Le quattro stagioni

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Autunno

Le quattro stagioni, testo di Luisa Berti, liberamente ispirato all’opera di Vivaldi

Estate

Narratore – L’estate era arrivata. Sull’albero, i baci del sole rendevano, a poco a poco, sempre più grosse e colorate le pancine verdi dei fiori che diventavano frutti. Il verde diventò un po’ alla volta un pallido rosa…

Frutto 1 – (con tono sorpreso) Guarda! Il mio rosa sta diventando arancione!

Frutto 2 – Io sono ormai quasi tutto rosso!

Narratore – I frutti erano contenti e si dondolavano sui rami. Il sole continuò a fare il suo lavoro, finchè un giorno l’albero diventò tutto rosso.

Margherite – (indicando l’albero con le foglie-braccia) Che meraviglia! L’albero è pieno di frutti rossi!

Campanule – E’ diventato bellissimo!

Tulipani – Ha cambiato vestito! La sua chioma è piena di rosso!

Narratore – Solo le rose erano un po’ invidiose…

Rose – (con fare un po’ pettegolo e un po’ antipatico) Niente di straordinario. Non è un abito nuovo. Sì è bello, ma ce l’aveva anche l’anno scorso e anche l’anno prima. Ogni anno lo mette nell’armadio e poi se lo rimette di nuovo.

Narratore – L’acqua del ruscello, che passava vicino agli orti, portò la notizia a tutti.

Ruscello – (attraversando allegramente) Il vecchio albero è diventato matto! In primavera era vestito da sposa, con tutti quei fiorellini bianchi, e ora si è messo un abito nuovo, rosso come il fuoco!

Campanule – Complimenti, amico mio, quel vestito ti sta molto bene!

Albero – Grazie, ma il merito non è solo mio! È del sole, della terra…e (indicando i frutti) dei miei frutti che hanno lavorato tanto.

Narratore – Che festa nel giardino! L’orchestra dei grilli organizzò un concerto e le lucciole arrivarono con i loro lumini accesi per rischiarare tutto.

(I grilli suonano e le lucciole danzano)

Albero – Grazie amici, grazie!

Frutto 1 – Ahi! Mi fai male!

Frutto 2 – Via, via di qui! Lasciatemi in pace!

Frutto 3 – Andate via! Non siete stati invitati!

Narratore – Ma i passeri non li ascoltavano; continuavano a volare… e a beccare, cantando:

Passerotti – Cip…cip…la nostra festa è qui…cip…cip… cip…

Albero – (con voce rassegnata e bonaria) Lasciate che restino anche loro! Questa festa è di tutti!

Narratore – Così, quella notte nessuno si addormentò e tutti fecero festa.

(passerotti, grilli e lucciole danzano in girotondo)

Autunno

Narratore – Piove e tira vento. (rumori di pioggia e di vento). Per le foglie ormai la vita non è più bella come un tempo. Infatti il sole non le accarezza più con i suoi raggi caldi…e anche gli uccellini sono tristi.

Uccellino – Che barba questo tempo! Sole, ti prego, vieni a scaldarmi un po’!

Sole – come faccio, con tutte queste nuvole davanti! (passano le nuvole)

Albero – il vostro tempo sta per finire, care figlie mie. Io sono stanco e fra poco dovrò andare a riposare…

1 foglia – E noi?

Albero – Per voi la vita è conclusa: presto verrà il vento e vi porterà via.

2 foglia – Ma noi abbiamo ancora un po’ di verde!

3 foglia – Sì, abbiamo continuato a fabbricarlo!

Albero – Lo so, mie care, ma non vi serve più. Datelo a me, lo conserverò nel mio lungo sonno e lo userò per non morire.

Narratore – le foglie, allora, gli offrirono pian pianino il loro verde cibo e diventarono gialle.

Vento – (arrivando di corsa e girando intorno all’albero)Chi viene con me? (qualche foglia si stacca) Tutto qui? Venite con me: vi porterò sula collina delle viti, è un posto bellissimo!!! (comincia a girare su sé stesso)

1 foglia – (staccandosi e svolazzando) Vento, io mi metto qui, nel fosso, dove vedo specchiarsi le nuvole!

2 foglia – (staccandosi e svolazzando) Vento, io rotolo in mezzo al prato dove ci sono ancora gli ultimi fiorellini!

3 foglia – (staccandosi e svolazzando) Vento, io vado nell’acqua del ruscello, dove potrò ballare con le onde e farmi cullare da loro.

Narratore – Un bambino, intanto, mentre raccoglie nel parco alcune foglie cadute, incontra un signore. (Il bambino raccoglie delle foglie per terra)

Autunno – Buon giorno!

Bambino – Buon giorno! È forestiero lei? Non mi pare d’averla mai vista da queste parti…

Autunno – Sono l’autunno e sono qui dal 23 settembre.

