Lassù … sul fienile
Commedia brillante in tre atti
Di
kramer moggia
Testo originale “ La löna la lüs” reg. opera 363603° SIAE
Socio S.I.A.E.: autori n° 88397 – 31/12/ ’89 qualità D.O.R. autore parte letteraria
26041 CASALMAGGIORE ( Cremona) Via Cairoli, 93 tel, 0375 41110 cell. 3396821681
Kramer Moggia
Nasce a Casalmaggiore il 6 luglio 1933.
Da sempre appassionato di Teatro e nei primi anni 70 tra i fautori della rinascita del Teatro casalasco e tra i fondatori della Compagnia Filodrammatica di Casalmaggiore costituitasi poi in Cooperativa per l'animazione e il Teatro, in data 26/11/84.
E appunto per la Filodrammatica che scrive la sua prima commedia dialettale “‘NA SIA C'AS SA MIA AT CHI L'A SIA” dopo un'esperienza come traduttore di testi dall'italiano al dialetto. Questa prima commedia rivela da subito la felice vena creativa del Moggia e rappresentata dalla Compagnia, riscuote vivi consensi di pubblico e critica sia localmente sia a livello interregionale allorquando la Filodrammatica partecipa con questa commedia al concorso dialettale <<Rina Govi>> a Milano vincendo il primo premio per la regia e per il miglior attore. In seguito ha composto <<La Löna La Lüs>>; <<Coran... 89~> <<Clemente La Salma professione menagram>> cd altre commedie non ancora rappresentate.
La commedia <<Coran... 89>> e stata composta e messa in scena in occasione dell'inaugurazione del Teatro Comunale di Casalmaggiore nell'anno 1989.
Moggia Kramer non e un autore prolifico, almeno fino ad ora, ma nelle sue commedie riesce a ricreare il clima e l'ambiente di Casalmaggiore del tempo passato.
Ma non dobbiamo credere che nelle sue commedie ci sia solo un elogio per i bei tempi che furono: c'e sempre presente lo sforzo di attualizzare la vicenda e di vivificarla con l'inserimento di personaggi casalaschi realmente esistiti pur se non sempre coevi alla vicenda.
Si può dire in ultima analisi che in ogni commedia l'autore cerca di rappresentare una vicenda umana con personaggi sempre positivi nel loro agire; I'amicizia, la bontà d'animo, l'amore paterno e coniugale sono sempre i grandi protagonisti delle vicende che si svolgono avendo come sfondo ideale un enorme affresco della vita di Casalmaggiore. Nei testi d Kramer e sempre presente lo sforzo di <<nobilitare>> il nostro dialetto; non si eccede mai in gratuita volgarità, cosa purtroppo assai spesso presente in altri autori dialettali e l'attenzione del pubblico è sicuramente più attratta dalla vicenda rappresentata che non dalla battuta, non vi e insomma la ricerca della battuta fine a se stessa. E proprio per questo il pubblico, ritrovandosi nelle vicende rappresentate e rivivendo squarci di vita casalasca, ha sempre tributato all'autore grandi consensi.
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PERSONAGGI:
ROSOLINO SOLDI Il padrone
MARIA sua moglie
DANIELA sua figlia
GASTONE l’uomo di casa
ANACLETO BADALOTTI Il fattore
VIRGINIA sua moglie
FLAVIO suo figlio
SANDRO bifolco
BARBERINI Monsignore
Trama: Anni ‘50. Un possidente terriero ritiene di essere padre del figlio del suo fattore, amico e commilitone. Seppur amici, militano in campi politici avversi. Il figlio del fattore e la figlia del possidente si innamorano. Ciò non può essere, perché figli dello stesso padre. Il proprietario terriero, umiliato, svela l’intimità avvenuta, con la moglie del fattore, prima del loro matrimonio, in una notte in cui,“ La luna brillava”,sul fienile della stalla dal quale l’uomo precipitò, perdendo i sensi. La data di quella sventurata sera non coincide con la nascita di Flavio. Tutto ciò è avvenuto solo nella mente del proprietario durante il suo coma. Risolto l’equivoco i due fidanzati si sposano, per la felicità dei genitori.
SCENA
Unica per tutti tre gli atti.
Stanza di soggiorno con salottino e sala da pranzo.
Parete destra: ampio finestrone con tende
Parete di fondo: porta comune, con sovrastante motivo architettonico
Parete sinistra: verso la platea un caminetto a muro. Verso il fondo una porta che immette in tutte le stanze:
Mobili: La sala da pranzo verso il finestrone, il salotto verso il camino. L’ambiente deve essere accogliente.
LUCI: Luce dal finestrone rafforzata da luce d’ambiente. Abatjour con luce intensa da poter illuminare il salottino. Applique sulle pareti.
L’azione si svolge in una fattoria con casa padronale posta in un una località a margine del fiume Po.
EPOCA:nel tempo dell’alluvione del’54
DESCRIZIONE DEI PERSONAGGI:
ROSOLINO età 50/55
Carattere: Buontempone, signorile con buon carattere, galantuomo-
All’età di 25 anni ha avuto un incidente sul lavoro a causa del quale e rimasto in coma per diversi giorni; ha avuto forti febbri e momenti di stato confusionale.
MARIA età 50 anni
Carattere: fondamentalmente buona.
Essendo moglie di un benestante si sente un po’ superiore agli altri.
DANIELA Età 20 anni.
Carattere: ragazza moderna, universitaria.
GASTONE Età 45 anni
Carattere: galantuomo, molto amico del padrone, cameriere tutto fare. Dato il suo nome nobile si comporta come tale pur non essendolo. Non deve essere effeminato, ma quasi.
ANACLETO età 50/55 anni
Carattere: amico del padrone con il quale è cresciuto, gentiluomo. Politicamente all’opposto dell’amico.
I due amici debbono rifarsi un po’ ai caratteri di “ Don Camillo e Peppone”
VIRGINIA età 50 anni
Carattere: mansueto. Intransigente il fatto di moralità.
FLAVIO età 25 anni
Carattere: Positivo in tutti i sensi.
SANDRO età 50 anni
Carattere: Il vero bergasmino. Volgare in modo simpatico. Puzza maledettamente.
BARBERINI età 50 anni
Carattere: Fiscale quando tratta gli interessi economici, umano e sincero nell’esercizio sacerdotale.
ATTO PRIMO: un pomeriggio di novembre.
SCENA PRIMA: Maria, Virginia.
(le due donne sono sedute accanto al caminetto. Maria (porta gli occhiali) sta ricamando a tombolo seduta su una poltrona. Virginia sta cucendo un paio di pantaloni seduta su uno sgabello.)
VIRGINIA Non so quanti ani sono che faccio la conserva con i pomodori… l’altro giorno ho aperto un vasetto…c’è mancato poco che mi saltasse in faccia il coperchio, si vede che è fermentato. Non riesco a capire come può essere successo.
MARIA Avevi messo l’acido salicilico?
VIRGINIA Veramente io l’ho sempre preparato così semplicemente e ha sempre resistito fino all’anno seguente.
MARIA Se metti un grammo di salicilico ogni chilo di pomodoro, vedrai che non ti succede. E poi prende quel bel bruschetto che a me piace tanto.
VIRGINIA Dove si acquista?
MARIA Lo vendono in farmacia , ma c’è anche in drogheria.
VIRGINIA Ho sentito dire che ora lo conservano con un sistema americano; fan bollire i vasetti con già la conserva dentro e dicono che così muoiono i vermi.
MARIA I vermi?
VIRGINIA Ma sì! Quelle bestioline che ci sono dentro.
MARIA Se ne sente sempre una nuova.
VIRGINIA (mettendo un ciocco di legna nel caminetto) Mah!... Certo che quando cominciano i primi freddi un pezzo di legna dà da proprio fastidio.
MARIA Io poi sono una freddolina che sta bene solo al caldo. E poi per togliere questa umidità, non sono proprio pigra ad accendere il camino.
(pausa)
VIRGINIA (guardando il ricamo di Maria) Quel ricamo va avanti. Chissà come sarà contenta la sua Daniela quando indosserà quella camicetta lì. Certo che ci vuole una bella pazienza.
MARIA Ti dirò: io non faccio nessuna fatica; mi è sempre piaciuto. Ho dedicato delle gran ore al ricamo quando ero giovane. Mi son persino guastato gli occhi. A volte ci sto accanto tanto da avere la schiena a pezzi.
VIRGINIA … E poi, sembra una sciocchezza ma, è anche una bella spesa.
MARIA Ah, se è per quello ne ho lasciato dei soldi alla merciaia. D’altra parte una ha un hobby ed un'altra un altro.
VIRGINIA Io è meglio che abbia la mania di rappezzare qualche paio di braghe, così risparmio qualche soldo da dare al mio Flavio.
(pausa breve)
MARIA E’ uscito?
VIRGINIA Sì. Si è messo lo spolverino e poi se n’è andato. Lui quando giunge il tempo della fiera se lo metta e fino alla prossima fiera della Fontana non se lo toglie.
MARIA E Anacleto?
VIRGINIA Come abbiamo finito di pranzare se ne è uscito in spada. Lui ha i suoi proverbi: “ fino a Natale freddo non fa braghe d’estate, dopo Natale freddo se ne va, braghe d’estate.” E salvo la sciarpa che si mette quando c’è proprio freddo, lui è vestito sempre alla stessa maniera.
MARIA Anche mio marito è un testone… lo sa che con i primi freddi gli prende la cervicale: non c’è modo di farglielo capire, e anche lui è uscito in bella-vista…. Quando torna, poi, tutti i malanni sono suoi. A volte è peggio di un bambino… e dico:sono trascorsi anni da quando è caduto dal fienile, che ci è parso che andasse all’aldilà da un momento all’altro. Dico: era un giovanotto! Eppure ogni anno è la stessa storia. Poi dice che ha la testa che non lo regge e ha vuoti di memoria come allora.
VIRGINIA Me lo ricordo quando è successo: venivo qui a giornata da qualche mese, proprio un mese prima che mi sposassi con Anacleto. Il giorno dopo l’Assunzione.
( racconta)
Sotto sera soggiunse u tempo che faceva paura. Nero come la caligine, con tuoni e fulmini da far accapponare la pelle. C’era il fieno da raccogliere, altrimenti si doveva ararlo sotto.
Il signor Rosolino ci tenne tutti la per portarlo al fienile.
Da non credere: ci diede una mano anche lui.
MARIA Vuol dire che gli interessava molto,! Perché io non l’ho mai visto lavorare con le braccia; con la testa:sì, ma per piegar la schiena…
VIRGINIA Mentre gli davo un aiuto a pestare il fieno sul fienile, scivolai giù dal mucchio, e lui nel cercar di prendermi è andato all’indietro senza accorgersi che era sul limite; e cadde giù. Mi è rimasto impresso nella memoria, perché gli ero proprio davanti e l’ultima parola che pronunciò prima di cadere fu il mio nome.
MARIA Ah, stette in punto di morte per diversi giorni. Delirava… non si capiva cosa dicesse. Ogni tanto gridava: “ Virginia… Virginia..”Rideva, aveva certe espressioni… si muoveva come se qualcuno gli facesse il solletico. A volte sembrava più ubriaco che ammalato. Sai; come quando gli uomini hanno le fregole e fanno gli stupidi…
VIRGINIA Però da allora: non è più stato la stessa persona. Prima era più allegro. Anche con me… scherzava… aveva battute spiritose… da quella volta niente!
SCENA SECONDA: detti, Sandro.
SANDRO (entrando) E’ permesso?
MARIA (infastidita) Ho: cavoli. C’è Sandro! Avanti!
SANDRO Buona sera signore belle: come va?
MARIA Ti occorre qualche cosa?
SANDRO Cercavo il padrone per chiedergli un favore ma visto che non c’è…
VIRGINIA Non sei andato sulla fiera?
SANDRO Eh, vestito così.
MARIA Indossavi il vestito della domenica…
VIRGINIA Io l’ho sempre visto vestito così. Tanto nei giorni feriali che festiva.
SANDRO (racconta) L’unica volta che mi sono vestito è stato quando min sono sposato.
Quella volta lì. Però, me la sono proprio goduta.
E’ stata la prima e l’ultima volta che ho visto il mare.
Ho passato cinque giorni filati in un albergo a Rimini.
Pensate: avevo una camera che aveva il cesso! Veramente loro lo chiamavano bagno., anche se aveva appena la doccia ed il “ cagaiolo”
Una parete del bagno, in alto non aveva il muro; forse per dare l’aria all’altro bagno che era di là.
Una sera siamo andati in una trattoria dove ambiamo mangiato una zuppiera di nervetti con cipolle ed un tegame di fagiolone con aglio e prezzemolo.
MARIA Io non sarei capace di digerirlo.
SANDRO … Arriviamo in albergo. L’annunziata va subito in bagno per preparasi – eravamo in luna di miele- (sorrisino) Dopo poco vado di sopra. Cosa volete che vi dica: un po’ il freddo che ho preso… un po’ i fagioli… un po’ l’emozione, per la nottata che c’era in previsione con la mia mogliettina… Vado in bagno.
Sento che di là c’è un altro. Fiuto subito che quello là ha dello stupidino… sì… insomma… del guerrafondaio. Io, che sono uno che non si tira indietro, che se capisce che uno vuol fare il furbetto gli girano subito la palle (si corregge) degli occhi… Tiro subito due colpetti. Uno lungo ed uno corto, giusto per intercettarlo. Caspita! Invece è lui che mi fa l’uomo addosso! Comincia a tirare delle schioppettate di qua e di là come un matto! Io non sto lì pensarci… lo lascio fare…e poi gli tiro due cannonate che gli mando i denti in gola. Si vede che l’ho beccato di sicuro, perché ha fatto “pff: “ (soffia con l’alito pesante verso le donne, le quali girano la testa per ripararsi) … sapete come fanno quando i palloni si sgonfiano… Poi non si è sentito più niente. E’ sembrato che ci fosse stato un bombardamento aereo.
Sono uscito dal bagno con un petto gonfio che sembravo “ Gregorio il guardiano del pretorio”
E per il resto della sera…Be’, lasciamo stare! (sorride con un po’ di vergogna)
VIRGINIA (scherzando) Fai delle belle cose?!
MARIA Bevi?
SANDRO No, no. Anzi. Sarà meglio che vada. Perché devo governare la stalla. Arrivederci. (sta uscendo)
MARIA Debbo riferire qualche cosa a mio marito?
SANDRO No, no. Lo cercherò io! (esce)
VIRGINIA Io non ho mai sentito uno con un odore addosso come quello lì.
MARIA Eh, mio marito non lo vuole in casa.
(pausa)
SCENA TERZA: Maria. Virginia.
MARIA Certo che potevamo uscire un po’…
VIRGINIA Mah, io sono talmente pigra a vestirmi…
MARIA Veramente non piace nemmeno a me. Se vai in piazza; ti piantano gli occhi addosso… Se vai in caffè Commercio; c’è pieno di gente. Se vai da(…………) (indicare un caffè noto) c’è gente che gioca: c’è un fumo che non vedi da qui a lì. W poi non è tanto un ambiente adatto alle donne. Mio marito poi, non impazzisce per accompagnarmi.
VIRGINIA A me piacerebbe andare alla domenica pomeriggio d’inverno per fare qualche bagolata e vedere un po’ di gente; ma può immaginare se mio marito mi accompagna… con le idee che ha. Ricordo, però, che ci andavamo quando eravamo morosi; c’erano i tavolini di vimini con le tovaglie rosse. Le abatjour di vimini anche loro, avevano in testa dei foulard rossi con dei gran fiocchi.
Noi andavamo sempre… dio… sempre… quando ci andavamo sotto al palchetto, e altre volte sul soppalco… quando volevamo smorosare un po’, perché se ti sbagliavi a stare un po’ troppo vicini, tutti ti piantavano gli occhi addosso. Io diventavo rossa come u peperone!... Ricordo che prendevo la cioccolata calda che mi piaceva tanto, lui, invece, il caffè, perché la cioccolata era una cosa da donne.
MARIA Certo che gli uomini da fidanzati a mariti cambiano molto.
VIRGINIA Quando eravamo morosi e dovevamo entrare attraverso qualche porta, mi lasciava passare sempre per primo; adesso se non son svelta a scansarmi intanto che entra lui mi manda a sbattere contro lo stipite.
MARIA eh, purtroppo sono passati quei bei momenti di quando eravamo giovani! Mio marito prima che ci fidanzassimo passava davanti a casa mia due o tre volte al giorno, sbirciava attraverso la finestra senza farsi vedere; ma io, che sapevo dove voleva andare a parare, lo vedevo, anche perché sapevo quando sarebbe passato e allora andavo di sopra e mi mettevo dietro la tenda della finestra. E mi dicevo:” Vedrai che qualche bel momento si deciderà.” Infatti, una domenica che andai a ballare con mio marito e la sua fidanzata – a quei tempi si ballava al suono della pianola- ero seduta al tavolino, quando lo vedo sopraggiungere. La mia futura cognata che ne sa più del diavolo e che aveva già mangiata la foglia,mi dice di non andare a ballare se lui mi invita, ma io le rispondo:” No! Voglio proprio vedere cosa fa!” Rosolino arriva e mi fa:” Signorina balla?” Io avevo la maglia che non toccava la pelle. Naturalmente accetto l’invito. Allora lui comincia:” Visto che ci fidanzeremo, è meglio che ci diamo subito del tu!” be’, mi ha preso talmente alla sprovvista che non sono stata capace di dirgli niente. Da quale momento cominciammo ad uscire e come vedi…
VIRGINIA E ora tocca ai nostri figli.
