. Comunque stammi a sentire, quella povera gente è disperata, e dei disperati devi avere paura, sono pronti a tutto che hanno da perdere ? Un giorno arrivano qui tutti insieme con questa guerra e ci fanno un culo così ! Ed hanno pure ragione, non dico di no. Ma allora di alla tua amica della cinquecento di comprarsela la macchina nuova finche è in tempo. Fossi stato in lei la Ferrari compravo.
NELLO Non ti basta guardarla in televisione ?
STEFANO Si, io guardo e quelli guadagnano i miliardi.
NELLO E allora ?
STEFANO E allora è tutta una truffa lo vuoi capire o no ? Questo mondo bisogna incularselo per non esserne inculati. Io li spendo i quattro pidocchi che mi danno, tanto domani Dio pensa.
NELLO Non dico che hai torto, ma è che non me ne frega niente. Che mi cambia se penso che ieri la Ferrari ha vinto meritatamente o no ? Niente.
STEFANO Ti cambia che dormi, e non ti accorgi di nulla mentre tutti ti fregano
NELLO E lasciali fare.
STEFANO Tu li lasci fare, io no. Se quest’anno la Ferrari vince è perché qualcuno lo ha deciso, e se il Milan ruba lo scudetto è per lo stesso motivo, e se questi straccioni di profughi vengono a mangiare i nostri soldi è perché qualcuno ci incula. E io mi inculo i profughi allora !
NELLO Sembra colpito. Dai non dire minchiate, con il lavoro che fai magari qualcuno ti prende in parola e poi sono fatti tuoi.
STEFANO Ma perché credi che al comando non lo sappiano ? Si fa a gara per fare la vigilanza al campo.
NELLO Ma tu sei un carabiniere, certe cose non me le devi raccontare.
STEFANO Lo vedi come sei tu ? Nello non risponde. Ti va di fare due tiri ?
NELLO Erba ?
STEFANO Sempre !
NELLO Ho paura di sballarmi. Stefano si accende una canna. E’ che poi arriva Giuseppe e lo capisce, l’altro ieri lo ha capito. Non mi va di fumare sul lavoro.
STEFANO Non hai il fisico.
NELLO Così ti stai facendo una storia con qualche profuga ?
STEFANO Diciamo di si.
NELLO Vedi, è un altra delle tue balle.
STEFANO Ci sto uscendo.
NELLO E come ?
STEFANO Con la macchina, la moto me la stai riparando ancora, è una settimana che aspetto.
NELLO Domani ti ho detto che è pronta.
STEFANO Anche ieri hai detto domani, e anche l’altro ieri, però quando volete essere pagati io non posso dire domani.
NELLO Volevo dire come fai a farla uscire dal campo.
STEFANO E’ uno dei vantaggi a lavorare con la divisa.
NELLO Quindi si può farli uscire ?
STEFANO In teoria no, però volendo si chiude un occhio, anzi tutti e due. Ma perché sei così interessato ?
NELLO Macché ! E’ per quello che dicevi tu, voglio dire, magari uno se li trova in casa e nemmeno se ne accorge.
STEFANO Per quello stai tranquillo. E Maria ?
NELLO Maria cosa ?
STEFANO E’ un po’ di giorni che non vi vedo insieme in piazza, vedo solo lei.
NELLO E vedi solo lei, infatti.
STEFANO Avete litigato ?
NELLO Ecco qua, così va bene. Fra un po’ chiudiamo se no te lo montavo pure, vieni domani e te la porti la moto.
STEFANO In mattinata ?
NELLO A ora di pranzo è sicuro.
STEFANO Sai il mio intuito che mi dice...
NELLO Cosa ?
STEFANO Niente di sicuro, ma appena vedo la padrona di quella cinquecento te lo dico. A domani !
NELLO Guarda che il tuo intuito si sbaglia, e poi sei pregato...
STEFANO Di farmi i cazzi miei, l’ho capita la canzone. Solo questo sai dire da qualche giorno, e lo sai perché ?
NELLO Stai per sparare un altra cazzata ? E allora fa presto che vedo Giuseppe parcheggiare, fra un po’ chiudiamo.
STEFANO Perché hai qualcosa da nascondere !
NELLO E bravo lo scienziato, poi dicono che i carabinieri sono tutti cretini.
STEFANO Ricordati che vuoi che non ti offenda .
NELLO Anzi, mica ti ho offeso, ho detto il contrario.
STEFANO Si scherza tu, lo sai che ho ragione. Poi quando ti fermo per un controllo su una cinquecento station wagon me lo racconti.
NELLO Si va bene, allora poi te lo racconto.
GIUSEPPE Entrando nell’officina. Buonasera Stefano.
STEFANO Buonasera signor Giuseppe. Nasconde lo spinello dietro la schiena.
GIUSEPPE Che è tua la macchina parcheggiata qui davanti ?
STEFANO Si è mia ma sto andando , ero passato un attimo.
GIUSEPPE No era per sapere, credevo fossero clienti dell’autoricambi, ultimamente l’hanno presa per un parcheggio la mia officina.
STEFANO Bisognerà spiegarglielo.
GIUSEPPE Tempo perso. Cos’è questa puzza ?
STEFANO Io vado allora, buonasera.
Stefano riesce a svignarsela. Giuseppe non dice una parola e comincia a cambiarsi.
NELLO Trovato il pezzo ?
GIUSEPPE Domani me la fanno trovare. E venuto solo Stefano ?
NELLO Un rappresentante anche.
GIUSEPPE Quelli non mancano mai.
NELLO Io ho finito, domani lo monto questo motore.
GIUSEPPE Pronto per andare via. Bene, allora chiudi l’officina, e la mattina cerca di essere puntuale.
NELLO Senz’altro signor Giuseppe.
GIUSEPPE A proposito, ma avete litigato tu e Maria ?
NELLO No, perché ?
GIUSEPPE Mi è sembrata molto giù, che avete fatto ieri sera ?
NELLO No, è che siamo stati al cinema, davano un film triste, lei lo sa com’è sua figlia, si commuove subito.
GIUSEPPE Sarà... senti, a proposito, volevo chiederti una cosa.
NELLO Dica signor Giuseppe.
GIUSEPPE Non sarà mica per quello che ti ho raccontato qualche giorno fa ? Nello non risponde. Vedi, io voglio che tu sappia che ho imparato a stimarti, ho fatto bene a prenderti a lavoro con me. Davvero, prendi le tue decisioni con calma e soprattutto con cautela. Ho imparato a conoscerti, so che sei saggio. Se con Maria riterrai opportuno troncare devi essere tu a capirlo, ma sappi che io non lo chiedo, non più. Allora io vado, chiudi bene.
Giuseppe esce, Nello si pulisce le mani, poi guarda nervosamente il telefono, infine si dirige a prendere la cornetta e compone il numero ma, improvvisamente decide di riattaccare.
Si passa le mani tra i capelli, guarda l’orologio freneticamente. Mette un giacca sopra la tuta da lavoro, si dirige verso un cassetto e ne estrae un libro che osserva perplesso, infine lo nasconde sotto il braccio e va via. Buio.
SCENA QUARTA.
Una strada di periferia. Il Filosofo corre velocemente. In contrasto con la musica lenta, ( Jazz per sax, o tromba di Miles Davis.) il suo procedere sembrerà una slow motion. Corre come inseguito. Buio. Poco dopo sulla stessa strada Nello cammina e sembra nervoso, ha il suo libro sotto al braccio. Consuma un panino con poca voglia, controlla l’ora. Decide di fermarsi, si siede. Sopraggiunge di corsa Il Filosofo, attraversa tutta la scena da una parte all’altra buttando un occhio a Nello. Ritorna di corsa dalla parte opposta e fa la stessa cosa. Ritorna ancora ma questa volta si ferma in piedi accanto a Nello.
FILOSOFO Mi dai diecimilalire ?
NELLO Diecimilalire !
FILOSOFO E mille lire ?
NELLO Ma che ci devi fare ?
FILOSOFO Una colletta, me le dai o no ?
NELLO Tieni.
Il Filosofo prende i soldi ed esce ancora di corsa. Rientra con il fiatone e si riavvicina a Nello .
FILOSOFO Come ci si stanca !
NELLO A correre ?
FILOSOFO No, a pensare. Tu pensavi ?
NELLO Si, e tu correvi.
FILOSOFO E pensavo. Correvo e pensavo a te che pensavi. Che pensavi ?
NELLO A te che correvi.
FILOSOFO E ti stancavi ?
NELLO Tu ti stancavi.
FILOSOFO Io no.
NELLO E allora perché hai il fiatone ?
FILOSOFO Perché mi sono stancato.
NELLO Lo vedi ?
FILOSOFO Mica adesso !
NELLO E quando ?
FILOSOFO Prima.
NELLO Prima quando ?
FILOSOFO Prima di correre, mi sono fermato sotto la finestra di Graziella a pensare, e mi sono stancato.
NELLO E che pensavi ?
FILOSOFO Se chiedendogliela me la dava !
NELLO Filosofo , allora hai voglia a pensare !
FILOSOFO Lo so, tutte le sere mi fermo sotto la sua finestra a pensare di dirglielo, per questo sono stanco.
NELLO E tu la prossima volta che la vedi diglielo.
FILOSOFO Io sono pazzo mica sono scemo, quella mi picchia.
NELLO E allora continua a pensare.
FILOSOFO Lo faccio, ma sono stanco... però è tanto bella.
NELLO Si è vero, Graziella è carina, ma è fidanzata.
FILOSOFO Tu pensi che al fidanzato gliela da ?
NELLO Ma che domande mi fai scusa.
FILOSOFO Maria a te non ancora vero ?.
NELLO Senti, bada come parli.
FILOSOFO Mica ho detto niente. Solo che mi faccio dei conti.
NELLO Che conti ?
FILOSOFO Che Maria è antica e Graziella è moderna.
NELLO E che significa ?
FILOSOFO Che se Maria non la da Graziella si.
NELLO Filosofo...
FILOSOFO Scusa, scusa. Pausa. Il fidanzato di Graziella è militare in continente.
NELLO E allora ?
FILOSOFO Così, per dire. Magari ha voglia di darla a qualcuno e non sa a chi.
NELLO Pensa ad altro che è meglio.
FILOSOFO Non ci riesco.
NELLO Perché Graziella è moderna e Maria no ?
FILOSOFO Perché dice che va a scuola e non è vero, esce la sera da sola e va al bar Charlie con gli amici maschi, si veste con le gonne corte come in città, e poi guarda gli uomini con uno sguardo moderno.
NELLO E com’è uno sguardo moderno ?
FILOSOFO Come una che dice ‘saltami addosso, saltami addosso’, come una che ha sempre voglia insomma.
NELLO E a te non lo dice ?
FILOSOFO Non ancora. Ma tutte le sere da sotto la finestra le mando il pensiero con il fluido, per convincerla a darmela.
NELLO E vedi che domani invece di guardarti ti salta addosso.
FILOSOFO Magari.
NELLO E perché correvi ?
FILOSOFO Ero inseguito.
NELLO Da chi ?
FILOSOFO Dalla mia coscienza.
NELLO Dalla tua che !?
FILOSOFO Lo dicono gli indiani. Uno a volte può andare più veloce della sua anima. Me lo ha detto proprio un capo quando sono andato sull’Etna. Lui stava seduto per terra come si siedono gli indiani. Senza fare rumore mi sono avvicinato e gli ho chiesto che stava facendo, mi ha detto che aspettava perché ultimamente era andato troppo veloce e la sua anima in affanno lo stava raggiungendo.
NELLO Te lo ha detto proprio lui ?
FILOSOFO Si. Era triste perché aveva fatto la guerra, e aveva bruciato le persone vive, e aveva bombardato le loro case, e aveva cacciato le donne e i bambini, come nel film che trasmettono in televisione in questi giorni.
NELLO Quello non è...Si ferma.
FILOSOFO Cosa ?
NELLO Niente di importante, tanto a te, cosa cambia.
FILOSOFO Se lo dici tu, io di te mi fido.
NELLO Ah si, e perché ?
FILOSOFO Perché lo so che mi vuoi bene. Sei l’unico che parla con me, che fa i discorsi voglio dire. Gli altri ridono.
NELLO Vuoi un po’ di panino ?
FILOSOFO Si.
NELLO Prendilo tutto, io non ho fame questa sera.
FILOSOFO Sei sicuro, perché io invece ho fame.
NELLO Mangia, mangia pure. Il filosofo mangia il panino con voracità.
FILOSOFO Posso leggere quel libro ?
NELLO Tutto ?
FILOSOFO Si.
NELLO Non fai in tempo, devo darlo questa sera ad una persona.
FILOSOFO Guarda che io ero veloce a leggere.
NELLO Non c’è la fai, tra un po’ devo andare.
FILOSOFO E una pagina sola ?
NELLO Una pagina sola c’è la puoi pure fare.
Il Filosofo prende il libro, lo apre a caso e comincia a leggere.
FILOSOFO ‘...I primi dati di questo processo in Italia, sono stati rilevati a partire dal 1876, ed ha costituito un fenomeno rilevante nella sua dinamica demografica : massiccia sino alla prima guerra mondiale. Specie verso i paesi d’oltreoceano, ha ripreso consistenza dopo la seconda guerra mondiale, ma in direzione prevalentemente continentale. Lasciare il proprio paese per vivere altrove con la speranza soprattutto di trovare lavoro e migliorare così la propria condizione di vita...’ Non mi piace, io non voglio emigrare. Mette il libro accanto a se.
NELLO E’ solo storia passata.
FILOSOFO Credo che il capo indiano non la vedrà più la sua anima, ha fatto troppi casini.
NELLO Già è tanto che si è fermato, non lo perdoni ?
FILOSOFO Ho parlato con la sua anima, l’ho incontrata mentre scendevo dall’Etna e l’ho fatta cambiare strada. L’ho fatta cadere dentro la lava.
NELLO Le anime mica bruciano !
FILOSOFO Lo dici tu.
NELLO E perché lo hai fatto ?
FILOSOFO Per costringere l’indiano a cercarla, così bruciava anche lui.
NELLO Per questo scappavi dalla tua anima per paura di quello che hai fatto.
FILOSOFO Io scappo dalla mia coscienza, l’anima c’è l’ho, e’ lei che mi spinge a chiedere la rosa a Graziella.
NELLO All’anima dell’anima !
FILOSOFO Così è contenta e quando torna la mia coscienza ci parla lei.
NELLO Ho capito perché ti chiamano il filosofo !
FILOSOFO E tu che fai qui seduto, aspetti la tua anima ?
NELLO No, che se poi la incontri chissà dove me la mandi ! A meno che non sia già bruciata.
FILOSOFO Perché ?
NELLO Sto passando un brutto periodo, credo di averlo incontrato anch’io il tuo capo indiano.
FILOSOFO E che cosa ti ha detto ?
NELLO Mi ha raccontato come girano il film di cui hai parlato prima.
FILOSOFO Ti ha raccontato minchiate.
NELLO Perché ?
FILOSOFO Perché quello non è un film, è la verità. E se non aspetti la tua anima, che ci fai seduto come il capo indiano ?
NELLO Perdo tempo. Aspetto che si faccia l’ora per un appuntamento.
FILOSOFO Posso venire anch’io ?
NELLO Non lo dire neanche per scherzo !
FILOSOFO Allora vai dove va Stefano.
NELLO E dove va Stefano ?
FILOSOFO Anche la sua ragazza non gliela da, e allora va a cercare qualcuna che lo fa. Esce con una delle straniere del campo.
NELLO E tu che ne sai ?
FILOSOFO Non l’ho seguito !
NELLO E invece lo hai fatto !
FILOSOFO No, non è vero, lo hai detto tu !
NELLO Lo hai seguito !
FILOSOFO Non glielo dire se no mi spara e non posso più fare la colletta.
NELLO Quale colletta ?
FILOSOFO Non te lo posso dire se no lo dici a Graziella e poi, devo scappare sta arrivando la mia coscienza. Schizza via come un fulmine portando con se il libro..
NELLO Dove scappi vieni qui... il libro.
Il Filosofo si è già dileguato nella sera. Nello contrariato, consulta l’orologio, quindi decide di alzarsi e avviarsi, ma in quell’istante torna il Filosofo di corsa
FILOSOFO Riprenditelo, non mi piace la storia.
Scappa di nuovo via. Buio.
SCENA QUINTA.
La stanza di Giacomo a Roma. Squilla il telefono. Giacomo, fermo sul divano a pensare, viene colto di soprassalto.
GIACOMO Pronto ?... ciao Claudia. Non mi disturbi affatto, anzi. Non mi va di parlarne al telefono. Ho soltanto trovato un messaggio di mio fratello in segreteria. No, niente di grave. Luca è appena uscito ma torna subito, è andato a prendere le sigarette... si, un’altra notte a chiacchierare, almeno queste sono le intenzioni. Perché non passi ? No, non gli darà fastidio. Più che altro è sorpreso per il mio cambiamento, più di me credo.
LUCA Rientra correndo nell’altra stanza. Devo prendere i soldi per una cosa.
GIACOMO E’ lui, è rientrato.
LUCA V .F.C. E’ per me ?
GIACOMO No.
LUCA Con chi parli di me ?
GIACOMO E’ Claudia !
LUCA La tua complice !
GIACOMO Già, ascolta, ti da fastidio se ci raggiunge ?
LUCA Rientrando. Dammi diecimilalire.
GIACOMO Che ci devi fare ?
LUCA Ho incontrato Francesco, andiamo a prendere un po’ di fumo, non ho più spiccioli.
GIACOMO Frugandosi nel portafogli. Tieni.
LUCA Torno subito.
GIACOMO Allora ?
LUCA Andando via. Allora cosa ?
GIACOMO Ti da fastidio se viene Claudia ?
LUCA E’ anche casa tua no ?
GIACOMO Viene per chiacchierare con noi.
LUCA Con tante cose che potete fare voi due, volete chiacchierare ? Se vuoi mi trattengo fuori parliamo un’altra volta.
GIACOMO No, ci va di parlare, a te va ancora ?
LUCA Certo, cosa credi. Vi stendo a tutti e due da solo. Vado a prendere il fumo adesso, ci metto poco, credo. Esce.
GIACOMO Non gli dà fastidio... si, lo so che l’ha fatta lunga ma non ti preoccupare. Ti aspetto.
Giacomo riattacca. Si guarda intorno come smarrito, poi si porta in proscenio come se guardasse da una finestra, ritorna alla segreteria e cerca un punto in particolare della telefonata di Nello, infine si sofferma su una frase.
NELLO V.F.C. Ti voglio bene.
SCENA SESTA .
Buio, luce. Notte, una rete metallica separa il campo nomadi dal resto del territorio. Nello si avvicina con aria indifferente, cerca di vedere dall’altra parte senza scorgervi nessuno, sconfitto si mette a sedere.
NAILE Spunta dal buio. Sei tornato ancora.
NELLO Colto di soprassalto. Volevi un libro di storia italiana, eccolo. Lancia un libro al di sopra della rete metallica poi fa per andare via.
NAILE Aspetta, non andartene.
NELLO Credi che mi vada di giocare a nascondino con te ? Perché ti sei nascosta ?
NAILE E’ nato sai ?
NELLO Colpito. Tuo fratello ? Cioè, volevo dire...
NAILE Si mio fratello. Naile sorride Scusami ma è così buffo.
NELLO Ah per me, se ci ridi tu. Quando, oggi ?
NAILE Nel tardo pomeriggio.
NELLO E tua madre come sta, voglio dire, fisicamente ?
NAILE Bene, sta bene, ha pianto tantissimo.
NELLO E il bambino ?
NAILE Bene, sta bene, anche lui.
Segue una breve pausa di imbarazzo reciproco.
NELLO Non è difficile, ricordo che anch’io ci capivo qualcosa a scuola. La storia non era il mio forte però quel libro la fa facile. Io le date, capirai, però le storie mi appassionano, mi hanno sempre appassionato.
NAILE Fino a che età hai studiato ?
NELLO Ride senza rispondere.
NAILE Perché ridi ?
NELLO Niente, pensare alla scuola mi fa ridere, cioè, pensare alla scuola come l’ho fatta io mi fa ridere.
NAILE Perché come l’hai fatta ?
NELLO Fino alla terza media quasi regolare, nel senso che quella almeno l’ho finita. Mia madre voleva che proseguissi anch’io, ha sempre insistito che prendessi almeno il diploma.
NAILE Tua madre ha il diploma ?
NELLO No, mio fratello si. Lei ha la quinta elementare... però ai suoi tempi era da scienziati, prima non era come adesso, erano tutti analfabeti, o Alfabeti come diceva mia nonna.
NAILE Alfabeto, significa un’altra cosa !
NELLO Certo, ma mia nonna era analfabeta, poveraccia, pensa che Saddam Hussein lo chiamava Madam Hussen. Lo conosci no, la guerra del Golfo, gli americani, le bombe intelligenti.
NAILE Certo, anche noi abbiamo i giornali e le televisioni.
NELLO Scusa. Piomba all’improvviso nel silenzio.
NAILE Perché non parli più ?
NELLO Forse ti ho offesa. A volte non so come rapportarmi con te. Vedo in televisione la condizione in cui siete arrivati in Italia, mi viene difficile pensare che...
NAILE Sai come ho imparato l’italiano ?
NELLO No, non me lo hai ancora detto.
NAILE Con un corso via internet. Io conosco molto bene i computer. Nella mia scuola, di opposizione al regime ne avevamo due, e uno degli insegnanti era un programmatore molto famoso. Qui nel campo c’è il suo bambino e sua moglie, lui lo hanno arrestato.
NELLO No io no.
NAILE Cosa no ?
NELLO Io non so nemmeno cosa sia questo internet però, mio fratello, lui studia ancora, si sta laureando, lui lo sa sicuramente.
NAILE Te lo spiego io.
NELLO Preferisco chiederlo a lui, sa tutto è la mia banca di informazioni non mi fa fare mai brutte figure. Quando non so qualcosa lo chiamo e mi dice tutto. Vive nel continente, è andato via da qui, studia. Però non capisce niente di motori, l’altra sera mi ha chiamato disperato perché non gli partiva un vecchio Motorino che ha comprato per una cifra impossibile. Era disperato, e sai perché non gli partiva il motorino ?
NAILE Non lo so.
NELLO Aveva chiuso la benzina invece di tirare l’aria capito, aveva chiuso la benzina !
NAILE Ti piace il tuo lavoro ?
NELLO Io ci parlo con i motori, e loro parlano a me, e io li ascolto.
NAILE E loro ti ascoltano ?
NELLO Si, cioè no, non lo so, non credo, tu mi ascolti.
NAILE Però mi detesti.
NELLO Non ti detesto per niente.
NAILE Il mio carattere.
NELLO Non me ne frega niente del tuo carattere.
NAILE Le mie idee...
NELLO Tieniti anche quelle, che me ne frega.
Pausa
NAILE Non mi hai ancora detto come si chiama.
NELLO Chi ?
NAILE La tua ragazza.
NELLO Non ha nessuna importanza.
NAILE Io credo che sia una ragazza splendida.
NELLO E’ una brava ragazza. Non ho finito di raccontarti la mia carriera scolastica.
NAILE Non hai finito ?
NELLO Mi sono iscritto alla scuola superiore, al primo anno, ma i professori di me conoscevano soltanto il nome, ero uno di quelli che all’appello diventa un mito perché nessuno mai l’ha visto in faccia e tutti cercano di immaginarlo. Chissà come mi avranno immaginato per un anno intero. E tu... ti piace studiare ?
NAILE Tantissimo, però da piccolina volevo fare il meccanico come mio nonno.
NELLO Davvero ?
NAILE Certo.
NELLO Che coincidenza.
NAILE I miei professori mi conoscevano bene, ed io conoscevo loro. C’era una grande unione tra i professori e gli allievi, insieme complici del reato di rubare un proprio diritto. Studiare nella propria lingua di origine, la propria storia, la propria cultura, ci era vietato lo sai ?
NELLO Non lo sapevo.
NAILE L’appello non lo facevamo, tanto ogni giorno spariva qualcuno, gli uomini soprattutto. La loro assenza li rendeva lo stesso dei miti, ma nessuno provava ad immaginare dove fossero. Piuttosto immaginavamo una scuola vera, libera.
NELLO Vedi, io sbaglio tutto con te, dico solo scemenze, parlo con tanta facilità e non capisco che ti faccio del male.
NAILE Al contrario, a me piace parlare con te. Lo trovo importante.
NELLO Davvero lo dici ?
NAILE Certo. La vita qui nel campo non è facile, e i nostri appuntamenti serali mi danno una chiusura a queste giornate, le fanno diventare tante e diverse, invece che una infinita.
NELLO E’ bello quello che hai detto, tu parli bene si vede che hai studiato. Chissà che bei discorsi faresti con mio fratello se vuoi, ti do il numero, anche lui dice un sacco di cose belle, saprebbe dirtene, e saprebbe anche evitare di farti tornare in mente il passato.
NAILE Ma io voglio parlare con te, voglio ascoltare le tue parole.
NELLO Capisco che sei traumatizzata.
NAILE No, tu mi metti di buon umore, sei leggero.
NELLO Sono un buffone, vuoi dire questo ?
NAILE Non ho detto che sei un buffone.
NELLO Guarda che non mi offendo, lo dicono tutti di me, e io mi vanto di essere il buffone della compagnia Hanno venti anni ma sembrano Matusalemme, lo conosci Matusalemme ? Si credo di si. Sono io che animo le serate.
NAILE E che cosa fate ?
NELLO Chi ?
NAILE Voi, tu e i tuoi amici ?
NELLO Cosa vuoi sapere, quello che facciamo davvero, o quello che dicono di noi ?
