due atti
di Franco Brusati
Personaggi
La signora Caruso
Ricky Gagliardo
Panizza
Irene
Gianni
1
Davide
Cecilia
Ricky Gagliardo è fra i quaranta e i cinquant'anni.
Gianni e Davide ne hanno poco più di venti, e altrettanto Cecilia.
Irene ha trentatré anni, la signora Caruso è attorno ai cinquanta.
Panizza ha più di sessantanni.
Tutta l'azione si svolge dall'alba al tramonto nell'appartamento di Ricky Gagliardo.
Atto primo
All'aprirsi del sipario la scena è buia. Giunge lievissima, da una radio lontana, la "musica del mattino" - canzonette intervallate dalla voce remota di uno speaker. A poco a poco una debole luce comincia a illuminare una finestra, poi la figura d'Irene che guarda fuori, ritta accanto ai vetri, e infine la signora Caruso seduta su di una sedia a dondolo. Sulle sue ginocchio sta seduta Cecilia, le braccia attorno al collo della madre.
Si dondolano lentamente, in silenzio, e guardano a loro volta in direzione della finestra.
Ora tutta la scena è illuminata: uno studio abbastanza ampio ancora fresco d'intonaco. Una porta conduce alla camera da letto. Nel fondo s'intravede la cucina, di cui ci è però completamente visibile solo il fornello a gas. Da un'arcata parte un corridoio, a! termine de! quale s'immagina l'ingresso dell'appartamento. Finalmente Irene esclama tranquilla, senza voltare la testa, lo sguardo sempre fisso aldilà dei vetri:
irene Il lago quasi non si vede, le rose non ci sono mai state, vorrei proprio sapere perché cazzo questo quartiere si chiama Le Rose del Lago.
signora caruso Perché è un quartiere tranquillo, riservato e signorile. Basta il nome, alle volte, a dare un tocco di distinzione. E lo darebbe anche a lei, mia cara, se non ripeteva parolacce ogni cinque minuti.
irene "Ripetesse", non "ripeteva".
signora caruso Come?
irene "Ripetesse", non "ripeteva". È per via della sintassi, capisce.
signora caruso Mi sta dando una lezione?
irene (alzando le spalle) Per me...
signora caruso Non gliene importa un cazzo, immagino.
irene Appunto.
signora caruso Senta, Irene...
cecilia Zitte!... (La signora Caruso s'interrompe. Irene si volta. Tutte tendono l'orecchio) Mi era sembrato lo scroscio dell'acqua. Nella doccia.
irene Io non sento nulla.
signora caruso La musica di una radio.
irene Forse era un treno.
signora caruso O una sirena. (Irene torna a guardar fuori) In questo palazzo sono tutti così quieti... Delle voci ogni tanto per le scale, il pianoforte della Gavazzi... Eppure è gente che va, viene, lavora. Chi credi sia più lesto, Cecilia, a mettere il suo capino fuori dalle coperte? Noi o gli altri?
irene Di che "capino" parla?
signora caruso Non dì quello cui allude lei, stia tranquilla!
irene E allora perché non dice "testa"?
signora caruso Proprio per evitare le sue sconcezze!
cecilia Eccolo!...Eccolo. (Tutte tendono l'orecchio)
signora caruso Sì sì sì sì... Questa volta hai ragione! (Fa scendere Cecilia dalle ginocchio, tutta eccitata e allegra) Presto, tesoro, presto! Il caffè! C'è un pacchetto sulla mensola, accanto al frigorifero... No, amore! Aspetta! (Cecilia si ferma) Vado io. Tu metti il disco. (Scompare in cucina, mentre Cecilia si guarda attorno confusa)
cecilia Quale disco, mamma? Eh?... (A Irene) Quale disco?
irene Lasci a me. (Comincia ad armeggiare fra i dischi) E non si agiti tanto. Può darsi benissimo che lui torni a letto, sa.
cecilia Ma se deve andare in ufficio!
irene Questa notte ha fatto tardi.
cecilia Come Io sa?
irene Ho visto arrivare una bionda che aveva tutta Paria d'essere il tipo suo. Neanche male, per farci l'amore.
cecilia Quello non è amore, Irene!...
irene Lei come fa a saperlo, se non scopa? (Sta per avviare un disco, ma rimane col gesto a mezz'aria, vedendo che Cecilia s'è messa a piangere) Oh Dio... Che c'è, adesso? Piange?... Ma Cecilia, era solo una frase, così... Non volevo mica offenderla... (Il pianto si trasforma in un attacco isterico, disperato, con pugni e calci ai mobili) La smetta, la prego! Non sia ridicola!... Cecilia! (La madre accorre dalla cucina)
signora caruso Che è successo?
irene Ma niente...
signora caruso Come, niente? Come, niente?!... (Abbraccia la figlia) No no no, tesoro... no... Ti supplico... Non fare così... Qui c'è la mamma, che ti protegge... Che ti difende dalle brutte cose, dalle parole cattive... (A Irene) Quante volte l'ho pregata di stare attenta, a quello che dice!
irene Ma non è mica una bambina, santo Dio!
signora caruso Sì, invece! Lo è! Sensibile, malata... (A Cecilia) Basta, amore... Su... Adesso è passata... Vero? È passata?... (Cecilia fa cenno di sì, tirando su col naso) Brava. (Comincia a cantarle sottovoce, dolcissima e un po' scherzosa) "Azzurro / Il cielo è rosa per Cecilia e azzurro / Perché...".
cecilia (fra le lacrime) "È il bene"...
signora caruso "Della sua mamma che colora / Il vento / Di sé / E allora...". E allora?
cecilia "Io quasi quasi salto in aria...".
signora caruso "E ballo / Ballo perché...",
signora caruso e cecilia "La vita / È come il cielo / Azzurro e rosa quando sei con me"...
(Dalla camera da letto è emerso Ricky Gagliardo, in vestaglia. Si ferma sorpreso a guardare le due donne. La signora Caruso s'interrompe)
signora caruso Oh! (A voce alta, sempre un po' leziosa) Buongiorno, signor Gagliardo!
ricky Buongiorno.
signora caruso Spero che non siamo state noi, a svegliarlo.
ricky Per carità. Voi siete i miei angeli del mattino. (Le guarda meglio, sospira) Eh!... (A Irene) Che ora è?
irene Le otto e un quarto.
cecilia Le porto il caffè?
ricky Un momento, cara, un momento...
irenk Io non posso far tardi in ufficio.
ricky Neanch'io, Irene... Stia tranquilla.
irene Ci vuole quasi un'ora per arrivare in centro.
signora caruso (indicando la figlia) Oh, per noi non è un problema. La sartoria apre alle dieci,
ricky (sedendosi) Ho fatto un sogno, stanotte.
signora caruso (festosa) Ah sì?... Dica. Dica, su!... Non ci tenga sulle spine.
(Ricky gira attorno uno sguardo atono e lo ferma su Cecilia)
ricky Ho sognato di stuprare mia madre.
signora caruso (dì scarto) Cecilia! Il caffè!
ricky Scusi, ma... (Irene spiega, annoiata, avviandosi in cucina)
irene Si tratta della ragazza, Ricky...
ricky Che ha? Non sogna mai?
irene Non le stesse cose, pare.
rjcky Ah, ecco ecco... (Alla signora Caruso) Chiedo scusa.
signora caruso (amabile) Per carità!... Le preparo il caffè,
ricky Grazie. E non sì preoccupi, signora Caruso!... (Torna a guardare Cecilia) So trattare con rispetto, la delicata Giovinezza.
signora caruso (c.s.) Oh!... (Scompare sorridendo in cucina, mentre Ricky continua a fissare Cecilia, che abbassa gli occhi imbarazzata)
ricky Sei proprio bruttina, figlia mia,
cecilia Lo so.
ricky Senz'offesa, eh...
cecilia Sono malata.
ricky Appunto, appunto...
cecilia Non ho chiesto io, di venire al mondo,
ricky (un po' gigione) Neanch'io, Cecilia! Neanch'io!...
cecilia La luce mi fa orrore.
ricky Anche a me!...
cecilia Vorrei morire.
ricky Be'... Qui già ti seguo meno, vedi. C'è nell'aria di ogni grande città una specie di stimolo, non so... Ridi?
cecilia Io?... No. Perché?
ricky Forse ti gioverebbe, un sorriso.
cecilia Oh!... (Abbassa la testa, sorridendo involontariamente)
ricky Ecco, vedi? Vedi?... Lo sapevo! Tutto sommato, guarda, a ripensarci meglio... Vuoi bene, alla mamma?
cecilia (un po' sorpresa) Certo...
ricky E stai sempre con lei.
cecilia Sempre.
ricky [insinuante) Neanche un'ora alla domenica... Che so... Un pomeriggio...
cecilia La mamma non mi lascia mai,
ricky (deluso) Capisco. (Si volta verso la cucina) 'Sto caffè, allora?... Irene!
voce di irene Arriva.
cecilia Io devo tutto, a mia madre. Per me farebbe qualsiasi cosa.
ricky Lo so, lo so. (Le strizza l'occhio) Anche troppo.
cecilia Come troppo?...
