Le false apparenze

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Commedia nuova

Le false apparenze

Commedia in due atti

di

Valerio Di Piramo

Personaggi

5 donne e 2 uomini

Antonio Rubini, professore di filosofia e capofamiglia;

Marina, sua moglie;

Alessandra, figlia maggiore;

Arianna, figlia minore;

Nino, istruttore di tennis;

Maria, madre di Antonio;

Carla, madre di Marina.

E’ sera, l’orologio segna le diciotto e quarantacinque di un sabato di agosto. Salotto di casa Rubini; arredamento moderno, con un grande divano fondo palco, rivolto verso il pubblico; seduto all’estrema sinistra del divano Tonino, che sta leggendo una rivista di moda; all’estrema destra è seduta Marina, che sta leggendo un giornale di sport; tutti e due sono vestiti con una tuta. Sopra il divano due quadri simili, ambedue con la foto di un uomo e una donna; tra i quadri un grande orologio. Nel mezzo al divano una pila di cuscini che, di fatto, impedisce ai due di vedersi. Un telefono su un piccolo tavolo accanto al divano, con il filo dell’allaccio che sparisce dietro il divano stesso. La televisione è simboleggiata sopra l’ultimo spettatore di platea.

                                   Atto Primo

Scena I

Tonino, Marina.

Tonino            Potrei riavere la mia gazzetta dello sport?

Marina            Forse quando avrò finito di leggerla.

Pausa. I due si rimettono a leggere.

Tonino            E poi, da quando ti interessi di sport?

Marina            E tu da quando ti interessi di moda?

Tonino            Mai interessato alla moda. Lo trovo un argomento leggero, frivolo e scontato.

Pausa. I due si rimettono a leggere.

Marina            E allora perché leggi quella rivista?

Tonino            Perché la gazzetta dello sport l’hai presa tu.

Pausa. I due si rimettono a leggere.

Tonino            Non hai risposto alla mia domanda.

Marina            Quale?

Tonino            Da quando ti interessi di sport?

Marina            Mai interessata allo sport. Lo trovo un argomento vuoto, inconsistente e maschilista.

Pausa. I due si rimettono a leggere.

Tonino            Perché non ci scambiamo i giornali?

Marina            Mai.

Tonino                        Va bene, ho capito. Prende il telecomando della TV che ha accanto, la accende e alza il volume al massimo; Marina non si scompone,  prende una cuffia antirumore che ha accanto a se’ e se la mette, rimettendosi tranquillamente a leggere; Tonino cerca di vedere cosa fa Marina, e per farlo si alza in piedi sul divano e sbircia da sopra i cuscini; stizzito, spegne la televisione e si rimette a leggere pure lui. Marina si accorge che la tv è spenta, si toglie la cuffia.

Marina            Antonio?

Tonino            Che c’è?

Marina            E’ solo per avvertirti che questo è il tuo ultimo giorno di televisione: da domani il telecomando passa a me per una settimana.

Tonino            NO! Domani no! Domani c’è la partita!

Marina            I patti sono questi. Una settimana ciascuno. E poi, carta canta… Vediamo…Tira fuori un foglio, lo spiega  e lo legge. Ecco qua: dal 15 al 22 la televisione è mia. Oggi è il 14. Se domani vorrai vedere la partita dovrai andare al bar. Rimette via il foglio.

Tonino            Ma come al bar! Marina, lo sai che non sopporto la confusione!

Marina            Peggio per te. Da mezzanotte il telecomando lo prendo io. Le pile sono cariche?

Tonino            Certo che sono cariche! Ma che domanda è?

Marina            Per sapere. Tu sei capace di tutto.

Pausa. I due si rimettono a leggere.

Tonino            Hai ordinato le pizze?

Marina            Certamente.  Ordinare toccava a me. E gli impegni li mantengo sempre, io.

Tonino            Facendogli il verso …li mantengo sempre io….

Marina            Non mi fare il verso che mi irrita.

Tonino            Facendogli il verso … non mi fare il verso che mi irrita….

Marina             ANTONIO!

Tonino            MARINA! MA QUANTO DURERA’ ANCORA QUESTA STORIA?

Marina            Per sempre, credo. E se davvero dopo c’è un’altra vita, anche di più. E comunque fino a quando non avrò trovato il modo di fartela pagare per il tradimento.

Tonino            Tradimento?

Marina            Tradimento.

Tonino            E come, se è lecito saperlo?

Marina            Ancora non lo so. Magari rendendoti pan per focaccia.

Tonino            Chi, tu? Capisco la tua voglia di punirmi, ma non credo che mi renderai pan per focaccia: non sei proprio il tipo.

Marina            Ah no? E sentiamo l’intenditore di animi femminili: che tipo sarei io?

Tonino            Semplice: quello che appare. Quello che sei stata da quando ci siamo sposati a ora. Una donna tutta casa e famiglia, senza grilli per la testa…

Marina            E prima di sposarti? Che tipo ero prima di sposarti?

Tonino            Beh, questo non lo so con certezza, perché vieni da un altro luogo…però mi hai raccontata la tua storia…terza figlia, allevata in collegio, ti sei diplomata, poi hai lavorato quattro anni presso un notaio…e a venticinque anni hai trovato me, ci siamo sposati e abbiamo avuto due figlie. Punto.  Ora però non ce la faccio più.

Marina            Non ce la fai più? Che vuol dire che non ce la fai più?

Tonino            Ma dai, cerca di ragionare: ormai sono due mesi che viviamo sotto lo stesso tetto come due estranei!

Marina            Non per colpa mia.

Tonino            Sono due  mesi che tutte le sere mangiamo la pizza perché ti rifiuti di cucinare! Ho la mozzarella che mi esce dalle orecchie!

Marina            Ordina una focaccina.

Tonino            Sono due mesi che non parliamo più!

Marina            Almeno non resti senza voce.

Tonino            Sono due mesi che mi chiami Antonio, dopo una vita che mi hai sempre chiamato Tonino!

Marina            All’anagrafe sei registrato come Antonio, non come Tonino.

Tonino            Sono anche due mesi che non facciamo più…non facciamo più…insomma, hai capito benissimo!

Marina            Due mesi soli? Accidenti! Sta andando meglio di prima!

Tonino            MARINA! Benedetta donna, cerchiamo almeno di dialogare!

Marina            Perché, ora cosa stiamo facendo?

Tonino            E questo lo chiami dialogo?

Marina            E secondo te di cosa dovremmo… Aspetta, aspetta…vediamo se trovo un argomento io…che ne diresti di parlare di quella zoccola di Matilde, la tua segretaria tuttofare dell’università ? Ma proprio tutto tutto? O di quel porco del professore di filosofia che è  mio marito e che è anche il padre delle mie due splendide figlie ma vorrei che non lo fosse?

Tonino            E dai! Ma è possibile che caschi sempre sulla solita storia?

Marina            Beh, se due mesi fa non ti fossi portata a letto la Matilde probabilmente ora avremmo parlato di qualche cos’altro.

Tonino            NON ME LA SONO PORTATA A LETTO! L’ABBIAMO FATTO NELL’ASCENSORE!

Marina            Non ti scaldare così. E’ solo un modo di dire. Il risultato non cambia. Anche se l’avessi fatto dentro una lavatrice sarebbe stata la stessa cosa.

Tonino            Ma che mente contorta hai? Dentro una lavatrice!

Marina            Era per dire. E poi se c’è qualcuno che ha la mente contorta non sono certo io.

Tonino            Ma quante volte ti devo chiedere scusa? Quante volte ti devo ripetere che mi dispiace, che sono mortificato e che mi sento un verme?

Marina            Questa del verme è la parte del discorso che mi piace di più.

Tonino            E poi te l’ho detto, è stata una volta sola…in quell’ascensore bloccato…è venuta a mancare la corrente…stavamo salendo per quella riunione dei professori…eravamo soli…

Marina            …al freddo…

Tonino            No, macchè freddo, era un caldo che si soffocava…

Marina            …sì, però quando si ferma l’ascensore ti assale la paura…il panico…

Tonino            Quello sì…oddio, proprio panico panico no…ma un po’ di paura…la paura c’era.

Marina            E allora, per farti passare la paura, hai pensato bene di strombazzarti la Matilde.

Tonino            Ma dai, Marina! …quella parola…

Marina            Quella parola? Ho forse urtato la tua sensibilità di professore universitario? O mamma mia, ho sposato un uomo che è stato allevato dalle suore di carità! Il verbo “strombazzare” non compare nel tuo vocabolario teorico? Solo in quello pratico? Eppure si coniuga facilmente: Io non strombazzo, tu strombazzi, la Matilde strombazza…

Tonino            E SMETTILA! Lo sai che è stato un momento di debolezza…

Marina            No, non lo so. Non ci credo ai momenti di debolezza. Io non ne ho mai avuti, non vedo perché li dovresti avere tu.

Tonino            Non puoi capire perché non sai com’è andata…      

Marina            E allora dimmelo una volta per tutte, perché sai, io non sono molto pratica di queste cose, e accetto volentieri le spiegazioni di un vero esperto dell’argomento…

Tonino            Esperto? Ma quale esperto! E poi non ti dico proprio nulla. Tu vuoi che ti racconti tutto solo prendermi in giro.

Marina            Prenderti in giro? Ma non ci penso neanche! Figurati se occupo il mio tempo a prendere in giro un poveretto come te! Vorrei sapere l’inizio della storia, perché conosco solo il finale, e cioè che l’ascensore è ripartito e si è aperto in  tempo per mostrare a tutti i tuoi colleghi un professore di filosofia in mutande e la segretaria della scuola che tentava disperatamente si rimettersi il reggipetto! Mi posso solo immaginare le risate!

Tonino            Ancora non mi rendo conto di come non ho fatto a sentire che l’ascensore ripartiva…

Marina            Forse eri, per dirla col Giusti, “in tutt’altre faccende affaccendato…”

Tonino            Il Giusti? Non era il Manzoni?

Marina            No, non era il Manzoni. La tua ignoranza rasenta l’assurdo. Non lo raccontare in giro che insegni filosofia all’università: non ci crederebbe nessuno. Era Sant’Ambrogio del Giusti. Ignorante.

Tonino            Ho capito, continuare questa conversazione è impossibile: puoi dirmi stasera a chi tocca apparecchiare?

Marina            Aspetta…prende il foglio. Dunque, il quattordici…a te. E anche rigovernare e mettere via la roba.

Tonino            Bene, vado ad apparecchiare. Si alza e va verso destra; sulla porta Quando arrivano le pizze le prendi tu?

Marina            Chissà, forse, visto che anche quello è compito tuo.

Tonino            MA INSOMMA, TI DECIDI A FARE LA FOTOCOPIA DI QUEL MALEDETTO FOGLIO? NON E’ POSSIBILE CHE DEBBA FARE TUTTO IO! E TU CHE FAI?

Marina            Mangio. Poi, quando sarà il mio turno farò tutto quello che mi compete. Fino a quel momento sei tu la massaia. E siccome mi sembra che dopo due mesi le cose non siano affatto chiare, vado di là, ingrandisco il quadro con le rispettive mansioni e lo appendo da qualche parte. A proposito: questa settimana tocca a te anche scopare. E non dire che non ne sei capace, altrimenti telefono alla Matilde. Escono ambedue, Tonino da ds e Marina da sinistra. Scena vuota tre o quattro secondi; poi si sente aprire la porta di fondo ed entrano Arianna e Alessandra.

