Le modiste del ’43

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LE MODISTE DEL ‘43

Commedia in due tempi

di ALDO NICOLAJ

                                   

PERSONAGGI

DIAMANTE

PERLA

ESTER

VALERIO

ADA

IL MAGGIORE

In una cittadina dell'Italia del nord nel dicembre del 1943.

Commedia formattata da


PRIMO TEMPO

Ampio retrobottega di un negozio di modiste. In primo piano, una scala a chiocciola che porta nell'appartamento. Molte scansie sulle quali sono collocati scatoloni, forme per cappelli, feltri, ecc. Altri scatoloni pieni di guarnizioni, nastri, velluti, piume, velette sono aperti nella stanza in allegro disordine. Vicino a una di quelle stufe, che in quei tempi chiamavano parigine, alcune sedie basse sulle quali siedono le modiste per lavorare. C'è una macchina da cucine, a pedali naturalmente, un tavolo da stiro con ferro a carbone, un lavandino dietro un paravento, una finestrella e una porticina che danno nel cortile. Separato da una tenda in fondo il negozio, del quale si intravedono il banco, la vetrina, specchi e cappellini sui loro sostegni, alti e bassi. La porta del negozio scende in strada e ci deve essere una saracinesca per chiuderlo dall'interno. La commedia inizia al buio.

Voce femminile            - (fuori campo) Sono ritornata nel paese della mia infanzia dopo tanti anni. Un po' per nostalgia e un po' per rivedere un negozio di modiste o cosa ne era rimasto. Al suo posto, un emporio di elettrodomestici. Ma è rimasta intatta la casa, coi portici bassi, la pavimentazione di pietra, di fronte, il grande duomo barocco. (si apre il sipario) Ho chiuso gli occhi e, tuffandomi nella liquida immobilità della memoria, ho rivisto tutto com'era allora, in quel lontano dicembre del 1943. (la scena poco a poco si illumina ed appaiono le cose e, poi, le persone che la voce evoca)… il retrobottega disordinato ed allegro con in primo piano la scaletta a chiocciola… la vecchia macchina da cucire a pedali… la tavola da stiro col ferro a carbone… la stufa chiamata parigina… i feltri… le paglie… le velette… i nastri… le piume… le guarnizioni… e, in fondo, il negozio col bancone, la vetrina e i tanti cappellini sui loro sostegni. E, tra la macchina da cucire e la stufa, seduta sulla sua seggiolina bassa, la signora Diamante con la sua bella testa di riccioli tinti e la sua irrefrenabile voglia di vivere, intenta a lavorare ad un suo modello, mentre la sorella Perla, davanti allo specchio, se ne sta provando un altro. Così, in un             tempo e in uno spazio ritrovati dalla memoria, ho rivisto la mia storia e, all'improvviso, l'ho rivissuta. (il palcoscenico è ora completamente illuminato; dalla radio, posta su di uno sgabello viene fuori la voce di una canzone dell'epoca)

Diamante                      - (senza età, esuberante, cuce un velo nero attorno a un cappellino da lutto, accompagnando a mezza voce la canzone che trasmette la radio)… forse sarà la musica del mare che nel silenzio fa tremare il cuore torna ogni vela e tu non puoi tornare che lacrime amare versare fai tu…

Voce radio                    - … interrompiamo il nostro concerto di canzoni per ripetere il bollettino di guerra emanato dal nostro comando militare…

Diamante                      - (spegne la radio e guardando Perla davanti allo specchio) Hai già finito?

Perla                              - Magari! Guardavo come mi stava. (si avvicina alla stufa e si scalda le mani) Ho le dita intirizzite. Beata te, che il freddo, non lo senti…

Diamante                      - (fa un nodo col filo, lo strappa dal velo che stava cucendo e fa vedere il cappello alla sorella) Guarda, che ne dici? (si tratta di un imponente e barocco cappello da lutto con abbondanza di nastri, coccarde e veli)

Perla                              - (estasiata) Sai che è una meraviglia?

Diamante                      - (compiaciuta) Un signor cappello, il più bello in assoluto. Tutti gli altri cappelli passano in secondo piano di fronte a uno da lutto.

Perla                              - Non consola chi lo porta.

Diamante                      - Purtroppo. Povera signora Angiolina. La sua era una famiglia felice. E, ora, il marito morto, il fratello disperso… Ma le ho fatto un cappello degno della vedova di un generale… Chi può rimanere indifferente davanti a un cappello come questo? L'ho fatto sullo stile del mio, ricordi? Quando l'avevo in testa, tutti si scansavano come al passaggio del Santissimo… Non ho mai attirato tanti sguardi…

Perla                              - … avevi vent'anni di meno…

Diamante                      - … sedici. (pausa)

Perla                              - Non fanno che ordinarci cappelli da lutto.

Diamante                      - In ogni famiglia c'è un morto. Colpa di questa maledetta guerra.

Perla                              - … necessaria, Diamante.   

Diamante                      - … a chi fabbrica cannoni… a chi fa il mercato nero. A noi porta via solo quel poco di giovinezza che ci è rimasta. Prima di accendere la luce, tiriamo le tende, altrimenti ci prendiamo la multa. (va a tirare le tende nere alla finestra e alle porte, poi accende la luce) C'è chi sta peggio, lo so. Per lo meno non facciamo la fame. Ci arrangiamo; domani, ci porteranno altra farina e qualche salame. I salami non sono più quelli di una volta… ma meglio dei ceci…

Perla                              - Dovremmo accontentarci anche noi di quello che dà la tessera. Fare qualche sacrificio, come tutti…

Diamante                      - E non basta quelli che facciamo coi bombardamenti… il razionamento… il coprifuoco…!?! Prima andavamo ai balli… ai veglioni… in gita coi treni popolari… Ora le gite, le facciamo nei rifugi e i balli battendo i piedi per scaldarci… Stamattina due ore e mezzo davanti al macellaio…

Perla                              - Ci rifaremo dopo la vittoria…

Diamante                      - Campa cavallo… Se si continua con queste ritirate strategiche…

Perla                              - Gli alleati avanzano, ma saranno ricacciati indietro…

Diamante                      - Ne sei sicura?…

Perla                              - Lo sai che per i disfattisti come te c'è il muro?

Diamante                      - Allora, dovrebbero mettere al muro mezza Italia, se non tutta.

Perla                              - Vergognati, parli come un'antifascista…

Diamante                      - Io non sono mai stata né fascista né antifascista. non mi occupo di politica. E voglio solo che finisca questa guerra per potermene vivere in santa pace…

Perla                              - Il duce ha detto…

Diamante                      - Sì, dagli retta…

Perla                              - (allibita) Eh?!?

Diamante                      - A me pare un gran buffone.

Perla                              - (allibita) Hai il coraggio di dire una cosa del genere?!?

Diamante                      - Dico quello che penso. Del resto non mi è mai piaciuto.

Perla                              - Il motivo?

Diamante                      - Non è fine.

Perla                              - In che senso?

Diamante                      - In nessun senso. E a me l'uomo piace solo se è fine. (prende uno sgabello e si arrampica per cercare delle guarnizioni)

Perla                              - Ma se è meraviglioso e tutto il mondo ce lo invidia… Ha due occhi che tolgono il fiato… Quando a Roma, in piazza Venezia, me li sono sentiti addosso, sono rimasta fulminata…

Diamante                      - (con ironia) Eri in viaggio di nozze.

Perla                              - Per me è come se lo fosse stato.

Diamante                      - Ogni tanto mi domando come abbia fatto a metterti con uno così brutto.

Perla                              - Valerio non è bello, ma il suo fascino ce l'ha.

Diamante                      - (con sarcasmo) Come il duce?

Perla                              - Non proprio, ma lo stesso fascino maschio!

Diamante                      - Infatti non è fine nemmeno lui. (ha trovato quello che cercava e ritorna a sedere lavorando a un cappellino)

Perla                              - Ti sembra proprio brutto?

Diamante                      - Non è che mi sembra. Lo è. Ricordi cosa diceva nostra madre, Dio l'abbia in gloria? Se proprio non potete fare a meno di un uomo, sceglietevelo per lo meno bello…

Perla                              - Tuo marito buonanima lo era?

Diamante                      - Non era brutto come Valerio, che non ti sposa…

Perla                              - In questo momento, deve pensare alla patria.

Diamante                      - Sta con te per divertirsi e basta.

Perla                              - … e io mi diverto con lui.

Diamante                      - Contenti voi… (guarda il cappellino che sta cucendo Perla e fa una smorfia)

Perla                              - Non ti piace?

Diamante                      - Per rimodernare un cappello ci vuole più fantasia. Prova a togliere quei fronzoli e a metterci solo una «ruche». Verde marcio.

Perla                              - Dillo in italiano. Non bisogna usare parole straniere…

Diamante                      - (senza darle retta) Verde sul marrone ci sta d'incanto, (prende una scatola di nastri) Scegli qui, una verde marcio… Ormai di cappelli, ne facciamo pochi. Rimoderniamo soltanto. Mentre una volta… Ricordi? Venivano anche da fuori per ordinarmi un cappello. Ma, ora, con la guerra, chi pensa alla moda? Non c'è famiglia con gli occhi asciutti…

Perla                              - (ripete come un pappagallo le frasi fatte dell'epoca) Noi donne dobbiamo fare figli, gli uomini la guerra.

Diamante                      - Ma Valerio no!

Perla                              - (piccata) Lui è utile qui.

Diamante                      - … per fare la spia…

Perla                              - Lavora per il fronte interno. Coi banditi sulle montagne.. i traditori, gli sbandati… gli anarchici… i socialisti… i comunisti… Guai se non ci fosse qualcuno ad impedire i sabotaggi…

Diamante                      - E, poi, qui rischia meno…

Perla                              - Sai a te cosa manca? Una coscienza civile. Sei come tuo marito.

