L’amore fa fare questo e altro

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Commedia in tre atti

di Achille Campanile

Giulio Einaudi Editore - Torino

PERSONAGGI

Leonora, diciotto anni, figlia di Alvaredo

Battilocchio, professore di latino

Alvaredo, marito separato di Rosalinda

Capperino, segretario di Alvaredo

Isabella, cameriera in casa di Alvaredo

Cadetto, undici anni, figlio di Alvaredo

Il Bandito Terrore

Gertrude, governante di Rosalinda

Rosalinda, moglie separata di Alvaredo

Il Gendarme

Il Giudice

Il Pubblico Ministero

Il Carceriere

Il Boia

Il Bandito Preoccupazione

Un Contadino

L'Asino

Il Fungo

Il Serpente a Sonagli

Le Cameriere dell'Eremita

L'Eremita

Contadini, contadine, ecc.

Rappresentata la prima volta il 17 ottobre 1930, al Teatro Manzoni di Milano, dalla Compagnia diretta da Guido Salvini. Interpreti principali: Giuditta Rissone, A-melia Chellini, Giulio Donadio, Vittorio De Sica, Umberto Melnati, Checco Risso­ne, Stefano Sibaldi, Antonio Pierfederici.


ATTO PRIMO

quadro primo    La strada

Una strada con case che, a causa della lontananza, si vedono a grandezza d'uomo.

SCENA UNICA

Leonora e Battilocchio.

leonora      (a destra; tra sé) Da mezz'ora questo giovane mi se­gue, ma non si decide a rivolgermi la parola. Peccato! Egli non mi dispiace e, benché io sia una signorina di buona famiglia, non sarei aliena dall'accettare la sua corte. Converrà incorag­giarlo.

battilocchio (a sinistra, tra sé) Questo è il momento di pale­sarle l'amor mio. Suvvia, coraggio. (S'avvicina timidamente, si toglie il cappello) Signorina, sono forse troppo ardito, se chiedo di accompagnarla?

leonora      Signore, ci sono stati molti vigliacchi nella vostra fa­miglia?

battilocchio    Mi perdoni, volevo soltanto accompagnarla.

leonora      Oh, sfacciato! Come si permette?

battilocchio    Scusi tanto. (Fa per ritirarsi).

leonora      (trattenendolo per un braccio) No, risponda; come si permette?

battilocchio    Domando scusa, non insisto.

leonora      Ma mi dica: come si permette?

battilocchio    Mi ritiro.

leonora      Non creda di cavarsela così a buon mercato. E rispon­da! (Vezzosa) Come si permette?

battilocchio    Le dirò...                          

leonora    Ma perché star fermi? Camminiamo, intanto.

Fingono di camminare verso destra, sottobraccio, segnando il passo, mentre le case camminano verso sinistra. Durante il dia­logo seguente, si vedon passare, in fondo, case, villini, botte­ghe, chiesette, ecc.

battilocchio    Ella mi permette, nevvero, di esprimerle la mia ammirazione?

leonora    Ma s'immagini!

battilocchio    Allora le dirò che ha degli occhi bellissimi. Il suo sorriso...

leonora    Diamine, che cosa sarà, poi, il mio sorriso?

battilocchio    Un elisire. Nient'altro che un elisire.

Si voltano e fingono, c. s., di camminare verso sinistra, mentre ripassano - da sinistra a destra - le case della scena precedente.

leonora       Ma, per tornare al discorso di poco fa, voi - possiamo darci del voi, ormai, no? -...

battilocchio    Certamente.

leonora       Voi, dunque, dite di amarmi. Ma non sarà, il vostro, un sentimento passeggero?

 battilocchio    Come potete pensarlo, cara?

leonora       E mi amerete sempre?

battilocchio    Sempre.

leonora       Debbo credervi?

battilocchio    Come fare altrimenti?

Si fermano tenendosi alla vita e voltandosi verso il pubblico.. Anche le case si fermano, dopo essersi disposte rapidamente in modo da fare una piazza.

leonora      Ma raramente io posso uscir sola. Oggi è stata un'ec­cezione. Come potremo rivederci?

battilocchio Semplicissimo. Io ho intenzioni serie. Mi pre­senterò a tuo padre e ti chiederò in isposa.

leonora      Per carità! Mio padre è un uomo di vedute pratiche, e non consentirà mai che mi fidanzi con un giovine che non sia un industriale, o un businessman.

battilocchio    Come faremo, dunque, per vederci tutti i giorni?

leonora      Aspetta. Mi viene un'idea. Tu mi hai detto, poco fa, che sei professore. Non mi hai ingannato?

battilocchio Leonora! Come puoi soltanto pensarlo? Sono professore all'università.

leonora       Me lo giuri?

battilocchio    Su quanto ho di più caro.

leonora      Ebbene, so che mio padre ha intenzione di chiamare un professore per il mio fratellino. Potresti venire tu,così ci ve­dremmo tutti i giorni.

battilocchio    Ottima idea. Vengo subito.

leonora      No, va' all'Università ad aspettare una nostra telefona­ta; ora separiamoci perché siamo vicini a casa.

battilocchio Mi raccomando; chiamate il professor Battilocchio, se no viene un altro e non vorrei che ti fidanzassi con lui.

leonora      Sta' tranquillo. A tra poco.

(Finge di camminare, spo­standosi verso destra c. s. [mentre le case c. s.]. Battilocchio finge di seguirla e di restare sempre più indietro, finché egli e-sce a sinistra e lei a destra).

Quel che ti raccomando è di presen­tarti a mio padre disinvolto, moderno, brillante, in modo che egli abbia una buona impressione di te. Se entri nelle sue simpa­tie, tutto va bene.

battilocchio    Lascia fare a me.

leonora      Ricordati: nessuna timidezza! Presentati disinvolto, moderno, brillante. Ciao, a tra poco.

battilocchio A tra poco, amore! (Via a sinistra, mentre Leonora esce a destra).

Le case escono scoprendo la scena del quadro secondo.

quadro secondo    Il giardino d'Alvaredo

Un giardino. A sinistra l'ingresso della casa. In fondo il cancel­lo che da sulla strada.

SCENA PRIMA

Leonora, poi Alvaredo.

leonora      (si ferma al cancello, fa un vezzoso gesto di saluto a Bat­tilocchio, che non si vede, e gli ripete la raccomandazione)   

Disinvolto, moderno, brillante.

(Entra, mentre dalla casa esce Alvaredo)

Ciao, babbo. Ti sei rammentato di chiamare il profes­sore per Carletto?

alvaredo    Non ancora.

leonora       Io credo che sia urgente farlo.

alvaredo    È vero. Altrimenti quel ragazzo cresce troppo. Per favore, fa' venir qui il mio segretario.

leonora      (entra in casa chiamando)    Signor Capperino!

SCENA SECONDA

Alvaredo e Capperino.

capperino   (entra leggero come una farfalla)    Eccomi qua.

alvaredo    Vi ho fatto chiamare, Capperino.

capperino   (sorpreso) Mi ha fatto chiamare? (Come se si ricor­dasse a un tratto) Ah, sì, è vero, mi ha fatto chiamare.

alvaredo    (con gioia maligna)    Forse vi ho disturbato.

capperino   Anzi, m'ha fatto piacere.

alvaredo    (tra sé) Maledizione! (Forte) Forse stavate riordinan­do la libreria.

capperino   No.

alvaredo    Allora credo d'indovinare che eravate occupato a evadere la mia corrispondenza.

capperino   Nemmeno.

alvaredo    Ho capito: stavate mettendo al corrente lo schedario.

capperino   Non facevo proprio nulla.

alvaredo    Ma allora, Capperino, voi rubate lo stipendio.

capperino   Non mi permetterei mai una cosa simile.

alvaredo    Del resto, meglio che non stavate facendo nulla. Mi sarebbe dispiaciuto, sinceramente dispiaciuto, di disturbarvi.

capperino   Sempre ai suoi ordini, signor Alvaredo.

alvaredo    Grazie. Ma se anche v'avessi disturbato, quando sa­prete perché v'ho fatto chiamare, mi perdonerete.

capperino   Sì.

alvaredo    Si tratta di cosa della massima importanza.

capperino   Sì.

alvaredo    Ma la finite d'interrompermi?

capperino    Domando scusa, non parlo più.

alvaredo    Perdonate il mio scatto, Capperino.

capperino    Sì.

alvaredo    Ma la gravità dell'argomento mi rende un po' ner­voso.

capperino    Sì.

alvaredo    Finitela con questo si.                              

capperino   Sì.                                                                  

alvaredo    (lo guarda bieco) Ebbene, vi dirò che ciò che m'ha indotto a disturbarvi è la questione dello studio di mio figlio.

capperino    Carletto.

alvaredo    Precisamente.

capperino   Quel bambino che gira per casa? Ah, lo conosco, lo conosco. Mio ottimo amico, mio eccellente amico. (In tono con­fidenziale e misterioso) L'ho visto nascere.

alvaredo    (allarmato)    Quando?

capperino    Or son dieci anni.

alvaredo    M'avete fatto prendere uno spavento.

capperino    Sì.

alvaredo    Voi sapete che ho la responsabilità di quel ragazzo. Dal giorno che mi sono separato da mia moglie...

capperino    La signora Rosalinda di Beauvillier.

alvaredo    Precisamente.                                                        

capperino    Figlia del marchese di Beauvillier...

alvaredo    Morto in seguito ad un incidente di cavallo...

capperino    ... nel parco del suo castello...

alvaredo    ... or son trent'anni...

capperino    ...senza lasciare testamento...

alvaredo    ... ma un cospicuo patrimonio...

capperino    ...che cattivi amministratori...

alvaredo    ...e l'inesperienza della vedova...

capperino    ... fecero cadere in parte nelle mani dei credi...

alvaredo    ... tori. Ebbene, dal giorno in cui mi sono separato da mia moglie...

capperino    ... la signora Rosalinda di Beauvillier...

alvaredo    Non ricominciamo, adesso.

capperino    Non parlo più.

alvaredo    Dunque, da quel giorno... A proposito, voi sapete perché mi separai da mia moglie.

capperino   Non lo so con precisione ma (strizza l'occhio) me l'immagino. (Fa il segno delle corna sulla fronte) Cornettini.

alvaredo    Nemmeno per sogno e farete bene a non immaginar­vi niente, visto che le vostre immaginazioni sono così sciocche.

capperino   Tanto meglio; del resto, non ci sarebbe stato niente di strano.

alvaredo    Oh, basta, Capperino! Sappiate, e si sappia da tutti, che mi sono separato da mia moglie soltanto per la sua inguari­bile mania del romantico, che l'ha indotta a voler vivere nel ca­stello avito, in mezzo a rozzi montanari e perfino, se volete sa­perlo, a banditi.

capperino   Che mi tocca di sentire.

alvaredo    Sicuro, quella donna è pazza e commette stravagar , alle quali non sono disposto a tener dietro e tanto meno a espor­re mio figlio.

capperino       È giusto.

alvaredo    Cosicché, dopo dieci anni di conflitto fra le mie ve­dute pratiche e la sua concezione assurda d'una vita romantica, un mese fa si è giunti alla rottura e da quel giorno mia moglie è andata a vivere nel castello avito.

capperino    Questo lo so.

alvaredo    Ebbene, da allora ho giurato che quella donna non a-vrebbe mai più rivisto il figlio, che deve vivere con me.

capperino    È stata una ben dura decisione.

alvaredo    Per mia moglie, certo.

capperino    No, per il bambino.

alvaredo    Oh, come vi permettete?

capperino   Volevo dire soltanto che forse, nell'interesse del ra­gazzo, era meglio affidarlo alla madre, che, a parte le sue bizzar­rie, fa una vita esemplare, quasi monastica.

alvaredo    Lo so, ma non m'importa.

capperino   Vive ritiratissima nel castello dei suoi avi, circon­data datole donne e da alberi secolari.

alvaredo    So anche questo, ma non m'interessa affatto. I miei figli non debbono venir su tra montanari.

capperino   Eppure, so che la madre desidera ardentemente di avere Carletto con sé.

alvaredo    Ma come mai siete così bene informato?

capperino    Sono in corrispondenza con Gertrude.

alvared       La vecchia governante di mia moglie?

capperino   Precisamente. Non glielo avevo detto, ma ci siamo fidanzati; sì, dieci anni fa; quell'anno che s'andò tutti a passar l'autunno al castello. È lei che si dichiarò, perché io non avrei avuto mai il coraggio, brutta com'è. così Gertrude mi scrive o-gni tanto e mi tiene al corrente della vita al castello.

SCENA TERZA

Leonora e detti.

