Le avventure di Fantacic

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LE AVVENTURE DI FANTACIC

ovvero
storia di fantasmi, streghe, incanti e speculazioni

tragedia comica per bambini in un atto
di

Massimo Nicoli


Personaggi:

Fantacic, Ecto, Plasma: fantasmi.

Persidia: strega perfida.

Strazio: aiutante grullo.

Ingegnere: speculatore.

Bobo: suo cognato.

Vecchio: ma buono.

Fuoco.

Avvoltoio: solitario involontario.


La scena rappresenta l’interno di un antico castello un po’ decadente. Alla parete di sinistra è dipinto un affresco che raffigura la prima famiglia proprietaria del castello. In realtà questo affresco si trova su una porta girevole. Sull’altro lato è dipinta la stessa scena tranne una delle figure della quale compare solo la sagoma. Fantacic dovrà essere perfettamente somigliante alla figura che compare nel ritratto sull’altro lato e potersi collocare esattamente a ridosso della sagoma mancante. Durante l’ingresso in sala degli spettatori il pubblico vedrà l’affresco originale. All’inizio dello spettacolo, durante un momento di buio, la porta ruoterà col risultato di vedere lo stesso affresco ma con Fantacic misteriosamente comparso in scena e perfettamente immobile fino al suo ingresso in scena.


PROLOGO

FANTACIC: Salve bambini. Finalmente! Non sapete da quanto tempo aspettavo questo momento. Mi chiamo Fantacic e sono un fantasma. Proprio così! Chissà come ve li immaginavate voi i fantasmi? Ecco, io sono un esemplare perfetto di fantasma medio: fantasma dal 1412, da ben 580 anni. Oh, abbastanza giovane come fantasma: ce ne sono certi che hanno duemila o anche diecimila anni. 

Voi pensate che noi fantasmi viviamo d'aria? Al contrario! Mangiamo un sacco di cose buone. Per esempio: siamo ghiotti di cioccolata. Vi voglio rivelare un segreto. Un segreto tra fantasmi e bambini, non ditelo ai grandi. Sapete quando le mamme
trovano che il vasetto di cioccolata, che era ancor pieno, è stato aperto e ne manca un po'? Siamo stati noi. Si! Alcune lo capiscono. "Albertino, hai mangiato tu la cioccolata?" "No mamma" "Maria Pia, sei stata tu?" "No" "Saranno stati i fantasmi!" Eh si! proprio così. 

Giustamente vi starete chiedendo: se sei un fantasma, com'è che parli con noi? Ebbene, dovete sapere che il Granfantasma, che è colui che decide i nostri destini, mi ha incaricato di parlare con gli uomini e soprattutto con voi bambini, per dirvi che non siamo cattivi, non facciamo male a nessuno e dunque non dovete avere paura di noi. Certo, a volte quando i palazzi in cui viviamo vengono invasi da così tanta gente che non si riesce a stare tranquilli, provochiamo orrendi scricchiolii, rumore di catene o qualche ululato bestiale, così tutti scappano e noi possiamo starcene un po' in pace. Del resto vorrei vedere voi cosa fareste se una marea di turisti entrasse in casa vostra gridando, ridendo, facendo fotografie a ogni angolo, scarabocchiando sui muri e gettando cartacce da tutte le parti. 

Questo è il castello di Malamar dove viviamo io e altri due fantasmi: Ecto e Plasma. Vado a vedere se riesco a farli venire qui così potrete conoscerli, anche se loro non possono parlare con voi. Fantacic esce. 

I FANTASMI DI MALAMAR

Fantasmini che vanno e vengono. Entra Ecto, si guarda in giro, poi assume la posizione di una poltrona. Entra Plasma.

PLASMA: Ecto! dove si sarà cacciato? Accidenti è ora di partire e non si fa vedere. (Si siede sulla finta poltrona sobbalzando improvvisamente) Ahi! Queste maledette tarme. (Plasma si risiede e la poltrona comincia a muoversi). 

ECTO: Uuuh!uuuh!

PLASMA: Aiuto, un fantasma! Ma che dico? anch'io sono un fantasma. 

ECTO: Che ridere! hai avuto paura?

PLASMA: No.

ECTO: Ti sei spaventato.

PLASMA: No, no.

ECTO: Ma se sei diventato più bianco del tuo bianco lenzuolo.

PLASMA: Non è vero.

ECTO: Vieni qui. (Plasma si avvicina, Ecto lo spaventa) Bu. Ah, ci sei cascato.

PLASMA: No.

ECTO: Ti sei di nuovo spaventato.

PLASMA: No, no.

ECTO: Pensavi che fossi Persidia.

PLASMA: No, è che non è questo il momento di fare scherzi: dobbiamo partire.

ECTO: Io sono pronto. Tu piuttosto hai oliato le catene e preso le lenzuola di ricambio? Sai, forse per un po' non avremo occasione di lavarci.

PLASMA: Le lenzuola? Eccole, aiutami a piegarle.

Ha inizio la piega delle lenzuola. Ecto e Plasma ne combinano di tutti i colori. Dopo diverse peripezie:
PLASMA: Ecco fatto. E tu, hai preparato la cera d'api, l'essenza di ciliege in scatola e i ceci ripieni di ceci per i nostri pranzetti?

ECTO: Si certo. E' tutto nella valigia.

PLASMA: Cioccolata non ce n'è?

ECTO: Magari!

Entra Fantacic.
FANTACIC: Ecto, Plasma, finalmente vi ho trovati. Volevo...(inciampa nella valigia e cade rovinosamente) ma cosa fate con la valigia?

PLASMA: Come, non ricordi? dobbiamo partire.

ECTO: Lo sai che domani verranno alcune persone per cominciare la ristrutturazione del castello.

PLASMA: Qui cambierà tutto.

ECTO: L'ambiente diventerà invivibile.

