L’avventura di Don Chiscotte e Snacio Panza

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L’AVVENTURA di DON CHISCIOTTE E SANCIO PANZA

NARR. Viveva un tempo in un paesino della Mancia, una regione spagnola, Alonzo Chesciana o Chisciada o Quiada, appassionato di storie di cavalieri senza macchia e senza paura. Si era riempito talmente la testa con le loro imprese, che gli si era prosciugato iol cervello e aveva perduto il giudizio. Così un giorno, riattata una vecchia armatura trovata in casa, alla chetichella, lasciò il suo villaggio per mettere fine ai soprusi e compiere gesta eroiche.

PREPARATIVI

DON- e adesso mi serve un cavallo.  Farà al mio caso il vecchio ronzino che c’è nelle stalle…lo chiamerò Ronzinante! Mi sarà di aiuto nelle mie grandi imprese. …Accidenti  un cavaliere senza dama è come un albero senza foglie! Dove posso trovare una dama?

VOCE- Ehi, Alonzo, ti ricordi di Aldonza Lorenzo? Quella bella contadina che abita nel vicino villaggio?

DON- Ma certo, sarà adatta al mio caso, la chiamerò Dulcinea del Toboso perché è nel Toboso che è nata!

CANZONE: DULCINEA

VOCE- bene, sicuro di non dimenticare nulla?

DON- Sì, devo trovare un nome adatto alla fama che avrò… mi chiamerò Don Chisciotte della Mancia.

NARR- E’ una calda mattina di Luglio e Don Chisciotte avanza impettito sul suo magro destriero, quando all’improvviso è colto da un pensiero terrificante…ferma il cavallo e…

DON- Io non sono stato investito cavaliere! Chiederò il favore al primo che incontro.

NARR- Cammina, cammina, anzi, cavalca, cavalca, scorge in lontananza una locanda che lui scambia per un maestoso maniero.

DON- Ecco il castello desiderato! Forza Ronzinante, che dai merli le vedette han già annunciato il nostro arrivo!

DON-  Oh, belle dame, servitor vostro!

OSTE- si accomodi cavaliere, entri pure! Permettete che vi aiuti a scendere da cavallo e a liberarvi dall’armatura!

DON- Siete molto gentile, messere e ve ne sono grato. Gradirei molto potermi rifocillare!

OSTE- La signoria vostra, gradirebbe del baccalà con cipolle?

DON- Sia quel che sia. I cavalieri sono abituati a tutto perché è impossibile affrontare la battaglia senza rifocillare le budella!

OSTE- Anch’io in gioventù affrontai draghi e nemici prima di conquistare questo castello!Siamo pari, quindi!

DON- Vi ringrazio della vostra ospitalità ma vorrei parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore.

OSTE- Sono tutt’orecchi e pronto a servirvi! Dite pure.

DON- Dove possiamo parlare da soli e in segreto?

OSTE- andiamo nella stalla, nessuno ci sentirà.

DON- soltanto voi che siete cavaliere, potrete consacrarmi cavaliere! (in ginocchio)

OSTE- vi prometto solennemente che faremo tutto secondo le regole cavalleresche.

DON- ebbene, a domattina, all’alba. Ora conducetemi nella cappella per la veglia d’armi.

OSTE-  Ehmm… la cappella purtroppo è crollata, ma potrete trascorrere la notte pregando e meditando nel cortile.

( Don Chisciotte passeggia intorno al pozzo , l’oste sta raccontando ai suoi amici della pazzia del suo ospite.)

MUL- vado ad abbeverare la bestia

DON- Non osare avvicinarti, fellone, a me la spada, non toccare le mie armi! ( Il mul. lo

Spinge e lo manda a gambe all’aria; lotta )

OSTE- Lasciatelo, lasciatelo! Ve l’ho detto che è pazzo!” se anche vi ammazza tutti nessuno lo metterà mai in galera! E’ pazzo!

DON- ma che razza di castellano siete!?  Come permettete che mi si tratti così? (rivolto agli assalitori sguainando la spada) vile marmaglia vi ripagherò della vostra stoltezza ed insolenza!

(borbottando vanno in ritirata – DON si agita ancora, vuole inseguirli)

OSTE – Stia calmo, la prego! E’ tutto finito, li avete sconfitti, … ormai! Penso piuttosto che la veglia d’armi sia durata anche troppo; io l’investitura ve la darei subito … ora!.

DON – (si inginocchia) (il locandiere prende un mozzicone di candela, l’accende, il libro dei conti e dà inizio alla cerimonia)

OSTE- Pronuncia le parole, DON giura.

