L’anatra all’arancia

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L’ANATRA ALL’ARANCIA

L’ANATRA ALL’ARANCIA

Due atti di W.D. Home e M.A. Sauvajon

Traduzione di Francesco Orsini


Personaggi:

GILBERTO FERRARI

LISA FERRARI

TERESINA

PATRIZIA CAZZANIGA

FRANCESCO MARIA SERRAVALLE SCRIVIA

Atto Primo

LISA E GILBERTO IMPEGNATI IN UNA PARTITA A SCACCI.  TOCCA A LEI MUOVERE PERCHE’ E' CONCENTRATISSIMA, MENTRE LUI SI ALZA, SI ACCENDE UNA SIGARETTA...

LA PENDOLA COMINCIA A BATTERE LA MEZZANOTTE.

SEMPRE CONCENTRATISSIMA, LISA INDICA A GILBERTO DI FARE TACERE LA PENDOLA.  GILBERTO ESEGUE: SPOSTA LE LANCETTE, LA PENDOLA SMETTE DI SUONARE.

GILBERTO TORNA DA LISA E, IN PIEDI, CON ATTEGGIAMENTO IRONICO, OSSERVA GLI SFORZI DI LEI.

LISA:                                 Se sposto l'alfiere scopro il re.  Se lo lascio lì perdo l'ultima torre.  Se sposto il cavallo mi mangi la regina. (SI ARRENDE) E' matto.  Hai vinto, come al solito.

GILBERTO:                     Sì amore, matto.  Distrutta, avvilita, umiliata  senza    possibilità    di        attenuanti. Scacco matto in tre mosse.

LISA:                                 E pensare che ti avevo mangiato la regina ...

GILBERTO:                     Non me l'hai mangiata tu, me la sono fatta mangiare io, un trucchetto che funziona sempre.  Rivincitina?

LISA.                                 Grazie, ma non ho il gusto del martirio.

GILBERTO:                     Allora beviamo qualcosa?

LISA:                                 Whisky, grazie. (GILBERTO VA AL BAR A PREPARARE LE    BEVANDE) Io ancora non capisco come fai a giocare così bene a scacchi.  Tu non hai nessuno dei requisiti richiesti per giocare bene a scacchi...

GILBERTO:                     Perché, che mi manca?

LISA:                                 Le physique du rôle ... I grandi campioni di scacchi sono alti, pallidi,                            ascetici, misteriosi e mediativi.

GILBERTO:                     Io sono l'eccezione alla regola: superficiale ed allegrotto.  E poi tu stasera hai giocato peggio del solito.

LISA:                                 E' che sono un po' stanca.

GILBERTO:                     Ti credo, cento chilometri in macchina, nel traffico, per farti torturare da una banda di ciarlatani ...

LISA:                                 Geraldine e Cleò una banda?  Ma che dici ...      Loro sono ...

GILBERTO:                     Una banda, una banda ..

LISA:                                 ... sono i migliori estetisti di Milano.  Bisogna prenotarsi un mese prima ...        Anche oggi, pieno così ...

GILBERTO:                     (LA BUTTA LI') Soprattutto di pompieri, immagino ...

LISA:                                 Perché pompieri?

GILBERTO:                     (CON OVVIETA’) Per spegnere l'incendio...

LISA:                                 (INSOSPETTITA) Che incendio?...

GILBERTO:                     Quello che è scoppiato lì, nel palazzo di Geraldine e Cleò, l'ha detto il telegiornale, è successo alle cinque, proprio quando tu eri. lì.  Fumo, fiamme, la gente è dovuta saltare dalle finestre, ci sono stati sintomi di asfissia, ustioni, tre clienti sono svenute, una ha partorito prematuramente ... Strano che tu non te ne sia accorta. (TEMPO) Forse eri sotto il casco ... (ALTRO TEMPO.  LEI HA COME UN CENNO DI RESA) Comunque non ti preoccupare, non ci sono state vittime, tranne una: (INDICA SE STESSO) eccola qui.

LISA:                                 (PROFONDAMENTE A DISAGIO) Mi spiace ...      mi spiace veramente,.. Sì, lo so, avrei dovuto dirtelo, da molto tempo, ma ...

GILBERTO:                     Non ti preoccupare.  Io faccio televisione, è giusto che apprenda dalla televisione che sono cornuto.  Chi è, lo conosco?  Come si chiama?

LISA:                                 Francesco Maria.

GILBERTO:                     (PENSANDOCI) Sono fratello e sorella?  Non li conosco.

LISA:                                 Francesco Maria Serravalle-Scrivia.

GILBERTO:                     Un tutt’uno.  Aristocratico?

LISA:                                 Nove palle.

GILBERTO:                     Che lusso!  Non lo conosco.

LISA:                                 Ma si che lo conosci. Lo abbiamo incontrato assieme, a Roma, a quel pranzo all’Ambasciata argentina, a marzo…

GILBERTO:                     Quel tizio che voleva darti lezioni di tango?

LISA:                                 Non era quello lì, quello è argentino.  Francesco Maria è italiano.

GILBERTO:                     Ah, meno mal, (così all'estero non si saprà) Fammi ricordare ... Tu avevi alla destra un uruguayano, alla sinistra un paraguayano ... Dove cavolo era l'italiano?

LISA:                                 Di fronte, dietro un candelabro.  Vedevo solo i suoi occhi.

GILBERTO:                     Solo gli occhi?  Ti accontenti di poco.  Forse ti faceva piedino ...

LISA:                                 Non sarebbe stato nel suo stile.  Lui ... mi corteggiava con lo sguardo.

GILBERTO:                     (PRENDENDO ATTO) Beh, certo, con lo sguardo è molto più fine.  E che cosa fa questo signore quando non punta le moglie degli altri?

LISA:                                 Mediazioni.

GILBERTO:                     Il mediatore?  Quello che ti trova la casa al mare?  Oh, ma invitano proprio tutti alle ambasciate ...

LISA:                                 Guarda che lui fa mediazioni internazionali... (LA COSA NON LE E‘ MOLTO CHIARA) Non so... Lo Yemen vuole dare una concessione petrolifera alla Danimarca ... Il Giappone vuole acquistare una miniera di uranio in Brasile ... Che so, la Svizzera vuole vendere le sue ferrovie ...

GILBERTO:                     (COME RICORDANDOSI, SI DA UN COLPO SULLA FRONTE) Ci sono!  Il sedanone!

LISA:                                 Chi?!

GILBERTO:                     Il sedanone ... Quel tipetto tutto precisino che mi ha detto che aveva visto il mio sceneggiato "Giù le mani dalla mia flebo!” ...

LISA:                                 (ANNUISCE) Gli era piaciuto moltissimo, si era fatto un sacco di risate.  Dice che sei un uomo divertentissimo.

GILBERTO:                     Su questo non ci piove.  Il mio indice di ascolto in TV è quello di una finale di Coppa dei Campioni.  Anche l'indice di gradimento è altissimo. ma il suo sembra più alto, almeno per te.  E poi che cosa è successo?

LISA:                                 Il giorno dopo lui è dovuto andare a New York.  Da lì mi ha telefonato.  Abbiamo parlato per quaranta minuti.

GILBERTO:                     Quaranta minuti da New York?!  Ha chiamato a carico nostro? (GESTO DI LEI COME DIRE "MA FIGURIAMOCI") E di che cosa avete parlato?

LISA:                                 Di tante cose.  Voleva che al suo ritorno andassi a cena con lui.  Io ho rifiutato.  Il giorno   dopo   lui    ha   richiamato     e    ha insistito.  Io ho di nuovo rifiutato.  Lui mi ha richiamato e ha riinsistito.

GILBERTO:                     ... lui ti ha ririchiamato, e tu hai ririfiutato, ... Quanto tempo è andata avanti questa storia?

LISA:                                 Diciannove giorni.  Poi ho pensato che anche per educazione dovevo accettare ...

GILBERTO:                     Beh, sì, certo, uno insiste, riinsiste ...   Sembra    brutto.     E ,  scusa    la domanda indiscreta, quand’è che sei crollata de-fi-ni-ti-va-mente?

LISA:                                 Tre settimane dopo.

GILBERTO:                     Tre settimane per sette giorni fa ventuno giorni.  Più i diciannove che ha insistito fa quaranta giorni.  Non sarai Maria Goretti, comunque ti difendi abbastanza bene.

LISA:                                 (UN PO' SECCATA) Non mi sembra una buona battuta. (VA IN GIRO PER LA SCENA A CERCARSI UNA SIGARETTA)

GILBERTO:                     Di giorno?

LISA:                                 Cosa ... (DAL SILENZIO DI LUI CAPISCE IL SENSO DELLA DOMANDA) Di sera.  A casa sua.

GILBERTO:                     Io dov'ero?

LISA:                                 A Saint Vincent, a ritirare il premio.

GILBERTO:                     "I camosci hanno le scarpe di camoscio". Premio per la miglior sceneggiatura originale? (LEI ANNUISCE) Che cretinata, l'ho sempre detto che quel lavoro era una gran cretina ...

LISA:                                 Se non era una cretina il premio non lo vincevi ...

GILBERTO:                     Bella risposta, piena di significato ... (RICORDANDO) Adesso ricordo, quella sera ti ho telefonato, tu non c'eri, e il giorno dopo mi hai detto che eri andata a teatro con tua madre ...

LISA:                                 Proprio quella sera.

GILBERTO:                     Così è stata la cara mammetta che ha organizzato tutto!

LISA.                                 No, non è stata la cara mammetta ... Ateatro dovevamo davvero andarci, poi mi ha telefonato Francesco Maria e mi ha invitato a casa sua.  Ha tanto...

GILBERTO:                     ... insistito...

LISA:                                 Così ho telefonato a mamma e le ho detto che a teatro preferivo non andarci perché avevo ...

INSIEME:                         ...un terribile mal di testa. 

GILBERTO:                     Che fantasia.

LISA:                                 Era vero, il mal di testa l'avevo veramente.  Un mal di testa psicosomatico. Non credere che una sia felice, in quei momenti.

GILBERTO:                     No! Sono momenti terribili quelli lì! Sono momenti tremendi quelli lì. Come no, ci mancherebbe….. profondi studi psicanalitici hanno stabilito che mettere le corna è più doloroso che farsele mettere….Comunque dubbi, rimorsi, mal di testa, ma alla fine ce l’hai fatta. Brava Lisa. E questo Francesco Maria Serravalle-Scrivia….. Ma non ce l’ha un nome più corto.

LISA:                                 Da piccolo lo chiamavano Fri Fri ...

GILBERTO:                     Meglio Francesco Maria.  Voglio dire, questo Francesco Maria ti sta bene?  Ti piace?

LISA:                                 (FA FATICA A DIRLO, PERCHE' SA CHE LUI SOFFRIRA’)   Sì ...

GILBERTO:                     (SI PRENDE UN LUNGO TEMPO, COME DI AMARA RIFLESSIONE,  POI SI ALZA, COL TONO E L’ATTEGGIAMENTO DI CHI VA A SUICIDARSI)    D'accordo...

LISA:                                 (SPAVENTATA) Gilberto, che fai? Dove vai?

GILBERTO:                     A prendermi un altro whisky, lo vuoi anche tu?

LISA:                                 No, grazie, che poi mi viene mal di testa. (GILBERTO VA A VERSARSI DA BERE) Quand’è che hai cominciato ad avere dubbi su di me.

GILBERTO:                     Subito.  La prima volta che ti ho vista, allo stand dei salumi della Fiera di Busto Arsizio.  Eri perfetta.  Tutta giusta, almeno per me.  Sorriso giusto, vestito giusto, capelli giusti, faccia giusta.  Giusta qui, giusta lì.  Tutta giusta.  Mi sono detto "mamma mia quanto mi piace quella, è tutta giusta, non sarà troppo giusta?".

LISA:                                 (RIDENDO) Ogni tanto venivi allo stand, compravi un salame e te ne andavi. Poi venivi, compravi un altro salame e te ne andavi….per tre giorni.

GILBERTO:                     (ANNUISCE) Mi sei costata 44 salami. (CON AMORE E RIMPIANTO)  Lo rifarei, ne comprerei anche mille.

LISA:                                 (UN PO' A DISAGIO) E dopo, più niente?  Per tutti questi anni mai un sospetto?

GILBERTO:                     Mai.  Sino alla settimana scorsa, quando la Signorina Patrizia, la mia segretaria, mi ha detto che ti aveva vista all'American Express assieme a ... ti dico le sue parole esatte, fra virgolette “assieme a un tutto fico, una specie di bronzo di Riace con gli occhi di Sandokan”.  E dato che tu mi avevi raccontato che quel giorno andavi al cinema con tua cugina Marcellina, mi sono detto "Gilberto, o la cugina Marcellina ha cambiato sesso, o tu hai le corna".

LISA:                                 A parte questo, in tutti questi anni di matrimonio non ci avevi mai pensato... Insomma, che un giorno poteva succedere che ...

GILBERTO:                     (CENNO DI NO) Ho sempre pensato che fossi  io il tuo bronzo di Riace. (RIPENSANDOCI) Cioè no, aspetta, una volta un sospetto l'ho avuto.  Questa primavera, al circolo del tennis, mentre giocavo la finale di Coppa contro il Tagliabue ... Tu sei arrivata con un'aria felice, ma così felice ... Non ti avevo mai vista così, mi sono domandato “ma perché sarà così felice?"

LISA:                                 Avresti fatto meglio ad approfondire.

GILBERTO:                     Certo, infatti volevo approfondire ... Ero quattro pari all'ultimo set ... Mi sono detto sistemiamo il Tagliabue e poi approfondisco,, ...

LISA.                                 E invece non hai approfondito niente!  Non ti sei accorto di niente!  Nemmeno quando mi hai trovato in fondo al giardino sulla panchina, a piangere...

GILBERTO:                     Io credevo che piangessi di gioia, o d'emozione ... L'anno scorso a Hullaha   in Finlandia, ti eri messa a piangere guardando l'aurora boreale ...

LISA:                                 E secondo te dal nostro giardino si vedono le aurore boreali?

GILBERTO:                     No, ma potevi esserti commossa perché avevi visto un'altra cosa poetica.  Non so, una micia che allatta i suoi micini, un leprotto sperduto nell'erba, il fremito dello zeffiro sulla bouganville... A proposito, perché piangevi?

LISA:                                 Piangevo perché avevo accettato di andare nell'appartamento di Francesco Maria.  Sapevo che cosa sarebbe successo e piangevo di vergogna.  Di vergogna ... Ma tu questo non puoi capirlo ...

GILBERTO:                     Ma certo che capisco, dev'essere così umiliante sentirsi la moglie di un cornuto ...

LISA:                                 (SCATTANDO) Senti, fammi un favore, le spiritosaggini conservatele per le tue trasmissioni (RIPRENDE IL TONO PRECEDENTE) Io non ti avevo ancora tradito ... Se tu quella sera avessi fatto un gesto, un piccolo gesto. Se mi avessi aiutato ...

GILBERTO:                     A fare che?

LISA:                                 A non tradirti!  Se tu sapessi a che cosa ho dovuto resistere per tre settimane davanti alle insistenza di Francesco Maria!

GILBERTO:                     Ah sì?

LISA:                                 Avevo la sensazione di essere sull'orlo di un precipizio in cui volevo lanciarmi ma anche allo stesso tempi mi terrorizzava ...

GILBERTO:                     Ma guarda ...

LISA:                                 E tu per tutto il tempo che cosa hai fatto?  Eh? Che cosa hai fatto?

GILBERTO:                     Non so, che cosa ho fatto?

LISA:                                 Hai continuato a essere l’uomo più spiritoso ,della televisione italiana!

GILBERTO:                     Ma scusa, ma come potevo immaginare che la vista di un mediatore ti desse le vertigini ... Ne avevamo visti tanti e non era mai successo niente!

LISA:                                 Non avevo ancora visto Francesco Maria. Un uomo stupendo, affascinante, unico ...

GILBERTO:                     Come minimo sarà sposato.

LISA:                                 Lo è stato, tre volte, con tre donne bellissime.

GILBERTO:                     Tutte e tre assieme?

LISA:                                 No, non tutte e tre assieme, una volta alla volta.  Ma ora è libero.  Imatrimoni sono stati annullati dalla Sacra Rota.  Sai, loro sono credenti...

GILBERTO:                     Annullati dalla Sacra Rota ... Impotentia coeundi.  Ah già, è vero, con te ...

LISA:                                 Ma perché devi sempre dire la tua battutina volgare!  Ma cosa fai, ti diverti?

GILBERTO:                     Amore mio, in questo momento posso fare di tutto, ma divertimi proprio no.  Anche perché mi sto domandando che cosa sarebbe successo se quel giorno non avessi mandato la signorina Patrizia all'American Express.  Lei ti ha visto assieme a quello lì al banco delle prenotazioni e senza volerlo si è impicciata un po'.

LISA:                                 Senza volerlo, certo.

GILBERTO:                     (GLISSANDO) ... e ha sentito che stavate prenotando il vagone letto per Parigi, tu e il Coso, lì ...

LISA:                                 Parte solo lui.  Ha delle cose da fare a Parigi.

GILBERTO:                     In un vagone letto doppio?  Che fa, dorme un po' sopra e un po' sotto?  Sai che fatica ...

LISA:                                 (SI ARRENDE) E va bene.  Partiamo insieme…. domenica sera.

GILBERTO:                     Domenica?  Oggi è venerdì ... quando pensavi di dirmela questa cosina?

LISA:                                 Lunedì.

GILBERTO:                     Lunedì mi avresti detto "guarda che io ieri sono partita"?

LISA:                                 Ti avrei telefonato dal treno.

GILBERTO:                     E le valigie?  Tu quando parti sembri Ivana Trump... Ti avrei vista, uscire carica di valigie...

LISA:                                 Sarei uscita senza valigie.  Ti avrei detto che andavo a passare due giorni dalla mamma.

GILBERTO:                     La mamma!  La mamma c'entra sempre, eh?

LISA:                                 La mamma non c'entra, lo sai che lei ti adora.

GILBERTO:                     Certo, mi adora.  Io sposo la figlia e mi adora la madre.  Mi adora, però aiuta la figlia a mettermi le corna ...

LISA:                                 Ma se ti ho detto che ...

GILBERTO:                     Naturalmente vorrai il divorzio ...

LISA:                                 Hai un'altra soluzione?

GILBERTO:                     Meglio divorziata che vedova. (UN BREVE TEMPO) Senti, non prenderla come una cattiveria, ma tu non sei più una ragazzina ...

LISA:                                 E' vero, su un'isola deserta si invecchia presto.  Tu invece ti mantieni alla grande ...

GILBERTO:                     Sei molto gentile, ma ormai io sono al 45° giro, sono un cavallo stanco ... Ho il fiatone, i dolori, ho dei vuoti di memoria, un accenno di parkinson...

LISA:                                 Senti, non mi fare la commedia del vecchietto per impietosirmi, che tanto non funziona ...

GILBERTO:                     (VA A PRENDERE UNA FOTO DEI DUE FIGLI) E questa funziona?  Che mi dici di questi due orfanelli?

LISA:                                 Ma quali orfanelli ...

GILBERTO:                     (MELO') Abbandonati dalla mamma! (IMITANDO UN BAMBINO) "Papà, dov'è la mamma?" (LUI) "In vagone letto, cabina 12, posto 24 superiore".

LISA:                                 Guarda che io abbandono te, non loro.  Loro, verranno a vivere con me e Francesco Maria.

GILBERTO:                     Allora l'orfanello sono io!  Con chi vado a vivere io?!

LISA:                                 Non me ne importa proprio niente.  Tanto la mia assenza influirà sulla tua vita quanto la mia presenza, cioè zero.

GILBERTO:                     Questo non è vero, io ho bisogno di te.

LISA:                                 Ma figuriamoci.  Per quel genere di servizi ne trovi un sacco ... Una che ti riempia la solitudine da qualche parte la rimedi.

GILBERTO:                     Mentre tu riempirai la solitudine di questa Francesco Maria.

LISA:                                 Perché lui ha bisogno di me, lui ...

GILBERTO:                     Ma si può sapere che cosa ha più di me quello lì?

LISA:                                 Intanto ha dieci anni meno di te, quello

GILBERTO:                     Cos'è, una graziosa allusione al mio stato di deterioramento?

LISA:                                 Sai benissimo di no, tu non sei deteriorato.  Sei un bugiardo, non un deteriorato.

GILBERTO:                     (MENTENDO MALE, PERCHE' SA CHE COSA LEI STA PER DIRGLI)

Bugiardo io?  Ma quando mai ...

LISA:                                 Ah no? Allora tutta la notte passata a giocare a scacchi col geometra Casiraghi?

GILBERTO:                     ... il geometra è un osso durissimo ...

LISA:                                 ... e anche lontanissimo, visto che la settimana prima era partito per l'Australia!

GILBERTO:                     Ancora con questa storia!  Ancora!  Credevo che su questa stupidissima stupidaggine ci avessimo messo una pietra sopra.

LISA:                                 Con tutte le pietre che ho dovuto mettere su tutte le tue stupidissime stupidaggini ci avrei costruito una stupidissima muraglia cinese.

GILBERTO:                     Questa è carina, me la segno, la posso usare no? (IN TONO SERIO, RANCOROSO) Intanto tu preparati a mettere pietre sopra le scappatelle di questo Francesco Maria, vista anche la differenza di età fra voi due.

LISA:                                 Tre anni meno di me, cosa vuoi che sia ...

GILBERTO:                     Adesso niente ma fra cent'anni vedrai ...

LISA:                                 (SBUFFANDO) E io che credevo che almeno una volta nella vita avremmo potuto parlare seriamente ... Ma no, niente da fare ... Sto per lasciarti e tu che cosa fai?  Dici le battute.

GILBERTO:                     Che vuoi fare, è la deformazione professionale.  Io sono come un comandate che affonda con la nave ... Comunque non mi ha ancora detto che cos’ha questo Francesco Maria meglio di me.

LISA:                                 Tutto.  E' affettuoso, premuroso, gentile, fedele, cortese, leale ...

GILBERTO:                     Ne parli come se fosse morto ...

LISA:                                 E poi è emozionato.

GILBERTO:                     Cos'è ... ?

LISA:                                 Emozionato ...

GILBERTO:                     Come sarebbe, emozionato ...

LISA:                                 Emozionato quando arrivo, emozionato quando vado via, emozionato quando mi parla, quando mi guarda, quando mi tocca, quando ...

GILBERTO:                     Va beh, va beh, ho capito ... E' emozionato.  Certo che passare la vita con un tizio che si mette a balbettare ogni volta che tu entri da una porta ... Va beh, tutti i gusti sono gusti ... (PIGNOLO, BUROCRATICO) E posso chiederti in quali condizioni di igiene e comodità pensi di far vivere i miei due figli?  Avranno un piccolo spazio, un giardinetto ... ?