NAILE Perché cosa dicono?
NELLO Ma, niente di particolare.
NAILE Cosa ?
NELLO Facciamo a botte con altri gruppi di ragazzi creando risse nelle discoteche, ci facciamo le canne, gli spinelli sarebbero, beviamo.
NAILE E invece cosa fate davvero ?
NELLO Le stesse cose, però senza cattiveria. Si una volta ho rotto la testa ad uno, ma non volevo farlo, lui mi ha provocato. Poi siamo diventati amici. Alla gente piace parlare, ma noi non siamo come ci descrivono.
NAILE Mi ricordi mio fratello ?
NELLO Anche lui è un testa di cazzo ?
NAILE Si, almeno lo era.
NELLO No, non te lo chiedo, tanto già so la risposta.
NAILE Non lo hanno ucciso, si è arruolato nell’esercito di liberazione in gennaio.
NELLO E’ tanto che non lo vedi ?
NAILE Qualche volta è riuscito a farci arrivare sue notizie, so che è vivo, e che un giorno lo rivedrò.
NELLO Sono sicuro.
NAILE Come fai a dirlo ?
NELLO Perché mi assomiglia, resterà vivo per venirvi a prendere, te, tua madre e... tuo fratello.
Segue un silenzio di riflessione.
NAILE Hai la sua età.
NELLO Un’altra coincidenza.
NAILE Già !
NELLO Sa del bambino ?
NAILE Non credo, ma chissà, forse lo immagina. Mia madre non è l’unica donna violentata dai soldati.
NELLO Gli avete dato un nome ?
NAILE Lo hanno chiamato Libero. E’ banale !
NELLO No affatto, però avrete dei problemi.
NAILE In che senso ?
NELLO All’inizio potrebbe confondere il nome con un ordine e allora : Libero, e lui chissà dove se ne va. Puoi anche ridere, apprezzerei l’affetto.
NAILE Sorride. Era carina, mi ha fatto ridere.
NELLO Allora il trauma è più grave di quello che immaginassi.
NAILE Ma va !
NELLO E tu ? Posso chiederti quanti anni hai ?
NAILE Ventotto, sono giovane non credi ?
NELLO Certo che lo sei.
NAILE E sono laureata già, non è splendido ?
NELLO Lo è, sicuro.
NAILE Senti Nello, posso chiederti una cosa ?
NELLO Tutto quello che vuoi.
NAILE Però devi promettermi di non prendermi in giro e di dirmi la verità.
NELLO Vai liscia.
NAILE Cioè ?
NELLO Significa che ci puoi contare.
NAILE Se non prometti non parlo.
NELLO D’accordo, lo prometto.
NAILE Promesso, promesso ?
NELLO Promesso, promesso.
NAILE Io, ho un cattivo odore ?
NELLO Cosa ?
NAILE Dai hai capito benissimo, ho un cattivo odore ?
NELLO Scusa ma che domanda è ?
NAILE Allora, mi dici se puzzo o no ?
NELLO Ma io che ne so.
NAILE Lo sapevo, non dovevo chiedertelo.
NELLO Ma che dici, è che mi imbarazzi.
NAILE Appunto per questo non dovevo chiedertelo.
NELLO Ma no, non puzzi per niente.
NAILE A no ? Io l’ho capito sai ?
NELLO Cosa hai capito ?
NAILE La prima sera che ci siamo incontrati tu eri vestito per bene, ed eri tutto profumato, poi dopo hai cominciato a venire sempre più zozzo, ormai vieni direttamente con gli abiti da lavoro, ed io lo so perché lo fai, lo fai perché io puzzo e tu non vuoi mettermi a disagio.
NELLO Tutte stronzate, quando fai così mi innervosisci.
NAILE Ti innervosisci perché ho ragione e fai fatica ad ammetterlo, in verità credevo che tu fossi un po’ più onesto.
NELLO Che tu puzzi o non puzzi non me ne frega niente, forse hai ragione non volevo metterti a disagio ma non per quello che tu dici. Vestivi male, si voglio dire, con gli abiti delle offerte. Proprio stasera te ne esci che sembro io il profugo.
NAILE Ti piace questo vestito ?
NELLO Si mi piace, sei bella va bene, anzi sei bellissima, e non puzzi e anche se puzzassi non cambierebbe la cosa.
NAILE Non urlare, potrebbero sentirci.
NELLO E tu non farmi perdere la pazienza, perché io quando mi incazzo urlo e poi non riesco a fermarmi.
NAILE E invece ti fermi perché non mi va che tutti sappiano che puzzo.
NELLO Certo che sei forte tu eh ! Proprio un bel tipo.
Segue un silenzio, i due si osservano a distanza, poi si riavvicinano.
NELLO Fa parte delle donazioni ?
NAILE Il vestito ?
NELLO No mia nonna !
NAILE E cosa centra tua nonna ?
NELLO Naile, è un modo di dire, certo che parlo del vestito, di cosa vuoi che parli.
NAILE Perché sei ancora arrabbiato ?
NELLO Scusami hai ragione, adesso mi calmo, mi passa.
NAILE E’ mio. L’ho portato con me da casa. Lo avevo comprato qualche giorno prima che arrivassero i militari. Mi stava molto bene, mi dicevano che ero carina, e allora l’ho messo tra le altre cose di nascosto.
NELLO E’ vero, sei carina con quel vestito.
NAILE Grazie, però puzzo !
NELLO NO !. Ma l’acqua nel campo ve l’hanno messa ?
NAILE Si certo, ed io mi lavo tutti i giorni con il sapone.
NELLO E allora perché dovresti puzzare ?
NAILE Domani portami del profumo da signorina ti prego, ho nascosto qualche marco, lo pago.
NELLO Ma perché non me lo hai chiesto prima.
NAILE Mi vergognavo.
NELLO Volevi essere carina per stasera ?
NAILE Si, mi andava.
NELLO Fa caldo, non trovi ?
NAILE Per te, è un modo per ringraziarti.
NELLO Non devi ringraziare nessuno. Ti fa stare male essere sporca ?
NAILE E’ un ricordo dei tanti giorni che abbiamo camminato a piedi tra le montagne. Lo sporco, la puzza, il sangue, la puzza del sangue, incrostato con lo sporco, lo sporco soprattutto non la fame non il dolore. Giorni e giorni di marcia con il freddo e il sudore che si gelava sulla pelle, ho la sensazione che quello sporco sia diventato una sola cosa con la pelle, che non va più via. Mi lavo, mi lavo sempre, ogni volta che posso, fino a consumare la pelle, ma tanto lo so che non va via, lo sogno la notte.
NELLO Ti regalerò la più bella e più grande boccetta di profumo che domani trovo in città, sarai talmente profumata che tutti si gireranno a guardarti e diranno “ Minchia, ma chi è questa figliola che profuma di fiori freschi ? E’ Naile, la più bella del campo !”
NAILE Non è vero, Edna è la più bella, lo dicono tutti.
NELLO Per me sei tu.
NAILE Come fai a dirlo, non l’hai nemmeno vista !
NELLO Certe cose noi uomini si sanno, si intuiscono, è una questione di istinto.
NAILE Se la vedi anche tu sbatti per terra.
NELLO E che sarà mai ?
NAILE E’ alta, formosa, occhi azzurri, bionda.
NELLO Bionda !?
NAILE Si bionda, perché ?
NELLO No niente.
NAILE Non è vero, ti piacciono le bionde ?
NELLO Appena, appena, lo ammetto.
NAILE Hai visto che avevo ragione ?
NELLO Ma che c’entra, ho un debole per le bionde non significa che mi piacciono tutte. La figlia della signora che abita sopra da noi è bionda, però pesa ottanta chili, sarebbe niente, è pure antipatica. Ora sei bruttina, sei bruttina, che ci vuoi fare, non siamo mica tutti belli, anzi i belli non esistono sono una specie da vetrina a scadenza limitata e senza garanzia di buona riuscita, però figlia mia sei pure antipatica e allora lo vuoi tu !
NAILE Magari è soltanto impaurita.
NELLO Ma va, ora troviamo anche le giustificazioni.
NAILE La tua ragazza è bionda ?
NELLO No, ma che centra, ci si fidanza sempre con l’opposto del proprio ideale.
NAILE E tu che ne sai ?
NELLO Me lo ha spiegato mio fratello.
NAILE E la tua ragazza è simpatica ?
NELLO E’ tranquilla, non lo so se è simpatica.
NAILE Che vuol dire è tranquilla ?
NELLO Ma tu perché mi fai tante domande ?
NAILE Rubo un po’ del tuo mondo, mi piace, mi da fiducia. Vuoi che non lo faccia ?
NELLO Tranquilla nel senso che è tranquilla, una brava ragazza, ma... sento la mancanza dell’avventura con lei.
NAILE Che vuoi dire ?
NELLO E’ come quando uno ha una macchina utilitaria, che gli va bene, per carità, però nonostante la sicurezza in strada, guarda con nostalgia i sentieri sterrati accanto all’asfalto desiderando un fuoristrada, un motore rombante, l’avventura appunto.
NAILE L’hai mai tradita ?
NELLO Non ci sono mai riuscito... la lascio prima.
NAILE Ma così non la tradisci.
NELLO Appunto.
NAILE Ascolta Nello, non voglio che mi regali quel profumo, desidero comprarlo, è importante.
NELLO Perché non mi parli di internet ?
NAILE Dico davvero.
NELLO Va bene, ma adesso parlami di internet.
NAILE Non volevi chiederlo a tuo fratello ?
NELLO Forse tu ne sai di più, e poi ho la sensazione che lui quando non sa una cosa trova comunque una risposta per accontentarmi, io non posso contraddirlo e così ne so meno di prima.
NAILE Deve volerti bene.
NELLO Anch’io gliene voglio, quando mi accorgo che annaspa faccio finta di niente.
NAILE Poni il caso che un giorno costruiscono nella tua casa una finestra, e che aprendola tu possa comunicare con tutto il mondo in tempo reale...
NELLO Cos’è il tempo reale, e cos’è quello irreale.
NAILE Quello irreale è il tempo normale, il reale è quello che ai fini pratici ci permette di fare i conti.
NELLO Quindi quando vado al ristorante e mi chiedono di pagare prima di consumare, vogliono essere pagati in tempo reale ?
NAILE No, vogliono essere pagati realmente e in tempo, perché non si fidano. Andiamo avanti. Da quella finestra, se ti affacci, puoi comunicare con tutti, ovunque si trovino.
NELLO Il telefono !
NAILE Con scrivania inserita, scrivania elettronica e in contatto con intere biblioteche, musei e quant’altro possa fornirti dati ed informazioni.
NELLO E qui c’entra il computer.
NAILE Esattamente. Basta, non ti serve sapere altro.
NELLO E non serve la patente nautica ?
NAILE Perché
NELLO Per navigare !
NAILE Temevo fosse una battuta, ma l’hai fatta lo stesso.
NELLO Comunque è meglio tenerla chiusa quella finestra.
NAILE No, non è vero !
NELLO Entrano troppe correnti d’aria, ci si ammala, non vale la pena tenerla aperta.
NAILE Visibilmente contrariata. Non devi dire questo.
NELLO Ti sei arrabbiata ?
NAILE E’ importante tenerla aperta, non entrano solo cose brutte. Io ho imparato l’italiano, e parlavo con tanta gente contraria alla violenza. Anche tra chi ci fa guerra.
NELLO Si, proprio quegli animali !
NAILE Ci risiamo !
NELLO E ci risiamo si, se insisti con questa storia.
NAILE Io non li odio, perché tu li odi ?
NELLO Come fai tu a non odiarli, tuo padre sarebbe vivo e tu saresti felice a casa tua, con i tuoi amici e la tua scuola !
NAILE Non sono loro ad avere colpa, è importante che tu lo capisca, altrimenti la guerra non finirà mai.
NELLO Ma come fai a dirlo ?
NAILE Sono uomini quelli che hanno la colpa, e non perché sono di una nazionalità o dell’altra. Sono solo uomini che coltivano l’odio, e a quest’odio danno il nome di religione, di cultura, di storia.
NELLO Le vedo le immagini in televisione, sono uomini che uccidono uomini di un’altra razza !
NAILE Sono le immagini della vendetta.
NELLO Sono immagini di criminali da sterminare.
NAILE Non è la verità !... Una volta mi hanno raccontato che in Egitto, al Cairo, esiste una Moschea dove una delle pareti corrisponde alla parete di una chiesa cattolica. Capisci ? Cattolici e Mussulmani che pregano sulle stesse pietre, gli uni da una parte e gli altri dall’altra, e anche se usano parole diverse e chiamano Allah in modo diverso, chiedono la stessa cosa. Non credere alle guerre di religione o etniche, sono soltanto le chiacchiere che coprono le verità.
NELLO E per quale altro motivo uccidono ?
NAILE Non lo so non chiedermelo. Quando si comincia una guerra dopo un po’ si dimentica perché è cominciata. Si uccide per abitudine, per il male che si dilata nelle viscere. Ho conosciuto tanti nemici che ci hanno aiutato, e tanti amici che sono come i criminali che ci ammazzano. Non esistono razze, esiste il male, ed esiste il bene.
NELLO E’ vera quella storia?
NAILE Certo che è vera, quanto è vero che io e te stiamo parlando adesso.
NELLO Tu sei mussulmana?
NAILE Si.
NELLO Non ci avevo pensato. Però non lo avrei mai detto !
NAILE Tu invece sei a metà fra un ortodosso e un cattolico, ed hai anche un po’ di ebreo !
NELLO E cosa significa ?
NAILE Nulla, perfettamente nulla.
Pausa.
NELLO Ma a te piace Pino Daniele, se no non ci capiamo.
NAILE Non lo conosco.
NELLO Grave, molto grave, questo potrebbe generare divisione. Domani provvederò alla lacuna. Per la cronaca è un cantautore.
NAILE Perché non mi canti adesso qualcosa ?
NELLO C’è un pezzo che si chiama terra mia... anzi no, quello non è il caso, piuttosto ‘na tazzulella e cafè’ è carina, però sono stonato quindi non insistere tanto non mi convinci. Sono tutti d’accordo con te nel campo ?
NAILE Dicono che sono pazza, e che quando parlo così non sono degna del mio popolo, e che non rispetto i morti.
NELLO E tu ci credi ?
NAILE Io no, e tu ?
NELLO Li capisco, il dolore li fa parlare così.
NAILE E credi che io non provi dolore ?
NELLO Si, ma... il dolore se lo nascondi, cresce, e poi ti divora.
NAILE Sei uno stupido ! Pausa. Scusami, non volevo dirlo.
NELLO No hai fatto bene, hai ragione.
NAILE No, non ho ragione, scusami.
Breve silenzio.
NELLO Ma puoi uscire da qua dentro un giorno ?
NAILE Uscire, e perché ?
NELLO Mi piacerebbe portarti a fare un giro una volta, hai mai visto la Sicilia ?
NAILE Mai, è bella ?
NELLO Ha il carattere delle femmine delle nostre parti e ha tutte le età ; la ragazzina capricciosa ma bella, la donna affascinante ma pericolosa e la madre amorevole ma ossessiva. La sua voce è quella delle sirene, non bisogna fidarsi, tradisce.
NAILE E queste sono parole di tuo fratello ?
NELLO No, le ho lette da qualche parte, forse un autore sconosciuto.
NAILE Io direi che sono tue !
NELLO Macché ! non sono buono a scrivere... perché ti piacciono ?
NAILE Sono sentite. Hanno la tua malinconia.
NELLO Cambia discorso. Allora domani se non vado a lavoro ci vieni con me ?
NAILE Non lo so, non credo sia facile uscire per adesso.
NELLO Al cancello c’è un mio amico, Stefano, forse se parlo con lui ...
NAILE Non lo so, non credo sia il caso.
NELLO Non ti va ?
NAILE Non credo. Nello resta stranamente in silenzio. Non mi chiedi il perché ?
NELLO Ho paura a farti le domande, sento che è meglio se sto zitto.
NAILE Non sono ancora pronta per uscire, anche se tu ci riuscissi non credo che starei bene, sarei presa dai ricordi. Preferisco immaginarla la Sicilia, da qui dentro, e farla assomigliare un po’ alla mia terra.
NELLO Spero che non le assomigli.
NAILE Perché ?
NELLO Prima che succedesse il casino che è successo nemmeno sapevo dov’era la tua terra lo sai, e ancora adesso faccio fatica a capire qual’ è con precisione, però credo che sia un posto speciale.
NAILE E come lo sai ?
NELLO Per ognuno la propria casa dovrebbe essere speciale.
NAILE Allora è così per tutti ?
NELLO Quasi. Vedi, la Sicilia è la mia terra, mi piace, ma a volte vorrei che sprofondasse. Tutto il mio amore e tutto il mio odio hanno la stessa origine, è maligna questa terra, e credo che se sto ancora qui è per vendetta.
NAILE Non ti capisco...
Si sentono dei rumori improvvisi. Nello sembra spaventato.
NELLO C’è qualcuno, sta arrivando qualcuno.
NAILE Ho sentito.
NELLO Forse è il caso di nascondersi.
NAILE Perché ?
NELLO Potrebbe essere qualcuno che mi conosce, non voglio farmi vedere qui.
NAILE Vado allora.
NELLO No aspetta, nasconditi, dopo che saranno passati ritorno.
NAILE Sei sicuro ?
NELLO Vai.
Prendono forma nell’oscurità, due sagome che passeggiano nella notte tenendosi abbracciati. Sono Stefano ed Edna. Sembra che i due abbiano bevuto tanto, ma che soprattutto lui sia brillo.
STEFANO Un altro bacio che ti costa, non ti ho mica chiesto altro.
EDNA Te ne ho già dati abbastanza.
STEFANO Domani non ti vengo a prendere.
EDNA Non fare lo stronzo.
STEFANO Non sono mica scemo sai, Marcello mi ha raccontato che con lui sei stata più carina, adesso tu... Sembra scorgere qualcosa.
EDNA Che c’è ?
STEFANO Niente, mi è parso di vedere qualcuno, aspetta.
Torna qualche passo indietro, e scorge Nello che sembra molto in difficoltà.
STEFANO Nello, ma allora non mi ero sbagliato.
NELLO Stefano !
STEFANO Ecco dov’eri finito sporcaccione !
NELLO Stefano che dici ?
STEFANO Maria ti ha cercato come una dannata anche questa sera in piazza, e tu guarda dove sei ! Falle una chiamata a quella disgraziata.
NELLO Non credo che tu abbia capito...
STEFANO Si buonanotte, io non credo io non credo ! Hai capito Nello, sotto, sotto ! Tutti pensavano che straordinari stesse facendo il buon Nello, e lui è sotto qualche sottana!
NELLO Stefano ti prego !
STEFANO E che c’è bisogno di dirlo ? Certe cose le capisco, sto zitto. Me lo dici chi è, la padrona della cinquecento ?
NELLO No.
STEFANO La conosco ?
NELLO Non credo.
STEFANO Guarda che bella figliola ho catturato io, ti piace ?
NELLO E’ carina, si.
STEFANO Per adesso fa la ritrosa, ma poi... e a te come va, ci sta ?
EDNA Stefano, devo andare adesso.
STEFANO Arrivo amore. Aspetta, tra un po’ torno.
Stefano si allontana. Nello rimane in silenzio con la testa bassa. Lentamente fa ritorno Naile.
NAILE Allora si chiama Maria.
NELLO L’ho lasciata, non ho più nulla da fare con lei.
NAILE Potresti chiamarla.
NELLO Potresti fregartene. So quello che ho fatto, sarebbe lungo spiegarlo, e poi non so se mi va.
NAILE Va bene.
NELLO Chi è quella li, la conosci ?
NAILE Edna.
NELLO Hai detto che era bionda.
NAILE Lo era fino ad oggi pomeriggio, ma lei ogni notte che passa cambia.
NELLO Cosa vuoi dire ?
NAILE Una volta torna con un pantalone firmato, un’altra con un rossetto alla moda, un’altra ancora con una collana luccicosa, e oggi con un colore diverso dei capelli.
NELLO Tu le sei amica ?
NAILE La conosco.
NELLO E non le dici qualcosa ?
NAILE Non le direi nulla che non sa già, è il suo modo per uscire da questo inferno. Dice che vuole restare in Italia e cambiare vita, non avere più niente a che fare con il passato.
NELLO Anche qui, dopo la guerra, molte ragazze hanno fatto così, non so se è giusto.
NAILE C’è uno stadio del dolore che chi non lo ha vissuto non può conoscere. Non darti pena Nello, e nemmeno giudica, non puoi capire.
NELLO C’è poco da capire. Tu credi che io sia come Stefano ?
NAILE E tu hai paura che io possa diventare come Edna ?
NELLO No, tu no... almeno credo.
NAILE Molte delle ragazze in questo campo ogni giorno si chiedono che ne sarà di loro, alcune credono di rispondersi scappando dai fantasmi che le inseguono, altre, e siamo tante, quei fantasmi se li fanno amici, e li accarezzano come la cosa più prezioso che hanno al mondo.
NELLO Ha un repentino cambio di umore. Io ti porterò via da questo Naile, che tu lo voglia o no, ti porterò con me.
NAILE Non voglio venire via.
NELLO Allora sarò io a venire con te. Sono giorni che ci rifletto, non sono un pazzo. Mi sono chiesto perché dalla prima sera che ti ho incontrata quasi per sbaglio, ho continuato a venire ai nostri appuntamenti...
NAILE Nello, ma cosa ti prende ?
NELLO Io so che posso offrirti qualcosa, e che tu puoi offrirmene.
NAILE Nello, per favore, calmati, e spiegami cosa ti succede.
Nello rimane immobile ed in silenzio, preso dal panico comincia a sudare freddo. Improvvisamente decide di scappare. Naile non sembra sorpresa del comportamento di Nello, e sparisce nel buio del campo.
SCENA SETTIMA.
Stacco su Roma, a casa di Giacomo. Luca è rientrato, Giacomo sembra distratto.
LUCA Fuma. Hai cominciato tu, adesso io non mi fermo. Dunque, partiamo da Claudia, già la conoscevi vero ?
GIACOMO Ci stiamo frequentando.
LUCA Avrei dovuto capirlo.
GIACOMO Lei non centra. Io non credo che questa lotta è fasulla, piuttosto non riusciamo a vedere le cose come davvero stanno. Mi sono reso conto che il nostro è un pensiero perdente, cioè non del tutto vincente, da adeguare.
LUCA Da esasperare semmai.
GIACOMO Non ci capiamo.
LUCA Non ci capiamo no, da adeguare a che cosa ?
GIACOMO Se vogliamo confrontarci con questioni come la guerra, non possiamo prescindere da un’analisi realistica della situazione in cui siamo.
LUCA E quale sarebbe la tua analisi realistica ?
GIACOMO Claudia dice che...
LUCA Non mi importa di quello che dice Claudia, voglio sentire cosa pensi tu.
GIACOMO Si da il caso che il mio pensiero coincida con quello che lei ha espresso questa sera alla riunione.
LUCA Allora devo fischiare anche te come abbiamo fatto con lei ?
GIACOMO Ecco, questo per esempio mi irrita, la chiusura totale verso altre possibili verità !
LUCA Ascoltami, tu credi davvero che sparando i missili si risolvono le guerre, si ferma la violenza ?
GIACOMO Non precipitare la discussione.
LUCA Ora ne parliamo. Mi dai la prova di quello che pensavo. E’ qualche tempo che volevo dirtelo, ultimamente le nostre discussioni hanno assunto un tono diverso.
GIACOMO Cosa vuol dire diverso ?
LUCA Non siamo più intonati io e te.
GIACOMO E allora ? Nella vita si cambia.
LUCA Si ma è meno divertente. Prima alcune tue affermazioni erano chiaramente delle battute, adesso non ci giurerei, sei ambiguo. Non avevi mai giustificato una guerra prima d’ora.
GIACOMO Esistono delle guerre giuste.
LUCA Ecco, una volta sentendotelo dire avrei riso.
GIACOMO Ma ragiona, non sparare sentenze. Siamo noi gli indottrinati lo capisci ?
LUCA Mi spaventi.
GIACOMO No, tu mi spaventi, e mi spavento anch’io perché mi rivedo nella tua testarda chiusura mentale.
LUCA Ma chiusura di che, cosa dici ? Tu e la tua amica vi state facendo fottere da quattro guerrafondai che decidono le nostre sorti. Sono loro i guru del vero indottrinamento. Le idee politiche, gli ideali, che una volta anche tu difendevi, rendono liberi.
GIACOMO Proprio quelle idee, quegli ideali possono diventare una prigione. Questa sera ti sei guardato intorno ?
LUCA Ho visto tanti bravi militanti offesi da questa guerra.
GIACOMO No, erano tante teste vuote che ripetevano concetti imparati a memoria, che nemmeno ricordano cosa vogliono dire.
LUCA Ma cosa cazzo dici ? Stai diventando fascista ?
GIACOMO No, ma nemmeno voglio essere un cinico idealista. Pausa. Mentre cerchiamo di comprendere perché succede, bande armate distruggono i sogni di un intero popolo, cosa c’è ancora da capire !
LUCA Anche quelle bande armate rappresentano un popolo, malato forse, ma l’eutanasia di una nazione non può essere la cura.
GIACOMO Sono criminali, bisogna adeguarsi ai loro metodi se vogliamo riuscire a fare qualcosa.
LUCA Sono dei disperati, hanno bisogno di aiuto.
GIACOMO Basta con questa storia Luca ! Quelli stanno facendo dei massacri che quando li scopriremo davvero tutti, rimarremo di sale.
LUCA Non può pagare un popolo intero.
GIACOMO Non dico questo, ma bisognava agire.
