L’AUTOBUS
Scheda copione
Titolo |
L’AUTOBUS |
Autore ed aventi diritto |
Giuliano Angeletti poetangeletti@gmail.com tel. 3317115597 |
Data pubblicazione |
01 .01.2016 |
Anno di stesura |
2015 |
Genere |
Dramma |
Atti |
1 |
Durata (min) |
15 |
Lingua |
Italiano |
Personaggi maschili |
1 |
Personaggi femminili |
1 |
Minimo attori maschili |
1 |
Minimo attrici femminili |
1 |
Premi e riconoscimenti |
|
Depositato S.i.a.e. |
Sezione DOR numero posizione SIAE 198563 Codice Opera 911703A |
Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto Da effettuarsi dalla SIAE |
100% 100% |
SINOSSI: un monologo scritto contro la violenza delle donne, un dramma vissuto sulle spalle della protagonista Mariavita che trasmette volutamente all’attento spettatore una sfiorita giovinezza e una violenza scambiata per amore, una narrazione frutto di un amore poi degenerato in violenza : la giovane donna crede ancora di essere amata e malgrado tutto dapprima giustifica la crudeltà del suo Marco che ingenuamente chiama ancora amore, ma purtroppo un amore che ogni giorno di più sfocia in violenza inaudita: ma “ solo quando ha bevuto” lo giustifica : la donna innamorata cerca ancora un’alibi, scambia la sottomissione per amore, finché un giorno forse per le troppe botte subite, o per punirlo decide di fare la valigia e tutta piena di echimosi , con i vestiti strappati decide di recarsi alla fermata dell’autobus per andare via … lontano , per dimenticare il suo dolore, ma alla fermata squilla il cellulare e la donna risponde , è Marco, il suo amore e il suo aguzzino che chiede perdono: e lei ancora innamorata pare di nuovo cadere nel tranello e perdonarlo: ma in quel momento arriva l’autobus e lei deve prendere una decisione : il monologo è quasi un monito che condanna e mette in luce la violenza domestica, molte volte omertosa. La drammaturgia pur essendo un corto è di media difficoltà, le scene in fondo neutro sono una simbolica fermata per e una panchina : di effetto sono le musiche di fondo che rappresentano il traffico che raffigura la vita che cinica corre senza fermarsi.
L’AUTOBUS
(monologo contro la violenza sulle donne)
di Giuliano Angeletti
Numero Posizione Siae 198563
Codice Opera 911703A
Scena: fondo neutro con una fermata dell’autobus, una panchina… una serie di secchi in plastica messi a piramide
Mariasole
Carattere: donna non bellissima con un’età presunta dai trenta ai quaranta anni, miope frustrata da un lavoro, non gratificante e vessata da un compagno violento ed autoritario, Mariasole sottomessa, ed ansiosa soffoca un sentimento di rivalsa
Abbigliamento: sobrio e nello stesso tempo datato, il maglioncino è rammendato, le calze autoreggenti nere sono sfilacciate ed ha con se una borsetta da grandi magazzini e una borsa da viaggio
Tipologia:
MONOLOGO
Durata:
15 minuti ( con musica)
SCENA UNICA:
Mariasole arriva con valigia ansante alla fermata dell’autobus volgendo le spalle al pubblico, si avvicina all’ orario degli autobus lascia la valigia, si mette gli occhiali e con l’indice segue l’orario dei mezzi
MARIASOLE: (spalle al pubblico) ecco anche questa volta sono arrivata in ritardo, il 28 è appena partito … meno male che il prossimo … ecco … ecco … e questi occhiali che non mi vanno più bene, prima o poi devo cambiarli… dunque vediamo il prossimo è tra 5 minuti ( sospiro di sollievo) meno male (mette la borsa e la borsetta sulla panchina, apre la borsetta e tira fuori della cipria e del fard e uno specchietto sempre con le spalle al pubblico cerca di darsi una ritoccatina) ecco … non va via … (ad alta voce) non va via … (cerca di ritoccarsi) no … ( grida lasciandosi andare e sedendosi sulla panchina si tiene il volto, lo specchietto e i cosmetici cadono sulla scena ma lei non li raccoglie)
( si toglie le mani dal volto il fascio di luce la illumina, il suo volto è tumefatto)
(riprende lo specchietto) guarda come sono sfigurata, sembro un mostro (piange) sono impresentabile … ma è l’ultima volta, finalmente … ora ho deciso me ne vado (pausa) ma se qualcuno mi dicesse qualcosa, io cosa gli rispondo ( si rifranca) si io dico che sono caduta dalle scale … altrimenti (pausa) … sono battuta contro uno spigolo mentre ero al lavoro (ride isterica) si lo spigolo … lo spigolo …( si alza dalla panchina) dirò che sono battuta contro uno spigolo… dopo tutto, lavoravo in una ditta di pulizie … e quando si fanno le pulizie negli uffici ci sono tanti spigoli … (con un singulto) nessuno deve sapere che sono sbattuto nello spigolo di Marco … (ride) ma è l’ultima volta … ieri finalmente ho trovato la forza, e l’ho trovata dopo anni … certo che ne ho preso di botte, ma ora ho capito che devo prendere la mia strada ed intraprendere il viaggio … (ad alta voce) si il viaggio verso una nuova vita.