LISA:                                 Sì, avranno un piccolo spazio: una villa ottocentesca di trenta stanze sull'Appennino tosco-emiliano, in 50 ettari di bosco.

GILBERTO:                     Cos’e, una colonia?

LISA:                                 E' la villa di famiglia dei Serravalle-Scrivia.  La mamma vive ancora lì.

GILBERTO:                     La povera vecchina abbandonata nel bosco!  E hai pensato a come faranno i miei due figli a veder qualche loro simile?  C'è un servizio di muli, non so, uno sherpa ... ?

LISA:                                 Non saranno soli, anche i figli di Francesco Maria vivono lì, hanno la stessa età dei nostri, pressappoco, e sono belli e intelligenti.

GILBERTO:                     Un villone avito, un bosco, un uomo stupendo, dei figli stupendi ... Sembra la pubblicità di un digestivo... (PENSANDOCI) Di sicuro è tutto ipotecato.

LISA:                                 Cosa ... ?

GILBERTO:                     Il villone, la foresta, l'Appennino tosco-emiliano, la mamma, tutto ... Questo Francesco Maria dovrà passare enormi alimenti alle tre ex mogli, sarà un po' impicciatello ... secondo me prima o poi ti chiede un prestito.

LISA:                                 Non passa nessun alimento, perché quelle tre si sono tutte risposate.

GILBERTO:                     Non soltanto riesce a liberarsene, ma riesce anche a risposarle!  Ma questo è un genio!  Cosa posso fare, io, contro un genio così!  Cosa posso fare!

LISA:                                 Adesso niente.  Ma prima avresti potuto fare qualcosa.  Quando io ho cominciato a capire che Francesco Maria mi piaceva e ho cominciato a avere paura, e ti chiedevo di portarmi via, ti ricordi?  Andiamo in Irlanda, andiamo in Egitto, andiamo alle Azzorre ... Ma tu avevi da fare, dovevi fare lo sceneggiato, la sit-com... Non avevi tempo per me.

GILBERTO:                     E a che cosa sarebbe servito partire?  Mentre io bevevo una birra tu avresti visto lui che sorseggiava il suo cognac; mentre io mi lavavo i denti tu avresti visto lui, di spalle appoggiato al balcone in una notte di luna, avvolto nella sua splendida vestaglia di seta; mentre io bevevo il bicarbonato perché avevo mangiato troppo tu avresti visto lui al pianoforte a suonare un notturno di Chopin….Avresti visto lui che componeva un madrigale mentre io tiravo lo sciacquone del cesso, pardon, della toilette, e senza nemmeno essere un po' emozionato. (TEMPO) Ai bambini chi glielo dice?

LISA:                                 Se vuoi posso dirglielo io. Certo. che sono ancora molto piccoli e pensavo che se volessi prendertene l'incarico, sarebbe certamente meno...

GILBERTO:                     Meno?

LISA:                                 No dico ... Sarebbe certamente più...

GILBERTO:                     Più?…Più o meno?…Più divertente? (LEI ANNUISCE) Certo che sarebbe bello poter farsi operare alla coscienza come se fosse un’appendicite. Zac…E via i sensi di colpa. Sta’ tranquilla glielo dico io. Adesso mi preparo una cenetta, mi scrivo due battutine delle mie…Mi metto una mascherina…Se riesco a farli ridere stavolta sono proprio un genio…(CAMBIO DI TONO)… Lisa, sei sicura di non sbagliarti con quel tipo? Forse si tratta solo di attrazione fisica.

LISA:                                 (CENNO DI “NO”) Ci amiamo.  Certo,    c'è anche attrazione fisica, quella ci vuole ... Ma ci amiamo, e io sono felice.

GILBERTO:                     Perché, in tutti questi anni Con me non lo sei mai stata?

LISA:                                 Certo che lo sono stata.  Come un broccolo.

GILBERTO:                     Broccolo..?

LISA:                                 Come un broccolo, sì.  Anche i broccoli sono felici, no?           

GILBERTO:                     Beh, quando li fanno in padella mica tanto ...

LISA:                                 Ma sino a quel giorno sono felici.  Se ne stanno lì al sole, tranquilli ... Esistono, semplicemente.  Ma io non voglio esistere, io voglio vivere.  Io voglio sentirmi la donna del mio uomo, non.il suo migliore amico.

GILBERTO:                     Adesso non esageriamo, ma quale migliore amico ... Qui si sta dimenticando il viaggio di nozze a Palma de Majorca: nove giorni di seguito senza uscire dalla stanza, il direttore dell'albergo mi ha stretto la mano.

LISA:                                 Dimentichi un dettaglio.  Che in quei nove giorni ha sempre diluviato, e che in quei nove giorni mi hai insegnato a giocare a scacchi.

GILBERTO:                     Visto che facciamo i pignoli fiscali, mi permetto di ricordarti che per imparare a giocare a scacchi ci hai messo tre giorni.  E che mi dici degli altri sei?

LISA:                                 Può essere. Comunque dopo Palma de Majorca, almeno per quello che mi riguarda, hai dormito sugli allori.

GILBERTO:                     Beh?  Hai mai visto un cavallo vincere due volte di seguito un Gran Premio?

LISA:                                 La Juventus ha vinto un sacco di scudetti, di seguito.

GILBERTO:                     Quelli sono in undici.  E poi, ammesso e non concesso che io non sia un amante particolarmente spettacolare, mi devi concedere che ho un sacco di altre qualità.

LISA:                                 Ah sì?  E quali?

GILBERTO:                     (ENUMERANDO) Divertente, simpatico, spiritoso, imprevedibile ...

LISA:                                 ....bugiardo, egoista, infedele, distratto ...

GILBERTO:                     Se fai la media ...

LISA:                                 Viene bassa.

GILBERTO:                     Viene bassa? (LEI ANNUISCE) Viene bassa.  A questo punto credo che non ci sia altro da dire. (FA LA STESSA SCENETTA DI PAG. 9, SI ALZA COL TONO E L'ATTEGGIAMENTO DI CHI VA'A SUICIDARSI) D'accordo ...

LISA:                                 (CI CASCA.  SPAVENTATA) Gilberto, dove vai?!

GILBERTO:                     A prendermi un altro whisky.  Lo vuoi anche tu?

LISA:                                 (SOSPIRANDO) Mezzo.

GILBERTO VA A  PREPARARE LE BIBITE.  MENTRE LE PREPARA, SUL SUO VOLTO SI ACCENDE COME UN SORRISO.

LISA:                                 Perché ridi?

GILBERTO:                     Non rido.  Sorrido.

LISA:                                 Perché sorridi?

GILBERTO:                     (TORNA CON I BICCHIERI.  NE DA’ UNO A LISA) Stavo pensando che solo trentamila anni fa io avrei preso una clava, sarei andato alla caverna di questo Francesco Maria e gli avrei spaccato la testa.  Oggi invece tutto si risolve con quattro chiacchiere e uno scotch.  Ma come siamo civili!

LISA:                                 (BEVENDO) Sì, la clava ... Tu nemmeno allora ti saresti battuto per la tua donna ... Ti ci vedo proprio entrare in una caverna con una clava ...

GILBERTO:                     A proposito di caverne, questo signore avrà uno scannatoio ... voglio dire una garçonniere a Milano...

LISA:                                 (DIVERTITA) Sì, ha una garçonniere a Milano: nove stanze in fila in piazza della Repubblica.

GILBERTO:                     Nove stanze in fila!  Come al Palazzo di Giustizia!  Bisogna che mi ricordi di non passare più da piazza della Repubblica.

LISA:                                 E perché? A sentirti si direbbe che dobbiamo diventare nemici. Io invece voglio che restiamo buoni amici,      e ci tiene anche Francesco Maria.

GILBERTO:                     Non mi serba rancore?

LISA:                                 Ma neanche un po' ...

GILBERTO:                     Non ce l’ha con me?

LISA:                                 Ma no ...

GILBERTO:                     Ma che bravo ragazzo ti sei trovato, sono proprio contento. Oh, come sono contento!

LISA:                                 ... E poi come faresti a vedere i bambini se evitiamo di incontrarci?

GILBERTO:                     Un sistema ci sarebbe.  Tu la mattina li accompagni al deposito bagagli della stazione e li lasci lì.  Io passo a prenderli, me li tengo tutto il giorno, poi li riporto al deposito, e tu passi a ritirarli in serata. (PAURA) Oddio!  E se perdiamo lo scontrino?

LISA:                                 (STAVOLTA ACCETTA LO SCHERZO) Lo vedi che ci conviene restare amici?

GILBERTO:                     Sì, sì, credo proprio che tu abbia ragione.  Anche perché da solo sarò costretto a andare a mangiare tutti i giorni alla mensa della televisione ... Mentre se restiamo amici ... Oh, nove stanze in fila in piazza della Repubblica ... Ci sarà una stanza da pranzo, no?

LISA:                                 Ma certo!  E non solo a Milano, poi verrai anche in villa!

GILBERTO:                     Ma va?  Anche nella villa ottocentesca?  Non sarà un po' troppo?

LISA:                                 Ma che troppo ... Ci vieni a passare qualche giorno di vacanza ...

GILBERTO:                     Qualche giorno di vacanza sull'Appennino tosco-emiliano ... Così potremo andare tutti nella valle degli orti ... Bene.  Bene.  Allora, visto che siamo tutti d'accordo, possiamo cominciare subito. (SI DIRIGE VERSO IL TELEFONO) Dove lo trovo?

LISA:                                 Chi?

GILBERTO:                     Questo Francesco Maria.  Dov'è?

LISA:                                 A casa sua, a Milano.

GILBERTO:                     Solo?

LISA:                                 (SUBITO IRRITATA) Certo, solo. Perché, che cosa vuoi insinuare?

GILBERTO:                     Niente, proprio niente.  Pensavo che magari c'era la mamma, poveraccio, magari si è stufata di stare sull'Appennino, in mezzo al bosco ...

LISA:                                 D'estate donna Mercedes lascia l'Appennino.

GILBERTO:                     E chi è donna Mercedes?

LISA:                                 La mamma di Francesco Maria ... Giugno e luglio li passa nella villa di Saint Jan Cap Ferrat ...

GILBERTO:                     E dov'è?

LISA:                                 Nei pressi di Villefranche-sur-mer. (GILBERTO CONTINUA A NON CAPIRE) In Costa Azzurra.

GILBERTO:                     Costa Azzurra?  Hai capito... La testa in campagna, i piedi al mare e il culo in città, queste sono le grandi famiglie italiane.  Comunque sappiamo che Francesco Maria in questo momento è solo, a Milano, in una delle nove stanze in fila, in una calda serata d'estate, di venerdì... Mi fa venire l'angoscia, sembra una commedia di Becket (PORGE IL TELEFONO A LISA) Digli di venire qui.

LISA:                                  Qui ... ?

GILBERTO:                     Qui, qui.  Passerà sabato e domenica da noi, in una delle due nostre piccole camerette degli ospiti e nemmeno in fila, e domenica pomeriggio invece di partire tutta sola tu, tutto solo lui, tutti soli tutti e due, partirete tutti e due assieme, ecco tutto. (IL TF) Dai, telefonagli.

LISA:                                 (TRASECOLANDO) Ma non è possibile ... Tu, mio marito, stai chiedendo a me, tua moglie, di invitare il mio amante a casa nostra, di passarci due notti, dopodiché io e lui partiremo assieme.. Ma sei completamente privo di senso morale.

GILBERTO:                     Scusa, l'hai detto tu che dobbiamo incontrarci ...

LISA:                                 Sì ma dopo ...

GILBERTO:                     Invece ci incontriamo prima, è molto più civile, morale vuoi mettere? (LEI HA UN GESTO DI STANCHEZZA) Stanca?

LISA:                                 A pezzi.

GILBERTO:                     Beh, certo, sono faticacce... Dovresti prendere un poi di Metanonina.

LISA:                                 Ecco un'altra cosa che non mi mancherà: tu che in questi momenti mi dici sempre dovresti prendere la Metanonina". (TEMPO INSOSPETTITA) Perché vuoi che Francesco Maria venga qui?

GILBERTO:                     Te l'ho detto, perché mi sembra assurdo che te ne vada di nascosto, come una ladra, e lui se ne vada di nascosto, come un mediatore.  Invece qua tutti e due, anzi tutti e tre ...

LISA:                                 Secondo me, tu hai in testa qualcosa.

GILBERTO:                     Assolutamente niente.  A parte queste  (LE CORNA)

LISA:                                 E su questo capolavoro di sottilissimo umorismo, ti do la buonanotte. (SI ALZA E SI AVVIA VERSO AL CAMERA DA LETTO).

GILBERTO:                     Buonanotte.

LISA:                                 ' notte ...

GILBERTO:                     Buonanotte

LISA:                                 ... ‘notte

GILBERTO:                     Ah, senti ... (LEI LO GUARDA UN PO' SPAZIENTITA) Per il divorzio ... Io pensavo di dire, se tu sei d'accordo, che è tutta colpa mia.

LISA:                                 (AMMETTENDO) Questo è molto bello da parte tua, finalmente un gesto elegante ...

GILBERTO:                     Anche per i bambini...

LISA:                                 Certo.  Come vuoi fare?

GILBERTO:                     Un adulterio.  Io sto a letto con un'altra, tu mi sorprendi, io ti dico "cara lascia che ti spieghi", eccetera eccetera, le solite cose.

LISA:                                 (NON LE PIACE) Come in America: io ti sorprendo in un motel con una passeggiatrice?

GILBERTO:                     Perché in un motel?  Abbiamo questa bella casa… Sotto il tetto coniugale è ancora più oltraggioso, tu dovresti spararmi, ma dato che sei civile ti limiti a partire per Parigi con quello lì.

LISA:                                 E tu vorresti portare una passeggiatrice in casa mia? Ma sei fuori di testa?! (CAMBIO DI TONO) Che cosa direbbe Teresina, non ci hai pensato?

GILBERTO:                     No, non ci ho pensato.  Fucilatemi, impiccatemi, degradatemi, ma non ho pensato a Teresina.  Secondo te che cosa direbbe Teresina?

LISA:                                 Nemmeno una parola ...

GILBERTO:                     ... sarebbe la prima volta ...

LISA:                                 ... si licenzierebbe immediatamente.

GILBERTO:                     (IN TONO FATICOSAMENTE ESPLICATIVO) Amore, tu hai un amante.  Ti prepara ad andartene con lui.  Mi porti via i bambini. Il licenziamento di Teresina sarebbe l'unico raggio di luce in questa notte tenebrosa...

LISA:                                 Guarda che un'altra come Teresina è impossibile trovarla.

GILBERTO:                     Finalmente una buona notizia.  E poi non è vero, al museo degli orrori ce ne sono moltissime ...

LISA:                                 (LA PRENDE COME UN FATTO PERSONALE) Senti, non mi va che parli così di Teresina, va bene?  Lei mi ha visto nascere. (POETICA) Io aprivo gli occhi alla vita, e lei era li ...

GILBERTO:                     E da lì non si è più mossa.  E va beh, ho profanato la reliquia, sono pentito ... (CAMBIO DI TONO) Anche perché Teresina fa parte del piano.  Noi sappiamo che la discrezione non è il suo forte, se quella mi becca con una, dopo mezz'ora lo a tutta la Brianza, e così tu non fai la figura di quella che abbandona il marito per scappare con l'amante, bensì della povera donna oltraggiata che si mette in salvo da una situazione vergognosa ... Già me la vedo la Teresina quando si discuterà il divorzio: (IMITA TERESINA) "Signor giudice”, anzi vostro onore, perché quella guarda sempre la TV “è un presto mattino antelucano quando ti traso nella camera del signor Ferrari per portarci il caffè, e che me tocca de vede?  Che me tocca de vede?  Il predetto signor Ferrari abbrancicato al seno di una smandrappata sgallettata svergognata!”.   E quando il giudice vedrà il seno di Patty Pat firmerà il divorzio in quattro e quattr'otto e ti affiderà i bambini.

LISA:                                 E chi è questa Patty Pat?

GILBERTO:                     La mia segretaria, la signorina Patrizia, che tutti chiamano Patty Pat o anche, con un elegante calambour, Patty Pett.

LISA:                                 E tu vorresti andare a letto con questa Patty Pat.

GILBERTO:                     (COME UN MARTIRE) Per salvare il tuo onore ...

LISA:                                 (SCUOTENDO IL CAPO) Grazie, ma non mi piace.  E' meglio l'idea del motel con la passeggiatrice.

GILBERTO:                     Ma che dici passeggiatrice ... Amore, tu sei una donna affascinante, io sono un uomo conosciuto ... Esce sui giornali che ti ho tradito con una passeggiatrice, che figura ci fai ...

LISA:                                 Invece con Patty Pat ci faccio bella figura?

GILBERTO:                     Beh, lei è roba di prima categoria ...

LISA:                                 E tu che ne sai?

GILBERTO:                     Beh, così, s'intuisce, si evince, a occhio nudo ... Oh, guarda che io lo faccio per te, perché a me (CHE MI FREGA).

LISA:                                 (DOPO UNA RIFLESSIONE) Dici che accetterà?

GILBERTO:                     Accetterà, accetterà ...

LISA:                                 E perché?

GILBERTO:                     Perché è la mia segretaria, e fa quello che le dico. “ Signorina Patrizia, vada all'American Express a pagarmi l'estratto conto" "Sì dottore”. “Signorina Patrizia venga a casa mia a recitare la parte della mia   amante" “Si  dottore". E' lavoro.  Allora, organizzo?

LISA:                                 (CI PENSA UN PO' POI) E’  una cosa di cattivo gusto ... Ci sarebbe anche Francesco Maria, e io non posso coinvolgere un Serravalle-Scrivia in una situazione tanto scadente. (CENNO DI "NO” COL CAPO) Qui, finché ci sono io, non entra nessuna Patty Pat.  Io domenica raggiungo Francesco Maria a Milano e parto per Parigi.  Poi, quando io me ne sono andata, tu fa' quello che vuoi, la cosa non mi riguarda più.  Buonanotte. (DI NUOVO SI AVVIA).

GILBERTO:                     (RASSEGNATO) Se vuoi così ...

LISA:                                 Voglio così.  Notte.

GILBERTO:                     Notte.  Ah, senti, un'ultima cosa.

LISA:                                 (SPAZIENTITA) Ancora ... Che c'è?

GILBERTO:                     Volevo tranquillizzarti sull'incendio da Geraldine e Cleo ...

LISA:                                 Guarda che non ero mica in ansia.  Saranno assicurati ...

GILBERTO:                     E' che ... non c'è stato nessun incendio ...

LISA:                                 (CON FURORE) Non ...

GILBERTO:                     (CENNO DI NO) Me lo sono inventato io.

LISA:                                 (GLI SI AVVICINA STRINGENDO I PUGNI, COME SE VOLESSE PICCHIARLO) Lo sai che cosa sei tu?  Sei un essere luridissimo, abbietto, schifoso e ripugnante ... una carogna vile e perfida ...

GILBERTO:                     Non essere così generica, di esattamente quello che pensi ...

LISA:                                 (NEMMENO LO SENTE) E io che ci casco come una pera ... Pensa, mi hai fatto persino pietà, "povero Gilberto", davanti al telegiornale che gli annuncia l'incendio, spaventato e tremante ... Ma stavolta me la paghi, eh?  Ah, stavolta la paghi proprio ... (SI AVVIA AL TELEFONO) Volevi che Francesco Maria venisse qui?  Benissimo, ti accontento.  Lo sai perché non volevo?  Perché conservavo ancora un po' di rispetto verso di te (STA FORMANDO IL NUMERO) ... Ma visto a quale punto di meschineria sei caduto ... (ATTENDE LA RISPOSTA) Che cosa credi di fare facendolo venire qui, di abbagliarlo con le tue spiritosaggini?  Di metterlo in crisi con le tue trovatine da guitto?  Come ti sbagli ... Quando lo vedrai capirai che cosa significa essere un uomo ... Un uomo vero, calmo, signore, sempre presente a se stesso ... (AL TF) Ma perché non risponde?

GILBERTO:                     Sarà staccato, non avrà pagato la bolletta.

LISA:                                 (NEMMENO LO SENTE) Il numero è giusto? ...(NEL DUBBIO APPOGGIA IL TELEFONO E VA A CONTROLLARE SULLA SUA AGENDA) 867 ... è giusto....

GILBERTO:                     (MENTRE LISA CONTROLLAVA IL NUMERO, HA PRESO IL RICEVITORE DI UN SECONDO TELEFONO E STA IN ASCOLTO.  DI  LA' RISPONDONO PERCHE') Pronto? Signor Serravalle-Scrivia?  Le passo mia moglie. (A LISA, CHE SI PRECIPITA AL PRIMO TELEFONO) Dormiva.

LISA:                                 (AL PRIMO TF) Pronto Francesco Maria?  (LUI LE CHIEDE CHE ORA E') E' quasi l'una, ti ho svegliato?  Scusami.  Sì, sì, lui. (GUARDA STORTO GILBERTO, CHE E' RIMASTO IN ASCOLTO AL PRIMO TF, GLI INDICA DI METTERE GIU’.  GILBERTO ESEGUE) Gli ho detto tutto ... Sì, sì, tutto.  Era quello che volevi, no? (LUI LE CHIEDE COME L'HA PRESA) E come l'ha presa ... (GUARDA GILBERTO)

GILBERTO:                     Come l'ho presa?

LISA:                                 Carinamente.

GILBERTO:                     Come sono carino ...

LISA:                                 (SEMPRE AL TF) Anche per il divorzio non crea problemi.  Anzi, ha accettato di prendersi la colpa, per il mio onore, nobile, eh? (ASCOLTA) Non lo so, ma che c'entra ... (QUELLO INSISTE) Ora glielo chiedo. (A GILBERTO) Vuole sapere se hai origini aristocratiche.

GILBERTO:                     Sì. Mia nonna faceva le pulizie a palazzo Barberini.

LISA:                                 (AL TF) Dice di sì. (ASCOLTA) Questo spiega tutto, certo.  Allora bene, è tutto risolto, potremo senza rimorsi volare verso la felicità. (ASCOLTA) Sì, sì, lo so che andiamo in treno.  Io dicevo volare verso la felicità ...

GILBERTO:                     Ma cos'è, un deficiente? (ALZA IL SECONDO TELEFONO) Pronto, Maria? Volare verso la felicità è un immagine poetica, una metafora ... Una metafora sarebbe ... (SCORAGGIATO, A LISA) Parlagli tu. (AGGANCIA)

LISA:                                 (AL TF) Francesco Maria?  Gilberto qui mi dice che gli farebbe piacere incontrarti, per chiarire tutti i dettagli.  Sì, prima che partiamo ... (ASCOLTA) Lo so che c'è poco tempo. (ASCOLTA) Mmmmm, ora glielo dico. (A GILBERTO) Dice se domani vai a colazione a casa sua.

