Le culotte di pizzo

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LE CULOTTE DI PIZZO

(Commedia in due atti di Stefano De Stefani. Rappresentata per la prima volta dal 20 al 22/05/2016 presso Teatro della Dodicesima Roma)

Personaggi in ordine di apparizione

BRUNAFELICIONI (Cliente Hotel st 301)

SILVANAPALMIERI (Cliente Hotel st 301)

MAURO PICCIONI (Concergie)

GIULIO SANTOSTEFANO (Cliente Hotel st 202)

CECILIA LAMBERTI (Receptionist)

LORENA LORENZI (Cliente Hotel st 105)

RINALDO CACCIOTTI (Factotum Hotel)

AURELIA BACCINI (Costumista della cantante st 203)

ANTEA ADINOLFI (Cliente Hotel st204)

VICTORIA MAFFEI (Cliente Hotel st 204)

ESTER PITTALUGA (Cliente Hotel st 302)

PAMELA CAMPI (Cliente Hotel, Figlia di Ester st 302)

RUGGERO LEONCAVALLO (Musicista st 303)

ADELE FONTANA (Cliente Hotel st 201)

LAERTE PANATTONI (Commissario)

CHANTAL ANDREINI (Ispettore)

n° SIAE  244307  

Per ogni utilizzo del testo contattare l’autore rosablufd@gmail.com tutti i diritti riservati

PRIMO ATTO

Scena I

Bruna, Silvana, Mauro, Giulio e Cecilia

(Interno pomeriggio. Primavera. Giorni nostri. Hall di albergo, bancone della reception, divani, poltrone. Entrata dalla comune. Porta ascensore e vano scale. Sedute ai divani due donne sulla quarantina, una legge una rivista, l’altra è alle prese con una collana attorcigliata)

BRUNA – Accidenti a ‘sta collana! Sto diventando cretina…

SILVANA – (Senza distogliere lo sguardo dalla rivista, ridacchiando)… non dare la colpa alla collana!

BRUNA – Sempre pronta a prendermi in giro! Ti diverti tanto? (Silvana sorride, ma continua a leggere)  Mi domando perché ti sopporto? (Silvana si batte sul cuore e continua a leggere) A volte mi      viene la voglia di… di… di sbatterti al muro!

SILVANA – (Stavolta abbassa la rivista) Ma poi ti rendi conto che come ti voglio bene io, non te ne        vuole nessuno! (Le rivolge un sorriso pieno di dolcezza)

BRUNA – (Le tocca il braccio) Ma sì, è vero!

(Entra un uomo, circa cinquanta anni, capelli brizzolati. Trolley alla mano e occhiali scuri. Si guarda intorno, poi va alla reception. Silvana chiude la rivista. Si dimostra interessata al nuovo arrivato. Bruna ricomincia a districare la collana)

MAURO – (Il concergie) Buon pomeriggio…

GIULIO – … salve, Vorrei sapere se avete una camera disponibile?

MAURO – Per quanti giorni?

GIULIO – Solo per questa notte!

MAURO – Vediamo! (Consulta il computer) Abbiamo una doppia e una matrimoniale!

GIULIO – Va bene la matrimoniale.

MAURO – (Gli porge un biglietto) Questo è il prezzo…

GIULIO – … d’accordo!

MAURO – Gentilmente, posso avere un documento?

GIULIO – (Gli da il documento) Ecco qui… Santostefano… GiulioSantostefano…

MAURO – Bene, ecco qui… una matrimoniale… (Silvana ha un sussulto) se il signore,gentilmente,         vuole dare alla collega… (Indica la ragazza che è comparsa al suo fianco)i documenti e firmare        la scheda? Per la registrazione!(Giulio consegna i documenti. Firma e Mauro gli consegna la           tessera) numero 202 a lei, prego! Secondo piano!Proprio sotto c’è la piscina…

GIULIO – … (Sembra contento) la piscina?

MAURO – Certo, è proprio sotto il suo balcone…

GIULIO – … è piena?

MAURO – Naturalmente…

GIULIO – … non è un po’ freddino?

MAURO – No, è un bellissimo aprile, e poi l’acqua della piscina, almeno fino all’inizio di maggio, è

            riscaldata!

GIULIO – Naturalmente, viene voglia di fare un tuffo… fuori stagione…

MAURO – … se la piscina le da noia… vediamo… (Consulta il pc) posso darle la 304…

GIULIO – … sarebbe al terzo piano?

MAURO – Sì!

GIULIO – No, lasci stare, va benissimo il secondo! (Taglia corto)

MAURO – Come desidera! Le chiamo il ragazzo per il bagaglio…

GIULIO – … grazie posso fare da solo!

SILVANA – (Posando la rivista sul tavolo) Che ne pensi? Solo, una stanza… (Ammicca) matrimoniale…

BRUNA – … allora?

SILVANA – Ma come, non hai capito?

BRUNA – No!

SILVANA – Lo vedi che la collana non c’entra? È  qui in cerca!

BRUNA – Di che?

SILVANA – (Sottovoce) D’avventure! Possibile che non ci arrivi?

BRUNA – Aaa, ora ho capito… (Riflette) beh, e con questo?

SILVANA – No, io ci rinuncio!

BRUNA – Perdonami, forse la collana mi ha innervosito! Non…

SILVANA – … cosa “non”? Ascolta: noi cosa siamo venute a fare qui?

BRUNA – A rilassarci…

SILVANA – … oh, santo cielo, ma che dici? Noi siamo qui a cercare…

BRUNA – … a cercare?

SILVANA – UOMINI, piccola, U O M I N I! Capito?

BRUNA – Aaa… sì, certo… (Riflette) e tu dici che… ehm… quello …

SILVANA – … sììììì! Ce lo abbiamo qui, non dobbiamo neanche andare in giro a cercarne…

BRUNA – … è vero… (Pensierosa)

SILVANA – … cos’hai?

BRUNA – Beh, lui è solo e…

SILVANA – … e noi in due?

BRUNA – Già!

SILVANA – Vedrai che alla prima uscita, in tre, non sarà difficile che si aggiunga un altro            “maschietto”… (Bruna non sembra convinta) fidati!

BRUNA – Senti cara, sai che ti voglio bene e…

SILVANA – … e?

BRUNA – Insomma, è vero che sei… siamo ancora giovani…

SILVANA – … e belle!

BRUNA – Certo! Però, a volte, mi sembri un po’ troppo “fissata” su questa ricerca di un uomo…

SILVANA – … ma proprio perché sono giovane… bella… e non lo sarò, naturalmente, in eterno, vorrei

            approfittarne! Non c’è nulla di male…

BRUNA – … d’accordo, ma dopo l’esperienza con quel… quel…

SILVANA – … quel bastardo del mio ex marito, vuoi dire?

BRUNA – Appunto! Ti ha rovinato la vita…

SILVANA – … mi ha ridotta sul lastrico! Adesso mi ha chiesto 50.000 € per lasciarmi in pace…

BRUNA – … e tu glieli hai dati?

SILVANA – Li dovrei stampare io, falsi! Dove li prendo tutti quei soldi?

BRUNA – Come farai? Io posso aiutarti, qualcosa ho da parte…

SILVANA – … toglitelo dalla testa! (Le tocca la mano) Comunque grazie, sei proprio un’amica… (Si

            impettisce) vedrai che la soluzione la trovo…

BRUNA – … davvero?

SILVANA – DEVO trovarla… (La guarda furbetta) intanto voglio divertirmi un po’…

BRUNA – … oh, mio Dio!

SILVANA – Che ti succede?

BRUNA – Domani arriva Adele…

SILVANA – … e allora… cosa ti preoccupa?

BRUNA – La concorrenza di Adele, lei… (Mestamente) lei è così affascinante!

SILVANA – D’accordo, ma noi non siamo da meno! (Incrocia lo sguardo con Mauro, sorride e poi,

            sottovoce a Bruna) Ecco, ad esempio, non hai notato come ti guarda il direttore?

BRUNA – Il direttore?

SILVANA – Proprio lui!

BRUNA – Dici davvero?

SILVANA – Siii… ti sta divorando con gli occhi!

BRUNA – (A Silvana, sottovoce)Non dire stupidaggini… (Silvana le fa la linguaccia)

SILVANA – (Con un sorriso a trentadue denti e dandosi un tono) Direttore, che si fa di bello, la sera qui            in albergo?

MAURO – (Avvicinandosi) Signore, questo è un albergo che la gente sceglie per la tranquillità! Vengono per rilassarsi. Il paese non offre molte occasioni di divertimento, almeno in questo periodo         dell’anno…

BRUNA – (Esterrefatta)… ma una nostra amica, Adele…

MAURO – … la signora che arriva domani?

BRUNA – Lei! È stata qui e ci ha raccontato che si è divertita tantissimo…

MAURO – … certo se si “sceglie” bene la… compagnia, ci si può divertire!

SILVANA –  Cosa intende dire?

MAURO – Non tutti, sono qui per “rilassarsi”!

BRUNA – Si spieghi meglio!

MAURO – In questa tranquillità… c’è il caso che si possa incontrare qualcuno in grado di organizzare     qualcosa di “divertente”…

SILVANA – … e chi sarebbe questo “qualcuno”?

MAURO – Ad esempio… io…

SILVANA – … lei potrebbe fare questo?

MAURO – Non sono il concierge 24 su 24…

BRUNA – … e che altro è?

MAURO – Uno a cui piace divertirsi e che conosce molti posti… e molti modi per farlo!

SILVANA – Interessante!

MAURO – Magari ne possiamo parlare dopo cena!

SILVANA – Volentieri! A proposito… tra un po’ si va a cena!Noi andiamo a cambiarci…

MAURO – – … tra un po’? (Guarda l’orologio) Sono le cinque… la cena è alle otto…

SILVANA – … abbiamo bisogno di tempo! Doccia, capelli, scelta vestiti, scarpe, trucco…

BRUNA – … e tre ore sono appena sufficienti! (Ridono sonoramente, si alzano)

MAURO – (Le saluta con un baciamano) A più tardi!

BRUNA/SILVANA – A più tardi!

(Si sente, attutita, la voce di una donna che canta)

SILVANA – Chi è che canta? L’abbiamo sentita anche prima!

MAURO –È la signora che prova!

BRUNA – La signora?

SILVANA – Chi è la “signora”?

MAURO – È una nota cantante, domani sera si esibirà all’auditorium della nostra città!

BRUNA – Che splendida voce… questa canzone poi…

SILVANA – … domani sera? Lei ci andrà?

MAURO – Credo di sì!

SILVANA – Allora potremmo andarci insieme?

BRUNA –(Sottovoce) Ma non ti vergogni?

SILVANA – Neanche un po’! Direttore, ci vediamo dopo cena, allora?

MAURO – Con piacere!(Le due donne escono, tra risolini e occhiate audaci a Mauro che ricambia)

Cecilia… (Cecilia esce dll’office) pensi tu alla registrazione del signor…(Legge la scheda, sorride) questo cognome… Santostefano… (Riflette) a volte il destino… (Sorride amaro) sai com’è il cognome della mia ex moglie?

CECILIA – No!

MAURO – Fava… (Si incupisce) e sai come si dice, no?“Due piccioni con una fava”…

CECILIA – … mi scusi, ma non capisco…

MAURO – … io mi chiamo Piccioni…

CECILIA – … allora?

MAURO – Allora, per tenere fede al detto… (Lo dice a denti stretti) ha pensato bene di farsi anche mio   fratello!

CECILIA – Santo cielo… mi dispiace!

MAURO – Acqua passata! Ora non ci soffro più, anzi, mi viene di scherzarci…

CECILIA – … bravo!

MAURO – Poi ora il mio cuore batte per un’altra donna…

(Entra una donna alta, bionda, carica di borse, spingendo una valigia con il piede)

Scena II 

Mauro, Lorena, Cecilia e Rinaldo

MAURO – (Uscendo di corsa dal bancone, sorpreso) Lorena, che sorpresa, non ti aspettavo prima di      domani pomeriggio…

LORENA – … ho scombinato qualche piano?

MAURO – Ma che dici? Cosa fai con tutte queste valigie? Potevi lasciarle fuori, avrei mandato il ragazzo            a prenderle… (È furioso) a proposito, dov’è ‘sto… (Si tappa istintivamente la bocca. Si guarda       intorno            vede che non ci sono clienti. Lorena lo fulmina) scansafatiche?

LORENA – Fossi matta! L’ultima volta ho lasciato una bottiglia di shampoo… qui fuori e se la     sono    fregata…

MAURO – … ma dai, non ci credo!

LORENA – A no? Credi a me questo posto è pieno di… (Sorride) ladri!

MAURO – Ma sei matta a dire ‘ste cose… (Si è avvicinata Cecilia) che potranno pensare i clienti?

CECILIA – Signora Lorena, bentornata!

LORENA – Tesoro, come stai? (Si abbracciano. Cecilia l’aiuta a mettere le valigie su di un carrello)       Grazie!

MAURO – Ma guarda se deve essere la Receptionist a fare questo lavoro! (Arrabbiato) Mi chiedo dove   può essersi cacciato… (Affacciandosi nel vano scale) Rinaldo… Rinaldo!

VOCE FUORI SCENA – Dica direttore…

MAURO – … dove sei?

VOCE FUORI SCENA – Al meno uno, sto sostituendo una lampadina! Ora salgo!

CECILIA – Vede, sta lavorando!

MAURO – Tu difendilo, sai! Mi manda in bestia, quando mi serve, non lo trovo mai e quando non so che

farmene me lo trovo sempre tra i… piedi! (Arriva Rinaldo, una bella faccia simpatica) Eccoti qui! Così stavi cambiando una lampadina?

RINALDO – Esatto! (Largo sorriso)

MAURO – Cos’hai da ridere? Chissà da quanti giorni non funzionava?

RINALDO – Deve essersi fulminata non più di mezz’ora fa! Me ne sono accorto perché ero giù a ritirare             la biancheria e…

MAURO – … la biancheria, eh? Quella pulita?

RINALDO – Certo! (C.s)

MAURO – E quella da pulire? Dov’è?

RINALDO – L’ho già consegnata alla lavanderia…

MAURO – … (Colpito) già consegnata alla… (Mortificato) scusami Rinaldo…

RINALDO – … di cosa, diretto’?

MAURO – (Riprende il suo atteggiamento professionale) Nulla, Rinaldo, nulla! Porta… (Cecilia e            Lorena lo guardano severe. Fa cenno a Cecilia di tornare al bancone, lei esegue) per favore, il        bagaglio della signora, nella sua stanza…

RINALDO – … subito… (Spinge il carrello verso l’ascensore, si ferma e si volta) sempre la 105?

MAURO – Naturalmente! Cecilia, da la tessera a Rinaldo!

(Rinaldo prende la tessera. Arriva l’ascensore, entra con il carrello)

LORENA – Va pure, ora salgo! (Si chiude la porta dell’ascensore) Perché lo tratti così? È un bravo          ragazzo!

MAURO – Ho le mie buone ragioni!

LORENA – Ma lascialo fare! È così simpatico…

CECILIA – … lo è davvero…

MAURO – … come fate a dire che è simpatico… proprio non lo capisco…

CECILIA – (Cecilia va sul retro della reception) … a dopo signora!

LORENA –  Si cara, a dopo!

MAURO – Dunque amore, fatto buon viaggio?(La bacia sulla fronte)

LORENA – Pensi che, agli ospiti di questo albergo, dispiaccia sapere che il portiere è eterosessuale?

MAURO – Non sono il “portiere”, sono il concergie… (La guarda stupito) che vuoi dire?

LORENA – Ti sembra da eterosessuale, salutare la tua donna, dopo quasi dieci giorni che non la vedi, con           un bacio sulla fronte?

MAURO – Perdonami, non posso abbandonarmi ad effusioni qui… cerca di capire… non…

LORENA – … non… non… (Gli si avvinghia) ma… dopo, lo puoi fare?

MAURO – (Sta per cedere) Oh Gesù d’amore acceso… non fare così!(Sta per abbracciarla)

LORENA – (Lo allontana. Si sente cantare, tende l’orecchio) È la cantante? Sta provando?