PLASMA: Dobbiamo proprio andarcene.

ECTO: Su, non perdiamo altro tempo, vieni via con noi.

FANTACIC: No, io non abbandono il castello.

PLASMA: Ma è pericoloso restare qui.

ECTO: Sono persone senza scrupolo: ti annienteranno.

FANTACIC: Io non ho paura. Lotterò fino all'ultimo lenzuolo ma non me ne andrò da qui. Come potrei abbandonare i miei fedeli amici: i ragni pelosi, i lugubri pipistrelli, le civette dagli occhi fosforescenti e poi ancora tante altre cose care come le ragnatele fitte e polverose, i mobili sgangherati, il ritratto di famiglia con la mamma e questi muri. No, non riuscirei a vivere senza tutto questo.

PLASMA: Ma tutto questo verrà distrutto.

FANTACIC: E allora anch'io sarò distrutto. Non vi chiedo di restare, se volete andare andate pure amici miei, io rimango.

ECTO: Vedo che è inutile cercare di farti cambiare idea. Buona fortuna Fantacic.

PLASMA: Speriamo di rivederci presto.

FANTACIC: Buon viaggio amici.
I tre si abbracciano e si salutano con affetto: Poi Ecto e Plasma se ne vanno.

FANTACIC: Mi mancherà molto la vostra compagnia. Sarà triste star qui da solo. Beh, andrò a dar da mangiare ai pipistrelli, tanto per ingannare il tempo. (Fantacic prende una rudimentale cerbottana e fingendo di lanciare il cibo ai pipistrelli soffia palline di carta sul pubblico).

PERSIDIA (da fuori): Uh, che bel castellaccio!

FANTACIC: Altro che soli! Cominciano già le visite. Chi sarà mai? Mi nasconderò qua a spiare. Magari ci sarà da divertirsi. Fantacic prende il suo posto nell’affresco. Entra la strega Persidia. Persidia è vestita in modo elegante ma di un’eleganza un po’ demodé, con abiti anche un po’ sciupati e rattoppati.

CANZONE DELLA STREGA
Il ritornello è cantato e alternato al parlato.
PERSIDIA: Son la perfida Persidia
son crudele e piena di invidia
strega stracca, strega straccia, 
strega stramba, strega fiacca,
io impazzo e poi strapazzo
ma lasciatemi dormir.

Mi piace essere sgradevole, provocare fatti spiacevoli, essere indesiderata, guastare le feste, svegliare il can che dorme, rompere le uova nel paniere. Tutto ciò che è malvagio mi provoca piacere. Fra tutti questi pregi ho anche un difetto: ho sempre sonno e non mi disgusta dormire.

Son la perfida Persidia...(rit.)

E' proprio un castellaccio di quelli che ho sempre sognato: con i ragni pelosi, le ragnatele fitte da fare a fette, i mobili sgangherati conditi di polvere candita. Senz'altro in questo paradiso non mancheranno pipistrelli saporiti: putridi e puzzolenti proprio come piacciono a Persidia.

Son la perfida Persidia...(rit.)

Auuh, che sonno! Mi riposerò un poco e al mio risveglio mi papperò un po' di cioccolata: la mia quotidiana razione di calorie.
La strega si addormenta. Fantacic si stacca dall’affresco, si avvicina e prende il vasetto con la cioccolata.

FANTACIC: Uh, la cioccolata. Che buona! come posso resistere? Ne mangerò solo un pochino così quella stregaccia non si accorgerà di nulla. (dopo aver aperto il vasetto incomincia a mangiarla a piene mani) Gnam gnam slurp...ancora un pochino...slurp gnam...è favolosa, deliziosa, è la miglior cioccolata che abbia mai mangiato... slap slap slap...ancora solo un pochino poi andrò ad avvisare i pipistrelli di tenersi alla larga da questa strega ingorda e cattiva...uhmm ancora un ultimo pochino...oh! non ce n'è più. L'ho fatta grossa! La strega accenna a risvegliarsi.
Fantacic rimette a posto il barattolo e si nasconde.

PERSIDIA: Proprio la dormita che ci voleva. Ed ora una buona razione di cioccolata. (Apre il vasetto e lo scopre completamente vuoto). Orrore! che il diavolo se lo porti, il fuoco se lo bruci, le braci gli vadano di traverso. Qualcuno si è mangiato la mia cioccolata. Chi può avere osato tanto? Ci sono tracce. (Persidia comincia a girare in tondo seguendo le sue tracce) Lascia che riesca a mettergli le mani addosso e rimpiangerà di essere nato. (conclude il primo giro) Ehi, ma sono in due. Due megere, brutte e storte, a giudicare dalle tracce. (porta a termine un altro giro) Incredibile! ora sono in tre. Ma...ma queste sono le mie impronte. Allora se non ci sono impronte il colpevole non può essere che un fantasma. C'era da aspettarselo! Odio i fantasmi
come odio i bambini: li farei volentieri a pezzettini. (Si avvicina al quadro senza accorgersi di Fantacic) Chiunque tu sia la pagherai cara. Parola di Persidia. (Esce).

FANTACIC: L'ho scampata bella! Per fortuna se n'è andata. Come potevo resistere davanti a una cioccolata così buona. Eh, si! La verità è che sono un vizioso, un fantasma goloso; però meglio goloso che geloso come quel ragno peloso che impazziva per la sua ragna, di nome Tela, che, ahimè, quale fatto penoso, faceva il filo a una canna da pesca dicendole: "t'amo". (Fantacic esce facendo ruotare l’affresco). 

L'INCANTESIMO DELLA STREGA.

(Rientra Persidia con il suo aiutante Strazio. Strazio è gobbo, a metà tra uno gnomo e un giullare)

PERSIDIA: Eccoci arrivati. Questo è il castello che ti dicevo.

