Le donne? Ah, le donne!!!

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La palla al piede

Le donne?

Ah, le donne!!!

commedia brillante in tre atti

di Pasquale Calvino

(n. di posizione SIAE: 180531)

(6Donne+6Uomini-scenografia ABA)

Depositato alla SIAE di Napoli nel novembre 2013

Il copione si può avere anche con un numero diverso di personaggi maschili e femminili scrivendo a

calvinopasquale@gmail.com

tel. 347-6622400

Prima rappresentazione Bologna-

Teatro Galliera 29-11-2013 per la regia di

Alfredo Marzocchi

Traduzione, riscrittura e libero adattamento da:

 "Un fil à la patte"(1894) di Georges Feydeau(1862-1921)

Personaggi

(in ordine di apparizione)

1f-Carlotta Giannetti - sorella di Odette

1m-Federico - maggiordomo

2f-Odette Giannetti - sorella di Carlotta

2m-Gaetano De Caroli - amico di famiglia

3m-Edoardo Rispoli - fidanzato di Odette

4m-Giorgio Belli - giornalista

3f-Signora Eleonora Montimar - contessa

5m-Carlo Carletti - musicista

6m-Juan Sanchez - corteggiatore di Odette

4f-Cristina - cameriera di Virginia

5f-Virginia - figlia della Signora Montimar

6f-Giannina - cameriera di Edoardo

Atto Primo

Salotto in casa di Odette Giannetti. Entrata comune da destra, grande passaggio verso la sala da pranzo al centro o verso sinistra, uscita sinistra verso gli altri locali della casa. A destra: camino, un divano e una o due poltrone; a sinistra: tavolino con due o tre sedie; in scena altre sedie accostate alle pareti, suppellettili varie, tendaggi, quadri.

Luogo ed epoca: Bologna agli inizi degli anni ‘40.

Carlotta è già in scena, appoggiata al camino e sbuffa con aria seccata. Entra Federico il maggiordomo da sinistra: controlla il suo orologio con l’orologio sopra il camino, guarda Carlotta con aria perplessa e allarga le braccia.

CARLOTTA - (staccandosi dal camino e andando a sedersi in poltrona) Allora, Federico! Se non si va a tavola subito io svengo!

FEDERICO - (controllando l’orologio nel taschino, guarda Carlotta con aria perplessa ed allarga le braccia) Ma signorina! Io non posso servire finché la signora non è tornata.

CARLOTTA - Bella seccatura! Da quando Riccardo?l’ha piantata torna sempre tardi dalle prove. Io dico: visto che ti ha mollato, almeno potremmo pranzare a un’ora decente, no?

FEDERICO - Chissà! Forse la Signora ha già trovato il successore del Signor Rispoli.

CARLOTTA - Mia sorella? No, non lo farebbe mai! È una cantante, è vero, ma ha una morale. Aspetterebbe almeno quindici giorni. E poi comunque avrei dovuto accorgermene, credo.

FEDERICO - (dubbioso): Sì?

CARLOTTA - Insomma, capisco che l’amore possa togliere il senso del tempo, ma quando è ora di pranzo è ora di pranzo, non vi pare Federico?

FEDERICO - (sempre dubbioso) Mah, se lo dite voi …

ODETTE - (entrando a passo deciso da destra) Ah, Carlotta, Federico!

CARLOTTA - (alzandosi di scatto dalla poltrona) Oh, finalmente! Su, andiamo a tavola, dai! Presto Federico! (si avvia verso sinistra, seguita dal maggiordomo)

ODETTE - Aspetta. Dammi un’aspirina prima. E voi Federico, andate a prendere dell’acqua.

FEDERICO - Subito, signora (esce a sinistra)

CARLOTTA - (avvicinandosi a un mobile, prende una compressa) Un’aspirina? Cosa c’è, stai male? Non vuoi mangiare?

ODETTE - Ma no, io sto benissimo! Non è per me, è per lui. Ha il mal di testa.

CARLOTTA - Lui? Chi lui?

ODETTE - Ma per Edoardo, no?

CARLOTTA - Edoardo? Ma allora è tornato.

ODETTE - (spazientita) Ma sì, ma sì!

CARLOTTA - (a Federico che rientra da sinistra con un bicchiere d’acqua su un vassoio) Avete sentito Federico? Il signor Rispoli è tornato.

FEDERICO - Me ne compiaccio (a Odette) La signora sarà contenta immagino.

ODETTE - (raggiante) Potete ben dirlo, Federico. Sapete quale emozione quando l’ho visto arrivare in teatro questa mattina! Povero amore mio! Io che pensavo …… E invece sapete che cosa aveva avuto?

FEDERICO e CARLOTTA - No.

ODETTE - Una sinusite! Erano dieci giorni che stava chiuso in casa con una terribile sinusite!

CARLOTTA - (ironica) Oh, ma è proprio una cosa spaventosa, vero Federico? (consegna la compressa a Federico)

FEDERICO - (con finta gravità): Naturalmente, signorina. Spaventosa è la parola giusta.

ODETTE - (preoccupata): Oh, non me ne parlate. Avrebbe potuto morire, povero caro. È così bello. L’avete notato, vero Federico?

FEDERICO - (distrattamente, mentre sistema bicchiere e compressa sul vassoio) Che cosa, signora?

ODETTE - Come è bello Edoardo!

FEDERICO - (senza convinzione) Naturalmente, signora.

ODETTE - L’adoro, sapete?

FEDERICO - (sempre senza convinzione) Certo, signora.

EDOARDO - (voce fuori scena, lamentoso) Odette!

ODETTE - (agitandosi) È lui, è lui che mi chiama! Carlotta, riconosci la sua voce?

CARLOTTA - (spazientita) Come no! Vogliamo sbrigarci?

ODETTE - (sempre agitata) Eccomi tesoro! (a Federico) Dammi il vassoio, lo porto io (prende il vassoio ed esce a destra; suono di campanello)

FEDERICO - (avviandosi verso destra) Vado ad aprire (ed esce)

CARLOTTA - (sbuffando) Uffa! Oggi vogliono proprio farmi morire di fame!

FEDERICO - (entrando da destra seguito da De Caroli) È arrivato il Signor Gaetano De Caroli (a De Caroli) Il Signore si trattiene a pranzo?

GAETANO - Sì, Federico, naturalmente.

FEDERICO (a parte, ironico) Certo. Come sempre.

GAETANO - Buongiorno, Carlotta.

CARLOTTA - (seccata) Buongiorno.

FEDERICO - Il signore non sa ancora la notizia? È tornato!

GAETANO - Tornato? Chi?

CARLOTTA - (sempre con tono seccato) Il Signor Edoardo Rispoli. Chi altri?

GAETANO - No!

FEDERICO - Sì. Questa mattina, per la precisione.

GAETANO - (ridacchiando) Da non crederci!

FEDERICO - Vero? Vado ad aggiungere un altro coperto, se permettete.

GAETANO - Permetto, permetto. Andate pure Federico (Federico rivolto a Carlotta) E così, è tornato! (esce a sinistra)

CARLOTTA - (meno seccata) Certo, adesso è di là con lei.

GAETANO - Mah, è proprio pazza. Edoardo è simpatico, non lo nego, ma in fondo non è che uno spiantato. Brutta faccenda, quando è lui a non avere soldi.

CARLOTTA - E come! Si vede che quando si ama un uomo al verde, funziona meglio.

GAETANO - Sarà così (con aria circospetta) Ma … dite … e quello spagnolo, che frequentava questa casa la settimana scorsa?

CARLOTTA - Chi? Il Generale Sanchez? Ah, niente da fare. Quello lo tiene di riserva!

FEDERICO - (entrando da sinistra) Proprio così, signorina, se posso esprimere la mia opinione.

GAETANO - Ah sì? Io non capisco: ha la fortuna di conoscere un uomo, ricco sfondato, che spasima per lei. E un Generale, per di più!

FEDERICO - Giustissimo.

CARLOTTA - E così gentile, anche. Quando ha scoperto che sono la sorella di Odette ha voluto a tutti i costi rimpinzarmi di pasticcini.

GAETANO - Visto? Insomma, sembrava che con il Signor Edoardo fosse tutto finito, ha addirittura invitato il Generale a venirla a trovare oggi pomeriggio … poi quello spiantato torna e adesso siamo di nuovo al punto di prima. Mah!

CARLOTTA e FEDERICO - (sconsolati) Già.

ODETTE - (entrando da destra, sorridente) Ah, buongiorno Gaetano. Sai già la notizia?

GAETANO - Sì, me la stavana raccontando. È tornato Edoardo.

ODETTE - (raggiante) E’ tornato, è tornato, è qui con me! Eccolo! (si volta verso destra, mentre tutti si dispongono in modo da fare ala all’ingresso di Edoardo Rispoli)

EDOARDO - (entrando da destra, sorridente e mesto al tempo stesso, si porta al centro) Signori …

CARLOTTA, FEDERICO, DE CAROLI - (accavallandosi) Bentornato! Sono contento di rivedervi Signore! Come state, finalmente vi rivediamo.

EDOARDO - (sempre sorridente e mesto) Sono tornato, certo, sono tornato (a parte, in tono serio) Ah, andiamo bene! Io ero venuto per mandare tutto a monte e qui c’è il comitato di benvenuto. Andiamo proprio bene! (va a sedersi al tavolino a sinistra e prende distrattamente un giornale)

FEDERICO - Se la Signora permette, vado a controllare se di là è tutto pronto (esce a sinistra)

ODETTE - (andando a sedersi in poltrona seguita da Gaetano) Andate pure, Federico (inizia a parlare con Gaetano)

CARLOTTA - (sbuffando) Oh, vuoi vedere che finalmente si pranza? (esce a sinistra)

EDOARDO - (sobbalzando, a parte) Accidenti c’è l’annuncio del mio matrimonio sul Carlino! (piega rapidamente il giornale e lo nasconde dentro la giacca)

ODETTE - (sorpresa, interrompe il discorso con Gaetano) Ma Edoardo, cosa hai?

EDOARDO - Niente. Niente. Davvero, niente. È … è la sinusite, ecco!

ODETTE - Non ti ammalerai di nuovo, spero. (riprende a parlare con Gaetano)

EDOARDO - (fingendo sicurezza) Chi, io? Ma se non ho mai … ma no, che cosa dici (a parte) Deve essere stata la madre di Virginia a far pubblicare la notizia senza dirmi niente.

GAETANO - (a Odette) Ah, a proposito di giornali. Hai visto l’articolo che Belli ha scritto su di te oggi sul Carlino?

ODETTE - No.

GAETANO - Immaginavo. Ho fatto bene a portartelo. Aspetta. (estrae una copia del giornale da una tasca)

ODETTE - Ah, benissimo. Oltretutto l’ho invitato a pranzo per oggi, dovrebbe essere qui a momenti.

GAETANO - Hai invitato Giorgio Belli? Sarà un bravo giornalista, ma è così noioso …

ODETTE - Sei il solito criticone! Invece è proprio una persona gentile, non come ….

GAETANO - (che nel frattempo ha sfogliato il giornale ed ha trovato l’articolo che cercava) Ecco, guarda qui. Leggi.

EDOARDO - (che ha seguito la scena con preoccupazione, alzandosi di scatto, strappa il giornale dalle mani di Gaetano, lo piega e se lo mette dentro la giacca) Cosa? No, adesso no!

GAETANO - (stupito) Ma … ma che vi prende?

EDOARDO - (alzando la voce in tono di rimprovero) Insomma, adesso si va a pranzo. Non è questo il momento di leggere il giornale!

FEDERICO - (entrando da sinistra) Signora, il pranzo è servito.

EDOARDO - Ecco, cosa vi dicevo? (si incammina verso sinistra, insieme agli altri)

ODETTE - Aspettiamo Giorgio, di solito è così puntuale.

GAETANO - Appunto, te l’ho detto, è così noioso …

ODETTE - Smettila! Sei ingiusto con lui, in fondo non ha … (squillo di campanello) … ecco, deve essere lui. Federico …

FEDERICO (avviandosi verso destra) Vado, signora.

EDOARDO - Ma sì, ma sì, andiamo di là, intanto … (a parte) … così finiamo alla svelta e posso affrontare la faccenda della rottura con Odette (esce a sinistra)

FEDERICO - (entrando da destra) Signora, il Signor Giorgio Belli.

GIORGIO - (bacia le mani a Odette) Ah, Signora cara, che piacere vedervi! (saluta Gaetano che ricambia con un sorrisetto ironico)

ODETTE - Caro Giorgio, proprio ora stavamo parlando di voi.

GIORGIO - Ah, che pensiero carino. Vi è piaciuto il mio articolo su di voi che ho fatto pubblicare sul Carlino di oggi?

ODETTE - Gaetano me ne ha accennato. Pensi che non ho nemmeno avuto il tempo di leggerlo.

GIORGIO - (estraendo un giornale dalla tasca) Era quello che temevo. Meno male che mi sono ricordato di portarvene una copia.

ODETTE - (avvicinandosi a Giorgio) Oh, che bravo. Vediamo, sono curiosa.

GIORGIO - (sfogliando il giornale) Ecco … deve essere qui … … non lo trovo …

EDOARDO (rientrando da sinistra) Allora, venite? Di là è pronto (vedendo il giornale) Un altro? (si precipita verso Giorgio e gli strappa il giornale di mano, piegandolo e mettendoselo sotto la giacca) Date qua! Lasciate il giornale!

ODETTE e GAETANO - Ancora?

GIORGIO - (stupito) Ma che succede?

EDOARDO - Non è il momento di leggere i giornali. Si va a pranzo. A pranzo, capite? (scandendo) A  p r a n z o !

ODETTE - Ma insomma, Edoardo! C’è un articolo su di me!

EDOARDO Dopo! Mia cara, lo leggeremo dopo. Adesso non possiamo far aspettare Carlotta, non ti pare? (a parte) Ma quante copie ne stampano?

GIORGIO - (irritato, a Edoardo) Insomma, Signore!

EDOARDO (irritato) Sì?

ODETTE - (frapponendosi tra Giorgio e Edoardo e rivolgendosi Giorgio) Non fateci caso, vi prego … Giorgio, permettetemi di presentarvi il Signor Edoardo Rispoli, mio …… mio carissimo amico (evidenzia la parola “carissimo”)

BELLI - (sconcertato) Vostro ..… carissimo … ? Oh, sì, certo certo … capisco! Certo! (a Edoardo) Signore, felicissimo di fare la vostra conoscenza.

EDOARDO - (seccato) Anch’io (si stringono la mano, mentre Odette si avvicina a Gaetano e comincia a parlare con lui)

GIORGIO - (imbarazzato) Ehm, sapete … anch’io sono un estimatore, platonico naturalmente, delle grazie della signorina Odette

EDOARDO - Platonico? Bravo!

GIORGIO - Pensate, che sono stato io, in un certo senso, a scoprirla.

EDOARDO - Scoprirla?

GIORGIO - Ma sì! Allora cantava … cantava … (a Odette) … dove cantavate, Odette?

FEDERICO - (entrando prima che Odette possa rispondere) Il pranzo è in tavola, Signora.

ODETTE - Oh, benissimo. Andiamo, forza! (si avvia, chiacchierando insieme agli altri, verso sinistra. Suona il campanello) Andate ad aprire, Federico, mentre noi ci mettiamo a tavola. (Federico esce a destra)

FEDERICO (entrando seguito dalla Signora Montimar) Mi spiace Signora, ma ora la Signora stà pranzando ..… e ha ospiti.

SIGNORA MONTIMAR - (contrariata) Ma devo vederla! È per il ricevimento di stasera, capite?

FEDERICO - Naturalmente, Signora. Posso provare a chiedere. Vado a sentire. (si avvia verso sinistra; suona il campanello) Scusate. Devo andare ad aprire. (esce a destra)

SIGNORA MONTIMAR - Prego. (va a sedersi al tavolino, estrae dalla borsa una copia del giornale e comincia a leggerlo con aria soddisfatta) Ecco qua: “È annunciato il matrimonio della Signorina Virginia Montimar … (con orgoglio) Mia figlia … con il Signor Edoardo Rispoli” Bene …. Bene …...

CARLO - (entrando da destra insieme a Federico; ha in mano un ombrello, che depone in un angolo) Insomma, vedete se può ricevermi adesso!

FEDERICO - Vi ho già detto che stà pranzando ….. ed ha ospiti.

CARLO - Sì, ma è per gli arrangiamenti delle canzoni che le avevo fatto avere ieri. Per favore diteglielo?

FEDERICO - (esasperato) Ma sì, ma sì, glielo dirò

CARLO - Carletti …… Carletti! Il mio nome è Carlo Carletti, ve lo ricordate? Ditele per gli arrangiamenti.

FEDERICO - Certo, me lo ricordo, me lo ricordo. Aspettatemi qui (a parte) Che tipo insopportabile! (esce a sinistra)

CARLO - Benissimo (accenna un saluto alla Signora Montimar, che ricambia con un cenno del capo e si rimette a leggere il giornale; si siede vicino al tavolo e si guarda intorno; momento di silenzio; nota il giornale; inizia a parlare in tono cantilenante, come se la frase seguente fosse composta da una sola parola) È il Carlino che la Signora legge?

SIGNORA MONTIMAR - (alzando la testa dal giornale) Prego?

CARLO - (sempre cantilenando) Dicevo … è il Carlino che la Signora legge?

SIGNORA MONTIMAR - (perplessa) Sì …

CARLO - Giornale ben fatto, non trovate?

SIGNORA MONTIMAR - (sempre perplessa) Sì, ma …

CARLO - Davvero ben fatto. In quarta pagina, poi, c’è una notizia interessante … davvero molto interessante …..… non so se l’abbiate letta.

SIGNORA MONTIMAR - Non so … non mi pare … di che si tratta?

CARLO - Non l’avete letta? Scusate … (sottrae il giornale alla Signora Montimar, che lo osserva sbalordita, e lo sfoglia) Ecco qua: “L’editore Galloni ha pubblicato una serie di nuovi spartiti di canzoni. Tra i titoli segnaliamo …” (mormora velocemente un elenco incomprensibile) … ecco … “Parapa, parapa che pizzicò ….. di Carlo Carletti”, ovvero il sottoscritto (riconsegna il giornale alla Signora Montimar) Prego, se volete verificare voi stessa …

SIGNORA MONTIMAR - (inorridita) Cosa? “Para …. pa” ..?