Diamante                      - Che c'entra Paolino? Lui era un clericale, avrebbe voluto che l'Italia fosse governata dal Papa, figuriamoci. Non c'entra né il fascismo, né l'antifascismo… La gente vuole solo che la lascino in pace, a lavorare, a crescere i figli. Invece no, bisogna patire, solo patire. Io sgobbo da quando avevo dieci anni, ti rendi conto? Eravamo in nove, nove bocche da sfamare. Tu la più piccola e io la più grande…

Perla                              - E siamo rimaste in due. Io e te. (fa vedere il cappello) Come ti pare ora?           

Diamante                      - Al bacio!

Perla                              - In fatto di cappelli bisogna darti retta, hai sempre ragione tu.

Diamante                      - Io, ragione, ce l'ho davvero, mica come il duce. Peccato dover lavorare con materiali che fanno schifo… feltri fatti di lana di latte… invece della seta il rayon… (sente un rumore, come se fosse entrato qualcuno in negozio) Chi è? (nessuna risposta. Si alza e va a controllare e torna facendo entrare)

Ester                              - (una ragazzina sui 12-13 anni, magra, spaurita, infangata)

Diamante                      - Entra! Sei viola dal freddo… E ne hai pestata di neve… sei tutta intirizzita… Su, scaldati.

Perla                              - Erano giorni che non ti facevi vedere…

Diamante                      - Cosa ci racconti? Da dove vieni? (Ester non parla) Su, cosa c'è? Qualcosa che non va? (silenzio) Perché quel musetto? Alla tua età bisogna essere allegri. Allegri come passerotti. Magari potessi tornare indietro con gli anni…

Perla                              - Ci starei anch'io.

Diamante                      - E, tu, invece di essere allegra…

Ester                              - Io sono ebrea.

Diamante                      - E con questo?

Ester                              - A quelli della mia razza non vuole bene nessuno.

Perla                              - Ed ha ragione. È proprio così.

Diamante                      - Zitta, stupida. Ebrei o non ebrei, cosa vuol dire? Siamo tutti uguali, tutte creature di Dio…

Perla                              - Ma loro, gli ebrei, Gesù Cristo, lo hanno messo in croce! E visto che sei contro la guerra, lo sai o no che sono stati loro a volerla?

Diamante                      - (seccata) Piantala, Perla… Non dire cretinate…

Perla                              - Quando viene Valerio ti faccio spiegare come stanno le cose…

Diamante                      - (con un gesto la fa stare zitta e si avvicina ad Ester, che si è rannicchiata contro il muro. Le fa una carezza affettuosa e se la fa sedere vicino) Non dar retta a Perla. Non sa quello che dice. Quando parla così, nemmeno la sento. Non fare quel viso triste… Sfogati con me, sai che ti voglio bene… Su, cosa è successo?

Ester                              - Niente.

Diamante                      - Non vuoi parlare?

Perla                              - (cocciuta) Non è colpa sua, ma appartiene a una razza che…

Diamante                      - (esasperata) Basta! Stai zitta! (molto dolce a Ester) Sei triste perché non puoi più andare a scuola? (Ester fa cenno di sì) Te ne stai a casa, non è meglio? Magari avessero proibito a me di andare a scuola. Sarei andata ad arrampicarmi sugli alberi… a tirare sassi nel fiume… a rubare frutta… (cercando di distrarre Ester)… ne combinavo di cotte e di crude. Mettevo anche le puntine sulla sedia della maestra… Cosi mi cacciavano via e a casa erano botte. Le buschi anche tu, qualche volta?

Ester                              - (scuote il capo)

Diamante                      - Mai? Proprio mai?!?

Ester                              - (scuote il capo)

Diamante                      - Eh, già. Tu sei figlia di persone istruite. I miei… invece… I poveri sono ignoranti e i figli, li picchiano. È il loro modo di educarli… (si accorge che l'attenzione di Ester è attirata dal cappellino giovanile con fiori e frutta) Vuoi provartelo?

Ester                              - (fa cenno di sì, finalmente sorride)

Perla                              - Non lo sciupare, però.

Diamante                      - (dà un’occhiataccia a Perla) Figurati se lo sciupa… Prima sentiamo se non ci sono spilli… (controlla il cappellino e poi Io mette in testa ad Ester) Guardati… Sembri già una signorinella… Tua madre era una delle nostre migliori clienti…

Perla                              - Le abbiamo fatto tanti di quei cappellini…

Diamante                      - Era un piacere lavorare per lei. Sempre gentile… una vera signora… Su di lei i cappellini facevano anche più figura… Come sta?

Ester                              - (si toglie il cappello e lo rimette a posto) Non esce più… Fa compagnia a mia   nonna… Anche papà ha terrore di tutto. La notte non dorme, cammina avanti indietro per la casa…

Perla                              - Soffrirà d'insonnia…

Diamante                      - (le dà un’occhiataccia) Cosa vuoi farci, Ester? Sono tempi brutti. Per lui… e per tutti. Vuoi merenda?

Ester                              - No, grazie.

Diamante                      - (invitante) Una bella fetta di pane bianco con la marmellata di ciliegie… Non dirmi di no, l'ho fatta io…

Perla                              - Non è finito il pane bianco?

Diamante                      - Vai su, tagliane due belle fette. Su di una ci spalmi il burro, sull'altra la marmellata e le porti ad Ester.

Ester                              - … no, grazie…

Diamante                      - Perché no?

Ester                              - La mamma dice che chi è gentile con me può passare dei guai per causa mia…

Perla                              - Tua madre ha ragione e…

Diamante                      - (troncando) Fai quello che ho detto. Vai…

Ester                              - Solo un pezzettino…

Perla                              - (di malavoglia sale al piano di sopra)

Diamante                      - (materna, si avvicina ad Ester, le ricompone i capelli) Sei tutta bagnata… Da dove vieni?

Ester                              - (guarda in su per essere sicura che Perla non senta, piano) Sono stata a trovare mia zia… (esita, poi) È nascosta da dei contadini… Ho fatto non so quanti chilometri…

Diamante                      - Non c'era una corriera?

Ester                              - A piedi mi notano meno.

Diamante                      - Hai gli occhi cerchiati… Dormi abbastanza?…

Ester                              - E come? Mia nonna si lamenta, mia madre piange, mio padre va avanti e indietro nel corridoio… (con più confidenza) Stiamo vendendo tutto. Mio padre non ha più il permesso di lavorare… Nel suo studio c'è, ora, un medico ariano…

Diamante                      - Mai capito la differenza che c'è tra un ebreo e un ariano…

Perla                              - (scendendo con la merenda) L'ebreo è circonciso.

Diamante                      - E le donne? Circoncise anche loro? (offre la merenda ad Ester che se la rigira tra le mani, senza osare addentarla)

Ester                              - Grazie… È troppo…

Diamante                      - Perché non mangi?

Ester                              - … Non potrei portarlo a casa?

Diamante                      - Questo mangiatelo. Quello che è rimasto su, te lo porterai a casa.

Ester                              - (mangiando) Mmmm… che buono!

Perla                              - Sfido, con quello che costa…

Diamante                      - (fulminando Perla) A noi fanno un prezzo speciale.

Ester                              - Se lo porto a casa, dovrò dire a mia madre che sono stata da voi…

Diamante                      - Non vuole? Non si fida?

Ester                              - Ha paura di un ufficiale che viene qui…

Perla                              - È un amico, Valerio…

Diamante                      - Di a tua madre di non preoccuparsi. Se quello ti tocca, gli do questo ferro in testa… (le fa vedere il ferro da stiro)

Perla                              - Lui è fascista, ha le sue idee…

Diamante                      - Hai visto quant'è brutto?   

Perla                              - Ci sono cose che contano di più della bellezza, Diamante…

Ester                              - Per me la bellezza è importante. Quando mi sposerò vorrò un uomo alto, biondo, con gli occhi azzurri…

Perla                              - … Un tedesco, allora.

Ester                              - (irrigidendosi) No, un tedesco mai.

Perla                              - Non li conosci. Sono simpaticissimi. Ieri due amici di Valerio ci hanno fatto fare tante di quelle risate…

Diamante                      - Ester, si fa buio, meglio che torni a casa. Tua madre starà in pensiero. Perla, vai ad incartare il pane che è rimasto e portaglielo…

Perla                              - Beata te che non hai sorelle, Ester. Io che sono la più piccola devo sempre fare quello che vuole la più grande. (sale nell'appartamento)

Diamante                      - Non far caso a Perla. Ripete tutto quello che le dice il capitano. E siccome lui è fascista…

Ester                              - Voi… no?!?

Diamante                      - Io, di politica, non capisco niente. E non m'immischio. Vogliono scannarsi? Si scannino. Purché non diano fastidio a me. Mi bastano i guai che ho. Con questa guerra sono riusciti a togliermi il gusto della vita… Ma finirà. Tutto finisce in questo mondo. Vuoi che non finiscano anche le guerre? E tu, che sei una ragazzina, te la dimenticherai…

Ester                              - (scuote la testa. Lunga pausa. Poi) Perché ci odiano?

Diamante                      - Perché… perché… la guerra rende duri… cattivi… Mal disposti l'uno verso l'altro… Bisogna vivere alla giornata e non pensare. Come faccio io. Un bel momento tutto si metterà a posto e tornerà come prima.

Perla                              - (scende con un pezzo di pagnotta incartata) Tutto quello che c'è.

Diamante                      - Nascondilo sotto il cappotto…

Ester                              - (sorride) Avete degli strani nomi… Perla… Diamante…

Diamante                      - La fantasia dei poveri. I nostri genitori, sperando ci portasse fortuna ci hanno chiamati Diamante… Perla… Rubino… Giada… Zaffiro… Topazia… Invece…             guardaci qui… Noi a sgobbare…

Perla                              - … e gli altri morti. (dà il pacco ad Ester)

Diamante                      - Corri a casa. Saluta tua madre e… cerca di dormire. (l'abbraccia)

Ester                              - Grazie… Grazie anche a voi, signorina Perla… (e scappa via)

Diamante                      - (a Perla) Cos'hai? Mi fai il muso?

Perla                              - Per dare il pane bianco a quell'ebrea, siamo rimaste senza.

Diamante                      - Hai detto che dovevamo fare dei sacrifici anche noi…

Perla                              - Se Valerio sapesse che aiutiamo gli ebrei…

Diamante                      - Basta non dirglielo. E, poi, a casa mia faccio quello che pare a me.

