L’amante del ragioniere

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3 atti brillantissimi

di  Bianca Crippa Simonetti

Personaggi:

Ilario Roveda, ragioniere

Silvia, sua moglie

Rosa, portinaia

Epifanio, suo marito (brianzolo)

Edwige Makallè, cantante

Concettina, la bella terroncina

Elisabetta, sua figlia (5 anni)


ATTO PRIMO

La scena è un tinello ben arredato. In anticamera si intravede un portabiti con specchio. Importante: ben visibile in scena la porta che dà in camera da letto. Op­pure: un muretto con fioriera delimita l'anticamera e la zona notte nella quale sarà ben visibile la porta. (Silvia sta preparando una valigia, Ilario assiste. Si in­dovina fra i due un certo imbarazzo. Dopo un certo si­lenzio i due si rivolgono la parola contemporaneamente).

Silvia            Ilario!

Ilario            Silvia! (i due ammutoliscono di nuovo imbaraz­zati finché la moglie riesce a rompere il silenzio).

Silvia            Ilario, i tuoi pantaloni grigi, quelli di vigogna che hai appena comprato, avevano diverse macchie...

Ilario            (asciutto) Ai pantaloni, a volte capita...

Silvia            Non sono riuscita a smacchiarli.

Ilario            Non li avrai buttati spero!

Silvia            Li ho portati in tintoria, saranno pronti la pros­sima settimana.

Ilario            (fa un cenno affermativo col capo).

Silvia            Le tue pastiglie sono lì, al solito posto...

Ilario            (c.s.).

Silvia            Questo mese arriverà la bolletta del telefono...

Ilario            ...E come al solito, sarà piuttosto salata...

Silvia            (con dispetto) Se è vero che il telefono lo usavo solo io, questa sarà l'ultima volta che pagherai la bol­letta salata!

Ilario            Già!... (di nuovo un silenzio imbarazzante).

Silvia            (accenna un vassoio sulla credenza sul quale ci saranno: un pollo arrosto in foglio d'alluminio, un panino, formaggio, una torta fatta in casa, una mela o un'arancia e una bottiglia di vino) Ti ho preparato il pranzo.

Ilario            E io da solo dovrei mangiare tutta quella roba?

Silvia            Veramente avrei voluto consumare l'ultimo no­stro pranzo insieme ma, purtroppo, devo sbrigare pa­recchie commissioni e rientrerò piuttosto tardi... mi dispiace per te.

Ilario            Pazienza.

Silvia            (Che avrà terminato di fare la valigia) Ecco fatto, stasera passerò a prenderla e ti lascerò le chiavi (si guarda intorno sospirando). Tutto è finito... il grande amore... due cuori e una capanna... dopo soli quattro anni di matrimonio ci lasciamo da buoni amici.

Ilario            Non io... TU... Felicemente sposata... fortunata­mente senza figli, lasci il marito per inseguire una fan­tomatica felicità che ti viene offerta da un danaroso commendatore.

Silvia            La felicità che cerco è vera, lo sento.

Ilario            Il suo fascino ti ha stregata.

Silvia            Lo ammetto, mi ha conquistata... (vedendo lo sguardo ironico di lui) Non ci credi?

Ilario            Oh! si ti credo!... solo non riesco a capire cosa ti è piaciuto particolarmente... È basso... tarchiato, sulla cinquantina, naso rosso... pancia...

Silvia            (offesa) Ilario, come sei meschino! Io queste co­se non le vedo nemmeno!

Ilario            Nemmeno la pelata vedi? Una zucca lucida che sembra un...

Silvia            Testa d'asino non si pela!

Ilario            Storie, io per esempio non sono pelato ma non per questo sono un asino.

Silvia            Tu sei un fossile. Solo un uomo come te lasce­rebbe andar via la moglie senza far nulla per tratte­nerla!

Ilario            (amaro) Le nostre precedenti scenate sono forse servite a qualcosa?

Silvia            Il guaio è che non siamo fatti l'uno per l'altra... Io allegra, spensierata, piena di voglia di vivere... Tu posato, metodico, barboso; sempre alle prese con un mare di preoccupazioni...

Ilario            Il vero è che tu, dopo quattro anni di matrimo­nio sei ancora terribilmente bambina. Allevata nella bambagia hai pure trovato un marito che ti ha sem­pre salvata dalle situazioni più scabrose... di ogni ge­nere. Ora è la volta del commendatore. Ho fatto di tutto perché nessuno venisse a sapere sperando che la cotta passasse. Soffrivo, ma averti mi bastava. È sempre stato così... E forse è proprio questo il mio grande sbaglio.

Silvia            Certo, avresti dovuto...

Ilario            (perdendo la calma) ...lasciarti andare alla deri­va!... Infischiarmene una buona volta di ciò che dice la gente e lasciarti sbattere la testa almeno una volta. Ma forse questa è proprio la volta buona. Vuoi an­dartene?... Vedremo!

Silvia            Stasera mi vedrai uscire da quella porta con due valige dopo averti consegnate le chiavi.

Ilario            Pensaci bene perché non ti assicuro che riuscirai a farlo. Cercherò di impedirtelo in tutti i modi... do­vessi ucciderti!

Silvia            Come se non ti conoscessi!... Uccidermi, tu!... Non ne avresti mai il coraggio... E poi, ci pensi che scandalo?... Verresti subito scoperto e portato in pri­gione... Tu, il RAGIONIERE!... te li immagini i vi­cini!... Mi fai proprio ridere!

Ilario            Ride bene chi ride ultimo.

Silvia            No, a te fa più comodo raccontare che sono an­data da mia madre a curarmi il fegato, o che altro in­venterai... Poi, quando si saprà, i vicini si saranno ormai abituati a non vedermi e se ne parlerà molto meno. Tu continuerai la tua vita... da scapolo. La portinaia continuerà a farti le pulizie...

Ilario            (ribellandosi) La portinaia sarà la prima perso­na che non metterà più piede in casa mia.

Silvia            (ironica) Continuerà tranquillamente il suo la­voro. Ti laverà i pavimenti, la vasca da bagno... e ti farà pure comodo.

Ilario            D'ora in avanti sarà diverso e tu sarai la prima ad accorgertene se farai di testa tua!

Silvia            Non appena me ne accorgerò...

Ilario            ...Sarà troppo tardi per ripensarci. Ricordati di queste mie parole: hai una giornata intera per riflet­tere.

Silvia            È inutile, non posso più vivere in questa casa così opprimente... Sono nata per ben altro io... Voglio andarmene col commendatore!

Ilario            Silvia, io sono tuo marito, di me sai tutto... Ma, il commendatore, che ne sai della sua vita privata?... L'hai appena conosciuto.

Silvia            So già tutto di lui e non mi serve altro.

Ilario            Ne sei proprio sicura?

Silvia            Sicurissima.

Ilario            Davvero non ti serve sapere che...

Silvia            Non voglio sentire altri pettegolezzi che riguar­dano il suo passato.

Ilario            ...Che è legato ad una ballerina, una certa Makallé, per la quale ha abbandonato la moglie?

Silvia            Come sei male informato!... Prima di tutto è stata la moglie che lo ha abbandonato... poi, ha avu­to un... flirt con una cantante, Edwige Makallé, che ora è in giro per il mondo con la sua compagnia di riviste.

Ilario            Insomma, anche la Makallé lo ha piantato in as­so!... Guarda che se tutte lo piantano così un mo­tivo ci sarà: non credi?

Silvia            Loro miravano al suo denaro ignorando i sen­timenti. Io dal commendatore voglio soprattutto ciò che non ho mai avuto da te!

Ilario            La pelliccia di visone!

Silvia            (toccata sul vivo) Screanzato!

Ilario            ...Un panfilo... e la luna!... Soprattutto la luna!

Silvia            (in un impeto di rabbia) Non voglio più discu­tere, ormai è tutto deciso, il nostro matrimonio è miseramente fallito.

Ilario            Non ancora... pensaci bene...

Silvia            Fallito, fallito!... Ed ora, col commendatore mi rifarò una vita.

Ilario            Se torna la Makallé e ti trova in casa sua... do­vrai rifarti le valige e allora sarò io che riderò!

Silvia            La Makallé non mi fa paura, ha preferito la via dell'arte e il commendatore l'ha subito dimenticata, lui stesso me lo ha assicurato ed io ho una grande fede nelle sue parole.

Ilario            E io, tuo marito, non conto proprio più niente?

Silvia            Non ti amo più: voglio provare a cambiare... Ora è facile, c'è il divorzio, è inutile continuare così.

Ilario            Silvia pensaci bene prima di fare questo passo, sono pronto a perdonarti tutto, riprenderti con me... Ti amo lo sai.

Silvia            (è ormai pronta per uscire) Ti passerà presto, vedrai. Quando non mi vedrai più ti sarà più facile. Addio... (si avvia) Se stasera non ti trovo in casa mi prendo le valige e lascio le chiavi in portineria.

Ilario            Silvia, hai una giornata intera per pensarci... sei ancora in tempo... io voglio sperare.

Silvia            Non farti illusioni... dimenticami... addio (esce).

Ilario (solo) Silvia, no... No... No... (ha un attimo di smarrimento ma subito si riprende e assume un'aria cinica) E va bene, il fossile diventa un giaguaro... È lei che lo vuole... Venga pure lo scandalo, la galera... Se vuole fare di testa sua questa volta la paga per tutte. O mia così com'è o di nessuno... (prende una cassetta di medicinali che sarà bene in evidenza sulla scena e la depone sul tavolo) Cos'ha più di me il com­mendatore?... Gli anni!... E i soldi... e quando sono tanti fanno sembrare bella anche una zucca pelata e un pomodoro al posto del naso! (Si sbottona la cra­vatta e i polsini rimanendo alquanto in disordine; si infila un paio di guanti che saranno nella cassetta e ne leva alcune boccette leggendo man mano il nome sulle etichette) Valium... questo no... Etere... nemmeno... Cianuro... eccone uno (lo mette da parte) Collutorio... Estrept... mah... Arsenico, benissimo! (lo mette col cianuro)... formalina, lisoformio, curaro... Urea, questa sì che ci voleva: qui c'è da avvelenare l'intero palazzo compresa la portinaia. C'è pure una siringa, non è sterilizzata ma fa lo stesso. Allora pro­cediamo. (rimette le altre boccette nella cassetta e si appresta a mischiare i veleni in una boccetta vuota) Piuttosto che lasciarla andar via io l'avveleno, sì l'av­veleno!... Da quella porta non uscirà mai con le sue valige, parola mia. Oggi sono solo e ho un'intera gior­nata per preparare tutto a puntino, tutto per bene... con calma... e tranquillità... (campanello) Chi è?

Rosa             (da fuori) Sono io, la portinaia.

Ilario            (rimette tutto nella cassetta e si precipita in ca­mera da letto) Un momento signora Rosa, un mo­mento! (esce e ritorna trovandovi la signora Rosa) Si può sapere da dove è entrata?

Rosa             Dalla porta, era aperta!

Ilario            Già, non l'ho chiusa.

Rosa             (lo squadra sospettosa) È arrivata la bolletta del telefono.

Ilario            (prende la bolletta, è molto nervoso) Va bene, la ringrazio. Mi scusi, ma ho da fare.

Rosa             (confidenziale) C'è stato l'aumento, che stangata!

Ilario            Sì va bene, la ringrazio, ma ho molto da fare. Veramente.

Rosa             Non la guarda?

Ilario            Gliel'ho detto, non ho tempo, devo fare un la­voro urgente e non ho tempo da perdere... Mi scusi... (tenta di accompagnarla alla porta).

Rosa             Posso darle una mano io se vuole, se sono ca­pace, si intende.

Ilario            No, no, faccio da solo.

Rosa             Non crede che in due si faccia più presto?

Ilario            Le ho già detto di no, è un lavoro che devo svolgere da solo!

Rosa             Non faccia complimenti.

Ilario            Assolutamente... anzi, vorrei pregarla di lasciarmi in pace per oggi... devo fare un lavoro di una certa urgenza e di un certo impegno.

Rosa             Ma senz'altro, signor Ilario, lei faccia il suo lavoro che io intanto spolvero di qua.

Ilario            Le ho detto di no... oggi qui non si può spolverare!

Rosa             Ah! se deve lavorare qui, allora spolvero in camera da letto (si avvia decisa).

Ilario            (La ferma prontamente) Signora Rosa, oggi non si spolvera un bel niente!

Rosa             (rimane a guardarlo stupita) Eh?

Ilario            (controllandosi) Sì, gliel'ho detto, devo restare solo perché devo svolgere... insomma... ho un lavoretto da sbrigare.

Rosa             (sempre più meravigliata) Lì dentro?

Ilario            Sì, lì dentro!

Rosa             (guarda Ilario perplessa che tenta di accompagnarla alla porta) Ma cos'è sto lavoretto così importante che deve fare... in camera da letto...

Ilario            Signora...

Rosa             ...e per fare quel lavoretto occorre sbottonarsi così la camicia e i polsini?

Ilario            (irritato) Cosa c'entra la camicia e i polsini, scusi?... Uno non può sbottonarsi la camicia nella propria casa?

Rosa             Uno sì... ma non lei!... Un signore distinto e signorile come lei... in casa... con la camicia sbottonata... la porta aperta... e deve fare un lavoretto in camera da letto... mah!

Ilario            (deciso) Stia tranquilla che ora la porta la chiudo a chiave!

Rosa             Cos'è che sta facendo di là?

Ilario            Nulla che la riguardi!

Rosa             Sua moglie è andata in ufficio, anche oggi che è sabato, vero?

Ilario            Esatto.

Rosa             Invece lei, al sabato è di riposo!

Ilario            Esatto anche questo.

Rosa             (facendogli l'occhiolino) Chi c'è di là?

Ilario            (severo) Signora Rosa, le proibisco... (sbottan­do) Insomma non ha ancora capito che ho da fare e voglio essere lasciato in pace!

