L’arca di Noè

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Compagnia teatrale "Impara l'arte"

L’ARCA DI NOÈ

copione

revisione:  B.07.98

Filed: Noè.doc


PERSONAGGI

NOÈ

SIGNORA NOÈ

FIGLI DI NOÈ:         CAM

                                   JAPHET

                                   SEM

LA VOCE DI DIO

PASSANTE 1, 2, 3

ELEFANTE

TOPO DI CAMPAGNA

TOPO DI BIBLIOTECA

TOPI 3, 4,

CONTADINO

MUCCA

TORO

LEONE

CANE

GATTO

CORVO

GORILLA

SIGNORA GORILLA

SERPENTE

TALPA

COLOMBA

TESTO:         GIANPIERO PIZZOL


SCENA UNO

Lo spettacolo inizia con una musica in sottofondo. La scena si illumina pian piano, mentre il pezzo musicale si tramuta in una musica rap.

Entrano in scena Sem, Cam e Japhet con rastrello, forca e zappa e a ritmo di musica, usando il loro rispettivo strumento di lavoro, si mettono a cantare.

SEM: Salve a tutti, sono Sem, sono figlio di Noè, il mio papi è un contadino inventore del rastrello!

CAM: Ciao a tutti! Sono Cam, il secondo fratellino, e insieme al mio papi ho imparato a fare il vino!

JAPHET: Salve a tutti! Sono Japhet, sono l’ultimo arrivato, il più piccolo dei tre e sono il più imbranato!

FIGLI:  (in coro)  Noè!…Figli di Noè!!!

SIGNORA NOÈ:  (Fuori campo)  I cavoli! I cavoli! I cavolini! I cavolini nell’orto!

Entra di corsa Noè con un bastone a mo’ di spada.

NOÈ:   Sem, Cam, Japhet, a me! Presto siamo attaccati!

Getta ai figli tre bastoni e con quelli combattono contro nemici immaginari.

NOÈ:  Questa è per te, satanasso! Rimangiati le tue mele avvelenate! All’inferno, muso di carbone!

Entra la signora Noè, molto arrabbiata.

SIGNORA NOÈ:  Beh?!? La vogliamo piantare di giocare? Mi state calpestando tutto l’orto! Mi meraviglio di te, Noè! Si può sapere che cavolo stai facendo?

NOÈ: Difendo i cavoli dai diavoli!

SIGNORA NOÈ: Di che cavolo di diavoli stai parlando?

NOÈ: Qualcuno ha gridato: i diavoli! I diavoli! I diavolini nell’orto!

SIGNORA NOÈ: Io ho gridato cavoli e non diavoli!

NOÈ: Cavoli?… Beh… Ho compiuto seicento anni un mese fa, e a quest’età le mie orecchie non sono più quelle di una volta….

SIGNORA NOÈ:  Anch’io ho compiuto seicento anni… ma non mi occupo della vigna, io!!!

NOÈ: Cosa vorresti insinuare?

SIGNORA NOÈ:  Da quando hai inventato quell’intruglio… si… come si chiama?

NOÈ:  Vino! Vino!

SIGNORA NOÈ:  Si, il vino! Da quando lo hai inventato ci senti sempre meno! Capisci fischi per fiaschi, anzi… solo fiaschi!

NOÈ: Il vino è una grande conquista dell’umanità, ma io ho il dovere di non mettere a repentaglio la vita altrui, prima di aver sperimentato su di me la divina scoperta! (I figli annuiscono)

SEM: Premiata osteria Noè e figli!

CAM: Vini genuini per tutte le stagioni.

JAPHET: Diventeremo famosi, papà!

SIGNORA NOÈ:  Anche voi gli date retta… Sono mesi che sperimentate, assaggiate e tracannate… Almeno lo vendeste questo vino!

NOÈ: E se fosse veleno?

SIGNORA NOÈ: Allora saresti già morto e stramorto, sepolto e ultrasepolto!

NOÈ: Beh… potrebbe essere un veleno a scoppio ritardato…

SIGNORA NOÈ: Basta!!! Con te c’è da perdere il fiato. Raccogli i cavoli e vai a venderli al mercato. E voi…

FIGLI: Si, mamma!  (Tutti insieme sull’attenti)

SIGNORA NOÈ: Dategli una mano e guai a voi se vi vedo in cantina! Me ne basta uno d’ubriacone in casa!

NOÈ: Ti faccio notare che sono un nobile agricoltore, il primo contadino del mondo, benemerito della patata e del pomodoro, inventore del rastrello e della vanga, scopritore delle funzioni concimarie del letame di vacca e or ora del vino, e non un volgare fruttivendolo da quattro soldi!

SIGNORA NOÈ: Allora sai cosa ti dico, signor professore della zappa, ingegnere del broccolo? Che i cavoli li raccolgo io…

NOÈ: Sentite ragazzi? Voi avete davanti a voi una vera colonna contadina, mansueta e faticatrice…

SIGNORA NOÈ: … Li raccolgo i cavoli, li raccolgo e te li tiro in testa uno per uno! (Rincorre Noè col mattarello, picchiandolo sulla sua testa). Toh!!! Inventore del cetriolo… scienziato del peperone…

NOÈ: Al riparo ragazzi!!! Si salvi chi può!!!

Escono di scena correndo, inseguiti dalla donna.

Noè rientra poco dopo, dolorante, spuntando da una quinta.

NOÈ:  Ahia, ahia, ahia!… Tutti i geni sono incompresi a questo mondo, Signore!

Si avvicina alla botte e ne spilla del vino, che beve.

DIO:  Hai detto geni, Noè?

NOÈ: Si, Signore, geni. Volete favorire?  (Atto di porgere il vino in alto)

DIO: Non ancora Noè: verrà il giorno in cui il frutto della vite servirà anche a me, ma non ora. Piuttosto, quando diventerai un po’ più saggio? In questo mondo di corrotti e peccatori, ci vuole pure uno con la testa a posto…

NOÈ: Hai ragione, Signore: in questa regione, sembra che tutti abbiano un cuore di pietra e la lingua bugiarda.

DIO:  Per questo ho deciso di metterli alla prova. Farò un bel diluvio universale!

NOÈ: (Sconsolato) Oh, Signore, proprio l’acqua dovevate scegliere?

DIO: L’acqua! Per questo ci penserò io, tu invece dovrai inventare…

NOÈ (interrompendo): … il vino!

DIO:  No! La barca!

NOÈ:  La che???

DIO: Barca: non è stata ancora inventata, tu sarai il primo. Inoltre, io farò la parte del cattivo che castiga col diluvio e tu quella del buono che salverà l’umanità sull’Arca.

NOÈ:  Arca???

DIO: È un affettuoso diminutivo di barca: arca, barca!

NOÈ: Allora… Voi mandate il diluvio (imita rumore di tuoni e fulmini) e quelli avranno una gran fifa, poi arrivo io con la barca-arca (imita un’automobile) e salvo tutti loro: Evviva Noè, grazie Noè! Mica male come particina… sarò il salvagente dell’umanità!

DIO: Non è facile come tu pensi, fare la parte del buono… Te ne accorgerai! Intanto cominciamo col mettere alla prova questa gente, che ha dimenticato i precetti del Signore e se ne vanta.

NOÈ: Ma dite, signore, in che cosa consiste la prova?

DIO: Chi vorrà salvarsi, dovrà entrare nell’arca.

NOÈ: Ma Signore, con l’acqua alla gola entrerà anche il più criminale… mica sono fessi…

DIO: Eh, no!!! Dovranno decidersi prima, quando della pioggia non ci sarà neppure l’ombra…

NOÈ: Montare una barca in pieno deserto? Signore, bisogna essere matti…

DIO: Vedo che cominci a capire che cosa è la parte del buono…

NOÈ: Buono uguale a matto! E se facessi il cattivo?

DIO: E l’acqua? La procuri tu?

NOÈ: Già, fate voi… A voi l’acqua a me il…

Noè fa’ per spillare ancora del vino dalla botte ma ne esce acqua. Prende i fiaschi, li guarda e vede che anch’essi contengono acqua.

NOÈ: Acqua, acqua! O Signore, avete cambiati il vino in acqua! Un miracolo alla rovescia…

DIO: Ho pensato che con tutta quell’acqua, si sarebbe orribilmente annacquato. Era un peccato universale rovinarlo. Ma a Cana sarà tutta un’altra cosa!