LUCA Sembri nato ieri. Siamo in propaganda, cosa ne sai veramente di quella classe dirigente ? Sono anni che ce la dipingono come un obiettivo da colpire, cosa vuoi più sapere ormai della verità ?
GIACOMO Hai visto anche tu i morti ! Le foto che ha mostrato Claudia questa sera, le ha mandate anche in una redazione televisiva, non le hanno volute trasmettere !
LUCA E quante foto non abbiamo visto dei morti stiamo provocando col nostro intervento militare ? O credi anche tu ai danni collaterali ?
GIACOMO Abbiamo fatto male a cominciare questo discorso.
LUCA Ti sono ritornati i fantasmi ?
GIACOMO Che domanda è ?
LUCA Solo con la mafia sei stato intollerante fino ad oggi, e anche se non lo condivido, posso capirlo.
GIACOMO Questa volta non centra il mio privato.
LUCA Scusami, sarò insensibile, ma non ti credo.
GIACOMO Credi quello che ti pare, io dico solo che essere attendisti in certe situazioni equivale ad essere complici.
LUCA Questa è una frase dell’intervento di Claudia.
GIACOMO Gliel’ho suggerita io... ti ha colpito !
LUCA Per la sua pericolosità. Io prima di agire penso.
GIACOMO Ipocrita, tu e quelli come te, me per primo !
LUCA Sei impazzito.
GIACOMO Vorrei vedere te con la famiglia bruciata viva.
LUCA Ma cosa c’entra ?
GIACOMO C’entra invece. Facciamo gli intellettuali in mancanza di senso pratico. Sai come ragioniamo noi ? Come uno che si trova ad osservare qualcun altro che tortura un indifeso, e invece di agire si trastulla su cosa è bene fare e su cosa non lo è. In una situazione di emergenza non ci si può permettere il lusso di riflettere, bisogna agire. Bisogna fermare chi tortura prima che sia tardi, è quella la cosa giusta, c’è poco da riflettere.
LUCA Certo, se banalizzi la situazione diventa tutto più semplice. Intanto diventi strumento per chi voleva che ti comportassi in questo modo.
GIACOMO Ma perché non capisci ?
LUCA Capisco che ti sei bevuto le palle.
GIACOMO E tu il cervello. Rispondi a questa domanda, onestamente. Per strada un pazzo aggredisce te e tua madre, tu che fai, reagisci o ci pensi sopra ?
LUCA No, non ci credo !
GIACOMO Cosa non credi ?
LUCA E’ uno dei quiz che ti fanno al militare quando presenti domanda di servizio civile, ti rendi conto.
GIACOMO Cosa hai risposto ?
LUCA A loro non potevo dire che era una domanda del cazzo, ma a te si.
GIACOMO Perché lo è ?
LUCA Perché non puoi rendere tutto così banale, decontestualizzare tutto. Così ragionano gli animali.
GIACOMO Allora lasciamo perdere, non possiamo capirci, non più.
LUCA Pausa. Posso chiederti chi ti ha illuminato ?
GIACOMO Ma che stronzo !
LUCA Non pensavo a Claudia... comunque c’entra lei ?
GIACOMO Niente affatto, lei è arrivata dopo.
LUCA Dopo che cosa ?
GIACOMO Dopo niente, dopo che ho ragionato su quello che succede. Io non riesco a restarmene qui a pensare quando tutti i giorni arrivano le immagini di quei profughi sporchi, spaventati, senza luce negli sguardi. Io stesso andrei a difenderli.
LUCA Andresti a sparare ?
GIACOMO Già, andrei a sparare. I criminali vanno fermati in qualsiasi modo. Credo che talvolta la pace vada difesa con la guerra.
LUCA Ma che bel concetto !
GIACOMO Non sarà bello ma è realistico.
LUCA La pace va difesa in qualunque modo tranne la guerra. La pace è l’antitesi della guerra, non si può curare il male con altro male, non farebbe che estendere la malattia. La pace deve vincere solo con gli ideali che la ispirano.
GIACOMO Pippe!... Scusami ma non condivido più queste argomentazioni, le trovo utopie, fuori dal buon senso, dalla realtà ed anche fuori luogo vista la drammaticità della situazione.
LUCA Il problema è invece un altro, e cioè capire il perché c’è questa guerra. Parlando con le immagini, come fai tu, io ti dico che se voglio spegnere un incendio, non lo faccio con altro fuoco, semmai cerco di capire l’origine delle fiamme e agisco li, con l’acqua.
GIACOMO Se l’incendio è doloso ci rimani secco prima di trovare l’origine, e prima di te quelli che abitavano la casa.
LUCA Pausa. Hai sentito tuo fratello o tua madre in questi giorni, è successo qualcosa ?
GIACOMO Adesso sei tu che banalizzi.
Stacco repentino su Nello, che affranto e con il fiatone ha raggiunto un telefono. Si interroga a lungo sul da farsi, infine decide di comporre il numero.
NELLO Giacomo, sono Nello... niente, volevo sentirti, è tanto... ma che stai combinando, te la spassi eh ? No, anche per quella cosa che mi hai detto, di salire a Roma, così, per venirti a trovare un po’... ci penso...
Buio. Ritorno alla situazione precedente, nulla è mutato.
LUCA Ti ho sentito parlare così solo dopo la storia di tuo padre. Anche allora usavi questi toni. Volevi stare lontano da una terra che genera solo male dicevi, che andrebbe bonificata con le pallottole altro che con le chiacchiere.
GIACOMO Ti ho già detto che non c’entra.
LUCA E allora è l’età, la crisi dei trent’anni può anche prendere male.
GIACOMO Può darsi, cosa vuoi che ti dica.
LUCA Deve essere sicuramente così, anch’io divenni strano appena ai trent’anni.
GIACOMO Ne hai trentuno adesso.
LUCA E allora non lo so che cazzo ti è successo, ma qualcosa dev’essere stato.
GIACOMO Ti spaventa così tanto accettare che la penso diversamente ?
LUCA Si, mi spaventa. Tu eri una delle teste del nostro comitato. Non puoi essere cambiato in modo così profondo, così repentinamente poi.
GIACOMO Infatti. Forse seguivo la moda, il pensiero unico dominante !
LUCA Il nostro ?
GIACOMO Ti stupisce vero ? Pensare che le accuse verso gli altri sono un segnale del proprio male ?
LUCA Se vuoi vederla così, sei libero. Ma non ci vuole molto per capire che ti sbagli. Guardati intorno.
GIACOMO Tu cosa vedi ?
LUCA Quello che vedevi tu fino a ieri.
GIACOMO Quello che mi dicevano di vedere.
LUCA Ma come fai a parlare così ?
GIACOMO Perché ?
LUCA Le argomentazioni non le hai cambiate, solo te le spari contro.
GIACOMO Voglio solo fare chiarezza.
LUCA E pensi che la chiarezza siano le quattro stronzate che ci dicono per farci accettare questa guerra ?... Attimi di silenzio. Come mai non arriva ?
GIACOMO Non lo so, ha detto che ci avrebbe raggiunti.
LUCA Forse ha cambiato idea.
GIACOMO Non ne avrebbe motivo, e poi mi avrebbe chiamato.
LUCA Cosa fa, studia ?
GIACOMO Si, e dirige... dirige una agenzia pubblicitaria.
LUCA Bene. Deve essere in gamba.
GIACOMO lo è. Forse scendo in Sicilia la prossima settimana, mi piacerebbe che mi accompagnassi.
Squilla il telefono. Buio.
SCENA OTTAVA.
Officina dove lavora Nello, il giorno dopo all’ora di pranzo. Stefano come al solito ben vestito entra nell’officina. Parla con Giuseppe che è indaffarato con un motore.
STEFANO Infatti, è ancora qui com’era ieri. Porca puttana ! lo sapevo che andava a finire così ! lo vado a cercare.
GIUSEPPE Non concludi niente, è strano in questi giorni.
STEFANO Perché ?
GIUSEPPE E chi lo sa, sembra turbato. Tanti fanno la sua fine. Le brutte faccende non si dimenticano, rimangono scolpite nella memoria, e quando meno te lo aspetti tornano, e ti turbano.
STEFANO Io gliela do la stranezza adesso.
Buio.
SCENA NONA.
Strada di provincia. Stefano cammina a passo svelto, sembra contrariato. Sopraggiunge Il filosofo che gli spezza il passo.
FILOSOFO Proprio te cercavo, non sei ai cancelli oggi ?
STEFANO Sono di riposo.
FILOSOFO Io i soldi c’è li ho !
STEFANO Guarda togliti dalla minchia che sono incazzato nero.
FILOSOFO No io non mi tolgo dalla minchia, tu mi avevi fatto una promessa !
STEFANO Filosofo oggi se non stai attento le prendi.
FILOSOFO Sei incazzato perché Nello non ti ha aggiustato la moto ?
STEFANO E tu che ne sai ?
FILOSOFO Lo so.
STEFANO Se lo prendo gli spacco la faccia!
FILOSOFO Io non lo so dov’è.
STEFANO Lo hai visto !
FILOSOFO Se te lo dico poi mantieni la promessa ?
STEFANO Lo prende per il bavero. Tu non mi fai nessun ricatto capito, lo hai capito ?
FILOSOFO Lasciami stare !
STEFANO Dimmi dove sta Nello se no te ne penti !
FILOSOFO Alla spiaggia, è li che andava.
STEFANO Lo lascia andare. Non ti permettere più.
FILOSOFO Non mi fai conoscere più la straniera ?
STEFANO Te la puoi sognare !
Stefano va via, lasciando solo e perplesso il Filosofo.
SCENA DECIMA.
La mattina dello stesso giorno al campo profughi Naile e Edna stanno stendendo la biancheria.
EDNA Eri tu con quel tipo ieri sera ?
NAILE Quale tipo ?
EDNA Ieri sera, alla rete, eri tu che stavi con l’italiano ?
NAILE No.
EDNA Ti ho vista rientrare, venivi da quelle parti.
NAILE Ti sei sbagliata, non ero io.
EDNA Non c’è mica niente di male.
NAILE Non ero io.
EDNA Mi era parso.
NAILE Ti era parso male. Ieri sera facevo una passeggiata.
EDNA Tuo figlio come sta, si mette in forma ?
NAILE E’ salvo mi dicono.
EDNA Hai deciso il suo nome ?
NAILE No, e non mi interessa.
EDNA Dicono, che hanno lo stesso padre è vero ?
NAILE Chi lo dice ?
EDNA La gente.
NAILE La gente non sa di cosa parlare.
EDNA Raccontano che, chi ha stuprato tua madre è anche il padre di tuo figlio.
NAILE Io ritorno dentro...
EDNA Naile aspetta, ti devo parlare.
NAILE Sai già tutto, non hai bisogno di altre informazioni.
EDNA Non è di questo.
NAILE E cosa allora ?
EDNA Vorrei parlarti da amica.
NAILE Noi non lo siamo.
EDNA E allora da sorella. Ormai è un po’ che ti osservo. Ti sembrerà strano detto da una come me però tu mi preoccupi. Il tuo silenzio mi preoccupa, non parli con nessuno, eviti ogni tipo di contatto qui nel campo.
NAILE Ho un brutto carattere.
EDNA chI ti conosceva prima dicE il contrario.
NAILE Ricorda male.
EDNA Io non credo. Mia nonna mi ha raccontato di due mesi fa, lei ti fece partorire.
NAILE Ora basta.
EDNA Faresti bene a parlarne con qualcuno.
NAILE Non con te.
EDNA Io sono sbagliata vero ?
NAILE Non ho nulla contro di te, non ti giudico e detesto le voci su di te, però non credo che tu possa aiutarmi.
EDNA Perché ?
NAILE Perché non ho bisogno di aiuto.
EDNA Il tuo bambino però si.
NAILE Ma se non mi ha mai vista.
EDNA Appunto, un giorno chiederà di sua madre.
NAILE Sarà la donna che lo crescerà.
EDNA Un giorno chiederà di te.
NAILE Gli diranno la verità.
EDNA E quale verità ?
NAILE Lui non è mio figlio, io non lo conosco, è un figlio sbagliato.
EDNA Che colpa ha ?
NAILE E io ?
EDNA Nessuna, ma il prezzo che gli fai pagare è alto.
NAILE L’ho messo al mondo, gli ho dato la luce, ecco il mio atto d’amore nei suoi confronti. Crescerà e capirà. Non è mio figlio, è figlio di questa violenza, la vita lo ha chiamato al mondo ed io c’è l’ho portato, il resto non riguarda me. Mi ha già preso troppo questa guerra, ora voglio andare avanti da dove mi ero fermata, dimenticare.
EDNA Potrebbe non capirlo, potrebbe odiarti.
NAILE Non riconoscerei il suo odio per me.
EDNA Perdonami, ho fatto male a parlartene.
NAILE Si.
EDNA Cosa farai quando tutto questo sarà finito ?
NAILE Voglio ritornare a casa, continuare i sogni che questa guerra mi ha interrotto.
EDNA E quali erano i tuoi sogni ?
NAILE Insegnare e, avere una famiglia. Quello non altro sognavo... sogno. Non è troppo. E tu?
EDNA Non lo ricordo, forse non ho mai avuto dei sogni, e comunque non li ricordo quindi è la stessa cosa... desideravo una famiglia, e dei figli, questo ricordo.
NAILE E adesso ?
EDNA Non mi piace più l’idea, mi spaventa. Non che non lo desideri più ma, mi spaventa. Forse un giorno avrò una famiglia, ma non voglio chiedermelo.
NAILE Tornerai?
EDNA Voglio un po’ di serenità adesso, stare bene. Sono giovane ancora, ci penserò.
Pausa.
NAILE Ero io. Incontravo tutte le sere un ragazzo italiano. E’ successo la prima volta per caso e per quindici giorni è stato un appuntamento.
EDNA L’ho visto, è carino.
NAILE Era importante sapere che qualcuno la sera mi aspettasse, qualcuno lontano dalla guerra, che mi prestasse un po’ della sua vita per far vivere i miei sogni, ma ho sbagliato.
EDNA Perché?
NAILE Ieri sera è stata l’ultima volta.
EDNA Non tornerà ?
NAILE Io non tornerò. Mi ha chiesto di stare con lui.
EDNA E questo non è bello ?
NAILE Io non sono una profuga, io sono Naile. Vivo in pace e non odio nessuno. Adesso mi trovo qui e il perché non lo so, e spero che non ci sia un perché. Presto riprenderò la vita che mi è stata tolta, e nella mia vita non c’è lui, non c’è questa guerra.
EDNA Non lo so.
NAILE Cosa non sai ?
EDNA Non lo so se si può cancellare il proprio destino. Questa guerra sta succedendo, per noi è successa. Non tornerà tutto come prima.
NAILE Basta volerlo. Rivoglio la pace, la pace che mi è stata tolta.
EDNA Quel bambino che hai messo al mondo ti cercherà.
NAILE Mi troverà. Con la mia vita spero, alla quale lui non appartiene.
EDNA E’ di questo che non sono sicura.
NAILE Lo sono io.
EDNA Tu sei la donna che lo ha partorito, e questo ne tu ne lui potrete cancellarlo.
NAILE Ti avevo chiesto di non parlarne.
Silenzio.
EDNA Non lo hai detto al ragazzo italiano ?
NAILE Sa di mia madre, non di me. Non sa che io e mi madre abbiamo partorito due fratelli, e non lo saprà mai. Non credo che lo riguardasse.
EDNA Non vuoi più rivederlo ?
NAILE E’ meglio anche per lui. Edna sorride. Segue un breve silenzio, le due ragazze sorridono. E tu ti vedrai ancora con quello li ?
EDNA Stefano... è simpatico, mi piace. Per ora mi va bene così poi si vedrà.
NAILE Edna... grazie.
EDNA Hanno ragione quelli che ti conoscevano prima, non hai un brutto carattere, e non mi spaventano le tue idee.
NAILE Anche questo dicono di me ?
EDNA Non comprendono la pace di cui parli, non odi chi ti ha rubato i sogni, e rifiuti un figlio che metti al mondo, la gente non capisce.
NAILE E tu, lo capisci ?
EDNA Volevo parlarti, questa mattina l’ho fatto.
NAILE Lo capisci ?
EDNA Non lo so, non mi chiedo di capirti, però volevo parlarti.
NAILE Perché ?
EDNA Per capire la mia guerra ascolto quella degli altri.
NAILE Da dove vieni ?
EDNA Dalla campagna, aiutavo mia nonna. A me i campi non sono mai piaciuti così lei faceva il pane ed io andavo in città a venderlo. Il sapore di quel pane è una delle cose che più mi manca. Il pane campagnolo... non lo so come spiegare, da la certezza che certe cose non cambieranno mai, e questo ti rende felice senza un vero motivo. Ne vendevo tanto, era buono il pane di mia nonna. Ho chiesto all’assistenza di organizzare un forno sai ? Forse lo faremo ancora, per tutto il campo, andrò io stessa a distribuirlo. Tutta la mia famiglia lavorava i campi, a me proprio non piaceva. Un giorno sono arrivati i militari, i miei fratelli e mio padre con tutti gli uomini avevano organizzato una resistenza armata, lo sapevano da giorni. Ho sentito gli spari, poi siamo andate via. Degli uomini non sappiamo nulla, ma la battaglia non la vinsero loro. Ho sempre sperato che non li abbiano fatti prigionieri, che siano morti combattendo. Guarda, c’era il sole e adesso quasi viene a piovere, io questa stagione non l’ho mai capita. Uno è sicuro che farà caldo e ti sorprende il freddo e la pioggia. Togliamoli i panni, se no si bagnano .
NAILE No, meglio se aspettiamo, non è detto che piova.
Un fruscio.
EDNA C’è qualcuno li dietro !
NAILE Dove ?
EDNA Al cespuglio.
NAILE No, non vedo nessuno. Sarà il vento.
Le due ragazze sorridono sentendosi complici si guardano negli occhi. Buio.
SCENA UNDICESIMA .
Nella campagna, al rudere di una vecchia torre di avvistamento. Nello è seduto a contemplare il panorama. Sopraggiunge il filosofo trafelato, Nello non sembra sorpreso di vederlo.
NELLO Oggi hai deciso di tenermi compagnia. Il filosofo non riesce a parlare per il fiatone. Fai con calma tanto non scappo.
FILOSOFO Fai male.
NELLO Perché ?
FILOSOFO Sono tornato per dirtelo, scappa, scappa !
NELLO Datti una calmata e cerca di spiegarti.
FILOSOFO Adesso l’ho mandato alla spiaggia, ma quando capisce che gli ho detto una minchiata ricomincia a cercarti e ti trova.
NELLO Chi, l’anima, la coscienza ?
FILOSOFO No, Stefano, e non è solo !
NELLO No ?
FILOSOFO No, è con tutti i suoi cazzi ! Per la storia della moto !
NELLO Lascia pure che mi cerchi.
FILOSOFO Devi scappare, scappa !
NELLO Ma perché, non c’è motivo, stai calmo.
FILOSOFO Scappa ti dico !
NELLO Perché ?
FILOSOFO Tu prima scappa e poi te lo dico.
NELLO Oggi sei più fantasioso del solito.
FILOSOFO Allora io ti difendo.
NELLO Ero venuto qui per stare da solo, questo lo capisci.
FILOSOFO Io non voglio che tu muoia, ti devo salvare.
NELLO Ma io non muoio.
FILOSOFO Se non scappi muori pure tu, come tuo padre.
NELLO Lasciami perdere oggi, non è aria.
FILOSOFO Allora mi metto laggiù a fare la guardia, appena arriva Stefano te lo dico e tu scappi.
NELLO Fai come ti pare.
Il filosofo si allontana di qualche metro. E’ di spalle e scruta l’orizzonte molto preoccupato, poi si calma e si siede.
FILOSOFO Pensi a ieri sera ?
NELLO Mi hai seguito ?
FILOSOFO No, non te, ho seguito Stefano, poi ti ho visto e mi sono fermato.
NELLO Non devi dirlo a nessuno, capito ?
FILOSOFO Si.
NELLO Mi hai capito, guarda che sono serio, non devi parlarne con nessuno.
FILOSOFO Io non parlo, non ho visto niente.
NELLO E’ importante, me lo prometti ?
FILOSOFO Prometto... anche la tua straniera è bella.
NELLO Si, è bella.
FILOSOFO Poi quando hai un po’ di tempo me la presenti ?
NELLO Non posso.
FILOSOFO Io ho fatto la colletta.
NELLO Quale colletta ?
FILOSOFO Adesso te lo posso dire, tanto Stefano non me la presenta più la sua.
NELLO Ma di che parli ?
FILOSOFO A Graziella soprattutto, non devi dirglielo.
NELLO Cosa non devo dirle ?
FILOSOFO Stefano mi aveva detto che se procuravo un po’ di soldi lui chiedeva alla sua straniera se me la dava.
NELLO Stefano ti ha detto questo ?
FILOSOFO Si, ma adesso non se ne fa più nulla.
NELLO Volevi andare con la ragazza di Stefano ?
FILOSOFO Non è la sua ragazza, lui le da dei soldi e le fa dei regali.
NELLO Non era una bella idea.
FILOSOFO Neanche tu mi aiuti ?
NELLO Sicuramente no, non in quel senso. Se vuoi parlo con Graziella, le dico che ti sei innamorato, ma è tutto quello che posso fare.
FILOSOFO No ci parlo io. Ma tu ci hai litigato ?
NELLO Con chi ?
FILOSOFO Con la straniera, se fai pace con Maria lei rimane da sola.
NELLO Non insistere, lo sai che quando dico una cosa è quella.
FILOSOFO Proverò col fluido anche con lei.
NELLO Ecco bravo.
FILOSOFO Oppure chiederò al figlio di aiutarmi, quando crescerà.
NELLO Quale figlio ?
FILOSOFO Il figlio di Naile.
NELLO No, ti sbagli, non è suo figlio quello che è nato.
FILOSOFO Non quello che è nato, quell’altro uguale, quello è suo figlio.
NELLO Cosa inventi ?
FILOSOFO Ho sentito le due ragazze che parlavano questa mattina, mentre stendevano la biancheria. Edna diceva che Naile ha un figlio, e lei anche lo dice, però non lo sa, nel senso che lo sa, però non lo dice. Voglio dire che lo odia, e che non lo prenderà con se, nel senso che è stata violentata e quindi è del padre, e allora...
NELLO Basta così .
FILOSOFO Tu non lo sapevi ?
NELLO Si, lo sapevo.
FILOSOFO Secondo me menti.
NELLO Dovresti smetterla di spiare.
FILOSOFO Non posso, altrimenti come faccio a sapere tutte queste cose ?
NELLO Forse è un bene.
Pausa.
FILOSOFO Però sei triste !
NELLO E che ci vuoi fare, capita.
FILOSOFO Per Maria o per l’altra ?
NELLO Gli affari tuoi non ci riesci proprio a farteli ?
FILOSOFO Si, però tu rispondimi.
NELLO Per me soprattutto.
FILOSOFO Io penso che tu non devi andare dove sparano le bombe.
NELLO Io non ci voglio andare.
FILOSOFO Tu ci vuoi andare invece. Se ci vai vengo anch’io, conosco il posto.
NELLO E come lo conosci ?
FILOSOFO Nella televisione, l’ho osservato attentamente. Ad ogni servizio ho visto le cartine e le immagini. So esattamente i posti dove hanno buttato le bombe e dove ci sono i villaggi bruciati e i morti carbonizzati. Se vengo anch’io andiamo per un’altra strada, ho disegnato una mappa, è l’unica che si può fare. I ponti non ci sono più ma si può camminare lo stesso. Però secondo me tu non ci devi andare.
NELLO Stai tranquillo, non ci vado.
FILOSOFO Tanto se ci vai io ti seguo, tu non devi morire.
NELLO Ti ha raggiunto la tua coscienza ?
FILOSOFO Mi sono travestito da soldato e le ho sparato.
NELLO Adesso non hai più una coscienza.
FILOSOFO Per adesso ma poi ricresce. Tu lo sai perché quando una guerra comincia poi non si ferma più ?
NELLO No.
FILOSOFO Perché sparano troppo, e le coscienze non fanno in tempo a ricrescere che si prendono un proiettile.
NELLO Anche tu hai sparato alla tua.
FILOSOFO Ne volevo una più comoda.
NELLO Perché ?
FILOSOFO Quella di prima faceva troppe domande, ed io non c’è l’avevo tutte quelle risposte. Ultimamente era diventato un inferno e l’ho abbandonata. Anche la mia anima non ci andava d’accordo.
NELLO Hai ascoltato tutto ieri sera ?
FILOSOFO Non ho perso una parola !
NELLO E cosa ne pensi ?
FILOSOFO Io non penso, mi stanco.
NELLO Lo avevo dimenticato.
FILOSOFO Tu lasciala andare, secondo me vuoi solo proteggerla.
NELLO Sei sicuro di essere pazzo ?
FILOSOFO Si, si. Me lo dicono tutti.
NELLO Dici così perché ci vuoi provare !
FILOSOFO Io non ci voglio provare, ci voglio fare l’amore. C’è l’ho una ragazza, è Graziella...Spaventato E che ci fa già qui ?
NELLO Chi ?
FILOSOFO Sta arrivando Stefano, scappa !
NELLO Non è il caso.
FILOSOFO Io resto, se ti vuole sparare lo uccido.
NELLO Tu devi solo calmarti.
Arriva Stefano. Scende il silenzio sulla scena.
STEFANO Al Filosofo. Per una volta ti ho seguito io, sapevo che mi avresti portato qui. A Nello. Ti stavo cercando, te lo ha detto questa testa di cazzo ?
NELLO Lo immaginavo anche da solo.
STEFANO Allora lo sai che oggi mi hai messo nella merda ?