SERVA – Dio vi renda avventurosissimo, cavaliere e vi dia fortuna nelle battaglie.

                 (apparentemente seri assistono alla cerimonia gli avventori della locanda)

DON – (rivolto all’oste) E’ ora di andare, ora sono un vero cavaliere!

OSTE – Addio, … vorrei, se vostra signoria permette, darvi un consiglio!

DON – Vi sia concesso!

OSTE – E’ d’uopo fornirsi di uno scudiero messere! Cercatelo!

NARR – Don Chisciotte felice come una Pasqua comincia il viaggio cavalcando impettito sul suo destriero con la testa piena di azioni a sostegno di qualche tapino bisognoso di aiuto.

Il sole è così caldo che l’armatura pare un forno, ma lui imperterrito cavalca … all’improvviso in lontananza scorge un gruppo di cavalieri … quando questi gli sono a pochi metri .

DON – Fermi tutti! Non vi permetterò di proseguire se non ammetterete che non esiste al mondo dama più bella dell’impareggiabile Dulcinea imperatrice della Mancia e signora del mio cuore!

(tra i cavalieri c’è un burlone che ritiene giusto rispondere …)

Non conosciamo questa bellissima dama; né in giro se n’è sentito parlare, ma se voi lo dite, vi crediamo.

DON- Non ci sono se, dovete subito credere perché lo dico io, il grande Don Chisciotte, aiuto dei diseredati; altrimenti … vi batterete con me!

CAV – Senta (con noncuranza) abbiamo fretta, ci attende un torneo: facciamola corta. Vi crediamo anche se fosse guercia o gobba, fa lo stesso.

DON – Vili marrani, pagherete, per quanto avete appena detto!  (e si lancia con la lancia contro il burlone che si salva a stento buttandosi per terra, anche Don Chisciotte,  disarcionato da Ronzinante cade a terra; non riesce ad alzarsi e piglia un sacco di botte, tanto da rimanere a terra come morto) – passa di lì un contadino del suo paesetto che vistolo in quello stato gli presta soccorso.

CONT – Un rottame che si lamenta! Ma signore, siete proprio voi, chi vi ha ridotto così?

DON – Oh! Mio soccorritore: Don Rodrigo di Narvèz Castellano de Antequera!! Dio sia lodato!

CONT – Ma voi straparlate, non mi riconoscete? (lo schiaffeggia) State male! Povero me, io non sono chi voi dite che sia!

(lo aiuta a rialzarsi e lo riporta a casa – come non saprei – la governante lo accoglie felice tanto era stata in pena per la sua scomparsa.)

GOVERN – Quei libracci gli hanno fuso il cervello!!

DON – Mi si porti a letto e si chiami la maga Uganda per curare le mie ferite!

GOVERN – Altroché! Qui c’è bisogno di un medico. Intanto mettetevi a letto. (maledetti quei libri che lo hanno rimbambito!) Ma che vi è capitato, si può sapere?

DON – Ho combattuto contro dieci giganti e Ronzinante è stramazzato a terra portandomisi dietro ..

GOVERN – Riposatevi (lo asseconda) intanto! Volete mangiare qualcosa?

DON – Ho una gran fame, per la verità! (Govern apparecchia, Don Chisciotte mangia e si addormenta sulla sedia)

CURATO – (subito accorso e resosi conto della situazione) Bruciamogli i libri perché lo hanno portato fuori senno. E diamogli fuoco! (buttano i libri dalla finestra, li brucia qualcuno fuori scena) –fumo-

CURATO – Muriamogli anche lo studio, così quando si sveglierà, diremo che un mago nemico ha fatto sparire tutto.

NARRATORE – Don Chisciotte si riprende; le ferite rimarginano e rimane tranquillo due settimane. Sembra rinsavito. In fondo al cuore, però, non desidera altro che andarsene: il mondo aspetta le sue cure …

Convince un contadino, con poco sale in zucca, a fargli da scudiero e riparte all’insaputa di tutti, senza salutare nessuno.

DON – (rivolto a Sancio) Potrai diventare governatore di un’isola lontana. Potrai essere ricco e famoso se lotterai al mio fianco.

CANZONE SANCIO PANZA

SANCIO – Se diventassi re, mia moglie Nina diventerebbe regina e i miei figli infanti … che sogno meraviglioso! Lascerò tutti e vi seguirò!

DON -  Ricorda: tu non dovrai mai intervenire perché non sei cavaliere e non puoi batterti !