NOÈ:  Mi toccherà aspettare la prossima vendemmia, anzi no, ripiantare le viti e… solo a pensarci, mi si secca la gola!

Ma se gli uomini non vogliono salire?

DIO:  Allora imbarcherai animali!

NOÈ: Animali?

DIO: Certo, a volte hanno la testa meno dura degli uomini!

A presto e buon lavoro, Ingegner Noè!

NOÈ: Arrivederci… Ingegnere?!?   (Arriva in scena un baule)

Ahia!!! Che cos’è?!  (Legge l’indirizzo scritto sopra al baule)  “Progetto per Arca”, per il signor ingegnere navale Noè! Ingegnere! Sono ingegnere!!!…

Ehi, moglie, sono ingegnere: è arrivata la promozione divina! Laurea ad honorem! Gloria in excelsis Deo!!!

Noè esce di scena.


SCENA DUE

Noè e i figli iniziano a montare la prima parte dell’arca con passerella e portone d’ingresso.

Noè entra in scena con una scla e la piazza al centro del palco. I tre figli entrano con dei pannelli di legno ed iniziano a montarli. Nel frattempo Noè prende un disegno dal baule e lo confronta con quello che fanno i figli, dando loro delle indicazioni sul montaggio. Quando i figli hanne terminato, alzano da terra i pannelli uniti, che formano una parte dell’arca, Noè mostra il disegno al pubblico.

Due figli portano in scena la passerella. Noè la prova e trova che non va bene, vuole inchiodarla per renderla più stabile. Prende un martello, dà un colpo ma prende un dito della sua mano, smorfia di dolore. Passa il martello al figlio, dicendo a lui di continuare. Il figlio dà un colpo e colpisce un altro dito di Noè. Altra smorfia di dolore di Noè che si alza ed esce di scena.

La moglie di Noè stende i panni alla corda dell’ancora.

Intanto tre individui entrano in scena nella parte anteriore del palco, seguono il lavoro di Noè e figli. Quando Noè esce di scena, uno dei tre si avvicina al figlio che sta continuando a martellare e fatica a sentirlo…

UOMO UNO: Che cosa state facendo?

SEM: Come?

UOMO UNO: Ho detto cosa state facendo?

SEM: Parli più forte!

UOMO UNO: Ahia!!! (E’ colpito alla testa da un asse portato in scena dal secondo figlio)

Che cavolo fate?

SEM: Una barca.

UOMO DUE: Cosa dice?

UOMO UNO: Ho capito un bar…

UOMO DUE: Un bar??? Però, mica stupido il vecchio: un bar nel deserto… Può fare un sacco di soldi…

UOMO TRE: E quando lo aprite?

CAM: Appena arriva l’acqua. (Entra all’interno dell’arca)

UOMO DUE: Cosa ha detto?

UOMO TRE: Che aspettano il collegamento per i tubi dell’acqua.

Il primo figlio finisce di martellare, si alza e butta il martello dentro un oblò, colpendo il fratello che è all’interno. Urla di dolore. Poi qualcuno da dentro lo chiama, egli si affaccia all’oblò e da dentro lo colpiscono.

Noè, nel frattempo, scende dall’Arca con fare orgoglioso, la rimira e poi si avvicina ai tre curiosi.

NOÈ: Signori e signore, sto per presentarvi la mia nuova invenzione. Si chiama barca.

UOMO DUE: Allora non è un bar…

NOÈ: Silenzio! Si tratta di un rifugio galleggiante antidiluviano a prova di acqua, che ci salverà dall’affogamento in mare…

FIGLI: Evviva, si va al mare!

NOÈ: In questo… ehm… ehm… deserto… tra poche ore ci sarà un mare.

Risate a crepapelle dei tre uomini.

UOMO UNO: Si, ci mangeranno le balene…

UOMO DUE: I pesci squali!

UOMO TRE: I pirati!

Altre risate degli uomini. Anche Sem ride a più non posso e Noè gli molla un ceffone che lo fa cadere a terra.

NOÈ: Il mare arriverà dal cielo con un diluvio d’acqua, di tuoni e fulmini. E’ il castigo divino per la vostra miscredenza, delinquenza, indolenza e violenza.

UOMO UNO: Ce l’hai la lenza per pescare il pesce fritto?  (Risate)

NOÈ: Dio vi offre di entrare nell’arca per salvarvi dal diluvio.

UOMO TRE: Sei matto! Entrare in quel catenaccio!

UOMO DUE: Neanch’io. Ciao, Noè e… arrivederci al mare!

UOMINI (Insieme escono canticchiando): Tutti al mare, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare…

SEM: Pa’, se nessuno entra, per chi abbiamo costruito l’arca?

CAM: Trecento cubiti di lunghezza e trenta di altezza! Pa’, non abbiamo esagerato?

JAPHET: E tutte quelle provviste, chi le mangerà?

NOÈ: Gli animali! Se gli uomini non ascoltano, chiamate gli animali!

SIGNORA NOÈ: Gli animali qua dentro? Ho dato la cera e tu inviti degli animali?

Prende a mattarellate il marito.

SEM: Fermati mamma!

CAM: L’ha detto il Capo! Pensa mamma, potremo darci all’allevamento…

JAPHET: Latte, uova, prosciutti e formaggi…

SIGNORA NOÈ: Dite davvero?

FIGLI: Certo!

NOÈ: Si, l’ha detto Lui: entrerai tu, tua moglie, i tuoi figli, le mogli dei tuoi figli… E degli animali due per specie, maschio e femmina…

La moglie pare calmarsi. Esce di scena, seguita dai figli. Rimane solo Noè.

NOÈ: Oh, Signore! Anche le mogli vuoi salvare!?! Beh, sei Tu il Capo e Tu hai sempre ragione, però… neanche un cicchetto per mettersi in sesto! Mi faranno santo!

Esce di scena.


SCENA TRE

Fuori scena si sentono rumori e richiami di animali. Noè consulta il grosso libro che ha estratto dal baule e che contiene la lista di tutti gli animali.

Entra in scena, un po’ preoccupato Sem.

SEM: Pa’, c’è l’elefante!

NOÈ: Fallo entrare!

SEM: Non ci riesco…

Noè si gira e vedendo l’elefante si spaventa.

NOÈ: Oh, perbacco… che quintali di roba… Non me l’aspettavo così grande…

Seguono alcune divertenti gags, coi figli e Noè che cercano di tirare l’elefante e farlo entrare nell’arca. Noè e Sem girano l’elefante verso la porta dell’arca e lo spingono per farlo entrare ma l’animale non si sposta. Noè si gira spalle a spalle all’elefante mentre il figlio appoggiandosi a lui spinge forsennatamente, senza risultato. Nel frattempo l’elefante si sposta portandosi al fianco di Noè ed osservando tutto il daffare che i due si danno… Noè lo vede, poi indica il figlio con fare compassionevole, mollandogli alla fine l’ennesimo ceffone.

Poi riprende l’elefante e ne misura la larghezza confrontandola con quella della porta d’entrata, arrabbaindosi coi figli perché la porta pare troppo stretta.

NOÈ:  Oh, Signore, mi toccherà disfare la porta…

JAPHET. (Appollaiato sulla scala) Pa’, arriva un sacco di gente… Sembrano…

SEM: … Topi!

A questo nome, l’elefante, terrorizzato, comincia a correre all’impazzata e poi si infila nell’arca.

NOÈ: (Rivolgendosi ai topi): Grazie dell’aiuto signor…

TOPO UNO: Squitt, squitt!

NOÈ: Ma, un momento, quanti diavolo siete?  (Squittio generale)

  Cosa dicono???

CAM: Non ho idea…

NOÈ: Mi dispiace ma non potete entrare tutti (squittio confuso di disapprovazione).

Santo cielo! Se si potesse capire almeno cosa dicono!

TOPO UNO: Dobbiamo entrare.

NOE’: Ma quel topo parla!  (Spaventato, salta in braccio al figlio)

DIO: Siete voi che lo capite.

NOÈ: Grazie, Signore, per questa Pentecoste zoologica.

FIGLI: Evviva! Parliamo con gli animali!

TOPO DUE: Io sono un topo di campagna…

TOPO TRE: … e io sono un topo di biblioteca! Questa è la nostra iscrizione al WWF!

NOÈ: D’accordo… D’accordo… Cosa mi è saltato in mente di far parlare gli animali?!? Entrate!

CAM: Pa’, c’è di là un contadino con una mucca che vuole entrare.