MARIA Ma Flavio non ha la fidanzata?
VIRGINIA Sembra proprio di no!
MARIA E sì, dico: è un bel ragazzo, bravo, che ha studiato e che ha voglia di lavorare.
VIRGINIA Ora è un momento che sta sempre in casa.
MARIA Va tu a capire i ragazzi d’oggi! Anche la mia Daniela, che usciva spesso, è un po’ di tempo che è più a casa che fuori.
SCENA QUARTA: detti, Gastone.
GASTONE (da fuori) Signora sono io!
MARIA Vieni, Gastone.
(Gastone entra)
MARIA Come mai sei già di ritorno?
GASTONE La confusione della fiera non mi è mai piaciuta. Poi quando mi son trovato che facevo il listone da catena a catena, ho pensato che era ora di tornare.
MARIA “ Da catena a catena” Cosa vuol dire?
(Gastone vorrebbe dare la spiegazione, ma Virginia lo precede, per cui ha un momento di stizza)
VIRGINIA Non lo sa? C’è un detto secondo cui; se uno ha dei soldi in tasca, quando va sul listone, più ne ha e più gira.. lontano dalle catene… se è senza soldi va da catena a catena.
GASTONE E poi, comunque, stanno già smontando le giostre.
VIRGINIA Come? La fiera non finisce mercoledì? Oggi è domenica…
GASTONE I giostrai hanno paura dell’acqua. C’è il Po che cresce a vista d’occhio. Hanno già portato le carovane sull’argine.
MARIA Come? Se non ho sentito niente.
GASTONE Veramente è già da qualche giorno che il Po è alto. Siamo in autunno e per noi non è una novità.
VIRGINIA Ma è già sul Lido?
GASTONE Altro che Lido! Quando cinque o sei ore fa sono andato a vedere era già mezzo metro sotto l’argine.
MARIA E la gente cosa dice?
GASTONE Cosa vuol che dica?! Ognuno dice la sua. I Formis, i Marchini, Psen il pescatore; dicono che non ricordano l tempo di averlo visto così in schiena. Dicono poi, che crescerà ancora per il colmo che ha.
VIRGINIA Non ci sarà da tirar fuori il Cristo di san Rocco…eh?
GASTONE Speriamo di no! Cerco che per essere alto è alto! … Io, signora, se non ha bisogno di me, vado a cambiarmi. (rivolto a Virginia) Mentre tornavo sulla via del cinema ho visto al “Canon doro” Anacleto che sembrava tenesse un comizio; tutta la gente lo ascoltava:
VIRGINIA Ossignore! Questa sera siamo a posto!
MARIA Sei passato dal fabbro?
GASTONE Li ho visti sull’argine. Hanno detto che verranno domani, ma che dovranno smontare il cancello e portarlo via per qualche giorno. (esce)
MARIA Proprio ora… con tutti quegli zingari!
VIRGINIA E adesso Gastone fino domenica non esce.
(la radio nella stanza accanto aumenta sempre più di volume e le donne di conseguenza parlano a voce sempre più alta)
MARIA Puoi stare sicura. Lui fa parte dell’arredamento. A me, se non me lo vedo girar per casa, sembra che mi manchi qualche cosa. Si può dire, quasi quasi, che sia nato qui. (breve pausa)
Daniela abbassa quella radio!
SCENA QUINTA: dette, Daniela.
DANIELA (entrando) Cosa dicevi mamma?
MARIA E me lo chiedi! E’ proprio necessario tenere la radio a pieno volume?
DANIELA Sono andata in giardino e per sentirla l’ho tenuta a volume alto.
MARIA Potevi anche spegnerla: non sarebbe stato la fine del mondo.
VIRGINIA Come “ in giardino”?
MARIA Quello che dice lei non è il giardino vero e proprio. Quando Daniela era piccola e andava da mia madre, il gabinetto era fuori in cortile, dove c’era anche qualche aiuola, e siccome aveva vergogna dire che andava al….. sì, insomma in quel posto, diceva che andava in giardino. Da allora quando c’è gente per non farsi capire dice ancora così.
VIRIGINIA (a Daniela come complimento) Ve’ bella ragazza….
MARIA Dove sei stata fino adesso?
DANIELA Ero di là che ascoltavo le canzoni di Sanremo:Vola colomba, papaveri e papere… e anche quella che ha vinto di cui non ricordo il titolo… So che la canta la Pizzi e parla di rose… che sembra che siano rosse… e che sembra che non le abbia raccolte lei…
MARIA Come mi piacciono!
DANIELA A me, invece, mica tanto. IO preferisco quelle americane: quelle hanno più swing. L’unico che si salva è Natalino Otto.
MARIA (rivolta a Virginia) Tu: che ti scandalizzi di tutto… (rivolta a Daniela) Daniela, falle vedere il papiro che ti hanno dato i tuoi compagni di università per la festa delle matricole.
DANIELA Be’, mamma! Alla Virginia?
VIRGINIA (curiosa) Perché? Se lo guarda tua madre posso guardalo anch’io!
( Daniela esce per andarlo a prendere e intanto spegna la radio)
VIRGINIA Be’! Per chi mi ha presa. Sono maggiorenne da un pezzo.
MARIA Sì, sì. Aspetta di vederlo.
DANIELA (entra con il papiro e lo dà a Virginia) Ecco!
VIRGINIA (srotola il papiro) Oh! (scandalizzata ma divertita) Ma i vostri maestri non vi dicono niente?
DANIELA Prima di tutto i nostri professori non c’entrano. Poi loro ci sono passati prima di noi.
VIRGINIA Oh, ma che robe… Oh quello lì… ma che coso! To’… to’ prima che entri uno dei miei e mi veda in mano quel bagaglio lì!
(Daniela lo prende ed esce)
VIRGINIA Mas che razza di gioventù! Non hanno un po’ di ritegno!
MARIA Be’, devi seguire i tempi d’oggi.
VIRGINIA Lo so di essere indietro cento carri di refe. Al giorno d’oggi c’è una gioventù che non capisco. Anche nel matrimonio, per esempio, si sposano, vanno d’accordo per un po’, e poi quando calano le fregole si lasciano. Se poi rimangono insieme si fanno le corna. (imperativa) IO una cosa simile non saprei farla. Dico io:” Prima di sposarvi pensateci una volta… due.. tre… e anche quattro volte. Ma quando siete sposati mettete la testa a posto!” … Anche per i figli che verranno: Specie le mogli.
MARIA Non ti do certo torto. Io, però, non sarei così categorica. A volte i casi della vita sono imprevedibili.
VIRGINIA LE CORNA A MIO MARITO NON SAREI PROPRIO CAPACE DI METTEGLIELE.
DANIELA Mamma mi fai le asole nella camicetta che ho fatto?
MARIA Proprio oggi che è domenica! Non te le posso fare domani?
DANIELA Ieri mi hai detto la stessa cosa! Volevo metterla questa sera.
MARIA Devi indossarla proprio oggi? Con tutta la roba che hai?
DANIELA (esplodendo) Cos’ho da mettermi! Ho guardato nell’armadio e ho trovato tutta roba estiva! Tutta roba che ho messo un miliardo di volte! Vuoi che vada in giro come una stracciona? Vuoi che mi faccia deridere dalle mie amiche? Ve bene, va bene! Se vuoi che la gente mi scambi per una cavernicola?
MARIA Ma smettila! Che hai dei vestiti che non hai mai messo. Che esci sempre che sembri una principessa. Guarda che roba! Questa si lamenta perché, secondo lei, non le compro mai niente, e suo padre si lamenta perché spendo troppi soldi! Ma lo sai quanto vieni a costare? Il treno, la mensa, le tasse. E i libri? Che sembra li stampino su figli d’oro.
DANIELA (rivolta a Virginia) Hai sentito, Virginia? Non sembra che abbia ragione lei?
VIRGINIA Veramente… se alla tua età avessi avuto un quarto di quello che hai tu…
DANIELA Andiamo bene1 ora dovrei usare dei sottanoni come usavate voi ai vostri tempi!
MARIA Non ti vergogni? Con tutti i sacrifici che facciamo per te?
DANIELA Garda che anch’io faccio la mia parte. Vedi che quando c’è da studiare non mi tiro indietro! Io studio e voi lavorate. Ad ognuno il suo!
MARIA Guarda che tu studi per il tuo avvenire.
DANIELA Ci siamo! Ora comincia la solita solfa. “ Io alla tua età lavoravo dalla mattina alla sera…” lasci pur lì!
MARIA Perché non ti metti quel bel golf rosa che ti sei comprato la settimana scorsa.
VIRGINIA E’ vero: Stasi così bene. Anche Flavio mi ha detto che ti ha visto in piazza con le tue amiche e che eri la più elegante.
DANIELA (calmandosi improvvisamente e compiacendosi) Tobia… Tobia… dov’è la tua mosca? ( esce)
MARIA Ci vuole una gran pazienza con i propri figli! Non son mai contenti… con tutto ciò che si fa per loro.
VIRGINIA Per i non ha mai avuto delle grandi pretese. Però, se è per la camicia tutti i giorni la vuole cambiare.
MARIA Se fosse per quello… basta fare il bucato un po’ più spesso.
VIRGINIA D'altronde ho piacere anch’io che vada fuori in ordine.
MARIA Tu non puoi proprio lamentarti perché hai un figlio d’oro.
SCENA SESTA: dette, Flavio e poi Daniela.
FLAVIO (da fuori, gridando) Mamma! Dove sei?
VIRGINIA (andando alla finestra) Sono qui dalla signora.
FLAVIO Non vieni a casa?
DANIELA (da fuori con l’intento di farsi sentire a Flavio) Mamma! Dov’è il papa?
MARIA (gridando) E’ fuori! Perché non ti sei accorta che tuo padre non è in casa?
FLAVIO Mamma lascia! Vengo su a salutare la signora!
VIRGINIA ( a Maria) E’, signora, figlio educato?
MARIA (accennando con il capo che ha ragione) Quante volte ti ho detto di non darmi della signora.
VIRGINIA Lo sa che non riesco, e poi son tanti anni che lo faccio che mi vien spontaneo.
FLAVIO (entrando e guardandosi attorno) Buona sera signora Maria.
MARIA Vieni avanti bel ragazzo.
DANIELA (entra con indosso il golf rosa. I due giovani si guardano.. Risentita rivolta alla madre, ma indirettamente a Flavio) Prima sono uscita per incontrare un’amica, mas non l’ho vista!
MARIA Ma se mi hai detto che non sei uscita.
FLAVIO (con lo stesso scopo di Maria) Sono andato in piazza. Ho trovato egli amici che mi hanno trattenuto.
DANIELA Io ho delle amiche che quando attaccano ottone non la finiscono più. .. ma quando mi stanco me ne vado: io!
VIRGINIA E in piazza?
FLAVIO C’era una tal confusione di gente e di giostre: non si riusciva a volgere lo sguardo attorno.
MARIA Ma le giostre…? Non stanno smontandole?
FLAVIO (impacciato) Qualcuna…
DANIELA di solito i ragazzi quando si debbono incontrare si portano davanti (………….) (indicare un luogo noto per lo stesso scopo nella città dove si fa la rappresentazione) Prima o poi si incontrano.
FLAVIO Io verso le cinque sono andato a prendere il caffè da (…….)
VIRGINIA Il caffè sotto sera… Poi non dormi.
( Flavio fa un gesto me dire “ capirai…”
DANIELA Dovevo vedermi con una mia amica alle quattro…chissà cosa avrà avuto in testa … Si sarà dimenticata.
MARIA Chi era? La Giuseppina?
DANIELA Sì! Proprio lei! (si sposta e va ad appoggiarsi alla credenza)
FLAVIO ( avvicinandosi a Daniela con dolcezza per scusarsi) Sai che questo golf ti stà molto bene? E’ d’angora?
DANIELA (risoluta) Se fosse d’angora sarebbe peloso!
FLAVIO Ero convinto che fosse d’angora.
DANIELA Invece non lo è!
(i due continuano a discutere, poi pian piano si calmano e non visti tubano sino all’entrata di Rosolino)
MARIA (riprendendo il discorso con Virginia) Ieri sono andata dal fruttivendolo per acquistare un po’ di frutta secca da tenere in casa. Mentre giro l’angolo sento due donne che stanno pettegolando sulla moglie di Piero. Nemmeno a farlo apposta mi si infila il tacco nella fessura del tombino. Mi fermo per liberare la scarpa e intanto sento che la moglie di Piero… (si schiarisce la voce) … tu mi capisci… con Matteuzzi. Sai èh… quel tale che viene da Firenze.
VIRGINIA E si dico! Se c’è un bravo ragazzo è proprio Piero. Mah, cosa vuole che le dica: a me quelle cose lì fan rabbia!
DANIELA ( allacciandosi al discorso della madre, ma con l’intenzione di dire a Flavio) Io dico che quando una donna dà il suo cuore ad un uomo deve poi rigar dritto. Io la penso così.
FLAVIO (stonato) Quando due si amano debbono essere come due campane che suonano in coro.
( tutti lo guardano per la battuta)
MARIA Purché una delle campane non sia stonata.
VIRGINIA IO, comunque, dico che un matrimonio… ( si rivolge a Maria) … perché funzioni bisogna che quando uno chiama l’altra risponda… e se si vuole che non vada bene basta che quando uno chiama l’altra volga la schiena.
MARIA Eh, sembra di dire delle volgarità eppure è una gran verità.
SCENA SETTIMA: detti, Rosolino.
ROSOLINO (entra con indosso il soprabito e cappello. E’ elegante. Volge lo sguardo a tutti i presenti) Oh, ma se sei qui anche tu, Virginia?
VIRGINIA Eh, Virginia sarà meglio che torni a casa a preparare il desinare per la sua gente.
ROSOLINO Rimani che non è tardi.
VIRGINIA Se è vero quello che ha detto Gastone non debbo ave fretta. Se comincia a parlare di politica…
(Flavio e Daniela di soppiatto escono)
ROSOLINO (portandosi di schiena al camino, rivolto alla moglie) Oh, che bella idea hai avuto ad accendere il camino. Ho preso tanto di quell’umido che ora voglio proprio riscaldarmi.
MARIA (al marito) E il Po?
ROSOLINO Sono andato sull’argine prima di andare a caffè,.. e per dire la verità mi piace poco. Le piante dell’isola, quelle più piccole, per la corrente, sono quasi stese a terra. In certe posizioni vedi l’altra sponda.
VIRGINIA Ma è così alto?
ROSOLINO Sono andato all’idrometro; è sopra al livello di guardia di un bel pezzo. Quelli del Genio sparano in alto perché dicono che dal rumore si capisce se sta crescendo ancora. Dentro al magazzino del Magistrato del Po c’è gente che sta preparando i sacchi. Puoi immaginare se il Po dice sul serio, se i sacchi fanno qualche cosa…. Contano come Pilato nel Credo.
MARIA C’è da preoccuparsi?
ROSOLINO C’è gente che seta portando le macchie in stazione perché dicono che è il punto più alto del paese. (sfregandosi le mani) Ho ammucchiato un freddo…
MARIA E’ tutt’oggi che c’è il fuoco acceso.
VIRGINIA E’ proprio vero che le giostre stanno facendo san martino?
ROSOLINO Altro che! Sono stato in caffè, ma poi c’era tanto fumo che non ho resistito. Mi sono messo sull’angolo del viottolo prospiciente la piazza per vedere tutti quei camion in movimento. C’era una nebbia che non si leggeva l’orologio del Comune. Beh, vedendo quella desolazione, non so perché: mi è venuto in mente quando l’8 settembre del ’43 ero nello stesso punto, mentre dalla parte della farmacia venivano i camion dei tedeschi. C’erano sui camion dei giovanotti della “SS” tutti alti allo stesso modo e biondi, con delle pance che sembravano dei pisciatoi.
Mi ricordo che c’era fuori anche la Gigina…
(le donne non capiscono)
… ma sì… quella che aveva il negozio lì vicino…
VIRGINIA Quella grossa?
ROSOLINO Sì, proprio lei. Si è fermato un camion con su tutti quei giovanotti, i quali rivolgendosi alla donne le dicevano:” Cam…cam…” E la strattonavano perché li seguisse nel viottolo. Lei, poveretta, non voleva e diceva di non capire. Oltretutto glielo diceva in dialetto. E loro che insistevano.
MARIA Ma tu non hai avuto paura che ti prendessero e ti portassero con loro?
ROSOLINO Veramente ci ho pensato; però ero tranquillo perché sono stato riformato per quella volta che sono caduto dal fienile. Ciò, nonostante, mi son detto:” Ma quelli non lo sanno.” E allora ho avuto un po’ di paura. D’altronde scappavo? Sarebbe stato peggio.
VIRGINIA E la Gigina?
ROSOLINO Ah, lei era impaurita un bel po’ Con gli altri che erano lì con me sono andato alla fine della matassa. Avevano scambiato la Gigina, con la metresse di Villa Rosalba.
