Le avventure del Corsaro Nero per caso

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Non c’è nessun vincolo di regia, il regista può interpretarlo dandogli il taglio che vuole, l’unico vincolo che pongo per i miei copioni è di non cambiare assolutamente il testo, che, come tutti è registrato alla SIAE, ma utilizzabile da tutti (tra l’altro costo poco) liberamente a parte che, ovviamente, riportino il nome dell’ autore. Se qualcuno vuole contattarmi per qualche motivo lo può fare via mail: alvalgama@gmail.com

LE AVVENTURE DEL CORSARO NERO PER CASO Teatro Cabaret (musicale) di Claudio Trapani PERSONAGGI E CARATTERI (scheda per i tre-sei attori )

IL CORSARO NERO gentiluomo d’altri tempi, un po svagato e un tantino snob, un po Don Chisciotte e un po eroe sul serio, ma soprattutto onesto e uomo d’onore.

IL DUCA DI VON GOULD vicerè delle Americhe, governatore di Maracaibo, rifiuta le sue origini olandesi per riaffermare quelle tedesche (ha cambiato il van con il von), cinico e spietato, subdolo e approfittatore, per lui il fine giustifica sempre i mezzi,ama l’alcool e le donne ma non sua moglie da cui è terrorizzato.

LA MARCHESA DI MONTELIMAR avventuriera spagnola, affascinante e misteriosa, forse è una spia, forse fa il doppio gioco, forse fa il triplo gioco, la sua ambiguità e la sua passionalità la rendono estremamente pericolosa.

JOLANDA LA FIGLIA DEL CORSARO NERO fanciulla pestifera anche se ingenua, assilla sia il padre che tutti gli altri con continue domande, critiche e suggerimenti, ha un debole per Morgan che apparentemente la ignora.

HONORATA DI VON GOULD figlia del Duca, l’eroina per eccellenza, bella, coraggiosa, romantica, spiritosa, a volte tagliente, unico difetto: innamoratissima del Corsaro Nero nei cui confronti tende ad essere iperprotettiva.

HUTTA DI VON GOULD moglie tedesca e bisbetica del Duca, gelosissima e intrigante, iperprotettiva con la figlia e ipersospettosa col marito.

SCENA I

(il sipario si apre sul Corsaro Nero che seduto su un prezioso sgabello— forse siamo sulla sua nave- canta “O Marinariello” accompagnandosi con la chitarra)

CORSARO - Vicino o’mare facimm’ amrnore…. stong’a mmurì

JOLANDA - (entrando con espressione di palese disgusto) Ma Papà, sempre a cantare queste matusalate, ma non puoi aggiornarti un po, mai sentito parlare del jazz, del rock o del cha cha cha?

CORSARO - Jolanda lo sai, io sono un uomo d’altri tempi, amo le cose romantiche e semplici, l’amore, l’onestà dell’uomo...


JOLANDA - A ma allora sei proprio un po sorpassato, queste cose non esistono più, oggi c’è solo sesso, droga e rock and roli,

CORSARO - Lo so, lo so figliola, hai ragione tu e quel che è triste è che dopo sarà ancora peggio, io sono un uomo d’altri tempi che però vede lontano, prevedo che fra qualche centinaia d’anni potrebbero venire fuori cose tipo la musica tecno, il rep demenziale, il crak e Forza Italia.

JOLANDA - E che robe sono?

CORSARO - Niente,niente,calamità del futuro.

JOLANDA - Prevedi un mondo d corruzione dunque?

CORSARO - No, la corruzione c’è sempre stata e sempre ci sarà, anche se adesso è fatta con più stile. Prevedo un mondo senza valori e soprattutto senza classe e senza raffinatezza. Prendi me, noi siamo pirati è vero, affondiamo le navi e saccheggiamo le città, ma in nome di una causa, di un ideale e soprattutto lo facciamo con stile, da veri gentiluomini. Piuttosto volevi qualcosa?

JOLANDA - Solo informarti che stamattina sbarcherà a Maracaibo la figlia del Duca di Von Gould.

CORSARO - (balzando in piedi) Per tutti i Santi del Paradiso, ecco l’occasione che aspettavo da tempo, se riuscissimo a rapire la ragazza, potremo tenere il Duca in pugno!

JOLANDA - Sempre che quel mostro sia capace di amore filiale, lui non è come il mio paparino vero, che è sempre così tenero e gentile... (gli si avvicina con chiare intenzioni coccolose)

CORSARO - (mostrando palesi segni di terrore) No,no cara, un altra volta, adesso devo mettere a punto il piano del rapimento (quasi scappando) devo consultarmi con il mio luogotenente Morgan.. (quel nome sortisce su Jolanda un magico effetto, il C. N, esce)

JOLANDA - Morgan... (grande esibizione di sospiri)... .oh Morgan, così maschio, così rude, così sensuale, così villoso, così sicuro di se. Seguirò il babbo, alle volte riuscissi a vederlo, anche solo per un attimo (in un crescendo quasi isterico) magari a toccarlo, sfiorare un solo pelo della sua barba sarebbe per me già di una voluttà sconvolgente

(in semi deliquio). . .Mooorgaaan.

SCENA II

HUTTA - (entrando con una caratteristica cuffietta olando— germanica; il suo personaggio ricorda un po quelle fraulein che servono ai tavoli durante l’Octoberfest,parlerà con forte accento teutonico) Amadeus, Amadeus vieni subito qui, esigo una spiegazione immediata! Voglio sapere cosa ci faceva la nostra cameriera Hildegarde nella tua stanza alle due di notte,E non mi dire


che le stavi impartendo istruzioni per la giornata dl oggi perché non ho mai visto ragazza prendere istruzioni con tutte tette di fuori!

VON GOULD - (anche lui parla con accento germanico) Hutta!Cara Hutta, cosa c’è, ho giusto sentito le tue ultime parole e mi stupisco che tu abbia potuto sospettare di me che sono un uomo tutto dedito alla famiglia e naturalmente alla Corona di Spagna!

HUTTA - E allora Hildegarde?!

VON GOULD - Giustappunto, devo ancora una volta constatare tua grande intuizione, tuo grande sesto senso, tua grande intelligenza,tua.... (Hutta lo

fulmina con lo sguardo).. .ehm stavo per l’appunto dando a Hildegarde. . . . le istruzioni per oggi.

HUTTA - Alle due di notte, con lei con tutte tette fuori?

VON GOULD - Cara lo sai che sono sempre occupatissimo a servire la Corona Spagnola, quello era il primo momento libero e così l’ho chiamata di corsa e lei, poverina, che cara ragazza, è venuta subito così come si trovava,Sai stava per fare Il bagno. Ah quella fanciulla! Che spirito di abnegazione, penso che dovremmo darle un aumento di stipendio.

HUTTA - Devi ringraziare che non volevo fare scandalo in piena notte altrimenti glielo davo l’aumento rispondi! Cosa c’era di così importante oggi che non poteva aspettare un ora meno compromettente?

VON GOULD - Ma Hutta, cara Hutta, oggi arriva Honorata, nostra figlia, la nostra piccola Honorata!

HUTTA - (subito intenerita e mielosa) La mia bambina, hai ragione caro, come ho potuto dimenticarlo, la mia tenera colomba, finalmente dalla sua mamma dopo un lungo anno di collegio, anche se presso le Sante Suore del Carmelo e della Misericordia Riunite. Vado subito a prepararle un bagno caldo, sarà sicuramente stanca e impolverata dopo tutti quei giorni di galera, mia povera bambina

VON GOULD - Ma perché Honorata è stata in prigione, chi ha osato perché non sono stato avvertito, giuro che...

HUTTA - Ma no, caro, galera in senso di nave.

VON GOULD - Hutta, quante volte ti devo ripetere che le navi non si chiamano più galere ma galeoni e poi il bagno avrà tutto il tempo di raffreddarsi visto che la nave su cui viaggia nostra figlia arriverà tra circa sei ore.

HUTTA - Come fai a saperlo? Ti hanno telefonato, telegrafato, mandato segnali di fumo?

VON GOULD - No, ma è stata avvistata alle prime luci dell’alba al largo di Cabo Fuentes e le mie vedette, con quel sistema di razzi colorati che io ho inventato, mi hanno subito informato che calcolati vento, distanza e forza corrente. . . sei ore appunto....

HUTTA - Non importa vado lo stesso a prepararle il bagno, cuore di mamma essere più sensibile di razzo colorato, ah Honorata bambina mia... (esce).


VON GOULD — Accidenti, questa volta l’ha bevuta, ma devo stare più attento. Ah Hildegarde, mia voluttuosa Hildegarde, solo una cosa mi darebbe più piacere di te (cambia tono): il veder penzolare da una forca quel maledetto Corsaro Nero. Tutti i miei piani per mettergli le mani addosso sono andati in fumo. Ma prima o poi lo catturerò e sarò io stesso a spalancare la botola sotto i suoi piedi.

SCENA III

( entra la Marchesa di Montelimar)

MARCHESA - Duca?

VON GOULD -. Dica.

MARCHESA - Battuta vecchia.

VON GOULD - Ma sempre buona, come voi del resto Marchesa.

MARCHESA - Vedo che non siete cambiato affatto in quanto a stile e cavalleria mio caro Von Gould, eppure si parla di voi come di una sorta di Don Giovanni.

VON GOULD - E’ la verità Marchesa, ma riservo la cavalleria solo per le donne di cui mi fido.

MARCHESA - E di me non vi fidate?

VON GOULD - Assolutamente no, siete troppo ambigua, ho sempre l’impressione che tramiate qualcosa alle mie spalle.