Rosa             Eh, ho capito, me ne vado!... Tanto, prima o poi la portinaia viene a sapere tutto (finalmente si avvia).

Ilario            ...e si ricordi che non ci sono per nessuno!

Rosa             Nemmeno se viene a cercarla l'Arcivescovo?

Ilario            Nemmeno!

Rosa             Va bene, sarà fatto (esce).

Ilario            (chiude la porta a chiave con un sospiro di sol­lievo) Oh!... Che intrigante rompiscatole!... (riprende la cassetta che aveva portato in camera da letto) ri­prendiamo l’operazione interrotta... (introduce col contagocce i vari veleni nella boccetta vuota) Curaro... dieci gocce... meglio venti. Arsenico... trenta gocce... là. Cianuro... Questo ce lo metto tutto. Que­sta miscela ti stenderebbe un toro in dieci secondi... Ora occorre studiare il modo di somministrarlo... nel wisky. È il suo liquore preferito, scommetto, che se le pianto qui la bottiglia sotto il naso, quando rien­tra non resiste alla tentazione di berne un goccio... (prende dal mobile bar una bottiglia di wisky e con la siringa introduce un po' di veleno) E se non aves­se voglia di bere alcool?... (si guarda in giro) La tor­ta!... L'ha fatta lei, non sarà difficile convincerla ad assaggiarne una fetta... (sempre con la siringa avve­lena la torta) E se non avesse voglia di mangiare ro­ba dolce?... Mangiare!... ma certo... quando torna la convinco a fare uno spuntino prima di partire!... (porta sul tavolo il vassoio e in ogni vivanda intro­duce una siringa di veleno) Il pollo, il formaggio... la mela... la banana... l'arancia... il pane e anche il rosatello... Ora mettiamo tutto bene in vista... (ap­parecchia la tavola con due piatti poi osserva soddi­sfatto) Come entra da quella porta si firma la sua con­danna a morte! Vedrà il pollo, la torta, il formaggio, l'wisky... di qui non si scappa!... e così... glielo dò io il commendatore a quella là! (campanello) Chi è?

Rosa             Sono io, la portinaia, c'è una lettera urgente...

Ilario            (nasconde nella cassetta i flaconi e la siringa) Non posso aprire... ho da fare... La metta nella cas­setta, no?

Rosa             Non posso, la deve leggere subito e mi deve dare la risposta!

Ilario            (sbuffando, dopo aver rimesso a posto la cas­setta dei medicinali apre la porta) E solo per una let­tera viene di nuovo a rompermi le scatole?... Cosa le avevo detto... non ci sono nemmeno per l'Arcive­scovo!

Rosa             (entra, depone la scopa) Ma questa è più impor­tante... è di S. Antonio!

Ilario            (trattenendosi a stento) Signora Rosa, come glie­lo devo dire? Non voglio essere disturbatooooo!

Rosa             (per nulla smontata) Nemmeno per S. Antonio?... Guardi almeno da dove viene... cosa dice... la legga... (gli allunga la lettera).

Ilario            (si arrende sbuffando) Poi mi lascerà in pace?

Rosa             Glielo prometto... apra... legga.

Ilario            (legge dapprima sottovoce poi...) se vuole la sua fortuna scriva a sette persone di sua conoscenza... Ma è la catena di S. Antonio!

Rosa             E una cosa santa!

Ilario            È un imbroglio!

Rosa             (offesa) Guardi, per sua norma e regola, che S. Antonio non ha mai imbrogliato nessuno! Io sono molto devota di S. Antonio... perché... perdo sempre qualcosa, e lui mi fa sempre ritrovare tutto quello che perdo!

Ilario            (ironico) Davvero?... Allora uno che perde la moglie... va da lui e la ritrova!

Rosa             (informatissima) Per queste faccende è più indi­cato S. Michele, altro grande Santo mio protettore... Però, devo dire che S. Antonio è più potente... Guar­di, la scorsa settimana ho perso le chiavi della can­tina... mi sono rivolta a S. Antonio, con sole nove Gloria, le ho ritrovate!

Ilario            Perché, S. Michele ne vuole di più?

Rosa             Oh, a volte anche tredici, e se non si trova oc­corre accendere un cero.

Ilario            (divertito suo malgrado) Ma guarda... e perché questa diversità... nelle parcelle?

Rosa             Mistero celeste, ragioniere, io non indago, io credo! (mentre parla si avvicina alla porta della ca­mera da letto e cerca di sbirciare) Sono due grandi Santi!... Tutti e due... Che Santi... Che Santi!...

Ilario            Sempre a curiosare dappertutto!

Rosa             Oh, per quello che me ne importa... Io non sono per niente curiosa... avrò molti altri difetti... ma quando una cosa non mi riguarda...

Ilario            ...La vuole sapere ugualmente!

Rosa             Perché nonvuole che guardi in camera da let­to?

Ilario            Così... c'è un po' di disordine.

Rosa             (capisce a modo suo) A sì, eh? C'è un po' di di­sordine?... (scandalizzata) Si raccomandi a S. Antonio e a S. Michele! Lei ha bisogno di tutte e due!

Ilario            Potrei sapere di che cosa mi sospetta?

Rosa             Ah, sig. Ilario, potrei essere sua madre e pertanto mi prendo la libertà di dirle ciò che penso... Non lo avrei mai immaginato... lei, un signore così distinto... con una moglie come la sua!

Ilario            Come sarebbe mia moglie, sentiamo.

Rosa             Bella, brava, gentile, allegra, mance frequenti. Del resto l'ha sempre detto anche lei, una donna tutta casa e ufficio.

Ilario            Più ufficio che casa!

Rosa             Veramente, anche al sabato lavora!... E lei se ne approfitta vilmente della sua assenza per... (fa le coma) Ah, gli uomini che ingrati!... Camicia sbotto­nata, porta chiusa... disordine! Povere donne!... So­no le vittime innocenti di questa nostra società dov'è l'uomo che comanda!... Donne... creature gentili... an­geli del focolare... donano amore… e in cambio cosa ricevono?... (fa le corna) Tieh!

Ilario            (sta perdendo la calma) Ha terminato la sua ar­ringa, signora?

Rosa             Sì, ho terminato, tanto...

Ilario            E allora le consiglio di levare le ancore e salpare verso la portineria, perché sto perdendo la pazienza!

Rosa             (osserva con diffidenza la tavola apparecchiata) So, so che sono di troppo qui... Un pranzetto a due... magari a lume di candela... e intanto, quella povera innocente... lavora!

Ilario            E allora?

Rosa             (fa due passi verso la porta, poi si volta) E allo­ra... la catena di S. Antonio... non la interessa?

Ilario            No... non mi interessa!

Rosa             (altri due passi) E... se la catena... fosse stata di S. Michele?

Ilario            (esasperato) No, non mi interessano né l'uno né l'altro... Se ne vada per piacere!

Rosa             Pazienza... (esce.)

Ilario            (Si lascia cadere sopra una sedia) Oh!... Oh!... Oh!...

Rosa             (rientra decisa facendo sobbalzare Ilario) Ragio­niere!... Finalmente ho capito qual è il dramma della sua vita!

Ilario            Cosa ha capito lei?!

Rosa             (additandolo) So... so cosa c'è dietro la sua porta chiusa!

Ilario            Ma cosa sa? Mi dica!

Rosa             Ah, Ragioniere, la portinaia di uno stabile è come una mamma, conosce tutto dei suoi inquilini, nulla sfugge al suo occhio vigile... ed ora... io... SO!

Ilario            E mi dica almeno, cosa sa.

Rosa             So che lei, non è devoto né di S. Antonio e nem­meno di S. Michele... (drammatica) Ragioniere, io la compiango... Addio! (esce decisa, ma rientra quasi su­bito a riprendersi la scopa) Dal momento che lei non crede, fra noi due tutto cambia!... Io non le permet­terò più nessuna confidenza... (Esce brandendo la scopa. Sulla soglia si scontra con Epifanio che tiene per mano Elisabetta, dai cinque ai dieci anni: può essere anche un maschietto chiamato Elia).

Epifanio        Ueih, Ruseta, porca l'oca!

Rosa             Epifanio, cosa fai in giro a disturbare gli inqui­lini!

Epifanio        Ueih belessa, sèi tu che disturbi gli inquilini, no mi... e te me piantett giò in purtineria e te se fet pu nanca vede... Io sono un pensionato... e come tale ho diritto alle mìe ore di svago!... Te capì?

Rosa             Ma guarda che io...

Epifanio        Ti sta citu e fila giò, la purtinara te se ti!... E poeu, se pò savé se te gh'et insci d'impurtant de cuntac su semper al sciur Ilari? L'è la tersa volta che te vegnet de sura stamatina!

Rosa             Ma guarda che io dal signor Ilario ci devo venire per forza perché devo fare le pulizie!

Epifanio        Non è vero!... Oggi non erano in programma!

Rosa             Non erano in programma... ma... ho dovuto programmarli improvvisamente... per causa di forza maggiore.

Epifanio        L'è vera, sciur Ilari?

Ilario            (sbuffando annoiato) Sì, è vero... ma non certo di mia iniziativa... anzi...

Epifanio        Ecu, te vedett?... chi ghe no bisogn de fa i mestee, ghe tutt nett me n'occ... Va giù subitt in purtineria che adess m'hann refilaa anca questa chi de cura... (accenna alla bambina che sarà incantata a guardare la tavola imbandita) La sua mama l'è andada in del dutur cui gemei che gh'ann l'influensa...

Rosa             Uffa!... Che barba!... Quella ci sta facendo l'abitudine!

Epifanio        Per forsa, te ghe dee i vizi!... Tutt i volt che la ven giò te ghe fee 'na cera!... E quand la va via te ghe parlett adree!

Rosa             E tu no?... Non appena arriva la Concetta... Concettina, bella guagliona!... Bianca e rossa come 'na mela!... e giù pizzicotti!

Epifanio        (il pensiero di Concetta gli fa dimenticare di avere fretta) Ma l'è propi vera, neh sciur Ilari... L'ha mai guardata la Concetta, lei?... È un bocciolo di rosa... 'na primavera in fiore!... Una peli bianca e rosa!... Du occ negher... e un buchin... un buchini...

Rosa             Epifanio!

Epifanio        Sì, l'è propi vera, una bocca sempre pronta al sorriso... mi l'o mai vista 'na volta cui mus, mai! (Ilario continua a sbuffare, annoiato) Semper cuntenta (vede la moglie che lo guarda male) E ti ste ghee?... Te set gelusa!

Rosa             Sorvoliamo!

Epifanio        Ragiunier, el me disa lu se l'é minga vera... la gavarà si e no trent'ann, la gh'a giamo sett fio... (accenna alla pancia) e mezz, eppure è il ritratto della salute e della felicità!

Ilario            (asciutto) Sì è vero, è tutto vero però, vogliate scusarmi... devo prepararmi e non posso più intrattenervi.

Rosa             (velenosa) Ma sicuro, si deve preparare, si deve mettere in ghingheri lui!... (altro tono) Vieni Elisabetta, spettacolo vietato ai minori!

Epifanio        Ma, Ruseta...

Elisabetta     Io non voglio venire giù, resto qui e aspet­to la signora Silvia.

Rosa             Su, su andiamo che c'è tempo prima che torni la signora!

Elisabetta     Ma se c'è già tutto pronto!

Ilario            No, cara, oggi non c'è la signora Silvia, verrai un altro giorno a giocare con lei.

Elisabetta     E allora perché hai preparato così?

Rosa             Non è per lei, è per un'altra... Su, su non fare domande che è meglio!

Epifanio        (sorpreso) Ma ti me te fett a savé tutt chi ropp lì?!

Rosa             Io so molte cose!... Andiamo!

Elisabetta     Ho fame, voglio la torta.

Rosa             (guarda fisso il ragioniere mettendosi le mani sui fianchi) Ha sentito?

Ilario            Sì.

Rosa             A casa sua sono... sette... e due nove...

Epifanio        (accenna la pancia) ...e mezzo!

Rosa             Per sfamare una famiglia così ce ne vuole di roba!

Ilario            E io che c'entro?

Epifanio        (sbottando) El ghaa resun, Rusetta!... Fann na sfilza de fioeu poeu gh'ann no de dacc de mangia!... Che se rangenn, jann faa, chi a mantegnenn!... Varda chi el sciur Ilari e consorte... anca Iur se vorenn ben; filano d'amore e d'accordo, ma, uhei, figli neanche l'ombra!... (battendogli una manata sulla spalla) Bra­vo ragioniere, qui da solo, con la sua mogliettina, fe­lice e beato, in santa pace... insci bisugna fa!

Elisabetta     Voglio la torta, lo so che è buona, l'ha fatta la signora Silvia!

Ilario            (fa attenzione che la bambina non tocchi nulla) Non si tocca niente, lascia stare!

Rosa             Non si può Elisabetta... l'amante... (si corregge) la signora che verrà... dovrà trovare tutto intatto (al­tro tono) Che crudeltà... solo un ateo può rimanere insensibile di fronte a uno spettacolo del genere!

Epifanio        El ghe daga almen un pomm! (afferra la mela e la dà alla bambina) Te, ciapa, mangia.

Ilario            (gliela toglie subito) Ho detto che non si può, portate via la bambina!

Rosa             (furibonda) Uh, Sant'Antonio, tienimi le mani che prudono le unghie.

Elisabetta     Allora, me la dai la torta?

Ilario            Te la do domani cara.

Rosa             Sì, come l'aumento di stipendio ai portinai... è vecchia come me quella! Andiamo (esce con la bambina).

Epifanio        (mentre esce a sua volta) L'era minga per mi... l'era per lee ch'el por sciampin (esce).