GILBERTO:                     In piazza Repubblica, a Milano, con questo caldo?  Mi sembra matto.

LISA:                                 (AL TF) Gilberto dice che fa caldo ... (ASCOLTA) Già, è vero. (A GILBERTO) Da lui c'è l'aria condizionata.

GILBERTO:                     L'aria condizionata mi fa venire i dolori. (ALZA IL SUO RICEVITORE) Senta SerravalleScrivia, scusi se mi intrometto, lei si prende mia moglie, io potrò pure intromettermi ... Secondo me la cosa migliore da fare è questa: lei domani viene qui, dorme qui, noi ci parliamo e sistemiamo le nostre cosette, e domenica pomeriggio lei si porta via mia moglie incartata e anche mangiata, così cominciate a risparmiare, perché la vita coniugale costa, lei dovrebbe saperlo, ne ha avute tre ... (ASCOLTA) Imbarazzante? Sarebbe imbarazzante anche a Milano, almeno qua ci imbarazziamo al fresco. (ASCOLTA) Ma sì, certo che è d'accordo ...  Ora gliela passo... (INDICA A LISA DI RISPONDERE DANDO DEI PICCOLI COLPI CON LE NOCCHE, A INDICARE "E' DURO DI COMPRENDONIO..”)

LISA:                                 (AL TF) Francesco Maria?  Sì, sono d'accord ...

GILBERTO:                     (RIPRENDE IL TF) Ha sentito?  E' d'accordo.  Allora facciamo così, lei domattina sul presto viene qua, lo sa dove stiamo, no?  A S. Vittore ... (ASCOLTA) Cosa c'entra, se lei mi fa finire ... Quello è tutto un'altra cosa, noi stiamo a S. Vittore Olona, ci sa arrivare, no?  Bene.  Lei arrivi a S. Vittore Olona e chieda del club del Sicomoro ... Sì, si chiama così.  No, sicomori qua non ce ne sono.  C'è della lattuga, ma sicomoro fa più esclusivo.  Lei viene al club del Sicomoro diciamo verso le dieci?  Verso le dieci.  Lei gioca a tennis?  Ah, benissimo ... Allora ci facciamo una partitella, così, tanto per bruciare qualche caloria, poi ci beviamo qualcosa, così, tanto per prendere qualche caloria, eccetera eccetera ... Le va?  Davvero le va? (A LISA) Gli va. (AL TF) Allora d'accordo, a domattina, chissà che bel week end passeremo. ‘Notte Serravalle. (AGGANCIA) Madonna mia come siamo civili!

LISA:                                 (SOSPETTOSA) Perché l'hai invitato a giocare a tennis?  Per umiliarlo davanti a tutti i soci?  Che cosa credi, che se lo stracci a tennis fra noi cambi qualcosa?

GILBERTO:                     No. Però spero di tirargli una palla in un occhio, così la settimana a Parigi la passi facendogli gli impacchi. (TEMPO) Sta' tranquilla, non lo farò.  Le donne amano i feriti.

LISA:                                 Comunque qualcosa farai, ne sono sicura, se non ti conosco io ... Ma stavolta qualunque cosa t'inventerai non funzionerà, te lo garantisco. (SI AVVIA A USCIRE) La tua segretaria quando la inviti?

GILBERTO:                     Adesso.

LISA:                                 Non è un po' tardi?  Ah, già, (IMITANDOLO) "Signorina Patrizia, si svegli", “sì dottore".  E' lavoro.

GILBERTO:                     Proprio così.  Buonanotte.

LISA:                                 Buonanotte. (ESCE)

RIMASTO SOLO, GILBERTO SI PRENDE UN TEMPO IN ATTESA CHE LISA VADA A LETTO (PER ESEMPIO SI VERSA QUALCOSA DA BERE) QUINDI VA A TELEFONARE.

GILBERTO:                     (AL TF) Pronto Patrizia?  Gilberto.  Come Gilberto chi, Gilberto Ferrari,        datore di lavoro ... Dormiva? No! Bene ... Senta Patrizia, io dovrei farle una domanda di straordinaria importanza: che cosa fa domani?  Sì, questa è la domanda di straordinaria importanza.  Verrebbe a casa mia?  Certo, è per lavoro.  No, senza macchina da scrivere.  E' un lavoro che si fa senza macchina da scrivere.  Poi glielo spiego che lavoro è. Ok.  Allora guardi, se lei va alle undici e dieci alla stazione Nord, prende un treno direzione Varese.  Scende a S. Vittore Olona.  Lì ci sono io che l'aspetto.  Si porti la roba per la notte perché passa qui il sabato e la domenica.  Certo che c'è mia moglie, e non solo lei, c'è un sacco di gente.  Si metta quello che vuole ... Sì, sì, quello che vuole ... Anche se non si mette niente ...

(BUIO)

E' L'INDOMANI MATTINA, SABATO VERSO MEZZOGIORNO.  E' UNA BELLA GIORNATA.

ENTRA TERESINA, CHE COMINCIA A RASSETTARE: SPOLVERA UN PO', SISTEMA I BICCHIERI, SPRIMACCIA I CUSCINI DEI DIVANI, ECCETERA.

LISA:                                 (ENTRANDO) Teresina, lascia, faccio io, tu va in cucina.

TERESINA:                      No, no, faccio io, tu anima mia non fai niente, non te devi affaticà, con quello che ti aspetta.

LISA:                                 Perché, che mi aspetta?

TERESINA:                      Vedrai, vedrai che ti aspetta ... Io ciò il sesto senso ...

LISA:                                 Ma figuriamoci ... Piuttosto, a che punto siamo con l'anatra?

TERESINA:                      E' da stamattina che sta a coce ... Ma anima mia, che t'è venuto in mente, Anatra all'Arancia ...

LISA:                                 Viene a pranzo un aristocratico, che gli facciamo, fagioli con le cotiche?  Canard à l'orange è tutta un'altra cosa ... (CI SONO DEI VASETTI CON FIORI.  LI INDICA) Questi nella camera della signorina Patrizia ...

TERESINA:                      Sì, vabbè, signorina ...

LISA:                                 E' la segretaria di Gilberto ...

TERESINA:                      Sì, vabbè, segretaria ... Colomba mia, sei così ingenua che me pari puro un po' cojona, lasciatelo di' da chi te può essere mamma ... (ALTRO VASETTO) E questo?

LISA:                                 Questi nella camera del conte Serravalle-Scrivia...

TERESINA:                      Cioè nella camera del signor Gilberto...

LISA:                                 Noo, nella camera del conte...

TERESINA:                      Quelli hanno scambiato le camere!

LISA:                                 Come, scambiato le camere ... ?

TERESINA:                      Eh. Me l'ha detto il signor Gilberto prima di uscire.  Mi ha detto "La roba del signor Serratura, là ...

LISA:                                  ... Serravalle ...

TERESINA:                      ... Serravalle la metta nella mia camera, e la mia nella sua.  E lo sai perché?  Perché mo' con questa variazione il signor Gilberto sta proprio attaccato alla camera della ... segreteria ... E m'ha pure detto "Teresina mia, sta in campana perché questa stanotte succedono cose turche", hai capito colomba mia?  A S. Vittore Olona succedono cose turche!

LISA:                                 Ma dai, tu lo conosci, no?  A lui piace scherzare ...

TERESINA:                      Sì, scherzare, lo farei scherzare io ... Tempo fa mio marito me n'ha fatta una!  Hai visto quella cicatrice che lui chiama incidente di bicicletta?  La bicicletta era la figlia del giornalaio.  Li ho sorpresi tutt'e due nel pagliaio e giù ‘na tortorata in fronte ... Ti consiglio di fare lo stesso se vuoi essere rispettata in casa tua.

LISA:                                 (SPIEGANDO) Gilberto sta preparando un nuovo sceneggiato, e gli serve la segretaria a portata di mano ...

TERESINA:                      ... di mano ...

LISA:                                 Insomma, molto vicina, nel caso che gli venisse improvvisamente un'idea.

TERESINA:                      Guarda che a quello l'idea gli è già venuta ... Ah, colomba mia, sei così ingenua che me pari pure ...

LISA:                                 ... un po' cojona?

TERESINA:                      Una santa!  Ecco che sei, una santa!

LISA:                                 Beh, una santa proprio ...

TERESINA:                      Una santa, una santa ...Tutta un'esistenza dedicata ai figli, senza mai uno svago, ‘na botta de vita ... Sempre attaccata a ‘sto morto de sonno depravato ...

LISA:                                 Oh, adesso non esagerare, va bene? Fa' una cosa, va' ... Porta i fiori nelle camere ...

TERESINA:                      (ESEGUENDO) Li porto, li porto, e speriamo che Padre Pio non ti perde di vista ... (COLPO DI CLACSON) (GUARDA FS) Eccolo là il bel capolavoro ... Ammazza, e chi sta in macchina con lui, 'na pornostar?

LISA:                                 (GUARDANDO) Dev'essere la sua segretaria, la signorina Patrizia.

TERESINA:                      E dove l'ha rimediata 'sta segretaria, alla buoncostume? (SEGUENDO CON LO SGUARDO CIO’ CHE AVVIENE FUORI) Eh, aprigli pure lo sportello, bravo ... Eh, guarda là, guarda... Minigonna, scollatura ... Eh, faglie vede tutto, casomai se scordasse ...

LISA:                                 (TAGLIANDO CORTO) Dai, Teresina, dai, porta i fiori nelle camere poi corri in cucina, dall'anatra ...

TERESINA:                      Corro, corro, hai visto mai che l'anatra se sente sola ... (STA PER ESEGUIRE QUANDO IL SUO SGUARDO E' DI NUOVO ATTRATTO FUORI DA UN ALTRO AVVENIMENTO) Ammazza, e chi sta a arrivà, lo Scià di Persia?  Guarda che macchina!  Mica è una macchina, è un residence ...

LISA:                                 (VA A VEDERE) Il conte Serravalle-Scrivia

TERESINA:                      Ammazza quanto è bono!  Ma che è, ‘n attore?

LISA:                                 Un mediatore.

TERESINA:                      I mediatori so, così strafichi?  E chi lo sapeva ... Che è sposato?

LISA:                                 No. Perché, ci stai facendo un pensierino?

TERESINA:                      Eh, sì, buonanotte, a me chi me se incolla, ormai ... Anima mia, lo sai che farei io se fossi in te?  Farei la fascinosa col conte sotto gli occhi de tu' marito, ecco che cosa farei.  Gambe accavallate, morbida morbida, da peccatrice... Occhiata acchiapposa ... ma figuriamoci, tu sei un incrocio fra Santa Teresa del Bambin Gesù e la beata santa Genuflessa vergine e martire ... (ESCE COI FIORI).

CONTEMPORANEAMENTE DALLA PORTA-FINESTRA ENTRA GILBERTO,

FACENDO STRADA

GILBERTO:                     Venga, venga Patrizia, venga ... Stia attenta che c'è uno scalino, scalino ben celato fa l'ospite ingessato ... (ENTRA PATRIZIA, EVITANDO LO SCALINO) Eccoci qua. (A LISA, PER LE PRESENTAZIONI) La mia segretaria, la signorina Patrizia ... Mia moglie ...

LISA:                                 Lisa Ferrari.

PATRIZIA:                       Cazzaniga Patrizia, piacere.

LISA:                                 Piacere mio (CI SARANNO STRETTE DI MANO)

GILBERTO:                     Piacere mio, piacere suo, tutto è bene quel che comincia bene, chissà come finirà...

FRANCESCO M.:           (FS) Da che parte?

GILBERTO:                     Di qua, di qua, venga ... Attenzione che c'è uno scalino... Scalino biricchino fa fare un bel saltino...

ENTRA FRANCESCO MARIA A FACCIA AVANTI, AVENDO INCIAMPATO

NELLO SCALINO.

GILBERTO:                     Oplà

FRANCESCO M.:           Sono veramente desolato ...

GILBERTO:                     Sono io che sono desolato ... Sa, non ho mai capito perché hanno messo uno scalino proprio lì ... Secondo me c’era da prima e gli hanno costruito la casa attorno.  Fatto la bua?

FRANCESCO M.:           Eh?

GILBERTO:                     La bua.  Fratture, emoraggie ... Niente?

FRANCESCO M.:           No, no, tutto bene, grazie.

GILBERTO:                     Se sapesse quanta gente abbiamo visto entrare orizzontalmente qui, Lisa ed io.  Ci siamo fatti di quelle risate (GUARDA LISA CHE GLI LANCIA UN’OCCHIATACCIA), non ci siamo :hai fatti nessuna risata.  E' inutile che vi presenti!  Vi conoscete già, no?

LISA:                                 Ciao.

FRANCESCO M.:           Ciao.

GILBERTO:                     (PRESENTA PATRIZIA) La signorina Patrizia Cazzaniga,  la mia segretaria;    il conte Francesco Maria Serravalle-Scrivia.

(STRETTE DI MANO.  "PIACERE" "PIACERE" A SOGGETTO)

GILBERTO:                     Oh, e quel paccone enorme che aveva quando è arrivato al club?

FRANCESCO M.:           (MINIMIZZANDO) Un petit cadeau ...

GILBERTO:                     Un petit cadeau?  Come minimo c'è dentro la mamma.  Dov'è?

FRANCESCO M.:           In macchina.  Vado a prenderlo.

GILBERTO:                     (LO BLOCCA) Cosa fa?  Ama il suicidio lei.  Lasci, vado io.  Lo conosco bene, la seconda volta non fallisce mai il colpo.

FRANCESCO M.:           Ma chi, scusi?

GILBERTO:                     Lo scalino.  Dio perdona, lo scalino no.  Vado io... (ESCE.  CANTA DONNA NON VIDI MAI)

FRANCESCO M.:           (A LISA, RIFERITO A GILBERTO) Che uomo simpatico, sempre di buon umore ...

PATRIZIA:                       Sempre, sempre ...

LISA:                                 Diciamo quasi sempre. (A FRANCESCO M.) Fatto buon viaggio?

FRANCESCO M.:           Così.  Traffico pazzesco, sembrava che tutto il mondo avesse deciso di trasferirsi a S. Vittore Olona. (A PATRIZIA) La signorina invece e venuta in treno, vero? (PATRIZIA ANNUISCE) Scelta molto saggia.  Ci si siede, ci si rilassa, si ammira il paesaggio ...

LISA:                                 Ah, quello davvero non te lo perdi.  Il treno ferma a tutte le stazioni.  Pare che le ami, quelle stazioni.

PATRIZIA:                       Infatti se le fa tutte. (CAMBIO DI TONO, GUARDANDOSI ATTORNO) Signora, lei ha una casa da impazzire (VA IN GIRO AD AMMIRARE) Si sente che ogni cosa è stata scelta con amore, vero signor conte?

FRANCESCO M.:           Si molto simpatico..

LISA:                                 (A PATRIZIA) Piano piano, l'abbiamo arredata un po' per volta, perché agli inizi della sua carriera Gilberto non è che guadagnasse moltissimo... Giravamo per antiquari, o anche per bancarelle, e appena vedevamo qualcosa che ci piaceva ci mettevamo a fare sacrifici per potercelo comprare.  Io rinunciavo al profumo, lui al whisky preferito, oppure alle vacanze. oppure a cambiare la macchina ... (INDICA UN PEZZO D'ARREDAMENTO) Questo ci è costato un Natale e Capodanno qui anziché a Cortina.

PATRIZIA:                       Quanti sacrifici dovete avere fatto!

LISA:                                 Non erano sacrifici.  Ci privavamo delle cose con gioia, perché sapevamo di farlo per qualcosa che sarebbe rimasto per sempre.  Era come un gioco.

PATRIZIA:                       Un gioco meraviglioso, vero signor conte?

FRANCESCO M.:           Non saprei dirle.  Io ho sempre avuto moltissimo danaro.  Quando vedo una cosa che mi piace, tutta la fatica che debbo fare per averla è staccare un assegno.

PATRIZIA:                       Eh beh, certo è comodo.  Però, in fondo, è come eliminare dall'amore il desiderio.

FRANCESCO M.:           No. E' come eliminare la fila davanti al botteghino.

GILBERTO:                     (RIENTRA REGGENDO UNO SCATOLONE) Eccomi qua.  Vediamo chi indovina che cosa contiene.  E’ nero ma non è inchiostro.  Sa di pesce ma non è pesce.  E' fatto con tante palline ma non è una collana ...

PATRIZIA:                       Caviale!

GILBERTO:                     Risposta esatta!  Brava!  Lei vince quarantatre  miliardi    in   gettoni    d'oro...     (A FRANCESCO M.) Alla faccia del petit cadeau, ce ne sarà quasi un quintale ...

FRANCESCO M.:           Un chilo.

GILBERTO:                     Un chilo?  Cosi poco? (BUTTA LO SCATOLONE A LISA) Toh, reggi. (A FRANCESCO MARIA) E perché tutto questo imballaggio per un chilo solo?

FRANCESCO M.:           Perché si usa così. Si mette una scatola dentro un'altra scatola più grande, piena di ghiaccio secco, e poi questa scatola dentro un'altra scatola più grande, e poi quest'altra scatola dentro un'altra scatola grande, e così via ...   (IN TONO DI BATTUTA) Caviale russo in scatole cinesi...

GILBERTO:                     Oggi le inventano proprio tutte. (A LISA) Amore mio, oh, scusa, amore suo, insomma. . Portalo a Teresina, spiegale che non sono pallini da caccia. . (A FRANCESCO M.) Una volta Teresina ha buttato via due chili di salmone perché era rosa ... (A LISA) Dille di non prendere iniziative, che poi vengo io a prepararlo ...

LISA SI AVVIA  CON LO SCATOLONE

PATRIZIA:                       Signora, le serve aiuto?

LISA:                                 No, grazie, è solo un chilo, più le scatole e il ghiaccio ... (ESCE FATICANDO UN PO')

GILBERTO:                     Che cara donna, eh? (A FRANCESCO M.) Guardi che non è uno spettacolo in suo onore, Lisa e proprio cosi, servizievole per natura.  Anche dal punto di vista economico e un affare, una vera utilitaria ...

FRANCESCO M.:   (A DISAGIO) Non credo di capire ...

GILBERTO:                     Consuma pochissimo.  Quando la userà se ne accorgerà anche lei.

FRANCESCO M.:           Amico mio, questo tipo di conversazione non mi piace ...

VISTA LA PIEGA CHE STA PRENDENDO LA CONVERSAZIONEI PATRIZIA SE NE GIRONZOLA PER L'AMBIENTE A OSSERVARE L'ARREDAMENTO

GILBERTO:                     E perché non le piace?  La convivenza a due non è mica solo baci al chiaro di luna, è anche cosa concrete ... (COGLIE UN'OCCHIATA D'IMBARAZZO CHE FRANCESCO MARIA HA LANCIATO A PATRIZIA) Non si preoccupi, sa tutto.  E' stata lei che mi ha dato la dritta giusta.

FRANCESCO M.:           Prego ... ?

GILBERTO:                     Per caso vi ha visti all'American Express mentre prenotavate il vagone letto per Parigi, e me lo ha subito detto.

FRANCESCO M.:           Non ci credo. Lei sta mentendo.

GILBERTO:                     Mentendo io? Ma Maria Francesco ...

FRANCESCO M.:           Francesco Maria. Lei mente quando dice che la signorina ci ha visti all'American Express per caso. La verità è che la signorina ci ha seguiti.

PATRIZIA:                       (PUNTA SUL VIVO) Che cosa?  Io seguito lei?  Caro signore, non vorrei sembrare immodesta, guardi che sono gli uomini che seguono me.

GILBERTO:                     (VA A PRENDERE PATRIZIA PER MANO E LA MOSTRA) Ma la guardi bene, quando passa questa qui in tre minuti tutte le strade diventano a senso unico ... (LASCIA PATRIZIA) Mi creda, mi creda, Serrapalle è stato il dito di Dio, il dito di Dio ... (FRANCESCO M. HA IL BRONCIO) E su, avanti, non faccia quella faccia,  mi   faccia   un   bel sorriso mi faccia ... Non si dimentichi di essere uno degli uomini più affascinanti d'Italia, ma che dico d'Italia, del Mercato Comune …. Lisa me lo ha detto un sacco di volte e devo dire che più la guardo più sono d accordo con mia moglie.  Ma lo sa che lei è proprio bello?  Lei Patrizia che di uomini se ne intende, è d'accordo no che il signor conte Seravalle-Scrivia è proprio bello ... ?

FRANCESCO M.:           (AL SOMMO DEL DISAGIO) Ma per favore ...

PATRIZIA:                       Beh, io non conosco tutti gli uomini del Mercato Comune, però devo dire sì, è proprio bello.

GILBERTO:                     (A FRANCESCO M.) Lo sa questa ragazza come l'ha definita quando l'ha vista all'American Express?  Un ficone!  Eh, beato lei, chissà che cosa gli farà alle donne ... E anche ai mariti ... Oh, a proposito, guarda che scemo, me ne stavo dimenticando ... (ESTRAE DA QUALCHE PARTE UN FLACONE DI GOCCE E LO TENDE A FRANCESCO M.) Ecco, sono per Lisa, non se ne dimentichi.

FRANCESCO M.:           Che cos'è?

GILBERTO:                     Metanonina.  Un ricostituente dei sistema nervoso.  Oh, Lisa sta bene, è equilibratissima. ma è così sensibile alle contrarietà, ai contrattempi, ai dispiaceri, alle delusioni ... Appena c'è una cosa che va storta lei diventa un po' così (AGITATA) e si f a venire il mal di testa e sviene.  In questo caso no problems: dieci gocce. di metanonina e si rialza subito. (GLIELE DA’)

FRANCESCO M.:           Terrò presente.

GILBERTO:                     E adesso libiam libiam! (VA AL BAR) Ho qui tutti i veleni che conducono alla progressiva follia: whisky, gin, vodka, cognac ...

PATRIZIA:                       Sherry ce n'è?

GILBERTO:                     Il migliore di S. Vittore Olona. (LE VERSA LO SHERRY, GLIELO PORTA) Il dolce Sherry per una dolcissima ... (A FRANCESCO M.) Per lei...?

FRANCESCO M.:           Orzata, grazie.

GILBERTO:                     (INTERDETTO) Orzata?  Quella roba bianca che sembra acqua e gesso?

FRANCESCO M.:           (ANNUISCE) Ma se non c'è, va bene anche dell'acqua non gasata.

GILBERTO:                     No, no, l'orzata c'è ... (FRUGA NEL BAR) Ne avevamo una bottiglia ma l'abbiamo messa in castigo.  Scusi un momento.  Rosolio no, eh?  Alkermes troppo colorata.  Orzata, roba da orge.