MARCHESA - Siete davvero imperdonabile, e pensare che ero venuta a proporvi un patto, anzi a proporvi un piano.

VON GOULD - (subito attento) Quale piano?

MARCHESA - Un piano per catturare il vostro mortale nemico. . . un certo Corsaro Nero.

VON GOULD - Volete prendermi in giro? MARCHESA - Jamais, jamais mon cher Ducà.

VON GOULD - ma voi non siete spagnola, come mai parlate francese.

MARCHESA - Per la verità conosco solo quella frase, ma messa ogni tanto al punto giusto fa un certo effetto non trovate?

VON GOULD - Bah, ma torniamo al punto, perché fareste tutto ciò, non mi è sembrato che fino ad adesso, nonostante il vostro titolo nobiliare, nutriste un così grande amor patrio da voler contribuire alla cattura del più grande nemico della Corona Spagnola in questi mari.

MARCHESA - CI sono molti modi per servire la Corona di Spagna, ma se vi può far più piacere, diciamo che lo faccio per. . . . ripicca.. . no,no. . forse vendetta,.. .no nemmeno questo, anche se quell’ affascinante bandito non ha mostrato per me la considerazione che pensavo mostrasse.

VON GOULD - Lo conoscete di persona?

MARCHESA - Si, ma non ha importanza, torniamo piuttosto alle mie motivazioni, diciamo che amo il gioco d’azzardo e mi piacerebbe vedere come


se la saprà cavare il nostro Corsaro quando lo avrò messo in una situazione diciamo, piuttosto critica, cioè nelle vostre mani.

VON GOULD – (attento e glaciale) Non mi avete ancora detto come.

MARCHESA - Se mi offrite un bicchierino dl porto, vi metterò al corrente del mio. . . anzi del nostro piano.

VON GOULD - Prego da questa parte. (escono)

SCENA IV

( entra Honorata di Von Gould)

HONORATA - Proprio una bella accoglienza, non c’è che dire, nessuno a ricevermi. E’vero che c’è stato un improvviso rinforzo di vento,la nave sembrava volare sull’acqua e sono arrivata molto prima del previsto, ma avrebbero anche potuto prevederlo e invece nessuno, se si eccettua quello strano individuo dall’aspetto sinistro, con una orribile benda sull’occhio destro, (inciso verso il pubblico) per fare pandant capite aspetto sinistro e benda su occhio destro. Anzi adesso che ricordo non era solo, vicino a lui stava una imponente figura completamente nascosta da un mantello nero, proprio una bella coppia. No non c’è proprio nessuno, pazienza, vuol dire che mi siederò qui a riposare e ad aspettare che qualcuno si faccia vivo.

CORSARO - (entra come se stesse parlando a qualcuno dietro le quinte) No Morgan, non seguirmi, questo è affar mio. (balza nella stanza con la spada sguainata a metà, Honorata si alza e lancia una esclamazione sorpresa, subito il C.N. rinfodera la spada e la guarda come folgorato, probabilmente è amore a prima vista, ma anche lei non scherza, quando si riprendono....) Perdonate,

madamigella, non volevo spaventarvi, ma non immaginavo che foste seduta lì in un angolo.

HONORATA - Nessun problema cavaliere, è stato solo un attimo ma è già passato.

CORSARO - Posso conoscere il vostro nome, incantevole signora?

HONORATA - (con fare semplice e regale porgendo la mano per farsela baciare) Honorata.

CORSARO - (prendendola e baciandola) L’onore è tutto mio Signora, ma volevo conoscere il vostro nome.

HONORATA - (con leggera impazienza) Honorata

CORSARO - (ripetendo il baciamano) Ma no, no, l’onore è tutto mio, ma bramerei ardentemente conoscere il vostro nome.

HONORATA - Sciocco, io mi chiamo Honorata, (accentua l’H aspirata) Honorata, capito?

CORSARO - Ah!

HONORATA - Allora ricominciamo (tende la mano) Honorata e voi?


CORSARO - Onorato.

HONORATA - Come, vi chiamate anche voi come me?

CORSARO - No,no volevo dire che sono onorato di conoscervi Signora.

HONORATA - Sentite, qui con queste presentazioni facciamo notte, ditemi in poche parole come vi chiamate?

CORSARO - (ergendosi) Permettetemi, io sono Emilio,Conte di Ventimiglia, Signore di Roccabruna e di Valpenta ai vostri piedi.

HONORATA - Però.

CORSARO - E voi siete Honorata e poi?

HONORATA - Honorata di Von Gould.

CORSARO - (abbandonandosi ad una scena di disperazione) No,no perché proprio lei.

HONORATA - Non capisco, Conte spiegatevi meglio.

CORSARO - Vedete per gli amici, ma soprattutto per i nemici, io sono il Corsaro Nero.

RONORATA - Ah!

CORSARO - Ero venuto qui per rapirvi.

HONORATA - Ah! (naturalmente ogni ah deve avere una diversa intonazione)

CORSARO - Allora... vi. . .rapisco?

HONORATA - E rapitemi!

CORSARO - Dio solo sa se vorrei farne a meno ma è necessario per il bene di molte persone.

HONORATA - Non preoccupatevi Conte, fate quello che dovete fare, rapitemi.

CORSARO - Aspettate, forse posso trovare qualche altra soluzione...

HONORATA - Non vi azzardate a farlo Conte, voi dovete rapirmi, lo esigo.

CORSARO - Ah bè allora. . . . vi rapisco?

HONORATA - (un po’ seccata) E rapitemi (tra se) Mi sembra un po’ lento questo Corsaro, dovrò dargli io la giusta carica.

CORSARO - (rinfrancato) OK vi rapisco. (esita)

HONORATA - Ma sapete almeno come si fa?

CORSARO - Veramente è il mio primo rapimento.

HONORATA - Anche per me, comunque vediamo di organizzarci, voi mi portate in braccio. . . . non vi preoccupate peso poco, poi scavalcate agilmente una finestra. . . . va bè varcate dignitosamente una porta, mi gettate di traverso sul vostro cavallo bianco. . . . non avete un cavallo bianco?

CORSARO - Scusate, Il Corsaro Nero sul cavallo bianco, non sono mica juventino, ho un cavallo nero, nero come la pece.


HONORATA - D’accordo, dopodiché cavalcate ventre a terra CORSARO - Ma fa male!

HONORATA - Ma non voi il cavallo, e poi è un modo di dire, cavalcate furiosamente fino alla vostra nave, anch’essa nera come la pece?

CORSARO - Non esageriamo non ho mica un impresa di pompe funebri.

HONORATA - Allora di che colore è?

CORSARO - Di che colore. . . bè color nave naturalmente.

HONORATA - Naturalmente, e una volta a bordo studieremo i dettagli successivi.

CORSARO - Perfetto, allora prego da questa parte, per i rapimenti si esce di qui.

SCENA V

JOLANDA - Bene, bene, sono nella tana del lupo, del famigerato Duca di Von Gould, pensate che è talmente cattivo che,nonostante sia olandese, ha rinnegato le sue origini per abbracciare quelle di una lontana zia tedesca. Si è persino cambiato il cognome trasformando Van Gould in Von Gould perché secondo lui i tedeschi sono più cattivi. Storie,io conosco dei miei compatrioti che sono peggio del più cattivo dei tedeschi, almeno come perversione mentale. Comunque l’importante ora è di riuscire a restare qui per raccogliere tutte le informazioni possibili per il mio caro papà. Ho risposto ad un annuncia economico riguardante un posto di domestica. . . . oh arriva qualcuno.

HUTTA - E voi chi siete?

JOLANDA - Buongiorno Madame, io sarei venuta per quel posta di domestica.

HUTTA - Ah, bene,bene,bene. Quanti anni avete?

JOLANDA - Sedici.

HUTTA - Bene,bene,bene, mio marito le preferisce più cresciute. Nazionalità? Mi sembrate un tipo mediterraneo, non sarete (con raccapriccio) mica (e disgusto) italiana.

JOLAKDA - No, no, sono spagnola, spagnolissima olè.

HUTTA - Allora immagino che sarete (altro disgusto) cattolica. JOLANDA - No, no sono stata cresciuta da una zia olandese, sono calvinista. HUTTA - Bene,bene, una sana ragazza puritana. Referenze? JOLANDA - Ahi,ahi, bè.. . .ecco...

HUTTA - Prima rispondete a quest’altra domanda più importante: avete l’abitudine di girare per casa con tutte tette all’aria?!

JOLANDA - Vivaddio no! Per quanta riguarda le referenze invece...


HUTTA - Non importa questa essere referenza più importante. Siete assunta. Altro che aumento di stipendio Hildegarde, perché caro Amadeus, come dire vecchio proverbio tedesco-olandese :“qua nessuno essere fesso”.

VON GOULD - (comparendo) Hutta, hai visto nostra figlia. Ho saputo che la nave è sbarcata prima del.... (nota Jolanda) ma chi è questa incantevole fanciulla.

HIJTTA - La nostra nuova domestica.

VON GOULD - (tra se) Bene,bene, due domestiche sono meglio di una. Benvenuta signorina, spero che andrà d’accordo con la nostra Hildegarde, ma non dovrebbero esserci problemi.

HUTTA - Hai ragione caro, non ci saranno problemi, anche perché ho licenziato Hildegarde questa mattina.

VON GOULD - Ma,ma.. .come.

HUTTA - Caro l’ho fatto per il suo bene, sai in questa casa ci sono molte correnti d’aria e avevo paura che lei si prendesse una polmonite visto che ha l’abitudine di girare sempre con tutte tette fuori. Comunque mi stavi dicendo che mia piccola bambina già arrivata, te l’ho detto che cuore di mamma meglio di razzo colorato. E dov’è adesso?