Ilario            (respira sollevato) Era ora!?... Che mattinata movimentata! Prima la bolletta poi la lettera poi la bambina che vuole la torta... e la portinaia, quell'in­trigante che vuole sempre mettere il naso dappertut­to... Allora, qui tutto è pronto... Tavola perfetta­mente apparecchiata... profumo di torta... profumo di pollo arrosto... profumo di formaggio... (si mette una mano allo stomaco) e io ho una fame da lupi... e non posso mangiare niente perché è tutto avvelena­to... beh, non pensiamoci... (annusa e si rimette la ma-no allo stomaco) è una parola! (prende dal mobile una bottiglia di liquore) Annegheremo la fame nel­l'alcool... mangeremo domani... (si versa da bere e si accomoda sul divano) Ed ora aspettiamo paziente­mente... quella delle valigie.

(Le luci si abbassano fino a spegnersi completamente per pochi secondi, il tempo per svuotare la bottiglia, quando le luci si riaccendono è sera, Ilario dorme sdra­iato in malo modo sul divano russando sonoramente. Si ode la chiave girare nella serratura, entra Silvia, si av­vicina sorpresa e vede la bottiglia vuota).

Silvia            Dev'essere ubriaco fradicio, e non ha mangiato nulla... (si guarda in giro indecisa poi in punta di piedi entra in camera da letto e ne esce con le valige, sempre in punta di piedi fa per uscire, ma urta qualcosa e Ilario si sveglia).

Ilario            Fermo là!... Chi va là! (riesce ad alzarsi in piedi e finalmente vede la moglie con le valigie) Sei già toooornata?

Silvia            Veramente, stavo uscendo... non volevo svegliarti.

Ilario            Sei gentile... però è meglio; così posso salutarti... e così ti saluto... e ti sa... saluto... e... basta... (è ubriaco).

Silvia            Hai bevuto vero?

Ilario            Io!... No, che non ho bevuto... e tu, hai bevuto?

Silvia            Sì, hai bevuto... Siediti lì e continua a dormire, poi ti passerà. Non muoverti, puoi cadere...

Ilario            Io non cado, va bene?... Io sto in piedi... e ti saluto... in piedi...

Silvia            Non hai nemmeno mangiato.

Ilario            Mangiato no... (si ricorda) Mangiare!... Fermati Silvia, ti devo dire una cosa... ti ho preparato una sorpresa, vieni!

Silvia            Che sorpresa!

Ilario            Guarda, ti ho preparato da mangiare... Non vuoi mangiare un boccone prima di andartene?

Silvia            No grazie... non ho appetito.

Ilario            (diventa sempre più premuroso e goffo per la sbornia) Almeno un pezzetto di pollo... Guarda com'è bel rosolato... dorato al punto giusto, croccante come piace a te, assaggialo!

Silvia            (cerca di assecondarlo) Ma è freddo.

Ilario            È buono anche freddo... Sie... siediti. E siediti, no?

Silvia            Solo un pezzetto di coscia.

Ilario            (sempre con gesti alquanto goffi le serve il pollo intero nel piatto) Ma dai, non fare complimenti!... Mangialo tutto!

Silvia            Che puzza!... No, non lo voglio, quell'odore mi ha fatto passare quel po' di appetito che avevo,

Ilario            (sbuffa, ma non si arrende) Tiiii... taglio uuuna fetta di tooorta?

Silvia            Lo sai che non mangio roba dolce, fa ingrassare.

Ilario            Ingrassare, ingrassare... Un paaanino col formaggio?... Possibile che non ti va di maaaangiare proooprio niente?

Silvia            Ilario, tu sei troppo buono, io ti sto lasciando e tu ti preoccupi per me... Non meriti davvero che io  ti faccia soffrire, prima me ne vado e meglio è. (fa per alzarsi)

Ilario            (facendola sedere) Prima mangia una mela!

Silvia            E va bene, dammela.

Ilario            (con gioia le mette la mela nel piatto e attende sorridendo).

Silvia            (taglia la mela col coltello) Uh, com'è nera all'interno; sembrava così bella!

Ilario            (perde la pazienza) Ma scusa, che bisogno c'è di tagliare una mela per mangiarla!... Le mele si mangiano così! (addenta la mela ma subito si ricorda del veleno, la butta lontano ripulendosi ripetutamente la bocca).

Silvia            Sentito com'è cattiva?... Meno male che non l'ho addentata come fai tu!

Ilario            (ancora non si arrende) Mangiati l'arancia, guarda com'è rossa, è una sanguinella!

Silvia            È siringata.

Ilario            (sorpreso) Cooome fai a saaaperlo?

Silvia            Lo dici sempre tu che le arance sono siringate, è così che le fanno diventare sanguinelle.

Ilario            Ah!

Silvia            Guarda questa, ha ancora il buco (si alza).

Ilario            (si rigira l'arancia tra le mani) Già, ha ancora il  buco... Allora, non vuoi mangiare proprio niente!... Silvia, io ti consiglio per il tuo bene... non puoi andartene così... ho preparato tutto io...  solo per te... ti prego, mangia qualcosa!

Silvia            No, davvero Ilario, non mi va proprio niente... Comunque, ti ringrazio per le tue premure, non le merito... Credimi, tu sei veramente migliore di me... lasciami perdere... (si avvicina alle valigie).

Ilario            (tenta l'ultima carta) Silvia aspetta... Facciamo un bel brindisi?... non puoi dirmi di no... brindiamo al nostro futuro... al tuo... vuoi?

Silvia            Se proprio ci tieni. (ritorna vicino al tavolo).

Ilario            (Certo di non fallire si precipita a prendere due bicchieri tenta di riempirli col wisky avvelenato ma la mano gli trema) Facciamo un brindisi... a noi due... brindiamo al nooostro futuro...

Silvia            Lascia, faccio io.

Ilario            Ecco sì, è meglio, tu ci sai fare... tu sei brava... sei bella...

Silvia            (ha riempito i bicchieri, ne mette uno tra le mani tremanti di Ilario) Cin cin!

Ilario            Cin cin...

Silvia            (vedendo che Ilario non si decide a bere) Beh, e tu non bevi?

Ilario            (la stava osservando a bocca aperta, si riscuote) Ah già, devo bere... ecco, vedi... aaaa me, l'alcool... fa male... Oggi poi che non ho ancora mangiato... sono a stomaco vuoto... beeeevendo questa roba mi faaarebbe girare la testa...

Silvia            Hai ragione!... Tu sei veramente più sensato di me... Anch'io non ho mangiato nulla oggi e se dovessi bere questo liquore così forte, povera la mia testa! (depone il bicchiere lasciando Ilario allibito) Addio Ilario... dimenticami presto, è meglio! Addio!

Ilario            Silvia!

Silvia            È proprio vero, partire è un po' come morire.

Ilario            Silvia, fermati... ascoltami... mangia qualcosa... (è uscita) Silvia no!... NO!... (vinto dal dolore e dal­l'alcool crolla a sedere scoppiando a piangere, diventando ancora più goffo) Ho fatto fiasco!... E lei è uscita da quella porta con le sue valige... è andata dal suo commendatore... come mi aveva detto... Fesso, fesso!... Sono il più fesso dei fessi!... (fa per muover­si, inciampa, cade, si rialza) Ecco, io sono qui solo, mentre lei sarà felice con quello là... (sospensione) Sarà felice?... No, io la conosco... Lontano da me non potrà mai essere felice... Ritornerà... Oh sì, che ritornerà... (con rabbia) E io l'accoglierò a braccia aperte, proprio come un fesso... perché l'amo... sì, ramo... e lei lo sa... ecco perché ritornerà! (cerca di vincere la delusione, si guarda intorno smarrito, si sente più sicuro sulle gambe, si avvicina al tavolo) Guarda quanto ben di Dio!... Mi sta passando la sbornia... ma sta tornando la fame... e non posso mangiare niente perché qui... è tutto avvelenato... (rimette tutto sul vassoio) Pollo arrosto... croccante al punto giusto... formaggio... pane... torta di me­le... mmmm, che profumo!... Frutta, vino e perfino una bottiglia di wisky... e di marca anche!... Che fesso!... Tutta roba da buttare!...

(Campanello - si raddrizza come se avesse ricevuto una fucilata)

Se il campanello lo ha suonato chi dico io... giuro... che le faccio un regalo! (traballante va ad aprire).

Rosa             (entra ancora accigliata e porge le chiavi che Sil­via inavvertitamente si è prese) Le chiavi... me le ha consegnate poco fa la sua signora... poveretta, come si vedeva che non stava bene... aveva una faccia!... Avrebbe potuto accompagnarla alla stazione...

Ilario            (con una gentilezza tutta particolare) Signora Rosa... la stavo aspettando con impazienza... Ho de­ciso di farle un regalo.

Rosa             Un regalo?... A me?!

Ilario            Sì, proprio, un regalo tutto per lei (prende il vassoio). Tenga è tutto suo!

Rosa             Oh, quanta roba buona... e vuole regalarlo tutto a me!

Ilario            Tutto, tutto! Porti via tutto e se lo mangi tutto!

Rosa             Lei ha già mangiato?

Ilario            No... ma non importa... questo è tutto per lei...

Rosa             Ma no... facciamo una bella cosa... il pollo, metà per uno...

Ilario            No, no, per carità! (si corregge) Signora Rosa, questa roba è tutta per lei, soltanto per lei... però la deve mangiare solo lei intesi?

Rosa             Sì, sì.

Ilario            Lei che è tanto buona, tanto gentile, tanto ser­vizievole, (a parte) tanto rompiscatole!

Rosa             Ma io non so se lo merito.

Ilario            Lo merita, e come se... nessuno lo merita più di lei!

Rosa             (lo osserva) Ragioniere, lei è un po' brillo vero?

Ilario            Solo quel tanto che basta per vedere la vita tutta rosa... Rosa come lei, signora Rosa!... Mangi e beva alla mia salute... e stia allegra... però deve mangiare solo lei, mi raccomando... questo regalo è solo per lei!

Rosa             Oh, ragioniere, io la ringrazio (annusa il vassoio) Che buon odore! Sa ragioniere che io... prima... la giudicavo diversamente?

Ilario            E... a volte capita di sbagliare.

Rosa             Ma sa che stasera lei è tutto diverso da stamat­tina?... Gentile, generoso, allegro... sembra un mira­colo... S. Antonio e S. Michele. Devono essere stati loro, i miei due Santi protettori!

Ilario            Questa volta mi sa che loro non c'entrino in questa faccenda.

Rosa             Io invece sono convinta di sì... (depone il vas­soio e si avvicina a Ilario piena di premure) Ragio­niere, mi ascolti... lei ora è stanco... e anche un po' brillo... ha bisogno di riposare... Non si preoccupi se la casa è un po' in disordine... Domani è domenica, lei dorma pure finché vuole... Vengo io domattina a rimettere tutto in ordine...

Ilario            Non credo che lei domattina...

Rosa             Se le prometto che domani pulirò questa stanza, niente e nessuno mi farà cambiare idea... Ma farò piano... piano... e lei non mi sentirà neppure.

Ilario            Di questo non ne dubito minimamente!

Rosa             (accenna alla bottiglia) ...e questo qui, lo berrò alla sua salute... non tutto però...

Ilario            Oh, ne basterà un goccetto, tanto così (due dita).

Rosa             (riprende il vassoio) Domani arrivo io e rimet­terò tutto in ordine... Ma farò piano, ragioniere... lei non mi sentirà neppure... S. Antonio e S. Michele!... Che Santi!... Che Santi!... Tutto merito loro! (esce).

Ilario            No, quei due non c'entrano proprio per niente... è tutto merito mio... soltanto merito mio! (ridendo si corica sul divano).


ATTO  SECONDO

Stessa scena del primo atto. Ilario è addormentato sul divano, nel portacenere vi sono numerose cicche così pure per terra, la bottiglia è vuota, pur essendo ormai giorno fatto la lampada è accesa. È domenica mattina, entra Rosa con lo spazzolone e non vede subito Ilario addormentato.

Rosa             Ecco, ha dimenticato la luce accesa. Sempre det­to io... via la gatta i topi ballano (si avvicina per spe­gnere la lampada e vede Ilario). Toh... questo dor­me!... Scommetto che ha passato la notte qui sul di­vano... E adesso, come faccio a pulire?... Io lo sve­glio.

(Batte lo spazzolone per terra, Ilario si volta e continua a dormire; sposta tavolo e sedie finché Ilario si sveglia e stropicciandosi gli occhi si mette a sedere sul divano)

Buongiorno! (esce a prendere il secchio).

Ilario            (sbadigliando sempre con gli occhi chiusi) Buon­giorno (si stira pigramente, sbadiglia di nuovo poi ricorda di aver sentito un "Buongiorno", spalanca gli occhi e non vedendo nessuno nella stanza blocca a metà lo sbadiglio) Chi ha detto buongiorno?

Rosa             (entrando col secchio) Io, sono venuta a fare le pulizie come le avevo promesso (esce).

Ilario            (fa un sobbalzo dalla sorpresa) Lei!

Rosa             (rientra con lo strofinaccio) Sì, io, sembra che veda un fantasma! (esce).

Ilario            Ma... è ancora viva!

Rosa             (rientra col detersivo) Oggi magnifica giornata... (lo guarda) Com'è pallido!... Sembra un cadavere!

Ilario            (la segue con lo sguardo imbambolato) Ma... ha mangiato?

Rosa             (mentre riordina la stanza) Sì... caffelatte e biscotti.

Ilario            E... il pollo, la torta, il formaggio... Rosa A colazione?!

Ilario            No... ieri sera, tutta quella roba che le ho regalato...

Rosa             (ricorda) Ah, no... vede... io avevo già cenato e allora... lo mangerò oggi... (esce).

Ilario            (sospira sollevato) Meno male!... Cosa mi è ve­nuto in mente ieri sera di dare a lei tutto quel cibo avvelenato!... Dovevo essere proprio fuori di me... (tenta di alzarsi) Ahi!... la mia testa!... Che sbron­za!... E per giunta a stomaco vuoto!... Meno male che quella non ha né mangiato, né bevuto!