Perla                              - Dice che gli ebrei devono essere sterminati. Tutti.

Diamante                      - Anche Ester?

Perla                              - È Hitler che lo ha deciso.

Diamante                      - E perché?

Perla                              - … Perché sono ebrei.

Diamante                      - Con questo ragionamento si potrebbero eliminare anche tutti quelli che hanno il naso lungo.

Perla                              - Si nasce ebrei perché si hanno genitori ebrei.

Diamante                      - E si nasce col naso lungo, perché uno dei genitori ha il naso lungo. E sterminare gli ebrei mi pare altrettanto assurdo che sterminare quelli col naso lungo. (pausa) A me fa pena quella ragazzetta… È solo ossa ed occhi… E ha un viso così spaventato… Se la mia bambina non se ne fosse andata a pochi mesi, sarebbe stata come lei…

Perla                              - … Meno magra.

Diamante                      - Questo sì. Meno magra. Perché avrei saputo come farla mangiare. (pausa. Ha finito di lavorare attorno a un cappellino e, ora, lo fa vedere a Perla) Prima ho lavorato per un funerale, ora per un matrimonio. Che te ne pare? Non è male per un matrimonio di guerra…

Perla                              - Carino!

Diamante                      - … Un colpo di ferro ed è pronto. (mette del carbone nel ferro e comincia a stirare il cappello)

Perla                              - Con questi bombardamenti, lo sposo arriverà dal fronte? Ha una licenza di otto giorni per la luna di miele.

Diamante                      - (sospira) Chi lo restituirà a questi giovani, il tempo che la guerra porta loro via? (si mette il cappello in testa ben stirato ed assume un atteggiamento da diva dell'epoca)

Perla                              - Sai chi sembri? Zahra Lehander…

Diamante                      - (accenna a un motivo)

Perla                              - (applaude)

Diamante                      - Un po' di talento, ce l'ho. E fantasia. Eppure… non ho mai avuto la possibilità di servirmene se non facendo cappellini. Paolino non mi lasciava prendere qualche iniziativa nemmeno facendo l'amore…

Perla                              - Neanche Valerio mi permette molto…

Diamante                      - Verrà il giorno in cui le donne si ribelleranno!?!

Perla                              - Speriamo…

Diamante                      - Con Paolino più rosari che amore. E, io, stupida, nemmeno un corno. È stato il solo uomo della mia vita. Dovrei darmi da fare, ora. Qualche conquista potrei ancora farla, con l'oscuramento… (ridono. La porta del negozio si apre)

Ada                               - Si può? (viene avanti, è una donna sulla cinquantina, cordiale e piena di onesta semplicità) State bene?

Diamante                      - Vieni avanti, Ada, siediti un po' con noi…

Ada                               - … un minuto. Non posso trattenermi. Devo fare altre commissioni e questa borsa mi pesa. Me la terreste?

Diamante                      - Se c'è roba da mangiare, corre dei rischi.

Perla                              - Dove vai ancora in giro? È quasi buio…

Ada                               - Quasi? È da un bel po' che è buio. Devo comprare tela juta per fare il pacco a Michele. Non si trova nemmeno più la juta, vedete a che punto siamo? E, poi, devo andare in farmacia…

Diamante                      - Hai notizie?

Ada                               - … Una lettera avanti ieri. Dice che sta bene. Non so se lo scriva per tranquillizzarmi. Ad ogni modo sembra su di giri… Ma è pur sempre in prigionia…

Perla                              - E con gli inglesi.

Ada                               - Certo con gli inglesi. Cosa vuoi dire?

Perla                              - … Pare siano tremendi con i prigionieri.

Ada                               - (spaventata) Sul serio?

Perla                              - … li fanno morire di fame…

Diamante                      - (interviene) Non darle retta. Cosa vuoi che ne sappia? Ripete quello che dice Valerio. Propaganda fascista… In Inghilterra staranno bene e mangeranno meglio di noi.

Ada                               - Me lo auguro.

Diamante                      - Tornerà bello e grasso, vedrai.

Ada                               - Il destino ha voluto così. Ogni tanto mi dispero, ma poi penso; forse, sta meglio in un campo di concentramento. Per lo meno non corre pericoli. Mentre da noi… fucilazioni… rastrellamenti… pena di morte… Anche in questo momento sta succedendo qualcosa di grosso…

Diamante                      - Dove?

Ada                               - Sul ponte c'è uno sbarramento… soldati… camicie nere… tedeschi… tutti armati fino ai denti… Nessuno può passare. Tu, Perla, ne sai nulla?

Perla                              - Ci sarà qualche rastrellamento.

Ada                               - … Cercheranno dei renitenti…

Diamante                      - … o partigiani.

Ada                               - Passavo di lì. Mi hanno fatto tornare indietro. Facevano salire della gente sui camion… non so chi…

Diamante                      - … uomini da portare ai campi di lavoro…

Ada                               - Madonna santissima! Non bastano i bombardamenti, per spaventare la gente… Scappo, altrimenti trovo chiuso. Ripasso a prendere la borsa… Non chiudete prima che ritorni.

Diamante                      - Ti aspettiamo, ciao.

Perla                              - (l'accompagna alla porta) E cerca di sapere chi stanno rastrellando. Ciao. (Ada esce e lei ritorna alla sua sedia)

Diamante                      - Seminano il terrore!… Tanti di quei soldati… Ce ne sono di quelli che sembrano bambini… la pelle liscia… nemmeno un filo di barba…

Perla                              - … reclute…

Diamante                      - Domenica tornando a casa ne ha incontrato uno che avrebbe potuto essere mio figlio… Ma perché sbarrare il ponte?

Perla                              - Ce lo dirà Valerio.

Diamante                      - Ci sarà là anche lui… Quando è qui non fa che farci domande: dov'è il figlio di quella… dov'è il marito di quell'altra… E, tu, hai anche il coraggio di dire che non è una spia…

Perla                              - Lui fa domande e io gli rispondo sempre che non so. Fai come me.

Diamante                      - Con lui tengo sempre la bocca cucita. Da me non esce una parola. Ma come può piacerti un uomo così? È brutto vestito, figuriamoci nudo…

Perla                              - Al buio gli uomini sono tutti uguali…

Diamante                      - Tutti i gatti sono bigi…     

Perla                              - Nemmeno Paolino era bello…

Diamante                      - Per lo meno era giovane e fatto bene. Un corpo liscio, bianco…

Perla                              - (ride) E prima di far l'amore ti faceva dire il rosario!?!

Diamante                      - … e Valerio che fa?

Perla                              - Mi parla del duce.

Diamante                      - … Ognuno si eccita come può. (pausa) E se mi offrissi come madrina di guerra?

Perla                              - Avere un uomo lontano è come non averlo.

Diamante                      - Ma io ho bisogno di darla a qualcuno tutta questa carica affettiva che sento… (pausa) Anche il nipote di Ada si è dato alla macchia… Speriamo sia ben nascosto… E i figli di Giulia?… La casa è vicino al ponte… Se li prendono, lei muore di crepacuore…

Perla                              - I renitenti, vengono fucilati. Ci sono manifesti dappertutto!

Diamante                      - Speriamo di no… speriamo di no… Non basta la guerra?

Valerio                          - (alto, secco, il volto devastato da una cicatrice, in divisa da capitano entra) Sono io. (viene avanti) Come va? Tutto bene?

Diamante                      - Qui… sì. E fuori?

Valerio                          - Tutto bene anche fuori. Sempre al lavoro, eh?

Perla                              - E tu? Sei in ritardo…

Valerio                          - Giornata massacrante. Ho smontato adesso. Posso sedere?

Diamante                      - Chiedete il permesso, stasera?

Perla                              - Tanto lavoro, in ufficio?

Valerio                          - In ufficio e fuori.

Diamante                      - Cosa succede? Hanno sbarrato il ponte, è vero? 

Valerio                          - Ordini superiori.

Perla                              - Come mai? C'è un rastrellamento?

Valerio                          - Più o meno.

Diamante                      - Chi cercano? Partigiani? Renitenti?

Valerio                          - Non preoccupatevi, chi ha fatto il suo dovere non ha niente da temere. (guarda il cappello col velo nero) Per una vedova?

Diamante                      - Gli uomini muoiono…

Valerio                          - Più uomini muoiono, più donne restano.

Diamante                      - (sarcastica) Viva la guerra, allora?

Valerio                          - Ho la gola secca. C'è qualcosa da bere?

Diamante                      - (indica il lavandino) Il rubinetto è là…

Perla                              - Ti porto la solita grappa. (va a prendere bottiglia e bicchieri)

Diamante                      - C'eravate anche voi sul ponte?

Valerio                          - Un goccio, signora Diamante? (lei fa segno di no)

Perla                              - Non ci dici quello che succede?

Valerio                          - Lo saprete quando sarà il momento. Ma state tranquille. Un semplice lavoretto di pulizia. Stiamo liberando la città dai rifiuti pericolosi. (pausa) E voi che avete fatto?

Diamante                      - Cappelli da lutto, come avete notato.

Valerio                          - La guerra finirà presto. I tedeschi hanno un'arma segreta. Quando decideranno di usarla, la guerra finirà. E tutti i nostri nemici saranno annientati.

Perla                              - Speriamo sia vero. Me lo sogno la notte che la guerra finisce. Poi mi sveglio e… addio.

Diamante                      - Purché finisca. In un modo o nell'altro.

Valerio                          - (serio) Cosa volete dire?

Diamante                      - Con arma segreta o senza.

Valerio                          - Comincerà un mondo nuovo. Faremo pulizia di tutti i traditori. Fosse comuni per tutti.

Diamante                      - Che allegria, un mondo nuovo fatto di tombe, di croci e di sangue.

Valerio                          - Chi ha tradito gli ideali per i quali muoiono i nostri ragazzi deve pagare. Chi ha idee differenti dalle nostre deve sparire.