SCENA OTTAVA: detti, Anacleto e poi Gastone.
ANACLETO (piuttosto alticcio da fuori) Virginia! Virginia! Non vieni giù? Fai i conti di farmi morire di fame?
VIRGINIA ( ai preseti) Per la sete non muore di sicuro! (fa per andare alla finestra)
ROSOLINO Stai comoda! Lo chiamo io. (va alla finestra) Cleto! Sali che dobbiamo palare per il lavoro di domani.
ANACLETO Voglio vedere la mia signora!
ROSOLINO Ma sali un momento!
VIRGINIA Viene?
ROSOLINO Sembra che si sia deciso.
VIRGINIA A me piace cucinare, ma alla domenica, però…
MARIA Si vede che è un difetto delle donne perché anch’io…
ANACLETO (entrando) Neh. Signore…
VIRGINIA Ana: credevo che non ti lasciassero più libero.
ANACLETO Ti ho detto e ripetuto di attaccare a quel”Ana” anche “cleto” perché puà dare adito a dubbi.! (rivolto a Maria) Buona sera signora Maria.
MARIA Buona sera Anacleto.
ROSOLINO Se sei vestito da “ messa cantata” ?!
ANACLETO Non cominciamo a buttarla in politica!
ROSOLINO Oh, saprai…
ANACLETO Neh: signore? Che giorno è oggi?
ROSOLINO Hai perso l’orientamento? Non sai che è domenica?
ANACLETO Per L’appunto. E io, alla domenica sono libero cittadino. Non ho padroni. Durante la settimana sono il vostro fattore e mi potete comandare dall’”alba al tramonto” ma fuori servizio il sottoscritto è il signor Badalotti Anacleto: Cleto per gli amici.
ROSOLINO Tutte le volte che ti vesti dalle feste è sempre la stessa solfa? Mi sembri il merlo della piazza.
ANACLETO Io non faccio la solita “sifolata” !
ROSOLINO Domani dobbiamo andare al Consorzio ad acquistare il concime e sarà opportuno che ci mettiamo d’accordo per andarci insieme.( va alla porta e chiama) Gastone! Gastone!
GASTONE ( da fuori) Comandi!
ROSOLINO Per favore, portaci quel salame che è appeso alla trave di tramontana che è in cantina.
(Anacleto toglie di tasca un fazzoletto rosso con il quale si asciuga il sudore ed il naso)
ROSOLINO (osservando e scherzando) Ma come? Dovresti usarlo come una bandiera ed invece lo usi per soffiarti il naso.
ANACLETO Certo che il vostro colore non lo usate, certo, per asciugarvi il sudore.
ROSOLINO ognuno fa quel che è preposto di fare. Tu usi le braccia ed io la testa. Ma lla fine della suonata arriviamo allo stesso raccolto.
ANACLETO Sì! Ma è il granaio che è un po’ differente.
ROSOLINO Sì, però quando giunge la sera tu hai già finito ed io invece continuo. Non sai che per tirar avanti un’azienda c’è da pensare? Che non son tutte rose e fiori? Che c’è da arrischiare e mandare giù certi magoni … che occorre iniziativa per ammucchiare qualche soldo?
ANACLETO Se per l’iniziativa ho anch’io qualche idea. Ne ho una che mi girava per la testa intanto che tornavo a casa.
ROSOLINO Stai rubandomi il lavoro?
ANACLETO No… no. E’ tutto un altro affare.
Vedo che oggi è tutto un totocalcio… una lotteria… Beh, io avrei pensato di fare una corsa. Una corsa di lumache… dove la gente punta soldi… Una corsa mica tanto lunga… cento metri.
ROSOLINO (con fare ironico)Avrei detti di più.
ANACLETO E siccome le lumache non hanno fretta, io metto la pista in campagna, possibilmente nei mesi in cui batte forte il sole. Ci metto accanto un gabbiotto con delle bottiglie buone, delle uova cotte e del pesce fritto…. E così, mentre la gente aspetta l’arrivo delle lumache, mangia e beve,,, e io faccio i soldi a palate. Anzi, visto che voi con me siete sempre stato generoso vi prenderei in società.
ROSOLINO Dì’Anacleto: non sarebbe meglio che continuassimo a fare ciò che siamo capaci di fare’
GASTONE (entra e porta il salame, il formaggio, il pane, il coltello e l’asse per tagliarlo) Ecco servito il signor Rosolino.
ROSOLINO (rivolto a Gastone)Non sarebbe meglio che ti sedessi a tavola insieme a noi?
GASTONE (guardando Anacleto altezzosamente perché non vuole stare a tavola con gente inferiore) No, grazie, mi sono già preparato di là. (esce)
ROSOLINO (va a prendere una bottiglia di vino bianco e due bicchieri e versa)
ANACLETO Io il vino di quel colore non lo bevo!
ROSOLINO guarda che questo è l’”uccello del prete” che abbiamo pigiato lo scorso autunno.
ANACLETO Beh, facciamo finta che sia rosso. (beve con scena da intenditore) E’ buono! Forse è troppo sull’amabile.
ROSOLINO (come Anacleto) Ha bisogno di essere più stagionato.
ANACLETO Siccome il salame si sposa meglio con il vino rosso, direi di “ ritornare nei ranghi” Magari sorseggiando in scodelle come si conviene.
(pausa)
ROSOLINO Gastone è un bravo ragazzo, ma quando si impunta sull’orgoglio…
ANACLETO Quello è un uomo che sa stare al suo posto. Non è come gente che conosco io che pur di fare i propri affari fanno la Comunione tutte le domeniche. Portano il baldacchino per la festa del “ Corpus domini” e vanno in ritiro tutte le volte che il prete li chiama. Non è come il sottoscritto che si flette ma non si piega! … Che in chiesa non si mette in prima fila per farsi vedere. Che piuttosto di venir meno alle proprie convinzioni … ai suoi principi è disposto ad andare a mangiare l’erba sulle rive dei fossi…piuttosto! Che mai abbandonerebbe la sua linea proletar-socio- morale ! Io non verrei mai a patti con voi! Noi siamo su opposte sponde!
ROSOLINO Se è per il baldacchino, quando eravamo ragazzi l’abbiamo sempre portato insieme. Uno di qua e l’altro di là.
ANACLETO Sì, ma quella era una imposizione clarical-paterna. Ora prevale la ragione laica!
Voi anche quando portavate il baldacchino, non tenevate in mano un bastone qualsiasi. No: voi tenevate quello di sinistra, perché, se per caso cambia la frittata, voi siete pronto a dire che la vostra era una posizione di centro sì, ma verso sinistra! E poi non è finita qui. Tenevate il manico di sinistra… ma quello dietro, per poter dire che la vostra era una “ sinistra moderata”.
ROSOLINO Dì’! Ma hai preso il baldacchino per Montecitorio? Non diresti che ci vorrebbe un pochino più di rispetto per queste cose?
ANACLETO Ma io non ho parlato per Quello che ci sta sotto, per il quale ho il massimo rispetto e riverenza. Io parlo per quelli che ci girano attorno.
ROSOLINO Dì’, Anacleto? Da quanti anni ci conosciamo?
ANACLETO Da una vita!
ROSOLINO E allora, è da tutta la vita che mi consideri così? Disposto a perdere la faccia per un pezzo di terra che la Curia mi ha dato in affitto?
ANACLETO E’ un pazzo di terra dove ai confini non tramonta mai il sole!
ROSOLINO Ma che sole e mica sole! Se tu hai le tue idee piuttosto vivaci, perché io non debbo avere le mie? Io alla sera prima di addormentarmi, è vero che penso al lavoro del giorno dopo, ma è vero anche, che faccio un esame di coscienza per vedere se durante la giornata mi sono comportato da uomo, da padre di famiglia, perché mi vergognerei se non fosse così! E prima di chiudere gli occhi, prego il Signore che mantenga la salute a tutti coloro che conosco e a cui voglio bene: li faccio passare nella mente ad uno ad uno e tu Anacleto sei sempre fra loro.
Cosa credi che mi sia scordato la quella del 15/18 quando eravamo insieme al fronte, in trincea, che è suonata la ritirata, e che tutti sono scappati e che io, ferito, non potevo muovermi? Chi mi è venuto a prendere e trascinarmi fino al luogo sicuro
ANACLETO (schernendosi) In guerra lo fanno tutti!
ROSOLINO Sì…sì… Però tu: lo hai fatto per me.
ANACLETO (dolce) In quel momento lì pensavo a tua madre…come potevo dirle che ti ho visto solo come un cane… senza darti una mano… a quella donna che mi voleva bene come ad un figlio… (riprendendosi) Però, anche lì: uno ufficiale e l’altro soldato semplice. Uno che comanda e l’altro che deve ubbidire., come al solito!
ROSOLINO E’ inutile che ti sminuisci! Tu gridi ma hai un cuore così!
(pausa)
(cambiando tono) Piuttosto, domani mattina dopo che hai sistemato gli uomini, dovresti salire a chiamarmi, non so… verso le dieci… potremmo andare al Consorzio…
ANACLETO (riprendendo il tono di quando era entrato) Nèh, signore, avete un lunario?
ROSOLINO Aspetta che lo cerco.
ANACLETO Fate senza cercarlo. Oggi è “ Santa Domenica”. Voi questa mattina l’avete santificata alla vostra maniera ed io ad un’altra e ora vado a casa mia a continuare per mio conto. Fino a domani il mio ufficio è chiuso! (a Virginia) Virginia prendi su le braghe e andiamo. (rivolto a Rosolino in tono amichevole) Sarà meglio che andiamo via alle otto e mezzo… a quell’ora c’è Giulai al Consorzio, è un mio” compagno” Si potrà risparmiare qualche cosa.
(Anacleto e Virginia escono)
ROSOLINO Certo che Cleto se sul lavoro si comportasse così, ci sarebbe da ammazzarlo, invece, …durante la settimana cambia come dal giorno alla notte.: cura i miei affari che senza di lui non saprei come fare. E’ così, solo quando beve.
MARIA Bisogna saper prendere le persone cos come sono… Certo che Anacleto non si può lamentare: se suo figlio ha potuto studiare … può ringraziare te. (cambiando tono) E per la cena? … Dato che oggi è domenica avrei comperato le bistecche da(……………..)
ROSOLINO Mah, non ho fame. Se magari fai riscaldare le tagliatelle di oggi … così mi scaldo un po’ dentro.
(Maria esce. Rosolino, al di qua del tavolo, gioca con una moneta. Gli cade. La raccoglie., Mentre è sotto il tavolo non visto entrano Flavio e Daniela)
SCENA NONA: Rosolino, Flavio, Daniela.
( i due ragazzi, che si trovano fra il tavolo ed il fondo, credendo di essere soli, si lasciano andare a tenerezze. Non debbono sembrare ancora fidanzati: sono ai primi approcci. Si salutano. Flavio esce dalla comune e Daniela esce dalla porta da cui sono entrati)
(mentre si svolge la scena dei ragazzi, Rosolino sbuca da sotto il tavolo, siccome sul tavolo ci sarà un tappeto, avrà sulla testa un lembo del tappeto. Rimane impietrito fino a che sono usciti i ragazzi e dopo poco…)
ROSOLINO (gridando come se fosse successa una catastrofe e come se avesse visto un amplesso)
Maria!!!! Maria!!!!
MARIA (entrando trafelata) Cos’è successo?
ROSOLINO Hai visto?!
MARIA Cosa?
ROSOLINO La ragazza con Flavio.
MARIA Sono di là dalla Daniela.
ROSOLINO No. Flavio è già andato!
MARIA Ah.
ROSOLINO E allora non dici niente?
MARIA Cosa devo dire?
ROSOLINO Non so io! C’era tua figlia con un uomo!
MARIA oh, con un uomo… con Flavio.
ROSOLINO … Che stavano…
MARIA (spaventata) Cosa stavano facendo?
ROSOLINO Stavano…stavano… (si sgonfia, sotto tono) Si tenevano le mani.
MARIA Mi avevi fatto prendere un colpo!
ROSOLINO (ancora con veemenza) A te, potrebbero fartela sotto gli occhi che tu…
MARIA (calma) Be’, cosa stai dicendo! Sono ragazzi che sono cresciuti insieme, nella stessa casa… è logico che abbiano confidenza uno dell’altra…
ROSOLINO A me non è sembrato che avessero la confidenza che dici tu.
MARIA Be’. Vaneggi?
ROSOLINO Io dico che dovresti curare più tua figlia!
MARIA Guarda che mia figlia è già svezzata!
ROSOLINO Fai la spiritosa tu!
MARIA Be’: io non capisco se devi prendertela tanto? In fin dei conti ha già un’età che se anche ha una simpatia… E’ una cosa naturale. Non ti ricordi quando noi avevamo la stessa età?
ROSOLINO E’ proprio per questo! Non ti ricordi la prima volta?
MARIA Lo sai che non ho memoria.
ROSOLINO Andiam bene. Dicono che il primo amore non si scorda mai… E lei non ricorda! Si vede che non ti ha fatto un gran effetto.
MARIA Sì, perché, infatti, ho sposato un altro…. E la Daniela di chi è figlia?
ROSOLINO La Daniela è venuta con le carte in regola.
MARIA Insomma.: Rosolino, perché la Daniela si è abbracciata con Flavio, non ci sarà da fare una tragedia.
ROSOLINO Garda che si comincia sempre così… Si fa presto…
MARIA Ma va là … che < Flavio è un bravo ragazzo.
ROSOLINO Sarà un bravo ragazzo… Ma hai visto che braccia ha? Ha della energia che è un po’ difficile da tenere a bada… Se poi assomiglia a suo padre! ( si accorge che è stato azzardato nel dire… e schiarendosi la voce quasi a voler cancellare l’ultima battuta) Se ti avvicini troppo al fuoco va a finire che ti scotti.
MARIA Oh, ma è un proverbio nuovo?
ROSOLINO Pensa se dovessero scottarsi…
MARIA Be’, non esagerare.
ROSOLINO Metti che succeda!... Che i globuli rossi di lui non vadano d’accordo con quelli di lei… o che i globuli bianchi di lei non vadano d’accordo con quelli di lui…
MARIA Be’, ma anche qui ci metti la politica? I globuli di Flavio non sono rossi rossi…
ROSOLINO (spiritoso) Sì, sono rosa… Qui non si tratta di politica!
MARIA Guarda che sono “anni ed annorum” che i globuli si mescolano … ed è sempre andato tutto bene. Anzi, sembra che non dispiaccia nemmeno.
ROSOLINO Tu parli perché… perché non sai nulla! (sotto tono come scusa) E poi, dico: come estrazione sociale… Pensa cosa direbbero in caffè se…
MARIA (curiosa) Be’, cosa dovrei sapere? Ma sai che porti dei ragionamenti che non capisco se è stato il vino o quella pallina che ti gira in testa ogni tanto da quando sei caduto dal fienile’
ROSOLINO (cambiando tono) Cosa c’entra il fienile ora?
MARIA Sai che sembra che tu abbia in testa quella pallina che quando arriva ad un certo punto dai fuori da matto…
ROSOLINO Qui non ci sono palle che girano! Sei tu che me le fai girare! C’è che quei due ragazzi lì debbono stare insieme come fratelli!...e basta!!!
MARIA (indagando preoccupata) Dì, Rosolino…?!
ROSOLINO (corre ai ripari) E poi la Daniela deve studiare!
MARIA Dì’: ascoltami?!
ROSOLINO Non avremo speso tutti quei soldi per nulla….?
MARIA (preoccupata) Rosolino se devi dir…(mi)
ROSOLINO (interrompendola) Sì! Devo dirti! (sotto tono) …che ho fame! (riprendendo il tono precedente) E? mai possibile che in questa casa a quest’ora non ci sia ancora preparato il tavolo?
MARIA Ora perché ti è passata la sete ti è venuto fame?... E per i discorsi di prima?
ROSOLINO (gridando) Allora si mangia o non si mangia?!
MARIA Vado…vado.( esce)
ROSOLINO (si siede e si asciuga il sudore con il fazzoletto bianco. Lo guarda) E poi Cleto dice che non lo bagno!
SIPARIO SUL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
ATTO SECONDO: mattino di primavera.
SCENA PRIMA: Gastone, Maria, Anacleto, Monsignor Barberini.
GASTONE (con indosso un grembiulino, sta spolverando con un piumino. Le sedie sono sul tavolo, le tende raccolte ed annodate. Canticchia una canzone d’epoca)
ANACLETO (da sotto) Signora Maria!... Signora Maria? C’è Monsignore.
GASTONE (va alla finestra, guarda sotto, poi va verso la porta che da alle altre stanze. Preso dal panico per la presenza di monsignore) Signora Maria c’è Anacleto che la sta chiamando.
MARIA ( gridando di dentro) Anacleto venga da questa parte che non sento.
ANACLETO Vengo!
MARIA (che evidentemente ha visto dalla finestra) Oh, il Reverendo.
ANACLETO Signora Maria Monsignore cerca il signor Rosolino.
MARIA (da fuori) Salga Monsignore. Gastone metti in ordine che sta salendo l’Abate. Anacleto faccia gli onori di casa a Monsignore mentre io mi metto in ordine un attimo. Monsignore non prevedevamo che sarebbe venuto questa mattina. Mi scusi un momento.