                                                                     

leonora      (uscendo di casa senza il cappello) Ebbene, questo pro­fessore? È arrivato?

alvaredo    È vero, avevo dimenticato la ragione per cui vi ho fatto chiamare, Capperino.

capperino    Suo figlio.

alvaredo    Sì, quel ragazzo mi preoccupa.

leonora       Dobbiamo pensare alla sua istruzione.

capperino    Certamente.

alvaredo    Bene. Egli non ha voglia di studiare.

capperino    Ha voglia di scherzare.

alvaredo    No, parlo seriamente.

capperino   Non ha capito. Dicevo che Carletto ha voglia soltan­to di scherzare, di giuocare.

alvaredo    Per l'appunto. Ed è questa singolare tendenza della sua psiche, che io intendo sfruttare ai fini culturali, ai fini, per intenderci, della sua istruzione. Avete capito, ora?

capperino    No.

alvaredo    Non me ne meraviglio. Ma non è il caso di perder tempo in spiegazioni.

leonora       Non ho capito nemmeno io.

alvaredo    Bene, capirete più tardi.

capperino   Lo spero, signore, ma non mi faccio soverchie illu­sioni. Ella sa che la testa mi aiuta poco, da quando ebbi quel malaugurato incidente.

alvaredo    Quale incidente?

capperino    Quella caduta.

leonora      (premurosa) Oh, Capperino, e non ci avete detto nul­la! Quand'è che siete caduto?

capperino   All'età di un anno, signorina. E, da allora, non sono più in grado di ragionare troppo bene. Prima, oh, prima era un'altra cosa.

alvaredo    Oh, povero Capperino! Ma speriamo sia cosa da nulla.

capperino    Speriamo.

leonora      E state attento, un'altra volta. Cercate di non cadere più.

capperino   Sì.

alvaredo    Bene, caro, vi dirò che voglio che mio figlio studi il latino.

capperino    Certamente, le lingue sono necessarie  al giorno d'oggi.

alvaredo    Ma, prima del latino, deve studiare la matematica.

capperino    È naturale, prima il dovere, poi il piacere.

alvaredo    Capperino. Che direste se vi dicessi che ho deciso di prendere per mio figlio un professore?

capperino    Per mille diavoli, è una trovata.

alvaredo    Il mio progetto vi sembrerà anche più luminoso, quando lo conoscerete nei particolari.

capperino    Sono ansioso di udirli.

leonora       Anch'io, babbo.

alvaredo    No; non posso dirvi di più, altrimenti mi rubate l'i­dea per quando avrete un figlio.

capperino    Le pare.

alvaredo    Non mi fido. Intanto occorre che chiamiate un pro­fessore di matematica.

capperino    Un professore! E dove si trova un professore?

alvaredo    Non so proprio.

leonora       Diamine, non vi riconosco più. Dove volete che si tro­vi un professore? In pallone?

capperino    No, certamente, signorina.

leonora       E dunque! Sforzatevi un po' la mente. Si trova, si trova... a...

capperino    A... a... a... a...

leonora      (suggerisce)    All'università.

capperino e alvaredo (ripetono)    All'università!

leonora    Benissimo. Vedete che, con un po' di sforzo, ci siete arrivati. Bisognerebbe chiamare il professor Battilocchio, un celebre professore. Certo lo conoscete di fama.

alvaredo    Capperino, conoscete questo professore?

capperino   Guardi, signor Alvaredo, tutto mi si potrà dire, me­no che io non conosca il professor Battilocchio.

alvaredo    Ma, insomma, l'avete mai sentito nominare?

capperino   Se l'ho sentito nominare? Almeno dieci volte al mi­nuto. Pensi che a casa ho una macchina che m'è costata milioni e dice il nome del professor Battilocchio a rapidità vertiginosa. Quando voglio sentirlo dolcemente, la faccio andar piano e al­lora odo ripetermi come una dolce musica: Battilocchio... Bat­tilocchio...

alvaredo    Ma sapete chi è?

capperino   Non so altro che questo. Ricordo che quando feci l'e­same di laurea, il professore, che voleva favorirmi, mi disse: « Dica quello che sa ». Io dissi: « So chi è il professor Battiloc­chio ». « E dica questo », fece l'esaminatore. Passai a pieni vo­ti. Un'altra volta fui testimonio in un processo. Il giudice mi chiama: « Lei che cosa sa? » « So chi è il professor Battiloc­chio ». « Benone, dica tutto, allora ». Spifferai ogni cosa e l'im­putato fu assolto.

alvaredo    Ma, in conclusione, chi è questo professor Battiloc­chio?

capperino    Mai sentito nominare.

alvaredo    (disgustato) Oh, Capperino, voi non sapete mai nien­te. Siete spoetizzante.

leonora      (a Capperino) Basta, ora da bravo, telefonate all'uni­versità e riferiteci la risposta.

capperino   (telefona)    Pronto? Università? C'è un professore?

leonora      (ansiosa)    Che cosa rispondono?

capperino   Rispondono; quanti ne vogliono. Che debbo dire? Quanti ne vogliamo?

alvaredo    (pensa)    Uno.

leonora       Sì, sì, basta uno.

capperino   (telefona) Ne vogliamo uno. Ma che venga subito. È una cosa urgente. Lo possono mandare subito?

leonora      (ansiosa)    Che dicono?

capperino   Dicono che li c'è a tutte le ore del giorno e della not­te un professore di turno per le chiamate urgenti.

alvaredo    È vero. Ora l'istruzione funziona benissimo. In tutte le università c'è un'automobile pronta a partire con i professo­ri sopra.

capperino   Curioso. Come i pompieri.

alvaredo    Né più né meno. Ma ora, da bravo, dite che venga qua un professore.

capperino   Domandano che cosa vogliamo farne. Che ne vuol fare?

alvaredo    E non lo sapete? Lezioni di matematica.

capperino   (telefona) Lezioni di matematica. Ma subito, ha ca­pito? Che corra! Come? Oh, che contrattempo.

leonora      (c. s.)    Che succede, in nome del cielo?

capperino   Dice che per il momento non c'è un professore di matematica e se va bene lo stesso un professore di latino.

leonora       Certamente.

alvaredo    (pensa)    Ma sì, io ritengo di sì.

capperino   Sì, è vero? (Telefona) Allora si. Come? Battiloc­chio? Benone! Ma che venga immediatamente. È una cosa del­la massima urgenza. Un caso gravissimo. Che corra. Prenda un taxi. Non c'è un minuto da perdere. A Villa Alvaredo.

leonora      (comprimendosi i battiti del cuore)    Che dice?

capperino    Dice: arrivederci. Che gli debbo rispondere?

alvaredo    (pensa) Rispondete: Arrivederci. No, aspettate. (Pen­sa) Rispondete: A ben rivederci. È più appropriato per un pro­fessore.

capperino   (telefona)    Ciao, tesoro. (Toglie la comunicazione).

alvaredo    Oh, Capperino!

capperino    Scusi tanto, mi sono distratto.

alvaredo    (chiama)    Isabella!

SCENA QUARTA

Detti e Isabella.

isabella      (dalla porta di casa)    Comandi.

alvaredo    Vi siete ricordata delle cose che vi avevo detto di comperare?

isabella      Sissignore.

alvaredo    Bene. Porterete tutto nella mia camera. Fra poco ver­rà un professore. Lo farete passare qui.

isabella      Va bene, signore.

SCENA QUINTA

Alvaredo, Capperino e Leonora.

alvaredo    (si stropiccia le mani soddisfatto) Sono contento. È un gran pensiero levato. Ora, vedrete, Capperino, la trovata geniale per far studiare mio figlio, e apprezzerete le mie vedute pratiche. Perché quel ragazzo non è che non capisca; anzi, è molto intelligente.

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leonora       Direi quasi che è precoce. Pensate che a cinque anni scriveva correntemente il suo nome.

capperino   Se è per questo, io sono stato, molto più precoce: a quindici anni scrivevo il nome e il cognome di mio padre...

leonora       A quindici anni, sfido!                                               

capperino    ... sulle cambiali, signorina.               

leonora       Accidenti, che precocità!

isabella      (dalla porta di sinistra, annunzio)    Il professor Battilocchio.

alvaredo    Che passi subito.

(Battilocchio appare sulla porta).

S'accomodi, s'accomodi, signor professore.

leonora (dietro le spalle di Alvaredo e Capperino, con gesti di incoraggiamento)    Disinvolto, moderno, brillante.

SCENA SESTA

Battilocchio e detti.

battilocchio (entra e canta con l'impeto di una stella del Va­rietà)

Io sono il professore di greco e di latin,

insegno a tutte l'ore le regole ai bambin,

son detto anche il terrore di tutti i ragazzin,

ma sono il professore di greco e di latin.

Laureato, diplomato,

son di scienza un pozzo fondo,

l'erudito più profondo

che si sia veduto al mondo.

La grammatica è il mio forte,

sono i verbi dolci spassi,

mi diletto di sintassi,

giorno e notte, notte e dì.

(Intermezzo e giro del professore).

alvaredo    (durante l'intermezzo, piano a Capperino) Capperi­no, che ve ne pare di questo professore?

capperino   (piano) Se vi debbo dire, a me ha fatto un'ottima im­pressione. Mi pare una degna persona, un'austera figura di stu­dioso.

alvaredo    È quello che pensavo anch'io.

battilocchio (intona la seconda strofa c. s.)

Io sono un pedagogo,

di scienza un luminar,

mi reco in ogni luogo

le regole a insegnar,

sui palinsesti sfogo

la brama d'imparar,

ché sono un pedagogo,

di scienza un luminar.

Laureato, diplomato,

son di scienza un pozzo fondo,

l'erudito più profondo

che si sia veduto al mondo.

La grammatica è il mio forte,

sono i verbi dolci spassi,

mi diletto di sintassi

giorno e notte, notte e dì.

alvaredo    Vengo subito al nocciolo della questione, senza pre­amboli. Sa, io sono un uomo pratico.

battilocchio (annuisce con olimpica condiscendenza) Lo so.

alvaredo    Un uomo d'affari.

battilocchio (c. s.) Lo so.

capperino   (a parte)    Questo professore è enciclopedico: sa tutto.

alvaredo    E vado diritto al mio scopo. Lei s'intende di bambini?

battilocchio (annuisce gravemente)  Sì. Ho letta la dotta mo­nografia del Ganderas Il bambino nell'arte dei preraffaelliti, che è definitiva in materia.

alvaredo    Bene. Allora non si meraviglierà di quanto sto per dirle: mio figlio non ha alcuna voglia di studiare.

battilocchio (con ingiustificato sdegno)    Ah, piccolo mariuolo. Dov'è? (S'alza, e vorrebbe entrare in casa) Dov'è questo furfantello?

(Alvaredo e Capperino trattengono a fatica il profes­sore che è furiosissimo).

Io faccio il finimondo! Lasciatemi. La­sciatemi.

leonora       Professore, per carità, non faccia una pazzia!

capperino    Reggetelo.                                        

battilocchio (con la schiuma alla bocca) Lasciatemi. Lascia­temi.

alvaredo    Si calmi, professore, e mi stia a sentire. Mio figlio, quando vede un libro, diventa una furia. Se vede un professore scappa. Non ha voglia che di giuocare. Perciò bisognerebbe prenderlo per il suo verso.

battilocchio    Perfettamente. Lo prenderò per il suo verso.

alvaredo    No, lei non conosce il mio bambino. È un po' delica­to...

battilocchio    Il bambino?

alvaredo    No, quello che sto per proporle. Non si sorprenda.

battilocchio    Ma s'immagini.

alvaredo    E non se n'abbia a male.

battilocchio    Diamine.

alvaredo    E, soprattutto, non mi dica di no.                    

battilocchio    Le pare, signore.

alvaredo    In poche parole: ho pensato - non si allarmi - di mettere vicino al mio bambino un professore travestito da ra-gazzino che finga di giocare con lui e intanto lo istruisca. Che gliene pare?

leonora      (trasecolata)    Eh? Ma non mi avevi detto questo.

alvaredo    Taci.

capperino   Bellissima idea. Luminosa. Però, se permette, ben­ché io sia caduto da ragazzino, mi sembra, come dire?, sballata.

leonora       Sballatissima!

alvaredo    Capperino, parlate soltanto quando siete interroga­to. (Al professore) Mi dica, dunque, professore, come trova la mia idea?

battilocchio (che era rimasto sbalordito per la strana proposta, si riscuote, come da un brutto sogno) Ma, veramente, non è una cattiva idea. Soltanto, mi sorprende. Io non potrei mai fare al suo caso. Credevo che si trattasse d'un comune insegnamento scolastico, in base ai vigenti programmi.

alvaredo    Non mi dica di no.

battilocchio    Ma le pare, signore, che io possa prestarmi a una simile pagliacciata? Non mi sembra una cosa seria, ecco.