SANCIO – State sicuro che non m’impiccerò starò sempre a guardare e … da lontano!

DON – Solo se incontreremo gente volgare toccherà a te affrontarla io non potrei usare la mia spada per loro.

SANCIO – Speriamo non mi tocchi mai! (mentre stanno parlando Don Chisciotte avvista qualcosa)

DON -  Sancio vedi là quei giganti? Li ammazzerò tutti così non potranno nuocere a nessuno.

SANCIO – Ma quali giganti?

DON – Laggiù, quelli con le braccia lunghe due leghe (circa quattro miglia)

SANCIO – Sono mulini, messere, e quelle non sono braccia, ma pale, pale che mosse dal vento muovono la macina del mulino!  Macinano grano!!

DON – Non sei pratico e dici scempiaggini! E quelli sono giganti!

SANCIO – per l’amor di Dio, io non mi intendo di cose cavalleresche, ma ci vedo bene.

(scandisce) Quelli sono mulini!

DON – (intanto il vento comincia a far girare le pale) – Scostati se hai paura vile codardo!Assisterai ad una grande battaglia.

BAMBINI – MULINI –(girano le braccia)

DON – Ah! E’ così? Mi sfidate. (attacca i mulini che lo scaraventano a terra a gambe in aria)

CANZONE:  I MULINI A VENTO

SANCIO – (a dovuta distanza) Le avevo detto che erano mulini!

DON – No, qui c’è lo zampino del mago Frestone. E’ lui che li ha trasformati in mulini per togliermi la gloria dell’impresa!

NARR- Piuttosto malconcio e deluso, Don Chisciotte continua il suo viaggio ideale convinto di poter eliminare il male dalla terra. E’ sicuro  che credere in qualcosa è già ottenere, perciò non demorde.

SANCIO- (borbotta tra sé) Io non m’intendo di cose cavalleresche, messere, ma mi sia permesso obbiettare che non stiamo combinando niente di buono. Finora abbiamo preso solo legnate e sassate.

DON- spiritoso, vile contadinaccio ignorante, non abusare della confidenza che ti concedo, tu sai che sono vittima di sortilegi…

SANCIO- Non mi permetterò più signore, mai più… Signore, guardate ci sta venendo incontro un uomo . Ha uno strano elmo in testa! Ma no, è un bacile

DON- Si tratta invece dell’elmo di Mambrino, ignorante! Qualcuno gliel’ha rubato! Lo toglierò al fellone che osa portarlo! Difenditi, gaglioffo!

UOMO- L’ho messo in testa pere ripararmi dalla pioggia. Povero me! Gambe in spalla, questo è matto!

SANCIO- Oh, signore, è proprio un bel catino.

DON- Raccoglilo! ( se lo mette in testa, Sancio lo sberleffa) Basta villanzone è un onore indossare l’elmo di Mambrino.

(arrivano i galeotti)

SANCIO-Sno certamente forzati mandati alle patrie galere per scontare le loro colpe.

DON- Forzati? Vuoi dire che ci vanno per forza?

SANCIO-Certo, mica perché gli piace!

DON- Allora devo intervenire, è compito dei cavalieri erranti, soccorrere gli oppressi!

SANCIO- Veramente sono loro gli oppressori ed è la giustizia che li castiga.

DON-Perché sei in catene, che hai fatto?

1GAL- Ho costruito una casa che poi è crollata, uccidendo tanta gente…Volevo risparmiare…

DON- E tu?

2GAL- Ho prodotto degli alimenti particolari, chiamati OGM, ma ho alterato organismi animali e vegetali a mio piacimento.

DON- Insomma, hai stravolto la natura!   Tu, che hai combinato?

3GAL- Ho cantato!

DON- quando mai si va in galera per cantare! Ma quanto sei stonato?! (sancio bisbiglia…) Ah!  Ha denunciato i complici ; è colpevole di aver fatto la spia! Ma questo è un eroe, altro che infame!

GUARDIA- Occupatevi dei fatti vostri, fateci passare, noi stiamo facendo il nostro dovere!

DON- Non tutti sono colpevoli, a mio giudizio, liberate il cantante, altrimenti vi obbligherò con la forza.

GUARDIA-Ma andate per la vostra strada! E raddrizzate piuttosto quella casseruola che avete in testa.

DON- Adesso vai da Dulcinea del Toboso e racconta che il cavaliere della Mancia ti ha liberato!

GALEOTTO- non posso! Se faccio questo, sarò riacciuffato e non voglio morire in galera.piuttosto per ringraziarti, posso dire qualche preghiera.