LISA:                                 (RIENTRANDO DALLA CUCINA) Eccomi qua!

GILBERTO:                     Tesoro vuoi partecipare anche tu all'orgia?  Vuoi bere qualcosa?

LISA:                                 No grazie

GILBERTO:                     Lo sapevo che c'era.  Intatta dal 1937 per il nostro amico.

LISA:                                 Cos'è?

FRANCESCO M.:           La mia orzata.

GILBERTO:                     (HA APERTO LA BOTTIGLIA) Speriamo che non sappia di tappo. (ANNUSA.  FACCIA SCHIFATA) Sa d'orzata. (VERSA)

LISA:                                 A me due dita di scotch, grazie.  Per il pranzo ci vorrà una mezz'oretta, Teresina ha qualche problema con l'anatra.

GILBERTO:                     (SERVE LE BEVANDE) Caso mai è l'anatra che ha qualche problema con Teresina.  Ti ricordi quella volta del bollito misto?

LISA:                                 (SA CHE COSA LUI STA PER RACCONTARE, E NON LE PIACE) Vagamente.

GILBERTO:                     (A PATRIZIA E FRANCESCO M.) Eravamo tornati dal nostro quinto viaggio di nozze.... O il quarto?  Boh ... Comunque, Teresina ha voluto festeggiare i nostro ritorno preparando la sua massima specialità, il bollito misto.  Fortuna che il nostro vicino di casa ci ha prestato una motosega, altrimenti avremmo saltato il pasto.

PATRIZIA:                       Quanti viaggi di nozze avete fatto?

GILBERTO:                     Sei, piccola.  Per sei anni siamo partiti il giorno dell'anniversario delle nostre nozze e siamo andati ogni anno in un paese differente.  Lo chiamavamo il ritorno alla sorgete o il richiamo della foresta.  L'idea è stata sua.  A Lisa piacciono le ricorrenze, se ne ricordi.

PATRIZIA:                       Un'idea meravigliosa!  Così ricca di poesia e allo stesso tempo cosi... (ABBASSANDO      IL TONO) erotica.

FRANCESCO M.:           Un'idea estremamente felice. Brava Lisa.

LISA:                                 (CON AMARO SARCASMO) Ne abbiamo dovuti fare sei per metterne insieme uno scarso... C'èpoco da vantarsi!

GILBERTO:                     (IMBARAZZATO CAMBIA DISCORSO) Facciamo il bis?  Patrizia, altro sherry?

PATRIZIA:                       Sì, grazie.  Incredibile questo sherry!

GILBERTO:                     (ESEGUENDO.  A FRANCESCO M.) E lei correggiamo l'orzata con la menta?

FRANCESCO M.:           Ho ancora la mia, grazie.  Se si potesse avere del ghiaccio ...

GILBERTO:                     Ghiaccio?  Pronti ghiaccio. (PRENDE DEL GHIACCIO, LO METTE IN UN SECCHIELLO, VA DA FRANCESCO M.) Oh, questo qui non è mica un ghiaccio qualunque, non è mica fatto con la nostra acqua inquinata... Questa qui è acqua che ci arriva dalla Scozia, da Lochlalognaglosboochen ... Ce la mandano per posta, e un po’ cara ma ne vale la pena, senta che ghiaccio... (LO METTE NEL BICCHIERE DI FRANCESCO M.) Forse gliene ho messo un po' troppo... Non c'è problema ... (ESTRAE CON LE MANI IL GHIACCIO IN ECCESSO E LO RIMETTE NEL SECCHIELLO) Meglio non sprecare, è ghiaccio firmato... Dopo la sudata che ci siamo fatti a tennis ...

FRANCESCO M.:           Ah sì, proprio una gran sudata ..

LISA:                                 (MENTRE VA A VERSARSI DA BERE) Hai giocato a tennis con Francesco Maria?

GILBERTO:                     Sì, e devo dire che è stata una cosa veloce.  6/0 - 6/0 - 6/1

LISA:                                 (DAL BAR) Bravo, puoi essere fiero di te.

GILBERTO:                     Oh, ho fatto del mio meglio ...

FRANCESCO M.:           (A GILBERTO) Il suo problema, se me lo consente, è il servizio.  Tutta           potenza ma niente precisione.  Secondo me lei tiene male la racchetta.

GILBERTO:                     E' quello che ho sempre pensato anch'io.  Il tennis sarebbe un gioco così divertente senza tutte quelle strisce bianche, senza quella rete in mezzo e dato che ci siamo, senza la racchetta perché pesa. (SI VERSA DA BERE)

LISA:                                 (SBALORDITA.  A GILBERTO) Vuoi dire che Francesco Maria ti ha battuto?

GILBERTO:                     Non mi ha battuto, mi ha fatto nero.  Sembrava un uragano scatenato contro una povera barchetta ...

FRANCESCO M.:           (CON FALSA MODESTIA) Via, non esageriamo, lei si è battuto con onore.  Nel terzo set ha fatto pure un punto.  Si vede che magari da giovane giocava bene.  Poi, sa, gli anni passano, i muscoli si arrugginiscono, i riflessi si intorpidiscono ... E’ umano. (A PATRIZIA) Ci scusi se parliamo di cose nostre ...

PATRIZIA:                       Per carità, io adoro lo sport.., in fondo che cosa sono le partite, le corse, i lanci, se non momenti di un amplesso che trovano nel tagliare il traguardo, o nel fare gol, il reale orgasmo?  Che cos'è l'applauso della folla, la coppa, il mazzo di fiori, se non la gratitudine nel partner che ti dice (APPLAUDENDO) "bravo! bravo! bravo!",Voi non trovate?

C' E   UN MOMENTO DI IMBARAZZO NEGLI ALTRI TRE.  GILBERTO

SCIOGLIE LA SITUAZIONE

GILBERTO:                     (A PATRIZIA) A proposito di fiori, lo sa dove si trovano i più bei fiori d'Italia?  Qui da noi, i fiori che Lisa coltiva nel suo giardino segreto.. (A FRANCESCO M.) Lei ha fiori in piazza della Repubblica?

FRANCESCO M.:           Fiori nei vasi?

GILBERTO:                     E dove li vuole mettere i fiori, nel cesso?

LISA:                                 Ma Gilberto!

GILBERTO:                     Insomma, fiori ne ha o no?

FRANCESCO M.:           No, non ne ho.  Nel mio appartamento non ne voglio, producono anidride carbonica.

GILBERTO:                     Beh, si prepari ad averne.  Presto vedrà nelle sue nove stanze in fila attorcigliarsi rami di araliacea volubilis, per i poveri edera ... e si troverà i bagno pieno di boungavillea variegata, e il tinello ricoperto di dicotiledone nerium... I fiori nascono dalle dita di Lisa come le stelle dalle dita della notte...

PATRIZIA:                       Oddio, signor Gilberto, lei dice delle cose meravigliose ...

GILBERTO:                     E sono solo al secondo whisky, vedrà più avanti ... Anzi, vuol venire in giardino con me a vedere le corilus purpuree, la veronica spicata, le azalee sibellius, le violette cratogeus di Lisa? (A LISA) Permetti che accompagni la signorina nel tuo giardino segreto?

LISA:                                 Figurati ...

GILBERTO:                     (A PATRIZIA) Andiamo, allora. (PATRIZIA APPOGGIA IL BICCHIERE E SI ALZA) Se lo porti, lo sherry.  E attenzione allo scalino, che ti frega sia alla sera che al mattino.  Faccio strada. (ENTRAMBI ESCONO)

PATRIZIA:                       (FS) Dove sono le violette crostacee?

GILBERTO:                     (FS) Quaggiù, venga, venga, che gliele faccio vedere ... (DECLAMANDO) "Il fiore della passione, ha lasciato cadere una lacrima, e tutte le rose rosse, han cominciato a sanguinare ...

FRANCESCO M.:           E' pazzo.

LISA:                                 (ALLUDENDO AI VERSI) No è Tennyson, conosci?

FRANCESCO M.:           Sì, certo.  John Tennyson, presidente della California Enterprises ...

LISA:                                 Non stiamo parlando della stessa persona.

FRANCESCO M.:           (UN PO' IN CONTROPIEDE) (TEMPO) Senti, ma tu non trovi che tuo marito si stia comportando in modo strano?

LISA:                                 L'hai notato anche tu

FRANCESCO M.:           Come non l'ho notato!  Lo sai che stamattina quando sono arrivato al circolo per poco non mi abbracciava!  Era affettuoso in modo imbarazzante ...  Mi   ha presentato a una ventina di persone come il suo vecchio amico Francesco Maria ...    E poi davanti alla scatola di caviale, ha manifestato una tale gioia e mi ha talmente ringraziato che non sapevo nemmeno dove mettermi! E'sempre così espansivo?

LISA:                                 Col caviale sempre.

FRANCESCO M.:           E poi ... anche quel modo di sbirciare costantemente la sua segretaria come se camminasse tutta nuda, lo trovo indecente. Comprensibile ma indecente.

LISA:                                 Ah, comprensibile. Tu trovi comprensibile che non si possa guardare quella lì senza immaginarsela tutta nuda, eh? Che cosa vuol dire, che ci hai pensato anche tu?

FRANCESCO M.:           Sì, alla stazione quando la fanciulla è scesa dal treno.

LISA:                                 Posso ricordarti che è con me che parti, non con la fanciulla che scende dal treno.

FRANCESCO M.:           Sei gelosa ma petite?  Ma credi che sarei partito per l'Italia senza di te?  Ma andiamo, Lisa cara, non essere stupidamente gelosa, se ho immaginato la signorina Cazzaniga nuda.  Come credi che abbia immaginato te, quella sera, dietro il candelabro?

LISA:                                 (VINTA) Oh Francesco Maria, dici delle cose terribili, ma le dici così bene ...    (UN ABBRACCIO) Hai ragione ... E' che sono così tesa ... Ho paura ... Forse non dovevi venire qui, forse Gilberto ci sta tendendo una trappola ...

FRANCESCO M.:           Una trappola?  Tuo marito?  Non mi sembra proprio il tipo.

LISA:                                 Non farti ingannare dalle apparenze, quello lì sarebbe capace di convincere Arafat a finanziare la costruzione di una sinagoga.

FRANCESCO M.:           Può darsi che riesca a suggestionare Arafat, ma non certo me.

LISA:                                 Ma rifletti un momento.  Sa che sei il mio amante, gli porti via la moglie e ti accoglie come un amico d'infanzia scampato da un naufragio.  Perché?  E perché vuol infilarsi nel letto di quella disgustosa signorina Cazzaniga?

FRANCESCO M.:           Vuole infilarsi nel letto della signorina Cazzaniga con la signorina Cazzaniga?

LISA:                                 Già.

FRANCESCO M.:           E mi domandi sul serio perché? (RISATINA DI SARCASMO)

LISA:                                 Lui dice che lo fa per me, per farsi sorprendere da Teresina in modo che agli occhi del mondo e della legge io abbia tutte le ragioni per scappare con te.

FRANCESCOM.:           Caspita, che gentiluomo.  Di gentiluomini cosi si è perso ...

LISA:                                 ... E speriamo che questo stampo non si ritrovi più.  Comunque lui non è il tipo che fa questo genere di favori.  Sta meditando qualcosa.  A cominciare da quella partita a tennis che tu credi di avere vinto.

FRANCESCO M.:           Ma l'ho vinta.  Anzi, stravinta: 6/0,6/0,6/1.

LISA:                                 Lo ha fatto apposta.  Si è fatto battere apposta.

FRANCESCO M.:           Si è fatto battere apposta davanti a tutti i soci del club dall'amante della moglie?  Dai, Lisa, cerca di ragionare ... E poiera del tutto grondante di sudore ...

LISA:                                 Certo, rincorrere tutte le palle che tu buttavi fuori deve essere stato faticosissimo. (FRANCESCO MARIA SCUOTE IL CAPO, NON  E' D'ACCORDO) Francesco ... Gilberto è un campione ... Quand'era un giovanotto si parlava di lui come la speranza del tennis italiano ... Ancora oggi, alla sua età, in tutta Italia ci saranno sì o no cinquanta giocatori in grado di batterlo ...

FRANCESCO M.:           Vuol dire che con me saranno cinquantuno.

LISA:                                 Ma non farmi ridere!  Chi hai battuto fino ad oggi a tennis, tua zia Agata?

FRANCESCO M.:           Non ho zie Agata, e tu cominci a diventare molto sgradevole.

LISA:                                 (UNPO' PENTITA) Caro, perdonami, non voglio offenderti, voglio solo farti capire che Gilberto ti sta prendendo in giro.

FRANCESCOM.:           Nessuno riuscirà mai a prendermi in giro.

LISA:                                 Lui si.

FRANCESCO M.:           Se ti dico che ho battuto tuo marito a tennis è perché l'ho battuto.  Enon solo a tennis. (TEMPO DI BUONALUNGHEZZA) Anche a scacchi.

LISA:                                 (ALLIBITA) Agli scacchi ... ?! Agli scacchi?  Tu hai battuto Gilberto agli scacchi?

FRANCESCOM.:           Certo, stamattina dopola partita di tennis.  Io non gioco mai agli scacchi, ma devo dire che sono stato piuttosto bravo! Quel poveraccio di tuo marito è crollato in venti minuti.

LISA:                                 Dio mio ... Dio mio.  Senti,.  Francesco ...

FRANCESCO M.:           Sì.

LISA:                                 Hai mai sentito nominare Igor Andreiev?

FRANCESCO M.:           Questo lo so: musicista russo.

LISA:                                 No è uno scacchista.  Un grande maestro, è campione del mondo e recentemente ha battuto il computer programmato dalla Nasa ...

FRANCESCO M.:           Sì!

LISA:                                 L'anno scorso questo prodigio ha fatto una tourneè in Europa ...

FRANCESCO M.:           Sì!

LISA:                                 E Gilberto ha avuto occasione di giocare con lui al suo circolo.

FRANCESCO M.:           Sì!

LISA:                                 Ci sono volute tre ore ad Andreiev per riuscire a battere Gilberto.

FRANCESCO M.:           Sì! E allora?

LISA:                                 Non capisci adesso che è impossibile che tu abbia potuto batterlo in venti minuti?  E che non riusciresti a batterlo neanche in venti anni?

FRANCESCO M.:           Comunque, io l'ho battuto.  L'ho battuto a tennis e anche agli scacchi.  Forse sono un maestro e non lo so.

LISA:                                 Sei testardo come un mulo e piu vanitoso di una soubrette.

FRANCESCO M.:           Lisa, ti prego!

LISA:                                 (S'ALZA VA DA LUI) Tu non hai battuto Gilberto né a tennis, né agli scacchi, e non lo batterai mai.  Si è lasciato battere e tu ti dovresti domandare il perché, invece di stare qui a guardarmi come un allocco e a fare il pallone gonfiato. (VA AL CENTRO) Oh Dio mio, ma che ho detto? Che sto dicendo ...sono diventata matta.

FRANCESCO M.:           Certamente nervosa in modo deplorevole.

LISA:                                 Miserabile!

FRANCESCOM.:           Chi?

LISA:                                 Lui. Almeno in questo c'è riuscito!

FRANCESCO M.:           A cosa?

LISA:                                 A farci litigare per la prima volta. Perdonami, caro. Quell'uomo è un demonio. (SI BACIANO) E' incredibile, ma appena sono fra le tue braccia mi sento leggera come una foglia al vento. Mi sembra di ballare! Fammi ancora ballare Francesco Maria! (SI BACIANO, BALLANO E FRANCESCO MARIA CANTA)

TERESINA:                      (ENTRANDO) L'anatra porta ritardo. (VEDE LA SCENETTA) Questo è il signore che ha preso il posto del signore?

FRANCESCO M.:           Come, prego ... ?

LISA:                                 Teresina vuol dire che lei stanotte dormirà nella camera di mio marito, e viceversa.

TERESINA:                      Viceversa sarebbe che il signor Gilberto dormirà accanto alla segretaria.  Dormirà ...

LISA:                                 Da qualche parte deve pur dormire ... (PRENDE TERESINA PER UN BRACCIO E L'ACCOMPAGNA FUORI) Perché non vai a vedere come sta l'anatra?

TERESINA:                      Non è ancora cotta. (BISBIGLIANDO) Invece questo qua me sa che è proprio cotto ... Oh, è proprio bono ... Daglie giù colomba mia, daglie giù ... (ESCE)

LISA:                                 (TORNANDO VERSO FRANCESCO MARIA) Scusala ... Dato che mi ha visto nascere, si ritiene in diritto di occuparsi degli affari miei.

FRANCESCO M.:           E' lei che domattina deve sorprendere tuo marito a letto con la segretaria?

LISA:                                 Sì.

FRANCESCO M.:           Ottima scelta, è il tipo di persona alla quale tutti credono.  Secondo te sospetta qualcosa di noi?

LISA:                                 (INDICA “NO”) Per lei io sono al disopra di ogni sospetto, mi chiama la sua "colomba bianca", mi crede una santa. (FRANCESCO M. RIDACCHIA) Ridi, ridi, beato te che hai voglia di ridere, a me è venuto un mal di testa ... Mi ci vorrebbe ...

FRANCESCO M.:           Metanonina?  Pronti. (SI ESTRAE DI TASCA IL FLACONE)

LISA:                                 Ci hai pensato tu... Ma che pensiero gentile ... E quell'idiota che dice che fra noi c'è solo un fatto fisico ... (GLI DA’ UN BACINO.  PRENDE IL FLACONE) L'hai comprata partendo da Milano ...

FRANCESCO M.:           Me l'ha data tuo marito.

LISA:                                 (HA UN MOTO DI STIZZA.  VA A BUTTARE IL FLACONE IN UN CESTINO DELLA CARTA STRACCIA)

FRANCESCO M.:           Ma perché?

LISA:                                 Perché sì.

GILBERTO:                     (FS) Aiuto, aiuto ... emergenza! (ENTRA ESAGITATO) Emergenza, la signorina Patrizia è stata vespa da una punta, a una coscia ... a un ginocchio, insomma da quelle parti ...

LISA:                                 E' stata punta da una vespa?  E va beh, che sarà mai...

GILBERTO:                     Che sarà mai?!  E' lì stesa in giardino che sta dettando le sue ultime volontà a una flocsúla japonica ... Ci vorrebbe una pomata, qualcosa ...

LISA:                                 Vado a prendere l'Afkaihe ...

 

GILBERTO:                     Ecco, va' a prendere l'Afkaine...   (LISA VA VELOCE) Tremendo.  Ma come può una bestiolina così piccola farti un male così grande ... Mi spiace di avervi disturbato, ma in questi casi la rapidità dei soccorsi è essenziale... Altra orzata?

FRANCESCO M.:           No, grazie, ho già bevuto abbastanza.

GILBERTO:                     Vedo se trovo un chinotto? (LA FACCIA DI FRANCESCO MARIA) Ok. (ALLUDE A PATRIZIA) Io spero che la piccola si salvi ... Per il nostro piano ... Lisa gliene ha accennato, no? (FRANCESCO M. INDICA "SI") Bella idea ho avuto, eh?  Una di quelle idee che accontentano tutti senza scontentare nessuno.

FRANCESCO M.:           Non pensa che le costerà caro?  Quel genere di donna se le fa un favore poi passa alla cassa ...

GILBERTO:                     Patrizia non mi fa nessun favore, lei è pazza di me.  Come tutte, d'altronde.  Con qualche piccola eccezione. (NOTA QUALCOSA IN FRANCESCO M.) Oddio Serravalle-Scrivia, si pulisca subito...

FRANCESCO M.:           Cosa ... ?

GILBERTO:                     (INDICA IL VISO) Il rossetto, lì ... Se se ne accorge Teresina va tutto a puttane ...

FRANCESCO M.:           (SI TOCCA IL VISO) Dove?

GILBERTO:                     (GLI INDICA IL PUNTO ESATTO) Lì ... (SI TIRA FUORI DI TASCA IL FAZZOLETTO, LO INTINGE NEL WHISKY, PULISCE IL VISO DI FRANCESCO M.) Glielo pulisco col whisky ... Dopo casomai si sottopone a una cura disintossicante assieme a Liz Taylor ... Guarda qua ... Questo non è mica un bacio, è un bel succhiottone ... (A SOGGETTO L'ENORME DISAGIO DI LUI) Eh, lo so, quella di Lisa non è un bocca, e un'arma impropria ... (CONTINUA A PULIRE) Gliel’ha raccontato quella volta del Loch Ness?

FRANCESCO M.:           (CERCANDO DI SOTTRARSI) No, ma ...

GILBERTO:                     Eravamo andati     Scozia per una gita di cinque giorni.  Erano i primi tempi e volevo conquistarla!  Eravamo sul lago di Lochness, sul lago di Lochness ... sa quello del mostro, che non si vede mai ... Fermo la macchina in un luogo abbastanza appartato, faccio per accendermi una sigaretta e lei mi piomba addosso come un fulmine urlando.  Io credo avesse visto il mostro e invece era uno dei suoi raptus da pantera.  E'volato via tutto!  Accendino, sigarette ... Eil bottone del colletto!  Mi ha fatto anche tremare un dente! (SI SDRAIA SOPRA FRANCESCO MARIA E GLI FA VEDERE IL DENTE CON LA BOCCA APERTA)

FRANCESCO M.:           Senta, dottor Ferrari, questo è un tipo di conversazione che ...

GILBERTO:                     (VA A PRENDERE LE FOTO DEI FIGLI) ... Ed ecco le conseguenze degli ardori. Riccardo e Cristina.  Riccardo è quello coi capelli lunghi che sembra Cristina, Cristina è quella. che sembra me.  Riccardo suona la batteria, si esercita a tutte le ore, ma la sua fascia oraria preferita è dalle quattro alle sei del mattino.  Cristina adora gli animali, specie gli invertebrati, ragni, bisce, vermi, se li porta a casa, li coccola, li invita a cena ... La sua grande passione sono i lombrichi ... Beato lei, come la invidio!

LISA:                                 (RITORNA CON UN TUBETTO E DEL COTONE) Eccomi qui.

GILBERTO:                     Oh, quanto c'è voluto, povera Patrizia, sarà a gli sgoccioli ...

LISA:                                 Sono passata dalla cucina.  Fra un quarto d'ora si va in tavola.  Ti serve aiuto con Patrizia?

GILBERTO:                     (PRENDE TUBETTO E COTONE) Se permetti preferisco fare da solo. (ESCE IMITANDO LA SIRENA.  DELL'AMBULANZA)

LISA:                                 Che ti ha detto?

FRANCESCO M.:           Niente.

LISA:                                 Che cosa ti ha detto? (LUI TACE) Che cosa? Qualunque cosa ti abbia detto, non è vera. E' un tale bugiardo, quello lì ...