(Ricky lancia un'occhiata verso la cucina e abbassa la voce, divertito)
ricky Vieni qua. (Cecilia obbedisce e gli siede accanto) Senti, io adesso ti faccio una confidenza... Ma tu non devi ripeterla, eh. A nessuno.
cecilia No, no...
ricky Deve restare un segreto fra noi, qualcosa di cui riparleremo se mai capitasse che tua madre... Una domenica... Un pomeriggio...
cecilia Impossibile, glie l'ho detto.
ricky Va be', va be', non precipitiamo!... È un'ipotesi: "Se"!
cecilia D'accordo.
ricky Sai perché tua madre e la signorina Irene passano di qua, al mattino? Mi preparano il caffè? Mi accompagnano in ufficio?
cecilia Ma perché le vogliamo bene! Fra inquilini...
ricky Sì sì, certo... Loro hanno però anche un altro motivo. (Misterioso) Per tenermi d'occhio.
cecilia (sorpresa) In che senso?...
ricky (spiegando) Le mie finestre sono le uniche che guardano fino al lago. E loro sanno benissimo che in certi condomini, chi occupa per primo un appartamento non lo caccia più via nessuno.
cecilia E allora?...
ricky Vorrebbero questo!
cecilia Ma se ci abita lei!
ricky Adesso. Io potrei anche andarmene, un giorno. Far pace con mia moglie. Cambiare lavoro, città...
(Cecilia esita, vorrebbe protestare. Poi a poco a poco si mette a ridere, sorpresa e divertita, portandosi una /nano davanti alla bocca)
cecilia Oh!...
(Anche Ricky si mette a ridere, complice)
ricky Zitta, eh?... Ssst!
cecilia (ridendo) Ssst! (Irene rientra dalla cucina, portando tovaglietta, tazza e piatti per la prima colazione. Getta un'occhiata un po' inquieta verso Cecilia)
irene Che succede?
ricky Niente, niente...
irene (indicando la ragazza) Vedo che ride...
ricky Una sciocchezza.
irene Ride per una sciocchezza?
ricky Ride perché è giovane.
(Anche la signora Caruso rientra dalla cucina, portando il caffè e il latte)
signora caruso Oh! Siamo allegre, finalmente! (Cecilia si alza di scatto e corre a baciare ed abbracciare la madre, in uno slancio di tenerezza. La signora Caruso si schermisce, compiaciuta) Buona, tesoro, buona... Mi fai cascar tutto. (Depone la roba sulla to-vaglietta già stesa da Irene) Ecco, signor Gagliardo... Beva ch'è tardi. Un uomo importante come lei deve dare l'esempio, della puntualità.
ricky Prima il latte.
signora caruso Prima il latte, poi lo zucchero, e poi il caffè... Giusto?
ricky Poi lo zucchero e poi il caffè... Sì, giusto. Grazie.
signora caruso Si figuri. (A Cecilia) Tu scendi un momento con me, Cecilia. Voglio che ti metti un giacchettino, prima d'uscire. (Colta da un dubbio) "Metti" o "metta"?
ricky Quello che vuole, signora Caruso. Pur che me la tenga al caldo.
signora caruso Oh, stia tranquillo!... Io non farò mai mancare nulla, alla mia bambina. Vero, amore? (Ha finito di servire Ricky) Noi aspettiamo giù, Irene.
irene (dalla cucina) D'accordo.
cecillia Arrivederla, signor Gagliardo.
ricky Addio, cara.
(Madre e figlia escono, mentre Ricky distende le gambe pigramente, e comincia a bere il caffè. Ma Cecilia rientra di corsa, sussurra all'orecchio di Ricky)
cecilia A domenica!... (E scompare di nuovo, lasciando Ricky stupefatto con la tazzina a mezz'aria. Irene rientra dalla cucina)
irene Allora? Si sbriga? O non ho più il tempo d'accompagnarla.
(Ricky depone la tazzina, e risponde senza voltarsi)
ricky Sono stanco... Ho bisogno di riposo.
irene C'è la domenica, per questo.
ricky La prossima s'annuncia faticosa.
irene Meglio. Così non pensa.
ricky À cosa?
irene Alla morte.
ricky Sa che lei ha un modo delizioso, Irene, di rallegrare il mattino?
irene (porgendogli la tazzina) Vuol bere sì o no?
ricky A furia d'aggressività, franchezza e indipendenza, finirà per cambiare sesso, un giorno o l'altro. L'hanno mai scambiata per un uomo?
irene No. E lei?
ricky Oh, senta...
irene Non c'è disgraziata nel raggio d'un chilometro che non sia finita nel suo letto. Anche quella del sesso, sa, è una mania infantile. Come le figurine dei calciatori o le boccette di vetro.
ricky È per questo, che mi coccola? Sono io, il bambino che le manca? (Irene depone di scatto la tazzina e va a prendere il suo impermeabile appoggiato a una sedia) Dove va?
irene Al lavoro.
(Ricky protesta, lamentoso e viziato)
ricky Aspetti, Irene! Aspetti!... Oggi non me ne frega niente, della Pubblicità!
irene Crede che a me interessino, le vetrine della Rinascente? Pure faccio il mio dovere, e sono molto fiera quando riesco a disporle bene.
ricky Ero nato per scriver musica, io!
irene Balle. L'avrebbe scritta.
ricky E poi ho sonno.
irene Anch'io. Vada, si vesta, e usciamo.
(Ricky si arrende con un sospiro. Si alza e si avvia di malavoglia verso la camera da letto, da cui giunge improvviso il suono di un telefono. Si ferma di botto)
ricky Il telefono.
irene E allora?...
ricky (agitato) Risponda lei, per favore... Se è mio Tiglio, gli dica che io me ne frego, di parlargli, visto che lui si fa negare quando lo chiamo io!... No no, non dica così, questo è troppo... Gli dica... Non so! Faccia lei, la prego... Risponda lei.
(Irene va in camera da letto. Ricky fa qualche passo nervoso, guarda fuori dalla finestra. Si odono voci lontane per le scale, dei saluti, un'automobile che parte. Ricompare Irene. Ricky si volta di scatto, ansioso. Irene lo guarda e riprende il suo impermeabile)
irene Festa!
ricky Cosa?...
irene Non era suo figlio, ma la segretaria. La sua ditta è in sciopero, Ricky. Lei può restarsene a casa, dormire, suonare, o sedurre qualche paralitica di passaggio. Le manderanno qua la posta. (Ricky la guarda sorpreso, poi si mette a ridere. Ride di gusto, indicando Irene con gesto sfottente) Rida. rida... A me non dispiace mica, sa, di tenermi occupata.
ricky Addio, Irene.
irene Addio, Ricky.
ricky Pare che fosse bellino.
(Irene si ferma e si volta)
irene Chi?
ricky Il giovane che hanno visto uscire dal suo appartamento questa notte.
(Irene lo guarda negli occhi, per nulla imbarazzata. Dice calma)
irene Avrà incrociato la sua bionda.
ricky Infatti. Un collega?
isene Prego?
ricky Era uno del suo ufficio? Rinascente? Standa? Upim?
irene Rinascente.
ricky Mi rallegro. Forse dovremmo presentarli, l'uno all'altra.
irene Si conosceranno già. A furia d'incontrarsi per le scale...
ricky Ha ragione. Forse si amano.
irene Si sposeranno.
ricky Avranno molti bambini.
irene Vivranno sempre felici. (Ride) È geloso?
ricky (sincero) Io?... Per carità. E lei?
irene (idem) Neanche un po'.
ricky Io non sento nulla.
irene Neanch'io.
ricky Dovremmo conoscerci meglio, Irene!... Abbiamo tante cose, in comune.
irene Chi sa... Al prossimo sciopero.
ricky A stasera. Buon lavoro.
irene Buona vacanza.
(Irene esce, e Ricky resta un attimo immobile, seguendola con gli occhi. Poi si volta, e spicca un gran balzo attraverso la stanza, andando a cadere supino sul divano. Resta un attimo a pancia all'aria, beato. Si rialza, prende un libro e si mette a leggere. Ma lo butta via subito, e così facendo osserva uno specchio appeso alla parete. Si avvicina e si contempla. Nello specchio deve però scorgere qualcos'altro, poiché ora aguzza lo sguardo, si volta, va dritto alla finestra e la apre. Esclama cordiale, portando la voce)
rickySalve, Panizza! Come va?... Niente lavoro, oggi?... Ah, già già, lei è in pensione, dimenticavo... Sì, resto anch'io. Per via d'uno sciopero. (Alza la voce) Scio-pe-ro!... Appunto. Be', quasi... Mi mandano qua la posta... Sì... E sua moglie? (Sorpreso, scusandosi) Ma no, Panizza... Chiedevo così, semplicemente... "E sua moglie?"... Sta in ufficio! Ecco, mi basta. (Pausa) No, no... Non capisco però che cosa fa lì sul terrazzo. C'è mica il sole, oggi... Ah, ecco. Eh, già... Si masturba mai, lei? (Alza la voce) Ho chiesto se si masturba mai... Oh Dio, Panizza, se lo ricorderà ancora, un po' d'italiano! "Mastur...". Ecco, appunto... Quello. (Allarmato) Be', scusi, Panizza, ma non mi sembra proprio il caso di farlo adesso... Ma perché c'è della gente alle finestre, scusi! Eh!... Sì sì, ha capito benissimo, stia tranquillo!... (Pausa. Dì nuovo allegro, cordiale) Venga a trovarmi, se non ha niente da fare. Io son solo... Quando vuole!... D'accordo. (Richiude (a finestra, va al grammofono, e avvia il "suo" disco, quello che Irene aveva solo infilato sul perno. Torna a sedersi sul divano. La musica giunge dolcissima, serena e inquietante nello stesso tempo. Ricky ascolta, e a poco a poco la sua faccia s'incupisce mentre si ode la)
voce di panizza È permesso?