MAURO – (Tenta ancora di abbracciarla) Bella voce, vero?

LORENA – (Si divincola, lasciandolo in una posizione ridicola) Davvero bella! Vado! (Si dirige verso il             vano scale)

MAURO – (Ricomponendosi) Non prendi l’ascensore?

LORENA – Scherzi? Lo sai che fare le scale tonifica,il gemello, il tibiale, il vasto laterale …(Si     accarezza i muscoli via via che li nomina, con movenze provocatorie), quello mediale… e poi…           il sartorio… l’adduttore, il bicipite femorale e… (Accenna una sensuale sculacciata) il grande gluteo…  (Scompare nel vano scale)

(Il concergie  rimane inebetito. Si apre la porta        dell’ascensore, esce una donna con dei pezzi di filo sul golf, una sacca di stoffa legata alla vita e, al polso, un cuscinetto puntaspilli. Si imbatte in Mauro)

Scena III

Aurelia, Mauro e Cecilia

AURELIA – Proprio lei cercavo!

MAURO – (Riprendendosi) Mi dica signora Aurelia!

AURELIA – Mi aiuti… (Preoccupata) sto finendo un abito per la signora, uno a cui tiene moltissimo, che            vuole             mettere domani sera, al recital emi sono accorta che non ho con me il filo di quel colore!   (Prende fiato) Dove posso trovarlo?

MAURO – (Sorridendo)Purtroppo, qui in albergo, abbiamo solo delle bustine con il necessario per           attaccare un bottone, ci sono due o tre spezzoni di filo…

AURELIA – … di che colore?

MAURO – Bianco, nero… al massimo blu…

AURELIA – … no, no… (Le mani nei capelli) cosa me ne faccio?

MAURO – Stia tranquilla, a poca distanza da qui c’è una merceria…

AURELIA – … dove? Ci vado subito…

MAURO – … si calmi signora! Non è dietro l’angolo! (Aurelia lo guarda disperata. Lui le fa cenno di      aspettare) Cecilia!

CECILIA – Eccomi!

MAURO – Accompagna la signora Aurelia in paese! Sai dov’è la merceria…

CECILIA – … certamente!

MAURO – Bene! Prendi pure la mia macchina… le chiavi sono li…

CECILIA – … eccole! Andiamo signora?

AURELIA – Grazie… grazie! (A Mauro) Non so come ringraziarla…

MAURO – … per carità! (Aurelia si avvia di gran carriera) signora! Ha con se un pezzo di stoffa per…

AURELIA – … e come no… (Tira fuori dalla sacca un pezzo di stoffa e glielo mostra ) presto Cecilia,     presto!             (Esce di corsa,seguita da Cecilia che nasconde un sorriso. Mauro sorride e si       dirige   verso il bancone. Rientra Aurelia)

AURELIA – (Ha in mano il cuscinetto puntaspilli, lo porge a Mauro) Lo tenga lei, non vorrei far male a  qualcuno…

MAURO – … dia pure a me!

AURELIA – Grazie! (Via di corsa.Uscendo quasi travolge due donne. Eleganti, entrambehanno un         trolley e una borsa. Vanno dirette alla reception)

Scena IV 

Antea, Mauro, Victoria e Rinaldo

VICTORIA – Buonasera… (A Mauro che è già dietro il bancone)

MAURO – … buonasera a voi!

ANTEA – Abbiamo prenotato, Adinolfi e Maffei…(Guarda nella borsa, estrae un portadocumenti)

MAURO – … sì, ecco qua! Una doppia, vero?(Annuiscono)

VICTORIA – Sì! (Anche lei guarda nella borsa, impacciata anche da una macchina fotografica che ha a

            tracolla. Finalmente estrae un portadocumenti)

MAURO – Se possono darmi i documenti e firmare le schede… (Gli consegnano quanto richiesto,          firmano le schede)

VICTORIA – Mi raccomando, fate attenzione al nome! Mi chiamo Victoria, con la “C”…

(Antea le lancia un’occhiataccia)

MAURO – … sì, non tema…

VICTORIA – … grazie! Vede è così fastidioso dover, ogni volta, accorgersi che il proprio nome non è     riportato correttamente!

MAURO – … lo immagino! Un bel nome, tra l’altro…

VICTORIA – … la mamma era inglese!

MAURO – (Sbirciando i documenti, rivolto ad Antea) Anche il suo è un bel nome… Antea… l’amante di

            Bellerofonte… i suoi erano appassionati di mitologia?

ANTEA –  No, no! Mi chiamo così perché sono nata ad Anzio… ah ah…(Ride, imitata da Victoria)

MAURO – Molto bene! (Da loro la tessera) Ecco, stanza 204… (Si guarda nervosamente intorno)          secondo piano… ehm… dal balcone potete ammirare la vallata che porta alla nostra piccola            cittadina e… (È nervoso) proprio sotto le finestre c’è la piscina…

ANTEA – … funzionante?

MAURO – Naturalmente, l’acqua è riscaldata e…

VICTORIA –(Ad Antea) … abbiamo fatto bene a portare il costume!

ANTEA – (Perplessa, scambia un’occhiata con Victoria) Dobbiamo avere un tesserino, qualcosa, per      andare in piscina?

MAURO – No, l’accesso è libero per tutti gli ospiti dell’albergo…

ANTEA –  … è previsto un… ehm… supplemento?

MAURO – Oh no! Tutti i servizi, anche la palestra… (Indica dove si trova) sono inclusi nel prezzo!

VICTORIA – (Sorride compiaciuta) Bene, benissimo!

(Squilla il telefono della reception)

MAURO – Permettete?(Risponde)

ANTEA –   (Sottovoce) Benissimo un corno, con quello che costa al giorno! Vorrei vedere che ci fanno

            pagare pure la piscina…

VICTORIA – A volte ragioni come una taccagna…

ANTEA – … te la do io la “taccagna”! Mi hai voluto portare qui e… e io non me lo posso permettere…

VICTORIA – … ti ho detto che ci penso io, tesoro!

ANTEA – Va bene, ma ancora non mi hai detto dove troverai o hai trovato i soldi per…

VICTORIA – … fidati!

ANTEA – Questo è il problema… gira e rigira, dopo tutti i casini che combini… mi fido ancora di te!

VICTORIA – Ecco perché… (Le accarezza la mano)

MAURO – (Mette giù il telefono) Scusatemi… (Le squadra da capo a piedi. Sono, decisamente due belle

            donne. Si apre la porta dell’ascensore, esce Rinaldo che capisce subito la situazione)guarda chi   c’è!

RINALDO – Eccomi! (Prende i trolley delle donne) Solo questo? (Le donne annuiscono) Stanza?

VICTORIA – 204!

RINALDO – Bene, accomodatevi…

(Le fa entrare nell’ascensore, cedendo il passo e sbirciando le forme. Poi si gira appena verso Mauro e gli fa l’occhiolino)

MAURO – Rinaldo… (Con un gesto minaccioso) chiedi se le signore hanno bisogno di qualcosa…

RINALDO – (Mentre si chiude la porta) … ci penso io!

(Dalla porta principale entrano due donne, la prima circa cinquant’anni, accaldata. L’altra circa trent’anni, molto alta,affaticata e scocciata)

Scena V

Pamela, Ester, Mauro e Ruggero

PAMELA – Mamma, sono esausta! Sono ore che giriamo…

ESTER – … camminare fa bene! (Riprende fiato) Si tonificano i muscoli, si eliminano le tossine e,           soprattutto, si smaltiscono i chili di troppo…

PAMELA – … che puntualmente riprendiamo perché, dopo ‘ste maratone, ci viene una fame da lupi!

ESTER – Devi sempre polemizzare su tutto?(Si accorge che Pamela nasconde qualcosa) Cos’hai li?

PAMELA – Dove? (Imbarazzata, tenta di nascondere meglio, ma le cade un piccolo involto)

ESTER – Fa vedere… (Si china e raccoglie il pacchetto, lo apre, nascondendolo alla vista di Mauro. è    un portafogli, da uomo) o mio Dio, Pam, dove lo hai preso?

PAMELA – L’ho r… raccolto…

ESTER – … come “raccolto”?

PAMELA – Qualcuno lo ha perso…

ESTER – … ma è nuovo! C’è ancora il cartellino del prezzo attaccato! Lo hai… preso in quel negozio di

            pelletteria, vero?

PAMELA – (Mortificata) Sì, è così bello…

ESTER – … è da uomo! Cosa te ne fai?

PAMELA – Lo… lo regalo al… mio futuro marito…

ESTER – … non mi prendere per il…

PAMELA – … mamma! Prima o poi mi sposerò…

ESTER – … già, ma potevi comprarlo!

PAMELA – Mamma, lo sai che non sono una… (Si guarda intorno) ladra! Purtroppo è più forte di me!

ESTER – Dovevi proprio essere una cleptomane… beh meglio questa “malattia” che altro! Mi farai          morire!

MAURO – Buonasera signora Pittaluga! Com’è andata la vostra passeggiata?

ESTER – Benone… (Fa cenno a Pamela di metter via il portafogli)

MAURO – … vi vedo un po’ affaticate… (Pamela annuisce vistosamente) potevate chiamare, avrei         mandato Rinaldo con il pulmino…

ESTER – … ma no, a noi piace camminare…(Pamela guarda inferocita la madre)specialmente in            salita!

MAURO – (Che ha sentito tutto) Posso suggerirvi di indossare delle scarpe più idonee, però?

(Infatti le due donne, oltre ad essere vestite piuttosto elegantemente, hanno ai piedi delle scarpe con i tacchi alti)

ESTER – Ma no, noi siamo abituate…

(Pamela, che intanto si è seduta, alza gli occhi al cielo e si massaggia le caviglie)

MAURO – C’è “movimento”, in paese?

ESTER – Insomma… (Si avvicina a Mauro, per non far sentire a Pamela, che, intanto si è semisdraiata suldivano) pochi giovani… pochi ragazzi… (Indica Pamela) poca scelta, insomma!

MAURO – Signora, siamo ad aprile! Lei… voi, dovete venire qui a luglio, ad agosto…

ESTER – … lei dice?

MAURO – Chi più di me può saperlo?

ESTER – Giusto! Dobbiamo tornare tra tre mesi… (Mauro annuisce divertito) eee… me lo fate uno                     sconto?

MAURO – (Reprimendo una risata) Possiamo parlarne al proprietario! Va bene?

ESTER – Grazie, lei è impagabile! (Rivolta alla figlia) Pam, vuoi che andiamo su, in camera?

PAMELA – Sicuro… però lasciami riposare… due minuti… qui! (Fa per togliersi le scarpe)

ESTER – (La blocca) Sei impazzita? Prima di tutto è molto poco elegante, anzi, è da cafoni, togliersi le     scarpe e poi… (Sommessamente) con i piedi gonfi che avrai ora… quando le rimetti più?

PAMELA – Mamma, ma io sto soffrendo… (Quasi con le lacrime) atrocemente!

ESTER – Pam, se fai una cosa del genere, giuro che non ti accompagno più nelle tue passeggiate…

PAMELA – … davvero lo faresti?

ESTER – Sì!

PAMELA – (Si toglie le scarpe) Ahhhh… averlo saputo prima!

ESTER – Ingrata! (Indispettita va all’ascensore, si apre la porta, entra e va via)

MAURO – Pamela, ha fatto arrabbiare sua madre!

PAMELA – Mi dispiace, ma non ce la facevo proprio più!

MAURO – Le vuole molto bene, farebbe di tutto per farla contenta…

PAMELA – … lo so! Però, a volte, esagera! Ora è impegnatissima a trovarmi un marito! Mi costringe a     venire in questi posti di villeggiatura, convinta che siano i più adatti per fare degli incontri…

MAURO – … un po’ difficile in questo periodo!

PAMELA – L’anno scorso mi ha portata a Rimini!

MAURO – Località piena di “opportunità”…

PAMELA –  … a fine marzo?

MAURO – Stavo appunto dicendole di venire l’estate…

PAMELA – … logico! (Con fare complice) Vede, la mamma non è… una “spendacciona”!

MAURO – Le spese per mandare avanti una famiglia non sono irrilevanti…

PAMELA – … ma lei è decisamente benestante! Potrebbe permettersi molto di più!

MAURO – È “oculata”…

PAMELA – È “TIRCHIA”! (Mauro sogghigna. Lei si avvicina) Poi, io, a Roma, ce l’ho un           ragazzo            che mi fa la corte…

MAURO – … e sua madre lo sa?

PAMELA – Sì! Però non le piace…

MAURO – … ma deve piacere a lei, no?

PAMELA – Se riesce a farglielo capire, le pago una cena!

MAURO – Vediamo che si può fare…

PAMELA – (Si alza, gli prende la mano)… davvero farebbe questo per me?

MAURO – Posso… (Pentito) provarci…

PAMELA – … grazie, grazie… (Lo bacia) ora vado a fare una doccia… (Raccoglie le scarpe, prende la   borsa e si avvia verso l’ascensore)

MAURO – … faccia un bel pediluvio!

PAMELA – Certamente… (Entra in ascensore) grazie per… tutto… (L’ascensore si chiude)

(Entra un uomo, capelli bianchi, abbigliamento da artista)

MAURO – Maestro, la signora mi sembra in gran forma!

RUGGERO – Accipicchia! Domani sera si spelleranno le mani per applaudirla!

MAURO – È sempre più brava! Lei la segue da anni…

RUGGERO – … era poco più di una bambina! Bravissima già allora!

(Ruggero si siede ai divani della hall)

MAURO – Maestro, beve qualcosa?

RUGGERO – (Guarda l’orologio) Un prosecchino?

MAURO – Perfetto! Provvedo subito… (Si guarda intorno, cerca qualcosa, qualcuno. Si apre la             porta dell’ascensore, esce Rinaldo, sorridente) eccoti qua, capiti a fagiolo… (Rinaldo lo             guarda sorpreso, senza smettere di sorridere) vai al bar e prepara un prosecco per il maestro!         Ben ghiacciato e degli snacks …

RINALDO – Subito! (Rivolto a Ruggero) Ha qualche preferenza per gli snacks?

RUGGERO – No, decidi tu, grazie!

(Rinaldo via, Mauro torna alla reception)

MAURO – Quindi c’è il tutto esaurito?

RUGGERO – (Tronfio) Caro Mauro, in venti anni non c’è stata una sera senza il pieno!

MAURO – È anche un po’ merito della sua musica… (Si interrompe perché entra una donna, circa quarantacinque anni, elegante, ha con se una valigia. Si guarda intorno, vede la reception e la raggiunge. Mauro la squadra da capo a piedi con aria soddisfatta)

RUGGERO – … ehi, Mauro, lasciane un po’ anche a me!

MAURO –  Cosa? Ah, sì… bella donna, eh?

RUGGERO –  Caspita!

(Mauro sorride, raggiunge la reception)

Scena VI

Mauro, Adele e Rinaldo

MAURO – Buonasera signora, in cosa posso esserle utile?

ADELE – Buonasera, mi chiamo Fontana, Adele Fontana e…

MAURO – … ah, la signora Fontana, sì… (Consulta il computer) le sue amiche, le signore Felicioni e       Palmieri, l’aspettavano domani…

ADELE – … c’è qualche problema se sono arrivata in anticipo?

MAURO – Nessun problema! La stanza è già disponibile! Se vuole darmi un documento…

ADELE – … subito! (Cerca nella borsa, poggia il portadocumenti sul bancone) Ecco qui!

MAURO – A lei… (Le consegna la tessera) stanza 201!

ADELE – Grazie!

MAURO – Se gentilmente firma la scheda… qui, grazie! Intanto le chiamo il ragazzo per la valigia…

ADELE – … grazie, non occorre…(Firma e consegna la scheda)

MAURO – Grazie! (Arriva Rinaldo con il vassoio) Rinaldo, il bagaglio della signora… stanza 201!

RINALDO – (Prende la valigia  e invita Adele a salire in ascensore) Prego signora!