GUARDIA- Vile fellone! Piuttosto ti rimetterò in catene.        (sassaiola)

SANCIO- (rialzandosi) E adesso fuggiamo prima che gli sbirri mettano noi in catene perché quello doveva marcire in prigione, altro che star libero!

DON- Ci vorrebbe un folto bosco per ripararci e atare al sicuro per un po’. Fuggiamo, Sancio! Oh, mia Dulcinea, quanto sono sfortunato, questa volta l’ho fatta grossa, per giunta, fuggo da vile! (si acquattano) Questo è il posto giusto per fare penitenza, per pregare, meditareahimè, piangere! Devo fare penitenza, devo capire, è possibile che io pigli legnate solo perché voglio aiutare i deboli e i diseredati?

SANCIO- Mio signore, non ti angustiare, la giustizia, si sa, non è di questo mondo!

DON- Và, mio fedele scudiero, prendi Ronzinante e reca a Dulcinea un messaggio. Torna solo con la sua risposta.

CANZONE: PARTIRO’

PARTE SECONDA: intanto a casa di Don Chisciotte…

GOV- Bisogna fare qualcosa prima che sia troppo tardi! Quello o si ammazza o ammazza qualcuno!

CUR- tutte quelle storie di dame e cavalieri, di maghi e di incantesimi… come può crederci tanto!

GOV- andate a cercarlo e riportatelo qui, con ogni mezzo; i pazzi vanno curati!

NARR- Il curato e il barbiere Mastro Nicola, amici di famiglia, decidono di andare a riacchiapparlo per ricondurlo sano e salvo a casa. Mentre vanno alla sua ricerca, incontrano Sancio che racconta di essere latore di una missiva per Dulcinea, ma non vuole rivelare il nascondiglio di Don Chisciotte.

CURATO- Senti Sancio, se tu non ci dici dove si è nascosto, potremmo pensare che l’hai ucciso per prendergli il cavallo…quindi parla, ti conviene!

SAN- Ebbene Signori è nascosto nel bosco a poche miglia da qui, sta facendo penitenza!

CUR- Vedo che sai usare il cervello, grazie. E adesso giochiamo d’astuzia! Sai che facciamo ? Ci travestiamo per non farci riconoscere: io da donna e tu da fedele servitore.

MASTRO- E poi che succede?

CUR- Sancho ci accompagnerà da Don Chisciotte diremo che, ahimè, siamo vittime di atroci ingiustizie e soprusi, gli chiederemo aiuto.

MASTRO- Giusto!        (Si travestono…)

Cur- Adesso andiamo, stiamo accorti. Tu shancio torna da lui e gli dici che Dulcinea lo aspetta con ansia, noi ci rincontreremo qua.

NARR- Passano di li due giovani, un ragazzo e una ragazza, che chiedono quanto disti il primo paese. Il curato, vedendoli, ha una idea: propone loro di recitare una parte: lei deve interpretare una principessa vittima della prepotenza di un terribile signorotto che le ha preso le sue terre. Dal bosco intanto torna Rancho.

CUR- Perché da solo?

SAN- Perché lui dice che non potrà mai presentarsi a Dulcinea per raccontarle solo di averne prese tante!

CUR- Accidenti corri da lui e digli che c’è una principessa d’alto rango che ha bisogno di aiuto contro un usurpatore che le ha rubato ogni avere. Se l’aiuterà potrò diventare principe e potrà sposarla.

NARRATORE Rancho cade nel tranello e conduce la ragazza e Mastro Nicola da Don Chisciotte; giunti da lui la ragazza si inginocchia ai suoi piedi.

RAG- La prego mi aiuti!

DON- Una bellezza come la vostra non può prostrarsi a terra, alzatevi e vi ascolterò.

RAG- Non mi alzerò fino a che non promettete di aiutarmi. Mi è stato fatto un toro e sono disperata!

DON Il mio braccio è a vostra disposizione, ma il mio cuore è già conquistato.

RAG- Se vincerete l’avido e perfido usurpatore io vi sposerò.

DON Sarebbe per me un grande onore, ma ho giurato fedeltà a Dulcinea! E’ lei la regina del mio cuore!

SAN- Vi rifiutate di sposare una principessa? Non si getta al vento un regno!

DON- Villanzone pezzo d’asino di che ti impicci? So io cosa devo fare!