CARLO - “Parapa, parapa che …”, veramente. Vedete, è la storia di uno che ogni volta che vede una ragazza non riesce a vincere la tentazione di …… beh, lasciamo perdere … (la battuta viene pronunciata inizialmente con entusiasmo, poi rallentando fino a spegnersi completamente quando Carletti si accorge dello sguardo severo della Signora Montimar) … ehm … ecco … io scrivo canzoni, sapete …

SIGNORA MONTIMAR - (severa) Ah!

CARLO - Sì, per vocazione sono musicista; per vivere però faccio l’accordatore di pianoforti. Capite?

SIGNORA MONTIMAR - E allora?

CARLETTI - (imbarazzato) Ecco … io … (suona il campanello; rientra Federico da sinistra)

(Signora Montimar e Carletti a Federico con vivacità) Allora? Le avete parlato? Cosa ha detto?

FEDERICO - (di fretta, uscendo a destra) Non ancora, abbiate pazienza. Scusatemi, hanno suonato.

CARLO - Abbiate pazienza! Posso benissimo rivolgermi ad altre cantanti, io! (alla Signora Montimar) Ma lo sapete che Lina Cavalieri, al Salone Margherita di Napoli, tutte le sere canta una mia canzone?

SIGNORA MONTIMAR - (con disprezzo) Cos’è? Un’altra scemenza come questo “Parapa, parapa che pizzicò” …?

CARLO - (con fierezza) “Parapa, parapa …..”, se non vi dispiace. Stà per “Ti faccio piedino, mio caro tesorino che hai un bel nasino……” e parla di un …

SIGNORA MONTIMAR - (interrompendo) Lasciate perdere, per favore! Fare piedino a un nasino, andiamo! (rientra Federico da destra portando un mazzo di fiori) Ah, bel mazzo, davvero.

CARLO - Ma ne riceve molti di mazzi così?

FEDERICO - (con indifferenza) Moltissimi, Signore.

CARLO - Sarà molto ricco chi li manda.

FEDERICO - (con indifferenza) Non saprei, Signore. Non c’è biglietto. È un mazzo anonimo. (depone il mazzo di fiori sul tavolino)

CARLO - Anonimo? Che sciocchezza! Ah, piuttosto: adesso non potreste andare a parlare con la Signora?

SIGNORA MONTIMAR - Appunto!

FEDERICO - Stò andando.

CARLO - Vi ricordate il mio nome? Carlo Carletti, per gli arrangiamenti delle canzoni.

FEDERICO - Certo, Signor Carlo Carletti, per gli arrangiamenti delle canzoni.

SIGNORA MONTIMAR - E’ per il ricevimento di questa sera, non dimenticate!

FEDERICO - (esasperato) Nooo …… Signora non lo dimentico (si avvia a sinistra)

CARLO - (estraendo di tasca un biglietto da visita) Aspettate, vi do un mio biglietto, sarà meglio.

FEDERICO - (deciso) Non ce n’è bisogno, Signore. Mi ricordo il vostro nome! (a parte, uscendo a sinistra) Che noia questo tizio!

GIORGIO - (tra sé, mentre la Signora Montimar, per ignorarlo, riprende vistosamente a leggere il giornale) Lo sbaglierà senz’altro! (si guarda intorno e vede il mazzo di fiori) Mmmm, effettivamente è bello. (stà per rimettere il biglietto da visita in tasca, ma gli viene un’idea: guarda furtivo la Signora Montimar per assicurarsi che stia continuando a leggere e mette il biglietto da visita nel mazzo di fiori; poi rivolto al pubblico) Beh, in fondo, meglio a nome mio che anonimo.

SIGNORA MONTIMAR - (alzando lo sguardo dal giornale) Come dite?

GIORGIO (ridacchiando) Eh? Ah, niente, niente … stavo pensando alle mie canzoni … ho fatto degli arrangiamenti per la Signorina Giannetti. Volete sentirli?

SIGNORA MONTIMAR - Per carità! (rientra Federico da sinistra con dei fogli in mano; la Signora Montimar e Carletti gli vanno incontro) Ah, eccovi. Allora, che cosa vi ha detto?

CARLO - Le avete parlato?

FEDERICO - (a Carlo) Sì Ssignore.

CARLO - E che cosa vi ha detto?

FEDERICO - (impassibile) Che i vostri arrangiamenti sono stupidi e ve li restituisce.

CARLO - Ha detto così?

FEDERICO - Sì Signore. Ecco, tenete. (gli passa i fogli)

CARLO - (irritato) Non mi stupisce proprio. Per una volta che uno cerca di farla uscire dal suo volgare repertorio … vorrà dire che continuerò a rivolgermi a Lina Cavalieri, che sa apprezzare il mio talento. Diteglielo.

FEDERICO - (impassibile) Come volete, Signore.

CARLO - (sempre irritato) Stupidi i miei arrangiamenti! (guarda il mazzo di fiori) E io che … (si avvicina ai fiori come se volesse riprendere il biglietto da visita, poi ci ripensa) No! Buongiorno! (esce a destra, lasciando sul posto l’ombrello)

FEDERICO - Buongiorno Signore.

SIGNORA MONTIMAR - (con aria spazienza) Sentite, giovanotto, avete notizie anche per me? Migliori, spero!

FEDERICO - (impassibile) Sono desolato, Signora, ma la Signora in questo momento ha ospiti e non può proprio parlare di lavoro.

SIGNORA MONTIMAR - (irritata) Che seccatura!

FEDERICO - La Signora chiede se la Signora non può ripassare più tardi.

SIGNORA MONTIMAR - (sempre irritata) Per forza! Non posso fare diversamente. Il ricevimento è per questa sera. Ditele che tornerò tra un’ora (si avvia verso destra, lasciando il giornale sul tavolo)

FEDERICO - Grazie, Signora. Riferirò alla Signora. Da questa parte, Signora (accompagna la Signora Montimar verso destra ed esce insieme a lei)

Entrano da sinistra Gaetano, Carlotta, Odette, Edoardo e Giorgio parlando tutti insieme, con un bicchierino in mano (ottimo, niente male, ci voleva proprio); Gaetano si dirige verso il camino parlando sottovoce con Carlotta e Giorgio mentre Odette e Edoardo restano al centro

ODETTE - Cos’hai Edoardo? Mi sembri così triste.

EDOARDO - Io? Ma no, niente affatto (porta alle labbra il bicchierino)

ODETTE - (lo afferra con dolcezza al collo, trascinandolo a sé ma ottenendo il risultato di farlo strozzare) Mi ami?

EDOARDO - (soffocando) Ti adoro! (a parte) Così non va!

GIORGIO (accorgendosi del mazzo di fiori) Che bel mazzo di fiori.

ODETTE, EDOARDO e GAETANO (avvicinandosi al tavolino) Stupendo! Veramente magnifico!

ODETTE - Ma chi l’avrà mandato?

GAETANO - (prendendo il biglietto da visita nel mazzo di fiori) Guarda, c’è un biglietto (legge e commenta ironicamente) Ma guarda un pò! Carlo Carletti!

ODETTE - (prendendo il biglietto, stupita) Carletti? E io che gli ho fatto restituire i suoi arrangiamenti …

GAETANO - (in tono di rimprovero) … facendogli dire che sono stupidi …

ODETTE - (annusando i fiori) Beh, ma è la verità! …… Ma che profumo. Ma perché si è … ma qui c’è … (fruga nel mazzo di fiori e prende un oggetto) …… c’è un astuccio!

EDOARDO, GAETANO e GIORGIO - (avvicinandosi) Un astuccio?

ODETTE - (aprendo l’astuccio) Ma sì! (osserva il contenuto interno) Ma no! È troppo! Un anello di brillanti! (estrae un anello e se lo mette al dito, rimirandolo)

(tutti gli altri insieme osservando l’anello che Lucette mette loro sotto il naso) Bellissimo, stupendo, meraviglioso!

ODETTE - (sedendosi) Ma io non so che cosa dire …

EDOARDO - E così, questo Carletti è anche ricco!

ODETTE - Si direbbe ……… ma a vederlo non si direbbe. È sempre così trasandato … non gli daresti due soldi.

CARLOTTA - Comunque, deve essere proprio ricco per permettersi di fare certi regali?

GIORGIO - Direi di più: è ricco e … innamorato!

ODETTE - (ridendo) Lo pensate davvero?

CARLO - (avvicinandosi a Odette) Andiamo, Signorina Odette! Questi sono regali che solo un innamorato può fare. Mi sembra evidente (guardando Carlotta) E a voi, che ne ve ne sembra?

CARLOTTA - (avvicinandosi alla sorella ridendo) Beh, pensandoci bene … non mi sembra che abbiate tutti i torti.

EDOARDO - (allontanandosi verso il camino, mentre gli altri parlano tra di loro; a parte) Guarda, guarda … se questo Carletti si vuole davvero buttare tra le braccia di Odette … potrei tagliare la corda più facilmente. … Vediamo un pò come potrei fare … (rimane appoggiato al camino, studiando il proprio piano d’azione, gesticolando appropriatamente)

ODETTE - (allontanandosi dagli altri) Sì, ma gli arrangiamenti sono veramente brutti!

CARLOTTA - Ma si possono adattare. Magari qualcuno li potrebbe rivedere …

ODETTE - (pensierosa) Bisognerebbe proporglielo … Gaetano, te ne puoi occupare tu?

GAETANO - Sì, ma prima lasciami preparare gli spartiti per il ricevimento di stasera.

ODETTE - Certo (rivolta aGiorgio) A proposito. Ci sarete anche voi? (a Gaetano) Ah, con quale pezzo inizio?

GAETANO - Avrei pensato a “Come una rosa” … (mentre pronuncia questa battuta si allontana verso il fondo insieme a Odette, continuando a parlare in modo che Odette non riesca a sentire la battuta successiva di Giorgio)

GIORGIO - (avvicinandosi al camino) No, stasera ho un impegno, vado a trovare una vecchia amica, la Signora Montimar.

EDOARDO - (sobbalza) Come avete detto?

GIORGIO - (senza aver notato l’interruzione Edoardo, si gira verso Odette) Dà un ricevimento per il matrimonio della figlia con il Signor … aspettate, mi hanno detto il nome … Signor …

EDOARDO - (alzando la voce, si mette davanti a Giorgio) Non importa! Il nome non importa! (Odette e Gaetano smettono di parlare e si avvicinano)

GIORGIO - Ma no, aspettate. È un nome che assomiglia al vostro … Signor …

EDOARDO - (terrorizzato) Ma lasciate perdere!

ODETTE - Che c’è Edoardo, perché sei così agitato?

EDOARDO - Ma chi si agita? Tanto lo so come va a finire: è uno di quelli che dicono aspettate, aspettate comincia con A e poi invece inizia per Z.

GIORGIO - Ah, ecco, mi è venuto in mente! È …

EDOARDO - (rapidamente) Righetti! Volete senz’altro dire Righetti!

GIORGIO - No. È … accidenti, me l’avete fatto dimenticare ancora!

EDOARDO - Ma sì, ma sì, in fondo che c’importa della gente che non conosciamo?

CARLOTTA - Beh, in fondo avete ragione.

EDOARDO - Ecco, brava. Hai ragione, lasciamo perdere?

FEDERICO - (imbarazzato, entrando da destra) Scusate, Signora … ci sarebbe il Signor Carletti, che è venuto poco fa … sembra che abbia lasciato l’ombrello.

ODETTE, CARLOTTA, GAETANO, EDOARDO e GIORGIO - Carletti?

ODETTE - Fatelo entrare.

FEDERICO - (stupito) Entrare? Certo, ma certo Signora (esce a destra, mentre gli altri si dispongono a destra per accogliere Carletti che entra intimidito)

ODETTE - (sorridendo) Accomodatevi, accomodatevi Signor Carletti. Permettetemi di fare le presentazioni … (presentazioni e strette di mano) … Carlotta, mia sorella, il Signor Edoardo Rispoli … il Signor Gaetano De Caroli … il Signor Giorgio Belli …

CARLO - (stupito) Signora, chiedo scusa, ma credo di aver dimenticato qui …

ODETTE - (premurosa) Ma Signor Carletti, vi prego, sedetevi (Carlotta immediatamente gli porge una sedia)

GAETANO, EDOARDO e GIORGIO - Ma certo, sedetevi (ognuno prende una sedia e la porge a Carletti, che si trova circondato e non sa dove sedersi)

CARLO - (imbarazzato) Ah, Signora, vi ringrazio, ma credetemi non è il caso.

ODETTE - (sedendosi al suo fianco, mentre gli altri fanno corona alle spalle) Non è il caso? …… Ma io vi devo sgridare.

CARLO - (stupito) Sgridare?

CARLOTTA - (con aria di rimprovero) Ma sì: Perché non avete voluto lasciare a mia sorella i vostri spartiti?

CARLO - Io? Ma veramente … è stato il vostro maggiordomo che mi ha detto che vostra sorella li ha trovati stupidi.

ODETTE - (protestando) Stupidi i vostri arrangiamenti? Ma no, mia sorella non ha mai detto questo e il nostro maggiordomo che non ha capito!

(tutti gli altri insieme) Ma certo, non ha capito niente!

CARLO -(rincuorandosi) Ah, … mi pareva strano che …

ODETTE - Ma prima devo ringraziarvi per il mazzo di fiori.

CARLO - (imbarazzato) Mazzo di fiori? Ah, certo per il mazzo di fiori! Certo, sì …sì …

ODETTE -  È stato molto gentile da parte vostra.

(tutti gli altri insieme enfatizzando il “molto”) Mooolto gentile, molto!

CARLO - Beh, non parliamone più …

ODETTE - (mostrando la mano con l’anello) E l’anello?

CARLO - L’anello???? (tra sé) Ma quale anello?

(tutti gli altri insieme enfatizzando la parola “stupendo”) Stupendo!

CARLO - (imbarazzato) Certo … è stupendo …

ODETTE - E l’ho messo al dito, subito?

CARLO - (sempre imbarazzato) Eh, vedo, vedo …..

ODETTE - E, che riflessi questi brillanti …

CARLO - (si ferma, non sapendo che dire) … se poi uno pensa quanto costano queste cose (tutti si guardano sconcertati)

CARLOTTA - (sorpresa) Certo, ma mia sorella lo ha saputo apprezzare!

CARLO - Beh, con quello che è costato una famiglia ci può vivere per due anni!

EDOARDO - (a parte a Gaetano) Ma che villano!

GAETANO - Veramente!

ODETTE - (imbarazzata) Ehm, certo … ma questo prova la generosità del donatore, non vi pare?

CARLO - Ah, sì … ma sentite ……. per tornare ai miei arrangiamenti …

GIORGIO - (cogliendo l’opportunità) Bene, cara Odette, visto che avete da fare, vi saluto. Signori ….… (si avvia verso destra)

ODETTE - (alzandosi) Aspettate, vi accompagno (segue Belli)

GAETANO - Vengo anch’io, ho bisogno di parlarvi un momento Signor Belli (segue Belli)

ODETTE - (a Carletti) Vogliate scusarmi, Signor Carletti, torno subito (esce a destra con Gaetano e Giorgio)

CARLOTTA - Scusate devo andare anch’io (esce a sinistra)

EDOARDO - (guarda uscire tutti e con aria sorniona si avvicina a Carletti che lo guarda turbato) Bene ….. bene …… bene, mio caro Signor Carletti, volete proprio che ve lo dica?

CARLO - (stupito) Che cosa?

EDOARDO - (arrivando alle spalle di Carletti) Voi siete innamorato di Odette!

CARLO - Io???

EDOARDO - Ma sì, ma sì! È inutile fingere. Voi siete innamorato! Si vede, si capisce. E allora, sotto, coraggio! (parlando all’orecchio di Carletti) È il momento buono!

CARLO - (scattando in piedi) Ma cosa state dicendo? Non è assolutamente vero che …

EDOARDO - Su, su, su, andiamo! Carletti, se siete un uomo, Odette è vostra!

CARLO - Mia? Ma vi assicuro che io …

EDOARDO - (guardando verso destra) Ssst! Stà arrivando. Non una parola, intesi? Ma … mi raccomando: all’attacco! (si allontana verso il camino, fischiettando, mentre Carlo lo guarda sconvolto)

ODETTE - (entrando da destra) Scusatemi se vi ho lasciato. (sedendosi e invitando Carletti a sedersi al suo fianco) Ora potremo discutere senza essere disturbati.

CARLO (impacciato, senza sedersi) Certo, naturalmente …

ODETTE - Allora … i vostri arrangiamenti sono deliziosi, non c’è che dire, deliziosi … vero Edoardo?

EDOARDO - Verissimo.

CARLO - Siete troppo buona, io non saprei …

ODETTE - (senza ascoltarlo) Però, vedete … non so come dire … mancano un pò di personalità, vero Edoardo?

EDOARDO - Verissimo.

CARLO - (dispiaciuto) Oh, ma io potrei …

ODETTE - (senza ascoltarlo) No! Sono deliziosi, senza dubbio, ma … la forma, …

EDOARDO - (con tono severo, staccandosi dal camino e avvicinandosi a Odette e Carlo) Se mi permettete un parere, caro Carletti, credo proprio che la forma vada approfondita.

CARLO - (perplesso) La forma?

ODETTE - Ecco, vedete …… si capisce che sono arrangiamenti di un uomo di spirito … (in difficoltà, non sapendo più che cosa dire) di un uomo di spirito … che …

EDOARDO - che in quel momento sembra un altro.

CARLO - (che nel frattempo ha continuato a volgere lo sguardo ora a Odette ora a Edoardo) Un altro? (perplesso) Ma, vi sembrano buoni?

ODETTE e EDOARDO - Ottimi!

ODETTE - Sono ottimi …. Li avete qui con voi?

CARLO - Li ho portati a casa.

ODETTE - (con falso dispiacere) Oh, che peccato!

CARLO - (rinfrancandosi) Ma non è un problema, abito qui vicino. Vado a prenderli.

ODETTE - (alzandosi) Bene, così potremo lavorarci assieme … Caro Signor Carletti!

CARLO - (agitato, avviandosi verso destra) Benissimo, faccio una corsa e torno subito.

ODETTE - (seguendolo, prende l’ombrello che Carletti aveva dimenticato) Non dimenticate il vostro ombrello.