(La fa passare, ammirando le forme, entra in ascensore, si affaccia, guarda Mauro e gli fa di nuovo l’occhiolino)

MAURO – (Risentito) Rinaldo…

RINALDO – … sì, chiedo alla signora se ha bisogno di qualcosa! (La porta si chiude)

MAURO – Un giorno di questi lo… lo pisto…(Trova sul bancone il portadocumenti di Adele) la signora ha dimenticato questo… (Alza la cornetta del telefono, compone un breve numero) Signora Fontana, è la reception, ha dimenticato… … sì, è qui… … no, non c’è bisogno che scenda lei… … quando scende il ragazzo glielo faccio portare… … ah, va bene, come vuole… … di che, si figuri!(Abbassa la cornetta)Bah!

(Si apre l’ascensore, esce Giulio, va alla reception)

Scena VII

Mauro, Giulio, Adele, Ruggero e Aurelia 

GIULIO – (A Mauro) Mi scusi, ho lasciato qui una busta… bianca… di carta?

MAURO – Non mi sembra! Com’è la busta? C’è scritto qualcosa sopra?

GIULIO – Sì, il nome del negozio dove ho comperato le scarpe da gin… le scarpe!

MAURO – Controlliamo, potrebbe essere stata presa dal ragazzo insieme ai bagagli di altri ospiti…

GIULIO – … mi faccia controllare in macchina! Potrei averla lasciata li…

(Si apre la porta dell’ascensore, esce Adele)

MAURO – Signora Fontana, avrei provveduto io…

ADELE – … grazie ma devo prendere una cosa in macchina… (Per prendere il portadocumenti si           imbatte in Giulio. I due si ostacolano un po’, poi Giulio la prende per le spalle, la ferma, si   sposta da un lato e le fa spazio. Lei rimane un po’ interdetta, ma poi scoppia in una sonora risata         che contagia immediatamente Giulio) mi scusi… (Sempre ridendo)

GIULIO – … di cosa? (Appoggiandosi al bancone per il gran ridere)

ADELE – Mah… non so… (E giù a ridere)

GIULIO – … prego… (Le consegna il portadocumenti)… ho sentito… ahah…  che ha dimenticato            qualcosa in macchina… ah ah… anch’io! (Si asciuga gli occhi) Andiamo?

ADELE – (Non riesce a smettere di ridere) Sì sì… andiamo!

GIULIO – (A Mauro) Torniamo subito… ah ah!

(Escono insieme)

MAURO –  (Ride anche lui) Accidenti, che risata contagiosa!

(Entrano Cecilia e Aurelia, sorridenti)

AURELIA – La raccontate anche a me la barzelletta? (A Ruggero)

RUGGERO – Che barzelletta?

AURELIA – Quella che avete raccontato a quei signori… (Indica da dove è entrata)

RUGGERO – … no, nessuna barzelletta, hanno avuto un incontro un po’… comico! da dove arrivi,         Aurelia?

AURELIA – Sono andata in paese, a comperare del filo…

RUGGERO – … del filo?

AURELIA – E sì! Stavo facendo le ultime rifiniture al vestito della signora e mi sono accorta di non avere           il filo adatto! Fortunatamente, in paese, c’è una merceria ben fornita…

RUGGERO –  … e lo ha trovato?

AURELIA – Per fortuna, sì!

RUGGERO – Beh, io torno dalla signora… ottimo il prosecco! A più tardi! (Esce)

AURELIA – Non immagina quanto la signora ci tiene ad indossare quell’abito e ad abbinarci la spilla che

            le ha regalato il marito… (Sembra pentita di quello che ha detto)

MAURO – … una spilla? (Incuriosito)

AURELIA – Sì… ecco… è una spilla…

MAURO – … di valore… (Aurelia annuisce) molto alto?

AURELIA – Sì…

MAURO – … (Prende in disparte Aurelia, si guarda intorno) è al sicuro questa spilla?

AURELIA – Certo!(Lo guarda sospettosa)

MAURO – Bene… (Ancora circospetto) allora siamo tranquilli? (Aurelia annuisce, ma lo guarda con

            sospetto. Riprende il suo tono abituale)Scenderà per cena, la signora,?

AURELIA – Non lo so! Sapete che non sopporta quando la riconoscono, le chiedono gli autografi…

MAURO – … quindi anche stasera…

AURELIA – … si farà portare la cena in camera e mi inviterà a farle compagnia…

MAURO – …  ha una buona scorta della sua “passione”?

AURELIA – Altro che! Guai a restare senza! Beh, io torno su!

MAURO – Signora, il puntaspilli!

AURELIA – Oh, grazie! Vado!(Prende il puntaspilli e si infila nell’ascensore)

(Rientrano Adele e Giulio, a braccetto. Hanno in mano una busta ciascuno e sono identiche)

ADELE – Incredibile, anche tu hai comperato le stesse scarpe da ginnastica, nello stesso negozio dove le             ho prese io…

GIULIO – … accidenti, ma è un segno del destino!

ADELE – Forse… io le ho prese per camminare, tu?

GIULIO – No… ehm… le ho prese per…. Per…

ADELE – … anche le tue sono “antiscivolo”?

GIULIO – Per forza… (Cambia discorso) così sei un medico, legale? Io sono avvocato, penalista!

ADELE – Eserciti a Roma? (Sono al bancone, sotto lo sguardo divertito di Mauro)

GIULIO – Prevalentemente! Ho uno studio, associato con un mio collega…

ADELE – … come si chiama?

GIULIO – (Si guarda intorno) Promettimi di non ridere!

ADELE – Perché, che nome avrà mai?

GIULIO – Santagostino, Massimo Santagostino …

ADELE – … e allora?

GIULIO –  Io mi chiamo Santostefano!

ADELE – “Studio legale Santostefano&Santagostino”… e dove avete lo studio?

GIULIO – A… ehm… San Giovanni…

ADELE – … e avete molti discepoli… scusa… clienti?

GIULIO – Come no, vengono in… processione…

(Ridono di cuore)

GIULIO – (Ad Adele) … tu hai la stanza…?

ADELE – (Insinuante) … 201…

GIULIO – (Non distogliendo lo sguardo da Adele) … io la… 202! Facciamo un pezzo di strada insieme?             (Si guardano e scoppiano di nuovo a ridere fragorosamente. Entrano in ascensore. Prima di            partire blocca con una mano la porta. Ad Adele) Fino a quando ti trattieni?

ADELE – Vado via domenica, perché?

GIULIO – Poi te lo spiego… (A Mauro) scusi,la stanza è libera fino a domenica?

MAURO – La 202? Sì, certo… (Sorride)

GIULIO – … è mia… (Guarda Adele) la stanza…

(Ricominciano a ridere. Ecco di nuovo la voce della cantante. Stavolta è Adele a bloccare la porta)

ADELE – Mi scusi, di chi è questa bella voce?

MAURO – È della signora…

ADELE –  … che signora?

GIULIO – Una cantante…

ADELE –  … è qui, in albergo?

GIULIO –(Sembra distratto) … chi?

ADELE – La cantante! Perché canta?

GIULIO – Starà provando un po’, prima di cena!

ADELE – Dura la vita della Star… io salgo!

GIULIO – Vengo con te! (A Mauro) A più tardi!

MAURO – A più tardi! (Va sul retro della reception)

 (La luce si abbassa. Gli ospiti dell’albergo arrivano dall’ascensore, dalle scale ed entrano in sala da pranzo. La prima ad arrivare è Ester. Arriva Giulio con Adele poi Antea e Victoria e Ruggero. Per ultime arrivano Bruna e Silvana concitate, si stanno ancora ritoccando il rossetto e si controllano l’un l’altra gli abiti, poi soddisfatte entrano in sala da pranzo. La luce si alza. Mauro esce dalla reception e prende l’ascensore. Giulio esce dalla sala, vede l’ascensore occupato e si dirige verso le scale. Cecilia, con un gilet nero e una scodellina da sommelier al collo esce dalla sala,ha un vassoio in mano, coperto da un tovagliolo. Lo saluta)

CECILIA – Buonasera, ha bisogno di qualcosa?

GIULIO – No, grazie… ho… ehm… dimenticato delle pillole… ehm… in camera! (Si dilegua)

(Cecilia va alla reception)

CECILIA – Rinaldo!

(Si apre la porta dell’ascensore, esce Pamela, trafelata)

CECILIA – Che succede?

PAMELA – Nulla… nulla, ho fatto tardi… ehm… mi ero… addormentata!

CECILIA – (Aprendole la porta della sala) Prego si accomodi, stiamo servendo l’antipasto!

PAMELA – Grazie! (Entra)

CECILIA – Rinaldo!

RINALDO – (Si affaccia) Sì?

CECILIA – La cena! (Gli mostra il vassoio)

RINALDO – C’è solo la mia?

CECILIA – Sì, non posso cenare con te, ho la sala … (Sorridono) mi raccomando, non fare casini, col

            computer!

RINALDO – Ehi,” maitre”, non scordare mai che se qualcosa d’informatico funziona, qui, è solo per       merito mio! Vai a fare il tuo lavoro… tranquilla!

 (Rinaldo prende il vassoio e rientra in ufficio.          Lei torna in sala. La luce si abbassa e si rialza. Giulio esce dall’ascensore. Rinaldo fa capolino dall’ufficio, non visto. Giulio si tocca la tasca della giacca, come per controllare che non abbia             perso qualcosa e rientra in sala da pranzo.. La luce si abbassa e si rialza. Victoria esce dalla             sala, chiama l’ascensore che è occupato, è impaziente, si guarda intorno, ha con se la macchina             fotografica. Dalla sala esce Silvana, vede Victoria davanti l’ascensore e prosegue per andare a prendere le scale, passa davanti la porta della sala mentre esce Adele, quasi si scontrano)

ADELE – (Imbarazzata) Scusa Silvana … ehm… cambio le scarpe… queste mi vanno un po’ strette! Tu dove vai?

SILVANA – A… ehm… vado a… a cambiarmi le calze, qualcosa nella sedia ha tirato un filo…    mannaggia…

ADELE – … ah ah… prendiamo l’ascensore… (Vede Victoria e guarda maliziosa Silvana)

(La porta  dell’ascensore si apre, Victoria, prima di entrare)

VICTORIA – Salite anche voi?

ADELE – Sì, grazie…

SILVANA – … no, andiamo a piedi! Vada pure!

 (Victoria alza le spalle ed entra in ascensore, la porta si chiude. Silvana si volta, sdegnata e se ne va con Adele. La luce si abbassa e poi si alza. La porta dell’ascensore si apre, esce Victoria, sta guardando il display della sua macchina fotografica, sorride soddisfatta ed entra in sala. La luce si abbassa e poi si alza. La porta dell’ascensore si apre, esce Adele che sta ancora sistemandosi le scarpe. La luce si abbassa e poi si alza. Dal vano scale arriva Silvana, espressione soddisfatta, prima di entrare in sala fa una piroetta per dimostrare la sua gioia. Rinaldo esce dalla reception e si dilegua nel vano scale. Gli ospiti hanno finito di cenare, escono dalla sala. Cecilia si toglie il gilet e va alla reception. Escono per prime Victoria e Antea. Si fermano davanti l’ascensore. Ruggero, Ester e Pamela, si siedono ad uno dei due salottini. Poi è la volta di Adele e Giulio, sembrano già piuttosto affiatati. Dietro di loro Bruna e Silvana, un po’ imbronciate. Il gruppetto si ferma vicino l’altro salottino. Mentre Adele e Giulio si siedono, continuando a chiacchierare, Bruna e Silvana guardano insistentemente ora Giulio,ora Victoria e Antea. La cosa viene notata da Giulio che ridacchia e sussurra  una cosa all’orecchio di Adele che ride sommessamente, dando un colpetto al braccio di Giulio)

Scena VIII

Tutti (esclusi Aurelia, Chantal e Laerte)

ADELE – No, non è vero!

GIULIO – Invece sì! Le tue amiche avevano messo gli occhi su di me…

ADELE – … cosa dici?

GIULIO – Si vede benissimo che sono due “cacciatrici”!

ADELE – Non offendere le mie amiche, per favore! (Guarda verso Victoria e Antea. Ridendo punta il     dito verso Giulio) tu, invece, non riuscivi a distogliere lo sguardo... (Giulio sta guardando le due       donne) da quelle due, vero?

GIULIO – Cosa? Ah, sì… il fatto è che…

ADELE – … che?

GIULIO – Non me la raccontano giusta …

ADELE – … ma dai!

GIULIO – Bah, non so…

(Si apre la porta dell’ascensore, Antea e Victoria stanno per salire. Si sente, dal vano scale, uno schiocco, e poi un grido di donna)

VOCE FUORI SCENA – AAGHH!

(Tutti rimangono immobili. Si guardano l’un con l’altro. La porta dell’ascensore si chiude. Dal vano scale esce Rinaldo)

RINALDO – Cos’è stato? (Nessuno ha la forza di rispondere) Ho sentito un grido e… prima…

ANTEA – … un… uno… SPARO!

(Tutti guardano Antea)

VICTORIA – Sei sicuro fosse uno sparo?

ANTEA – Almeno mi è sembrato! Voi che dite? (A tutti)

ADELE – Effettivamente …

ANTEA – … quel grido… (Riflette)era proprio un grido di dolore!

GIULIO – (A Rinaldo) Tu dov’eri?

RINALDO – Al meno uno… in attrezzeria…

GIULIO – … è vicino le scale, l’attrezzeria?

RINALDO – Sì, proprio appena dopo l’ultimo gradino!

VICTORIA –   Forse tu lo hai sentito meglio di noi! Veniva dalle scale! È stato uno sparo?

RINALDO – Non ho mai sentito uno sparo… dal vivo… (Riflette)

BRUNA – … era proprio uno sparo!

SILVANA – Come fai ad esserne così sicura?

VICTORIA – Lei ha mai sparato?

BRUNA – (La guarda con disprezzo)No! L’ho sentito al cinema…

VICTORIA – … figurati…

RINALDO – … forse è diverso al cinema o in televisione!

ANTEA – Appunto!

RINALDO – Il grido, quello l’ho riconosciuto…

(Si apre la porta dell’ascensore, esce Mauro, arruffato, giacca sulle spalle, senza cravatta, collo sbottonato. si sta ancora infilando la giacca. Cecilia va nell’ufficio)

MAURO – Cosa è successo? Cos’erano quel rumore e quel grido? Mio Dio… la signora…

RUGGERO – … e Aurelia!    

MAURO – Non erano a cena con voi?

RUGGERO – No!

MAURO – Andiamo a vedere! Rinaldo, vieni con me… (Si avvia verso le scale)

RINALDO – … subito!

VICTORIA – Ma non chiamiamo la polizia?

ANTEA – Sì, ci penso io…

CECILIA – (Affacciandosi dall’ufficio)… l’ho già fatto! A momenti saranno qui!

MAURO – Andiamo… (Raggiunge Rinaldo)

(I due non aspettano l’ascensore, prendono le scale. Antea e Victoria si tengono le mani. Ester cerca di consolare Pamela che è visibilmente impaurita. Giulio e Adele sono impietriti)

CECILIA – (Uscendo dalla reception) Signori, la polizia sta arrivando! Vi prendo qualcosa da bere?

            (Tutti    approvano) Va bene dell’acqua o…

GIULIO – … se è possibile, qualcosa di più forte!

CECILIA – Va bene, ci penso io!

(Cecilia entra nell’office. Si apre la porta dell’ascensore, esce Lorena. Si sistema i capelli, ha l’aria scocciata, di chi è stato disturbato)

LORENA – Scusate, cos’è tutto questo trambusto?

BRUNA – C’è stato uno sparo… (Guarda con disprezzo Victoria che alza le spalle)

LORENA – Allora era proprio uno sparo?

BRUNA – (Guardando, trionfante Victoria) Già!

LORENA – Proveniva dal secondo piano… forse…

BRUNA – … probabilmente… ehm… dalla stanza della signora Aurelia…

LORENA – … la costumista?