Diamante                      - 10    sono una donna semplice… ignorante… Non ho nemmeno fatto la quinta elementare… ma secondo me, nel mondo, ci dovrebbe essere posto per tutte le idee… Come questi cappellini. Ognuno ha la sua foggia… una forma diversa… un modello differente… Questo ha il nastro di velluto… questo un ciuffetto di piume… questo una coccarda… quell'altro un fiore finto…

Valerio                          - E allora?

Diamante                      - Chi ne sceglie uno, chi ne sceglie un altro… Così dovrebbe essere il mondo… ci dovrebbe essere posto per le idee come per i cappelli…

Valerio                          - I cappelli non hanno una testa dentro…

Diamante                      - Ma tutte le teste ci possono entrare. I cappellini sono come le idee, ognuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere quella che preferisce. Che noia se tutti portassero lo stesso… E che mestiere noioso la modista…

Perla                              - (rendendosi conto del nervosismo di Valerio) Lascia perdere, Diamante. Il mondo devono costruirlo gli uomini.

Diamante                      - 11     mondo, noi dobbiamo solo popolarlo?

Valerio                          - In quanto a questo, collaboriamo anche noi. (ride. Pausa) Ma la signora che ha il bar qui, all'angolo, non aveva un marito?

Diamante                      - Ce l'ha ancora, immagino.

Valerio                          - Non l'ho più visto. Dove sarà finito?

Diamante                      - … era richiamato.

Valerio                          - Pare che l'abbiano visto in città.

Diamante                      - Sarà venuto in licenza.

Valerio                          - Al suo reggimento non si è presentato.

Perla                              - La moglie non ha notizie.

Diamante                      - Si sarà trovato un'altra donna.

Valerio                          - La moglie l'avrebbe saputo. Vorrei avere notizie precise.

Diamante                      - Tanto interesse per il padrone del bar?

Valerio                          - Faceva un ottimo espresso…

Diamante                      - Quando c'era il caffè. (pausa)

Valerio                          - Volete farmi l'onore di venire a cena con noi, signora Diamante? Con Perla, naturalmente.

Diamante                      - Grazie, ho del lavoro da finire. Accontentatevi di Perla.

Perla                              - Non ti dispiace se esco anche stasera?

Diamante                      - Mangerai meglio.

Valerio                          - Cinque minuti per prepararti. Vai.

Perla                              - Vuoi che tiri giù la saracinesca, prima?

Diamante                      - No, aspetto Ada. (Perla sale. Appena se n'è andata) Riportatemela prima del coprifuoco. Altrimenti sto in pensiero. (pausa) Vi volevo pregare di una cortesia, capitano. Perla è come una bambina. Completamente disarmata. Se non avete intenzione di sposarla e pensate di lasciarla, fateglielo capire poco a poco… Non fatela soffrire.

Valerio                          - Se fosse intelligente come voi, l'avrei già sposata.

Diamante                      - Se fosse intelligente come me non si sarebbe messa con voi.

Valerio                          - Perché dite questo?

Diamante                      - Apparteniamo a mondi diversi. Nel vostro c'è posto per la violenza, il sangue, il terrore. Nel mio c'è solo pace, serenità, amore. Forse non è colpa vostra; è questa la guerra che sta sconvolgendo tutto. Come sarà il mondo di domani quando diventeranno uomini questi bambini che attorno non vedono che sangue e violenza?

Valerio                          - Abbiate fiducia in quello che faremo. (lunga pausa)

Perla                              - (scende con le scarpe per uscire, infilandosi il cappotto) Ho fatto tutto in due minuti. Che cappellino scelgo?

Diamante                      - Con quest'oscuramento… (a Valerio mentre Perla si mette il cappello) Se c'è un'incursione, fatela scendere nel rifugio e tenetela allegra. Quando bombardano, Perla muore di paura.

Perla                              - Come se fossi una bambina.

Valerio                          - Andiamo, Perla. (saluta Diamante)

Perla                              - (all'orecchio di Diamante) Poi ti racconto… Ciao.

Diamante                      - Buonanotte, Perla. (Perla e Valerio escono. Comincia a mettere in ordine. Poi sente come dei passi verso il cortile e dei piccoli lamenti, quasi dei mugolii. Si rende conto che sono dei gemiti. Apre la porta del cortile, guarda fuori, esce e torna con Ester) Cosa facevi lì?

Ester                              - (non risponde, piange silenziosamente, ogni tanto le esce un piccolo lamento)

Diamante                      - Cosa facevi? Tremi, cosa c'è?… Su parla, dì qualcosa… Non far così, mi spaventi… A quest'ora dovresti essere a casa… Cosa facevi in cortile? Avevi paura del capitano?

Ester                              - (un pianto lungo, sommesso, straziante)

Diamante                      - Non far così… Non far così… Dimmi… parla…

Ada                               - (entra nel negozio) Si può? Avevo paura di trovar chiuso…

Diamante                      - (va a nascondere Ester dietro il paravento del lavandino) Vieni, Ada… entra…          Eccoti la tua borsa…

Ada                               - Pensavo avessi chiuso anche tu, come tutti. Sai che cosa è successo? Gli ebrei. Hanno rastrellato tutti gli ebrei. Portati via. Casa per casa. Avevano gli elenchi.

Diamante                      - Portati via?

Ada                               - … come erano, erano. Fatti scendere in strada, caricati sui camion e via…

Diamante                      - Chi te lo ha detto?

Ada                               - Non si parla d'altro. La gente è terrorizzata, indignata. E non è finita. Ora stanno rastrellando giù, verso la periferia… Una cosa inumana, Diamante. Uomini, donne, vecchi, bambini. Hanno tirato giù dai letti persino i malati. I bambini piangevano… le donne imploravano… ma loro implacabili… pietà per nessuno… Pare che li ammazzeranno… li ammazzeranno.

Diamante                      - Ma no, sarà per portarli a lavorare…

Ada                               - I vecchi?!? I bambini?!? Hanno portato via persino i lattanti, bambini ancora in fasce… A una donna che tentava di scappare hanno sparato non so quante mitragliate… Ma perché? Perché?

Diamante                      - Non lo so… non lo so…

Ada                               - Iene… peggio delle iene… Le gambe non mi reggono… Non sono tranquilla finché non mi chiudo in casa coi bambini… Sbarrati dentro anche tu. (esce)

Diamante                      - (va a tirare giù la saracinesca del negozio, poi ritorna e si avvicina ad Ester che è uscita dal suo nascondiglio, il viso disfatto, lo sguardo lontano)

Diamante                      - (s'inginocchia davanti ad Ester) Anche i tuoi?

Ester                              - (fa sì con la testa)

Diamante                      - Non li hai più trovati? (Ester fa cenno di sì) Li hai visti? Stavano portandoli via? (Ester fa cenno di sì) E tu dov'eri? Non ti hanno vista? (fa cenno di no) Ma li hai ancora potuto salutare? Sei scappata?

Ester                              - … C'era gente davanti la casa. Mi sono fermata a guardare. Mio padre lo spingevano fuori con mia madre… mia nonna, la stavano trascinando… volevo andare con loro, non ho avuto il coraggio…

Diamante                      - (la stringe tra le braccia)    

Ester                              - Sono scappata… Non sapevo dove andare… sono venuta qui. (e scoppia in un pianto dirotto)

Diamante                      - (versa un po' di grappa dalla bottiglia del capitano in un bicchiere e gliene fa bere qualche goccia. Ester tossisce) Manda giù… ti fa bene… Non aver paura… Tu resti qui. Con me, con noi. Nessuno ti troverà…

Ester                              - … vado a consegnarmi…

Diamante                      - Vuoi farti ammazzare?

Ester                              - … li ammazzeranno?!?

Diamante                      - No, li portano a lavorare… Torneranno… Dopo la guerra… forse prima…

Ester                              - Mia madre…mia madre mi ha vista… mi ha fatto… (fa un cenno con la mano come per dire di scappare)

Diamante                      - Voleva che ti salvassi. Per fortuna non eri in casa… (non sa cosa dire) È la guerra… la guerra. Fa commettere i delitti più atroci. Devi essere forte, ti prego… Forte, dura come la pietra. Non pensare a loro… Tanto non li puoi salvare… Stanotte ci arrangeremo, poi, domani… ci organizzeremo… Ho un letto grande, dormirai con me… mi farai compagnia…Non ci sentiremo sole…

Ester                              - Perla… il capitano…

Diamante                      - Perla non parlerà. Il capitano non lo saprà…

Ester                              - (ha un ripensamento corre verso la porta)

Diamante                      - (la raggiunge) No, Ester, sarebbe peggio. Abbi fiducia. Mi farò dire dal capitano… dove sono… riusciremo a comunicare… (vede che Ester stringe un pacchetto) Cos'è quel pacchetto? (Ester glielo dà. Lei lo scarta. È il pane che Ester aveva preso per i suoi)

Ester                              - (ora piange, un lungo pianto senza scosse, disperato)

Diamante                      - (la spinge su per la scala) Avevo una bambina come te. È come se l'avessi ritrovata… (spariscono per la scaletta. Buio)

FINE DEL PRIMO TEMPO

SECONDO TEMPO

La stessa scena, un paio di settimane dopo. Diamante e Perla sono al loro posto, lavorano cucendo nastri sui cappellini e seduta con loro c'è Ada. Le tre donne sono allegre e ridono.

Diamante                      - No?!? Con tutte le piume?!?

Ada                               - Giuro. Sai da quando non vedeva un pollo?

Perla                              - Che schifo! Mangiarselo con le piume.

Ada                               - L'ha messo nella pentola com'era.

Diamante                      - La fame fa brutti scherzi…

Ada                               - … con la tessera si muore di fame!

Diamante                      - Se non si rimedia, guai…

Perla                              - … non si dovrebbe…

Diamante                      - Piantala tu. Quando a tavola non ce n'è abbastanza fai il pianto greco. Ada, ho sperimentato la tua ricetta. Niente male.

Ada                               - La torta di guerra?!? E com'è venuta?

Diamante                      - Buona, non è vero, Perla?

Perla                              - Sembrava fatta col burro.

Ada                               - E, poi, è economica, senza grassi. Se, ci si mettesse anche lo zucchero e la farina, sarebbe anche meglio.