CARLO - (confuso, prendendo l’ombrello) Come? Ah, grazie (esce a destra con Odette)

EDOARDO - (soddisfatto) Bene, bene, bene. E adesso che abbiamo preparato il terreno per quell’imbranato di Carletti (va a sedersi sul divano)

ODETTE - (entrando da destra, afferra Edoardo per il collo) Edoardo, mi ami?

EDOARDO - (quasi soffocato) Ti adoro! (a parte) Cominciamo male!

ODETTE - (sedendosi a fianco di Edoardo) Sono stata contenta di rivederti. Temevo che tra noi fosse tutto finito.

EDOARDO - Finita!!!!

ODETTE - Sei sempre mio?

EDOARDO - Sempre!

ODETTE - Non finirà mai, vero? (abbracciadolo)

EDOARDO - Mai, cara. (a parte) Così non va.

ODETTE - (sempre abbracciata) Starei così per almeno vent’anni.

EDOARDO - Vent’anni? Ma sono tanti mia cara!

ODETTE - Ti chiamerei “tesoro” e tu mi risponderesti “cara” e passeremmo la vita così.

EDOARDO - (a parte) Ah! Proprio un bel divertimento!

ODETTE - (lasciandolo andare di colpo Edoardo che quasi cade, si alza improvvisamente) Edoardo, mi ami? ……. Ma che hai? Sembri così triste.

EDOARDO - (alzandosi dal divano e prendendo coraggio) Dobbiamo lasciarci!

ODETTE - (sbalordita) Cosa?

EDOARDO - E’ necessario.

ODETTE - Hai un’altra?

EDOARDO - (con finto stupore) Io? Ma che idea ti è venuta?

ODETTE - E allora, perché, perché?

EDOARDO - Ma per le mie finanze! Non capisci che non posso offrirti il tenore di vita che ti meriti? (a parte) Questa non la beve!

ODETTE - È solo per questo? Ma che sciocco che sei! Cosa vuoi che m’importino le tue finanze.

EDOARDO - (disorientato) … e comunque la mia dignità non mi permette …

ODETTE - Mi basta sapere che mi ami. Perché tu mi ami, vero?

EDOARDO - Certo!

ODETTE - E poi non voglio che tu sposi un’altra? Ma se dovesse accadere … so già che cosa farei.

EDOARDO - Che cosa?

ODETTE - Un bel colpo di pistola alla testa.

EDOARDO - A chi?

ODETTE - Ma a me! (avvicinandosi al tavolo e prendendo il giornale lasciato dalla Signora Montimar) Vedi, se dovessi leggere sul giornale … la notizia del tuo fidanzamento … (sfoglia il giornale)

EDOARDO - (si blocca terrorizzato, a parte) Un altro Carlino!

ODETTE - (smette di sfogliare il giornale e lo lascia cadere sul tavolo) Ma perché mi preoccupo così? Tanto non c’è ragione (si volta e si dirige verso sinistra)

EDOARDO - (corre a prendere il giornale e lo ficca sotto la giacca) Appunto! È quello che dico anch’io (a parte) Ma spuntano come funghi questi giornali!

ODETTE - (sentendo il fruscio del giornale si volta, ma non nota che il giornale è sparito) Oh, il mio povero Edoardo! (lo afferra per la testa tappandogli la bocca con la mano) Mi ami, vero?

EDOARDO - (cercando a fatica di districarsi) Ti adoro.

ODETTE - Bene, sarà meglio che vada a cambiarmi. A presto, tesoro! (esce a sinistra)

EDOARDO - (rimasto solo estrae il giornale dalla giacca e comincia ad appallottolarlo furiosamente): No! No! No! Ma come diavolo faccio adesso a dirle che stasera mi …

GAETANO - (entrando da destra, lo interrompe) Ah Odette, sono riuscito a convincere Giorgio Belli … (si guarda intorno) … ma Odette dove è andata?

EDOARDO - A cambiarsi …

GAETANO - Mi sembrate preoccupato.

EDOARDO - Preoccupato? Dite pure disperato.

GAETANO - Che succede?

EDOARDO - (guardandosi intorno per assicurarsi che non stia arrivando nessuno, imbarazzato) Sentite. Voi solo mi potete aiutare. Devo dire una cosa a Odette ma non so come dirgliela. Voi invece, … che siete amico di famiglia e l’organizzatore dei suoi concerti … di voi si fida.

GAETANO - Cosa volete?

EDOARDO - (imbarazzato, dopo avere deglutito) La devo lasciare.

GAETANO - (a voce alta) La dovete lasciare?????

EDOARDO - (gli mette una mano sulla bocca) Sssst! Ma state zitto! Mi volete rovinare? Sì, è vero. Mi sposo.

GAETANO - Voi?

EDOARDO - Io!!! E stasera ci sarà la dichiarazione del fidanzamento.

GAETANO - (stupito, va a sedersi al tavolo) Oh questa poi!

EDOARDO - (avvicinandosi) In fondo sarebbe anche nel suo interesse piantarla lì, non vi pare?

GAETANO - (perplesso) Beh, a dire il vero, le buone occasioni non le mancherebbero (suono di campanello)

EDOARDO - (con aria convincente) Bene, parlatele voi. Sono sicuro che vi ascolterà.

GAETANO - Io?

FEDERICO - (esce da sinistra e si dirige a destra per aprire la porta poi rientra ed annuncia) Signori, è arrivato il Generale Sanchez.

GAETANO - Fatelo entrare (Federico si avvia verso destra, ma Gaetano lo ferma) No, aspettate. Noi ce ne andiamo (a Edoardo) Venite, presto.

EDOARDO - Perché?

GAETANO - (con aria sorniona) Perché siamo di troppo.

EDOARDO - Di troppo?

GAETANO - Non vi dicevo prima che le occasioni non le mancherebbero?

EDOARDO - (perplesso) E allora? (finalmente comprende) Capisco! (indicando con la testa verso destra sorridendo) Lui sarebbe l’occasione …

GAETANO - Appunto. Andiamo, forza. (spinge Edoardo verso sinistra ed escono)

CARLOTTA - (entrando da sinistra) Federico, chi ha suonato?

FEDERICO - Il Generale Sanchez, Signorina.

CARLOTTA - Il Generale Sanchez? Cosa aspettate a farlo entrare ed avvisate subito mia sorella.

FEDERICO - Certo Signorina (esce a destra, Carlotta si sistema il vestito ed i capelli, portandosi al centro del palco; nel frattempo Federico rientra seguito da Sanchez) Se il Signore si vuole accomodare …

SANCHEZ - (entra con due mazzi di fiori: uno enorme bene in vista e uno piccolissimo, tenuto nascosto dietro la schiena) Muy bien, me acòmodo.

CARLOTTA - (ostentando un largo sorriso, fa un inchino) Generale …

SANCHEZ - (riconoscendola) Ah, la Señorita! Encantado de rivederve! (a Federico) Camarera! (Federico non risponde) Camarera! (Federico non risponde: Rodriguez lo fissa) Olè!

FEDERICO - (perplesso) Dite a me, Signore?

SANCHEZ - Seguro! Va a dire alla señora che io son qua! Andala! Andala!

FEDERICO - Subito, Signore (a parte) Che ignorante! (si avvia verso sinistra, ma si ferma vedendo entrare da sinistra Odette) Signora … (esce a sinistra)

SANCHEZ - (fermandosi di fronte a Odette, con aria incantata) Señora! Esto es el giorno magnifìco de mi vida!

ODETTE - (lo guarda con aria perplessa e poi guarda Carlotta ) Scusate, Signore …

CARLOTTA - (con aria di rimprovero) Odette, il Generale Sanchez … che avevi invitato per oggi pomeriggio …

(Sanchez scattando sull’attenti, batte i tacchi e fa un rapido inchino)

ODETTE - (ricordandosi finalmente) Ah, sì! Come potrei essermene dimenticata. Sono molto felice di rivedervi, Generale.

SANCHEZ - Io, soy felìz. Permettete? (le consegna il grande mazzo di fiori)

ODETTE - (prendendo i fiori) Oh, Generale, perché vi siete disturbato e come sapete che io adoro i fiori?

SANCHEZ - Porchè voi siete un flor! (sorride compiaciuto e si guarda intorno, soddisfatto del suo complimento) E ho pensato anche alla señorita (le consegna il mazzo di fiori piccolo)

CARLOTTA - (delusa, cerca di non mostrare il proprio disappunto) Oh … grazie Generale.

SANCHEZ - (avvicinandosi con aria sorridente a Odette e senza curarsi di Carlotta) Oh, de nada. Es pequeño ma es più … più portatile, ecco.

CARLOTTA - (con aria galante) Anch’io adoro i fiori, lo sapete?

SANCHEZ - (seccamente a Carlotta, dopo essere giunto a fianco di Odette) Sì, però el complimiento es solamente por la señora, claro?

ODETTE - (cercando di cambiare discorso) Che bel mazzo di rose, Generale!

SANCHEZ - Naturalmente! (sforzandosi di ricordare la frase che deve dire) Son rosas por la reìna de las rosas!

ODETTE e CARLOTTA (si guardano perplesse) Ehh!

SANCHEZ - (con aria modesta) Es una batuta.

ODETTE - Siete proprio galante, sapete?

SANCHEZ - (con aria modesta) Eh, se fa quel che se puede.

ODETTE - (a Carlotta) Bene, Carlotta, se devi andare …

CARLOTTA - Io?

SANCHEZ - Non avete entendido? (fa segno con la mano di andare)

CARLOTTA - Come?

SANCHEZ - (spazientito) Señorita, andala, andala!

CARLOTTA -  Uffa! (uscendo da sinistra, a parte) Che maleducato!!

ODETTE - (va a sedersi al tavolo) Generale, accomodatevi, prego.

SANCHEZ - (con passione) Ah, Odette, io non puedo! Porchè … porchè …. (cade in ginocchio davanti a Odette e le prende le mani) … Ah, Odette!

ODETTE - (si alza e si libera; in tono di rimprovero) Attento Generale, qui entrate in un campo minato.

SANCHEZ - (alzandosi): Io non temo el periculo. Ero ministro della guerra!

ODETTE - (stupita) Voi?

SANCHEZ - (scattando sull’attenti, batte i tacchi e fa un rapido inchino) Se stesso!

ODETTE - Quale onore. Ministro della guerra.

SANCHEZ - Ess Ministro! Non lo soy più (in tono lugubre) Yo soy un condanato a muerte!

ODETTE - (spaventata) Ma cosa dite?

SANCHEZ - (malinconico) Yo soy venuto in Europa por comperar armamientos por el nostro ejercito …

ODETTE - E allora?

SANCHEZ - (malinconico) Tenevo mucho dinero che me aveva dato el mi gobierno …

ODETTE - (incominciando a spazientirsi) E allora?

SANCHEZ - (malinconico) Yo l’ho perdido a la roulette! Non tiengo fortuna al cassinò! (noncurante) Oh, ma come se dize: sfortunado al juego, fortunado en amor. E comunque yo ho bastante dinero da mèterve a disposicion!

ODETTE - (incuriosita) Ah sì?

SANCHEZ - Sì, todo el mi dinero!

ODETTE - E perché?

SANCHEZ - Porchè? (inginocchiandosi e prendendo una mano di Odette) Porchè yo ve amo, Odette!

ODETTE - (prendendo la mano di Sanchez tra le sue, in modo da far vedere l’anello) Oh, generale, come siete galante!

SANCHEZ - (sempre inginocchiato) Siempre! (osservando l’anello) Esto me fa pensar che niro al vostro dido un anello.

ODETTE - (lasciando la mano del Generale ed osservando l’anello con aria distaccata) L’anello?

SANCHEZ - (rialzandosi) Hermoso, vero?

ODETTE - (allontanandosi) Sì … non è male … un anellino …

SANCHEZ - (perplesso) Un agnellino?

ODETTE - Sì, ci sono affezionata … è un ricordo …

SANCHEZ - (perplesso) Un ricordo?

ODETTE - Di mia madre.

SANCHEZ - (stupito alza la voce) Cossa?

(Odette sorpresa per la reazione di Sanchez)

SANCHEZ - (agitato) Esto agnellino, soy yo che l’ho enviado esta mañana in un masso de flores!

ODETTE - (stupita) Voi?

SANCHEZ - Seguro!

ODETTE - (finalmente comprendendo) Siete stato voi. E il musicista, invece … che faccia tosta … Adesso vedrà, vedrà …

SANCHEZ - Che succede? Me dicevate che esto es l’agnellino de vostra madre …

ODETTE - (guardando l’anello) Ah, ma voi parlavate di questo! Io credevo che vi riferiste ad un altro! Non sapevo che dovevo ringraziare voi.

SANCHEZ - De nada. Come dite voi, es un agnellino. Anzi, se permettete, ve ofro anche el bracialeto (estrae dalla giacca un astuccio che consegna a Odette)

ODETTE - (prendendo l’astuccio) Oh, Generale, ma voi mi viziate! Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?

SANCHEZ - Nada, yo ve amo, todo achì.

ODETTE - (sospirando) Ah, Generale, perché? (con ara drammatica) Non posso accettare il vostro dono (porge l’astuccio a Sanchez)

SANCHEZ - (respingendo l’astuccio) No es posible. Tenetelo.

ODETTE - (drammatica) Non posso! (porge l’astuccio a Sanchez)

SANCHEZ - (respingendo l’astuccio) Ma porchè?

ODETTE - (abbassando la testa) Perché amo un altro! (mette l’astuccio in tasca)

SANCHEZ - Como saria a dir un otro? Un hombre?

ODETTE - (decisa) Naturalmente.

SANCHEZ - Hermoso?

ODETTE - (decisa) Certo.

SANCHEZ - E chi es esto hombre?

ODETTE - Generale! Vi dico solo che se il mio cuore fosse stato libero vi avrei preferito fra tutti.

SANCHEZ - Che dolor al corazon!

ODETTE - Che ci posso fare? Sappiate che finché mi amerà non potrò amare altri uomini.

SANCHEZ - (rincuorato) Ahh, bueno! E per quanto tiempo ve amerà?

ODETTE - (perplessa) Finché vivrà.

SANCHEZ - (soddisfatto, si sfrega le mani) Muy muy muy bien. Bien, bien, bien.

ODETTE - (spaventata) Generale, cosa intendete fare?

SANCHEZ - (rassicurante) Oh, nada, nada, nada …

EDOARDO - (fa capolino da sinistra, contraffacendo la voce) Signora, potrebbe venire un momento?

ODETTE - (disorientata, si gira e vede Edoardo) Come? Sì, arrivo. (si avvia verso sinistra)

SANCHEZ - (segue Odette e si piazza davanti a Edoardo) Señor?

EDOARDO - (avanzando da sinistra, imbarazzato) Buongiorno Signore.

ODETTE - Generale, vi presento il Signor Edoardo Rispoli … mio … mio collega.

SANCHEZ - Prego?

EDOARDO - Collega ……. Collega e basta (suono di campanello)

SANCHEZ - (sempre diffidente) E basta?

EDOARDO - Certamente.

SANCHEZ - (stringe la mano a Edoardo) Si es un cullega …

(suono del campanello e Federico va ad aprire; entrando da destra annuncia) Signora? C’è quella Signora che è venuta prima ……. Sapete, per il ricevimento di stasera … È nell’altro salotto.

ODETTE - Vado subito … (a Sanchez che stà parlando con Edoardo) … scusate un momento, Generale.

SANCHEZ - Prego

(Odette esce a destra insieme a Federico)

SANCHEZ - (dopo una pausa durante la quale si scambiano sorrisi, senza sapere cosa dire) Es mucho ambulatoria, la señora Odette.

EDOARDO - Ambulatoria, esattamente.

SANCHEZ - (avvicinandosi a Bois d’Enghien) Dunque voi cantate insieme a Odette …

EDOARDO - Certo.

SANCHEZ - Voi siete tenor vero? (soddisfatto) L’ho capito dalla vostra faccia.

EDOARDO - Dalla faccia?

SANCHEZ - Se capisse. (fa segno a Edoardo di avvicinarsi) Voi conoscete bien la señora Odette?

EDOARDO - (perplesso) Beh, sì …

SANCHEZ - Diteme … sapete chi es el suo amante?

EDOARDO - (stupito) Come?

SANCHEZ - (rassicurante) Oh, non preoccupateve, ella me ha detto che ha un amante. Me disse che es un hombre muy hermoso.

EDOARDO - (vezzoso) Beh, non dovrei essere io a dirlo!

SANCHEZ - Ma yo non vedo homini hermosi achì. Comunque. Chi es esto hombre? Voi lo conossete?

EDOARDO - (ridendo) Volete saperlo davvero?

SANCHEZ - (cominciando a ridere) Si.

EDOARDO - (continuando a ridere con maggiore intensità) Ma davvero davvero volete saperlo?

SANCHEZ - (ridendo insieme a Edoardo) seguro … porchè yo debo … (risata forte) … yo debo matarlo!

EDOARDO - (continua a ridere per qualche secondo, poi si ferma di colpo, quindi comincia a ridere forzatamente) Ah, ah, molto simpatico! Davvero, veramente carino (Sanchez continua a ridere)

ODETTE - (entra da destra: Sanchez e Edoardo smettono di ridere) Eccomi Generale. Canterò ad un ricevimento questa sera, volete venire ad ascoltarmi?

SANCHEZ - Oh, sì, con mucho gusto!

ODETTE - Bene, allora prendete l’invito (consegna un biglietto a Sanchez)

SANCHEZ - (mette il biglietto nella giacca) Muchas gracias.

ODETTE - E tu Edoardo?

EDOARDO - No, stasera non posso (a parte) Figuriamoci, ho ben altro da fare, stasera!

ODETTE - (a Sanchez) Se mi volete scusare ancora un momento … (esce a sinistra)

SANCHEZ - Prego (a Edoardo) Bueno. Me stavate dicendo como se iama el suo amante …

EDOARDO - (avvicinandosi al camino, osserva distrattamente il mazzo di fiori attribuito a Carletti) Si chiama … (gli viene un’idea) … si chiama Carlo Carletti.

SANCHEZ - (con aria indifferente) Ah, Carletti? Bueno, bueno … esto Carletti es un hombre muerto, sapete? (suono il campanello)

EDOARDO - Un uomo morto, certo (a parte) Ma questo è pazzo da legare!

FEDERICO - (esce da sinistra per andare ad aprire la porta e rientrando da destra annuncia) È tornato il Signor Carletti, Signore (esce nuovamente a destra)

EDOARDO - (a parte) Cosa?