(S'alza e prende il cappello. S'inchina) Signori.

alvaredo    Senta, professore, parliamoci chiaro: pago qualsiasi prezzo.

battilocchio Ma come faccio a travestirmi da ragazzino? An­diamo. Farei ridere i polli.

leonora       Papà, ti sembran proposte da farsi?

alvaredo    Non lo vedrà nessuno nel suo travestimento. (A Bat­tilocchio) Lei si vestirà qui e la cosa resterà fra le pareti di que­sta casa. Si tratta, in sostanza, d'una finzione fatta per il mio fi­gliuolo, esclusivamente.

leonora       Ma non è una buona ragione.

battilocchio Signore, io stesso non potrei vedermi in pantalo­ni corti.

leonora       È giusto. Se avessi saputo...

alvaredo    Non t'immischiare nei miei affari. (A Battilocchio) Le ho detto che non bado a prezzo. Le pagherò quello che chie­derà, a occhi chiusi. Via, consideri questo, soprattutto, un buon affare.

battilocchio    Lo capisco, ma...

alvaredo    Ma, ma, lasci stare tutti questi ma. Pensi al suo in­teresse. Una bella sommetta fa sempre comodo.

leonora       Papà, non insistere. Il professore non può accettare.

capperino    E ha ragione.

alvaredo    Capperino, adesso vi prendo a calci. Sostenete la mia idea.

capperino   (al professore) Naturalmente, pagheremmo noi tut­te le spese per il vestiario. Lei avrà un bell'abitino.

battilocchio Non è per questo, signore. Pensi, piuttosto, se la cosa si venisse a sapere. I miei colleghi, la cittadinanza!

alvaredo    Nessuno saprà nulla, le dico. E, poi, insomma, ho detto tutto quello che potevo dire. Mi risponda categoricamen­te: accetta?

battilocchio    Mi lasci pensare, signore, non so...

alvaredo    Accetta, o non accetta?

battilocchio    Vorrei...

alvaredo    Sì o no? Qualsiasi prezzo.

battilocchio           Non so. (S'alza e indietreggia verso il cancello-spaventato).

capperino   (incalzandolo, in tono crudele)    Si vesta da ragazzino.

battilocchio           No.

capperino   (c. s.)   Le dico di vestirsi da ragazzino.

battilocchio (ostinato, con le spalle al muro)    No, no e no.

alvaredo    Sta bene. Chiamerò un altro professore.

battilocchio (guarda Leonora) Oh, no, questo mai! Piutto­sto... (dopo una pausa angosciosa)... accetto.

alvaredo    Alla buon'ora! Allora decidiamo subito, così non siperde tempo; preferisce un abitino-sport, o un bel vestitino al­la marinara?

battilocchio Dio mio... non mi sono mai posto questo pro­blema.

alvaredo    Col suo bravo berrettino, naturalmente, scarpette di copale, blusa bianca. Ho già fatto acquistare tutto.

battilocchio    Non so...

alvaredo    Oppure vuole un vestito comune, col collettino duro sulla giacca, la cravatta a fiocco e uno di quei grandi cappelli di paglia?

battilocchio (con un sorriso spettrale)    Ah, alla limonara...

leonora      (come se si trattasse di vestire un figliuolo) No, quei cappelli di paglia sono antipatici.

alvaredo    Sentitela! I cappelli di paglia stanno male ai bam­bini!

leonora      Ma perché vuoi mettergli a ogni costo una limonara in testa?

capperino    Povero ragazzo!

leonora      Fagli piuttosto uno di quei berretti col pompon rosso, che sono così carini!

battilocchio (lusingato) Eh, eh, eh... Il pompon rosso non mi dispiacerebbe. Facciamo un vestitino alla marinara... Il pom­pon rosso...

alvaredo    Benissimo. (A Leonora) Leonora, per favore va' a scegliere i vestiti, che sono nella mia camera, così il professore comincerà subito a giocare con Cadetto.

Leonora via.

SCENA SETTIMA

Detti meno Leonora.

battilocchio (grave) Ho capito la sua intenzione. Giuochiamo. Il bambino lancia il cerchio e, mentre il cerchio gira, io mollo una spiegazione sui verbi irregolari, sui sostantivi della terza declinazione, o che so io, senza darmene l'aria, così, come niente fosse. E si giuoca, gaiamente, spensieratamente.

alvaredo    Benissimo. Lei ha capito a volo, professore. Vedrà che ci piglierà gusto, ci si appassionerà.

battilocchio Ma, c'è un ma; il bambino si accorgerà che io non sono un ragazzo.

alvaredo    Il caso è preveduto: lei gli starà vicino soltanto nelle ore di scarsa luce. Sarà il suo amico vespertino. È anche una missione poetica, se vogliamo. Pensi: il sole tramonta, comin­ciano a calare le ombre della sera, ed ecco che arriva l'amico ve­spertino. Giuoca con Carletto, poi se ne va. Di giorno Carletto cerca il suo amico della sera e non lo trova. Dov'è? Mistero. Si fa sera e l'amico riappare. Vede? Fra poco qui sarà buio: l'ora è propizia agli amori, ai delitti e alle lezioni di latino. Presto, presto, si vada a vestire. Ah, dimenticavo il più importante. Lei che giuochi sa fare?

battilocchio    Io? Lo scopone...

alvaredo    Ma che scopone! Che giuochi da ragazzini sa fare?

battjlocchio    Non saprei.

alvaredo    Sa giuocare a moscacieca?

battilocchio Le confesso con tutta franchezza, che non sono molto forte nel giuoco della moscacieca.

capperino   Ahi, ahi. Vediamo un po' qualche altra cosa. Lei s'intende di trottola?

battilocchio    Non ne ho la più lontana idea.

alvaredo    Ma di che cosa s'intende, lei, in nome del cielo? Che sa fare? Sa giuocare a rimpiattino? No? Nemmeno a rimpiat­tino?

battilocchio    L'ho completamente dimenticato.

alvaredo    Capperino, sentite? Non sa giuocare nemmeno a rimpiattino.

capperino    È incredibile.

alvaredo    Almeno saprà giuocare ad acchiapparello.

battilocchio Sono desolato di doverlo confessare. Non ne ho la minima idea.

alvaredo    Capperino.

capperino    Signore.

alvaredo    Non sa giuocare ad acchiapparello.

capperino    È inaudito.

alvaredo    Ma come si fa a non saper giuocare ad acchiappa­rello?

Battilocchio si stringe nelle spalle.

capperino   (con gesto di ribrezzo)    Che roba.

alvaredo    Capperino, insegnategli come si giuoca ad acchiapparello.

capperino   Ma, veramente, l'acchiapparello non è il mio forte. Glielo insegni lei.

alvaredo    E che ne so, io, come si giuoca ad acchiapparello?

capperino   (con voce soffocata e badando che non entri Carletto) Se provassimo... (Si prendono per mano; canta a bassa voce) O mio bel castello...

alvaredo    (con voce soffocata)    Tarutino e Tarutello...

capperino    O mio bel castello.

alvaredo    (c. s.)    Tarutino e Tarutello.

battilocchio (a tono)    Bello.

alvaredo    Aspettate, aspettate! Mi sovviene un bellissimo giuo­co, che facilmente ella può imparare: il salto alla quaglia.

battilocchio    Ah, sì? Non l'ho mai sentito mentovare.

alvaredo    È conosciutissimo. È un giuoco, si può dire, celebre. Capperino, voi certo siete maestro nel salto alla quaglia. Quel diavolo d'uomo vorrei sapere in che non è maestro. Insegnate un po' al professore il salto alla quaglia.

capperino    Veramente non ricordo bene.

alvaredo    (disgustato) Capperino, voi non sapete fare niente. Siete stomachevole.

capperino   (con dolce rimprovero)    Oh, signore!

alvaredo    Ve lo insegnerò io: uno si mette curvo e un altro sal­ta. (Fa mettere Capperino curvo) Provi, professore. (Il profes­sore piglia la rincorsa, ma, al momento di saltare, trova più pru­dente girar l'ostacolo). Da capo, via.

Il professore piglia la rincorsa e si ferma con le mani sulle spal­le di Capperino.

capperino    Be'?

battilocchio (angosciosamente)    Non mi riesce, non mi riesce.

alvaredo    Non si scoraggi, professore, è tutta questione d'eser­cizio. Guardi me. (Corre).

Capperino, spaventato, si scosta, il professore corre da un'al­tra parte e tutt'e tre cascano per terra.

battilocchio (seduto per (erra)    Grazioso questo giuoco.

alvaredo    Ba', press'a poco ha capito di che si tratta. Magari, stasera, a mente fresca, si eserciti un po' a casa. Chi ha con lei?

battilocchio    Una vecchia fantesca.

alvaredo    Ecco, magari si può esercitare con la vecchia fantesca.

Si alzano.

SCENA OTTAVA

Detti e Leonora.

leonora       I vestiti sono pronti. Professore, può accomodarsi.

(Gli indica un chiosco apparso).

battilocchio  Con permesso. (Entra nel chiosco).

SCENA NONA

Alvaredo, Capperino, Leonora, Isabella.

alvaredo    (a Leonora, che è sulla porta) Ora, Leonora, tu do­vresti cercare Carletto e portarlo qui.

leonora       Subito. (Via a sinistra).

alvaredo    (chiama) Isabella, fate venir qui Capperino. (Via a sinistra).

capperino    Isabella, Isabella, fate venire qui Capperino!

isabella      (entrando)    Ma se è lei Capperino!

capperino   Ah, è vero. Allora, Isabella, tra poco verrà un im­portante ragazzino per fare dei giuochi molto importanti con Carletto. Sgombera il giardino.

isabella      Non c'è niente da sgomberare.

capperino   Che so, sradica gli alberi. Demolisci il primo piano della casa.

isabella      Ma smettila. Credi che non abbia udito? Tu m'ingan­ni con Gertrude.

capperino    Ti pare! Inganno lei con te.

isabella      Traditore!

capperino   Se sei buona, ti manderò dei bellissimi fiori ai tuoi funerali.

isabella      (furiosa)    Ah, infame! (Fa per aggredirlo).

capperino   (salvandosi) Senti, da parecchio tempo volevo chie­derti un favore speciale.                                            

isabella     Cioè?                                                       

capperino       Diamoci del lei.

isabella      Te lo darò io. (L'insegue).

capperino       Zitta, vien gente.

(Via, inseguito da Isabella).

SCENA DECIMA

Battilocchio, Carletto e Leonora.

Entrano da sinistra Carletto e Leonora, mentre Battilocchio e-sce dal chiosco vestito da bambino. Carletto si mette a giocare. Battilocchio e Leonora parlano fra loro a bassa voce.

battilocchio Per amor tuo, eccomi in questo strano abbiglia­mento.

leonora      Caro, come ti son grata del sacrificio che fai per me. Ma ne sarai ricompensato.

battilocchio    Nell'altra vita, grazie.

leonora      No. Quando saremo lontani, uniti per sempre. Vorrei andare...

battilocchio     Dove?

leonora       Nell'Arizona.

battilocchio (con cortese sorpresa)    Nell'Arizona?

leonora      Sì, terra di sogni e di chimere, dove passa la ronda de­gli amanti, mentre tra i fiori il mesto gitano canta alla sua amata.

battilocchio Ottima idea. Andremo nell'Arizona a vedere questo gitano.

leonora       Ma tu non mi dici nulla di gentile? di amoroso?

battilocchio (grave come sempre)    Sì. Un lieve ninnolo sei tu.

leonora      Oh, come un trastullo ti bramo! Ma taci, ecco il bab­bo. Vado a chiamare Carletto.