(musica)
(si siede sulla panchina) e non solo ho deciso anche di cambiare lavoro, non posso continuare a vivere così … a continuare a fare le pulizie (pausa) io sono laureata, e conosco bene il francese, si ho deciso di andare a vivere in Francia (pausa) a Marsiglia dove vive mia cugina, lei si che ha avuto la forza di partire giovanissima e di andare (pausa) io invece sono sempre stata legata a che cosa poi non so! Prima con la scusa che dovevo studiare rimanevo in questa città, si mi sono laureata … ma non avevo voglia di andare … in effetti non avevo voglia del nuovo, si il nuovo mi spaventava (pausa) ma in vacanza ci andavo (ad alta voce) eccome se ci andavo, sono stata anche ad Amsterdam e poi sono stata ad Amburgo …. Mi sono vista anche il Marocco … bellissimo il deserto … bellissima Fez e Casablanca. No in Francia non ci sono mai stata … ma la Francia mi ispira … si se mi ispira … a voglia se mi ispira .. però più di dieci giorni non mi sono mai fermata
(pausa)
Non mi sono mai fermata perché dovevo correre a casa … io mi ero innamorata…si innamorata di Marco , un uomo stupendo alto prestante, una voce sensuale … aveva un sacco di donne ai suoi piedi, ma lui ha scelto me … e con lui ho vissuto un amore stupendo, indimenticabile per lui ho lasciato la carriera … e mi sono rassegnata a svolgere i lavori piùà umili (pausa) perché lui non lavorava, non che non ne trovava (grida) Marco non ne cercava neppure, stava tutto il giorno a bighellonare.
Ma io lo amavo … dopo ha cominciato a bere, e beveva sempre di più, sempre di più e diventava violento e mi picchiava, mi picchiava senza una ragione … e mi chiedeva sempre soldi, soldi ed ancora soldi ed io lavoravo in una ditta di pulizie, quanto volete che guadagnavo. E con i soldi che io gli davo, lui beveva e giocava alle slot machine ..
(pausa)
(euforica) una volta aveva vinto, e quando vince Marco è l’uomo più adorabile del mondo, mi ha anche portata a cena fuori, erano anni che non mi portava a cena fuori, siamo andati a magiare in un ristorante di lusso, e i camerieri ci servivano il vino … (pausa) quanto gli ho voluto bene a Marco … io lo amavo più della mia vita
(pausa)
Ma le cose non potevano andare avanti così …
(pausa)
La ditta dove lavoravo è fallita, mi hanno dato la liquidazione … ed un giorno la liquidazione è sparita (grida) quel disgraziato se la era giocata tutta! Allora ho detto basta … ed ora lo odio quel disgraziato!
(pausa) (si guarda il vestito sgualcito ) guarda come sono ridotta, questo rammendo si vede, però se giro la manica si riesce a camuffare bene (risvolta la manica) ecco ora non lo nota più nessuno
(vede le calze smagliate) le calze … questo no
( fruga nella borsa) devo averle messe da qualche parte (le trova) eccole … ma come avrò fatto a rovinarle, non posso andare via ridotta in questo modo … devo metterle, ma devo trovare un posto, ecco (si gira verso il pubblico, muove la testa) ora sembra che non ci sia nessuno
(chiude la borsa)
(volge le spalle al pubblico si cambia le calze e getta le vecchie sul palco)
Sono sicuro che non mi ha visto nessuno!