SANCHEZ - Como avete detto?

CARLETTI - (entrando da destra, depone l’ombrello vicino all’ingresso) Oh, buongiorno, ho riportato gli arrangiamenti (si guarda intorno) Non c’è la Signora Odette?

EDOARDO - (agitato, cercando per tutta la scena di non fare avvicinare Sanchez a Carletti) No, non c’è! Quindi potete andare, grazie …… Buongiorno ….. Arrivederci! (cerca di spingere Carletti verso la porta d’uscita mentre Sanchez si avvicina lentamente)

SANCHEZ - (calmo e gentile, a Carletti) Excusse, el señor Carletti?

CARLETTI - Sì, Signore, sono io.

EDOARDO - (agitato) Sì, è lui, è lui, ma stà andando via, vedete? Stà andando (a Carletti) Vero che state andando?

CARLETTI - (perplesso) Ma io veramente non …

SANCHEZ - (senza curarsi di Edoardo, accenna un piccolo inchino verso Carletti) Yo soy encantado de conosserve.

CARLETTI - (inchinandosi a sua volta) Anch’io Signore.. Ma non capisco … a cosa debbo l’onore?

SANCHEZ - Avete una carta de vissìta?

EDOARDO - (agitato) No! Non ne ha! Vero che non ne avete, Carletti?

CARLETTI - (estraendo un biglietto dalla giacca e consegnandolo a Sanchez) Certamente, signore, con piacere. (Edoardo mostra segni di agitazione)

SANCHEZ - (prende il biglietto di Carletti e gli porge un biglietto) Muy bien. Tenete la mia.

EDOARDO - (agitato) Non importa. Lo prendo io! Date a me! (cerca di intercettare il biglietto che Sanchez porge a Carletti, senza riuscirvi)

CARLETTI - (prende il biglietto di Sanchez e legge con ammirazione) Generale Juan Alejandro Luis Francisco Sanchez De Alicante! (Edoardo si aggira per la scena in preda all’agitazione)

SANCHEZ - (scattando sull’attenti, batte i tacchi e fa un rapido inchino) Se stesso!

CARLETTI - (inchinandosi) Lietissimo, Generale.

SANCHEZ - (con noncuranza) E … diteme, señor Carletti … siete libero domani mattina?

EDOARDO - (sempre più agitato) No! È occupato, occupatissimo! Vero, Carletti, che siete molto occupato?

CARLETTI - Domani mattina? No, sono libero. Perché? (Edoardo tenta di mettersi in mezzo tra Sanchez e Carletti, che cercano di evitarlo per potersi parlare)

SANCHEZ - (cambiando tono, afferra Carletti per il bavero della giacca) Porchè yo voio la vostra cabeza!

CARLETTI - (terrorizzato) Ma … ma … cosa state dicendo? Lasciatemi!

EDOARDO - (agitato) Generale, ma sì, lasciatelo, anzi, lasciate perdere tutto, cosa ne dite?

SANCHEZ - (senza ascoltare Edoardo lascia la presa con aria feroce) Yo non amo los ostaculos. Anzi, se truevo un ostaculo lo supprimo (guarda Carletti con disprezzo).E poi non siete por nada hermoso (riprende Carletti per la giacca) Claro?

EDOARDO - (tentando di separare Sanchez da Carletti) Ma sì, claro, clarissimo. Bene, adesso che è tutto finito, perché non ci beviamo …

CARLETTI - (gridando terrorizzato) Ma lasciatemi! Che cosa vi ho fatto?

ODETTE - (entrando da sinistra) Ma cosa stà succedendo? (Sanchez, vedendo Odette lascia Carletti)

CARLETTI - Oh, Signora!

ODETTE - (furente) Ah, voi! Che faccia tosta! Fuori di qui! Immediatamente!

CARLETTI - (sconvolto) Ma Signora, non capisco … sono venuto per gli arrangiamenti …

ODETTE - (furente) Vi ho già detto che sono stupidi, quindi fuori! Fuori ….. avete capito?

CARLETTI - Stupidi? Ma mi avevate detto che …

SANCHEZ - (senza sapere di che cosa si stia parlando) Sono stupidi, Carletti, stupidi! Comprendido? Fuori! Andala! Via!

CARLETTI - Ma non capisco … ero venuto per …

ODETTE - Uscite immediatamente!

SANCHEZ - (rincorrendolo) Via de qui! Via!

EDOARDO - (agitato, spinge Carletti verso l’uscita) Insomma, non lo capite? Andatevene via!

CARLETTI - (uscendo di corsa verso destra, dimentica nuovamente l’ombrello) Ma qui sono tutti matti! (Sanchez si avvicina a Odette, mentre Edoardo si appoggia al camino, esausto)

SANCHEZ - (raggiante) Gracias, Odette, gracias! So che lo avete fatto por mi.

ODETTE - (disorientata) Ma che cosa?

SANCHEZ - Avete cacciato quel Carletti.

ODETTE - (irritata) State tranquillo, non tornerà più. Non lo voglio più vedere!

SANCHEZ - (contentissimo, prende le mani di Odette e le bacia) Oh, come soy feliz de sentirvelo dire. Gracias Odette! (Carletti entra da destra cercando di non farsi notare, per recuperare l’ombrello; urta contro una sedia e tutti si accorgono della sua presenza)

ODETTE, EDOARDO e SANCHEZ - Carletti! Carletti!

CARLETTI - (con voce tremante) Scusate, ho dimenticato l’ombrello (afferra rapidamente l’ombrello e fugge verso l’uscita)

ODETTE, EDOARDO e SANCHEZ - (inseguendo Carletti escono correndo a destra) Fuori! Fuori! Via!

SIPARIO

Atto Secondo

Stanza di servizio in casa Montimar. Due entrate a destra: una comune da fuori, ed una per il salone dei ricevimenti. Una entrata a sinistra che porta verso gli altri locali della casa. Il grande passaggio a sinistra del primo atto è parzialmente chiuso verso sinistra da un armadio ed è agibile solo nella metà destra, arricchita da un tendaggio. A destra: un grande paravento e una o due sedie; a sinistra: mobile da toeletta su cui sono disposti diversi oggetti (flaconi di profumi, creme, pettini, spazzole), un vaso con fiori e spighe e un campanello, una o due sedie e una poltrona; in scena suppellettili varie, tendaggi, quadri.

Tempo: la sera dello stesso giorno del primo atto.

CRISTINA - (mentre aiuta Virginia, seduta alla toeletta a sistemare il vestito) Ecco, così va meglio, non vi sembra?

VIRGINIA - (aggiustando delle pieghe) Sì, adesso ci siamo. Uffa, che sofferenza!

CRISTINA - (andando dietro Virginia, stringe l’abito) Aspettate un momento … (dà ancora uno strattone a Virginia) … bene, adesso mi sembra proprio a posto.

VIRGINIA - (allontanandosi) Finalmente, non ne potevo più!

SIGNORA MONTIMAR - (entrando da destra) Allora Virginia, sei pronta?

VIRGINIA - Spero di sì. Cristina non è mai soddisfatta!

CRISTINA - Una festa di fidanzamento non si organizza tutti i giorni, non vi pare signorina?

SIGNORA MONTIMAR - Hai ragione, Cristina. A proposito, è a posto con il buffet?

CRISTINA - Credo di sì, ma sarà meglio che dia un ultimo controllo. Scusatemi (esce a destra)

SIGNORA MONTIMAR - (accostandosi alla figlia e prendendola per le spalle) Allora Virginia, sei pronta per il grande momento?

VIRGINIA - Eh, non sarà certo la fine del modo!

SIGNORA MONTIMAR - (tenendo la figlia per le spalle; nel corso della scena Virginia finirà di truccarsi e vestirsi) Ma come, non sei contenta di diventare la moglie del Signor Edoardo Rispoli?

VIRGINIA - (con indifferenza) Per me fa lo stesso!

SIGNORA MONTIMAR - (stupita) Come, fa lo stesso!?

VIRGINIA - Ma sì, in fondo lui diventa solo mio marito.

SIGNORA MONTIMAR - (stupita) Ma … ma … mi sembra che basti.

VIRGINIA - Se ci pensi, cosa cambia? Da piccola hai la balia, da ragazza l’istitutrice e da adulta il marito. Tutto qui.

SIGNORA MONTIMAR - Tutto qui?

VIRGINIA - Ma sì. Il marito è una specie di dama di compagnia, maschio. Ecco tutto.

SIGNORA MONTIMAR - Ah, questa, poi! E la maternità … e tutto il resto dove li metti?

VIRGINIA - Cosa c’entra il marito con la maternità?

SIGNORA MONTIMAR - Cosa c’entra?!

VIRGINIA - Ma sì, ci sono donne, senza marito, che hanno figli e donne, con marito, che non ne hanno. Quindi, cosa c’entra il marito con la maternità?

SIGNORA MONTIMAR - (apre la bocca per rispondere, ma non riesce a trovare le parole; si sposta verso destra) Ma … ma … Che cosa non ti va del Signor Rispoli? Tanto per cominciare è un bell’uomo.

VIRGINIA - (indifferente) Oh, per fare da marito uno vale l’altro …

SIGNORA MONTIMAR - Non direi. Nel marito una donna deve cercare il proprio complemento ideale … quanto meno per evitare di cercarlo dopo, mi spiego?

VIRGINIA - (finisce di truccarsi e di vestirsi e si avvicina alla mamma) Sì, ma vedi, il mio ideale di marito è un uomo che in realtà non mi lasceresti sposare.

SIGNORA MONTIMAR - (stupita) Ma cosa dici?

VIRGINIA - Ecco … io avrei voluto un uomo molto in vista, per esempio …

SIGNORA MONTIMAR - Un artista?

VIRGINIA - No, un mascalzone.

SIGNORA MONTIMAR - (sbalordita) Cosa hai detto?

VIRGINIA - Sì, uno a cui le donne corrono dietro, un bugiardo, uno poco affidabile.

SIGNORA MONTIMAR - Ma come potrebbe piacerti un disgraziato così?

VIRGINIA - Ma è semplice. È la legge della domanda e dell’offerta.

SIGNORA MONTIMAR - (faticando a capire) Domanda? Che domanda?

VIRGINIA - Uno così lo vogliono in tante. Sapessi quante mie amiche vorrebbero finire tra le braccia di un Don Giovanni, magari solo per pochi giorni! Invece io vorrei sposarlo e poi dire loro: “Lo volevate? E invece no. Adesso è mio, soltanto mio”. Capisci mamma?

SIGNORA MONTIMAR - Beh, intanto è da vedere, figlia mia, se fosse soltanto tuo. E poi mi lasci senza parole. Ma cosa ho insegnato alla mia piccola fino adesso?

VIRGINIA - (abbracciandola) Mamma, sei troppo giovane per capire!

SIGNORA MONTIMAR - (ridendo) Ah, se lo dici tu!

VIRGINIA - Ecco, vedi, Edoardo è un uomo gentilissimo, educato, sempre serio, ma … non fa colpo! Si vede subito che non è un Don Giovanni, che non ha mai avuto altre donne. Insomma, per dire, sono sicura che nessuna donna si è mai uccisa per lui.

SIGNORA MONTIMAR - Ma scusa, tu vorresti che una donna … (viene interrotta dall’ingresso di Cristina da destra)

CRISTINA - (entrando da destra) Signora, è arrivato il Signor Rispoli.

SIGNORA MONTIMAR - Fallo passare Cristina.

CRISTINA - Sì, Signora. Il buffet è pronto, è tutto pronto (esce a destra, mentre la Signora Montimar  aggiusta i capelli alla figlia)

EDOARDO - (entrando da destra, con aria allegra e un mazzo di fiori) Buongiorno cara Signora, buongiorno Virginia.

SIGNORA MONTIMAR - Buon giorno caro Edoardo, come state?

VIRGINIA - Ciao caro, che bel mazzo di fiori!

EDOARDO - Per te cara, mai abbastanza!

SIGNORA MONTIMAR - (con aria di finto rimprovero) Ma Edoardo, non avete ancora baciato la vostra fidanzata! (Edoardo, bacia Virginia sulle guance mentre la Signora Montimar si avvicina; quando Edoardo ha finito di baciare Virginia si trova faccia a faccia con la suocera) E la suocera non la baciamo?

EDOARDO - (cambiando espressione) Come no! Ecco. (bacia rapidamente la Signora Montimar poi, a parte, con una smorfia) La gallina dopo il dolce!

SIGNORA MONTIMAR - (con aria tenera) La farete felice, vero Edoardo?

EDOARDO - Chi?

SIGNORA MONTIMAR - Come: chi? Ma mia figlia!

EDOARDO - (imbarazzato) Certo, certo …

VIRGINIA - E se così non fosse, c’è sempre il divorzio, non ti pare?

EDOARDO - (perplesso) Ah, perché, hai già previsto che …

VIRGINIA - Ma no, sciocco. Dico solo che preferirei essere divorziata che vedova.

EDOARDO - (sollevato) Anch’io, a dire il vero.

SIGNORA MONTIMAR - (avvicinandosi e prendendo da una parte la figlia e dall’altro Edoardo) E comunque sono estremi a cui non arriverete mai, sono sicura. Edoardo è così serio e a posto …

VIRGINIA - (sospirando delusa) Oh sì.

SIGNORA MONTIMAR - Certo, anche lui, come tutti gli uomini, avrà avuto i suoi peccatucci di gioventù …

EDOARDO - (categorico) Mai!

SIGNORA MONTIMAR - (sottovoce a Edoardo) Come, neppure un’amicuccia?

EDOARDO - Io? Per carità! Spesso vedevo i ragazzi della mia età fare la corte alle ragazze e dicevo loro: Ma insomma, che cosa ci trovate di divertente?

VIRGINIA - (con commiserazione, a parte) Oh!!!!

EDOARDO - (con voce commossa) Io ho amato solo una donna.

VIRGINIA e SIGNORA MONTIMAR - Ah! (pronunciano la stessa battuta in modo differente: Virginia come se dicesse “Non è possibile!”, la mamma con tono soddisfatto, come se dicesse “Lo immaginavo”)

EDOARDO - (con voce solenne) Mia madre! (Virginia, che si era avvicinata speranzosa, si allontana delusa)

SIGNORA MONTIMAR - (commossa) Bravo! Edoardo, siete una perla!

VIRGINIA - (a parte) Ma è anche peggio di quanto pensassi!

EDOARDO - (a parte) Forse ho un pò esagerato, speriamo in bene …

CRISTINA - (entrando da destra) Signora, è già arrivato un ospite.

SIGNORA MONTIMAR - Di già? Chi è?

CRISTINA - Il Signor Giorgio Belli, il giornalista.

EDOARDO - (sobbalzando) Belli!

SIGNORA MONTIMAR - (sorpresa) Che c’è? Lo conoscete?

EDOARDO - Io? No, naturalmente! No!

SIGNORA MONTIMAR - Mi era sembrato (a Cristina) Dite a Belli che tanto è di casa e di venire di qua; non credo si formalizzerà di certo.

EDOARDO - Come: qui con noi!

SIGNORA MONTIMAR - Perché no? È un vecchio amico. (a Cristina) Andate e fatelo entrare.

CRISTINA - Sì signora (esce a destra)

EDOARDO - (a parte, agitato) Ci mancava solo il giornalista. E adesso come faccio.

CRISTINA - (rientrando da destra seguita da Belli) Ecco, venite Signor Belli (fa entrare Belli poi esce a sinistra)

GIORGIO - (baciando entrambe le mani che la Signora Montimar gli porge) Cara Eleonora! Buona sera Virginia.

SIGNORA MONTIMAR - Caro Giorgio.

VIRGINIA - (accennando un piccolo inchino) Signor Belli.

EDOARDO - (precipitandosi verso Giorgio in modo da frapporsi tra lui e la Signora Montimar, con aria gioviale) Ah, carissimo Belli, che bella sorpresa! Come state, eh? Come state? (lo trascina lontano dalla Signora Montimar e da Virginia, che lo guardano perplesse)

GIORGIO - (sorpreso) Ma … ma … voi qui?

EDOARDO - (sempre gioviale) Ma certo sono io in persona! (a Giorgio, in disparte) Zitto! State zitto, mi raccomando! (forte, con aria gioviale) Ah, il caro Belli è qui anche lui! (gli batte una mano sulla spalla, più volte) Bravo! Bravo!

SIGNORA MONTIMAR - (perplessa) Ma allora vi conoscete?

EDOARDO - Perbacco! Certo che lo conosco.

SIGNORA MONTIMAR - Ma non avete appena detto che …

EDOARDO - (interrompendola) Perché non sapevo che parlavate di lui. Per me di Belli ce n’è uno solo, il caro Giorgio (gli mette una mano sulla spalla)

BELLI - Veramente …

EDOARDO - (senza scomporsi) Il caro Giorgio, appunto. (a Belli) Bravo! Bravo!

GIORGIO - (confuso) Eh, già … certo … pensate Eleonora … che oggi abbiamo pranzato insieme.

EDOARDO - (cominciando ad agitarsi) Ehm, sì … me ne ero già dimenticato …

VIRGINIA - Interessante. E dove avete pranzato?

EDOARDO - Dove abbiamo pranzato? Beh … lì … da … come si chiama?

GIORGIO - Ma dalla cantante!

EDOARDO - (a parte) Ma è un imbecille!

SIGNORA MONTIMAR - Dalla cantante?

VIRGINIA - Quale cantante?

EDOARDO - (precipitosamente, per evitare che Giorgio parli) È un ristorante. Il ristorante “Dalla cantante” (rivolto a Virginia e alla madre, ridendo in tono forzato) Ma come, non conoscete il ristorante “Dalla cantante”?

VIRGINIA - Veramente no.

GIORGIO - Nemmeno io, a dire il vero.

EDOARDO - (sempre in tono forzatamente allegro, prende Giorgio per le spalle e lo allontana dalle due donne) Il caro Belli che non si ricorda del ristorante “Dalla cantante” (in disparte, cambiando tono) Ma volete stare zitto per favore? State zitto!!!!

SIGNORA MONTIMAR - (gioviale) E dove si trova?

EDOARDO - Dove si trova? (ridendo per prendere tempo) Mi chiedete dove si trova questo ristorante.

VIRGINIA - Appunto.

EDOARDO - Beh, è un po’ lontano.

SIGNORA MONTIMAR - Non importa. Dite pure caro Edoardo.