Rosa             (rientra col piumino della polvere, toglie la bottiglia dal tavolo) Vuota, eh?... Bevuto tutto.

Ilario            Eh, cosa vuole... uno incomincia a bere... beve... beve...

Rosa             Lo so, quando si incomincia... A proposito... sa che l'whisky è buono!

Mario           Oh, è buono sì l'whisky... (realizza) l'whisky? Rosa Sì, pensi che io non lo avevo mai assaggiato.

Ilario            (allarmato) Di quale whisky parla?

Rosa             Ah, non ricordo la marca... un nome straniero... Quello che fan vedere alla televisione con l'etichetta storta.

Ilario            (c.s.) Quello!

Rosa             Sì, me lo ha regalato lei, col pollo e il resto, non ricorda?

Ilario            (c.s.) E... lo ha bevuto?

Rosa             Sì, tanto così... (due dita) È ottimo... e poi... tira su, mm come tira su!

Ilario            (si allarma sempre di più man mano che il col­loquio continua) Quando l'ha bevuto?

Rosa             Ieri sera, prima d'andare a letto.

Ilario            E... nessun disturbo?

Rosa             Oh sì,... molti (ride)

Ilario            Forti dolori alla pancia, capogiri, vomito!

Rosa             No, per niente... altri disturbi... (maliziosa) di tutt'altro genere...

Ilario            E quali?... Mi spieghi per favore!

Rosa             Beh... da principio un po' di capogiro... sì...

Ilario            E poi?

Rosa             Poi... un gran calore... vuff!

Ilario            E poi?

Rosa             E poi... una gran voglia di cantare... e di ridere.

Ilario            Impossibile!

Rosa             Le dico di sì... lo domandi all'Epifanio!

Ilario            (spaventato) Perché, l'ha bevuto anche lui?

Rosa             Certo, e... anche lui aveva voglia di cantare!

Ilario            (sempre più sorpreso e incredulo) ...e ne avete bevuto... tanto così (due dita).

Rosa             La prima volta... poi... tanto così... (tre dita) e poi... tanto così... (quattro dita) e dopo... è successo... l'imprevedibile !

Ilario            Siete stati male!

Rosa             Male noi due?... Oh no... siamo stati bene... be­nissimo!... Oh, ragioniere, possibile che non ha an­cora capito!... Io e l'Epifanio... (le sussurra qualcosa all'orecchio poi scoppia a ridere coprendosi il viso col grembiule),

Ilario            (si alza infastidito)

Rosa             Non vorrà scandalizzarsi adesso!... Dopotutto siamo marito e moglie!... Magari un po' stagionati... eppure!... Tutto merito del suo whisky... che sapeva di menta!

Ilario            Di menta!.., ma l'whisky non sa di menta! Rosa E invece quello sapeva di menta!

Ilario            Mah!... Comunque... avete bevuto l'whisky che le ho dato ieri sera... e non siete stati male...

Rosa             Al contrario!... Ma lei ragioniere cosa crede, che siamo così delicati di stomaco io e mio marito?

Ilario            E... il pranzo?... Quello non l'avete ancora toc­cato!

Rosa             (asciutta) No.

Ilario            Non è che per caso, all'Epifanio venga in mente di mangiare il pollo... o la torta per caso.

Rosa             (decisa) No, no, sono certa che di quella roba lì, l'Epifanio, non tocca niente.

Ilario            Sicura?

Rosa             Sicurissima! (esce).

Ilario            Meno male!... E adesso come faccio a farmi ri­dare indietro quella roba, senza destare sospetti?... Che scusa prendo?... E devo riavere tutto prima di mezzogiorno... altrimenti qui succede un macello!

Rosa             (rientrando) Cosa borbotta da solo?

Ilario            No, stavo dicendo... che... che ieri sera non ho mangiato niente e adesso sento un vuoto qui allo stomaco, mi pare di svenire!

Rosa             Avrebbe fatto bene a mangiarselo lei quel pollo che adesso non li avrebbe certi disturbi!... Guarda lì com'è pallido!... fra un po' lei mi cade per terra!

Ilario            (cammina avanti e indietro pensieroso guardando Rosa che spolvera) Io non mi rendo conto di una cosa...

Rosa             Anch'io... Perché ha passato la notte sul divano invece di andare a letto... ieri sera era un po' sbron­zo, vero?

Ilario            Un pochino...

Rosa             E stanotte non ha fatto che fumare!... Ragio­niere, andiamo, via! Non stia a preoccuparsi così per il disturbo della sua signora.

Ilario            (quasi parlando a se stesso) Si preoccuperebbe anche lei, se fosse nei miei panni...

Rosa             Adesso non esageriamo... Sua moglie ha il fegato molto malato, va bene...

Ilario            (incuriosito) Ah!

Rosa             È andata da sua mamma per fare una cura... e ci starà per qualche mese...

Ilario            (c.s.) Davvero?

Rosa             Come se lo venisse a sapere solo adesso!

Ilario            E lei quando l'ha saputo!

Rosa             Ieri sera, me lo ha detto sua moglie prima di par­tire... (con intenzione) Da sola... con due valige gros­se così... e lei qui in casa a bere cicchetti!... Comun­que... la signora mi ha pregato di continuare il mio servizio a ore, soprattutto mentre lei non ci sarà... è d'accordo?

Ilario            Sì, sì (a parte) e chi la leva di torno questa qui? Rosa Allora le chiavi di sua moglie le prendo io. Ilario Tutto sistemato.

Rosa             E ora liberi il campo che devo lavare il pavimen­to.

Ilario            Mi dà pure lo sfratto... le disgrazie non arrivano mai sole!

Rosa             Senta ragioniere, cerchi di ragionare... se non ra­giona lei! Non se la deve prendere così per quello che è successo a sua moglie!... La situazione non mi pare poi così preoccupante! Ilario Lei come lo sa?

Rosa             O Santo Iddio!... Un po' di giorni e poi tutto passerà... dia retta a me... è un fuoco di paglia!

Ilario            (cercando di capire) Ma... lei a cosa allude?

Rosa             Alla malattia di sua moglie, noo?... Non ha det­to che ha disturbi qui... qui... (accenna al petto).

Ilario            Al cuore.

Rosa             Come, non era al fegato?

Ilario            (si corregge) Ahsì, è vero, era al fegato.

Rosa             (allarmata) Anche il cuore non funziona?

Ilario            Ho proprio paura di sì, signora Rosa!

Rosa             Oh, sant'Antonio e san Michele!... Povera signo­ra!... Così bella!... Così giovane!... Col cuore non si scherza! Bisogna stare attenti!...

Ilario            Lo so purtroppo... Ma, sa com'è... quando co­mincia... non si vuol credere... si tira avanti così... sperando che passi... Ma quando te ne accorgi, ci sei dentro fino al collo!... (si siede prendendosi la testa fra le mani).

Rosa             Male, ragioniere! malissimo!... Certi disturbi van­no affrontati subito, intervenire ai primi sintomi... estirpare il male alla radice!... Altrimenti quello... si allarga come una macchia d'olio,... ti prende tutto... No, no... certi mali vanno curati a dovere... con la cura giusta... Il cuore è una cosa molto delicata, va trattato con una terapia appropriata... a seconda dei casi... Io non me ne intendo molto perché, grazie a Dio, non ho mai avuto certe malattie...

Ilario            Certo, la cura... ci vorrebbe proprio una cura speciale... energica...

Rosa             Mi scusi, ragioniere, la sua signora, è la prima volta che... accusa questi disturbi?

Ilario            No, non è la prima volta... ma prima era una cosa più leggera...

Rosa             E allora ci vuole proprio una cura energica... Si dia da fare, ragioniere, e vedrà che sua moglie gua­rirà più presto che lei non creda... (considerandolo) Certo che sua moglie la deve curare lei, non scaricarla in casa di sua mamma... Ah, gli uomini fanno pre­sto: Non stai bene cara?... Vai dalla mamma, mi ar­rangio io qui!... Comodo così!

(Campanello).

Ilario            (mentre va ad aprire) Ci vuole la cura giusta... una cura energica...

Concetta       (Meridionale sui trent’anni. È in stato di gra­vidanza piuttosto avanzato, è una bella ragazzona flo­rida soprattutto simpatica e sorridente) Raggionié, so vvenuta a rringrazziare...

Rosa             (alle spalle di Concetta le fa cenno di tacere) Sssst... Sssst...

Concetta       E cosa zitta?... Raggionié... ella è stata bbona assaie ierassera... mamma mia bella, che bbrava per-zona...

Rosa             Concetta, piantala lì!

Ilario            (guarda le due donne senza capire).

Concetta       Ma io me sento de rringrazzià sta bbrava perzona...

Rosa             (tagliando corto) L'ho già ringraziato io, su vai a casa...

Elisabetta     (entra di corsa mostran­do felice una fetta di torta che sta mangiando) La torta com'è buona, la torta com'è buona!...

Ilario            (allarmatissimo riconoscendo la sua torta) Chi ti ha dato quella torta, buttala via subito! (Gliela butta per terra. La bambina si rifugia in un angolo offesa)

Concetta       Ih, che modi!... Primma me regala u pranzo e ppoi me fa sti sgarbi! A ragionié!

Ilario            (c.s.) Chi le ha regalato il pranzo?

Rosa             Tu, ragiunié... e chi se no?

Ilario            Io?

Concetta       Sì, a Rrrosa m'o purtò, me disse che...

Rosa             Sì, è vero, gliel'ho regalato io... e sa perché?... perché lei, ieri sera è stato così sgarbato con questa povera bambina... allora io gliel'ho regalato tutto... pollo, formaggio, frutta, vino... solo l'whisky mi son tenuta!

Ilario            E... l'avete mangiato?

Concetta       Sì, tutto, con tutta a ffamiglia mia... Che bbuono o pollo, rragiunié, Ciccillo s'è mangiato tutto o provolone... La torta nun l'aggio assaggiata, se la son mangiata tutta li piccerì... sa com'è.

Ilario            (comincia a tremare, le gambe non lo sorreggono più) Aiuto... sto male... svengo! (cade bocconi sul divano).

Rosa             Ecco, l'avevo detto io...

Concetta       Madonna santissima... aiuto!... Soccorso!

Rosa             È svenuto.

Concetta       O mamma mia bbella!

Rosa             Presto, ci vuole dell'aceto!

Concetta       I sali, i sali! (si affannano a cercare entran­do e uscendo dalle porte scontrandosi).

Rosa             Un po' d'acqua fresca (corre in cucina e ritorna con un bicchiere d'acqua).

Concetta       Sì, nu poco d'acqua frisca... San Gennaro, San Gennaro!

Rosa             (gli spruzza il viso) Rinviene!

Concetta       Nu svenimento!... Propprio comm'ammé... che ssarà?

Rosa             Una gravidanza no di certo!.., (Ilario sta ripren­dendo conoscenza) Coraggio, ragioniere... sta passan­do... Domando io se uno deve stare un'intera gior­nata senza mangiare!

Concetta       Nun ha mangiato? (raccoglie da terra la torta) E mo' tieni raggiunié, mangia!

Ilario            (ha uno strappo di vomito) Nooooo!

Rosa             Ma dai, Concetta, lo stomaco si è indebolito, bi­sogna andare adagio (a Ilario) Su, su ragioniere che non è nulla. Ilario (con un filo di voce) Chiamate il dottore!

Elisabetta     (si è messa a giocare in un angolo con la cassetta dei medicinali, intinge le dita nelle varie boc­cette e poi le mette in bocca).

Rosa             Ma che dottore!... È uno svenimento da fame!... Due giorni che non mangia!

Ilario            (tenta di alzarsi) Chiamate il pronto soccorso!

Concetta       Ha ragione u raggiungere, chiamammo l'o­spedale.

Rosa             Il ragioniere ha ragione un corno!... Non vedi che è rinvenuto?... Voi meridionali esagerate sem­pre, in tutte le cose.

Ilario            Chiamate l'autoambulanza! (si avvicina barcol­lante al telefono e tenta di comporre un numero).

Rosa             Ma chi vuol chiamare che è tutto passato!... Chia­mi la rosticceria e si faccia portare un pollo arrosto!

Ilario            (mentre tenta di comporre il numero con le mani che gli tremano vede Elisabetta con le boccette in mano) 3... 8... 6... Aiuto!... Il veleno!... La bambina! (strappa dalle mani della bambina le boccette, Elisabetta si rifugia nuovamente in un angolo imbronciata).

Rosa             Che c'è ancora? Concetta Che veleno?

Ilario            (disperato) Questo è veleno!... Potente veleno! (riprende il ricevitore e tenta di rifare il numero sen­za mai riuscirci) 5... 4...

Concetta       (drammatica) Aiuto!... Chiamate la cammera mortuaria!

Rosa             (è l'unica che non ha perso ancora la calma) Cer­chiamo di non perdere la testa... (esamina una boc­cetta) Cianuro...

Ilario            Veleno mortale!... 1... 2... 9... (rifà il numero).

Concetta       (tremando esageratamente prende in mano una boccetta) Aiuto!

Rosa             Lì cosa sta scritto?

Concetta       Nun saccio... aiuto!... Non sacciu leggere! ospedali per niente!

Ilario            Proprio adesso che avevo ottenuto la comuni­cazione!

Rosa             Lasci stare che non è successo niente... (gli mo­stra due boccette) Qui dentro non c'è veleno come sta scritto sulle etichette, ma soltanto sciroppo alla menta e al tamarindo!

Ilario            Davvero? Concetta Gesù, Gesù!

Rosa             Diglielo tu, Elisabetta... Qui c'è della menta e qui del tamarindo.

Elisabetta     Non è vero niente! Rosa Come non è vero niente?

Elisabetta     In questo c'è orzata e in quello sciroppo alla fragola... la menta e il tamarindo sono in questi due qui.

Tutti              (si lasciano cadere sospirando esausti sulle sedie o divano, che hanno a portata di mano) Oh!