NELLO Non l’ha aggiustata Giuseppe la tua moto ?
STEFANO No, e ha dato la colpa a te, non sapeva dove mettere le mani.
NELLO Strano, doveva solo montarlo. Era così importante oggi ?
STEFANO Era importante anche tre giorni fa. Non ti cercavo soltanto per questo. Tu adesso ci parli con me e mi dici cosa cazzo ti è preso ?
FILOSOFO Non lo uccidi ?
STEFANO Tu sta zitto.
NELLO Ti ho già spiegato che non ne voglio parlare.
STEFANO Me ne sbatto la minchia di ciò che mi hai spiegato. Quella della cinquecento ti ha proprio scimunito !
NELLO Ma che stai dicendo !
STEFANO Io le femmine le conosco bene, fattelo dire da me.
FILOSOFO E’ vero, questo è vero.
STEFANO Ma ti vuoi stare zitto !
FILOSOFO Ti davo ragione... va bene sto zitto.
NELLO Sei fuori strada.
STEFANO E allora di che si tratta ?
NELLO Del passato.
Stefano rimane in silenzio come se non sapesse cosa dire.
STEFANO E perché ti è tornato in mente ?
NELLO Così, all’improvviso. Credevo di aver superato tutto, e avevo soltanto allontanato quel giorno.
FILOSOFO Quando spararono tuo padre ?
STEFANO Ora se non stai zitto le prendi !
FILOSOFO Va bene, allora sto zitto.
NELLO Si, quel giorno.
STEFANO Era tanto che non ne parlavi, come mai adesso ?
NELLO Questo non importa. Dopo tre anni rivedo quelle scene davanti agli occhi, sono tutte li, nessuno le ha toccate. Chissà dove si erano nascoste in tutto questo tempo.
STEFANO E allora ?.
NELLO Ho una gran voglia di vedere morti gli assassini di mio padre.
STEFANO Con difficoltà. Questo... si può comprendere...
NELLO Non lo so.
STEFANO Io ti conosco troppo bene, lo sapevo che c’era qualche cazzo che non andava. Fu fatta un’indagine accurata, non ne venne fuori un ragno dal buco, tu lo sai...
NELLO Io so che mio padre era un lavoratore, e la mafia lo ha ammazzato.
STEFANO Le cose vanno così da queste parti.
NELLO Vanno uno schifo. Voglio vederli morti, non esiste perdono per questa gente.
STEFANO Ma cosa cazzo è, così all’improvviso !
NELLO Sul colpo sono rimasto stordito, è come se avessi sempre evitato di pensarci, come se il problema fosse più grande di me. Ma adesso il peso mi tortura. Mio fratello se ne è andato via per lo schifo, io credevo di riuscire a comprendere, invece non comprendo, non voglio più comprendere, odio questa terra, la gente, e me soprattutto. Mi sento un vigliacco.
STEFANO E cosa vuoi fare il Rambo della situazione ? Vuoi andare in giro a cercarli e farti ammazzare? Così ne abbiamo due di morti invece che uno.
NELLO Non lo so cosa farò, però questa verità me la voglio dire. Qualcuno deve pagare per mio padre.
STEFANO Era meglio se si trattava di quella buttana della cinquecento.
NELLO Ma nemmeno la conosci .
STEFANO E’ fa lo stesso, una piena di soldi che non si compra una macchina nuova è una buttana comunque. E Maria che c’entra ?
NELLO Maria l’ho lasciata, non le riguarda.
STEFANO Quella poveretta le riguarda e come, mica puoi fare come vuoi !
NELLO Proprio tu parli ?
STEFANO Io si ! mi faccio qualche scopata ogni tanto ma non l’ho mai tradita Monica.
NELLO Hai un’idea del tradimento tutta tua, a lei ne hai mai parlato ?
STEFANO Tu non capisci niente di femmine.
NELLO Lasciamo perdere va.
STEFANO Ecco bravo, lasciamo perdere. Non sa cosa dire. Tutti questi morti che fanno vedere alla televisione devono essere stati.
NELLO Cosa dici ?
STEFANO Fanno vedere troppi morti. Ma che cazzo ce ne frega di questa guerra di merda, si vogliono ammazzare e lasciamoli fare, quando si saranno stancati smetteranno. Invece no, perché ci sono altri interessi e ci sbattono i morti in faccia e ci dicono chi ha torto e chi ha ragione, così più vediamo morti e più ci incazziamo e più si buttano le bombe e tutti siamo contenti. Poi lo vedi cosa succede. E’ come con la Ferrari, è deciso. Noi siamo il mezzo per attuare i loro piani come i tifosi, che fanno girare i soldi una volta per uno e una volta per un altro.
NELLO Hai ragione, vedere che si ammazza così, e che nessuno paga mai il conto mi ha sbloccato.
STEFANO E facevi meglio a rimanere bloccato.
NELLO Questa terra non cambierà mai finché non rispondiamo con le stesse armi. Loro ci sparano i nostri e noi gli spariamo i loro. Se io ammazzo la madre o il padre agli assassini, forse hanno più probabilità di capire.
STEFANO Così torniamo al Far-west, tu la testa te le stai giocando !
NELLO Uno deve parlare il loro linguaggio. E’ la paura che ci fotte.
STEFANO La paura di che imbecille ! Loro sono bestie e tu no !
NELLO E lo sono diventato anch’io una bestia, mi ci hanno fatto diventare.
STEFANO Scemo ti hanno fatto diventare .
FILOSOFO Secondo me è colpa della straniera... Segue un silenzio. Nello brucia con lo sguardo il Filosofo, Stefano guarda i due cercando di capire. Dovevo stare zitto vero ?
STEFANO Quale straniera ?
FILOSOFO Non posso parlare, devo stare zitto.
STEFANO No adesso parli !
NELLO Non ha niente da dire.
FILOSOFO A Nello. Hai visto, sto zitto, poi non ti incazzare.
STEFANO Edna, ti sei fottuto pure tu Edna ?
FILOSOFO No, Edna e la tua e me la fotto io.
STEFANO Ma che storia è questa ?
NELLO E’ pazzo, non sa quello che dice.
STEFANO Lui è pazzo ma le cose se le lascia scappare. Chi è quest’altra straniera?
NELLO Non la conosci, e non voglio parlarne.
STEFANO Ora ricominci? Tu parli invece.
NELLO Io vado. Si alza e fa per andare.
STEFANO Dove ?
NELLO Passa questa sera, ti faccio trovare la moto pronta.
STEFANO Ma che mi frega della moto. Chi ti sta riempendo la testa di minchiate !
NELLO Lei non c’entra niente, quando l’ho incontrata già pensavo alle cose che ti ho detto. Anzi, stessi a sentire a lei, è più confusa di me.
STEFANO Ma chi è ?
NELLO Non importa, e comunque non la rivedo più. Stefano, non cercarla, lei davvero non c’entra niente.
STEFANO Vallo a raccontare ad un altro, e Maria ?
NELLO Maria è una brava ragazza, merita uno con la testa sulle spalle.
STEFANO Io non ci posso credere, ora sei tu lo scapestrato ?
NELLO E’ che deve stare tranquilla.
STEFANO Anche tu devi stare tranquillo. Forse devi drogarti. Hai fatto male a smettere di fumare, ragionavi di più prima.
NELLO Può darsi.
STEFANO Credevo di essere io il minchione.
NELLO Io vado.
STEFANO Aspetta.
NELLO Che c’è ?
STEFANO Mi devi giurare che prima di fare qualsiasi cosa me lo dici, va bene ?
NELLO Per farmi dire se faccio bene o male ?
STEFANO Preferisco saperlo.
NELLO Ho soltanto un gran casino nella testa, ce ne vuole prima che faccio cazzate.
STEFANO E invece è proprio nella confusione che si fanno cazzate.
NELLO E’ stato uno sfogo, dimentica tutto.
STEFANO Non dimentico nulla, dammi il numero di tuo fratello a Roma.
NELLO Lascia perdere.
STEFANO Guarda che io ti tengo d’occhio, non ti mollo un istante.
NELLO Adesso pure la balia ti metti a fare ?
STEFANO Ti ammazzo io prima che lo fa qualcun altro.
NELLO Stefano, lo so che se glielo chiedi lo convinci a dirti chi è la ragazza, per favore lasciala perdere, non c’entra, ha già i suoi problemi.
Nello si allontana. Stefano guarda il Filosofo negli occhi.
FILOSOFO lo hai sentito, se me lo chiedi mi convinci, quindi non chiedermelo.
Il filosofo se ne va lasciando Stefano perplesso. Dopo aver riflettuto, un gesto di stizza e poi va via. Dissolvenza incrociata con il campo.
SCENA DODICESIMA.
Le due ragazze stanno ancora parlando una di fronte all’altra accovacciate sulle gambe, come se si confidassero dei segreti.
EDNA ...Ci ha fatto strada lui.
NAILE Ti sei innamorata del suo coraggio.
EDNA Io l’ho salvato ! e poi il suo non era coraggio. Superato il confine e le mine tra le quali camminava sfidando la morte, ha avuto un cedimento nervoso, ed ha pianto.
NAILE Era stanco.
EDNA Ha realizzato allora quello che era successo. Gli hanno ammazzato il figlio sotto gli occhi... è rimasto impassibile.
NAILE Come è andata ?
EDNA Ero pochi passi dietro. Si erano uniti a noi sulle montagne, scappati lui e il figlioletto da un villaggio vicino. Sua moglie e due figli non erano con lui quando sono arrivati i soldati, è dovuto scappare senza di loro. Non parlava molto. Teneva stretto nella mano il suo bambino come si tiene la cosa più preziosa che si ha. A tre giorni di cammino dal confine i soldati fermarono la nostra carovana per perquisirci e toglierci i documenti. Forse spaventato o per seguire una biglia che gli era sfuggita, Il piccolo si divincolò dalla mano del padre e cominciò a correre. Lo chiamò, tentò di seguirlo ma, un soldato appena ragazzino lo bloccò. Lui indicò il suo bambino e spiegò che doveva riprenderlo che era spaventato che si sarebbe perso e ancora altre cose che il soldato non ascoltava, soltanto gettò con disprezzo uno sguardo, e guardando di nuovo il padre con un ghigno di malessere alzò il braccio e sparò . Il bambino si piegò sulle ginocchia in un istante. Il padre rimase stordito a guardare forse l’ultimo... ‘pezzo’, della sua famiglia, al quale in quei giorni di marcia si era aggrappato per continuare a sperare. Il militare gli fece notare allora che non c’era motivo perché si allontanasse dalla fila, non aveva più un figlio, e gli ordinò di proseguire la marcia ma, l’uomo era spento, non sentiva più nulla, non reagiva più a nulla. Il soldato gli puntò in faccia la pistola...
NAILE Come lo hai salvato ?
EDNA Mi sono fatta avanti nella fila, gli ho dato una spinta perché camminasse. Il soldato vedendolo muovere non si è più sentito sfidato e lo ha lasciato perdere, sputando per terra si è allontanato. Sono rimasta accanto a quell’uomo per il resto del cammino. Non ha più detto una parola ma il suo silenzio era come un urlo di dolore infinito. Mentre camminava cercava dentro di se un motivo per farlo. La speranza forse di rivedere gli altri familiari. Arrivati al confine, trovammo le mine. Mentre gli altri discutevano, lui ha preso ad avanzare, indicando con delle pietre i posti dove poter poggiare i piedi. Il suo sguardo era dritto all’orizzonte, perso. Forse sperava di morire e invece ci ha salvati tutti... Ecco la mia storia d’amore, è lui l’uomo che credo di amare.
NAILE Lo hai più visto ?
EDNA Ci hanno separati e distribuiti.
NAILE Non lo hai seguito ?
EDNA Non sapevo ancora di esserne innamorata. Poi avrebbe potuto incontrare la moglie, e gli altri due figli, ed io sarei stata solo parte di un brutto ricordo. Non saprei nemmeno dire se in quei giorni mi ha veramente vista.
NAILE Eri accanto a lui.
EDNA Ma lui era assente. Nei suoi occhi c’era solo il figlio in una pozza di sangue.
NAILE Come fai a dire di esserne innamorata ? Forse era solo pietà !
EDNA Può darsi, però mi piacerebbe stargli di nuovo accanto. Se fossi sicura di incontrarlo, e di poter essergli utile, tornerei oggi stesso in quella terra.
NAILE Hai provato a chiedere di lui ?
EDNA Che importanza ha adesso.
NAILE Dici di amarlo.
EDNA Non importa, amare fa male, chi non ama non soffre.
NAILE Hai paura di cercarlo.
EDNA Può darsi. Adesso però tocca a te. Raccontami tu una storia d’amore.
NAILE Avevo un ragazzo, amico di mio fratello, ma non so se era una cosa seria.
EDNA In che senso.
NAILE Non so se era amore, cioè, non so che parola usare. Insieme stavamo bene, ma non riuscivo ad immaginare il mio futuro con lui. Non era il ragazzo dei miei sogni, ma qualche volta riuscivo a sognare con lui.
EDNA L’hanno ucciso ?
NAILE No, è partito con mio fratello per combattere. So che era vivo qualche mese fa.
EDNA Ti amava ?
NAILE Diceva di si.
EDNA E tu ?
NAILE Spesso ho pensato di lasciarlo, mi sembrava onesto, adesso mi manca molto. Lo vorrei accanto. Noi siamo abituati ad abusare della parola amore. Forse è una cosa più piccola di quella che pensiamo, non per questo però meno grande.
EDNA Ah ! io non lo so.
NAILE Penso ai miei genitori, sembravano sposati più per caso che per scelta, intendo dire che una volta era diverso. Eppure io non ho mai conosciuto amore più grande del loro, fatto di piccole cose. Li consideravo poco come coppia, ma il loro segreto era un amore poco spettacolare, sincero, profondo. Ho visto mia madre piangere per la perdita del suo compagno, del suo amore disincantato ma vero, di cui poteva fidarsi, che non l’avrebbe più accompagnata per la vita.
EDNA Lo cercherai il tuo ragazzo ?
NAILE Si, e se è vivo ancora, da lui voglio dei figli.
Pausa.
EDNA Avevi ragione, il vento ha spazzato via le nuvole.
NAILE Allora diamoci da fare.
EDNA E l’italiano ?
NAILE Lui non c’entra. E’ un ragazzo splendido.
EDNA Davvero non accetterai la sua offerta ?
NAILE Certo che no.
EDNA Faccio fatica a capirlo.
NAILE Io non lo so cosa vede in me, ma un giorno capirà che era uno sbaglio.
SCENA TREDICESIMA.
La notte di quel giorno sotto casa di Graziella si aggira il Filosofo. E’ seduto, disperato, con gli occhi fissi sulla finestra di lei.
FILOSOFO Graziella, Graziella, perché non mi sente ? Proverò con il pensiero, con la telepatia... Esegue. Rimane qualche istante a riflettere. Tanto un giorno ti innamorerai di me e sentirai il mio pensiero. Io però ho da dirti una cosa importante prima che sia tardi... la dirò lo stesso, la sentirai dopo... quando uno non è innamorato riceve più tardi i segnali di chi lo è. I miei pensieri rimarranno registrati nel cielo, e tu un giorno li raccoglierai e ti innamorerai di me. I tuoi vagano altrove... ma io li leggo lo stesso, li raccolgo, non sono per me ma che importa, lo saranno. E se non è così li sentirà la luna e te li racconterà. Altrimenti che ci sta a fare la sopra, così sospesa... spia di notte i sospiri d’amore, li raccoglie in un cestino di fragole rosse, ogni tanto ne lascia cadere qualcuna in testa ad un poeta. E’ così che i poeti conoscono i pensieri più intimi, li chiedono alla luna. Cadrà quando non avrà più amori da custodire o ispirare. Intanto, galleggiando nell’aria, sorretta dai vapori dai nostri cuori, vivrà. D’altra parte tutto l’universo si tiene sospeso nello stesso modo. Graziella io volevo dirti che non posso più aspettare, Il cielo se lo guardi per un po’ ti fa bene, ma poi devi assolutamente distogliere lo sguardo, perché se lo fissi troppo lui si sente scoperto, e allora si vendica facendoti cadere dentro. Mi stava succedendo, stavo cadendo nel cielo. Non c’è l’ho fatta a non guardare. Ho sbagliato lo so, ma non posso più aspettare. Fanno bene quelli come Stefano che passano e vanno, non sono stupidi loro, avvertono il pericolo e vanno oltre. Bisogna viverla così la vita, come dei passanti, come se stesse accadendo agli altri, fare in modo che ci sia sempre un altro protagonista della tragedia, semmai da aiutare, da salvare. Ora io lo so che se mi sentissi scenderesti ad aiutarmi, e so anche che mi amerai quando sentirai che ti amavo. La mia anima mi ha fregato, mi ha raggiunto e superato, così senza neanche che me ne accorgessi ero io ad inseguire lei, e più la fuggivo, più le andavo incontro. Ecco perché ti voglio, si è nascosta tra le tue cosce. Si è fermata li e mi ha fregato. Devo salire a prenderti, se aspetto ancora rischio di tradirti, devo fare il primo passo prima che sia tardi per noi due. Se cadessi non avrei più la forza di guardarti in faccia. Come potrei amarti per il resto di quella vita che ci resta ?
SCENA QUATTORDICESIMA.
Intanto in casa di Graziella.
GRAZIELLA Sei di poche parole.
NELLO Non ho niente da dire. Graziella ride. Cos’hai da ridere ?
GRAZIELLA Io non lo avrei mai detto e tu ?
NELLO Cosa ?
GRAZIELLA Che un giorno tra me te sarebbe andata così !
NELLO Possiamo cambiare argomento ?
GRAZIELLA Pensavo solo che è curioso. Sembravi così serio e riservato, non lo avrei mai detto, ecco tutto.
NELLO Eppure sono l’ultimo del paese che non ti eri ancora fatto, prima o poi doveva accadere. Anzi , proprio l’ultimo no, c’è il Filosofo.
GRAZIELLA Non ci riesci a non essere cafone, è il tuo forte.
NELLO Hai ragione, non volevo parlarti così.
GRAZIELLA Come facevi a sapere che sarei andata al Charlie questa sera ?
NELLO Non lo sapevo.
GRAZIELLA Vuol dire che sei venuto li per caso ?
NELLO Cosa c’è di strano.
GRAZIELLA Parecchio. Non straparlavi di quel genere di locali ? Ambiente da ricchi, figli di papà imbottiti di soldi e pasticche... al contrario dei bravi ragazzi come te, con i saldi principi.
NELLO Se ti vuoi vendicare per come ti ho trattata ci stai riuscendo.
GRAZIELLA Non ne ho nessuna voglia, ma lo meriteresti.
NELLO Hai notizie del tuo ragazzo ?
GRAZIELLA Perché me lo chiedi ? Nemmeno lo conosci.
NELLO Che c’entra. Pensavo a lui.
GRAZIELLA Ti fai venire gli scrupoli un po’ tardi.
NELLO Niente scrupoli, pensavo a lui così, senza motivo.
GRAZIELLA Sono quattro mesi che non ci vediamo. Le licenze sono corte per viaggiare fino a qui. Poi da quando c’è la guerra la sua è una delle caserme operative. Si starà divertendo anche lui, sono sicura.
NELLO Mi sentivo solo in dovere di chiederlo ecco tutto.
GRAZIELLA E Maria, come sta ?
NELLO L’ho lasciata.
GRAZIELLA Avete litigato.
NELLO L’ho lasciata.
GRAZIELLA Non ci credo, quelli come voi non si lasciano, litigano.
NELLO Credi quello che ti pare.
GRAZIELLA Tu speravi di incontrarmi questa sera.
NELLO Sei proprio stupida Graziella. Cosa vuoi che ti dica ? Che volevo incontrarti ? Va bene lo dico, lo volevo, avevo voglia di fare una cazzata stasera e mi sono detto, ora vado da Graziella e me la sbatto, alla faccia di tutto e di tutti ! Che cazzo vuoi adesso, è piaciuto anche a te o hai fatto un’opera di beneficenza ?
GRAZIELLA Calmati, con chi credi di parlare ?
NELLO Con una puttana, anzi una puttana è meglio di te !
GRAZIELLA Non urlare.
NELLO Io urlo quanto mi pare.
Pausa. Nello si calma.
NELLO Sono tre anni che faccio il bravo ragazzo, quello per bene, di sani principi. Hanno ammazzato mio padre ! Tutti i santi giorni da quella mattina maledetta, ogni persona nuova che incontro la guardo negli occhi per cercare di capire se sto guardando in faccia l’assassino di mio padre. Ogni volta mi sembra di incontrarlo, di leggere nei suoi pensieri, che ride di me. ‘Povero fesso’ pensa, ‘gli ho ammazzato il padre e lui pure la macchina mi aggiusta’. Sono stanco di fare il bravo ragazzo, mi sono rotto la minchia. Quello stronzo di mio fratello è scappato da questa merda. Ed io che ci faccio ancora qui ? ‘Nello e tu che fai non parti ?’ ‘No zia, io resto. Papà avrebbe voluto così’ ‘Ma con quale coraggio resti in questo inferno ?’ ‘Qui ci sono nato, è la mia terra, qui voglio restare.’ Basta ! Basta ! Basta ! non ne posso più, non ne posso più.
GRAZIELLA Nello, calmati adesso.
NELLO Quasi piangendo Proprio qui dovevano mandarli quei disperati, con tutti i nostri morti da capire anche i loro dobbiamo piangere ?
GRAZIELLA Scusami, io non credevo...
NELLO Lascia stare, scusami tu. Sono confuso, non so quello che faccio e che dico. Avevo bisogno di sfogarmi stasera.
GRAZIELLA Io non credevo, non sapevo che stessi così.
NELLO Ha fatto bene Giacomo. Lui è sempre stato più sveglio di me. Me lo aveva detto di partire con lui. Disse che la mia era una reazione sbagliata, che prima o poi avrei realizzato quello che era successo.
GRAZIELLA Perché non partisti?
NELLO Mia madre, sarebbe rimasta sola a piangerci tutti, il marito ammazzato, i due figli scappati.
GRAZIELLA Ti sei pentito di essere rimasto ?
NELLO Prima no, ma adesso è cambiato tutto. Non volevo costruire sul dolore, avevo deciso di affrontarlo. Qui ne avrei avuto la possibilità, partendo avrei messo nella valigia il ricordo di un uomo onesto da vendicare, restando avrei avuto in questo inferno un uomo giusto da riscattare. Adesso però dove sono ? Dopo tre anni sento che non sono ne partito ne rimasto, a metà di un viaggio che porta da una parte alla vendetta, dall’altra alla fuga. Eppure all’inizio ero sicuro di farcela. Dicevo a tutti che avevo perdonato l’assassino di mio padre, che bisognava avere il coraggio di fermare il male con la forza, il coraggio di dire basta alla violenza. ‘L’amore verso chi sbaglia può cambiarlo’ dicevo, quella sarebbe stata la vera rivoluzione. La gente faceva finta di capirmi ma mi guardava come guarda il Filosofo, con curiosità e con malizia, come si guarda un pazzo. Quelle parole rimbombano come proiettili impazziti nella mia testa. Mi chiedo chi era quello che le diceva, e a volte credo che avesse ragione la gente, un pazzo.
GRAZIELLA Perché dopo tre anni ?... C’entra la tua ragazza ?
NELLO No, non sa niente, non sospetta nulla. Lei conosce un Nello diverso, la spaventerebbe sentire questi discorsi.
GRAZIELLA Può darsi che lo sappia comunque. Noi donne sentiamo anche quello che gli uomini tacciono.
NELLO Proverò a parlarle, ma non credo sia la persona che può aiutarmi adesso.
GRAZIELLA Non so se diaspiacermi per lei.
NELLO Ti fai venire tu i sensi di colpa ?... C’è l’hai da fumare ?
GRAZIELLA Prende uno spinello già pronto. In genere lo fumo prima di andare a letto con qualcuno, per stordirmi, ma tu non me ne hai dato il tempo.
NELLO Ti ho trattata male.
GRAZIELLA La vuoi sapere una cosa invece ? Sono contenta che sei venuto al Charlie questa sera, e che mi hai incontrata. Non ci siamo mai cercati, eppure in una sera siamo diventati intimi.
NELLO Me la fai una cortesia ? Dimentica quello che ti ho detto, non ci pensare.
GRAZIELLA Far finta di niente, che non sia successo nulla di importante, è la mia specialità. Io ho due vite, una da nuda e un’altra vestita, l’una ignora l’altra, anche se sono complici.
NELLO Devo andare.
GRAZIELLA Dove a quest’ora ? Resta se vuoi.
NELLO Devo andare via.
GRAZIELLA Ci vedremo ancora, voglio dire... niente. Sai dove cercarmi.
NELLO Già.
GRAZIELLA Non resti neanche a fumare ?
NELLO Non ne ho più voglia.
GRAZIELLA Senti, lo so che non dovrei dirtelo, però stavo pensando una cosa, perché non vai adesso da lui ? Magari un periodo fuori può servirti.
NELLO Dappertutto ma non da lui, non da lui. Tutte le volte che lo sento mi sforzo di fargli credere che sto bene, ma quando me lo chiede con insistenza ho sempre paura di tradirmi, di cedere. Lui me lo dice se voglio andare a trovarlo per un po’, ed io gli faccio sempre intendere che ci sto pensando, ma non è vero. Crede ancora che non so nulla.
GRAZIELLA Nulla di cosa ?
Nello non risponde, e prima di dirigersi verso la porta si avvicina a Graziella e le da un delicato bacio sulle labbra. Poi va verso l’uscita. Nell’aprire la porta però, si trova il Filosofo con gli occhi colmi di lacrime a fissarlo con incredulità.