NARR- Proseguono quindi tutti insieme alla ricerca del castello dell’usurpatore. Giungono in vista di una locanda che chiaramente, Don Chisciotte scambia per il castello del perfido nemico della principessa. Chiedono ospitalità senza spiegare il motivo della loro presenza in quel luogo. Mentre gli altri banchettano Don Chisciotte e Rancho si allontanano per riposare. All’improvviso si ode un gran baccano…

SAN- Aiuto! Soccorso! Il mio signore si è battuto con un gigante e gli ha tagliato la testa!

OSTE- Ma che dite, se dormiva!

SAN- Sta affettando l’usurpatore della principessa: il sangue schizza ovunque  e la testa è rotolata via!

OSTE- Mi sta venendo un dubbio: non avrà scambiato gòli otri di vino appesi alle travi per giganti? Spero proprio di no, altrimenti lo ammazzo!

Confusione fuori campo, arriva Don Chisciotte e sviene.

CUR- Signor oste purtroppo lo vedete non è in grado di ragionare. Aiutateci a riportarlo a casa.

OSTE- Capisco, ma che fare.

CUR- Lui è convinto di essere in un castello incantato… Lo leveremo e lo riporteremo acasa: egli penserà che il terribile mago Frestone gli stia facendo una magia per allontanarlo da Dulcinea. Vedrete che ci seguirà zitto e chiotto (Don rinviene).

SAN- Che c’è mio signore?

DON- Hai consegnato il messaggio a Dulcinea?

SAN- Certo Signore.

DON- Che stava facendo quando l’hai incontrata?  Ricamava coon fili d’oro e d’argento una gualdrappa per Ronzinante?

SAN- Veramente stava raccogliendo le uova nel pollaio.

DON- E c’era olezzo di rose di viole e di gelsomini intorno a lei?

SAN- Mi pare più… un puzzo d’aglio.

DON- Non ti ha dato un anello per me?

SAN- No solo un po’ di pane e cacio.

DON- Ma non ti ha detto niente per me?

SAN- Che vi vuole vedere subito!

DON- Come potrò incontrarla dopo questa ennesima sconfitta?! Povera Dulcinea, che indegno cavaliere son io!

SAN- Coraggio signore ella non bada a queste cose, vi aspetta andiamo!

(incontra tre contadine)

Voce Ecco la bella Dulcinea con le sue ancelle.

DON- Mamma mia quant’è rustica! Quant’è grassa!

SAN- Ma se è la dama più bella che abbia mai visto!

CONTADINE- Toglietevi di mezzo!

DON- Quanto finirà Fristone di perseguitarmi. Ha trasformato la mia signora in una ruvida contadina!

SAN- Una dama squisita…che peccato! accompagnata da due incantevoli damigelle…che peccato!

DON- Sono stanco e deluso, riposiamoci Rancho. Mediterò sulla mia triste vita.

CAV- (fuori campo) Che debbo fare per te  Casildea di Vandalia? Ho affrontato e vinto i più audaci cavaliere, perfino il prode cavaliere della Mancia!

DON- Ma che dice? Chi è costui? E’ una menzogna! Sono io il Cavaliere della Mancia! E chi osa sostenere di avermi battuto?

CAV- Chi va là?

DON- Sono un innamorato infelice come voi!

CAV- Fatevi conoscere! Ho combattuto i più valorosi cavalieri e lei non vuol saperne di me!

DON- Ma non avete mai incontrato il cavaliere Don Chisciotte della Mancia!

CAV- Sicuro! E l’ho battuto! Proprio quel cavaliere che dedica ogni sua impresa a Dulcinea!

DON- Impossibile! Don Chisciotte sono io! Non sono mai stato battuto da voi e sono pronto a dimostrarlo con le armi!

CAV- A noi due, dunque, ma chi perderà accetterà le decisioni del vincitore!

DON- E sia! Vengano qui i nostri scudieri

NARR- il cavaliere in realtà, è un giovane travestito allo scopo di ricondurre Don Chisciotte a casa, aiutato da un altro paesano. I due duellano e il nostro eroe ha la meglio. Punta la spada alla gola del cavaliere.

CANZONE: BATTAGLIE E NOBILTA’

DON- siete disposto ad ammattere che non esiste beltà più sublime di quella di Dulcinea del Toboso? Siete pronto a renderle omaggio? Ne va della vostra vita!

CAV- Avete vinto e, fortunato siete, perché potrete narrare le vostre gesta alla dama del vostro cuore. Lei vi crederà e sarà fiera di voi.

Don- Vi lascio libero, messere, siete prode e leale, andate!

VOCE-Don Chisciotte la tua bella Dulcinea rimarrà zotica e brutta fino a quando Sancio non riceverà date da se stesso, 3300 frustate…Ricorda, frustate, frustate…

SAN- Ma io che c’entro? Almeno datemi un compenso per questo sacrificio!