EDOARDO - Dunque … sapete dov’è Strada Maggiore?

VIRGINIA e la SIGNORA MONTIMAR - Sì.

EDOARDO - Perfetto. Allora voi vi mettete in modo da avere Piazza di Porta Ravegnana alle vostre spalle e Strada Maggiore di fronte a voi, chiaro?

VIRGINIA e la SIGNORA MONTIMAR - Chiaro.

EDOARDO - Così proseguite fino in Piazza Aldrovandi che avrete alla vostra sinistra … (indica con il braccio) … mentre Via Guerrazzi la trovate alla vostra destra … (indica con il braccio) … D’accordo?

VIRGINIA e la SIGNORA MONTIMAR - D’accordo.

EDOARDO - Adesso vi girate … (si gira) … in modo da avere la Chiesa dei Servi alle spalle, Via Guerrazzi a sinistra … (indica con il braccio) … e Via Begatto a destra … (indica con il braccio) … ci siamo?

SIGNORA MONTIMAR - Ma scusate, Edoardo, non sarebbe stato meglio cominciare subito così?

EDOARDO - (in panico) Eh? Beh, sì … forse.

VIRGINIA - (spazientita) Beh, comunque, lasciamo perdere.

EDOARDO - Appunto! Ma sì. È inutile continuare, no?

SIGNORA MONTIMAR - Ma sì, ma sì. In tutta questa faccenda l’unica cosa chiara è che vi conoscete già … (a Giorgio) … e quindi, caro Giorgio, non ho bisogno di presentarvi il futuro fidanzato di mia figliaVirginia.

GIORGIO - Chi? Chi è il fidanzato di Virginia?

SIGNORA MONTIMAR - Come chi è? E’ lui, il Signor Rispoli.

GIORGIO - (confuso) Come? (a parte) Accidenti, ecco perché tutta questa storia del ristorante! (avvicinandosi a Edoardo) Ah, lo dicevo io che il fidanzato aveva un nome simile al vostro!

EDOARDO - (snza farsi notare da Virginia e dalla madre torce un orecchio a Giorgio) Ma state zitto una buona volta! State zitto!

GIORGIO - (gridando si allontana da Edoardo) Ahi, ahi!

SIGNORA MONTIMAR e VIRGINIA (accorrendo) Ma che succede? Vi siete fatto male? Sedetevi qui. (lo portano verso la poltrona)

EDOARDO - (sovrastando con la voce la Signora Montimar e della figlia) Che cosa avete? Vi siete fatto male? Presto sedetevi! Portate dell’acqua!

VIRGINIA - Vi sentite meglio, Signor Belli?

GIORGIO - (in poltrona, con voce debole, alla Signora Montimar) Sto bene, grazie.

VIRGINIA - (a Edoardo) Ma cosa vi è venuto in mente di …

EDOARDO - (lanciando un’occhiataccia a Giorgio e facendo segno di volergli torcere ancora l’orecchio) State zitto, vi dico!

CRISTINA - (entrando da destra con un biglietto d visita in mano) Signora, è arrivata … sapete chi … (guarda con aria d’intesa la Signora Montimar le porge il biglietto) … ecco il suo biglietto.

SIGNORA MONTIMAR - (prendendo il biglietto, soddisfatta) Benissimo, è già arrivata. Dov’è?

CRISTINA - Di là nel salottino. Insieme a lei ci sono la sua cameriera e un signore.

SIGNORA MONTIMAR - Andiamo Cristina (rivolta agli altri) Scusatemi un momento. (si avvia con Cristina a destra)

EDOARDO - Cosa c’è?

SIGNORA MONTIMAR (ridendo) Oh, niente, una piccola sorpresa per gli ospiti.

GIORGIO - Davvero?

EDOARDO - Suvvia, a noi potete dirlo!

SIGNORA MONTIMAR - Vedrete; sarà proprio una bella sorpresa. Vi divertirete. Vieni Virginia.

VIRGINIA - Sì mamma (escono insieme a destra Virginia, la mamma e Cristina)

EDOARDO - (attende che siano uscite e poi piomba su Giorgio, che stà tentando di rialzarsi dalla poltrona) Disgraziato! Non vi siete accorto del disastro che stavate per combinare poco fa?

GIORGIO - (alzandosi dalla poltrona) Scusatemi, l’ho capito solo dopo! Come potevo immaginare che il fidanzato di Virginia fosse l’amante di Odette!

EDOARDO - (alzando le spalle) Intanto, con Odette è tutto finito da quindici giorni.

GIORGIO - Ma come? Oggi eravate lì da lei!

EDOARDO - (irritato) Oggi … oggi ... cosa vuol dire: oggi! Ero lì di passaggio, per prendere commiato, siamo persone civili, no?

GIORGIO - Sì, non ne dubito …

EDOARDO - (avvicinandosi minaccioso all’orecchio di Giorgio) Comunque, mi raccomando! Se vedete Odette non una parola, dico: non una parola, sul mio matrimonio. Chiaro?

GIORGIO - (spaventato) Intesi, intesi. (si avvia verso destra)

EDOARDO - Bene, così vedremo la sua sorpresa (si allontana indifferente verso sinistra)

GIORGIO - (esce a destra poi rientra subito sbalordito) Cosa? Non è possibile! (esce di nuovo a destra; voce fuori scena della Signora Montimar) Ah, carissima, ma siete proprio voi!

ODETTE - (voce fuori scena da destra) Oh, carissimo Belli, che piacere!

EDOARDO - (sentendo la voce di Odette sobbalza, si gira, dà una rapida occhiata verso destra): Ma chi è? Misericordia! (comincia ad agitarsi) Odette qui! E adesso? (si guarda intorno senza sapere che fare, va verso sinistra) No, qui mi vedono (va verso destra) Accidenti, no, qui c’è il salone. Che faccio?(si ferma davanti all’armadio, lo apre e si nasconde dentro)

GIORGIO - (preoccupato, fingendo disinvoltura, entra da destra con la Signora Montimar) Eleonora, questa sì che è una sorpresa!

SIGNORA MONTIMAR - Vero, caro Giorgio? (voltandosi verso destra) Prego Signorina Giannetti, se vi volete accomodare qui …

GIORGIO - (agitato, bloccando l’ingresso da destra): No! Qui no, meglio di no!

SIGNORA MONTIMAR - (mentre Odette, Carlotta e Gaetano si affacciano da destra) Perché?

GIORGIO - (guardandosi intorno e non vedendo più Edoardo) Perché … perché … ma no, era uno scherzo, entrate pure!

SIGNORA MONTIMAR - Ah, ecco, volevo ben dire (Odette, Carlotta e Gaetano entrano da destra) Bene, signorina, spero che questa stanza vada bene come camerino.

ODETTE - (guardandosi intorno) Certamente, andrà benissimo.

SIGNORA MONTIMAR - Bene, la vostra cameriera potrà posare qui i vestiti (indica il tavolo da toeletta a Carlotta, che vi depone a fianco una grande valigia)

ODETTE - Permettete che vi presenti il Signor Gaetano De Caroli che mi accompagnerà al pianoforte e che organizza tutte le mie serate.

SIGNORA MONTIMAR - (a Gaetano che si inchina a baciarle la mano) Lietissima.

CARLOTTA - (a parte) Non c’è pericolo che mi presenti! Così tutti pensano che sia la sua cameriera.

ODETTE - Spero di non arrecare troppo disturbo.

SIGNORA MONTIMAR - Affatto, credetemi. (si muove per la scena indicando i vari oggetti) Ecco qui troverete tutto il necessario per la toeletta … c’è anche un armadio dove potete appendere i vostri abiti … se avete bisogno di qualcosa, suonate pure questo campanello (suona il campanello) … e anche la vostra cameriere potrà … (indicando Carlotta)

CARLOTTA - (seccata) Cameriera? Quale cameriera?

SIGNORA MONTIMAR - Ma … non siete la cameriera della Signorina Giannetti?

CARLOTTA - Niente affatto. Sono sua sorella.

SIGNORA MONTIMAR - Oh, scusatemi. Mi dispiace davvero dell’errore.

CARLOTTA - Non fa niente (si allontana verso destra; a parte) Cameriera!

SIGNORA MONTIMAR - (a Odette, indicando verso sinistra) Bene, se ora volete venire nel salone per vedere se il palco ed il pianoforte sono a posto …

ODETTE - Solitamente ci pensa il Signor De Caroli (a De Caroli) Gaetano, puoi controllare tu, per cortesia?

GAETANO - Certamente. (alla Signora Montimar) Se la Signora vuole farmi strada …

SIGNORA MONTIMAR - (avviandosi a destra) Vi accompagno (a Belli) Venite anche voi, Giorgio?

GIORGIO - Eccomi.

SIGNORA MONTIMAR - Andiamo Virginia. Ma dov’è finito il tuo fidanzato?

VIRGINIA - Non lo so, sarà già nel salone (escono a destra insieme alla Signora Montimar sua figlia, Giorgio e Gaetano)

CARLOTTA - (avviandosi ad aprire la valigia e ad estrarne il contenuto) La tua cameriera! Mi ha preso per la tua cameriera!

ODETTE - Non hai scritto in faccia che sei mia sorella.

CARLOTTA - Sì, ma tu ti diverti quando possono umiliarmi.

ODETTE - Andiamo, smettila e aiutami a tirare fuori i vestiti, così non si rovinano; anzi li appendiamo nell’armadio.

CARLOTTA - Lo vedi? Anche tu mi tratti come una cameriera (prende un vestito e cerca di aprire l’armadio) Ma cosa diavolo ha quest’armadio? Non si apre.

ODETTE - Nemmeno questo riesci a fare. Sarà chiuso a chiave. Girala, no?

CARLOTTA - L’ho girata e non si apre!

ODETTE - (si avvicina all’armadio) Spostati (tenta di aprire l’armadio senza riuscirvi) È vero, non si apre.

CARLOTTA - Cosa ti avevo detto? Visto?

ODETTE - Strano, sembra che faccia resistenza dall’interno. Dai, proviamo insieme.

ODETTE e CARLOTTA - Uno, due, tre … via! (aprono a forza la porta dell’armadio e Edoardo esce quasi cadendo loro addosso; grida e confusione) Ah! Un uomo! Un ladro!

EDOARDO - (con finta calma) Eccomi qua.

ODETTE - Edoardo!

CARLOTTA - Rispoli!

ODETTE - (spaventata e confusa) Ma … che cosa ci facevi lì dentro?

EDOARDO - Io? Non lo vedi? Vi stavo aspettando.

ODETTE - Nell’armadio?!

EDOARDO - (minimizzando) Ma sì. Nell’armadio, nella vita uno ogni tanto ha bisogno di restare da solo .. a pensare …

CARLOTTA - Nell’armadio? Ci avete fatto prendere un bello spavento!

EDOARDO - (ridendo forzatamente) Vi ho spaventato? Bene, vuol dire che lo scherzo è riuscito.

CARLOTTA - Uno scherzo cretino, vi dico!

EDOARDO - Sapete, ho pensato … arrivano, allora mi metto nell’armadio … e mi faccio trovare dentro …

CARLOTTA - Soprattutto intelligente!

EDOARDO - Bene, sono contento che vi sia piaciuto (a parte) Speriamo che non arrivino gli altri.

GAETANO - (entrando dal salone) Bene, Odette, di là è tutto a posto … (scorge Edoardo) … Oh, Edoardo!

EDOARDO - Gaetano

GAETANO - (perplesso) Ma come, voi qui?

EDOARDO - (cercando di assumere un’aria disinvolta) Ma sì, certo. Perché no?

ODETTE - (a Gaetano) Sai dove l’ho trovato? Nell’armadio!

GAETANO - Nell’armadio?

EDOARDO - (senza convinzione) Sì … Ogni tanto uno ha bisogno di solitudine …

GAETANO - (a parte) Ma è proprio diventato matto!

ODETTE - (a Carlotta porgendole un vestito) Carlotta, va di là e vedi di farti stirare questo vestito.

CARLOTTA - (prendendo seccata il vestito) Sì signora (a parte) Una cameriera, ecco cosa mi considera. Una cameriera (esce brontolando a destra)

ODETTE - (continuando a sistemare la roba) Quindi tu conosci i Montimar.

EDOARDO - Da tempo. Conosco la madre da quando era bambina!

ODETTE e GAETANO - Come?

EDOARDO - Cioè … lei mi conosce da quando ero bambino (con aria decisa) Adesso però tu mi farai il piacere di non cantare in questa casa. Intesi?

ODETTE - (sbalordita) E perché mai?

EDOARDO - (non sapendo cosa dire) Perché? Perché? Perché di là … (indica verso sinistra) … ci sono troppe correnti d’aria.

ODETTE - Ma dove?

EDOARDO - Come: dove? Di là, nel salone.

ODETTE - Nel salone? Hai sentito Gaetano? Se ci sono correnti d’aria non canto! Vado subito a dirlo alla Signora Montimar (si avvia a destra)

EDOARDO - (ferma Odette) Ferma! Dove vai? Brava, se vai a dirglielo scoprirà che sono stato io a dirtelo, non ti pare?

ODETTE - Ma non farò il tuo nome, stai tranquillo. (guardando a destra) Ah, eccola che sta tornando (Edoardo fugge precipitosamente a sinistra) Adesso le dico … (si gira e vede che Edoardo è scomparso; rivolta a Gaetano) Ma dove si è cacciato?

GAETANO - (allargando le braccia con aria desolata) E’ scappato di là …

ODETTE - Mi sembra diventato matto!

SIGNORA MONTIMAR - (entrando da destra) Vorrei proprio sapere dove è andato a finire il fidanzato di Virginia …

ODETTE - Signora, speravo proprio di vedervi. Temo che nel salone ci siano delle correnti d’aria.

SIGNORA MONTIMAR - (perplessa) Correnti d’aria?

ODETTE - È chiaro che non posso cantare se ci sono correnti d’aria nella sala.

SIGNORA MONTIMAR - Avete ragione … ma non capisco … venite voi stessa a controllare …

ODETTE - Andiamo. Perché, capite bene, a queste condizioni io non posso cantare … (esce verso il salone con la Signora Montimar, mentre Gaetano va a sedersi a destra)

EDOARDO - (spuntando da sinistra) Se ne sono andate?

GAETANO - (di soprassalto) Ma che sta succedendo?

EDOARDO - Cosa stà succedendo! Stà per crollarmi addosso il mondo, ecco quello che stà succedendo. Odette è qui, per cantare alla festa del mio fidanzamento con la figlia della Signora Montimar e stà per arrivare anche il notaio per la firma del contratto di matrimonio!

GAETANO - (alzandosi) Un bel pasticcio!

EDOARDO - Dovete cercare di portare via Odette, in qualunque modo.

GAETANO - Ma come?

EDOARDO - Non lo so, ma bisogna farlo.

GAETANO - Ci proverò, ma non so se … (si sentono le voci della Signora Montimar e di Odette da destra)

EDOARDO - (agitato) Devo sparire! (corre verso l’uscita e si scontra con Virginia che stà entrando) Ah! Sei tu?

VIRGINIA - Dove ti eri cacciato? È mezz’ora che ti cerco.

EDOARDO - Anch’io ti stavo cercando. Bene, adesso possiamo cercare insieme.

VIRGINIA - Cercare cosa? Ormai ci siamo trovati.

EDOARDO - (a parte) Non so più quello che dico!

VIRGINIA - (a parte) Ma è diventato scemo?

GAETANO - (che nel frattempo era a destra per spiare l’arrivo di Odette e della Signora Montimar) Eccole, arrivano!

SIGNORA MONTIMAR - (entrando da destra,porta del salone, seguita da Odette) Ecco, vedete che non c’è nulla da temere?

ODETTE - E’ vero. Non ci sono correnti d’aria.

SIGNORA MONTIMAR - (vedendo Edoardo) Ah, Edoardo, finalmente! (a Odette) Signorina, permettete che vi presenti … (nel frattempo Edoardo ha cercato di allontanarsi il più possibile, mettendosi le mani sulla testa come per parare il colpo)

GAETANO - (interrompendo ad alta voce la Signora Montimar) No, non è il caso! Si conoscono! Si conoscono! Non c’è bisogno di presentazioni!

ODETTE, VIRGINIA e SIGNORA MONTIMAR - (stupite) Come?

GAETANO - (afferrando un braccio di Odette e portandola verso sinistra) Vieni, vieni con me! A cercare le correnti d’aria. Vieni!

ODETTE - (cercando di resistere) Ma insomma!

GAETANO - Vieni con me, ti dico! (esce di corsa a destra trascinando per un braccio Odette, mentre Edoardo tira un sospiro di sollievo)

SIGNORA MONTIMAR - (stupita) Ma cosa sta succedendo? Perché la trascina via così?

EDOARDO - (con aria di rimprovero) Perché? Perché stavate facendo una gaffe enorme. Ecco perché!

SIGNORA MONTIMAR - Una gaffe?

VIRGINIA - Ma quale?

EDOARDO - (sempre con aria di rimprovero) Voi stavate per presentarmi come “il Signor Rispoli, il fidanzato di vostra figlia”, o “mio futuro genero” o qualcosa di simile, vero?

SIGNORA MONTIMAR - Certo …

EDOARDO - E proprio questo non si doveva fare. Per fortuna quel signore là … (indica verso destra) … mi aveva messo in guardia … per questo l’ha trascinata via così ( si avvicina a Virginia e alla madre, con aria misteriosa) Mi ha confidato che non bisogna mai … dico mai … pronunciare la parola fidanzato o genero o cose simili in presenza di Odette Giannetti!

SIGNORA MONTIMAR - E perché?

EDOARDO - (sempre con aria misteriosa) Perché pare che la poveretta una volta abbia avuto un amore infelice!

SIGNORA MONTIMAR - No!

VIRGINIA - Interessante!

EDOARDO - (lancia un’occhiataccia a Virginia e prosegue in tono lamentoso) Anni fa conobbe un giovane bello e sfortunato che lei doveva sposare. Purtroppo il giovane era un debole e un giorno …

SIGNORA MONTIMAR e VIRGINIA - (prese dal racconto) Un giorno?

EDOARDO - Un giorno ha ceduto!

SIGNORA MONTIMAR - Ha ceduto? A che cosa?

EDOARDO - (in tono tragico) Alle insidie di una vecchia e ricca Signora americana che l’ha portato con sé a San Francisco.