STRAZIO: Che siamo venuti a fare qui?

PERSIDIA: Non facciamo rumore, non deve accorgersi che ci sei anche tu altrimenti il mio piano fallirà. Siamo venuti qui perché...(si accorge che Strazio è distratto) Strazio che fai lì?

STRAZIO: Stavo giocando con un ragnetto.

PERSIDIA: Vieni qua che devo spiegarti il fatto. Stavo dicendo...ma cosa stai mangiando?

STRAZIO: Il ragnetto.

PERSIDIA: Strazio! sei un ingordo. Prima il dovere e poi il piacere. Ti dicevo che siamo venuti qui per catturare quel brigante che mi ha rubato la cioccolata.

STRAZIO: Brigante? ma chi è più brigante di me?

PERSIDIA: Ma non brigante: brigante.

STRAZIO: Come?

PERSIDIA: Non brigante nel senso di malvivente ma brigante nel senso di birbante: si è mangiato la mia cioccolata.

STRAZIO: Ma chi?

PERSIDIA: Un fantasma.

STRAZIO: Un fantasma? Aaah! Aiuto, che paura, dov'è l'uscita. Aaaah, si salvi chi può, aaah!
Strazio cerca di scappare in ogni direzione senza decidersi dove andare.
PERSIDIA: Strazio incosciente, se non stai zitto ti strozzo, non urlare.

STRAZIO: Ma io ho paura dei fantasmi, aaaah!

PERSIDIA: Più di chiunque altro?

STRAZIO: Più di chiunque altro.

PERSIDIA: Anche della strega Persidia?

STRAZIO: Anche della strega Persi...(si avvede dell'aria minacciosa con cui lo guarda Persidia, si ferma imbarazzato)..quasi.

PERSIDIA: Ora ti trasformo in un bruco peloso così la fai finita.

STRAZIO: No. Non farlo Persidia, ti prego.

PERSIDIA: O in un ranocchio col malocchio, in un pidocchio senza un occhio, in una pannocchia senza capocchia....

STRAZIO: No, no, la più paurosa, spaventosa e acida strega sei tu Persidia. I fantasmi? ridicoli fazzolettini.

PERSIDIA: Bene, allora ecco il mio piano per la cattura dell'ectoplasma.

STRAZIO: Di chi?

PERSIDIA: Del fantasma.

STRAZIO (riprende a scappare): Aaah, aiuto, i fantasmi...

PERSIDIA: Strazio!?!
Strazio si blocca di colpo assumendo un’aria contrita.
STRAZIO: La più spaventosa sei tu.

PERSIDIA: Io fingerò di dormire, tu ti nasconderai e quando arriverà quel ladruncolo lo cattureremo.

STRAZIO: Si, si, si, si, si.

PERSIDIA: Ripeti.

STRAZIO: Eh?

PERSIDIA: Ripeti!

STRAZIO: Tu ti nascondi e io...

PERSIDIA: Tu ti nascondi!

STRAZIO: Tu ti nascondi.

PERSIDIA: E' il contrario! tu ti nascondi.

STRAZIO: Ah, si! Io mi nascondo e tu conti fino a trenta, poi vieni a cercarmi.

PERSIDIA: E il fantasma?

STRAZIO: Libera tutti.

PERSIDIA: Strazio, io ti graffio, ti strappo, ti schiaccio. Ascoltami bene, per l'ultima volta: tu ti nascondi, io fingo di dormire, quando il fantasma si avvicina lo prendiamo con le mani nel sacco.

STRAZIO: E i piedi nel secchio.

PERSIDIA: E i piedi nel se...vattene via, vai a nasconderti, non farmi perdere altro tempo.

STRAZIO: Va bene, va bene. Mi nasconderò là. Se non riesci a dormire, conta le pecorelle. Funziona.

PERSIDIA: Strazio, devo solo fingere di dormire. Auuurgh! (Strazio esce a nascondersi) E poi se è come la penso io non dovrò aspettare a lungo. Infatti mi pare proprio di sentire il fruscìo di un fantasma. (Persidia finge di dormire. Un fantasma entra e le si avvicina. Con un balzo improvviso Persidia lo afferra per un braccio ). T'ho preso ladraccio di cioccolata; ti sei proprio cacciato in un bel guaio caro fantoccio; ora pagherai la cioccolata con i cocci.

STRAZIO: Aiuto, pietà, Persidia... sono io, Strazio.

PERSIDIA: Strazio? Che ci fai tu bamboccio, conciato a quel modo. Se non hai una valida giustificazione giuro che ti trasformo in un carciofo.

STRAZIO: Ho pensato che il modo migliore per nascondersi a un fantasma fosse quello di travestirsi da fantasma.

PERSIDIA: Hai commesso un errore fondamentale Strazio.

STRAZIO: Quale mia perfida padrona?

PERSIDIA: Hai pensato. Tu non devi assolutamente pensare. Lascia che lo faccia io: nasconditi e basta. (Strazio esce, Persidia si sistema come prima. Fantacic riappare dalla porta girevole. Si accorge della presenza di Persidia)

FANTACIC: Di nuovo la strega. E ha con sé un altro barattolo di cioccolata, pieno, pieno. Ummmh! Non dovrei ma è così buona. (Fantacic si avvicina e la strega lo afferra)

PERSIDIA: Preso, Strazio, l'ho preso!

FANTACIC: (Come volendo restituire il maltolto) E' suo questo? Io non facevo nulla di male.

PERSIDIA: Adesso la vedremo. Strazio! dove ti sei cacciato?

STRAZIO: (Rientra indaffarato, lottando accanitamente con qualcosa) L'ho preso, Persidia, lo tengo, non può più sfuggirmi... (si accorge di Persidia e di Fantacic) e quello chi è?

PERSIDIA: E' il cioccoladro: il ladro della mia cioccolata.