Diamante                      - Certo non so come faccia a venire senza zucchero, senza grassi, senza farina… È quasi un miracolo. Sapete di cosa ho una voglia matta? Di un caffè. Ma caffè caffè…

Ada                               - A me ne hanno promesso un po'. Se me lo danno te ne regalo per una tazzina…          

Diamante                      - Quello d'orzo è imbevibile…

Ada                               - Con un po' di cicoria, acquista più sapore.

Diamante                      - (fa vedere il cappello che ha finito) Non è carino?

Ada                               - Un amore.

Perla                              - Troppo giovanile, la signora Diomira è sui quaranta ormai.

Diamante                      - A quarant'anni una donna è giovane. Siamo noi qui, in Europa, che crediamo sia vecchia. In America, bisogna vedere che cappellini hanno il coraggio di mettersi. Anche le vecchi bacucche si vestono in modo giovanile…

Perla                              - Che ne sai tu che non ti sei mai mossa di qui…

Diamante                      - Lo si vede anche nei film…

Ada                               - Di film americani, non ne arrivano più…

Diamante                      - Ritorneranno.

Perla                              - Sono belli, anche i nostri.

Ada                               - Vuoi mettere coi film di Greta Garbo… con quelli di Marlene…

Diamante                      - E quelli di Clark Gable?!? Io me lo sogno… quei baffetti… quel sorriso…

Ada                               - I miei preferiti sono Errol Flynn e Robert Taylor… Ve lo ricordate in Margherita Gauthier con Greta Garbo? Cinque volte, l'ho visto. Cinque volte. Allora al cinema andavo tutte le domeniche. Veniva con me anche Michele… Povero ragazzo… Quando ci penso… Saperlo lontano…

Diamante                      - La guerra finirà presto, tornerà…

Perla                              - L'America perderà la guerra. A Hollywood non si faranno più film e le donne americane smetteranno di essere ridicole con cappellini non adatti alla loro età.

Diamante                      - Una volta speravo anch'io che vincessimo. Ora, ho cambiato idea.

Perla                              - La senti, Ada, che sovversiva è diventata?

Diamante                      - Ce l'ho ancora davanti agli occhi e ce l'avrò sempre, quel partigiano impiccato davanti al municipio. Un ragazzetto che non avrà avuto vent'anni…

Perla                              - La guerra è guerra…

Diamante                      - E io non dovrei augurarmi che la vinca un paese meno crudele? Un paese dove la gente innocente non sparisce, senza un motivo, solo perché è di una razza diversa…

Ada                               - Questa storia degli ebrei ha sconvolto tutti. Ma li hanno portati in Germania? O li hanno ammazzati… Ne sai qualcosa, Perla?

Perla                              - Valerio dice che erano d'accordo coi disfattisti, aiutavano i disertori, collaboravano coi traditori… Di sbandati, ce ne sono più di quanto si creda…

Ada                               - Ma cosa vuoi che facciano quei poveri ragazzi del sud, tagliati fuori dai loro paesi, dalle famiglie?!? Se sono riusciti a salvarsi, perché ancora fare la guerra? Coi tedeschi non vogliono stare…

Perla                              - I tedeschi sono i nostri alleati. Chi è renitente finirà al muro…

Ada                               - Io, non sono più sicura che la nostra patria sia questa… Mi viene il dubbio che sia quella che è dall'altra parte de! fronte…

Perla                              - (scandalizzata) Quella venduta all’America?

Diamante                      - E questa non è venduta alla Germania? Non ripetere le parole di Valerio. Bisogna dar retta solo alla nostra coscienza.

Ada                               - Diamante, ha ragione… se quelli che tengono prigioniero mio figlio, lo trattano bene, io sono per gli inglesi. Che siano nemici… non me ne importa. Sto con chi dimostra, con l'uomo, un po' di umanità.

Perla                              - Ma non si può… non si deve…

Ada                               - Ognuno fa quello che si sente e crede a quello che gli pare giusto, Perla. Ormai, non esistono più regole.

Diamante                      - Ada ha ragione.

Ada                               - (alzandosi) Scappo perché mia nuora arriverà coi bambini. Avrei preferito se ne stessero a dormire in campagna, per via dei bombardamenti. Ma in periodi come questi, una donna giovane non può stare in un posto isolato. Arrivano di notte…    Circondano la casa… Violentano…(avviandosi) Speriamo che stanotte le incursioni ci risparmino…

Diamante                      - Se ti arriva il caffè, mi raccomando…

Ada                               - Do una spilletta d'oro di mia madre per un paio d'etti. È un sacrilegio, lo so, ma mi devo togliere questa voglia. Altrimenti i sacrifici più grossi, come trovo la forza di farli? E, sta arrivando Natale. Qualcosa per i bambini si dovrà pur fare. Beh, buonanotte.

Perla                              - Buonanotte.

Diamante                      - È già buio, già notte. Ciao.

Ada                               - (esce)

Perla                              - Possibile che debba sempre tirar fuori gli ebrei?

Diamante                      - Io?!?

Perla                              - … non ti basta tenerne nascosta una? Se ci scoprono: finiamo al muro. E non sperare che Valerio ci possa salvare.

Diamante                      - … purché si salvi lei. Noi, in un modo o nell'altro, la vita, l'abbiamo vissuta… Qualche buon momento da ricordare, ce l'abbiamo…

Perla                              - Tu più di me.

Diamante                      - Qualcosa abbiamo avuto. Quella volta, per esempio, che, col treno popolare, siamo andate in riviera a vedere il mare, non è stato bello?

Perla                              - Sì, ma…

Diamante                      - … quando ci siamo trovate davanti tutta quella distesa azzurra, piena di scintillii, con le onde che si rompevano ai nostri piedi, formando della spuma bianca… Sembrava che il mare venisse a darci il benvenuto… E la sabbia, coi raggi del sole, sembrava oro e se la prendevi tra le mani ti sgusciava leggera tra le dita… Non sono bei ricordi? E lo scoglio pieno di gabbiani…

Perla                              - … da dove è scivolata in acqua la moglie del podestà… Ricordi come annaspava?

Diamante                      - Per poco non annegava…

Perla                              - L'hanno tirata su che era più di là che di qua…

Diamante                      - … avrebbero dovuto lasciarcela! (ride ancora) E quel fritto di pesce in quella bettola sul porto…

Perla                              - … col cameriere che mi ha versato la salsa sul vestito…

Diamante                      - Sperava te lo togliessi. (ride ancora, poi) L'allegria che avevamo… le canzoni che si cantava su quel treno… Credi possibile che ritornino giorni come quelli? Perché, vedi, Perla, la felicità… la felicità in assoluto non c'è. Non esiste. Esistono soltanto degli attimi felici. Brevi attimi che condensano tutta la gioia del mondo. E che, restano nel ricordo e ti aiutano. Io, per esempio, quando tutto va male, e non ce la faccio più, chiudo gli occhi e mi vedo davanti quel mare… quel sole… quella spiaggia dorata… e il coraggio mi ritorna. Mi sento di nuovo capace di sopportare il peso di questa vita…

Perla                              - … Un peso che con Ester, si è centuplicato…

Diamante                      - Dobbiamo salvarla. La vita ha un senso solo se si fa qualcosa per gli altri.

Perla                              - Bastava non offrirle la merenda, quel giorno. L'avrebbero portata via e noi non ci saremmo sentite coinvolte…

Diamante                      - Già, come le famose scimmie: non vedo, non sento, non parlo. Ma di quello che succede, dobbiamo sentire anche noi la responsabilità… Se ammazzano davanti a te e tu non fai nulla per impedirlo, sei un'assassina anche tu. Prima, non me ne rendevo conto… Ma, ora ho capito: non si può stare senza far nulla e subire sempre…

Perla                              - Vorresti ribellarti?

Diamante                      - C'è chi lo fa, Perla. (lo ha detto con gravità)

Perla                              - … i banditi che combattono sulle montagne. Vorresti metterti dalla loro parte?

Diamante                      - Se i banditi difendono gli innocenti, io sono con loro.

Perla                              - Una vita insieme ed ora, non ti capisco più. Hai nascosto Ester per ribellarti?!?

Diamante                      - No. Ma ho bisogno di farlo.

Perla                              - Ti metterai nei guai e metterai anche me.

Diamante                      - Tutti quelli che pensano… che ragionano… si mettono nei guai. Perché se uno si mette a pensare… finisce per capire. E se capisce, si ribella.

Perla                              - (quasi terrorizzata) Tu non pensare, Diamante… non pensare… (lunga pausa)

Diamante                      - Oggi, le avrebbe fatto bene camminare al sole, invece di starsene chiusa tra la stanza e la cucina.

Perla                              - È seduta al tavolo. Scrive… disegna… Chiede sempre libri.

Diamante                      - E a casa nostra non ce ne sono. Vagliene a comprare qualcuno, prima che chiudano. (cerca in tasca) Ecco, scegli tra questi… mi ha fatto una lista… Vai subito. Perla…

Perla                              - (preparandosi) Mai messo piede in una libreria…

Diamante                      - La libreria è un negozio come un altro. Vendono libri.

Perla                              - Se mi guardano in faccia, capiscono che non sono per me…

Diamante                      - Non andare nella libreria dietro il Duomo, vai oltre il ponte dove non ti conoscono. (guarda la lista dei libri)… Tal… Tolstoi… Dostojevski… Chi saranno questi Tostoieski?

Perla                              - (prendendo la lista) Quanti ne prendo? Tutti?

Diamante                      - Se sono grossi bastano due o tre. Se piccoli ce ne vorrà una mezza dozzina. Io, una volta, ho letto un libro. Era intitolato «Il Fornaretto di Venezia». Ce n'è voluto del tempo per finirlo, ma ci sono riuscita. Poverino, mi ha fatto una pena…

Perla                              - Chi?

Diamante                      - Il fornaretto. Era innocente e l'hanno ammazzato.

Perla                              - (che sta, ora, infilandosi gli stivali) Sai di cosa avrei voglia? Di un po' di cioccolato… quello al latte, con le mandorle…

Diamante                      - Con le nocciole, non con le mandorle. Il cioccolato!?! Una volta, era la nostra merenda… Ora, lo fanno con le ossa di pollo macinate…

Perla                              - Ciao. (esce)

Diamante                      - (si precipita a chiudere la porta del negozio a chiave, tira la tenda perché nessuno possa vedere dentro e chiama verso la scala) Ester? Ester?