FILOSOFO Sei proprio tu ?
NELLO Filosofo, che ci fai qui ?
FILOSOFO Stavo spiando. Credevo di sbagliarmi e invece sei tu. Stai soffrendo tanto vero ? Se ti fermi le vedi le cose, se ti fermi vedi tutto, ed io ora sono fermo, e anche tu sei fermo e stai vedendo veramente chi sei.
NELLO Senti, parliamone un’altra volta. Ci sono delle cose che devo spiegarti.
FILOSOFO Che Graziella è una puttana ? Lo sapevo, tu che c’entravi però ? A me non dava fastidio che andasse con gli altri, ma da te mi sento tradito.
NELLO Stai correndo troppo.
FILOSOFO E tu sei sudato. Siamo tutte pecore nere noi, fuggite dal pastore che in fondo siamo noi stessi.
GRAZIELLA Intanto ha raggiunto i due. Filosofo, perché sei salito questa sera ?
FILOSOFO Volevo portarti via con me.
GRAZIELLA Vuoi entrare ?
FILOSOFO Tornassi indietro vorrei non andare a scuola, ti ricordi Graziella che genio che ero ? Peccato, sarei potuto essere felice se fossi rimasto stupido come te. La felicità vera è degli stupidi, a quelli come me rimane lo sgomento, che rende lo stesso felici ma in un modo diverso. Forse non mi sarei nemmeno innamorato di te.
NELLO Senti ora basta, vieni con me, andiamo via parleremo io e te da soli.
FILOSOFO Nello prova a prenderlo per un braccio, ma lui ha una reazione violenta. Non toccarmi, non ci provare mai più. Una volta parlavo con te, e credevo che mi sentissi. Vado via da solo.
NELLO Dove vai ?
FILOSOFO Vado a prendermi. Torno all’ovile.
GRAZIELLA Senti, mi dispiace, ma tu sapevi che non dovevi illuderti. Non è colpa mia, ne di Nello.
FILOSOFO Mi sarebbe piaciuto solo dormire nel tuo seno una volta.
Il Filosofo si avventa su Graziella repentinamente, e le strappa dei capelli, e stringendoli nel pugno chiuso, scappa via. Nello e Graziella non sanno cosa fare, poi Nello decide di uscire.
GRAZIELLA Dove vai adesso ?
NELLO A cercarlo.
SCENA QUINDICESIMA.
Notte. Il Filosofo cammina a passo veloce nel buio, non si vede molto ma sembra perfettamente a suo agio. Stacco su Nello che lo insegue. Quest’ultimo al contrario non si orienta facilmente nell’oscurità, la sua marcia è discontinua, il suo sguardo è privo di punti di riferimento. Ritorno sul Filosofo la cui marcia ormai è quasi una corsa. Ha lo sguardo basso e non vede davanti a se, come se conoscesse perfettamente la strada. Il ritmo di Nello diventa sempre più discontinuo, ora corre, ora si blocca per qualche ostacolo vero o immaginario. Oltre a guardare davanti a se, cerca anche alle sue spalle. Intanto il Filosofo sempre più spedito, alza lo sguardo adesso come se avesse visto qualcosa, la punta, accelera per raggiungerla. Nello diventa lentamente da inseguitore, l’inseguito, scappa invece di rincorrere. Buio.
La rete metallica che divide il campo dal paese. Sopraggiunge Nello trafelato. Sembra non rendersi conto di essersi diretto proprio li, se ne avvede solo in quell’istante, non riesce ad evitare di avvicinarsi. Non vede nessuno, sente un rumore, impaurito riprende la sua fuga-inseguimento . Sopraggiunge il Filosofo. Si dirigeva esattamente li. Si ferma, guarda la rete, non vede nessuno, si siede. Il suo sguardo fisso incute timore. Buio. Luce. Il Filosofo è sempre seduto, finalmente arriva chi aspettava. Si tratta di Naile, sorpresa di trovare qualcuno. Il Filosofo la guarda con cattiveria, che nasconde con un sorriso. Buio.
SCENA SEDICESIMA.
Roma la mattina seguente. Luca in pigiama nella stanza sta ascoltando un telegiornale e consumando la colazione. Dopo qualche istante si apre la porta e compare Giacomo. E’ ben vestito, il che crea un certo stupore in Luca. I due rimangono in silenzio per un po’ pur senza ignorarsi.
LUCA Tutti si aspettano grandi cose dalla Ferrari quest’anno.
GIACOMO Senza dubbio le avranno. Ho portato il latte, l’ho finito stamattina.
LUCA C’era il thè. Ti sei svegliato presto.
GIACOMO Si, avevo un impegno.
L’atmosfera diventa quasi rarefatta, con una lenta dissolvenza la scena seguente diventa straniata da tutto il resto. Quello che segue sembra essere davvero un dialogo, i due parlano come se si trattasse di un’unica storia. La televisione manda spot pubblicitari di cose inutili, o musica di cartoni animati come Superman, o braccio di ferro.
LUCA Hanno trasmesso un’intervista in televisione che mi ha angosciato.
GIACOMO Ho riflettuto su quanto è successo ieri sera.
LUCA Intervistavano un cecchino. Un ragazzo sui ventidue ventitré anni .
GIACOMO Non sulle cose che ci siamo dette, ma su quello che c’era nascosto dietro le parole.
LUCA Aveva negli occhi tutta l’innocenza di cui ha raccontato.
GIACOMO La riflessione mi ha ricondotto alla mia infanzia, al mio rapporto con mio padre. Lui era un uomo che tutti stimavano per la grande onestà, si sarebbe rovinato piuttosto che fare una sola lira disonestamente.
LUCA Un giovane studente viene indotto a pensare che il popolo con cui ha convissuto per tutta la vita, non è altro che un’aggregazione di pericolosi criminali che ordisce trame contro di lui, la sua famiglia, il suo popolo, la sua cultura.
GIACOMO La zona della Sicilia dalla quale provengo non è facile, alcune famiglie mafiose hanno le radici proprio da quelle parti.
LUCA A nulla serve la sua resistenza intellettuale ed emotiva, presto deve confrontarsi con delle prove inconfutabili di crimini il cui obiettivo è lui stesso. Anni di propaganda politica e militare lo convincono che esiste una sola verità : Il popolo con il quale ha convissuto per tutta la vita, è il nemico. Il suo amico Mirko, di religione diversa, di lingua diversa, di cultura diversa, è una bestia di razza inferiore che non comprende l’amore.
GIACOMO Mio padre era convinto di fare la sua rivoluzione vivendo onestamente in quella realtà, sperava che a lui si sarebbero aggiunti altri, e altri ancora. Tutti erano felici di vederlo, lo accoglievano con grandi abbracci e sorrisi, lo congedavano con espressioni di rassegnazione e di scherno. Si è fatto uccidere, e con lui hanno assassinato le belle e inutili teorie che ci ha insegnato. Non la realtà, ma i suoi sogni lo hanno ucciso.
LUCA Il suo amico Mirko il destino vuole che sia la prima persona ad entrare nella croce dei cerchi concentrici del suo fucile di precisione. All’inizio il ragazzo esita, poi sa cosa è giusto fare, glielo hanno detto, e lo fa.
GIACOMO Sulla statale 328 alle ore 14.34 di un giorno d’agosto di tre anni fa è stato rinvenuto il cadavere dei sogni di un uomo che si illudeva di cambiare il mondo, uno stupido idealista che si rifiutava di scendere a patti con lo stato delle cose. Rimane un mucchio di cenere delle sue parole.
LUCA Da quel momento uccidere diventa più facile, diventa abitudine, routine. Il ragazzo trova persino mistica l’esperienza, e ringrazia il suo Dio tutte le sere per avergli dato una vista tanto accurata da spappolare un cuore a più di quattrocento metri con un solo colpo.
GIACOMO Non c’è rivoluzione che si possa compiere se non si tiene conto del linguaggio e dei mezzi che l’ordine da sovvertire utilizza. Non si può disprezzare la vita fino al punto di non difenderla contro la violenza. Ovunque il male ha messo radice, quella radice va estirpata, l’attesa rende solo più difficile il compito. Bisogna agire prima che innocenti illusi idealisti muoiano per la loro purezza.
LUCA C’è il volere divino dietro ogni cosa, anche nella mano che toglie una vita agisce questo volere per realizzare un disegno di portata biblica. L’uomo non può fare che eseguire. L’eccitazione è all’apice, la gioia incontenibile ad ogni notizia buona dal fronte politico, è la conferma che Dio è dalla parte giusta. Dio ha scelto il suo partito politico, ed è lo stesso di quel ragazzo che ora è un cecchino professionista, serio, preciso, onnipotente e giusto come il suo Dio.
GIACOMO Mio padre era un puro, vittima della complicità dello stato e di se stesso. Al suo funerale la cittadinanza tutta intervenne, ma il saluto più sentito era al suo assassino, anch’egli intervenuto con il vestito e gli occhiali scuri e la fascia tricolore, un garofano rosso sangue donò alla bara della sua vittima, la cittadinanza applaudì il gesto commosso. Uccidere diventa non soltanto una necessità, bensì un obbligo, quando in gioco ci sono i valori stessi su cui si poggia la civiltà dell’uomo.
LUCA La guerra è vinta, il nemico scacciato. C’è festa e ammirazione, onori e gloria e tanto silenzio nella casa di Mirko, vuota. La porta è sprangata il ragazzo entra, va nella stanza del suo amico, si accovaccia nell’angolo dove anni prima due giovani parlarono dei primi amori, della prima fuga, della prima vittoria, e stupendosi delle storie quasi uguali si giurarono senza parole eterna amicizia. Pianse per tutta la notte il cecchino. Aveva fatto decine di centri, ma sempre sbagliando il bersaglio. Mirko gli mancava, il Dio che gli aveva ordinato di ucciderlo non c’era più a confortarlo, non c’era mai stato quel genere di Dio, era lui stesso. Buio repentino.
SCENA DICIASSETTESIMA.
La mattina seguente nell’officina dove lavora Nello. Arriva Stefano, stranamente silenzioso si mette in un angolo ad osservare l’attività di Nello, infastidito da quell’atteggiamento.
NELLO Cosa c’è, ti manca la parola questa mattina ?
STEFANO No.
NELLO E allora ?
STEFANO Allora cosa ?
NELLO Te ne stai li in silenzio, strano.
STEFANO Non c’è niente di strano, ti controllo.
NELLO Toccato. La moto come va ?
STEFANO E’ una bomba, bravo.
NELLO Cercando di capire. Facci un paio di pieni poi la riporti che la controlliamo.
STEFANO Va bene.
NELLO C.s. Neanche oggi lavori ?
STEFANO Vado più tardi.
NELLO Sei ai cancelli del campo ?
STEFANO Si.
NELLO E... la tua Edna ?
STEFANO Sai come si chiama.
NELLO Si. Come sta ?
STEFANO Se vuoi sapere se ho cercato di rintracciare la straniera con cui ti vedi, la risposta è no.
NELLO Sempre più sicuro. Bene. Lei non c’entra.
STEFANO Ho capito. Perché non vai a trovare tuo fratello a Roma per un po’ ?
NELLO Ci penso.
STEFANO Ti farà bene stare lontano qualche settimana. Lontani da casa si chiariscono le idee. Io quando ho fatto il militare...
NELLO Non mi interessa.
STEFANO Già. Comunque credo che dovresti allontanarti da qui.
NELLO E se ti dicessi che non ci penso affatto ?
STEFANO Ma hai appena detto il contrario !
NELLO Davvero, l’ho detto ? Allora ci penso.
STEFANO Senti, cerchiamo di parlarci chiaramente.
NELLO Avanti.
STEFANO Io ti impedirò di fare cazzate, con le buone o con le cattive, quindi stai attento a come ti muovi. Ti sbatto dentro con le mie mani.
NELLO Pausa, lo guarda. Tende a perdere l’equilibrio dietro.
STEFANO Cosa ?
NELLO La moto, oltre i centocinquanta, la perdi dietro.
STEFANO Non me ne frega un cazzo. Io ti ho avvertito.
NELLO D’accordo.
STEFANO E chiama Maria.
NELLO Ci penso.
STEFANO Ieri ha pianto tutta la sera.
NELLO Le hai detto nulla ?
STEFANO Certo. Non è giusto quello che le stai facendo.
NELLO Le hai detto tutto ?
STEFANO Solo che sei confuso, per la storia di tuo padre. Del resto non sa.
NELLO Potevi dirle tutto visto che c’eri.
STEFANO Ti stai davvero rincretinendo. Ho parlato con i miei, ho detto che partirai per un po’ di tempo, baderanno loro a tua madre.
NELLO L’organizzatore dovevi fare, non il carabiniere.
STEFANO Pensa quello che vuoi, il mio consiglio te l’ho dato.
NELLO Sembra più di un consiglio.
STEFANO Senti Nello, di giovani come noi con la testa bucata da una pallottola ne ho visti fin troppi. Spesso si tratta di delinquenti, di gente che ha cominciato ad uccidere molto presto, e sapere che quella fine se la sono cercata non riesce a non farmi provare pietà per loro. Ora tu sei libero di fare quello che ti pare, però ti prego, non farti ritrovare con il cervello spappolato.
NELLO Hai mai ucciso qualcuno ?
STEFANO Mai, ma non faccio che pensare al giorno in cui potrebbe capitarmi. Ad un mio collega è successo, e non si è più ripreso, ha lasciato l’arma, ed è vittima di continue crisi depressive.
NELLO Io invece non credo che sia così difficile farlo.
STEFANO Ma che cazzo dici.
NELLO Ho detto che non credo sia difficile. Premi un grilletto e Bum ! Tu vai via e quello rimane per terra. Non ci vuole molto.
STEFANO Stai vaneggiando, te ne rendi conto ?
NELLO E credo anche che dopo un po’ di morti cominci a provare gusto, una specie di senso di onnipotenza. Sapere che puoi decidere della vita di qualcuno ti fa assomigliare a Dio. Io sparerei in faccia, mentre quello piange e mi chiede di risparmiarlo.
STEFANO Stai impazzendo.
NELLO In fondo ai militari chiedono proprio di uccidere no ? Quindi non è una cosa che deve scandalizzarti tanto.
STEFANO Non spariamo a chiunque.
NELLO Nemmeno i criminali, anche loro hanno un senso della giustizia.
STEFANO Non so cosa mi trattiene a non gonfiarti di botte.
NELLO Prova a farlo e ti spacco la testa con questa. Mostra un arnese da lavoro. Ti spaventa morire ? Fa paura non è vero ? Però non c’è gusto ad ammazzare uno che conosci, è più bello immaginare chi era, ridargli una vita nella tua fantasia. Magari un povero imbecille lo rendi migliore che ne sai ? Forse ci rimani pure male, e invece hai fatto solo un’opera di pulizia. Sai perché abbiamo cominciato una guerra persa laggiù ? Hanno le palle per fotterci tutti quanti, americani, tedeschi, italiani, inglesi, e lo sai perché ? Perché hanno ucciso tanto, si sentono onnipotenti, la morte per loro è la strada più veloce per farli diventare santi. Loro sono eroi, hanno vinto la morte, pensaci, è eccitante sapere che uccidere serve a renderti immortale. Ride. Io so anche perché loro spaccano i corpi... per vedere cosa c’era dentro, dov’è quella persona che un attimo prima piagnucolava, e scoprono solo ossa, budella e merda. Tutte le stronzate sull'anima, dove cazzo è l’anima ? Nell’intestino forse, e prima di morire se le data a gambe per il buco del culo, è l’unica spiegazione perché in quell’ammasso di carne che marcisce non c’è. Anche il cuore, lo hai mai visto un cuore ? Io si, quello di mio padre. Sul tavolo dell’autopsia, non è come lo disegnano i bambini, è un pezzo di carne informe che sembra andata a male per il colore livido, quasi viola. Fa schifo a vederlo. Siamo strani noi uomini, abbiamo fondato la vita intera su un ammasso di carne che marcisce.
STEFANO Non c’è la faccio a sentirti dire stronzate, me ne vado.
NELLO Tu c’eri sul luogo dove è stato ritrovato mio padre ?
STEFANO Chiesi di non andare, volli evitarmi lo spettacolo.
NELLO Ed il verbale, lo hai letto ?
STEFANO No.
NELLO E allora te lo dico io perché mio padre è morto.
STEFANO Lo so perché tuo padre è morto.
NELLO C’è un particolare che non ti ho mai raccontato. E’ morto perché era un fesso.
STEFANO Ma che dici ?
NELLO No, non sto scherzando, è morto perché era un fesso. In quei giorni venne avvicinato da alcuni capi della zona...
STEFANO Chi ?
NELLO Mia madre non lo ha mai detto, a me. Mia madre mi ha taciuto tutto, diceva che era per proteggerci. Gli proposero di prendere parte con la sua ditta alla realizzazione del villaggio residenziale sul mare. Era una proposta che valeva qualche miliardo. Nella realizzazione c’erano le ditte di costruzione più grosse della zona. L’occasione che ti cambia la vita, saremmo diventati ricchi. Mio padre rifiutò l’offerta, e sai perché ? Perché i soldi per la realizzazione del villaggio erano soldi da riciclare, soldi sporchi. Disse che non voleva macchiarsi di omicidio, secondo lui di quello si trattava. Accettare di arricchirsi con quei soldi sarebbe stato come partecipare alla morte di tanti poveri fessi. ‘Io ho figli’ diceva, ‘Non mi immischiate in queste cose, e poi, mollica sono e mollica voglio rimanere, il mio l’ho fatto’ così diceva. A qualcuno questo suo rifiuto risultò come uno schiaffo, come un’offesa, e inoltre lo avevano messo a parte di troppi particolari. Così un uomo onesto che si era fatto i cazzi suoi per tutta la vita divenne un pericolo per la mafia. All’inizio lo lasciarono stare, poi per vendicarsi cominciarono a chiedergli sempre più soldi, sempre più soldi. Doveva pagare per lavorare, più di quello che guadagnava. Era nervoso, intrattabile. Decise di prendere la licenza per portare l’arma con se. La sera prima, si chiuse nello studio, e lo sentimmo litigare con qualcuno al telefono. Volarono parole grosse. Quando aprì la porta, era sconvolto, balbettava, non riusciva a parlare. A me venne da piangere per la rabbia. Mio fratello gli disse di raccontarci cosa stava succedendo, ma lui si incazzo, e gli mollò uno schiaffo. Erano anni che non lo faceva. Il giorno dopo lo hanno trovato in macchina con un colpo in testa e uno al cuore. Aveva in mano la pistola, la sicura era tolta. Il tempo per sparare lo aveva avuto, ma non lo ha fatto. Si fece ammazzare, il fesso. Decise di farsi ammazzare. Ma non si è portato nella tomba il nome del suo assassino, mia madre e mio fratello mi hanno ingannato...Si ferma. Adesso mi manca, e qualcuno deve pagare. Per tre anni mi hanno e mi sono soltanto preso per il culo, ora voglio vendetta.
STEFANO Le avete mai raccontate queste cose ?
NELLO Mia madre, c’è l’ho impedì. Disse che soltanto il silenzio ci avrebbe protetti, soltanto il silenzio avrebbe evitato a me e mio fratello di finire uccisi. Poi Giacomo partì per Roma. Partì frettolosamente, come se scappasse, e mia madre ha finto insieme a lui in tutto questo tempo.
STEFANO Cosa hai saputo ?
NELLO Il silenzio, voglio proteggerti.
STEFANO Tuo padre avrebbe voluto...
NELLO Risparmiati le stronzate.
STEFANO Hai sete di sangue ?
NELLO Di giustizia.
STEFANO La tua ?
NELLO La mia.
STEFANO Pausa. Deciso. Questa sera, cerca nel cestino delle carte di fronte, ti procuro una pistola. Reazione di Nello. Dico sul serio. Ti procuro una pistola rubata, così fai quello che devi fare e ti togli dalle palle, però sappi una cosa, se lo farai, sarai tu il mio primo morto. Vuoi giocare con gli stessi metodi, va bene, te lo consento, anzi ti aiuto io. Però tu diventi criminale ed io resto un carabiniere. Ti cercherò, e saprò dove trovarti. Ti sparerò. Fa per andare, poi torna sui suoi passi. Ieri notte, abbiamo trovato il Filosofo morto. Ucciso da un colpo di pietra.
NELLO Colpito. Dove ?
STEFANO Al campo. Dentro il campo. Aveva scavalcato la rete. Lo hanno trovato con i pantaloni abbassati.
NELLO E’ stato violentato ? !
STEFANO No, però si crede che voleva farlo. Aveva stretti nel pugno di una mano i capelli di una donna.
NELLO Dove è stato trovato con precisione ?
STEFANO Dove ci siamo incontrati due sere fa. Sai qualcosa ?
NELLO Niente.
STEFANO Pensi che possa saperne qualcuno che conosci ?
NELLO Non credo.
STEFANO Comunque stanno interrogando.
NELLO I capelli, sono un indizio ?
STEFANO Potrebbero essere della donna che l’ha ucciso. Per adesso si pensa ad una del campo.
Stefano va via, Nello sembra tremare. Si sente venire meno e nelle gambe e quasi cade. Guarda verso l’uscita. Va via. Buio.
FINE PRIMO ATTO.
SECONDO ATTO.
SCENA PRIMA.
La scena rappresenta un unico luogo. Ci troviamo in casa di Nello, in un ambiente che fa da ingresso e da tinello. La casa non è modesta, ma nemmeno eccessivamente ricca. Sono presenti la madre di Nello seduta sul sofà, Maria presso lei, Stefano in divisa, e in piedi accanto alla finestra Giuseppe. I quattro sono molto agitati. Tra tutti il più nervoso è Stefano.
MARIA Un pochino, soltanto un pochino, le farà bene.
MADRE Non ce la faccio.
MARIA Così non può resistere, un po’ deve riposare.
MADRE Più tardi ci vado, aspetto che torni.
MARIA Stefano, diglielo tu che è meglio, sono troppe ore che non chiude occhio.
STEFANO Signora, appena sapremo qualcosa di nuovo la chiamiamo noi, ha ragione Maria, vada a riposare.
GIUSEPPE Maria, accompagnala tu, magari con te viene.
MARIA Su, le faccio compagnia io. Stiamo un po’ e ci alziamo.
Le due donne si allontanano.
GIUSEPPE Come fanno ad esserne certi ?
STEFANO La ragazza lo ha identificato..
GIUSEPPE Magari si sono sbagliati. Non ci si può fidare di una straniera.
STEFANO Tutto coincide.
GIUSEPPE Si è sbagliata.
STEFANO Se se ne vuole convincere.
GIUSEPPE Non lo so, è che mi sembra così assurdo.
STEFANO La sua fuga non chiarisce la faccenda.
GIUSEPPE Il fratello è stato avvertito ?
STEFANO L’ho chiamato io stesso, si è messo in viaggio ieri pomeriggio appena lo ha saputo. Ormai è a momenti per arrivare.
GIUSEPPE Gli hai detto tutto ?
STEFANO Si.
GIUSEPPE Come ha reagito ?
STEFANO E come doveva reagire ? E’ sconvolto.
GIUSEPPE Viene con la macchina ?
STEFANO Lo accompagna un amico.
GIUSEPPE Certo chi lo avrebbe mai detto ! Tutto avrei immaginato tranne questo.
STEFANO Ormai è inutile starsene a piangere, meglio accettare la cosa così com’è.
GIUSEPPE Però a volte la vita ti prende di contropiede. Faccio bene io con i miei figli a farli rigare dritto. Le chiacchiere servono a poco da queste parti, gli schiaffi ci vogliono. Bisogna che la famiglia sia altrettanto violenta della società se no si perdono i figli. Avessi almeno intuito qualcosa... lo avrei preso a calci piuttosto che fargli fare questa fine. Niente, un ragazzo modello. Il padre lo portava d’esempio il suo Nello, è anche per questo che l’ho preso a lavorare nella mia officina. E mi fece piacere che corteggiasse mia figlia, l’ho sempre visto di buon occhio.
STEFANO Adesso non più, non è vero ?
GIUSEPPE Certo che adesso la situazione si complica.
STEFANO Cosa vuol dire, che il bravo Nello è diventato un volgare criminale anche per lei signor Giuseppe ?
GIUSEPPE Io non dico niente, sei tu che dici, e se è vero quello che dici, i fatti parlano da soli non credi ? E poi cosa c’entrava il povero pazzo ? Deve aver perso il cervello anche lui. Quando si subisce una violenza si diventa pericolosi.
STEFANO Quando le cose si mettono male sono tutti pronti a voltarti le spalle.
GIUSEPPE Questo di me non lo puoi dire. Gli ho dato un lavoro, ed ero anche pronto ad accettarlo in casa mia come un figlio, nonostante fosse difficile .
STEFANO Difficile perché ?
GIUSEPPE Io non ho mai avuto a che fare con la mafia. Se quelli temono qualcuno non ci parlano, gli sparano. Nello per loro poteva essere un pericolo.
STEFANO Nello non sapeva chi ha ucciso il padre, ne lui ne la madre e il fratello.
GIUSEPPE Tutti sanno che sono rimasti zitti, ma tutti sanno anche che è strano che non siano venuti a sapere.
STEFANO Cosa vuole dire ?
GIUSEPPE La faccenda era nota a molti, se non gli hanno sparato, c’era qualche ragione.
STEFANO Non capisco.
GIUSEPPE Garanzie.
STEFANO Continuo a non seguirla.
GIUSEPPE Francesco non li ha lasciati poveri è vero, ma in questa casa c’è più di quello che si possono permettere. Non dico i ragazzi, ma la madre avrà saputo vendere bene quel silenzio.
STEFANO E come ?
GIUSEPPE La sicurezza per i figli, sia in termini spirituali che materiali.