SILVANA – Sì, lei oppure dalla stanza della cantante…

RUGGERO – Sono molto preoccupato! Non vorrei che la signora abbia subito un’aggressione…

ESTER  – … perché dovrebbero aggredirla? A che scopo?

RUGGERO – Rapina! Ha con se un gioiello di inestimabile valore…

 (Giulio sembra a disagio. Si apre la porta dell’ascensore. Rientrano Rinaldo e Mauro, Tutti si fanno intorno ai due)

MAURO – … povera signora Aurelia…

LORENA –  … cosa è successo ad Aurelia?

MAURO – L’abbiamo trovata riversa in terra… in una pozza di sangue… la stanza è tutta in disordine…

RUGGERO –   … e la signora? (Molto agitato)

MAURO – Lei è nella sua stanza, non si è accorta di nulla, stava ascoltando della musica in cuffia!

RUGGERO – Le avete detto di Aurelia?

MAURO – No… ha chiesto di lei e… le abbiamo detto che… che stava facendo la doccia…

LORENA – Ora, però, bisogna che qualcuno la informi…

RUGGERO – … ci penso io! (Va all’ascensore)

LORENA – Forse è meglio che ancora non le diciamo nulla…

RUGGERO – … ma se cerca Aurelia?

LORENA – le dica che… che… che è scesa nella hall… mi raccomando!

(Ruggero Entra in ascensore. La porta dell’ascensore si chiude)

ADELE – (A Giulio) Forse dovrei salire a vedere? Sono l’unico medico qui…

(Entra un uomo, non molto alto, baffi, seguito da una donna alta, magra, capelli lunghi, chiari)

Scena IX

Tutti (esclusi Ruggero e Aurelia)

LAERTE – Buonasera, sono il commissario Panattoni, polizia di stato… (Indica la donna) l’ispettore        Andreini!(Si sentono vari “buonasera”) Qualcuno… qualcuno di voi… (Ha un curioso modo di           esprimersi, ripete almeno due volte alcune parole durante il discorso)  può dirci cosa è successo,      esattamente? Noi eravamo impegnati con un altro… un altro caso… poi la radio gracchiava!         Insomma non abbiamo capito bene...(Esce, dalla sala da pranzo Cecilia spingendo un carrello            con alcune bottiglie d’acqua e liquori) cos’è questo? Ah, già, si servono gli amari… (Sorrisetto     scambiato con la collega) gli amari?

CECILIA – Pensavamo di offrire agli ospiti qualcosa per… per…

LAERTE – … non credo sia il momento!(Mauro è il più vicino, Lorena gli stringe il braccio)Voi chi        siete…             (A Lorena) chi siete?

MAURO – Commissario, non mi riconosce, sono Piccioni!

LAERTE – Così scompigliato no… no! Questa signora chi è?

LORENA – Lorena Lorenzi…

LAERTE – … fa parte del personale dell’albergo?

MAURO – La signora è una cliente…

(L’ispettore Andreini tira fuori un taccuino e comincia a prendere nota)

LAERTE – … ah sì! Ma cosa è successo! Si può sapere… sapere?(Rivolto a Victoria, la più vicina)

VICTORIA – Avevamo appena finito di cenare, eravamo tutti qui…

LAERTE – … tutti… tutti chi?

VICTORIA – Tutti noi… (Si guarda intorno. Sofferma lo sguardo su Mauro, poi su Lorena e Rinaldo)    beh, proprio tutti no…

LAERTE – … questo può servirci… dopo… dopo! (Passa lo sguardo su tutti i presenti. A Victoria)          Continui!

BRUNA  – Insomma, abbiamo sentito uno sparo…

(Victoria allarga le braccia)

LAERTE – … uno sparo? Lo avete sentito… sentito tutti? (C’è un coro di sì) Dopo verificheremo…                    Chantal… ehm… ispettore!

CHANTAL – Sì… commissario, dica!

LAERTE – Prendiamo nota… (Chantal gli mostra il taccuino) sei così… (Sguardo adorante) brava… (Si

            ricompone. A Bruna) continui… continui!

BRUNA  – E dopo lo sparo…

VICTORIA – … non sembrava proprio uno sparo!

LAERTE – A no? Lei… (La squadra attentamente da capo a piedi. L’ispettore sembra contrariata) come           si chiama… come si chiama?

VICTORIA – Victoria Maffei!

LAERTE – Secondo lei non era uno sparo? E cos’era… cos’era?

VICTORIA – somigliava più a… a…

ANTEA – … uno scoppio… qualcosa che esplode!

LAERTE – (Non può fare a meno di dare una bella guardata ad Antea. Si riprende subito e lancia          un’occhiata di sottecchi a Chantal) Lei si chiama…

ANTEA – Antea Adinolfi… (Laerte guarda Chantal)

CHANTAL –(Gli fa cenno di aver scritto)… tutto a posto!

LAERTE – (Con un largo sorriso a Chantal) Insomma… (Ad Antea) poteva sembrare uno sparo?

ANTEA – Sì, forse è meglio dire così!

LAERTE – (A Bruna) Mi diceva che dopo lo sparo… lo sparo, ha sentito…

BRUNA  – … un grido!

LAERTE – Un grido? Allora c’era qualcuno… li dove…

MAURO –  … sì, la signora e…

LAERTE – … quale signora?

MAURO –  La cantante… domani sera c’è un suo recital… all’auditorium…

LAERTE – … sì… sì, sono a conoscenza! C’è qualcun altro?

MAURO – La signora Aurelia…

LAERTE – … un’altra cantante?

MAURO – La sarta!

LAERTE – La sarta?

MAURO – La costumista della signora! È di sopra… l’abbiamo trovata in un lago di sangue…

LAERTE – … in un lago di… ma come, c’è un ferito e mi tenete qui a…

ADELE – … non ci ha dato il tempo di… io stavo salendo per vedere se potevo fare qualcosa…

LAERTE – …come fare qualcosa? Chi è lei?

ADELE – Adele Fontana, sono un medico… legale!

LAERTE – Accidenti, accidentaccio! Ma allora andiamo… (Si dirige verso la sala da pranzo)

MAURO – … no! Commissario, di qua!(Chiama l’ascensore)

LAERTE – Ah, sì! Fatemi strada! Dottoressa, venga anche lei! (Fa due passi, si ferma, a Chantal)            Ispettore, resti qui e che nessuno… nessuno si muova!

CHANTAL – Ci penso io! (Si apre la porta dell’ascensore. I tre entrano, si chiude la porta) Bene           signori, potete mettervi comodi. (A Cecilia che è rimasta accanto al carrello) Sono tutte qui le      persone presenti al momento del fatto?

CECILIA – Sì… cioè, no! Manca la cuoca che è ancora in cucina e il maestro, che è di sopra con la          signora…

CHANTAL – … quando è salito?

CECILIA – Dopo il “fatto”!

CHANTAL – Ah! Scusatemi… (Prende un cellulare, forma un numero) sedetevi pure… (Parla al            cellulare) Laerte… ehm… commissario… … sono io… … ho saputo ora che insieme alla      signora, nella sua stanza, c’è un’altra persona… … l’ha raggiunta dopo… … è il maestro…           (Guarda Cecilia)

CECILIA –… Leoncavallo, Ruggero Leoncavallo!

CHANTAL – Leonc… (A Cecilia) davvero? (Cecilia annuisce) Bah… Leoncavallo… … nonché

            Ruggero… … oh, si chiama così… … va bene , a dopo… … sì… … come?... …(Sorride)             anch’io… … matto!  (Chiude la telefonata. Guarda il carrello delle bevande) Se volete bere       qualcosa, fate pure, ma senza esagerare! Abbiamo bisogno che siate lucidi… dopo!

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Scena I

Tutti

(Il sipario si riapre sulla stessa scena. Ester e Pamela sono seduti al primo salottino. Bruna, Silvana, sono sedute all’altro salotto e parlano tra loro. Victoria e Antea siedono vicino l’ascensore. Giulio è in piedi vicino la reception, parla con Chantal, ha un bicchiere vuoto in mano. Cecilia, Rinaldo e Lorena sono davanti l’ingresso della sala da pranzo. Cecilia guarda Giulio, gli si avvicina )

CECILIA – Le posso portare…

GIULIO – (Si scuote) … cosa? No, grazie, basta così! (Porge il bicchiere vuoto a Cecilia)

CECILIA – (Prende il bicchiere. Rivolgendosi agli altri) Signori, se volete bere qualcosa…

CHANTAL – … solo analcolici… per favore!

(Cecilia si avvicina ai divani e ascolta le richieste degli ospiti. Si apre la porta dell’ascensore, escono Aurelia sorretta da Laerte, Adele e Mauro li seguono. Aurelia ha la camicetta sporca, apparentemente di sangue. Non sembra però sofferente. Tutti si alzano in piedi, sono, naturalmente, sorpresi di vederla. Gli si fanno intorno)

ESTER – Signora Aurelia, cara… cos’è successo?

LAERTE – Per  piacere… per piacere! Non soffocate la signora! Per fortuna non è successo nulla…         nulla di grave…

ESTER –  … come nulla di grave? Ha la camicia sporca di… (Guarda meglio) di…

LAERTE – … pomodoro… o meglio…

AURELIA – … ketchup… (Abbozza un sorriso)

TUTTI – Ketchup?

LAERTE – Già! (Serio) Ora però sedetevi, lasciate respirare la signora! Anche se non è ferita, è    comunque reduce da uno… da uno svenimento…

ADELE – … ecco sì, facciamo sedere la signora e… (Guarda Cecilia) gentilmente, si può avere un po’

            d’acqua… anche per me, grazie!(Cecilia va in sala da pranzo)

(Aurelia si siede. Gli altri si sparpagliano. Giulio è rimasto fermo nella sua posizione, ma sembra più sollevato)

ESTER –  Commissario, insomma, cosa…

LAERTE – … la signora… la signora Aurelia, ha perso i sensi ed è caduta sulla “pozza” di ketchup,         formatasi dopo la rottura della bottiglia che lo conteneva…

CHANTAL – (Ha il blocco e la penna in mano. Avvicinandosi alle spalle di Laerte, gli parla        sottovoce)… stiamo già facendo il rapporto?

LAERTE – Cioè?(La guarda negli occhi) ah… sì, prendi nota! Così… (La guarda ancora, stavolta non   solo negli occhi) abbiamo più tempo … più tempo…

CHANTAL – … più tempo… per cosa?

LAERTE – Per… ehm… altro… (Ammiccando)

CHANTAL – … aaa… sì… d’accordo! (Senza farsi vedere dagli altri, gli manda un bacio)

LAERTE – Dove eravamo rimasti?

CHANTAL – (Controlla le note) “Dopo la rottura della bottiglia che lo conteneva…”

LAERTE – … cadutale dalle mani, perché… perché… (Si avvicina ad Aurelia) vuole raccontarcelo lei?   Se la sente?

ADELE – … con calma signora!

AURELIA – Sì, certo! Stavamo cenando, la signora ed io, come sempre in camera, lei mi ha chiesto di     andare a prendere il ketchup,la sua passione, lo mette su tutto! Sono andata in camera mia, ho         preso   la bottiglia! È squillato il telefono, era lei, mi ha chiesto di portarle anche la… sigh… (Ha            un singhiozzo) la… spilla… sigh…

ADELE – … commissario…

LAERTE – … va bene, continuo io? (Aurelia annuisce) Dunque la spilla! Quella splendida e preziosa      spilla regalatale dal marito! La signora Aurelia è andata a cercarla dove l’aveva nascosta,            per precauzione, temendo un furto… un furto! La spilla non c’era… (Giulio tira un sospiro di      sollievo. Laerte se ne accorge) lei… lei come si chiama? (A Giulio)

GIULIO – Io? Santostefano… Giulio Santostefano

LAERTE – … può spiegarmi il motivo… il motivo del suo sospiro, chiaramente di sollievo?

GIULIO – Beh… sapere che alla signora… (Indica Aurelia) non è accaduto nulla e che si tratta “solo” di un… una sparizione…

LAERTE – … la sparizione di un oggetto di grande valore economico e, soprattutto, affettivo… affettivo!            Con lei parlerò dopo… come con tutti voi!  Lasciatemi finire di raccontare quanto è successo! La         signora, quando si è accorta della “sparizione”, ha lasciato cadere la bottiglia di ketchup che      aveva   ancora in mano! Questa, cadendo, è esplosa… (Guarda Victoria) esplosa! Il rumore può essere confuso con quello di… (Guarda Bruna) di uno sparo! L’emozione dovuta al non aver          trovato la spilla e il rumore violento provocato dalla rottura della bottiglia hanno fatto perdere i sensi alla cara signora             Aurelia! Insomma lei è caduta, sulla pozza di… pomodoro o ketchup che             dir si voglia! Quando sono entrati nella stanza i signori Piccioni e… (Guarda Rinaldo)

RINALDO – Cacciotti…

LAERTE – … Cacciotti! Vedendola in terra, con quella sostanza di colore rosso sotto di lei, hanno           pensato fosse morta…morta!

(Tutti appaiono sollevati)

LORENA – “ALL'S WELL THAT ENDS WELL”!

LAERTE – Grazie per la citazione! Shakespeare, il mio autore preferito!

LORENA – Anche lei appassionato di teatro?

LAERTE – Ebbene si! Però non è proprio così… (Tutti lo guardano) certo,la signora Aurelia è illesa,

            ma… ma c’è il furto della spilla!

LORENA – Mi scusi, commissario, forse perché leggo molti romanzi gialli, ma la mia attenzione si           sofferma, a volte, su dei particolari…(Riflette) non voglio rubarle il mestiere…

LAERTE – … per carità, dica… dica pure! Ogni osservazione può essere utile!

LORENA – Ecco, ricordo che quando sono tornati loro (Indica Mauro e Rinaldo), dalla stanza della

            Signor Aurelia, hano detto che era tutto in disordine…

MAURO – … l’ho detto io! Era, effettivamente, a soqquadro! Come l’ha trovata lei, commissario!

LAERTE – Questo è appurato! (A Lorena, facendo cenno a Chantal di annotare) Cosa non le torna?

LORENA – La signora dice che ha cercato la spilla e non l’ha trovata! Ma era gia in disordine la stanza?

AURELIA – No, sono io che ho buttato tutto all’aria, per cercare la… sigh… la spilla!

LORENA – Allora… non so se… (A Laerte) se posso…

LAERTE – … la prego!

LORENA – Se era tutto a posto…

LAERTE – … il “ladro” sapeva esattamente dove cercare! Questo vuole dire?

LORENA – Proprio così!

LAERTE – Grazie! Vede quanto è utile leggere? Brava! Signori, ora io dovrò rivolgere delle domande ad

ognuno di voi… (Tutti si guardano sconcertati) non ci vorrà molto! Quindi… pensavo… (A Mauro) Possiamo far accomodare i signori in sala da pranzo? Dovrei consultarmi con la mia collega. (Guarda Chantal che annuisce)

MAURO – Naturalmente!

LAERTE – Ci sono altre uscite?

MAURO – Sì, quella di sicurezza… (Indica dove si trova) ma è allarmata…

ESTER – ( È la più vicina)… commissario, non penserà che vogliamo fuggire?

LAERTE – Signora… il suo nome, scusi…

ESTER – … Ester Pittaluga, sono qui con mia figlia… Pamela, vieni cara!

PAMELA – Sì, cosa c’è?

ESTER – Volevo presentarti il commissario… come ha detto che si chiama?

LAERTE  - Ci possiamo presentare anche dopo… anzi, lo faremo sicuramente… (Ma Pamela gli tende la

            Mano. Evita la scortesia) Panattoni, Laerte Panattoni…

PAMELA – … Pamela Campi, piacere…

ESTER – …  dicevo, dottor Panettoni…

LAERTE – (Sorridendo) siamo ad aprile, signora, non è ancora tempo! P A N A T T O N I, signora, mi    chiamo P A N A T T O N I …

ESTER – … mi scusi…

LAERTE – … non è successo niente! (Cecilia apre la porta della sala da pranzo)Signora, non me ne

            voglia se la prego di accomodarsi di la, con gli altri…

ESTER – Grazie dottor Pane… (Laerte la guarda aggrottando le sopraciglia)  Panattoni! Vieni Pamela… (Si dirige trionfante verso la sala da pranzo)

LAERTE – Accomodatevi pure… (Rivolto al resto delle persone) di qua! (Tutti si dirigono verso la sala)

            Prego! Piccioni, lei resti con me e, per favore, mi dia l’elenco degli ospiti… sono tutti qui?