Ilario            (si riprende) E tu come lo sai?

Elisabetta     Perché ce l'ha messo la signora Silvia... poi ha incollato le etichette, ha scritto i nomi e quando venivo qui giocavamo al dottore, guarda, c'è anche la siringa!

Concetta       (abbraccia la bambina) Piccerella mia!

Rosa             Questo è un miracolo di S. Antonio e di S. Mi­chele... A quest'ora ci poteva essere un cadavere!

Ilario            (sul davanti della scena) Non uno solo... Sette... e due nove... e due undici... e mezzo!... Che disastro!

Rosa             S. Antonio, S. Michele... domani vi accendo un cero...

Ilario            (fruga in tasca e scova due monete da 100 lire) Ne accenda due anche per me.

Rosa             100 lire!... Bastano per i cerini...

Ilario            Quanto costano?

Rosa             Almeno mille lire!... La vita è cara, anche per i Santi! Ilario Bene, bene, ecco mille lire... non discuto!

Epifanio        (entrando) Porte aperte agli ospiti graditi! Buona domenica a tutti... Rusetta, te finì o no de fa sti mestee, l'è mesdì nèee, mi go famm!

Rosa             Così tardi?

Ilario            Mezzogiorno di già?... Devo andare, è tardi!

Concetta       Nuie avimmo bell'e pranzato.

Rosa             Bella forza, pranzo pronto!

Epifanio        (intenzione) E invece noi non abbiamo an­cora preso l'aperitivo vera, ragiunier?

Rosa             Epifanio, come sei sfacciato!

Ilario            Suo marito ha ragione, e poi un bicchierino farà bene a tutti (prepara bicchieri e bottiglia e li serve).

Epifanio        Non sono sfacciato, sono assetato e bere in compagnia fa doppiamente bene... Concertina, bella terroncina; varda un poo che flor de la gioventù!... Sette figli e mezzo... e l'è la pusee bela del palazz... Ca­ra, ste se bela... (le fa ganascino) Té, ciapa e dighel no al to Ciccillo se no el me da na rampinada, cin cin.

Tutti              Cin cin.

Epifanio        El ved, ragiunier, i donn me vusen adree a num quand bevemm... ma lur...

Rosa             Lasciami bere Epifanio che questo mi rimette in carreggiata.

Concetta       Cce vvoleva, cce vvvoleva propprio!

Epifanio        Bef, bef... tant ghe no pericul... (accenna alla pancia) già fatto.

Concetta       (ride divertita).

Epifanio        Ma me te fet a vess semper insci alegra cunt che la naja che te ghe de tira adree?

Concetta       Io e Ciccillo cce vvulimme tanto bbene... e così... (accenna alla pancia).

Epifanio        Anca el sciur Ilario e la sua miee se voren ben me... ciuspia, ghe no bisogn de fa insci tanti fìoeu!

Concetta       Ma nuie cce vulìmme bbene... VERAMEN­TE! Co tutto o ccore, co tutta l'annema... e ccriature so' weramente a cunsulazione nostra... Lui mi rrapì cca tenevo diciottenni... nìscìuno cce po' separare!

Epifanio        Fal no ingelisì però, se no al te pianta na cur-telada... e si bei che separaa.

Concetta       (fiera) Pure io lo farei a lui se ci avessi le prove del suo tradimento!

Epifanio        Ecu, el vett sciur Ilari, che sort de amur?... Se amen e poo se scurtelen... Mi ch'el fenomeno chi riesi no a capili, lu se na dis?

Ilario            Eh, può capitare benissimo... io lo comprendo... quando uno è innamorato... di fronte a certe situa­zioni, non sa più quello che fa e può arrivare anche a... fare uno sproposito.

Epifanio        Lur teruni però, mìnga min!

Ilario            No, no, non solo i meridionali, anche i setten­trionali!... Mi creda, Epifanio, io riesco a immaginare questo stato d'animo.

Epifanio        Alura el ghaa un po' del terun anca lu... So nonu l'era terun?

Ilario            NO, però aveva un amico Calabrese.

Epifanio        Ecu, la vicinansa la inquina la rassa... (a Con­cetta) Cara la mia Concettina... bela cumé l'suu... tonda come la luna... mi te daria un bel basin!

Rosa             Epifanio, ti è passata la fame?

Epifanio        No certament, però quand vedi che la bela tusa chi... vo in cimbali.

Rosa             Smettila di fare il pagliaccio che sei vecchio!

Epifanio        Vecchio! Dammi un bicchiere di whisky che ti rivolto il mondo!

Ilario            (guarda l'orologio) Io devo andare, è tardi. Quan­do ha terminato chiude lei signora Rosa?

Rosa             (osservandolo ironica mentre si riordina davanti allo specchio dell'anticamera) Si chiudo io... vada lei. Non faccia tardi. Elisabetta Me la regali a me la cassetta del dottore? Concetta Lissabbé, come ti permetti!

Ilario            Porta pure via tutta quella roba che non la vo­glio più vedere sotto gli occhi!... E adesso puoi man­giarti anche la torta.

Elisabetta     Adesso non la voglio più, è caduta per ter­ra, mangiala tu!

Concetta       Uh Lissabbé cumme si scrianzata! Scusasse, raggionié!

Ilario            Lasci fare signora, è una bambina. Io vado (esce).

Rosa             (che non ha perso una mossa) Vai vai, pollastro che a me non la dai a bere! (agli altri con tono miste­rioso) Avete visto?... Continuava a guardare l'orolo­gio, quello ha un appuntamento con una donna!

Concetta       Gesummaria, che sta dicenno, signò?

Epifanio        Ma se te cuntet su cusè adess!

Concetta       U raggiuniere tiene l'amante? (vede Elisabetta che li sta ascoltando) Lisabbé che fai, ascolti?

Elisabetta     No, mamma, io vado a casa a giocare al dot­tore.

Epifanio        Ma me te fet a di su na roba insci, che te vist nient. In tutt ropp che te inventett ti!

Rosa             Io non invento niente... Io so tutto, Concetta lo dico a te sola... in confidenza, perché so di potermi fidare...

Epifanio        (a parte) O pora mi!

Concetta       Vai, e mo' vengo pur'io (Elisabetta esce).

Rosa             L'amante sì... un appuntamento con l'amante.

Concetta       Me potesse bruciare a lingua!

Epifanio        Noo, l'è periculus!

Rosa             Ieri ho capito che c'era qualcosa di misterioso e allora non l'ho mollato... infatti,... la teneva nascosta in camera da letto, e qui c'era tutto pronto apparec­chiato per un pranzetto a due!

Epifanio        Però han mangiaa nient, el ta daa tus cos a ti!

Rosa             Si vede che lei ha preferito mangiar fuori... e lui l'ha accontentata... sai com'è!

Concetta       Gesù, Gesù!

Epifanio        Ma se te set stada lì tutt el dopumesdì a var-dà foera de la tendina e te vist nisun a pasà giò!

Rosa             Sì vede che mi sarà sfuggita... colpa tua, conti­nuavi a chiamarmi in cucina per il minestrone!... In certe occasioni la portinaia non deve abbandonare il posto dì lavoro, non può!

Concetta       E la moglie d'o rraggioniere addo sta!

Rosa             È gravemente ammalata!... Povera signora!... Mal di fegato, mal di cuore... e tanti altri mali che non ti dico... È andata da sua mamma per fare una cura... e lui intanto si consola con un'altra!

Epifanio        Questa è la versione di mia moglie... Dopu poo, bisognarà vede...

Concetta       GGesù!... GGesù!

Rosa             Capito?... il ragioniere!... Il serio, onesto e ri­spettabile ragioniere!... Ha la doppia vita!

Concetta       Ah... raggionié... quanto si fetente! Rosa Ah, ma io so già come va a finire. Epifanio Te sett giamo anca quell?

Rosa             Ah, sì, sì... Divorzio!... Questo, la moglie amma­lata non la vuole! Per ora l'ha scaricata da sua ma­dre, poi... la rimpiazzerà!... Concetta mi raccomando, l'ho confidato a te sola...

Epifanio        Dopo gli altri.

Rosa             ...non farne parola con nessuno, mi raccomando!...

Epifanio        (a parte) Basta lei come gazzettino.

Concetta       A nisciuno, a nisciuno!... E vvedi un po' comme vanno e ccose... Me pareva cussi na brava perzona!... Mo vado a dillo a Ciccillo mio... ancora nun ce credo!

Rosa             Dillo solo a lui, mi raccomando!

Concetta       A lui soltanto sì capisce... (alzando la voce) Ciccillo, o raggiuniere tiene l'amante, o raggiuniere tiene l'amante! (esce)

Epifanio        Ecu, te vist, quela lì adess la fa el mercaa... insci duman la san tuti qui del palazz.

Rosa             Lo sanno già tutti... Voce di popolo...

Epifanio        (rubandoci la battuta) ...Voce di portinaia, voce di Dio! Ma, sentem un poo Ruseta, ti te ghel disett a tuti e te se nanca sicura ti...

Rosa             Sono sicura, l'ho vista!

Epifanio        L'è minga vera, ti te vist un bel nient!

Rosa             Ma è come se l'avessi vista... il suo comporta­mento, e tante altre cose che tu non puoi capire... io non mi posso sbagliare!

Epifanio        Ruseta, per cunt me de mi te se adree a ciapà un bel gamber... Chi denter, di donn che ri­guarda el ragiunatt te vist sulament la sua miee... che l'è partida insci per lee cun do valis... el rest, mistero!

Rosa             Ma io sto di guardia... non mollo... Oggi niente minestrone, io non abbandono la tendina della guar­diola. Adesso è andato all'appuntamento e nel pome­riggio.., può darsi che la riporti qui... mi pare già di vederla... immagino come sarà... molto truccata, scol­lacciata... e soprattutto, villana e prepotente!

Epifanio        E cume mai te se la figurett insci?

Rosa             Semplice, una che si mette con un uomo sposato non può certo avere l'aspetto di una brava ragazza... Tutto il contrario della signora Silvia insomma (gli mette in mano lo spazzolone). Tieni.

Epifanio        Se te vorett propi savé cume la pensi mi... l'è propi la miee eh'e scapaa cunt un alter...

Rosa             Epifanio non dire fesserie!

Epifanio        ...e la pianta chi el ragiunatt insci de per luii... Prua pensech un poo?

Rosa             La moglie del ragioniere è un modello di virtù! (gli da lo strofinaccio) Tieni.

Epifanio        Al ragiunier Ilari ghe spior chi (si gratta le tempie).

Rosa             E a me mi prudono i calli!... Tu difendi lui per­ché è un uomo.

Epifanio        E ti te ghe tegnet a lee perché l'è na dona cume ti, naturai... A scultaf vialter donn... i difett gh'iann dumà i omen...

(Campanello).

Rosa             (guarda sorpresa Epifanio) Chi può essere a que­st'ora? (si avvia per aprire ma...)

Edwige         (Entra con prepotenza, è vestita vistosamente, molto truccata, proprio come Rosa l'aveva descritta. È molto agitata) Beh, non si usa ad aprire quando si suona il campanello?

Rosa             Ma veramente... (s'incanta a guardarla a bocca aperta dalla sorpresa).

Epifanio        (a parte, a sua volta è esterrefatto) Ueih!... Tela chi... Mmmm... che bambola!

Edwige         (senza tanti complimenti si è avvicinata al ta­volo, ha deposto la borsetta, s'è tolta la giacca e ora si siede accendendosi una sigaretta) Il ragioniere è in casa?

Rosa             (la guarda incuriosita senza parlare).

Edwige         (spazientita) Le ho chiesto se il ragioniere è in casa!

Rosa             (si scuote) Ah, no... è già uscito per venire... ha detto che doveva andare... è uscito, ecco.

Epifanio        È andato a mangiare un boccone in pizzeria.

Rosa             Ecco sì, è andato a mangiare... ma poi...

Edwige         Poi rientra?

Rosa             Credo proprio di sì... dal momento che lei è qui, rientrerà certamente.

Edwige         Lui non sa del mio arrivo... Lei è la donna di servizio?

Rosa             Ecco, veramente... io sarei... sì, sono anche la sua donna di servizio.

Epifanio        (dopo la prima sorpresa diventa gentile e servizievole) Signorina, se le serve qualcosa disponga pure di noi come crede...

Edwige         Grazie, se lei potesse avvisarlo del mio arrivo... io di qui non mi muovo finché lui non rientra!

Epifanio        Certo, certo, lei può benissimo aspettarlo, si metta comoda, neh?... come se fosse in casa sua, neh?... Vera, Ruseta?

Rosa             Ah, per me!

Epifanio        (c.s.) Signorina, vuole che ci faccio compa­gnia intanto che mia moglie fa una corsa in pizzeria...

Rosa             (ironica) Epifanio, non hai sentito cosa t'ha det­to?... Vai a chiamare il ragioniere, non ha bisogno della tua compagnia!

Epifanio        Ah, sì, certo, certo... Stia tranquilla, signo­rina, che vado io a chiamarcelo... ce lo mando su su­bito...

Edwige         Lo lasci pure mangiare che io non ho nessuna fretta... proprio per niente... ho tutto il pomeriggio a disposizione.

Epifanio        Va bene, signorina... ce lo mando su io, si­gnorina... arrivederci, signorina...

Rosa             (gli mette in mano il secchio) Tieni, signorino! (prende a sua volta la scopa e gli altri arnesi che ha usato per le pulizie) Anch'io devo scendere, il mio lavoro è terminato... tanto lei qui...

Edwige         Come crede... io aspetto (si mette comodamen­te sdraiata).

Rosa             (si avvia con Epifanio verso l'uscita sempre guar­dandola con curiosità, sulla soglia si fermano) Vi­sto?... Cosa ti avevo detto io?

Epifanio        Ueih, Rusetta, te gherett propri resun.., cen­trato in pieno! (escono piano sempre guardandola mentre Edwige fuma tranquilla sulla poltrona).