DON- Giusto, ti edarò un compenso: un quarto di reale a frustata.

SAN- Ma è poco! Almeno mezzo reale…

DON- e va bene! Purchè Dulcinea sia libera dall’incantesimo!  (Finzione di Sancio…)

NARR- I nostri eroi s’apprestano a riprendere il viaggio, quando vedono venir loro incontro un cavaliere che reca uno scudo su cui è dipinta la luna. E’ il solito giovane del paese incaricato di ricondurre Don Chisciotte a casa.

CAV- Sono il cavaliere della bianca luna venuto a sfidarti. Riconosci che la mia dama supera in bellezza la tua Dulcinea? Se vincerò io, tornerai in paese e non andrai più in cerca di avventure; se vincerai tu, io morirò per la mia signora!

DON- Si dia inizio al duello! All’attacco!   ( duello)

CAV-Tornerete a casa come nei patti?

DON- Non posso far altro… Andiamo Sancio, faremo i pastori (si spoglia delle armi)

A CASA

SAN- Ero pronto a lasciare tutto per diventare re di un’isola che non c’è. Che sciocco vanesio! Il mio regno è qui, tra la mia gente…giuro che non lascerò mai più la mia famiglia!

DON- Grazie, Sancio, grazie mio Dio di avermi rinsavito! Ora potrò morire in pace!

SAN- Rinsavito, signore? E’ forse pazzo chi nella vita insegue degli ideali? Combatte per loro? Voi avete cercato l’amore, la giustizia, la libertà…è forse pazzia avere una mente libera di pensare?

DON- No, una mente libera da vincoli, da falsità, di comodo e di arrivismo può cambiare il mondo. Io non ho più tempo, ma spero con tutto il cuore che altri, tanti altri liberi come me, possano farlo…perché si possa vivere tutti meglio e in pace…Addio Sancio, addio… 

CANZONE: LA MIA VITA E’ FINITA

FINE


OH! DULCINEA  ( PRIMAVERA A … , E. RUGGERI)

OH, DULCINEA, OH, DULCINEA,

TU SOLAMENTE SEI PIU’ BELLA DI UNA DEA;

OH, DULCINEA, OH, DULCINEA,

SEI COME UN SOGNO TRASFORMATO IN VERITA’.

SOLO PER TE , SIGNORA DEL MIO CUORE,

BRUCIO D’AMORE E NON M’ARRENDERO’,

COMBATTERO’ DRAGHI E CHIMERE,

FINO A QUANDO VINCERO’.

PER TE DOLCISSIMA BELTA’

OGNI INGIUSTIZIA FINIRA’

D’AMOR SOLO SI PARLERA’

MAI PIU’ LA GUERRA CI SARA’

A NESSUN MAI SI NEGHERA’

LA LIBERTA’.

OH, DULCINEA, OH, DULCINEA,

TU RASSOMIGLI A UNA BELLISSIMA ORCHIDEA,

OH, DULCINEA, OH, DULCINEA,

IL TUO SORRISO SA PLACARE PURE IL MAR;

CON LA MIA SPADA, BELLISSIMA SIGNORA,

DIFENDERO’ CHI E’ DEBOLE E NON PUO’

DONARE VOCE ALLA SUA PENA

LAMENTARE IL SUO DOLOR.

CON UN TUO SGUARDO CESSERA’

OGNI CONFLITTO E INDEGNITA’

ALLE ARMI SI RINUNCERA’,

COSI’ LA PACE REGNERA’

A NESSUN MAI SI NEGHERA’

LA LIBERTA’.

OH, DULCINEA, OH, DULCINEA,

TU SOLAMENTE SEI PIU’ BELLA DI UNA DEA;

OH, DULCINEA, OH, DULCINEA,

SEI COME UN SOGNO TRASFORMATO IN VERITA’.

SOLO PER TE , SIGNORA DEL MIO CUORE,

BRUCIO D’AMORE E NON M’ARRENDERO’,

COMBATTERO’ DRAGHI E CHIMERE,

FINO A QUANDO VINCERO’.

CON UN TUO SGUARDO CESSERA’

OGNI CONFLITTO E INDEGNITA’

ALLE ARMI SI RINUNCERA’,

COSI’ LA PACE REGNERA’

D’AMOR SOLO SI PARLERA’

MAI PIU’ LA GUERRA CI SARA’

A NESSUN MAI SI NEGHERA’     LA LIBERTA’.

