Le regine di Francia

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LE REGINE DI FRANCIA


Commedia in un atto

di Thornton WILDER

Traduzione di Riccardo Aragno

e  Anna Canitano

da IL DRAMMA nuova Serie n. 1

del 15 novembre 1945

PERSONAGGI

MONSIEUR CAHUSAC, avvocato

MARIE SIDONIE CRESSAUX

MADAME PUGEOT

MADEMOISELLE POINTEVIN

 Una vecchia decrepita che non parla

Un ragazzo negro che non parla.

Questa commedia non può essere rap­presentata, ristampata, messa in onda alla radio, sceneggiata per il cinema­tografo. L'autore ne ha tutti i diritti. Schiarimenti in proposito può dare solo la direzione di « Il Dramma ».


Lo studio di un avvocato a New Orleans, nel 1869. La porta che dà sulla strada è chiusa da una tenda rossa attraverso la quale si può vedere una fetta di giardino pubblico in pieno sole. Un campanello suona. Dopo una pausa suona di nuovo. Marie Sidonie Cressaux scosta la tenda e mette il naso dentro. E' un'attraente ragazza ca­pace di affrontare qualsiasi situazione nella vita, eccetto di presentarsi nell'ufficio di un avvocato. M'su Cahusac, un secco ometto con gli occhi neri e aguzzi, entra da una porta interna.

Marie Sidonie         (mostrando una lettera)  Voi... mi avete  pregata  di  passare  di  qui.

M'su Cahusac         (rapido e severo)  Il vostro nome, signora?

Marie Sidonie        Signorina Marie Sidonie Cressaux.

M'su Cahusac        (dopo una pausa)  Sì, abbiate la cor­tesia di sedervi, mamselle. (Va al suo tavolo e apre varie cartelle, prendendo documenti. Con un gran fascio di questi torna al centro della stanza e dice bruscamente) Mamselle, dovete considerare questa intervista come stret­tamente  confidenziale.

Marie Sidonie        Sì, m'su Cahnsac.

M'su Cahusac         (dopo averla guardata austeramente) Posso chiedere se la signorina è capace di sostenere l'emo-zione di una sorpresa di buone o cattive notizie?

Marie Sidonie        Perché? Sì, m'su.

M'su Cahusac        Allora, se siete voi la signorina Ma­rie Sidonie Cressaux, figlia di Battista Antenore Cressaux, è mio dovere informarvi che siete in pericolo.

Marie Sidonie        Io sono in pericolo, m'su?

(M'su Cahusac torna al suo tavolo, apre varie cartelle e ritorna con altri documenti. Marie lo segue con occhi incuriositi).

M'su Cahusac          Mamselle, oltre ai miei doveri come avvocato in questa città, io sono anche rappresentante, qui, della Società Storica di Parigi. Cercate di seguirmi. per favore, mamselle. Questa Società Storica è stata in­caricata di rintracciare i discendenti dei vari eredi del trono di Francia. Come sapete, all'epoca della Rivolu­zione, nel 1795, per essere esatti, il vero legale e legit­timo erede del trono di Francia scomparve. Si disse che questo ragazzo - il quale aveva allora dieci anni - sia ve­nuto in America ed abbia vissuto per un certo tempo a New Orleans. Ora noi sappiamo che questa diceria era vera. Ora noi sappiamo che egli qui ebbe un legittimo erede e che questo erede legittimo a sua volta lasciò un erede legittimo, e che...

(Marie Sidonie d'un tratto comin­cia a cercare qualche cosa nella borsa della spesa)

Mamselle, posso avere l'onore della vostra attenzione ancora per un momento?

Marie Sidonie         (soffocando)  Il mio ventaglio, m'su, il mio ventaglio. (Lo trova e comincia a farsi vento. D'un tratto grida) M'su, ma in quale pericolo sono, io?

M'su Cahusac         (aspramente)  Se mamselle vuole avere un minuto, un minuto solo di pazienza, saprà tutto. A forza di legittimi eredi la linea dei Reali di Francia è stata tracciata verso un certo (consulta i do­cumenti) Battista Antenore Cressaux.