(si siede sulla panchina)
Ieri ho telefonato a mia cugina Laura, ed è molto contenta di ospitarmi per qualche giorno, almeno fino a che non avrò trovato lavoro al porto e un appartamento in affitto, e li finalmente rifarmi una vita
(apre la borsetta tira fuori il portafoglio e lo apre)
Biglietto dell’autobus, biglietto del treno Genova – Marsiglia seconda classe vagone 8 posto 4, carta di credito con dentro quattromila Euro, soldi in contanti mille Euro, dovrebbero bastare ( sospiro di sollievo) meno male almeno questi sono riuscito a salvarli
(si alza, guarda l’orologio)
Ma l’autobus è in ritardo! Va bene che il treno è alle sedici, il tempo c’è per fare tutte le cose con calma ( si siede in panchina)
(squilla il cellulare che è nella borsa di Mariasole)
Non rispondo, deve essere lui, non rispondo … non rispondo, non devo rispondere voglio essere forte
(risponde subito solo al quarto squillo)
Si
(Voce suadente di Marco fuori campo) Amore è un’ora che ti cerco dove sei
MARIASOLE: (arrendevole) io insomma ho deciso
(Voce suadente di Marco fuori campo) Amore cerca di tornare a casa
MARIASOLE: (arrendevole) io non vorrei
(Voce suadente di Marco fuori campo) tesoruccio tra dieci minuti ti voglio vedere sulla porta
MARIASOLE: (arrendevole) io avrei deciso di
(Voce suadente di Marco fuori campo) amorino lo sai che tu non devi prendere decisioni
MARIASOLE: (arrendevole) io vorrei …
(Voce autorevole di Marco fuori campo) tu non devi volere niente, vieni e basta
MARIASOLE: (arrendevole) perché
(Voce autorevole di Marco fuori campo) e mi dici anche il perché! Vieni che hai da fare
MARIASOLE: ma cosa ho da fare?
(Voce autorevole di Marco fuori campo) Mariasole io non so dove sei e non mi importa però torna subito a casa torna subito a casa altrimenti vengo a cercarti … e lo sai che ti trovo, dovessi rivoltare tutta la città, ed il giorno che ti troverò te ne darò tante fino a sfigurarti
MARIASOLE: (ansiosa) no sfigurarmi no, ti prego n non mi sfigurare
(Voce autorevole di Marco fuori campo) se vieni subito a casa non ti sfigurerò
MARIASOLE: (spaventata) amore se io torno non mi fare niente
(Voce autorevole di Marco fuori campo) non preoccuparti, io non ti farò niente di cui non ti meriti
MARIASOLE: (spaventata) se vengo, non mi picchiare.
(Voce calma di Marco fuori campo) amore mio torna poi vedremo
MARIASOLE: (ansiosa) ho deciso non torno
(Voce autorevole di Marco fuori campo) cerca di tornare perché se non torni, io vado a casa di tua sorella e ti giuro che non solo la gonfio di botte ma gli distruggo anche la casa
MARIASOLE: no mia sorella no …
(Voce autorevole di Marco fuori campo) Mariasole, cerca di tornare a casa che è meglio per te
MARIASOLE: (con voce soffocata) va bene ho capito … ho capito
(Mariasole stacca la comunicazione e lascia il telefono sulla panchina, contemporaneamente da un calcio a tutti i secchi di plastica che si disperdono per il palco)
MARIASOLE: (a voce alta) bastaaaa! Mi sono stufata … bastaaa
(arriva una telefonata a Mariasole)
MARIASOLE: ciao Mirella, ciao sorellina aspettami alla stazione di Genova Principe la Francia ci aspetta …
(Voce di Mirella fuori campo) si Mariasole, ti aspetto davanti all’ edicola … baci
(stacca il telefono)
(squilla il telefono si sente la voce di Marco fuori scena) allora Mariasole sono sempre io, vieni a casa altrimenti ti ammazzo
(Mariasole prende il telefono stacca la comunicazione e lo lascia sulla panchina
(arriva l’autobus, rumore e clacson)
(la donna esce di scena figurando di salire con il borsone e la borsetta sul bus)
(rumore autobus in partenza)
( mentre il telefono lasciato sulla panchina continua senza tregua a squillare)
SIPARIO