Scena II

Arianna, Alessandra, Tonino, Marina.

Arianna           Entra seguita da Alessandra Mamma? Papà? Ma dove sono andati?

Alessandra      Non lo so. Due ore fa, quando sono uscita per portare la macchina dal meccanico erano seduti sul divano che stavano leggendo…ora che ci     penso… devo aver avuto un abbaglio.

Arianna           Un abbaglio? Che abbaglio?

Alessandra      Mi sembrava che la mamma stesse leggendo la gazzetta dello sport…

Arianna           Sì, e il babbo una rivista di moda…ma dai Alessandra!

Alessandra      Ma sì, ma sì, mi devo essere sbagliata…

Arianna                       Certo che questa situazione è diventata insostenibile. Sono due mesi che mangiamo pizza, sempre pizza, solo pizza…non che la cosa mi dispiaccia, ma un bel piatto di spaghetti via via non guasterebbe. Non vedo l’ora che questa storia finisca…non me la sento più di continuare con questa farsa.

Alessandra      Coraggio Arianna, stringi i denti. Non sarà ancora per molto.

Arianna           Hai ragione, Alessandra. Non ci resta che far buon viso a cattiva sorte…sperando che domani o dopodomani si torni finalmente alla normalità.

Alessandra      Sai, Arianna, non pensavo che la mamma potesse essere così…così…

Arianna           Determinata?

Alessandra      Ecco, brava, determinata. Si è messa in testa di fargliela pagare, e chissà quanto andrà avanti questa storia.

Arianna           Già. Chissà. Non sono affatto tranquilla. Sono ormai due mesi che parlo con mamma…ho cercato di addolcirla, farla ragionare…gli ho detto che quello che è successo a papà capita tutti i giorni a milioni e milioni di uomini sposati…sai che

mi ha risposto? “Tutti dentro l’ascensore?”

Alessandra      E io, allora? L’ho pregata, supplicata, ho pianto dicendo che rivoglio una famiglia come prima, e che non è giusto che per un errore di papà ci debba andare di mezzo anche chi non c’entra niente…e lei dura come un pezzo di marmo. Ho paura che dovremo mangiare pizza ancora per un bel pezzo…

Arianna           NO! COSI’ NON VA BENE! NON NE POSSO PIU’ DI MANGIARE PIZZA! VOGLIO UNA BISTECCA!!!!

Alessandra      Calmati Arianna…se vuoi una bistecca devi andare a mangiare fuori…lo sai che mamma non vuole che noi usiamo la cucina.

Arianna           A mangiare fuori! Come se fosse facile… ti sei dimenticata che abitiamo a otto chilometri dal più vicino centro abitato? E che la nostra macchina è dal meccanico?  E che il bus dalle diciannove in poi non viaggia più? Abbiamo avuto fortuna a prendere l’ultima corsa…

Alessandra      E’ vero, siamo proprio isolate dal mondo…ora poi che si è rotto il ripetitore e che non vanno nemmeno i cellulari l’unico contatto con gli altri è il telefono di casa.

Arianna           Non si è rotto da solo, il ripetitore. C’è qualcuno che è già la quarta volta che lo fa saltare in aria…

Alessandra      Deve essere uno di quegli ecologisti esaltati…

Arianna           Pare che ci vorranno tre o quattro giorni.

Alessandra      Senti Arianna, stasera chiediamo l’auto a papà e andiamo a mangiare fuori! Pago io, la mamma mi ha dato qualche soldo…

Arianna           Ma sì, andiamoci a mangiare una bistecca…però in casa non diciamo che andiamo al ristorante.

Alessandra      Brava, diciamo che ci hanno invitato…

Tonino                        Entra da destra Ah, siete qua… Forza, tra poco arrivano le pizze… andate a cambiarvi e venite a tavola…

Alessandra      Papà, ci puoi prestare la macchina? La mia è dal meccanico per la revisione, e stasera io e Arianna siamo invitati da certi amici nostri…

Tonino            Come sarebbe a dire? Tutte e due?

Arianna           Sì, tutte e due.

Tonino            COSA? E mi vorreste lasciare qui da solo con vostra madre?

Angela            Perché? Cosa vuoi che succeda?

Tonino            Ma siete matte? Quella non ci sta più con la testa! Non aspetta altro che di trovarsi una sera sola con me per farmi la pelle!

Arianna           Dai papà, non esagerare! A me la mamma mi sembra lucidissima…

Tonino            Vero. Ha quella folle lucidità degli assassini…

Alessandra      Papà! Ma smettila!

Tonino            E poi le pizze? Ci sono le vostre pizze! Le buttiamo? Santo cielo, ma non potevate dirlo prima dell’ordinazione?

Alessandra      I nostri amici hanno telefonato ora…

Tonino            Non ho sentito squillare il telefono.

Alessandra      Abbiamo risposto subito.

Arianna           Le pizze mettile via, casomai si scaldano domani…dove sono le chiavi della macchina?

Tonino            Le devo avere lasciate inserite nel cruscotto…mi raccomando, non tornate tardi…non mi fate stare in pensiero.

Arianna           Non preoccuparti, papà…il tempo di mangiare una bistecca….

Tonino            Una bistecca? Posso venire con voi?

Alessandra      Sì, domani! Ciao papà, noi andiamo…escono dal fondo.

Tonino            Ecco fatto. Se ne sono andate. Va be’, due piatti e due bicchieri in meno da rigovernare… sta per uscire da destra, ma da sinistra rientra Marina con un grande quadro di cartone da appendere; va dietro il divano, toglie il quadro che c’è ed attacca il nuovo.

Tonino            MARINA! Che fai, togli il quadro di papà e mamma?

Marina            Intanto questi papà e mamma sono i tuoi, e poi penso che faccia più comodo avere sott’occhio le nostre rispettive mansioni che il papà e la mamma del porco.

Tonino            MA INSOMMA, LA SMETTI DI CHIAMARMI PORCO?

Marina            Vorrei, ma è più forte di me. Porco.

Tonino            Perché il cartello non lo attacchi al posto del quadro accanto, quello dei tuoi genitori?

Marina            Figurati! E quando mamma viene qua e non trova il quadro cosa gli dico? Che ho tolto il ritratto perché il porco di mio marito si è fatta la segretaria in ascensore?

Tonino            E invece quando viene mia madre e non trova il suo quadro cosa gli dici?

Marina            Che ho tolto il ritratto perché il porco di mio marito si è fatta la segretaria in ascensore.

Tonino            Appunto, volevo ben dire.

Marina            Ecco qua, guarda…c’è scritto tutto… ci sono le date, i giorni e le mansioni di ognuno di noi. Mi sembra sufficientemente chiaro: in rosa le mie mansioni, in celeste le tue. Questo è solo un mese: all’inizio del prossimo tu diventi rosa e io celeste. Capito Antonio caro?

Tonino            Ho capito, ho capito…non si batte più chiodo…tanto vale diventare rosa! Vado a preparare…a proposito, le bimbe non ci sono a cena.

Marina            E dove sono?

Tonino            Andavano da certi loro amici a mangiare una bistecca…buon per loro!

Marina            Antonio! La vorresti anche tu una bistecca?

Tonino            Sicuro!

Marina            Accidenti, se me lo dicevi prima….ormai abbiamo già ordinate le pizze…

Tonino            A volte andrebbero perdonati i mariti che uccidono la propria moglie…non sempre, ma ci sono dei casi…

Marina            Tu prova solo ad avvicinarti…suona il campanello

Tonino            Io vado di là. Se vuoi le pizze prendile tu. Esce da destra

Scena III

Marina, Nino.

Marina                        Va ad aprire, ed entra un bel ragazzo con i cartoni delle pizze; si ferma come congelato dalla vista di Marina Buonasera…ha portato le pizze?

Nino                Sì…

Marina            Aspetti un attimo che prendo i soldi… si dirige verso un mobile e prende il portafoglio.

Nino                Sì…

Marina            Quant’è?

Nino                Sì…

Marina            Sì? Sì che cosa? SVEGLIA!

Nino                Eh? Ah, sì, mi scusi… è che lei…lei…

Marina            Lei?!?

Nino                Lei è così bella…

Marina            Ma…ma cosa sta dicendo? E dove è finito il ragazzo che viene sempre?

Nino                E’ malato…io sono il nipote del padrone della pizzeria…in realtà non faccio questo lavoro, sono un istruttore di tennis, ma stasera ho dovuto aiutare mio zio.

Marina            Ah, ecco…istruttore di tennis? Interessante…allora, quanto spendo?

Nino                Dunque, sono quattro pizze margherita…ventidue euro…

Marina            Allora, ecco qua…tenga, sono venticinque…tenga pure il resto…

Nino                Prendendo i soldi Sì…

Marina            Che fa, ricomincia?

Nino                Mi scusi signora, è più forte di me…non riesco a staccarle gli occhi di dosso.

Marina            Senta, io non so che cosa le prende, ma sappia che sono una donna felicemente sposata. E potrei essere sua madre…

Nino                Sì…

Marina            Beh, forse sua madre no, ma una zia di sicuro… e ora che ne direbbe di andarsene?

Nino                Sì…mi scusi per il disturbo, signora…signora?

Marina            Marina.

Nino                Io mi chiamo Giuseppe, ma tutti mi chiamano Nino…incantato di fare la sua conoscenza…le prende una mano e gliela bacia.

Marina            Ma via, ma cosa fa! Anche il baciamano, adesso!

Nino                E’ il minimo che possa fare per rendere omaggio alla sua fulgida bellezza. Mi permette di farle una domanda?

Marina            Certamente.

Nino                Qual è il gusto di pizza che le piace di più?

Marina            Perché lo vuol sapere?

Nino                Perché dal gusto io riesco ad indovinare il carattere di una persona…non sbaglio mai.

Marina            Margherita. Pizza margherita.

Nino                Ah…

Marina            Allora? Che carattere ho?

Nino                Lei è una donna semplice e tranquilla, che ama la casa e la sua famiglia…ma se per qualche ragione fosse coinvolta in una relazione diventerebbe una bomba di passione…a me invece la pizza piace con il prosciutto cotto e i funghi... ma non gli champignon…preferisco i funghi porcini. E una spolverata di paprika sopra.

Marina            E cosa vuol dire?

Nino                Che mi piacciono le donne sposate belle come lei che amano la pizza margherita.

Marina            Via, via, ora se ne vada…

Nino                Vado, sì, ma mi dica una cosa…quando ordinerà le prossime pizze? Così potrò rivederla…

Tonino            Su, vada, vada! Lo spinge fuori dalla porta; Arrivederci…appena Nino è uscito si appoggia alla porta e fa un bel sospiro, poi si riavvia un  po’ i capelli; è contenta, soddisfatta di aver colpito così quel ragazzo; comincia a canticchiare; poi sta per riaprire la porta ma suona il campanello di nuovo; sorpresa apre e rientra Nino.

Marina            Ancora lei? Cosa vuole?

Nino                La scusa è quella di darle il resto…ecco, tenga…tre euro…

Marina            La scusa? Perché la scusa?