Marie Sidonie         (il ventaglio si ferma ed ella fisssa l'uomo)   Bat... Battista!

M'su Cahusac         (chinandosi verso di lei, con tono quasi retorico)  Mamselle, potete dimostrare che siete la figlia di  Battista Antenore Cressaux?

Marie Sidonie        Ma... ma...

M'su Cahusac        Mamselle,  avete un certificato di matrimonio dei vostri genitori?

Marie Sidonie        Sì, m'su.

M'su Cahusac        Se questo risulta valido, se è vero che voi  non avete fratelli legittimi o naturali..

Marie Sidonie        No, m'su...

M'su Cahusac        Allora, mamselle, non mi resta che annunciarvi che voi siete la vera, la tanto cercata erede del trono di Francia.

(Si irrigidisce, si avvicina a Marie Sidonie con grande dignità e le bacia la mano. Marie Sidonie comincia a piangere. Egli va al tavolo, alza un bicchiere d'acqua e, mormorando: « Vostra Altezza Reale », glielo offre).

Marie Sidonie        M'su Cahusac, mi dispiace molto, ma qui ci deve essere un errore. Mio padre era un povero marinaio... un povero marinaio...

M'su Cahusac         (leggendo le carte)  Un distinto e stimato navigatore.

Marie Sidonie        Un povero marinaio...

M'su Cahusac         (deciso)  Navigatore.  

(Pausa. Essa guarda intorno turbata).

Marie Sidonie         (d'un tratto, forte)  M'su, ma in quale pericolo mi trovo?

M'su Cahusac         (avvicinandosi a lei e abbassando la voce)  Come Vostra Altezza sa, a New Orleans ci sono parecchie famiglie che pretendono, senza documenti... (mostra una pergamena piena di timbri) senza prove... che pretendono di essere di sangue reale. Il pericolo che essi rappresentano, del resto, non è grave. Il vero peri­colo viene dalla Francia, dai repubblicani sfegatati.

Marie Sidonie        Sfegat...

M'su Cahusac        Ma Vostra Altezza ha soltanto da mettersi nelle mie mani.

Marie Sidonie         (piangendo di nuovo)  Per piacere, non chiamatemi Vostra Altezza.

M'su Cahusac        Voi mi date il permesso di chiamarvi Madame de Cressaux?

Marie Sidonie         Sì, m'su. Mamselle Cressaux. Io sono Marie Sidonie Cressaux.

M'su Cahusac         Sbaglio forse dicendo che voi avete dei bambini?

Marie Sidonie         (debolmente)  Sì, m'su, ho tre bambini.

(Il signor Cahusac la guarda con occhi interrogativi per un istante, poi ritorna al suo tavolo).

M'su Cahusac        Madame, d'ora in avanti migliaia di occhi saranno fissi su di voi. Gli occhi di tutto il mondo, Madame. Io non so pregarvi con abbastanza insistenza di essere molto discreta, molto circospetta.

Marie Sidonie         (alzandosi di scatto, nervosamente) M'su Cahusac, io non voglio avere niente a che fare con questa storia. Ci deve essere un errore da qualche parte. Vi ringrazio molto, ma ci deve essere un errore. E ora me ne debbo andare.

M'su Cahusac         (insistendo)  Ma signora... Voi non sapete quello che state facendo. Non si può rinunciare al vostro rango così facilmente. Non sapete che tra un mese o due tutti i giornali del mondo compreso il « Times Picayume » pubblicheranno il vostro nome? Le famiglie più nobili di Francia attraverseranno l'Oceano per ve­nirvi ad ossequiare? Il vescovo della Luisiana verrà a farvi visita?  Il Sindaco...

Marie Sidonie        No, no.

M'su Cahusac        Vi saranno dati un mucchio di quattrini  e   parecchi  palazzi.

Marie Sidonie        No, no.

M'su Cahusac        E una guardia di soldati per pro­teggervi...

Marie Sidonie        No, no...

M'su Cahusac         Sarete fatta presidente del « Petit Salon » e « Regina del Martedì Grasso ». Un altro goccio d'acqua,  Vostra Altezza Reale?