SIGNORA MONTIMAR e VIRGINIA - (desolate) Ohh!

EDOARDO - E così il matrimonio in fumo! Odette Giannetti non si è più ripresa. E da allora basta pronunciare in sua presenza una di quelle parole e subito … svenimenti, crisi di nervi, pianti ….

SIGNORA MONTIMAR - Avete fatto bene a dirmelo!

VIRGINIA - Che bello, un romanzo d’amore così carino!

EDOARDO - Virginia, che dolore! Per fortuna quel signore mi ha avvertito (si avvia verso destra per vedere se Odette stà rientrando)

VIRGINIA - Bene, adesso lo sappiamo e staremo attente a non … (si sentono le voci di Odette, Giorgio e Gaetano fuori scena a destra)

EDOARDO - (agitandosi, afferra Virginia e la Signora Montimar) Presto, venite con me! Presto!

SIGNORA MONTIMAR e VIRGINIA - (stupite) Ma dove? Cosa? Come? Perché?

EDOARDO - (trascinandole verso sinistra) Venite, vi dico, ho ancora una cosa da dirvi. Andiamo, andiamo! Presto! (esce a sinistra con le due donne)

ODETTE - (irritata, entrando dal salone con Gaetano) Insomma, Gaetano, non capisco perché tu abbia voluto trascinarmi ancora di là. Hai visto che non ci sono correnti d’aria?

GAETANO - (contrito) Hai ragione … però … mi pareva che ci fossero (a parte) Anche la figura di cretino mi tocca fare!

ODETTE - (sedendosi alla toeletta) Va bene, non ne parliamo più. Sarà meglio che cominci a truccarmi.

GIORGIO - (entrando da sinistra) Scusate, visto che non è ancora arrivato nessuno, vi dispiace se sto qui con voi?

ODETTE - (cominciando a truccarsi) Ma no, sedetevi, vi prego.

GIORGIO - (sedendosi a sinistra) Grazie (momento di silenzio durante il quale Odette continua a truccarsi e Gaetano evita deliberatamente di parlare; Giorgio osserva i due e prosegue con imbarazzo) Proprio non capisco cosa stia succedendo a Edoar …

CRISTINA (entrando da destra) Chiedo scusa signorina. C’è di là un signore che cerca di voi …

ODETTE - Di me?

CRISTINA - Ho visto che la vostra cameriera è impegnata a stirare un vestito e allora mi sono permessa di …

ODETTE - Non è la mia cameriera, è mia sorella.

CRISTINA - Oh, scusatemi, Signorina. Non volevo …

ODETTE - Non fateci caso. È abituata … chi è quel Signore che cerca di me?

CRISTINA - È il Generale Sanchez.

ODETTE - Ma è in anticipo. Fatelo entrare.

CRISTINA - Sì Signorina (esce a destra)

GAETANO - Sanchez? Ma chi l’ha invitato?

ODETTE - Sono stata io …

GIORGIO - (alzandosi) Il Generale Sanchez?

GAETANO - Sì, un ammiratore di Odette, un generale …

GIORGIO - Così adesso che il posto si libera …

ODETTE - (avvicinandosi a Giorgio) Come?

CRISTINA (entrando da  seguita da Sanchez che regge un mazzo di fiori) Il Generale Sanchez (entra da destra)

ODETTE - Oh, carissimo Generale!

SANCHEZ - (prende una mano di Odette e la bacia) Excusateme tanto Odette. Yo soy en retardo. Soy emperdonable!

ODETTE - Ma no, che dite? Non siete affatto in ritardo, anzi! Conoscete già il Signor De Caroli (Sanchez e De Caroli si stringono la mano) Permettetemi di presentarvi il signor Belli, giornalista del Carlino.

GIORGIO - (stringendo la mano a Sanchez) Signore …

SANCHEZ - (accennando un inchino) Encantado (a Odette, porgendo il mazzo di fiori) Permetteteme de ofrirve …

ODETTE - (interrompendolo prende i fiori) Altre rose? Ma come siete originale!

SANCHEZ - Gracias! (sforzandosi di ricordare la frase che deve dire) Son rosas por la reìna de las rosas! (sfilando un astuccio dal mazzo di fiori) E visto che avete gustato l’agnellino … (estrae una collana dall’astuccio e la porge a Odette) … esto es el complemento.

ODETTE - (prendendo la collana) Oh, Generale! (mostra la collana a Giorgio e a Gaetano; commenti ed espressioni di meraviglia, atteggiamento compiaciuto di Sanchez: Gaetano aiuta Odette ad agganciare la collana)

SIGNORA MONTIMAR - (entrando da sinistra) Ma è incredibile! Ci fa salire tre piani di corsa, ci porta in soffitta e ci dice “Non avete notato che la casa è senza parafulmine?” (poi si ferma, vedendo Sanchez)

SANCHEZ - (inchinandosi) Señora …

ODETTE - Signora Montimar, permettete di presentarvi il Generale Sanchez che ho invitato al concerto.

(Sanchez scattando sull’attenti, batte i tacchi e fa un rapido inchino)

SIGNORA MONTIMAR - Molto lieta, Generale.

SANCHEZ - Gracias por l’invito alla fiesta.

SIGNORA MONTIMAR - (civettuola) Oh, Generale! Solo una serata in famiglia, tra amici.

SANCHEZ - (con aria gentile) Ma sì. Ma yo soy venudo solamente por la señora Odette!

SIGNORA MONTIMAR - (sconcertata) Capisco …

GIORGIO - (accostandosi a Gaetano, indicando Sanchez) Gran Signore, vero? Ma da dove viene?

(Odette, Sanchez e la Signora Montimar continuano a parlare tra loro)

VIRGINIA (entrando da destra si volta fuori scena) Su, forza. Ma che succede stasera?

EDOARDO - ( apparendo da destra) Ma no … niente … (vede Sanchez) … Oh, no! Adesso è arrivato anche il Generale!

SANCHEZ - (si gira e vede Edoardo) Oy,! El señor …… (riconoscendolo) Ahora canterete anche voi!

TUTTI (sorpresi) Come? Cosa? Cantare? Ma davvero? Possibile?

SANCHEZ - Seguro! Siete un tenor, vero?

TUTTI (sorpresi) No? Davvero? Un tenore? Incredibile!

EDOARDO - (imbarazzato) Ma no … solo un pochino …

VIRGINIA - Non lo sapevo. Così faremo un pò di musica.

EDOARDO - (a parte) Perfetto! Di bene in meglio!

CRISTINA - (entrando da destra) Signora, è arrivato il notaio …

SIGNORA MONTIMAR - L’hai fatto accomodare?

CRISTINA - Sì, Signora, è già nel salone.

SIGNORA MONTIMAR - Digli che arriviamo subito.

CRISTINA - Sì, signora. (esce a destra)

SIGNORA MONTIMAR - (rivolgendosi a tutti i presenti, invitandoli verso il salone) Bene, cari amici, se volete accomodarvi di là per la lettura del contratto … (escono  verso il salone Giorgio e Virginia parlando tra loro, mentre Edoardo si allontana lentamente verso sinistra) … Signor De Caroli?

GAETANO - (interrompendo la conversazione con il Generale) Onoratissimo, Signora. Eccomi (a Sanchez) Permettete?

SANCHEZ - Ve prego.

SIGNORA MONTIMAR - (a Odette) Non volete venire Signora? (Edoardo sobbalza)

ODETTE - Grazie, Signora, devo finire di prepararmi (indica il tavolo da toeletta e i vestiti mentre Edoardo sospira di sollievo)

SIGNORA MONTIMAR  - (a Sanchez) E voi Generale?

SANCHEZ - (gentilissimo) E che me interessa el vostro contratto? Prefiero restare con la señora Odette!

SIGNORA MONTIMAR - Naturalmente! (a Edoardo) Edoardo, non venite?

EDOARDO - (confuso e imbarazzato) Certo, eccomi (si avvia verso destra cercando di evitare Odette, mentre la Signora Montimar si dirige verso il salone)

ODETTE - Ma ci vai anche tu? (Edoardo si ferma) Cosa ti interessa del loro contratto?

SANCHEZ - Yo ci vado, forse? Y ahora?

ODETTE - (sistemando i vestiti nell’armadio) Comunque, se ci tieni, ci andrai dopo … con me.

EDOARDO - Giusto!

CRISTINA - (entrando da destra) Scusate, signora. C’è qui l’accordatore del pianoforte mandato dall’agenzia. Ha bisogno di parlare un momento con …

ODETTE - (interrompendola) Va bene. Fatelo entrare (a Edoardo) Per favore chiama Gaetano

CRISTINA - (esceda destra; voce fuori scena) Ecco, venite pure.

CARLO - (voce fuori scena) Grazie. Dove posso lasciare l’ombrello?

ODETTE e EDOARDO (si guardano e guardano Sanchez che assume un’aria sospettosa) Carletti!

SANCHEZ - (vedendo entrare Carletti da destra) Carletti!

CARLO (sconvolto, vedendo Sanchez) Il Generale! (Sanchez e Carletti si inseguono intorno alle sedie e al tavolo, mentre Odette e Edoardo cercano di fermarlii)

SANCHEZ - Venite aqui Carletti! State lontano da Odette, ve digo! Via, si no siete un hombre muerto!

CARLO - Ma cosa state dicendo? Fermatevi! Calmatevi! (mentre si rincorrono entrano la Signora Montimar e Gaetano dal salone)

SIGNORA MONTIMAR - Ma cosa stà succedendo qui?

ODETTE - (a Gaetano) Fermali! (Gaetano e Edoardo riescono a bloccare Carletti e Sanchez, che si divincolano; Carletti fugge a destra, inseguito poco dopo da Sanchez che per liberarsi ha fatto cadere Gaetano; fuori scena si sentono rumori di oggetti infranti, mobili caduti)

SIGNORA MONTIMAR - Ma chi è? Mi sembra di averlo già visto da qualche parte e perché ce l’ha con il Generale?

(nel frattempo da destra si affacciano Giorgio, Carlotta e Virginia)

GIORGIO e VIRGINIA - Ma cos’è tutto questo rumore? Cos’è successo? (Giorgio, Carlotta e Virginia discutono con Edoardo e con Gaetanoe, mentre la Signora Montimar finisce di parla con Odette)

SIGNORA MONTIMAR - (irritata) Insomma, è una cosa davvero seccante, scusate! A casa mia e proprio questa sera! C’è un contratto da firmare (a Edoardo e Virginia) Sig. Rispoli! Virginia! Andiamo!

ODETTE - (insospettita) Perché Edoardo?

SIGNORA MONTIMAR - (senza riflettere) Come, perché? Perché è il fidanzato di Virginia!

ODETTE - (sentendosi mancare) Il … il … fidanzato? Lui! (lancia un urlo e sviene; accorrono tutti tranne Edoardo, che si dirige a destra e la Signora Montimar, che si blocca; Odette viene portata sulla poltrona e tutti intorno cercano di rianimarla)

EDOARDO - (avviandosi verso la Signora Montimar) Brava! Avete detto “fidanzato”!

SIGNORA MONTIMAR - (imbarazzata) Io?

VIRGINIA - (avvicinandosi alla madre) Sì, tu!

EDOARDO - (tornando verso destra) E ve l’avevo detto! Non dite adesso che non ve l’avevo detto!

VIRGINIA - Ti aveva detto di non usare quella parola. Ma tu … (la Signora Montimar, cerca di assumere un’aria indifferente)

SANCHEZ - (entrando da destra) Oh! Yo ho sbattuto fuori della puerta Carletti (vede Odette svenuta) Madre de mi vida! Che passa? Che habe Odette? (si avvicina alla poltrona e cerca di aiutare a rianimarla) Lasciatele un pochito de aria! Aria! Aria! (allontana le persone da Odette)

GAETANO - (si allontana, passandosi una mano sulla fronte) Che serata!

EDOARDO - Ecco, lasciamola respirare (alla Signora Montimar e a sua figlia) Sentite. Mentre loro si occupano di lei, noi andiamo di là a firmare, va bene?

SIGNORA MONTIMAR - Sì, andiamo (escono a destra Virginia e Edoardo)

GAETANO - (allontanandosi da Odette, mentre Carlotta, Sanchez e Giorgio le stanno intorno) Che avventura!

SANCHEZ - (consegnando un fazzoletto a Carlotta) Bagnatelo de l’agua! Presto, de l’agua!

CARLOTTA - (avviandosi stizzita al tavolo da toeletta) Una cameriera! Tutti mi trattano come una cameriera! (versa l’acqua su un fazzoletto e ritorna dalla sorella)

SANCHEZ - (strappando il fazzoletto a Carlotta, lo pone sulla fronte di Odette) Odette … rinvenite … ve digo de rinvenire … su, su, fuerza!

GIORGIO - (allontanandosi da Odette) Deve essere stata la notizia del matrimonio di Rispoli a ridurla così!

GAETANO - (inorridito, avvicinandosi a Carlotta) Oh, no!

SANCHEZ - (continuando a passare il fazzoletto sul viso di Odette) El matrimonio del tenor? E che le impuerta del su matrimonio?

GIORGIO - È il suo amante, no?

CARLOTTA (a Gaetano) Eccolo lì, il cretino!

SANCHEZ - (si ferma, si alza lentamente e butta il fazzoletto in faccia a Odette) Cossa, cossa, cossa? Rispoli es el suo amante?

GIORGIO - Ma sì, lo sanno tutti.

GAETANO e CARLOTTA (a parte) Ma è proprio scemo!

SANCHEZ - (afferrando Giorgio per il bavero della giacca) Rispoli es el suo amante?

GIORGIO - Ma lasciatemi! Che vi piglia?

EDOARDO - (entrando con aria soddisfatta da destra) Come va qui?

SANCHEZ - (mollando Giorgio si avventa contro Edoardo) Voi siete l’amante de Odette?

EDOARDO -  (spaventato) Cosa avete detto?

SANCHEZ - Yo ho sapudo che siete el suo amante!

GIORGIO - (avvicinandosi a Gaetano e a Carlotta) Devo aver fatto uno sbaglio.

GAETANO - (cercando di intromettersi tra Edoardo e Sanchez, mentre Carlotta discute a parte con Giorgio) Su, Signori. Un pò di calma.

SANCHEZ - (allontanando Gaetano con un gesto) Silenzio voi (a Edoardo) Rispoli, non siete che un aventurero! Voi meritate de essere matado por questo!

EDOARDO - Oh, calma. Matado? E perché poi?

SANCHEZ - Porchè yo amo Odette e voi siete un ostaculo!

EDOARDO - Ma quale ostaculo? Non sapete che mi sposo?

SANCHEZ - (calmandosi) Davvero? E non amate più Odette?

EDOARDO - No.

SANCHEZ - (sospettoso) Seguro? Ah, caro Rispoli! Siete un amigo! (gli stringe la mano)

EDOARDO - (vedendo che Odette comincia a riprendere i sensi) Lasciatemi solo con lei un momento. Voglio chiarire la cosa una volta per tutte.

SANCHEZ - Andiamo de là. Presto, presto. (spinge Gaetano, Carlotta e Giorgio verso sinistra ed escono tutti)

ODETTE - (riprendendosi, con voce lamentosa) Cosa mi è successo?

EDOARDO - (sempre supplicando) Odette, perdonami. Sono un traditore. Sì, sono un traditore!

ODETTE - (ricordando quello che è avvenuto, cambia completamente tono di voce) Vergognati! (si alza, spingendo via Edoardo e si allontana verso sinistra) È tutto vero? Il fidanzamento … il contratto di matrimonio … vero?

EDOARDO - (supplicando) Sì, è vero.

ODETTE - (con gesto teatrale, in tono triste e malinconico) So quello che mi resta da fare! (aprendo la borsetta e frugando dentro con voce drammatica) Ricordi cosa ti ho promesso? (in tono drammatico) Ricordi?

EDOARDO - Ma sì, certo (a parte) Ma cosa mi avrà promesso?

ODETTE - L’hai voluto tu! (estrae una pistola dalla borsetta) Addio! Sii felice!

EDOARDO - (spaventato) Ma cosa fai? Sei pazza (afferra il bracciocercando di prendere l’arma) Odette! Fermati. Non qui, in casa d’altri, ti prego. Magari dopo a casa tua, con calma. Lascia che ti spieghi, per favore …

ODETTE - (svincolandosi) Parla!

EDOARDO - Dammi la pistola.

ODETTE - (allontanandosi verso destra) No, prima parla.

SIGNORA MONTIMAR - (voce fuori scena) Rispoli! Rispoli, dove siete?

EDOARDO - Ecco, ci mancava la vecchia gallina! (si precipita verso la porta e parla fuori scena, con voce falsamente tranquilla) Eccomi, stò arrivando. Tutto bene! Tra un attimo arrivo.

ODETTE - (mentre Edoardo di spalle parla con la Signora Montimar estrae dalla canna della pistola un ventaglio e si fa aria) Che caldo qui (mentre Edoardo parla, chiude ventaglio e pistola nella borsetta)

EDOARDO - (si gira verso Odette, che gli volta le spalle) Odette, ti prego, in nome del nostro amore! (si inginocchia a fianco di Lucette, in modo che le loro teste si trovino alla stessa altezza)

ODETTE - Il nostro amore? Ma se ti sposi!

EDOARDO - Ma che vuol dire, scusa? Sposo lei, ma amo te (a parte) L’ha bevuta!

ODETTE - (a parte) È proprio un mascalzone! (a Edoardo, in tono falsamente dolce) Caro!

EDOARDO - (prendendole la mano) Cara!

ODETTE - (si alza e sempre tenendo la mano di Edoardo si porta verso il centro) Sarà ancora come una volta?

EDOARDO - Come una volta!

ODETTE - Temevo che tu non mi amassi più! (avvicinandosi al tavolo da toeletta) Oh, Edoardo, guarda questi fiori. Non ti ricordano la campagna? (con voce falsamente sognante) Ti ricordi le nostre passeggiate in campagna … (si siede davanti al tavolo e Edoardo si inginocchia al suo fianco mentre Odette gli accarezza i capelli) … il sole, il vento nei capelli, … le spighe … (prende una spiga dal mazzo) … e mi divertivo a infilartela giù per il collo … (rapidamente infila una spiga nel colletto di Edoardo che scatta in piedi)

EDOARDO - (cominciando a contorcersi) No, … non riesco a prenderla …

ODETTE - (seduta, con voce falsamente dolce) Ti dà fastidio? Tirala via.