FRANCESCO M.:           Stavolta non credo.  Ci sono dettagli che non possono essere inventati.

LISA:                                 Che dettagli?

FRANCESCO M.:           Il bacio di Loch Ness.  Due costole incrinate.

LISA:                                 Tutto qui?

FRANCESCO M.:           Mi pare che basti ampiamente.

LISA:                                 (AFFETTUOSA) Ma Francesco,      ragiona ...    Con quello lì sono sposata da quindici anni, non ti viene il sospetto che lo abbia baciato, due o tre volte?

FRANCESCO M.: Mi dà fastidio.  Lo so, è stupido, è idiota, ma mi dà fastidio. E' perfettamente normale che una giovane donna baci suo marito, e magari con un certo trasporto ...

LISA:                                 Eravamo in Scozia, avevamo visitato tre distillerie di whisky, assaggiando un po' di tutto ...

FRANCESCO M.:           Certo.  Quello che trovo sgradevolissimo è che lui vada in giro a raccontare tutto, e con ricchezza di particolari!  Vedrai che prima o poi simetterà a raccontare dettagli del vostro viaggio di nozze, capirai, ne avete fatti sei!

LISA:                                 (MINACCIOSA) Se solo ci prova a farlo...

FRANCESCO M.:           (INTERROMPENDOLA) Non lo farà.  Perché noi ce ne andiamo.

LISA:                                 Ce ne andiamo ... ?

FRANCESCO M.:           Subito, adesso.  Prendiamo commiato e chi s'è visto s'è visto.  Andiamo.

LISA:                                 Così, senza valigie?

FRANCESCO M.:           Parigi e piena di valige.

LISA:                                 No Francesco.

FRANCESCOM.:           Ma perché? mi vuoi spiegare perché?

LISA:                                 Perché è da vili.  Se non siamo abbastanza forti da reggere questa situazione per qualche ora, vuol dire che non ci sarà più nulla al mondo che saremo capaci di sopportare!  Io voglio partire con te, domani, a tutti i costi, e partirò, ma non voglio fuggire.  Non voglio avere dei brutti ricordi.

FRANCESCO M.:           (L'ABBRACCIA) Può darsi che tu abbia ragione! Ma vedrai che non sarà facile.

LISA:                                 Conquistare la felicità non è mai stato facile! (STANNO PER ABBRACCIARSI)

GILBERTO:                     (FS) Fate largo, fate largo, eccoci qua ... (ENTRA CON PATRIZIA IN BRACCIO) Eccoci qua, si sieda, non si agiti, non faccia sforzi ... (LA FA SEDERE)

PATRIZIA:                       Guardi che sto benissimo...

GILBERTO:                     E chi lo dice che sta benissimo?  "La buona salute è uno stato passeggero che non lascia presagire nulla di buono", si sistemi qui, calma, rilassata.  Come va?

PATRIZIA:                       Molto meglio, grazie.

GILBERTO:                     Mi ha fatto prendere una paura che sono ancora tutto scosso ...

PATRIZIA:                       (A LISA) Signora, mi scusi per tutto questo trambusto, mi sento tanto scema!

LISA:                                 Non lo dica nemmeno.  Lo sa che è la prima volta che una vespa punge qualcuno nel nostro giardino?

GILBERTO:                     Non era una nostra vespa veniva dal giardino di quel cretino del Castellazzi..; (HA VERSATO DA BERE, LO PORGE A PAT RIZIA) Mandi giù.

PATRIZIA:                       No, grazie,..

GILBERTO:                     Grazie a lei (BEVE)

PATRIZIA:                       Dio che paura ... Scusatemi ancora ... Per una piccola vespa...

FRANCESCO M.:           Lei non deve scusarsi.  Io sono stato in Africa varie volte per dei safari fotografici, sono stato a contatto con belve di ogni genere, leoni, leopardi, jene, senza la minima emozione ...

GILBERTO:                     Ma va! ...

FRANCESCO M.:           Ma degli insetti avevo una paura terribile.

GILBERTO:                     Ma va!

FRANCESCO M.:           E più erano piccoli, più ne avevo paura.

GILBERTO:                     Ma guarda!

FRANCESCO M.:           Le deve avere un male terribile?

PATRIZIA:                       Sul primo momento sì, ma adesso è quasi passato.  Il dottor Ferrari è stato mitico.

GILBERTO:                     Mitico, è l'aggettivo giusto.  Sono stato mitico.  Subito ho strappato il pungiglione -la prima cosa da fare è strappare il pungiglione-, poi ho succhiato il veleno e l'ho sputato -la prima cosa da fare quando si succhia il veleno è sputarlo-, poi un poi di pomata, quindi un lungo massaggio ... (SI SIEDE ANCHE LUI, COME ESAUSTO).

FRANCESCO M.:           (SI CHINA SU PATRIZIA) Non si vede niente. Dove l'ha punta?

PATRIZIA:                       Un po' sopra il ginocchio…

GILBERTO:                     Circa mezzo metro sopra. (A LISA) Notizie dell'anatra?

LISA:                                 Dieci minuti salvo complicazioni.

GILBERTO:                     Perché non fai vedere la camera a Patrizia?

LISA:                                 Sì, certo. (A PATRIZIA) Venga.

PATRIZIA:                       (SI ALZA) Molto gentile ... (FA PER AVVIARSI DIETRO A LISA, MA GILBERTO LA PRENDE IN BRACCIO)

GILBERTO:                     (CON PATRIZIA IN BRACCIO) Venga, lei non deve affaticarsi...

PATRIZIA:                       Guardi che sto benissimo ...

GILBERTO:                     (LA LASCIA ANDARE) Vabbè.  Io lo facevo per lei.

LISA E PATRIZIA VANNO ALLE CAMERE.

RIMASTO SOLO, GILBERTO SI VOLTA LENTAMENTE VERSO FRANCESCO

MARIA E FA LA SCENETTA WESTERN.

GILBERTO:                     Amico mio ... Ci facciamo una gazzosa?

FRANCESCO M.:           (OSTILE) Non ho sete.

GILBERTO:                     E allora?  Sembra che fra tutti gli animali della creazione l'uomo sia l'unico che possa bere senza aver sete e far l'amore senza averne   voglia.    In   fondo   siamo uomini, Federico Maria.

FRANCESCO M.:           Francesco Maria ...

GILBERTO:                     Lo so.  A proposito, perché non ci diamo del tu?

FRANCESCO M.:           Come vuole.  Come vuoi.  Vede, Ferrari ...

GILBERTO:                     Ah ah ... come "vede Ferrari", (CORREGGE) "vedi Gilberto" ...

FRANCESCO M.:           Vedi Gilberto, io comincio ad avere qualche dubbio sul tuo conto.

GILBERTO:                     In che senso, non vorrei che tu mi avessi equivocato.

FRANCESCO M.:           Sei sicuro di non esser pazzo?

GILBERTO:                     Amico mio, prima di tutto, chi è pazzo e chi non lo è? In questa vitaccia maledetta, dove sono ipazzi ? Tu la sai la storiella di quel medico e di quel pazzo?

FRANCESCO M.:           No.

GILBERTO:                     C'è un povero pazzo che è ossessionato quotidianamente da incubi terribili e che viene interrogato dal medico che lo sta curando che gli domanda: "Che cosa ti senti oggi?" "Oh dottore, una cosa terribile, schifosa, io mi vergogno a dirgliela".  Si vede che era un pazzo educato.  Alla fine confessa: "Oh dottore, io mi sento coperto fino a qui di ... “ Hai capito di che cosa?

FRANCESCO M.:    Sì, ma non è il caso di insistere!

GILBERTO:                     "Dottore mi sento coperto fino a qui di merda, mi soffoca, me la tiri via, me la tiri via".  E il dottore: "Ma cosa fai?  Me la butti tutti addosso a me?" (RISATA) Dimmi Fri Fri, posso chiamarti Fri Fri vero?

FRANCESCO M.:           Preferirei di no.

GILBERTO:                     Dimmi chi è il pazzo?  Chi è?

FRANCESCO M.:           Tu, certamente, non ho nessun dubbio.

LISA:                                 (RIENTRA) Eccomi qui!

GILBERTO:                     Le è piaciuta la camera?

LISA:                                 Moltissimo.  Ha detto che non ha mai visto una camera tanto bella.  E quella deve essere una che di camere se ne intende ...

GILBERTO:                     Ti ha fatto vedere dove è stata punta?

LISA:                                 Certo.  Quella lì la sua puntura la farebbe vedere in eurovisione.

GILBERTO:                     Magari a reti unificate.

FRANCESCO M.:           (INCREDIBILMENTE RIDE) Reti unificate ... Reti nel senso di reti televisive, reti nel senso di reti da materasso ... Un gioco di parole ... (ANCORA RIDE)

GILBERTO:                     Ho fatto ridere Francesco Maria Serravalle-Scrivia, non sono vissuto invano.

LISA:                                 Non dirmi che sei anche riuscito a farlo bere.

GILBERTO:                     Questo no.  Il tuo fidanzate sta tentando di uscire dal tunnel dell'orzata, una ricaduta gli sarebbe fatale.

LISA:                                 (A FRANCESCO M.) Hai disfatto le valigie?

FRANCESCO M.:           Non ancora.

LISA:                                 Valle a disfare, no? (A GILBERTO)Perché non lo accompagni in camera sua?

GILBERTO:                     Secondo me lui preferisce che lo accompagni tu. Vero Francesco Maria che tu preferisce andare in camera con Lisa?

LISA:                                 Che fai, gli dai del tu?

GILBERTO:                     Sì. Siamo quasi parenti, abbiamo la moglie in comune ...

LISA:                                 (SCOCCIATA) Gilberto, tu la devi smettere, va bene?

FRANCESCO M.:           Ma bene, va bene, non litigate, in camera ci vado da solo.  Dov'è?

LISA:                                 (GLI INDICA DOV'E’LA CAMERA IN BASE ALLA SCENA).  Grazie caro, sei molto comprensivo, tu.

GILBERTO:                     Caro, cerca di non sbagliare camera, che se Teresina ti trova con Patrizia non ci capisce più niente.

FRANCESCO M.:           La trovo sempre meno divertente, Ferrari.

GILBERTO:                     Ti trovo sempre meno divertente Gilberto, ti trovo sempre meno divertente Gilberto.

TERESINA:                      (ENTRA CON TRE MAZZI DI FIORI, ROSE  ROSSE, ROSE ROSA, GIGLI) Li hanno portati mo mo.

LISA:                                 Che cosa sono?

TERESINA:                      Come che sono?  So’ fiori, no?  Ne ho visti così tanti solo al funerale der parroco.

LISA:                                 E chi li manda?

TERESINA:                      E che ne so. (TIRA FUORI DAI MAZZI UN BIGLIETTO) Tiè.

LISA:                                 (APRE IL BIGLIETTO.  LEGGE) (A GILBERTO)  Tu ... ?

GILBERTO:                     Io, sì.  Perché, che c'è di strano? (PRENDE IL MAZZO DI ROSE ROSSE E LE DA’ A LISA) Queste naturalmente per te.

LISA:                                 Oh, Gilberto ...

GILBERTO:                     (PRENDE IL MAZZO DI ROSE ROSA E LO APPOGGIA DA QUALCHE PARTE) Questo per Patrizia... (PRENDE IL MAZZO DI GIGLI) E i gigli?  Per chi sono i gigli?

TERESINA:                      Oh, signor Gilberto, ma non doveva ...

GILBERTO:                     (DA’ I GIGLI A FRANCESCO M.) Per te ...

FRANCESCO M.:           (SECCATO) Per me?  Ma è ridicolo ...

GILBERTO:                     Perché ridicolo? Io ero in testa, tu mi hai sorpassato e hai vinto la corsa, ti spettano i fiori.  Ringrazia Dio che non ti faccio fare il giro d'onore. (PRENDE LE ROSE ROSA; LE DA’ A TERESINA) Per favore, le porti alla signorina Patrizia.

TERESINA:                      Nemmeno morta.

GILBERTO:                     (MINACCIOSISSIMO) Vogliamo provare?

TERESINA:                      Ci vado giusto perché oggi non mi voglio compromettere. (ESCE COI FIORI)

GILBERTO:                     (A FRANCESCO M.) Visto il personale di oggi?  Una volta per una risposta così quella si sarebbe presa venti frustate ... Voi avete molti servi sull'Appennino tosco-emiliano?

FRANCESCO M.:           Beh, servi… personale di servizio ...

GILBERTO:                     Certo, certo, oggi se li chiami servi sono capaci di incazzarsi.  Tutta colpa della Rivoluzione Francese. (ENTRA PATRIZIA, CON UN ABITINO) Bambina mia, se fossi il Prefetto le vieterei di circolare per motivi di ordine pubblico ...

FRANCESCO M.:           Un Armani ...

PATRIZIA:                       Sì. Capo unico.

LISA:                                 (A GILBERTO) Ma quanto le dai di stipendio?

PATRIZIA:                       E' un regalo di mio zio.

GILBERTO:                     Ma perché io non ho un zio così!

LISA:                                 Perché gli uomini non ne hanno mai.

PATRIZIA:                       Preciso. (A GILBERTO) A proposito, la cameriera mi ha portato i fiori ... E' stato un pensiero divino, sublime. (MUOVE UN PASSO VERSO DI LUI) (A LISA) Lei permette, vero?

LISA:                                 Che cosa?

PATRIZIA:                       Che l'abbracci

GILBERTO:                     Permette, permette ...

PATRIZIA:                       (LO ABBRACCIA) Grazie, dottor Ferrari ...

GILBERTO:                     (DURANTE TUTTA LA CHIACCHIERATA LA TRATTIENE A SE’) Prego, cara, prego.  Cosa vuole che sia, un mazzo di rose ... Ben altro lei meriterebbe ...(A FRANCESCO M.) Che fai, guardi?   (RIPRENDENDO)... ben   altro lei meriterebbe che un mazzo di rose, per la sua collaborazione con me ...

TERESINA:                      (ENTRA.  OCCHIATACCIA) Il pranzo è servito.  E dateve 'na mossa sennò se fredda. (ESCE BRONTOLANDO) Che schifo ...

GILBERTO:                     (SI SCIOGLIE DALL'ABBRACCIO) A tavola, a tavola, prima che l'anatra si freddi, che già così non sarà facile.  Faccio strada, prego.(DECLAMANDO) “vi  invito    a    trascorrere assieme questo pomeriggio tracannando di quel   buono    alla   salute    della     nostra donzella: facciamo com'è costume degli avvocati, che ne’ tribunali lottano l’un contro l'altro egregiamente, ma poi da amiconi bevono e mangiano”.

FRANCESCO M.:           Bel pezzo.  E'tuo?

GILBERTO:                     (CENNO DI NO)Di Shakespeare.  Quello che scrive i copioni per Zeffirelli.

FINE DEL PRIMO TEMPO

Atto Secondo

VERSO SERA.  TRACCE DI DOPO-CENA, BICCHIERI, BEVANDE, MUSICA

CHE VIENE DALLA FILODIFFUSIONE.

E' IN CORSO IL  GIOCO DEI FILMS MIMATI: UNA PERSONA MIMA UNA

CERTA AZIONE E  GLI ASTANTI DEBBONO INDOVINARE IL TITOLO DEL

FILM CORRISPONDENTE.

E' IN AZIONE LISA, CHE MIMA QUALCUNO SBALLOTTATO QUA E LA',

CORRE PER LA SCENA, SI AGITA...

GILBERTO:                     Uno che ha perso il treno ... (LISA FA CENNO DI NO) Uno che ha bevuto troppo ...

LISA:                                 Sono titoli di film?! (CONTINUA A MIMARE)

FRANCESCO M.:           La Tempesta! (LISA DICE “NO” E CONTINUA A MIMARE)

PATRIZIA:                       Improvvisamente l'estate scorsa ...

LISA:                                 Cosa c'entra?

PATRIZIA:                       D'estate di solito c'è vento ...

LAPAROLA "VENTO" E' COME UNA RIVELAZIONE.  PERCHE':

TUTTI ASSIEME:          Via col vento!

LISA:                                 Oh, ci voleva tanto...

GILBERTO:                     Tu ti agiti, corri ... Dovevi fare (IMITA IL SUONO DEL VENTO) Fuuuu, fuuuu ...

LISA:                                 Sì, fuuu fuuuu ... facciamo la filodrammatica ... Chi ci andato più vicino è stato lui ... (INDICA FRANCESCO M.)

FRANCESCO M.:  (CON FALSA MODESTIA) Pura fortuna.  Ci avevo pensato a Via col vento, poi mi sembra talmente ovvio che ho preferito orientarmi su qualcosa di simile ma di sostanzialmente diverso.

GILBERTO:                     Giocate   spesso   ai mimi sull'Appennino tosco-emiliano?

FRANCESCO M.:           Sì, ma con riferimento alla classicità. Tito e Berenice, Eloisa e Abelardo ...

GILBERTO:                     Va beh, oh, qui siamo in pianura, facciamo cose più terra terra ... (A PATRIZIA) Dai, Patty Pat, tocca a lei.

PATRIZIA:                       Oh, io non sono mica un'attrice, eh?  Comunque ... (SI CONCENTRA. POI INIZIA A MIMARE QUALCUNO CHE GIOCA A BILIARDO E PARLA VOLGARMENTE CON QUALCUNO LI’ ACCANTO).

                                            (NESSUNO CI CAPISCE)

(MIMA LA STESSA COSA, AGGIUNGENDO UN'OFFERTA DI DANARO)

LISA:                                 Il Biliardario!

FRANCESCO M.:           (A LISA) Esiste un film intitolato "Il biliardario"?

LISA:                                 (CHE HA AVVERTITO IL TONO POLEMICO DI LUI)Va beh, era cosi per dire ...

PATRIZIA CONTINUA A MIMARE IL VOLGARE PERSONAGGIO CHE GIOCA A BILIARDO

PATRIZIA:                       Dai, è facile ... Un volgare, un cafone ...

GILBERTO:                     (HA TROVATO) Al Cafone!

LISA:                                 (HA I NERVI) Sentite, o si gioca seriamente o non si gioca ...

GILBERTO:                     Ah, seriamente ... perché "Il biliardario" era serio ...

LISA:                                 (SBUFFANDO, A PATRIZIA) Ci arrendiamo, che cos'è?

PATRIZIA:                       Proposta indecente.

GILBERTO:                     Sì, buonanotte.  Lei ha mimato uno che gioca biliardo incazzatissimo ... Cosa c entra la proposta indecente ...

PATRIZIA:                       Robert Redford gioca a biliardo e intanto offre un milione di dollari a Demi Moor per passarci una notte ... Alla presenza del marito ...

FRANCESCO M.:   Un baratto degradante ...

GILBERTO:                     Beh, certo, portare via la moglie a un altro, sto Robert Redford dovrebbe vergognarsi ...

PATRIZIA:                       Ma è un film...

GILBERTO:                     Eh ma i film hanno sempre un aggancio con la realtà, come si dice “L'arte imita la vita”.

LISA:                                 (UN PO' AGITATA PERCHE' IL DISCORSO STA ANDANDO SU UN TERRENO CHE NON LE PIACE) Ora tocca a Francesco Maria.

GILBERTO:                     Sì, sì, certo ... Ed ecco a voi Francesco Maria.  Che cosa ci prepara di bello Francesco Maria?

FRANCESCO M.:           Una cosina così ... (COMINCIA A IMITARE UNO AFFACCIATO A UNA FINESTRA)

GILBERTO:                     La finestra sul cortile!

FRANCESCO M.:           Fuocherello.

LISA:                                 La casa delle finestre che ridono.

FRANCESCO M.:           Acqua.

PATRIZIA:                       Uno che guarda

FRANCESCO M.:           Più vicino di tutto ci è andato lui (GILBERTO).  Lo rifaccio?

GILBERTO:                     Per carità, ci arrendiamo.  Cos'è?

FRANCESCO M.:           Ngdai don nga daj ... (ATTONITO SILENZIO DEGLI ALTRI) In cambogiano significa n coltivatore di riso che guarda dalla finestra".  Ero in viaggio d'affari a Phnom Pehn e mi hanno portato alla Casa della cultura a vedere questo film.

GILBERTO:                     E che cosa guarda questo coltivatore di riso?

FRANCESCO M.:           Non si sa.  Sta affacciato alla finestra e guarda.

GILBERTO:                     Un'ora e mezzo di uno che sta affacciato alla finestra?

FRANCESCO M.:           Quattro ore.  Un capolavoro assoluto.

GILBERTO:                     (GUARDA LE DUE DONNE) E' che siamo un poi stanchi. magari a mente fresca lo avremmo capito subito.  Ora tocca a me, poi smettiamo. (SI CONCENTRA.  POI ATTACCA A MIMARE UN ESSERE MOSTRUOSO CHE SI SPAVENTA).

PATRIZIA:                       Frankenstein!

GILBERTO INDICA “NO”

FRANCESCO M.:           Il dottor Jeckyll e mister Hyde...

GILBERTO INDICA “NO”

LISA:                                 La sepolta viva!

GILBERTO:                     Oh madonna mia ... Eppure non è difficile, specie per te (A LISA).

LISA:                                 Non capisco.

FRANCESCO M.:   Nemmeno io.

PATRIZIA:                       Mi arrendo.

GILBERTO:                     Vi siete arresi tutti? (SPIEGA) E' il mostro di Loch Ness che emerge dal lago omonimo in un umido pomeriggio di agosto e vede Lisa che mi sta baciando.  Titolo "Il mostro nella sua lunga esistenza credeva di avere visto di tutto, ma si sbagliava".  Magari un po' lungo, eh?

FRANCESCO M.:           Soprattutto di ottimo gusto.

LISA:                                 Già, raffinatissimo.

PATRIZIA:                       Però non vale, io di questo bacio sul Loch Ness non ne sapevo niente.

GILBERTO:                     Ah no?  Che strano, io credevo che fosse di dominio pubblico.  Va eh, facciamo un altro film. Che cos'è questo? (SI APPRESTA A MIMARE QUALCOSA MA LISA LO INTERROMPE)

LISA:                                 Basta, io sono stufa, è un gioco troppo cretino.  Che ne dite di andarcene a dormire?

GILBERTO:                     Così presto?  Ma dai, giochiamo ancora ... Se mimare i film è troppo cretino potremmo giocare, che so, a Monopoli, a rubamazzo, a mercante in fiera ...

FRANCESCO M.:           Suvvia perché dobbiamo arrabbiarci?  Possiamo parlare simpaticamente fra di noi.

GILBERTO:                     Giusto, bella idea, grande idea ... Ce ne stiamo qui a parlare simpaticamente.  Ma si può parlare simpaticamente senza bere simpaticamente?  Io no credo proprio? (IMITA NAZZARI) "E chi non beve con me, peste lo colga", che film è?