Marie Sidonie        Oh, m'su, ma che devo fare? M'su, salvatemi. Io non voglio il Vescovo e il Sindaco.

M'su Cahusac        E voi chiedete che cosa dovete fare?

Marie Sidonie        Oh, sì, oh, Dio mio...

M'su Cahusac        Per ora tornate acasa e tenete il segreto. Un po' di riposo e un po' di riflessione vi di­ranno ciò che dovete fare. Tornate da me martedì.

Marie Sidonie        Io credo che ci sia un errore.

M'su Cahusac        Posso permettermi di rivolgere una domanda a Madame De Cressaux? Potrei avere il pri­vilegio di presentarvi, fino a che non si faccia il grande annuncio, un piccolo omaggio di denaro?

Marie Sidonie         No, no...

M'su Cahusac        La Società Storica non è ricca, anzi trova difficoltà nel continuare la ricerca degli ultimi documenti che confermeranno il rango eccelso di Ma­dame, ma sarebbe felicissima di anticipare una certa somma sottoscritta dai suoi devoti sudditi.

Marie Sidonie        No, grazie; non voglio niente. Ora debbo andare.

M'su Cahusac        Permettetemi, signora, di pregarvi di non essere allarmata. Per ora un po' di riposo e un po' di riflessione.

(Un campanello suona. Si china di nuovo verso di lei mormorando)

Servitore umilissimo e suddito fedele.

Marie Sidonie       (confusa)  Arrivederci, buon giorno, signor Cahusac. (Attraversa la porta, ma poi ritorna e dice con grande sincerità)  Oh, signor Cahusac, non la­sciate che il Vescovo venga a farmi visita. Il Sindaco, magari sì. Ma il Vescovo, no.

(Entra Madame Pugeot, una tozza, piccola borghese vestita di nero. Esce Marie Sidonie. Il signor Cahusac bacia la mano che Madame Pugeot gli ha graziosamente porto).

Madame Pugeot    Buon  giorno, signor Cahnsac.

M'su Cahusac        Vostra Altezza Reale?

Madame Pugeot    Che cosa avete a che fare con quella antipatica di Marie Cressaux? Non sapete che è una donna di facili costumi?

M'su Cahusac        Siamo creature di questo mondo. Vostra Altezza. Per ora devo guadagnarmi da vivere come posso. Mamselle Cressaux sta trattando l'acquisto di una casa con giardino.

Madame Pugeot    Acquisto! Signor Cahusac, sapete benissimo che ha già una mezza dozzina di case con giardino. Convince tutti gli amanti a regalarle subito una casa con giardino. Sta diventando padrona di tutto il quartiere di Saint Magloire.

M'su Cahusac        Vostra Altezza Reale vuole acco­modarsi?  Come  sta  la Famiglia  Reale  stamane?

Madame Pugeot    Così così,  m'su  Cahusac.

M'su Cahusac        L'Arciduchessa di Toscana?

Madame Pugeot     (facendosi vento con un ventaglio di penne di tacchino)  Raffreddata. Il solito raffreddore. Certe volte penso che quella povera creatura non vivrà abbastanza per vedere le sue perle...

M'su Cahusac        E il Delfino, Vostra Altezza Reale?

Madame Pugeot    Si diverte in città, come fanno i giovanotti. Vino, gioco, cattive compagnie. Del resto que­sto lo tiene lontano dalle preoccupazioni.

M'su Cahusac        E il Duca di Burgundia?

Madame Pugeot    Pensate: il povero ragazzo ha un orzarolo.

M'su Cahusac        In quale occhio. Altezza?

Madame Pugeot    Nel sinistro.

M'su Cahusac        E il Principe di Lorena? E il Duca di Berry?

Madame Pugeot    Stanno male: sono come inebetiti nella  loro  culla.  Il  primo  dente, mio  caro  ciambellano.

M'su Cahusac        E vostro marito, Altezza?