Bambino – La incontrerò spesso qui nel parco?

Autunno – Certamente, e non solo nel parco! Io scuoto gli alberi e ne grandinano noci e castagne. Mi diverto a fare il pittore: dipingo le foglie di rosso scarlatto, di arancione, di giallo. Le faccio cadere e ne vien fuori un tappeto variopinto…

Narratore – le foglie cadono a terra. Il vento soffia. (ululato e fischio del vento)

Bambino – Brrr, che freddo! Anche lui, l’autunno, sente un gran freddo. Vedete, si avvolge nel gran mantello di nebbia. (Pausa, poi a voce bassa) Zitti…dorme! (Autunno si avvolge nel mantello)

Narratore – Passano alcuni mesi. Una mattina tutto è gelato, tutto è coperto di brina. Il cielo è azzurro, terso. Il freddo punge e si vede il fiato come fumo. Brrr. Il bambino incontra un altro signore che assomiglia all’autunno, ma non è lui.

Bambino – Buon giorno! Non mi pare di conoscerla. È forse il fratello dell’autunno?

Inverno – Precisamente. Lui è partito con il treno di mezzanotte. Sono l’Inverno, e vi terrò compagnia per tre mesi.

Bambino – (tendendo la mano) Qua la mano, signor Inverno. Saremo buoni amici. Brrr (rabbrividisce, dopo aver toccato l’inverno)

Narratore – il calendario segna il 21 dicembre. Inizia l’inverno…

Inverno

Narratore – Nella casa dei coniglietti è la vigilia di Natale.

Mamma coniglio – Sto preparando per voi dei biscotti squisiti. Sentirete che delizia!

Coniglietto – Posso aiutarti?

Mamma coniglio – Sei troppo piccolo! Piuttosto, va’ ad aiutare le tue sorelle.

Narratore – Le sorelle stanno ritagliando delle bamboline.

Coniglietto – Posso aiutarvi?

Coniglietta 1 e 2 – No! Rischi di tagliarti!

Narratore – Papà coniglio sta fissando con i chiodi l’agrifoglio sopra la porta.

Coniglietto – Posso aiutarti?

Papà coniglio – No! Ti schiacceresti le zampette col martello.

Coniglietto – Potrei tenerti i chiodi!

Papà coniglio – (dandogli un bacino sul naso) No! Ti pungeresti le dita!

Narratore – Coniglietto è un po’ deluso, ma va aletto senza fare capricci. Nei loro lettini, i coniglietti parlottano eccitati.

Coniglietta 1 – Che cosa ci porterà Babbo Natale?

Coniglietta 2 – Non vedo l’ora che arrivi domani!

Coniglietto – Presto, mettiamo le calzette davanti al camino.

Conigliette 1 e 2 – Sì, così Babbo Natale le riempirà di doni!

Narratore – L’indomani mattina, aprono piano piano la porta del salotto e …

Coniglietta 1 – Niente, neanche un regalo!

Coniglietta 2 – Ma com’è possibile? Babbo Natale si è dimenticato di noi!

Papà coniglio – (aprendo la finestra) è bloccata dalla neve… Ecco che cosa è successo: la neve ha coperto la casa e Babbo Natale non l’ha vista.

(Piangono)

Narratore – Mentre tutti si lamentano, Coniglietto prende una decisione. Andrà a cercare Babbo Natale e, senza far rumore, salta fuori.

Coniglietto – Quanta neve! Ehi, ma laggiù c’è qualcuno che grida!

Topolino – Aiuto! Aiuto! Sono intrappolato nella neve!

Coniglietto – (aiutandolo a liberarsi) Poverino! Non aver paura, ti aiuto io. Ecco fatto!

Topolino – Grazie, mi hai salvato la vita. Sei un coniglio gentile e generoso.

Coniglietto – vieni con me a cercare Babbo Natale?

Narratore – I due amici camminano tutto il giorno e finalmente arrivano sulla riva di un lago.

Topolino – Guarda dall’altra parte, lì vicino alla casa illuminata: si vedono una slitta e delle renne.

Coniglietto – (gridando) è la casa di Babbo Natale!

Narratore – Crre sulla superficie ghiacciata. Ma…CRACK! Sotto il suo peso, il ghiaccio si spezza e Coniglietto cade nell’acqua gelata.

Coniglietto – (urlando di disperazione) Aiuto! Affogo! Mi sto congelando!

Topolino – Ti prendo per la coda... aiuto!

Narratore – I folletti di Babbo Natale sentono le sue grida e si precipitano ad aiutare il coniglio: lo tirano fuori, ma orami è un pezzo di ghiaccio. Anche Topolino è tutto infreddolito.