STRAZIO: Ma...e questo allora?

PERSIDIA: E' un lurido lenzuolaccio ammuffito.

STRAZIO: Pareva proprio un fantasma. Beh, userò la muffa per condire i vermicelli che ho trovato di là.

PERSIDIA: Lascia perdere Strazio. (rivolta a Fantacic) Così sei tu che hai mangiato la mia cioccolata?

FANTACIC: Perdono, sono stato io ma non fatemi del male.

STRAZIO: E' spaventoso! bruciamolo immediatamente Persidia oppure facciamone tante striscioline da legare alle code degli aquiloni.

PERSIDIA: Ma quali aquiloni! Zitto tu, decido io! La perfida Persidia ha in mente qualcosa di più perfido. Sarebbe troppo comodo per lui se lo bruciassimo o ne facessimo tante striscioline. No. Tu sarai condannato ad avere paura per tutta la vita: cosa c'è di più brutto per un fantasma e cosa c'è di più perfido per Persidia. Caprì caprum, alì alum, farum faura: per sempre avrai paura. Ah,ah,ah, andiamocene pure, Strazio, vendetta è fatta.

STRAZIO: Buh!
Fantacic si spaventa.

STRAZIO: Ah,ah,ah. Un fantasma pauroso, che spasso, che sollazzo!

PERSIDIA: Strazio!

STRAZIO: Vengo mia potentissima padrona.
Perfidia e Strazio escono.
FANTACIC: Per fortuna se ne sono andati! Che paura. Che mi succede? Tremo come un pulcino; ho paura a star solo.

CANZONE DELLA PAURA
Ho paura a star solo,
mi squaglio, mi sciolgo, mi sgolo,
mi spavento di tutto quanto, 
ho terrore perfino del mio pianto.

Ho paura di un grillo che trilla, 
ho timore di una talpa che scava,
mi spaventa un ragno che tesse la tela
e un baco che rode la mela.

Il mio coraggio è sparito,
sono uno spirito impaurito.
Un fantasma pauroso
è come un somaro fanfaroso.

Ho paura di un grillo che trilla,
ho timore di una talpa che scava,
mi spaventa un ragno che tesse la tela
e un baco che rode la mela.

Fremo e tremo come un fuscello,
nell'udire l'acqua del ruscello
e, se sento il rumore di un tarlo,
ho talmente fifa che straparlo:

ho paura di un trillo che grilla,
ho timore di una scalpa che tava,
mi spaventa un tagno che resse la tela
e un raco che brode la mela...

...ho tatura di un prillo che grilla,
ho scalpore di una scalpa che tava,
mi paventa un tagno che sesse la rela
e un maco che brode la rela...

...oh, povero me! (Fantacic esce disperato).

IL CASTELLO E' IN PERICOLO

Entrano Bobo e l'ingegnere portando con sé attrezzi e pergamene.
INGEGNERE: Ecco il castello, Bobo. Che ne pensi?

BOBO: Un pochetto lugubre per i miei gusti.

INGEGNERE: Non preoccuparti Bobo. A lavori ultimati sarà tutta un' altra cosa.

BOBO: Quando ce ne andiamo?

INGEGNERE: Ma se siamo appena arrivati. Guarda: lì, sfonderemo la parete e ci ricaveremo una splendida terrazza e qui ci faremo un bel finestrone.

BOBO: Coi fagioli?

INGEGNERE: Coi fagioli...ma che cosa mi fai dire Bobo? Coi fagioli cosa?

BOBO: Il minestrone, mi è giusto venuta una fame.

INGEGNERE: Ma ti sei lavato le orecchie Bobo? Te le sei lavate? Ho detto un finestrone, non un minestrone.

BOBO: Peccato, cominciavo già a sentirne il profumo.

INGEGNERE: E sul terrazzone ci andrà tutta la gente a prendere la tintarella. Ti piace la tintarella Bobo?

BOBO: A me? Io preferisco la tinta unita.

INGEGNERE: Ma sei proprio ignorante te! Non capisci proprio niente. Non so come ha fatto mia sorella a sposarti.

BOBO: Ma come, non ti ricordi? C'erano il prete, gli invitati, il riso che continuava a ridere, abbiamo fatto anche il rinfresco. Poi siamo partiti con la macchina ma il motore è fuso, allora abbiamo proseguito a piedi con i barattoli attaccati alle caviglie. E il riso che non la smetteva di ridere; ne ho trovato un po' anche nel letto e così non abbiamo dormito tutta notte.

INGEGNERE: E la luna di miele l'avete passata in quell'allevamento di api.

BOBO: Vedi che ti ricordi?

INGEGNERE: Non intendevo questo ma lasciamo perdere. In questo momento non mi importa nulla di tutto ciò. Qui faremo un bello scavo e ci ricaveremo una locanda con discoteca. Che ne dici Bobo? Faremo un sacco di soldi.

BOBO: Per comodità facciamo due sacchi di soldi: si fa più in fretta a dividerseli.

INGEGNERE: Se la metti su questo piano faremo mille sacchi di soldi.

BOBO: Allora costruiamo due piani, così faremo duemila sacchi di soldi.

INGEGNERE: Bobo con te non si può ragionare. Cosa hai capito? Faremo soldi a palate.

BOBO: A palate?

INGEGNERE: A palate.

BOBO: Lo sapevo che c'era da lavorare.

INGEGNERE: Ma no! Saranno gli altri a lavorare per noi e noi guadagneremo centinaia di milioni.

BOBO: Centinaia di milioni?

INGEGNERE: Si! soldi veri, cifre a nove zeri.

BOBO: A nove zeri?

INGEGNERE: Miliardi.

BOBO: Miliardi?

INGEGNERE: Si. A un solo patto.

BOBO: Quale?