STEFANO Se non la offendo signor Giuseppe, è soltanto perché rispetto il colore dei suoi capelli, ma meriterebbe ben altro.
GIUSEPPE Sono io a non offendermi. Capisco che Nello è tuo amico e che gli vuoi bene perciò parli così. Però fatti dire che sei giovane, ancora troppo per vedere anche quello che non ti piace.
STEFANO Il padre ha lasciato ben altro esempio, sia ai figli che alla moglie.
GIUSEPPE Quando ti vedi davanti agli occhi un familiare morto ucciso, o le cambi certe idee, o te le fanno cambiare. Io non giudico nessuno, anzi, credo che avrei fatto lo stesso anch’io. Purtroppo tanta premura non è servita, e un bravo ragazzo per il dolore diventa criminale, fortunatamente è successo in tempo.
STEFANO Dimentica che io sono un carabiniere.
GIUSEPPE Non te la prendere.
STEFANO La gente come lei so bene come trattarla in altro contesto. Dice di non avere nulla a che fare con la mafia, si sbaglia. Lei è, un mafioso.
GIUSEPPE Non ti permettere un’altra volta...
SCENA SECONDA.
In quel momento rientra Maria. Non le sfugge la tensione che si è creata tra i due uomini. Stefano abbassa la sfida verso Giuseppe, il quale si sente molto in imbarazzo.
MARIA Cosa è successo ?
GIUSEPPE Niente. La signora si è addormentata ?
MARIA Voi avete saputo qualcosa che non mi dite.
GIUSEPPE Niente ti ho detto, non fare la stupida.
MARIA Lo hanno trovato e ucciso vero ?
GIUSEPPE Ma che minchia dici ?
MARIA Lo hanno ucciso ? Dimmelo tu Stefano.
STEFANO Ti sbagli, non è così.
MARIA E allora perché avete quelle facce tese ?
STEFANO Io e tuo padre abbiamo avuto un chiarimento...
GIUSEPPE ... Stefano non è contento del lavoro che gli abbiamo fatto alla moto.
MARIA E vi sembra il momento per tirare fuori questa storia ?
STEFANO Io non credo...
GIUSEPPE ... Ho cominciato io, è colpa mia. Il nervosismo mi fa parlare a sproposito.
Pausa. Tensione negli sguardi.
STEFANO La signora dorme ?
MARIA E’ crollata come una pietra.
STEFANO E tu come stai ?
MARIA Sono forte, posso aspettare.
GIUSEPPE Invece adesso ce ne andiamo a casa.
MARIA No, io non vengo. La signora ha bisogno di me.
GIUSEPPE Hai già fatto abbastanza, andiamo.
MARIA Vai tu se sei stanco, poi ti seguo.
GIUSEPPE Adesso, con me.
STEFANO Non si preoccupi Giuseppe, dopo la accompagno io.
GIUSEPPE Preferisco che...
STEFANO La signora si sveglia e non la trova, che figura ci fa sua figlia. Ne va dell’educazione che lei stesso gli ha dato.
GIUSEPPE Di quello che fa mia figlia ne rispondo io.
STEFANO Se è per la questione della moto non si preoccupi, è una cosa tra me e lei soltanto, sua figlia non c’entra.
MARIA Papà, io non vengo. Vai, poi ti seguo.
GIUSEPPE Ne riparliamo, a casa.
Giuseppe esce molto contrariato, ma sembra non poter fare diversamente.
MARIA La moto non c’entra, è così ? Stefano non risponde. E’ così, lo so. E’ di Nello che avete parlato. Mio padre è sempre stato contrario e non l’ho mai capito il motivo vero. Lo teneva sotto esame, come dice lui. Però le cose sembravano andare bene. Non sapeva della crisi negli ultimi giorni. La sera uscivo, e credeva che incontrassi Nello in piazza così gli facevo credere. Forse ho sbagliato.
STEFANO No.
MARIA Dovevo parlare con Nello, fargli capire che non doveva escludermi.
STEFANO Non darti colpe che non hai.
MARIA Obbligarlo a sfogarsi, invece ho accettato il suo cambiamento improvviso senza battere ciglio.
STEFANO La situazione non era semplice.
MARIA Dovevo metterlo di fronte ad una scelta. Invece ho preferito aspettare, dargli il tempo che serviva. Credevo di non perderlo in questo modo, ed è stato peggio.
STEFANO Non avresti potuto fare altro.
MARIA Non dovevo aspettare inutilmente. Se soltanto avessi insistito l’avrei fermato, se soltanto fossi stata pronta.
STEFANO Non te ne avrebbe parlato. Non voleva che sapessi.
MARIA Cosa ?
STEFANO Che stava cambiando. Voleva proteggerti.
MARIA Proteggermi ?
STEFANO Voleva vendetta per l’assassinio del padre.
MARIA No, non Nello.
STEFANO Così mi ha detto.
MARIA Tu cosa ne sai ?
STEFANO Me lo ha detto.
MARIA Ti ha parlato ?... Cosa c’entra il Filosofo ?
STEFANO Non me lo spiego. Ieri mattina in officina, era strano, più del solito. Quando gli ho detto del Filosofo ha tremato, ma come potevo immaginare fosse stato lui.
MARIA Stefano, devi dirmi una cosa e non mentire, conosceva la ragazza che lo ha denunciato ?
STEFANO Lunga pausa. Si, credo di si.
MARIA Chi è ?
STEFANO Una del campo.
MARIA Questo lo so. Erano amanti ?
STEFANO No.
MARIA Non mentire ti ho detto.
STEFANO Non mento, non erano amanti.
MARIA Allora Nello si era innamorato di lei .
STEFANO Che ne sai.
MARIA Non avrebbe ucciso altrimenti.
STEFANO Il filosofo era pazzo, stava violentando quella ragazza. Lo ha ucciso per fermarlo.
MARIA Nello conosceva bene il filosofo, sapeva come fermarlo.
STEFANO Evidentemente non ci è riuscito.
MARIA Non ci credo. Ha agito così perché amava quella ragazza.
STEFANO Non lo so, non chiedermelo.
MARIA Lo so io. La mafia non centra, ha ucciso per quella.
STEFANO Io non penso.
MARIA Io spero sia così.
STEFANO Che vuoi dire ?
MARIA Se è solo quello, tornerà appena gli passa la paura. Dove sarà adesso ?
STEFANO Sarebbe già tornato.
MARIA Perché ?
STEFANO Maria, Nello è armato.
MARIA Cosa ?
STEFANO Ha una pistola, e dei proiettili.
MARIA E perché ?
STEFANO Non ho fatto in tempo ad impedirlo.
MARIA Cosa dici ?
STEFANO Naile, la straniera che lo ha denunciato, si è decisa a parlare soltanto ieri sera tardi. Nello ha fatto in tempo a prendere una pistola che gli avevo procurato.
MARIA Tu gli hai procurato una pistola ?
STEFANO Sono un cretino lo so, volevo metterlo alla prova. Una pistola in mano credevo lo costringesse a rendersi conto di quello che diceva, e così...
MARIA E’ riuscito ad averla ?
STEFANO Si.
MARIA La polizia che lo sta cercando lo sa ?
STEFANO Ho dovuto dirlo, non potevo fare altrimenti.
MARIA E’ pazzesco.
STEFANO Lo è.
MARIA Forse l’ha presa solo per paura, Nello non sparerebbe a nessuno.
STEFANO Ha ucciso il Filosofo.
MARIA Come fate ad essere sicuri che la ragazza ha detto la verità ?
STEFANO La sicurezza non c’è, ma il fatto che sia scappato lo fa pensare.
MARIA Forse sta coprendo lei ?
STEFANO Sul cadavere ci sono le sue impronte, trovate anche sulla pietra.
MARIA Questo non vuol dire niente.
STEFANO Purtroppo abbiamo una sola testimonianza.
MARIA Non può essere stato lui veramente, non ci credo.
STEFANO Vorrei non crederlo anch’io, ma è scappato e ha portato con se una pistola.
MARIA Quindi anche tu sei nei guai adesso ?
STEFANO Conta poco, volevo lasciare l’arma. Non fa per me.
SCENA TERZA.
Bussano alla porta. Stefano va ad aprire. La tensione è alta. Entra un carabiniere in divisa.
CARABINIERE Stefano, ti devo parlare.
STEFANO Parla pure.
CARABINIERE Non so se è il caso.
STEFANO Di cosa si tratta ?
CARABINIERE Del tuo amico, crediamo.
STEFANO E’ la ragazza.
CARABINIERE Posso parlare ?
MARIA Lo avete trovato ?
STEFANO Guarda il carabiniere negli occhi facendogli intendere che può parlare. Allora ?
CARABINIERE No, però è successo qualcos’altro.
STEFANO Cosa ?
CARABINIERE Mezz’ora fa è stato rinvenuto il corpo senza vita di don Calogero Schilliti.
STEFANO Il mafioso ?
CARABINIERE Lui. I proiettili potrebbero provenire dalla pistola che ci hai detto.
STEFANO Cosa significa potrebbero provenire ?
CARABINIERE Stiamo aspettando il rapporto della scientifica.
STEFANO Marco, è o non è quella pistola che ha sparato ?
CARABINIERE Mi dispiace Stefano, il mio parere è che provengono da quell’arma. Pausa. Aspettiamo solo la conferma, ma crediamo che sia stato il tuo amico a sparare.
STEFANO E come ?
CARABINIERE Apparentemente si è introdotto nella villa di Schilliti senza problemi, pare che don Calogero conoscesse il ragazzo e lo ha fatto entrare, poi si sono allontanati a bordo della Mercedes dove è stato ucciso.
STEFANO Dove è stato trovato il cadavere ?
CARABINIERE Non lontano da qui.
STEFANO Dove ?
CARABINIERE E’ stata una vendetta Stefano, il morto è stato rinvenuto nello stesso posto dove tre anni fa è stato ucciso Francesco Regina.
MARIA E di Nello c’è qualche traccia ?
CARABINIERE Nessuna. Ma ormai non dovrebbe tardare la sua cattura. L’omicidio è avvenuto da poche ore, non può essere andato lontano a piedi. Stanno battendo tutto il circondario, metro per metro.
STEFANO Bene Marco. Serve il mio aiuto ?
CARABINIERE Il comandante dice che per adesso non è il caso, se servirà il tuo intervento sarai prelevato. Tieniti a disposizione.
STEFANO D’accordo.
CARABINIERE Mi dispiace Stefano, e anche per lei signorina.
MARIA Gli sparerete ?
CARABINIERE Guarda Stefano per consigliarsi, ma questi abbassa lo sguardo. No, se non saremo costretti. Vi terrò informati.
Il carabiniere esce, lasciando la scena nel silenzio. Maria comincia a piangere Stefano le si avvicina.
MARIA Cosa gli è successo ?
STEFANO A questo punto vorrei sapere cosa gli succederà !
MARIA Dobbiamo fare qualcosa.
STEFANO Vado a cercarlo.
MARIA Dove ?
STEFANO Lo troverò.
MARIA Ma hanno ordinato di non muoverti.
STEFANO Devo trovarlo prima di loro.
MARIA Vengo con te
STEFANO No, resta qui.
MARIA Vengo con te.
STEFANO Non se ne parla.
MARIA Correrò al comando a dire dove stai andando.
STEFANO E’ pericoloso, te ne rendi conto ?
MARIA Nello non è pericoloso.
STEFANO E invece si, ha un’arma, e ha sparato.
MARIA A noi non sparerà ?
STEFANO Come fai ad esserne sicura ?
MARIA E tu ?
STEFANO Io sono un carabiniere, so affrontare queste situazioni.
MARIA Senza un’arma...
STEFANO Me l’hanno requisita.
MARIA Se vuoi cercarlo senza un’arma è perché sai che non ti sparerà.
STEFANO Lo spero.
MARIA Non ti lascio andare solo.
STEFANO Convincente Giuro che lo riporto a casa, salvo. Controlla se fuori ci sono uomini in divisa.
MARIA Si affaccia alla finestra. Sono dappertutto.
STEFANO Come posso uscire di qui !
MARIA Dal terrazzo.
STEFANO Cosa ?
MARIA Maria controlla che sul pianerottolo non ci sia nessuno Salendo si arriva al terrazzo, li c’è un passaggio che comunica con una palazzina abbandonata accanto, sotto, dalle cantine si arriva nella campagna.
STEFANO Vado.
SCENA QUARTA.
Stefano esce. Maria si lascia andare al pianto. Dopo qualche istante la porta si apre, si intravede la sagoma del carabiniere che lascia entrare Naile. Alle due ragazze basta uno sguardo per riconoscersi. Naile abbassa gli occhi, poi facendosi coraggio si fa avanti.
NAILE Volevo conoscerti.
MARIA Volevi vedermi soffrire.
NAILE Voglio parlare con te.
MARIA Prima rispondi ad una mia domanda, Nello ti ama ?
NAILE Nello è confuso, ha bisogno di aiuto.
MARIA Ed è venuto a chiederlo a te.
NAILE Si.
MARIA E perché proprio a te ?
NAILE Non lo so, o meglio, non so se è come penso.
MARIA E cosa, penseresti ?
NAILE Ha cercato qualcuno che come lui fuggisse, un compagno di fuga. Dalla prima volta che l’ho incontrato sembrava sconvolto, ma tentava di nasconderlo mostrandosi forte, poi due sere fa è crollato.
MARIA Cosa ha fatto ?
NAILE Voleva che scappassi con lui...
MARIA Ma tu non hai voluto !
NAILE Già !
MARIA Eppure tu sei abituata a scappare, perché sei una profuga vero ?
NAILE Nel mio paese c’è la guerra, sono ospite qui.
MARIA E ti trovi bene nel mio paese ?
NAILE Non capisco cosa importa.
MARIA Rispondi, com’è il mio paese ?
NAILE L’Italia ci aiuta. Abbiamo brutte storie alle spalle, vi prendete cura di noi.
MARIA Ti trovi bene dunque ?
NAILE Si, credo di si, ma non è la mia terra.
MARIA Certo che non lo è, la tua terra nemmeno esiste più.
NAILE Perché dici questo ?
MARIA A te non bastavano solo soldi, la tua posta era più alta !
NAILE Cosa vuoi dire?
MARIA Noi ragazze di queste parti se stiamo zitte è per educazione, ma il nostro silenzio conosce molte cose. Le tue amiche si sono accontentate di soldi, vestiti e qualche divertimento, ma per te non è stato così.
NAILE Non ti capisco.
MARIA Guardami in faccia, e rispondimi... hai voluto innamorarlo non è così ?
NAILE Io credo che dovresti controllarti.
MARIA Cosa volevi da lui ? Volevi che ti sposasse ?
NAILE Niente di quello che dici.
MARIA Sei una bella ragazza, e si vede che sei istruita, sei diversa dalle tue amiche.
NAILE Ti sbagli a parlare di noi in questo modo.
MARIA Preferisci che usi altre parole ?
NAILE Preferisco che rifletti prima di parlare.
MARIA Ho riflettuto molto in questi giorni stanne certa. Avevo intuito che poteva esserci un’altra donna, ma credevo fosse una di noi.
NAILE Cosa cambia ?
MARIA Sarebbe stato più facile da accettare. Avete portato solo guai nel nostro paese, sbarcando con voi, odio, risentimento, paura, mascherato con le lacrime, con gli sguardi pietosi.
NAILE E questo che hai capito della mia gente ?
MARIA Siete dei poveri disperati, e ci state portando via la serenità.
NAILE La serenità, l’avevate prima che arrivassimo ?
MARIA Avevamo i nostri problemi, che erano meno difficili da affrontare.
NAILE Posso farti una domanda Maria ?
MARIA Non chiamarmi per nome !
NAILE Pensi davvero di capire tutto quello che ci portiamo dentro ?
MARIA Si, lo so, lo vedo.
NAILE Non sai niente ne di me ne della mia gente. Quello che tu hai visto in televisione io l’ho vissuto.
MARIA Non centra la televisione. Io vedo cosa avete fatto ai nostri uomini.
NAILE Non puoi confonderci con il comportamento di qualcuno, anche perché questo qualcuno non ha seminato, ha raccolto.
MARIA No, è facile aprire le cosce per prendere gli uomini, più difficile è aprire le braccia, il cuore. Ci vuole tempo per stringerli a se onestamente. Ma siete arrivate voi, un sorriso, una lacrima, e il gioco è fatto.
NAILE Stai soffrendo.
MARIA Evita ti prego, cerca almeno di avere dignità. Adesso te lo dico io cosa è successo ieri sera. Nello, ti ha sorpresa mentre facevi le tue porcherie con quel povero pazzo. Anche a me è venuto a chiedere dei soldi per la colletta, la colletta ! Anche ad un povero malato di mente sfilate denaro ! Nello non è come gli altri ragazzi del paese, come Stefano per esempio, che sa benissimo come trattare con voi. Nello è un ingenuo, un semplice, perché ha sofferto e soffre ancora per la violenza che ha dovuto subire. Tu lo avevi convinto a scappare con te, gli hai raccontato che lo amavi, che avevi bisogno di lui, ed hai approfittato della sua debolezza per fargli credere che anche lui avesse bisogno di te. Nello ha perso la testa quando ti ha vista con il Filosofo, tu ti sei accorta della sua presenza, così hai simulato una aggressione, hai preso quella pietra ed hai colpito il pazzo. Lo hai ucciso però, e la tua commedia non prevedeva un evento tragico, e allora di fronte a quel morto, l’ultimo atto lo hai dovuto improvvisare, ed hai chiesto a Nello di proteggerti. Così è scappato, facendo credere di essere stato lui ad uccidere il suo amato Filosofo. Tu non sai quanto Nello amasse quel ragazzo.
NAILE Ho già raccontato alla polizia come sono andate le cose.
MARIA La storiella che hai raccontato con me non funziona perché conosco quelle come te.
NAILE E quest’altro morto, sono stata io ancora ?
MARIA Non sanno chi sia stato.
NAILE Ti hanno detto questo ?
MARIA Nello è sconvolto.
NAILE Anche tu lo sei.
MARIA Non ti permetto di rivolgerti a me in questo modo !
NAILE Io voglio tornare nella mia terra, è li che sono diretta. Io non scappo.
MARIA Per trovare cosa, cadaveri da riconoscere, case distrutte, e puzza di morti bruciati vivi !
NAILE Smettila, non sai niente, e nemmeno puoi capire.
MARIA E allora spiegamelo visto che sono tanto stupida. Spiegami che motivo spinge una giovane donna a tornare nell’inferno da cui viene. Perché, se il destino l’ha risparmiata una volta, dovrebbe andare a cercare di nuovo la morte, forse è masochismo, no, non credo. Più facile è cercare di sfruttare al meglio l’occasione che si ha nell’essere stati invitati in casa di benestanti, senza perdere tempo bisogna portare via, rubare, quanto più è possibile. E’ quasi per diritto che voi rubate, prendete per concessione divina. Ma quello che avete trovato, e che ci avete portato via, non è vostro, è nostro.
NAILE Abbiamo solo chiesto aiuto.
MARIA Vi abbiamo allungato il braccio, ma ci portate a fondo con voi.
NAILE Io voglio tornare nella mia terra, non ho chiesto carità, solo aiuto.
MARIA Perché dovresti, si sta bene in Italia, lo hai detto !
NAILE Se a te chiedono chi sei, tu una risposta c’è l’hai da dare, io no.
MARIA Perché non lo sai chi sei ? Se vuoi te lo dico io, sei una profuga, senza più una patria perché gliel’hanno bruciata, e che crede sia un diritto ricostruirsi una vita altrove portandola via ad altri.
NAILE Non voglio ricostruirmi un bel niente qui. Io ho il mio passato altrove.
MARIA Sei furba, ma non mi inganni.
NAILE Ero venuta qui per parlarti.
MARIA Lo hai trasformato in un profugo, come te.
NAILE Si sentiva già un profugo, per questo mi ha cercata !
MARIA Queste stronzate raccontale ad altri !
NAILE E’ così ti dico. Lui aveva paura di se stesso, dei sentimenti che stava coltivando. Io non sapevo del padre, l’ho saputo soltanto al commissariato. Lui voleva odiare qualcuno, ed ha cominciato con l’odiare se stesso.
MARIA Sta zitta, ti scongiuro sta zitta.
NAILE Sono stata zitta, e mi hai rovesciato addosso tutto il tuo dolore.
MARIA Allora vattene.
NAILE Avresti dovuto cacciarmi prima, senza parlare. Adesso mi ascolti, ho il diritto di difendermi. Nello si stupiva quando dicevo di non odiare i carnefici del mio popolo. Tu dici che soffriva per la violenza subita, anch’io soffro per la violenza che mi hanno fatto. Lui voleva qualcuno che condividesse quel dolore, l’odio, il risentimento che prendeva largo nella sua anima ma non ha trovato in me quel qualcuno. Io non sono ciò che dici tu Maria. Non farti guidare dall’odio anche tu. Nello è vittima solo di se stesso. Il dolore può rendere più deboli o più forti, dipende dal nostro coraggio. Ti prego, abbi il coraggio di credermi.
MARIA Nello non ha mai fatto del male a nessuno.
NAILE E’ accecato dal dolore.
MARIA Perché non me ne ha parlato ?
NAILE Perché ti ama. Non voleva portarti con se, non voleva farti pagare il prezzo del sua disperazione.
MARIA Perché voleva che tu lo seguissi allora ?
NAILE Pensava di trovare chi potesse assomigliargli, qualcuno che come lui, provasse risentimento, voglia di riscatto per il male subito. La prima volta l’ho incontrato per caso in un punto della rete che separa il nostro campo dal paese. Era seduto con la testa fra le gambe, e piangeva, ho creduto di non dovermi avvicinare, non pensavo fosse giusto. Questo è successo ancora per le due sere successive, ma poi non c’è l’ho fatta, e così mi sono fatta vedere. Lui è fuggito via facendo finta di niente, ma la sera dopo è tornato, e così da circa due settimane i nostri erano diventati come appuntamenti. Non ho capito subito cosa Nello cercasse in quegli incontri, ero troppo presa da me, dal desiderio che avevo di parlare con qualcuno così lontano dall’orrore dal quale venivo. Non ho saputo ascoltarlo, fino a quando era troppo tardi, e il suo dolore è scoppiato anche con me.
MARIA Perché ?
NAILE Voleva portarmi via, ma la verità è che cercava di fuggire dal dolore ed io gli davo questa illusione. Quel dolore è diventato vendetta, e la colpa è solo sua.
MARIA Perché dovrei crederti ?
NAILE Perché sai che dico la verità.
MARIA Lo ha ucciso lui il Filosofo ?
NAILE Quel povero ragazzo è arrivato al campo come un dannato. Soffriva per qualcosa che non so bene. Quando mi ha vista, ho capito che era me che cercava. Ha scavalcato la rete metallica e mi ha aggredita. Voleva possedermi, e mentre ci provava piangeva, e teneva stretta nella mano una ciocca di capelli. Ho cercato di liberarmi, ma poi è arrivato Nello, ha visto la scena, e si è precipitato addosso al ragazzo. Non riusciva a fermarlo in nessun modo, i due si dicevano parole di odio.
MARIA Cosa ?
NAILE Il ragazzo diceva di volersi vendicare, perché Nello lo aveva tradito. Lo ha spinto, Nello ha sbattuto la testa contro una pietra ed ha perso i sensi per qualche secondo, poi con quella stessa pietra lo ha colpito. Il ragazzo è morto sul colpo, con gli occhi ancora pieni di lacrime. Nello è rimasto fermo, bloccato. Sembrava non rendersi conto di quello che aveva fatto, poi ha buttato via la pietra, ed è scappato.
MARIA Avresti dovuto seguirlo.
NAILE Cosa ?
MARIA Io non sono stata in grado, ma tu avresti dovuto fermarlo.
NAILE Non potevo.
MARIA Perché ?
NAILE Era troppo tardi.
MARIA E allora avresti dovuto farlo prima che tutto ciò accadesse, accettare la sua fuga e salvarlo.
NAILE Lo ami tanto non è così ?
MARIA Lo avrei aspettato, avrebbe capito con il tempo, e sarebbe tornato da me.
NAILE Non potevo farlo.
MARIA Potevi invece.
NAILE Voglio tornare nella mia terra non scappare dal dolore. Anch’io sono stata strappata al mio destino, come lui, ma voglio riprendermi quella vita che mi è stata tolta. Era la mia vita quella, ed è ancora laggiù nella terra che tu dici non esistere più. Forse hai ragione, perché esisterà di nuovo quando la sua gente andrà a riprendersi quello che ha lasciato. E’ li che devo tornare, lo capisci ?
MARIA Io capisco solo che in pochi giorni, anche il mio destino sta cambiando, e il ragazzo con cui volevo condividere la vita, è inseguito sulle montagne, divenuto assassino, e forse egli stesso sarà ucciso. Perché ?
NAILE Non credo esista un perché, non voglio credere che esista.
MARIA Se le cose sono andate come dici, allora hai fatto bene a denunciarlo.
NAILE Ho avuto paura per me e disprezzo per lui ed ho detto quanto era successo. Non potevo permettere che mi si portassero via ancora una volta la speranza, i miei sogni. Domani parto per il ritorno. Un aereo militare riporterà alcuni di noi a casa.
MARIA E’ la ricompensa ? La sua vita per la tua !
NAILE Non l’ho chiesto io. Lo hanno deciso loro. Non dovevo partire domani, il mio rientro sarebbe avvenuto in un altro momento, ma viste le circostanze si è preferito che avvenisse il prima possibile.
MARIA Come è strano vero ? Sembra ci sia un equilibrio nel dolore, una vita che riprende per un’altra che si ferma.