FRANCESCO M.:           I promessi sposi.

GILBERTO:                     Ma cosa c'entra ...

FRANCESCO M.:           La peste ...

PATRIZIA:                       E' vero,   l'ho visto in TV, quello che ha rapito Lucia si nasconde  a   Milano, il Padreterno lo vuole punire con la peste, ma non sapendo dove trovarlo fa venire la peste a tutti i milanesi, così va sul sicuro.

LISA:                                 (STA ARRIVANDO CON UNA BOTTIGLIA DI CHAMPAGNE) Un'interessante rilettura critica  di Salomè. Champagne per tutti?

GILBERTO:                     (STAPPANDO) Per tutti, per tutti ... Francesco Maria, non puoi dire di no a una bottiglia di Dom Perignon  dell’85 ...

FRANCESCO M.:           In genere la sera, prima di ritirarmi, prendo una camomilla lunga.

GILBERTO:                     Anche lunga ... Oh Signore, ma Francesco Maria, che direbbe James Bond?

FRANCESCO M.:           E va bene, per non offendere James Bond stavolta farò uno strappo, accetterò due dita di Chámpagne.

GILBERTO:                     (VERSANDO) Due dita di Champagne, neanche a Sodoma e Gomorra erano arrivati a tanto ... (A PATRIZIA) Anche lei due dita? o preferisce tutta la mano?

PATRIZIA:                       (SI FA VERSARE) Io spero solo che quel lavoretto non sia troppo difficile, perché quando bevo sbarello un po'.  E' difficile?

GILBERTO:                     Non se ne accorgerà nemmeno. (A LISA) Per te non c'è problema, no?

LISA:                                 (SPALLUCCE) Io non devo fare lavoretti (SI FA VERSARE DA  BERE)

GILBERTO:                     (VERSA  PER SE') Signore e signori, brindiamo!

FRANCESCO M.:           A che cosa?

GILBERTO:                     Non lo so.  Brindiamo, poi si vedrà.

ENTRA TERESINA CON UN MAZZO DI FIORI

TERESINA:                      So’ arrivati altri fiori.  Ma che è, l'orto botanico qua?

LISA:                                 Ma come, ancora fiori?

GILBERTO:                     Sono per me.

LISA:                                 E come lo sai?

GILBERTO:                     Me li sono mandati io. mi sentivo così solo ... A proposito, già che Teresina è qui,vogliamo organizzare la colazione per domattina  ( A LISA)   Tu il tuo solito...(A FRANCESCO M.) Tu?

FRANCESCO M.:    Caffè decaffeinato e latte scremato.

GILBERTO:                     Basta così?  Guarda che abbiamo anche yogurt deiogurtizzato, frutta defruttizzata.

FRANCESCO M.:   Sto bene così, grazie.

GILBERTO:                     (A PATRIZIA) Lei?

PATRIZIA:                       Io tutto quello che avete; la mattina ho una fame indecente. (A TERESINA) Pane, burro, uova, marmellata, formaggio, fiocchi d'avena, prosciutto.  E caffè molto forte.

GILBERTO:                     Tesoro, per ospitare lei a colazione bisogna fare un mutuo. (A TERESINA) Sentito?  Tutta questa roba in camera sua, più due tazze di caffè..

TERESINA:                      Perché due tazze?

GILBERTO:                     Perché se ne potrebbe rompere una.  Grazie Teresina, lasci pure i fiori e torni nel suo antro.

TERESINA:                      (SBATTENDO I FIORI DA QUALCHE PARTE) Il mio è un antro di donna onesta. (ESCE)

PATRIZIA:                       Perché l'ha detto guardando me?

GILBERTO:                     Guardava me, solo che è un po' strabica e sembrava che guardasse lei. (PRENDE I FIORI) Oh, c'è anche un biglietto, vediamo che dice ... (LEGGE) "A Gilberto dal suo vecchio amico Gilberto, con affetto       per sempre", ma che caro che sono, sono molto carino, non vi pare? (RICORDANDO) Ah, già, Francesco Maria ...(SI ESTRAE DI TASCA UN BIGLIETTO E GLIELO TENDE) Era nel cestino della carta straccia, tutto spiegazzato, il segno palese del disprezzo ...

FRANCESCO M.:   Che cos'è?

GILBERTO:                     Il biglietto che mi ero permesso di accludere al tuo mazzo di fiori. (LEGGE) "Come a tennis, come a scacchi, che vinca sempre il migliore, cioè tu".  Perché l'hai buttato via?

FRANCESCO M.:   Pensavo che fosse una delle tue pagliacciate

GILBERTO:                     Una delle mie pagliacciate ... Così che io sarei un pagliaccio ...

FRANCESCO M.:   Ma no, non volevo dir questo ...

GILBERTO:                     Per carità, non c'è problema, se ti va dillo pure, anche perché è vero: io sonoun pagliaccio.  Ma ricordati che sotto la maschera del pagliaccio che ride ci  sono spesso lacrime amare ... Insomma, le mie parole erano sincere, sincere come ... come le urla di uno che si è schiacciato le dita dentro la porta.

FRANCESCO M.:   Scusami non sapevo.

GILBERTO:                     Io non volevo fare lo spiritoso, volevo semplicemente riconoscere i diritti di Lisa in tutta questa storia.  Sono tanti anni che sta lì, a guardami mentre faccio miei giochetti!  Sempre gli stessi e se adesso ha voglia di cambiare spettacolo, la colpa è forse più mia che sua.  Sapessi quante volte anche a me capita di avere le scatole piene di questo, simpaticissimo, divertentissimo vecchio Gilberto! Non parliamone più e mettilo nel portafoglio.

FRANCESCO M.:           Tu credi che sia il caso?

GILBERTO:                     E' il caso. (FRANCESCO MARIA METTE VIA IL BIGLIETTO) Adesso non pretendo che tu lo legga tutte le mattine quando ti alzi, ma se ogni tanto gli darai un’occhiata mi farai piacere. (A PATRIZIA) Cara Patrizia, le

piacciono gli uccelli?

PATRIZIA:                       Con la polenta?

GILBERTO:                     Parlo degli usignoli. il canto degli usignoli, cara, il canto!  Nel nostro giardino ce ne sono due che devono essere innamorati cotti, perché ogni notte verso quest'ora intrecciano deliziosi canti d'amore.  Li vuole sentire?

PATRIZIA:                       Oh, sì, sarebbe divinamente stupendo!

GILBERTO:                     (LA PRENDE PER MANO) E allora andiamo. (A LISA) Tu permetti, vero? (IL TONO E': "ANCHE SE NON PERMETTI FA LO STESSO") (SI AVVIANO FUORI) Una notte da mille e una notte ... Com'è buio, fuori, non una luce, e nemmeno un alito di vento ... (A PATRIZIA) Attenta allo scalino, che ti frega sia la sera che al mattino ... e voi due non vi scatenate: datemi almeno il tempo di arrivare in fondo al giardino.  Patrizia dov'è?

PATRIZIA:                       (FS) Sono qui ...

GILBERTO:                     (FS) Ma cosa fa li, deve stare qui, vicina a me ...

FRANCESCO M.:           (CROLLANDO) Dio, che serata spaventosa ... Come se il pomeriggio fosse stato meglio.  Sei ore a giocare a scala quaranta, a scopetta, a rubamazzo, e a tutti quei maledetti giochi che conosce ... Nemmeno nei miei peggiori incubi avrei immaginato una giornata così! Siano ringraziati gli  usignoli, almeno staremo in pace per qualche minuto!

LISA:                                 Gilberto ci teneva a lasciarci soli. Gli usignoli in giardino non ci sono mai stati.

FRANCESCO M.:   E il canto d'amore degli usignoli?

LISA:                                 E' una registrazione. Una cassetta incisa, in un piccolo registratore che   lui  ha nascosto nel cavo di un albero, sempre di nascosto lui lo fa scattare dolcemente e tu ascolti in estasi una imitazione del duo Antonio e Marcello, due suoi amici della televisione.

FRANCESCO M.:           Alla sua età si diverte ancora a fare gli scherzetti!

LISA:                                 L'anno scorso aveva registrato i ruggiti di u n leone.  A Teresina per poco non le venne un coccolone.

FRANCESCO M.:           Mio Dio che uomo assurdo ... Mi domando come hai fatto a resistere quindici anni assieme a un tipo così.

LISA:                                 Mah.  Non ho ancora capito se ero io che ci stavo o se era lui che mi tratteneva.  Sai Gilberto è un personaggio davvero sconcertante.  A volte è un bambino, a volte è un uomo maturo e responsabile.  Tu cerchi di indovinare come sarà, e ti sbagli sempre ... In Gilberto l'unica cosa prevedibile è la sua imprevedibilità.

FRANCESCO M.:           Vedo che parli di lui con una certa ammirazione ... Con un certo affetto.

LISA:                                 Affetto?  Casomai amicizia.

FRANCESCO M.:           Lo spero.

LISA:                                 Pensi che domani.partirei con te se provassi dell'affetto per lui?

FRANCESCO M.:           Non sarebbe la prima volta.

LISA:                                 Stai parlando della tua terza moglie, quella che ti ha lasciato per risposarsi col suo primo marito? (SILENZIO AFFERMATIVO DI LUI) Grazie del paragone, mi hai sempre detto che quella lì era mezza matta.

FRANCESCO M.:           Solo mezza.  E poi io non ho fatto nessun paragone l'hai fatto tu.  Io avevo solo detto che...

LISA:                                 ... guarda che io riesco a capire anche le cose che non dici.

FRANCESCO M.:           E invece dovresti farmi il santo favore di capire solo quello che ti dico. così, magari, riusciresti a essere un po' meno sgradevole.

LISA:                                 Ah, sgradevole.  Adesso sono sgradevole ... E tu che cosa credi, di essere molto gradevole? (REALIZZANDO) Ah, maledetto!  E' la seconda volta che riesce a farci litigare!  Francesco Maria, oh, Francesco Maria! (GLI SI GETTA FRA LE BRACCIA, LUI LA BACIA) (FS SI ODE IL CANTO DEGLI USIGNUOLI)  Ti prego stringimi ...(FRANCESCO MARIA     CON UN FAZZOLETTO SI PULISCE LE LABBRA) Non preoccuparti, caro, è un rossetto indelebile ... Non lascia nessuna traccia ...

FRANCESCO M.:           Ne sei sicura?

LISA:                                 Sicurissima, perché?

FRANCESCO M.:           (PICCOLO ATTACCO D'IRA) Perché maledizione, mi ha fregato un'altra volta!  Stamattina quello lì mi ha detto che ero sporco di rossetto, mi ha anche pulito!

LISA:                                 Voleva sapere se in sua assenza ci eravamo baciati.  Capisci adesso che non hai potuto batterlo a scacchi?

FRANCESCO M.:           (CROLLA A SEDERE SUL DIVANO) Per favore, un po' d'acqua. (LEI GLI PORTA L'ACQUA) Grazie. ora se non ti spiace me ne vado a letto.  E' quello che avrei dovuto fare stamattina, appena sono arrivato ... Dio che giornata atroce!  Sono invecchiato di dieci anni in un solo giorno!

LISA:                                 E che dovrei dire io, allora ... Con l'umiliazione che mi tocca subire ...

FRANCESCO M.:           Quale umiliazione?

LISA:                                 Hai sentito poco fa che cosa ha detto a Teresina, caffè due tazze, domattina, in camera di... quella lì.  Tutti e due, a letto assieme, che schifo ... Ho visto in camera sua quello che lei chiama camicia da notte.  Hai presente la retina per la spesa?  Ecco, nasconde di più.

FRANCESCO M.:           (SORRISETTO LUBRICO) Si vede tutto, eh?

LISA:                                 Che fai sorrido.? (TEMPO) Francesco mi devi fare un gran piacere, tu gli devi parlare.

FRANCESCO M.:           Delle sue camicie da notte?

LISA:                                 E' a lui che ti chiedo di parlare, non fare l’idiota (REAZIONE DI LUI) Scusami, scusami, non volevo dire questo ... Però anche tu, cercami di capirmi ...

FRANCESCO M.:           Sta' tranquilla, sto cominciando a farlo ... E di che cosa dovrei parlargli?

LISA:                                 Di tutto.  Che lui non ha diritto di umiliare così sua moglie.  Che non ha diritto di esibirsi, così, con quella ninfomane ... Digli che noi due, io e te, ce ne freghiamo se lui si prende tutta la colpa eccetera eccetera ... Tu sei un aristocratico, sei al di sopra di queste piccinerie!

FRANCESCO M.:           Ti devo delle scuse.  Poco fa ho sbagliato a dire che tu parli di lui con affetto.  Lisa, tu sei gelosa!

LISA:                                 Io gelosa di quello lì?  E di quella lì?  Tesoro, ti sei bevuto il cervello?  Io gelosa, ma quando mai!  Allora che fai, gli parli?

FRANCESCO M.:           No non gli parlo.  E lo sai perché?  Perché lo spero vivamente che tuo marito vada a letto con la signorina Patrizia.  E mi piacerebbe che mentre avvengono le cose tu fossi lì, accanto al letto, a guardare.

LISA:                                 Ma allora sei un maniaco!

FRANCESCO M.:           No, non sono un maniaco.  Sono un uomo che ha imparato a sue spese che la prova più difficile da ottenere è la prova dell'amore. Ora tu devi superare quella prova, da sola, senza aiuto da parte mia. Devi essere molto

                                            forte. Vuoi che ti baci? Potrebbe darti forza...

LISA:                                 (UN PASSO INDIETRO) Grazie, ce la farò da sola.

FRANCESCO M.:           Certo. A domani, allora. (UN’ESITAZIONE) Ah, senti, visto che conosciamo i piani della squadra avversari, potremmo adeguarci ... mi autorizzi a venire in camera tua a darti la buonanotte?

LISA:                                 Oh, sì, mi piacerebbe tanto, ma purtroppo, mi è venuto mal di testa ...

FRANCESCO M.:           Perfetto. (SI ESTRAE UNA BANCONOTA DAL PORTAFOGLI E SE LA METTE IN TASCA)

LISA:                                 Che fai ... ?

FRANCESCO M.:           Avevo scommesso con me stesso centomila lire che se te l'avessi chiesto avresti avuto mal di testa. Buonanotte. (VA)

GILBERTO:                     (FS) Per di qua, mia cara ... E attenta allo scalino, scalino serale, può parti molto male. (ENTRA CON PATRIZIA)

GILBERTO:                     (A LISA) Indovina che cosa ha visto Patrizia? (CERCA QUALCOSA DAPPERTUTTO)

LISA:                                 Che cosa ha visto?

PATRIZIA:                       Gli usignoli.

LISA:                                 Ah sì?  Nessuno li aveva mai visti prima.  Si vede che fra lei e gli uccelli c'è un certo feeling ... (A GILBERTO) Che stai cercando?

GILBERTO:                     Serravalle-Scrivia.  Dove l'hai messo?

LISA:                                 E' andato a dormire.

GILBERTO:                     Oh, come mi manca ... Ma perché non  l'hai trattenuto?  Oh come mi manca ... Ma perché non l'hai trattenuto?

LISA:                                 Perché è tardi.  Ora ci vado anch’io.  Lei Patrizia non ci va?

PATRIZIA:                       Uff, io non ho mai sonno.  Quando vado a letto presto prima di addormentarmi leggo, scrivo, faccio l'uncinetto, adoro fare l'uncinetto a letto...

LISA:                                 Insomma, lei a letto fa di tutto ...

GILBERTO:                     In tutti i casi non può andare a letto adesso: ho bisogno di lei.

LISA:                                 Se la signorina ha voglia di fare l'uncinetto, perché non la lasci andare?

GILBERTO:                     Farà l'uncinetto più tardi.  Adesso si deve guadagnare il caviale, la vodka e tutto lo champagne che ha trangugiato!

PATRIZIA:                       Ma io sono prontissima Dottor Ferrari.

GILBERTO:                     Io no (VA AL BAR E SI SERVE DA BERE, CANTA E ACCENDE LA RADIO)

LISA:                                 Bene ... Data la situazione io vi lascio. Buonanotte.

GILBERTO:                     Buonanotte.

PATRIZIA:                       Buonanotte signora Ferrari.

LISA:                                 (SULLE SCALE) Buonanotte signorina Cazzaniga, Buonanotte.

GILBERTO:                     Buonanotte.

LISA:                                 Buonanotte.

GILBERTO:                     (SPAZIENTITO) Buonanotte!

LISA:                                 Buonanotte. (ESCE)

GILBERTO:                     E adesso a noi due!  Si segga e beviamo qualcosa Patrizia.

PATRIZIA:                       E' essenziale che capisce tutto quello che mi dirà?

GILBERTO:                     E' essenziale che lei comprenda anche le sfumature.

PATRIZIA:                       Allora niente champagne!

GILBERTO:                     Giusto. (SI SIEDE ACCANTO A LEI) Dunque, attenzione bene: io stanotte dormo nella camera vicino alla sua. L'avverbio è importante.

PATRIZIA:                       Camera è avverbio?

GILBERTO:                     Vicino è avverbio,… vicino.  Chiaro?

PATRIZIA:                       Chiaro: lei stanotte dorme nella camera vicino alla mia.  Poi?

GILBERTO:                     Senta Patrizia, non potrebbe abbandonare il tono professionale da segretaria modello e diventare semplicemente una bella ragazza?

PATRIZIA:                       Dipende da chi ha invitato, se la signorina Patrizia Cazzaniga o Patty Pat?

GILBERTO:                     Patty Pat, ma chi se ne frega della signorina Cazzaniga ...

PATRIZIA:                       Ok. (SI TOGLIE LE SCARPE, SI METTE COMODA COMODA) Allora, dimmi tutto Gilberto.  A quanto pare stanotte ci sarà gran movimento.

GILBERTO:                     Già, gran movimento.  Le nostre due camere sono comunicanti, tu vedi di non chiudere la porta a chiave, ok?

PATRIZIA:                       Soffri di claustrofobia?

GILBERTO:                     No. Però sono troppo grosso per passare dal buco della serratura.

PATRIZIA:                       Mi sembra di capire che vuoi venire a farmi una visitina.

GILBERTO:                     Bei riflessi, brava.  Sempre che la cosa non ti faccia schifo.

PATRIZIA:                       (MALIZIOSA) No, non mi fa schifo.  Spero solo che non se ne accorga nessuno.

GILBERTO:                     Se ne deve accorgere qualcuno!  Se ne deve!  Dal momento che ho deciso di divorziare.

PATRIZIA:                       Oh no!

GILBERTO:                     Oh sì! E ho anche deciso che la colpa deve essere tutta mia.  Puoi indovinare il seguito?

PATRIZIA:                       (CI PENSA UNATTIMO) Aspetta aspetta... Domattina la donna mi porta la colazione, ci vede a letto assieme, grandi urli, grande scandalo, adulterio, tutta colpa tua...

GILBERTO:                     Einstein a confronto con te è un po' deboluccio di mente. Lisa avrebbe preferito che io mi facessi beccare con una di quelle ...

PATRIZIA:                       Quelle quali?

GILBERTO:                     Ho appena detto che sei un genio, non farmi cambiare idea ... Quelle ...

PATRIZIA:                       Ah, quelle.. Per carità ... sarebbe volgare.

GILBERTO:                     Appunto.  Perché andare al bagni pubblici quando in casa hai una Jacuzzi?  Meno male che non l'ha capita!  Champagne!

PATRIZIA:                       No, no, per carità, se dobbiamo lavorare ... A proposito, quando lavoriamo?

GILBERTO:                     Stiamo lavorando.

PATRIZIA:                       Ah, questo è il lavoro che mi dicevi?

GILBERTO:                     Questo.  Insomma, questa è l'ouverture ...(QUASI A PARTE) Poi ci sarà la sinfonia ... (A LEI) Allora, tutto chiaro?

PATRIZIA:                       Chiarissimo.  Tu domattina verso le sette vieni in camera mia e ti ficchi nel mio letto, così che quando dopo un po’ arriva Teresina con la colazione, ti vede e apriti cielo.  Divorzio! Divorzio! Divorzio!  Come sono andata?

GILBERTO:                     Alla grande.  Però ...

PATRIZIA:                       Però ... ?

GILBERTO:                     Piccolo problema.  Io la notte russo.  Ora metti che qualcuno si alzi per fare la pipì, con tutto quello che abbiamo bevuto può succedere ... Passa davanti alla porta della mia camera e che ti sente?  Un jumbo in decollo, prova sonora che io sono nel mio letto.  Poi Teresina mi trova nel tuo letto.  Che significa?  Che è tutto preparato, che abbiamo fatto finta.

PATRIZIA:                       Se invece ti sento russare nella mia camera ...

GILBERTO:                     Tu non sei Einstein sei Leonardo Da Vinci.

PATRIZIA:                       Russi molto forte?

GILBERTO:                     Dipende se dormo o no.

PATRIZIA:                       Quando dormi?

GILBERTO:                     Ma se fischi smetto subito e diventa come un sibilo di aereo in volo.

PATRIZIA:                       Il guaio è che non so fischiare ... Come si fa?… Troverò qualche altro sistema. (SALE LE SCALE) A più tardi Gilberto ... Io porterei un po' di champagne ...(PATRIZIA, CON LE SCARPE IN MANO, SI ALZA E SI AVVIA)….Beh, buonanotte.

GILBERTO:                     ‘notte ...

PATRIZIA:                       (A LISA CHE RIENTRA)  'notte signora.  (LISA GLI RISPONDE CON UN FREDDO CENNO DEL CAPO) (ESCE)

LISA:                                 Comincia a spogliarsi per avvantaggiarsi?

GILBERTO:                     (GLISSANDO) Che vuoi?

LISA:                                 Non trovo il libretto degli assegni. (GUARDA UN PO' IN GIRO, IN CASSETTI E CASSETTINI) Tu ne sai niente?

GILBERTO:                     Io no.

LISA:                                 (LO TROVA) Ah, eccolo ...

GILBERTO:                     Devi farei dei pagamenti a quest'ora?  Hai debiti col conte Dracula? (COMINCIA A PREPARARE SU UN VASSOIO CHAMPAGNE, COPPE, DOLCETTI VARI)

LISA:                                 Se non so dov'è il libretto degli assegni non riesco a prendere sonno.  Vai a una festa?

GILBERTO:                     Sì. Scuserai se non t’invito ma in tre si starebbe un po’ stretti. (APPOGGIA SUL VASSOIO ANCHE IL MAZZO DI FIORI, SI AVVIA PER USCIRE) ‘notte.,.