VON GOULD - E’ quello che vorrei sapere anch’io, dopo che è sbarcata nessuno l’ha più vista.

HUTTA - Sciocchezze, sarà nascosta in camera sua o in qualche suo piccolo rifugio segreto, per fare scherzo. Io conosco mia piccola bambina. (esce).

VON GOULD - (a Jolanda) Finalmente soli.

JOLANDA - E allora?

VON GOULD - Una buona occasione per conoscerci meglio.

HUTTA - (ricomparendo all’improvviso) Perdi il tuo tempo è calvinista. Puritana ah, ah, ah. (esce)

VON GOULD - D’accordo ma le abitudini si possono sempre cambiare.

JOLANDA - Non le mie. (correndo dietro a Hutta) Madame, aspettatemi, vengo con voi. (esce)

VON GOULD - Accidenti, quella donna mi ha fregato, vuol dire che mi consolerò con la cattura del Corsaro Nero. (Jolanda fa capolino) Devo riconoscere che il piano della Marchesa di Montelimar è semplice e geniale. E poi è ancora una bella donna, devo pur consolarmi della perdita di Hildegarde.Oh Hildegarde! (esce)

JOLANDA - Senti senti, devo riuscire a scoprire questo piano. E chi sarà questa Marchesa di Montelimar? Il nome non mi è nuovo , devo averlo sentito dal mio paparino in qualche occasione. O forse l’ho letto su “Caravella Duemila” quel giornale scandalistico che circola presso tutti i pirati. Certo il compito che mi sono prefissa è difficile, ma ci riuscirò, qui ne va della vita di tutti i fratelli della casta,Almeno ci fosse Morgan con me. Ah Morgan! Puritana!? Datemi Morgan


per una mezz’oretta in un luogo appartato, e te la faccio vedere io la puritana calvinista. Morgan, Morgan! ... Anche non appartato. (esce)

SCENA VI

HONORATA - Ecco, da questa parte cavaliere, o preferite che vi chiami conte? Cavaliere?.. dove siete. . . conte dove vi siete cacciato,accidenti con tutti questi nomi e titoli ci vuole un ora. . . ah eccovi. . .dove eravate finito?

CORSARO - Scusatemi, ma sono inciampato una dozzina di volte, capirete con tutto questo buio il mantello nero, il cavallo nero... è un miracolo se sono riuscito a vedervi. Forse è stato il cuore a guidarmi.

HONORATA - O forse il mio mantello chiaro. D’ altra parte se vi foste fatto

chiamare il Corsaro Bianco, con un mantello bianco ed un cavallo bianco...

CORSARO - Brava,così mi avrebbero scritturato per la pubblicità di un bagno schiuma, senza contare che sarei stato individuato a cento miglia di distanza.

HONORATA - Anche questo è vero, comunque adesso siamo qui, avete detto che una scialuppa verrà a prenderci alle prime luci dell’alba?

CORSARO - Si.

HONORATA - Allora abbiamo tutto il tempo per conoscerci meglio. Parlatemi di.

voi.

CORSARO - Non ho molto da dire, ho una figlia....

HONORATA - (ritraendosi con orrore e raccapriccio e lanciando un urlo) Ahhh siete sposato.

CORSARO - (che aveva già estratto la spada) No,no, sono vedovo, la madre di Jolanda morì,come sempre accade in questi romanzi, dando alla luce la bambina

HONORATA - (il più ipocritamente possibile) Oh, come mi dispiace.

CORSARO - Già, ma ora promettetemi che non urlerete adesso che vi rivelerò che ho ben due fratelli.

HONORATA - Spiritoso. Come si chiamano? CORSARO - Sono conosciuti come Il Corsaro Rosso e Il Corsaro Verde. HONORATA - Anche loro pirati?

CORSARO - Si è una tradizione di famiglia, no la verità è che abbiamo giurato di vendicare nastro padre, ucciso (la guarda) a tradimento da. . ma questa è storia troppo triste.

HONORATA - E adesso dove sono i vostri fratelli?

CORSARO - Bè il Corsaro Rosso in questo momento si trova a Bruxelles per l’ Internazionale Socialista, mentre il Corsaro Verde a bordo della sua nave, la Greenpeace, sta navigando alla volta dell’atollo di Mururoa per un regolamento di conti con il Pirata Jan Lafitte.


HONORATA - Ah vedo che i vostri colori corrispondono alle vostre convinzioni politiche, allora vuoi dire che voi siete (fa il saluto romano)...

CORSARO - No,no,no ,no io sono Nero.. .per caso. In verità è perché il nero mi snellisce. Ma ecco là la barca, prego per di qua. (escono)

SCENA VII

(compare la Marchesa do Montelimar)

MARCHESA - Come vi stavo dicendo Duca, il piano è molto semplice, noi, cioè voi rapirete la figlia del Corsaro nero, una mocciosetta spocchiosa, dall’abominevole nome di Jolanda, dopodiché il gioco sarà fatto,voi proporrete uno scambio, il padre al posto della figlia, e così lo avrete in mano vostra,. . ma Duca dove siete, ma allora ho parlato per mezz’ora al muro? L’ho sempre detto che in fondo non siete un gentiluomo!

VON GOULD - (entrando) Perdonate Marchesa, ma stavo spiando... cioè controllando la nuova domestica, sapete è molto giovane ma…… promettente.

Comunque non ho persa nessuna delle vostre parole. Ma cosa vi fa pensare che il Corsaro Nero accetti lo scambio?

MARCHESA - Duca, lo so che potrà sembrarvi strano, ma Il Corsaro Nero (sottolineando) è un gentiluomo, appartiene a quella razza in via di estinzione per cui l’onore e l’onestà vogliono ancora dire qualcosa.

VON GOULD - Sembrerebbe quasi che parteggiate per lui, siete sicura di non star tramando qualcosa a mio danno, la mia ira sa essere terribile.

MARCHESA - State tranquillo, come vi ho detto voglio che lo catturiate.

VON GOULD - Lo farò con estremo piacere, cominciamo però dall’inizio dove si trova la ragazza in questione, questa Jolanda, tra parentesi è carina?

MARCHESA - Von Gould siete proprio un vecchio libertino!

VON GOULD - Suvvia, ci sono così poche gioie nella vita.

MARCHESA - Comunque personalmente la trovo orribile (tra se) ma forse potrei essere prevenuta.

VON GOULD - Dove la trovo allora?

MARCHESA - So per certo che in questo momento è qui a Maracaibo, ha preso alloggio alla locanda dei quattro frati.

VON GOULD - (sospettoso) E voi come lo sapete, le mie spie non mi hanno informato.

MARCHESA - Ve l’ho detto Duca,non commettete l’errore di sottovalutarmi.

HUTTA - (sopraggiungendo come una furia) Amadeus, cosa essere questa storia che tu devi valutare di sotto (la guarda con intenzione) questa.questa .. sgualdrinella da quattro soldi.

MARCHESA - Come osate, io sono la Marchesa di Montelimar.

HUTTA - Ed io la Duchessa di Von Gould.


MARCHESA - Ah bè allora. Vi saluto Duca, ma mi raccomando, non perdete altro tempo, mandate subito un drappello di armigeri alla locanda dei Quattro Frati. (esce)

HUTTA - Chi essere quella femmina.

VON GOULD - Ma cara, te lo ha già detto lei è la Marchesa... .

HUTTA - Questo lo so, ma cosa fare qui?

VON GOULD - E’una delle mie spie, ha scoperto dove si nasconde Jolanda, la figlia del Corsaro Nero. Se la catturerò avrò in. pugno il Padre.

HUTTA - Donne,sempre donne, tu frequenti solo donne, domestiche donne, spie donne, figlie di corsari donne.

VON GOULD - Ma Hutta, sono le migliori

HUTTA - Comunque almeno questa non aveva tutte tette fuori. A proposito dove essere nuova domestica?

VON GOULD - Non lo so, poco fa la stavo spi. . .voglio dire l’ho vista casualmente nella stanza a fianco,A proposito come si chiama?

HUTTA - Non lo so, le ho chiesto tutto ma non questo, (ad alta voce) domestica senza nome, ragazza dove se...

JOLANDA - (che stava evidentemente origliando) Eccomi Madame, signor Duca (si inchina).

HUTTA - Non mi hai detto tuo nome.

VON GOULD - Già come ti. chiami bella (occhiataccia di Hutta) fanciulla.

JOLANDA - Ecco. . . io mi chiamo. . Jo...

VON GOULD - Come??

JOLANDA - Volevo dire So mi chiamo Gertrud.

HUTTA - Non è un nome spagnolo.

JOLANDA - (con gesto appropriato) Mamma calvinista ricorda?

HUTTA - Ah già, Gertrud e poi?

JOLANDA - (sempre più in difficoltà) Gertrud, ecco . . . Gertrud.. Gertrud De Soto.

VON GOULD - (ammiccando lascivo) E de sopra?

HUTTA - (intervenendo arcigna) Fraulein !!!

JOLANDA - (automaticamente) Ja? HUTTA - (indicando la porta) Spazziren!

JOLANDA - (perplessa mimando l’atto di spazzare) Come...?

VON GOULD - Mia cara, purtroppo spazziren non significa , ahimè, scoparen ma camminaren.