BARBERINI (da fuori) Non si preoccupi signora. Mentre attendo il signor Rosolino faccio quattro chiacchiere con il signor Anacleto.
GASTONE (finisce di sistemare la stanza. Sul vetro della credenza c’è un puntino lasciato da una mosca. Corre alla credenza, fa un gran sputo sul vetro della credenza e poi pulisce con uno straccio. Uscendo)
Guarda se questa è l’ora di fare le visite mentre si governa la casa.
ANACLETO (entrando insieme a Monsignore) Veramente io avrei un sacco di lavoro da fare…
BARB Se ha da fare vada pure… non la trattengo. So quanto deve fare un fattore perché l’azienda vada nel migliore dei modi. Sulle sua spalle grava una grande responsabilità., che è quello di produrre l’alimento per i nostri fratelli.
ANACLETO Se è per quello, non mi preoccupo, perché il mio lavoro mi piace, e cerco di farlo nel miglior modo. Infatti, anche quest’anno è andata… che non credevo.
BARB Buona a sapersi… figliolo… E i prezzi al mercato penso che saranno stati un po’ bassi…
ANACLETO Veramente sono stati bassi per le oche.
BARB Ah, avete iniziato anche l’allevamento delle oche? Bene…bene.. Toh, avrei pensato che per l’elevato costo del mangime non sarebbe stato conveniente.
ANACLETO Cos’ha capito?... Volevo dire che i prezzi sono stati bassi per quelli che hanno avuto fretta di vendere. Il mio padrone, invece, perché avrà i suoi difetti, ma mi ascolta, ha spuntato almeno il 30% più degli altri.
BARB Bene…bene… Lei è un uomo prezioso. D’altra parte il signor Rosolino non ha che parole di stima e di ammirazione per lei… Però… sento, figliolo, che sei un mangiapreti e ciò non è bene. (ridendo) E poi per digerire uno di noi ci vuole un bello stomaco.
ANACLETO Io non ce l’ho su con lei… Anzi. So che lei è un buon uomo e che anche lei deve portare la sua croce… Io ce l’ho su con gli altri… con quelli che le girano intorno: che sfruttano tutte le occasioni per ammucchiare. Loro non intingono la punta delle dita, no, la mano il braccio… loro la bevono l’acqua santa e poi come si gira glielo mettono nel…
BARB (interrompendolo) Figliolo… figliolo… Ogni cosa al proprio posto. Non cerchiamo di cambiare le posizioni.
ANACLETO Mi scusi, non volevo essere villano. Lei sa; io parlo alla buona, come si parla nei campi,,, alla nostra maniera insomma… per cercar di capirci con poche parole.
BARB Ognuno ha il suo modo di esprimersi: noi in latino… voi con lo schietto dialetto.
ANACLETO E’ che quando io penso a queste cose, mi gira subito…. Il cappello. Ma cos’è quel voler continuamente ammucchiare…ammucchiare. Quando c’è il necessario, magari qualche cosa in più per stare sul sicuro, non ce n’è abbastanza? Ma pensi se potessimo dare a tutti ciò di cui hanno bisogno… come staremmo tutti be…(ne)
BARB (intervenendo) Anch’io sono del tuo parere. Anche se con un punto di partenza un po’ diverso. So io ciò che ho passato per queste mie idee… Vedi figliolo: l’uomo è come una formica,.. continua ad ammucchiare; solo che, avendo l’intelligenza, devia ogni cosa. Però è proprio col l’intelligenza che dovrebbe poter regolare i propri istinti.
ANACLETO …L’uomo, purtroppo è cattivo, è esoso,,, pensa solo a se stesso.
BARB Non devi dire così. L’uomo è capace di grandi cose. Un esempio l’abbiamo avuto quando qualche mese fa, al tempo dell’alluvione. Abbiamo visto episodi di grande umanità; di grande altruismo e generosità. Hai visto una intera popolazione sulle rive del Po lavorare giorno e notte per salvare la propria città. Ansi, gran parte della pianura. I bambini tenere aperti i sacchi, le donne a riempirli r gli uomini a collocarli. Nessuno ha pensato cosa sarebbe successo loro se il Po avesse rotto. Ognuno ha dato il proprio contributo. Chi non poteva lavorare mandava cibo, bevande, grappa per combattere il freddo e ritemprare i muscoli.
( ora le luci di scena si attenuano ed una delicata musica accompagna in sottofondo il racconto di Anacleto)
ANACLETO E’ vero. In quei momenti abbiamo visto veramente il cuore dei nostri concittadini: generosi che non ce ne sono. Dicono che è spilorcio… egoista… sì… ma con un cuore così!
Un giorno, sotto sera, ero di guardia all’argine, seduto su un sacco vicino all’arco dei francesi. Giocavo con un ramoscello che avevo raccolto lì nell’acqua. C’era una quiete… un silenzio…come se la natura avesse voluto riposarsi per tutte le fatiche dei giorni scorsi. Il Po non sapeva se crescere o calare; e mentre andava verso il mare giocava alche lui con i tronchi che gli galleggiavano sul pelo; e quando arrivava al ponte di ferro abbassava la testa per passare sotto.
Dalla salita dei Popoli giunse una macchina e si fermò proprio contro i sacchi a filo dell’acqua. Dentro c’era una donna con due bambini che erano venuti a vedere il Po in piena. La terra, resa marcia per tutta l’acqua che aveva bevuto, cedeva sotto le ruote, per il peso. LA macchina scivolava dentro all’acqua senza dire nulla. Da san Rocco, veniva su, Tino ed Attilio -gli operai dell’Eridanea-.Buttavano i piedi in avanti come quelli che stanchi per il lavoro della giornata, contenti, bagolando, vanno a casa. Ad un certo punto,, quando arrivano alla salita delle Zatelle, sentono gridare:” Aiuto!” Corrono. Dalla macchina che oramai era quasi tutta dentro all’acqua, usciva la voce spaventata dei bambini. Tino tiene ferma la macchina per che non scivoli oltre e Attilio, con la forza che ha, apre la portiera e ad uno ad uno libera i bambini e la madre che tremavano come le foglie al vento. La donna non riusciva a proferir parola ma i suoi occhi esprimevano tutto. Tino, che l’aveva capita avrebbe voluto dire qualche cosa di importante, ma l’unica frase che gli è uscita:” Per così poco…” dice lui: te vita avevano salvato! Buoni e generosi come tutta la gente del Po se ne andarono per non mettere a disagio la donna. Non parlavano più; ma di sicura il loro batteva forte il cuore.!
(le luci di scena ritornano normali)
BARB Vedi?... Queste sono le cose che fanno grande l’uomo.
SCENA SECONDA: Detti, Maria.
MARIA (entrando) Mi perdoni Monsignore se ho tardato: stavo facendo i lavori ed ero impresentabile. Non volevo essere in disordine proprio davanti a lei. (ad Anacleto) Grazie Anacleto di aver tenuto compagnia al reverendo.
BARB Non doveva preoccuparsi, si sa che quando si fanno i lavori domestici la libetà del vestiario è indice di voglia di lavorare.
MARIA Scusi se mio marito non c’è; ma torna. E’ andato a comperare le sigarette qui vicino, ma torna subito.
BARB Come va signora Maria?
MARIA La saluta non manca… ma potrebbe andar meglio.
BARB (comprendendo che Maria ha qualcosa che la rode, rivolgendosi ad Anacleto lo licenzia) Caro figliolo ho già abusato anche troppo del suo tempo prezioso. Andate pure. Sono ormai in buona compagnia.
ANACLETO (cerca di uscire. E’ titubante perché non sa se baciare l’anello a Monsignore, il quale intuendolo lo aiuta. Anacleto bacia, inginocchiandosi, l’anello)
BARB Ho avuto l’impressione che sotto quella affermazione ci fosse qualche cosa d’altro.
MARIA (a disagio) Ma no. E’ solo un modo di dire.
BARB Se ha qualche cosa da dirmi son ben lieto di ascoltarla.
MARIA Ma no! Certo che non si può pretendere che la vita sia rose e fiori…
BARB (mentre va a sedersi seguito da Maria) Di ciò ne sono sicuro.
MARIA In una famiglia non si può pretendere che vada tutto liscio come l’olio…
BARB Mia cara, continua dire delle cose che possono essere considerate dei convenevoli.
MARIA La casa… i figli… il marito… per una cosa o per l’altra c’è sempre qualche cosa che va storto.
BARB (preoccupato- di lui parla la parte fiscale) E’ una questione di carattere economico?... Forse che il raccolto… impegni bancari…
MARIA MA NO! Se fosse quello il motivo…
BARB (l’io fiscale si tranquillizza) Bene. Questo mi fa molto piacere. Per un momento ho creduto che questa fosse la premessa di un discorso che avrebbe fatto suo marito.
Quando una persona ha modo di onorare i suoi impegni, molte altre cose si accomodano.
MARIA Se fosse una questione di soldi non me ne preoccuperei proprio. E’ che…è che…la figlia ha già la sua età, e i mosconi non mancano.
BARB Ciò che è naturale non è riprovevole.
MARIA In particolare c’è un moscone che è più moscone degli altri.
BARB benedetta donna: se i discorsi li prendiamo tanto alla larga al nocciolo non ci arriviamo più.
MARIA Anche mio marito che, direi, è un uomo che ragiona, a volte… sì… insomma… non capisce.
BARB In sostanza questo ragazzo che fa la corte a vostra figlia… chi è’ Voglio sperare che sia un giovane dabbene.
MARIA E’ il figlio del fattore… (Monsignore la guarda come se non avesse capito) … d’Anacleto, quello che è appena uscito.
BARB Be’, se il figlio è assennato come il padre… non vedo perché…
MARIA Il ragazzo è bravo… è un ragazzo d’oro.
BARB E allora?
MARIA E’ che mio marito non ne vuol sapere! Ma non è quel non volerne sapere perché è geloso della figlia… Il vero motivo non l’ho ancora capito.
MARIA Signora! Io non sono solo colui che viene a riscuotere l’affitto per il terreno della Curia che suo marito conduce… Voglio essere qualche cosa di più e di meglio.
MARIA E’ da quest’inverno che ho un cruccio… un rodimento qui… (decisa) Be’. Insomma, io sono convinta che ci sia dell’altro!
BARB (scoppia) Benedetta donna! Da noi si pretende l’obbedienza… e va bene! La castità… e va bene! La santità magari… e va bene! Ma che si pretenda da noi la pazienza di un marito…Questo è troppo!
MARIA (sommessa) C’ho fatto venire il nervoso?
SCENA TERZA: detti, Rosolino.
ROSOLINO (da fuori) Maria? C’è Monsignore? (entrando) Riverisco Monsignore. Mi scusi. Ma non immaginavo che sarebbe venuto oggi. E pensare che sono appena uscito. Sono andato a prendere le sigarette, quando incontro don Luigi, che era appena uscita dall’ospedale dove era andato in visita “ dai suoi ammalati” come dice lui; e mi son fermato a far quattro chiacchiere. Quel prete lì, sembra che abbia il cuore in mano quando parla dei suoi ammalati. E’ un piacere sentirlo.
BARB (raschiandosi la voce a mo’ di risentimento) Ah, il buon don Luigi.
ROSOLINO Be’, ma non ha ancora preso niente?
MARIA Oh, mi scusi… ma…
BARB Non si preoccupi. Al mattino non prendo assolutamente nulla.
MARIA (asciutta) Io vado di là. Dio sia lodato.
BARB ( con tono di rimprovero) Sempre sia lodato.
SCENA QUARTA: detti
ROSOLINO Non doveva disturbarsi a venire. Se mi avesse mandato a chiamare sarei venuto io.
(ora ognuno parla dei propri problemi a volte sovrapponendo le battute, e nel progredire aumentano di tono)
BARB A parte il fatto che lei conosce i suoi impegni verso la Curia…
ROSOLINO Ho passato un inverno terribile!
BARB … L’ho fatto avvertire più di una volta.
ROSOLINO … Non lo auguro nemmeno ad un cane!
BARB …Per diverse volte non si è fatto trovare in casa…
ROSOLINO … Se penso a tutte le notti insonni…!
BARB ….Altre volte mi ha fatto dire da sua moglie che sarebbe venuto l’indomani.
ROSOLINO … A girare per la stanza come un pazzo!
BARB … I solleciti stessi che la Curia le ha mandato…
ROSOLINO ….Gli errori di gioventù che ti eri illuso di scordare…
BARB … Non hanno avuto nessun riscontro.
ROSOLINO … Ora vengono tutti alla mente… e pesano!
BARB …Dopo tutti questi anni di amicizia…
ROSOLINO … Mi trovo in una situazione dalla quale non vedo come uscirne.
BARB … In cui è sempre stato puntuale…
ROSOLINO … Ce ne saranno stati dei bravi ragazzi qui…
BARB … Ammetterà che una certa perplessità la si può avere…
ROSOLINO Invece lei va proprio ad innamorarsi di…
BARB …E che un certo provvedimento lo si debba prendere.
ROSOLINO Mi dica lei cosa debbo fare io; ora!
BARB (esplodendo) INSOMMA BASTA!!! Ho capito che ha delle preoccupazioni di carattere familiare!
ROSOLINO E grosse assai!
BARB (calmandosi) Comunque i problemi si debbono affrontare uno alla volta. (appare l’interesse economico) I suoi problemi di carattere sentimentali possono aspettare ancora un attimo; mentre invece i problemi di carattere temporale si debbono sbrigare subito.
ROSOLINO (sotto tono) Ma, veramente…
BARB Lei ha con noi degli accordi ben precisi. Sono anni che coltiva la terra della Curia, ed aggiungo: un’estensione di tutto rispetto. Non ha mai sgarrato di un solo giorno il pagamento dell’affitto. Il giorno 11 novembre San Martino, lei si è sempre presentato, come ben so, puntuale. Desidero che questa prassi si mantenga!
ROSOLINO Lei deve scusarmi. Se non son venuto prima è perché non ho potuto. Il granoturco che in un primo momento sembrava che andasse bene, è stato scarso, e non molto bello. E allora… ho dovuto svenderlo e prendere i soldi con le mani dietro la schiena. Le spese per le sementi, il concime, le quindicine agli uomini, mi hanno preso tutto il guadagno.
BARB Non sarà perché ha aspettato per realizzare di più?
ROSOLINO Questa è bella! Ma chi è che le ha raccontata questa fandonia?
BARB Anacleto: il suo fattore.
ROSOLINO Impossibile!
BARB Lei sa che l’arte di informarsi a non fa difetto.
ROSOLINO (quasi fra sé) Quello là, che ascoltarlo nessuno gliela fa. Se trova uno che gli liscia un po’ il pelo… gli cava anche le braghe.
BARB (si raschia la voce a mo’ di rimprovero)
ROSOLINO Sì, è vero. Mi scusi. E’ che certe cose le chiedesse a me, sarebbe meglio. Comunque, non si preoccupi che la settimana prossima passo io da lei. E se le dico che passo: passo!
BARB Speriamo che sia la volta buona. Mi raccomando1 Bene! Questo problemuccio è stato risolto.
(con tono amichevole) Piuttosto; ho sentito che le affliggono problemi familiari. Coraggio: confidati con me. Sono soprattutto un sacerdote.
ROSOLINO (titubante) Lei sa che io ho una figlia, che avrà già visto di sicuro, perché se anche non è molto che è stato trasferito qui, l’avrà vista in chiesa tutte le domeniche.
BARB la Daniela. La conosco. E’ una bella e brava figliola.
ROSOLINO Proprio così: brava e bella. E siccome lo ha detto anche lei che non è brutta, c’è uno “spolverino” che le gira d’intorno. E fino a questo punto non ci sarebbe nulla da dire,- Il dramma è che si è innamorata del figlio… del fattore… di Anacleto.
BARB Bene. Dovrebbe essere contento. Ho sentito che è un bravo ragazzo. Anche se, per la verità, non gli viene il mal della lavandaia.
ROSOLINO E’ un bravo ragazzo. E’ vero. Ma vede: qui, quando il sole picchia, picchia sul serio. E se picchia sulle teste giuste fa prendere delle cotte da “ mal marzocco”
BARB (assumendo l’atteggiamento del prete) Figliolo, fin qui mi stai dicendo delle cose del tutto normali.
ROSOLINO Vedrà che piano piano arriverò fino il fondo. Sarà stato giovane anche lei…
BARB naturalmente capita quasi sempre anche a noi preti.
ROSOLINO Mi scusi: a volte mi scappa qualche stupidaggine. Quando si è giovani si ragiona più con gli istinti che con la testa, vero? E fare una sciocchezza ci si mette un secondo.
BARB Tirare le cose per le lunghe deve essere un vizio di famiglia.
ROSOLINO Come dice?
BARB Niente… niente.
(Monsignore va alla finestra. Garda fuori, un po’ spazientito. Dà perciò la schiena a Rosolino: Rosolino nel frattempo, prende una sedia e si inginocchia)
ROSOLINO L’uomo non e di marmo.
BARB No, no. Sicuramente non è di marmo.
ROSOLINO Anzi, a volte diventa un animale.
BARB Già. Quante cose mi sta dicendo che ancora non conoscevo.
ROSOLINO Flavio, il figlio di Anacleto, il fattore: E’ MIO FIGLIO!