Nino                Perché in realtà volevo vederla ancora una volta, e tenere con me la meravigliosa luce che sprigiona dai suoi splendidi occhi…adesso rimonto sulla vespa e torno alla pizzeria…arrivederci, signora Marina…

Marina            Chiudendo la porta dopo che è uscito Arrivederci, Nino… ricomincia a canticchiare, e non si accorge che da destra entra Tonino.

Scena IV

Marina, Tonino.

Tonino            Marina?

Marina            Eh? Chi è? Ah, sei tu …arrivo subito…

Tonino            Marina, ma che ti prende? Chi dovrebbe essere se in casa siamo solo io e te?

Marina            Scusami caro, ero sopra pensiero…

Tonino            Scusami? CARO? Ma ti senti bene?

Marina            Sì Tonino, sto benissimo…

Tonino            TONINO? Marina, ma non sarebbe meglio che tu ti provassi la febbre?  

Marina            No no, sto bene ti ho detto!

Tonino            Allora vuoi dire che è finalmente finita la guerra?

Marina            Mai!

Tonino            Allora è finita la commedia!

Marina            Figurati! Il bello viene ora!

Tonino            Appunto. E come mai hanno suonato il campanello due volte? Hanno portato la pizza a rate?

Marina            Sì…

Tonino            Marina! Era una battuta! Ma che stai dicendo?

Marina            Ho capito, ho capito, non sono mica scema…vai pure di là…ti seguo con le pizze…

Tonino            Svelta, altrimenti freddano…e io odio la pizza fredda. Anzi, ormai odio proprio la pizza. Esce da destra.

Marina            Prende i cartoni con le pizze e si avvia verso destra, ma poi si ferma; ci pensa un attimo e getta tutto in terra, poi ci si butta sopra, urlando ANTONIO! ANTONIO, VIENI, PRESTO! SONO CADUTA!

Tonino            Rientra a corsa O santamadonnabenedetta, ti sei fatta male? L’aiuta a rialzarsi Ma come hai fatto?

Marina            Sono scivolata sulle pizze…

Tonino            Ma che stai dicendo? Le pizze erano in terra?

Marina            No, volevo dire sono scivolata “con” le pizze…

Tonino            Ah, ecco…su alzati…ce la fai?

Marina            Sì, non è nulla di grave…mi devo essere sbucciata un ginocchio…peccato per le pizze…

Tonino            Non preoccuparti, l’importante è non farsi male…almeno finalmente mangeremo qualche cos’altro…

Marina            Cosa? Ma neanche per sogno! Io voglio la pizza! E poi in casa non c’è niente…

Tonino            Come non c’è niente! Il surgelatore trabocca di roba! Sono due mesi che non tocchiamo nulla!

Marina            Troppo tardi per scongelare. Ordino subito altre pizze. Si dirige al telefono, alza la cornetta e compone il numero.

Tonino            Marina, lascia stare…per una volta…dai, mangiamo una bistecca!

Marina            Pronto? Pizzeria “La Bufala?” Chi è, Mario? Ascolti Mario, ho bisogno di una cortesia… Sì, sono la signora Rubini…è successo che sono caduta ed ho rovinato irrimediabilmente le pizze che mi ha mandato…aspetti un attimo…Mette una mano sul microfono Antonio, mi vai a prendere l’alcol nello sportello sotto l’acquaio? Tonino annuisce e esce subito da destra; Marina ricomincia a parlare Mi preparerebbe altre due pizze? Anzi, faccia tre, non si sa mai…senta, mi faccia due margherite e una con il prosciutto cotto e i funghi...no, no, niente champignon…con i porcini…e naturalmente una bella spolverata di paprika sopra…Come dice? Proprio i gusti di suo nipote? Che coincidenza…e chi sarebbe suo nipote? Ah, il ragazzo che è venuto qui stasera…come si chiama? Nino? E’ già partito da dieci minuti…grazie, mi rimandi lui, mi raccomando, mi sembra un giovane tanto sveglio… Grazie della cortesia… Rientra Tonino da destra Sì, faccia in fretta, come sempre…mi raccomando, me le mandi subito…arrivederci Mario. Riattacca la cornetta.

Tonino            Tutto a posto per le pizze?

Marina            Tutto a posto.

Tonino            Bene. Speriamo che arrivino presto, perché stasera ho più fame del solito. Ecco l’alcol…Vai pure a disinfettarti, io intanto butto questa roba… Marina esce da sinistra; Tonino si china e raccoglie i cartoni delle pizze, poi esce da destra; scena vuota dieci secondi con musica che simboleggia il passare di una mezz’ora; poi rientra Tonino.

Scena V

Tonino, Marina, Nino.

Tonino                        Ma allora, queste pizze arrivano o no? E’ un’ora che aspetto! MARINA! MARINA, MA DOVE TI SEI CACCIATA? HO FAME! Insomma, ora telefono alla pizzeria  mi faccio sentire…alza la cornetta e compone il numero  Mario? Sono il professor Tonino Rubini, il marito della signora Marina…sì, proprio lei, quella che ha telefonato poco fa…avevamo ordinato delle pizze…come dice? Ah, Nino è partito da un po’con tutte e tre le pizze? E chi è Nino? Suo nipote? Ha detto tre pizze? Guardi, Mario, ci deve essere un errore…le pizze dovrebbero essere due…mia moglie? Due margherite e una prosciutto, funghi e paprika!?!? Ma come funghi! Marina odia i funghi! E anch’io odio i funghi…va bene, Mario, va bene…non ci sono problemi…mi scusi Mario…arrivederci, arrivederci…mette giù la cornetta.

Marina            Entrando da sinistra Sono arrivate le pizze? Marina è bellissima, si è tolta la tuta e messo un abito provocante; insomma, è tutta in tiro.

Tonino            SANTAMADONNABENEDETTA, CHE HAI FATTO?

Marina            Mi sono cambiata.

Tonino            Ti sei cambiata per mangiare la pizza?

Marina            Perché? In casa mia non sono più libera di fare come mi pare?

Tonino            Sì, che c’entra…dimmi la verità, Marina…quando sei caduta hai picchiato la testa?

Marina            Ma che testa! Ti ho già detto che sto benissimo. Avevo voglia di cambiarmi, tutto qui. Ho un armadio pieno di vestiti che non mi metto mai…

Tonino            E dimmi un’altra cosa Marina…perché hai ordinato tre pizze?

Marina            Come lo sai? Accidenti, sono già arrivate?

Tonino            No, ho telefonato a Mario…mi ha detto che ormai il ragazzo dovrebbe essere qui…

                        Ma perché tre pizze?

Marina            Perché ho fame.

Tonino            Hai cambiato anche gusti? Una è prosciutto e funghi…tu odi i funghi…non li hai mai potuti sopportare…

Marina            Appunto. Ho voglia di cambiare. Di esplorare nuovi orizzonti, provare nuove sensazioni…lì fuori c’è il mondo che mi aspetta…non ce la faccio più a stare relegata in casa ad aspettare il professore di filosofia che torna dal lavoro e fare tutto ciò che comanda…ho bisogno di riprendermi la mia libertà, io. Spazi aperti e cieli blu.

                        Pausa.

Tonino            Marina?

Marina            Che c’è?

Tonino            Per fare tutto quello che hai detto non serve una pizza con i funghi. Ci vuole un  trattato sulla rivoluzione.

Marina            Da qualche parte bisogna pur iniziare. E io ho deciso di cominciare con una pizza prosciutto e funghi. Poi forse passerò a delle lezioni di tennis. Qualcosa in contrario?

Tonino            Neanche per sogno…lezioni di tennis? Ma non hai sempre detto che lo sport ti sembra un inutile perdita di tempo? E che hai il ginocchio che non ti regge più?

Marina            Reggerà, reggerà…e poi il tennis non è mica uno sport!

Tonino            Ah no? E che cos’è?

Marina            E’…è…è un passatempo, ecco.

                        Pausa

Tonino            Marina?

Marina            Che c’è ancora?

Tonino            Ma sei proprio sicura di non aver picchiato la testa? Suona il campanello. Ecco le pizze…Marina non risponde e va ad aprire la porta; entra Nino, e come al solito resta come congelato alla visione di Marina.

Marina            Ah, è lei, venga, venga…

Nino                Sì…

Marina            Allora, quello è mio marito, il professore. Non dica niente, lo so anch’io…non sono stata molto fortunata…comunque dia a lui le pizze e si faccia pagare, mentre io vado un attimo fuori…devo togliere i panni stesi, altrimenti domattina saranno di nuovo bagnati…Caro, dov’è il cacciavite a stella?

Tonino            Perché? Hai finito le mollette e i panni li hai avvitati?

Marina            Ti esonero da continuare a fare lo stupido. Dimmi dov’è il cacciavite.

Tonino            E dove vuoi che sia? Sul tavolo del garage, insieme agli altri attrezzi.

Marina            Torno subito. Esce dal fondo.

Nino                Seguendola con lo sguardo Sì…

Tonino            Richiamando la sua attenzione Ehi? Quell’uomo che porta le pizze? Quell’uomo? Sono qui, mi vede? Nino si gira verso di lui.

Nino                Ah, buonasera…mi scusi, ero un attimo distratto…gli porge le pizze; Tonino le prende; ecco qua…tre pizze…mi ha detto mio zio Mario che la signora Marina è caduta…spero non si sia fatta male…

Tonino            Mah…lei dice di no, ma secondo me la testa l’ha picchiata…pensi che ha ordinato una pizza prosciutto e funghi, e lei odia i funghi… quanto le devo?

Nino                Prosciutto e funghi? Champignon o porcini?

Tonino            Questo non lo so…perché, cambia il prezzo?

Nino                No, no, era solo così, per sapere…

Tonino            Insomma, quanto spendo per le tre pizze?

Nino                Niente. Ha detto Mario che clienti come voi è difficile trovarli, che è soprattutto merito vostro se quest’anno si può permettere un periodo di ferie, e che queste pizze le offre lui.

Tonino            Ma no, ma no, non scherziamo…è stato così gentile…

Nino                Senta, Mario ha detto così…semmai ci rifaremo la prossima volta…

Tonino            Va bene, va bene…rientra Marina, e con uno straccio si sta pulendo le mani Ah, eccoti qua…li hai levati i panni?

Marina            Panni? Che panni?

Tonino            Eccoci. E poi dice che non ha picchiato la testa…

Marina            Ah, i panni…sì, sì, tutto fatto…li ho appoggiati sul tavolo in garage, li porto dentro dopo…allora arrivederci, signor Nino.

Tonino            E ringrazi Mario da parte nostra…a Marina Sai, le pizze le ha offerte lui.

Nino                Arrivederci. Esce, e Marina chiude la porta con un sorrisetto satanico.

Tonino            Allora, andiamo a mangiare queste pizze?

Marina            Arrivo. Vado un attimo in bagno a lavarmi le mani. Intanto porta le pizze in cucina. Tonino esce da destra con le pizze; Marina si dirige al telefono, prende il cavo di collegamento e gli da uno strappo violento; guarda la cima del cavo appena reciso col solito sorrisetto satanico e lo rimette dietro il divano; suona il campanello, ma lei non ci bada ed esce da sinistra, sorridendo. Ancora il campanello.