ARRIVA DAVANTI ALLA PORTA, MA DOVENDO REGGERE IL VASSOIO E I FIORI, NON HA LE MANI LIBERE PER POTERLA APRIRE.  SI METTE I FIORI SOTTO IL BRACCIO, CERCA DI REGGERE IL VASSOIO CON UNA MANO SOLA, SI METTE I FIORI FRA LE GAMBE... UNA SERIE DI GAGS A SOGGETTO...

GILBERTO:                     Non è che mi daresti una mano ... ?

LISA:                                 Perché non la chiedi a Patty Pat?  Lei con le mani deve essere bravissima.

GILBERTO:                     E come ci arrivo da Patty Pat se non riesco ad aprire la porta?

UN SILENZIO.  GILBERTO DAVANTI ALLA PORTA, LISA MEBITABONDA.  POI:

LISA:                                 Noi due dobbiamo parlare.

GILBERTO:                     E' l'una di notte, io sto con un vassoio in mano davanti a una porta che non riesco ad aprire, al di là della porta mi aspetta una pupa da sturbo ... Ti sembra il momento adatto per un dibattito?

LISA:                                 Metti giù il vassoio e vieni qui.

GILBERTO:                     Sono atteso, sono atteso ...

LISA:                                 Non devi essere atteso.  Eravamo d'accordo che in camera di quella lì ci saresti andato domattina ...

GILBERTO:                     No, no, no, scusa cara, visto che vogliamo fare i precisini, l'accordo era che io domattina sarei stato in camera di Patty Pat.  Ma non abbiamo specificato a che ora ci sarei andato ...

LISA:                                 Ti attacchi proprio alle parole, eh?

GILBERTO:                     Io non mi attacco proprie a niente.  Cioè, non mi attacco alle parole ... Se per te l’ora del mio ingresso in camera di Patty Pat era tanto importante dovevi dirlo subito ... Dai, aprimi ‘sta porta che quella sta aspettando ... Lo sai come sono io, tengo molto alla puntualità.

LISA:                                 Ma ti rendi conto che quella lì potrebbe essere tua figlia?

GILBERTO:                     Primo, non esageriamo con l'anagrafe, quando l'avrei fatta, durante un raduno dei boy-scout?  Secondo, potrebbe essere mia figlia, potrebbe, ma non è. Sai, sono quei dettagli che è bene non perdere di vista.  Ma poi, dico, si può sapere che cavolo vuoi?  Tu domani non tagli la corda col tuo ganzo?  E allora ...

LISA:                                 Io non taglio la corda col mio ganzo, lo parto con l'uomo che amo.

GILBERTO:                     Va beh, allora io non vado a letto con Patty Pat, ho una riunione materassale con una esponente di spicco del mio staff, va bene?

LISA:                                 Tu alla riunione non ci vai.

GILBERTO:                     E tu non vai a Parigi con Serravalle-Scrivia

LISA:                                 Non se ne parla proprio.  Io a Francesco Maria non ci rinuncio.

GILBERTO:                     E io non rinuncio a Patty Pat, cosa sono, più scemo di te?  Perciò per favore aprimi questa porta ...

LISA:                                 No, nonte la apro!

GILBERTO:                     Aprimi la porta, Lisa!

LISA:                                 No!

GILBERTO:                     Aprimi la porta o ti sbatto questo vassoio in faccia.  Guarda che lo faccio.  Aprimi la porta.

LISA APRE LA PORTA E SI SPOSTA

LISA:                                 E' aperta..

GILBERTO:                     Ah! E' aperta!

LISA:                                 E' aperta.

GILBERTO:                     L'hai voluto tu Lisa!

GILBERTO ESCE

LISA:                                 E' aperto, e va all'inferno! Levati dai piedi per sempre, per sempre, per sempre ...(RIMASTA SOLA) Ma va' all'inferno, traditore ... Ma va’ all'inferno ...

(BUIO)

E' IL MATTINO DOPO. QUANDO TORNA LA LUCE LA SCENA E' VUOTA.

SI SENTE LA VOCE DI LISA, CHE ENTRA SEGUITA DA TERESINA.

LISA:                                 (LA BATTUTA INIZIA FS, POI PROSEGUE IN S.)… allora, vediamo se ho capito bene: tu prendi il vassoio della colazione per la signorina Patrizia, arrivi alla porta di lei, e che vedi?

TERESINA:                      Niente, perché la porta è chiusa.

LISA:                                 (UN SOSPIRO) D'accordo, la porta è chiusa.  Tu bussi, di là dicono “avanti”.  Tu apri la porta.  Entri ...

TERESINA:                      Colomba mia, se la racconti tu, io che ce sto’ a fa'?

LISA:                                 Allora racconta tu.

TERESINA:                      Tutto uguale a come hai detto tu.  Busso, di là dicono “avanti”, io apro la porta, entro, e che vedo?

LISA:                                 Vedi la signorina Patrizia e il signor Gilberto a letto assieme.

TERESINA SI AVVIA A USCIRE

LISA:                                 Dove vai?

TERESINA:                      Tu sai tutto ...

LISA:                                 (LA BLOCCA) Entri e che cosa vedi?

TERESINA:                      Vedo quei due.

LISA:                                 Vicini?

TERESINA:                      Erano tutti attorcinati, pure su una barella sarebbero stati larghi!

LISA:                                 E lui che aria aveva?  Era a disagio, soffriva ... ?

TERESINA:                      Soffriva?  Colomba mia, se quello era mio marito, è da mo' che stava in rianimazione.  Perché non vai su e non gliele meni?

LISA:                                 Farò di meglio.  Chiederò il divorzio.

TERESINA:                      Brava colomba mia!  Brava!  Mannalo a morì ammazzato sto infamone!  Testimonio io, vengo dal giudice, dichiaro "Vostro onore, giuro di dire tutta la verità, sempre la verità, tutt'altro che la verità!"

LISA:                                 Andiamo bene ...

TERESINA:                      "La signora mia, la colomba mia che io ho visto nascere, tre chili e ottocento grammi, offesa, insozzata nell'onore da quel grandissimo sadistico del marito.. La signora mia che è una santa, vostro onore..."

LISA:                                 Insomma, santa ... Una santa con l'amante mi sembra un po' così ...

TERESINA:                      (SI AVVIA A USCIRE) Una santa, una santa ... (REAZIONE RITARDATA.  SI BLOCCA) Cosa?!

LISA:                                 (ANNUISCE) Sì.  Sono l'amante del conte Francesco Maria Serravalle-Scrivia.  Da tre mesi. Oggi parto con lui per la Francia.

TERESINA:                      Non ci credo, me stai a cojionà.

LISA:                                 Va, in camera mia, ci sono le valigie già fatte. (TEMPO) Gilberto non è poi quel farabutto che sembra ... Per tutelare il mio onore ha detto che è disposto a prendersi tutta la colpa lui.. La storia con la segretaria è una messa in scena, lui per amor mio si è sacrificato ad andare a letto con quella lì.

TERESINA:                      Ma allora il santo è lui!  E pensare che quando ti ho vista tutta vestita questa mattina così presto, ho creduto volessi andà a messa ... (ENTRA FRANCESCO MARIA DALLA PORTA DELLE CAMERE) Invece eccola qui la tua messa!

FRANCESCO M.:           Come scusi?

LISA:                                 Francesco, ho detto tutta la verità a Teresina. ora mi sento meglio.

FRANCESCO M.:           Questo è l'importante. Buongiorno Lisa.

LISA:                                 Sei arrabbiato? Era l'unica che non lo sapeva.

FRANCESCO M.:           Certo,  sarebbe stata una discriminazione odiosa. Bene, ora siamo in regola, no? Abbiamo tutti i permessi, tutti i nullaosta ...(PICCOLO SOSPIRO) Confesso che immaginavo una partenza più poetica.

TERESINA:                      Guardi che lo sono di famiglia.  Lisa l'ho vista ...

FRANCESCO M.:           ...nascere, lo so.  Sin dal primo momento la nostra amata Lisa non è riuscita a fare nulla senza coinvolgere qualcun altro ...

TERESINA:                      ... e ho tirato su anche i bambini, poveretti, che quando sapranno sai che dispiacere gli piglia, a ‘ste creature ... Perciò signor conte la colomba mia   falla felice, e trattala bene, con cura, che è così fragile ...

LISA:                                 Ma che fragile!

TERESINA:                      Fragile, fragile, un vero cristallo di Murano, come la tocchi siscassa.

LISA:                                 Guarda che a lui queste confidenze non interessano ...

TERESINA:                      E invece gli devono interessare, visto che da stasera passi in carico a lui. (A FRANCESCO MARIA) mi raccomando, signor conte, mi raccomando!

FRANCESCO M.:           Stia tranquilla, cara. Ho viaggiato con numerose donne, e sono tutte ritornate incolumi.

TERESINA:                      E se casca?  Cosa fa se casca?

FRANCESCO M.:           Come casca? (A LISA) Tu di solito caschi?

LISA:                                 Ma quando mai!

TERESINA:                      Casca, casca ... Mica per cattiveria ... è un po’ intrupperella ... Perché, l'altro giorno dal benzinaio non sei cascata?

LISA:                                 L'altro giorno?!  Era undici anni fa, e per terra c'era una macchia d'olio ...

TERESINA:                      Sì, mo la macchia d'olio... (A FRANCESCO M.) Ha bisogno di molto riposo, se no casca.  Dieci ore di letto al giorno ... E quando dico letto dico sonno, capito?

LISA:                                 Insomma, Teresina ...

TERESINA:                      (CONTINUANDO) ... la sera non deve fare tardi Non si deve mai incazzare ... non si deve emozionare ... e non deve fare fatiche ... Alla stazione non si deve incollare le valigie ...

FRANCESCO M.:           Stia tranquilla, non è mia abitudine fare portare le valigie alle signore.

TERESINA:                      Bravo, si vede che lei c’ha il sangue blu.  Ah, poi c'è il fatto dei vitto ... Oh, il vitto.  La pappatoria ... Mo' lei me dirà che ha fatto tanti viaggi con tante donne e nessuna è morta di fame ...

FRANCESCO M.:   Stavo per dire proprio questo.

TERESINA:                      (A LISA) Colomba mia, ricordati che cosa ha detto il dottor Mastrantonio...

LISA:                                 (NONRICORDA) ... che cosa ha detto il dottor Mastrantonio?

TERESINA:                      Niente grassi, niente farinacei, niente idrocarburi, niente condimenti, niente alcolici (A FRANCESCO M.) E tu co’ na diagnosi così me la porti in Francia?  Perché non la porti in Svizzera?

FRANCESCO M.:           Perché Parigi l'hanno costruita in Francia che vogliamo fare?

TERESINA:                      Basta stare attenti ... oh, vi può pure dire bene, può essere che non succede niente... Io pregherò per voi ... (A FRANCESCO M.) Te sei cattolico?

FRANCESCO M.:           Agnostico.

TERESINA:                      (PERPLESSA) Che è, come fosse ebreo?

FRANCESCO M.:   Non esattamente.

TERESINA:                      Va beh, speriamo che non se ne accorge nessuno (ESCE)

FRANCESCO M.:           Avrei dovuto prendere degli appunti.

LISA:                                 Povero caro ... Tu sognavi una fuga romantica e invece ti ritrovi ad accompagnare una povera inferma.

FRANCESCO M.:           Ma che dici... Tutti abbiamo i nostri piccoli acciacchi...

LISA:                                 Ma quali acciacchi ... Io non ho nessun acciacco, è Teresina che è super protettiva ... Perché mi guardi così?

FRANCESCO M.:           Ti vedo un po' pallida, sei sicura di stare bene?

LISA:                                 E' che stanotte non ho dormito ...

FRANCESCO M.:           Non preoccuparti, Parigi ti rimetterà a nuovo.

LISA:                                 Rimettermi a nuovo... Non sapevo di essere così mal ridotta ...

FRANCESCO M.:           Volevo dire che ti tirerai su.  Non c'è niente di strano che tu questa mattina abbia la faccia tirata e le occhiaie, non siamo più dei giovincelli, mia cara.  Voglio dire che anche io oggi non mi sento molto in forma.

LISA:                                 Ci porteremo dietro una bombola d'ossigeno? 0 ci sposteremo in ambulanza?

FRANCESCO M.:           Oh, ma come sei suscettibile ... Voglio solo dire che terremo nel dovuto    conto le raccomandazioni di Teresina, che pare ti conosca molto bene.

LISA:                                 Senti caro, io non sto partendo per un viaggio di convalescenza sotto controllo medico, sto scappando col mio amante... afferri la differenza?

FRANCESCO M.:           Certo che l'afferro.

LISA:                                 Bravo. E degli idrocarburi, dei farinacei e dei grassi me ne sbatto, chiaro? Che cosa si mangia in Francia?

FRANCESCO M.:           Huîtres d'Arcachon, Escargots de Bourgogne, Suprême de volailles, steak au poivre ...

LISA:                                 Doppia razione di tutto.  E.non andremo mai a dormire ma andremo sempre a letto.  Ah, mi dimenticavo il vino, e lo champagne... Prenderemo delle sbronze pazzesche.

FRANCESCO M.:           Ti sentirai male.

LISA:                                 Etu mi curerai.  Ti metterai un bel camice bianco e t'installerai al mio capezzale, mi misurerai la febbre, mi darai le pillole ...Così impari a volerti portare dietro delle vecchie carampane in disarmo ...

FRANCESCO M.:           Ma che dici...

LISA:                                 Dico che non ne posso più! Lo capisci che non ne posso più?,

FRANCESCO M.:           Veramente non capisco.  Stamattina non fai altro che strapazzarmi, che ti ho fatto?  Non mi hai nemmeno detto buongiorno!

LISA:                                 Buongiorno.

FRANCESCO M.:           Sei aggressiva, irritabile ... Forse sei così perché tuo marito ha passato la notte con la signorina Patrizia?

LISA:                                 Etu come lo sai?

FRANCESCO M.:           Ha detto che lo avrebbe fatto, e lui mi sembra il tipo d'uomo che certe promesse le mantiene.  Inoltre la camera della signorina è proprio sopra alla mia e .... (DISAGIO)

LISA:                                 Hai sentito qualcosa?

FRANCESCO M.:           (DOPO UNTEMPO) Li ho sentiti ridere fino alle 4 del mattino.

LISA:                                 E poi?

FRANCESCO M.:           poi non ho sentito più niente.

LISA:                                 (REALIZZA) Ma... è mostruoso!

FRANCESCO M.:           Credevo di avere una certa esperienza sulla mancanza di logica delle donne, ma devo dire che tu le superi tutte.  Quel Gilberto è un uomo impossibile, ha fatto della vostra vita coniugale un inferno, è un marito detestabile, hai deciso di lasciarlo per me e adesso ti metti a singhiozzare perché ha passato la notte con una bella ragazza!

LISA:                                 Bella? Ma se è orrenda!

FRANCESCO M.:           Insomma Lisa, eravate d'accordo o no?

LISA:                                 L'accordo era che lui entrasse in camera di quella lì qualche minuto prima dell'arrivo di Teresina con la colazione ... Si faceva vedere da Teresina seduto sul letto di quella lì. E basta. Invece è andato in camera sua ieri sera, ora sono le nove e non è ancora uscito!

FRANCESCO M.:           Beh? E di che ti lamenti?

LISA:                                 Come di che mi lamento, ma ti sei dimenticato che sono sua moglie?

FRANCESCO M.:           E tu ti sei dimenticata che dovrai diventare la mia?!

LISA:                                 Oddio, è vero!

FRANCESCO M.:           Bene, a questo punto è necessario che io renda in pugno la situazione.  I tuo bagagli sono pronti?

LISA:                                 Sì.  Devosolo chiuderli.

FRANCESCO M.:           Chiudili.  Dobbiamo lasciare questa casail più presto possibile.  Andiamo a Milano, da me, e stasera prendiamo il treno

LISA:                                 Hai ragione, faccio in un attimo.

GILBERTO:                     (ENTRANDO) Evviva gli ospiti!  Che bella giornata, eh?

FRANCESCO M.:   Sì,bellissima.  Dormito bene?

GILBERTO:                     Poco. (A LISA) E tu-,

LISA:                                 Così.  Missione compiuta, no?

GILBERTO:                     Radio Teresina ha già emesso il comunicato?

LISA:                                 Sì.

GILBERTO:                     Allora potete anche partire.  Perché, stavo pensando, partire per partire, tanto vale partire presto ...

FRANCESCO M.:           In effetti pensavamo la stessa cosa.  Anche per evitare il traffico del rientro.  Andiamo a Milano e poi stasera prendiamo il treno ...

GILBERTO:                     Macerto!  Vuoi mettere aspettare il treno nelle nove stanze in fila?  Dai, dai ...(A LISA) Le valigie sono pronte?

LISA:                                 Pronte.

GILBERTO:                     Non hai dimenticato niente? (LEGGENDO DA UN FOGLIETTO CHE SI TENEVA IN TASCA) Biancheria di sotto-biancheria di sopra-vestiti da mattina-da sera-da pomeriggio-se piove-se c'è il sole-se fa freddo-se fa caldo-se fa così così-camicie, camicine, camicette-scarpette e scarpotte-crema idratante, emolliente, orripilante-calze, fon bigodini, guanti-cuffia da doccia-fazzolettino...-varie ed eventuali...

LISA:                                 Lo stretto indispensabile.

GILBERTO:                     Lo stretto indispensabile (A FRANCESCO M.) Hai presente il circo Togni?  Anche loro hanno lo stretto indispensabile. (GLI DA’ LA LISTA) Toh, prendi la lista, ti servirà.  Non è che lei si dimentichi le cose, questo no, l'ultima volta che siamo partiti si è dimenticata soltanto le chiavi delle valigie, per aprirle abbiamo dovuto chiamare gli artificieri.

LISA:                                 Come potevo essere tua moglie per tanti anni se non ero un po' cretina? (ESCE)

GILBERTO:                     Picchia duro, éh?  Ha il pugno proibito ...Quella è una che mette giù Tyson ... Tu credi che ce la farai?  Fa' sentire ... (GLI PALPA IL MUSCOLO DEL BRACCIO DESTRO)

FRANCESCO M.:           Ma cosa fai?!

GILBERTO:                     Fa, il muscolo, dai ... Dai, fallo...

FRANCESCO:                 Lo sto facendo,

GILBERTO:                     Ah sì?  Non me n'ero mica accorto.  Va beh che tu hai tutto qui (IN FRONTE) ... (SI VERSA DA BERE)

FRANCESCO M.:    Che fai, bevi whisky alle nove del mattino?

GILBERTO:                     Non oserei mai, non sono mica matto.  Sono le nove e dieci. Fatte le valigie?

FRANCESCO M.:           Fatte.

GILBERTO:                     Dimenticato niente?

FRANCESCO M.:           Io non dimentico mai niente.

GILBERTO:                     Nemmeno lo spazzolino da denti?  Quello lo dimenticano tutti ...

FRANCESCO M.:    Non io.

GILBERTO:                     Una volta tornavo in vagone letto da Nizza.  La mattina mi sveglio e che ti vedo?  Il tizio che aveva la cuccetta sopra la mia che si stava lavando i denti col mio spazzolino. Allora gli strillo "ma cosa fa, si lava i denti col mio spazzolino?" E quello mi dice oh   mi   scusi, credevo che lo avesse

                                            dimenticato qui qualcun’altro". (TEMPO) Comico, no?  Come mai non ridi?

FRANCESCO M.:    Perché non fa ridere.  Inoltre non è mia abitudine viaggiare in Wagon Lits con sconosciuti.

GILBERTO:                     Ah già, è vero, tu prenoterai nove vagoni letto in fila.

PATRIZIA:                       (ENTRANDO) Buongiorno ...

GILBERTO:                     Buongiorno cara ... Finito di divorare la tua enorme colazione mattutina.

PATRIZIA:                       Solo metà.  Buongiorno signor conte.

FRANCESCO M.:           Buongiorno signorina. (CON INTENZIONE) Dormito bene?

PATRIZIA:                       E lei?

FRANCESCO M.:           Pochissimo, date le circostanze.  E lei?

PATRIZIA:                       Io piuttosto bene, date le circostanze.

GILBERTO:                     Eh, ma quante circostanze stanotte ...

PATRIZIA:                       (A GILBERTO) Sua moglie ... ?

GILBERTO:                     Sta facendo le valigie.  Ci vorrà un po'.

PATRIZIA:                       Sa tutto ... ?

GILBERTO:                     (ANNUISCE) Teresina ha colpito ancora.

PATRIZIA:                       Mica ce l'avrà con me, no?

GILBERTO:                     Non credo, perché dovrebbe avercela con te?  Però se devi chiederle un prestito secondo me è meglio che aspetti un po'.

PATRIZIA:                       Comunque il piano ha funzionato alla perfezione. (A FRANCESCO M.) Contento?

GILBERTO:                     Lui èraggiante.

        

FRANCESCO M.:           Se permetti lo dico io se sono raggiante o no. (A PATRIZIA)   Sì, sono raggiante.

GILBERTO:                     Lo sai che proprio non si vede?  Va beh che tu per nascita e educazione sai mascherare bene i sentimenti ... (IL BRONCIO DI FRANCESCO M.) E dai, fatti una bella risata, voglio vederti partire con una bella risata ... Ora ti racconto un'altra barzelletta sugli spazzolini da denti.  Dunque, c'è uno che ...

FRANCESCO M.:           Non mi interessa, grazie.

GILBERTO:                     Come vuoi. (TEMPO) Posso almeno farti una domanda?

FRANCESCO M.:           Sentiamo.

GILBERTO:                     Tu porti la dentiera?

FRANCESCO M.:           Ma come ti salta in mente una cosa simile?!

GILBERTO:                     Vista al noncuranza con cui tratti l'argomento spazzolino da denti ... (ESCE)

PATRIZIA:                       (A FRANCESCO M.) Perché stanotte non è riuscito a dormire?

FRANCESCO M.:           Per circostanze acustiche.  Diciamo che lei e il dottore Ferrari manifestavate con eccessivo entusiasmo la soddisfazione di trovarvi insieme.

PATRIZIA:                       Ah, abbiamo fatto rumore?  L'abbiamo scandalizzata?  Perché, lei e la signora Lisa lo fate senza audio?

FRANCESCO M.:   Mi scusi ma non è la stessa cosa.  Io sposerò Lisa.

PATRIZIA:                       Certo, perché tu consideri il matrimonio come una specie di gomma da cancellare, ci si sposa e tutto e a posto.

FRANCESCO M.:           (SBALORDITO) Ci diamo del tu?

PATRIZIA:                       Dopo quello che c 'è stato fra noi stanotte.

FRANCESCO M.:           Devo dire che inquesta casa più vi sforzate di essere spiritosi, meno lo siete.

PATRIZIA:                       Eh, lo so, ma finalmente la povera Lisa sta per mettersi in salvo.