(Edoardo continua a contorcersi)

EDOARDO - E come pizzica …… è sotto la maglia!

ODETTE -  Vai dietro il paravento e togli la spiga.

EDOARDO - Va bene, va bene, vado (va dietro il paravento dove resta fino alla fine dell’atto; sul paravento, durante le battute seguenti, appaiono la sua giacca, la cravatta, la camicia e la maglia)

ODETTE - Se uno ha una spiga che lo pizzica, deve togliersela, non ti pare? (prende senza far rumore il campanello e lentamente si alza, avviandosi verso il paravento)

EDOARDO - Sì, sì, certo Hai ragione ……. Oh finalmente! Eccola qua!

ODETTE - Dammela, perché voglio conservarla. L’hai tenuta sul cuore.

EDOARDO - No, era sulla schiena.

(si vede il braccio di Edoardo sporgersi dal paravento con una spiga in mano)

ODETTE - (si accosta e prende la mano di Edoardo e lo osserva) Oh Edoardo, come sei bello!

EDOARDO - (cercando di liberarsi dalla stretta di mano) Lasciami, devo rivestirmi!

ODETTE - No, voglio abbracciarti (sparisce dietro il paravento)

EDOARDO - (agitato) No, ferma! Cosa fai? Ci scopriranno!

ODETTE - Ma sì, che ci scoprano! (si vede il braccio di Odette sporgersi dal paravento con il campanello in mano: comincia a suonare)

(al suono del campanello accorrono tutti da sinistra, tranne Sanchez; voci confuse

“Che succede?”

“Chi sta suonando?”

“Che vergogna!!

“Che scandalo!”

“Che indecenza”

Il vociare continua fino alla fine dell’atto)

VIRGINIA - (fermandosi compiaciuta davanti al paravento) Edoardo!

SIGNORA MONTIMAR - (fermandosi inorridita davanti al paravento) Rispoli! Vergognatevi! Abbracciato a questa donna e in casa mia!

EDOARDO - Ma Signora …

SIGNORA MONTIMAR - Silenzio! Uscite immediatamente! È tutto finito!

SANCHEZ - (entra precipitosamente da sinistra, vede la situazione e si lancia dietro il paravento): Ah, Rispoli! Siete proprio un avventurero!

EDOARDO - No, fermatevi, c’è un equivoco! (si sentono rumori e grida confuse dietro il paravento, mentre il vociare continua)

SIPARIO

Atto Terzo

Stanza di servizio in casa di Edoardo Rispoli. Entrata comune da destra, Le uscite a destra e a sinistra sono chiuse da tende fisse (di colore uguale o complementare a quello delle pareti). A destra e a sinistra scaffali con valige, scatoloni, abiti e cappotti appesi, oggetti da toeletta, asciugamani, scarpe. Su una parete (o su uno scaffale) un orologio. Al centro un tavolo su cui sono appoggiate scatole scatole; sparse per la scena un paio di sedie. Non vi sono quadri.

Tempo: il mattino del giorno dopo il secondo atto.

GIANNINA - (durante questo monologo dovrà mettere ordine nella stanza e fermarsi nei momenti di cambio del discorso, seguire con la mimica facciale e la gestualità ciò che dice) Io non capisco il mio padrone che fine ha fatto! E' da non credere ma ieri sera c’è stata la festa del suo fidanzamento con la signorina Virginia! …E' ricchissima! Niente a che vedere con Odette, la fidanzata precedente!… Ma avrà firmato il contratto di matrimonio? (guarda l’orologio) …Avrà avuto la dote di Odette? I soldi in moneta contante??? Così potrà pagarmi i mensili arretrati...e quello in corso… E, se il mio padrone non avesse ancora ricevuto i soldi della dote della ragazza ……... se non mi potesse pagare!! …... Io, devo avere ancora sei mesi di stipendio arretrato! ..... Mah. Speriamo che sia andato tutto per il meglio (mettendo ordine). Come è bravo il mio padrone a mettere in disordine!!! ... Ma dico io i mobili ed i cassetti a cosa servono? Lui ama tenere tutto sotto i suoi occhi …... così guarda e trova ciò che gli serve! ....... Ma a volte tra tante cose, non vede nemmeno ciò che cerca e così mi chiama! ... (rivolta al pubblico) Pensate perde tutto ..... persino il suo ingente patrimonio al gioco e con  le donne.

Che viziacci suoi viziacci ... povera futura moglie! (lunga pausa ... guarda di nuovo l'orologio) ... Sono già le dieci di mattina e non è ancora rientrato! Non per fare la moralista, ma avrebbe già dovuto essere a casa (si ferma ansiosa) ... Forse si è sentito male e l'hanno portato all'ospedale? ... Ma no ….. non credo!... Speriamo che non sia andato a giocarsi i soldi della dote!!! No .... non credo ... gli sarà pur rimasto un pizzico di giudizio? Ma è pur vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio! (si ferma perplessa). Mah! (suono di campanello) Chi diavolo sarà? Il Signore no di certo. Ha le sue chiavi!- (si alza ed esce; voce fuori scena) Chi è?

FEDERICO- Signore?! Aprite! Sono io...sono Federico!

GIANNINA- E chi è Federico? Cosa volete?

FEDERICO- Sono io...il maggiordomo della vostra fidanzata!

GIANNINA- Io sono una donna...e non mi fidanzo con le donne! Mi piacciono gli uomini!

FEDERICO- Ma non siete il barone Edoardo? E chi siete? Potete aprire questa porta? Non vi mangio mica!

GIANNINA-(alza la voce)- Io di questi tempi non apro mai la porta a sconosciuti! Ditemi bene chi siete e cosa volete?

FEDERICO- Sono Federico, il maggiordomo di Odette Giannetti, la cantante, la fidanzata o ex fidanzata del barone Edoardo...abbiamo trovato...anzi ho trovato alcune cose di proprietà del barone e son venuto a portargliele...aprite questa porta altrimenti  se rifiutate vado via e mi vendo tutto...ma voi perderete il posto se siete la serva del barone!

GIANNINA- Io non sono la serva di nessuno! Collaboro a tenere in ordine questa casa perché il barone è solo...ora apro ma non fate scherzi perché sono armata e sono una sportiva!(apre)

FEDERICO-(entra seguito da Giannina, guarda l'ambiente poi si volta a guardare Giannina)- Ma siete molto giovane e carina...il barone non vi ha fatto nessuna ...corte...proposte...dicono che ha un debole per le donne...

GIANNINA- Si doveva solo permettere e gli davo pugni e ceffoni...e non mi avrebbe vista mai più...(riflette)...dopo avermi pagato gli arretrati che mi deve...

FEDERICO- Ma allora è vero che non ha più una lira ed è pieno di debiti...ieri mattina era a casa della signorina Odette...ha lasciato nel bagno un anello d'oro...almeno sembra...non so se sia falso...una catenina sempre di oro con San Gaetano, santo della provvidenza, protettori dei poveri...(Giannina posa la pistola nel cassetto)...a Napoli i napoletani vanno a bussare alla sua bara che è in una chiesa vicino la via San Gregorio Armeno...poi vincono al lotto o altro...insomma risolvono i loro problemi economici...il fatto strano è che vicino alla medaglia di San Gaetano c'è anche un cornetto...ora io dico uno o è devoto di San Gaetano oppure crede nel cornetto...il santo si offende se uno crede anche nel cornetto...ma lui fa come quelli che vogliono essere amici di tutti...uno o sta a sinistra o sta a destra...o ha simpatia per i poveri o ha simpatia per i ricchi...tu da che parte stai? Ti do del tu perché in fondo siamo colleghi...anche se io sono già al massimo della carriera...

GIANNINA- Io non sto da nessuna parte! O meglio sto qui! Invece di fare "il filosofo" perchè non mi dai i gioielli del barone e te ne vai svelto svelto!!?? ...Ma ha lasciato solo gioie...niente portafogli, soldi contanti???

FEDERICO- Cosa stai pensando che io sia un ladro "parziale"...restituisco gli ori e mi tengo il contante...sappi che io sono un gentiluomo e che i ladri non diventano(scandisce lentamente) "MAGGIORDOMI" !!! Per farti perdonare ora mi devi chiedere scusa e darmi un bel bacio! Altrimenti non ti do i preziosi!

GIANNINA- I baci li do solo al mio fidanzato! I preziosi se me li vuoi...no è meglio darti del lei...il tu è troppo confidenziale per un tipo come te...dunque...se me li vuole dare li darò al barone...altrimenti faccia come crede!

FEDERICO- La mia legge dice: Io do una cosa bella a te e tu dai una cosa bella a me! Altrimenti i preziosi, se sono preziosi, se cioè non sono falsi, li consegnerò direttamente al barone! Rimango qui e lo aspetto!

GIANNINA- (ritorna al tu)- Tu o mi dai i  preziosi o te ne vai...altrimenti sparo! (riprende la pistola)

FEDERICO-(arrabbiato)-Non ti do niente e me ne vado!!!(va via)

GIANNINA(rimasta sola)- Ma sono cose che non si credono...io non lo conosco, non l'ho mai visto e questo vuole un bacio...e non era tipo da accontentarsi di un bacio sulla guancia...(riprende a mettere ordine...bussano di nuovo alla porta..)...  ..e ora chi sarà??? Il barone ha le chiavi!!! Andiamo a vedere!  (va alla porta)...CHI E'...

FEDERICO- Sono io Federico...ci ho ripensato...ti lascio le cose del barone...voglio fidarmi!

GIANNINA-(gridando) E allora mettile vicino alla porta e vattene...perché io non mi fido!

FEDERICO- Va bene...non voglio discutere con te! Hai un brutto carattere! Gridi! Sei isterica!

GIANNINA-(dopo pochi secondi ritorna con il pacchetto dei gioielli)- Si è messo paura! E' fuggito!

Ma che fine ha fatto il barone! Ora telefono agli ospedali...si fosse sentito male! Ancora non ho fatto colazione! In questa casa non si mangia mai...ma lui mangia dalle sue amichette, fidanzatine, futura moglie ricca...(bussano di nuovo)- Questo è uno stillicidio! I preziosi me li ha dati! (pausa) Allora non se n'è andato! Sta ancora qui a tormentarmi! Ora lo ricevo con la pistola! (riprende la pistola e va ad aprire)-Chi è? Cosa volete?

EDOARDO -(con voce rauca, come se venisse dall'oltretomba) SONO IO...SONO EDOARDOOO...il baroneee (entrando con passo incerto, i capelli arruffati, la camicia aperta, senza cravatta, senza giacca e avvolto in una coperta spiegazzata) Che notte! Sono mezzo morto!

GIANNINA - (seguendolo, perplessa) Ma … ma siete voi? Il padrone in persona? (cerca di nascondere la pistola)

EDOARDO - (sedendosi) Chi vuoi che sia? Non lo vedi che sono io? (consegna la coperta a Giannina, che la guarda con aria di disgusto e comincia a piegarla tenendola lontana da sé)

GIANNINA - (in tono di rimprovero) Ma Signore, sono le dieci di mattina (lo vede strano), il giorno dopo la firma del vostro contratto di matrimonio. Vi sembra questa l’ora di rincasare? E in questo stato, per di più? Mi dispiace dirlo ma voi avete qualche rotella fuori posto ... Avete avuto i soldi?

EDOARDO - Ah, non mi seccare. Pensi sempre ai soldi!!! Per colpa tua ho passato la notte sotto un ponte.

GIANNINA - Sotto un ponte?

EDOARDO - (seccato) Sì. Il ponte di Borgo Panigale, per la precisione. Per fortuna mi era rimasto qualche spicciolo in tasca che ho dato a un barbone in cambio di quella coperta e di un posto riparato per dormire. Bella notte, davvero! E tutto per colpa tua.

GIANNINA - Mia, signore?

EDOARDO - Sicuro. Se tu fossi stata in casa quando sono tornato ieri sera … invece … ho provato a suonare, a suonare … niente! Dov’eri?

GIANNINA - Ma non avevate le chiavi Signore?

EDOARDO - Sì, ma erano rimaste nella mia giacca, che è rimasta da Virginia, ieri pomeriggio, a casa Montimar...

GIANNINA - Ah! E non potevate andare in albergo?

EDOARDO - Ero senza portafogli, che era rimasto nella giacca …

GIANNINA - (completando) … che era rimasta da Virginia, ho capito. Beh, certo, se lasciate le vostre cose in giro … (tra sé borbottando) …Avete anche lasciate i vostri preziosi, ieri mattina, a casa di Odette, la vostra ex...è venuto Federico...il maggiordomo di Odette a portarle!... Se iniziate a dimenticare è un brutto segno perché significa che iniziate a perdere colpi! Sapete la memoria diminuisce se non la si esercita...Memoria minuitur nisi exercetur ...dicevano i nostri avi latini... Attenzione padrone se continuate così  diventerete AMNESICO!!

EDOARDO - Non diciamo sciocchezze! Tu sei la colpevole! Tu sei la vera e unica colpevole! Dove ti trovavi ieri sera? Dimmi “ma tu dov’eri?

GIANNINA – Non ricordate più, padrone, che era la mia sera libera ed io sono andata a teatro...sono andata a divertirmi!!!

EDOARDO - (ironico) Bel divertimento!

GIANNINA - Naturale che a teatro ci si diverta Signore ……. E poi a teatro, le persone intelligenti, oltre a divertirsi, riflettono anche sui problemi seri della vita!!

EDOARDO - (seccato) A proposito di quelle chiavi …

GIANNINA - (interrompendo) Ho capito! Vado a casa Montimar a recuperare, giacca, chiavi e portafogli (si avvia verso l'uscita poi torna indietro) …..Come mai non avete smarrito anche i pantaloni?(ride)Forse non li togliete quasi mai.(diventa seria)... Ma avete firmato il contratto di matrimonio? Vi hanno dato i soldi per pagare le mie mensilità arretrate e saldare tutti i debiti?

EDOARDO - (fermandola) No, aspetta. Vai invece a chiamare un fabbro e fai cambiare la serratura.

GIANNINA - (perplessa) Un fabbro?

EDOARDO - Sì, un fabbro. Hai capito bene. Forza, fila. Intanto io mi lavo e mi cambio.

GIANNINA - Sì Signore. Come volete voi! Torno subito! (si ferma di colpo e si rivolge a Edoardo)

A proposito avanzo sei mesi di paga ... mi raccomando ... i soldi mi servono anche perché non ho avuto la fortuna di nascere ricca come voi anche se poi avete dilapidato il vostro patrimonio ....... Non posso più lavorare senza ricevere il giusto compenso ... Avete capito bene!

EDOARDO - Va bene, sbrigati. (Giannina esce) Ah, me la ricorderò proprio questa notte. Dormire come un barbone sotto il ponte …un barone che dorme come un BAR..b-one! dormire, poi … non ho chiuso occhio un momento … bella vipera, Odette. Può essere contenta di quello che ha fatto. Il matrimonio andato in fumo … io buttato fuori di casa … la festa annullata mentre stavano arrivando gli invitati … brava, proprio brava ….. ma se crede di passarla liscia … (suono di campanello) … accidenti, suonano e Giannina è uscita. Chi può essere? Suonino pure …… io non apro e allora ritorneranno (suono di campanello) Di nuovo. Non posso andare ad aprire conciato così. (suono di campanello, più lungo; Edoardo  si infila una vestaglia ed esce; voce fuori scena) Arrivo ….. arrivo! Chi è?

CARLO - (voce fuori scena) Signor Rispoli, sono Carletti.

EDOARDO - (voce fuori scena) Carletti? Ma cosa volete?

CARLO - (voce fuori scena) Fatemi entrare un momento.

EDOARDO - (voce fuori scena) Neanche per sogno! Non posso sono in vestaglia.

CARLO - (voce fuori scena) Ma io non mi formalizzo.

EDOARDO - (voce fuori scena) E va bene! (riappare Edoardo seguito da Carletti) Allora, si può sapere che cosa volete?

CARLO - (guardandosi intorno perplesso, appoggia l’ombrello in un angolo) Ma … ma voi ricevete qui?

EDOARDO - (spazientito mostrando i vestiti sparsi) Vi ho detto che mi stavo preparando. Allora?

CARLO - (intimidito) Ecco … veramente … qui ci sarebbe la mia nota spese … per l’accordatura del pianoforte … (mostra un foglio a Edoardo)

EDOARDO - (incredulo) Che cosa?

CARLO - (intimidito) Sì, … la Signora Montimar non vuole pagare … e mi ha detto … di rivolgermi a voi.

EDOARDO - (marcia verso Carlo e lo costringe a camminare all’indietro intorno al tavolo) La Signora Montimar  non vuole pagare?

CARLO - (spaventato) Sì … no …

EDOARDO - (continuando a marciare verso Carletti) E vi ha detto di rivolgervi a me.

CARLO - (spaventato) Sì …

EDOARDO - (fermandosi; a voce alta) Ma lo sapete o no che il matrimonio è andato a monte? Lo sapete? (Carletti con la testa prima fa segno di sì, poi di no) La vostra nota spese! Sapete cosa ne faccio io della vostra nota spese? (prende dalle mani di Carletti il foglio e lo strappa in piccoli pezzi) Ecco cosa ne faccio! Bella questa. È andato tutto a monte e io dovrei anche pagare!

CARLO - (spaventato): Ma … la mia nota spese … (suono di campanello)

EDOARDO - E adesso chi è?

CARLO - (intimidito) Scusate, io vorrei dire che … (suono di campanello)

EDOARDO - (irritato) Non adesso, per favore. Dopo. Anzi, fatemi una cortesia, andate a vedere chi è e dite che non posso ricevere.

CARLO - Io????

EDOARDO - Ma sì! Non posso andare ad aprire in vestaglia? Su, andate, andate.

CARLO - (incerto) Va bene, ma dopo parliamo della … (suono di campanello)

EDOARDO - (spingendolo verso la porta) Sì, sì, andate (Carletti esce) Ma cos’hanno da suonare così, questa mattina? (torna per vestirsi; rumore di serratura che si apre)

SANCHEZ - (voce fuori scena) Oh, finalmente! (sorpreso) Carletti!

CARLO - (voce fuori scena, spaventato) Il generale! (entra inseguito da Sanchez) È il generale! (Edoardo  dà un’occhiata indifferente e continua a prepararsi)

SANCHEZ - (insegue Carletti intorno al tavolo) Carletti. Fermateve! (vede Edoardo) Ah, Rispoli! Ci siete anche voi. Aspettateme.