SCENA UNDICESIMA

Alvaredo, Capperino e detti.

alvaredo    (a parte a Battilocchio)    Professore, che intende fare in questa prima lezione?

battilocchio (non senza rossore)    Un po' di trottola, un po' di rimpiattino. Se mi riuscirà.

alvaredo    Non fa nulla, non fa nulla. L'essenziale è di imparti­re, tra un giuoco e l'altro, qualche utile nozione al ragazzo. Ec­colo. (Piano) Proviamo a far la lezione.

 leonora     (entra con Cadetto)    Su, Carletto, giuoca con il tuo nuovo amico.

carletto    Mi è molto antipatico.

leonora       Via, Carletto, non essere maleducato. Sii gentile con questo bel bambino.

alvaredo    Guarda com'è carino.

battilocchio    Troppo buono, signore.

alvaredo    (piano)    È per fare la commedia, professore. Giuochi, giuochi.

battilocchio (nascosto dietro un albero)    Cucù. Dimmi i ver­bi deponenti.

carletto    Non seccare.

leonora      (al professor Battilocchio) Lei, professore, (si correg­ge) tu, bel bamboccio, sai giuocare a palline?

battilocchio Veramente non sono troppo forte al giuoco del­le palline. (A Leonora) Facciamo il giuoco del dottore e l'am­malata?

alvaredo    (piano)    Ah, ah, professore, questo giuoco non si fa! Giuochi a palline.

carletto    (al professore)    Giuoca, tonto! Stiamo aspettando te!

alvaredo    Un po' di matematica.

battilocchio (indica le palline già tirate)    Guarda, Carletto, quelle sono tre palline.

carletto    Oh, credi che non lo vedo?

battilocchio    Se ce ne metto un'altra, che cosa fo?

carletto    Se ce la metti vicino, fai un punto, ma mi pare diffi­cile, con quella faccia.

battilocchio    Ma no, fo un'addizione.

carletto    Qua.

battilocchio  Qua, in latino: hic. Su, ripeti con me: hic, haec, hoc...

carletto    Ma che vuoi? Somaro! (Tira la pallina).

battilocchio (giuocando a caso) Somaro, in latino, asinus. Traduci: l'asino è paziente, ma la zia ha quattro arance.

capperino   E se hai quattro zie e ogni zia ha quattro arance, quante palline...

leonora       L'albero delle arance nasce in...

battilocchio    Arancia in latino...

carletto    (a Alvaredo) Ma li fai smettere? Ora li picchio. (Tira la pallina).

battilocchio (tira e sbaglia; Carletto ride) Dov'è andata la pallina?

carletto    Sarà in America, a quest'ora.

battilocchio (tira, sbaglia, fa un gesto di rabbia) Provo un'al­tra volta.

carletto    Quante volte vuoi tirare? Ora tocca a me. (Il profes­sore tira e sbaglia. Carletto s'arrabbia) Ma dove hai mandato quest'altra pallina? (Battilocchio fa per tirare una terza volta). Tocca a me, amico.

battilocchio    No, a me.

carletto    Ma andiamo, che tocca a me, ora.

battilocchio (riscaldandosi)    Non fare imbrogli.

alvaredo    (piano a Battilocchio)    Un po' di latino.

carletto    Mi pare che tu cerchi d'imbrogliare.

battilocchio    Non sei buono a nulla.

alvaredo    (c. s.)    Una regola.

carletto    Senti chi parla. (Fa per picchiarlo).

battilocchio (minaccioso)    Vorrei vedere.

carletto    Oh, ci metto poco, io.

Stanno per attaccarsi.

alvaredo Via, bambini, non fate chiasso; giuocate in pace e d'accordo, da bravi. (A Battilocchio, severo) Mi meraviglio di lei.

Battilocchio giuoca.

carletto    Ma tu mi perdi tutte le palline. Smetti di giuocare!

capperino   (sogghignando, al professore)    Ha fatto una bella fi­gura.

109

alvaredo    (piano a Battilocchio, che mira e sta per tirare) Pro­fessore, questo mi pare il momento di insinuare abilmente una regola latina.

battilocchio           Aspetti. (Mira).

alvaredo    (c. s.)    I verbi irregolari.

battilocchio           Un momento.

alvaredo    Profitti della disposizione favorevole.

battilocchio (stizzito) Ma mi lasci fare un momento, vede che sto prendendo la mira. (Tira e colpisce Capperino).

capperino   (avanzandosi minaccioso verso il professor Battiloc­chio)    Piccolo mariuolo, t'insegnerò io a prendere la mira.

alvaredo    Lasciatelo stare, Capperino.

capperino   M'ha tirato la pallina in un occhio; per poco non mi accecava, pezzo di mascalzone, teppista. Tu finirai in galera, te lo dice Capperino.

Escono tutti e quattro.

battilocchio (seguendoli)    Sono desolato...

voce di capperino    Maledetto. Quest'arca di scienza, quest'e­rudito dei più profondi, questo pozzo di saggezza. Alla larga!

SCENA DODICESIMA

Terrore e Gertrude.

Appena usciti loro, entrano furtivi dal cancello, il bandito Ter­rore e la vecchia Gertrude. Si guardano intorno, cauti.

terrore      (in assetto di bandito, con cappello a pan di zucchero e cioce) Non c'è nessuno in giardino. Forse a quest'ora il pa­drone è fuori casa. Meglio così. Nascondiamoci qua.

gertrude    Speriamo di non finire in galera.

terrore      Zitta. Io, intanto, mi metto gli occhiali, se no, non ci vedo. Dove accidenti ho ficcato gli occhiali? Quando mi servo­no, non li trovo mai. Tra l'altro, mentre scendevo dall'automo­bile, mi hanno rubato l'orologio.

gertrude    Si ricordi quello che ci ha raccomandato la signora: di non fare il più piccolo male al ragazzo, nel momento di rapir­lo. Ha mandato apposta me, per badare a questo.

terrore      Non dubiti. Appena esce, io l'afferro per il collo, lo piego in due, gli conficco la testa fra le gambe, perché non gri­di, lo lego strettamente, mani e piedi insieme, e lo scaravento nell'automobile.

gertrude    Ma lei è matto! Delicatezza, ci vuole. Appena uscirà in giardino, lo prenderà delicatamente in braccio, impedendogli di gridare, e lo porterà subito nell'automobile. Bisogna far presto, altrimenti non arriveremo per domattina all'alba.

terrore      Ma la cosa grave succederà nel caso che il ragazzo op­ponga resistenza. Pensi un po': nella confusione, poco fa, ho perso il trombone.

gertrude    E che vuole sparare il ragazzo?

terrore      No, ma, disarmato, non mi sento a mio agio. Dove ac­cidenti sarà andato a finire il trombone? Senza occhiali, poi, non lo trovo certo.

gertrude    Be', lo cercherà dopo.

terrore       Ma se c'è una colluttazione?

gertrude    Non dica sciocchezze.

terrore       Sant'Antonio mio, fatemi ritrovare il trombone.

gertrude    Zitto, ecco Carletto. Com'è bellino!

(Esce il profes­sor Battilocchio).

Vieni, caro, ti do i cioccolatini.

battilocchio           I cioccolatini?

terrore      (a parte) Sant'Antonio mio, fatemi ritrovare il trom­bone.

gertrude    Vieni, vieni, tesoro. Guarda che bel cavalluccio.

Battilocchio s'avanza di qualche passo, meravigliato; Terrore esce dal nascondiglio e l'afferra.

battilocchio (tremando) Crudele situazione! Come faccio a gridare aiuto in questo abbigliamento? Se strillo verrà gente dalla strada. Mi conviene chiamare senza far troppo chiasso. (Piano, verso la casa) Ehi, mi rapiscono. Ps! Ehi di casa! Mi ra­piscono! Mi stanno rapendo!

terrore       Sant'Antonio mio, fatemi ritrovare il trombone.

battilocchio (mentre è trascinato via, continua a chiamare aiu­to, con estrema delicatezza) Ehi, signor Alvaredo! Signor Cap­perino! Aiuto! Soccorso! Soccorso! Aiuto! (Via, mentre Cap­perino si affaccia alla porta di sinistra e, alla vista del ratto, si porta le mani ai capelli).

Sipario.


ATTO SECONDO

Nel Castello di Rosalinda.

Salone antico. Una finestra in fondo, una porta a destra e un'al­tra a sinistra.

SCENA PRIMA

Rosalinda, Gertrude, Prima contadina, Seconda contadina.

rosalinda   No, no, per carità, Gertrude, non fare entrare nes­suno. (Chiude la porta di sinistra e fa scudo del proprio corpo).

gertrude    Ci sono delle contadine che vogliono vedere il bam­bino, vogliono festeggiarlo.

Entra una contadina.

rosalinda   (alla contadina, con imbarazzo)    Mia cara, Carletto dorme, è stanco del viaggio e della festa.

prima contadina    Non si può vedere?

rosalinda   No, per l'amor del cielo.

seconda contadina (che ha guardato dal buco della serratura) Ho visto una gambina che si moveva. Che caro tesoro! E com'è sviluppato!

rosalinda   (tirandola via)    Andatevene, per carità. Grazie, care, grazie, ma ora andate via. Andate via, per carità. (Le spinge fuori).

SCENA SECONDA

Rosalinda e Gertrude.

rosalinda   Buona gente, tutta cuore. Umili e sinceri amici. Vogliono far festa al mio bambino e il mio bambino non è arriva­to. Ma come posso spiegar loro quel ch'è successo?

gertrude    E che faremo quando torneranno?

rosalinda   Allora avrò mandato fuor dei piedi questo scimmione e dirò che il bambino non si sente bene. Ah, Gertrude, che imbroglio mi avete combinato. Ma come non vi siete accorti del fatale errore?

gertrude    Io non avevo mai visto suo figlio; ho visto uscire dalla casa uno vestito da bambino e ho creduto, per la scarsa lu­ce del crepuscolo...

rosalinda   Ma andiamo, con quella faccia. E Terrore non s'è accorto di nulla?

gertrude    Aveva perso gli occhiali.

SCENA TERZA

Battilocchio e dette.

battilocchio (affacciandosi timidamente)    Si può?        

rosalinda   (triste)    Si può, si può.

battilocchio (sempre affacciato)    Ho fame. È da ieri che non mangio. Se potessi metter qualcosa sotto il dente...

rosalinda   (a Gertrude)    Fategli preparare l'asciolvere.

Gertrude via.

SCENA QUARTA

Battilocchio e Rosalinda.

battilocchio    Posso uscire? Sono andati via i visitatori?

rosalinda   Sono andati via, ma torneranno. Capisce che terribi­le situazione? Si troverà un'altra scusa, ma per ora non posso dire che il bambino non è arrivato, non posso raccontare quello ch'è successo. Nessuno sapeva, qui, che si trattava di un ratto, capisce? Credevano che mio figlio arrivasse tranquillamente, col consenso del genitore. Come posso spiegare perché è arri­vato lei?

battilocchio    Ma poteva dire che non è arrivato.

rosalinda   No, perché tutti l'hanno visto. Lei è stato mostrato pubblicamente come mio figlio. (Coprendosi gli occhi con la mano, quasi ad allontanare un orrenda visione) Oh, quella sfi­lata! È stata la cosa più spaventosa di tutte. Ho ancora negli oc­chi l'orribile visione. Non la dimenticherò finché vivo.

battilocchio    Ma di che si tratta?

rosalinda    E non lo sa? Non ha visto, all'arrivo?

battilocchio    Le dirò, signora, che tra rapimento, corsa in au­to nella notte, travestimento da bambino, ero in un tale stato di confusione, che non capivo più niente, non vedevo niente.

rosalinda   Ebbene, deve sapere che se io ho mandato a prende­re il mio bambino, non è stato per un capriccio. Volevo che par­tecipasse alla sfilata «Bimbi belli», organizzata dall'Azienda di Cura e Soggiorno. Poiché c'era appena il tempo per arrivare sul luogo, lei è stato condotto direttamente alla sfilata, secondo i miei ordini. Io ero lì, in attesa, sul palco, colle autorità, il pub­blico, gl'invitati. C'era tutto il paese. L'altoparlante annunziava i passaggi dei piccoli concorrenti sui rispettivi carri e la folla li applaudiva. A un certo punto l'altoparlante, per un riguardo a me, bontà sua, annunzia con particolare enfasi:  « Ed ecco il bimbo Carletto Taldeitali (e fa il mio nome), un amore di bim­bo, figlio della nostra castellana, ecc. ». Io sento il cuore che mi batte, aspettandomi di vedere il mio piccino. E vedo avanzare sul carro lei, professore, vestito da ragazzino. Quelle horreur, professore, quale orrore, mi scusi. Uno scimmiotto. Un mostriciattolo. Per poco non mi viene un accidente. Sono svenuta. M'hanno portata di peso a casa, col presunto figliuolo. Hanno creduto che fosse l'emozione. Che cosa orrenda!

battilocchio Non esageriamo, signora. Io ero fuori di me e non capivo niente. Ma scommetto che qualche applauso ci sarà stato.

rosalinda   Sì, applausi, ma pochi. Proprio per un riguardo a me. È stato, le dico, un momento di gelo. Che cosa orrenda. Non poteva capitarmi cosa peggiore.

battilocchio Non poteva capitare a me, signora mia. Essere rapito e, poi, in questo costume. Trascinato via da casa mia, dal mio paese, dal mio amore.

rosalinda   Ma capisce che non si doveva portar via lei, si dove­va portar via mio figlio per questa benedetta sfilata? Se ella non si fosse vestito in questo modo mi permetta di dirglielo poco serio, l'equivoco non sarebbe avvenuto.

battilocchio Le ho spiegato già che non mi sono vestito così per un capriccio. È stata un'idea di suo marito.

rosalinda    Mio marito è un imbecille.