SANCIO PANZA            (BONGO BONGO)

UN GIORNO UN PRODE CAVALIERE MI PARLO’ COSI’:

MI DISSE LASCIA IL CAMPO, PRENDI IL SACCO E MOLLA TUTTO COSI’

QUI NON STIAMO TROPPO BENE

MEGLIO ANDARE INSIEME DA QUI,

SEGUITEMI, SU,

ONORE E GLORIA TROVEREM

OH! BONGO BONGO BONGO

STARE BENE IN QUESTO MONDO

NON MI MUOVO NO NO,

BINGO BANGO BENGO

MOLTE SCUSE MA NON VENGO

IO RIMANGO QUI

IO CIO’ LE SCARPE STRETTE, NON MI VA

ANDARE VIA DI QUA

GRAZIE, MA NON VENGO,

 IO RIMANGO QUA.

SE VIENI TI RENDERO’ SOVRANO DI UNA PROPRIETA’,

MI DISSE TI REGALO TERRE E MUCCHE CHE TI ARRICCHIRAN

QUI NON STIAMO TROPPO BENE

MEGLIO ANDARE INSIEME DA QUI,

SEGUITEMI, SU,

ONORE E GLORIA TROVEREM.

OH! BONGO BONGO BONGO

STARE BENE IN QUESTO MONDO

NON MI MUOVO NO NO,

BINGO BANGO BENGO

MOLTE SCUSE MA NON VENGO

IO RIMANGO QUI

IO CIO’ LE SCARPE STRETTE, NON MI VA

ANDARE VIA DI QUA

GRAZIE, MA NON VENGO,

 IO RIMANGO QUA.


I mulini a vento (Mi vendo- R. Zero)

Guarda Sancio quelle figure,

guarda quei giganti là

son pronti lì per dare la morte

al primo che qui passerà.

Ma Don Chisciotte sono io

Un cavaliere che non ha pietà

Non temo prepotenti e giganti

Che cercano guai

Salvatemi dal mago Frestone

Dal fascino della sua magia

Così potente è quello stregone

Che il mio coraggio fugge via.

Ma Don Chisciotte sono io

Un cavaliere che non ha pietà

Son io la chiave dei tuoi problemi

Uccido i giganti vedrai

Giganti, guardate sono qua

Vi taglierò le braccia

Che male vi farà! No no no no no no!

Giganti, tremate ora perché

Vengo con la mia spada, v’affetto tutti e tre.

Guarda Sancio quelle figure,

guarda quei giganti là

son pronti lì per dare la morte

al primo che qui passerà.

Ma Don Chisciotte sono io

Un cavaliere che non ha pietà

Son io la chiave dei tuoi problemi

Uccido i giganti vedrai

Giganti, guardate sono qua

Vi taglierò le braccia

Che male vi farà! No no no no no no!

Giganti, tremate ora perché

Vengo con la mia spada, v’affetto tutti e tre.

Giganti, guardate sono qua

Vi taglierò le braccia

Che male vi farà! No no no no no no!

Giganti, tremate ora perché

Vengo con la mia spada, v’affetto tutti e tre.

PARTIRO’ (Silvestri)

PARTIRO’, PARTIRO’, NELL’AZZURRO DI QUESTO MATTINO,

ME NE ANDRO’, ME NE ANDRO’, FINO A QUANDO SARO’

SOLAMENTE UN PUNTINO LONTANO.

SAI CHE VORREI, SFIDARE MAGHI E FATTUCCHIERE A TUTTO SPIANO,

LI INFILZEREI, CON LA MIA SPADA, SORRIDENDO PIANO PIANO

 INVECE STO SDRAIATO, SENZA FIATO

SCOTTO COME IL TAGLIOLINO AL PESTO CHE HO MANGIATO

E RESTO QUI DISTESO, DISPERATO ANCORA UN PO’,  MA PRIMA O POI RIPARTIRO’.

SAI CHE VORREI, LE PRINCIPESSE LIBERARE NEL CASTELLO

LE BACEREI, PER POI GETTARMI VITTORIOSO IN UN DUELLO

E INVECE STO AMMACCATO, DISARMATO,

SFATTO COME UN FRUTTO CHE NESSUNO HA MAI MANGIATO

E RESTO QUI DISTESO, DISPERATO ANCORA UN PO’,  MA PRIMA O POI RIPARTIRO’.

PARTIRO’, PARTIRO’, PARTIRO’, PARTIRO’, NELL’AZZURRO DI QUESTO MATTINO,

ME NE ANDRO’, ME NE ANDRO’, FINO A QUANDO SARO’

SOLAMENTE UN PUNTINO LONTANO.