ATTO TERZO

Primo quadro: la guardiola della portineria. La tenda della finestra che da' sul corridoio è semichiusa. Rosa è in scena, ogni tanto guarda dalla finestra come se aspet­tasse qualcuno. Entra Epifanio.

Rosa             (molto ansiosa di sapere) Allora, l'hai trovato?

Epifanio        Sì, è in pizzeria che mangia con un appeti­to!... Ch'el là el mangia ancaa i gamb del taul!

Rosa             Sfido io, tre giorni che non mangia!... E... glielo hai detto che la sua « bella » lo aspetta su in casa sua?

Epifanio        Ghe lu di, ghe lu di.

Rosa             E lui, e lui, che faccia ha fatto?

Epifanio        Mah... El me fa... Na signorina?!... Come se non la conoscesse nemmeno.

Rosa             Naturale, finge!... Vuole darcela a bere... ma io non bevo!... Ormai l'ho preso in castagna e stavolta non mi scappa! Tu vai pure di là che c'è pronto da mangiare, la guardia la faccio io.

Epifanio        Ma scusa, Ruseta, a ti se te interesa?... Inn afari so, no?

Rosa             Io sono la portinaia e devo controllare, di qui io non mi muovo finché quello si fa vedere!

Epifanio        Ah, ma ghe temp... l'è dree ancamò a mangia la pasta suta... A prupositt, el m'a dì de andà su a visala... ch'el tardare un mumentin... (si avvia rimet­tendosi in ordine).

Rosa             (imperiosa) Tu non vai ad avvisare nessuno!... Si arrangi lui con la sua... amante!... Vai, vai a man­giare che sto io dì vedetta.

Epifanio        Ma cuse l'è che te vorett vede?

Rosa             Quando lui va su... quanto tempo sta su... quan­do tornano giù... se torna giù anche lui e se la manda via da sola... Vai vai, e sta tranquillo che ti chiamo io quando è il momento.

Epifanio        Oh, anche se non vuoi chiamarmi fa lo stes­so, mangio più tranquillo, tanto a me, il ragioniere non mi interessa (esce).

Rosa             (sempre sbirciando dalla tendina parla con Epifanio fuori scena) Però gli uomini, che briganti!... Ri­cevere in casa l'amante mentre la moglie sta male... e di giorno, alla luce del sole... ieri e anche oggi!... E tu dicevi di no!... Invece si è avverato tutto quello che ti avevo detto... Ma non sai che noi donne abbia­mo un fiuto infallibile?... Un sesto senso... Una virtù che ci permette dipercepire le cose... prima ancora che accadano... Ieri l'ho intravista dietro la porta chiusa... Oggi, ho predetto il suo arrivo... mentre era ancora in tram... Epifanio... Epifanio mi senti?

Epifanio        (da fuori con la bocca piena) Uì.

Rosa             Hai visto, Epifanio, che brutta donna? (Epifanio entra col piatto).

Epifanio        Brutta donna quella?... Rosetta, non te ne intendi... Chela lì, quand la camina per la strada la fa vultà tucc i omen a guardala... la par vuna de la televisiun!

Rosa             Ma fammi il piacere!

Epifanio        Ma te vist che tipo?... Che portamento?... Che scollatura?... Parola mia, quella fa risuscitare i morti!

Rosa             Epifanio, non ti rendi conto che sei vecchio!

Epifanio        Vecchio, sì... ma non cieco!... E quand vedi na bela tusa la vardi cunt nustalgia e ripensi a la bela giuentuu... L'è forsi pecàa?

Rosa             Sì, se tra i ricordi ci metti anche la Mantovana che corteggiavi prima di me... e che non ti ha voluto!

Epifanio        Che io ho lasciato perdere, puoi dire... per te!... Te se la ricordett, Ruseta?... L'era na mora da­gli occhi ardenti...

Rosa             ...Leggermente strabica...

Epifanio        Poi... c'era la Carmela... capelli rosso tiziano... lunghi fin qui...

Rosa             ...Piena di lentiggini...

Epifanio        E tutt i alter... mi seri ul re delle balere... (si avvicina a Rosa e la prende per la vita) Quand i su-naven chi bei valzeruni de alura... ja ciapavi scià... ja fasevi gira... ja fasevi sugna... insci... (obbliga la mo­glie a ballare) ta, ta, zum... ta, ta, zum... ta, ta, zum... (si ferma) Po dopu, sul puse bel te set arivada ti... te me fa mett a ul eoo a post... ed ecco il risultato... Portinaio consorte!

Rosa             E ti lamenti?

Epifanio        Mi me lamenti no... anzi, se pudaria turnà in-dree, me spusaria ancamò... e ancamò cun ti Ruseta!... Ma se ghe pensi a la mi giuentuu... Vita lìbera e spen­sierata... Prestigiosa posizione di « re della pista ». Al sabett e a la dumenega... farfalin, brilantina... fas-suletin ricamaa nel sacucin... e via, alla Rosa blu... se pagava trenta-cinc frane al bali. Se prenotavi tre balli ti abbonavano cinque lire... Che serate!... Che don­ne!... D'estate si ballava all'aperto, sotto un pergolato di glicini... Te se ricordett, Rusetina?

Rosa             Se non arrivavo io ti saresti impergolato con una di quelle!

Epifanio        Chi?... Mi?... S'eri minga un bamba, neh?...

Rosa             Se non c'ero io, a quest'ora... meglio non pen­sarci!

Epifanio        Ma varda che mi ghi eri su no i fett de salam sui occ! Tucc i ser se fasevenn cumpagnà a cà de vun dìvers... Bravi de baia... Bei de vede... ma de spusà... ho preferii v'una che come ballerina, lasciava alquanto a desiderare...

Rosa             (punta sul vivo) Io non sapevo ballare? Epifanio Te serett na bela tusa, ma...

Rosa             Ricordati che io, anche se non potevo frequen­tare sempre le sale da ballo, perché non sempre i miei genitori me lo permettevano ero una ballerina per­fetta... leggera come una piuma!

Epifanio        Ma dai, Ruseta, cuntemela no a mi... Se te seratt nanca bona de gira a l'incuntrari!

Rosa             Io giravo come sapevo... e a quanto pare, giravo per il giusto verso... visto che tu hai preferito girare con me!

Epifanio        Cert che te me piasevett, neh?... Me piaseva el to facin... e tutt el rest... anca quel che se vedeva no... La prima volta che ho sentii el to nomm. me piasuu subitt anca quel, t'el giuri.

Rosa             (ridendo) Anca a mi me piasu el to nomm, figurett.

Epifanio        Che gusti!.., Epifanio!... Va be che son nasu ul dì de Pasquetta... ma la mia marna la pudeva no ciamam... Gaspare?... O Baldassarre?... Putost che nient, Melchiorre... Almen s'eri un Re Magen... In­veci no... Epifanio!

Rosa             Se proprio non ti piace, possiamo tentare un di­minutivo...

Epifanio        Un diminutivo?...

Rosa             Per esempio... Epi...

Epifanio        Epi?... Epi... (prova a chiamarsi) Epiiiii!... Ruseta, te me ciapaa per un can?... Epi, passa a cucia!... No, no Ruseta, adess che semm vece fem no di cam-biament... Tegnemm l'Epifanio che uramai gh'emm fa l'uregia (si odono dei passi).

Rosa             Arriva!

Epifanio        Mi vu de là, i ragiunier i me interesenn no... (esce di corsa).

Rosa             (sbircia dalla tendina ma subito si ritrae corren­do dove è uscito Epifanio con un grido soffocato tap­pandosi la bocca) Epifanio, aiuto!

Epifanio        (ricompare) Se ghé?

Rosa             (fa cenno di guardare dalla finestra).

Epifanio        (guarda e si ritrae) Oh santa pulenta, propi cume n'di rumanz del Grand-Hotel!

Silvia            (si affaccia timidamente, ha l'aspetto triste e spaventato) Mi scusi, signora Rosa...

Epifanio        (superata la sorpresa iniziale si precipita per farla entrare) Signora Silvia, che sorpresa... entri pre­sto! Silvia No, non voglio entrare.

Rosa             Entri, entri presto!

Silvia            Dovrei vedere subito mio marito.

Rosa             Adesso entri, su svelta!... Non stia lì in corri­doio!

Epifanio        Venga dentro signora, lì c'è corrente! (Rie­scono a trascinarla dentro. I due a turno sbirciano dalla tendina per paura di vedere comparire Ilario).

Silvia            Volevo solo sapere... se mio marito è in casa. Rosa e Epifanio (insieme) No, non è in casa!

Silvia            (si siede scoraggiata) Oh, Dio mio! Avevo tanto sperato che ci fosse!... Non sa quand'è uscito?

Rosa             Mah... ieri sera mi sembra.

Silvia            (sorpresa) E non è ancora rientrato!... Strano, non ha mai passato la notte fuori... forse non sta be­ne.

Rosa             No, no, suo marito sta benissimo, non si preoc­cupi!

Silvia            Lei lo ha visto?

Rosa             Sì.

Silvia            E non le è sembrato... strano... agitato... stra­volto?

Rosa             Le posso assicurare che suo marito gode ottima salute... fin troppa!... A differenza di lei... Lei sì che è stravolta... si vede che non sta bene... posso offrirle qualcosa di caldo?

Silvia            No, grazie.

Rosa             Un goccio di cognac?

Epifanio        (sempre di guardia alla finestra) Dach un cicin de whisky che ghe pasa tuscos!

Silvia            No, grazie Epifanio, come se l'avessi preso (si alza). Tornerò più tardi, scusate...

Rosa             E no, cara signora, di qui non si può uscire!

Silvia            (sorpresa) Perché?

Rosa             (correggendosi) Beh... sa... perché... perché lei non sta bene... non può uscire in queste condizioni... Adesso stia qui... si riposi... poi, quando suo marito sarà rientrato... e sarà... si insomma... dopo... potrà andare da suo marito.

Silvia            No, no, non voglio disturbare proprio oggi che è domenica, il vostro giorno di riposo...

Rosa             Lei non disturba affatto, cara signora (si odono dei passi). Si sieda, stia calma... (cerca di intromet­tersi fra Silvia e la finestra). Tira la tenda Epifanio che è domenica!

Epifanio        (esegue dopo essersi assicurato che Ilario sia passato davanti).

Rosa             (ha visto Ilario e tira un sospiro di sollievo) Ma stia calma, cara signora, non è successo niente!

Silvia            Ho sentito dei passi... forse era lui che rientra­va.

Epifanio        No no, non era lui... non... non ho visto chi era... Anzi, non è passato nessuno, vero Rosetta?

Rosa             (candidamente) Io non ho nemmeno fatto caso. Epifanio Ma no, ghe pasà nisun, ma propi nisun! Silvia (li guarda incuriosita). Rosa Ma stia tranquilla, signora, sembra sulle spine!

Silvia            SONO sulle spine. Devo vedere Ilario al più presto, devo parlargli!

Rosa             Sarebbe stato più prudente avvisarlo del suo ar­rivo con una telefonata... sa... non si sa mai.

Silvia            Ma Ilario non esce mai!

Rosa             E cara signora, a volte non occorre uscire...

Epifanio        Servizio a domicìlio!

Silvia            Mi sembrate tanto strani...

Rosa             Che idea!

Epifanio        Ma se ghe ven in ment!

Silvia            (li guarda sospettosa) Voi mi avete detto una bugia!

Rosa             Noi?

Epifanio        Ma cussè la dis adess?

Silvia            (si alza decisa) Vado io a vedere se mio marito è in casa!

Rosa             Per l'amor del cielo no!... Non vada su!

Silvia            Perché?

Rosa             Perché... perché no!

Silvia            Allora, mio marito è in casa!

Rosa             Beh, si è in casa... però lei non può salire... perché... è occupato!

Silvia            Occupato?... A fare che?

Rosa             Occupato a... a...

Epifanio        (facendo le corna) E sì... è occupato!

Silvia            Signora Rosa, perché vuole impedirmi di salire in casa mia?

Rosa             Come faccio a dirglielo?

Silvia            (allarmata) Mio marito sta male!... sta morendo... ed è solo!

Rosa             Suo marito non sta morendo...

Epifanio        ...e non è neanche solo...

Silvia            Non è solo?... Chi c'è con lui?

Rosa             ...Una donna.

Silvia            Una donna!... Siete sicuri che sia una donna?

Epifanio        Sì, sì, per quello non ci sono dubbi.

Silvia            Ma non può essere!... Ilario non mi ha mai fatto una cosa del genere!... Non ci credo!... Non ci cre­do!... Non posso crederlo!... Una donna!... Una... (non riesce a crederlo) Ma voi, siete proprio sicuri che si tratta di... un'amante?

Epifanio        Mia moglie dice di aver visto...

Silvia            Cosa ha visto?

Rosa             (con un profondo sospiro) Ieri la teneva nascosta in camera da letto... Lui... era tutto sbottonato, stra­volto... Non ha voluto che pulissi; mi ha liquidata in fretta e furia, per ben tre volte... perché doveva fare un lavoretto urgente... di là!

Epifanio        Urgente!

Silvia            Incredibile!... Mentre io ero fuori...

Rosa             Per motivi dì salute!...

Silvia            Si è bell'e consolato!.., Ha detto che ieri c'era... L'ha vista?

Rosa             Ieri c'era, però non l'ho vista... Oggi è tornata e l'ho anche vista... L'abbiamo vista tutti e due!

Silvia            Com'è?

Rosa             Uh, se la vedesse signora... Che prepotenza!

Epifanio        Ah, sì, è molto disinvolta... elegantissima... fa colpo ecco!

Rosa             È una strega! Epifanio È al bacio! Rosa Epifanio! Epifanio Ma se l'è vera!