MAURO – Manca solo la “signora”…

LAERTE – … lasciamola tranquilla… per il momento!

(Vanno alla reception)

Scena II

Mauro, Laerte e Chantal

MAURO – Vuole che le stampi la lista… ci vuole un minuto…

LAERTE – … va bene, intanto prendo un po’ d’acqua! (Si versa un bicchiere d’acqua e ne versa uno

            anche a Chantal. Mauro va sul          retro a prendere la lista)

CHANTAL – Non sarà semplice!

LAERTE – Sicuramente, ma tu ed io abbiamo affrontato casi ben più difficili…

CHANTAL – … credi che questo sia “semplice”?

LAERTE – No, ma almeno non abbiamo a che fare con un omicidio, magari pure “efferato”!

CHANTAL – Un po’ mi dispiace…

LAERTE – … Chantal, cosa dici?

CHANTAL – Sì, perché mi intriga tanto vederti impegnato nella soluzione di casi un po’… come dire…?

LAERTE – Un po’ “Pulp”?

CHANTAL – Sì… sì…

(I due si avvicinano intriganti. Vengono distolti dalla voce di Mauro)

MAURO – (Da fuori) Si sieda pure, sta stampando, gliela porto io! (Laerte raggiunge la reception! Si      guarda             intorno, sorseggiando l’acquae scambiando sguardi complci con chantal. Mauro esc

 con il foglio in mano e lo consegna a Laerte)           Ecco fatto!

LAERTE – (Posa il bicchiere. Legge attentamente. Riflette. Chantal si avvicina) Ricapitolando: Pittaluga e Campi sono la signora con la          figlia… Santostefano… ah, è tutto attaccato… sì, ho capito,             Fontana, la dottoressa… (Riflette)          poi la “signora”, la sarta e il maestro… Leoncavallo…          Ruggero Leoncavallo… Ridi Pagliaccio.. Sul Tuo Amore Infranto…

CHANTAL – … che bella voce baritonale!

LAERTE – Il nostro amato“Belcanto”… ma proseguiamo! (Consulta la lista) Felicioni e Palmieri…          (Chiedendo conferma a Mauro) le due signore “bionde”? (Mauro conferma) Poi…Maffei e      Adinolfi… stanza 201… mmhhh… (Legge) Lorena Lorenzi…      Lorena… (Sembra non

            ricordare)

MAURO – … la signora alta, bionda…

LAERTE – (Abbassando la voce) … quella che è sempre stata         “vicino” a lei? (Sorrisetto malizioso)              Eravate insieme, stasera?

MAURO – Beh… io non…

LAERTE – … Piccioni! (Non più sommessamente) Io sono un vecchio poliziotto, noto tante, troppe

            cose che altri non notano! Ci siamo capiti? (Mauro annuisce sorridendo) Le dispiace aiutarmi      con i vostri ospiti?

MAURO – Si figuri, commissario, disponga di me…

LAERTE – … può inviare un fax in commissariato?

MAURO – Certo!

LAERTE – Ecco dovrei inviare la lista… si faccia dare il numero dall’ispettore…

MAURO – … abbiamo il numero!

LAERTE – Già, grazie! Dopo, gentilmente, può andare dagli ospiti e farli venire di qua,quando li chiamerò?

MAURO – Certo! Quando vuole…(fa per andare)

LAERTE – … Piccioni!

MAURO – Sì commissario!

LAERTE – Rimanga qui! (A Chantal) Ispettore, faccia lei il fax e poi vada dagli ospiti, devo scambiare

            due chiacchiere con il signor Piccioni! (Chantal annuisce e si avvia verso l’office, lui la blocca e la attira a se) Chantal…

CHANTAL – … dimmi Laerte!

LAERTE – Speriamo di far presto…

CHANTAL – (Ha un brivido) … speriamo!

LAERTE – Già… ehm… (A voce alta) Dica ai colleghi di fare degli accertamenti e di comunicarmeli sul cellulare!

CHANTAL – D’accordo! (Va nell’office)

LAERTE – Bene! Lei quando e per quanto tempo, si è assentato dalla reception?

MAURO – Beh… diciamo che… ehm… mi sono allontanato… circa…

LAERTE – … la durata della cena, sbaglio? (Mauro annuisce) Quanto tempo?

MAURO – Fino allo… “sparo”!

LAERTE – Era solo?

MAURO – Beh… io… come dire…

LAERTE – … Piccioni, lei mi dica la verità! Poi se la persona che era con lei non dovesse fare      altrettanto… mi regolerò di conseguenza!

MAURO – Ero nella stanza 105, al primo piano, con la signora Lorenzi! È la sua stanza!

LAERTE – Chi c’era alla reception?

MAURO – Rinaldo! Cecilia era in sala!

LAERTE – Basta così, grazie! (Riflette) Cecilia e Rinaldo… uhm… (A Piccioni) per favore li faccia          venire di qua! Poi vada nell’office!

MAURO – Va bene! (Si affaccia alla porta della sala) Cecilia, Rinaldo il commissario vi vuole!

(Esce Chantal dall’office, ha un cenno d’intesa con Laerte ed entra in sala, Mauro le cede il passo)

Scena III

Mauro, Laerte, Cecilia e Rinaldo

(Entrano Cecilia e Rinaldo, Mauro si dilegua nell’office)

LAERTE – Signori, accomodatevi…

CECILIA – … “signori”? Commissario, io andavo a scuola con sua figlia Maria!

RINALDO – E io gioco a calcetto con suo figlio, Benny…

LAERTE – … Benny? Vorrai dire Beniamino?

RINALDO – Sì, lo sappiamo tutti che si chiama così, ma a lui piace farsi chiamare Benny!

CECILIA – È vero che si chiamano come i due grandi cantanti lirici?

LAERTE – La Callas e Gigli! Meno male che lei non si fa chiamare “Mary”! (I due  sono a loro agio)

Veniamo al dunque! Se, per quanto riguarda Cecilia,  non mi è difficile sapere dove si trovava in un certo orario, con te è più difficile…

RINALDO – … commissario, io qui sono un tuttofare…

LAERTE – … un po’ alla: “ Figaro qui, Figaro la…“(Nota l’espressione stupefatta dei due)        Naturalmente non sapete chi è Figaro?

RINALDO – Lo sappiamo, e come! Noi due siamo degli amanti del melodramma…

LAERTE – … magnifico… (Si incupisce) lo dite per “ammorbidirmi”?

CECILIA – No, no! È vero! Appena possiamo andiamo a teatro a vedere l’Opera!

LAERTE – Sono contento, ma non divaghiamo! Allora… Figaro, dove e con chi hai cenato?

RINALDO – In ufficio, da solo! La cena me l’ha portata lei che faceva servizio in sala… (Indica Cecilia             che annuisce)

LAERTE – … come “in sala”? Tu non sei l’addetta alla reception?

CECILIA – Certo, ma da due giorni, e fino a domenica, la collega addetta alla sala è malata! Io la             sostituisco perché sto prendendo la qualifica di “Maitre di sala”!

LAERTE – E tu hai esperienza di reception?

RINALDO – Ho fatto anche il portiere di notte, quando occorreva…

LAERTE – … allora proprio: “…sono il factotum della città…” ! (Si guarda intorno) Tanto rimane tra    noi: state insieme?

CECILIA – Ma no… (Sorride)! Siamo ottimi amici!

RINALDO – Commissa’… (Sconsolato) purtroppo siamo “ottimi amici”…

LAERTE – … comprendo la “sofferenza”!

RINALDO – Ma non demordo… (Cecilia gli lancia un’occhiataccia) faccio bene a fa’ così?

LAERTE - Giusto! (A Cecilia) Hai notato qualcosa di particolare… qualcuno degli ospiti che…

CECILIA – … ecco… il signor Santostefano… (Laerte si protende) stavo portando la cena a Rinaldo e     l’ho incrociato proprio qui! Ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa… (Laerte prende appunti)           mi ha risposto che doveva salire in camera perché aveva dimenticato delle pillole!

LAERTE – Lo hai visto ridiscendere?

RINALDO – L’ho visto io… (Laerte lo guarda) anche se stavo in ufficio! L’orecchio è sempre attento a quello che accade nella hall… (Laerte sorride e approva) ho sentito aprirsi la porta della sala e           quella dell’ascensore, mi sono affacciato e ho visto il signorSantostefano che usciva dall’ascensore!

LAERTE – Quindi, durante la cena si è mosso solo lui…

RINALDO – … assolutamente no…

LAERTE – … e chi altro?

RINALDO – Le signore Maffei, Palmieri e Fontana, sono uscite e sono salite in camera…

LAERTE – … in camera? Le hai viste entrare nelle loro camere?

RINALDO – No!

LAERTE – Sono salite ai piani superiori… non puoi dire  a che piano possono essersi        fermate!È così?

RINALDO – Sì!

CECILIA - Anche … Pamela… la signora Campi…

LAERTE – Cosa ha fatto?

CECILIA – È arrivata in ritardo a cena…

LAERTE – … in ritardo? Quanto ritardo?

CECILIA – Almeno un quarto d’ora!

LAERTE – Accidenti, un gran movimento? (I due si guardano e annuiscono) Rinaldo, posso chiederti di

            fare un piccolo schema riguardo  uscite e rientrate delle persone che hai visto?

RINALDO – Sono contento di esserle utile…

LAERTE – … se lo ricordi, indica anche quanto tempo sono stati fuori… e se avevano con loro borse o

            sacchetti…

RINALDO – … ricordo tutto perfettamente!

LAERTE – Va bene, basta così! Potete andare! (Vanno via. Laerte e va alla reception) Piccioni!

MAURO – Eccomi!

LAERTE – Gentilmente può chiamare la signora Lorenzi…(Mauro lo guarda con gli occhi spalancati)    voglio verificare, subito, il suo alibi!

MAURO – Come desidera. (Va nella sala)

(Lorena entra)

LAERTE – Si accomodi! (Le indica la sedia e a Mauro di accomodarsi nell’office)

Scena IV

Laerte, Lorena e Chantal

LAERTE – Prego! (Si siede. Laerte resta in piedi) Signora Lorenzi… o forse è più giusto: “Signora

Lorena Lorenzi in Baraldi” … (Lorena non sa dove guardare, cerca di alzarsi . Laerte le fa cenno di sedere. È in evidente stato d’imbarazzo) moglie del giudice Baraldi! Conosco suo marito       da vent’anni! Lei ed io ci siamo incontrati un paio di volte, ma mentre io, per mestiere,           difficilmente dimentico un volto, lei non può ricordarsi di me. Tranquilla, signora Lorena, le garantisco il massimo della discrezione, ma devo chiederle di         rispondere sinceramente alle mie domande, anche se potrebbero crearle qualche problema con suo marito…

LORENA – … diciamo che potrebbe darmi la stangata definitiva!

LAERTE – Può, gentilmente, spiegarsi meglio?

LORENA – Commissario, il giudice Baraldi sa che lo tradisco, ma non mi ha mai colta in flagrante…

LAERTE – … che bisogno ha della “flagranza”…

LORENA – … per motivi meramente economici!

LAERTE – Capisco! (Sorrisetto)Quindi lei dipende economicamente da suo marito?

LORENA – Esattamente! (Si rilassa e riprende il suo modo di fare distaccato) La separazione      consensuale non me la chiederà mai, tantomeno il divorzio! Ne io ci penso! Aspetta solo di        avere le prove             inconfutabili che lo tradisco! In quel caso io sarei… rovinata! Ora veniamo a noi!          Cosa vuole sapere? Cosa vengo a fare qui? Quante volte ci vengo?

LAERTE – Niente di tutto questo! Mi dica solo dove e con  chi era oggi, dall’ora di pranzo in poi!

LORENA – Oh, niente di più facile: a pranzo ero in autostrada… sono arrivata qui intorno alle 17… sono

andata in camera, ho fatto una doccia e  mi sono addormentata. Alle 19 circa è arrivato Mauro, abbiamo fatto l’amore, ci siamo rilassati un po’ e poi… (Laerte la guarda sardonico) cos’ha commissario, l’ho turbata?

LAERTE – Chi crede di avere di fronte, un questurino di provincia che rimane scandalizzato sentendo     una signora parlare così?

LORENA – Mi sa di no, vero?

LAERTE – Brava, vada avanti!

LORENA – Beh… ecco, stavamo rifacendolo… (Laerte alza gli occhi al cielo) ed abbiamo sentito           quel…             quel rumore… quello che sembrava uno sparo! Mauro è uscito… mannaggia…

LAERTE – … cos’è, le dispiace di aver lasciato una cosa “incompiuta”?

LORENA – Sì. Proprio così! Vede, Mauro ed io, dopo… (Ammiccando) ci… mangiamo una Sacher          intera!

LAERTE – (Ora è allibito. Poi sorride)… che peccato! Bene signora, vuole andare a finire la sua             Sacher?

LORENA – Così, da sola? Senza… i preliminari? (Lo guarda sospettosa, poi cambia espressione, diventa

            insinuante) A lei non andrebbe… ehm… una fetta di Sacher?

LAERTE – Preferisco… la pasticceria siciliana! Può tornare con gli altri, tra poco  avremo finito, grazie!

LORENA – Comunque le consiglio… (Insinuante) la Sacher… è più delicata, ma…

LAERTE – …signora!

LORENA – Vado e… grazie, anticipatamente, per la “discrezione”! (Torna in sala da pranzo,      uscendo si imbatte in Chantal, che ha assistito alla fine della scena)

CHANTAL – (Scocciata) Eccomi… “commissario”!

Scena V

Laerte, Chantal e Mauro

LAERTE – (Un po’ imbarazzato) Allora Chantal, vogliamo procedere subito con la perquisizione delle

            stanze?

CHANTAL – È meglio! Sospetti qualcuno più degli altri?

LAERTE – No!

CHANTAL – Quando, secondo te, è stato commesso il furto?

LAERTE – Quando Aurelia era a cena nella stanza della cantante…

CHANTAL – … ma tutti erano a cena, in sala da pranzo?

LAERTE – No! Piccioni era con… la Lorenzi… in camera sua, Rinaldo alla reception e Cecilia lavorava              in sala…

CHANTAL – … gli altri erano a cena, quindi non può essere successo in quel lasso di tempo?

LAERTE – C’è chi avrebbe avuto il tempo e il modo di farlo…

CHANTAL – … qualcuno di loro?

LAERTE – Sì! Ma deve essere stato velocissimo…

CHANTAL – … chi?

LAERTE – Più d’uno… nell’ordine: Santostefano…

CHANTAL – … proprio lui?

LAERTE – (Seccato) Perché, cos’ha di speciale?

CHANTAL – È così distinto, gentile… sorridente…

LAERTE – (C.s.) Quindi, sicuramente , innocente, vero?

CHANTAL – (Sorride) Sono un poliziotto anch’io, ricordalo! Non mi faccio influenzare da una bella      presenza e da un sorriso… (Sorniona) non in servizio! (Laerte gli restituisce l’occhiata) Perché   sospetti di lui?

LAERTE – Perché ha lasciato la sala durante la cena…

CHANTAL – … ahi ahi, ci siamo allora?

LAERTE –  Ma non è stato l’unico! Durante la cena si sono spostati anche… la Maffei, la Palmieri e la

            Fontana…

CHANTAL – … che andirivieni…

LAERTE – (Annuendo)… e la figlia della signora Pittaluga, Pamela, è arrivata a cena 15 minuti dopo gli

            altri!