Tonino            Eccomi, eccomi! Va ad aprire ed entra Nino. Che succede?

Nino                Chiedo scusa…mi è successa una cosa incredibile…ho trovato tutte e due le ruote della vespa a terra!

Tonino            Tutte e due? Ma come può essere successo?

Nino                Non ne ho la più pallida idea. So solo che sono forate. Tra l’altro erano nuove…l’avevo cambiate la settimana scorsa…

Tonino            Accidenti!

Nino                Senta, sarebbe così gentile da accompagnarmi in paese?

Tonino            Ma guardi che disdetta…non ho la macchina. L’hanno presa le mie figlie per andare a cena da certi amici…

Nino                Senta, posso fare una telefonata? Mi farò venire a prendere.

Tonino            Sicuro, faccia pure.

Nino                Grazie…si avvicina al telefono Nonvoglio darle fastidio… chiamerei col mio cellulare, ma il ripetitore della nostra zona è rotto…

Tonino            Eh lo so, lo so…c’è un maledetto dinamitardo che si diverte a far saltare il traliccio…è proprio un bel guaio.

Nino                Alza la cornetta e compone un numero, poi si mette in ascolto Mi sembra che il vostro telefono non dia segni di vita…

Tonino            Cosa? Non è possibile, ho telefonato cinque minuti fa…dia a me…prende la cornetta e si mette in ascolto, picchiettando sui contatti del telefono Accidenti, non c’è linea…

Nino                Ho capito, non mi resta che tornare a piedi…otto chilometri…

Marina            Rientra da sinistra Ancora qui, lei? Che succede?

Tonino            Ha le ruote della vespa forate…e il telefono non funziona…

Marina            Le ruote forate? Ma come può essere successo?

Tonino            E’ quello che mi sono chiesto anch’io…una passi, ma tutte e due…

Marina            O poverino! E ora che farà?

Nino                Tornerò in paese a piedi…poi domani verrò con un amico a prendere la vespa.

Marina            A piedi? Ma sono otto chilometri! Ed è anche brutto tempo, tra poco pioverà…

Tonino            Cos’altro resta da fare? Diamogli un ombrello.

Marina            ANTONIO! Mi meraviglio di te! Dov’è il tuo senso dell’ospitalità? Questo ragazzone è in evidente difficoltà dovuta ad una serie di incresciosi inconvenienti e tu lo vuoi buttare fuori di casa con un ombrello aperto? E se un fulmine lo incenerisce?

Tonino            Un fulmine? Ma che ti viene in mente?

Marina            Le disgrazie capitano sempre quando meno te le aspetti.

Tonino            Ma che disgrazie! Quella del fulmine poi non è una disgrazia, è una punizione biblica! Io non voglio buttare fuori di casa nessuno! Per me può anche restare, ma non so se lui…è giovane, avrà qualcuno che lo aspetta…

Nino                Non mi aspetta nessuno…nemmeno lo zio Mario, perché mi ha detto che questa era l’ultima consegna, e che dopo potevo andare a casa…e io vivo solo, quindi…

Marina            Quindi questa sera resta a mangiare qui da noi…poi, quando tornano Arianna ed Alessandra l’accompagneremo a casa.

Tonino            Quando si dice la fortuna! Lo sa che abbiamo tre pizze? Che scemo! Certo che lo sa, le ha portate lei! Brava Marina, sembra quasi che tu sapessi che questo giovanotto stasera sarebbe rimasto a cena con noi…

Marina            Le piace la pizza prosciutto cotto e funghi?

Nino                Dipende. Champignon o porcini?

Marina            Guardandolo con intenzione Naturalmente porcini.

Nino                E la paprika c’è?

Tonino            C’è, c’è, me lo ha detto Mario quando ancora il telefono funzionava.

Nino                Bene, proprio la pizza che piace a me. Anzi, non mi piace nessun’altro tipo di pizza.

Tonino            Visto? Quando il destino ha deciso una cosa…

Marina            Già, il destino…

Tonino            Come ha detto che si chiama, lei?

Nino                Giuseppe, ma per gli amici Nino…

Tonino            Bene, Giuseppe per gli amici Nino, vada pure in cucina…noi andiamo a prendere un paio di birre in cantina ed arriviamo subito…le piace la birra?

Nino                Veramente preferisco la Coca cola…

Tonino            E Coca cola sia! Vada, vada, ci aspetti in cucina…Nino via da destra.

Scena VI

Tonino, Marina.

Tonino            Marina?

Marina            Che c’è?

Tonino            Facciamo un attimo di pausa per riordinare le idee.

Marina            Una pausa recitazione?

Tonino            Una pausa recitazione.

Marina            Va bene caro. Pausa recitazione.

Tonino            Hai avuto difficoltà a bucare le ruote della vespa?

Marina                        Beh, erano un po’ dure…era meglio se prendevo un punteruolo…il cacciavite a stella non è molto adatto.

Tonino                        Già, non mi viene mai in mente…e il telefono? Non l’avrai mica… prende il filo del telefono, lo tira su e lo guarda ANCORA! Ma perché lo strappi sempre? Basta togliere la presa!

Marina            Avrei dovuto spostare il divano…e lui stava per tornare…

Tonino            Così adesso dovremo chiamare un’altra volta il tecnico…speriamo almeno che questo Nino sia la persona giusta…

Marina            Sì, sì, ne sono sicura…hai visto che portamento?

Tonino            Lo dicesti anche per gli altri tre…e poi, invece…

Marina            Lo so, ma stavolta me lo sento. E’ quello giusto. Tu non puoi saperlo, ma non è come le altre volte. Prima ancora che io provassi a prendere l’iniziativa, mi ha colto di sorpresa.

Tonino            Ti ha colto di sorpresa? Che vuol dire?

Marina            Vuol dire che ha cominciato a dire che sono bella, e che ho degli occhi meravigliosi… insomma, una cosa che non mi sarei mai aspettata…

Tonino            Accidenti! Questa faccenda mi puzza.,..

Marina            Perché? Non credi che qualcuno possa dirmi che sono bella?

Tonino            Abbracciandola Ma no, amore mio, non volevo dire questo…e tu cosa hai fatto?

Marina            Semplice: gli ho fatto credere che sia lui a condurre il gioco. Pensaci: sarà tutto più facile, e portarmelo a letto sarà uno scherzo.

Tonino            Brava. La bacia. Sei la donna più adorabile del mondo. Ti amo.

Marina            Via, vai a prendere la birra, mentre io torno di là…non vorrei che si insospettisse…a proposito, mi raccomando…continuiamo a fare la commedia come prima.

Tonino            Anche quando siamo soli?

Marina            Soprattutto quando siamo soli. Lo sai che questo gioco mi eccita, e il dottore ha detto che se sono eccitata è tutto più facile.

Tonino            Una cosa è certa: siamo davvero bravi. Tutti quegli anni nella compagnia teatrale ci hanno modellato a dovere…

Marina            Certamente. Hai visto come sappiamo improvvisare?

Tonino            Sì, ma cerchiamo di non tirare più in ballo la segretaria della scuola…che tra l’altre cose ha settant’anni…potevi dire la professoressa Carli, quella di matematica…

Marina            Ha trent’anni, è’ troppo giovane per te.

Tonino            E invece una donna di settant’anni va bene?

Marina            Certo. E’ più vicina alla tua età.

Tonino            Comunque sei davvero brava. Nell’ascensore… ma come ti vengono in mente?

Marina            Era già un po’ di tempo che ci pensavo…e mi sembrava una buona idea.  

Tonino            E poi l’ascensore che si apre, i colleghi che sono lì davanti la porta…per poco non mi mettevo a ridere!

Marina            Te l’ho detto, lavorare di fantasia mi eccita.

Tonino            Va bene, va bene, solo cerchiamo di non esagerare…anche se devo dire che quella della lista con le mansioni di ognuno è stata un’idea che mi ha divertito molto…le bimbe sono al corrente?

Marina            Certamente. Sanno tutto, sia della a segretaria che dell’ascensore. E i soldi per andare al ristorante glieli ho dati io. Anche loro hanno capito che devono sempre recitare, sia quando sono sole che in presenza di altri. Naturalmente questa notte non torneranno, perché la tua auto avrà un guasto. Devi ammettere che è proprio un bel piano.

Tonino            Forse l’unica pecca è che sono due mesi che mangiamo pizza.

Marina            Era necessario per entrare nelle grazie di Mario…e sapevamo da tempo che Nino avrebbe sostituito l’altro ragazzo solo questa sera…non ci sarebbero state più occasioni.

Tonino            Speriamo che sia la volta buona, anche perché questa storia del ripetitore comincia a diventare pericolosa…è già la quarta volta che lo faccio saltare in aria…mi costa una fortuna di esplosivo…senza contare il rischio. Se mi prendono mi danno almeno cinque anni.

Marina            Ma no, basta spiegare la situazione…

Tonino            Spiegare la situazione? Dico, ma sei diventata matta? E cosa gli dico? Siccome mia moglie vuole un altro figlio e io non la posso aiutare perché ho solo quattro  spermatozoi di cui tre zoppi e uno in fin di vita allora faccio saltare il ripetitore così Nino non  può chiedere aiuto? Senti, Marina, ma perché non adottiamo un bambino come fanno tutte le coppie normali?

Marina            Prima di tutto siamo troppo avanti con l’età, e ci vorrebbe molto tempo; e poi ti ho detto mille volte che la creatura deve essere mia. Carne della mia carne, sangue del mio sangue. Via, ora andiamo, non vorrei che Nino si insospettisse…e mi raccomando…attenzione ai passi falsi…basta una piccola disattenzione per rovinare due mesi di duro lavoro…

Tonino            …senza contare le pizze che abbiamo trangugiato…

Marina            …e le birre che abbiamo bevuto.

Tonino            Speriamo che questa sia l’ultima volta…ormai è la quarta prova in due anni…e io mi comincio a sentire la testa un po’ troppo pesante, con tutte queste corna…

Marina            TONINO! Lo sai che lo faccio solo con uno scopo ben preciso…senza provare piacere o lasciarmi coinvolgere emotivamente.

Tonino            Scusami…dimentico sempre che è un sacrificio anche per te.

Marina            Un’ultima cosa: le bambine non conosceranno il padre del loro fratellino, e non lo dovranno conoscere mai.

Tonino            Si capisce…ma se poi non sarà un maschio? Perché c’è anche questa possibilità…

Marina            No, non c’è. Una donna certe cose se le sente dentro. Sarà un maschio.

Tonino            Ma non te lo dovresti sentire quando sei incinta?

Marina            Chiamala premonizione, chiamala sensazione, chiamalo intuito femminile. Ne sono sicura più di quello che dice un prete alla messa. Sarà un maschio!

Escono, lei da destra e lui dal fondo. Sipario.

                                Fine primo atto

                                                   Atto Secondo

Scena VII

Tonino, Maria

Nove mesi dopo; stesso ambiente del primo atto; l’unica differenza è che l’orologio segna le diciassette e trenta; Si capirà poi che è il venerdì di Pasqua. Tonino sta passeggiando nervosamente per la stanza; suona ripetutamente il campanello;

Tonino                        Arrivo, arrivo! E che diamine! Un attimo di pazienza! Apre ed entra sua madre Maria, donna all’antica, tutta d’un pezzo, con la testa sulle spalle, di età compresa tra i sessantacinque e settant’anni; occhiali con lenti spessissime, non vede praticamente nulla, e sarà una caratteristica di questo personaggio. Guarda guarda! Questa sì che è una sorpresa…ciao mamma.