JOLANDA - Accidenti, mi sembra di essere capitata in un fumetto di Bonvi. (esce seguita da Hutta)


VON GOULD - Eppure prima o poi, giuro, che riuscirò a conoscere meglio quella ragazza. Ma ora occupiamoci degli affari di stato. Locanda dei quattro frati ha detto la Marchesa, che donna! Uomini a me. Capitano Lopez, sergente Garcia! No lui no altrimenti mi ritrovo tra i piedi anche Zorro. Sergente Pedroso, questo si che è un ragazzo in gamba, farà carriera a passi da gigante. Tutti con me, alla locanda dei quattro frati, voglio prendere parte anch’io al divertimento. (esce)

SCENA VIII

HONORATA - (entrando) E così, questa sarebbe la sua cabina. Molto semplice, quasi austera, ma non disgiunta da una certa classe. Come lui del resto. Accidenti, attenta se non vuoi diventar quanto prima dis-onorata. Ma cosa dico, Emilio, ma come lo chiamo già ‘ Emilio, è un gentiluomo, anzi ho paura che dovrò essere io a prendere l’iniziativa. In fondo però la cosa non mi dispiace, è così eccitante, altro che collegio delle Sante Suore del Carmelo e della Misericordia riunite.

CORSARO - Eccomi a voi mia dolce Duchessina.

HONORATA - Vi prego, conte non chiamatemi così, mi fa venire in mente un purgante, chiamatemi (pausa languida e sensuale ad effetto) . . . Honorata.

CORSARO - Ne sarò felice (inconsciamente la imita) . . . . Honorata, a patto che voi mi chiamiate..

HONORATA - (precipitosa) Emilio.

CORSARO - (preso in contropiede) Già ecco.. .proprio così.

HONORATA - (tra se) Accidenti devo essere meno impulsiva altrimenti finirò per bloccarlo.

CORSARO - (imbarazzato) Bene, eccoci qua..

HONORATA - Già, eccoci qua... (ridono entrambi scioccamente) Eh, eh,eh.

CORSARO - Eh,eh,eh,.. .mi pare che la prima parte del rapimento sia riuscita bene vero?

HONORATA - Benissimo.

CORSARO - Soprattutto grazie al vostro aiuto, io non ero molto pratico, mentre voi sembrava che non faceste altro in vita vostra che farvi rapire.

HONORATA - (vezzosamente modesta) Bè nel mio piccolo…

CORSARO - Bene,bene. , .eh.. . eh..

HONORATA - Già. . . . eh. . , eh,..

CORSARO - Adesso bisognerebbe procedere oltre.

HONORATA - (mal celando la sua passionalità) Si,si andiamo oltre.

CORSARO - Avete qualche altra idea.. . sull’oltre?

HONORATA - Altroché! Volevo dire ,forse adesso dovreste tentare di sedurmi.


CORSARO - No,no,no,no!

HONORATA - Come no?!

CORSARO - Un gentiluomo non si comporta così, se è questo che temevate, state tranquilla, non vi toccherò nemmeno con un dito.

HONORATA - (un po scoraggiata) E’proprio questo che temevo. (al pubblico) Ma non demordo, non potrà resistermi a lungo. (al corsaro) Allora penso che dovreste andare dal Duca mio Padre a chiedere un riscatto.

CORSARO - Non voglio oro, il vile denaro non mi interessa, ma avete ragione, andrò a parlare con Von Gould, tratterò la vostra (reprime un singhiozzo) libertà, con quella dei miei uomini prigionieri nelle sue segrete. Voi nel frattempo fate come se foste a nave vostra, darò disposizione ai miei uomini di non disturbarvi.

HONORATA – Emilio! (lui si ferma sulla soglia) Promettetemi di cenare con me stasera, dopo che sarete andato a parlare con mio padre.

CORSARO - Non mancherei per nessuna ragione al mondo, ogni vostro desiderio è per me un ordine.. . oltre che un piacere (roco e sensuale)... Honorata. (esce)

HONORATA - Aspetta che mi metto un po in ordine, poi te lo faccio vedere io il non vi toccherò nemmeno con un dito. Dico,ma ci sarà almeno una toilette su questa nave corsara, magari dipinta di nero. Proviamo di la (esce).

SCENA IX

i

CORSARO - (entrando nel palazzo del Duca) Certo che se avessi saputo che era così facile entrare nel palazzo del famigerato Von Gould, avrei portato con me i miei uomini risolvendo la questione una volta per tutte.

MARCHESA - (entrando) Voi!

CORSARO - Voi?

MARCHESA - L’ho detto prima io.

CORSARO - E con questo?

MARCHESA - State rischiando grosso. (questa battuta e la successiva del Corsaro devono essere dette come in un giallo di M.Spillane)

CORSARO - E’ il mio mestiere.

MARCHESA - Ehm, forse siamo entrati per sbaglio in un altro copione, ricominciamo.

CORSARO - D’accordo.

MARCHESA - Cosa fate qui, lo sapete che state correndo un rischio terribile.

CORSARO - La salvezza dei miei uomini vale qualunque rischio io possa correre. (uscendo di nuovo dagli schemi) eh?


MARCHESA - OK. ( rientrando) Se il Duca vi trova qui, vi farà impiccare.

CORSARO - Non credo, ho in serbo una sorpresa per lui.

MARCHESA -  A quest’ora anche lui avrà in serbo una sorpresa per voi.

CORSARO - Che intendete dire.

MARCHESA - Nulla, nulla, lo scoprirete a suo tempo (tra se) e a vostre spese.

Addio Conte, vi auguro buona fortuna.

CORSARO - Non esiste la fortuna, ma solo il valore del braccio che impugna la spada (uscendo di nuovo dagli schemi) Eh? eh!

MARCHESA - (uscendo e con accento lombardo) Alla grande.

CORSARO - E ora a noi due Von Gould.

HUTTA - (entrando e strillando) E chi essere voi.

CORSARO - (facendo un salto) Ah, in! volete far venire un infarto. Mio Dio come le somiglia.

HIJTTA - Chi somiglia a chi, chi siete, come osate entrare senza permesso.

CORSARO - Voi dovete essere La Duchessa di Von Gould. (si inchina come da manuale)

HUTTA - Si capisce, ma (raddolcendosi) voi chi siete (al pubblico) che uomo affascinante però, somiglia a mio marito, ma con tutt’altro stile.

CORSARO - Permettetemi Duchessa io sono Emilio, Conte di Ventimiglia, signore di Roccabruna e di Valpenta...

HUTTA - (tutta miele) Un Nobile italiano, ecco perché è così affascinante.

CORSARO - (continuando) Ma da queste parti sono più conosciuto come il Corsaro Nero

HUTTA - Ahhh! Qui in casa mia, cosa volete da me, (suo malgrado compiaciuta) volete rapirmi.

CORSARO - No grazie, ho già rapito.

HUTTA - Come?

CORSARO - Ecco, è per questo che sono qui, il Duca non c’è?

HUTTA - No, è andato a… è andato a sbrigare una commissione, ma potete dire a me.

CORSARO - Bè non è proprio la stessa cosa.

HJJTTA - Caro Conte, mettetevi bene in testa una cosa, in questa casa, mando tutto avanti io, sono io che porto pantaloni, visto che a mio marito piace sempre toglierli. Ma questo non vi interessa. Dite a me cosa volete.

CORSARO - Accidenti che caratterino, quasi quasi compatisco il famigerato Von Gould, spero che la figlia non le somigli da questo punto di vista.

HUTTA - Cosa c’entra mia figlia adesso?


CORSARO - Ecco era proprio di questo che volevo parlare col Duca ma che dirò senza indugi a voi, ho appena rapito vostra figlia. La Duchessina Honorata di Von Gould.

HUTTA - (tipico urlo di madre straziata dal dolore) Aaaaaargh, la mia bambina, la mia piccola Honorata, la mia Tinozzina.

CORSARO - Tinozzina?

HIJTTA - Ma si, Honorata,Honoratina,Tina,Tinella, Tinozza,Tinozzina.

CORSARO - E perché non Zina.

HUTTA - Ci stavo arrivando. (riprendendo il pianto) Hai rapito la mia bambina, mostro...

CORSARO - Perdonatemi Duchessa, capisco il vostro dolore...

HUTTA - (scoppia in una irrefrenabile risata) Ah,ah,ah ah ..

CORSARO - (un po perplesso) . . . ma era necessario. . . ma come, io vi dico di aver rapito vostra figlia e voi ridete?

HUTTA - (tra le lacrime e le risate) Sapete qual era la commissione di mio marito? Andare a rapire vostra figlia Jolanda, alla Locanda dei Quattro Frati.

CORSARO - (cominciando a ridere anche lui) Ah,ah,ah ah.

HUTTA - E già, adesso ci rapiamo le figlie a vicenda e ci mettiamo a ridere.

CORSARO - Scusate Duchessa, ma rido perché alla Locanda dei quattro frati, mia figlia non c’è.

HUTTA - Come non c’è? E dov’è?

CORSARO - Non lo so, mi ha detto che sarebbe stata via per qualche tempo, ma non mi ha detto dove andava.

HUTTA - Ah,e adesso?

CORSARO - Conduco io per una figlia a zero.

JOLANDA - (entrando stupita) Papà cosa fai qui?!

CORSARO - Zitta sciocca!

HUTTA - Papà!?

JOLANDA - Ecco, io stavo cantando, sapete l’ultimo successo di Madonna,quello che fa (sulla musica di Papa don’t p...): Papà tu qui cosa ci fai,..

CORSARO - Duchessa, chi è questa giovane sventata?

HUTTA - Non cercate di menarmi per il naso, qui c’è qualcosa che puzza!

JOLANDA - Forse sta bruciando lo spezzatino?