NOÈ: Finalmente un essere umano ragionevole e timorato di Dio…

CAM: No, non è lui che vuole entrare… è la mucca!

NOÈ: La mucca???

Entra di corsa la mucca, con il contadino dietro che cerca di fermarla.

CONTADINO: Senta un po’, caro il mio “signor” Noè, se lei vuole imbarcare la mia mucca deve pagarmela.

NOÈ: Come sarebbe, pagarla? Io ho imbarcato zebre, cammelli, giraffe, elefanti e topi…

CONTADINO. Beh, quelli sono di nessuno… ma la mucca è mia! Poche storie e cacci fuori duecento sacchi!

NOÈ: Signore, che faccio?

DIO: Senti il parere della mucca.

NOÈ: Un momento, sentiamo che cosa dice la mucca.

MUCCA: Io voglio entrare, sono stufa di stare in campagna e voglio fare una crociera al mare.

NOÈ: (Rivolto al contadino)  Avete sentito?

CONTADINO: Sentito cosa?

NOÈ: La mucca!

CONTADINO: Ma chi credete di prendere in giro! O voi siete ubriaco, o siete matto. Comunque la mucca è mia e non ve la lascio.

MUCCA: Tua un corno, brutto schiavista maschilista: io sono solo mia!

CAM: Pa’, forse siamo solo noi a capire gli animali…

NOÈ: Signore, se è così siamo fritti! Noi capiremo gli animali, ma nessuno capirà noi.

CONTADINO: Allora, signor “Professore degli animali parlanti” ? Vogliamo cacciare questi duecento sacchi?

NOÈ: (Rivolto alla mucca)  Riusciamo a scendere?

MUCCA: Fammi pensare…

CONTADINO: Allora?

NOÈ: Lasciamo che la mucca pensi!

MUCCA: Ci sono! Provate a dirgli di quella sera che nella stalla si è giocato gli orecchini della moglie ai dadi.

NOÈ: Ma questo è un ricatto!

CAM: Pa’, abbiamo solo un pezzo da dieci…

NOÈ: In questo caso credo che anche Dio chiuderebbe un occhio!

DIO: Questo lo dici tu…

NOÈ: (Che non ha sentito la voce di Dio)  Dunque… dunque… siete voi per caso quello che ha perso al gioco quei famosi orecchini della moglie….

CONTADINO: Io… Io… Ma… Ma come fate… Sentite… ecco la mucca! Ero venuto a portarvela… Partite oggi?

NOÈ: Appena pioverà!

CONTADINO: Ah, bene! Anzi, se io fossi in voi, partirei anche prima… (Esce di corsa)

NOÈ: Anche questa l’abbiamo aggiustata…

Fa’ accomodare la mucca all’interno dell’arca.

Entra di corsa Japhet.

JAPHET: Corri, corri, sta arrivando!!!

NOÈ: Chi, la moglie del contadino?

JAPHET: No, il marito della mucca!!!

NOÈ (Guarda fuori scena e pi, impaurito, si mette a correre) Signore, siete proprio sicuri che volete tutte coppie?

Entra un toro infuriato. Japhet corre a più non posso finché ruba dal bucato steso un grembiule rosso e lo passa a Noè. Questi inscena col toro una corrida.

NOÈ: Signor toro, parliamone, mi faccia il piacere di fare il toro seduto. Aaaaahhhhhh!!! (Schiva il toro che carica) Perché non parla come tutti gli altri animali?

TORO: Io parlo sempre dopo.

NOÈ: Dopo cosa?

TORO: Dopo averle suonate.

La corrida continua fino a quando Noè riesce a mettere il grembiule rosso sulla porta dell’arca e schivando la bestia riesce a far entrare il toro sul suo stesso slancio.

Da dentro l’arca arriva una voce infuriata. E’ quella della moglie di Noè.

SIGNORA NOÈ: Aaahhh!!! Fuori di qui! Con quegli zoccolacci, mi rovini tutto il pavimento!

Si sente un gran colpo. Il toro esce dalla porta dell’arca massaggiandosi la testa dolente seguito dalla signora Noè.

TORO: Ahio! Mamma che botta!

SIGNORA NOÈ: Cosa ci fa il mio grembiule pulito sulle corna di questo pezzo di animale? Guardi come me lo ha sgualcito!

TORO:  (Piagnucolando): Ma è lui che mi agitava il grembiule…

SIGNORA NOÈ: Silenzio! Ne vuole assaggiare ancora?

TORO: Per carità!

SIGNORA NOÈ: E allora faccia come sua moglie: vada dentro e si renda utile, ma prima pulisca quegli zoccolacci!!!

Lei e il toro rientrano nell’arca.

Nel frattempo Cam guarda preoccupato un angolo esterno sotto l’arca, poi si rivolge al padre.

CAM: Pa’, c’è un coniglio nascosto sotto l’arca.

NOÈ: Digli di non stare lì sotto, è pericoloso per i non addetti al lavoro.

CAM: Non parla e non vuole uscire…

NOÈ: Anche i conigli fifoni mi toccano! Beh, meglio i conigli che i tori… Andiamo a vedere…

SEM: Credo di averlo preso per la coda.

Tutti insieme tirano la coda dell’animale.

NOÈ: Non mi pareva che i conigli avessero così tanta coda.

SEM: Più che un coniglio sembra un gatto…

CAM: Un gattone…

JAPHET: Un leone!

TUTTI: Un leone!!!

NOÈ: Gambe ragazzi!

Tutti fuggono nascondendosi. Anche il leone è terrorizzato e a sua volta fugge.

Seguono alcune gags di reciproco spavento tra leone e figli di Noè.

Noè e i figli escono da un lato della scena ed il leone dal lato opposto. Poi rientrano in scena in fila indiana: Noè davanti,tenendo in mano un bastone, seguito dai figli ed ultimo il leone. Procedono circospetti, Noè tasta una cassetta, poi guarda nella damigiana, senza trovare nessuno. Tutti, poi, guardano il baule pensando che il leone sia nascosto là dentro. Si spostano tutti a sinistra, poi tutti a destra, poi Noè si volta di scatto costringendo gli altri ad abbassarsi repentinamente per non essere colpiti dal bastone. Si rigira verso il baule ed avanza lentamente, tremando. Vinto dalla paura, passa il bastone al primo figlio e si porta in fondo alla fila. Così faranno, uno dopo l'altro, anche i figli finché l'ultimo passa il bastone al leone e gli intima di procedere. Il leone tentenna, poi sospinto da Noè si porta vicino al baule, guarda dentro e fa segno agli altri che non c'è nessuno. Sospiro di sollievo.

JAPHET: Aahhh... il leone ha detto che non c'è nessuno...

TUTTI: (Terrorizzati)  Il leone?!?  AAhhhhhhhh!!!

Di nuovo tutti fuggono. Noè e i figli dentro l'arca ed il leone dietro al baule.

Poi Noè, pian piano, si affaccia da un oblò.

NOÈ: Ma che razza di leone sei? Sei o non sei il re della foresta?

LEONE: (Parlando pianissimo):  Suo fratello…

TUTTI: Come?

LEONE: Suo fratello gemello…

CAM: Ma che leone sei, così fifone?!? Se io avessi la forza di un leone, non avrei paura di nessuno! (Fa il verso di ruggire).

LEONE: Mio fratello fa così!

SEM: E fallo anche tu.

LEONE: Lui lo fa meglio…

CAM: Mangi carne umana?

LEONE: Sono diventato vegetariano.

SEM: No, no, tu sei un sanguinario, un gangster della giungla!

NOÈ: Sem , lascia stare… Risolveremo il suo problema d’identità alla fine del viaggio.

SEM: Sei scapolo?

LEONE: (Vergognoso, fa cenno di si)

NOÈ: Il buon Dio manderà una leonessa anche per te e speriamo che non sia inferocita e armata di mattarello come la mia…

Il leone entra nell’arca. Nel contempo entrano in scena un cane, armato di un fucile da caccia, ed un gatto, con una canna da pesca in mano.

CANE: Per centomila beccacce, ecco qui l’arca!

GATTO: Bene, bene: barca uguale misto griglia.

JAPHET: Sembrano un cane e un gatto.

CANE: Perdiana, cane da caccia pura razza anglosassone, sir!

NOÈ: E lei è un gatto da pesca?

GATTO: Certamente, non si vede?