(Ricky non risponde. Appare Panizza in vestaglia e pantofole
panizza Si può?... (Ricky gira verso di lui due occhi assenti. Panizza abbassa subito la voce) Oh, scusi... (Siede sul bordo d'una sedia. Azzarda cauto) Che cos'è?
ricky Mozart.
panizza Ah, ecco.
ricky Lo conosce?
panizza Be', sa... Conoscenze, io...
ricky La musica, dico.
panizza Ah, quella sì! Certo!... Lei lo suona spesso, 'sto disco.
ricky Adesso lo spengiamo.
panizza Perché?
ricky È angoscioso.
panizza Ma no, signor Gagliardo! Si figuri... Io lo trovo bellissimo.
ricky Sembra l'eco di un altro mondo.
panizza Appunto! Leggero, luminoso...
ricky Prende alla gola.
panizza Nient'affatto! Le assicuro... Nient'affatto!
ricky (scattando) O insomma, Panizza!... È mio o suo, 'sto disco?
(Panizza ammutolisce, intimidito, mentre Ricky si alza e va a fermare il disco)
panizza Io credevo che lei dicesse così per far complimenti.
ricky Ma che complimenti!... È che di solito lo si ascolta mentre c'è gente... Uno va, viene... Si chiacchiera... Oggi è diverso, ecco!... Mi scoccia.
panizza Padronissimo.
ricky (scusandosi) Senz'offesa, eh...
panizza Per carità.
ricky Sono stato io ad invitarla qui, e non vorrei...
panizza (amabile) Posso dirle una cosa, signor Gagliardo?
ricky Prego.
panizza Noi ci conosciamo poco, ma per me lei è già qualcosa di più d'un vicino. Lei è un amico, un fratello...
ricky Anche lei.
panizza So di poter parlare a cuore aperto, da uomo a uomo...
ricky Certo.
panizza (chiaro, scandito) Io, della musica, me ne sbatto le palle!
(Un attimo di stupore, poi Ricky spalanca le braccia con ironico entusiasmo)
ricky Panizza!...
panizza (sorridendo) Signor Gagliardo... (Ricky l'abbraccia, teatrale)
ricky Panizza, vecchio mio!... Lo sapevo, sa? Lo sapevo, che lei era la persona giusta!
panizza (modesto) Speriamo...
ricky D'ora innanzi, passerò tutte le mie vacanze con lei! Lo giuro!
panizza Eh eh... Io non vivo mica solo...
ricky Porterà sua moglie! Va benissimo!
(L'espressione di Panizza muta di colpo)
panizza In che senso?
ricky Prego?
panizza Lei non la conosce mica, mia moglie.
ricky Mai vista!
panizza E allora come fa a sapere che va benissimo?
ricky (sorpreso) Scusi, Panizza... Ma che dovevo dirle? Che mi fa schifo?
panizza (calmo, sinistro) Non s'azzardi, signor Gagliardo... Non s'azzardi mai.
(Un silenzio. Ricky lo guarda esterrefatto)
ricky Panizza?!...
(Ma di colpo Panizza crolla, quasi in lacrime, stringendo la mano di Ricky)
panizza Lo so, lo so!... Mi perdoni, signor Gagliardo!... È che io impazzisco, vede... Davvero!... Josy è tanto più giovane di me... Bella, leggera, dorata...
ricky E allora?
panizza Allora io mi torturo... Perché va a lavorare, ad esempio, se io le do già tutto? S'annoia, a stare con me? Rimpiange l'America? O ha incontrato un altro? E se una sera non tornasse più?
ricky (allegro) Stia tranquillo, Panizza!... L'unico difetto degli assenti è proprio quello di tornare sempre, prima o poi! (Gli batte sulla spalla) Su, su... Niente malinconie! Dobbiamo passare una giornata straordinaria, noi due!... Che si fa?
panizza (sorridendo) Tutto quello che vuole.
ricky Io mi vesto, così intanto decidiamo. (Va in camera da letto, giunge la sua voce) Cosa ne direbbe di andare alla partita?
panizza Non è mica domenica, oggi!
voce di rtcky Ah già, è vero... Cinema? Tv?
panizza Di mattina?
voce di ricky Potremmo rischiare una gita in campagna, ma se poi lo sciopero finisce...
panizza No no, grazie... Io non verrei. Aspetto Josy.
(Ricky compare sulla soglia. S'è infilato i pantaloni)
ricky Per carità, come non detto. (Torna in camera da letto) Proponga lei, allora!
panizza Ma cosa devo dirle, signor Gagliardo?... Da bambini era facile, s'inventava sempre qualcosa. Adesso, sa... (Ridacchia) Prima d'emigrare in America - ricordo - io passavo tutte le mie giornate al mare...
(Ricky riappare. Si sta infilando la camicia)
ricky Ah sì?... Sogni? Viaggi? Fantasie?
panizza No, no... E che ci si lavava proprio lì. Non avevamo mica il bagno, in casa.
ricky Oh, scusi.
panizza In Sicilia, a quei tempi...
ricky Certo, certo.
panizza (riprendendo) E così si giocava tutti assieme... Bambini, bambine... Avevamo allora fra i cinque e i sei anni - l'età in cui cominciano i primi calori, capisce... La pubertà!
ricky A sei anni?!
panizza Anche sette, qualcuno! (Ricky si arrende con un gesto ironico, Panizza riprende) E s'era tutti curiosi, naturalmente... Volevamo sapere la differenza fra maschio e femmina... Com'è fatto l'uno, com'è fatta l'altra... le solite cose! Allora... (Ride fra sé, scuotendo la testa) Ciascuno di noi, a turno, voltava le spalle al gruppo, s'infilava nello spazio - stretto così - fra due cabine... E mentre gli altri stavano a guardare, cominciava a tirar giù il costumino da bagno... Ma piano, eh... Adagio adagio... Fino a scoprire tutto il culetto! (Ride più forte) Ed eravamo sorpresis-simi, ricordo, perché tutta 'sta gran differenza fra maschi e femmine - di dietro - in fondo non c'era, capisce?... Non c'era!... (Ride fino alle lacrime, nascondendo la faccia e scuotendo la testa) Che cose!...
(Un silenzio)
ricky Non per smontarla, Panizza. Ma le sembra proprio il caso che noi due ci mettiamo adesso a...?
panizza No no, per carità! Non volevo mica proporglielo!
ricky Mi vede, lei, infilarmi fra due porte, mostrarle il culetto, e tirar giù il costumino adagio adagio?... Non so, non...
panizza Non ci penso neanche! Era solo un ricordo!
ricky Bisogna trovare qualcosa di meglio, Panizza. Di più virile.
panizza Certo!
ricky Aver del tempo libero non significa dormire come bestie... Ma neanche giocare come bambini.
panizza Giusto!
ricky Dobbiamo usarlo bene, uscirne più ricchi...
panizza (entusiasta) Sì sì!... Ricchi!
ricky Pensare...
panizza Ahi.
ricky Che c'è?
panizza Sempre tornando all'infanzia, signor Gagliardo, ricordo che la maestra ci diede una volta un tema: "Dite quali pensieri vi ispira il mare". Noi ci andavamo tutti i giorni, come le ho detto. Ma quella volta - visto ch'era un compito da fare a casa -volli tornarci da solo, per scrupolo. Il mare, signor Gagliardo! Ruggente, maestoso... Sulla mia testa, le nuvole grigie... E io in mezzo, piccolo così. Tirava un vento, ricordo... Un freddo!... Uuh... Uuh... Bene. Tenni duro! Dall'alba al tramonto, signor Gagliardo, un giorno intero, dodici ore di fila!... Ma di pensieri, niente. Manco uno. Il mare non m'ispirava alcun pensiero.
ricky Caro Panizza.
panizza Oh!...
ricky Caro, dolce, simpatico Panizza. Davvero, sa?... Non avrei mai creduto che lei fosse così sensibile, così fine... Vuol vedere delle foto pornografiche?
panizza (interessatissimo) Ne ha?
ricky Una collezione!
paxizza Sporche?
ricky Immonde!
panizza Faccia vedere, faccia vedere!...
ricky Sono lì. Nel cassetto di mezzo.
panizza Questo?
ricky Sì.
panizza Posso?...
ricky Prego.
(Panizza fruga nel cassetto, tutto eccitato. Trova le foto e comincia a guardarle, lanciando grida soffocate di stupore e di gioia, mentre Ricky lo fissa senza parlare, immobile)
panizza Oh Dio... O Gesù!... Ma no?!... Questa, poi... Guarda guarda... Madonna!!... Oh!... (Alza lo sguardo verso Ricky, e solo ora sì rende conto della figura ignobile che sta facendo, così sbavoso e infantile. A poco a poco l'eccitazione si spegne, i movimenti rallentano) Be'... Adesso, forse...