battilocchio    La vedo così nervosa, che non oso contraddirla. Ma ella deve capire il mio stato d'animo. Si metta lnei miei panni.                                                                 

rosalinda    Oh, non ci tengo proprio.

battilocchio Ma no, si metta nella mia situazione. Dieci ore di corsa pazza in automobile, con la vecchia governante che non faceva che carezzarmi e dire, sebbene io non piangessi: «Non piangere, caro, ora si va dalla mamma». E con quell'uomo fe­roce...

rosalinda   Ah, il nostro bandito, il Terrore del Versante Sud della Montagna Bruna. Tanto gentile.

battilocchio    Sì, gentile proprio.

rosalinda    Perché, non è stato gentile con lei?

battilocchio Gentilissimo. Non faceva che lamentarsi d'aver perduto il trombone, perché, diceva, se, caso mai, avessi tenta­to di fuggire, era suo desiderio spianarmelo in faccia. E m'ha fatto fare tutto il viaggio con le mani in alto.

rosalinda   Sono banditi, bisogna compatirli. È un vecchio bri­gante che infesta da circa ottant'anni la nostra regione e a quell'età non può rinunziare alle sue abitudini, a certe forme un po' brusche, ma in fondo, creda, professore, sotto quel rude petto batte un cuore generoso. Vede, i briganti non sono poi cattivi come si dice.

battilocchio  In verità; io non ho mai sentito parlare di bri­ganti cattivi; anzi, debbo dirle che ho sempre sentito parlare di banditi dal cuore generoso e credo che non ve n'abbia senza cuore generoso.

rosalinda   (mentre dalla finestra aperta sale un dolce suono di cornamusa) Credo anch'io. Purtroppo, ormai, anch'essi van­no scomparendo. I giovani, oggidì, non si dedicano più al bri­gantaggio cavalieresco d'una volta; oggi anche il brigantaggio è industrializzato; inoltre la febbre della velocità ha distrutto la passione dei lunghi appostamenti sulle strade maestre, delle pazienti attese al chiaro di luna.

battilocchio    È un peccato.

rosalinda   È un'altra istituzione che scompare, ahimè. Anche qui, sulle nostre montagne, eran rimasti soltanto due briganti. Uno, che ella ha conosciuto, detto il Terrore del Versante Sud della Montagna Bruna; l'altro, un po' meno feroce, detto perciò la Preoccupazione del versante Nord della Montagna Bru­na. Due perle d'uomini, professore. Ma io divento sentimenta­le. Bando alla malinconia, bando, e parliamo della imbarazzan­te situazione in cui ci troviamo. Come si rimedia ora?

battilocchio    Non c'è che darmi un vestito da uomo.

rosalinda   Un vestito da uomo. Disgraziato! Ma crede lei che sia facile trovare un vestito da uomo in mezzo a monti, foreste e burroni?

battilocchio    Non avete un vecchio servitore fedele?

rosalinda   Un servitore fedele! Come se se ne trovassero an­cora!

battilocchio    Anche infedele, via. Purché abbia un vestito da prestarmi.

rosalinda   No, non c'è, non ci son che donne, al mio servizio, e per trovare un vestito da uomo, bisognerebbe arrivare alla città, che dista parecchi chilometri. C'era il vecchio eremita...

battilocchio           E voleva vestirmi da eremita?

rosalinda   In mancanza di meglio. Ma purtroppo è partito. È andato a Parigi, al congresso internazionale degli eremiti.

battilocchio           Allora, me ne vado vestito così.

rosalinda   Assolutamente no, no, e no. A meno che non voglia andarsene vestito da donna.

battilocchio    Per carità, signora. Per chi mi prenderebbero.

rosalinda    E allora, non so proprio. (Guardando a sinistra)

Ecco l'asciolvere. Non si faccia vedere il viso.

Battilocchio si volta; entrano Gertrude e una cameriera, che portano una piccola tavola apparecchiata.

SCENA QUINTA

Cameriera, Gertrude e detti.

cameriera I bambini debbono mangiare, debbono crescere. C'è un brodino, una cotolettina. Vuole qualche altra cosa?

battilocchio (senza voltarsi, contraffacendo la voce) Sì, vor­rei un sigaro.

cameriera (scandalizzata)    Oh, il sigaro non si fuma, alla sua età.

battilocchio (batte i piedi)    Voglio un sigaro!

rosalinda   (bonaria)    Capriccetti. Glielo porti.

gertrude    Si sa, son ragazzi, bisogna contentarli.

cameriera (tra sé, uscendo)    Un sigaro. Com'è viziato, il signo­rino! Quanti capricci. Un sigaro alla sua età!

(Via con Gertrude).

SCENA SESTA

Battilocchio, Rosalinda poi Terrore.

battilocchio (siede a tavola soddisfatto)    Ho una fame da lupi.

rosalinda    Tacete, sento un rumore...

battilocchio Un uomo che cerca di entrare dalla finestra. Fug­giamo. Aiuto! (Entra a sinistra e fa capolino in ascolto).

rosalinda   Ah, niente. È il bandito che viene a prendere il gui­derdone del ratto. Venite, venite, Terrore.

terrore      (scavalcando la finestra e affacciandosi nella sala) Di­sturbo?

battilocchio    Oh, che brigante compito.

terrore       Si può? Non vorrei dar fastidio.

rosalinda   Che dite mai, Terrore. Voi siete sempre il benvenu­to, sotto questo tetto. (Terrore s'inginocchia galantemente ai piedi di Rosalinda). Alzatevi, debbo farvi una tiratina d'orec­chio. Quante volte vi ho detto di salire per la scala e non dalla finestra? Queste sono cose che, alla vostra età, non si debbono fare.

terrore      Grazie, bella signora. Ma io sono un bandito, un rude bandito, e in vita mia non sono mai entrato in una casa che dal­la finestra. Il giorno che dovessi entrare dalla porta, mi sentirei diminuito.

rosalinda   Bene, bene, so che è inutile contraddirvi su questo punto. Accomodatevi. Prendete una sedia.

terrore      Oh, madama, in questa casa non prenderei nemmeno una spilla.

rosalinda   Ma no, dico di prendere una sedia per mettervi a se­dere. (Terrore siede). E ditemi, anzitutto, Terrore, s'hanno no­tizie di Preoccupazione?

terrore      Ahimè, nobile signora, è stato catturato dai gendarmi e fra un'ora sarà decapitato nella vicina città.

rosalinda   Oh, quanto mi dispiace.

battilocchio    Ne sono dolentissimo.

terrore       È una gran perdita per le nostre foreste. (Tossisce).

rosalinda   E voi, amico mio, come state? Sento che avete la tosse.

terrore       Temo che la mia ultima malefatta mi costerà cara.

battìlocchio    Quale malefatta?

terrore       Il suo ratto, se vuol saperlo.

battìlocchio Mi dispiace d'essere la causa sia pure involonta­ria... (Accende il sigaro).

terrore      Ah, i bambini non debbono fumare! (Gli toglie il si­garo dì bocca e lo fuma lui).

rosalinda    Dove avete dormito la notte scorsa?

terrore       Al solito, signora, lo sapete.

rosalinda   (in tono di dolce rimprovero) Ah, non dovete farlo, non dovete farlo. Siete un cattivo ragazzo, un pessimo ragazzo disubbidiente. (Dall'esterno s'ode di nuovo una dolce musica di cornamusa, che dura fino a che non si chiude la finestra). Ma perché persistere nella folle abitudine di dormire sotto le quer­ce secolari? Sapete che un letto non vi mancherebbe, ormai. E il medico vi ha detto che, se continuate a dormire all'aperto non potrete avere che pochi mesi di vita ancora.

terrore      Signora, lo so, ma che volete, mi sento ormai così affe­zionato a quei vecchi alberi, a quei tronchi consumati dalle ac­que, corrosi dal tempo, squarciati dal fulmine. (A Battilocchio) Mi tenga un momento il sigaro, per favore. (Declamando) Là, col pugnale sotto il petto, mi addormento ogni notte cullato dallo stormire delle foglie e dal mormorio di segreti fonti; un raggio di luna si fa strada attraverso i rami contorti, mentre le lucciolette volano qua e là, i grilli zirlano e l'usignolo mi fa la serenata. E la mattina! La mattina! Quando mi sveglio e la fo­resta è sonora, argentina e fresca come fosse nuova, la vecchia foresta decrepita, e intorno al mio vecchio corpo volano farfal­le e libellule, saltano grilli, strisciano bruchi d'oro, al primo rag­gio di sole! Oh, signora, dovessi avere soltanto una settimana di vita, io vi dico che per nessuna ragione al mondo baratterei il mio albero col più morbido letto né darei, in cambio d'un guan­ciale di piume, il duro sasso coperto di muschio, che mi fa da cuscino! (A Battilocchio) Mi ridia il sigaro.

rosalinda   Brigantaccio, brigantaccio, egli si ucciderà con la sua ostinazione!

(Gli stringe una mano, voltando il capo dall'altra parte e asciugandosi una lagrima. Vede che Terrore si volta)

Che c'è? Non temete nulla, siamo soli.

terrore       No. Viene una filatura d'aria.

rosalinda   Chiudo subito.

voce di leonora (dalla destra)    Ma lasciatemi passare, vi dico!

terrore       Vien gente. Io mi nascondo. (Via a sinistra).

voce di gertrude    C'è ordine di non lasciar passare nessuno, signorina!                                                      

SCENA SETTIMA

Leonora, Rosalinda e Battilocchio.

leonora      (entrando con uno spintone) Che ordine e ordine! (Si ferma in mezzo al salone squadrando la scena a braccia con­serte).

battilocchio    Leonora!

rosalinda   Mia figlia!

leonora      (a Rosalinda) Tua figlia. Sì. Tua figlia, alla quale tu hai rapito l'amore!

rosalinda   (vacilla) L'amore? Bambina mia, tu mi spezzi il cuore!

leonora       Sì, madre, perché quest'uomo mi apparteneva.

rosalinda   Che odo! Tu, dunque, lo ami?

leonora       Non avevo che lui e tu me l'hai portato via!

rosalinda   Ascoltami!

leonora       Il destino ci mette l'una di fronte all'altra.

rosalinda   Figlia, rientra in te! Ascolta...

battilocchio    Madre contro figlia! Quale orrore!

rosalinda Oh, blasfema! Maledizione, maledizione sul mio sangue fino alla settima generazione!

leonora      Ma io sono venuta a dirti che, se il destino ci vuol fare nemiche, io soffocherò l'ardore del mio sangue...

rosalinda   (con angoscia)    Quel sangue che io t'ho dato...

leonora      ...e non accetto la partita. Mi arrendo. Mi sacrifico. Tu m'hai dato la vita, madre, e tu me la togli; prenditi quell'uo­mo, te lo cedo. (Getta Battilocchio come uno straccio addosso a Rosalinda, s'abbatte sulla sedia e singhiozza) Di me... non so... quel che sarà... domani...

rosalinda   (s'avanza barcollante e piange) Pupilla dei miei oc­chi, hai voluto fare scempio del mio cuore. Ma sappi che io non amo quest'uomo. È tuo? Prendilo.

(Le lancia addosso Battilocchio come uno straccio).

leonora       No, madre. (Rilancia Battilocchio c. s.) Il sacrificio che m'impongo di fronte alla società...

rosalinda    Taci... (Rilancia Battilocchio c. s.) E sappi, dunque, ch'egli fu rapito per errore.

 leonora     (alzandosi di scatto e avanzando verso Rosalinda) Non ho male udito?

rosalinda   (con la solennità delle tragedie greche)    Te lo giuro.

leonora       Madre, madre, tutta una vita d'espiazione non basterà a meritare il tuo perdono. (Si getta nelle sue braccia, nasconde il capo sul seno materno e piange).

 rosalinda (tenendola fra le braccia e alzando gli occhi lacrimosi)

Viscere mie. Qui fra le mie braccia, che io ti culli come quando eri bambina. Rammenti? Avevi i riccioli d'oro sulle spalle...