NOÈ: Capisco…. Comunque qui la caccia è sospesa, se no si scatenerà un putiferio con tutti gli uccelli che stanno per arrivare.

GATTO: Eccoli lassù.

Tutti guardano in alto.

SEM: Colombe, rondini, cicogne, aironi…

Noè corre al librone per segnare tutti gli uccelli che stanno arrivando.

CANE: …Tordi, quaglie, fagiani… Corpo di bacco, una vera riserva di caccia!

Il cane alza il fucile, prende la mira e fa per sparare.

NOÈ: Giù quello schioppo o succede una guerra civile.

CANE: (Riceve in testa una cacca di uccello) Maledetti pennuti, ci bombardano!

GATTO: E’ stato quel corvaccio là!

CANE: se lo becco, ne faccio polpette!  (Spara un colpo di fucile)

CORVO: Ehi, cagnaccio della malora, figlio di un cane che non sei altro, vacci piano con quel trombone, per poco non mi facevi secco!

CANE: E tu attento a dove la fai!

CORVO: Da che mondo e mondo l’ho sempre fatta in aria.

Cane e corvo vengono alle mani, mentre il gatto, canticchiando, butta la lenza nella botte.

NOÈ: Calma, calma!

CAM: bisogna dar loro delle regole, se non qua si pesteranno.

NOÈ: Hai ragione, figliolo. Voi datemi il fucile. Niente armi nel mio locale.

E voi pennuti… niente bisogni con il sedere per aria.

GATTO: E la pesca?

NOÈ: Vietata! Non voglio storie con i pesci e nemmeno con i vermi! Per quaranta giorni dieta vegetariana.

TUTTI: Agli ordini capiatno!

Noè rimane sorpreso e gongolante per essere stato chiamato capitano.

Assume un aspetto impettito e si prova un cappello da capitano di mare, osservandosi allo specchio.

Mentre Noè si rimira col cappello, alle sue spalle entra un gorilla che, con una pacca, gli fa volare il cappello.

NOÈ: Chi si permette di…

GORILLA: Io mi permetto, matusalemme!

NOÈ: Non sono matusalemme. Sono l’ammiraglio Noè!

GORILLA (Afferra e solleva Noè):  Noè, Mosè, Giosuè… per me fa lo stesso: basta che mi fai un posto sulla tua bagnarola.

NOÈ: Se… Se la mette così… Direi che il posto c’è…

GORILLA: OK. Allora una cabina per me e una per la mia pupa.

NOÈ: Pupa?

GORILLA: La donna del capo, la mia pollastrella… A proposito, orgnaizzate incontri di boxe su questa carcassa? E la vendita degli alcoolici come va? Potre occuparmene io per un… diciamo… settanta sugli incassi… Pagamento in dollari…

NOÈ: Dollari?

GORILLA: Dollari… USA… America… New York… una cosa ancora da scoprire… Ah!… Ho un paio di ragazzi a cui devo far cambiare aria, bruciati, mi spiego? Li carico stanotte…

NOÈ: Un momento! Lei non può caricare tutta la sua… America… sull’arca, altrimenti io…

GORILLA: Altrimenti?

NOÈ: Altrimenti Dio si arrabbierà. Ma ci pensi bene, Dio mandail diluvio per punire il mondo dalle malefatte e lei me le carica sull’arca…

GORILLA: Nonno, togliti dai piedi, sparisci, alza i tacchi, chiaro?

NOÈ: Non si passa!  (Si mette davanti alla porta dell'arca)

GORILLA: E chi sarà ad impedirmelo?

Si accende un sigaro e con uno spintone fa volare via Noè ed entra nell’arca.

Poco dopo, dall’interno dell’arca si sente urlare…

SIGNORA NOÈ: Chi è quell’idiota, pezo di salame, che mi butta la cenere sul pavimento?

Si sente rumore di mattarello picchiato sulla testa.

Il gorilla esce lamentandosi.

GORILLA: Mi ha distrutto il pollicione… Esci fuori, razza di vipera, stracciona di una mezza sottana, brutta gallina dalla faccia di befana sottosviluppata e…

SIGNORA NOÈ: (Esce imbestalita)  Come hai detto?

GORILLA: Befana!

SIGNORA NOÈ: No… prima.

GORILLA: Gallina…

SIGNORA NOÈ: Prima, prima…

GORILLA: Mezza sottana?

SIGNORA NOÈ: Ma no, scimunito, dopo!

GORILLA: Brutta…

SIGNORA NOÈ: Brutta a me! Alla signora Noè! Piglia questo, bertuccione babbeo che non sei altro (serie di legnate).

GORILLA: Basta, pietà! Voglio la mamma!

SIGNORA NOÈ: Bene, allora prendi questa (gli lancia una scopa) e vieni a spazzare dove hai sporcato, brutto tappeto ambulante.

La signora Noè ed il gorilla rienrano nell’arca.

NOÈ: È bello imbarcare un americano senza l’America!

Si sente una serie di tuoni, seguiti da un tintinnio leggero..

SEM: Una goccia!

CAM: Anche qui!

JAPHET: Piove!

TUTTI: Piove, piove! E’ il diluvio universale!

SIGNORA NOÈ: (Affacciandosi dall’entrata dell’arca) Diluvio?!? Sem, Cam, Japhet, raccogliete i panni stesi!

NOÈ: Presto, presto, chi manca?

SEM: Ci sono le giraffe?

CAM: Gli ippopotami?

JAPHET: Foche e pinguini?

NOÈ: A che lettera è l’appello?

SEM:  ….Dunque… zeta! Zebre!

NOÈ: Bene! Allora partiamo! Oh, Signore, benedici questo viaggio!

DIO: Buon viaggio, Noè, e piglia questi, ti potranno servire.

Lancio i scena di alcuni ombrelli.

NOÈ: Grazie Signore… ma cosa sono?

DIO: Dì pure che li hai inventati tu, il giorno del diluvio, e chiamali come ti pare.

Noè litiga con un ombrello per aprirlo. Dopo alcuni tentativi, riesce ad aprirne uno. Nel frattempo Japhet ritira la passarella.

NOÈ: Accidentaccio queste diavolerie divine… questa mia invenzione! Ma guarda che bello, fa ombra… Lo chiamerò ombra… Nome geniale! Aprite le ombre, cioè… prendete le vostre ombre… Adombratevi! Chiudete le porte, mollate gli ormeggi…

Mentre Noè e la sua famiglia si apprestano ad entrare nell’arca e chiudere la porta, arriva di corsa un serpente, braccio destro del gorilla, accompagnato dalla pupa del capo, ovvero la gorilla.

Noè, in cima alla scala li scruta con un binocolo.

SERPENTE: Eccoli là, se la stanno filando! Scommetto le mie sette pellacce che quel vecchio barbagianni sa qualcosa del capo!

SIGNORA GORILLA: Ehi vecchio! Sto cercando un tizio: alto, pelo scuro, grosso…

SERPENTE (suggerisce alla gorilla): …Aspetto da gorilla…

SIGNORA GORILLA: Aspetto da gorilla…

SERPENTE: …Faccia da gorilla…

SIGNORA GORILLA: Faccia da gorilla…

SERPENTE: …Muso da gorilla…

SIGNORA GORILLA: …Muso da gorilla…

NOÈ: Un gorilla?

SERPENTE: Visto? Il nonno puzza di sbirro!

SIGNORA GORILLA: Come facevi a sapere che era un gorilla?

NOÈ: L’avete detto voi!

SIGNORA GORILLA: Taglia corto e dicci dov’è!

NOÈ: Il gorilla è dentro.

SERPENTE: Vuoi dire… al fresco?

SIGNORA GORILLA: Vuoi dire al fresco?

NOÈ: No, signora gorilla, suo marito è in casa… cioè nella barca… che aiuta mia moglie.

SERPENTE: Piantala di cianciare a vanvera, vecchi gallinaccio!… Apri la cella! (Passa una pistola alla signora gorilla)

NOÈ: Santo cielo, questa America! (Alza le mani. Poi prende l’ombrello e lo picchia sulla testa della gorilla)

Scusate, signore, l’uso improprio di questa invenzione… Visto l’effetto tipo mattarello… lo chiamerò: ombrello.

CAM: Pa’, e il serpente?

SEM: Io dieri di mollarlo giù!

SERPENTE: Ehi, dico, signor Noè, non vorrà mica lasciare qua un parente.

NOÈ: Come sarebbe a dire: un parente?!?