CHANTAL – A proposito, Rinaldo… mi ha dato questo per te! (Gli consegna un foglietto)

LAERTE –  Grazie… (Lo apre, legge) ottimo… ottimo lavoro! Ci sono orari di uscita e rientrata di           ognuno etempi di permanenza fuori dalla sala da pranzo! Ora ho capito perché è il factotum…      sveglio, intelligente…

CHANTAL – … Rinaldo?

LAERTE –  Sì! Ora so quanto tempo, ognuno ha avuto a disposizione per compiere il misfatto!

CHANTAL – Li portiamo tutti al commissariato?

LAERTE – Vorrei riuscire ad ottenere una ammissione qui…

CHANTAL – … sono convinta che ci riuscirai… (Lo guarda negli occhi) ho fiducia in te e poi…

LAERTE – … e poi?

CHANTAL – Vorrei andare a… letto… presto!                                                       

LAERTE – E io… no? (Occhiata malandrina)

CHANTAL – (Restituisce l’occhiata. Si riprende) Dobbiamo procedere con la perquisizione!

LAERTE – Sì, hai ragione! Potresti chiamare in ufficio e chiedere di mandare un paio di agenti?

CHANTAL – Devo chiedere l’autorizzazione!

LAERTE – Chiama coso… come si chiama?

CHANTAL – Loffredo?

LAERTE –  Ci pensa lui per l’autorizzazione!

CHANTAL – Va bene! (Prende il cell ed entra in sala da pranzo)

LAERTE – (Si avvicina alla reception) Piccioni… (Mauro esce) tutto a posto! Il suo “alibi” è        stato     confermato!

MAURO – Meno male!

LAERTE – Può chiamare la signora Aurelia.

MAURO – (Apre la porta della sala) Signora Baccini, prego, il commissario l’aspetta!

CHANTAL – (Avvicinandosi a Laerte) Tutto a posto, stanno già chiedendo l’autorizzazione! Torno di la,

            dagli ospiti! (Sulla porta della sala da pranzo cede il passo ad Aurelia)

(Aurelia entra, è un po’ agitata. Il commissario si alza e la fa accomodare)

Scena VI

Laerte e Aurelia

LAERTE – Signora Baccini, come sta ora?

AURELIA – Un po’ meglio.

LAERTE – Per la verità lei mi ha già raccontato tutto… (Aurelia lo guarda tranquillizzata) però se ritiene             ci sia qualche particolare… particolare in più, me lo dica! (Aurelia riflette) Se vuole pensarci un             po’, magari ne parliamo dopo…

AURELIA – … solo una cosa… (Laerte si avvicina) io le ho detto che avevo nascosto la… sigh… la        spilla in una scatola…

LAERTE – … non è così?

AURELIA – Sì sì è così, ma quella scatola… è di un indumento intimo… della signora…

LAERTE – … di che indumento si tratta?

AURELIA – Beh… ehm… un paio di culotte nere… (Laerte fa cenno che non c’è nulla di straordinario)            di pizzo…

LAERTE – … ebbene?

AURELIA – Fanno parte di una… collezione…

LAERTE – …collezione?

AURELIA – Una… specie, di collezione!

LAERTE – Signora, posso chiederle di spiegarsi meglio?

AURELIA – Lei saprà che gli artisti, ma anche tutte le persone che vivono nell’ambiente dello spettacolo             sono molto “supertistiziosi”… (Laerte annuisce, divertito, ma non capisce) per “scaramanzia”   compiono gesti “rituali”, si portano dietro oggetti portafortuna, indossano indumenti particolari,            magari legati ad un evento, particolare…

LAERTE – … sì, sono a conoscenza, ma…

AURELIA – … ha ragione, non mi dilungo! La signora ama le culotte, nere e di pizzo! Alla fine di ogni

spettacolo, si toglie quelle che indossa, me le consegna, mi dice di lavarle e di riporle nella scatola che le conteneva quando le ha acquistate… (Laerte è incuriosito) ci scrive la data e il luogo del concerto e io le metto in una valigia… (Laerte si fa serio) insieme a tutte le altre. La valigia è sempre al seguito della signora che la affida a me!

LAERTE – Ho capito: ha nascosto la spilla in una di quelle confezioni… (Aurelia annuisce) sa anche       qual è?

AURELIA – Certo!

LAERTE – Ha appuntato da qualche… qualche parte, il riferimento per cercare quella scatola?

AURELIA – Fossi matta!

LAERTE – Potrebbe averla dimenticata… (Aurelia lo guarda arrabbiata) o potrebbe ricordala male…

            immagino che non siano poche, le scatole…

AURELIA – …. non lo dica nemmeno per scherzo! La data l’ho qui… (Si tocca la fronte) 11 luglio 2009,           era un sabato sera, a Santa Marinella! (Riflette) Comunque, a scanso d’equivoci, ho controllato    tutte le confezioni… (Tira su col naso) sono svenuta quando ho avuto la certezza che non c’era   più…

LAERTE – … ne sono certo! Ha detto a qualcuno… a qualcuno di aver nascosto la spilla in quel modo?

AURELIA – Assolutamente… No!

LAERTE – (Pensieroso) Quante persone sono a conoscenza della “collezione” della signora?

AURELIA – Tre! La signora, io e, ora, lei! (Laerte è colpito)

LAERTE – Quando è stata l’ultima volta che ha visto la spilla?

AURELIA – Oggi, all’ora di pranzo! (Laerte prende nota) La signora me l’ha… sigh… affidata,    dicendomi di trovarle un posto sicuro… che… sigh… che di me si fida      ciecamente…(Affranta)           commissario, la ritroveremo? La signora ci tiene tanto! (Ha un cedimento, Laerte le prende la            mano) Non potrò mai perdonarmelo…

LAERTE – … lei cosa c’entra? Vede, ora abbiamo una possibilità in più… (Aurelia lo guarda sorpresa) oltre alla spilla, dobbiamo cercare le… culotte, di pizzo nero… (Ha un lampo) nelle perquisizioni    potremmo usare i cani…(Ad Aurelia) mi ha detto che, prima di riporle, venivano lavate, vero?

AURELIA – (Stizzita) Assolutamente… Sì!

LAERTE – (Ha un gesto di disappunto, ma poi, di nuovo, un lampo) A mano o in lavatrice?

AURELIA – (C.s.) A mano, naturalmente!

LAERTE – Cambiate spesso detersivo?

AURELIA – (C.s.) Nessun detersivo, rigorosamente sapone da bucato, di Marsiglia!

LAERTE – Bene! Basterà far odorare ai cani un altro paio di culotte e… il gioco è fatto!

AURELIA – Grazie commissario! Lei è un genio…

LAERTE – (Si schernisce) … ma quale genio?  È il mio mestiere, lo faccio da una vita! Bene, signora,     con lei ho finito, vuole salire dalla signora? Forse le farà piacere vederla… (Riflette) ah, per il            momento non le dica della spilla, delle culotte… (Sorride) le racconti solo del… (Indica la       camicetta sporca) ketchup! Le dica che la bottiglia le si è rovesciata addosso…

AURELIA – … me la caverò, vedrà!

LAERTE – Bene, può andare! Signora Aurelia mi raccomando…

AURELIA – … tranquillo commissario!

(Si stringono la mano e Aurelia va all’ascensore. Chantal entra nella hall e si avvicina)

Scena VII

Laerte e Chantal

CHANTAL – Che “scaletta” stai seguendo?

LAERTE – Sto agendo d’istinto.

CHANTAL – Di solito ci prendi…

LAERTE – … non sempre… al primo colpo! Comunque, fino ad ora, ho sentito persone che non sono     uscite dalla sala durante la cena!

CHANTAL – Chi vuoi sentire ora?

LAERTE – Ora ci occupiamo della signora… (Guarda la lista) Pittaluga e della figlia!

CHANTAL – Loro si sono mosse?

LAERTE – No, ma la figlia è arrivata un quarto d’ora dopo la madre!

CHANTAL – Le vado a chiamare!

LAERTE – Chantal…

CHANTAL – … sì?

LAERTE – Quando chiami in ufficio, chiedi un cane!

CHANTAL – (Lo guarda perplessa. Poi capisce) Un cane, certo! Va bene!(Entrando nella sala, chiama) Signora Pittaluga, prego… sì, anche lei!

(Escono subito Ester e Pamela. Laerte le fa sedere)

Scena VIII

Laerte, Ester, Pamela e Mauro

LAERTE –Dunque signore, non vi tratterrò molto! (Controlla la nota)        Voi siete arrivate stamani alle 11        circa…

ESTER – … 11 e 15, per la precisione…

PAMELA – … mamma!

ESTER – A no! Quando la polizia ti chiede una cosa devi rispondere, prima di tutto con la verità e poi     con precisione! Nevvero dottore?

LAERTE –  Esatto! Avete pranzato in albergo?

ESTER – No, siamo scese in paese e abbiamo pranzato in un ristorantino! Ce lo ha consigliato il portiere!

LAERTE – A che ora siete tornate qui?

PAMELA – Credo siano state le 17, 17,30…

ESTER – … 17 e 22… (Pamela strabuzza gli occhi. Laerte sorride) può chiedere conferma al…

LAERTE – … non occorre! Per tornare su, avete preso un taxi… è sceso il pulmino dell’albergo?

ESTER – No!

LAERTE – Siete salite a piedi? (Sorpreso) Sono più di quattro chilometri?

ESTER – Non sono poi così tanti…

LAERTE – … in salita!

PAMELA – Ci aggiunga una decina di “vasche” per il corso!

ESTER – Infruttuose…

LAERTE – … in che senso?

ESTER – Beh… diciamo che il paese era praticamente deserto…

LAERTE – … si spieghi meglio, per favore!

ESTER – … ma no, niente di interessante…

PAMELA – … mamma, hai detto che, con la polizia, bisogna essere precisi e… sinceri! 

ESTER – … non so se al dottore può interessare…

LAERTE – … mi può interessare!

PAMELA – Mia madre è in cerca di un marito…

LAERTE – (A Ester)… è vedova, divorziata?

ESTER – Io? Sono una… ragazza madre! (Laerte è serio) Strano, lei non ride!

LAERTE -  Dovrei?

ESTER – (Molto seria) Di solito la gente si fa una risata quando dico questa cosa!

LAERTE – Forse perché non sanno cosa vuol dire… esserlo!

ESTER – (Lo guarda con tenerezza, ma non insiste) Il marito lo sto cercando per lei… (Indica la figlia)

LAERTE – (A Pamela)… per… lei?

PAMELA – Sì, purtroppo (Sospira)

LAERTE – (Trattenendo una risata) Vale la pena fare tutti quei chilometri a piedi?

PAMELA – Appunto…

ESTER – … glielo dica anche lei che una bella camminata è quel che ci vuole…

LAERTE – … signora! (Ester tace, Pamela ridacchia) Arrivate qui, cosa avete fatto?

ESTER – Siamo salite in camera… (Guarda con tenerezza la figlia)

LAERTE – … e non siete scese fino all’ora di cena?

ESTER – Già!

LAERTE – (Osserva Pamela) Lei è arrivata con un po’ di ritardo, a cena, vero?

ESTER – (Guarda terrorizzata la figlia. A Laerte) Non riusciva ad infilarsi le scarpe…

PAMELA – … mamma, che dici?(A Laerte) Mi sono addormentata!

ESTER – Ah, sì… è vero! Si addormenta facilmente…

(Squilla il cell di Laerte)

LAERTE – Scusatemi! Pronto… … ah, sì… … di pure… (Si allontana di un paio di passi)

ESTER – L’hai presa tu?

PAMELA – No, mamma, stavolta io non c’entro nulla…

ESTER – … io morirò di crepacuore!

PAMELA – Mamma devi credermi!

ESTER – Giurami che non sei stata tu!

PAMELA – Lo giuro…

ESTER – … guardami negli occhi! (Pamela la guarda) Cleptomane… passi, non è colpa tua, ma…          bugiarda…

PAMELA – … mamma… (Laerte ha finito la telefonata e si avvicina)

LAERTE – La vedo agitata, signora…

ESTER – … no, no!

LAERTE – A me sembra di sì! (Le scruta entrambe) Con voi ho finito… (Eser e Pamela si alzano) devo

            chiedervi ancora un po’ di pazienza! Raggiungete gli altri in sala da pranzo! (Le due donne           via) Piccioni!

MAURO – (Uscendo dall’office) Dica dottore!

LAERTE – Ha notato qualcosa di strano riguardo la signora Pittaluga e sua figlia?

MAURO – (Riflette) Credo che Pamela sia cleptomane!

LAERTE – Come fa a dirlo?

MAURO – Ho sentito la madre che lo diceva!

LAERTE – Cleptomane?Interessante… (Si gratta l’orecchio, perplesso) può chiamare le signore…          (Guarda la lista) Felicioni e Palmieri, per favore?

MAURO – (Apre la porta della sala) Signore Felicioni e… Palmieri… sì, il commissario desidera parlarvi!

(Arrivano Bruna e Silvana. Mauro entra nell’office)

Scena IX

Laerte, Bruna, Silvana e Chantal

LAERTE – (A Bruna) La signora…?

BRUNA – Bruna Felicioni!

LAERTE – (A Silvana) Quindi lei è…?

SILVANA -  Silvana Palmieri!

LAERTE – Avrei bisogno di sapere dove siete andate e, possibilmente, con chi eravate da quando siete    arrivate in albergo fino al “dopocena”… (Consulta la nota) vedo che siete arrivate questa mattina      alle 9,30…

SILVANA – … la colpa è sua, aveva paura di arrivare tardi…

LAERTE – … le stanze, solitamente non vengono consegnate così presto…

BRUNA – … infatti ci hanno dato la chiave… la tessera, alle 12!

LAERTE – E fino all’ora di cena cosa avete fatto… cosa avete fatto?

SILVANA – Alle 10 circa abbiamo fatto colazione  al bar dell’albergo… ottimi i cornetti vero? (A Bruna)

BRUNA – Accipicchia… però quelle ciambelle al vino che… (A Laerte) alle 10,45 circa… abbiamo

            preso   dal fornaio sulla piazza…

LAERTE – … non c’è bisogno dell’orario preciso…

SILVANA – … e il liquore al cioccolato che…

BRUNA – … buonissimo! (A Laerte)  Magari … domani viene con noi… (Laerte sta per rispondere)  se non ha altri impegni?

SILVANA – Può farci da guida, conoscerà sicuramente altri posti…

LAERTE – … sicuramente, ma…

BRUNA – … che bello! Noi abbiamo una guida… (Tira fuori dalla borsa un libriccino e lo mostra a       Laerte) però lei è sicuramente più affidabile… (Smorfiosa)

SILVANA – … le piacciono i dolci?

LAERTE – Sì… (Non riesce a fermarle)

SILVANA – … fantastico! Io vado pazza per la cioccolata…

BRUNA – … io per la crema pasticcera! La metterei ovunque…

SILVANA – … tu dici che la crema non si accoppia… (Guarda Laerte, allusiva) bene con la        cioccolata…

BRUNA – … è una mia opinione! Lei che dice commissario?

LAERTE – Vi chiederei, gentilmente, di evitare i riferimenti… “alimentari”… (Sono dispiaciute) vedete, io sono molto…  molto goloso…

SILVANA – … bene!

LAERTE – Quindi… parliamo d’altro… peso già un chilo di più… (Ridono tutti) mi interessa sapere se,   durante la cena vi siete allontanate dalla sala!

SILVANA – (Sembra non capire) Dove eravamo rimaste?

BRUNA – La mia amica è in trance! Pericolosissimo, solo parlarle, di cioccolata …

LAERTE – … signore! Vi prego, per cortesia, di non accennare a dolci, biscotti e similari! Ho chiesto se

 una di voi…

BRUNA – … sì! Silvana è andata in camera a…

SILVANA – … a cambiare le calze!

LAERTE – Le calze?

SILVANA – Si era tirato un filo… probabilmente un chiodo nella sedia…

BRUNA – … ma non è vero…

LAERTE – … non è vero?

BRUNA – È andata in camera a controllare … che… che…

SILVANA – … che tutto fosse a posto!