Pausa; nel silenzio s'odono i singhiozzi di Leonora.

battilocchio (con un sospiro di circostanza) Eh, si sa, non si finisce mai di tribolare a questo mondo.

rosalinda   (sciogliendosi dall'amplesso; a Leonora con sollecitu­dine materna) Ora bisogna procurare un vestito al professo­re, e che parta subito. Tu partirai dopo e, se i vostri sentimenti sono serii, come m'è parso di capire dalle tue parole di poc'an­zi, se ne potrà parlare al babbo. (A Battilocchio) Mi viene un'i­dea: se le facessi prestare l'abito del bandito?

battilocchio    Ma lei è pazza!

rosalinda   Ho spesso sentito dire che i banditi si sono qualche volta spogliati dei loro indumenti per vestirne...

battilocchio I derelitti, signora, i miseri, ma io non sono un misero, sono un professore.

rosalinda   Nelle circostanze presenti, il più misero dei profes­sori.

battilocchio Non è una buona ragione per vestirmi da bandi­to. Preferisco andarmene vestito da ragazzino. Questo mi rin­giovanirà.

rosalinda   La supplico, non mi tradisca.

battilocchio Ma le pare che possa vestirmi da brigante? Un educatore della gioventù! Presentarmi in pubblico in abito così poco decoroso!

rosalinda   Ebbene, resterà qui prigioniero. Io non la lascio an­dar via.

battilocchio Ma guarda in che guaio mi dovevo trovare! Il marito mi veste da bambino e la moglie vuoi vestirmi da bri­gante!

rosalinda   Via, sia buono, lo faccia per me! È questione di po­chi minuti. Lei esce di corsa, a qualche chilometro da qui trova la ferrovia e parte.                                                

battilocchio In treno vestito da brigante! Ma non scherzia­mo!

rosalinda   (alla porta di sinistra) Terrore, permettete una pa­rola?

SCENA OTTAVA

Terrore e detti.

terrore      (entrando)    Ai vostri ordini.

battilocchio (a parte)    Maledetto, com'è gentile!

rosalinda   Preghiere, sempre preghiere. Vede qui... (Gli indica il professore).

terrore       Ah, il piccino.

rosalinda   Ha bisogno che gli prestiate il vostro abito.

terrore      Oh, signora, non ho che questo.

leonora       Maledizione!

battilocchio    Sia ringraziato il cielo!

terrore      Ho dato tutto ai poveri che incontravo d'inverno, la­ceri e mezzo ignudi.

battilocchio (fregandosi le mani soddisfatto) Che nobile cuo­re!

rosalinda   Tutto? Proprio tutto?

terrore      Tutto. Pensi, persino il frac, quasi nuovo, che non a-vevo indossato più di quattro o cinque volte; lo gettai l'inverno scorso a un vecchio mendicante che tremava di freddo sotto la neve in mezzo alla strada.

battilocchio (a parte) Adesso mi pare che il bandito esageri un pochino.

terrore      (declama) Là, fra la neve... (A Battilocchio) Mi tenga un momento il sigaro, per favore.

battilocchio    Ah, no, caro, non c'è tempo da perdere.

terrore       Ma per voi, signora, faccio qualunque cosa.

battilocchio (a parte)    Gli venga un accidente! (A Terrore) Non vorrei che per me si disturbasse. Ci rinunzio.

terrore       Nemmeno una parola, signore, nemmeno una sillaba. Non amo i ringraziamenti. Questo vestito mi è caro sopra ogni cosa al mondo. È il veterano di cento campagne. Non ve lo pos­so regalare.

battilocchio    Meno male.

terrore       Ma ve lo presterò.

battilocchio (desolato)    Povero me.

terrore       Ve lo presterò, se mi promettete di restituirmela quando ve ne sarete servito. (Battilocchio fa segno di sì, più morto che vivo). Io non so in quale punto preciso andrete a battere la strada maestra.

battilocchio    Non ho ancora deciso.

terrore       Ma vi fo' ugualmente i miei auguri di successo.

battilocciiio (con un filo di voce)    Grazie.

terrore       Se per avventura vi capita d'incontrare una diligenza e di fare un buon colpaccio, fatelo.

battilocchio (c. s.)    Non mancherò.

terrore       Ecco il mio vestito. (Fa per spogliarsi).

battilocciiio (a parte)    Quale generosità, che il cielo lo fulmini subito!

rosalinda   Per carità, Terrore, non vi spogliate qui. Passate nella mia camera. (I due si avviano). Aspetti, professore, non, vorrei che la servitù... Qui, come le ho detto, nessuno sospetta l'accaduto, tutto era pronto per ricevere il mio bambino. Vede questi pasticcini? Erano per lui, per il mio Carletto.

battilocchio    Se è per questo posso mangiarli io.

rosalinda   No, ma mi scusi, professore desidero che nessu­no la veda partire. Terrore la farà uscire dal passaggio segreto..

battilocchio    Il passaggio segreto, con il bandito? Non ci sa­rebbe un'altra uscita?

terrore       Certo. Ci caliamo dalla finestra.

battilocchio    Preferisco il passaggio segreto. (S'inchina).

terrore       Vado a spogliarmi.

battilocchio    Speriamo, un'altra volta.

rosalinda   Sì, sì, speriamo, ma faccia presto, in nome del Cielo.. (L'orologio a pendolo suona dodici rintocchi. Tutti trasalisco­no). Mezzodì!

Si sente venire da destra un allegro concerto di rustici stru­menti.

battilocchio Sono veramente afflitto di non potere trattener­mi a lungo, come sarebbe stato mio desiderio, in altre condi­zioni.

rosalinda   Ma vada, benedetto uomo! Non sente che vengo­no? Non si faccia vedere. (Forte) Ora, Carletto, vai a riposare.

battilocchio    Sì, mammà. (L'abbraccia).               

rosalinda   (con voce soffocata)    Professore! Mascalzone!

battilocchio È per non comprometterla. (La bacia) Cara, ca­ra!

gertrude    (entra affannata)    Signora, signora, una bella notizia!

rosalinda   Che c'è?

gertrude    La giuria del concorso di bellezza infantile ha asse­gnato il primo premio ad unanimità al suo piccino!

rosalinda   (esterrefatta)    Al professore?

gertrude    Al professore.

rosalinda   Ma è un'ignobile camorra. I soliti: favoritismi. Cre­dendolo mio figlio, hanno premiato questo scimmione, questo mostriciattolo.

battilocciiio Signora, la prego. Ammetto che il giudizio pec­chi un po' di parzialità; che la giuria sia stata influenzata dal fatto che credeva io fossi suo figlio. Ma che io sia un mostric­iattolo, uno scimmione, è eccessivo.

gertrude    (guardando fuori)    Vengono a festeggiarlo!

rosalinda   Oh, povera me! Questo ci mancava!

Suono di banda paesana che s'avvicina.

SCENA NONA

Valligiani e detti, meno Terrore.

Dalla destra entrano i Valligiani, suonando, e le montanine con panieri di frutta che portano in dono a Carletto. Battilocchio si rifugia fra le braccia di Rosalinda, che gli nasconde il volto.

voci             Che caro angelo! Che tesoro!  Che amore! Che che­rubino disceso dal cielo. E come è sviluppato!

prima contadina    Prendi questa mela, te la regalo.

battilocchio (sempre con la faccia nascosta)    Grazie.

un'altra contadina    Un grappolo d'uva!

battilocchio    Grazie.

prima contadina    Si vergogna!

rosalinda (sulle spine)    Sì, è un po' timido.

primo valligiano (vedendo che Battilocchio, mezzo soffocato da Rosalinda, si agita) Che caro piccolo pepe! Non sta un mo­mento fermo!

battilocchio    Cara! (Abbraccia Rosalinda).

rosalinda   (lottando con Battilocchio) Smettila, tesoro, o ti do quattro schiaffi! A letto! (Lo sculaccia e lo spinge fuori, a sini­stra).

primo valligiano Va a dormire? (Ai compagni) Su, ragazzi, u-na bella ninna nanna!

Cori, canti vari, danze campestri ad libitum.

rosalinda (finito il coro)    Bevete qualche cosa! (Offre).

SCENA DECIMA

Detti e Gertrude, meno Battilocchio.

I Valligiani via.

I montanari si ritirano nel fondo, poi, durante la scena seguen­te, escono.

gertrude    (entrando di corsa) Signora, una lieta notizia, un grande avvenimento! Una cosa straordinaria, che non mi aspet­tavo!

rosalinda   Che è successo?

gertrude    Indovini chi è arrivato?

rosalinda   (piano)    Mio figlio?

gertrude    No, il mio fidanzato.

rosalinda   Capperino?

gertrude    In persona! E con lui è anche arrivato il signor Alvaredo.

rosalinda   (sussulta) Mio marito! Me l'aspettavo! Dite che non li ricevo.

gertrude    Oh, perché, povero Capperino?

rosalinda   Non voglio vedere mio marito. Dite... No, aspetta­te. Lo riceverò. Io non ho paura di lui.

SCENA UNDICESIMA

Alvaredo, Capperino e detti.

alvaredo    (entrando con Capperino, il quale si dà a espansioni ti­morose con Gertrude) Non occorre, signora, che diate il per­messo. Forzando la consegna, come vedete, sono già passato, in questa casa, dove pure avevo giurato di non mettere più piede.

rosalinda   Signore!

alvaredo    Ma se, malgrado un giuramento, mi sono indotto a entrare qui, ci deve essere una ben grave ragione, signora, e voi non l'ignorate certo.

rosalinda    Signore, io non vi capisco.

alvaredo    Meno storie, signora. Non occorre che vi spieghi la ragione della mia visita, forse non attesa, certo non desiderata. Si tratta di cosa che voi sapete meglio di me.

rosalinda   (ride sarcastica)    Non so a che cosa alludiate, signore!

alvaredo    Bando agl'infingimenti. Gettate finalmente quella maschera d'ipocrisia che vi copre il volto.

rosalinda   Signore!

alvaredo    E per la prima volta in vita vostra siate sincera! Con­fessate.

rosalinda   Non ho niente da confessare, signore, e avete torto di assumere con me quel tono, di cui potreste pentirvi.

alvaredo    Ah, sì? Allora, quand'è questo, vi dirò signora, (con voce soffocata) che voi avete fatto rapire un professore! (Rosalinda sussulta, si ricompone). Non giova negarlo!

rosalinda   E se così fosse?

alvaredo    Se così fosse - com'è del resto - vi direi che sono ve­nuto a riprendere il professore (Rosalinda sogghigna) perché io ho la responsabilità di quell'uomo.

leonora      Papà, ti avevo preceduto: il professore è sano e salvo, e a quest'ora è in viaggio verso casa sua. Debbo anche dirti, ac­ciocché non pensi male della mamma, che non era lui che si do­veva rapire.

alvaredo    (trionfante)    Lo sapevo. L'avevo indovinato. Ma (a Rosalinda) cara, mio figlio è ben sorvegliato e i vostri malvagi disegni sono miseramente falliti.

rosalinda   È vero, signore. Sono stata sconfitta, per questa vol­ta. Ma la partita non è chiusa, sappiatelo.

alvaredo    (ride diabolicamente)    Eh, là, signora. Sappiate, piut­tosto, che, fra poco, la leonessa sarà senza unghie!

rosalinda   Che cosa intendete dire?

alvaredo    (a Capperino, che continua le espansioni amorose con Gertrude)    Capperino mi capisce.

capperino   (a parte a Alvaredo) Veramente, sa, io non capisco molto bene da quella volta della caduta.

alvaredo     (a parte)    Quale caduta?

capperino   (c. s.)    Quella che feci da bambino.

alvaredo    (c. s.)    Ah, già. Vi faceste molto male?

capperino   (c. s.)    Eh, così, abbastanza.

alvaredo    (c. s.) Mi dispiace. Un'altra volta state più attento. (Forte a Rosalinda) Intendo dire che il vostro sicario, il degno esecutore dei vostri piani delittuosi, sarà presto affidato alle ma­ni della giustizia, se già a quest'ora non lo è.

rosalinda   (ride sarcastica) Ah, ah, vorrei che riusciste a scova­re quell'uomo inafferrabile, quell'uomo astuto e feroce, che sfugge da circa ottant'anni alla caccia dei gendarmi e sfida il mondo intero.

alvaredo    Non dubitate, c'è qualcuno che l'ha visto, ieri, sera, mentre s'allontanava col bottino umano: (indica Capperino) il mio fedele, il mio coraggioso, il mio eroico Capperino.

Capperino assume una posizione napoleonica.

rosalinda    Imbecille!

capperino       Oh, signora.

alvaredo    Ebbene, quest'imbecille per esprimermi coi vostri termini  questo imbecille...

capperino   E va bene, abbiamo capito. Perché sottolineare tan­to?

alvaredo    Questo imbecille ha potuto fornire alla giustizia i connotati della feroce belva umana, che è ai vostri servizi, e o-ra una squadra di poliziotti scandaglia i dintorni e batte la cam­pagna.

SCENA DODICESIMA

Gendarme e detti.

gendarme   (entrando) Domando scusa, signori, se m'introduco in un modo così brusco; ma ho una buona notizia; il bandito è stato catturato pochi minuti fa, mentre s'aggirava nei paraggi del castello in atteggiamento sospetto, ed è stato condotto in prigione.

leonora      (con un grido disperato) Ah!... È il professor Battilocchio!

capperino   Quale errore giudiziario!