(Ripone le foto, chiude il cassetto. Resta un momento a testa china, un po' rancoroso, poiché ha il sospetto dì essere caduto in un tranello. Chiede con voce sorda) Lei è sposato, signor Gagliardo?
ricky (disinvolto) Sì. Ma vivo solo, come vede. Costretto a lasciar la porta aperta affinché i vicini mi entrino in casa, come le zitelle fanno coi gatti.
panizza So che ha una bella posizione, nella Pubblicità.
ricky Sublime. E lei, Panizza?... Che cosa faceva, in America?
panizza (rianimandosi) Io?... Be', tante cose... Ho cominciato come ballerino.
ricky Che?!...
panizza (sorridendo) Sì, sì. Di quelli col cilindro, sa. Un po' cantanti, un po' pagliacci... (Canticchia, accennando a battere il tempo) "Heaven / I'm in heaven...". (Ride) Ero bellino, sa? Certi occhi neri!...
ricky Lo credo. E poi?
panizza Be'... Poi ho dovuto smettere. Non avevo voce, come facevo a fare il cantante?
ricky Bastava tornare in Italia, Panizza.
panizza Eh, magari!... Sapesse la commozione, tre mesi fa, quando ci ho rimesso piede. Io la sento, sa, la Patria! La bandiera!... Ricordo una volta che stavo con Bill in un ristorante di Brooklyn...
ricky Bill?
panizza Bill La Rosa. Non l'ha mai sentito?... Eh, era famoso, ai suoi tempi. Poi c'era Pasquale Lomunno, Joe Scalise... Tony Marzano... (Fissa gli occhi ne! vuoto, mormorando a se stesso) Tutti morti.
ricky Il tempo passa.
(Panizza continua sommesso, come perduto in un sogno fosco)
panizza Pasquale sta ancora in fondo all'Hudson, chiuso dentro la sua macchina nera.
ricky Un incidente?
panizza No, no... Andò tutto liscio. Ormai aveva capito anche lui, ch'era inutile ribellarsi.
(Lentamente, Ricky comincia a capire. Chiede sorpreso)
ricky "Ribellarsi", Panizza?... A chi?!
panizza Bill invece aveva ancora il sapone in faccia, quando... Marzano no. (Alza su Ricky due occhi assenti) Marzano è morto nel suo letto.
ricky Il vigliacco. (Un silenzio) Scusi, Panizza... Ma che circoli frequentava, lei, in America?
panizza (smarrito) Eh?... Cosa vuole che ricordi, ormai... Sono passati tanti anni... (Conclude in un soffio, come un bambino) Io aspetto Josy... Solo Josy.
(Un silenzio. Panizza è seduto, gli occhi nel vuoto, Ricky lo fissa. Finalmente Ricky si scuote)
ricky Mi sa che per oggi abbiamo finito di ridere.
(Le sue parole risvegliano di colpo Panizza, che solleva la testa, agitato, ansioso di piacere)
panizza No no, signor Gagliardo!... Non è vero!... È stata colpa mia, solo mia... Io volevo tanto tenerla allegro, e invece... Vuol vedere il "numero" che facevo all'Embassy? Eh?... Ora sono un po' ingrassato... Ma era caruccio, sa... Divertente. (Comincia ad avviarsi verso l'uscita) Mi dia il tempo di frugare nei bauli... Non ci metterò molto, un po' di pazienza... Eh?... Un po' di pazienza... La prego! (Esce quasi di corsa, mentre Ricky va in camera da letto. Giunge la sua voce che parla al telefono)
voce di ricky Pronto?... Vorrei parlare col signor Davide Gagliardo, per favore... Sono suo padre. Sì, grazie. (Pausa) Pronto!... Che significa, scusi?... Un secondo fa c'era e adesso non c'è più?!... (Alza la voce, rabbioso) Già, perché lei non lo sapeva, vero?!... Se n'è accorta adesso. (Urla) Siete degli stronzi! Ha capito?... Degli stronzi!...
(Mentre parla è entrata Irene, che si ferma dopo qualche passo, esitante. Ricky riappare, livido di collera, e va a prendersi una sigaretta da una scatola, senza notare Irene)
irene Salve, Ricky. (Ricky la guarda sorpreso)
ricky Che cosa fa, qui?...
irene Sciopero! Ho telefonato in ufficio per scusarmi del ritardo, e ho saputo che stavano chiudendo anche lì.
(Ricky resta un attimo immobile, poi butti; la sigaretta ed esplode con entusiasmo, come un naufrago all'apparizione d'un battello)
ricky Irene!! (L'abbraccia)
irene (sorpresa) Che c'è?
ricky Niente, niente! La gioia fisica di vederla!... Sapesse che soffoco, poco fa... Venga, venga avanti!... Sciopero, eh? Perché siamo in sciopero?
irene Non lo so.
ricky Vede?... Mio nonno non avrebbe mai scioperato. Mio padre - ch'era poco più d'un operaio - avrebbe scioperato, ma avrebbe anche saputo il perché. A noi Io sciopero casca già addosso come roba d'altri, una pietra lunare... La borghesia non è più una classe sociale, Irene. È la condizione umana.
irene Cazzo! L'ha pensato lei?
ricky No, ma avrei dovuto. (Festoso) S'accomodi, la prego! S'accomodi!... Mi dia l'impermeabile.
irene (sempre un po' sorpresa) Grazie. (Si toglie l'impermeabile che Ricky si affretta a prenderle di mano)
ricky Cosa posso offrirle? Tè? Caffè?... Un bicchiere di vino?
irene A quest'ora?!... Non son mica l'idraulico.
ricky Il whisky è finito.
irene Se è per quello, ha finito anche il vino. Da ieri.
ricky Vado a comprarlo!
irene Vorrei solo che stesse tranquillo. (Sceglie una sigaretta dalla scatola aperta sul tavolo. L'accende e siede sul divano, mentre Ricky resta in piedi, immobile, l'impermeabile al petto) Be'?...
ricky Dica.
irene Cos'ha?
ricky Niente.
irene Sta aggrappato a quell'impermeabile come Linus alla sua coperta. Le manca solo il dito in bocca.
ricky Linus è quello dei fumetti...
irene Appunto.
ricky Ricordo Charlie Brown. Lucy. Il biondino che andava pazzo per Beethoven...
irene Schroeder.
ricky Ecco, sì! Schroeder!... Si chiamava Schroeder. (Un silenzio) Che memoria.
irene Oh!...
ricky Vicino a lei mi sento più giovane. Con Panizza, invece, son protettivo e ironico... Posso sedermi lì?
irene Certo...
ricky Grazie. (Siede accanto a lei sul divano) E adesso?
irene Adesso cosa?
ricky Che si fa?
irene Non so... Quello che vuole.
ricky Debbo sedurla?
irene E dalli!... Non pensa ad altro, lei.
ricky No, Irene, non è questo...
irene Io considero il sesso un'esperienza naturale, sana, e gradevole. Ma non me ne faccio un'ossessione. Se capita, capita... Se non capita, ciccia!
ricky Romantica, insomma.
irene No!... Al contrario!
ricky La vita è già angosciosa, se dobbiamo anche rinunciare a...
irene Nessuno glielo chiede! Ma ci sono altre cose, a 'sto mondo... Perfino la violenza, guardi, è un modo per conoscersi, per stabilire un contatto. E prima della violenza abbiamo la parola, a volte il silenzio, l'intuizione, il pensiero...
ricky Panizza no.
irene Che c'entra Panizza?...
ricky Il pensiero... Non ce l'ha. Gli sfugge.
irene Peggio per lui!
ricky Com'è sua moglie?
irene Carina, Non l'ha mai vista?
ricky No, mai. E Cecilia? Passerebbe, lei, una domenica con Cecilia?
irene (sospettosa) Perché dovrei passare una domenica con Cecilia?
ricky Così...
irene Una che è mezzo epilettica, e io ci dovrei anche passare le domeniche assieme?!
ricky Si sentisse sola...
irene Ma io non mi sento mai sola! Cosa debbo fare per convincerla?... Sono perfettamente sufficiente, basto a me stessa. (Si alza di scatto) E poi, dico, che discorsi... Sembriamo due matti. (Passeggia, nervosa) Io sono perfettamente auto sufficiente, Ricky. Non ho bisogno di nulla e non mi manca nulla. Sono passata un attimo dal mio appartamento, prima di salire qui. È identico al suo, come sa, tranne che da quella finestra...
ricky ...Io vedo fino al lago.
irene Appunto. (Riprendendo) Ecco qua - mi son detta entrando - dove sono arrivata. Abito alle Rose del Lago, ho la mia macchina, il mio lavoro, la mia vita... (S'interrompe, inquieta, tendendo l'orecchio) Che succede?
ricky Dove?
irene Nella strada. Non c'è mai stato tanto silenzio. (Ascoltano, immobili)
ricky Ha ragione.
irene È opprimente.
ricky Saranno in sciopero anche gli autobus.
irene Ma se questa mattina non si circolava, per il traffico!
ricky (alzandosi) Adesso m'informo...
irene No no... Lasci perdere. Meglio così. (Si allontana di qualche passo e si ferma, di spalle. Fuma qualche boccata. Poi d'improvviso si volta e butta la sigaretta, schiacciandola col tacco) Va bene! D'accordo!... Andiamo a letto.