Maria              Ciao mamma un corno. Spiegami subito che cos’è questa storia.

Tonino            Allora, cerchiamo di mettere le cose in chiaro: primo, non ho nulla da spiegare; secondo, anche se l’avessi non sono tenuto a dirtelo; terzo se sei qui per spettegolare puoi anche tornare da dove sei venuta.

Maria              TONINO! Sono o non sono la tua unica madre?

Tonino            Per fortuna sì.

Maria              E allora non credi che abbia il diritto di sapere?

Tonino            No. E non credo neppure che sia una buona idea farsi rivedere dopo due anni solo per la tua morbosa curiosità. E ora, se ti vuoi levare dalle scatole, te ne sarei profondamente riconoscente.

Maria              Non posso. Sono venuta in taxi, e l’ho mandato via.

Tonino            Ecco fatto.

Maria              Tonino, guarda che in paese non si parla d’altro…

Tonino            MALE! MA PERCHE’ NON VI FATE TUTTI UNA CORBELLATA DI CAZZI VOSTRI?

Maria              O mamma mia Tonino, chi ti ha insegnato queste parolacce? Ricordati che sei un professore! Sai che sei nervoso forte? Non è mica colpa mia, sai? Pare che il farmacista l’abbia detto a Luigi, il postino, e che lui…beh, lo sai com’è Luigi…dopo dieci minuti lo sapevano tutti!

Tonino            Scommetto che è la prima volta in vita sua che ha corso per consegnare la posta e portare questa notizia…aspetta che lo prenda…

Maria              Non è colpa sua. L’avrebbero saputo tutti ugualmente. Ti ricordi quella volta che videro quel giovane scavalcare il davanzale del terrazzo del dottore? Dopo dieci minuti tutti credevano che fosse l’amante della moglie…e invece era l’antennista, poveretto, che stava aggiustando la televisione…

Tonino            E che c’entro io con questa storia?

Maria              Volevo dire che a volte possono accadere dei malintesi…e che magari la realtà non è poi così nera come potrebbe sembrare…

Tonino            Ti assicuro che in questo caso la realtà supera di gran lunga anche i più squallidi pettegolezzi.

Maria              Va bene, ma dovrà pur esserci una spiegazione a tutto questo!

Tonino            Forse anche più di una. Ma non credo che ti riguardi.

Maria              Tonino, sono qui per aiutarti…

Tonino            E come? Ormai è tardi, non si può più far nulla. E poi non sai nemmeno come sono andate le cose!

Maria              Appunto, finchè non ho toccato con mano…

Tonino            Non ti resta che aspettare qui con me. Tra poco saranno di ritorno dall’ospedale. Oggi è il grande giorno del ritorno a casa.

Maria              E perché tu non sei con tua moglie?

Tonino            A fare cosa? Ci sono le bimbe. Penseranno a tutto loro.

Maria              E riecco i nervi che affiorano…

Tonino            BASTA! NON LO DIRE PIU’ CHE SONO NERVOSO! PIU’ CHE DICI CHE SONO NERVOSO E PIU’ CHE DIVENTO NERVOSO!

Maria              Va bene, va bene…ma cerca di stare calmo…dopotutto è di tua moglie e delle tue figlie che stiamo parlando…ora poi che s’è allargata la famiglia…

Tonino            Già. S’è allargata la famiglia…forse si stava meglio nello stretto.

Maria              Certo che come padre lasci molto a desiderare…quando avevi le bambine piccole eri buono, affettuoso…si può sapere come hai fatto a diventare così insensibile?

Tonino            Non sono diventato insensibile. E’ solo che questa storia è come uno squalo che mi sta mordendo tutti i nervi a uno a uno. Suona il campanello Mamma, ti dispiace aprire la porta? Maria va ad aprire la porta.

Scena VIII

Tonino, Maria, Arianna, Alessandra, Carla, Marina.

Alessandra      Entra con un neonato in braccio avvolto da una copertina rosa, seguita da Arianna che ha una valigia in mano. Ciao papà…NONNA! Anche tu qui? Che bello rivederti dopo tanto tempo!

Maria              Strizzando gli occhi Chi sei?

Alessandra      Alessandra.

Maria              Alessandra! E tu devi essere Arianna! Le bacia Santo cielo come siete cresciute! E vostra madre dov’è?

Arianna           Arriva.

Maria              Santo cielo, guarda che bella bambina! Pussi pussi…

Arianna           Lo sai vero papà che c’è anche nonna?

Tonino            Nonna? Che nonna?

Alessandra      Nonna Carla.

Tonino            Ecco. Ora siamo a posto. Mancava solo mia suocera…quando è arrivata?

Arianna           Un paio d’ore fa.

Tonino            Ma non avevamo deciso di non avvertire nessuno, almeno per un po’ di tempo? Tra un po’ lo sanno anche in Uganda!

Arianna           Papà! E’ vero, ormai lo sanno tutti…pensa che quando la mamma le ha telefonato lei ha risposto “lo sapevo già. Me l’ha detto il postino”.

Maria              Che ti avevo detto? Le notizie corrono…

Tonino            Eppure io questo postino me lo cuocio in forno con le patate!

Alessandra      Su papà, non fare così…ha solamente anticipato una notizia che prima o poi si sarebbe saputa comunque…ah, ecco la mamma.

Marina            Entra dal fondo; ha in braccio un neonato avvolto da una copertina rosa; è importante che Marina sia vestita di azzurro, ed abbia un velo in testa, che si toglierà appena entra in casa.  Si è alzato un ventaccio…Maria! Che bella sorpresa!

Maria              Andando verso la bambina Ciao Marina…Ah, ecco la gemellina…guarda come dorme, santo cielo! Ma sono uguali che si scambiano…belle come il sole…

Marina            Si volta verso l’esterno Mamma? Dove sei mamma? Vieni dentro che altrimenti prende freddo!

Carla               Entra dal fondo con un neonato in collo avvolto da una copertina celeste. Arrivo, arrivo!

Maria              Ma…ma il terzo è un maschio?

Tonino            No. Un’altra femmina. Al negozio avevano finito le coperte rosa.

Maria              O santo cielo, allora il postino aveva ragione! Tre gemelle femmine!

Tonino            Il postino ha sempre ragione. E’ il depositario assoluto della verità. Per ora. Ma non appena lo acchiappo non lo sarà più.

Carla               Genero, ti devo parlare.

Tonino            Non sarebbe meglio che invece che con me parlasse con sua figlia?

Carla               Già fatto. Ora devo parlare con te. Voglio sapere come mai non avete voluto sapere nulla dall’ecografia.

Tonino            Guardando Marina Perché qualcuno qui aveva avuto una premonizione…

Carla               Tonino, tu sei l’uomo di casa. Dovevi pensare che tua moglie non ha più vent’anni, ed insistere col medico.

Marina            Mamma, te l’ho già detto: quella di non sapere nulla era una decisione presa da tempo…

Carla               Ma il medico aveva il dovere di avvertirvi!

Tonino            Ha tentato, poveretto…avrà detto mille volte “vi devo dire una cosa…vi devo dire una cosa…quarantasei anni sono tanti…” e Marina rispondeva sempre: “E’ sano? E allora basta, non vogliamo sapere altro!” E così il medico ci ha fatto firmare un foglio che lo sollevava da ogni responsabilità!

Maria              Avete già deciso come chiamerete le bambine?

Tonino            Sì, Fede, Speranza e Carità!

Carla               GENERO! Ma che cosa stai dicendo?

Tonino            Non ti piacciono i nomi? Eppure hanno una spiegazione così logica!

Marina            Ho paura di sentire cosa dice adesso…

Tonino                        Fede perché pregavamo tutti i giorni che Marina restasse incinta…Speranza perché speravamo che fosse un maschio, e Carità perché per mantenere tutte e tre le mocciose non ci resterà che chiedere l’elemosina! Eh? Che ne dite? Sono o non sono un genio?

Marina            Via, Tonino, non fare così…

Tonino            E COME DOVREI FARE SECONDO TE? Ricordati che grazie al tuo intuito femminile abbiamo allestito una camera completamente celeste…letto celeste, comodino celeste, pareti celesti, soffitto celeste! PERFINO IL LAMPADARIO L’HAI VOLUTO CELESTE! SEMBRA LA STANZA DEL GRANDE PUFFO! E GUARDATE MIA MOGLIE! ANCHE LEI E’ VESTITA DI CELESTE!

Maria              Tonino, urla piano…

Tonino            MAMMA, SE VOLEVI CHE IMPARASSI A URLARE PIANO MI DOVEVI INSEGNARE QUANDO ERO PICCOLO, INVECE DI ANDARE TUTTE LE SERE A GIOCARE A TOMBOLA CON LE TUE AMICHE E LASCIARMI CON PAPA’ CHE PENSAVA SOLO A DORMIRE E A LEGGERE IL GIORNALE!

Carla               Genero, ti devo chiedere un’altra cosa.

Tonino            NON ME NE FREGA NULLA! MA CONTATEVI! CON LE NUOVE ARRIVATE SIETE OTTO DONNE, MALEDIZIONE! OTTO! E IO ULTIMAMENTE ODIO LE DONNE! ANZI, SAPETE CHE VI DICO? MI FANNO SCHIFO! Guardando verso l’alto Signore, per favore, aiutami tu…fai tornare tuo figlio tra noi…ne abbiamo davvero bisogno, qui sulla terra…specialmente io! Via da sinistra.

Arianna           Povero papà…

Carla               Macchè povero papà! Dopotutto se ci sono queste tre bambine il merito è anche suo.

Marina            Ah sì?

Maria              Ah sì? Che vuol dire “ah sì?”

Alessandra      La mamma voleva dire che è stata lei ad insistere perché voleva un maschio…

Carla               Già, un maschio…e invece…

Arianna           Via, portiamo le bambine in camera…per ora entrano tutte e tre nel lettino, ma poi si dovrà cambiare qualcosa…

Alessandra      Qualcosa? E’ tutto celeste! Tutto si deve cambiare!

Marina            Va bene, va bene, ci penseremo…voi andate in camerina, vi raggiungo subito…vado a cercare di consolare un po’ papà…porge la bambina a Maria la quale esce da destra seguita da tutte le altre; Marina le guarda uscire, poi si avvia verso sinistra, ma suona il campanello; va ad aprire ed entra Nino, vestito da Cristo; ha barba finta, capelli lunghi e ha indosso solo un pannolone bianco e una corona di spine, e trema come una foglia.

Scena IX

Marina, Nino, Tonino.

Marina            OH SANTO CIELO!

Nino                Sono io, Marina. Nino.

Marina            NINO? TU?

Nino                Io.

Marina            Ma cosa fai vestito da…da…

Nino                Gesù. Interpreto Gesù nella via Crucis che si farà stasera in paese.

Marina            La via Crucis?

Marina            Marina, dopodomani è Pasqua, ricordi? E quindi oggi è il venerdì santo.

Marina            E’ vero…scusami ma ho quasi perso il senso del tempo…e perché tremi?