Babbo Natale – (uscendo dalla casetta) Che cosa sta succedendo? Chi è che grida in questo modo? (vedendo i due amici congelati) Poverini! Presto, portiamoli al caldo in casa.

Topolino – (con voce tremante) Meno male, qui c’è un bel calduccio! Eccì!

Narratore – quando Coniglietto si è completamente scongelato, racconta la sua storia a Babbo Natale.

(Coniglietto fa finta di raccontare e fa grandi gesti)

Babbo Natale – Sei proprio un coniglietto coraggioso! Prendi la mia slitta e torna a casa, i tuoi genitori ti staranno aspettando. Le renne sapranno trovare da sole la strada del ritorno. (porgendogli un sacco) qui ci sono i vostri regali. (rivolto a Topolino) Ce n’è uno anche per te. Bravo Topolino, hai dimostrato di essere un amico fidato!

Narratore – Così i due amici a bordo della slitta rossa carica di bei regali, volano verso casa. Da lontano Coniglietto vede i suoi genitori che lo cercano nella foresta.

Mamma e Papà Coniglio – (abbracciandolo) Sei sano e salvo! Eravamo così preoccupati!

Narratore – A casa dei conigli adesso sì che è Natale.

Primavera

Narratore – La primavera non viene quando vogliamo noi, ma quando il sole, con i suoi raggi, riesce a fare il primo buco nella coperta grigia del cielo, ricamata di nuvole.

Cielo – (Davanti a lui sono schierate le nuvole, in ginocchio. Il cielo guarda dietro di sé) Ehi, chi spinge? Sento un calorino che mi attraversa…

Narratore – Lì vicino c’è un grande albero con le braccia aperte, nudo, senza neanche una foglia. Lo vede un raggio di sole.

Albero (Ha le braccia aperte e gli occhi chiusi: sta dormendo)

Primoraggio – (entrando di corsa) Laggiù c’è un albero ancora addormentato, andrò a giocare un po’ fra i suoi rami…(si avvicina all’albero e accarezza il suo tronco) Vecchio ciliegio, sveglia! Ti ho portato la primavera! Sveglia, dormiglione, è arrivata l’ora!

Albero – (Borbottando e aprendo un solo occhio) Ho sonno, voglio dormire ancora…

Narratore – Intorno c’è un gran silenzio. Primoraggio si avvicina allora al ruscello, prigioniero di una lastra di ghiaccio sottile ma dura come il vetro.

Ruscello  – (Steso per terra e inteccherito come un ghiacciolo)

Primoraggio – (toccandolo leggermente da tutte le parti) Ehi, ruscello, ci sono qua io; ti riscaldo un po’… fammi sentire di nuovo la tua voce d’argento!

Ruscello – (stiracchiandosi) Oh, finalmente, il tepore ha sciolto il ghiaccio che mi imprigionava! Ecco, posso di nuovo correre saltellando sui ciottoli e ricominciare a cantare le mie canzoni d’acqua (si allontana canticchiando)

Narratore –Intanto, nel profondo della foresta c’è la tana dell’orso, dove sono nati due cuccioli. Gli orsacchiotti dormono.

Ulla – (stiracchiandosi e sbadigliando) Mamma? Quando arriva la primavera? Non ne posso più di stare qua dentro!

Mamma Orsa – Zitta e dormi! È ancora inverno!

Ulla – Ma quando potrò uscire fuori?

Mamma Orsa – Quando arriva la Primavera.

Narratore – Ma la piccola Ulla non aveva più voglia di dormire. E poi, dall’esterno, si sentivano degli strani rumori… (cinguettano gli uccellini). Allora, Ulla sgattaiola fuori dalla tana e incontra un’alce.

Ulla – Buon giorno! Sei tu la Primavera? Che piedi grandi che hai!

Alce – Sono le mie scarpe per camminare sulla neve. E non sono la Primavera. Lei arriverà quando sugli alberi ci saranno le prime foglioline.

Picchio – Toc, toc, toc, toc…

Ulla – Buon giorno! Sei tu la Primavera?

Picchio – no. Ma la Primavera arriverà quando vedrai gli uccellini costruirsi il nido.

Narratore – Nel frattempo, anche mamma orsa e fratello orso si erano svegliati e, non trovando più Ulla nella tana, cominciarono a chiamarla.

Mamma e fratello – Ulla! Ulla! Dove ti sei cacciata?(Incontrandola) O finalmente ti abbiamo trovata. Ci siamo svegliati anche noi perché è arrivata la…

Primavera – (camminando lentamente e spargendo fiori dappertutto) Sono la Primavera. Guardate i rami degli alberi: sono pieni di tenere foglioline. Guardate i colori nei prati: sono profumatissimi fiorellini. Guardate le api ronzanti: stanno già preparando il miele.