INGEGNERE: Che di questo bel castello si faccia un gran sfracello. E tutto questo perché:

CANZONE DEI SOLDI
I soldi mi son cari,
sia dispari che pari,
a colori o bianchi e neri,
importante è che sian veri.

I soldi mi son cari,
sia dispari che pari,
a pezzetti oppure interi,
importante è che sian veri.

Nella vita si può dire
conta chi ha più tante lire,
onesti o manigoldi, si sa,
l'importante è aver più soldi.

Com'è bello possedere 
ricchezze e denari in quantità
bella vita e felicità
è davvero un gran piacere.

I soldi ci son cari... (rit.)

Solo a sentirne il nome
provo una grande emozione
ma per guadagnar milioni, si sa,
bisogna esser birboni:

fare i propri interessi,
esser furbi e scaltri, 
non pensare agli altri,
avrai solo successi.

I soldi ci son cari...(rit.)

Su, Bobo, prendiamo le misure.

BOBO: Prendiamo le misure. (Entra Fantacic, Bobo se lo trova davanti) Aaaahh! un fantasma!

FANTACIC (scappando terrorizzato): Ahh! un uomo.

BOBO: Me lo diceva la mia nonna: non entrare nei castelli senza chiedere il permesso. Hai visto, un fantasma.

INGEGNERE: Si, l'ho visto.

BOBO: Andiamocene via di qua!

INGEGNERE: Stai buono Bobo, calmati. Ho visto anche un' altra cosa.

BOBO: Cosa ancora? Un vampiro, un impiccato, una bara con le gambe?

INGEGNERE: Ma no. Non hai notato che quel fantasma ha paura di noi? 

BOBO: Ne sei proprio sicuro?

INGEGNERE: E' scappato appena ti ha visto!

BOBO: Già ma io ho paura di lui.

INGEGNERE: Come fai ad avere paura di uno che ha paura di te? Un fantasma che ha paura è come un leone senza artigli e senza denti, o come un serpente senza veleno o..

BOBO: Come una gallina senza uova.

INGEGNERE: Cosa c'entra la gallina? quella non ha mai fatto paura a nessuno.

BOBO: La gallina si, ma le uova.

INGEGNERE: Le uova?

BOBO: Si. Quand'ero piccolo la mia mamma mi mandava sempre a prendere le uova nel pollaio. Solo che spesso io le rompevo e facevo la frittata e la mamma mi riempiva di botte. Così ho sempre paura di fare la frittata ma se le galline non facessero le uova io non avrei più paura di fare la frittata.

INGEGNERE: Bobo, sei scoraggiante. Insomma: un fantasma che ha paura è innocuo.

BOBO: Allora catturiamolo e facciamone tanti fazzolettini.

INGEGNERE: No, Bobo. Ho un' idea migliore: lo cattureremo, lo rinchiuderemo in una gabbia e lo faremo diventare l'attrazione principale della discoteca. A migliaia vorranno entrare per vederlo.

BOBO: E noi faremo tanti altri bei soldoni.

INGEGNERE: Vedo che cominci a capirmi, Bobo. Svelto andiamo a procurarci una gabbia di vetro e l'occorrente per catturarlo.

BOBO: A presto bel fantasmino.
Escono, rientra Fantacic. 

FANTACIC: Povero me. L'incantesimo della strega Persidia sta facendo il suo effetto. Ho paura di tutto e di tutti.(Cade un bastone, Fantacic si spaventa) Come farò a difendere il nostro castello? Al solo pensiero di quei due tipacci tremo come una foglia sbattuta dal vento. (Cade una foglia, Fantacic si spaventa di nuovo. Si sentono dei colpi di tosse) Per mille lenzuola bagnate, arriva ancora qualcuno. Non avrò mai più pace.
Entra un vecchietto. Fantacic si nasconde.

VECCHIETTO: Che tempaccio oggi là fuori! Tira un ventaccio, tuona, grandina. Qui è buio ma piuttosto che essere là fuori in mezzo alla bufera! 
Il vecchietto scartoccia un po' di pane e formaggio. Dal suo nascondiglio Fantacic dà segni di insofferenza.

FANTACIC: Ho una paura tremenda ma quel profumino di formaggio è uno sballo: deve essere caciocavallo.
Il vecchietto si accorge di Fantacic che si ritrae.

VECCHIO: Beh, che c'è? Non avrai paura di un povero vecchio?

FANTACIC: Si. 

VECCHIO:Tremi come i vetri scossi dal tuono. Ma davvero hai paura di me?

FANTACIC: Si.

VECCHIO: Questa è bella. Però non puoi resistere al profumo del cacio. Sentissi che buon sapore. Ne vuoi un po'?

FANTACIC: No, no.

VECCHIO: Ne sei proprio sicuro?

FANTACIC: Si.

VECCHIO: Su, ne vale la pena. Beh, io sono sazio.

FANTACIC: Beh, forse un pezzettino. Buttamelo.

VECCHIO: Buttarlo? No, potrebbe cadere e allora se lo mangerebbe uno dei piccoli topi che abitano questo castello. Vieni a prenderlo. Anche se volessi non riuscirei a farti del male: ho centosei anni.

FANTACIC: Se è solo per questo io ne ho 580 di anni.

VECCHIO: Si, ma come fantasma sei giovanissimo mentre io come uomo non ho più l'agilità e la forza di un tempo. Su prendi.

FANTACIC (Si avvicina e prende un po' di cacio): Grazie. Posso sapere cosa ci fai tu qui?

VECCHIO: Volevano rinchiudermi in una casa per anziani ma lì si soffre di solitudine più di quando si è soli. Così sono fuggito e eccomi qua.

FANTACIC: Ma tu non hai paura di me?

VECCHIO: No. Cosa vuoi, ormai ne ho viste di tutti i colori e non ho più paura nemmeno dei fantasmi. Tu piuttosto, non mi era mai capitato di incontrare un fantasma che ha paura degli uomini.