Madame Pugeot     (si alza e va avanti indietro un mo­mento, poi si ferma)  D'ora innanzi non dovremo no­minarlo più, quando parliamo di questi argomenti. Bi­sogna che ci rendiamo conto che egli è mio marito soltanto per modo di dire. Non prende parte alla mia vera vita. Si fa beffe della mia nascita e del mio rango. Ma avrà da vedere... quello che avrà da vedere. Natu­ralmente non gli ho detto delle prove che voi ed io abbiamo raccolto. Non ho cuore di fargli vedere quanto diventerà poco importante lui.

M'su Cahusac        Inutile, certo...

Madame Pugeot    Perciò ricordatevi: non dobbiamo nominarlo mentre parliamo di questi argomenti.

M'su Cahusac         Fidatevi di me, signora. (Dolce­mente, con intenzione)  E la vostra salute Altezza Reale?

Madame Pugeot    Oh, grazie. Molto bene: eccellente. Non stavo molto bene, se ricordate, ma dopo questa meravigliosa notizia mi sento magnificamente.

M'su Cahusac         (con gli occhi socchiusi)  Vi scon­giuro di non fare imprudenze. Vi scongiuro. La nuova vita che tutti  stiamo anticipando...

Madame Pugeot    Non abbiate paura, caro ciambel­lano. Ciò che sta a cuore alla Francia, sta a cuore a me.

M'su Cahusac        Quando penso, Altezza, che potremo così presto annunciare il vostro rango... Quando penso che l'anno prossimo, in quest'epoca, voi godrete tutti gli onori e privilegi che vi sono dovuti, io mi sento pieno di una grandissima gioia:

Madame Pugeot    Sia fatta la volontà di Dio. Sia fatta la volontà di Dio.

M'su Cahusac        Comunque sono particolarmente fe­lice di vedere che Vostra Altezza Reale gode ottima salute. Ho avuto alcune notizie spiacevoli.

Madame Pugeot    Ciambellano, non starete per dirmi che la Germania ha dichiarato guerra alla mia nazione.

M'su Cahusac        No, Madame.

Madame Pugeot    La settimana scorsa mi avete molto spaventata. Non riuscivo più a dormire con tutte le preoc­cupazioni che avevo. Mio marito dice che io nel sonno urlavo:   « Parigi, eccomi ».

M'su Cahusac        Sublime, Madame.

Madame Pugeot    « Parigi, eccomi » proprio così. Ho gridato due volte nel sonno: «Parigi, eccomi». Oh, sono tempi pieni di ansie. Oggi andrò alla Cattedrale. Questo Bismarck non mi capisce. Dobbiamo evitare una guerra a tutti i costi, m'su Cahusac. Allora, quali notizie?

M'su Cahusac        Le mie ansie sono di carattere più personale. La Società Storica di Parigi sta ora confer­mando le ultime prove della vostra richiesta. Vi sono segretari che lavorano in tutti gli archivi, Madame; a Madrid, Vienna, Costantinopoli.

Madame Pugeot    Costantinopoli.

M'su Cahusac        Tutto questo, capite, richiede infinite spese e la Società non è ricca; siamo stati costretti a prendere una ben triste decisione: la Società dovrà ven­dere uno dei gioielli reali o uno dei servizi di corte che ho in custodia di sopra. La Società Storica mi ba scritto, Madame, ordinandomi di spedire subito l'abito dell'incoronazione.

Madame Pugeot    Mai.

M'su Cahusac        Il manto col quale fu consacrato Carlo Magno, e i Carli e gli Enrichi e i Luigi... Per essere messo in una vetrina del Louvre (a bassa voce) e questo è penoso per me, perché avevo sperato - anzi, era il sogno di tutta la mia vita - di poter vedere uno dei vostri figli consacrato sotto quei gigli di Francia.

Madame Pugeot    Non deve andare al Louvre, lo proibisco.

M'su Cahusac        Ma che cosa posso fare? Ho of­ferto lo scettro, ho offerto la palla, ho offerto perfino il calice che Vostra Altezza ha appena comprato... Niente. Vogliono il manto dell'incoronazione.

Madame Pugeot    Esso non lascerà l'America. (Pren­dendo la borsetta) Quanto chiedono per questo?