Ester                              - (affacciandosi) Posso?

Diamante                      - Ho chiuso tutto e Perla è uscita.

Ester                              - (scendendo) Ma il capitano…

Diamante                      - … busserà… Perla è andata a comprarti i libri, sei contenta? Ti piace così tanto leggere?

Ester                              - A casa me ne leggevo uno al giorno…

Diamante                      - Sul serio?!? Devi avere un cervellone…

Ester                              - Un libro tiene compagnia. E non lascia pensare.

Diamante                      - Hai fatto merenda? No? Sei denutrita, sei magra… Con me devi ingrassare. Hai pianto… hai di nuovo pianto?…

Ester                              - … Dopo mi sento meglio. (pausa) Vorrei avere un atlante. A casa ne avevo uno…

Diamante                      - A cosa ti serve?

Ester                              - … Vorrei guardare la cartina della Germania… cercare di capire dove sono i miei… Se sono ancora vivi.

Diamante                      - … in un campo di concentramento, ma vivi, certo.

Ester                              - Mia nonna era delicata di salute. E, poi, era vecchia… Noi non ci credevamo, quando papà lo diceva… Invece aveva ragione… aveva ragione…

Diamante                      - Cosa diceva?

Ester                              - … che i tedeschi ci avrebbero deportati. Avremmo dovuto scappare, come ha fatto mia zia. Andare in quella casa di campagna dove è andata lei, poi, in montagna…

Diamante                      - … In montagna coi partigiani?

Ester                              - Il problema era mia nonna. Non voleva lasciare la casa, non voleva che ce ne andassimo senza di lei…           

Diamante                      - Chi vi avrebbe aiutato?

Ester                              - Un avvocato che è collegato coi partigiani e con quelli che lottano per la liberazione… Ero io che gli portavo i messaggi… Ci mettevamo d'accordo da una volta all'altra… era come se ci incontrassimo per caso dal panettiere… dal giornalaio… È stato lui a far nascondere mia zia… Molti ebrei si sono salvati così…

Diamante                      - Allora… non è vero che i partigiani sono banditi?!?

Ester                              - Anche loro ammazzano. Ma per la giustizia. Combattono per la libertà.

Diamante                      - Chissà dov'è ora, tua zia…

Ester                              - Oh, lei, per lo meno, è in buone mani.

Diamante                      - Anche tu, Ester. (l'abbraccia)

Ester                              - (prende un cappellino) Posso provarmelo? (Ester se lo mette in testa e si guarda allo specchio) Cosa non darei perché Federico mi vedesse.

Diamante                      - Chi è Federico?

Ester                              - Un compagno di scuola. Ma è più grande di me. Un anno e mezzo di più.

Diamante                      - Il tuo ragazzo?

Ester                              - Era l'unico che venisse a trovarmi. Poi… ci sorvegliavano e allora… Mi piaceva stare con lui. Parlavamo di libri… di musica…

Diamante                      - … di canzonette?

Ester                              - Lui suona il violino… Vorrei sapesse che sono qui…

Diamante                      - Meglio di no.

Ester                              - Lo so. Meglio di no. Ma mi piacerebbe. (pausa) Chissà che fine hanno fatto i nostri libri? Si saranno salvati solo quelli che ho prestato a Federico.

Diamante                      - Te li restituirà a guerra finita.

Ester                              - Avevo anche delle bambole. Molto belle. Ci giocavo fino a un paio d'anni fa…           

Diamante                      - Te ne compro una?

Ester                              - (scuote il capo) Quando la guerra finisce, la vita non potrà più essere come prima.

Diamante                      - Perché?

Ester                              - Ognuno piangerà i suoi morti.

Diamante                      - I morti si piangono, ma poi finisce che si dimentica. È una legge di natura… Per sopravvivere. Finita la guerra, il mondo si riprenderà. Tutti vorranno riguadagnare il tempo perduto… Mia madre mi raccontava che, dopo la guerra, la prima, tutti facevano festa… e sono nati tanti di quei bambini… (triste)… i bambini che sono nati allora stanno morendo in quest'altra, di guerra.

Ester                              - Se i miei non torneranno resterò sola…

Diamante                      - Nessuno è solo finché ci sono gli altri… E, poi, non sono nessuno io per te? Pensa che quando… (la parola le si spezza perché qualcuno bussa con insistenza ai vetri della porta del negozio. Guarda con cautela) Il capitano…

Ester                              - (scappa su per la scaletta e sparisce)

Diamante                      - Eccomi… eccomi… (controlla che Ester non abbia lasciato tracce e va ad aprire) Arrivo, capitano… (apre) Venite… entrate…

Valerio                          - (venendo avanti) Come mai avete chiuso?

Diamante                      - Mi scappava la pipì.

Valerio                          - E Perla?

Diamante                      - … A far commissioni. Siete in anticipo.

Valerio                          - Già. (lunga pausa. Si guarda attorno) Come va il lavoro?

Diamante                      - Stamattina qualche cliente, ma nel pomeriggio solo Ada.

Valerio                          - Ha il figlio prigioniero, no?

Diamante                      - Con gli inglesi.

Valerio                          - Sua sorella non ha un maschio anche lei?              

Diamante                      - Giannina? Certo, Guido.

Valerio                          - E… dov'è?

Diamante                      - Non lo so.

Valerio                          - Perché non lo domandate alla zia? Forse lo sa.

Diamante                      - Era in aeronautica…

Valerio                          - Qualcuno dice che è qui…

Diamante                      - In licenza?

Valerio                          - Nascosto. Alla macchia.

Diamante                      - La madre lo saprebbe.

Valerio                          - Invece?

Diamante                      - Non ha notizie.

Valerio                          - Avrà paura di confessarlo.

Diamante                      - Fuori fa freddo, bevete un po' di grappa, capitano. (gli serve la grappa in un bicchierino)

Valerio                          - Grazie. Non mi fate compagnia?

Diamante                      - Se ne bevo un goccio, perdo la tramontana. Invece devo essere lucida.

Valerio                          - Perché?

Diamante                      - … Per discutere con voi.

Valerio                          - … ancora degli ebrei?!?

Diamante                      - Con voi ne ho discusso anche troppo. E non sono riuscita a sapere quello che volevo.

Valerio                          - Cioè?          

Diamante                      - Sapere dove sono.

Valerio                          - Ve l'ho detto. In Germania.

Diamante                      - Per eliminarli?

Valerio                          - Vi stanno così a cuore?

Diamante                      - E se vi dicessi di sì?

Valerio                          - E se vi dicessi che qualcuno è mancato all'appello?

Diamante                      - Davvero?

Valerio                          - Ha fatto in tempo a nascondersi.

Diamante                      - Dove?

Valerio                          - Abbiamo qualche sospetto.

Diamante                      - E cos'avete intenzione di fare?

Valerio                          - Ritrovare quelli che mancano.

Diamante                      - Col vostro servizio d'informazioni… non vi sarà difficile.

Valerio                          - È quello che spero. (si sente sopra un piccolo rumore) Cos'è?

Diamante                      - Prego?

Valerio                          - Non avete sentito un rumore, sopra?

Diamante                      - No.

Valerio                          - Eppure si tratta di un rumore ben distinto.

Diamante                      - Sarà il gatto.

Valerio                          - Avete il gatto?

Diamante                      - Perché? È proibito?

Valerio                          - Non l'ho mai visto.

Diamante                      - È da poco che l'abbiamo raccolto per strada.

Valerio                          - (pausa) Strano che Perla non me ne abbia mai parlato. Da qualche tempo non è più quella di prima. Evita di guardami… dà l'impressione che voglia nascondermi qualcosa…

Diamante                      - È a pezzi per questi bombardamenti… Ogni notte una o due incursioni… ha i nervi fragili…

Valerio                          - Così avete un gatto?

Diamante                      - Già.

Valerio                          - Oggi la gente i gatti, se li mangia.

Diamante                      - Il nostro è un gattino…

Valerio                          - Pare che la carne sia più delicata di quella del coniglio. (si alza) Forse è meglio che me ne vada.

Diamante                      - Se avete da fare, non vi trattengo.

Valerio                          - Volete dire a Perla che passo a prenderla prima delle otto? La porto a cena.

Diamante                      - Le dirò di tenersi pronta.

Valerio                          - (ha un ripensamento e si rimette a sedere) Voglio sapere qualcosa prima. Cosa dice la gente?

Diamante                      - Di che cosa?

Valerio                          - … della guerra.

Diamante                      - Si augura che finisca.

Valerio                          - E come immagina che finisca?

Diamante                      - … con la pace, come tutte le guerre.

Valerio                          - Ma con la vittoria di chi!?!

Diamante                      - … del migliore. Come sempre.

Valerio                          - La nostra, allora.

Diamante                      - Se siete i migliori voi…

Valerio                          - Mi prendete in giro?

Diamante                      - … cosa volete che sappia io… di cosa dice la gente… di chi vince la guerra?!?

Valerio                          - Perla, di solito, risponde con più precisione.

Diamante                      - Tra voi c'è più intimità.

Valerio                          - Cos'avete contro di me?

Diamante                      - Non siete l'uomo dei miei sogni. E, in più, non amo i militari. Da piccola… mi facevano paura. Quando passavano i soldati, gli altri bambini battevano le mani. Io andavo a nascondermi. Non avrei mai potuto andare a letto con un uomo in uniforme.

Valerio                          - A letto… ci si va senza.

Diamante                      - L'odore resta appiccicato.

Valerio                          - Esperienza?

Diamante                      - Semplice intuizione. (un altro piccolo rumore di sopra)

Valerio                          - Irrequieto il gattino…

Diamante                      - … gioca.

Valerio                          - Beato lui. (pausa)

Diamante                      - Se avete da fare… niente complimenti, andate pure.

Valerio                          - Grazie! Sto bene qui. Non mi invitate più?! Da voi si mangia bene.