Nino                Otto chilometri in vespa senza giubbotto. Mi sono mezzo congelato.

Marina            Perché sei qui?

Nino                Le bambine. Le voglio vedere.

Marina            No.

Nino                No?

Marina            No.

Nino                Perché?

Marina            Stanno dormendo.

Nino                Ma io non le voglio svegliare, le voglio solo vedere.

Marina            No. Di la ci sono anche mia madre, mia suocera e le mie figlie grandi.

Nino                E allora?

Marina            Cosa gli racconto, che c’è Gesù che vuol vedere le bambine?

Nino                Ho fatto otto chilometri!

Marina            Bravo. Ora ne fai altri otto e torni in paese.

Nino                Senti Marina, quelle bambine sono figlie mie.

Marina            Solo per un dettaglio tecnico. Appartengono molto di più a Tonino che a te.

Nino                NON PUOI NEGARMI IL PERMESSO DI VEDERLE!

Marina                        Sì che posso. E non alzare la voce, che se viene di qua Tonino e ti riconosce, anticipa la cerimonia e in croce ti ci mette lui con i chiodi del dodici.

Nino                Andrò dal mio avvocato.

Marina            Tanto per restare in tema di via Crucis e di ladroni…

Nino                MARINA! NON PUOI FARMI QUESTO!

Marina            Ti ho già detto di parlare piano. Hai data la tua parola di non dire mai quello che successe qui nove mesi fa.

Nino                Non lo dirò a nessuno, stai tranquilla…ma voglio vedere le mie figlie.

Marina            No. Tu sei stato liquidato. Non ti bastano i tremila euro che hai avuti per la prestazione? E pensare che ci sono uomini che sarebbero stati felicissimi di fare gratis quello che hai fatto tu per soldi.

Nino                Non l’ho fatto per soldi. Per soldi ho promesso di non dirlo a nessuno. Comunque stai tranquilla, te li restituirò fino all’ultimo centesimo. Ma voglio vedere le bambine.

Marina            Bene, mi sembra che non ci sia altro. Mi metto il foulard e ti accompagno alla vespa. Si mette il foulard azzurro in testa.

Nino                Perché?

Marina            Voglio essere sicuro che tu te ne vada.

Nino                Va nel mezzo della scena, MARINA! Dopo quello che c’è stato tra noi!

Marina            Perché, cosa c’è stato tra noi? Abbiamo fatto una società e messo su un cantiere. Che ha lavorato solo mezz’ora. E tu non sei stato assunto a tempo indeterminato, ma come precario.  Nino, guarda, te lo dico in ginocchio Si genuflette davanti a lui e intreccia le mani a mo’ di preghiera Lascia in pace la mia famiglia.

Nino                Allarga le braccia in modo da sembrare davvero il Cristo Le bambine sono anche la mia famiglia! Ti prego, Marina!

Tonino                        Entra da sinistra a capo chino, poi alla fine della frase alza la testa. Accidenti, questa storia mi farà impazzire…alza la testa e vede la scena. Si immobilizza cinque o sei secondi con gli occhi sgranati, quindi con voce rotta di lucida follia Marina?

Marina            Dimmi Tonino…

Tonino            Prima ho invocato Gesù.

Marina            E allora, Tonino?

Tonino            E’ Gesù, quello?

Marina            Quale, amore?

Tonino            Quello lì davanti a te con le braccia larghe e la corona di spine in testa.

Marina            Io non vedo nessuno, Tonino.

Tonino            E tu perché sei in ginocchio e stai pregando?

Marina            Non sto pregando. Mi sono cadute le chiavi.

Tonino            Bene. Vado a preparare le valige.

Marina            Dove vai, amore?

Tonino            Non lo so. Credo che andrò a farmi curare. Non mi sento troppo bene. Fa dietrofront e se ne ritorna da dove era venuto.

Marina            A Nino Forza, ora vattene. Lo spinge fuori

Nino                Me ne vado, ma non finisce qui. Troverò il modo di vedere le bambine.

Marina            Sappi che te lo impedirò con ogni mezzo. Nino esce e lei chiude la porta.

Tonino            Rientra da sinistra e guarda la stanza Marina?

Marina            Sì amore?

Tonino            Sei sola?

Marina            E chi ci dovrebbe essere?

Tonino            Nessuno, Marina, nessuno…vado. Via da sinistra.

Scena X

Marina, Carla, Maria.

Carla               Rientra da destra Continuano a dormire…ora che cosa hai intenzione di fare?

Marina            In che senso?

Carla               Sì, voglio dire, prenderai una baby sitter?

Marina            E perché dovrei?

Carla                           Marina, l’impegno è gravoso…tirare su tre gemelle non è come allevare un solo figlio… alla tua età, poi…

Marina            Ma insomma, la smetti di tirare in ballo la mia età? Non mi sento affatto vecchia, e posso farcela benissimo da sola. E poi sono mie figlie, e non voglio che qualcun altro le veda crescere al posto mio.

Carla               Se vuoi posso restare un po’ di tempo ad aiutarti…

Marina            Ma per l’amor del cielo! Vuoi far scoppiare la terza guerra mondiale nella nostra famiglia? Lo sai che Tonino non vuole mamme o suocere tra i piedi… no, no, non se ne parla neanche.

Maria              Entra da destra Marina? Ah, sei qua… devo aver avuto una visione.

Marina            Una visione?

Maria              Sì, ero in bagno, e guardando fuori di finestra mi è sembrato di vedere un giovane nudo che è salito su un motore ed è partito come un razzo…lo strano è che aveva una corona di spine in testa…sembrava…sembrava Gesù…ho paura che questi occhiali non mi bastino più… comunque ho presa una decisione.

Marina            E cioè?

Maria              Resterò qua un po’ di tempo ad aiutarti con le bambine.

Marina            Scordatelo.

Maria              Perché? Tua madre resta, no? E perché io no?

Marina            Non resta neppure lei. Io e Tonino non vogliamo nessuno tra i piedi.

Carla               E poi figuriamoci se la persona più adatta a svezzare tre bimbe può essere una che ha le visioni mistiche…che vede Gesù su un motore…

Maria              Macchè visioni! Sono gli occhi che mi hanno giocato un brutto scherzo…

Marina            Va bene, va bene, comunque la mia decisione è presa. Dopo cena vi faccio riaccompagnare in paese da qualcuno.

Carla               Ma ragiona, Marina…

Marina            Già fatto.

Maria              Magari solo tre o quattro giorni…

Marina            No. Se avrò bisogno di qualcosa ve lo farò sapere. E poi ci sono Arianna ed Alessandra che mi aiuteranno.

Carla               Figurati! Sono giovani, e i giovani pensano solo a divertirsi!

Marina            Non solo i giovani pensano a divertirsi, mamma, non solo i giovani…

Carla               Che vorresti dire?

Marina            Quello che ho detto. Lasciamo stare.

Maria              Lasciamo stare un corno. Hai cominciato un discorso e ora lo finisci!

Carla                           Maria, abbi almeno il pudore di tacere! Lo sanno tutti che ti sei data alla bella vita, da quando sei anni fa è morto il tuo povero marito, e che organizzi delle vere e proprie bische clandestine in casa tua…e quando non giochi a carte vai alla sala bingo…ma dove li trovi i soldi?

Maria              Vinco. E poi ho la mia pensione e la reversibilità del povero Arturo…e allora tu, Carla? Guarda che la gente vede, osserva e poi parla. E di te parlano anche troppo…

Marina            Via, ora fatela finita…

Maria              Neanche per idea. Lei si è permessa di criticare il modo di vita? Ebbene, sappi che la tua cara mammina frequenta un certo Mario…

Marina            Mario? Chi Mario?

Maria              Come, non lo sai? Quello che ha la pizzeria da asporto vicino alla chiesa, davanti alla mesticheria! Aspetta, come si chiama?!?

Marina            La Bufala!

Maria              Ah, la conosci? La Bufala, sì! Proprio quella. Reggendosi la pancia Oddio che mi prende? Certi strizzoni…devo andare in bagno… Via da destra

Carla               La punizione divina, così impari a vedere Gesù che va in motocicletta !

Marina            Ma dai! Mario! E’ vero, mamma?

Carla               E’ vero, sì…che c’è di male? Tuo padre è morto già da otto anni, ed io mi sentivo così sola…e così, tre anni fa…

Marina            Tre anni? Sono tre anni che frequenti Mario? E perché non me hai mai parlato?

Carla               L’avrei fatto, ma ho sempre rimandato…un po’ la vergogna…e un po’ perché  io e te ultimamente non è che ci siamo viste così tanto…

Marina            Almeno è un brav’uomo?

Carla               Bravissimo. Un pezzo di pane. E guadagna bene. Figurati che c’è anche gente che mangia la pizza tutti i giorni! Non è mai stato sposato, e stravede per suo nipote, un certo Giuseppe…

Marina            …detto Nino…

Carla               E tu come lo sai?

Marina            E’ un diminutivo comune di Giuseppe.

Carla               Ah, ecco… è proprio un bravo ragazzo, sai? Figurati che è stato scelto per interpretare Gesù nella via Crucis che si farà stasera in paese.

Marina            Senti senti…

Carla               Con Mario mi trovo davvero bene…io vorrei dare una mano in pizzeria, ma Mario non vuole…dice che basta lui…e il giovedì, quando è chiuso per turno, andiamo a ballare in discoteca.

Marina            In discoteca?!?

Carla               Sì, il giovedì fanno il liscio.

Marina            Ah, il liscio.

Carla               Già. Siamo veri campioni, sai? Quando si balla il beguine ci guardano tutti.

Marina            Immagino.

Scena X

Marina, Carla, Arianna, Tonino, Alessandra.

Arianna           Entra da destra Mamma, una delle gemelle si è svegliata.

Marina            Quale?

Arianna           Una domanda un po’ difficile, non credi? Si somigliano come tre gocce d’acqua! Mi sembra la numero due.

Carla               La numero due?

Marina            Sì, in attesa del battesimo che abbiamo chiamate col numero dell’ordine di uscita…come se avessero preso il bigliettino per la fila della vita…vado a vedere. Si avvia verso destra.

Carla                           Aspettami, vengo con te. Esce con Marina; entra quasi subito Tonino da sinistra, e rimane un attimo sulla porta; poi guarda dentro; chiude gli occhi strinti e li riapre; tira un sospiro di sollievo ed entra nella stanza. Papà, ma che stai facendo?

Tonino            Arianna…sei sola?

Arianna           Evidentemente…

Tonino            Hai notato nulla di strano?

Arianna           Strano? In che senso, strano?

Tonino            Come un…una…accidenti, non riesco a dirlo…un…

Arianna           Papà, in questo momento l’unica cosa strana qui dentro sei tu.

Alessandra      Entrando da destra Arianna, dice mamma se prepariamo qualcosa per cena…lei sta cambiando le bambine…ha detto che in frigo ci deve essere un pezzo d’arista già pronto…basta preparare due patate e accendere il forno…ma cos’hai papà? Mi sembri pallido…

Tonino            Pallido? No, no, macchè pallido…non ho niente…Comunque non ho neanche fame.

Arianna           Non hai fame? Tu?!? Allora c’è qualcosa che non va.

Tonino            No, no, tutto bene…o quasi…però vi volevo dire una cosa.