CORSARO - Forse mentre venivo qui ho pestato qualcosa?

HUTTA - Fermi tutti, non sono nata ieri (va verso il Corsaro, poi di scatto si volta verso Jolanda) Jolanda!

JOLANDA - Si madame.


HUTTA- Lo dicevo io.

CORSARO - Che figlia cretina!

HUTTA - (agguantando Jolanda) Adesso siamo uno pari.

CORSARO - Cosa vi fa pensare che non potrei sopraffarvi e liberare mia figlia?

HUTTA - Caro Conte, voi siete un gentiluomo e i gentiluomini non usano violenza alle donne. (al pubblico) Mio marito invece non avrebbe esitato un istante.. . . anzi.

CORSARO - Accidenti è vero. L’onestà non paga mai... .però fa stare molto bene. Io me ne vado Duchessa, ma sentirete presto parlare di me.

JOLANDA - Ma come Papà, mi lasci nelle grinfie di questa arpia. . ahi (pizzicotto), che è pure violenta.

HIJTTA - Tornate pure a trovarci Conte.. .. naturalmente non da solo.

CORSARO - Abbiate cura di mia figlia Duchessa.

HUTTA - E voi della mia.

CORSARO Contateci. (esce)

JOLANDA - Accidenti, qualcuno mi vuole spiegare cosa sta succedendo? Di quali figlie oltre me stavate parlando, possibile che nessuno mi dice mai niente. Papà torna indietro.

HUTTA - Stai zitta piccola sciocca, Gertrud De Soto, madre calvinista e via discorrendo, e così mi ritrovo pure senza domestica. Bè ma almeno non gira con tutte tette fuori. E poi, sarà per me una grande soddisfazione quando farò vedere a mio marito di essere riuscita dove lui avere fatto fiasco. (esce portando con se Jolanda)

SCENA X

CORSARO - Questa non ci voleva, è vero che ho rapito la figlia del Duca... (pausa sentimentale) Ah Honorata , rapirvi è stata la casa più bella che mi sia capitata, ma anche la più tragica. Sono in un tremendo dilemma, Jolanda è in mano al nemico,anzi alla nemica, non so chi sia peggio, dovremo effettuare uno scambio tra Honorata (geme) e mia figlia. .o i miei uomini, sarà il Padre o il Corsaro che prevarrà? E poi qualunque sarà la decisione, non vedrò più lei,Lei,LEI che già turba le mie notti anche se non ne è trascorsa nemmeno una, LEI che già popola i miei sogni anche se... (al pubblico) come chi lei?! Ma Honorata no!

MARCHESA - Conte, cosa fate ancora qui, nei dintorni della casa del vostro nemico. Come mai non vi hanno arrestato?

CORSARO Non potevano.

MARCHESA - E perché?

CORSARO - Sono inarrestabile!


MARCHESA - Questa è veramente penosa!

CORSARO - D’accordo!La verità è che non potevano perché ho in mano la figlia di Von Gould.

MARCHESA - Oh,oh abbiamo avuto la stessa idea.

CORSARO - Abbiamo. . la stessa idea? Che intendete dire?

MARCHESA - Niente, niente, ma il Duca come ha reagito alla notizia?

CORSARO - Non lo so, non c’era, era andato un attimo a rapire mia figlia.

MARCHESA - Ah e c’è riuscito?

CORSARO - No perché quell’ idiota si era già fatta rapire dalla Duchessa.

MARCHESA - Come,come, comincio ad avere le idee un po confuse. Sarà meglio che mi spieghiate in dettaglio tutta questa serie di rapimenti a catena. E pensare che siamo a Maracaibo, pensa se fossimo in Sardegna.

CORSARO - Vi spiegherò, ma non qui.

MARCHESA - D’accordo. (escono)

SCENA XI

HONORATA - (siamo nella cabina della nave del Corsaro Nero, lei si è acconciata tutta sexy per forzare la mano al Corsaro) Se oserà resistere al mio look,giuro che telefono a Heffner e mi propongo per un servizio su Playboy di Marzo e poi gliene invio una copia.

CORSARO - (entra e realizza emettendo suoni inarticolati) Ehehagheh....

HONORATA - Un antico dialetto caraibico?

CORSARO - No,no è che voi siete come.. .come... un esplosione di rigogliosi frutti tropicali il cui stordente profumo penetra nel corpo e nella mente di un uomo annichilendo la sua volontà ma acuendo al tempo stesso il suo fremente desiderio.

HONORATA - Però! Una persona normale avrebbe detto solo due parole: “A bona”.Certo che così è meglio, si perde un po’ più di tempo ma si guadagna in stile. Mi sembra che la serata prometta bene.

CORSARO - Ahimè, mia carissima, purtroppo ho una cattiva notizia.

HONORATA - L’ho detto troppo presto.

CORSARO - Mia figlia Jolanda è nelle mani di vostra madre.

HONORATA - Oh poverina, so cosa vuol dire.

CORSARO - Vuol dire anche che dovrò liberarvi in cambio di lei o, a scelta, dei miei uomini.

HONORATA - Che atroce dilemma.


CORSARO - Ma la cosa più atroce, confesso il mio sordido egoismo, è che dovrò liberarvi.

HONORATA - Oh, come siete caro, è la cosa più bella che potevate dire.

CORSARO - Si ma intanto sono cavoli acidi.

HONORATA - Prego?

CORSARO - Volevo dire che le acide radici dello spinoso dilemma, si insinuano ferocemente nella mia coscienza e la ricoprono di un nauseante sentore. Come di cavoli appunto!

HONORATA - (gatteggiando) Capisco, e voi non volete liberarmi. CORSARO - Ebbene no!

HONORATA - Allora non ce ne sarà bisogno. Ho un piano, ascoltate: voi mi libererete e mi riconsegnerete ai miei in cambio dei vostri uomini, ma io agirò dall’interno come una vostra agente e libererò in seguito vostra figlia con cui fuggirò (pausa languida) per tornare da voi.

CORSARO - (folgorato) No!

HONORATA - Si!

CORSARO - Voi fareste questo per me?

HONORATA - Farei qualunque cosa per voi.

CORSARO - Honorata (inginocchiandosi) sarò vostro per sempre.

HONORATA - Si, ma cominciate subito

CORSARO - Come subIto!? Cosa intendete dire.

HONORATA - Più che altro intenda fare. No dico, non avete notato il look, i frutti rigogliosi e via discorrendo. Cogliete questi frutti!

CORSARO - No, non posso!

HONORATA - Perché no, siete gay, monaca buddista, avete le vostre cose?

CORSARO - No, no,non si tratta di questo, ma un gentiluomo non può approfittare bassamente di una fanciulla che si trova alla sua mercè.

HONORATA - (cominciando una pantomima di seduzione che vedrà lei attaccare e il Corsaro difendersi) E così io sarei una fanciulla che si trova alla vostra mercè?

CORSARO - Bè tecnicamente sì... . anche se può sembrare il contrario.

HONORATA - E voi sareste un gentiluomo che non compierebbe mai azioni basse e vergognose.

CORSARO - Si. .si, ancora per qualche secondo almeno.

HONORATA - (al parossismo, ovviamente comicamente esagerato) Emilio vi voglio.

CORSARO - Ebbene, romperò ad un tempo scrupoli e indugi.

HONORATA - Rompete Emilio, rompete.


CORSARO - (l’abbraccia alla Humphrey Bogart come se volesse fare sconquassi) Honorata (la bacia castamente sulla fronte) perdonate non ho saputo resistevi.

HONORATA - Tutto qui? Scommetto che adesso mi direte (imitando il Corsaro) Mia cara, rimandiamo a tempi più consoni alla nostra condizione di gentiluomini e nobildonne ogni altro tipo di rapporto e andiamo di là ad ascoltare un concerto di liuto.

CORSARO - Cara Honorata, sono un gentiluomo è vero ma c’è un limite a tutto, però su una cosa avete ragione andiamo di là, non mi piace farlo davanti (indica il pubblico) a tutta questa gente. A poppa ho una piccola suite a luci rosse dove staremo a meraviglia, e allora potreste anche ascoltarlo il vostro concerto per liuto.

HONORATA - Uauuuuuu (escono).

SCENA XI

JOLANDA - (disperata ma non troppo) Uffa, ho rovinato tutto, ma vedere il babbo così all’improvviso nel covo del suo mortale nemico,. .certo avrei fatto meglio a dirglielo prima che volevo introdurmi in casa Von Gould con l’inganno per spiare i suoi movimenti,ma volevo fargli vedere che non ero una bambina e che anch’io potevo essere utile alla causa. Invece ho dimostrato proprio il contrario e ho rovinato tutto. Pensa alla figura che ho fatto con Morgan, speriamo che non lo venga a sapere. Sono sicura però che il Papi troverà un mezzo per liberarmi, almeno spero, sono stata chiusa qui dentro tutta la notte da sola, bè meglio sola che a dover subire le avances del Duca. Comunque sono proprio disperata.

DUCA - (comparendo seguito da Hutta) E brava, così mi avete fatto fare proprio una bella figura con i miei uomini. Io cercavo voi e voi eravate già qui!

JOLANDA - Cosa volevate di più. Rapimento a domicilio.

DUCA - E non fate la spiritosa, la cosa che più mi brucia è che è stata mia moglie a catturarvi.

HUTTA - Eh Eh.

DUCA - Non oso immaginare quanto me lo farà pesare

JOLANDA - (ironica) Sono davvero dispiaciuta.

DUCA - Ah, (ingordo) ma tutti i mali non vengono per nuocere. Cercherò di trarre profitto dalla situazione.