ricky Oh! Finalmente!
irene Alle mie condizioni, però.
ricky Sì sì, certo! Mi scusi...
irene Che c'è?
ricky La sigaretta. (Solleva delicatamente il piede di lei e raccoglie il mozzicone) Se uno non sta attento a tener pulito...
irene (continuando) Le donne-giocattolo cui è abituato lei, gli "oggetti", le "schiave", non sono il mio genere.
ricky Neanche il mio, Irene, neanche il mio!
irene E allora perché ci va a letto?
ricky Non so... Mi pento.
irene Siamo su un piano di perfetta eguaglianza, senza bugie e senza illusioni.
ricky D'accordo.
irene Dobbiamo passare al "tu"?
ricky Be', forse è meglio...
irene Passiamo al "tu". (Ma tacciono tutti e due, guardandosi imbarazzati, perché non trovano più niente da dirsi) Allora?...
ricky Non so... Ero abituato al "lei", e il "tu" mi sembra così freddo, così formale... Scusi, eh... (Si corregge) Scusa!
irene Ci abitueremo, Ricky.
ricky Certo, certo!... Devo comprare del vino?
irene E dalli con :sto vino!... Non sono mica alcolizzata.
ricky No no, io volevo...
irene O è il famoso Don Giovanni, ad aver bisogno d'incoraggiamento?
ricky Basta una buona parola. (Irene gli fa una rapida carezza)
irene Verrà anche quella.
ricky Grazie. (Le afferra il polso, ma Irene ritira il braccio, allontanandosi)
irene Chi si spoglia per primo, Ricky, quando vai con una donna? Tu o lei?
ricky Be'... lei. Di solito, lei.
irene E se fosse il contrario, per una volta?
ricky Prego?
(Irene siede sul divano)
irene Io mi siedo qua tranquilla, e dico "Ricky Gagliardo spogliati". Tu che fai?
ricky (smarrito) Adesso?...
irene Sì.
ricky (c.s.) Non andiamo... in camera?...
irene Ha importanza?
ricky (scattando) Ma certo che ce l'ha, Irene! Che maniera è questa, santo Dio?!... Uno non può, così... Quello voleva ch'io gli mostrassi il culetto, tu pretendi di...
irene "Quello" chi?
ricky Panizza.
irene Il culetto?!
ricky Sì, ma lui lo voleva bambino... Una storia lunga... Andiamo di là, Irene! Ti prego! Io non sono abituato a questo genere di...
irene Tu sei abituato solo alle donne che disprezzi, Ricky.
ricky Ma chi lo dice?!
irene Mi stimi?
ricky Moltissimo!
irene Non è vero.
ricky Ma Irene...
irene Mi trovi un po' ridicola, e perfino grottesca.
ricky Nient'affatto!...
(Irene fa l'atto di alzarsi, scoraggiata)
irene Se andiamo avanti con le bugie, Ricky, non vedo proprio come...
ricky Va bene, va bene! Calmati... Non ti volevo mica offendere. (Azzarda cauto) Un po' ridicola, d'accordo...
irene Oh!... Finalmente.
ricky Ti va bene?
irene (risedendosi) Mi va bene in quanto lo pensi.
ricky (prendendoci gusto) E anche rozza, se devo essere sincero!
irene Io?!
ricky Tu non sei volgare perché dici "cazzo", Irene. Ma perché credi che sia una conquista.
(Irene apprezza e ride, con un lieve sforzo)
irene Però.
ricky Sei brava e patetica. Uscita dalla schiavitù senza diventare libera. Metà Oriente e metà Europa - come tutto ciò che è italiano. Anche la dolce Solvejg - ricordi? - viveva in un mondo di ghiaccio. Ma il suo paesaggio era autentico, la sua neve era neve. "Porti nel fazzoletto un libro di preghiere?... Hai una treccia d'oro sulle spalle?... È una festa degli occhi il vederti?... No? E allora...". (Irene conclude per lui, dolcemente)
irene "...A che vale, tutto il resto?".
ricky (stesso tono) "A che vale, tutto il resto?". (Un silenzio)
irene (sommessa) L'ho letto anch'io.
ricky Lo so. Ne abbiamo già parlato.
(Un silenzio. Irene scatta in piedi, tutta energia)
irexe Son proprio contenta, Ricky!
ricky Mi fa piacere.
irene Temevo che il nostro incontro scivolasse nella menzogna, nel risentimento, nella sopraffazione. Einvece m'ha sorpreso di trovare, anche in un uomo così squallido...
ricky Be', "squallido"...
irene Squallido, Ricky. Squallido. Lo dico con molta simpatia, perché io non ho cercato d'ingannarti, e tu non puoi credere d'ingannare me. Non bastano certo un disco di Mozart, né un buon stipendio, né un Peer Gynt letto al liceo, a farti diverso da quello che sei, cioè un uomo che ha "un gran futuro dietro di sé" come si dice. Tua moglie t'ha buttato fuori. Fingi di sfuggire a tuo figlio, e invece lo rincorri. Per soffocare un silenzio che ormai ti lacera le orecchie, lo inzeppi di sospiri - non i tuoi, tu ormai sei muto -ma quelli delle donne che poni a letto e che stanno per raggiungere l'orgasmo. Ogni avventura è una vergogna, coperta a sua volta da un'altra avventura. Onestamente, caro, onestamente... Si può stimare, un uomo così?
(Ricky la guarda, poi dice con voce sorda)
ricky No. Ma si può non dirglielo.
irene Sei anche vile.
ricky Sì.
irene (entusiasta) Perfetto! Non ci sono più ombre, fra noi!... Dove è il bagno?
ricky Ti faccio strada...
irene No no, lo so benissimo! Sta proprio sopra il mio... Diventeremo grandi amici, Ricky!
ricky Sì, Irene.
(Irene gli manda un gran bacio e scompare in camera da letto. Ricky si volta, smarrito. Gli manca l'aria. Va alla finestra e la spalanca, respirando profondamente. Si volta ancora e si appresta, come ha già fatto prima dell'ingresso dì Irene, a scegliersi una sigaretta dalla scatola aperta su! tavolo. Ma anche questa volta è interrotto. Scoppia alle sue spalle, attraverso la finestra aperta, la musica fragorosa d'un vecchio disco con la voce d'un cantante americano)
voce dal disco "Heaven / I'm in heaven...".
(Ricky si volta. Dall'ingresso appare Panizza in pantaloni larghi e bretelle, con bastoncino e cilindro, vistosamente truccato. Comincia a ballare, a compiere evoluzioni. Ricky lo guarda, affascinato e a poco a poco sollevato. Dalla porta della camera da letto irrompe Irene. Ha deciso d'arrendersi e s'è spogliata per prima, infilando la vestaglia di Ricky, troppo grande per lei, sul corpo nudo. Entra à coup de vent, spalancando le braccia ed esclamando)
irene Eccomi!...
(Ma s'interrompe di botto, imbarazzatissima, stringendo la vestaglia al petto. Guarda verso Panizza che in questo momento le volta le spalle e non l'ha notata. Poi torna a guardare Ricky che la guarda a sua volta. Ma invece di andare verso di lei, Ricky gira di nuovo la testa verso Panizza, scatta in avanti, e si mette a gareggiare con lui. Panizza gli allunga ridendo il bastoncino e i due ballano assieme come facessero coppia in un ''numero". Improvvisamente Panizza si accorge di Irene e si ferma sorpreso, staccandosi da Ricky che continua a ballare da solo)
panizza Irene?!... È tornata?
irene Sì.
panizza Come mai?...
irene Sciopero.
panizza (illuminandosi) Oh Dio. Ma allora può darsi che anche l'ufficio di Josy... Eh? Che ne dice? (Irene non risponde, e Panizza si volta verso Ricky, affannoso) Un momento, signor Gagliardo! Un momento!... Telefono a mia moglie!... Mi scusi! (Esce di corsa).
(Ricky continua a ballare da solo, evitando lo sguardo di Irene)
irene Ricky.
ricky (senza guardarla) Sì?...
irene Sto aspettando.
ricky Sì, cara... (Smette di ballare) Hai ragione. Ma 'sta faticata m'ha messo addosso una gran sete. Ti dispiace se esco davvero a comprare qualcosa?
irene Posso farti un caffè.
ricky Dopo, dopo. Adesso vorrei qualcosa di più... (Prende una giacca) Ti sta bene la mia vestaglia, sai?
irene Trovi?
ricky Un po' grande, naturalmente. Almeno questo lo ammetti.
irene Cosa?
ricky Che sono più grande.
irene Sei più grosso.
ricky Più grosso, giusto... Più grosso. (Richiude la finestra, s'infila la giacca) Io torno subito, eh... Dillo a Panizza. (Esce).
(Irene resta immobile, umiliata, devastata. Il silenzio è profondissimo, ora che i vetri sono chiusi e la musica non arriva più. Irene si stringe nella vestaglia come avesse freddo. Siede sul divano, rovescia indietro la testa. Risuona il campanello d'ingresso. Irene non si muove. Si ode una voce)
voce di gianni È permesso?... Signor Gagliardo... È permesso?