FANTACIC: E' colpa della strega Persidia. Cioè, io le ho mangiato la cioccolata e lei mi ha fatto l'incantesimo, cosicché ora ho paura perfino di una formichina, (vede una formica) aahhh! una formichina.

VECCHIO: Ma che vuoi che ti faccia una formichina?

FANTACIC: Lo so, ma io ho paura.

VECCHIO: Queste streghe sono proprio insopportabili! Rubar loro la cioccolata è la cosa peggiore che si possa fare. Mi sa che ti devo proprio aiutare.

FANTACIC: Tu puoi aiutarmi?

VECCHIO: Servirà pure a qualcosa essere vecchi: conosco il modo per rompere l'incantesimo.

FANTACIC: Veramente?

VECCHIO: Ascolta con attenzione. Devi recarti sul Picco dell'Avvoltoio con una spada. Lassù troverai un diamante. Devi prenderlo, issarlo sulla punta della spada e farlo attraversare da un raggio di luna piena.

FANTACIC: E poi?

VECCHIO: Non so altro, tranne che per far questo hai tempo solo fino a mezzanotte. Capito?

FANTACIC: Si, non dimenticherò nulla.

VECCHIO: Bene, il temporale è cessato. E' ora che me ne vada. Ah, un ultima cosa, prendi questo mantello: è magico, potrà esserti utile. Ciao, grazie per l'ospitalità e buona fortuna.

BOBO: Ah, eccoti. Ingegnere l'ho trovato.

FANTACIC: Fantasmamma sono perduto.

VECCHIO: Non temere.

BOBO (Rivolto al vecchio): E tu che ci fai qui?

FANTACIC: Lo conosci?

VECCHIO: Si, purtroppo.

BOBO: Il tuo posto è all'ospizio.

VECCHIO: Lo lascio libero per quando ci vai tu.

BOBO: Che c'entra? Io là non ci andrò mai.

VECCHIO: Appunto e io neppure.

BOBO: Ma è un ospizio ultramoderno, confortevole. L'abbiamo fatto noi!

VECCHIO: Te lo ripeto: vacci tu!

BOBO: Ho capito, con te facciamo i conti dopo. Ora devo pensare a catturare questo fantasma.

FANTACIC: La prego mi lasci libero, non mi rinchiuda in gabbia, ne morirò.

BOBO: Su, lasciati catturare e non fare storie o sarà peggio per te.

Il vecchio riesce a incappucciare Bobo prendendolo alle spalle.

VECCHIO: Svelto legalo. Fallo girare su se stesso e vieni via. Esce.

FANTACIC: Così impari a prendertela con i più deboli. Facile così. Ma stavolta ti è andata male. Se solo non avessi paura ti farei vedere io. (Finisce di legarlo poi lo fa girare su se stesso facendogli perdere l'orientamento, infine esce. Entra l'ingegnere).

INGEGNERE: Bobo, Bobo, dove ti sei cacciato?

BOBO:(dimenandosi) Mmmmmmh...

INGEGNERE: Toh, il fantasma legato come un salame!

BOBO: Mmmmmh...

INGEGNERE: Lo ha già catturato! Questa da Bobo non me la sarei mai aspettata.

BOBO: Mmmmh...

INGEGNERE: Tu smettila di dimenarti e seguimi.

BOBO: Mmmmmmh...
Bobo cerca di divincolarsi, l’ingegnere gli rifila qualche colpo per farlo calmare.
INGEGNERE: Non fare storie o te la farò pagare cara. Vai! Escono. Rientra Fantacic.

FANTACIC: Questo mi farà guadagnare un po' di tempo. Devo andare. Speriamo che non succeda niente al castello durante la mia assenza. Potessi nasconderlo. Potessi farlo sparire.

CANZONE ALLA NEBBIA
Durante la canzone si solleva la nebbia.
Scendi nebbia fitta, fitta,
grigio silenzio, lenta e zitta,
come un mare, flutto a flutto,
scendi piano e avvolgi tutto.

Nascondi il castello
col tuo livido mantello;
nascondi il fossato 
e la cella dell'impiccato;
col tuo pallore puro
nascondi ogni muro;
nascondi torri e spalti
che nulla più risalti.

Scendi nebbia, soffio gocciolato,
che il castello non venga più trovato,
scendi piano avvolgi tutto,
soffice, soffice, dappertutto.


L'INCONTRO COL FUOCO
La scena è parzialmente nascosta dalla nebbia. Compare il Fuoco.

FANTACIC: Brr...che freddo! Ma che succede? chi sei?

FUOCO: Fiamma: faccio fuoco, ferisco il freddo.

FANTACIC: Ah, sei un fuocherello furbo e furfante! Che fai?

FUOCO: Mi ficco in fantasma, fischio, frullo e poi...fiammata feroce, frrrrr...

FANTACIC: Un momento fiammella furiosa, io non ci sto a finire in un falò, ho altro da fare.

FUOCO: Sei finito, ti infiammo.

FANTACIC: Che fifa!

FUOCO: Ti brucio.

FANTACIC: E falla finita!

FUOCO: Ti infiammo.

FANTACIC: Ma è una follia. Il mantello! (Fantacic cattura il fuoco usando il mantello). Preso. E ora stai qui finché non saprò cosa fare di te. Per fortuna avevo il mantello del vecchio.

FANTACIC SUL PICCO DELL'AVVOLTOIO SCONFIGGE L'INCANTESIMO

Musica. Entra un avvoltoio che cammina avanti e indietro come una sentinella, poi esce. Entra Fantacic.