SERPENTE: Beh, dal tempo del nonno Adamo e zio Caino, io sono, diciamo, quasi di famiglia; siamo sullo stesso libro! Bei tempi quando con la nonna si andava a rubare mele…

NOÈ: Allora voi siete quello del peccato originale?

SERPENTE: Beh, si, modestamente… Allora ero davvero originale, poi molti mi hanno copiato…

JAPHET: Pa’, io direi di lasciarlo a mollo.

NOÈ: Signore, voi cosa dite?

SERPENTE: Non vorrà scomodare Dio per così poco! Ha altro da fare… E poi, mi sembra di non sentir niente: chi tace acconsente.

I figli aprono la porta e tirano dentro la gorilla.

NOÈ: Imbarcate anche lui, ma tenetelo d’occhio, è un gran furbacchione!

SERPENTE: Grazie, amici, vedrò di non deludervi!

Il serpente entra nell'arca.

Aumentano i lampi, tuoni, pioggia: è l’inizio del diluvio.

Noè e figli allestiscono la scena creando l’interno dell’arca.


SCENA QUATTRO

Scena buia, con lampi e tuoni. Noè e figli portano in scena altri pannelli che completano l'arca e li montano in scena.

La stiva dell’arca è deserta. Si sente un gran cigolio. I barili cominciano a rotolare. Il serpente che si trova in un barile, comincia a rotolare da una parte all’altra della scena, seguito da una Talpa orba e di discendenza inglese che urla disperata.

Entra in scena la famiglia Noè in vestaglia da notte, seguita da tutti gli animali.

Tutti ondeggiano da una parte all’altra dell’arca.

Il discorso che segue è intercalato da vari ooohhhh!!!

NOÈ: Ehi, cos’è tutto questo terremoto?

SEM: Pa’, gli elefanti!

NOÈ: Gli elefanti?

SEM: Credo che non gradiscano la separazione!

SIGNORA NOÈ: È  vero. Povere bestie! Le hai mandate lui da una parte e lei dall’altra. Sei il solito insensibile, Noè!

NOÈ: Non è questione di insensibilità, è questione di peso, accidenti a tutti gli elefanti. Se quelle due montagne di ciccia dormono vicine, si ribalta l’arca. Presto, ognuno prenda una ciambella e cerchi di bilanciare il peso!

Tutti prendono un salvagente ed iniziano vari spostamenti comici da una parte all’altra della scena.

Momento di pausa, sospiro di tutti.

SIGNORA NOÈ: Potevi costruirla diversamente la tua arca! Più a misura matrimoniale, ingegnere navale dei miei stivali!

NOÈ: Per tutte le costole di mio nonno Adamo, l’arca è una barca, la barca sta nell’acqua e se non vogliamo rovesciarci, gli elefanti devono stare dove sono.

JAPHET: Pa’, forse si potrebbe alleggerire il peso… della lontananza.

NOÈ: Ma cosa diavolo dovrei fare, istituire un servizio postale per tutti quei bestioni?

SEM: È un’idea.

NOE’: Cosa?!

SEM: Beh, mi piacerebbe fare il postino. Così gli elefanti potrebbero scriversi bigliettini, letterine appassionate, raccontarsi tutto come due innamorati.

NOÈ: D’accordo, vai pure dagli elefanti con carta, penna e francobolli, ma vedi di farli rimanere dove sono, altrimenti siamo fritti.  Veloceeee!!!

L’arca riprende a traballare… Sem corre fuori e poco dopo tutto si calma.

Rientra in scena Sem vestito da postino.

NOÈ: Tutto a posto?… Magnifico, la posta funziona! Ed ora… tutti a nanna!

Tutti escono di scena.

Rimane in scena solo il serpente che è sempre nascosto nel suo bidone. Poco dopo rientra la talpa, che nonostante la barca sia ferma, è ancora in corsa. Finisce per schiantarsi contro il bidone del serpente.

TALPA: Ahiaaa! Accidenti al diavolo, che ci mette la coda! Quest’arca è una vera diavoleria. Non si riesce a stare in piedi.

SERPENTE: Oh, carissima signora talpa! Non si preoccupi, ora l’aiuto io.

TALPA: grazie, lei è molto gentile signor…

SERPENTE: Ser… (Sta per tradirsi, rivelando il suo vero nome, ma si trattiene, morsicandosi la lingua).

TALPA: Oh, lei è un Sir?

SERPENTE: Si… Si… Sir… Sir Peter…

TALPA: Oh! Caro Sir Peter, che fortuna averla incontrata!

SERPENTE: Fortuna mia! Ora l’aiuto io: segua i miei consigli… (la costringe ad un immaginario percorso). Proceda avanti, ecco, ora un passo a destra, uno a sinistra, si abbassi, di più, di più, strisci, strisci è sotto i radar…. Perfetto ora in piedi, proceda tranquillamente… A terra!… In piedi, a destra, ecco ora proceda… Proceda…

La talpa segue fino in fondo le indicazioni e cade fuori bordo.

TALPA: Aahhh!!!… Aaahhhh!!!! Aiuto, accorrete! Qualcuno mi salvi, non so nuotare… Aiuto!!!

NOÈ: (Entra dalla porta coi figli e la moglie) Cosa c’è ancora? In questa benedetta arca, non si riesca a chiudere occhio!

SEM: Gli strilli vengono dall’acqua.

CAM: C’è un animale in mare!

JAPHET: Animale in mare! Tutti sul ponte!

Tutti gli animali escono incuriositi ed impauriti.

NOÈ: Sem, gettagli una fune! Cam, un salvagente! Ehilà, si afferri! (Getta il salvagente e poi la fune)

Forza, tiriamo tutti insieme… Oh… issa…   (Riportano a bordo la talpa)

Ma lei è un pesce?

TALPA: Certo che no, signor Noè!

La talpa, semicieca, continua a scambiare persona.

NOÈ: Si giri di qua e ci dica che cosa ci faceva in mare!

TALPA: Qualcuno mi ha buttato… Un bruto… Ha anche abusato…

TUTTI: Abusato???

TALPA: Della mia buona fede… Ha finto di essere un gentiluomo perbene e invece… Un assassino, un criminale, vi dico!

SEM: Un assassino a bordo!

SIGNORA NOÈ: mio Dio, un bruto! Noi donne siamo tutte in pericolo!

Tutti gli animali, urlando, scappano a destra e sinistra, uscendo di scena.

NOÈ: Calma, calma!  Apriremo un'inchiesta!

Cam porta a Noè impermeabile, pipa e cappello da investigatore. Noè li indossa comicamente sopra la camicia da notte.

NOÈ: Grazie figliolo! Ora veniamo ai fatti. Lei, signora talpa, cosa ricorda? Ci pensi bene, da dove veniva l’assassino?

TALPA: Da… Da… Da dietro…

NOÈ: Già, già, vediamo…  (Passeggia, seguito dai figli) Cerchiamo di ricostruire il fatto… Lei si trovava…

TALPA: Sul ponte, vicino ai cannoni. O forse erano dei radar!

NOÈ: Radar, cannoni…  E’ sicura del percorso?

TALPA: Sicurissima! Un vero labirinto, una gita dell’orrore, le dico.

NOÈ: Beh, lasciamo perdere il viaggio… e veniamo al momento del tentato talpicidio. Lei ha detto di essere stata spinta.

TALPA: Si, si, ricordo le sue mani orribilmente gelide su di me.

TUTTI: Oohhh!

NOÈ: Ma erano mani o zampe?

TALPA: Io, io… non saprei…

NOÈ: Beh, e poi?

TALPA: Poi… Poi… Poi… Splash! Il vuoto, l’acqua, le grida… Mio Dio, Sergente, è stato terribile, mi sento svenire.

NOÈ: Si sieda qui… (La fa sedere su una cassa)

TALPA: Grazie, signor Sergente.

NOÈ: Non sono Sergente…

La talpa snocciola tutta una serie di titoli militari ai quali Noè risponde sempre con un no.

TALPA: Ma allora chi è?

NOÈ: Un agente della sicurté!

TALPA: Sicurchè?

NOÈ: Sicurté! Ma sorvoliamo… (Fa l’aereo con le braccia, volando un po’ per il palco, seguito dai figli)… lei è troppo talpa per capire…

Ora si concentri: l’assassino non le ha rivelato nulla di sé, una traccia…

TALPA: Mi faccia pensare… Si, mi pare abbia detto di chiamarsi…

NOÈ: Chiamarsi?