(Appare un giovane bruno sui vent'anni, con gli occhiali, i capelli corti, dritti e folti come setole. Sarebbe anche carino, se non fosse per una cert'aria ispida da cane. Si blocca di colpo vedendo Irene)
gianni Oh, scusi, (Irene gira appena la resta)
irene Che cosa vuole?
gianni Cercavo il signor Gagliardo.
irene Non c'è.
giannt Ah, ecco. Va bene. (Gira sui tacchi ed esce)
irene Aspetti! (Il giovane torna indietro) Cosa voleva, dal signor Gagliardo?
gianni Vengo dall'ufficio. Gli ho portato la posta.
irene E allora la lasci, no?
gianni Lei... è di casa? (Irene scatta in piedi, ironica)
irene No. Passavo per strada e mi son detta "Dio mi danni se da queste parti non abita Ricky Gagliardo!". Così mi son decisa e ho fatto un salto su. (Gianni la guarda smarrito, tanto più che Irene apre per un attimo, con finta noncuranza, la vestaglia sul corpo nudo. Ma si riprende subito, cambiando tono) Mi scusi. Ho la luna storta, quest'oggi. (Gianni abbassa gli occhi, arrossendo)
gianni Sì sì... Ho visto.
irene Sono un'inquilìna. Abito al piano di sotto.
gianni Capisco... (Le porge la posta) Tenga.
irene Metta sul tavolo. (Il giovane ubbidisce, mentre Irene va ad accendersi una sigaretta) S'è allargato ancora, lo sciopero?
gianni Non saprei. Il metrò non funziona.
irene E lei com'è arrivato fin qua?
gianni A piedi.
irene Dal centro?!
GIANNI Sì.
irene Ma ci vogliono ore!
gianni Io farei qualsiasi cosa, per il signor Gagliardo. (Irene si volta, colpita)
irene Ah perbacco. (Lo scruta in silenzio, fumando) Come si chiama, lei?
gianni Gianni.
irene Non vuol sedersi? Ricky sarà qui tra poco.
gianni Grazie. (Ma non si muove. Irene insiste)
irene Prego!... (Gianni siede) Così lei è molto affezionato, al signor Gagliardo.
gianni Sì.
irene Si vede che la tratta bene, sul lavoro.
gianni Non è solo per questo.
irene (interessatissima) Ah, no?...
gianni È successa una cosa.
irene Fra voi due?!
gianni Sì.
irene (s'illumina, maligna) Non mi dica!...
gianni Però è un segreto.
irene Certo...
gianni Una cosa intima.
irene L'ho capito...
gianni Non dovrei raccontarla.
irene Stia tranquillo...
gianni Mi ha dato un orso.
(Il sorriso scompare dalla faccia di Irene)
irene Come, un orso?
gianm Quegli orsi di pezza, sa, che fan ciac ciac coi piatti mentre suona la musica. Lui l'aveva dimenticato in macchina, e una sera che io gli ho chiesto un passaggio, ha preso l'orso e me l'ha dato.
irene E allora?...
gianni Niente. Per me è il massimo.
irene L'orso?
giànni Sì. Non lo darei via manco in punto di morte.
irene (insinuante) Be'... In punto di morte, magari...
gianni Ci penserei.
irene (delusa) Capisco. (Un silenzio. Irene si riprende, con allegria forzata e sempre ironica) E allora beviamoci sopra, caro Gianni!
gianni Non si disturbi...
irene (indicando il tavolo della colazione) Le piace il caffè?
gianni Sì...
irene Non mi chieda un bicchiere di vino perché potrei anche impazzire!
gianni No, no...
irene Glielo scaldo.
gianni Non c'è bisogno...
irene Le prendo una tazza. (Va in cucina. Giunge la sua voce) È molto tempo, che lavora da Ricky?
gianm No. Prima stavo in campagna. Poi mia madre è morta, ma io non ero mica felice... (Irene riappare con una tazzina)
irene Be'... Sono in pochi a rallegrarsi, di questo evento.
gianniVoglio dire che non ero felice con mio padre!... Allora ho detto che volevo entrare in seminario, lì almeno uno non paga per studiare. Però dopo mi sono stufato, e son scappato via anche da lì.
irene Tuo padre lo sa?
gianm Certo!... Viene ogni sera a supplicarmi. "Torna. Gianni, torna... la campagna è troppo pesante per due braccia sole... La casa è vuota, senza di te...". Poi s'inginocchia davanti alla porta della pensione, mi chiede perdono, e si mette a piangere. Io manco gli apro.
(Irene lo guarda. Tutta la storia comincia a sembrarle improbabile)
irene È distante la campagna?
gianni Duecento chilometri.
irene Bella faticata.
gianni Come?
irene Tuo padre, dico... Su e giù ogni sera.
gianniColpa sua! Sapesse che gentilezza, ho trovato alla pensione! Che affetto!... La padrona non muove un dito senza il mio consiglio... Tutto a me! Tutto a me!... E quando torno dal lavoro, francamente, son pure stanco. Allora m'infilo nella mia stanzetta, chiudo a chiave...
irene Bravo. Così lo freghi.
gianni Chi?
irene Tuo padre. Avrà un bell'inginocchiarsi davanti alla porta.
gianniAppunto... E prima d'addormentarmi, do ancora un'occhiata all'orso sul comò. Allora mi viene un po' di tenerezza, capisce, perché ormai sono un uomo e sarebbe ridicolo... Ma in fondo in fondo mi verrebbe voglia di prenderlo con me e di tenerlo sotto le coperte.
irene Facevi così, da piccolo?
gianni Non ce l'avevo!...
irene L'orso?
gianni No... Me l'han dato adesso. (Un silenzio. Irene gli mette davanti la tazzina)
irene (dolcemente) Tieni.
gianni Grazie.
irene Vuoi del latte?
gianniSì, grazie... Prima il latte, poi lo zucchero, e poi il caffè. (Il braccio d'Irene resta pietrificato a mezz'aria)
irene Prego?
gianni Dicevo... Prima il latte...
irene ...Poi lo zucchero e poi il caffè.
gianni Sì, (Irene lo guarda. Dall'ingresso appare Panizza, festoso)
panizza Sciopero!... Sciopero, Irene, sciopero... Oh! Disturbo?
irene (scuotendosi) No, no... (A Gianni) Serviti, serviti pure. (A Panizza) Ha parlato con Josy?
panizza No, ma sarà già per strada!... Ho chiamato il suo ufficio, quello di sopra, quello di sotto... Niente. Nessuna risposta.
irene E poi dicono che non c'è silenzio, in Italia.
panizza Come?
irene Basta scegliere gli uffici giusti.
panizza Sì, però mi dispiace che non sia stata Josy ad avvertirmi,
irene Se sta arrivando...
panizza M'avrebbe dato un'ora di gioia in più. (Si allontana verso l'altra estremità della stanza, una lieve pena sul viso ancora truccato. Gianni sta servendosi il caffè, tutto chiuso nei suoi gesti come una scimmia in gabbia. Irene lo osserva) ...Cosa costa una telefonata, quando si vuol bene? Una parola gentile? (Appare, festoso Ricky, con un sacchetto di provviste. Gianni scatta in piedi)
ricky Sciopero, signori, sciopero! Fate provviste finché siete in tempo! (Si ferma di botto, vedendo Gianni)
panizza (sempre fra sé) ...Son queste piccole cose, che ci aiutano a vivere.
ricky (a Gianni) Che cosa fai qui?
gianni Le ho portato la posta, signor Gagliardo.
ricky Non toccava mica a te.
gianni Mi sono offerto.
ricky Offriti meno, ragazzo. Alla lunga annoia. (A Panizza, cordiale) Allora, Panizza? Torna, 'sta moglie?
panizza Sì.
ricky Mi fa piacere. (Si affretta a precisare) Senz'offesa eh?...
panizza No, no...
ricky Non vorrei che lei interpretasse...
panizza Capisco benissimo,
ricky Meno male. (Depone il sacchetto delle provviste. A Irene) Ho ordinato una torta di fragole! Alta così... (Irene si limita a fissarlo, Ricky distoglie subito lo sguardo e lo riporta su Gianni) E tu? Come stai?
gianni (illuminandosi) Bene, signor Gagliardo.
(Ricky toglie dal sacchetto una bottiglia di vino. Dice a Irene, indicando Gianni)
ricky Quante balle t'ha raccontato, finora?
gianni (spaventalo) Nessuna, signor Gagliardo!... Glielo giuro!
(Ricky prende il sacchetto delle provviste e lo porta in cucina)
ricky (a Gianni) Hai detto a questi signori come ti chiamano in ufficio? Eh? Gliel'hai detto?
(Gianni non risponde. Panizza riprende il suo monologo)
panizza (fra sé) Forse son io, che pretendo troppo. Sono io, che mi illudo.
(Ricky riappare dalla cucina)
ricky Monsignor Fantasia, lo chiamano!... Prima di tutto perché è un mitomane. In secondo luogo...
panizza (c.s.) A una certa età, bisognerebbe rassegnarsi.
irene In secondo luogo?