( entra Gastone e rivolto a Rosolino)
GASTONE Mi scusi signor Rosolino, credevo che fosse solo. Son venuto a dirle che il motore del pozzo è rotto.
ROSOLINO (inquieto ed imbarazzato) Va a chiamare il meccanico.
GASTONE (vedendo il padrone in ginocchio ) Le fanno male le ginocchia?
ROSOLINO Impiccati!
(Gastone esce di corsa)
BARB ( che nel frattempo si è girato, quasi non avendo compreso) Cosa mi stai dicendo?
ROSOLINO ma come? Io ho fatto il giro del’oca per dirle quello che le ho detto… e quello stupido di Gastone mi viene a rompere le uova nel paniere.
BARB Senti, figliolo. Non ti sembra che entrambi abbiamo già un’età che se c’è qualche cosa da dire, la si possa dire senza tanti fronzoli?
ROSOLINO Ha ragione.
BARB Ho capito bene ciò che mi hai confessato?
ROSOLINO (mettendosi in piedi) CAVOLI! Che ha capito!
BARB Ma è possibile?
ROSOLINO E’ possibile… purtroppo!
BARB Ma come è potuto succedere?
ROSOLINO Eravamo verso la Madonna d’agosto. Al mattino, nel cielo passavano dei nuvoloni che presagivano grande pioggia, anche se la stagione non l’avrebbe detto. Era sabato.
(racconto)
Qualche giorno prima falciarono l’erba e la lasciarono sul campo a seccare.
Dopo pranzo, i nuvoloni che prima passavano e se ne andavano iniziarono a “ frenare”,e fare i riccioli. Il “ buco delle signora” ( Nord/est) che era stato pulito tutta la mattina, cominciò ad annerirsi. Allora chiamai a raccolta i giornalieri, e chiesi loro se potevano andare nel campo a raccogliere il fieno. Naturalmente loro non si rifiutarono.
Nel tardo pomeriggio tutto era sotto il porticato; si trattava di portarlo sul fienile.
Gli uomini non ne volevano sapere perché per dire la verità erano esausti.
Per dare l’esempio, mi rimboccai le maniche, e andai sul fienile insieme alla Virginia -. Quella che poi sposò Anacleto, il mio fattore- che quel giorno non c’era. Cominciai a dar delle forconate per ammucchiare l’erba. Finalmente sotto sera, tuta l’erba fu a posto e gli operai uno alla volta “ tagliarono l’angolo” come si suol dire.
Fatto sta che rimanemmo noi due soli: io e la Virginia.
C’era già buio.
Io ro al limite del fienile.
Dal lucernario veniva, filtrando fra le nubi un raggio di luna che illuminava la scena. La Virginia – che si trovava in cima al mucchio d’erba- si lasciò scivolare giù. La sottana, invece rimase su.
Sa Monsignore… come quando si sbuccia una banana!??
Mi si presentano due gamba bianche come il latte!
Sa Monsignore… quelle belle gambe bianche che hanno le donne che portano le sottane lunghe…
A me poi, il profumo del fieno fa uno strano effetto.
BARB (interessato e sopra pensiero) A me, invece , il profumo della violetta.
ROSOLINO… Cosa vuole che le dica?! Io non ci ho più visto! E allora… allora… Lei cosa avrebbe fatto? IO L’HO FATTO!
Ricordo che lei teneva le braccia aperte verso di me.
Ricordo di aver gridato “ Virginia” e da quel momento una nebbia… una nebbia…
GASTONE (entrando improvvisamente ) Il fabbro non c’era e quindi sono andato dal dottor Fontana.
ROSOLINO perché volevi far riparare la pompa al medico?
GASTONE Ma no! Sono andato a vedere le rose rampicanti. Sembra che stiano morendo. A non sta bene?
ROSOLINO Strozzati!
BARB Allora… Flavio…?
(Gastone esce )
ROSOLINO (con il capo fa un cenno affermativo)
BARB Certo che questa è una situazione alquanto delicata. (preoccupato) Se ciò si viene a sapere il Curia… Non credo che possano trascurare un fatto che ha tutti i crismi di uno scandalo.
ROSOLINO Ecco perché gliel’ho confessato in ginocchio.
BARB Vorrei proprio sapere perché mi hai raccontato tutto ciò. E’, forse, perché ti rimorde la coscienza?
ROSOLINO Anche! Però, purtroppo, è successo quello che non avrei mai pensato…Mai voluto.
BARB E ora cosa pensa di fare? Tenga presente che in questa situazione, nostro malgrado, ci siamo anche noi.
ROSOLINO Avrei pensato di fare in modo che la terra della Curia la coltivasse Flavio e suo padre. (si schiarisce la voce) Anacleto. Così preso dal lavoro dal mattino alla sera, non avrà fregole per la testa. Manderei la Daniela a studiare il più lontano possibile… Chissà che non trovi un bravo ragazzo…
BARB Può essere una soluzione. Però, non mi sembra molto logico che si possa credere che vuoi rinunciare a quell’appezzamento tanto redditizio.
ROSOLINO Ma dio, se lei mi aiuta… Se lei dicesse, dato che non ho figli maschi che possano continuare dopo di me… e perciò sarebbe meglio cambiare fittavolo… Io penso che si possa credere.
BARB Al momento non saprei cosa dire. Ne potrei parlare con chi di dovere. Mi sembra una soluzione che potrebbe andar bene per entrambi. Rimarrebbe, comunque un problema: il fattore… Si; Anacleto. Non mi sembra che abbia idee molto ortodosse nei nostri confronti.
ROSOLINO Per questo me la sbroglierei io. Ne stia sicuro.
SCENA QUINTA: detti, Maria, Gastone.
MARIA (entrando) Scusatemi. Vorrei ricordarti che di là c’è la roba per Monsignore… Disturbo?
BARB No, signora. Venga pure. Lei non disturba mai. D’altra parte me ne stavo appunto andando.
ROSOLINO (verso la porta interna) Gastone… Porta la roba per il Reverendo. (rivolto al prete) Ci siamo permessi di farle un presente… poca cosa… non vorremmo che si offendesse.
GASTONE (entra con un cesto colmo di salami e formaggi)
BARB (falso) Non dovevate disturbarvi.
MARIA Ma cosa dice..?
(Barberini cerca di togliere il portafogli dalla tasca)
MARIA Ma cosa sta facendo? Ma mo… ma no!
BARB E’ giusto.
ROSOLINO Ma no! Non vogliamo.
(Barberini toglie dal portafoglio un santino che dà a Maria)
MARIA (con l’aria di chi prende un gran regalo. Garda il santino.) Oh… Santa Rita… la mia preferita.
ROSOLINO (rivolto a Gastone) Porta il cesto a casa di Monsignore.
GASTONE Ho un sacco di cose da fare, ma entro domani glielo porto senz’altro.
BARB (avvicinandosi a Gastone e dandogli un piccolo ma deciso scapaccione) Le cose che debbono esser fatte è bene siano fatte subito… figliolo! Vieni… Precedimi. ( esce)
ROSOLINO
Dio sia lodato.
MARIA
BARB (da fuori) Sempre sia lodato.
SCENA SESTA: detti.
MARIA Dì’ non saremo stati un po’ troppo esagerati?
ROSOLINO Va bene così. Se pensi agli interessi che abbiamo risparmiato da novembre ad ora… E poi ho sentito che del bene ne ha fatto. Sta tranquilla che di quella roba lì in canonica non ne arriva.
MARIA (dubbiosa) Sì… sì. Se hai fatto così avrai avuto le tue buone ragioni!
ROSOLINO Eh, mi sembra! (la osserva attentamente) Ma tu che faccia hai?
MARIA (scontrosa) Che faccia vuoi che abbia!
ROSOLINO Mi sembri la Madonna Addolorata.
MARIA Ho la solita preoccupazione… mia figlia.
ROSOLINO Gira e rigira finisci sempre lì.
MARIA Sì! anche se sei contrario; tua figlia è sempre innamorata di Flavio. Per me c’è di mezzo la solita pallina, che ti gira per la testa da quando sei caduto dal fienile, che non ti fa ragionare.
ROSOLINO (nervosamente) Che storie vai a tirar fuori ora!? E poi, cosa centra la faccenda di quando sono caduto?
MARIA C’entra… c’entra. E poi non è detto che il primo amore duri per sempre. Di solito è bello perché dura poco. Ti immagini se Paolo e Francesca… Tristano e Isotta avessero ammucchiato una bella nidiata di figli che bel dramma sarebbe stato?
ROSOLINO Tua figlia poi… fa certe scene che potrebbe recitarla “ sepolta viva”. Smettiamola, piuttosto!
MARIA (per cambiar discorso) Monsignore i è risentito per il ritardo dell’affitto?
ROSOLINO Sì, Ma non è venuto solo per quel motivo.
MARIA Be’, ci sono altre novità?
ROSOLINO Sì. una più fresca dell’altra. Mi è venuto a comunicare che la Curia ha intenzione di togliermi la terra.
MARIA Be’, avrà detto così per dire.
ROSOLINO Ricordati che quando tuona non rimane altro che piova.
MARIA E poi lo sai che non possono.
ROSOLINO Allora tu non sai che loro hanno u codicillo che gli permette di “ recedere dal contratto quando ciò è opportuno”.
MARIA A me sembra una cosa impossibile. D’altra parte a chi vuoi che la diano.
ROSOLINO La vorrebbero dare ad una famiglia qui di una frazione.
MARIA Ma come? La vogliono dare? Ma allora è vero.
ROSOLINO Lo sai che loro non vanno in cerca di tanti preamboli. .. allora… quando ho capito che non c’era più nulla da fare…
MARIA Be’, ma perché vogliono prendertela?
ROSOLINO Perché dicono che siamo già vecchi. Che non c’è nessuno che possa tirar avanti.
MARIA E allora?
ROSOLINO Allora… allora… piuttosto che la terra vada a finire nelle mani di dio sa chi; glio ho proposto di darla al nostro fattore.
MARIA (furiosa) S’! Così la Virginia mi darà del “ tu”!
ROSOLINO Cosa vai a tirar fuori?
MARIA Eh, sì! Perché dopo saremmo allo stesso livello. .. così… quando viene qui dovrò farle bella cera. Io che la trattavo come una sorella. Darmi del “tu”1 No, no… Non ne son capace.
…Che le ho insegnato a conservare il peperone… Se non lo sa lei…? ! Chissà, quante volte quando io non la guardavo mi avrà riso alle spalle.
ROSOLINO Quando riuscirò a capire le donne le galline porteranno lo schioppo. Ma come’ Mi tolgono la terra da sotto i piedi… e lei non si lamenta per quel motivo…no. No…Si lamenta perché teme di perdere la cortigiana.
MARIA (esplodendo) Sì! Madama Pompadur!
ROSOLINO Se tu, invece di farmi una bambina mi avessi dato un maschio, avremmo accontentato anche il prete, e tutte queste cose non sarebbero successe.
MARIA Guarda che salvo prova contraria, quello che dà il sesso al nascituro, è l’uomo e non la donna.
ROSOLINO Sì! Dovevo morderti l’orecchio sinistro durante l’amplesso! Guarda! Se io non me ne vado… scoppio! (esce)
MARIA (ricordando) … Metti un grammo di salicilico per ogni chilo di pomodoro… oppure fallo bollire per un po’… Della stricnina dovresti mettere!
SCENA SETTIMA: Maria, Daniela.
DANIELA (entra sfogliando una margherita) M’ama…non m’ama… m’ama … non m’ama. (finiscono i petali) Brutto vigliacco ! (guarda la mamma) Cos’hai?
MARIA ( è seduta al tavolo) Mi fa male un dente.
DANIELA (concentrata nei suoi pensieri) Dove?
MARIA In un gomito!!
DANIELA Io che gli avevo offerto il mio cuore su un piatto d’oro… Ho Flavio… rinnega tuo padre… rifiuta il tuo nome… e se vuoi… legasti a me… anche con un solo giuramento e non sarò più una Soldi… Solo il tuo nome mi è nemico… tu sei sempre te stesso… non un Badalotti. Che cos’è un Badalotti? Non è una mano un piede un braccio o un viso… o qualsiasi parte che appartiene ad un uomo. Sì1 Un altro nome! Che cos’è un nome’ Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe lo stesso profumo. Flavio, rinuncia al tuo nome e per quel nome che non è parte di te, prendi tutta me stessa. Vigliacco!
MARIA Ve’, scendi da quel poggiolo prima che tu cada!
DANIELA Lo sai che Flavio non mi vuol più bene?
MARIA (soddisfatta) Quando è stato? Quando te l’ha detto? Come hai fatto a saperlo?
DANIELA E’ stata la margherita. Ed il fiore non sbaglia mai! Se sbagliano i fiori dove andiamo a finire…?
MARIA Per fortuna che hai fatto il liceo ed ora fai l’università.
DANIELA Tu non puoi capire i dolori di gioventù!
MARIA Sì, perché io sono nata già vecchia. Va là, va là.. Non si può dire che non sei figlia di tuo padre… matto lui… matta lei1 (esce)
SCENA OTTAVA: Daniela, Flavio.
DANIELA (riprendendo) … Che cos’è un bacio se non un sussurro fatto un po’ più d’appresso … un apostrofo fra le parole “t’amo”?
(Flavio entra sicuro di sé)
DANIELA (accusando) E tu hai il coraggio di presentarti così? Dopo ciò che ho saputo?
FLAVIO Che cos’hai saputo?
DANIELA Che non m’ami più!
FLAVIO E chi ti ha detto una sciocchezza simile?
DANIELA La Margherita; e i fiori non sbagliano mai!
FLAVIO Oddio siamo! Il raptus d’amore!... Penso che tu abbia sfogliata la margherita…
DANIELA Certo.
FLAVIO … E che tu abbia cominciato con “ m’ama” .
DANIELA Sì.
FLAVIO Non sai che le margherita hanno i petali pari e che csi cominci con un si finisci con un no?
DANIELA (cambiando discorso) Come hai fatto ad entrare così sicuro? Non hai temuto che ci fosse mio padre?
FLAVIO Io, pur di vederti sfiderei anche il diavolo.
DANIELA Sì, proprio tu! Raccontala giusta!
FLAVIO Sì… insomma… ho visto che è uscito.
DANIELA ieri son passata davanti al caffè, tu eri con i tuoi amici e non mi hai nemmeno salutata.
FLAVIO Non t’ho visto.
DANIELA Hai visto come sei bugiardo. Quando uno ama senta la presenza dell’amata anche senza scorgerla.
FLAVIO Sentimi! Se hai voglia di litigare, litighiamo pure! Purché non litighiamo!
DANIELA Ora alzi anche la voce! Cominci a trattarmi come una schiava’
FLAVIO Ma smettila!
DANIELA Da questa bocca non uscirà più una parola!
FLAVIO E’ iniziata la battaglia del silenzio!
( ENTRA IN FUNZIONE IL PLAY BACK)
(mentre il Play back parla in vece loro, i due si fissano negli occhi senza parlare. Ognuno pensa ai fatti propri accennandoli con un gesto)
FLAVIO Se tu credi ce sia il a parlar per primo ti sei sbagliata di grosso.
DANIELA Voglio proprio vedere se cede.
FLAVIO Garda però che le donne hanno una bella forza… ora è capace di tenermi qui in silenzio per una bella mezz’ora.
DANIELA Forse ho fatto una stupidaggine… ma vuoi che ceda proprio io’… che sono stata io ad incominciare?
FLAVIO Ma come ho fatto ad innamorarmi?
DANIELA Resisti Daniela…(cerca di pensare ad altro) In merceria ho visto una camicetta bianca che era una meraviglia. Chissà se a Flavio piacerebbe.
FLAVIO E sì, dico: qui da noi le belle ragazze non mancano…
DANIELA E se acquistassi quella rosa che ho visto in vetrina in piazza? Il rosa so che gli piace.
FLAVIO (cerca di far passare il tempo pensando alle sue cose) Devo andare dal barbiere… devo dirgli di tenere la sfumatura bassa perché quest’anno va di moda.
DANIELA Quel vigliacco lì non cede.
FLAVIO Guarda se questa deve fissarmi in questo modo! Mi dà un fastidio…
DANIELA Magari potrei coordinarla con la borsette nuova… Dovrò acquistare un foulard che si accompagni… mio padre; fargli spender tutti quei soldi, impazzirebbe. Ma con la speranza che pianti Flavio mi accontenterebbe.
FLAVIO Però… che bel viso che ha…
DANIELA Mi bruciano gli occhi. Farò finta di piangere.
FLAVIO meno male che ha chiuso gli occhi,altrimenti impazzivo.
DANIELA Che begli occhioni che ha il mio Flavio… Quanto tempo è che non vado dalla parrucchiera… Non mi vorrà bene perché sono discinta?
FLAVIO Pensa se mi vedessero i miei amici? …la figura del merlo che sto facendo.
DANIELA E se ora mi bacia? Io cosa faccio?
FLAVIO Quasi, quasi, io l’abbraccio.
DANIELA Se mi tiro indietro sarei proprio una stupida.
FLAVIO E se non ci sta,.. oltre che fare il deficiente non risolvo niente…
DANIELA Dai! Deciditi!
FLAVIO Io ci provo!
(si abbracciano)
( FINE DEL PLAY BACK)
SCENA NONA: detti, Sandro.