M'su Cahusac        Oh,  Madame,  dal  momento che si tratta del Ministero per i Musei e i documenti chiedono molte migliaia di franchi.   

Madame Pugeot    E quanto chiederebbero alla loro Regina?

M'su Cahusac         (tristemente)  Oh, Altezza, madame, io non posso vedervi contrattare queste cose che vi ap­partengono di diritto.

Madame Pugeot    Io le tratterò. Venderò la casa sulla Chausette Saint'Anne.

M'su Cahusac        Se Vostra Maestà vorrà dare cin­quecento dollari mi permetterò di aggiungerne altri cin­quecento io stesso...               

Madame Pugeot     (scossa)  Cinquecento?... Bene, sa­rete ripagato molte volte, mio caro ciambellano, quando io sarò ritornata al posto che mi spetta. Domani alle tre vi porterò le carte per la vendita della casa. Sbrigherete tutto silenziosamente. Mio marito ne sarà informato al momento  opportuno.

M'su Cahusac        Capisco. Sarò molto discreto.

(Il campanello suona, il signor Cahusac si volta verso la porta mentre Mamselle Pointevin sta per entrare)

Sarò per voi tra pochi istanti, mamselle. Madame Pugeot deve ancora  discutere alcuni particolari.

Mamselle  Pointevin         Non  posso  aspettare  molto.

M'su Cahusac        Pochi minuti nel giardino. Grazie, mamselle.

(Mamselle Pointevin esce).

Madame Pugeot    Quella povera ragazza ha da fare con degli avvocati, signor Cahusac? una povera maestra di scuola come lei?

M'su Cahusac         (dolcemente)  Mamselle Pointevin si è messa in lesta di far testamento.                   

Madame Pugeot     (ride con aria di superiorità)  Tre sedie e un piatto rotto. (Alzandosi) Domani alle tre, al­lora. Adesso vado alla Cattedrale. Non devo dimenticare le grandi responsabilità per cui devo trovarmi preparato. L'esercito, la marina, la finanza, la nomina dei vescovi. Quando io sarò morta, mio caro ciambellano

M'su Cahusac        Madame...

Madame Pugeot    No, no, anch'io dovrò morire, un giorno; quando io sarò morta, quando giacerò fra i miei avi non voglio che si dica di me... A proposito dove sarò sepolta?

M'su Cahusac        Nella chiesa di Saint Denis, Vostra Altezza Reale.

Madame Pugeot    Ah, non in Notre Dame?

M'su Cahusac        No, Madame.

Madame Pugeot     (meditando)  Non in Notre Dame. (Rimettendosi) Ogni cosa a suo tempo. (Porgendo la mano) Buon giorno, e tutti i miei ringraziamenti, mio caro ciambellano.

M'su Cahusac        Altezza, servo umilissimo e suddito devoto.

Madame Pugeot     (attraversando la porta)  Pregate per noi.

(Esce Madame Pugeot. Il signor Cahusac va alla porta e saluta Mamselle Pointevin che è nella strada).

M'su Cahusac        Ora, mamselle, se volete avere la bontà di entrare...

(Entra Mamselle Pointevin, una zitella alta e sdegnosa).

Mamselle Pointevin M'su Cahusac! Cos'è questa nuova storia di farmi aspettare nel giardino pubblico, mentre voi trattate i vostri stupidi affarucci con una don­na volgare come Madame Pugeot?  Buon uomo, quando io  accondiscendo a trattare con voi, dovete avere la bontà di ricevermi immediatamente.  Sono o non sono Enrichetta Regina di Francia, Regina di Navarra e diAquitania?  Non sta  bene che noi sediamo su una panchina di giardino pubblico, tra le balie, nella sperduta New Orleans.  È  già abbastanza duro per me celarmi sotto i  panni  di insegnante di scuola in questa città, senza che io debba soffrire altre umiliazioni per colpa vostra. Non è dunque dovuto alcun rispetto al sangue di Carlo Magno?                                                                                     

M'su Cahusac        Madame...

Mamselle Pointevin           Avreste forse fatto l'abitudine alla compagnia delle regine.

M'su Cahusac        Madame...