Silvia            (la gelosia le ha fatto dimenticare il motivo che l'ha indotta a tornare ed ora è fermamente decisa a riprendersi il marito, che considera ancora suo) Ah, è così?... Bene!... Adesso dovranno fare i conti con me!

Epifanio        Chi ven fora quaicoss de gross! Rosa Cosa vuole fare?

Silvia            Se avessi le chiavi... potrei entrare all'improv­viso e sorprenderli in flagrante... Mi piacerebbe ve­dere la faccia di quella strega!

Rosa             (prende le chiavi del ragioniere).

Epifanio        (piano a Rosa) Daghei no, meti via!

Rosa             Lascia fare a me... Ecco le chiavi di casa sua...

Silvia            Me le dia!... Vado di sopra e faccio un macello!

Epifanio        Oh, pora mi!

Rosa             E io le do una mano!... Meglio essere armate… (prende la scopa) Non si sa mai...

Silvia            Io, a quella spudorata le faccio un occhio nero!

Rosa             E fa proprio bene signora Silvia, così quella se lo ricorderà per un pezzo e imparerà a sue spese che i mariti delle altre sono come le ortiche: a toccarli pungono!

Silvia            ...Un momento, e se non li colgo in flagrante?... Lui mi può anche dire che è... una che vende sapo­nette.

Rosa             Già, tu Epifanio che ne dici?

Epifanio        Mi disi che ch'eia là, de saunett na vend no. Altro non posso dire.

Rosa             Facciamo così... Io salgo per prima, con una scu­sa qualunque, osservo ben bene quello che fanno... e quando è il momento buono le faccio un cenno lei entra e giù botte da orbi!

Silvia            Mmm... se m'arriva fra le mani l'ammazzo! Rosa Piuttosto, si sente in forma?

Silvia            Non tanto... mi ci vorrebbe qualcosa che mi tiri su un po'.

Epifanio        Whisky... ci vuole dell'whisky... quello sì che tira su! (si affretta a prendere bottiglia e bic­chiere).

Silvia            Proprio questo che ci voleva. (beve).

Rosa             Brava!... In questi casi ci vogliono le maniere forti... Gliele suoni!... Gliele suoni di santa ragione, è un suo diritto. Se lei farà le cose per bene, quella, i mariti degli altri li lascerà stare... per tutta la vita, mi creda! Sa cosa le dico?... S. Antonio e S. Mi­chele proteggono sempre chi sta dalla parte della ra­gione, andiamo... (sì volta prima di uscire) Che ne dici, Epifanio?

Epifanio        Io faccio l'arbitro! (le donne escono ed Epifanio si siede) Però lo faccio qui l'arbitro, fumando la pipa...

(Cala il sipario per il cambiamento di scena).


Secondo quadro: stessa scena del primo e secondo at­to. Tinello in casa di Ilario. Edwige passeggia nervosa­mente, fuma, si siede poi si rimette a passeggiare sem­pre più seccata guardando ogni tanto la porta e l''oro­logio.

Ilario            (entra di corsa col fiato grosso come se avesse fatto le scale di corsa) Buongiorno, signorina, mi scu­si se l'ho fatta aspettare...

Edwige         (lo aggredisce con sgarbo) Certo che mi ha fatto aspettare!... E anche troppo per il mio carat­tere!

Ilario            (sorpreso e accomodante) Sono uscito poco fa, ero in pizzeria a mangiare un boccone...

Edwige         (sprezzante) Voi non pensate che a mangia­re!... Le sembra così importante il nutrimento?... In una giornata come questa?... In un mondo come il nostro?...

Ilario            (convinto) Sì, signorina, per me, oggi, era la cosa più importante.

Edwige         Mentre fuori da queste mura succedono... vere tragedie... lei va tranquillamente a mangiare in piz­zeria!

Ilario            A stomaco vuoto è difficile pensare alla fame nel mondo.

Edwige         E a stomaco pieno?

Ilario            A stomaco pieno... la si dimentica completa­mente.

Edwige         Tutti uguali!... Egoisti, incoscienti, superfi­ciali!...

Ilario            (un po' seccato) D'accordo, signorina, esiste il terzo mondo, gli handicappati, i disoccupati, gli stu­denti bocciati... avanti, cosa mi deve vendere per aiu­tarli?... Cerotti?... Deodoranti?... Saponette? (leva il portafoglio) Purché si sbrighi!

Edwige         Io non vendo proprio niente per il terzo mon­do!... E non ho nessunissima intenzione di andarmene così in fretta come lei crede!

Ilario            Allora mi dica perché è qui in casa mia...

Edwige         Per fare una lunga chiacchierata con lei!

Ilario            E come mai ha scelto me?... Uno sconosciuto?

Edwige         Sconosciuto non tanto... Ilario Rovera, Ragio­niere...

Ilario            L'avrà letto sulla targhetta della porta.

Edwige         Sua moglie... Silvia Fiorina...

Ilario            L'avrà letto sulla cassetta delle lettere...

Edwige         ...Segretaria nella ditta R.E.V.I.L. del com-mendator Fornari!

Ilario            (meravigliato) ...E questo dove l'ha letto?

Edwige         Da nessuna parte... Informazioni... fornite da persona competente in materia!

Ilario            La portinaia!

Edwige         Proprio, ma non la sua, la mia...

Ilario            Ah!

Edwige         Caro ragioniere, è l'unico ufficio informazioni perfettamente funzionante... lì non esiste burocrazia: dati esatti forniti sui due piedi!

Ilario            E... a che le servono questi dati?

Edwige         A rintracciare sua moglie!

Ilario            Non è rintracciabile!... non c'è, è fuori.

Edwige         (irata) Certo che è fuori!... Quello lo so anch'io!

Ilario            E allora perché viene a cercarla qui!

Edwige         Perché qui sta ritornando.

Ilario            Ah, sì?... E lei come fa a saperlo?

Edwige         (le si para di fronte, poi di profilo) Proprio non mi riconosce?

Ilario            Mai vista.

Edwige         (cambia posa) Non le ricordo proprio nessuno?

Ilario            No davvero.

Edwige         Sono la cantante Edwige Makallé!

Ilario            (fa un sobbalzo) Oddio!... È tornata la Makallé!

Edwige         Sono tornata un'ora fa, da Roma, in aereo... e sa chi ho trovato in casa mia?

Ilario            (vorrebbe scomparire) Lo so... lo so!

Edwige         L'ho buttata fuori!... Lei e le sue valìge!... E meno male che il commendatore mi ha fermata altri­menti, sua moglie, avrebbe passato un brutto quarto d'ora!... E non è ancora detto che lo abbia evitato!

Ilario            Intenderebbe aspettarla qui per dirle ciò che merita?

Edwige         Per DARLE... ciò che merita! (accenna a una sberla).

Ilario            (si ritira nelle spalle).

Edwige         ...E non cerchi di difenderla perché ho tutte le mie buone ragioni!

Ilario            Sono d'accordo con lei... tutte le ragioni!... (con­fidenziale) Davvero mia moglie sta tornando da me?... Chi gliel'ha detto?

Edwige         Il servizio informazioni... l'ha seguita alla fer­mata del tram... Io ho preso il taxi, volevo arrivare prima... (guarda Bario che di colpo è diventato alle­gro) Ma sa che lei è strano. Prima lascia andar via la moglie... ora è felice perché sta tornando... Ma cos'è lei, un cornuto contento?

Ilario            Che ne sa lei di quello che sono io... (sospira pensieroso poi risponde un tantino seccato) E poi, non sono tenuto a manifestare il mio stato d'animo alla prima persona che incontro!

Edwige         Già... (un po' rabbonita) Mi scusi se l'ho ag­gredita così quand'è entrato... Si rende conto del mio stato d'animo?

Ilario            È tale quale al mio.

Edwige         Però lei sa controllarsi... sa aspettare... Io in­vece devo agire, devo parlare... soprattutto parlare... mi dà coraggio!

Ilario            E coraggio allora, parli pure.

Edwige         Il commendatore non è mio marito, lo conobbi un anno fa nel Night-Club dove cantavo. La moglie lo aveva appena lasciato per uno più giovane, si sen­tiva uno straccio. Lo champagne e qualche donnina gli ridavano momentaneamente l'allegria ma non ap­pena rimaneva solo ripiombava nella sua tristezza. Sentivo per lui una strana tenerezza... e tanta pena. Mi ci volle poco per diventare sua amica. Lo strap­pai a quella vita e lo riportai alla sua attività, una ditta bene avviata... Diventammo inseparabili.

Ilario            Certo, il commendatore è molto ricco, sarebbe stata una sciocca a lasciar perdere quell'occasione d'oro.

Edwige         Ecco che lei si sbaglia giudicandomi... Sappia ragioniere, che proprio in quei giorni, una famosa casa discografica mi fece firmare il mio primo con­tratto importante, ho inciso parecchi dischi, e poi, una tournée di due mesi nelle maggiori città italiane. L'avevo tanto sognato!... Anche quella era un'occa­sione d'oro!

Ilario            Ma lei naturalmente smise di cantare...

Edwige         Al contrario, continuai contro la sua volontà. Non riuscivo a sacrificare la mia passione proprio quando la fortuna si era messa dalla mia parte, e... inconscientemente partii per la tourné... Ma, ieri, te­lefonando a casa, mi rispose una voce di donna.

Ilario            Mia moglie.

Edwige         Allora ho capito... Sono partita immediata­mente, mandando a monte il contratto, infischiandomi di tutte le grane che ne verranno.

Ilario            E ora, che succederà?

Edwige         Il commendatore è disposto a pagare ogni co­sa, purché io rimanga vicino a lui.

Ilario            Tanto lì, di soldi ce n'è a palate!

Edwige         La mia carriera mi avrebbe dato ricchezza e celebrità, ma io l'abbandono per lui, sono la sua don­na!

Ilario            E le mogli degli altri che si porta in casa durante le sue assenze?

Edwige         È stato solo un trabocchetto per farmi tor­nare!

Ilario            Da come ne è convinta è perfino commovente.

Edwige         (con forza) Ma è vero!... Perché l'avrebbe ob­bligata a rispondere alla mia telefonata?... E sapeva che ero io, stessa ora, ogni giorno... Perché l'ha fatta dormire nella camera degli ospiti? Senza nemmeno disfare le valige?... La cameriera mi ha detto tutto... anche la portinaia!... E la cosa più importante è la frase che mi ha detto vedendomi tornare con un dia­volo per capello... « Questa volta ci sono riusci­to!... » Ed era vero, l'amore è più importante della celebrità!

Ilario            La sua può essere solo un'illusione... eppure, è tanto bello crederlo!

Edwige         (con passione) Non è un'illusione, è tutto ve­ro!... Anche sua moglie sta tornando da lei, se non l'amasse non tornerebbe certo qui!

Ilario            E io l'accoglierò a braccia aperte... Come il figliuol prodigo. Ne sono troppo innamorato, sono pron­to a perdonarle ogni cosa.

Edwige         Ma io no, però!... E gliela farò pagare... Che diritto aveva lei di prendere il mio posto?... Lei che ha già un marito!... Come vorrei averla fra le mani per stritolarla!

Ilario            (Si illumina. Mentre Edwige esprime il proprio risentimento alle sue spalle e non può vederlo in vi­so) Certo!... (sospira) Però... (deciso) Tutto somma­to... Altro che veleno!... (malizioso) Ottima soluzio­ne...

Edwige         (sempre nervosa) Beh, adesso non stia a preoc­cuparsi... Cercherò di controllarmi... per merito suo.

Ilario            No, no... Lei non deve controllarsi per nulla... è pericoloso! Se gliela lascia passare liscia... la pros­sima volta?...

Edwige         Pensa che ci può essere una prossima volta?

Ilario            Che ne sappiamo noi... Lavora alle sue dipen­denze...

Edwige         La licenzio!

Ilario            Non risolve nulla, si possono incontrare... per caso... Bisogna provvedere subito!

Edwige         Ma io cercavo di trattenermi per riguardo ver­so di lei...

Ilario            Lasci perdere i riguardi... Una tenta di soffiarle il suo uomo? Coraggio, proceda come le suggerisce il suo orgoglio ferito!

Edwige         Guardi, che se devo ascoltare il mìo orgoglio ferito, per sua moglie saranno guai seri!

Ilario            L'ha voluto lei!

Edwige         (tentenna) Se dovesse tornare pentita?... Se vedendomi mi dovesse chiedere perdono in ginoc­chio?

Ilario            Io credo di no! (campanello) È lei!... (si prepara a riceverla) Avanti!

Rosa             (entra guardinga, appoggia la scopa di nascosto in anticamera) Ragioniere, mi scusi, devo aver dimen­ticato la scopa in casa sua da qualche parte...

Ilario            Ah, è lei?... Prego, la cerchi e se la prenda.

Rosa             (finge di cercare, mentre tiene d'occhio i due) Ma, non capisco, di solito la metto qui... forse è di là...

Edwige         (leva una sigaretta e non trova l'accendisigari) Ha del fuoco?

Ilario            Prego! (si avvicina e le fa accendere).

Rosa             (svelta corre alla porta e fa un cenno a Silvia).

Silvia            (entra di corsa fermandosi sul fondo a guardare la scena) Ti ho presa in fallo, sgualdrinella, ruba ma­riti! (fa per avventarsi su Edwige che è seminascosta da Ilario).

Edwige         (si scosta da Ilario, sorpresa) Rubamariti!?... E sei proprio tu che lo dici a me?

Silvia            (rimane folgorata dalla sorpresa e indietreggia spaventata).

Rosa             (le allunga la scopa) Forza, coraggio!

Silvia            Lei!... Ilario, aiuto!

Edwige         (prende al volo la scopa dalle mani di Rosa) Te lo do' io il rubamariti! (la rincorre).

Silvia            Ilario, mi picchia!

Ilario            (si trova fra le due donne e prontamente cede il passo a Edwige, levandogli però di mano la scopa) Prego, signorina... Silvia, scappa!... (guarda la sco­pa) Questa non è regolare.