(Ricky comincia a sturare la bottiglia)
ricky In secondo luogo perché sembra che il nostro Gianni - fra mille altre cose - sia stato anche prete.
irene Ma no, ma no...
ricky Come no? Lo dice lui!... Vero che sei stato prete, Gianni?
irene (dolcemente) È stato qualche tempo in seminario... Tutto qui. Succede spesso, nelle nostre campagne.
ricky (a Gianni) Allora hai mentito.
gianni (sgomento) No! No!...
ricky Volevi impressionarmi.
gianni Io sono sempre stato sincero, con lei!...
ricky Mi hai raccontato perfino - ricordi? - che un prete non perde mai i suoi caratteri neanche se butta la tonaca...
gianni Ma è vero, signor Gagliardo! Non l'ho mica inventato io!
ricky ...E che quindi tu saresti sempre in grado - volendo - di consacrare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo. È così?
gianni (con sussiego) Be', insomma... In queste cose ci vuole un po' d'atmosfera, signor Gagliardo.
(Irene si copre gli occhi, imbarazzata)
irene Ricky, ti supplico...
ricky (soavemente sarcastico) Quale "atmosfera", Gianni? (Gli mette davanti una michetta e la bottiglia di vino) Guarda. Questo è pane, e questo è vino!... Ti bastano?
(Gianni lo guarda smarrito, mentre si ode improvvisa la voce educata di Panizza)
panizza Signor Gagliardo...
(Ricky si volta, infastidito)
ricky Che c'è?
panizza Pensavo di cambiarmi, prima che torni Josy.
ricky E allora?
panizza Non la interessa più, il balletto?
ricky No, Panizza!... Grazie. Niente repliche, per oggi.
panizza Grazie a lei. Con permesso, Irene... Con permesso...
(Esce, lieve e dignitoso, mentre Ricky torna a voltarsi provocatorio verso Gianni)
ricky Dunque?!
irene Basta, Ricky... Ti supplico.
ricky (c.s.) Coraggio!
irene (scattando) Ma perché ci tieni tanto, a screditarlo?! Che cosa vuoi dimostrare? A chi?
ricky Io?...
irene È un ragazzo, si sente solo, fantastica... D'accordo, l'abbiamo capito! Non c'è più motivo d'aver paura.
ricky "Paura"?... Di lui?!
irene Di quel che può aver detto a me.
ricky Oh! Sai il terrore!
irene Ma se te l'ho letto negli occhi appena sei entrato.
ricky Leggi male, ragazza mia!... Invecchi!
(Giunge improvvisa la voce di Gianni che attacca sommesso, gli occhi fissi alla forma di pane)
gianni "Nella notte in cui fu tradito Egli prese il pane..."
(Irene si volta dì scatto)
irene Ah no, eh!... Non ti ci mettere anche tu, adesso!
gianni "Lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli, dicendo...".
irene Gianni! Per favore!!
gianni "Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi".
(Anche Ricky interviene, bonario)
ricky Piantala, Gianni... Su. Non facciamo buffonate.
gianni "E dopo cena, allo stesso modo, prese il calice...".
ricky Non so perché mi sono arrabbiato tanto. Mi dispiace.
gianni "Lo diede ai suoi discepoli e disse 'Prendete e bevete. Questo è il calice del mio sangue...'".
ricky Vorrei proprio sapere a chi è saltato in testa di assumerlo, questo qua!
gianni "Versato per voi e per tutti in remissione dei peccati".
ricky Domani mi sentono, all'Ufficio Personale!
gianni "Fate questo in memoria di me".
ricky Meno male ha finito. Gli chiamo un taxi. (Si volta per consultare la guida del telefono, ma Irene, che è rimasta ferma, affascinata, a contemplare Gianni immobile, mormora piano)
irene Ricky.
ricky Sì?
irene Pensa un po' se fosse vero.
ricky (voltandosi) Vero cosa?
irene Tutto.
ricky Sei impazzita? (Ma non può fare a meno di guardare Gianni a sua volta. Il ragazzo non muove un muscolo, la testa un po' inclinata, gli occhi fissi. Si direbbe perfino che la luce sia andata concentrandosi su di lui, leggera, sfumata. Un silenzio. Improvvisamente Gianni scivola sulle ginocchio, si copre il volto con le mani, appoggia la testa al tavolo, e scoppia in un pianto disperato. I singhiozzi sembrano spaccargli il cuore)
irene Gianni! (Accorre accanto al giovane) Gianni caro... Cos'hai?... Eh?... Che ti succede?... Su, su... Come? (È costretta a inginocchiarsi a sua volta, per ascoltare quello che l'altro le farfuglia all'orecchio) Ma sì, caro, Io so... L'avevamo capito benissimo, che non era vero... In seminario, solo in seminario... L'ho già detto io, no?... Certo... Ma no, ma no... Niente di grave. Attento che rompi gli occhiali... Eccoli... Tieni.
(Gli porge gli occhiali caduti, e Gianni se li mette sul naso. Poi si volta verso Ricky, sempre stando in ginocchio, la voce rotta dai singhiozzi, e cerca di vederlo attraverso le lenti appannate)
gianni Mi scusi, signor Gagliardo...
ricky Su, su... Lascia perdere.
gianni Adesso lei... mi farà cacciar via...
ricky Ma neanche per sogno. Certo, se ti metti in testa di dir messa in ufficio...
gianni (quasi urlando) No, no! Lo giuro!... È finita!
ricky Meno male.
gianni Lei è stato così gentile con me...
ricky Figurati... Su, su.
gianni Ricordo la sera... che m'ha dato l'orso...
ricky (scattando) Ah no, eh!... Basta!!
gianni (spaventato) Sì sì... Basta, basta!... Basta. (Afferra una mano di Ricky e comincia a baciargliela. Ricky cerca di liberarsi)
ricky Ma che fai, adesso?... Che fai? (Si libera con uno strattone, furioso) Dio, 'sta checca! (La parola colpisce Gianni come una sassaia, lasciandolo però più sgomento che offeso. Guarda Ricky a bocca aperta. Perfino il pianto sembra soffocato di colpo. Ricky si allontana, imbarazzato, asciugandosi la mano. Mormora sincero) Scusa.
(Gianni gira attorno uno sguardo atono. Lentamente si alza, cerca l'uscita)
irene Non puoi andar via così, Gianni...
gianni No no, grazie... È passata.
irene Ti accompagno...
gianni (facendo cenno di no) Grazie.
irene Cerco una macchina...
gianni Preferisco camminare... Grazie.
irene Almeno fino all'ascensore...
gianni Si vesta, prima.
(Solo ora Irene si rende conto d'essere ancara nuda, nella vestaglia di Ricky)
irene Oh!... Scusa.
Gianni Scusi lei... Arrivederci.
irene Arrivederci, Gianni. (Gianni esce. Un silenzio)
ricky Mi dispiace Irene. Davvero. Per te, per lui... Per tutti. (Si volta di scatto) Maledetto il giorno e l'ora che ho comprato quell'aggeggio!... Gliel'ho regalato così, senza pensarci... Vedevo il ragazzo girare per gli uffici... Sapevo del soprannome... Ma non immaginavo che fosse matto.
irene Non è matto.
ricky Be', ci manca poco... È come un cane. Basta lisciarlo una volta lungo pelo, e ti s'attacca alle calcagna. (Irene lo fissa, e lui scatta, confuso) Va be', va be', d'accordo!... Mi vergogno. Gli chiederò perdono in pubblico, in privato, per iscritto... Gli troveremo un altro impiego, un orso più grosso... lo sposo!! Che devo fare. Irene? Eh? Dimmelo tu. Che devo fare?
irene Lui non ti chiede nulla.
ricky Appunto!... Costa troppo.
(Irene esita un attimo, va in camera da letto. Ricky si guarda attorno, smarrito. Va al tavolo, prende un bicchiere. Ma a! momento di versare il vino dalla bottiglia, esita imbarazzato. Non capisce bene se il vino può essere stato consacrato, o no. Sospira, rimette giù la bottiglia. Allunga la mano verso la forma di pane, e di nuovo si ferma, con lo stesso imbarazzo. Alla fine rinuncia decisamente sia a bere che a mangiare, mette con rabbia vino e pane sul vassoio e si avvia verso la cucina. Ne ha quasi varcalo la soglia, quando alle sue spalle appare la signora Caruso. Ha in mano un pacco sostenuto da una cordicella. Spalanca le braccia, festosa)
signora caruso Sciopero!
ricky (voltandosi) Ah, è lei.
signora caruso Disturbo?
ricky Per carità. Si sentiva il bisogno, di un'altra visita.
signora caruso (entrando) Sciopero, signor Gagliardo, sciopero!... Tutta la città è una festa di colori. la gente sorride, saluta, si abbraccia...
ricky Io non me ne son mica accorto.
signora caruso Perché sta qua!... Sapesse in centro.
ricky Ah sì?... (Va in cucina)
signora caruso Hanno perfin visto un cieco - io riferisco, eh, ambasciator non porta pena - un cieco, dicevo, che dava il braccio a una signora per aiutarla ad attraversare la strada. Ci crede, lei?
voce di richy No.
signora caruso Eh, non so, non so... Io ci andrei molto cauta, miei cari giovanotti, a dir sempre di no a tutto!