TALPA: Sir Peter!

Tutti pronunciano uno dopo l’altro, il nome di Sir Peter.

NOÈ: Sir Peter? Presto, cercate in tutta l’arca.

Questo nome non mi è nuovo.

SEM: Sulla lista dei passeggeri non c’è nessuno con quel nome.

NOÈ: È probabilmente un nome falso. Il colpevole non avrebbe rivelato la sua vera identità alla vittima, senza la sicurezza di averla eliminata.

TUTTI: Già!

NOÈ: Bene, allora indagheremo su questi indizi e raddoppieremo la vigilanza. Conto su tutti voi. E lei signora talpa, cerchi di stare in luoghi frequentati. E ora, buonanotte!

Mentre stanno uscendo di scena, arriva una bottiglia con un messaggio. Noè la raccoglie.

NOÈ: E questa cos’è?

DIO: Posta acquatica, non riconosci neppure le tue invenzioni!

NOÈ: Oh, grazie, Signore! Mi hai mandato un bigliettino augurale?

DIO: Molto di più! E’ una buona notizia.

NOÈ: (Leggendo) Animali, ascoltate! (Alcuni entrano in scena, altri si affacciano dagli oblò, mentre Noè si toglie l'impermeabile)

Ho una buona notizia da darvi: oggi è il trentanovesimo giorno di navigazione e secondo le promesse di Dio, domani la pioggia finirà e ci verrà mostrato un segno per l’approdo.

Urla di contentezza.

MUCCA: Un segno? E chi lo vedrà da qui dentro? Rischiamo di non vedere nulla.

CANE: Bisognerebbe che qualcuno andasse fuori in avanscoperta.

GATTO: Un ricognitore.

SEM: E’ vero, pa’, sarebbe meglio mandare qualcuno!

NOÈ: Fuori? Ma potrebbe essere ancora pericoloso… Fulmini, tuoni, grandine e acqua fino alla gola.

CANE: Qualcuno che sa nuotare…

NOÈ: Alzi la zampa chi sa nuotare…. Come? Nessuno? Nessuno sa nuotare?

GATTO: Altrimenti non saremmo sull’arca…

NOÈ: Allora non se ne fa niente… il ricognitore deve saper nuotare…

JAPHET: … o volare…

MUCCA: Già, il ricognitore può volare! E’ anche più pratico…

NOÈ: Un pennuto volatile può essere l’idea giusta, ma ora si tratta di trovare un tipo in gamba da tentare la traversata!

GATTO: Mandiamo l’oca. Sa volare e nuotare: è una specie di idrovolante!

CANE: No… No… Non saprebbe distinguere il segno: è completamente oca!

MUCCA: allora mandiamo il gallo, così almeno alla mattina si potrà dormire…

CANE: Si vede allora che non ti intendi di pennuti: il gallo è colorato, vistoso, rosso, verde, giallo, un facile bersaglio!

MUCCA: Coloriamolo!

GATTO: Si, col carbone che c’è nella stiva!

MUCCA: Ehi, un momento. Perché non mandare invece qualcuno già nero naturale, per esempio il corvo!

TUTTI: Si, il corvo!

CORVO: (Uscendo da una cabina)  Ragazzi, non facciamo scherzi! Io ho famiglia e là fuori, da qual che dicono i bollettini biblici, è un vero inferno. C’è da lasciarci le penne! E poi per che cosa?

CAM: Pa’, parla della ricompensa…

NOÈ: Quale ricompensa? Ah, già, si… la ricompensa… Beh… il volontario sarà eroe dell’arca, benemerito della civiltà, colui che sta nel nostro cuore e nella nostra vita…

CAM: Più spicciole…

NOÈ: Beh, potrà volare dove gli pare, espletare i suoi bisogni sulla testa di chi crede, mangiare gratis e a volontà: pannocchie, spighe, grano, quintali di briciole, frutta… caffè…

CORVO: D’accordo, ragazzi, ecco qua il volontario a volontà!

TUTTI: Evviva il corvo! Evviva il volontario!

Il corvo viene portato in trionfo.

CORVO: Grazie ragazzi…. Ah, prima di partire, portate nella mia cabina una quintalata di pannocchie da sgranocchiare…

TUTTI: Evviva il corvo ricognitore!

Festeggiano la partenza del corvo.

Escono di scena.


SCENA CINQUE

Il serpente esce dal barile in cui era rimasto nascosto sino a qual momento.

SERPENTE: Per la barba di satanasso! Qui bisogna sbrigarsi!

Tira fuori una canna da pesca e getta l’amo.

Il gatto entrando, lo vede ed esclama…

GATTO: Ma… sta pescando?

SERPENTE: Già!

GATTO: Ma la pesca è vietata!

SERPENTE: E perché?

GATTO: Beh, precisamente non lo so, ma credo per non creare precedenti sulla caccia…

SERPENTE: E poi, visto che le provviste sono poche e i pesci sono tanti, ho pensato di provvedere a me stesso. Così non peserò sugli altri, lasciando loro la mia razione. Non le sembra un pensiero migliore delle leggi di Noè?

GATTO: Beh, si!

SERPENTE: Senza contare che i pesci non avranno alcun danno dal diluvio, anzi già si parla di un eccessivo incremento demografico nella popolazione ittico-fluvial-marittima. Bisogna sempre adoperarsi per risolvere i grandi problemi, cominciando da noi stessi e dal nostro impegno personale, non trova?

GATTO: Certo. Ma, che esca usa?

SERPENTE: Uso mosche!

GATTO: Mosche?

SERPENTE: Finte!

GATTO: Ah, beh, allora mi pare che non ci sia niente di male, anzi… Lascerò anch’io la mia razione di scatolette agli altri per un bel pesce fresco… Si, voglio aderire al suo slancio di altruismo!

SERPENTE: Bravo, lei è un vero animale!

GATTO: Si fa quel che si può.

Il gatto prende a sua volta una canna da pesca e getta l’amo.

SERPENTE: Però che lancio! Complimenti, lei è un vero campione!

GATTO: Sciocchezze…

SERPENTE: Avrà preso molti pesci nella sua carriera…

GATTO: Beh, modestamente… Una volta ho preso una decina di lucci di dodici chili e poi una carpa di… Ah, eccone una… (tira a bordo un pesce che ha abboccato all’amo)

CANE: (Entra in scena) Salve a tutti! Ehi ma qui si pesca di frodo.

GATTO: nessuna frode. Provvediamo a noi stessi, lasciando ad altri la nostra razione.

Oh, eccone un altro  (Tira a bordo un altro pesce)

CANE: Beh… ma… Voi… Si, insomma… e l’esca?

GATTO: Mosche, mosche finte. Niente di male, no?

CANE: No, no…

Peccato che sia bandita la caccia. Anch’io, modestamente, ho una mira infallibile.

SERPENTE: (Ammiccando al gatto) Certo, è un vero peccato non vedervi all’opera, non è vero, amico mio?

GATTO: (Ridendo) Oh, si, quello che si dice: una disdetta!

CANE: Non c’è niente da ridere! Uno che mi ha visto sparare, sa che posso colpire quello che voglio… ricordo che una volta ho… ho preso un fagiano più grosso di qualunque pesce…

SERPENTE: Davvero esistono fagiani così?

GATTO: Si, ma non volano perché sono troppo grossi!

SERPENTE: Buona questa! Allora sarà stato facile colpirlo, visto che razzolava.

GATTO: Forse era una gallina…

CANE: Se avessi il mio schioppo, non ridereste tanto.

GATTO: Sta zitto e fatti da parte. Ecco qua. (Scodella un pesce in faccia al cane)

CANE: Ahia! Basta! Tanto per cominciare la pesca è vietata. (Spezza in due la canna del gatto, mentre il serpente si defila)

GATTO: Pezzo di contaballe prepotente! La tua è tutta invidia perché non hai mai pigliato niente. Sparagalline!

CANE: Pescivendolo dei miei stivali. Prendi questa!

Scaraventa il pesce in faccia al gatto, ma lo manca e colpisce un altro animale che entra in quel momento insieme ad altri. L’animale reagisce. Volano insulti, pesci… e sempre più animali partecipano alla mischia.

NOÈ: (Entrando, trafelato) Fermatevi, fermatevi! Fermatevi, per… Ahia! Sem, Cam, Japhet a me!!!

Sotto ragazzi, diamoci dentro!