Alessandra      Che c’è, papà?

Tonino            Dopo la nascita delle vostre sorelline noi non abbiamo avuto ancora modo di parlare…

Arianna           Già…ma sai, con la mamma in ospedale…

Tonino            Arianna, il mio non è un rimprovero. Lo so benissimo che avete avuto da fare…e che probabilmente avrete da fare ancor di più in futuro…no, volevo semplicemente scambiare due chiacchiere con voi due.

Alessandra      Siamo tutte orecchie.

Tonino            Noi sappiamo bene come sono andate le cose…

Arianna           PAPA’! Avevamo promesso di non parlarne mai, per nessuna ragione! E di continuare la commedia come se nulla fosse!

Tonino            Sì, Arianna, hai ragione…non ne dovrei parlare, ma lo devo fare, perché è in gioco, oltre alla mia vita, anche la vostra felicità. E ora questa storia della commedia deve finire.

Alessandra      Papà…

Tonino            Zitta, non mi interrompere. Statemi a sentire fino in fondo, poi mi direte quello che mi dovete dire. Quando vostra madre decise di avere un figlio maschio, ne fui molto felice,  e tentammo in ogni modo. Purtroppo sapete bene come andarono le cose. Visite su visite, e poi la sentenza: io non potevo più avere figli. Vostra madre pareva impazzita, ricordate? E allora iniziammo quel piano assurdo e anche un po’ ridicolo che ci ha portati a questo punto.

Arianna           Papà, lo sai, la commedia serviva anche a questo: a non far tornare in mente ricordi dolorosi…a continuare come se niente fosse…

Tonino            E’ vero, e per un periodo di tempo ha funzionato. Ma ora qualcosa si è rotto, in questo meccanismo inventato da vostra madre.  Mi sono accorto che preferisco avere ricordi dolorosi ma vivere nella realtà, che sopravvivere in una vita patinata e inconsistente. Tanto più che nessuno può cambiare le cose, e i ricordi mi assalgono comunque; a volte penso che la miglior cosa sarebbe se improvvisamente perdessi la memoria.

Alessandra      E allora, papà?

Tonino            Voi non lo sapete, ma comincio ad avere delle visioni. Ho paura di impazzire.

Arianna           Visioni? Che tipo di visioni?

Tonino            Gesù…

Alessandra      PAPA’! Ti prego, non bestemmiare!

Tonino            E chi bestemmia? Volevo dire che poco fa ho visto Gesù, proprio lì dove sei tu adesso.

Arianna           Gesù?

Tonino            Gesù. Con la corona di spine e accessori vari. E la mamma era inginocchiata davanti a lui.

Arianna           Ma dai! Ed era una visione?

Tonino            Gesù sì, la mamma no.

Alessandra      E’ comprensibile, papà…tutta questa faccenda, lo stress che ti sei tirato dietro…

Tonino            Non lo so se è colpa dello stress. E comunque qualunque sia la causa il risultato è terrificante: sto impazzendo.

Arianna           Ma che dici, papà! Sono sicura che è solo stanchezza…una buona dormita ti rimetterà a posto, e tutto tornerà come prima.

Tonino            Come prima? Come prima in che maniera? Guardando finalmente in faccia la realtà o nascondendosi ancora dietro maschere di convenienza per il quieto vivere? E poi c’è anche un’altra cosa.

Alessandra      E cioè?

Tonino            Non riesco ad accettare questa storia delle gemelle.

Alessandra      Come sarebbe a dire?

Tonino            Sarebbe a dire che sembrava tutto così semplice…i preparativi, l’euforia contagiosa di vostra madre, la felicità della gravidanza, l’assurda sicurezza che fosse un maschio, la convinzione che nonostante tutto il padre sarei stato io…

Arianna           Papà, se fosse stato un maschio sarebbe stato diverso?

Tonino            Questa domanda me la sono posta anch’io. E sono arrivato alla conclusione che fino a quando le cose non si vivono sulla propria pelle non si può sapere come ci si comporterebbe in determinate occasioni. So solo che sono arrivato al punto di non ritorno.

Alessandra      Che vuoi dire?

Tonino            Voglio dire che di là ci sono le mie valige pronte. Me ne vado. Non ce la faccio più.

Arianna           Va verso di lui e l’abbraccia PAPA’!

Alessandra      No papà, non puoi farci questo. Noi abbiamo bisogno di te.

Tonino            Questa è la più grossa bugia dell’universo. Voi non avete bisogno di me. Se si contano anche le vostre nonne, siete cinque donne che svezzeranno sicuramente bene le bambine. Per i soldi non preoccupatevi: vi spedirò un assegno ogni mese.

Arianna           Alla mamma l’hai detto?

Tonino            No, ma provvedo subito. Ora vado di là…

Alessandra      Per l’amor del cielo! Ci sono le nonne! Aspetta qui che te la vado a chiamare.

Tonino            Allora dille che l’aspetto in camera nostra. Almeno parleremo tranquillamente.

Alessandra      Va bene, papà. Via da destra.

Arianna           Ti prego papà…ripensaci…

Tonino            Non credere che per me sia facile. Ho ponderato a lungo, e l’improvvisa visione che ho avuto non ha fatto che rafforzare la mia decisione. E poi, pensaci: se alla mamma tornasse in mente di volere un figlio maschio?

Arianna           Ma no, papà, che vai a pensare…

Tonino            Non ne sarei affatto meravigliato. La mamma è imprevedibile, lo sai.

Arianna           Dove andrai, papà?

Tonino            Ancora non lo so. Vedremo. Bene, vado in camera ad aspettare la mamma. Via da destra.

Scena XI

Arianna, Alessandra, Marina, Maria

Marina            Rientra da destra, seguita da Alessandra Hai visto? S’è riaddormentata subito…                         beata serenità…

Arianna           Già…come la nostra, vero mamma?

Marina             Che vuoi dire? E dov’è papà?

Alessandra      E’ di là in camera che ti sta aspettando.

Marina            Vi ha detto che cosa vuole?

Alessandra      Sì.

Marina            E cosa vuole?

Arianna           Vai di là e lo scoprirai da sola.

Marina            Arianna! Perché mi rispondi così?

Arianna           Perché comincio a pensare che abbia ragione papà.

Marina            Riguardo a cosa? Se è per il colore della camera…

Arianna           MAMMA! Ma davvero credi che non ci sia niente di più importante nella vita che lo stupido colore d’una stupida camera??

Alessandra      Calmati Arianna…

Arianna           Calmarmi? La nostra felicità sta per essere distrutta e io dovrei calmarmi?

Marina            Santo cielo, Arianna, così mi metti paura…ma cos’è successo in così breve tempo?

Arianna           Vai di là in camera con papà, vai…ma accetta un consiglio: smetti di fare questa ridicola commedia che non porta da nessuna parte!

Marina            ARIANNA! Mi avevate giurato che di questa cosa non avremmo più parlato!

Arianna           E va bene, sono una spergiura! Ti va bene così? Devo fare una penitenza?

Alessandra      Arianna, non credo che questo sia il modo di affrontare questa situazione.

Marina            Basta, vado da vostro padre. Sembri impazzita. Via da sinistra.

Arianna           Io non ti capisco, Alessandra. Sta per crollarci il mondo addosso e tu non fai una piega…

Alessandra      Non faccio una piega? Che ne sei tu di cosa sento dentro? Ma cosa credi, di avere l’esclusiva della sofferenza? Pensi che questa situazione non mi faccia star male?

Arianna           E allora reagisci! Urla, sbraita, liberati!

Alessandra      E le cose dovrebbero migliorare semplicemente comportandosi da squilibrata mentale come stai facendo tu?

Arianna           IO NON MI COMPORTO DA SQUILIBRATA MENTALE!

Alessandra      Ah no? E allora perché urli come una matta?

Arianna           Perché…perché…UFFA! Esce da sinistra, e incrocia Maria;

Maria              Cos’ha tua sorella?

Alessandra      Niente.

Maria              Eppure mi sembrava nervosa.

Alessandra      Senti, nonna, non è che puoi piombare in questa casa dopo tutto questo tempo e pretendere di capire tutto quello che succede in famiglia!

Maria              Perché, che succede in famiglia?

Alessandra      UFFA! Esce da destra.

Maria              O questa? Ma cosa ho detto? A me sembrano tutti matti… Suonano alla porta

Scena XII

Maria, Nino, Tonino, Carla

Maria              Apre la porta ed entra Nino vestito da Gesù  O SIGNORE!

Nino                L’apparenza inganna. Sono solo un istruttore di tennis.

Maria              Me lei…lei è…

Nino                           Un istruttore di tennis, gliel’ho già detto. Non badi all’abbigliamento. Sa, è per la via Crucis…interpreto Gesù.

Maria              Ha una motocicletta, lei?

Nino                Una vespa.

Maria              Poco fa era qui?

Nino                Sì.

Maria              Ora si spiega tutto.

Nino                Che cosa si spiega? E lei chi è?

Maria              Sono la madre del professor Rubini Antonio, il padrone di casa. Lei, piuttosto…

Nino                Sono un amico di famiglia.

Maria              Di famiglia?

Nino                Più che altro di Marina.

Maria              Ah, ecco. Devo andare ad avvertire della sua presenza?

Nino                Mi farebbe un grosso favore.

Maria              Mi dica almeno il suo nome. Non posso annunciare Gesù.

Nino                Nino. Mi chiamo Giuseppe, Nino per gli amici.

Maria              E potrei sapere anche il motivo della sua presenza?

Nino                Ho forato una ruota, a due chilometri da qui. E non ho la ruota di scorta. Sono venuto qui a piedi.

Maria              Mi dispiace.

Nino                Lasci stare. Ormai mi ci sto abituando.

Maria              Mi attenda qui. Esce da destra; una decina di secondi di pausa.

Tonino            Entra da sinistra, parlando verso il luogo da cui è venuto Marina, per favore, smettila di piangere…ti aspetto qua in salotto…si gira verso la stanza e vede Nino,

il quale alza una mano in segno di saluto, ma senza dire nulla. Tonino chiude gli occhi e li riapre. Respira profondamente, alza timidamente una mano in segno di saluto anche lui e torna da dove è venuto.

Maria              Rientra da destra Marina ora è occupata, mi dispiace…

Nino                Senta, ho saputo che questa casa è stata rallegrata dall’arrivo di tre gemelle…mi piacerebbe vederle…

Maria              Sicuro! Vedesse che angioletti…venga con me in camera delle piccole, venga…e non badi al colore delle pareti…sa, mia nuora… si avviano verso destra, ma da quella parte arriva Carla

Carla               O mamma mia, ma allora è vero, è proprio…Nino! Ma tu sei Nino!

Nino                Carla! Cosa fa lei in casa di Marina?

Carla               E’ mia figlia.

Nino                COSA?

Maria              Ma voi vi conoscete?

Carla               Sicuro. E’ Nino, il nipote di Mario…

Maria              Il pizzaiolo?

Carla               Proprio lui.

Maria              Quello della Bufala?

Carla               Sì.

Nino                Ma tu guarda come è piccolo il mondo…così si può dire che resta tutto in famiglia!

Maria              Che cos’è che resta in famiglia?

Nino                No, il…il fatto che io…insomma,che Marina…

Maria              Giovanotto, si spieghi meglio.