Mamselle Pointevin            Voi vi occupate di leggi. Bene. Sappiate allora: « La loi c'est moi ». (Siede accarezzando il  vestito)  Ora che avete da dirmi?

M'su Cahusac         (una pausa; poi le si avvicina con le labbra strette e l'atteggiamento compunto)   Vostra Altezza Reale, ho ricevuto una lettera dalla Francia: ci sono notizie scoraggianti.

Mamselle Pointevin No, non posso comprare altro. Ormai posseggo lo scettro e la palla. Vendete il resto al Louvre, se è necessario. Potrò ricomprare tutto quando il mio rango sarà riconosciuto.

M'su Cahusac         Ohimè!

Mamselle Pointevin           Che cosa volete dire, con que­sto  « ohimè » ?

M'su Cahusac        Vostra Altezza Reale vorrebbe ac­condiscendere a leggere la lettera che ho ricevuto dalla Francia?

Mamselle Pointevin            (afferra la lettera, ma continua a guardare davanti a sé, splendidamente)  Non hanno pane? Date loro della focaccia. (Comincia a leggere e - scossa - d'un tratto la restituisce) È troppo lunga, è troppo lunga. Che cosa dice?

M'su Cahusac        È del segretario della Società Sto­rica. La Società è ormai convinta che voi siete la vera e lungamente invocata erede del trono di Francia.

Mamselle Pointevin            Convinta! Convinta! Lo spero bene.

M'su Cahusac        Ma per rendere pubblica questa con­vinzione, Madame, per annunciarla a tutti i giornali del mondo... compreso il «Times Picayume» di New Orleans...

Mamselle Pointevin           Sì, andate avanti.

M'su Cahusac        ...per stabilire il vostro diritto contro le vostre rivali, per stabilire il vostro diritto sa ogni possibile ridicolo...

Mamselle Pointevin           Ridicolo?

M'su Cahusac        ...quello che manca è un piccolo documento. Un piccolo ma importantissimo documento. Speravano di ritrovarlo negli archivi di Madrid, ma, purtroppo. Madame, là non si è trovato.

Mamselle Pointevin           Non è là? E allora dov'è?

M'su Cahusac        Non lo sappiamo. Vostra Altezza Reale, e siamo desolati.

Mamselle Pointevin           Ridicolo, signor Cahusac.

M'su Cahusac        Può darsi che sia a Costantinopoli, può darsi che sia a Vienna... naturalmente noi continue­remo le ricerche per generazioni, per secoli, se sarà necessario. Ma non vi nascondo, Madame, che è un in­cidente molto scoraggiante.

Mamselle Pointevin            Generazioni? Secoli? Non sono una bambina, m'su Cahusac. La loro lettera dice chiaro che io sono l'erede del trono. (Comincia a piangere. M'su Cahusac con discrezione, le offre un bicchiere dì acqua) Grazie.

M'su Cahusac         (cambiando d'un tratto tono, con forza)  Madame, dovete sapere che la Società Storica sospetta che il documento introvabile sia nelle vostre mani. La Società, anzi, è certa che questo documento è stato tra­smesso direttamente, per generazioni, nel seno della vo­stra famiglia.

Mamselle Pointevin           In mio possesso?

M'su Cahusac         (duramente)  Ci state nascondendo qualche cosa...

Mamselle Pointevin           No, certamente no.

M'su Cahusac        Perché questo documento non si trova a Madrid? Non si trova a Costantinopoli, né a Vienna? Perché è in casa vostra. Voi vivete in quella che è stata la casa di vostro padre, vero?

Mamselle Pointevin    Sì, sì...

M'su Cahusac        Tornateci, guardate nei vecchi bauli.

Mamselle Pointevin            Tutti i vecchi bauli.

M'su Cahusac        Esaminate attentamente la bianche­ria, guardate dentro tutti i cassetti, controllate anche nelle  fessure.  Troverete forse uno scrigno segreto, un doppio fondo...

Mamselle PointevinM'su Cahusac...

M'su Cahusac         Togliete i pavimenti: può essere nascosto sotto di essi.