Diamante                      - Una di queste sere vi preparerò un pranzetto.

Valerio                          - Così mi farete vedere il gatto.

Diamante                      - È selvatico. Quando c'è un estraneo scappa.

Valerio                          - Voi sarete così gentile da non farlo scappare. (la situazione è molto tesa. Valerio non molla)

Diamante                      - (per non far vedere la sua tensione, si china sulla stufa e riempie il ferro di carboni ardenti) Se riesco a trovare un arrosto, vi invito anche domani.

Valerio                          - Sono un buongustaio. Ma a me piace anche curiosare.

Diamante                      - Conoscete la nostra casa a memoria.

Valerio                          - Una padrona di casa come voi trova sempre il modo di fare innovazioni.

Diamante                      - La sola innovazione che ho fatto…

Valerio                          - … È il gatto. (la porta del negozio si apre) Ecco Perla.

Perla                              - (entra e resta senza fiato vedendo Valerio) Sei in anticipo. (lo saluta con un bacio) È molto che sei qui?

Valerio                          - Ho fatto quattro chiacchiere con tua sorella. Mi ha parlato del gatto…

Perla                              - (impreparata) Il gatto? Che gatto?

Diamante                      - … del gattino che ci siamo prese in casa…

Valerio                          - … e che ora sta giuocando di sopra…

Perla                              - Ah, il nostro gattino.

Valerio                          - Povera creatura, senza di voi avrebbe fatto una brutta fine…

Diamante                      - Ma, ora, da noi è al sicuro. (la sua è una sfida) Non è così Perla?

Perla                              - (ha paura, quasi non si controlla e lascia cadere un pacco che ha in mano, quello dei libri)

Valerio                          - (raccogliendo il pacco) Uh, quanto pesa. Cos'hai comprato di bello?

Diamante                      - Non pensate, capitano, che potremmo avere i nostri segreti?

Valerio                          - Gli unici segreti validi, in tempo di guerra, sono quelli militari. Perla ha comprato dei libri. E da quando queste signore amano la lettura?

Diamante                      - Perla, esce, ed io, a letto leggo.

Valerio                          - Permettete? (scarta i libri) Oh, letture serie… Libri di un certo peso… Anche materialmente parlando… Dostojevski… Tolstoi… Amate i russi?

Diamante                      - Voi no?

Valerio                          - Non amo nulla di quello che viene da quel paese.

Diamante                      - Non si tratta di libri pericolosi.

Valerio                          - (glaciale) Credo che per voi lo siano. Ma possiamo benissimo trovare il modo per metterci d'accordo.

Perla                              - (tremante) Cosa vuoI dire?

Valerio                          - 10    ho un debole per i gatti. Mi piacerebbe avere il vostro. Basta che me lo consegniate…

Diamante                      - (cerca ancora di resistergli, fingendo di non capire) È così selvatico che vi scapperà…

Valerio                          - Non abbiate paura. So come prenderlo. Se vi farà impressione, visto che siete anime sensibili, potrete chiudere gli occhi…

Perla                              - (si mette sulla scala per non lasciar passare Valerio) È assurdo che tu…

Diamante                      - 11     gatto è nostro e ce lo teniamo.

Valerio                          - Il gatto? O una gattina?… Se si trattasse di un gatto… sarebbe circonciso… (ride a lungo nel gelo che si è creato attorno) Quando abbiamo prelevato la sua famiglia, lei mancava all'appello… La gattina, voglio dire.           

Diamante                      - Non capisco cosa vogliate dire…

Valerio                          - Capite benissimo, signora Diamante. C'è anche chi l’ha visto scappare da queste parti… introdursi nel portone… Non negate… Ora me lo prendo io, il gattino…

Diamante                      - Vi proibisco…

Valerio                          - Voi non mi potete proibire nulla. (con voce gelida e tagliente) Perla, togliti di lì, lasciami passare…

Perla                              - No, Valerio…

Valerio                          - (con una. spinta la manda a terra)

Diamante                      - (si avvicina a lui col ferro in mano) Se salite un solo gradino…

Valerio                          - (sfottente)… Cosa farete? O la portate giù voi o salgo a prenderla io.

Diamante                      - Io non la porto giù e voi non salite.

Valerio                          - (le ride in faccia e sale il primo gradino)

Diamante                      - (con tutta la sua forza colpisce sulla testa col ferro Valerio, che stramazza per terra vicino a Perla, ancora inginocchiata, piena di terrore. Le due donne si guardano terrorizzate. All'improvviso suona la sirena d'allarme e quasi subito, spari e scoppi di bombe)

Perla                              - Ed ora?!? Ed ora?!?

Diamante                      - (resta un attimo immobile, poi) Il negozio! Prima chiudo il negozio. (va a far scendere la saracinesca del negozio. Il bombardamento si fa più vicino)

Perla                              - (cerca di far rinvenire Valerio, non ci riesce) È morto… è morto… Buio. La stessa scena, qualche tempo dopo. È sera, la radio trasmette il bollettino di guerra. Diamante sta lavorando. La porta del negozio si apre ed entra Ada. Diamante spegne la radio.

Ada                               - Buon Natale! Buon Natale!

Diamante                      - Speriamo sia l'ultimo di guerra e che il prossimo sia migliore.

Ada                               - Posso? (siede) Ho comprato un ramo di pino e ci ho appeso dei mandarini. Aspri, mamma mia, come sono aspri. Per i bambini… per far contenti loro. Chi ha voglia di festeggiare?

Diamante                      - Speriamo non bombardino…

Ada                               - Da qualche giorno ci lasciano in pace.

Diamante                      - Posta?

Ada                               - Ho avuto notizie indirette da un amico di Michele, che è nello stesso campo. Pare non stiano troppo male. Io mi faccio coraggio, ma Mariuccia è giù… Si sono sposati nel '39, dopo che Michele aveva finito il servizio militare. Lo hanno richiamato nella primavera del '40… da quando sono sposati hanno fatto insieme un solo Natale. Non so come abbiano fatto a mettere al mondo dei figli…

Diamante                      - Le licenze, le concedono per questo. Ad ogni modo, coi bambini la vita è meno triste…

Ada                               - … Hanno sempre fame. Vorrebbero sempre mangiare. Faccio polentine su polentine, ma la fame resta. Sai che, poi, il caffè non l'ho preso? Con l'anellino e la spilletta ho comprato farina, olio e salsicce…

Diamante                      - …e la guerra va avanti.

Ada                               - Quelli della fabbrica… i più anziani… hanno portato un pacchetto per i bambini. Poche cose, ma è il pensiero…

Diamante                      - … È importante sentire che non si è soli.

Ada                               - Il calore degli altri. (pausa) Perla? Si è ripresa?

Diamante                      - Le passerà.

Ada                               - Ma come poteva voler bene a un tipo simile?

Diamante                      - Detto tra noi, meglio sia finita così.

Ada                               - Altro che. Le aveva cambiata la testa, povera Perla. Avevo persino paura di venirvi a trovare… Una volta che me lo sono trovato davanti, Maria Vergine Santissima, lo spavento che mi è preso… Michele è in un campo di concentramento, al sicuro,    il figlio di mia sorella… no. Quando mi ha detto che era morto, sai cosa ho pensato sul primo momento? Lo ha ammazzato Diamante. Lo ha fatto fuori lei.

Diamante                      - (la guarda spaventata) Così hai pensato?

Ada                               - Te lo giuro.

Diamante                      - Mi credi capace di…

Ada                               - La bomba è stata più svelta. Siete state fortunate: poteva prendere anche voi…

Diamante                      - Lui si era allontanato da noi. Gli pareva di aver visto correre sotto le bombe una bambina ebrea… E uno spezzone…

Ada                               - … intelligente.

Diamante                      - Non farti sentire da Perla…

Ada                               - Il destino questa volta ha fatto le cose per bene. Ma com'è che eri fuori con loro?

Diamante                      - Avevo sentito la sirena, non vedevo Perla tornare, sono uscita a cercarla e, qui a due passi, l'ho trovata con lui…

Ada                               - Al destino, qualche volta, tanto di cappello…

Diamante                      - … decide per noi.

Ada                               - Perché non venite da noi a Natale? Portando quello che avete voi ed aggiungendo quello che abbiamo noi…

Diamante                      - Vedremo. Non c'è stata solo la disgrazia, si è aggiunto anche lo choc dell'interrogatorio che non finiva più…

Ada                               - Cosa volevano sapere? Visto che è morto sotto le bombe…

Diamante                      - Sai che quelli non si fidano… Abbiamo dovuto spiegare il perché… il per come… il per quando… E c'erano anche i tedeschi, figuriamoci.

Ada                               - Ma cosa sospettavano? Un attentato?

Diamante                      - E a Perla certe domande… Anche intime.

Ada                               - Sono come i preti, tali e quali. Io, perché non vado più a confessarmi? Non voglio mica che mi facciano diventar rossa dietro la grata…

Perla                              - (scende vestita di scuro) Buonasera, Ada.

Ada                               - Come va, Perla? Ti è passata?

Diamante                      - Gli voleva bene…

Ada                               - Eh, già, l'amore è cieco. Chiodo scaccia chiodo. Trovatene un altro. Ma senza fretta. Magari un ragazzo che torna dalla guerra… Torneranno con un tale bisogno d'amore…

Perla                              - Non sarà facile…

Ada                               - Ora. Ma poi…

Diamante                      - Un bravo ragazzo a cui voler bene. Bisogna sentirsi utili agli altri, se no la vita che senso ha?

Ada                               - Uno che la pensi come noi, capito, Perla? (sta per andarsene)

Diamante                      - (tira fuori un pacchettino) Per i bambini. Non ringraziare, è una sciocchezza. Ma, per loro Natale dev'essere Natale.

Ada                               - Grazie… Grazie… (abbraccia Diamante e Perla e si dicono ancora «Buon Natale», poi se ne va col pacchettino)

Diamante                      - Nel cesso a piangere, eh? Non ti pare di esagerare.