SANDRO (entra all’improvviso) C’è il padrone?
DANIELA (presa alla sprovvista si stacca imbarazzata) Ber’, si entra senza chiedere permesso?
SANDRO Vi ho rotto gli incantesimi?
FLAVIO Non stare a dire delle stupidaggini!
SANDRO Le stavi dando qualche linguata?
DANIELA Piantale bifolco!
SANDRO Be’, se non glieli dai intanto che siete giovani… Non dovrò darglieli alla mia vecchia che forza di ammucchiare degli anni fa un po’ schifo.
FLAVIO pensa se ti sentisse l’Annunziata?
SANDRO E’ un po’ difficile: è sorda come una campana…
DANIELA Cosa volevi da mio padre?
SANDRO Devo chiedergli un piacere.
DANIELA Chiedilo a me.
SANDRO No. E’ una cosa seria.
FLAVIO Oh, chissà che cosa.
SANDRO E’… è… una cosa che non ti deve interessare. Quando lo vedo non ho il coraggio di chiederla e quando mi viene, lui non c’è. (sta per uscire e poi ritorna) La sapete l’ultima di Pierino?
La mamma gli chiede:” Pierino hai ascoltato la radio questa sera?!” e Pierino:” No!” …le risponde. Invece l’aveva ascoltata1… (pausa ) non fa ridere da matti?
DANIELA Veramente io non l’ho nemmeno capita.
SANDRO Toh. Io, quando me la racconta mia figlia, rido come un matto.
FLAVIO (prendendolo in giro per gli indumenti che indossa) D’: sai che sei vestito che mi sembri un pretore?
SANDRO (guardandosi in modo particolare gli scarponi) Eh, prendimi in giro… Veh, ho uno stivale slacciato. (su una sedia mette il piede buono e lascia a terra quello da allacciare e si allaccia)
FLAVIO Be’? Come fai ad allacciarti gli scarponi?
SANDRO Perché?
FLAVIO Be’, dovevi alzare l’altro.
SANDRO Ma sei stupido? L’altro non è slacciato… Avete delle robe voi modernini… ( mentre i giovani sim guardano ridendo) Io vado.
FLAVIO Aspetta… che vengo anch’io.
DANIELA (a Flavio) Vedi come sei? Tutte le scuse sono buone per andartene.
FLAVIO E se viene tuo padre?
( Flavio e Sandro escono)
SCENA DECIMA: Daniela Rosolino.
DANIELA (si siede sconvolta su una sedia)
(pausa)
ROSOLINO ( entrando evidentemente da una porta dalla quale non sono usciti i due) Dov’è Sandro?
DANIELA Come fai a sapere che è stato qui Sandro?
ROSOLINO Come? Non senti che odore? (va alla finestra e l’apre. Guarda di sotto, vede Sandro. Chiama) Sandro: cosa volevi?
SANDRO (da fuori) Niente… niente… glielo dirò.
ROSOLINO Per cortesia chiama Gastone.
DANIELA (esce)
SCENA UNDICESIMA: Rosolino, Gastone.
GASTONE (entrando. Asciutto) Cosa c’è?
ROSOLINO Va a chiamare Anacleto. (lo guarda) Che faccia hai’
GASTONE Niente!
ROSOLINO Come se non ti conoscessi…
GASTONE E’ che non si può torturare una ragazza a quella maniera lì! (riferendosi al padrone) Soltanto uno che conosco io si comporta così! ( esce)
ROSOLINO ( fra sé) Ecco qua un avvocato dalle cause perse. (Ancora fra sé) Qui, caro il mio Rosolino, devi usare i tuoi sette sentimenti e cercare di convincere Anacleto.
SCENA DODICESIMA: Rosolino, Virginia, Maria.
VIRGINIA E’ permesso? C’è nessuno?
ROSOLINO Ah, Virginia, vieni dentro.
VIRGINIA Ero venuta per…
ROSOLINO E’ un bel po’ di tempo che non ci vediamo.
VIRGINIA Eh, nelle case dei contadini non c’è ne orologi ne campane…
ROSOLINO (serio, indagando con disagio) E’ solo per quel motivo?
(pausa)
VIRGINIA (risentita) Io non lo so! Non vi sembra di essere cambiati tutti e due? Lo sa perché sono venuta a cercare la signora Maria ?… Perché … io non sono capace di stare insieme ad una persona quando ha… mi scusi…una merdina sotto il naso… Dico, è una vita che praticamente abitiamo nella stessa casa. Non c’è mai stato niente da ridire. .. Ora… chissà perché; da quest’autunno ad ora, mi sembra che vostra moglie ce l’abbia con me.
A me sembra di non aver fatto mai nulla che la potesse indisporre… e se ho fatto qualche cosa che non dovevo, fato che non l’ho fatto intenzionalmente, sono pronta a chiedere perdono.
Ma questa è una situazione dalla quale vorrei uscire.
MARIA (entra. Vede Virginia, ma non la degna di uno sguardo) Ma che odore c’è qui dentro?
ROSOLINO E’ venuto Sandro. Quante volte vi ho già detto che non voglio che lo facciate salire.?!
MARIA (fredda) Non posso dirgli:” Sandro non entrare perché puzzi.!
ROSOLINO Basterebbe andargli incontro e cercare di tenerlo fuori. Hai visto che c’è la Virginia?
MARIA (scostante) Non ti avevo vista.
(pausa che mette tutti a disagio)
SCENA TREDICESIMA: detti, Anacleto.
ANACLETO (entra) Ha chiesto di me?
ROSOLINO Gli uomini sono tutti impegnati?
ANACLETO Ci mancherebbe altro!...E’ quasi mezzogiorno…
ROSOLINO Ti ha detto Gastone che c’è il motorino del pozzo che non funziona?
ANACLETO Sì, me l’ha detto mentre tornavo a casa. Sono andato a da Rossi a chiedergli in prestito il bigoncio per portare il vino all’ospizio… Sarà difficile che il motorino funzioni senza petrolio.
VIRGINIA (al marito) Flavio è giù?
ANACLETO Mi sa che sia andato alla fiera della Fontana.
ROSOLINO (preoccupato, alla moglie) La Daniela è su?
MARIA (che ha capito) Sìììì !
ROSOLINO Bene. I tralci delle viti son già sistemati?
ANACLETO Certo. Ci mancherebbe altro.
ROSOLINO (scusandosi) Ti faccio certe domande come se dubitassi del tuo lavoro…. Scusami, ma oggi ho la testa che va per suo conto.
MARIA Sei indisposto?
ROSOLINO ma no. Lo sai che ogni tanto mi capita.
ANACLETO Gastone mi ha detto di venir subito perché aveva una cosa importante … Ma a me sembra che…
ROSOLINO Hai ragione. Infatti è una cosa importante.
Vedi, il nostro mestiere ha preso in avvio che a seguirlo io non ci riesco…
ANACLETO (preoccupato) Finora ce la siamo cavata abbastanza bene…
ROSOLINO A proposito… cosa ti è venuto in mente di dire al prete che quest’anno ce la siamo cavata bene, meglio degli altri…
ANACLETO Volevo farle fare una bella figura.
ROSOLINO Sarà meglio che impari a conoscerli.
ANACLETO Mi ha trattato con così belle maniere… che io ho vuotato il sacco.
ROSOLINO Be’, lasciamo perdere perché ormai è fatta. Ho una salute, dicevo, che non è più quella di un tempo.
ANACLETO Io non sono solo il suo fattore… e se c’è da rimboccarsi ancor di più le maniche per darle una mano non son certo quello che si ritira.
ROSOLINO Lo so, fai a meno di dirmelo. Non ho dubbi. Bene; siccome ho della terra mia basta e avanza per vivere, avrei fatto i conti di rinunciare alla terra della Curia.
ANACLETO Be’, ma cosa dice?
ROSOLINO lasciami finire. Ho già parlato a Monsignore e gli ho già detto ciò che intendo fare. Naturalmente ad una condizione. Altrimenti non se ne parla. Che quella terra lì la gestisca tu.
(a questa notizia Anacleto non regge e va a sedersi. La moglie lo segue e si mette dietro a lui)
ANACLETO (toglie di tasca il fazzoletto rosso e si asciuga il sudore) Be’, ma cosa dice? Siamo sempre andati avanti così… Abbiamo sempre fatto bene…Io non mi sono mai lamentato…
VIRGINIA (intervenendo decisa) Taci! Lascia che vada avanti. (sotto tono) Prima che perda il filo.
MARIA (rivolta al marito) Se non stai bene perché non vai a stenderti sul letto?
ROSOLINO Sentimi: ho una figlia che sicuramente non farà la contadina. A me,per dire la verità, piacerebbe andare a fare qualche viaggio con la mia vecchia.
MARIA (acida) Perché non stai bene a casa tua?
ANACLETO Sì, ma io non vorrei che lo facesse per me.
MARIA No di sicuro!
ROSOLINO D’altra parte hai un figlio che ti può dare una mano. Anzi, è proprio io suo lavoro.
ANACLETO Se fosse per quello… ma no! Non si può rinunciare ad un’azienda simile!
VIRGINIA (rivolta al marito) Be’, ora sei tu che dai i numeri? In fin dei conti non mi sembra una soluzione sbagliata… Loro ne hanno più che a sufficienza, e noi non l’abbiamo poi tanto grande. Non pensare a te, pensa a tuo figlio!
MARIA (sempre acida) Così siamo contenti tutti!
ANACLETO Mah, a me sembra un fulmine a ciel sereno.
ROSOLINO Certo che c’è sempre il rovescio della medaglia.
ANACLETO Sembrava a me…
VIRGINI Per tanto che cambi…
ROSOLINO Non potrai, certo, comportarti come prima… il padrone cambia… Noi siamo amici per cui la messa della domenica può passare anche via…per libertà ideologica… ma poi credo che tu non posa più continuare… Non quella delle sei:quella delle undici… ed in prima fila. E poi il primo maggio … non con il garofano rosso--- ma quello bianco… magari un giglio.
ANACLETO (ironico) Magari una bottiglietta nel taschino per tenere il gambo in fresco… Ma cos’è questa storia’ Ho capito bene?
ROSOLINO Oh, altro che se hai capito! La tua vita dovrà cambiare da così a così.
ANACLETO Ah, no! Se invece di dieci ore se ne debbono fare quindici… se l’affitto cresce… se per Natale c’è da preparare il cestino da offrire… va bene. Ma se c’è da far chiudere il becco a costui… questo proprio: no! Ricordiamoci che costui si flette ma non si piega.
ROSOLINO Oddice, siamo in piena campagna elettorale! Sarà meglio che ci pensi su.
ANACLETO Eh, no! Dalla vita di soddisfazioni ne ho avute poche. L’unica che ho avuto è stata quella di poter dire ciò che mi sento e in cui credo. Se poi, ora, mi togliete anche questa…
VIRGINIA Cleto, male non ti farà. Hai l’anima nera come il cappello del prete… Oh, scusatemi, volevo dire come il culo della padella.
MARIA (rivolta ad Anacleto) Ascoltate vostra moglie, lei si che ha : personalità.
VIRGINIA (in controbattuta) Forse io non avrò la personalità come di qualcun'altra, ma in fin dei conti non dovrò fare di meno di ciò che qualcun’altra fa da un pezzo!
ROSOLINO Stiamo calmi! Per favore!
ANACLETO Io dico: ma è proprio necessario che una persona cambi le proprie idee? Quando fa il suo dovere… Quando paga quel che deve pagare…
ROSOLINO A volte mi chiedo se sai:” Quanti dei ci sono in un cesto.” Ma vuoi che il figlio del barbiere vada a farsi tagliare i capelli da un altro? Che il figlio del sarto vada a farsi confezionare le braghe da un altro sarto?
ANACLETO Io non mi faccio tosare. Io non mi vesto più.
VIRGINIA Sì, va bene! Ma qualche decisione dovrai pur prenderla. (rivolta a Rosolino) Vedrà, signor Rosolino, che con una pettinata i capelli andranno a posto..
MARIA E’ proprio vero che la gente non si è mai finito di conoscerla. (esce)
FLAVIO (da fuori) Mamma!... mamma1
VIRGINIA (va alla finestra) Cosa c’è Flavio?
FLAVIO Lo sai che ore sono?
VIRGINIA Oddio che ho sul fuoco la punta di petto! (esce)
ANACLETO A me, tutti questi problemi han fatto venire il capogiro. Vado a berci sopra.
ROSOLINO Non stai qui che beviamo in compagnia?
ANACLETO Mi scusi, ma ho voglia di buttarmi sul letto.
ROSOLINO Preparati che dei mal di testa te ne verranno a iosa.
ANACLETO (uscendo) Oggi se mi cerca sono nel campo sotto. Arrivederci.
ROSOLINO Ciao Cleto. (si siede spossato su una poltrona, e rivolto a se stesso) Va là Rosolino, che hai una bella faccia di bronzo. Prima gli fai venire il mal di testa… ( con la mano indica le corna) e poi glielo mantieni!
SIPARIO SUL SECONDO ATTO
ATTO TERZO
ATTO TERZO: Autunno, sera.
SCENA PRIMA: Gastone, Sandro, Maria.
(Gastone sta accendendo il camino)
SANDRO (da fuori) padrone… siete su?
MARIA (da fuori) Gastone, guarda chi è?
GASTONE (va alla finestra e l’ apre) Chi è?
SANDRO Sono Sandro. Chi vuoi che sia?
GASTONE Cosa vuoi?
SANDRO Cerco il padrone… Devo chiedergli un favore.
GASTONE E’ di là.
SANDRO Posso venire su?
GASTONE E’ proprio necessario?
SANDRO Osteria! E’ dall’anno scorso che debbo chiedergli un favore… adesso che mi sono deciso…
GASTONE Pulisciti gli stivali, anzi togliteli.
SANDRO Mi fai venir su in pedule?
GASTONE Ho appena scopato le scale.
SANDRO E allora, posso venire?
GASTONE No,aspetta i francesi.
( pausa)
SANDRO (entra) Dì? Sai che ce n’hai delle balle! (entra senza sscarpe. Ha le pezze come qulle che portavano i soldati )
GASTONE (ridendo) Be’, ma cos’hai nel piedi?
SANDRO Non lo vedi: le pezze.
GASTONE E perché non ti metti le calze?
SANDRO Sì, e alla domenica cosa metto?
GASTONE Non sederti. … E se proprio siediti qui. ( mette uno strofinaccio sulla sedia) E mi raccomando non andare vicino al fuoco.
SANDRO Perché, hai paura che te lo rompa?
GASTONE No: è per il coso… (fa il cenno del puzzo)
SANDRO Sì, perché tu sai di incenso.
GASTONE Allora, ti chiamo il padrone.
SANDRO Intanto salutami Viscioli.
GASTONE E chi è?
SANDRO Quello che ha le palle negli olii.
GASTONE (uscendo) Ci casco sempre.
(monologo di Sandro)
In questo monologo Sandro si fa domande, e fa le sue considerazioni. Progredendo sim si autosuggestione e aumenta di tono e di ritmo fino a scoppiare sull’ultima battuta.
SANDRO (rimasto solo) Sarà meglio che me lo tenga buono quello lì. (riferendosi a ciò che deve chiedere al padrone) Piuttosto di chiedergli quel piacere lì… farei piuttosto un bambino con gli stivali… Straparlo…Questo lo dicono le donne.
Ma vuoi che me la presti?
Sarà difficile.
D’altronde son già qui…
Devi ammettere che se non fossi già su, avresti già perso il coraggio.
Lui che è così attaccato alle sue cose..
E se dovessi salutare la signora Maria e con una scusa andarmene?
Sei proprio stupido Sandro. Non sembri nemmeno un uomo. In fin dei conti non gli chiedi dio sa che cosa…Alla fine dei conti non gli chiedi che la… bicicletta. Non gli chiedi la moglie. Magari ti dà più volentieri la moglie che la bicicletta.
Be’; ora non esagerare. Ha una moglie che c’è da levarle tanto di cappello. Sì, ma anche la bicicletta.
Ma vuoi che me la presti? … Lui che la tiene come un tesoro…
Veramente è una signora bicicletta. Dico: una Bianchi Imperiale con i freni interni.
Ma cosa mi son sognato di voler proprio quella lì. Non godo altro nella vita. Non ho mai avuto nessuna soddisfazione nella vita.
Vuoi mettere trovarmi domenica mattina sul piazzale davanti al duomo alla partenza per la gita al santuario della Madonna della Fontana, con quella meraviglia lì. Tutti mi guarderebbero, magari anche una bella sposa.
Figurati se Rosolino mi permette di appoggiare il mio coso su quella sella…. Forse andava a morose con quella lì… Gli ricorderà quando era giovane.
(va alla finestra) mah, speriamo che il tempo stia su.
Ah, secondo me non me la dà. Si farebbe tagliare una gamba, un braccio, un occhio piuttosto che prestarmi la bicicletta.
Guarda io ci metto su… (indica col gesto) No, non esageriamo.
Eppure io ce le gioco. Sì, io le arrischio. Perché son troppo sicuro che…
(Da dentro si sente il sopraggiungere di Rosolino: Rosolino entra)
SANDRO Sa cosa devo dirgli il mio signore?