FANTACIC: Finalmente in cima. Brr..che freddo! Devo sbrigarmi, mancano pochi minuti alla mezzanotte, la luna mi sta aspettando. (Stessa musica di prima. Rientra l'avvoltoio) Oh, no! C'è un terribile avvoltoio a guardia del diamante. Questa proprio non ci voleva! Il vecchio non mi aveva avvertito. Forse proprio per questo mi ha consigliato di prendere una spada. Ma non ha tenuto conto che io ho fifa. Pare stia dormendo. Tenterò di portarglielo via senza che se ne accorga.
Fantacic si avvicina con cautela. L'avvoltoio nel sonno emette strani versi e ogni volta Fantacic si ritrae spaventatissimo. Finalmente giunge vicinissimo al diamante. L'avvoltoio apre un occhio, lo osserva e poi lo cattura mettendo un piede sul suo mantello.

AVVOLTOIO: Preso.

FANTACIC: Lasciami, ti prego. Non volevo far nulla di male.

AVVOLTOIO: Certo ma...

FANTACIC: Ho paura. Povero me. Non farmi del male.

AVVOLTOIO: Non ho alcuna intenzione...

FANTACIC: Lasciami, morirò di paura, lasciami andare!

AVVOLTOIO: Se mi lasci spiegare...

FANTACIC: Non ce la faccio più, lasciami, lasciami!

AVVOLTOIO: Se proprio vuoi.
L'avvoltoio molla la presa e Fantacic precipita rovinosamente fuori scena.

AVVOLTOIO: Ora non prendertela con me. Ho fatto solo quel che mi chiedevi.

FANTACIC (rientrando): Ahio, fantasmamma che botta! e guarda che sbrego mi son fatto!

AVVOLTOIO: Se ora sei disposto ad ascoltarmi, sappi che non ho alcuna intenzione di farti del male. Avevo solo bisogno di parlare con qualcuno. Tieni!

FANTACIC: Che è?

AVVOLTOIO: Ago e filo per ricucirti lo strappo.

FANTACIC: Ah, grazie. Ma tu non sei un terribile avvoltoio?

AVVOLTOIO: Avvoltoio lo sono, quanto al resto ti pare che io sia terribile?

FANTACIC: Oh no, scusa. Io ti credevo proprio un feroce divoratore di fantasmi.

AVVOLTOIO: Macché! tutte invenzioni. Da quando qualche malalingua ha messo in giro queste menzogne io non ho più amici. Appena mi vedono tutti mi evitano e scappano. E invece io ho tanto bisogno di parlare con qualcuno.

FANTACIC: Capisco. Io ti credo e starei volentieri un po' con te ma ho fretta e un grosso problema da risolvere.

AVVOLTOIO: Ti posso essere utile? Vorrei tanto essere utile a qualcuno.

FANTACIC: Beh, tu sei il custode di quel diamante vero?

AVVOLTOIO: Si.

FANTACIC: Mi serve per togliermi da un incantesimo.

AVVOLTOIO: E allora prendilo. So che me lo riporterai.

FANTACIC: Oh grazie avvoltoio. Sei un vero amico. Prometto che verrò a trovarti e dirò a tutti che gli avvoltoi non sono affatto animali cattivi.

AVVOLTOIO: Buona fortuna, Fantasma!

FANTACIC SCIOGLIE L'INCANTESIMO
Fantacic sparisce dietro la scena, poi, salendo su una scala, compare al di sopra della scena. C’è solo una luce puntata su di lui. Fantacic infila il diamante sulla punta della spada, poi lo solleva. La luce provoca dei riflessi sul diamante.

FANTACIC: Raggio di luna, sciogli l'incanto.
Amante di lana, svolgi la trama.
Dama tremante ama e trafiggi il diamante.

Si sente un rumore di tuono. Buio. Fantacic si ritrova nel castello, un po’ intontito.

FANTACIC: Che mi succede? dove mi trovo?

INGEGNERE: Eccolo Bobo, non lasciamocelo sfuggire questa volta, catturiamolo e rinchiudiamolo nella gabbia.

BOBO: La porto su?

INGEGNERE: Lascia perdere, prima pensiamo a prenderlo. Fantasmino, siamo i tuoi babbini. Lasciati catturare e vedrai che ti tratteremo bene.

Fantacic intanto si è rialzato ed è rimasto impassibile ad osservare i due. Si capisce che non li teme.

BOBO: Ti faremo conoscere tante persone.

INGEGNERE: Che ci daranno un po' di grana.

BOBO: Così faremo tante pastasciutte.

INGEGNERE: Bobo, sei incorreggibile. Cosa c'entrano adesso le pastasciutte?

BOBO: Tu hai parlato del grana!

INGEGNERE: Della grana, non del grana: soldoni, moneta pregiata, ricchezza.

BOBO: Ah si. Ho capito.

INGEGNERE (Si avvicina a Fantacic e lo cattura): Preso!

BOBO: Ma non è stato un po' troppo facile?

INGEGNERE: Meglio così.

Bobo cerca di far spaventare Fantacic che rimane impassibile. Poi prende in disparte l'ingegnere.

BOBO: Non ti sei accorto che il fantasma non si è spaventato.

INGEGNERE: E' vero. Ma allora...

FANTACIC: Vi do tre secondi di tempo per sparire.
Bobo e l’ingegnere cambiano completamente atteggiamento. Sono visibilmente confusi e terrorizzati.
BOBO: Sparire? ma noi non siamo fantasmi.

INGEGNERE: Non possiamo sparire o riapparire.

FANTACIC: Se non ve ne andate immediatamente vi faccio divorare dai miei pipistrelli.

BOBO: Mamma mia! mi tremano perfino le mutande.

INGEGNERE: Non volevamo farti del male.

BOBO: Solo rinchiuderti (l'ingegnere strattona Bobo) ahi!

INGEGNERE: ...rinchiuderti in un castello più bello di questo.

BOBO: Tu e i tuoi castelli! Non ne hai abbastanza di questo?

INGEGNERE: Ma sei proprio tonto!