Perla                              - … Lo so che non ti è mai piaciuto… che per te non era che un pendaglio da forca… Ma quando mi prendeva tra le braccia… bastava che mi sfiorasse e non capivo più niente. Quello che provo è un dolore quasi fisico…

Diamante                      - Vorrei poterti aiutare…

Perla                              - E, poi, mi pare impossibile che ci abbiano creduto… Forse, hanno soltanto finto…

Diamante                      - Mettiti tranquilla. Per quanti giorni ci hanno fatto domande? Non ci siamo mai contraddette. E, poi, nessuno ha visto quando lo portavamo fuori. E quello che abbiamo raccontato è così verosimile, che non si può pensare che ce lo siamo inventato… Del resto se tra i bagliori delle bombe avesse creduto di vedere la piccola ebrea, le sarebbe corso dietro. Garantito al limone.             

Perla                              - Questo è vero.

Diamante                      - E, come non credere alle tue lacrime? Erano sincere… Ti giuro che mentre ti sentivo parlare, ero convinta che dicessi la verità persino io.

Perla                              - L'ho perso per una ragazzetta ebrea.

Diamante                      - Non si poteva fare diversamente. (lunga pausa) Stanotte la guardavo dormire sul divano con quelle gambe lunghe… le braccia magre… Mi sembrava di vedere te alla sua età. Era lei, ma eri anche tu. Era tutte le ragazzine del mondo, innocenti e disarmate, capisci? Se qualcuno mi avesse detto che sarei stata capace di ammazzare, avrei detto che era matto. Invece… se dovessi rifarlo, lo rifarei. Non ho rimorso. La violenza è necessaria quando le leggi umane vengono calpestate. (qualcuno è entrato in negozio) Vai tu, Perla?

Perla                              - (va verso il negozio e si sbianca) Il maggiore!

Maggiore                       - Si può?

Perla                              - (piano a Diamante) Sapevo che non era finita…

Diamante                      - Entrate, signor maggiore. Che sorpresa! Dovete regalare un cappellino a qualche bella signora?

Maggiore                       - (bell'uomo, cortese e gelido) No. Vorrei parlarvi.

Diamante                      - Accomodatevi. C'è un po' di disordine ma…

Maggiore                       - … non importa. (vedendo Perla che trema) Cosa vi succede?

Diamante                      - Quando siete entrato… le è parso di vedere entrare Valerio … la stessa divisa… la stessa figura…

Maggiore                       - Capisco. Mi spiace. (lunga pausa) Non immaginate il perché sia qui.

Diamante                      - Nel modo più assoluto. (prende uno scialle ed avvolge Perla) Dite…

Maggiore                       - Sono qui per la ragazza ebrea. (un silenzio glaciale) Quella per cui è morto il capitano. (Diamante cerca di dominarsi. Perla ha un singhiozzo)

Diamante                      - Perla, calmati!

Maggiore                       - Il capitano ha detto di averla vista qui.

Diamante                      - Qui?!?

Maggiore                       - Sì, in giorni diversi. Seduta a parlare con voi. Perché veniva qui?

Diamante                      - (un sospiro di sollievo e con disinvoltura) Sua madre era cliente. Veniva qui con la bambina. Poi la bambina ci veniva da sola… Le ragazzine sono scimmiette curiose… e un negozio come il nostro le attrae…

Maggiore                       - Cosa sapete di lei?

Diamante                      - Ve lo abbiamo già detto…

Maggiore                       - Il comando vuole chiudere la pratica. Com'era quella ragazzina?

Diamante                      - Più piccola di me, molto magra… capelli sulle spalle… bruna…

Maggiore                       - Qualche segno particolare? Una cicatrice sulla fronte, per esempio…

Diamante                      - Può darsi, non so…

Maggiore                       - Tra le macerie è stato trovato il cadavere di una ragazzina… non ha documenti… Potrebbe essere quello dell'ebrea.

Perla                              - (spontanea) Impossibile!

Maggiore                       - Perché?

Perla                              - … che in quell'inferno l'avesse riconosciuta?!?

Diamante                      - (rinfrancata) Aveva degli occhi di falco, povero Valerio…

Maggiore                       - Vi prego di venire domani alle dieci all'obitorio per tentare il riconoscimento della salma. È una ragazzina sui tredici anni, magra, forse bruna, ma i capelli sono bruciati… ha una piccola cicatrice sulla fronte…

Diamante                      - Sì, se l'era fatta cadendo dalla bicicletta…

Maggiore                       - Il capitano è veramente morto nell'adempimento del dovere e verrà proposto per una decorazione alla memoria. Ora tutto è chiarissimo.

Diamante                      - Domani alle dieci?

Maggiore                       - Vi sarò molto grato. E con me il mio comando. (sta per andarsene, poi ha un ripensamento e si avvicina a Perla) Mi rendo conto del vostro dolore, signorina Perla, ma vorrei ancora farvi una domanda. (Diamante che sta per intervenire) L'ultima.

Perla                              - Dite, maggiore.

Maggiore                       - Il capitano era un uomo di grandi capacità e di profonda intuizione. Ce ne ha dato prova in varie occasioni. Le indagini che conduceva erano sempre coronate da successo. Vorrei domandarvi: aveva l'abitudine di confidarsi con voi per questioni che riguardavano il servizio?

Diamante                      - Meglio che vi lasci soli…

Maggiore                       - No, prego, restate. Vedete il capitano qualche volta accennava alle indagini che svolgeva. Ma per una forma di pudore, non dava mai informazioni complete. Ci teneva a sorprenderci a operazione conclusa.

Perla                              - A lui piaceva… stupire.

Maggiore                       - Esatto. Posso parlarvi liberamente, di voi mi fido. Ultimamente ci aveva annunciato che stava tenendo d'occhio una persona insospettabile… una pedina della resistenza… uno che teneva i contatti coi partigiani. Non ha voluto dirci il suo nome. Sappiamo soltanto che si tratta di un professionista molto conosciuto. Era sul punto di avere le prove della sua colpevolezza. Non è che, per caso, abbia accennato con voi a questo personaggio?

Perla                              - Non mi ha mai fatto confidenze del genere.

Maggiore                       - Ci credo, era un uomo molto segreto. Ma questo nome avrebbe potuto venir fuori non per confidarsi ma piuttosto per avere informazioni… Sapere se lo conoscevate cosa pensavate di lui… quali erano le sue amicizie… le sue idee. Può avere buttato quel nome, così, casualmente durante una conversazione… Fate uno sforzo, signorina Perla, cercate di ricordare. È inutile dirvi quanto sarebbe importante per noi quel nome. Vi arriveremo, ma il nostro compito sarebbe facilitato…

Perla                              - (dopo una pausa) Vorrei aiutarvi, ma non ricordo…

Diamante                      - Ogni volta faceva domande… Tra tanti nomi, difficile ricordare quello che vi interessa…

Maggiore                       - Si tratta di un professionista… non posso dire altro…

Perla                              - Mi spiace, non ricordo.

Maggiore                       - Se vi venisse in mente qualcosa, venite al comando liberamente e chiedete di me. Vi sono grato per la vostra collaborazione. Buonanotte.

Perla                              - Buonanotte.

Diamante                      - Vi accompagno. (accompagna il Maggiore alla porta, poi, subito tira giù la saracinesca e torna nel retro allegra ed eccitata chiamando) Ester… Ester…

Ester                              - (si affaccia) Era venuto per me?

Diamante                      - (prende la bottiglia della grappa e ne beve un sorso) Ah, ne avevo bisogno… mi ero gelata dentro… Sai perché è venuto Ester? Vuole che andiamo a riconoscere il tuo cadavere…

Ester                              - Il mio cadavere?!?

Perla                              - Il tuo cadavere.

Diamante                      - Sei stata uccisa da un bombardamento. Hanno trovato il cadavere di una ragazzina tra le macerie.

Ester                              - E pensano che sia il mio?

Diamante                      - Sanno che ti conoscevamo. Vogliono che andiamo all'obitorio per il riconoscimento.

Ester                              - Ma è terribile!

Perla                              - (lontana, a se stessa) In questa guerra c'è qualcosa che non lo sia?

Ester                              - E di chi sarà quel cadavere?

Diamante                      - Nessuno lo ha reclamato. Ora serve a noi. Le daranno il tuo nome e nessuno ti cercherà più.

Ester                              - (piano a se stessa)… e nessuno mi cercherà più.

Perla                              - … ed aspetteremo insieme che finisca la guerra con più serenità.           

Diamante                      - No, Perla. La vera guerra, quella più pericolosa, comincia ora.

Perla                              - Cosa vuoI dire?

Diamante                      - Ora sappiamo da che parte sta la verità e dobbiamo combattere per farla trionfare.

Ester                              - Papà diceva che non si deve aver paura quando si combatte per la giustizia.

Diamante                      - È vero, tuo padre ha ragione, non si deve aver paura. Ascolta, Ester… mi hai parlato di quella persona che tiene i contatti coi partigiani che sono alla macchia…

Ester                              - Sì.

Diamante                      - Tu stessa ti sei incontrata più volte con lui… Il Maggiore ci ha detto che Valerio lo aveva indiziato… Ma non ha detto il nome… perché voleva essere lui a consegnarlo al comando…

Ester                              - Bisogna avvertirlo… bisogna avvertirlo…

Diamante                      - Esatto. Bisogna avvertirlo. Darai l'indirizzo a Perla e Perla andrà da lui.

Perla                              - Io?

Diamante                      - Gli dirai che Ester è nascosta da noi e che dobbiamo parlargli. Avrà una madre… una figlia… una sorella… La porti qui, in negozio, per comprarle un cappello… Qui parleremo di tutto e faremo programmi per il futuro.

Perla                              - Coi partigiani? Vuoi metterti coi partigiani?

Diamante                      - Preferiresti continuare a fare cappelli da lutto, Perla? E che questa guerra non finisse mai? Guerra anche nostra, non possiamo starcene fuori. Per lei… per noi… per tutti quelli che non possono vivere senza la libertà. (sulle tre donne abbracciate lentamente si spengono le luci, rimangono prima illuminati ancora degli oggetti, poi buio e sul buio la voce femminile fuori campo)

Voce                             - … il negozio non c'è più. Al suo posto hanno aperto un emporio di elettrodomestici.

FINE