LAERTE – Cosa poteva essere “fuori posto”?

SILVANA – Commissario… (Si guarda intorno, circospetta) Ho sempre il timore che… ehm… il mio ex

            marito, rubi i miei soldi… mi perseguita…

LAERTE – … è vittima di stalking?

SILVANA – Non proprio, ma mi chiede continuamente del denaro!

LAERTE – Lei è facoltosa?

SILVANA – No, per niente!

LAERTE – Ah, bene… bene! (La guarda sospettoso)

BRUNA – (Stringendo il braccio dell’amica)  Ma lei troverà il modo per risolvere il problema… (Bruna

            la guarda furiosa)

LAERTE – Forse l’ha già trovato! (Silvana è preoccupata) Potete tornare di là, grazie…(Le due donne si

            alzano gli stringono la mano e poi se ne vanno. Laerte è perplesso. Apre la porta della sala da

            pranzo)           Chantal…puoi venire un attimo?(Arriva Chantal) Notizie dei colleghi per la

perquisizione?

CHANTAL – Sono qui fuori!

LAERTE – Bene! Falli entrare dal retro! Mi raccomando, prima fagli dare un’occhiata ai balconi…

CHANTAL – … i balconi?

LAERTE – Già, controllino se ci sono impronte di scarpe sulle balaustre…

CHANTAL – … vecchia volpe, ho capito! (Va via)

Scena X

Laerte, Mauro, Antea e Victoria

LAERTE – (Avvicinandosi alla reception) Piccioni… (Mauro esce) Può chiamarmi le signore …

            (Controlla la lista) Adinolfi e Maffei!

MAURO – (Sulla porta della sala) Signora Adinolfi, signora Maffei… prego!

(Entrano Antea e Victoria. Mauro va di nuovo nell’office)

LAERTE – Signore, sarò breve: ho bisogno di sapere dove eravate dal vostro arrivo fino all’evento…       (Consulta la nota) voi siete arrivate in albergo…

ANTEA – … alle 17,30 circa! Siamo subito salite in stanza…

LAERTE – … ne siete uscite solo per cena?

VICTORIA – Erano, più o meno le 20…

LAERTE – … vi siete addormentate… (Le due donne si guardano e sorridono) signore, se qualcuno vi    ha raggiunto in camera…

ANTEA – … ma cosa dice?

VICTORIA – Come si permette?

LAERTE – Signore, mi scuso se ho detto qualcosa di sbagliato, anche se non mi sembra! Dopotutto          ognuno…

ANTEA – … commissario, ci scusi lei! Sa, siamo un po’ esasperate!

LAERTE – Per quale motivo?

VICTORIA – Siamo nel terzo millennio e ancora, quando si vedono due donne che viaggiano senza         uomini, molte persone si sentono in diritto di giudicarle due… “tipi facili”, senza andare sul         volgare!

LAERTE – Mi dispiace di essere stato frainteso! Non volevo offendere o fare il moralista! La mia            domanda è stata posta perché devo sapere quali sono stati gli spostamenti, dei clienti, nell’arco di        tempo in cui, presumibilmente, è stato commesso il furto! Tutto li!

ANTEA – Certo! Siamo state nella nostra stanza, noi due e basta e… non ci siamo addormentate…

VICTORIA – … Antea!

LAERTE – Signore, a questo punto credo mi dobbiate dire se c’era qualcuno con voi!

VICTORIA – Quando imparerai a tenere a freno la tua lingua?

LAERTE – Così non fate altro che insospettirmi di più!

ANTEA – Dottore, il problema è che io voglio dirlo a tutti… (Victoria la prende per un braccio) lei si

            vergogna, invece…

LAERTE – … di cosa?

ANTEA – Noi… siamo… in luna di miele! Ci siamo sposate in Spagna!

LAERTE – Questa si chiama impazienza! Perché andare all’estero? Tra poco sarà possibile anche qui in   Italia…

ANTEA – … chissà quanto dovremo aspettare!

VICTORIA – Sempre così, non sa aspettare!

LAERTE – (Sorride. Le due donne lo guardano arrabbiate) Scusate! Rido perché vi stavate creando un

            problema, con me…

VICTORIA – … è gay, anche lei?

LAERTE – No… (Sorride. Le due donne non capiscono) è che non ci trovo granché di strano! Come       si

            dice “De gustibus”!

VICTORIA – Va bene, ma secondo lei, è giusto che una donna girando sola o con un’amica, se non si     mette il cartello “SONO GAY”, deve essere considerata  una… una…

ANTEA – … puttana!

VICTORIA – Sapesse quante cose ti dicono dietro…

ANTEA – … e quando sanno che sei gay…

VICTORIA – … è peggio!

LAERTE – Fa incavolare anche me questo modo di pensare… (Sospira) Mi piacerebbe parlare ancora     con voi, ma ho un lavoro da fare!

(Le due donne si alzano)

VICTORIA – Arrivederci…

LAERTE – … arrivederci?

VICTORIA – Ha detto che ha un lavoro da fare?

LAERTE – È con voi che devo lavorare!

ANTEA – Con… noi?

LAERTE –(Fa cenno di accomodarsi) In special modo con la signora… (Consulta gli appunti) Maffei!

VICTORIA – Con me?

LAERTE – Lei, durante la cena, si è allontanata dalla sala?

VICTORIA – Sì… dieci minuti… un quarto d’ora…

LAERTE – … dov’è andata?

VICTORIA – In… in bagno!

LAERTE – Non c’è un bagno nella sala da pranzo?

VICTORIA – Ho preferito usare quello in… (Antea la guarda perplessa) camera!

LAERTE – Capisco! (Qualche secondo di silenzio, le osserva squadrandole da capo a piedi) Mi scusi…             (A Victoria) che mestiere fa? (Guarda la macchina fotografica da cui non si è mai separata)

VICTORIA – Sono una… fotografa… ehm… freelance…

LAERTE – … freelance! (Sorrisetto)Sempre pronta a catturare immagini… interessanti, esclusive…

VICTORIA – … naturalmente!

LAERTE – I giornali pagano bene, le sue foto?

VICTORIA – Dipende…

LAERTE – … da cosa?

VICTORIA – Beh, dalla situazione… ehm… dall’importanza del personaggio ritratto…

LAERTE – … ma, qui, lei è in vacanza, vero?

VICTORIA – (Colpita) Naturalmente…

LAERTE – … appunto!Grazie signore potete tornare di là!

(Le due donne si alzano di nuovo)

VICTORIA – Allora… arrivederci…

ANTEA – … stavolta sul serio?

LAERTE – A più tardi!

(Laerte sorride. Mentre escono Laerte squadra da capo a piedi Victoria. Arriva Chantal che si accorge dell’occhiata di Laerte)

Scena XI

(Tutti)

CHANTAL – (Freddamente) Tutto a posto, i colleghi sono al lavoro!

LAERTE – Brava!

CHANTAL – (Sarcastica) Com’è andata con le belle signore?

LAERTE – Sai, sono gay?

CHANTAL – (Stupita) Non ci credo!

LAERTE – Eppure è così!

CHANTAL – Sospetti di una di loro? “Quella” che si è allontanata, a cena?

LAERTE – Io sospetto di tutti, anche di quelli che non si sono mossi! (Riflette) La Maffei mi ha detto una

            cosa…

CHANTAL – … la Maffei? (Indispettita) Quella con la macchina fotografica? (Laerte annuisce) E cosa ti

            avrebbe detto?

LAERTE –  A proposito del suo lavoro… (Chantal è scettica) ma ne parliamo dopo!

CHANTAL – Sei tu il capo! (Fredda) Chi vuoi vedere?

LAERTE –  Gli ultimi tre li voglio ascoltare con tutti gli altri presenti! Piccioni!

MAURO – Eccomi!

LAERTE –  Possiamo far rientrare tutti, grazie!

(Mauro apre la porta della sala)

MAURO – Signore e signori potete accomodarvi nella hall!

(Alla spicciolata entrano e si accomodano nei salottini)

LAERTE –  (Prende in disparte Cecilia) Cecilia, con molta discrezione, cerca il maestro e la signora

            Aurelia? Una volta trovati, di loro di raggiungerci qui!

CECILIA – Va bene! (Esce)

LAERTE – Bene signori, possiamo cominciare… (Guarda i suoi appunti)cominciare? (Tutti approvano,

qualcuno guarda l’orologio. Lo guarda anche Laerte) Sì, è tardi, ma spero di non trattenervi ancora a lungo…

GIULIO – (sarcastico)… ha scoperto il ladro?

LAERTE – Può darsi! (Si guardano tutti l’un l’altro in un misto di sollievo e sospetto) Devo verificare     ancora un paio di cose! Chantal… ehm… ispettore, vogliamo prendere nota?

CHANTAL – (Blocco e penna alla mano) Pronta!

LAERTE – Li scruta tutti attentamente) Dottoressa Fontana… (Adele ha un sussulto) da  quanto    tempo

             conosce le signore Felicioni e Palmieri…

ADELE – … siamo compagne di scuola!

LAERTE – Siete venute altre volte, qui?

ADELE – In paese, io, ero già venuta l’anno scorso! Ero all’albergo al centro… (Laerte annuisce) mi è     piaciuto il posto e ho detto alle mie amiche di venirci insieme…

LAERTE – … per passare un fine settimana… (Sorrisetto) rilassante?

ADELE – (Sorride anche lei) Dottore, siamo adulte… lo è anche lei…

LAERTE – … sicuro!

ADELE – Ci trova qualcosa di sconveniente?

LAERTE – Per carità! Il signor Santostefano, da quanto lo conosce?

ADELE – Giulio… ehm… il signor Santostefano? (Laerte annuisce) Dalle 17 circa di oggi…

LAERTE – … quindi da quando è arrivata qui?

ADELE – Sì! (Aria serena) Con Giulio ci siamo… incontrati, o meglio “scontrati”… (Sorride)  appena     arrivati e siamo subito entrati in sintonia… è un tipo così divertente…

LAERTE – … stasera, lei e le sue… compagne di scuola… eravate al tavolo insieme con il Santostefano?

ADELE – Sì!…

LAERTE – (Prende in disparte la donna) Durante la cena, vi siete separati?

ADELE – Mi faccia pensare… (Ha un attimo di esitazione) per essere precisi, a cena si è alzato, è andato             a prendere delle pillole, credo siano per la gastrite, ed è tornato…

LAERTE – … quanto è stato assente?

ADELE – Poco… al massimo… dieci minuti!

LAERTE – (Guarda interrogativo Adele che distoglie lo sguardo. Parla in modo che lo sentano tutti)

            Anche lei si è allontanata, sbaglio?

ADELE – Sì… sono andata a… (Imbarazzata) rifarmi il trucco… (Lerte sorride) no, non è vero… (Tutti

            trattengono il respiro. Laerte si acciglia) ho cambiato le scarpe! Avevo ai piedi un paio    nuove che mi facevano male a… a… ad un calletto…  qui sul…    minolo! (Giulio la guarda

            tenero)

LAERTE – (Non sembra convinto)… bene, dottoressa… a proposito, la signora Aurelia… è tutto a posto?

ADELE – Sì, non c’è nulla di cui preoccuparsi!

(Arrivano Cecilia, Ruggero e Aurelia)

LAERTE – Ben arrivati… accomodatevi! La signora come sta?

AURELIA – Dorme saporitamente!(Si siede)

LAERTE – Meglio così! (A Chantal, prendendola da parte) Forse è il caso di raggiungere i colleghi…

CHANTAL – … vado! (Esce)

(Laerte si volta e vede Giulio che guarda, interessato Chantal)

LAERTE – Passiamo a lei… ehm… signor Santostefano… o meglio dottor Santostefano, avvocato…

GIULIO – … commissario… sa tutto di me!

LAERTE – Magari potessi sapere tutto delle persone che incontro… per lavoro!

GIULIO – È così anche per me!

LAERTE – Ad esempio non so cosa ha fatto, nei circa quindici minuti in cui si è allontanato dalla sala da

            pranzo!

GIULIO – Sono andato in camera a prendere le pillole… soffro di gastrite… (Guarda Adele)

LAERTE – … gastrite! Patologia molto diffusa tra i quadri della Polizia di Stato… (Si tocca la pancia)

            le pillole le ha prese in camera o quando è tornato al tavolo?

GIULIO – In camera!

LAERTE – (Tra se) Ne ero certo! (A Giulio) Il motivo per cui si trova in quest’albergo?

GIULIO – (È sorpreso dalla repentina domanda) Sono… di passaggio… domenica devo essere a…         Perugia!

LAERTE – Perugia non è distante da qui, al massimo un’ora! Oggi è venerdì!

GIULIO – Pensavo di ripartire domani mattina… mi piace questa zona… volevo fare un giretto…

(Squilla il cell di Laerte)

LAERTE – Scusate! Pronto… sì, dì pure… … (Si apparta) ah… … va bene… … come dici?... …

grazie, ma non ci voleva molto per capirlo… … sì… … sì continuate!       ……a dopo! (Interrompe la telefonata) Avvocato, lei ha un paio di scarpe da ginnastica?

GIULIO – S… sì…

LAERTE – … di quella marca… credo sia francese o tedesca… quelle con le strisce…

GIULIO – Sì… (Guarda Adele)

LAERTE – … qualcun’altro di voi ha un paio di scarpe di quella marca?

(Tutti si guardano)

ADELE – Le ho anch’io!

(Tutti si agitano)

LAERTE – Buono a sapersi! (Tutti parlottano tra di loro. C’è un po’ di confusione.)

LAERTE – … signori, per favore un po’ di calma! Ho ascoltato tutti! Alcuni di voi sono, chiaramente,

insospettabili! Questo però non può evitare che io faccia perquisire le vostre stanze… (Tutti si guardano contrariati) i colleghi preposti sono già qui! Se fra voi c’è il colpevole lo invito a venir fuori… (Si guardano l’un con l’altro) risparmieremo tempo prezioso!(Silenzio) Vi prego di ascoltare attentamente quanto sto per dirvi! Partiamo da chi, tecnicamente, non avrebbe, il condizionale è d’obbligo, potuto portare a termine il furto: le signore Pittaluga, Felicioni e Adinolfi non hanno lasciato la sala da pranzo nell’arco di tempo in cui, presumibilmente, ciò è avvenuto… (Le nominate sono sollevate) il che non esclude una complicità con l’autore del furto! (Le tre donne sprofondano di nuovo) Proseguiamo… (Posa lo sguardo su Pamela) la signora Pamela è arrivata con almeno un quarto d’ora di ritardo alla cena… (Ester si sente mancare)

ADELE – Signora, cosa le prende?

ESTER – Nulla, ho solo bisogno di bere…

PAMELA – … mamma, stai tranquilla! (Affida a Bruna la madre e si alza) Signor commissario, capisco

            che lei possa sospettare di me! Il ritardo è dipeso da una mia… patologia…

ESTER – … Pam…

PAMELA – … o meglio, da una delle mie due patologie… (Tutti la guardano increduli) la prima, quella per cui sono arrivata tardi a cena, è una forma, per fortuna leggera di “narcolessia”, in poche     parole, mi addormento facilmente! L’altra è… (Ester sta per svenire) la “cleptomania”… (I       presenti strabuzzano gli occhi) ma le posso assicurare che con il furto della spilla non c’entro     nulla! Le cose che “rubo” vengono regolarmente restituite da mia madre ai legittimi           proprietari… (A Ester) infatti la mamma, domani, restituirà il portafogli che ho preso stamattina,

            giù in paese, mentre la spilla non l’ho presa io! Commissario, questo è quanto, se vuole può          perquisire me, la stanza o… mia madre… (Ester sviene)

LAERTE – Dottoressa Fontana si occupi della signora Pittaluga… ma non si allontani…

ADELE – … non ci penso proprio!

LAERTE – Grazie! (Gira lo sguardo attorno e incrocia quello di Victoria) Lei signora Maffei, cosa è       andata a fare in camera?