NAILE Non lo dire, hai il dovere di credere ancora.
MARIA In cosa ?
NAILE Io non riesco a pensare che sia tutto inutile, che sia tutto frutto dell’indolenza umana, che il fine ultimo delle cose sia nelle nostre mani sporche di sangue, guidate dalla vendetta. C’è qualcosa che va oltre tutti noi, qualcosa che ci unisce nel dolore come nell’amore.
MARIA Sono solo parole.
NAILE Ho camminato dieci giorni a piedi per le montagne, ho superato il freddo, la fame, la sofferenza fisica, e con il cuore pieno di spine. Ma non mi sono fatta guidare dal ricordo delle atrocità che ho visto con i miei occhi, quelle immagini le ho lasciate all’odio. Non capivo cosa fosse successo, ma so che in quei giorni l’unica cosa che ho fatto è stato cantare, ho cantato per dieci giorni, a volte in silenzio, altre volte ad alta voce canzoni d’amore. La mia gente diceva che stavo diventando pazza. Io so invece che il mio canto era diretto a qualcosa che non conosco ma sono certa lo ha ascoltato. E’ per quello che bisogna credere, perché c’è una possibilità che tutto questo abbia un senso. Ora di quei giorni ricordo le note non la fatica. Porto addosso la puzza di quei giorni di marcia senza sosta, ma andrà via.
SCENA QUINTA.
La porta si apre improvvisamente, le due giovani donne vengono colte di soprassalto. E’ Giacomo , ha con se il necessario, come chi è partito di corsa non badando a null’altro. Sembra stravolto, ha il volto teso.
GIACOMO Maria !
MARIA Correndogli incontro. Lo stanno cercando, è armato, ha sparato un uomo, vogliono prenderlo anche a costo di ucciderlo.
GIACOMO So tutto, calmati, mi hanno detto tutto.
MARIA Bisogna fermarli, Nello ha paura, deve essere protetto.
GIACOMO Ho parlato con chi coordina le operazioni, non gli spareranno.
MARIA Se lui non sparerà, altrimenti...
GIACOMO Il comandante lo conosce da piccolo, mi ha assicurato che farà di tutto per proteggerlo.
MARIA Non ci credo, non lo farà, ha figli.
GIACOMO Dov’è Stefano ?
MARIA E’ andato a cercarlo.
GIACOMO Mi hanno detto che era qui, che non poteva muoversi a causa di quella pistola.
MARIA E’ passato per il terrazzo, vuole trovarlo prima degli altri.
GIACOMO Come ?
MARIA Dice che lo troverà.
GIACOMO Mia madre ?
MARIA L’ho convinta a riposare, è stata in piedi tutta la notte.
GIACOMO Devo parlarle assolutamente.
MARIA Ora la sveglio.
Maria si allontana. Giacomo si siede. Resta in silenzio nella sua disperazione. Finalmente si accorge di Naile.
GIACOMO Hai paura anche tu per lui vero ?
NAILE Si.
GIACOMO Nello deve volerti molto bene.
NAILE Quello che conta adesso è che si salvi.
GIACOMO Già.
NAILE Mi ha molto parlato di te.
GIACOMO Ti ha detto che mi odia ?
NAILE Nient’affatto, il contrario.
GIACOMO Ti ha mentito.
NAILE Non credo.
GIACOMO Dal giorno che ho deciso di andare via, mi ha sempre odiato.
NAILE Non dice questo di te.
GIACOMO Conta poco. Anche a me non lo ha mai detto, ma è così. Non mi ha mai perdonato di averli lasciati soli, e forse ha ragione.
Entrando, la madre, non riesce a non commuoversi e si butta al collo del figlio. Maria resta ferma sull’uscio.
MADRE Giacomo !
GIACOMO Stranamente freddo. Cosa sa Nello ?
MADRE Resta bloccata. Nulla.
GIACOMO Cosa gli hai detto ?
MADRE Nulla, non sa nulla.
GIACOMO E allora perché lo ha ucciso ?
MADRE Non lo so, non lo so. Era soltanto un povero pazzo, suo amico. Scoppia a piangere.
GIACOMO Non piangere per Dio ! Sta zitta !
MARIA Ma cosa succede ?
MADRE Nulla Maria, Giacomo è sconvolto per il fratello.
GIACOMO Sei un’ipocrita ! Ed io sono peggio di te !
MADRE Perché non chiudi quella bocca !
GIACOMO E’ troppo tardi per temere ancora qualcosa.
MADRE Chi è quella ragazza ?
MARIA La straniera del campo.
MADRE Chi l’ha fatta entrare ?
MARIA E’ venuta da sola.
MADRE Falla uscire Maria.
NAILE Io... mi dispiace per quello che...
MADRE Falla uscire ti ho detto.
MARIA Era venuta per parlare con me.
MADRE Non in casa mia.
MARIA E’ una povera ragazza, credo che non centri.
MADRE Vuoi farla uscire o no ? !
NAILE Vado via signora. Volevo solo dirle che...
MADRE Non hai nulla da dirmi, ringrazia solo Iddio che ti faccio uscire viva di qui.
MARIA Si avvicina a Naile. Vieni, ti accompagno.
NAILE Grazie.
SCENA SESTA.
Le due ragazze escono. Giacomo resta di spalle alla madre, sembra non avere il coraggio di guardarla in faccia.
MADRE Maria è un’ingenua, si è fatta aggirare da quella puttanella.
GIACOMO Sta zitta, sta zitta !
MADRE E tu sei un cretino a parlare così davanti ad estranei.
GIACOMO Sta zitta !
MADRE Non sto zitta per niente, già la situazione è tragica vuoi che lo sia di più ?
GIACOMO Ma cosa temi ancora ?
MADRE Che la gente sappia quello che non deve.
GIACOMO Non ti senti ridicola ?
MADRE Perché dovrei ?
GIACOMO Ormai non c’è più niente da perdere. Hai parlato con Nello ?
MADRE No, mai.
GIACOMO Non è possibile.
MADRE Ti dico che è così !
GIACOMO Prima fingevi o davvero non sai cosa è successo li fuori ?
MADRE Cos’altro ancora ?
GIACOMO Non sai nulla !
MADRE Dormivo.
GIACOMO E come ci sei riuscita ?
MADRE Sono rimasta in piedi tutta la notte, Maria mi ha convinta.
GIACOMO Ha ucciso don Calogero !
MADRE Venendo meno. Cosa ?
GIACOMO E’ andato a cercarlo nella sua villa, e lo ha ucciso.
MADRE Ma questo non è possibile !
GIACOMO Lo ha fatto. Tu sai cosa vuol dire questo vero ?
MADRE Da chi lo ha saputo ?
GIACOMO Non lo so. Però è certo che lo ha saputo. Quando ha capito di essere in trappola ha deciso di vendicare nostro padre.
MADRE Ha ucciso Schilliti... non è possibile.
GIACOMO Ecco perché era così strano. L’altro giorno ho trovato un messaggio in segreteria, era di Nello. Lo sai cosa diceva ? Che stava pensando di venire a Roma. Lo credi, Nello a Roma, proprio lui che del restare ne aveva fatto una questione d’onore. E infine lo sai come ha chiuso la telefonata ? Mi ha detto ‘Ti voglio bene’. Ho capito subito che era irrequieto, ma era già tardi.
MADRE Bisogna scoprire con chi ha parlato.
GIACOMO Che importanza ha ormai.
MADRE C’è l’ha invece. C’è una cosa che a questo punto devi sapere, una cosa che ho taciuto in questi tre anni.
GIACOMO Mi spaventi.
MADRE Non so da cosa cominciare.
GIACOMO Di che si tratta.
MADRE Non sapevo cosa fare, ero disperata, disperata !
GIACOMO Parla per la miseria, parla !
MADRE Questo silenzio, in questi anni, è stato più orrendo di quanto possa credere. Non potevo fare altro. Quando Don Calogero comprese che io sapevo chi aveva ucciso Francesco, fui avvicinata da alcuni suoi uomini. Minacciò voi due e me stessa se avessi parlato, e come tu sai, gli feci sapere che non avrei fatto il suo nome. Lui volle essermi grato. Mi inviò una lettera in cui diceva che non avrebbe potuto agire diversamente, che Francesco era diventato troppo nervoso e che l’aveva minacciato. Mi scrisse inoltre che Francesco gli chiese soldi, e che non si accontentava di poco.
GIACOMO Non mi hai mai parlato di questa lettera.
MADRE Era già difficile farti accettare il silenzio, ma ormai non ha più senso tacere ancora. La lettera era in una scatola dove trovai anche soldi. Schilliti diceva che si sarebbe preoccupato personalmente della nostra salute.
GIACOMO No, no !
MADRE Io non volevo accettare...
GIACOMO Papà non ci ha lasciato male...
MADRE Questo è quello che vi feci credere. Le cose non andavano bene. Tuo padre aveva bisogno di soldi per colmare alcuni debiti.
GIACOMO Quali debiti ?
MADRE Aveva lavorato negli ultimi anni per dei prestanome che alla fine non pagarono i lavori. Erano affari di Mafia, quella stessa Mafia che gli offrì di rifarsi con il villaggio turistico sul mare e che tuo padre rifiutò.
GIACOMO Lo avevano incastrato.
MADRE Io avevo il dovere di proteggervi, avevate diritto al vostro futuro.
GIACOMO Hai accettato quel danaro.
MADRE Ogni mese arrivava una scatolina con dei soldi.
GIACOMO Hai comprato la vita di nostro padre ?
MADRE Ho comprato la vostra sicurezza.
GIACOMO Con la vita e la dignità di nostro padre !
MADRE Ti prego, non essere crudele con me, non lo merito.
GIACOMO Come è potuto succedere tutto questo. Io non capisco, mi sembra un incubo. Dimmi che mi sveglierò e tutto sarà finito ti prego.
MADRE Vorrei dirtelo, ma non è così.
GIACOMO Due volte, due volte è stato ucciso mio padre, te ne rendi conto ?
MADRE Non avevo scelta.
GIACOMO Sono confuso, non so cosa pensare.
MADRE Ti prego abbracciami.
Lungo silenzio. I due si guardano, la donna chiude gli occhi aspettando con ansia che il figlio le si avvicini. Giacomo guarda la porta, poi la donna. E’ confuso, non sa cosa fare. Infine raggiunge la donna e la stringe in un abbraccio. La donna si abbandona alle lacrime.
GIACOMO Adesso capisco la tua improvvisa durezza, custodivi un terribile segreto.
MADRE Rifarei lo stesso. Ho ucciso anche me stessa quel giorno, ma voi dovevate salvarvi.
GIACOMO E’ con quei soldi che ho studiato ?
MADRE Si.
GIACOMO Pensavo fossero nostri.
MADRE Importa poco, tuo padre li avrebbe spesi per voi.
GIACOMO Temi che Nello abbia saputo anche questo ?
MADRE Dobbiamo assolutamente scoprirlo.
GIACOMO E come ?
MADRE Non lo so.
GIACOMO Chi sapeva ?
MADRE Io e don Calogero. Io non ho mai parlato, ma di lui non so.
GIACOMO Lo avrà detto a qualcuno.
SCENA SETTIMA.
In quel momento la porte si apre di prepotenza. Entra Maria con il viso pallido. Dietro di lei c’è Nello. E’ sporco, strappato, e stringe nella mano la pistola. Il suo sguardo è vuoto. E’ sconvolto. Guarda il fratello e la madre che sono rimasti ammutoliti, poi da un’occhiata alla stanza preoccupato.
NELLO C’è qualcun altro in casa ?
MARIA No, nessuno.
MADRE Nello !
NELLO Sta zitta, abbassa la voce. Siamo soli ?
GIACOMO Solo noi.
NELLO Dov’è Stefano ? Non l’ho visto li fuori, se non è con loro è con voi.
GIACOMO Non è qui, è uscito per cercarti, fidati.
NELLO Guarda fisso negli occhi il fratello come per sottolineare le sue ultime parole. Quando sei arrivato ?
GIACOMO Da poco. Come stai ?
NELLO Non importa adesso. Devo scappare.
MARIA Cosa hai intenzione di fare ?
NELLO Mi servono dei contanti, molti, vi darò mie notizie non appena potrò.
MADRE Dove vuoi andare ?
NELLO Devo sparire dalla circolazione per un po’ di tempo.
MADRE Ti prenderanno.
NELLO Spero di no.
MARIA Tutta la zona è circondata, è già un miracolo che tu sia arrivato fino a qui.
NELLO Se mi è andata bene fino adesso mi andrà bene ancora.
MADRE Non arriverai lontano !
NELLO Vuoi tacere per Dio !
MADRE La pistola a cosa ti serve ?
NELLO Potrebbe essermi utile.
MADRE Se vuoi solo scappare dalla a me.
NELLO Maria, preparami un sacco con qualche cambio e da mangiare, non deve essere pesante.
MARIA Ascolta tua madre, posala quella pistola, a che ti serve ?
NELLO Per favore, non c’è tempo da perdere.
MADRE Tu da qui con quell’arma non esci.
NELLO Hai finito di darmi ordini tu sta zitta.
Maria si reca nell’altra stanza a preparare il sacco.
GIACOMO Perché non ti fermi a riflettere un po’.
NELLO Adesso devo scappare, non devo riflettere.
GIACOMO Non sanno che sei qui, non lo sapranno. Credono che sia la fuori, non lo penseranno mai.
NELLO Lo capiranno presto invece. Quando avranno visto dappertutto piomberanno in questa casa.
GIACOMO Sono venuto con la macchina, è pieno di posti di blocco, come farai a scappare ?
NELLO Per la montagna.
GIACOMO La stanno setacciando palmo a palmo.
NELLO La notte mi aiuterà. Ci sono percorsi che solo uno di qui conosce, non mi prenderanno.
GIACOMO Anche se ci riuscissi, poi cosa succederà ?
NELLO Non lo so non ho avuto il tempo di chiedermelo, per adesso corro, poi mi guarderò indietro.
GIACOMO A Roma potrei aiutarti.
NELLO A Roma... è troppo tardi, meglio dimenticarla Roma. Sarei dovuto venire con te una volta, fregarmene di tante stronzate, adesso sarebbe tutto diverso.
GIACOMO Può darsi, oppure io sarei dovuto rimanere al tuo fianco.
NELLO Sei pazzo, cosa dici ? Hai fatto bene, anzi, appena questa storia sarà finita ritorna li, e non venire mai più in questo inferno.
Maria rientra con un sacco pieno.
MARIA Signora, dove trovo da mangiare ?
MADRE In dispensa. La donna aiuta Maria.
NELLO E a te come vanno le cose lassù ?
GIACOMO Sei sicuro di voler portare quella pistola con te ?
NELLO Perché fate finta di niente ? Non mi cerca solo la polizia.
MADRE Tu sei un pazzo. Bella fine che ci fai fare, tutti diranno che avevano ragione i giornali. Dissero che c’era stato un regolamento di conti tra famiglie, che tuo padre era un mafioso..
NELLO Punta la pistola alla madre, reazione degli altri. Devi stare zitta, non sopporto la tua voce, e meno di tutto le cazzate che dici.
MADRE Cosa vuoi fare, uccidere anche tua madre ?
NELLO Dovrei farlo, avevo pensato di farlo venendo qui, anzi se proprio lo vuoi sapere ero venuto per questo, per vederti morire, per darti io stesso la morte, ma poi mi hai fatto pena.
GIACOMO Nello abbassa quell’arma.
NELLO Tu non c’entri Giacomo, resta fermo.
GIACOMO Sei stanco, stressato, non fare altre stronzate.
NELLO Quando saprai quello che so io sarai tu stesso a chiedermi di ucciderla.
GIACOMO So tutto.
NELLO No, non tutto.
GIACOMO So tutto, me lo ha detto lei stessa... abbassa quell’arma adesso.
MARIA Ascoltalo Nello ti prego.
NELLO Dovrei ucciderla vero Giacomo ?
GIACOMO Lei non ha colpa, nessuno ha colpa di quanto è avvenuto.
NELLO Perché, solo questo voglio sapere, perché ?
GIACOMO Voleva proteggerci, darci un futuro.
NELLO Un futuro ! Tu sei sempre in grado di dire cose intelligenti Giacomo, hai studiato, ma nemmeno a te riesce bene di difenderla. Perché sei venuto, hai sbagliato. Dovevi restartene dov’eri, cosa c’entri tu con noi.
GIACOMO Anch’io sapevo chi era l’assassino di nostro padre.
NELLO Cosa ?
GIACOMO Lo sapevo fin dall’inizio.
NELLO Papà si era confidato con te ?
GIACOMO No, lei me lo disse. Insieme decidemmo di tenerti all’oscuro di tutto. Pensammo che il tuo stato d’animo fosse troppo scosso in quel momento.
NELLO Abbassando l’arma. Troppo scosso ? Se fui il solo ad usare parole di perdono.
GIACOMO Era proprio il tuo atteggiamento remissivo a preoccuparci.
NELLO Sapevi tutto anche tu ?
GIACOMO Comprimesti la rabbia, ed ora è scoppiata.
NELLO Con tutta la tua intelligenza arrivasti anche tu a questa conclusione ?
GIACOMO Falla finita con la falsa ammirazione Nello. Ogni volta che mi fai un complimento mi sento come pugnalato alle spalle.
NELLO Ma che cazzo dici ?
GIACOMO Per una volta, dimmelo in faccia quello che pensi di me.
NELLO Dammi dei soldi se ne hai che è meglio. Devo andarmene.
GIACOMO Potremmo non avere altre occasioni per parlare.
NELLO Non mi uccideranno.
GIACOMO Mi sentirei meglio se provassi a perdonarmi, e la smettessi di odiarmi.
NELLO Non ho nulla da perdonarti. Forse avresti dovuto almeno tu dirmi tutto dall’inizio, ma cosa vuoi che ti dica, è andata così.
GIACOMO Dovevo restare al tuo fianco.
NELLO Per proteggermi ? Allora hai fatto bene ad andare. La nostra famiglia quando vuole proteggere non fa che peggio.
MADRE Io ho dei contanti di la.
NELLO Lasciali di la i tuoi contanti.
MADRE Quei soldi sono vostri, non ho mai speso una lire per me.
NELLO Brava, sei stata brava. Ora che io me ne vado, e Giacomo ritorna a Roma potrai goderteli alla faccia nostra. Hai fatto bene a conservarli, avrai una vecchiaia felice.
MADRE Non merito di essere trattata così.
NELLO Meritavi una pallottola in fronte, ma sei stata graziata.
MADRE Sei diventato peggio dei criminali di tuo padre.
NELLO Mi ci avete fatto diventare.
MADRE Come ?
NELLO Facendomi complice dell’assassinio di mio padre, insieme a voi.
GIACOMO Cosa avremo dovuto fare, la guerra ?
NELLO Lo sai questa terra perché non cambierà mai ? Perché ci sono solo mezzi uomini che la popolano. Tante chiacchiere, tanta voce sprecata, belle parole, bei concetti, e poi quando è il momento di mostrare le palle sono i migliori a trovare le scappatoie.
GIACOMO Io però non li ho mai perdonati.
NELLO Certo che no, non puoi perdonarti da solo, che valore ha.
GIACOMO Tu invece, l’eroe, abbiamo visto la tua guerra dove è finita. Cosa credi di aver risolto uccidendo ? Cosa avremmo dovuto fare eh ? Aspettare che ci uccidessero o fare prima di loro ? Questo è quello che avresti proposto ?
NELLO Avevamo diritto ad una vita migliore, quella che nostro padre vi aveva indicato.
GIACOMO Nostro padre era un idealista, lo vuoi capire o no ? Lo hanno fatto fuori proprio perché non si è reso conto del contesto in cui viveva !
NELLO Questo è quello che pensi di lui.
GIACOMO Si, se ci tieni a saperlo credo che ci abbia procurato più danni che altro quell’uomo. Ci ha insegnato delle leggi impraticabili, reso dei falliti.
NELLO Credeva che le cose possono essere cambiate, questo ci ha insegnato.
GIACOMO Hai visto come le ha cambiate le cose ? Non era meglio che scendesse dalle nuvole accettando la situazione per quella che era ? A quest’ora stavamo tutti intorno a quel tavolo a ridere e spassarcela te lo dici io !
NELLO Devo andare adesso.
GIACOMO Cosa avresti fatto, me lo dici cosa ?
NELLO Avrei soltanto cercato di convivere con la verità, questa sarebbe stata la mia rivoluzione. Non avrei fatto nessuna guerra a nessuno, e forse ci sarei riuscito davvero a perdonarli come volevo.
GIACOMO E queste non sono chiacchiere ?
NELLO Può darsi, non lo saprò mai.
Cala il silenzio. Maria si avvicina a Nello e lo abbraccia.
MARIA Nello, ti prego. Tutto si aggiusta.
NELLO Perdonami Maria. Ti amavo, volevo renderti felice. Qualunque cosa saprai di me sappi che solo te ho amato.
MARIA Possiamo ancora farcela.
NELLO Trovati un bravo ragazzo, cacciami dalla tua testa, non rinunciare alla felicità.
MARIA Perché non mi hai detto niente di quello che ti succedeva ?
NELLO Non lo sapevo neanch’io quello che mi succedeva.
MARIA Ti avrei ascoltato.
NELLO Non ero più lo stesso.
MARIA Avrei saputo aiutarti.
NELLO Perdonami, solo questo riesco a dirti adesso.
SCENA OTTAVA.
Entra in casa Giuseppe.
GIUSEPPE E’ stato ucciso don Calogero, lo avete saputo ? Si accorge di Nello. Nello ! ?
NELLO Entri e chiuda la porta.
GIUSEPPE Esegue spaventato. Come ci sei arrivato qui ?
NELLO E’ solo, c’è qualcuno che la segue ?
GIUSEPPE Nessuno.
NELLO Non ripeta il mio nome, potrebbero sentirla.
GIUSEPPE Cosa vuoi fare ?
NELLO Scappare.
GIUSEPPE Teso Sono felice che non ti abbiano fatto del male, adesso però stammi a sentire ragazzo, approfitta della fortuna che hai avuto e consegnati.
NELLO Ma che sta dicendo ?
GIUSEPPE Quelli sono armati fino ai denti, e se non bastassero loro sappi che ti sei scatenato addosso tutti i delinquenti della zona. Sei stato tu ?
NELLO Mi ha detto la verità Giuseppe, dovrei ringraziarla suppongo.
GIUSEPPE Ma che minchia hai combinato ?
NELLO Mi ha confessato tutto. Piangeva come un bambino. E’ strano come di fronte alla morte tutti diventiamo improvvisamente umili e disposti a concedere qualsiasi cosa. Come se la morte fosse un incidente di percorso.
GIUSEPPE Hai sbagliato tutto, non è quello che mi aspettavo da te ?
NELLO Cosa si aspettava dopo quello che mi ha detto, che capissi il perché ha sempre voluto che lasciassi in pace sua figlia ?
MARIA Tu sei stato ?
GIUSEPPE Ragazzo stai correndo troppo, datti una calmata.
NELLO Anche lei voleva proteggere sua figlia ?
GIUSEPPE Ma cos’hai capito. Io ho cercato di farti capire che le difficoltà c’erano, ed erano oggettive.
MARIA Di cosa stai parlando ?
GIUSEPPE Maria tu sta zitta e vieni subito qui.
Maria resta ferma, vicino a Nello.
NELLO Adesso può dirlo che con me Maria sarebbe in pericolo.
GIUSEPPE Io non ho mai creduto che tu fossi un delinquente !
NELLO Io no, ma sapeva che la mia cara madre aveva stretto un rapporto con la mafia, svendendo l’onore del marito morto. Era un argomento sufficiente per lasciar perdere l’idea di una vita serena.
MADRE Come faceva a saperlo ?
GIUSEPPE Signora suo figlio è fuori di testa, dice solo cazzate non lo ascolti.
NELLO Cosa la spaventa Giuseppe ? Perché non vuol far sapere come sono andate le cose ? Si vergogna di me o di lei ?
GIUSEPPE Senti adesso basta, non starò qui ad ascoltarti oltre, Maria ti ho detto di seguirmi subito, andiamo via.
MARIA Lo avevi pensato fin dal principio .
GIUSEPPE Non voglio ripeterlo.
MARIA Volevi tenere la situazione sotto controllo ecco perché gli hai dato anche un lavoro. Ora capisco il tuo atteggiamento.
GIACOMO Quale atteggiamento ?
MARIA Non faceva che screditare Nello ai miei occhi. Tutte le sere a casa raccontava che era un buono a nulla, e che uno così non lo voleva per me, ma non serviva a nulla. Per questo hai deciso di raccontargli quelle cose ?
GIUSEPPE Ma che state dicendo. Io ho provato a credere che fosse possibile, davvero ci ho provato. Ma avevo ragione, eccolo il tuo Nello, ce l’hai davanti l’uomo che volevi come marito.
MARIA Tu gli hai detto tutto, con quale diritto ?
GIUSEPPE Ti ho fatto un favore. Si, in questo tempo l’ho messo alla prova. Non ha retto, lo vedi con i tuoi occhi, la sete di vendetta lo ha accecato. Meglio adesso, prima che nulla poteva rimediare. Avrebbe coinvolto la nostra famiglia in questa storia sporca.
MADRE Non aveva il diritto di intromettersi.
GIUSEPPE Lei vuole farmi la morale ? Mi chiede come faccio a sapere quello che so ? Ma se tutti in paese sanno che prendeva soldi dall’assassino di suo marito ! Ancora mi sembra strano che suo figlio non lo sapesse.
MADRE Quello che è successo lo ha provocato lei.
GIUSEPPE Che coraggio ha ! non avrei voluto che la situazione arrivasse così in basso, ma di sicuro non sono stato io a provocarla.