Tutti si picchiano in modo molto buffo.

Entra in scena la colomba, gridando.

COLOMBA: Ehi, ragazzi, cosa state facendo?!? Ragazzi, fermatevi!

A queste parole, tutti si fermano di colpo in posizione comica.

COLOMBA: Guardate chi ho trovato vicino al camino!

GATTO: E’ il corvo: è tornato!

CANE: E’  finito il diluvio?

GATTO: Come è andata?

MUCCA: C’è la terra, l’erbetta fresca?

CORVO: Altro che terra! Solo acqua, per mille miglia intorno!

NOÈ: Dunque fuori non c’è nulla!

CORVO: Nulla!

SEM: Allora, il diluvio non è finito?

JAPHET: Forse non finirà domani…

CANE: Finiranno prima le provviste!

GATTO: Moriremo di fame!

TORO: Dio non c’è!

TUTTI: Si, Dio non c’è…. Noè è un vecchio pazzo, aiuto!!! Si salvi chi può!!!

Tutti scappano, rientrando nelle cabine.

NOÈ: Un momento!  Signor corvo, è proprio sicuro di aver visto solo acqua?

CORVO: Signorsì, signore!

NOÈ: E come mai la sua sacca è vuota?

CORVO: Beh…io…. Cercavo di alimentarmi in volo, signore.

CAM: (Rientra in scena di corsa)  Pa’, il camino è pieno di bucce.

NOÈ: Come sospettavo! Quindi lei ha mangiato una quintalata di roba in volo? Signorina Colomba, ci descriva il Corvo all’atto del ritrovamento.

COLOMBA: Russava vicino al camino.

TUTTI (Tirando fuori le teste dagli oblò e dalle porte)  Russava?

CORVO: Sa… dopo mangiato… Cioè… dopo una missione, i nervi cedono e…

NOÈ: Non sei mai uscito di qui, non è vero? Portatelo via, questo imbroglione!

CORVO: No… Aspettate, signore… Sono atterrato, abbattuto… Un lampo… La grandine…

Alcuni animali portano fuori scena il corvo, ormai in preda ad un delirante attacco isterico.

NOÈ: Indigestione! Abbiamo esagerato con la ricompensa!

JAPHET: Allora bisogna che vada qualcun altro.

COLOMBA: Andrò io!

NOÈ: Lei?

COLOMBA: Si.

NOÈ: Ma una ragazza così giovane, là fuori da sola…

COLOMBA: Anche qui sono sola. Non ho famiglia, soltanto sogni…

Non ho mai incontrato il colombo della mia vita… So qual è il mio compito. Andrò, mi vedrete per l’ultima volta da quell’oblò… Portatemi nel cuore! Addio!

Spicca il volo, uscendo di scena.

TUTTI (Piangendo e sventolando fazzoletti)  Addio! Addio!


SCENA SEI

Gli animali, lentamente, escono di scena. Solo alcuni indugiano, attardandosi.

Il serpente, invece, è al centro della scena.

SERPENTE: Psssttt.

GORILLA: Io?

SERPENTE: Si. Psssttt, ppssttt!

CANE: Io?

SERPENTE: Si!

CANE: Facciamo una partita?

SERPENTE: Ssssttt.

CANE: Perché, ssssttt?

SERPENTE: Perché siamo dei congiurati.

GORILLA: Dei che???

SERPENTE: Dei congiurati, cospiratori, rivoluzionari!

CANE: Bello, bello! Viva la rivoluzione!

SERPENTE: Sssstttt!

CANE: Perché, sssttt?

SERPENTE: Le rivoluzioni si fanno in segreto. Poi al momento buono… Buuuummmm!!!

TUTTI: Buuummm?

SERPENTE: Si, buumm, esplodono!

CANE: E fanno male?

SERPENTE: No, fanno bene. Portano la giustizia e la libertà!

CANE: E basta un buuummm?

SERPENTE: Bisogna prima preparare un piano. Anzitutto un brindisi!

Tira fuori da un barile bottiglia e bicchieri.

SERPENTE: Brindiamo alla lotta! Il regno animale agli animali!

CANE: Cos’è?

SERPENTE: Acqua di fuoco! Una magnificenza! Una cosa ancora tutta da scoprire, voi siete i primi ad assaggiare questo nettare. Altro che il vino di quel fruttivendolo di Noè!

Il cane e il gorilla assaggiano la bevanda.

TUTTI: Buono, buono!… Il regno animale agli animali! Salute!

SERPENTE: Abbasso le leggi! Viva la natura!

Il gorilla ripete ebetemente le frasi dette dal serpente, mentre il cane beve a più non posso.

SERPENTE: Beva, beva… è do ottima annata! Dunque, per quanto riguarda il Comitato militare, siamo a posto. Ora dobbiamo trovare un capo civile, un animale di prestigio…

GORILLA: Beh, non credo di meritare tanto, comunque sono disposto ad accettare.

SERPENTE: No, non parlo di lei…

CANE: Me lo sentivo! Un cane sul trono. Ora la mamma non dirà più che sono uno scemo.

SERPENTE: No, non sarà uno di noi. Il capo sarà uno che sia ben visto dall’esterno e appoggiato dall’interno… Ho già parlato con il leone: è d’accordo…

TUTTI: Il leone?

SERPENTE: E’  un incapace e quindi avrà bisogno di noi! E’ o non è il Re della foresta?

GORILLA: E noi?

SERPENTE: Noi saremo il Comitato rivoluzionario. Con un re fantoccio, decideremo indisturbati su tutto e su tutti.

CANE: Magnifico! Viva la rivoluzione!  (Sempre più ubriaco)

SERPENTE: Caro segugio, le affido questo barilotto. Questa è la nostra arma segreta: in caso disperato, faremo saltare la nave! Conto su di lei!

CANE: Corpo di mille quaglie! Mi possano impiccare al pennone se aprirò becco!

SERPENTE: Ecco il piano: guardate qua!

TUTTI: Penne???

SERPENTE: Esatto, penne di colomba:

CANE: Ma allora, la colomba è…

SERPENTE: Morta? E’ quello che penserà il branco, quando uno di voi, al momento stabilito, le lancerà in aria. A lei, compagno gorilla.

GORILLA: Agli ordini, compagni!

SERPENTE: Ora ciascuno al suo posto, quando io sventolerò questa bandiera vorrà dire che è tempo di agire.

TUTTI: Salute!

Dopo il brindisi tutti escono lasciando solo in scena il serpente.

Entra la talpa.


SCENA SETTE

TALPA: Stare in luoghi affollati, “non stia da sola”! E’ un’ora che giro e non ho incontrato anima viva. Per fortuna qua c’è qualcuno.  (Si rivolge ad un barile).  Buongiorno, signor leone, come va quassù?… Bene?…. Oh signora giraffa, anche lei qua… (saluta una scala)… Bene, più siamo meglio è… Ah, c’è anche il rinoceronte… (Il serpente mette sotto il naso alla talpa un annaffiatoio)

Dite qualunque cosa… Parlate una buona volta!… Maestà, vi prego!  Ah. Ma questa è una testa! Hanno decapitato il rinoceronte!… E il leone è immobile! (Ascolta il cuore del barile). Non batte il cuore… All’assassino, aiuto! Ci stanno uccidendo tutti…

Dei passi…. (Si avvicina al bordo dell’arca)… è lui!

SERPENTE: Buh!!!

TALPA: Aaahhhhh!!!  (Cade in acqua)  Aiuto, affogo!!!

Entrano di corsa i figli di Noè.

SEM: Animale in mare?

CAM: E’ la talpa!

JAPHET: Di nuovo?

TALPA: Aiuto, affogo! Presto!

CAM: (Urlando)  Tutti sul ponte!

SEM: C’è la talpa in acqua!

TUTTI: La talpa? Ancora!  (Tutti escono dalle cabine o sporgendo la testa dagli oblò)

NOÈ: Cosa succede?

SEM: La talpa!

NOÈ: Ancora!  (Noè guarda gli animali e tutti fanno cenno di no).  Ascoltatemi, se tirate ora vi prometto che sarà per l’ultima volta.

GORILLA: Basta! Io sono stufo di promesse!

TORO: Già, siamo stanchi ed affamati.

TUTTI: Prima di tirare vogliamo mangiare!  (Tutti urlano, protestano).

Il serpente sventola la bandiera, segnale della sommossa.