FRANCESCO M.:           Perché "povera Lisa"?  Tra qualche tempo diventerà contessa Serravalle-Scrivia ... Che cosa vuoi insinuare, che io potrei non essere un buon marito?

PATRIZIA:                       Non è questione di buono o di cattivo. E' che tu proprio non sei un marito.

FRANCESCO M.:           Ah no? Io no sarei un buon marito? Oh questa è bella, e che cosa sarei, di grazia?

PATRIZIA:                       Un amante.

FRANCESCO M.:           Un amante ... ?

PATRIZIA:                       Ma certo ... Tu sei un campione di cento metri che si ostina a fare la maratona ...

FRANCESCO M.:           Curiosa analogia.  E Lisa che cosa sarebbe?

PATRIZIA:                       Una moglie.  Così come Gilberto è un marito.

FRANCESCO M.:           Maratoneti.

PATRIZIA:                       Preciso.  Un marito, la moglie la può anche tradire, però sempre pensando a lei, e dopo e pieno di rimorsi. Un amante invece pensa solo a se stesso.  Il marito fa l'amore con la moglie per dovere, come si fa al denuncia dei redditi, ecco perché a farlo sono sempre inmeno.

FRANCESCO M.:   Naturalmente tu saresti una centometrista.

PATRIZIA:                       (CENNO DI NO) Salto triplo.

ENTRA GILBERTO

GILBERTO:                     (A FRANCESCO M.) Ah, ma allora distrarre le donne dal loro doveri e proprio la tua specialità ... (A PATRIZIA) Vuoi perdere il treno?  Guarda che se perdi quel treno, prima che ne passa un altro ...

PATRIZIA:                       Dieci minuti e sono pronta. (SI AVVIA PER USCIRE) Se dovessi partire senza vedere Lisa dille che ... Io ... Insomma, inventati qualcosa che la faccia contenta.

GILBERTO:                     Le dirò che sei annegata nella vasca da bagno.

PATRIZIA:                       Non sarà troppo?

GILBERTO:                     Casomai troppo poco.

PATRIZIA:                       Va beh, mi fido ti te. (ESCE)

GILBERTO:                     (A FRANCESCO M.) Madonna che faccia ... Che ti succede?  Ti vedo preoccupato ...

FRANCESCO M.:   Preoccupato?

GILBERTO:                     (CONFERMA) Sembri uno che si sta buttando col  paracadute senza  avere   letto le istruzioni per l'uso.  La partenza con Lisati crea qualche problema?

FRANCESCO M.:   No, perché?

GILBERTO:                     Perché partire con una donna è sempre partire con un problema, specie se questa donne è la moglie.  Di un'altro.  Con le altre tre come hai fatto, se la sono squagliata loro o le hai mollate tu?

FRANCESCO M.:           Né l'una né l'altra cosa.  Visto che vuoi sapere tutto ci siamo sempre lasciati consensualmente.

GILBERTO:                     Scusami se posso dare la sensazione di essere un po' invadente ...

FRANCESCO M.:   Invadente tu?  Ma che dici ...

GILBERTO:                     ... non è per te -a me di te sai quanto me ne frega-, è per lei.  Sai, mi scoccerebbe che facesse la fine delle altre, una botta e poi al mercato dell'usato ... Visto che Lisa con me non è mai stata felice, speriamo che almeno con te lo sia.  Francesco Maria, io conto tu di te.

FRANCESCO M.:           Santo Dio, sembra che mi stai dando una figlia da sposare.  Lisa ha scelto liberamente fra me e te, no?  Ed è maggiorenne largamente maggiorenne.

GILBERTO:                     Ecco, magari il "largamente" quando c'è lei non lo diciamo, eh?

LISA:                                 (ENTRANDO.  A FRANCESCO MARIA) Io sono pronta e tu?

FRANCESCO M.:           Dammi dieci minuti. (LE PASSA DAVANTI PER USCIRE) Uh, che brutta faccia, sembri uno straccio ... Non voglio mai più vederti cosi, eh? (ESCE)

GILBERTO:                     Ma che straccio, quello lì parla per sentito dire, perché in vita sua non ha mai visto uno straccio.  Sì, sei un po’ pallida, pallidina, tipo porcellana ... Ma dona, sembri un Capodimento ... (ALLUDE AL VESTITO) Krizia?

LISA:                                 Già.  Lo abbiamo scelto assieme, ricordi…?

GILBERTO:                     Certo che ricordo.  Tutto quello che c'è in questa casa lo abbiamo scelto assieme ... Noi due abbiamo sempre scelto le cose assieme ... L'unica cosa che non abbiamo scelto assieme è Serravalle-Scrivia.

LISA:.                                Gilberto, ormai rivangare e recriminare non serve a niente.

GILBERTO:                     E chi rivanga e recrimina?  Io rivango e recrimino?

LISA:                                 Ai bambini quando glielo dici?

GILBERTO:                     Quando tornano.  Mica voglio rovinargli le vacanze.  Quando tornano gli parlo, con calma.  Ne saranno sconvolti, Riccardo magari ci compone un pezzo. (RAP) "Sei partita con Francesco Maria -Mamma mia- Oh jeah ... /Hai lasciato solo il mio papà/ Ti dovresti vergognà/ Oh jeah ...

LISA:                                 Quando glielo dici, cerca di non essere troppo cattivo con me ...

GILBERTO:                     Assolutamente no.  Ti ho già detto che mi prendo tutta la colpa io ...

LISA:                                 Lo so, lo so ... In questo senso sei stato di parola, anche troppo. (CAMBIO DI TONO) Oddio Gilberto, ma come hai potuto fare una cosa simile ... Nella nostra casa!

GILBERTO:                     E dove dovevo andare, in giardino?  E poi avevo il tuo permesso, no?

LISA:                                 No, non avevi il mio permesso ... Anzi, io ho fatto di tutto per impedirtelo...

GILBERTO:                     Tutto per impedirmelo?  E che cosa hai fatto?

LISA:                                 Ti ho detto di non farlo!

GILBERTO:                     Esecondo te tu dici a uno "non andare a letto con Patty Pat" e quello non ci va?

LISA:                                 E che cosa avrei dovuto fare?

GILBERTO:                     L'unica cosa che veramente avrebbe funzionato: rinunciare a F rancesco Maria.

LISA:                                 E tu alle altre, a tutte le altre, ci hai rinunciato?

GILBERTO:                     (INSOSPETTITO) Quali altre?

LISA:                                 Anna Maria, Francesca, Giovanna, Lucia, Natalia, Maria Pia, Barbara ...

GILBERTO:                     Allora sei tu che m' hai fregato l'agenda!  Ma dov'era?

LISA:                                 In macchina, sotto i sedili, l'ho trovata mentre ci passavo l'aspirapolvere ...

GILBERTO:                     Ma tu guarda, questa mania della pulizia ...

LISA:                                 Dovresti farti il computer, il dischetto... (RIVANGANDO) E io, cretina, che credevo a quelle famose riunioni di sceneggiatura, dove non potevi assolutamente essere disturbato,

GILBERTO:                     Beh, a qualcuna ci sono veramente andato.

LISA.:                                Ah sì? E a quante?

GILBERTO:                     Boh.  Un cinquanta per cento.

LISA:                                 (LO COSTRINGE A GUARDARLO) Guardami bene in faccia.  A quante?

GILBERTO:                     Venticinque per cento.  Ma se ci metti il cinquanta per cento di rimorsi, il venticinque per cento di andate in bianco, il venticinque per cento di delusioni ...

LISA:                                 Fa il 125 per cento...

GILBERTO:                     Meno la ritenuta d'acconto ...

LISA:                                 Insomma ci hai rimesso, poverino ...

GILBERTO:                     Capita, di rimetterci.  Senti Lisa, adesso non sto cercando di intenerirti, per carità. A questo punto… E' che per quelle cose là, mi sento molto colpevole, sono pieno di rimorsi.  Sapessi com'è doloroso, com'è straziante tradire la donna che si ama.  Scommetto che non mi credi.

LISA:                                 Hai vinto la scommessa.

GILBERTO:                     Ma ti pare che ti racconterei balle proprio adesso?  Nel momento supremo del distacco?

LISA:                                 (UN RAPIDO GESTO DI SCONGIURO) Ma che dici, momento supremo...

GILBERTO:                     ... si, supremo.  Sacro.  Per me questo è un momento sacro.  E' che quando con le altre mi prende ... Non posso farci niente, non posso resistere ...

LISA:                                 Come la droga?

GILBERTO:                     Come le cipolle crude.  Le cipolle crude mi piacciono un sacco, lo sai.  Però prima di mangiarle sono perplesso, mentre le mangio sono inquieto, dopo che le ho mangiate sto male.

LISA:                                 Però le mangi lo stesso.

GILBERTO:                     E’ perché la carne è debole ... La carne ... (ULULA) Senti?

LISA:                                 Cos’è?

GILBERTO:                     La carne che urla ... Oh, io non sono mica un frate trappista, sono Gilberto Ferrari, l'uomo che tu hai sposato ...

LISA:                                 Ho fatto questa fesseria, lo so...

GILBERTO:                     ... una fesseria che è andata avanti quindici anni, che ci ha dato due meravigliosi bambini ... Poi improvvisamente ti passa davanti un beccamorto, e tu mandi per aria tutto per corrergli dietro.

LISA:                                 Francesco Maria non e un beccamorto, è unuomo serio ...

GILBERTO:                     Sinistro!

LISA:                                 Compassato, elegante ...

GILBERTO:                     Come un manichino della Rinascente, gli manca solo il cartellino del prezzo.

LISA:                                 ... innamorato.

GILBERTO:                     Ah, beh, innamorato, capirai, anche i conigli vanno in amore ...

LISA:                                 Innamorato e fedele, soprattutto fedele.

GILBERTO:                     Ah, fedele, questo sì.  Certo lui l'agenda non la perde, lui quando è stufo ti manda l'avvocato. vuoi che ti predica quale sarà il tuo avvenire con lui?

LISA:                                 Non voglio, ma tanto me lo predici lo stesso.

GILBERTO:                     Quel tipo ti farà morire di noia.  E'più noioso lui di tutti i films dei fratelli Taviani messi assieme.  T'insegnerà che ridere è disdicevole, che si parla a bassa voce, che ci si controlla, ci si domina.  La sera ti intratterrà sulle quotazioni di borsa sorseggiando amabilmente una coppa di tamarindo, poi si toglierà le bretelle ...

LISA:                                 Non porta le bretelle.

GILBERTO:                     Le porta, le porta.  Bretelle morali, c'è chi nasce con la camicia e chi nasce con le bretelle ... Il tuo Francesco Maria ha le bretelle congenite ... Fra un anno ti sentirai fresca e piena di vita come un quadrifoglio dentro un libro...

LISA:                                 Finito?

GILBERTO:                      Non sono neanche a metà… Dopo un po' di tempo comincerai a morderti le dita, ma anche questo sarà molto faticoso, perché saranno ricoperte di tutti gli anellini che lui ti ha regalato ... Penserai di impiccarti ma al collo avrai troppe collane, penserai di spararti ma è troppo rumoroso, sarebbe di pessimo gusto, penserai di avvelenarti ma in casa c'è solo chinotto ... Allora comincerai ad avere una gran nostalgia per questo matto, simpatico e sgangherato col quale hai passato tanti momenti felici ... Avrai voglia di rivedermi, ma sarà toppo tardi, perché noi non saremo in casa.

LISA:                                 Voi non sarete in casa?

GILBERTO:                     Sì, Noi non saremo in casa.

LISA:                                 Tu e Teresina?  E dove andate?

GILBERTO:                     Teresina?!  Cosa C'entra Teresina, guarda che io faccio lo scrittore, mica l'archeologo ...

LISA:                                 Già, che stupida, non ci avevo pensato ... vorrai ringiovanire il personale ... Vorrai assumere come tua governante quella Patrizia, come la chiamate voi?  Patty Pat ...

GILBERTO:                     (MANATA SULLA FRONTE) Patty Pat, che bella idea!  Lo sai che non ci avevo pensato?  Ma che bella idea che hai avuto!

LISA:                                 Che bella idea che ho avuto, eh?  E per instal lare quella lì in casa mia licenzierai Teresina, no?

GILBERTO:                     E cosa facciamo, le cose a tre?

LISA:                                 Ma come puoi licenziare Teresina, quella donna mi ha visto nascere!

GILBERTO:                     Ha visto nascere te, mica me. (RIPENSANDOCI) Patty Pat, ma che bella idea che hai avuto!  Ma come ti vengono!

LISA:                                 E così quella lì si siederà sulle mie poltrone, respirerà il profumo dei miei fiori, mangerà nei miei piatti, dormirà nel mio letto ...

GILBERTO:                     Certo.  E se le piacerà mangerà nel tuo letto, respirerà i tuoi piatti e dormirà nei tuoi fiori. Insomma, si può sapere che cavolo vuoi?  Hai fatto la tua scelta, no? Allora piantala levati dai piedi e va, a frignare dal tuo coniglio con le bretelle. Vattene per sempre Lisa.

ENTRA FRANCESCO MARIA

FRANCESCO M.:           Ecco fatto, le valigie sono chiuse, possiamo andare. (NOTA LO STATO D'ANIMO DI LISA) Che succede? (LEI FA SPALLUCCE) (A GILBERTO) Che succede?

GILBERTO:                     Deve aver visto qua!-cosa che le ha fatto paura.

FRANCESCO M.:           Lisa, che cos'hai?

LISA:                                 Ho che ... Non parto più.

FRANCESCO M.:           Come, prego?

LISA:                                 Non parto più.

FRANCESCO M.:           Come?

GILBERTO:                     Oh, ma sei sordo?  Ha detto che non parte più.

FRANCESCO M.:           Ma ... (A GILBERTO) Sta male?

GILBERTO:                     Secondo me sta bene.

FRANCESCO M.:           Ma cose da pazzi, cose da non credersi.... a Parigi ho prenotato una suite al Ritz…

GILBERTO:                     Hai dato la caparra?

FRANCESCO M.:   Ho già pagato tutto tramite l'American Express, ma non è questo il punto.  Almeno posso sapere che cosa succede?

LISA:                                 Succede che non parto più.

FRANCESCO M.:           (IRRITATO) Questo lo hai già detto ...

GILBERTO:                     Lisa, non essere ripetitiva ...

FRANCESCO M.:           Allora, perché non parti più?

LISA:                                 Non posso più ... Non potrei più ... Cerca di capirmi.  Un amore ha bisogno di un po' di poesia per vivere, un po' dì mistero ... Di essere un po' un sogno ... E' finito, è stato tutto distrutto, polverizzato!  E' morto tutto!  Scusami Francesco Maria ma per me tu ormai non sei più che ... un ... un coniglio con le bretelle!

FRANCESCO M.:   (ESTEREFATTO) Un coniglio con le bretelle?

GILBERTO:                     Non ti preoccupare, Lisa adora i cartoni animati.

FRANCESCO M.:           (A GILBERTO, ACCUSATORIO) Questa è tua ... (GILBERTO FA L'INNOCENTINO)        (A LISA) Insomma, se ho ben capito, di colpo ti sembro ridicolo, ridicolo e noioso, è così?

LISA:                                 No, non proprio ridicolo non esattamente.

FRANCESCO M.:           Ti faccio ridere insomma sono comico?

GILBERTO:                      Comicitàinvolontaria, la peggiore.

FRANCESCO M.:           (ALISA) Tu sei d'accordo, vero? (LEI TACE) Eh beh, certo, è chiaro che nessuna donna al   mondo vorrebbe viaggiare in compagnia diun   coniglio con le bretelle ... Mispiace Lisa,   mi spiace veramente ...

LISA:                                  Spiace anche a me.

GILBERTO:                     Spiace anche a me, ma cerchiamo di farcene una ragione. (VEDE ENTRARE PATRIZIA) Chissà se spiace anche a lei?

PATRIZIA:                       E' successo qualcosa?

GILBERTO:                     Non lo so, io sono arrivato adesso.  E' successo qualcosa?

FRANCESCO M.:    Se le piacciono  le notizie sensazionali,eccone una: Lisa rifiuta di partire con me per Parigi.

PATRIZIA:                       Ah bene!

FRANCESCO M.:   E'tutto quello che trova da dire?

PATRIZIA:                       Sepreferisce che dica quello che penso, ecco qua: brava signora Ferrari, congratulazioni!

LIDA:                                Signorina le sarei molto grata se non mi rivolgesse più la parola.  Ele annuncio che la sua carriera di governante è finita.

PATRIZIA:                       La mia carriera di governante?

GILBERTO:                     Ti spiegherò tutto per strada, ma adesso andiamo sennò perdiamo il trenino.

PATRIZIA:                       Ma no, non ti preoccupare, resta con tua moglie ...  (A FRANCESCO M.)     Lei va via, no?(LUI ANNUISCE) Mi dà uno strappo sino alla stazione?

FRANCESCO M.:   Con piacere. (A LISA) Addio Lisa, il tempo dirà se hai scelto bene o scelto male. (A GILBERTO) Addio Gilberto, senza rancore.

GILBERTO:                     (IMITANDOLO UN PO’) Non è nel mio stile serbare rancore.

FRANCESCO M.:           (A PATRIZIA) Signorina, il coniglio con le bretelle l’attende in macchina. (PATRIZIA NON CAPISCE. GILBERTO INDICA “POI TI SPIEGO”) (SI AVVIA A USCIRE)

GILBERTO:                     Attento allo scalino.  Scalino mattutino ...

FRANCESCO M.:    Lo so. (ESCE)

GILBERTO:                     (A FRANCESCO M. FS) Attento al ramo!  Ramo basso, mi fracasso ... (BOTTO.  GEMITO DI FRANCESCO M. FS) Del ramo non lo sapeva.

PATRIZIA:                       Cos'è questa storia del coniglio con le bretelle?

GILBERTO:                     Niente.  Sua madre lo chiamava così.  Dai, che perdi il treno.

PATRIZIA:                       Sì, vado. (A LISA) Signora, sono sicura che il suo settimo viaggio di nozze sarà ancora più bello degli altri. (ESCE)

GILBERTO:                     Attenta allo scalino. (FS) Attenta al ramo.  Questa sta attenta ... Sta attenta ... (A LISA) Che cosa fai lì tutta vestita?  Mi sembri una dama di S. Vincenzo.

LISA:                                 Vuoi che resti?

GILBERTO:                     Perché, dove vorresti andare?  Il posto-macchina è occupato. (ALLUDE A FS)

LISA:                                 No, per carità ... Dicevo, non so, vado dalla mamma, o in albergo ...

GILBERTO:                     Tu resti qua, con me.  D'ora in poi io mi occuperà talmente di te che non avrai nemmeno il tempo di lavarti i denti.

LISA:                                 E potrai dimenticare quello che è successo?

GILBERTO:                     Perché dimenticare!  Al contrario, voglio che noi ci ricordiamo del grosso pasticcio che stavamo combinando ... E del male che ci stavamo   facendo…E dobbiamo avere il coraggio di parlarne liberamente guardandoci in faccia.  Allora quello che è successo sarà servito a qualcosa ... Non credi?  Io sono talmente convinto di quello che ti sto dicendo, che penso che forse dovremmo istituire una specie di festa nazionale soltanto per noi due.  Una specie di "San Francesco Maria Serravalle-Scrivia beato conciliatore delle coppie”.  Ma non si può fare, non entra nel calendario.

LISA:                                 (ABBRACCIANDOLO) Gilberto sei meraviglioso!

GILBERTO:                     Non esageriamo ci sono migliori di Gilberto Ferrari che girano per il mondo, solo che tu ti sei imbattuta ... nel più straordinario, ecco tutto!  Allora lo vuoi ancora il tuo vecchio clown?

LISA:                                 Sì,lo voglio. (BREVE TEMPO) Povero Francesco Maria, è talmente innamorato ... La sua vita sarà spezzata.

GILBERTO:                     Tu dici?

LISA:                                 (ANNUISCE) Lo conosco.  E' un uomo finito. Forse col tempo, con       anni, chissà...

GILBERTO:                     Con gli anni, certo.  (GUARDA CHE ORA E'.  VA A FARE UNA TELEFONATA)

LISA:                                 A chi telefoni?

GILBERTO:                     Alla stazione. (RISPONDONO) Pronto stazione? Mi passa il capo?  Ah è lei Sgarbozza?  Sono Ferrari, Gilberto Ferrari, come va?  I treni che fanno, viaggiano? Scioperi niente, no?  Mi pare che a parte gli scambisti, i frenatori, i lanternisti, i bigliettai, i controllori, i macchinisti autonomi, gli aderenti alla FERSIND, all'ASSOMACH e alla LIBERSCAMB oggi non scioperi nessuno, no?  Bene.  Senta Sgarbozza, si ricorda di quella ragazza che io sono venuto a prendere ieri ... Ecco, sì, quella lì ... Oddio, il termine è un po' forte ma ... Volevo sapere se ha preso il treno delle 10.01. Lei l'ha vista?  Ah, l'ha vista.  Insomma, il treno l'ha preso.  Ah, non l'ha preso... ? (ASCOLTA) Ah. Ah. Beh, certo.  Certo.  Mi rendo conto.  Si faccia coraggio, sia uomo.  Arrivederla. (AGGANCIA) Patrizia alla stazione c'è arrivata.

LISA:                                 Sicuro?

GILBERTO:                     Sgarbozza me l'ha descritta accuratamente.  Dice che stava con uno che pareva saltato fuori da Beautiful ... Lei stava per salire sul treno, lui le diceva qualcosa ... Poi si sono presi per mano e sono andati alla macchina di lui, una macchina talmente lunga che davanti era targata Milano e dietro Varese ... Sgarbozza ci è rimasto male, sai, di questi tempi perdere un passeggero ...

LISA:                                 Si è consolato presto...

GILBERTO:                     Spera di fare un buon carico sul treno delle 15.20

LISA:                                 Stavo parlando di ...

GILBERTO:                     ... Francesco Maria, lo so. (TEMPO) (LA VEDE GIU’) Vuoi che dica qualcosa di estremamente divertente? (LEI INDICA NO) Vuoi che ti racconti qualcosa di assolutamente esilarante? (LEI INDICA NO) Vuoi che facciamo una vacanza.

LISA:                                 (SI FA ATTENTA) Una vacanza ... ? E dove?

GILBERTO:                     Boh, da qualche parte ... Che ne dici di Parigi?  Eh?  Dai ...

LISA:                                 Non èpossibile, di questa stagione, a Parigi, senza prenotare ...

GILBERTO:                     E'tutto prenotato. (MOSTRA I BIGLIETTI) Vagone letto, suite al Ritz, tutto ...

LISA:                                Gilberto!  Hai rubato i biglietti a Francesco Maria?!

GILBERTO:                     Però sono stato correttissimo, gli ho la sciato un biglietto di scuse.

FINE