Vada all’Inferno lei e la sua bicicletta!!! (esce) ( sostituire la parola “ inferno” con una più forte tipica del luogo)
ROSOLINO (che non ha capito, fra sé) Be’, ma dà i numeri? (va alla finestra la apre, gridando) Cos’hai detto?
SANDRO ( da fuori) Sa dove deve ficcarsela quella bicicletta là?!
ROSOLINO (chiudendo la finestra, fra sé) Io non capisco. Quello diventa sempre più volgare! Qualche giorno lo faccio rinchiudere nella porcilaia.
SCENA SECONDA: Rosolino, Daniela.
(Rosolino si va a sedere in poltrona)
DANIELA (entra con la valigia pronta per partire) E’ rimasto un pezzo qui Sandro?
ROSOLINO Perché?
DANIELA Be’, non sento l’odore?
ROSOLINO Uno che sta in mezzo ai maiali dalla mattina alla sera non può certo odorare di rosmarino.
DANIELA Sì, però lui ha un odore diverso. L’ultima volta che si è lavato è stato quando è caduto nel fosso.
ROSOLINO (cambiando tono) Devo accompagnarti in stazione in macchina?
DANIELA NO… NO. Non è tardi. Manca ancora mezz’ora.
ROSOLINO devi fare ancora il biglietto?
DANIELA L’ho già fatto ieri.
ROSOLINO Era proprio necessario che andassi a studiare a Firenze?
DANIELA Ancora batti su questo tasto?.. E poi me lo hai già promesso… In fin dei conti vado per studiare, mica vado per divertirmi.
ROSOLINO Va bene… va bene. Tua madre ti ha dato abbastanza soldi?
DANIELA Sì, ne ho abbastanza.
ROSOLINO (prende dal portafoglio qualche biglietto da diecimila) Tieni anche questi… non si sa mai. Una donna è meglio che non rimanga senza… che non abbia da chiederli.
DANIELA papà, non sono più una bambina.
ROSOLINO Per me la sarai sempre. E mi raccomando…Mi ha capito?
DANIELA Perché non mandi con me la mamma: così mi tiene la mano.
ROSOLINO Non fare la spiritosa! Quando andrai a divertirti; divertiti. E cerca a di conoscere delle brave ragazze e dei bravi ragazzi. <non esagerare: però.
DANIELA Papà; io vado.
ROSOLINO Hai tutto nella valigia
DANIELA Ma papà?
SCENA TERZA: detti, Flavio.
(mentre Daniela sta per uscire entra Flavio il quale si blocca nel vedere Rosolino.)
FLAVIO Oh, mi scusi. Credevo che…
ROSOLINO Desideravi qualche cosa?
FLAVIO (impacciato) No…no. Credevo che ci fosse mia mamma.
ROSOLINO No. Oggi non l’ho ancora vista.
( Rosolino è messo in un modo da non vedere i due giovani che sono vicini alla porta. Parlano fra di loro sottovoce)
DANIELA Non sei ancora pronto?
FLAVIO Ci impiego un attimo. Sono venuto a controllare se eri pronta tu.
DANIELA Che bella scoperta! Certo che sono pronta.
ROSOLINO ( a Flavio) Hai parlato?
FLAVIO Ah….io?....no!
DANIELA papà: io vado.
ROSOLINO (che vuole un bacio) Non scordi nulla’
DANIELA (Daniela va a dare un bacio al padre e ammiccano a Flavio, esce)
SCENA QUARTA: Rosolio, Flavio.
(Rosolino cerca di trattenere più a lungo Flavio)
FLAVIO Visto che non c’è mia madre tolgo il disturbo.
ROSOLINO (prendendogli il braccio) Stai qui… stai qui un attimo.
FLAVIO Ma veramente io devo…
ROSOLINO Aspetta un attimo.(fra sé) Intanto che… ( a Flavio) Allora sei contento …
FLAVIO Di che cosa?
ROSOLINO Del podere della Curia che dovrai gestire insieme a tuo padre. (sfuma “ tuo padre”)
FLAVIO (sempre con molta fretta) Sì… sì.
ROSOLINO Finalmente ora potrai lavorar sul tuo.
FLAVIO (impaziente) Sì… sì.
ROSOLINO Adesso dovrai rimboccarti le maniche e stare molto attento.. perché si fsa presto a commette degli errori… anche se sei agronomo.
FLAVIO Sì, ma ci sarà anche mio padre, anzi, sarà lui a condurla.
ROSOLINO Garda che tuo padre non ha più vent’anni…. L’ho fatto anche per te.
FLAVIO Sì… sì… Però ora vado.
ROSOLINO Dovrai pensare solo al lavoro ora; al lavoro e basta. Perché … chi ben comincia è già a metà dell’opera.
FLAVIO (fra sé) Sì: il Trovatore! (a Rosolino) Vedrà che saprò fare il mio dovere. Ora vado eh!
ROSOLINO Perché, vedi: la vita non è facile. Sta attento a coloro che ti corteggiano troppo, perché son quelli che poi ti truffano.
Quando ti offrono qualche cosa eccessivamente a buon mercato, vacci piano, perché sotto sotto c’è qualche cosa. Non avere mai fretta. Pensaci su due volte… e cerca di non aver bisogno delle banche, perché, ricordati bene; che il frutto mangia il capitale.
FLAVIO Mi sembra di ascoltare mio padre.
ROSOLINO Come?
FLAVIO (con enfasi) Non prestare mai soldi, specie agli amici, perché insieme ai soldi perdi anche gli amici. Non tenere i conti lunghi, perché se ne dei dare ci fanno su la cresta<, e se te ne vengono non li vedi. Ricordati che i soldi li hai quando li hai in tasca.
ROSOLINO E ricordati che chi lavora in proprio non ha ore.
FLAVIO Sì, però non c’è solo il lavoro; perché altrimenti uno si trova vecchio senza accorgesi.
ROSOLINO Queste sono teorie sbagliate. Cosa c’è di più bello del lavoro?... Farsi una posizione a farsi stimare dalla gente? Ne avrai detltempo per divertirti quando sarai vecchio.
FLAVIO Sì, ma quando uno è vecchio è vecchio!
ROSOLINO Questo è vero. Però, tu pensa ad arricchirti, perché i ricchi sono stimati dalla gente, sono considerati: furbi, intelligenti, e magari anche belli anche se hanno la gobba. Tu, dì che sei bortolo, ma fa in modo che gli altri credano che ne hai.
FLAVIO ma lo sa che se mio padre non fosse mio padre, direi che è lei mio padre?
ROSOLINO (ritenendo di ave esagerato, per correggersi) ma non mi avevi detto che avevi fretta?
FLAVIO Eh, sì. Anche troppo1
ROSOLINO Allora: vai! E mi raccomando P.S.
FLAVIO Cosa vuol dire?
ROSOLINO “ P,S,” Pensaci su.
FLAVIO (uscendo) La saluto!
ROSOLINO Se andavo avanti ancora un po’ facevo la scena della “ nemica”
SCENA QUINTA: Rosolino, Gastone, Maria.
GASTONE (entra e guarda il fuoco) Lo sapevo che se non curo io il camino… (va a sistemare la legna, fiuta) Ma che legna ha messo?
ROSOLINO Ma no! E’ ancora l’odore di Sandro.
GASTONE ha bisogno di qualche cosa?
ROSOLINO Di un po’m di quiete.
GASTONE (esce)
MARIA (entrando) Se ne è già andata la mia bambina?
ROSOLINO Sì, la tua “ bambina” se ne è già andata da sola.
MARIA Garda che non è andata da sola.
ROSOLINO E con chi?
MARIA Con Susy e Patrizia.
ROSOLINO Ma come? Sono andato a far benzina dal padre della Susanna e no me ne ha parlato.
MARIA Ma glielo hai chiesto?
ROSOLINO Come facevo a chiederlo se non lo sapevo? Questa poi è bella! … E intanto paga Pantalone.
MARIA Che bella novità . Ti arrangerai. Sei proprio prodigo tu….
ROSOLINO Be’, cos’hai?
MARIA Perché?
ROSOLINO Hai un muso…
MARIA Ah, non so! ( pausa) A me, al pensiero che la Virginia e Anacleto sta facendo il trasloco per andare al podere della Curia che gli hai dato, prende un nervoso… che no so.
ROSOLINO Ma nemmeno avere una faccia così tirata…
MARIA Dico: rinunciare ad un podere simile…
ROSOLINO Guarda che ne abbiamo palato straparlato. E poi non è detta l’ultima parola. La Curia non ha ancora dato la risposta. Ciò che importa ora, è che se ne vadano.
MARIA Solo che a me l’hai raccontata ad una maniera e a Anacleto ad un'altra.
ROSOLINO Ma come sei furba! Dovevo dire che la Curia mi ha dato il “ raus”? Avresti fatto una bella figura. Non è meglio che la terra passi ad Anacleto? Almeno compreremo il concime, il mangime, e tutto ciò che serve. Così risparmieremo. E poi, scusami: Con la Virginia sembrate cani e gatti… Almeno non vi vedrete.
MARIA Se è per questo ne sono felice. Non l’avrò più sotto gli occhi. Pensa che prima venivs ogni morte di vescovo, per timore che le chiedessi qualche cosa…Ora, dopo tutto quel ben di dio che gli hai fatto avere, l’ho sempre fra i piedi. Vuol sapere di questo, di quello, e cosa costa la radio Marelli nuova, e la <singer che fa gli zich zac …La ghiacciaia dell’ultimo tipo… Vorrebbe conoscere le mie amiche… Sai… vorrebbe entrare nell’alta società. E poi vuoi sapere l’ultima? Mi dà già del “tu”. Perché, quella ghignosa lì, dice che: visto che diventeremo parenti… Eh… Ciao bella mia! Figurati se la mia Daniela va a sposare quel contadino di Flavio. Rozzo come un uscio di stalla. Figurati che mi ha già chiesto se per l’ultimo dell’anno possono venire nel nostro palco. Ma io non ci ho messo molto. Le ho detto che ormai ci siamo impegnati con i signori Finardi e i signori Paternieri. (esplodendo) Dio come mi è venuta insulsa1 non la sopporto più!
ROSOLINO Andiam bene! Sei proprio brava! Invece di esser contenta che Flavio si allontane da tua figlia… Invece lei si preoccupa della Virginia.
MARIA Oh, capirai come si allontana…
ROSOLINO Ad ogni modo se vuol dare una mano a suo padre dovrà fare tanto il “Gallo Pietro” ! Prova ad alzarti al mattino presto e lavorare come un negro… Vedrai che alla sera non ne avrà tanta voglia di andare in giro a divertirsi. E poi, dico: non è ora di dargli un taglio? Non hai l’impressione che…
SCENA SESTA: detti, Anacleto.
ANACLETO ( da fuori) Rosolino siete su?
ROSOLINO meno mal3e che c’è Anacleto che così la finiamo. (va alla finestra) Vieni su Anacleto.
(pausa d’attesa)
ANACLETO Posso entrare?
ROSOLINO Vieni avanti.
ANACLETO Sono venuto a sentire per andare al mercato domani mattina.
ROSOLINO Sì. Domani ci andiamo. Ma siediti. Bevi qualcosa?
ANACLETO Ce n’è del vino di quello che abbiamo fatto con “l’uccello del prete?”
ROSOLINO Certo. ( va a prendere il vino dal buffet)
ANACLETO (assaggiando) Ha perso quel bel amabile…
MARIA (acida) Ha preso quel bel bruschino… Forse non va giù come prima… ma va giù.
ROSOLINO (dà un’occhiata alla moglie. Rivolto a Anacleto) Hai controllato cosa manca?
ANACLETO Per i campi della cascina: niente. Per quelli della Curia, si dovrà controllare.
ROSOLINO Comunque noi consideriamo fino a San Martino, poi si vedremo.
MARIA e la sua signor ne ha abbastanza del concime per i suoi polli?
ANACLETO Mah! Se alleverà…
MARIA Certo che sporcano e puzzano.
ROSOLINO (interviene) Buono questo vino…1 prima mi procurava un cerchio alla testa…
MARIA ( tra sé) Ora invece un aureola!
ROSOLINO Dì.; Anacleto? Mi hanno riferito che non vai più al “Canon d’oro”… Ma è vero?
ANACLETO Eh, sì. E’ vero. Prima di tutto è cominciato a venire gente di fuori che a me non piace molto… E poi con quel caldo di quest’estate… andarsi a rinchiudere fra quattro mura … Fatto sta è che ho perso l’abitudine.
ROSOLINO ( indagando con ironia) Dì, ascoltami? Io non ci ho creduto e non ci credo nemmeno ora. Ma mi è venuto all’orecchio che sei andato a fare il cuoco alla festa del Duomo… Ma è vero?
ANACLETO Ma taci! Lo sanno che mi piace “ sbordacciare” in cucina… Insomma: hanno insistito tanto che ho dovuto cedere.
ROSOLINO Non sarà perché vuoi metterti in mostra?
ANACLETO Beh, ma cosa dici?
ROSOLINO NO perché: se è questo il motivo, non è la strada giusta. La strada giusta è quella che seguivi prima: parlare, parlare… Perché sono quelli che gridano che si fanno sentire. Dì. Ma una volta non davi a dare una mano da un’altra parte?
ANACLETO Eh, lo sia… che io sono un apolitico ed un apartitico, e che lo sono sempre stato. Prima davo una mano ad uno ed ora all’altro: così li accontento tutti.
ROSOLINO Tu, che ormai sei dell’ambiente. E’ vero che vogliono spostare il teatro dell’Oratorio al Duomo?
ANACLETO Mah, non lo so.
MARIA E’ vero che recita anche la Virginia?
ANACLETO ma chi è che le ha raccontato una storia simile?
MARIA Mi è sembrato di aver sentito che fa la parte della contessa nei “ Fratelli Castiglioni”…
ROSOLINO ( A Anacleto, ridendo) T dovresti recitare.
ANACLETO A proposito: Carlo Negri, l’altro giorno mi ha chiesto se voglio cantare nel coro del duomo.
ROSOLINO Sei stato in chiesa?
ANACLETO Sì1 Perché non si può?
ROSOLINO No… no. Anzi.
ANACLETO una cosa che non riesco a mettermi in testa, è quando si deve suonare il campanello per l’Elevazione.
ROSOLINO Ah, suoni anche il campanello? Intanto che ci sei perché non vai a dare una mano al campanaio?
ANACLETO Una volta ho provato. Ma mi son scordato di staccarmi dalla fune e ho preso una botta in testa toccando il soffitto.
ROSOLINO Ma i tuoi compagni non ti dicono niente?
ANACLETO La sai che d’estate ci si perde un po’ di vista…
ROSOLINO E per la faccenda dei campi della Curia cosa hai pensato?
ANACLETO (falso) Mah, sono indeciso. Monsignore me lo avrà già chiesta cento volte.
ROSOLINO Perché, lo vedi?
ANACLETO Tutte le mattine alla prima messa.
SCENA SETTIMA: detti, Virginia.
VIRGINIA Si può? (entra)
MARIA Ecco qua la regina Taitù!
ANACLETO Mi segui?
VIRGINIA Sono venuto a chiederti se sei andato dal mobiliere perché venga a smontare la camera da letto da portare nella casa nuova.
ANACLETO L’ho già avvertito. Lo sai come sono gli artigiani: sembra che abbiano da fare tutto loro. Prima di sera ci andò ancora.
VIRGINIA Digli di sbrigarsi altrimenti ne chiamiamo un altro. Non voglio strare in bello finoa Natale.
ROSOLINO Allora Virginia: è un bel nolo il trasloco…
VIRGINIA Lasci pur lì. Spero che sia l’ultimo. Piuttosto di farne un altro preferirei andare all’ospizio. Comunque se la Curia ci darà la terra può darsi che sia proprio l’ultimo.
ROSOLINO Dimmi Anacleto: Non mi hai ancora detto che Monsignore lo ha già chiesto?
ANACLETO Altro che1 E mentre me lo diceva ha assunto un’espressione in volto, un sorrisino… che, per dire il vero non mi è piaciuto ne capito.
ROSOLINO Non farci caso. Quella gente ha cose tutte loro.
MARIA (rivolta a Anacleto) E Flavio come l’ha presa?
VIRGINIA Se dipendesse da lui … ha una smania di cominciare…
ANACLETO Prima di partire ha fatto tanti di quei progetti…
ROSOLINO Perché, dove è andato?
VIRGINIA E’ andato in visita dai suoi commilitoni; dalle parti di Siena… Arezzo…
ROSOLINO (in allarme) ha detto che sarebbe andato anche a Firenze, dato che è sulla strada?
VIRIGNIA Sì, mi ha detto che si sarebbe fermato lì la prima notte.
ROSOLINO (preoccupato verso la moglie) Tu lo sapevi?
MARIA Cosa?
ROSOLINO Che sarebbe partito anche Flavio?
MARIA Io. No!
ROSOLINO (rivolto ai coniugi) E voi lo sapevate che Daniela e Flavio sarebbero partiti insieme per Firenze?
ANACLETO Io no.
VIRGINIA Per dire la verità me l’ha detto Gastone che andava per i suoi studi.
ROSOLINO (rivolto a Virginia, serio) E tu non ti sei preoccupata per il fatto che sono partiti insieme?