HUTTA E JOLANDA - (insieme) Cosa intendete dire?! DUCA - Potrei,per esempio , nell’interesse della Corona naturalmente, diciamo

. . torturare (al pubblico) ahum ahum, la qui presente figlia di un nemico dello stato, per estorcere .. . informazioni e.. .altro.

HUTTA E JOLANDA - Scordatevelo!


HUTTA - Questa ragazza essere mia prigioniera, e poi non dimenticare cheil Conte di Ventimiglia..

DUCA - Chi?

HUTTA - Ma si il Corsaro Nero, che peraltro mi ha fatto una buonissima impressione, tiene prigioniera nostra figlia.

DUCA - Ah già è vero, maledetto pirata (Jolanda gli dà un calcio negli stinchi) Ahi!, e così ti ha fatta una buona impressione, magari avresti preferito che avesse rapita te Ahi (anche Hutta gli dà un calcio).. accidenti sono preso tra due fuochi, e pensare che ha sempre servito fedelmente la causa della Corona di Spagna (uscendo) Ah Hildegarde perché non ci sei più

HUTTA - (prendendolo per un braccio) E già che ci siamo vediamo di chiarire una volta per tutte la questione di Hildegarde, ragazza che stava sempre con tutte tette fuori. (a Jolanda) tu non ti muovere (escono)

JOLANDA - E dove dovrei andare, sono prigioniera e chissà per quanto, ci fosse almeno un walkman. Ehi non avete un walkman? No eh, pazienza, comunque ho deciso, mi procurerà in qualche modo una spada e venderò cara la pelle, modestamente sono un ottima spadaccina, proprio come il Papi, ah se almeno avessi Morgan al mio fianco, faremmo cose da pazzi.. prima e dopo!

HQNORATA - (comparendo all’improvviso) Salve!

JOLANDA - Ah! E voi chi siete.

HONORATA - (porgendo la mano) Io sono Honorata.

JOLANDA - E io sono disperata.

HONORATA - E’ proprio un vizio di famiglia. Ascolta, evitiamo il ripetersi dei soliti giochini, io sono Honorata di Von Gauld, la figlia del Duca e tu sei Jolanda di Ventimiglia la figlia di Emilio.

JOLANDA - Uuuuh, io chiama Emilio accidenti il Papi ha colpito ancora. Come mai sei libera?

HONORATA - Tuo Padre mi ha liberata.

JOLANDA - Liberata di Von Gould eh eh.

HONORATA - Battuta schifosa.

JOLANDA - Scusa, ma allora vuoi dire che anch’io sono libera? Ah lo dicevo io che avevo un padre meraviglioso, fantastico, unico e stupendo.

HONORATA - Veramente mi ha liberata in cambio dei suoi uomini.

JOLANDA - Ah! L’ignobile genitore ha osato preferire quella sporca ciurmaglia a me sua figlia. Il vecchio, tra me delicato fiore mediterraneo e Charmaux e Van Stiller ha preferito quei due ubriaconi attaccabrighe. Questo il matusa non me lo doveva fare a me unica...

HONORATA - Piantala!

JOLANDA - Eh!


HDNORATA - Ho detto piantala, ti proibisco di parlare così di tuo padre che è una persona (se possibile alla Verdone—Abatantuono) eccezionale veramente.

JOLANDA - Ma..!

HONORATA - Shhh, non fiatare, accompagnami a fare un bagno caldo, e ti spiegherò quali sono i nostri piani.

JOLANDA - I nostri piani?

HONORATA - Si, miei, tuoi e di (languida) Emilio.

JOLANDA - (allusiva di circostanza) Uuuuh! (escono)

SCENA XII

VON GOULD — Mia figlia rapita e restituita in quattro e quattr’otto, senza nessun tentativo di azione da parte mia, mia moglie che cattura la figlia del mio nemico, i pirati che avevo catturato a prezzo di gravi perdite di nuovo in libertà e Hildegarde che non c’è più. E’ vero che in un modo o nell’altro la figlia del Corsaro nero è prigioniera qui al palazzo, ma mia moglie manifesta troppa simpatia per quel tagliagole, d’accordo è un nobile, ma pur sempre pirata. Comunque tutto è accaduto troppo in fretta, c’è qualcosa che non mi quadra.

MARCHESA - Allora, Duca, la situazione si presenta più ingarbugliata del previsto.

DUCA - Voi, voi, è tutta colpa vostra, che mi avete dato delle informazioni sbagliate.

MARCHESA - Lo sapevo, gli uomini sono tutti uguali, incolpano le donne della loro inettitudine.

DUCA - Un momento io...

MARCHESA - Io cosa, Jolanda la figlia del Corsaro Nero, non abitava forse in quella locanda?

DUCA - Si, ma non c’era più quando ho fatto irruzione con i miei uomini, era già qui.

MARCHESA - Bè cosa volete di più, io d’altronde non vi avevo mica detto che vi avrebbe aspettato in camera con tè e pasticcini. D’altra parte avete lo stesso raggiunto il vostro scopo, lei è nelle vostre mani.

DUCA - Si, ma ho dovuto liberare i pirati che avevo catturato.

MARCHESA - Sciocchezze, è il Corsaro Nero quello che conta, tramite sua figlia potrete averlo in pugno e a quel punto i suoi uomini non sono più pericolosi.

DUCA - Avete ragione, non ci avevo pensato. Marchesa siete veramente una donna preziosa.

MARCHESA - Lo so.


DUCA - Che ne direste allora di andare a festeggiare, ho una piccola suite segreta ,vi mostrerò delle stupende..

MARCHESA - Stampe giapponesi? DUCA - Accidenti, vi ci ho già portata? MARCHESA - No, ma gli uomini sono tutti uguali. DUCA - Allora?

MARCHESA - E vediamo queste stampe giapponesi. (escono)

HUTTA - (entrando a precipizio urlando) Aaaaaaah!

DUCA - Der Teufel, ci devono essere dei microfoni nascosti, già qui.

HUTTA - La mia bambina, la mia povera bambina.

DUCA E MARCHESA - Cosa è successo.

HUTTA - Sparita, non c’è più, insieme a corsarina.

MARCHESA - Corsarina?

HUTTA — Si, figlia di Corsaro.

DUCA - Ma come è possibile, la casa è circondata dalle mie guardie, era impossibile che i pirati potessero penetrare senza essere visti.

HUTTA - Non sono entrati pirati, sono uscite loro.

DUCA E MARCHESA - Cosa?

HUTTA - Smettete di parlare insieme voi due, io gelosa. Non sono state rapite, hanno detto alle guardie che andavano a fare un giro al mercato.

DUCA - Ah, ma allora torneranno presto.

HUTTA - Io non crede, secondo me piratina minacciava mia bambina con coltellino.

MARCHESA -  Siamo in pieno mondo di Barbie.

DUCA - Ma via, Honorata sa badare a se stessa, d’altra parte potresti anche aver ragione, manderà una pattuglia a cercarle. (esce)

HUTTA - Tu non mi piacere, ronzare troppo spesso attorno a mio marito. MARCHESA - Ma via è un impressione, comunque ora devo andare. (esce)

HUTTA - (sconsolata) Mia bambina, mia povera bambina, dove sarà adesso? (buio)

QUI CI VUOLE UNO STACCO MUSICALE PARTICOLARE E UN APPROPRIATO GIOCO DI LUCI PERCHE SIAMO ALLE SCENE CONCLUSIVE

(cabina del Corsaro Nero)

JOLANDA - Bene, eccoci qui.

HONORATA - (sopraggiungendo) Già, eccoci qui.


CORSARO- (sopraggiungendo a sua volta) Se posso usare una frase appropriata direi: eccoci qui.

JOLANDA - Cosa facciamo adesso.

CORSARO - Bè potremmo farci un drink.

JOLANDA - Papi, mi stupisci.

HONORATA - Io, (languida avvicinandosi al Corsaro) veramente avrei un altra idea. Potremo riprendere il discorso di stanotte...

JOLANDA - Papi, mi stupisci!

CORSARO - Bè sai è una questione di feromoni.

JOLANDA - Papi mi stupisci.

HONORATA - Ho paura che la ragazza abbia preso degli stupefacenti, forse è stanca e provata dalle ultime vicissitudini. (allusiva) Perché non vai a riposarti nella tua cabina cara?

JOLANDA - Ho capito, ho capito, vi lascio, avete per caso visto Morgan nei dintorni?

CORSARO - (molto padre possessivo) Perché vuoi saperlo.

JOLANDA - (facendogli il verso) Bè sai è una questione di feromoni (sparisce mentre il Corsaro finge di sguainare la spada per inseguirla)

CORSARO - I figli ti crescono sotto il naso e neanche te ne accorgi....

comunque adesso siamo soli (si accosta ad Honorata appassionatamente)...

Honorata.

HONORATA - Si, Emilio ( si abbracciano appassionatamente ma poi lei si blocca) . . . aspetta (si stacca) non possiamo.

CORSARO - Ho l’impressione che ci siamo scambiati i ruoli. Voi titubate!

HONORATA - Non titubo, solo mi rendo conto che non è giusto quello che ho fatto, in fondo ho ingannato i miei genitori.

CORSARO - Avete ragione.Ah che donna stupenda siete, non solo bella, non solo appassionata, ma anche capace di nobili sentimenti. Sapete anche cucinare?

HONORATA - (colta in contropiede) Si, ma non vedo il nesso.

CORSARO - Perdonatemi, sono italiano. Volete sposarmi?

HONORATA - Sposarvi! Oh ma è quello che ho desiderato dal primo momento che ci siamo visti.