Improvvisamente il dramma si trasforma in melodramma. Tut­ti i personaggi in iscena Rosalinda, Leonora, Gertrude, Alva­redo, Capperino e il Gendarme hanno pose melodrammatiche, come in un gran finale d'opera.

tutti            (cantando in coro; cominciano in tono sommesso e miste­rioso; poi crescendo e salendo di tonalità a ogni ripetizione del­la frase, finiscono come in un tuono minaccioso)

Quale errore giudiziario...    

    Quale errore giudiziario...       

        Quale errore giudiziario...            

            Quale errore giudiziario!...

(In tono arioso e cantabile, con danze; una frase ciascuno, uno alla volta)

rosalinda   (canta)

Quale errore giudiziario...

alvaredo    (canta)

Quale errore, quale errore!

gertrude    (canta)

Quale errore giudiziario...

alvaredo    (canta)

Quale errore, quale errore!

capperino   (canta)

Quale errore giudiziario...

alvaredo    (canta)

Quale giudiziario error!

tutti            (in coro)

Quale errore!...

leonora      (cabaletta)

O me infelice,

senza l'amato,

prima involato,

poscia in prigion!

Che giova avere

ricchezza e onore,

se un rio dolore

l'alma ferì?

gendarme (da solo, in preda alla più grande e ingiustificata dispe­razione)

Che giova avere

ricchezza e onore,

se un rio dolore

l'alma ferì?

Finito il melodramma. Tutti riprendono atteggiamenti nor­mali.

rosalinda   Corriamo a salvarlo!

alvaredo    Sì.

Tutti fanno complimenti davanti alla porta, per darsi l'un l'al­tro la precedenza.

gendarme   (a Rosalinda)    Prego, s'accomodi.

rosalinda   Non posso permettere, avanti lei.

gendarme   (cerimonioso)    Mai!

rosalinda   (cerimoniosa)    La prego.

alvaredo    (a Rosalinda)    Insomma, signora, fate presto. Dopo che per causa vostra succede tutto questo...

rosalinda   (saltando furiosa)    Quale impudenza! È lui la causa di tutto. Ma questa non la sopporto.

rosalinda   (fa per lanciarsi sul marito come una vipera, qualcuno la trattiene, lei freme)    Zzzzz...

capperino   (di fronte a Rosalinda, fa un salto indietro e si fruga nelle tasche, come cercasse la rivoltella)    Scostatevi...

alvaredo    (a Capperino)    Capperino, non faccia pazzie! Niente armi!

leonora       Ma che vuole spararle?!

capperino       No. Benché io sia caduto da ragazzino, avevo preve­duto il caso. In gioventù sono stato incantatore di serpenti.

(Estrae dalla tasca un flauto e fa una nota tenuta).

A questo suono Rosalinda, che s'agitava su tutte le furie, s'irri­gidisce, come soggiogata.

La scena assume improvvisamente caratteri orientali: luci da Alcazar, fumi d'incensi, ecc.

Capperino esegue una nenia orientale e Rosalinda danza, come un serpente incantato, mentrecala il

Sipario.


ATTO TERZO

quadro primo  Il giudizio

SCENA UNICA

Tribunale. Pubblico Ministero, Battilocchio, Giudice, Carce­riere.

pubblico ministero Mi pare che l'unica sia condannarlo al ta­glio della testa.

battilocchio Oh, povero me, non mi si poteva fare una cosa peggiore. Io sono innocente!

pubblico ministero    Sì, con quella faccia patibolare!

giudice        Faccio osservare all'illustre rappresentante della pub­blica accusa che il taglio della testa è molto caro. Ella sa che il nostro boia ha pretese eccessive e noi, a furia di esecuzioni ca­pitali, stiamo dando fondo all'erario. Non dimentichi che il Mi­nistero del Tesoro ci ha raccomandato la massima clemenza. Converrà concedere le attenuanti all'imputato.

battilocchio    Economia, economia!

pubblico ministero A meno che il boia non sia così gentile da farci uno sconto. Mandiamolo a chiamare.

giudice        In questo momento è occupato a tagliare la testa a Preoccupazione del Versante Nord della Montagna Bruna, l'al­tro feroce bandito catturato ieri.

pubblico ministero    Andremo noi da lui. Imputato seguiteci.

battilocchio    Povero me!

Escono.

quadro secondo      Il patibolo

Una piazza. La ghigliottina si erge al centro, sopra il palco; cie-lo livido sullo sfondo. Si vedono le teste degli spettatori e ai lati del palco; altra folla è davanti. Sul palco sono il carne­fice con cappuccio nero e Preoccupazione più morto che vivo, col collo nudo, per essere giustiziato. Il Boia procede alla tolet­ta del condannato, tagliando la camicia intorno al collo. Entrano, in primo piano, in gruppo: Giudice, Pubblico Ministero, Battilocchio e Carceriere.                                 

SCENA PRIMA

Detti, il Boia, il Bandito Preoccupazione, il Montanaro, la folla.

giudice        Aspettiamo che abbia finito. (A Battilocchio) Lei ha mai visto un'esecuzione capitale?

battilocchio    No, mai.

giudice        È una cosa interessante. Stia attento, così si farà un'i­dea e non anderà del tutto impreparato.

boia             (a Preoccupazione)    Il vostro ultimo desiderio?

preoccupazione Se t'ajo a dire la verità, le mie ultime desiderie è di lassare la capoccia dove si trova.

boia             Tutti così. Tutti lo stesso desiderio! Ma possibile che non abbiate un po' di fantasia? Sforzatevi la mente, benedetti uo­mini! Trovate qualche cosa di nuovo.

preoccupazione Allora, si non te dispiace, mi vorrei fare una sonatina sopra la fisarmonica.

boia             (alla folla)    C'è nessuno che abbia una fisarmonica?

montanaro (facendosi largo tra la folla) Eccola. (La consegna al bandito, lo guarda meravigliato come se lo riconoscesse) Uh! Compare! Sei fatta 'na bella carriera!

preoccupazione    Uh, tu si de gliu paiese!

montanaro I so' Giacumandonie 'i Giacumandrea. E tu com'haie arrevate 'cca? Sei fatto mordo cammino.

preoccupazione Che ce voi fa, accussi è la vita. Ogge a me, di­mane a te. E che se fa agliu paiese?

montanaro Sembe lu stesse de quanne sei fatte li bbalìce e hai partuto pe' bandite.

preoccupazione E Mariarosa, Mariarosa che ffa? Ce pienz'ancora a me?

montanaro    Mariarosa se 'mmaretava.

preoccupazione (tristemente)    Uh, se 'mmaretava!

montanaro Se 'mmaretava e tene quinnece figli.

preoccupazione (c. s.)    Uh, tene quinnece figli! (Sospira) Nun m'ha rimasta fidela!

montanaro    Cumpà, nun te ne 'ncarrecà, la ronna è traritricia.

Preoccupazione sospira e scuote il capo.

boia             Suona, vecchio bandito dalle mani macchiate di mille de­litti e dal cuore incallito. Suona le dolci arie natie, e che esse possano ridarti per un attimo l'innocenza del tempo che hai per sempre perduto e che non tornerà mai più.

preoccupazione (suona e canta)

E quanno la ciociara se 'mmarita

e chi glie dà lo spago e chi la ciocia.

coro

E chi glie da lo spago e chi la ciocia.

preoccupazione

Ma quanno la ciociara è 'mmaritata

lo spago è rotto e la ciocia è sfasciata.

coro

Lo spago è rotto e la ciocia è sfasciata.

preoccupazione

Catarina,

Catarina,

se te piace la robba mea,

se te piace la robba mea

l'argento ch'è caro

lo devi pagà.

M'aggio 'mpignato 'nu sottocazone

pe' fart'a li 'rrecchie

nu par'e buttone.

M'aggio 'mpignato 'nu sottocazone,

pe' fart'a li 'rrecchie

nu par'e buttone.

(Ripete gli ultimi due versi ballonzolando a tempo, con gli oc­chi tristi fissi nel vuoto, come pensando a cose lontane).

Ai piedi del palco, Battilocchio, il Boia, il Giudice, il Pubblico Ministero, il Carceriere, il Montanaro, la folla e persino la ghi­gliottina e le scene accennano, a tempo, il triste balletto, tutti con occhi tristi fissi nel vuoto, come pensando a cose lontane; all'ultimo, Preoccupazione si ferma e smette di suonare e cantare e tutti si fermano nell'ultima posa del balletto come pietrificati.

Un attimo di assoluta immobilità silenzio e tristezza di tutti. Poi il Boia si riscuote.

boia             Allora, andiamo. (Rapidamente spinge Preoccupazione nel­la ghigliottina, zaf, e il corpo del bandito decapitato cade die­tro il palco. Il passaggio dall'immobilità di poc'anzi all'esecu­zione è fulmineo. L'incanto è rotto e il movimento della scena riprende il ritmo normale).

E anche questo è andato.

SCENA SECONDA

Detti, meno il Bandito Preoccupazione e il Montanaro.

giudice        (al Boia)    Permette una parola?

boia             (riverisce, togliendosi il cappuccio) Oh, è lei, Eccellenza? Perché non m'ha chiamato subito?

giudice        Si copra, si copra. Dica un po', quanto la mette una de­capitazione?

boia              Lo sa. Diecimila lire.

battilocchio (gemendo)    All'anima dello strozzino!

pubblico ministero    Ci dica l'ultimo prezzo.

boia              Prezzo fisso, Eccellenza.

giudice         Via, per me...

boia              Per lei? Ma perché si vuol far tagliare la testa?

giudice        Ma no, dico: per me può fare uno sconto. Pensi, con tutte le decapitazioni che le faccio avere in questo paese, dove i delinquenti pullulano.

boia             E che vuole che vada a fare il boia tra la gente per bene? No, no, mi dispiace, ma è impossibile. Per meno di diecimila lire non si taglia una testa al giorno d'oggi. Ma chi la taglierebbe per meno di diecimila lire? Non scherziamo, Eccellenza.

battilocchio    Troppo caro, troppo caro, non se ne fa nulla.

pubblico ministero    Lei, caro boia, ci prende per il collo!

boia              È il mio mestiere.

giudice        Ma ragioniamo: che fatica è la sua, da doversi pagar tanto? Guardi: ha il collo piccolo. (A Battilocchio) Quanto por­ta di colletto?

battilocchio (gemendo)    Quattordici e mezzo.

boia              Non è questione del collo.

giudice         E che? Vuol dirmi che si fa pagare il disturbo?

battilocchio (tremando)    Il disturbo è tutto mio.

boia              Né il lavoro, né il disturbo. Mi fo pagare la pena che provo. Io ci fo una malattia, a ogni esecuzione. Sa che, quando debbo fare scendere la mannaia, mi si strugge il cuore?

battilocchio    Poverino.

boia              Non c'è somma, creda, che basti a compensarmi di questa sofferenza. Ma lo sa che una volta, durante un'esecuzione, non mi reggeva l'animo di dare il colpo fatale e penavo, penavo vi­cino alla ghigliottina, tanto che il condannato, che da mezz'ora aspettava con la testa nella mezzaluna, dovette dirmi: « Via, faccia coraggio, chiuda gli occhi e tiri giù »?

battilocchio    Anche questo è un nobile cuore.

boia              E mi viene a dire che mi faccio pagar troppo. Ma vorrei ve­dere chi lo farebbe per meno!

giudice        (a parte al Pubblico Ministero)    Se licenziassimo questo boia e ne prendessimo uno nuovo?

pubblico ministero (a parte)    Per carità, saremmo da capo, con un boia novellino, che deve esercitarsi, far la mano alle ese­cuzioni e dovremmo trovare al solito quattro o cinque persone che si prestino gentilmente a farsi tagliare la testa.

giudice        (c. s.)    È vero. Come fare? Ho un'idea. (Al Boia) E di­ca un po' il taglio d'una gamba quanto lo mette?

battilocchio (rianimandosi)    Oh, gioia, mi commutano la pe­na!

boia              Per una gamba posso fare quattromila lire. Se le taglia tutt'e due, faremo uno sconto.

giudice        È sempre molto caro. Peggio per lei, del resto; non pronunceremo più condanne a morte.

pubblico ministero    Non ci resta che una cosa da fare.

battilocchio    Condannare al taglio della testa il boia.

boia             Ma a me non la taglierei neppure per diecimila lire. Alme­no per il doppio.

pubblico ministero (a parte al Giudice, indicando Battilocchio) E se lo condannassimo al taglio del naso?

giudice        (a parte) È un'operazione lunga e complicata. Faccia­mogli tagliare qualche altra cosa.

battilocchio Ohé, che state complottando? Che mi volete far tagliare? Andateci piano, per favore.

giudice        (al Boia)    Lei sa tagliare i capelli?

boia             (alzando le spalle, con noncuranza)    Io so tagliare tutto.

giudice         Quanto prende per un taglio di capelli?

boia             Una spuntatina, una lira; un taglio con la macchinetta, due.

giudice         Allora, una spuntatina.

boia             (mette un asciugamano al collo di Battilocchio, consegnando­gli gli oggetti nominali) L'ultimo bicchierino, l'ultima siga­retta, l'ultimo cerino.

battilocchio (tra sé)    L'ultimo accidenti che ti pigli.

boia             (fa per tagliare) Dimenticavo: il suo ultimo desiderio? (Si ferma con la macchinetta pronta).

battilocchio (tetro)    Vorrei le basette a punta.