BOBO: Io sarò tonto ma non vado a cacciarmi ripetutamente nei guai.

FANTACIC: Basta così. So benissimo quali erano le vostre intenzioni. Io qua ci sto benissimo. Voi, piuttosto, giurate di non tornarvi mai più.

BOBO: Lo giuro.

INGEGNERE: Mai più, lo giuro.

FANTACIC: E ora sparite. Aaargh!
Grido disumano di Fantacic. Bobo e l'ingegnere fuggono terrorizzati.

BOBO E INGEGNERE: Aiuto! Si salvi chi può.

FANTACIC: Bene. Il castello è salvo. Penso che per un po' di tempo non sentiremo più parlare di speculazione. Mi piacerebbe proprio che Ecto e Plasma fossero qui. Però resta ancora un pericolo per noi fantasmi: la strega Persidia. 

PERSIDIA (voce fuori scena): Vai pure a casa Strazio e continua a seminare zizzannia lungo la strada; io vado a divertirmi un poco con quel fantasmino spaventato.

FANTACIC: Eccola! Si parla del diavolo e spuntano le corna. Si parla di Persidia ed ecco la sua voce malvagia.
Persidia entra in scena e scorge Fantacic che finge di avere paura di lei.

PERSIDIA: Oh, eccoti fantasmino goloso. Che c'è lenzuolino mio, hai paura? 

FANTACIC: Si, si, potente Persidia. Tantissima.

PERSIDIA: Perché non la fai finita e ti metti a macerare in un pantano?

FANTACIC: Lo farò strega crudele ma prima devo trovare qualcuno a cui affidare il mio mantello.

PERSIDIA: Quale mantello?

FANTACIC: Ma veramente...

PERSIDIA: Di che mantello parli? cosa nascondi lì?

FANTACIC: Niente, Persidia, niente.

PERSIDIA: Dammi subito quel che nascondi. (Persidia prende il mantello e cerca di strapparlo a Fantacic che oppone resistenza) Molla vigliacco. Ah! così mi mentivi? Cos'è questo?

FANTACIC: E' un mantello.

PERSIDIA: Lo vedo che è un mantello ma perché ci tieni così tanto?

FANTACIC: E' appartenuto ai miei avi. Ridammelo, ti prego. Mi è troppo caro.

PERSIDIA: Ridartelo? Neanche per sogno. Anzi, poi faremo i conti. Io adoro i mantelli e tu me lo volevi nascondere.

FANTACIC: No, non indossarlo!

PERSIDIA: Io faccio quel che voglio, fantasmino impertinente. Perché non dovrei indossarlo?

FANTACIC: Perché verrai avvolta dalle fiamme senza più riuscire a togliertelo.

PERSIDIA: Ah ah ah! Vedo che non hai perso il vizio di dire bugìe. Non vuoi che io lo indossi perché è un tuo caro ricordo. Ma io me ne infischio e lo indosso proprio per farti dispiacere.
Persidia indossa il mantello.

FANTACIC: Fuoco, fulminea fiamma, brucia, avvampa, incendia, divampa, finché di strega arsa, non rimanga che cenere sparsa.
Persidia si contorce cercando invano di liberarsi dal mantello, finché svanisce. Fantacic raccoglie il mantello dal quale cadono le scarpe della strega.
Ecco fatto. Ora i pericoli sono finiti. Finalmente potremo nuovamente starcene in pace. Peccato che Ecto e Plasma se ne siano andati. Sarà noioso ora senza loro.
Improvvisamente compaiono Ecto e Plasma.
PLASMA: Fermi tutti. Non temere Fantacic, sono qua io.

FANTACIC: Plasma!

ECTO: Siamo qua noi, vorrai dire. Tempi duri per i cattivoni.

FANTACIC: Ecto, che bella sorpresa!

Fantacic cerca di abbracciarli ma i due continuano a muoversi, guardinghi e con atteggiamento di sfida, come volessero risolvere loro tutti i problemi.

ECTO: Avanti, fatevi vedere malfattori.

PLASMA: Dove sono questi speculatori.

ECTO: Su, se avete coraggio, venite fuori.

FANTACIC: Ma...

PLASMA: Niente ma, non ti lasceremo più solo.

ECTO: Basta con gli entusiasmi.

PLASMA: Sono arrivati i fantasmi.

ECTO: Per voi saranno solo dolori e spasmi.

FANTACIC: Ragazzi! vi devo dire una cosa.

PLASMA: Si, hai ragione di lamentarti.

ECTO : Chissà quanto hai sofferto per colpa nostra.

PLASMA: Ora siamo tornati per riparare.

ECTO: Dove sono quei gaglioffi?

FANTACIC: Qui non ci sono gaglioffi.

ECTO: Dove sono quei birboni?

FANTACIC: Qui non ci sono birboni.

ECTO. Dove sono quei truffatori?

FANTACIC: E non ci sono neanche truffatori.

PLASMA: Ma allora?

FANTACIC: Insomma, volete farla finita e stare fermi un momento. Ho già risolto tutto. Non ci sarà più nessuna ristrutturazione.

ECTO: Davvero? Ne sei proprio sicuro?

FANTACIC: E la strega Persidia non darà più fastidio ai fantasmi.

PLASMA: Meraviglioso! Ma come hai fatto, Fantacic?

FANTACIC: Vi racconterò tutto dopo. Ora dobbiamo divertirci un po'.

ECTO: E' vero! dobbiamo festeggiare.

PLASMA: Potremmo giocare a spaventarci.

FANTACIC: Buona idea. Spaventiamoci!

Musica vivace e vorticosa. Ha inizio un gioco fra i fantasmi. Ognuno cerca di spaventare l'altro. La musica cresce. Fantacic rimane nuovamente solo e spaventato ma è solo uno scherzo dei suoi amici che riappaiono finché tutti e tre insieme spariscono felici.

FINE