VIRGINIA Non ne vedo il motivo. Uno è andato per una cosa e l’altra per l’altra.
ANACLETO Bene! Così faranno il viaggio insieme.
ROSOLINO Mi sembra che ci stiamo prendendo in giro l’uno con l’altro. E’ una novità che quei due ragazzi filano?
ANACLETO Direi proprio di:no.
VIRGINIA Anzi, Mi sa che sia ora di parlarne.
MARIA Sarebbe ora-
ROSOLINO (rivolto a Virginia) E proprio tu lo dici?
ANACLETO (allarmato) Non capisco perché proprio mia moglie no lo deve dire?!
E poi dico: è una vita che ci conosciamo… sciamo cresciuti insieme… A me sembra che se c’è qualche cosa da dire si possa dire senza tante storie.
VIRGINIA (nervosa) Io vorrei sapere perché non volete che mio figlio esca con vostra figlia?! Mio figlio non ha la rogna!
E’ un bel ragazzo…bravo… non ha calli sui gomiti… Non sarà perché è il figlio del vostro fattore e voi non volete abbassarvi a dargli la vostra Daniela?! Mi sa che non ci sia da perdere l’onore1
ANACLETO Virginia: sta calma! Siamo qui per ragionare: ragioniamo1
ROSOLINO Qui non si tratta di ragionare! Qui si tratta di dire che quei ragazzi lì se ne sono andati insieme! Praticamente sono andati a fare il viaggio di… Sì, insomma1 Sono andati a fare la… “ premilitare” E io dico che non è una bella cosa.
MARIA (arrabbiata) A me sembra che tu giri e rigiri la frittata senza andarcene fuori!
ROSOLINO (come scusa) Per voi sono cose di poca importanza! Mi meraviglio di te, Anacleto! Si vede che non sai vedere più il là del tuo naso! Ma come?! Io ho fatto di tutto per metterti a posto, per farvi avere un’azienda da fare invidia… e tu non riesci ad afferrare che se Monsignore viene a sapere questa faccenda… Ma non capisci che è uno scandalo? Dico: non stanno via un mattino… stanno via una notte!
VIRGINIA (arrabbiatissima) Questa è bella! Non sarebbe più giusta dire che vostra figlia è andata via con un uomo? Mi sa che le cose cambino! Lo sapete che quando l’uomo si è tirato su le braghe ha già fatto tutto.
MARIA ( c.s.) Andiamo piano! Madame: prima di dire certe cose! Mia figlia è una brava ragazza1 e l’”affitto di casa” non lo ha dato ancora a nessuno! (cambiando tono) E’ proprio vero che parla sempre quello che deve tacere.
ANACLETO (c.s.) Non vi sembra che stiamo andando fuori dal seminato? Va bene: i nostri ragazzi avranno fatto una sciocchezza… ma si vogliono bene. Io dico che non sono gli unici; è già capitato ad altri, e capiterà ancora… Non ne facciamo una tragedia! Se voi non volete che si sposino: ditelo. Almeno che si sappia una buona volta cosa intendete fare!
ROSOLINO E’ chiaro che non sai cosa stai dicendo!
ANACLETO Ora sei tu che mi fai venire la mosca al naso! Non sarà meglio che ti sgonfi? 1 Che non ti dia tante arie! Se hai da dire: dillo chiaro e netto!!
VIRGINIA E’ proprio vero che quando uno ha dei soldi crede di avere sempre ragione!
MARIA Dico; Rosolino: E’ da questo inverno che andiamo avanti con questa tiritera… Adesso è ora di finirla!
ROSOLINO Non avete capito che quei due ragazzi debbono stare come due fratelli’!!
ANACLETO IO, ho persino paura di pensare quello che sto pensando… perché se fosse così…!
ROSOLINO E’ cosi!!
VIRGINIA Ma cosa state dicendo?
ROSOLINO Virginia, ma è mai possibile? (pausa breve) Flavio e Daniela sono due miei figli!!!Figli dello stesso padre!!!
(pausa)
(Sceneggiata quasi napoletana. Le battute di tutti, in coda, si devono sovrapporre. Virginia mentre gli altri parlano si porta alla ribalta e rimane impietrita)
MARIA Allora non mi ero sbagliata1
ANACLETO (a Rosolino) E tu hai fatto una cosa simile?! ( con disprezzo) C’è da essernee orgogliosi.
ROSOLINO Non lo sono di certo.
MARIA (rivolta a Virginia) E tu hai avuto la faccia di venirmi per casa tutti questi anni?
ANACLETO (rivolto a Rosolino) Non sei andato a raccogliere l’uva nel tuo vigneto: era troppo difficile! Sei andato in quello dei tuoi dipendenti!
MARIA (sarcastica) L’uomo è cacciatore. E’ la selvaggina che fiutando il pericolo deve fuggire!
ANACLETO (sempre a Rosolino) Chissà come ti sarai vantato con i tuoi amici?!
MARIA (a Virginia) Speravi di portarmi via il marito?
ANACLETO Chissà quanta gente avrà riso alle mie spalle!
MARIA Si scandalizzava lei: quando facevamo certi ragionamenti! Dava dei pareri sulla morale: lei!
ANACLETO (rivolto alla moglie) Chissà quante volte quando stavi con me pensavi a lui
(rivolto a Maria) Pensi Maria che siamo stati nella stessa parrocchia senza saperlo.
MARIA Anche se c’è differenza! (a Virginia). Fin d’allora avevi studiato il sistema per raggiungere la posizione sociale!
ANACLETO (alla moglie) Ti sei fatta una bella posizione sociale! Sai come si chiama dalle nostre parti quella posizione lì?
MARIA (a Virginia) Chissà come avrai goduto quando mio marito ha rinunciato alla terra della Curia?!
ANACLETO Pensa se lo sapessero!
MARIA Finalmente ci sono riuscita: avrà detto!
ANACLETO (alla moglie) Dimmi tu che coraggio avrò di guardare negli occhi mio figlio! Cosa mi fai dire. Tuo figlio1
MARIA Nella Croce Rossa voleva venire lei…!
ANACLETO All’ospedale ti mando . io!
MARIA Una patronessa voleva diventare:lei.
ANACLETO Volevi che ti offrissero una medaglia?
MARIA Ma quando tuo figlio ha cominciato a fare la corte a mia figlia, non ti è venuto in mente che sarebbe potuto, anzi, che può accadere… Non farmici pensare! Come può, una donna, giungere a questi punti!
ANACLETO In tutti questi anni come hai potuto guardami negli occhi? Non sai che se ad un uomo gli togli il suo orgoglio di maschio non gli rimane nulla? … Ed io che credevo di essere il primo. …! (gli viene un dubbio. Si concentra su un pensiero)
(Virginia parla dando le spalle ai tre)
VIRGINIA: (rivolta al marito) Pensa… pensa…!
(rivolta a Rosolino, il quale in questa scena è appoggiato al camino è rimasto mestamente fermo) A lei non dico niente perché è fuori di testa.
Non una volta, ma mille volte vorrei sprofondare se avessi fatta una cosa simile.
Io fino a questo momento ho taciuto per vedere fino a che punto arrivava la sua cattiveria…,(rivolta al marito) con la speranza che tu avresti detto qualche cosa per difendermi.
Invece ti sei solo preoccupato di difendere il tuo amor proprio, il tuo orgoglio di uomo… per ciò che possono pensare gli altri.
Poveri uomini: credete di esser tanto grandi ed invece siete così piccoli!
Ma Anacleto, non ci hai pensato? Supponiamo… supponiamo che Flavio non si tuo figlio; pensa quando gli è venuta la difterite, e doveva tenere il ghiaccio sullo stomaco, e non lo voleva tenere se tu non lo tenevi in braccio? Quanti giorni e quante notti hai passato tenendolo in braccio.
Quante notti, , dopo il lavoro, sei andato alla scarica delle barbabietole allo zuccherificio , mentre il tuo padrone non lo sapeva, perché orgoglioso come sei, non hai mai voluto chiedergli un aiuto per comperare le medicine che erano così care.
Quando un uomo dà tutta la sua vita per un bambino, che importanza ha che sia o non sia suo figlio?
Scusami veh: ma ciò che mi ha offeso di più non è quello che mi hai detto, ma perché me l’hai detto.
Hai lasciato trascorrere tutti questi anni senza avere imparato a conoscermi.?
E’ vero che quando eravamo fidanzati ed io lavoravo qui, il padrone mi aveva messo gli occhi addosso ; anche un bambino se ne sarebbe accorto, quanti padroni lo fanno con le proprie dipendenti… Io sapevo che erano manie da padroni e non ci facevo caso.
E’ vero che quella ser ero sul fienile con il signor Rosolino, sul mucchio del fieno a lavorare… e quando sono scivolata giù siccome lui era al limite, si è spostato all’indietro e avendo il rebbio in mano non poteva aver altro appiglio, perché è precipitato di schiena.
E’ vero, che l’ultima parola che ha pronunciato è stato il mio nome, ma stava volando, volando sul serio.
( con dolcezza) E non ricordi più, Anacleto la prima notte di notte di nozze? (pausa) hai ancora dubbi? Ti sei fatto prendere dalla suggestione delle parole, che ti sei scordato il momento più bello della nostra vita.
E poi: non sei nemmeno capace di fare i conti?
Flavio è nato per San Pietro e il signor Rosolino è caduto pr la Madonna d’Agosto… nostro figlio, non sarà nato di undici mesi?!
(Mentre si svolge la prossima scena, ognuno si compone e cerca di smorzare l’impeto precedente e con sguardi chiedere perdono a Virginia)
SCENA OTTAVA: detti, Gastone.
GASTONE (entrando di corsa) Angelo è venuto a dire che Monsignore sarà qui a minuti.
ROSOLINO Ma è questa l’ora di andare in visita nelle case? Non hai pensato di dire di venire domani che oggi non ci sarei stato’
GASTONE Come potevo dirglielo se non lo sapevo? E poi quando è venuto angelo Monsignore si era già avviato.
ROSOLINO Va bene! Vai in cantina a preparare il solito cestino.
GASTONE Ho capito. Vado. (sta per uscire, poi ritorna) Ho detto a Sandro di non venire in casa.
ROSOLINO (pensieroso) Così ho sofferto tutti questi anni per nulla?
MARIA Ma non hai mai fatto i conti fra quando è nato Flavio e quando è successo il fatto?
VIRIGINIA Era il mino che potesse fare.
ROSOLINO Quando uno è strasicuro di una cosa, non pensa che…
ANACLETO E si che degli anni ne hai avuti…
ROSOLINO Così tutto ciò che è accaduto è accaduto solo nella mia fantasia?
MARIA Mi sa. L’ho sempre detto che hai una pallina nella testa.
ROSOLINO Io credevo… e invece… farneticavo… (pensieroso) E ora verrà Monsignore. .
SCENA NONA: detti, Barberini.
BARB (entra) Posso entrare? Oh, ma che bella compagnia.
MARIA Si accomodi Reverendo.
ROSOLINO (preoccupato, fingendo gentilezza) Oh, ma che bella sorpresa!
(Virginia si genuflette e Gastone va a baciare l’anello)
ROSOLINO Ricorda ciò che le dissi la primavera scorsa? L’ho fatto per ridere. Scommetto che lei c’ha creduto.
BARB Certo… ma non capisco…
ROSOLINO Le ho raccontato una frottola, per capire se la Curia era soddisfatta di me.
BARB Sì: infatti la accontentata, la Curia…
ROSOLINO (interrompendolo) Forse sarebbe meglio parlarne più tardi.
BARB No. Anzi…
ROSOLINO Forse a loro (riferendosi ai coniugi) Queste cose non interessano.
BARB Anzi. Direi che interessano più a loro.
ROSOLINO Ma, veramente…
BARB La Curia acconsente ai suoi “ desiderata”. Per il giorno di San Martino, 11 novembre, i terreni di proprietà della Curia saranno condotti da questa pecorella, unh tempo smarrita ed ora ritrovata: Badalotti Anacleto.
MARIA Hai capito la suonata? Sei stato tu a costruire tutta questa faccenda per… Insomma doveva passare tutto al padre “ putativo “… ma in sostanza al figlio… Doveva essere una specie di eredità “ ante-mortem”.
BARB Come diceva signora?
MARIA Ah, niente. Dicevo che mio marito diventa sempre più spiritoso.
BARB (rivolto ad Anacleto) E lei è contento? (glielo dice con un fare come “ povero cornuto”)
ANACLETO Oh, s’immagini…? (rivolto alla moglie) Ha sempre un musetto quando quello lì mi guarda…
ROSOLINO Ma è una cosa proprio sicura?
BARB Non sarei venuto di persona proprio a quest’ora se non fosse stata una notizia tanto certa quanto bella per lei.
ROSOLINO Oooh… Una meraviglia.
MARIA Monsignore, è quasi l’ora di metterci a tavola: ci fa l’onore di rimanere servito? Nel mentre si potrebbe parlare… vedere se la Curia…
ANACLETO (intervenendo) Visto che siamo i suoi nuovi fittavoli deve venire da noi.
BARB Vi ringrazio buona gente. Sono appena tornato dal Vescovado. E vorrei proprio ritirarmi. Piuttosto: mi chiedevo se Angelo vi ha riportato il cestino.?
MARIA Oh sì… sì.
ROSOLINO Anzi. Mi scusi un attimo. (va alla porta) Gastone!
BARB (rivolto a Anacleto) Mi scordavo di una cosa importante. Caro figliolo: ho visto con quanta sincera dedizione hai espresso, nel servire la messa nei giorni scorsi. Vorrei tanto che al pontificale di tutte le domeniche, alle undici, venissi a dare il tuo contributo alla solennità festiva.
ANACLETO (a disagio ) Dio sia lodato.
ROSOLINO (rivolto a Barberini) La puntualità del mio amico sul lavoro è sempre stata una sua qualità predominante. Le assicuro che senz’altro sarà puntuale al richiamo delle sue sincere e mai crollate passioni.
ANACLETO ( a Barberini) Il mio ex padrone ancora una volta dichiara la sua stima per le mie idee che mi hanno sorretto nella mia vita.
ROSOLINO (ironico a Anacleto ) Mi compiaccio nel constatare con quanta sincerità esprimi i tuoi sentimenti. Finalmente hai trovato la tua “ retta via”. Potrai, finalmente, scegliere il bastone anteriore destro del baldacchino per la festa del primo maggio.
BARB ( a Rosolino e Anacleto) Che gioia accertare questa vostra amicizia seppur ironica, sì: ma sincera.
GASTONE ( entra) Ero già pronto qui fuori.
ROSOLINO ( lo guarda come per dire:” Dovevi portare tutta questa roba?”)
GASTONE (con espressione come dire:” Non vorremmo sembrare taccagni”)
BARB Bene. Non ho parole. ( a Gastone) Se vuoi precedermi figliuolo ? Ah: dimenticavo. (prende dal portafoglio un santino e lo dà a Maria)
MARIA Oh, che bello: un altro…
BARB ( rivolto a Anacleto) Era l’ultimo. Ma anche per voi ci sarà. Statene certi.
(Barberini esce. I saluti saranno a soggetto secondo i propri interessi)
ROSOLINO Ciò che mi ha fatto passare notti insonni era il pensiero che eravamo amici. Poi per calmare la coscienza mi dicevo:” Anacleto non deve sentirsi offeso poiché a quel tempo non era ancora sposato: le corna non gliele ho messe.”
MARIA Ma le avresti fatte a me.
SCENA DECIMA : Detti, Daniela, Flavio.
(Daniela entra con la valigia. E’ scomposta e accaldata)
ROSOLINO E tu cosa fai qui?
DANIELA Papà, non parto più! Avevi ragione tu papà!
FLAVIO (entra di corsa. Rivolto a Daniela) Ho colpa io se ho perso il treno?
DANIELA Vattene! Non voglio più vederti! Papà: fin che vivrò non vorrò più vedere quel… losco figuro!
(Virginia va ad abbracciare il figlio)
ROSOLINO (a Daniela: deciso) Eh, no! Ora te lo sposi!
MARIA (rivolta a Daniela con fare persuasivo) Non fare la sciocca!
(mentre si svolge la scena i due giovani si studiano guardandosi fino a far pace)
MARIA (cercando di rimediare al suo comportamento rivolgendosi a Virginia) Ho fatto appassire l’uva: vogliamo fare il sugo insieme?
VIRGINIA (ormai rabbonita la guarda con amicizia) Sarà meglio che facciamo la giardiniera: che mi prende sempre la muffa.
ROSOLINO ( a mo’ di scusa, con tono che risulta falso) Allora stiamo per diventare parenti.?!
ANACLETO In famiglia o nel terreno?
SCENA UNDICESIMA: detti, Sandro.
SANDRO (entra trafelato) Signor padrone, signor padrone mi presta la bicicletta per domenica?
ROSOLINO Non ho capito. Cosa dicevi?
SANDRO (ormai perso il coraggio) Sono venuto a dirle che …” LA LUNA BRILLA LA’ SUL FIENILE !
( meno Sandro, tutti) Oh… che odore!!
SIPARIO SULL’ULTIMO ATTO
Finito di riprodurre in italiano il testo “LA LöNA LA LüS “ nato nel dialetto di Casalmaggiore “; il 29/ gennaio/2011 ore 15,40, nuvoloso.