Mamselle PointevinLo farò, tutto sarà rovistato fino all'impossibile.

M'su Cahusac        Avete dei vecchi vestiti di vostro padre?

Mamselle Pointevin            Credo.

M'su Cahusac        Può essere cucito nella fodera.

Mamselle Pointevin           Guarderò.

M'su Cahusac        Madame, quale vestito aveva indosso vostro padre, quando fu cremato?

Mamselle PointevinIl suo più bello, m'su. (Essa ha un improvviso urletto, appena questo pensiero giunge a destinazione. Si fissano l'un l'altro).

M'su Cahusac        Osservate con particolare attenzione sotto gli scalini. Questo genere di documento viene spesso nascosto sotto gli scalini. Lo troverete; se non è a Madrid, è lì.

Mamselle Pointevin           Ma se non lo trovo? (Siede, d'un tratto, delusa)  Nessuno saprà mai che io sono la Re­gina di Francia. Ho molta paura, m'su Cahusac, che non riuscirò mai a trovare quel documento nelle mie quattro stanze. Le conosco metro per metro, tuttavia cercherò. (Si passa le mani sulla fronte come se si svegliasse da un incubo)  È tutto mollo strano: sapete, m'su Cahusac, io credo che ci sia un errore. Era così bello finché du­rava: rendeva bello anche l'insegnare a scuola. E le mie memorie... Ho scritto le mie memorie fino al momento in cui la vostra meravigliosa notizia mi giunse. I giorni della mia infanzia in incognito, la bambina della Luisiana che non sapeva l'immensa cosa che le stava di­nanzi. Ma prima che io me ne vada, posso chiedervi qualche cosa?... Potreste pregare la Società Storica di scrivermi una lettera in cui si dice che veramente essi hanno pensato che io potessi essere la persona che cercano. Vorrei mettere quella lettera nel baule, insieme alla palla ed allo scettro. Vedete: più ci penso e più mi accorgo che ci deve essere stato un   errore  da   qualche  parte.

M'su Cahusac        La lettera che Madame chiede è già qui. (Gliela porge).

Mamselle Pointevin           Grazie. Posso chiedere un altro favore, m'su Cahusac?

M'su Cahusac        Certo, Madame.

Mamselle Pointevin Per cor­tesia, non fate mai parola con nes­suno, qui, a New Orleans, di questo affare.

M'su Cahusac        Madame, potete esserne certa, a meno che non lo vogliale   voi...

Mamselle Pointevin           Buon giorno.  Buon giorno e grazie.

(Esce portandosi il fazzoletto agli occhi. M'su Cahusac va al suo ta­volo. Il campanello suona, la tenda rossa si alza e un ragazzo negro spinge una carrozzella che contiene una vecchia decrepita, avvolta in va­rie coperte come una mummia. Ha in testa una sciarpa e sul naso degli occhiali verdi. La mummia allunga una mano che M'su Cahusac bacia devotamente  mormorando)

M'su Cahusac        Vostra Altezza Reale!

Fine della commedia

THORNTON WILDER è nato a Ma­dison, Wisconsin. nel 1897. Ha tra­scorso gran parte dell'infanzia in Cina col padre console, e la giovi­nezza in Italia. Ha scritto i romanzi The Bridge of St. Louis Rey; The Cabala; The Woman of Andros e Heaven's my Destination. Dopo The Woman of Andros (La donna di An­dro), tradotta in italiano da Mar­gherita Rebora (con nota di Pietro Rebora), ha scritto due volumi di atti unici: The Angel that troubled the Waters e The long Christmas Dinner.

Nel 1938 ha dato al teatro la fa­mosa Our Town e nel 1939 The Mer-chant of Jonker. I romanzi Il ponte di S. Louis Rey e La Cabala, sono pure tradotti in Italia. Il successo italiano di Piccola città è noto come quello degli atti unici.

L'ultima commedia di Thornton Wilder è The skin of your teeth (let­teralmente: La pelle dei vostri den­ti), una vicenda ultrafantastica che interseca l'età moderna con quella della pietra, mettendo in evidenza la lotta dell'uomo con  i suoi ideali.