Edwige         (sempre rincorrendola) Adesso te la faccio pa­gare!

Silvia            Aiuto mi ammazza! (si rifugia in camera da let­to inseguita da Edwige).

Edwige         Brutta scimmia, se ti prendo… (da questo mo­mento si udranno rumori vari della lotta fra le due donne accompagnati da urli).

Rosa             (che era rimasta a guardare senza capire) Ma, ra­gioniere... sua moglie!...

Ilario            Calma e sangue freddo!

Rosa             Qui bisogna fare qualcosa! (si avvicina alla porta della camera).

Ilario            Subito!... (si pone sulla soglia e non le permette di entrare) Di qui non si passa! (segue i rumori mi-mando come se seguisse un incontro di boxe, sbir­ciando ogni tanto dalla fessura) Bene! Brava!... Ahi!... Ahi!... Forza!

Rosa             Ragioniere, quella picchia sul serio!

Ilario            Appunto... Dai!... Brava!

Rosa             Ma le fa male!

Ilario            Al contrario... le fa bene!

Rosa             Sua moglie ha il mal di cuore!

Ilario            Questa è la cura che ci vuole per certi disturbi di cuore...

Rosa             Quelle rompono tutto!

Ilario            Combattimento ad armi pari... un intervento non sarebbe regolare (dalla porta semiaperta arriva la parrucca o la borsetta) O Dio, ecco il primo pezzo!

Rosa             (rumore di vetri rotti) L'ha fatta volare dalla finestra!

Ilario            (ascolta allarmato tutto silenzio) Son volate tut­te e due! (cautamente apre la porta e dopo aver guar­dato fa un sospiro di sollievo) Tutto regolare!

Edwige         (compare sulla porta, è in disordine ma senza ammaccature) Chi ha visto la mia parrucca (o la mia borsetta?)

Ilario            Eccola signorina. (gliela porge)

Edwige         Grazie, ora sto molto meglio, la saluto, ragio­niere!

Ilario            (premuroso) Non vorrà andarsene così, tutta in disordine?... Prego, si accomodi in bagno.

Edwige         Grazie. (entra in bagno).

Rosa             (guarda Ilario, esterrefatta) Ragioniere, io non capisco!

Ilario            Non importa... Ora può entrare, se vuole... e... se è a pezzi, me la rimetta insieme, grazie.

Rosa             Incredibile! (entra in camera).

Ilario            (con aria soddisfatta guarda all'interno) No, è ancora tutta intiera.

Edwige         (ricompare quasi in ordine) Ecco fatto. (si dà gli ultimi ritocchi davanti allo specchio dell'antica­mera) Gliel'avevo detto sì o no che non avrei scher­zato?,..

Ilario            Esattamente come previsto!... Anzi, la ringrazio per la mano d'opera!

Edwige         (ridendo) Che dritto, ragioniere!... Mentre io mi spellavo le unghie lei s'è goduto lo spettacolo gra-tis!... (Lo considera sorridendo poi sospira con no­stalgia) Che sciocca sua moglie a cercare altrove ciò che già possiede!... E con tanto di firma in Chiesa!... (si appresta ad uscire) E, c'è pure chi, come me, che difende con le unghie e coi denti, ciò che non possie-derà mai... e che sogna tanto di avere!... Che comica la vita!

Ilario            Chi ha il pane non ha i denti.

Edwige         Mi dia retta, ragioniere, non se la lasci più scappare!... Quando succedono queste cose... la colpa è sempre di tutti e due!... Addio (esce).

Silvia            (compare singhiozzando sulla soglia della camera da letto, sorretta da Rosa, È tutta piena di grafi ed ha un occhio nero) Ilario!... Ih!... Ih!... Ih!...

Ilario            (la fa sedere amorevolmente sul divano) Silvia cara!... Come sei spettinata! Rosa Spettinata!... È a pezzi!... Ha del disinfettante?

Ilario            No.

Rosa             Vado giù a prenderlo (esce).

Ilario            (molto affettuoso) Cara, ti fa molto male?

Silvia            (con dispetto) Sei un mascalzone!

Ilario            Perché?

Silvia            Hai lasciato che mi picchiasse, senza intervenire!

Ilario            Sarei intervenuto molto volentieri... ma io sono un uomo... ho le mani pesanti... e per te sarebbe stato ancor peggio!

Silvia            Guarda come mi ha conciata! Ih!... Ih!... Ih!...

Ilario            Il braccio!

Silvia            Non posso più stenderlo... Ohi!

Ilario            La gamba!

Silvia            Non posso appoggiarla! Ohi!... Ohi!...

Ilario            (spaventandola di proposito) Che occhio nero!

Silvia            (terrorizzata) Un occhio nero!... Sono cieca, in­ferma, invalida!

Ilario            (si avvicina al telefono fingendosi severo) Ora chiamo la Croce Rossa e ti faccio portare all'ospedale.

Silvia            (lo segue zoppicando) No, non voglio andare al­l'ospedale, voglio restare qui in casa mia, fammi gua­rire qui, ti prego!

Ilario            Non potrai mai guarire in una casa che non ti piace... e con un marito che non ami.

Silvia            Guarirò, vedrai... questa casa è tanto bella... e c'è un marito che mi ama!

Ilario            ...E che ami?

Silvia            Sì, sì, sì!... Non ho più nessun diritto di dirlo... ma è la verità... Non mandarmi via... Ti amo!

Ilario            Stai tranquilla, cara... Vedi?... Tu avevi tutto... ma... volevi la luna... Hai cercato di prenderla... e hai trovato tutt'altro.

Silvia            Sì, è vero.

Ilario            Me lo dici cos'hai trovato al posto della luna?

Silvia            No, non te lo dico, ho tanta vergogna! (piange appoggiando la testa sulla spalla di lui).

Ilario            Spero che queste lacrime servano a farti matu­rare... perché sei mia moglie... e io ti amo con tutti i tuoi difetti... Del resto, anch'io non sono perfetto.

Silvia            Tu sei perfetto, lo so, non saresti capace di ucci­dere una mosca.

Ilario            (si alza per nascondere il suo turbamento) Ucci­dere una mosca?... Sette... e due nove... e due undi­ci... e mezzo!... Altro che mosche!

Silvia            (intenta ad appoggiare la gamba) Guarda, Ilario, posso appoggiare la gamba, non mi fa più male. An­che il braccio, lo posso stendere!... Sono guarita!... Tu sei un Angelo!... Sei un Santo!

Ilario            Sì, San Michele!

Silvia            San Michele Arcangelo!

Ilario            Sono soltanto un uomo che ti ha sposato per amore... e che ora si preoccupa per quest'occhio... un po' troppo nero...

Rosa             (entra seguita da Epifanio) Eccomi, presto si met­ta a sedere, bisogna disinfettare!

Epifanio        Pora sciura, cume l'è cunsciada!

Rosa             (mentre disinfetta) Brutta impertinente!... Do­mando io, che maniere!

Epifanio        Voren cumandà in cà di al ter!

Rosa             E con che prepotenza!

Ilario            Però l'ha avuta una bella lezione, vero Silvia?

Silvia            (mugola).

Ilario            E se la meritava proprio, vero Silvia?

Silvia            (c.s.).

Rosa             (poco convinta) Chi se la meritava?

Ilario            (accenna a quella che è uscita) Lei!

Rosa             Quella là?

Ilario            Certo!

(Silvia e Rosa lo guardano a bocca spalancata senza capire).

Epifanio        Insuma, se po' savé chi l'è chi a ciapaa?

Rosa             (accenna a Silvia) Lei!

Ilario            (pronto) Quell'altra, e mia moglie gliele ha suo­nate!

Rosa             Mah!...

Ilario            Certo che quella si difendeva bene, giustissimo, uno si deve saper difendere!... Io ho lasciato che si sbrigassero da sole perché sono un gentiluomo... una donna non si picchia, neppure con un fiore!

(Silvia e Rosa, c.s.).

Epifanio        (al colmo della sorpresa) Io invece, pensavo che... (alla moglie) Ti, Rusetta, ste me dì?

Ilario            Glielo racconti, signora Rosa, che incontro emo­zionante, sembrava di essere al pala2zetto dello sport!

Rosa             Ma... sua moglie...

Ilario            Ha visto che pugni che tirava?... (descrive a modo suo esagenrando nei particolari) Prima l'ha bloccata qui, poi dietro al divano... Quella là non sa­peva più dove nascondersi... Ha tentato sotto il ta­volo, ma mia moglie l'ha subito stanata e allora s'è rifugiata in camera da letto...

Rosa             (non ancora convinta) Quella là...

Ilario            E mia moglie dietro!...

Rosa             Però… dentro... sua moglie...

Ilario            Oramai era in vantaggio... Per poco non la fa volare dalla finestra!... Brava Silvia! Silvia (lo guarda esterrefatta).

Epifanio        (mostra d'aver capito il gioco di Ilario e sor­ride ironico).

Rosa             Ha visto lei?

Ilario            Ho visto sì... ero vicino alla porta!... Lei non ha potuto vedere perché era là... Non è vero?

Rosa             Sì, sì... è vero... però...

Epifanio        La mia miee la m'a cuntà un sacc de bali!

Ilario            Oh, capisco benissimo il motivo... voleva difen­dermi... Non voleva che si sapesse!... Lo so, sono cose che non stanno bene e lei da brava portinaia cercava di nascondere... Ma non è giusto che ci vada di mezzo mia moglie... Io ho sbagliato... lo ammetto, mi ero incapricciato... e quella veniva qui con ogni scusa... Una bella ragazza così... Lei mi capisce, vero Epifanio?

Epifanio        Orca boia se la capisco!... O bel e capì tu-scos.

Ilario            Ma mia moglie ha mangiato la foglia, si è fatta passare il mal di cuore... (alla moglie) Vero, cara, che non l'hai più il mal di cuore?

Silvia            (ancora frastornata) No, no non ce l'ho più: sono guarita!

Ilario            Senza pericolo di ricadute, vero, cara?

Silvia            Ne sono sicurissima!

Ilario            Cara la mia Silvietta... con l'occhio tutto nero!

Epifanio        L'è diventàa puse negher ancamò.

Rosa             Deve aver preso una botta!

Ilario            Ora andiamo al pronto soccorso.

Silvia            Ma, è proprio necessario?

Rosa             Non le fanno mica male, neh?

Ilario            (le mette un golfino sulle spalle) ...E dopo che ti hanno medicato l'occhio... ce ne andiamo insieme, noi due soli, in una di quelle trattorie dì campagna... dove cucinano le rane... le lumache...

Epifanio        Due ghé chi bei pergulaa...

Ilario            Mangiamo e beviamo allegramente... fino a sta­sera... Festeggiamo... quello che c'è da festeggiare!

Silvia            (si lascia prendere dall'allegria del marito) Be­viamo anche dello champagne?

Ilario            Anche quello beviamo!

Silvia            E l'occhio nero?... Io mi vergogno... la gente che mi vede cosa dirà?

Epifanio        Sciura Silvia, la lasa pur ch'el mund el disa... Mi ho bel e capì ch'el so mari el ghe vor un gran ben... però, la ghe staga visin perché i omen inn ba-loss, ma tant baloss... tant balosss! (scambia con Ila­rio una strizzatina d'occhi).

Rosa             (le mette in mano la borsetta e la riordina un po') Vada, signora, oggi è una bella giornata, le farà bene al cuore..,

Ilario            Appoggiati a me, non aver paura, così... (a brac­cetto escono).

Epifanio        (rimasti soli) Cara la mia Rosetta... te l'avevi di mi che te ciapavett un bel gamber?

Rosa             Perché?

Epifanio        Eeeee... se non l'hai capito è inutile che ti spieghi!

Rosa             È inutile spiegare, ho già capito tutto... Il ragio­niere aveva l'amante... sua moglie, dietro mio consi­glio è piombata in casa all'improvviso...

Epifanio        ...e l'a ciapà su un sacc de botti... Come me lo spieghi?

Rosa             Chi le ha prese è stata l'altra!

Epifanio        Ch'eia ch'o incuntraa mi su la scala?... Che la gaveva gnanca una sgrafignada?

Rosa             Io ero presente al fatto!

Epifanio        Però te vist un bel nient cume al solit.

Rosa             Eppure sono certa che chi le ha prese...

Epifanio        Chi le ha prese ora se li gratta... Rosetta... tu capisci che...

Rosa             E invece no, una cosa non la capisco... Come ha fatto la signora Silvia a guarire così in fretta... Devo indagare al più presto...

Epifanio        Rusetta, perché te fet no cume mi?... (serio) Sera, ragioniere!... Giorno, professore!... E niente confidensa con gli inquilini!

Rosa             Proprio con nessuno?

Epifanio        Garantito!

Rosa             Allora, d'ora in avanti, quando incontri la bella terroncina... (seria) Sera, Cuncé!

Epifanio        Senza dach nanca un pizzigott?

Rosa             Niente pizzicotti!

Epifanio        Gelosia?

Rosa             Ma va là!

Epifanio        Amore?

Rosa             Uffa! (per darsi un contegno va a prendere la scopa).

Epifanio        Vedi, Rosetta, niente succede così per caso... Ghe semper una mola che fa scatà... il dispositivo delle varie situazioni... Se la Concetta la cuntinua imperterrita a fa una floeu una volta a Fann... è l’amore... Se'l ragiunatt e la sua miee, tachen lit per gelusia... è l'amore... E se volano sberlotti e sganas­soni, senza sapere di preciso... chi l'è chi a da via e chi l'è chi a ciapa su... è sempre e solo per amore.

Rosa             (guarda ammirata il marito e vorrebbe dire chissà cosa) Oh, Epifanio!

Epifanio        (le circonda le spalle col braccio) Sì, Rosetta, Rosina, Rosamunda, Rosadoro... sempre e solo l'amore! (leva la pipa dal taschino e se la mette beata­mente in bocca).

F I N E