Carla               Maria, lascialo in pace! Non lo vedi che è tutto sudato? Hai corso?

Nino                Ho forato una ruota della vespa, e mi sono fatti due chilometri a piedi. Allora, si possono vedere le bambine?

Carla               Certo, vieni di là…stanno dormendo tutte e tre. Carla esce da destra, seguita da Nino e Maria.

Scena XIII

Marina, Tonino, Nino

Marina                        Entra da sinistra e guarda nella stanza Vieni, vieni, qui non cè nessuno… entra anche Tonino ma dove l’avresti visto?

Tonino            Lì, era proprio lì…mi ha anche salutato…

Marina            Ti devo dire una cosa: per quanto riguarda la prima allucinazione che hai avuto…

Tonino            Zitta, Marina, non dire niente. Lo so, lo dicono anche le bimbe. Stress, stanchezza e un bisogno estremo di riposare. Piuttosto, pensiamo a noi. Domani mattina presto parto.

Marina            Tonino, ti prego…

Tonino            No Marina, ti prego io. Ne abbiamo già parlato.

Marina            Lascia almeno un recapito…un indirizzo, una traccia…

Tonino            Ti ho già detto che non so dove andrò. Ci penserò stanotte. Sicuramente verso il mare. Ho bisogno di pensare. Ho bisogno di buttare la mia mente al di là dell’orizzonte. E più l’orizzonte sarà lontano, più riuscirò a capire il senso di tutto quello che abbiamo vissuto insieme da due anni a questa parte.

Marina            Io non voglio che tu te ne vada!

Tonino            E’ necessario, Marina. Se non ci fosse stato quell’episodio dell’allucinazione… ma ora sono sicuro di aver raschiato il fondo del barile…devo andare, lo capisci? E non credere che non ti ami più…ti amo forse anche più di prima…e so benissimo che questa storia della commedia l’hai inventata per uno scopo nobile…per non soffrire e non farci soffrire…per un po’ di tempo ha anche funzionato…ma poi i ricordi affiorano, tornano, mi tormentano…e sapessi com’è difficile non poterli condividere con nessuno…tenerseli dentro a macerare giorno dopo giorno, con l’unica convinzione che solo uno psichiatra ti potrebbe aiutare…

Marina            Te l’ho già detto, smettiamola con questa commedia…torniamo alla normalità, come i primi tempi che eravamo sposati, ti ricordi? Affrontavamo tutti i problemi insieme, senza mai nascondersi dietro a maschere felici…

Tonino            Ho paura che sia troppo tardi, Marina, mi dispiace. Se non ci fossero state le allucinazioni forse avremmo potuto cercare un'altra soluzione, ma così… entra Nino da sinistra, e saluta Tonino come aveva fatto in precedenza. Ecco, vedi? Ancora! Tu non puoi vederla, ma ti assicuro che in  questo momento l’allucinazione è appena uscita da quella porta là ed ora è in mezzo alla stanza! Ed è ancora Gesù!

Marina            Lo so. Lo vedo anch’io.

Tonino            Senti Marina, non occorre che tu sia così accondiscendente…so benissimo che lo fai per non farmi sentire pazzo…magari mi vorresti far credere che lo vedi anche tu…ma guarda a volte le visioni come sono strane…questo Gesù mi sembra che somigli a qualcuno che conosco… Nino piano piano cerca di avvicinarsi alla porta d’uscita e sta per uscire.

Marina            FERMO LI’! DOVE CREDI DI ANDARE?

                        Nino si immobilizza immediatamente.

Tonino            Tu…tu l’hai fermato? Ma come…cosa sta succedendo?

Marina            E’ quello che ti volevo dire prima. Non era un’allucinazione. Quello è Nino, che è venuto qua perché vuole vedere le bambine.

Tonino            NINO?

Marina            Nino.

Tonino            “Quel” Nino?

Marina            Quel Nino.

Tonino            Allora non sono matto?

Marina            Non sei matto.

Tonino            Ironico E si è vestito così per passare inosservato?

Marina            No, è che stasera interpreta la parte di Gesù nella via Crucis giù in paese.

Tonino            Allora quando l’ho visto la prima volta tu sapevi…

Marina            Perdonami Tonino…avevo paura che lo riconoscessi e ti arrabbiassi…

Tonino            E perché lo pregavi?

Marina            Perché lasciasse in pace la nostra famiglia.

Tonino            Ti ha ricattato?

Marina            No, no, macchè ricattato!

Nino                Volevo solo vedere le mie bambine.

Tonino            Bene. E le hai viste?

Nino                Sì. Stanno dormendo.

Tonino            Perfetto. Allora puoi anche andare, prima che mi venga la tentazione di partecipare anch’io alla via Crucis e interpretare il romano che ti inchioda…e non preoccuparti se qui non c’è la croce…ti inchiodo alla porta.

Marina            Calmati, Tonino…

Tonino            Calmarmi? E perché? A suo tempo questo signore fu pagato, e promise solennemente di non dire nulla a nessuno e di non farsi più rivedere in questa casa!

Nino                Infatti sono stato muto come un pesce…

Tonino            Però sei qui!

Nino                Volevo solo vedere le mie bambine…

Tonino            Smettila di dire “le mie bambine”. Non le vedrai crescere, non le sentirai piangere, non darai loro da mangiare e non cambierai i pannolini quando hanno fatto la cacca. Quindi non sono tue.

Nino                Però se non ci fossi stato io…

Tonino            Ci sarebbe stato un altro. Non prenderti meriti che non ti appartengono. Hai fatto ne’ più ne’ meno quello che avrebbe fatto chiunque altro di sana e robusta costituzione. Anzi, a vedere il risultato hai fatto anche troppo. fa il numero tre con le dita Ma non credere che io sia quel mostro di cattiveria che potrei sembrare…so benissimo che il padre biologico delle tre bambine sei tu; e se Marina è d’accordo potrai vederle quando vorrai…basta che tu telefoni prima.

Marina            Sì, però se…

Tonino            Marina, niente “però”, niente “ma” e niente “se”. Abbiamo detto di smetterla con quella ridicola commedia, ricordi?

Marina            Sì…

Tonino            E allora benvenuta nella realtà, dove tutto è diverso dal mondo di comodo che ci eravamo cuciti addosso. Per troppo tempo abbiamo vissuto identità non nostre, finti sentimenti, continue ipocrisie; per troppo tempo abbiamo vissuto in un posto immaginario dove le false apparenze sono così numerose che a volte ti impediscono di vedere quello che ti circonda.

Marina            Hai ragione, Tonino…scusami…

Tonino            Non scusarti. Io sono colpevole quanto te…ti ho assecondato troppo a lungo, fino a che questo gioco assurdo mi ha preso la mano. A Nino Allora, Gesù, ti va bene la mia proposta? Ti conviene accettare, perché non ce ne saranno altre di così magnanime.

Nino                Va bene.

Tonino            Perfetto. Adesso vai, perché ho come l’impressione che senza di te la via Crucis non verrà fatta. Nino esce.

Marina            Allora resterai?

Tonino            Non penserai mica di allevare quei tre angioletti senza di me, vero? Come farebbero senza il loro papà? Vado subito a disfare le valige.

Marina            Ti amo, Tonino. Sei l’uomo più buono del mondo. Lo abbraccia

Tonino            Anch’io ti amo, Marina. Suona il campanello Che succede? Va ad aprire

Nino                Rientra dal fondo Scusate…

Tonino            Che c’è ancora?

Nino                Mi ero dimenticato…prima ho forato una ruota…

Marina            Ma davvero?

Tonino            Non ci posso credere!

Marina            Ecco perché sei tornato indietro!

Tonino            Ma la ruota di scorta non ce l’hai?

Nino                No.

Tonino            Male. Si deve sempre essere previdenti.

Nino                L’ultima volta che ho forato qui da voi ce l’avevo, la ruota di scorta. Ma le ruote forate erano due…

Tonino            Insomma, noi che dovremmo fare?

Nino                Non lo so. So solo che tra mezz’ora comincia la via Crucis…

Tonino            Non preoccuparti… fuori c’è la mia auto con le chiavi nel cruscotto… puoi prendere quella… me la riporti domani, con comodo, tanto stasera prevedo che io e la mia dolce metà andremo a letto presto…vero amore?

Marina            Sempre che le bambine ci lascino in pace!

Nino                Allora, io vado…grazie di tutto…Esce

Tonino            Ecco fatto. Finalmente soli!

Marina            Sei davvero un esempio di bontà. Gli hai dato la tua macchina…

Tonino            Detto tra noi, Marina, la macchina gliel’ho data perché all’idea che tra poco lo metteranno in croce divento subito di buon umore…

Maria              Entra da destra seguita da Carla, Arianna e Alessandra. Ci credereste? Continuano a dormire!

Tonino            E speriamo che continuino tutta la notte…

Alessandra      Ne dubito…ormai è davvero troppo tempo che dormono. E quando si sveglieranno avranno una fame da lupo.

Carla               Dov’è Nino?

Marina            Se n’è andato.

Carla               E come? Aveva bucato una ruota…

Tonino            Gli ho dato la mia macchina, tanto a noi non serve.

Arianna           Ah, non serve? E le nonne chi le riporta?

Tonino            Non avete la vostra macchina?

Alessandra      PAPA’! Con quella testa immersa nella filosofia ti dimentichi sempre tutto!

Tonino            Che cosa mi sono dimenticato?

Alessandra      Che la nostra auto l’abbiamo venduta e stiamo aspettando quella nuova.

Tonino            Già, è vero…e dall’ospedale come siete arrivate?

Carla               Con un taxi dalla città. Ci è costato una fortuna.

Tonino            Beh, richiamiamo il taxi del paese.

Maria              Non c’è. Il tassista interpreta Ponzio Pilato nella via Crucis.

Arianna           Mamma…ma tu e papà…

Marina            E’ tutto finito, Arianna…niente più false apparenze…ora tutto sta per ricominciare…abbraccia Tonino.

Maria              Che cosa sta per ricominciare?

Tonino            Tutto, mamma, tutto. Ti basti sapere questo. Non appena tu e mia suocera vi sarete tolte dalle scatole e sarete tornate a casa ricomincerà tutto.

Carla               E come facciamo ad andare a casa? Non possiamo mica andare a piedi!

Tonino            E perché no?

Alessandra      Dai, papà, manderesti queste due vecchiette da sole in paese a piedi?

Maria              VECCHIETTE UN CORNO! Carla, Perché non telefoni al tuo Mario e gli dici che ci venga a prendere?

Carla               Non può, è impegnato nella via Crucis. Fa uno dei ladroni.

Tonino            Quello di destra o di sinistra?

Carla               Mi sembra quello di destra.

Tonino            Allora si salva. Potrà tornare a fare le pizze.

Marina            E  va bene, vorrà dire che per stanotte dormirete tutte e due qui… Tonino va verso sinistra Dove stai andando, amore?

Tonino            In camera, a prendere le valige.

Marina            Per disfarle?

Tonino            No. PER ANDARE IL PIÙ LONTANO POSSIBILE DA QUESTO POSTO STRAPIENO DI DONNE! Tutti ridono, si sentono piangere le bambine, alza la musica e chiude il sipario.

 

                                                      Fine