GORILLA: (Lanciando in aria le piume)   Guardate! Guardate qua, piume! Piume di colomba!

CANE: La colomba è morta!

TUTTI: Morta?

TUTTI: E’ la fine!  (Tutti urlano, sommossa generale)

GORILLA: Dio ci ha ingannato!

TORO: Dio non c’è!

GORILLA:  (Distribuendo volantini)  Amici animali, compagni bestie, è giunta l’ora di dire basta! Muoiano gli uomini e vivano gli animali!

NOÈ: Un momento, ascoltate!

GORILLA: Basta con le parole, vogliamo i fatti!

TUTTI: Abbasso Noè!

GORILLA: Vogliamo un vero re! Il re della foresta sarà il nostro re! Sua Maestà il Leone!

LEONE: (Salendo su una cassa a mo’ di comizio)  Cari sudditi, considerata la gravità dell’ora, il pericolo d’estinzione, la voce della Natura, ho deciso di scendere in campo, ed è con grande onore che accetto!

TUTTI: Bravo, Viva il re!

SERPENTE: Maestà, qui ci vuole un discorso.

LEONE: Un di… di… di che?

SERPENTE: Le ho preparato qualche appunto, legga, legga!  (Porge un foglio al leone)

LEONE: Signori… Oggi è un gran giorno per la storia naturale. Il vecchio regime dell’uomo è crollato, con le sue promesse illusorie. Oggi è un gran giorno anche per la scienza. Infatti essendo la qui presente famiglia Noè, unica e ultima rappresentante della corrotta e decadente razza umana, sopprimendola noi faremo tornare le cose come erano prima della comparsa dell’uomo! Torneremo alla purezza meravigliosa degli inizi, all’età dell’oro!

TUTTI: Viva gli animali! A mare Noè!

CAM: Pa’, cosa facciamo?

NOÈ: Ragazzi…. Non so cosa dire… vedrete che Dio non ci abbandonerà!

CANE: Basta con le chiacchiere, forza, sul ponte… Preparatevi a saltare!

Ahiaaa!!! (Viene colpito dall’alto)

Atterra improvvisamente la colomba, travolgendo barili e casse.

COLOMBA: Pistaaaa, arrivo io!

TUTTI: La colomba!

TORO: Allora non è morta! Siamo salvi!

SERPENTE: ci mancava solo la colomba!

TUTTI: Viva la colomba! Viva Noè!

SERPENTE: Se le vicende terrestri andassero per una buona volta in maniera terrestre… e invece no Dio ci deve sempre mettere l’effetto speciale! Sempre gioco scorretto, sempre qualcuno dall’alto a rovinare tutto!

COLOMBA: Scusate per l’atterraggio, ma sono tutta emozionata!

NOÈ: Come va signorina? Cosa c’è fuori?

COLOMBA: Il sole…

TUTTI: Il sole?

COLOMBA: ….e l’erbetta fresca appena spuntata!

TUTTI: Erba! Viva l’erba fresca e la terra!

SERPENTE: Non è ancora detta l’ultima parola! Capitan Segugio!

CANE:  (Svegliandosi): Ah? Ah! Sissignore!!!

SERPENTE: Il barilotto!

CANE: Dov’è?

SERPENTE: Ma se ci sei seduto sopra! Sciò, via di qua! Penserò io a questo. E ora salterete tutti in aria, altro che terra!

Il serpente accende una torcia.

NOÈ: Attenti!

Tutti gli animali scappano uscendo di scena o buttandosi a terra, tranne il Comitato rivoluzionario.

SERPENTE: Non avvicinatevi… Ecco, fermi così! Grazie a questo magnifico barile incendiario, finiremo tutti arrosto!

LEONE: Non vorrà farci saltare tutti proprio ora!

SERPENTE: Certo, caro il mio reuccio da operetta!

GORILLA: io credo che la decisione vada presa insieme al Comitato.

SERPENTE: Ma quale Comitato! La mia rivoluzione non è la vostra. E’ molto più antica e se vogliamo più semplice e radicale. La mia non è una rivoluzione contro gli uomini, le leggi… La mia è una rivoluzione contro Dio! Ma più che una rivoluzione, è il MALE, signori: il semplice, gratuito, sublime male!

NOÈ: Ma perché?

SERPENTE: E perché no? Il male non ha scopo, un po’ come il fuoco.

CAM: Ma, signor serpente, se lei da fuoco a tutto ci lascerà la pelle.

SERPENTE: Vi devo confessare che odio la vostra vita quanto la mia, odio ogni vita! In fondo, il male non è vero male, se non fa male a chi lo fa. E ora, buon viaggio verso il nulla!

(Da’ fuoco alla miccia) Meno dieci… nove… otto… sette…

NOÈ: Ragazzi, moglie, venite qui vicino. Diamo l’esempio di una famiglia unita.

SERPENTE: (Finisce il conto alla rovescia, ma non succede nulla)  Beh, che cavolo succede! Cos’ha questo petrolio?

CANE: Petrolio? Per tutti i diavoli, ecco perché aveva quel gusto così rancido. E io che credevo fosse di una cattiva annata!

SERPENTE: Bevuto? Questo stramaledetto ubriacone se l’è bevuto! S’è bevuto il mio gran finale! Essere fregati da questo ubriacone cretino, se almeno mi avesse tradito, ma no, lui ha solo bevuto troppo! E’ troppo! Ah, l’aspetto peggiore del male, è che prima o poi lo usano contro di te!

NOÈ: Cosa vuoi farci, i viventi sono così imperfetti, che gli riesce male anche il male, per fortuna!

Mentre il serpente si dispera, tutti si avvicinano minacciosamente.

SERPENTE: Ehi, dico, amici… compagni…. Non vorrete… Io scherzavo… Ho fatto solo qualche scherzetto… per ravvivare l’ambiente… diciamo che ho animato la crociera, no?

TUTTI: A mare! A mare!

Il serpente viene gettato in mare.


FINALE

COLOMBA: Ah, signor Noè, questo ramoscello è per lei. (Consegna un ramo d'ulivo a Noè, che lo guarda perplesso).

SIGNORA NOÈ: C’è qualcosa che non va?

NOÈ: E’ un ramoscello d’ulivo.

SIGNORA NOÈ: Porta bene.

NOÈ: Speravo fosse di vite…

SIGNORA NOÈ: Ancora lì a pensare al tuo vino!

NOÈ: E’ proprio un peccato non poter brindare all’inizio della nuova vita… E ora, signori animali, la nostra avventura è finita. Tutto quello che poteva accadere è accaduto. Tutto questo avverrà di nuovo, spero che tutti noi abbiamo imparato qualcosa. Ora si sbarcherà e ciascuno seguirà la sua strada. Vi auguro di non incontrare il serpente, o almeno di non incontrarlo da soli.

Aprite le porte dell’arca e che tutti gli animali escano!

Al suono di una marcia tutti gli animali, salutando, escono dall’arca alcuni scendendo tra il pubblico, altri uscendo dalle quinte. Noè e famiglia li salutano, commossi.

In sala, dal fondo, compare un venditore di cartine geografiche: è vestito di nero, occhiali scuri, cappello e da dietro appare una specie di coda da serpente.

VENDITORE: Cartine, cartine guida per scoprire i misteri di questa nuova terra! Venite gente! Prendete questa magnifica guida, è completamente gratuita… Cartine guida… Guide verso la felicità… Accorrete, accorrete, è tutto gratis!

SEM: Pa’, quello ha un aspetto familiare!

SIGNORA NOÈ: E’ sicuramente quel viscido rettile! I tuoi stupidi animali! Gettiamolo fuori, a mare…. Quale mare? Caro ingegnere e ammiraglio, hai fatto una faticaccia per niente! Ora si ricomincia da capo!

NOÈ: Tutta colpa mia, sono stato io a portarmelo dietro! Scusami, Signore, avrei dovuto consultarti.

DIO: Avresti forse voluto togliere la libertà all’uomo?

NOÈ: Ma, Signore, con quel rettile in giro tra poco sarà necessario un altro diluvio! A pensarci, mi viene la gola secca…

DIO: Non ti preoccupare, Noè, non accadrà più. Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti. Non sarà distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio. Questo è il segno della mia alleanza!

Dall'alto scende un arcobaleno, che Noè e famiglia guardano estasiati.Noè richiama a sé tutti gli animali, per ammirare lo spettacolo. Tutti ritornano in scena e sulla musica di una danza, iniziano un girotondo.