VICTORIA – Non sono andata in camera… (Antea è trasecolata) sono andata sul balcone a… a fare delle           foto!

ANTEA – Che foto?

VICTORIA – Alla signora, nella sua camera…

LAERTE – La signora è nella suite al terzo piano, vero Piccioni?

MAURO – Confermo!

LAERTE –(A Mauro) È semplice raggiungere il balcone della suite?

MAURO – Non è molto facile! Ci si può arrivare dal tetto, calandosi dal pluviale… forse… oppure

            camminando su di un cornicione, abbastanza stretto, per 4/5 metri…

LAERTE –(A Victoria) … lei quale via ha scelto?

VICTORIA – Il cornicione!

LAERTE – Coraggiosa! Purtroppo, se la signora dovesse venirne a conoscenza e sporgesse denuncia, lei può essere accusata di violazione… (Riflette) ma perché l’ha fatto?

VICTORIA – È il mio mestiere… (Mostra la macchina fotografica. Laerte annuisce) avrei venduto il                   servizio! (Rivolta a Antea) T’avevo detto che avrei trovato i soldi per… questo week end!

ANTEA – Tu sei una pazza… ma è per questo che ti amo! (Si abbracciano)

LAERTE – Così anche la signora Maffei ha dato la sua spiegazione… (Riflette) ma se, nel caso di Pamela             Campi, un’eventuale “sottrazione” non dipenderebbe dal bisogno di denaro… (Inchioda con lo    sguardo Victoria) nel suo sì! (Tutti guardano Victoria) anche nel suo… signora Palmieri… (Silvana rimane impietrita) converrà con me che la storia del “controllo in camera”, per via della             persecuzione di cui è vittima, da parte di suo marito è una giustificazione un po’… leggera!

SILVANA – Ebbene sì, non è per quel motivo che sono salita in camera… sono andato a giocare!  Sì, a   giocare online, a poker… (Guarda gli altri) purtroppo sono schiava del gioco, non posso proprio farne a meno…(Bruna le posa una mano sulla spalla) avevo lasciato una partita in sospeso e…         (Contenta) e ho vinto!

BRUNA – Sono contenta, amica mia…

SILVANA – … ma non ditelo al mio ex marito…

(Tutti sorridono)

LAERTE – Questo non la scagiona del tutto!(Il sorriso di Silvana si spegne) Perché credo che la   richiesta di denaro, da parte del suo ex marito, sia piuttosto alta e la vendita della spilla le         procurerebbe una cifra ben  più cospicua della sua vincita! (Silvana abbassa la testa) La sua… la       vostra stanza è sullo stesso piano della suite…

SILVANA – … ma io non sarei mai capace di camminare su di un cornicione…

VICTORIA – … ci vuole il fisico… mia cara!

(Le due donne si alzano e si guardano minacciose)

LAERTE – Signore, vi prego, manteniamo la calma!

LORENA – … posso farle una domanda?

LAERTE – Di solito i poliziotti rispondono: “Qui le domande le faccio io!”, ma a me piace seguire un      altro metodo! Mi dica!

LORENA – Grazie! Crede di trovare il gioiello della signora? Il ladro potrebbe essersene già sbarazzato,   magari con l’aiuto di un complice che nessuno di noi ha visto…

LAERTE – … ha mai pensato di fare l’investigatrice privata? (Lorena sorride) È vero! Però noi    cercheremo anche un’altra cosa, aiutati dalle unità cinofile…

BRUNA – … cosa cercate?

LAERTE – Un paio di… culotte di pizzo… nero!

(Sono tutti strabiliati. Giulio è terreo)

ANTEA – Le indossava il ladro?

(Qualcuno abbozza un sorriso)

LAERTE – No, appartengono alla signora!

ESTER – Devono valere molto… almeno quanto la spilla…

LAERTE – … per la signora… sì!

LORENA – Sono di un pizzo particolarmente prezioso?

ADELE – Forse un Sangallo o un Burano?

LAERTE – Lo sapremo appena le ritroveremo!

LORENA – Ma cosa c’entrano un paio di mutande con…

GIULIO – … culotte… non “mutande”…

LAERTE – … esatto! Giusta precisazione, signor… Santostefano! (Giulio distoglie lo sguardo) Questo

            indumento è stato rubato con la spilla… (Giulio si irrigidisce) poiché la signora Aurelia l’aveva

            nascosta proprio in una scatola insieme… (Giulio si mette le mani nei capelli. Laerte se ne            accorge, ma continua) alle culotte! (Tutti si guardano increduli) La scatola era in una valigia     insieme a molte altre scatole… (Lo ascoltano tutti con molta attenzione. Giulio scuote la testa) contenenti altrettante culotte… tutte di pizzo… nero…(All’improvviso si volta verso Adele)   dottoressa Fontana… (Adele ha un sussulto) lei, stasera ha cambiato le scarpe, vero?

ADELE – Sì, è così!

LAERTE – Ma non ha fatto un solo cambio… (Adele è terrea) prima di mettere queste… (Indica le          scarpe             che indossa Adele. Chantal rientra, non vista da Laerte) tra l’altro, complimenti, mi

            piacciono molto… molto intriganti! (Chantal gli lancia un’occhiataccia. Lui è imbarazzato) Lei                ha indossato, per qualche minuto un paio di scarpe da ginnastica… (Giulio la guarda) sì, quelle        che ha identiche al dottor Santostefano! È andata sul       balcone, è salita sulla balaustra e…

GIULIO – … commissario! (Il tono della sua voce colpisce i presenti. Laerte sorride e fa l’occhiolino a

Chantal) la prego… (Si porta al centro della scena e si dispone come per un’arringa) come può pensare che Adele… ehm… la dottoressa Fontana, possa aver fatto una cosa del genere?

LAERTE – La dottoressa non ha fornito una spiegazione per l’assenza di ben venticinque minuti…

GIULIO - …commissario Basettoni…

LAERTE – … e voi sareste Minnie e Topolino?

GIULIO – Mi scusi, Panattoni! Insomma, questi signori sono già stati disturbati abbastanza, evitiamo altri

            interrogatori e, soprattutto, perquisizioni…

LAERTE –  … avvocato, cosa dice?

GIULIO – Dico che non occorre tutto questo! Le culotte della signora… (Guarda gli altri dispiaciuto) le ho io! (Tutti trattengono il fiato) naturalmente anche la… spilla!

(Si scatena il finimondo: Aurelia viene trattenuta da Mauro e Rinaldo, Victoria e Antea sono incredule, Adele è impietrita e viene consolata da Bruna e Silvana, Lorena ride di gusto e Cecilia cerca di farla smettere, Pamela e Ester non si capacitano )

LAERTE – Signori, per favore, sedetevi tutti! (Obbediscono)

LORENA – Commissario, cosa vuole fare?

LAERTE – Intanto recuperare la spilla… e le culotte! (Giulio lo guarda sconsolato) Poi vedremo…

GIULIO – … se la signora… l’ispettore… mi accompagna in stanza, gliela porto subito…

(Chantal lo guarda sorpresa)

LAERTE – (Lo guarda con un sorriso forzato)… avvocato, andranno l’ispettore e il signor Piccioni…      (Torvo) ora lei mi dice dove si trova la refurtiva…

GIULIO – … commissario! Quale refurtiva?

LAERTE – Quello che è! Dunque, dov’è la scatola?

GIULIO – Nella tasca del mio trolley… (Adele gli si avvicina, comprensiva) non l’ho nemmeno    nascosta… (Guarda Laerte che ricambia con uno sguardo senza espressione) non mi crede?

LAERTE – (Guarda Mauro) Avete il passepartout? (Mauro annuisce) Andate!

(Chantal e Mauro prendono l’ascensore)

ADELE – Dottore, ha intenzione di arrestarlo?

LORENA – In fondo non ne sapeva nulla della spilla! Poi è uno stimato professionista…

ESTER – … un po’ ladruncolo…

PAMELA – … mamma!

ESTER – Però è così gentile!

VICTORIA – Commissario, a cosa va incontro… se lo arresta?

BRUNA – Ma non lo arresta… (Cerca l’appoggio degli altri) vero?

SILVANA – Ma ti fai gli affari tuoi!

RUGGERO – La signora non s’è accorta di niente…

LAERTE – … signori, fatemi avere qui la spilla…

VICTORIA – … e le culotte!

(Sorridono tutti e guardano Laerte)

LAERTE – Per favore, mettevi tranquilli! (Prende il telefono) Pronto, sono Panattoni… … di all’unità

cinofila che non serve più… … me la vedo io con coso… come si chiama… … Loffredo!... … Voi potete andare… … tutto tranquillo… … sì, a domani! Santostefano, può spiegarci…

GIULIO – … credo sia necessario! Io non ho rubato la spilla! (Aurelia è inebetita) Avessi saputo che era in quella scatola, avrei rinunciato a prenderla!

LAERTE – Cosa l’ha spinta ad entrare in camera della signora Aurelia, per rubare… un paio di culotte…

GIULIO – … non un paio qualsiasi!

LAERTE – Appunto! Spieghi, a tutti noi, perché proprio quelle!

GIULIO – Vedete, io sono un collezionista! (Tutti sono incuriositi) Raccolgo oggetti appartenenti a           personaggi famosi…

VICTORIA – … che genere di oggetti? (Guarda Laerte) Oh, mi scusi!

GIULIO – Cose a cui sono particolarmente legati! Nel mondo dello spettacolo, ad esempio, queste           persone custodiscono gelosamente, per superstizione, oggetti che sono stati usati in una serata        particolare… che so… al debutto… o…

ADELE – … questi oggetti li compri alle aste, di solito? (Laerte alza gli occhi al cielo)

GIULIO – No, li… rubo! Li rubo solo se sono oggetti di scarso valore… economico! Nella mia     collezione ho… una spazzola per capelli appartenuta a Peter Gabriel! Sono riuscito a sottrargliela           introducendomi nel suo camerino durante un suo concerto a Capannelle…

LORENA – … ma Gabriel è calvo!

GIULIO – Ora! La spazzola era un cimelio, la usava quando era con i Genesis e di capelli ne aveva                      parecchi! Continuava a portarsela dietro, anche dopo anni che non la usava più!                           

LORENA – Ha altri  indumenti intimi, nella collezione?

GIULIO –  Ho gli slip indossati, nel 1981, da Brian Ferry nel video di “JealousGuy”, dei Roxy Music…

(Squadra i presenti che non capiscono) Brian, da quel dandy che è, abbinò cravatta e slip… sono di un bel rosa corposo!

ADELE – … cos’altro hai di particolare?

GIULIO – Un paio di “brasiliane” con strass di… Scialpi! Indossate alla sua prima apparizione a   Discoring…

LAERTE – … avvocato, la prego di tralasciare il racconto di come è venuto in possesso di tali oggetti!

Verificherò se esistono denunce da parte delle “vittime”… (Giulio è esterrefatto”) in tal caso mi riservo di procedere. (Rivolto agli altri) I miei complimenti per le domande assolutamente pertinenti che avete rivolto al signor Santostefano, ma, se permettete, ci sono qua io… (Occhiata benevola) Spieghi il perché delle culotte della signora… perché proprio quella scatola… fra tante?

GIULIO – A causa della data!

LAERTE – Che data?

GIULIO – Ogni scatola ha una data, sono quelle dei concerti…

RUGGERO – … ma cosa ne sapeva lei!

GIULIO – … l’ho saputo “frequentando”… (Guarda Adele come per scusarsi, lei gli regala un sorriso.   Sollevato) una ragazza che ha lavorato con lei…

AURELIA – … Marina?

GIULIO – … lei! (Aurelia ha un gesto di stizza)

LAERTE – Allora siamo in quattro? (Ad Aurelia che annuisce sconsolata) Non mi convince! Mi dica       questa data!

GIULIO – 11 luglio 2009, serata a Santa Marinella…

LAERTE – … era di sabato!

(Lo guardano tutti sorpresi)

GIULIO – Sì, proprio così!

LORENA – C’era anche lei?

LAERTE – No… ma lo so! (Occhiata d’intesa con Aurelia) A proposito, signora Aurelia, lo sa che io non            ho mai visto dal vivo la signora!

AURELIA – Naturalmente è invitato, lei e l’ispettore… (Sorrisetto, imitata dagli altri) domani sera! Due             poltronissime…

LAERTE – … non si disturbi! Saremo di servizio proprio li! Comunque grazie! Santostefano, cosa c’era   di speciale in quella serata

GIULIO – Era la prima volta che riuscivo a vederla dal vivo… sono un suo fan da sempre!

(Si apre l’ascensore escono Chantal e Mauro)

CHANTAL – Eccola qua… (Fa vedere la spilla) e queste sono le culotte!

(Tutti sono attratti dalla spilla. Giulio fissa, sconsolato, le culotte)

LAERTE – (Prende in consegna spilla e scatola delle culotte) Signore e signori, accomodatevi, per          favore!             (Si accomodano) Qui, stasera, sono stati commessi dei reati! Io come funzionario di          polizia ne devo prendere atto e agire di conseguenza… (Tutti sono allibiti. Giulio è costernato)

GIULIO – … non c’è stata premeditatazione…

LAERTE – … no? Lei è arrivato qui stamani e domani se ne sarebbe andato, per andare a Perugia dove

            l’aspettava qualche sua amica… (Adele lancia un’occhiata  sconsolata a Giulio)

GIULIO – … non mi aspettava! Sì, avrei dovuto farle una sorpresa… (Adele scuote la testa) ma poi ho

            incontrato… (Ad Adele) te!(Rivolto a tutti) Credetemi…

LAERTE – … avvocato, le dirò come sono andate le cose: lei sapeva perfettamente che qui avrebbe        trovato             la signora! Si sarebbe fermato, per la notte o giusto il tempo per entrare nella stanza della   signora             Baccini, prendere quello che voleva, senza scasso, senza fare  troppa confusione… (Lo                fissa) sto sbagliando? (Giulio approva) Le sono bastati pochi minuti per portare a termine     “l’operazione”.           Perché lei sapeva dove andare a cercare. Immagino si sia introdotto nella stanza          dal balcone? Sono tutti comunicanti… (Giulio annuisce, rassegnato) ecco le impronte di “quelle”   scarpe sulla ringhiera… (Chantal gli fa l’occhietto) c’è l’attenuante del furto con        destrezza…(Sono tutti pensierosi) ha             calcolato anche questo! (La tensione sale) Ammette         tutto? (Giulio, a testa bassa, annuisce) Ci sono tutti i presupposti per procedere all’arresto! (I             presenti sono sconsolati) Permettemi di dire ancora una cosa… (Tutti lo guardano ansiosi. Giulio             alza lo sguardo, non capisce)  il caso ha voluto che la Baccini nascondesse la        spilla proprio

nella  scatola che lei cercava… (Giulio si rianima) così, suo malgrado, o meglio, vittima di una sua “mania”, se vogliamo innocente…             (Chantal lo guarda con tenerezza. Tutti sono sollevati) si è trovato invischiato in qualcosa che   avrebbe evitato volentieri… (Giulio annuisce, visibilmente rinfrancato) di questo sono convinto!             Signora Baccini… (Consegna spilla e culotte ad Aurelia) rimetta queste cose al loro posto…         (Tutti lo guardano sorpresi) la signora è ignara di quanto è successo, lasciatela tranquilla! Domani sera farà il suo recital e tutto sarà dimenticato! Noi, stasera ce ne andremo ognuno per la propria strada e… magari ci vediamo domani… al recital!

(Gli si fanno tutti intorno, Giulio vuole abbracciarlo, lui si schermisce, ma distribuisce strette di mano. Mentre sono tutti a festeggiare Chantal lo tira a se)

CHANTAL – E… il rapporto?

LAERTE – Il… rapporto? (Sembra non capire e guarda con concupiscenza Chantal, poi capisce) Ah,

            sì… beh, abbiamo tutta la notte… per… per pensare cosa scrivere…

CHANTA – (Rivolta al pubblico)... IO LO AMO QUEST’UOMO!

LAERTE – (Al pubblico, dandosi un contegno) E IO, NO?

SALUTI