CORSARO - Allora quando ci sposiamo.

HONORATA - Non ci sposiamo.

CORSARO - Sono cretino o sordo?

HONORATA - Nessuno dei due, ma non posso sposarmi senza il consenso dei miei genitori.

CORSARO - Ma non ve lo daranno mai.


HONORATA - Andrò da loro e perorerò la nostra causa.

CORSARO - Ma è un impresa disperata.

HONORATA - Non quanto sembra, voi piacete a mia Madre.

CORSARO - Ah bè allora.

HONORATA - Allora vado.

CORSARO - Andate (però si tengono le mani).

HONORATA - Bene, vado.

CORSARO - Si, andate.

HONORATA - Devo proprio andare ora.

CORSARO - Si, ora dovete proprio andare (in questo scambio grande gioco di sguardi e di mimica).

HONORATA - E’che mi manca il cuore ai pensiero di lasciarvi.

CORSARO - (fattosi audace) Bè potremmo. . . salutarci ancora una volta,.

.come stanotte.

HONORATA - (ridendo) Emilio, vi siete proprio trasformato, dove è finito l’austero gentiluomo di un tempo.

CORSARO - E’merito vostro Honorata se adesso ho dei feromoni grandi come mongolfiere.

HONORATA - (uscendo e ridendo) Scioccone, vieni andiamo di là. JOLANDA - (entrando) Già fatto?

HONORATA E CORSARO - Fatti i fatti tuoi tu. (escono)

JOLANDA - D’accordo, d’accordo. E vero, più diventano vecchi e più si rimbambiscono appresso alle donne. Bè meno male, perché Morgan non è che sia proprio giovanissimo

HUTTA - (entrando, vestita come Honorata, ma con uno scialle e un cappellIno) Ferma dove sei, tu non muovere e non gridare.

JOLANDA - Ma cosa fai Honorata invece di.. . . giocare con mio Padre, ti

metti a fare scherzi stupidi tipo parlare come tua madre, che già ne ho avuta una indigestione e..

HUTTA - Prego! (detto il più germanicamente possibile) JOLANDA - Oddio, ma sei tua madre, voglio dire, voi siete la Duchessa.

HUTTA - Ja!! Piuttosto, cosa avere sentito? Mia piccola bambina e tuo padre giocare??!!E a cosa?

JOLANDA - Bè ecco, (al pubblico) accidenti l’ho di nuovo fatta grossa. . .si...

HUTTA - E a che gioco (minaccioslssima) giocare ignobile Corsaro, anche se affascinante, con mia bambina??!!

JOLANDA - (riprendendosi) A scacchi, naturalmente. A cosa volete che giochi un terribile corsaro, macho da matti, con la sua avvenente e supersexy


prigioniera, chiusi da soli nella sua famosa cabina a luci rosse? A scacchi, lo sanno tutti.

HUTTA - Uhmmm, cosa non mi convince, approfondirò dopo. Intanto vieni con me.

JOLANDA -  Dove?

HIJTTA - Ma a palazzo ducale naturalmente!

JOLANDA - Ma allora è un rapimento?

HUTTA - Ja. Io barattare te con mia piccola bambina

JOLANDA - Va bè, ma allora ditelo. Piuttosto come avete fatto a salire sulla nave senza farvi tagliare la gola dai nostri tagliagole specializzati?

HUTTA - Semplice, io sfruttato somiglianza con mia figlia, che essendo stata rapita due volte è come dire di casa qui, anzi di nave ah, ah ,ah.

JOLANDA - Come non sopporto l’umorismo tedesco.

HUTTA - Su, spazzirzn,spazziren.

JOLANDA - Che non vuol dire scopare ma vuoi dire camminare. Ma, un momento adesso mi faccio rapire così, da una anziana che potrei abbattere con un cazzottone?

HUTTA - (estraendo un enorme coltellaccio) Adesso, ANZIANA, se tu non seguire, farà a te grosso mazzo, che non vuol dire mucchio di carte disposte in modo ordinato ma grosso culo, (escono).

CORSARO - (entra canticchiando e un pò in desabillè) E’una libidine è una rivoluzione, oh mama come son contento. . oh mama. . . che donna, che donna, Adesso mi faccio una doccia e poi secondo round. O è il terzo?

Sono proprio un briccone, un vero pirata. Ah ah,ah. (esce)

HONORATA - (entrando) E’una libidine è una rivoluzione, o mama come son contenta. . .0 mama. . . Ah che uomo, che uomo. Adesso mi faccio una doccia e poi sono pronta per il secondo round. Uh forse è il terzo, ah che briccona, sto cominciando a diventare anch’io una pirata. Ah, ah ah.

MARCHESA - (entrando) Duchessina datevi un contegno, voi dovreste piangere e strapparvi i capelli a causa di un ingrato destino, invece vi vedo a mille, supersballata, in tiro da matti.

HONORATA - Ma che lingua parlate?

MARCHESA - Scusatemi, ma è che la mattina per arrotondare lavoro per una fiction post moderna.

HONORATA - Continuo a non capire, è possibile almeno sapere chi siete?

MARCHESA - Sono la Marchesa di Montelimar, grande amica di vostro padre..

.o comunque sua alleata. Sono venuta per salvarvi.

HONORATA - Ma io non vo.. cioè non ho bisogno di essere salvata sto benissimo qui. . .cioè volevo dire che in fondo non mi trattano male ecco.


MARCHESA - Non vorrete dirmi che preferite far restare in ansia i vostri genitori per non far dispiacere i vostri carcerieri?

HONORATA - Non volevo dire questo ma...

MARCHESA - Non c’è ma che tenga, vi libererà vostro malgrado.

HONORATA - Ma!

MARCHESA - Ma che?

HONORATA - Dicevo così. Senza salutare?

MARCHESA - Ma sarà tutta normale questa ragazza, oppure c’è sotto qualcosa che mi sfugge. Nel dubbio la riporto a casa. Venite.

HONORATA - Devo proprio. MARCHESA - (perentoria) Venite! (escono)

CORSARO - (entrando canticchia, l’ombra del serio Corsaro di un tempo) Sono fresco e profumato o mia cara Duchessina, perché a guisa di commiato non facciamo una sveltina? (si guarda intorno) Duchessina, dove siete? Suvvia Honorata, non sprechiamo con infantili nascondini questi attimi fuggenti. (esce di scena e rientra dall’altra parte) Non c’è in tutta la nave, e non c’è nemmeno mia figlia. Se per questo non ci sono nemmeno i miei uomini. Ho trovato solo questo (mostra una pergamena ripiegata) cosa ci sarà scritto (estrae un paio di occhiali e legge). Dunque. . . mio mortale nemico carissimo, ho testé fatto irruzione sulla vostra nave con un manipolo dei miei migliori uomini. Cercavo di riprendermi mia figlia, da voi vilmente rapita e magari anche vostra figlia da mè in precedenza (vabbè da mia moglie) astutamente catturata, ma non ho trovato ne l’una ne l’altra (ma dov’è che se ne vanno sempre in giro quelle due, coi tempi che corrono, bisognerà che le teniamo d’occhio un po meglio) così ho catturato tutto il vostro equipaggio. Se tenete ai vostri uomini, presentatevi solo e disarmato questa sera a Palazzo. Firmato il vostro acerrimo nemico Duca di Von Gould. Accidenti, tutti rapiti, si anche mia figlia e la mia Honorata, non se ne sarebbero mai andate senza avvertirmi. Il problema è: rapite da chi. La cosa migliore da fare è andare al Palazzo Ducale. Lì dovrei trovare la risposta ad alcuni dei miei interrogativi.. (esce)

SIAMO A PALAZZO

JOLANDA - (ad Honorata) Accidenti l’ho già vista questa scena.

HONORATA - Già, rieccoci qui, ma stavolta non sarà facile scappare, anzi a giudicare dal gran numero di guardie che circondano tutto il circondabile direi che è quasi impossibile.

JOLANDA - Mio Padre troverà sicuramente il modo stai tranquilla.

HONORATA - Lo so, lo so, figurati se ho dubbi al riguardo, ma ho appena sentito mio padre vantarsi di aver catturato tutto il vostro equipaggio.

JOLANDA - Anche Morgan?

HONORATA - (proseguendo senza risponderle) E se avessero catturato anche Emilio!


JOLANDA - Eh già e adesso qui si catturano tutti. Cos’è la settimana internazionale del rapimento. Il festival della cattura, la notte di San Sequestro!Scusa ragiona, se tutti sono prigionieri, chi ci viene a liberare. Le sai le regole del gioco: l’eroe arriva lì lì dalla fine e poi risorge, punisce i cattivi e libera la figlia e l’amata

VON GOULD - Io avere sentito tutto, chi essere l’amata e di chi? JOLANDA - Bè ecco, possiamo intendere con la parola amata…

HONORATA -  Lascia perdere Jolanda, a questo punto conviene dire la verità.

VON GOULD - Molto bene figliola sentiamola.

HONORATA - (tutta d’un fiato) Emilio, più conosciuto come Corsaro Nero, e io ci amiamo e vogliamo sposarci. Padre benediteci (si inginocchia)

JOLANDA - Capperi, che goal.

VON GOULD - (crolla al suolo rantolando) HONORATA - Padre, padre, che è successo?

JOLANDA - (aiutandola a tirarlo su) Forse un po più di tatto non avrebbe guastato.

VON GOULD - (annaspando) La spada, dov’è la mia spada.

HONORATA - Oh Padre, volete benedirmi in modo così solenne, come gli antichi cavalieri.