Il Boia taglia.

SCENA TERZA

Detti, Leonora, Alvaredo, Rosalinda, Capperino, Gertrude.

leonora      (irrompe, facendosi largo tra la folla, seguita dagli altri) Ferma, ferma!

Impressione, movimento nella folla.

voci             Che c'è? Che è successo?

alvaredo    (agita un foglio)    Ferma!

voci             La grazia! la grazia!

rosalinda   Non è il colpevole. È innocente!

giudice        (triste)    Troppo tardi. (Indica Battilocchio rapato).

capperino    Giustizia è fatta!

leonora       Ah! (Sviene).

boia              Ragazzo, spazzola!

(Via, col Giudice, col Pubblico Ministe­ro e col Carceriere, seguiti dalla folla).

Il Boia si porta dietro la ghigliottina.

SCENA QUARTA

Leonora, Alvaredo, Capperino, Rosalinda, Gertrude, Battilocchio, il Contadino, l'Asino.

alvaredo    Ma perché, Leonora è svenuta?

rosalinda   Dimenticavo di dirvelo: prima di separarci, bisogna regolare una faccenda. (Indica Leonora e Battilocchio) Quei due giovani si amano.

alvaredo    Eh? Che novità è questa?

leonora       Sì, papà. È per amor mio che egli ha affrontato tante peripezie.

rosalinda    Merita una ricompensa.

alvaredo    (con intenzione ironica)    E voi credete che una moglie sia una ricompensa?

rosalinda    Sì, quando il marito se la merita.

alvaredo    In tal caso non ho nulla da obiettare. Se se la meri­ta, ben gli sta: che si sposino.

battilocchio e leonora    Grazie. (Si prendono per la vita).

alvaredo    (a Capperino)    Disponete che si faccia subito la ceri­monia del fidanzamento.

capperino    Si fa presto a dirlo. Ma qui non mi sembra possi­bile.

rosalinda   In cima alla montagna c'è la casa dell'eremita, che m'è stato detto esser tornato da Parigi. È un sant'uomo. Potre­mo salire da lui, così la cerimonia sarà più suggestiva.

battilocchio Ottima idea. Ma io preferirei una cavalcatura. (Al Contadino, che, dal principio della scena, stava bastonando metodicamente un asino, riposandosi ogni tanto per asciugarsi il sudore e per riprender poi con maggior lena) A me quel qua­drupede! (Il Contadino continua a bastonare). Ehi, dico a lei. Ma che fa?

contadino È mezz'ora che lo sto bastonando, e quest'asino non si decide a camminare.

asino            (voltandosi) Benedetto uomo, poteva spiegarsi prima. Io credevo che mi bastonasse per farmi star fermo. Ora che me l'ha detto, eccomi pronto a mettermi in marcia.

battilocchio (togliendosi il cappello e ossequiando l'Asino) Non voglio disturbarla; stia comodo. Arrivederla.

quadro terzo    Le Montagne

SCENA PRIMA

Detti meno il Contadino.

Tutti in fila fingono di avviarsi su per la montagna, a destra, se­gnando il passo, mentre scendono dalla sinistra montagne, ca­scate, ponticelli, ecc. L'asinello trotterella dietro a Capperino.

asino            (a Capperino, mentre il corteo finge di salire) Ehi, signo­re, che me lo farebbe un piacere?

capperino   (fingendo di salire con gli altri)    Mi dica.

asino           (c. s.)    Mi porta a cavalluccio sulle spalle?

capperino   (c. s.)    Ma lei è matto.

leonora      (c. s.) Stiamo per entrare nel bosco. Speriamo di non incontrare qualche lupo.

battilocchio (c. s.) Sta' tranquilla cara. È ora di pranzo e cer­to il lupo ha fame, quindi nel bosco non l'incontreremo, per­ché, come sai, il proverbio dice: la fame fa uscire il lupo dal bosco.

leonora       Sì, io lo so, ma se il lupo ignora questo proverbio?

SCENA SECONDA

Detti e il Fungo.

battilocchio (vede scendere un grosso Fungo da sinistra, con le scene) Oh, che bel fungo! (Tutti smettono di segnare il passo; le scene e il Fungo si fermano) Quasi quasi lo coglierei, ma ho paura che sia velenoso. Bah lo farò assaggiare prima a Gertrude. Magari glielo farò servire al pranzo delle nostre nozze. (Porta via la calotta del Fungo; resta sorpreso ad ascoltare) Ma il fungo parla.

alvaredo    È di una rara specie: un fungo parlante.

battilocchio    Allora è proprio velenoso.

leonora       Che dice, che dice di bello?

rosalinda   Silenzio, lasciamolo parlare.

alvaredo    Che parli.

capperino    Che si spieghi. (Al Fungo) Che cosa ha da dire?

Tutti ascoltano.

voce del fungo    Maledizione, speriamo che non piova. Sono ri­masto senza ombrello.

capperino    Oh, poverino, si faccia un impermeabile.

leonora       Ma camminiamo, altrimenti si farà tardi.

Si rimettono in marcia c. s., si sente la musica di un organetto.

battilocchio (fingendo di camminare c. s.) Sento avvicinarsi una musica strana e misteriosa. Che cosa sarà?

SCENA TERZA

Il Serpente a Sonagli e detti, meno il Fungo.

leonora       Aiuto, è un serpente a sonagli.

Tutti si fermano. Appare un gigantesco Serpente a Sonagli con musica.

alvaredo    Capperino, presto, tiri fuori il flauto.

Capperino suona e il Serpente fa l'accompagnamento coi sona­gli; finito il pezzo, i presenti applaudono. Il Serpente s'inchina per ringraziare. Capperino s'inchina e indica il Serpente.

serpente     (con voce nasale e monotona) Fate la carità a un po­veretto senza braccia e senza gambe!

leonora      (gli getta un soldo)    Prendete.

serpente      Grazie. (Via).

battilocchio (con sincera commozione) È veramente triste ve­dere un povero rettile ridotto alla miseria; egli non può nem­meno tender la mano ai passanti. (Si rimettono in marcia c. s.).

capperino   Quello che poi non riesco a capire è come mai, con tanti guai, abbia sempre voglia di suonare.

Appare la casa dell'Eremita. Le scene si fermano e tutti smet­tono di segnare il passo.

rosalinda    Eccoci finalmente arrivati. Questa è la casa dell'Ere­mita.

alvaredo    (chiama)    Signor Eremita!

capperino    Signor Cenobita!

asino            Signor Archimandrita!

SCENA QUARTA

Le cameriere dell'Eremita e detti, meno il Serpente a Sonagli; poi l'Eremita.

prima cameriera dell'eremita (affacciandosi civettuola a una finestra)  Il padrone dorme.

seconda cameriera (a un'altra finestra)    È stanco dal viaggio.

terza cameriera (alla porta)    È arrivato testé da Parigi.

quarta cameriera (da un'altra finestra)    Via aerea.

capperino   Si tratta di cosa urgente. Deve benedire una promes­sa di matrimonio.

prima cameriera    Allora lo chiamo.

asino            Ma faccia presto. Non si sa mai, il fidanzato potrebbe cambiare idea.

rosalinda   Zitti, ecco l'Eremita. (S'inginocchia; s'apre la porta e preceduto dalle sue ancelle, che gli fanno ala, appare un ele­gante signore in cilindro. Rosalinda che inginocchiata, non lo vede, mormora) Padre... (Alza il capo e resta sorpresa) Ma lei non è un religioso?

eremita       No, sono un laico, per amor di solitudine ritiratomi in questo romitaggio.

rosalinda    Peccato. Avrei voluto baciarle il cordone.

eremita       Mi dispiace, se avessi saputo, mi sarei fatto frate.

rosalinda   Pazienza. Ora dovrebbe far da padrino al fidanzato di mia figlia.

eremita       Molto volentieri. Dov'è la signorina?

leonora      Eccola.

eremita       O che bel tocco di ragazza! (Cerca di fare un ganasci­no a Leonora, mentre Battilocchio la tira via).

asino            (a parte)    L'Eremita è intraprendente!

eremita       (a Leonora e Battilocchio)    Sposatevi e siate felici.

capperino   (presentandosi con Gertrude) Lei s'intende anche di cerimonie per sciogliere i fidanzamenti?

gertrude    Sta' zitto, tu. (All'Eremita) Giacché si trova con le mani in pasta, benedica anche il nostro fidanzamento.

capperino    Preferirei che lo maledisse.

SCENA QUINTA

Detti e Isabella. Poi il Bandito Terrore e il Serpente a Sonagli.

Isabella arriva di corsa, insieme col bandito Terrore, che è ;n camicia e che  scena muta  va a reclamare il suo vestito Battilocchio, e, durante i dialoghi seguenti, lo perseguita, cer­cando di spogliarlo, mentre Battilocchio si schermisce.

isabella      Traditore! Avevi promesso di sposar me.

capperino   Niente di male: ora si rimedia a tutto. (All'Eremita) Ci benedica tutti e tre.

isabella      Ma nemmeno per sogno.

eremita       Si può accomodar la cosa così. (Indicando Gertrude a Capperino) Lei sposa la signorina (attirando a sé Isabella) e questa pia creatura me la prendo io come segretaria.

capperino       Ma come? Voi Eremiti potete tener gente in casa?

eremita       Al congresso di Parigi è stata presa un'importante de­liberazione: l'Eremita, come si sa, deve vivere lontano dagli uomini; ma non è detto che debba vivere anche lontano dalle donne.

leonora      (all'Eremita) Questo sarebbe il momento di far ricon­ciliare il babbo e la mamma, con la sua autorità.

alvaredo    Mai, e i figli verranno con me.

capperino   Via, signor Alvaredo, siate buono, dateglieli, pen­sate che forse non sono neanche vostri figli. Non si può mai dire.

rosalinda   (sussulta)    Ma che dice quest'imbecille?

alvaredo    Pezzo di mascalzone, aspetta!

capperino   Ma no, volevo dire: pensate che forse voi non siete nemmeno il padre di quelle innocenti creature.

alvaredo    (fa per gettarsi su Capperino)    Lasciatemi!

capperino   (fuggendo)    Per carità! Io sono caduto.

alvaredo    (completamente smontato)    Quando siete caduto?      

capperino   (a parte)    Quella volta, da bambino.       

alvaredo    (c. s )    Ah, è vero. Vi faceste molto male?

capperino   (c. s.)    Un male del diavolo.

alvaredo    (c. s.) Mi dispiace molto, e soltanto per questo vi ri­sparmio.

capperino    Grazie, signore.

alvaredo    E cercate di non cadere più.

capperino    Farò tutto il possibile.

eremita       (con aria d'importanza) Fermi tutti iella infinita sa­pienza, attinta dalle lunghe veglie solitarie in compagnia delle mie pie ancelle, nella filosofia raggiunta attraverso l'esame e la contemplazione dei moti celesti, ho da fare una proposta che può mettere d'accordo chi vuol stare in campagna e chi vuol vi­vere in città.

alvaredo    Cioè?

eremita       (c. s.)Ecco: potreste passare l'estate in campagna e l'inverno in città.

tutti            (colpiti)    È vero.

capperino       Che idea luminosa! E nessuno ci aveva pensato.

asino            Quale sapienza!

eremita       Oh, che bell'asinelio. Gli voglio fare una carezza. (S'avvicina).

asino            Aiuto! Qui non si salvano nemmeno i quadrupedi.

rosalinda   (riprende per un istante il tono di castellana) Addio dunque o mie care montagne, o miei torrenti impetuosi, o mio bel castello...

tutti            (mesti cantano in coro, mentre il Serpente a Sonagli torna e fa l'accompagnamento musicale)    Tarutino e tarutello.

eremita       (a tono, salutando)    Io rientro nel mio ostello.

tutti            (c. s.)    Tarutino e tarutello. (Si prendono per mano e si avviano verso la discesa mentre le montagne salgono).

rosalinda   Addio, mio bel castello.

tutti             Tarutino e tarutello.

All'ultimo appare il castello che passa in fondo salutando.

Sipario.