MADRE Dovrebbe vergognarsi.
GIUSEPPE Lei dovrebbe farlo, non io. Conoscevo Francesco, era un brav’uomo e sarei stato onorato di unirmi al suo cognome, ma da quando è scomparso, in questa casa lei ha portato la vergogna, e l’ha portata sui suoi ragazzi.
GIACOMO Verme, verme schifoso.
GIUSEPPE Ti pentirai di quello che hai detto.
NELLO E come ?
GIUSEPPE A Nello. A te do un consiglio, svegliati, butta quell’arnese e consegnati a quelli la fuori. Hai ancora la possibilità di restare vivo, pensaci. Maria, ora basta con questa storia, ce ne andiamo.
MARIA No, te ne vai, io non ti seguo.
GIUSEPPE Va bene, allora mi seguirai con la forza.
Giuseppe tenta di portare via la figlia con la forza, ma interviene Nello. Ne segue una colluttazione. Il giovane infine colpisce l’uomo alla tempia con il calcio della pistola, facendolo cadere al suolo. Tutti restano ammutoliti. Maria si precipita sull’uomo per sentirne il battito.
MARIA E’ vivo.
GIACOMO A Nello. Non c’è tempo da perdere, devi andare via di qui alla svelta.
NELLO Si porta accanto a Maria. Perdonami Maria, perdonami.
GIACOMO Qui ci sono dei soldi, prendili, contattami in qualche modo, o fammi contattare da qualcuno perché possa raggiungerti.
NELLO C.s. Devo andare adesso. Bacia Maria sulla fronte.
GIACOMO Lo prende per le spalle. Promettimi che ti farai aiutare da me.
NELLO D’accordo.
GIACOMO Non ti abbandonerò, ovunque sarai conta sul mio aiuto. Sappi che ti raggiungerò in capo al mondo questa volta.
NELLO Avrò bisogno di te.
GIACOMO Bene. Ora vai.
Nello raccolte le cose sta per andare, ma torna sui suoi passi. Si dirige verso la madre e la guarda dritto negli occhi. Lei cerca di toccarlo, ma lui si ritrae.
MADRE Cerca di restare vivo.
NELLO Ce la farò.
MADRE Spero di poterti rivedere un giorno.
NELLO Succederà.
SCENA NONA.
In quel momento entra in casa un carabiniere in divisa. Tutti vengono colti di soprassalto. Il militare riconosce subito Nello e lo punta con l’arma.
CARABINIERE Fermo, fermo o sparo.
NELLO Impaurito ma calmo. Sto fermo, sto fermo.
CARABINEIRE Quell’uomo è morto ?
MARIA No, è soltanto ferito, non è successo niente.
CARABINIERE Bene. Dov’è il collega ?
GIACOMO Non c’è, è uscito dal terrazzo, c’è una via di fuga.
CARABINIERE Ascoltami Nello, io non voglio sparare, so che non sei un delinquente, e che vuoi uscirne anche tu da questa situazione.
NELLO Freddo. Si.
CARABINIERE Allora stammi ad ascoltare e tutto finirà prima che te lo aspetti.
NELLO C.s. Cosa devo fare.
CARABINIERE Posa quella pistola sul tavolo, lentamente, e poi va verso la parete e voltati.
NELLO Lo farò, lo farò.
CARABINIERE Bene. Lentamente, esegui lentamente.
V.F.C. Di Girolamo, tutto bene ?
La voce distrae il militare, Nello in uno scatto repentino lo punta e gli spara ad una spalla. Cadendo il militare spara e colpisce la madre di Nello che cade sul colpo al suolo. Urla di disperazione di Maria. Nello si precipita a raccogliere l’arma del militare poi va alla porta e spara alcuni colpi nel vuoto.
NELLO Via, andate via altrimenti lo ammazzo. Allontanatevi.
Nello rientra. Trema. Maria piange.
NELLO No, uscite, uscite tutti.
GIACOMO Calmati.
NELLO Fuori tutti ho detto, lasciatemi con mia madre.
CARABINIERE Usciamo presto.
MARIA Cosa vuoi fare ?
NELLO La prende violentemente per un braccio e la spintona. Ti ho detto di andare via, sparisci insieme agli altri.
CARABINIERE Sarà meglio ascoltarlo.
MARIA Ma non possiamo lasciarlo solo.
NELLO Sparisci, salvati.
Tutti si dirigono verso la porta. Giuseppe rinvenuto e aiutato dagli altri esce. Maria lancia un ultimo sguardo a Nello, incontra i suoi occhi, ma questi abbassa lo sguardo. Ultimo della fila è Giacomo che arrivato alla porta quando già tutti sono usciti, la serra restando dentro.
NELLO Che fai ?
GIACOMO Io resto.
NELLO No.
GIACOMO Non me ne vado, questa volta non ti lascio solo.
NELLO Fallo, per me non c’è scampo.
GIACOMO Dovrai uccidermi per mandarmi via.
Nello gli punta contro la pistola.
GIACOMO Spara, spara pure, è quello che merito da te.
Nello resta con il braccio teso per alcuni secondi, poi sconfitto abbassa l’arma.
GIACOMO Con me al tuo fianco hai una via d’uscita.
NELLO Quale ?
GIACOMO Faremo credere che sono tuo ostaggio. Chiederemo un’auto per andare via.
NELLO Ci spareranno addosso, vattene.
GIACOMO Non lo faranno, ti coprirò io.
NELLO Non può funzionare.
GIACOMO Funzionerà invece.
NELLO Va via ti prego !
GIACOMO Non abbiamo più nulla da perdere ormai, siamo rimasti soli. Resto con te, non ti abbandono.
NELLO E’ morta anche lei.
GIACOMO Se restiamo uniti, possiamo cavarcela.
NELLO Non volevo ucciderla davvero.
GIACOMO Nello abbiamo una via d’uscita !
NELLO Lo avresti mai detto Giacomo ?
V.F.C. Giacomo, veniamo a prenderti.
GIACOMO Si avvicina alla finestra, mentre Nello si lascia cadere in lacrime. No, non vi avvicinate, è armato, mi sparerà ha detto. Non vi avvicinate, provo io a farlo uscire.
NELLO Quella era nostra madre, ed io l’ho uccisa.
GIACOMO Torna in te Nello cazzo ! Non girarti indietro proprio adesso !
NELLO E’ tardi, è tutto finito.
GIACOMO Scapperemo noi due insieme, andremo lontano, ci ricostruiremo un vita vedrai.
NELLO E come ?
GIACOMO Io so dove teneva i soldi.
NELLO Non quei soldi !
GIACOMO Proprio quelli invece, ci hanno tolto tutto ci spetta qualcosa. Con quei soldi che ce la faremo.
NELLO Smettila.
GIACOMO Che ti succede, non hai più coraggio ?
NELLO E a te è arrivato solo adesso ?
GIACOMO Si adesso. Non tirarti indietro.
NELLO Io pagherò per tutto questo, tu non centri. Esci, va via.
GIACOMO Centro eccome ! Sarò con te fino alla fine, comunque vada.
NELLO Non voglio fare del male anche a te.
GIACOMO Comunque vada, questa volta non sei solo.
NELLO Credevo di poter essere felice, dimenticare quel giorno maledetto, avere una vita serena, onesta. Invece non ho mai smesso di odiare, di desiderare vendetta per la scomparsa di nostro padre. Sapere chi era stato ad ucciderlo e tutto il resto, è stato come soffiare sulla brace. Quando il Filosofo è caduto sotto il mio colpo ho capito che non era stato un caso, volevo ucciderlo.
GIACOMO Perché ?
NELLO Mi stava portando via l’unica possibilità di rifarmi una vita.
GIACOMO Quella ragazza ?
NELLO L’avrei convinta a venire con me, soffriva ed io sapevo come renderla felice.
GIACOMO Volevate fuggire insieme ?
NELLO L’avrei convinta.
GIACOMO Ascoltami Nello, ascoltami bene. Tu non volevi uccidere il Filosofo, è stato un incidente, capito, soltanto un incidente.
NELLO Io volevo ucciderlo, sono l’assassino di nostro padre.
GIACOMO Calmati adesso.
STEFANO VFC Giacomo, cosa succede la dentro ?
GIACOMO Ora devi collaborare, urla che vuoi una macchina per andare via, e che se non sarà qui in venti minuti tu mi sparerai, capito.
STEFANO VFC Giacomo !
GIACOMO Alla finestra. Stefano, fate quello che vi dirà...( A Nello) coraggio.
NELLO Una macchina, voglio una macchina per andare via di qui. Se provate a fare mosse false o a seguirmi, io, io ucciderò Giacomo.
STEFANO VFC Nello, basta adesso, fermati. Consegnati a noi, non ti faremo del male.
Giacomo prende una pistola e spara in alto fuori della finestra.
NELLO Ma cosa fai.
GIACOMO Ti porto via. Alla finestra. Fate quello che vi ha detto, presto, non perdete tempo o il prossimo colpo sarà per me.
NELLO Ti stai mettendo anche tu in pericolo.
GIACOMO Vedrai, avremo quella vita di cui parlavi prima.
NELLO Stai sbagliando Giacomo.
GIACOMO Forse è l’unica cosa buona che faccio in tutta la mia vita. Va nell’altra stanza.
NELLO Dove vai ?
GIACOMO Tieni d’occhio quelli di fuori, non perderli di vista.
Nello si inginocchia accanto al cadavere della madre, lo abbraccia, e comincia a piangere.
GIACOMO Rientra. Ha in mano un mucchio di soldi. Nello, non adesso.
NELLO E’ morta.
GIACOMO Non adesso, ora dobbiamo salvarci.
NELLO Bisogna seppellirla.
GIACOMO Non possiamo pensarci, lo faranno altri.
NELLO L’ho odiata sai ?
GIACOMO Giacomo alza con violenza Nello e lo prende a schiaffi. Se quelli entrano qui dentro è finita per te lo capisci ? Hai ucciso due persone, ferito un carabiniere e aggredito il padre di Maria. Non te la caverai.
NELLO Ho paura.
GIACOMO E’ troppo tardi per averne, ormai sei andato oltre, a questo punto non puoi fermarti. Non eri tu che volevi fuggire ?
NELLO Ho ucciso anche lei !
GIACOMO Non l’hai uccisa tu lei ! Adesso noi andiamo via di qui, che tu lo voglia o no.
NELLO Ma perché vuoi fare questo.
GIACOMO Perché credo di poterti salvare. Ho colpa anch’io per quello che ti è successo.
NELLO E i tuoi studi, la tua vita ?
GIACOMO Stronzate, era qui accanto a voi la mia vita, fin dall’inizio. Ho creduto che allontanandomi avrei potuto dimenticare.
NELLO Stai facendo di nuovo la stessa cosa.
GIACOMO No, questa volta è diverso. Ora tutto questo ha un prezzo e non posso far finta di non vederlo. Non devi pagarlo tu, appartiene anche a me.
NELLO E quei soldi ?
GIACOMO Sono nostri.
NELLO Perché ?
GIACOMO Sono l’unica possibilità che abbiamo di farcela. Ci spetta.
NELLO Dove andremo ?
GIACOMO Lontano.
NELLO Non sarà mai abbastanza lontano da tutto questo.
GIACOMO Lo sarà, lo sarà. Ci rifaremo una vita vedrai.
VOCI DA FUORI
·Dove va, si fermi.
·Si fermi, è impazzita !
·E’ armato, è pericoloso !
NELLO Cosa succede ?
GIACOMO Non riesco a capire.
NELLO Guarda dalla finestra. E’ Naile, sta correndo in questa direzione.
GIACOMO La seguono ?
NELLO No, è sola.
GIACOMO Cosa vuole ?
NELLO Non capisco. E’ entrata.
GIACOMO Potrebbe essere un trucco.
NELLO Spero di no.
Bussano alla porta, la voce di Naile concitata.
NAILE Apri Nello, apri questa porta.
I due fratelli tacciono.
NAILE Presto, apri !
SCENA DECIMA.
Giacomo fa segno a Nello di coprirlo e va ad aprire la porta, mente Nello punta l’arma. Entra Naile, non sembra impressionata dalla scena, ma resta lo stesso sull’uscio. Giacomo e Nello sono molto agitati. Giacomo nasconde la pistola dietro la schiena. Naile avanza silenziosa, poi viene bloccata da Nello
NELLO Chi c’è con te ?
NAILE Nessuno.
NELLO Non mentire, chi ti segue ?
NAILE Vengo sola.
GIACOMO Dice la verità.
NELLO Come lo sai ?
GIACOMO Non avrebbero rischiato così.
NELLO Chiudi quella porta. Naile esegue. Perché sei venuta, cosa vuoi ?
NAILE Volevo essere certa di una cosa ?
NELLO Parla.
NAILE Che tu sapessi che sono stata io a denunciarti.
NELLO Lo avevo intuito.
NAILE Adesso lo sai con certezza.
NELLO Bene, puoi andare.
NAILE Non ti sorprende ?
NELLO Vuoi che ti dica che sei stata brava ?
NAILE Non vuoi neanche sapere perché l’ho fatto ?
NELLO Meglio io che te, hai pensato bene, niente di diverso da quello che avrebbero fatto tutti. Il morto l’ho fatto io e non tu, era assurdo che pagassi per qualcosa che non ti riguardava.
NAILE Non è andata così.
NELLO Non mi interessa come è andata.
NAILE No, non mi toglierai l’opportunità di dirtelo in faccia, sono qui per questo.
NELLO Non ho tempo da perdere, tra poco mi porteranno una macchina ed andrò via.
NAILE Non ti lascerò andare prima di avermi ascoltata.
NELLO Giacomo, cosa succede la fuori ?
GIACOMO C’è un gran movimento, sembrano nervosi.
NELLO Forse è il caso di ribadire il concetto. Si porta alla finestra. Non ho intenzione di aspettare oltre, voglio questa macchina subito.
STEFANO VFC Sta arrivando, stai calmo Nello, faremo quello che hai detto.
NELLO Non provate a fare i furbi, sarà peggio.
NAILE Complimenti, hai imparato presto vedo.
NELLO Sei ancora qui ? Togliti dalle palle.
NAILE Fino a ieri volevi andare via con me, adesso mi devo togliere dalle palle !
NELLO Ti ho già detto che non ho intenzione di ascoltarti.
NAILE Mi fai pena ! Avevo ragione sul tuo conto. Volevi scappare, ma i tuoi fantasmi ti hanno raggiunto.
NELLO Sta zitta !
NAILE Volevi che ti seguissi nel tuo delirio ? Dicevi che mi avresti aiutato a seppellire i miei morti, come ? Facendone degli altri.
NELLO Sei una povera cretina questo è il tuo problema, altrimenti non avresti rifiutato quello che ti offrivo. Un’altra stracciona come te si sarebbe buttata a capofitto, ma tu... non puoi capire. Torna dove cazzo ti pare, torna nella merda dalla quale vieni, anzi annegaci nella tua merda !
NAILE Preferisco annegare in quella piuttosto che nella tua.
NELLO Si avvicina a lei minaccioso. Cosa cazzo sai tu di me eh ?
NAILE So di tuo padre.
NELLO Non ha nulla a che vedere con i tuoi morti, non ti da il diritto di dire stronzate.
NAILE Ti sbagli invece. I miei morti sono stati uccisi dalla stessa ragione che ha ucciso tuo padre, la stessa ragione che ha armato la tua mano, la vendetta.
NELLO Ma che dici, ma che parli ?
NAILE Non mi spaventi ? Non è la prima volta che sono minacciata con un’arma, morire per me è il minimo dopo quello che ho subito. Ricominciare mi spaventa di più, ma ho deciso.
NELLO La tua guerra non centra nulla con la mia.
NAILE Ogni guerra ci appartiene, non esiste una guerra mia o tua finché saranno uomini a farla. Le ragioni che spingono un uomo ad ammazzare un altro uomo riguardano tutti. Tu adesso sei come quelli che hanno ucciso nella mia terra, ecco cosa volevo dirti. Ci tenevo affinché lo sapessi, e ci tenevo a dirtelo in faccia che sei un criminale, della peggiore specie.
NELLO Stai esagerando.
NAILE Io sto esagerando ? Ti rendi conto di quello che hai fatto ? L’odio che ha ucciso la mia gente è lo stesso che hai dentro adesso. Combatti la stessa guerra, e sei dalla parte dei carnefici. Tu hai detto che quelli sono criminali, ebbene guardati e dimmi se non gli assomigli.
NELLO Se vai via adesso sei fortunata.
NAILE Non mi farai nulla.
NELLO Perché ?
NAILE Perché sei un vigliacco. Tutto quello che puoi farmi è togliermi la vita.
NELLO Se ci tieni ancora un po’ va via.
NAILE Ho fatto bene a denunciarti, all’inizio non volevo, ma poi è stata una mia precisa volontà.
NELLO Perché ?
NAILE Perché hai bisogno di aiuto, dovevo fermarti, ma non ci sono riuscita.
NELLO E che fai, perdoni gli assassini di tuo padre, e a me no ?
NAILE Non porto rancore contro di te, è rabbia la mia, passerà. Quello che non capisco è perché ci sei caduto. La vendetta è una trappola, una spirale. Dopo la morte trovi solo morte, ma se hai il coraggio di fermare la catena, trovi il valore vero delle cose, la vita. Ma la catena è difficile da spezzare, ci vuole coraggio, quello che tu non hai avuto.
NELLO Lascia passare un po’ di tempo, poi vedremo se il dolore non ti consumerà. Anch’io dicevo belle parole quando hanno ammazzato mio padre, allora si che ero un vigliacco. Mi nascondevo per codardia, e non dicevo l’unica parola saggia da dire, vendetta ! Dovevo urlare il mio dolore non soffocarlo. Forse non sarei arrivato a questo. C’è una differenza tra me e gli assassini della tua terra, loro hanno deciso di uccidere, io no. Sono diventato il criminale che dici, non lo ero. Ti consiglio una cosa, urlalo il dolore che hai dentro, non si può parlare d’amore quando questo è stato generato dall’odio. Non credere sia amore, te ne accorgerai presto.
NAILE Non succederà, mi ricorderò di te, della tua disperazione.
NELLO Sei un’ipocrita. Hai un figlio, lo so.
NAILE Come lo sai ?
NELLO Il filosofo me lo disse, perché mi hai mentito ?
NAILE Non ti ho mentito, volevo solo che non lo sapessi.
NELLO Perché ?
NAILE Non lo so.
NELLO Avresti dovuto vergognarti di te, non di lui.
NAILE Non per vergogna.
NELLO Quando è nato ?
NAILE Due mesi fa. E’ venuto al mondo non perché io l’ho deciso, non mi appartiene.
NELLO Dov’è ?
NAILE Al campo, cresce con l’altro bambino. Avrà assistenza, non sarà abbandonato.
NELLO Non lo crescerai tu .
NAILE Non è mio figlio.
NELLO Lo è, certo che lo è !
NAILE Sono stata violentata.
NELLO E lui che colpa ne ha ?
NAILE Ed io ?
NELLO Dunque è questo l’amore di cui parli, adesso mi è tutto più chiaro.
NAILE Sai anche chi è l’uomo che mi ha stuprata ?
NELLO Importa ?
NAILE Si. E’ lo stesso uomo che ha violentato mia madre. Io e lei abbiamo messo al mondo due figli dello stesso padre.
NELLO Per questo hai deciso di vendicarti su di lui ?
NAILE No, non per questo.
NELLO E allora perché me lo dici ?
NAILE Se non riesco a provare amore per lui è anche per questo.
NELLO Vieni qui a farmi la morale sull’amore e sulla vendetta, e poi tu stessa non ne sei all’altezza. Per quel bambino un giorno non serviranno tante spiegazioni, lui avrà chiara una cosa nella testa, che la donna che lo ha messo al mondo lo ha rifiutato.
NAILE Non sarà così.
NELLO Perché ?
NAILE Non saprà mai la verità. Mia madre lo crescerà come fosse il suo, sarà mio fratello.
NELLO La verità la saprai tu.
NAILE Questo non importa. Io sono stata strappata alla mia vita, ora voglio tornarci, voglio riprenderla costi quel che costi. So che non sarà facile, e so anche che non ripartirò da dove ero rimasta, ma userò tutte le mie forze per cancellare quello che è successo.
NELLO Ed hai cominciato con il cancellare tuo figlio.
NAILE Non è, mio figlio.
Pausa.
GIACOMO Li fuori si muove qualcosa, vedo arrivare una macchina.
NELLO Bene, ci muoviamo.
NAILE Aspetta...
NELLO Cos’altro ancora ?
NAILE Sono venuta anche per un’altra cosa.
NELLO Non abbiamo più nulla da dirci.
NAILE Io ti imploro di fermarti, consegnati a quelli la fuori.
NELLO Giacomo, si parte.
NAILE Lo sai anche tu che non andrai lontano.
NELLO Questo lo vedremo.
NAILE E la vita di tuo fratello, anche quella ti appartiene ?
NELLO Giacomo... mi accompagnerà fino a quando sarò al sicuro.
NAILE La fuori dicono che se non ti prenderanno loro, sarà la mafia a trovarti.
GIACOMO Siamo armati, ci difenderemo.
NAILE Due pistole e i pochi proiettili che vi restano ?
GIACOMO Ce la caveremo.
NAILE Non farlo Nello, stai andando incontro alla morte, e ci porti anche tuo fratello.
GIACOMO Adesso basta con le chiacchiere.
NAILE Stai uccidendo anche lui, lo devi sapere questo.
NELLO Perché la prendi così a cuore ? Sono un criminale, lo hai detto!
NAILE Non farti uccidere, non farlo.
GIACOMO Nello si rifarà una vita da un’altra parte, ne ha il diritto.
NAILE Lo sapete benissimo che non sarà mai possibile.
GIACOMO Ora basta, non serve aspettare oltre Nello, dobbiamo andare.
NAILE Non dimenticherai mai quello che hai fatto.
GIACOMO Uscirò prima io e ti coprirò alzando le braccia. Tu stammi dietro con la pistola puntata dietro la schiena. Li ci metto anche questa così l’avrai vicina per qualsiasi pericolo. Mi metterò al volante e scapperemo via.
NAILE Siete pazzi se pensate che possa riuscire. Dammi quella pistola Nello.
GIACOMO Andiamo...
NELLO Aspetta.
GIACOMO Dobbiamo andare, il buio sta calando.
NELLO Ti ho detto aspetta...
GIACOMO Cosa vuoi aspettare ancora ?
NAILE La pistola Nello, dammela, non fare altre sciocchezze.
GIACOMO Non ascoltarla.
NELLO Potrebbe avere ragione.
GIACOMO Ce la faremo, non darle retta, non fidarti di lei.
NAILE Giacomo, perché volete buttare via tutto. Affrontate la realtà, almeno adesso fatelo. Non sarà facile quello che vi aspetta, ma è l’unica via d’uscita che avete.
GIACOMO Sta zitta, noi andremo via di qui.
NELLO Voglio una promessa da te Naile.
NAILE Cosa ?
NELLO Facciamo una specie di patto.
NAILE Che genere di patto ?
NELLO Ti do la pistola, mi fermo qui, e tu crescerai il tuo bambino, come tuo figlio.
GIACOMO Cosa, ti è dato di volta il cervello ?
NAILE Che senso ha questo patto ?
NELLO Nessun senso, però ti ascolterò se lo accetterai.
NAILE Non puoi chiedermelo, non questo.
NELLO Io accetto di consegnarmi, ma tu dovrai darmene una buona ragione. Accudisci quel bambino.
NAILE Non ti basta salvare la tua vita e quella di tuo fratello ?
NELLO La morte per me è una via d’uscita, in quanto a Giacomo, la sua coscienza lo morde tanto da non farlo ragionare, ormai verrebbe nel fuoco con me.
NAILE Cosa centro io ?
NELLO Tu non sei scappata con me e lo comprendo, dammi adesso la possibilità di salvarmi.
NAILE La tua richiesta non ha nessun senso.
NELLO Se il mio gesto sarà servito a quel bambino, saprò di aver fatto la cosa giusta.
Lunga pausa.
NAILE D’accordo.
NELLO Lo farai ?
NAILE Lo farò.
GIACOMO Non farti fregare Nello !
NELLO No Giacomo, la nostra corsa finisce qua.
Nello allunga la pistola a Naile.
GIACOMO Stai buttando tutto all’aria.
Naile raggiunge l’arma e la prende. Pochi istanti e piomba in casa dalla porta Stefano, con l’arma puntata contro Nello.
STEFANO Ora stai calmo, non ti muovere, non fare un passo.
NELLO Ma cosa succede ?
STEFANO Bene Naile, va fuori.
NELLO Eravate d’accordo.
STEFANO Non ha importanza adesso. Non ti muovere Nello, non costringermi a fare quello che non voglio.
NELLO Eri d’accordo con lui.
STEFANO Giacomo, porta via la ragazza, presto... uscite fuori vi ho detto !
GIACOMO Punta l’arma contro Stefano. Abbassa quell’arma Stefano.
STEFANO Ma cosa minchia fai ?
GIACOMO Abbassa quell’arma ti ho detto.
STEFANO Giacomo non scherzare, vai fuori tu e la ragazza.
GIACOMO Io uscirò fuori di qui con mio fratello.
STEFANO Non fare stronzate.
GIACOMO Noi andiamo via di qui, non ci fermerai. Se mi costringerai a farlo ti ucciderò.
STEFANO Naile, aiutami.
Tutti sono molto tesi, interminabili istanti di attesa, infine Naile punta Nello e gli spara, Giacomo per reazione spara Naile e la uccide. La luce cala lentamente mentre Giacomo e Stefano abbassano le armi.
FINE
Fortunato Cerlino
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Fortunato Cerlino