CARLO - Un momento! Cosa volete da me? (mentre Sanchez cerca di afferrarlo, Carletti scappa uscendo verso sinistra inseguito da Sanchez; rumori fuori scena; Carletti e Sanchez ricompaiono da sinistra e corrono verso destra; rumori fuori scena; Edoardo, indifferente, continua a pettinarsi e a vestirsi; Carletti e Sanchez infine rientrano e si rincorrono intorno al tavolo)

SANCHEZ - (a Carletti) È inutile scappare, Carletti. Ve tiengo! (a Edoardo) E voi non ve movete. (a Edoardo, indifferente, fa un cenno affermativo con la testa, continuando a prepararsi; Carletti ne approfitta per nascondersi sotto il tavolo; Sanchez, non vedendolo più si guarda in giro) Aspettame Carletti! (esce correndo a destra; rumore di porta sbattuta)

CARLO - (emergendo da sotto il tavolo) È andato?

EDOARDO - Sì, vi stà correndo dietro.

CARLO - Ma perché ce l’ha con me? Cosa gli ho fatto?

EDOARDO - Crede che voi siate l’amante di Odette Giannetti.

CARLO - (stupito) Io? Ma non è vero! Ditegli che non è vero! Non c’è niente tra me e la Signora Giannetti. Ve lo assicuro!

EDOARDO - Davvero?

CARLO - E’ la pura verità …..e se la Signora Giannetti va in giro a vantarsi di essere la mia amante, ebbene, mi spiace dirlo, ma si è montata la testa! (supplichevole) Oh, per favore, ditelo voi al Generale che non è vero!

EDOARDO - (condiscendente) E va bene, gli parlerò io. Naturalmente, per la vostra nota spese … (con le mani accenna a spezzare un foglio)

CARLO - (precipitoso) Naturalmente, ci mancherebbe altro (suono di campanello)

EDOARDO - Ancora! Carletti, andate ad aprire, per favore.

CARLO - (terrorizzato) Ah, no! Io non apro la porta.

EDOARDO - (indicando il proprio abbigliamento) Ma ve l’ho detto che io non posso aprire così.

CARLO - E se fosse ancora il generale? (suono di campanello)

EDOARDO - … se volete che parli al generale …

CARLO - Parlategli un’altra volta (si sente un rumore di serratura che viene aperta; Edoardo e Carletti si guardano perplessi; entra Odette)

EDOARDO - (sorpreso) Odette!

CARLO - (sorpreso) Signora Giannetti!

ODETTE - (in tono freddo) Sì, sono io.

EDOARDO - Come sei entrata?

ODETTE - Non ti ricordi? Mi avevi dato tu la chiave. Ti devo parlare (a Carlo) Lasciateci Signor Carletti (Carlo accenna ad uscire)

EDOARDO - (a Carletti) Fermatevi (a Odette) Non penso che ci sia niente di segreto in quello che devi dirmi.

ODETTE - Ti devo parlare! (a Carletti) Signor Carletti …

EDOARDO - (a Carlo) Signor Carletti, vi dispiace accomodarvi di là? Vi chiamerò quando la Signora avrà finito (Carletti annuisce ed esce a sinistra; quando è uscito Edoardo si rivolge a Odette) Allora?

ODETTE - (fredda) Ero venuta … per restituirti la chiave …

EDOARDO - Bene, lasciala pure sul tavolo.

ODETTE - … e per dirti … che mi manchi molto.

EDOARDO - Basta! Tutto ha un limite. Pensavi che sarebbe bastato mandare a monte il matrimonio con quella ridicola messa in scena E poi venire a dirmi che ti manco per cancellare tutto e rimettermi il guinzaglio? E invece ti sbagli. Ti manco? Bene. Non me ne importa niente. Capito? Puoi andare.

ODETTE - (indignata) Mi cacci? …… Se mi cacci non mi vedrai mai più.

EDOARDO - Benissimo. Affare fatto. Prego (indica a Odette di uscire)

EDOARDO - Pensaci bene, Edoardo!!

EDOARDO - Ci ho pensato. Addio per sempre!

ODETTE - Guarda che se esco …

EDOARDO - (interrompendola) Sì, sì, lo so, non ti vedrò mai più. Perfetto. Accomodati (indica a Odette di uscire)

ODETTE - (indirizzandosi verso l’uscita) Pensa bene a quello che stai facendo. Ho detto: per sempre! (riportandosi verso il centro) E va bene. Peggio per te. Sarai stato tu a spingermi (estraendo la pistola dalla borsetta) Ti ricordi la mia pistola?

EDOARDO - (agitato) Un momento! Dammi quell’aggeggio (cerca di strappare la pistola dalle mani di Odette ed entrambi girano intorno al tavolo) Odette, per favore! (riesce ad afferrare la pistola per la canna e ne esce il ventaglio; Edoardo lo afferra e rimane perplesso) Un ventaglio? (scoppia a ridere) Un ventaglio! Ti volevi uccidere con un ventaglio? (si fa aria con il ventaglio) Non farmi ridere! Un ventaglio.

ODETTE - Non mi rivedrai mai più! (esce)

EDOARDO - (continuando a ridere) Addio! (si siede al tavolo, osserva il ventaglio e la pistola, poi rimette il ventaglio nella pistola e la depone sul tavolo) Ma guarda un pò. Un ventaglio. Un arnese da teatro. E io che credevo che volesse davvero spararsi (si alza) Bene, continuiamo a vestirci.

SANCHEZ - (facendo capolino da destra, con aria mesta) Rispoli!

EDOARDO - (sobbalzando) Ancora voi? Ma come siete entrato?

SANCHEZ - La puerta era abierta (va a sedersi al tavolo) Ah, Rispoli, yo ho rincorrido Carletti (Sanchez mesto) Es scappado …

EDOARDO - E allora?

SANCHEZ - Yo soy tornado porchè vollio parlarve …

EDOARDO - Dopo, Dopo. Ho delle cose importanti da fare. Non vedete che devo finire di vestirmi?

SANCHEZ - Rispoli, por favor … non fate el settico. Ve digo, non fate el settico.

EDOARDO - Ah, lo scettico! Cercate almeno di parlare correttamente. S, c, e non si pronuncia se, si pronuncia sce. Lo scettico, non el settico.

SANCHEZ - (mesto) Va bueno, como volete.

EDOARDO - Si può sapere perché siete qui??

SANCHEZ - (mesto) Yo ero tornato por chiederve di Carletti ma yo ho visto Odette aqui da basso … Y me ha dicho una cossa muy fastidiossa … Me ha dicho: Yo sarè vostra solo si Rispoli vuole essere ancora mio.

EDOARDO - Cosa?

SANCHEZ - (mesto) Es un dolor, sabete? Si poi penso allo sciandalo de ieri sera che avete fatto con Odette en cassa della Señora Montimar …

EDOARDO - Lo scandalo! Voi dite sciandalo! S, c, a si pronunciano sca, non scia. Scandalo, non sciandalo.

SANCHEZ - (inalberandosi) Rispoli, me volete prendere por los fondèglios? Yo digo settico, voi me dite scettico. Bueno. Ahora yo digo sciandalo y voi me dite scandalo! (calmandosi di colpo, pronuncia le parole con fatica) Ve prego … de reconciliarve … con Odette.

EDOARDO - Nemmeno per sogno.

SANCHEZ - No? Y ahora devo matarve.

EDOARDO - (calmo) Bene. Matatemi. Ma fatemi capire, prima volevate ammazzarmi perché stavo con Odette, adesso volete ammazzarmi perché non sto più con lei. Vi spiace decidervi? Che cosa volete?

SANCHEZ - (perplesso) Ma … yo vollio che Odette sia mia.

EDOARDO - Benissimo. Io invece voglio che non sia più mia. Quindi le due cose combaciano perfettamente! Allora sapete che si fa?

SANCHEZ - Diteme.

EDOARDO - Voi andrete da Odette e le direte che non ne voglio sapere di tornare da lei.

SANCHEZ - Ma me chiederà porchè!

EDOARDO - E voi le direte … (lo osserva con aria di complicità) … che è a causa del suo grave difetto fisico.

SANCHEZ - (preoccupato) Odette habe un grave difetto fissico?

EDOARDO - (esasperato) Ma nient’affatto!

SANCHEZ - Ma … ahora … non capisso.

EDOARDO - Conosco Odette e so quanto è vanitosa. Lo avete visto anche voi. Quando le direte che vi ho raccontato questa cosa, non vera, sarà così infuriata contro di me, e sarà lei a non volermi più vedere. Capito?

SANCHEZ - (dubbioso) Mah … yo credo che sì.

EDOARDO - E quindi sarà vostra, solo vostra! Contento? (a parte) Speriamo! (rivolto a Sanchez) E adesso andate, su forza, andate (spinge Sanchez verso la porta)

SANCHEZ - Vado, vado subito. Gracias, muchas gracias (esce)

EDOARDO - Oh, finalmente! Speriamo che sia la volta buona! (ricomincia a vestirsi; appare Carletti da destra)

CARLO (con aria decisa) Signor Rispoli?

EDOARDO - Oh, Carletti! Mi ero completamente dimenticato di voi. Bene, potete andare e per favore, chiudete la porta quando uscite.

CARLO - (avvicinandosi) No, Signor Rispoli. Un momento, vi prego. Quando ho sentito uscire la Signora Giannetti stavo per tornare qui, ma ho visto entrare il generale.

EDOARDO - E allora?

CARLO - Mi sono nascosto là dietro.

EDOARDO - E allora?

CARLETTI - Ho sentito tutto quello che gli avete detto.

EDOARDO - Non vorrei sembrarvi noioso: e allora?

CARLO (tutto d’un fiato, prendendo coraggio) Se non mi pagate la nota spese dirò tutto alla Signorina Giannetti!

EDOARDO - Un piccolo ricatto? Bravo, Carletti, bravo. Andate pure a dirglielo.

CARLO - (esasperato) Guardate che non scherzo, Signor Rispoli.

EDOARDO - Andate, andate pure.

CARLO - (vede la pistola sul tavolo, la prende e la punta verso Edoardo) Signor Rispoli, pagatemi la nota spese o vi ammazzo! Guardate che non stò scherzando.

EDOARDO - Solo che, vedete … (si avvicina e prende la canna della pistola) … questa pistola funziona così (estrae il ventaglio, si fa aria e lo consegna a Carletti) Visto? E adesso, caro Carletti, andate …… andate (agitando il ventaglio, spinge fuori Carletti) E speriamo che sia davvero finita. (depone pistola e ventaglio sul tavolo) Povero Carletti, è davvero sfortunato!

VIRGINIA - (entrando) Edoardo!

EDOARDO -  (sorpreso) Virginia? Come hai fatto ad entrare? Non dirmelo: c’era la porta aperta.

VIRGINIA - Sì, e sono venuta a dirti …… che sono pazza di te.

EDOARDO - Cosa? Ma … ma come è possibile, dopo tutto quello che è successo ieri sera a casa tua?

VIRGINIA - Vedi … mi sono resa conto che tu sei proprio il tipo di marito che sognavo (avvicinandosi) Finalmente ho capito che sei un vero mascalzone e quindi sei l’uomo che cerco.

EDOARDO - (incredulo) Davvero?

VIRGINIA - Proprio così. Senti … dimmi: hai avuto molte donne?

EDOARDO - Ma Virginia! Ti sembrano domande da farsi?

VIRGINIA - Ti prego, dimmi di sì e ti amerò ancora di più.

EDOARDO - Se è così … beh, …. Circa una quarantina … (a parte) Questa non la beve.

VIRGINIA - Veramente? Come sono felice! E … dimmi … c’è stata qualcuna che ha voluto uccidersi per te?

EDOARDO - Fammi pensare … sì, quindici o sedici, non ricordo esattamente … (prende la pistola sul tavolo) … pensa che poco fa ho strappato di mano questa pistola a una di loro.

VIRGINIA - (ammirata) Davvero? Come potrei non amare un uomo tanto amato?

EDOARDO - (tentando di abbracciarla) È quello che dico anch’io.

VIRGINIA - (respingendo l’abbraccio) No, fermo. Aspetta. La mamma mi ha seguito. Dovrebbe essere qui da un momento all’altro.

EDOARDO - Tua madre? Ma perché?

VIRGINIA - Le ho lasciato un biglietto per dirle che sarei venuta qui.

EDOARDO - Bella idea! Sicuramente mi denuncerà.

VIRGINIA - Certo, strillerà, ma poi dovrà cedere, visto che mi hai compromessa.

EDOARDO - Io? Quando?

VIRGINIA - Ma no, sciocco! Lo deve solo credere, no?

EDOARDO - (perplesso) Ma sei sicura che funzionerà?

VIRGINIA - Non ho dubbi.

SIGNORA MONTIMAR - (voce fuori scena, irritata) Virginia, so che sei qui! Virginia! (entra insieme a Cristina con passo deciso, si ferma al centro e si guarda intorno) Ah, eccoti qui, disgraziata.

VIRGINIA - (calma) Ciao mamma.

EDOARDO - (impacciato) Buongiorno Signora Montimar.

SIGNORA MONTIMAR - Zitto voi, mascalzone. Avete compromesso mia figlia.

EDOARDO - (impacciato) Ma veramente io …

SIGNORA MONTIMAR - Tacete e vergognatevi! È così evidente (a Cristina) Cristina, vedete anche voi quello che vedo io?

CRISTINA - (severa) Certo. Vedo la signorina Virginia insieme a quel … quel signore …

SIGNORA MONTIMAR - (indignata) … semi svestito …

CRISTINA - … semi svestito … (Edoardo fa un gesto come per dire “Non esageriamo”)

SIGNORA MONTIMAR - … che ha attirato a casa sua mia figlia con palesi intenzioni vergognose!

CRISTINA - … che ha attirato a casa sua la signorina Virginia con palesi intenzioni vergognoese.

EDOARDO - No, no, un momento, scusate … qui c’è un equivoco …

SIGNORA MONTIMAR - Qui di equivoco ci siete solo voi!

VIRGINIA - (in tono di rimprovero) Mamma!

SIGNORA MONTIMAR - Silenzio! (a Cristina) Cristina, mi sembra che non ci siano dubbi, vero?

CRISTINA - Non ci sono dubbi, Signora.

SIGNORA MONTIMAR - Bene, allora andate al commissariato, dite quello che avete visto e fate intervenire la forza pubblica.

CRISTINA - Vado subito (si avvia verso destra)

EDOARDO - Un momento, fermatevi (Cristina si ferma; con voce calma, alla Signora Montimar) Signora, ho l’onore di chiedere la mano di vostra figlia.

SIGNORA MONTIMAR - Mai!

ViIRGINIA - Ma mamma, io l’amo e voglio sposarlo (va verso Edoardo e lo abbraccia)

SIGNORA MONTIMAR - Lui? Il “non dico che cosa” della Signora Giannetti?

EDOARDO - (con dignità) Non sono più il “non dico che cosa” della Signora Giannetti.

SIGNORA MONTIMAR - Ah no? (a Cristina) Avete sentito Cristina?

CRISTINA - Ho sentito, Signora.

SIGNORA MONTIMAR - Dopo quello che è successo ieri sera, dopo lo scandalo che avete provocato, avete ancora il coraggio di dire una cosa simile? (a Cristina) Andate Cristina a fare ciò che vi ho ordinato (Cristina si avvia)

EDOARDO - Ferma! (Cristina si ferma) Ma sì. Quello che avete creduto di vedere, non era altro che una rottura.

SIGNORA MONTIMAR - Ah sì? È per questo che vi stavate spogliando davanti a lei? In casa mia? (a Cristina) Cristina …… (Cristina si avvia)

EDOARDO - (si allontana da Virginia e ferma con un gesto della mano Cristina, che sbuffa, non sapendo più che fare) Un momento, insomma. Che fretta avete di andare? (alla Signora Montimar) Ma certo! Vedete, stavo appunto dicendo alla Signorina Giannetti: “Non voglio conservare nulla che mi possa legare al vostro ricordo. Nulla. Neppure questi indumenti che avete toccato” (a parte) Questa non la beve.

SIGNORA MONTIMAR - (perplessa) Andate avanti.

EDOARDO - (a parte) L’ha bevuta. (alla Signora Montimar) E così ho cominciato a spogliarmi. Se foste entrata un attimo dopo … mi avreste visto … (abbassa gli occhi in atteggiamento pudico) … in mutande.

SIGNORA MONTIMAR e CRISTINA (scandalizzate) Oh!

EDOARDO - (solenne) Sì.

VIRGINIA (tornando ad abbracciare Edoardo) Lo vedi, mamma? Ti ricordi cosa ti avevo detto? È proprio il marito che voglio!

SIGNORA MONTIMAR (perplessa) Oh, beh, ……. Io direi che al commissariato potremmo andarci un’altra volta ….… (guardando Edoardo e Virginia abbracciati, che aspettano la sua benedizione) … Cosa volete che vi dica … Virginia, se credi che così sarai felice, sposalo! (Virginia e Edoardo abbracciano e baciano la Signora Montimar e poi Cristina; confusione, grida, etc; nel frattemporitorna Carletti con passo leggero, per non farsi notare)

EDOARDO - (scorgendo Carletti) Carletti! Ancora qui?

SIGNORA MONTIMAR, VIRGINIA e CRISTINA - Carletti?

CARLO - (impacciato) Ehm … sì … scusate. Ho dimenticato l’ombrello(afferra rapidamente l’ombrello e fugge ma entra Federico)-

FEDERICO- La mia padrona...signorina Odette mi ha mandato per consegnarvi questa lettera!

EDOARDO-Cosa contiene?

FEDERICO- (ingenuo)- La nota debiti...cioè non so...non l'ho letta...anche se era aperta...ho pensato...

EDOARDO- Fammi vedere! (legge): prestiti, restituzione regali...Va bene Federico, puoi dire a Odette che le restituirò tutto...sono felice e ricco...ma ora va via altrimenti(prende la pistola finta) sparo!

FEDERICO- Ma vorrei parlare con la vostra cameriera...la signorina Giannina!

EDOARDO, VIRGINIA, SIGNORA MONTIMAR e CRISTINA (inseguendo Federico escono correndo) Fuori Federico! Fuori! Via! Ti sparo! (spara con la pistola giocattolo)

SIPARIO