PARTIRO’, PARTIRO’, PARTIRO’, PARTIRO’, NELL’AZZURRO DI QUESTO MATTINO,

ME NE ANDRO’, ME NE ANDRO’, FINO A QUANDO SARO’

SOLAMENTE UN PUNTINO    -LONTANO.

SAI CHE VORREI ESSER FAMOSO

 E SBARAZZARMI D’OGNI SORTA DI DELITTO E DI SOPRUSO

COMBATTEREI PER L’INDIFESO, IL POVERETTO, L’INNOCENTE, LO STRANIERO

CHE NON HANNO MAI SORRISO

 INVECE PIU’ IN BASSO DI COSI’ NON SI POTEVA ANDARE,

PIU’ A FONDO DI COSI’ C’E’ SOLO DA SCAVARE,

PER RIPRENDERSI, PER RIPRENDERMI

CI VUOLE UN ARGANO A MOTORE.

PARTIRO’, PARTIRO’, PARTIRO’, PARTIRO’, NELL’AZZURRO DI QUESTO MATTINO,

ME NE ANDRO’, ME NE ANDRO’, FINO A QUANDO SARO’

SOLAMENTE UN PUNTINO LONTANO.

PARTIRO’, PARTIRO-O’, NON SO BENE COME E QUANDO,

MA PROVANDO E RIPROVANDO,

ME NE ANDRO’, ME NE ANDRO’, FINO A QUANDO SARO’

SOLAMENTE -UN PUNTINO    -LONTANO,  LONTANO, LONTANO.


BATTAGLIE E NOBILTA’               (L’AIUOLA- GRIGNANI)

T’INFILZERO’ FELLONE,

DAVANTI AL TUO PORTONE,

IN GUARDIA ORSU’ MARRANO,

NON TEMO QUEL TUO SGUARDO STRANO;

NON FUGGIR VIA VIGLIACCO,

CHE TANTO TI HO NEL SACCO,

IN SELLA A RONZINANTE,

SCONFIGGEREI PURE UN GIGANTE.

PERCHE’ A VOLTE LA NOBILTA’,

E’ PRESA COME STUPIDITA’

NESSUNO CREDE PIU’ ALL’ONESTA’

O ALLA PACE E ALLA LIBERTA’

EPPURE A ME NON MI VA, NON VA,

SAI DI STARMENE QUA,

QUA SOSPESO A META’,

NO, NON MI VA BENE

E TACER NON CONVIENE SE MI TIENI IN CATENE

NO, NON MI VA, SE SEI SINCERO, CROLLA IL CIELO

NON MI VA!

E NON MI DIRE ASPETTA,

CHE VADO TROPPO DI FRETTA,

VELOCE E’ IL MIO DESTRIERO,

RAGGIUNGERO’ PRESTO IL MANIERO,

VI PRENDERO’ FURFANTI,

NON TEMO SE SIETE IN TANTI,

IO NON HO MAUI PAURA,

PUR SE LA NOTTE E’ FREDDA E SCURA.

PERCHE’ A VOLTE LA NOBILTA’,

E’ PRESA COME STUPIDITA’

NESSUNO CREDE PIU’ ALL’ONESTA’

O ALLA PACE E ALLA LIBERTA’.

EPPURE A ME NON MI VA, NON VA,

SAI DI STARMENE QUA,

QUA SOSPESO A META’,

NO, NON MI VA BENE

E TACER NON CONVIENE SE MI TIENI IN CATENE

NO, NON MI VA, SE SEI SINCERO, CROLLA IL CIELO

NON MI VA!

PERCHE’ A VOLTE LA NOBILTA’,

E’ PRESA COME STUPIDITA’

NESSUNO CREDE PIU’ ALL’ONESTA’

O ALLA PACE E ALLA LIBERTA’.

EPPURE A ME NON MI VA, NON VA,

SAI DI STARMENE QUA,        QUA SOSPESO A META’, ……………

La mia vita ormai è finita (Napule è- P. Daniele)

La mia vita ormai è finita

Ogni sogno ormai passato

Ma non ho dimenticato

Quello che cercavo prima

non rinnego il mio passato.

Ho creduto nell’amore

Tutto il mondo mi ha deriso

Ma che pazzo nel pensare

Di potere io cambiare

Con la forza la mia vita.

Sono solo un sognatore

Che voleva libertà

Che pensava dentro ai cuori

Esistesse nobiltà

Ma chissà chi ascolterà.

La mia vita ormai è finita…