VON GOULD - No, voglio passarti da parte a parte.

HONORATA - Ma perché?

VON GOULD - E me lo chiede anche, viene qui trulla trulla ad annunciarmi che vuole sposare il più feroce tagliagole che incrocia su questi mari.

JOLANDA - Non è un tagliagole!

VON GOULD - Il mio mortale nemico, che non merita neanche più il titolo di uomo.

HONORATA - (allusiva) Oh si che lo merita eccome. (Jolanda le da una gomitata)

VON GOULD - Mai, non darò mai il mio consenso, anzi darò disposizioni affinché torturino pubblicamente questa mocciosa qui finché le sue urla di terrore e di dolore non si spargano per tutta Maracaibo ad attirare l’empio genitore.

JOLANDA E HONORATA - Eeeeh la la.

JOLANDA - Non le sembra di esagerare Duca. Lei sarà il cattivo di turno, ma non fino a questo punto.

VON GOULD - Comunque farò spargere la voce che la stanno torturando atrocemente (esce)

HONORATA - Oh papino, lo sapevo che in fondo eri un buono (lo segue).


JOLANDA - Molto in fondo. Ma tu guarda in che congrega di matti sono capitata, se almeno riuscissi a trovare dove tengono prigioniero Morgan, chissà potrebbe nascere un idillio carcerario. (si ode un rumore come di battaglia, cozzare di spade e urla guerresche)

CORSARO - (comparendo sullo sfondo e duellando con più avversari che però non si vedono) A te questo fellone, prendi quest’altro canaglia, oh finalmente ti trovo Jolanda. Dov’è Honorata?

JOLANDA - Tante grazie papà, hai fatto un mezzo massacro solo per venire qui a chiedermi un informazione.

CORSARO - Sciocca ragazza, se ti ho già liberato , smettila con queste puerilie gelosie, piuttosto vai di là, Morgan ti riporterà alla nave.

JOLANDA - (prossima al deliquio-abbondanti gag) Mooooorgaaaan, ma non era prigioniero.

CORSARO - Liberato anche lui, quando mi ci metto sono una furia. JOLANDA - Alloooraaaa vaaadoooo, (fa per uscire) CORSARO - Jolà e Honorata?

JOLANDA - Di qua, di là, da qualche parte (il pensiero di Morgan è come una droga)

CORSARO – Jolanda!

JOLANDA - (rtsvegliandosi) Eh, è andata da quella parte insieme a suo padre. Morgan arrivo (esce)

CORSARO - Bene a noi due Von Gould, siamo al redde rationem, (al pubblico) Certo che quando uno ha studiato i classici si vede (si lancia spada alla mano nella direzione indicata da Jolanda).

HONORATA - (comparendo trafelata, tutte queste scene devono dare l’impressione di una battaglia nel palazzo) Oh mio Dio, si è scatenato l’inferno, certo che Emilio quando ci si mette è un castigo di Dio, ehm perdonate Signore

èsolo un modo di dire. Speriamo però che lui e mio Padre non si facciano male, e naturalmente anche mia Madre e Jolanda e i soldati e tutti insomma.

CORSARO - (ricomparendo sempre combattendo con avversari che non si vedono) Ah non ne avete ancora abbastanza e allora prendete. Honorata finalmente vi ho trovata. (le prende le mani nella classica scena da cult movie)

HONORATA - Emilio siete ferito?

CORSARO – (sprezzante e sussiegoso) Ah ah ah , ci vuol altro, piuttosto ora andate di là, Morgan con Jolanda e i miei uomini vi porteranno a bordo, aspettatemi là.

HONORATA - E mio Padre e mia Madre, non farete loro del male?

CORSARO - Non temete, avrò però con loro una franca spiegazione, ora andate. (Honorata esce da una parte e il Corsaro carica dall’altra) A noi due Von Gould.


MARCHESA - La situazione è precipitata vorticosamente, pensavo che il Corsaro Nero avrebbe reagito, ma immaginavo modi più macchiavellici e tempi più lunghi, non questa veemenza all’arma bianca. Decisamente l’amore spinge gli uomini a compiere imprese inaudite. Peccato che non sia per me.

CORSARO - (stessa pantomima duelllstica di prima, ma un po affaticato entra in scena) Accidenti, ma quanti uomini ha questo Von Gould e soprattutto quante stanze, sono secoli che giro senza riuscire a stanarlo (scorge la Marchesa).Voi!

MARCHESA - Io,

CORSARO - Non ditemi che Von Gould ha rapito anche voi?

MARCHESA - Bè ecco. . . non proprio.

CORSARO - Comunque a scanso di equivoci libererò anche voi.

MARCHESA - Grazie, che pensiero gentile.

CORSARO - Andate di là insieme a Morgan, Jolanda, Honorata.. i miei uomini., credo che a questo punto gli converrà affittare un pulmann.

MARCHESA - Grazie (esce)

CORSARO - (rivolto al pubblico) C’è qualcun altro da liberare? No, ditelo non fatevi problemi, son qui per questo.

HUTTA - (entrando) Ci sono io.

CORSARO - Perdonate Duchessa, non è per contraddirvi, non mi permetterei mai, ma io tecnicamente parlando non posso liberarvi, voi siete a casa vostra già libera, al massimo posso rapirvi, ma in tal caso questo gioco di rapimenti e contro rapimenti, di liberazioni e contro liberazioni potrebbe continuare all’infinito.

HUTTA - Allora mettiamola così, portandomi sulla vostra nave voi mi liberate da questo stato di angoscia che mia prende quando sono lontano da mia piccola bambina.

CORSARO - E va bene, andate di là insieme a Morgan,Jolanda, Honorata, la Marchesa e i miei uomini.

HUTTA - Forse meglio DUE pulmann. (esce)

CORSARO - Duca dove siete, se continuo a liberare gente a questi ritmi e a portarli sulla mia nave rischiamo di affondare oltre che mi splafonda il budget.

HUTTA - (rientrando) Ah, se cercare mio marito essere nella sala grande.

CORSARO - Ma perché ce n’è forse qualcuna piccola in questo dannato palazzo.

HUTTA - Sala grande rossa, (esce definitivamente).

CORSARO - Grazie. Dunque sala grande rossa, sarà sicuramente per di qua. Duca eccomi a voi, sguainate la vostra spada che arrivo. . ah e stappate anche una fresca Coca Cola, che sto morendo di sete; (si lancia canticchiando) Coca Cola è...


STACCO E POI LA CABINA DELLA NAVE DEL CORSARO NERO. IN SCENA IL CORSARO, JOLANDA ED HONORATA

HONORATA - Sù, sù raccontate Emilio, allora è proprio vero che tutto è bene quel che finisce bene.

CORSARO - Proprio così mia cara.

JOLANDA - Papi, ma almeno qualche particolare.

HONORATA - Si, diteci almeno cosa è successo dopo che abbiamo lasciatoil Palazzo.

CORSARO - Bè si è assistito ad un gioco di alta diplomazia,ad una astuta quanto sottile mediazione, ad un compromesso allettante per entrambi le controparti, ad un Gentleman agreemant, ad un sanguinoso duello....

HONORATA - Vi siete fatti male?

CORSARO - Assolutamente no, non abbiamo nemmeno combattuto.

JOLANDA - Ma allora il sanguinoso duello?

CORSARO - Se non mi fate finire! Come stavo dicendo un sanguinoso duello di astuzie e sottigliezze ma alla fine ho trionfato, l’Italia ha trionfato (si mette sull’attenti, non guastano le note dell’inno nazionale).

JOLANDA -  Siamo entrati nell’Unione Europea?

HONORATA – Hanno scoperto che l’euro non è uguale a mille lire?

CORSARO - Cretine, qualcosa di molto più importante per noi: non avremo più i soldati alle calcagna mai più.

HONORATA - Ma come avete potuto ottenere questo

CORSARO - Diciamo che ho promesso a vostro padre di . . . ehm diciamo ospitare vostra madre qui sulla mia nave e magari anche alla Tortuga, stupenda isola tropicale tra l’altro, per un . . . diciamo periodo di tempo considerevole e poi mi sono impegnato a rintracciare una vostra domestica, una certa Hildegarde, di cui pare vostro padre….ehm non possa fare assolutamente a meno

JOLANDA - Ma Papà non lo trovi un tantino immorale?

CORSARO - Mia cara, in guerra e in amore....

HONORATA - Certo mi dispiace un po per la mamma. ..però così almeno si godrà una bella vacanza.

CORSARO - Ma non è finita qui!

JOLAJDA E HONORATA - Noo!?

CORSARO - Ho stipulato un. . . diciamo accordo con vostro padre per alcune operazioni commerciali ed altre attività redditizie che potremo svolgere in società. E in più, ciliegina sulla torta ci potremo sposare!

HONORATA – Oh Emilio, ma è meraviglioso!

CORSARO - Honorata!


HONORATA - Emilio!

CORSARO - Honorata come amo questo nome, oltre a tutto il resto s’ intende.

JOLANDA - Si è proprio un bel nome, non mi sarebbe dispiaciuto chiamarmi cosi.

HONORATA - Non esiste da voi in Italia questo nome?

CORSARO - Esiste esiste, ma non è un nome di donna è il nome di una società (in siciliano fino alla fine) L’Onorata Società.

HONORATA - E voi ne fate parte Emilio.

CORSARO - (mentre la prende a braccetto ed esce) In un certo senso. E’proprio di questo che stavo parlando con vostro padre (escono)

JOLANDA - Ehi Papi, aspetta e io e Morgan?

FI NE

22/10/1995 by Claudio Trapani