(Ricky rientra, finisce di sparecchiare)
ricky Stava parlando dello sciopero.
signora caruso Ah sì! Dunque... (S'interrompe, porgendogli il pacco) Questo è per lei.
ricky Oh, grazie... Cos'è?
signora caruso Torta di fragole. Guardi quant'è bella.
ricky Grazie, signora Caruso... Molto gentile. Purtroppo, vede... Ne ho ordinata una anch'io, poco fa... (La signora Caruso si riprende subito il pacco)
signora caruso Poco male, poco male!... Gliela darò un'altra volta. Cecilia va pazza, per le fragole.
ricky Non è tornata con lei?
signora caruso L'ho mandata in tintoria.
ricky Ha fatto bene. Ne aveva bisogno.
signora caruso Prego?
ricky No, dico... Se Cecilia aveva qualche commissione da fare...
signora caruso Ritirare un golfino. Bisogna dare anche a lei, povero tesoro, un po' di responsabilità, un po' di aria... Non trova?
ricky Giustissimo. La domenica, per esempio...
signora caruso (decisa) La domenica no. Sta con la mamma.
ricky Capisco.
signora caruso Cosa stavo dicendo?...
ricky (tornando in cucina) Lo sciopero.
signora caruso Ah sì!... Dunque. Lo sciopero finirà entro stanotte, l'ha detto anche la Radio. Secondo!... (Ma s'interrompe di nuovo, vedendo entrare dalla camera da letto Irene che si è rivestita) Irene?!... È tornata?
irene Sì,
signora caruso Che bellezza!... Cosa faceva di là?
irene (un po' a sfida) Stavo in bagno.
signora caruso (senza raccogliere) Son proprio contenta di ritrovarci assieme! Anche i giorni di festa, in fondo, c'è sempre chi va da una parte e chi dall'altra...
ricky (rientrando) Oggi no. Tutti qua.
signora caruso (festosa) Appunto! Non è meraviglioso?... (Con molto calore, convinta) Restiamo uniti, signor Gagliardo... A chiacchierare... Anche di nulla!
irene Io pensavo di tornar giù.
signora caruso Ma perché, Irene? Perché?... Si corre tutto il giorno, ci s'affanna, e quando due s'incontrano uno dice "Vediamoci qualche volta... Ti telefono". Poi capita davvero di trovarsi -gente che si vuoi bene, si stima, si conosce - e subito scappiamo al nostro buco... A chiuderci dentro. Da soli,
irene Lei ha Cecilia.
signora caruso Buona quella, te la raccomando!... (Si affretta a correggersi) Io sono la mamma, vero, e per me e tutta d'oro... Ma quando le prendono i suoi attacchetti, Irene mia, e mi sta anche dieci giorni - perfino quindici, alle volte! - senza mai aprir bocca... Eh be', allora... diciamolo... la conversazione langue. Sedute una di fronte all'altra, come due statue di pietra. (A Ricky) Ed è proprio in quei momenti, vede, che io comincio a sentire un soffio... un fruscio... ma leggero, sa! Leggero! Appena appena... Quasi, non so... delle zampette! Come se un branco di lupi andava in silenzio su e giù per le scale... (A Irene) "Andava", "andasse"... quel che le pare! (Riprendendo) Lupi non possono essere, naturalmente - alle Rose del Lago è vietato l'ingresso ai cani, figuriamoci ai lupi. Matta, non sono! E allora cos'è? Eh? Cos'è?... Glielo dirò io, signor Gagliardo: è il niente!È il niente, che mi spacca il cervello!... Allora io mi butto su mia figlia come un lupo... (S'interrompe, arrabbiandosi con se stessa) E dalli, con 'sto lupo! (Riprendendo) Mi butto, insomma! L'abbraccio! "Tienimi stretta - le grido - amore mio!... Mia croce, mia speranza, mia salvezza... Tienimi stretta! Coprimi le orecchie".
(Un silenzio. Appare Cecilia, festosa, con un pacco mollo simile a quello della madre)
cecilia Sciopero!
signora caruso (improvvisamente gelida) Già detto, cara, già detto . Mettiti seduta.
(Cecilia si guarda attorno, smarrita e umiliata)
cecilia Oh, scusa. (Porge il pacco a Ricky) Questo è per lei.
ricky Un altro?! Signora Caruso...
cecilia No no, questo è proprio suo!... Stava in portineria.
ricky Ah sì, certo!... Mi pareva... Grazie, Cecilia, grazie. Sei gentile. (Posa il pacco su di una sedia e poi si volta, pieno di slancio sincero) Signora Caruso!... Io sono d'accordo con lei. E anche tu, Irene... Ti prego. (A tutti, con calore) Restiamo assieme! Fatemi compagnia!... Se ho detto cose sbagliate, stamattina, io vi chiedo scusa. E se qualcuno ha ferito me, non ha neppur bisogno di scusarsi, perché ho la memoria corta... Via! Via! Basta! Dietro le spalle!... Quel ch'è stato è stato!... La nostra giornata comincia adesso... (Alla signora Caruso)... Senza lupi! (Indica il pacco) Qui c'è una torta, di là ho il vino... Manca solo Panizza! Vogliamo chiamarlo?
(La signora Caruso balza in piedi, entusiasta. Anche gli occhi di Cecilia s'illuminano)
signora caruso Signor Gagliardo!...
ricky Irene?...
irene (cercando di resistere) Mai mangiato torte a quest'ora.
signora caruso È solo un pretesto, Irene! Un'occasione!... Lei è troppo giovane, ma io ricordo che durante la guerra, ad esempio, era tutto un farsi visita, un consigliarsi, un ciacolare... Ci si voleva bene!
irene Quaranta milioni di morti, signora Caruso.
signora caruso Sì, ma le risate!... (Si corregge) Voglio dire che a quel tempo...
ricky (interrompendo) D'accordo, signora, d'accordo... (Batte le mani, festoso) Forza, allora! Stendete un'altra tovaglia! Portate i bicchieri! Aprite il pacco!
cecilia Io! Io! Io! (S'inginocchia davanti alla sedia e comincia ad aprire il pacco di Ricky. Tutta la scena diventa chiassosa, frenetica. La signora Caruso si avvia di corsa verso l'uscita)
signora caruso Anche la signora Panizza, se è tornata?
ricky Tutti! Tutti!
(La signora Caruso esce, mentre Irene si arrende e si avvia verso la camera da letto)
irene Dove stanno le tovaglie? Nell'armadio?
ricky Sul cassettone! Vicino al letto! (Va in cucina) Io prendo i bicchieri!
cecilia (mentre fa volar via la carta dei pacco) Se vuole dei fiori, signor Gagliardo, posso andar giù io a comprarli!
voce di ricky (dalla cucina) Comprare cosa?
cecilia Dei fiori!
voce di ricky Non esageriamo, tesoro!... Mica mi sposo.
(Riappare Irene, spiegando la tovaglia e indicando l'altra col mento)
irene Tolga un attimo, Cecilia, così mettiamo questa...
voce di ricky Cosa volete, Itrene? Vino o spumante?
irene Spumante, Ricky, spumante!... Stiam più tranquilli..Scusi, Cecilia...
cecilia (sorpresa) Ma non c'è mica la torta, qua dentro!
irene Come?
cecilia Signor Gagliardo! Venga a vedere!
voce di ricky Arrivo!...
irene Cos'è?
cecilia Guardi. (Si alza e si gira verso Irene. Ha in mano un orsacchiotto di pezza. Nelle zampe anteriori brillano due piattini d'ottone. Irene s'immobilizza, la tovaglia in mano)
irene Oh Dio.
cecilia È buffo, no?... Non è buffo?...
(Rientra la signora Caruso, festosa)
signora caruso Panizza viene subito! Era al telefono... (Si ferma, incuriosita) Che cosa state combinando?
cecilia C'è anche la molla... Signor Gagliardo!
(Ricky appare sulla soglia della cucina)
ricky Eccomi, tesoro, eccomi.
cecilia Guardi. (Mette l'orso sui tavolo).
(Ricky s'immobilizza. Irene gira la resta verso di lui. Cecilia preme la molla. Si ode il valzer leggero d'un carillon, poi l'orso comincia a battere i piatti. Cecilia ha una breve risatina, incantata. Irene riporta lentamente lo sguardo da Ricky al tavolo.
Ora sono tutti immobili e l'unica cosa viva, nella stanza, sembra l'orso che vibra, battendo preciso i piatti al ritmo del valzer)
Atto secondo
Qualche ora dopo. Panizza è seduto solo in mezzo alla scena, volto alla platea.
panizza Il funerale più bello è stato quello di Frankie. Vedova e figli in prima fila, incazzati neri perché la testa non si trovava più, e anche il corpo non era stato mica facile da rimettere assieme. E dietro, i nostri capi - i padri, quelli che hanno fatto grande e rispettato il nome dell'Italia all'estero. C'era perfino Jimmy Valente, che solo un anno prima aveva appeso il fratello di Frankie a un gancio di macellaio. Mai. Mai, mai, New York ha visto più tante corone e tanti fiori. Profumavano le strade, schiacciavano le automobili, proiettavano un'ombra rosa sulle donne affacciate alle finestre. E anche Josy è così. Un'ombra rosa le passa sempre sotto gli occhi, ed ora io so che è il riflesso della mia corona, perché sono vecchio, sto per morire, lo sciopero continua, e lei non torna. Perché? Dov'è andata a finire, in 'sta città di merda? Dovevo tenerla sempre con me. Dovevo tenerla a New York - profumata di rose.
(Entra la signora Caruso)
signora caruso Di che rose sta parlando?
panizza Non stavo parlando.
signora caruso Sì invece, ho sentito benissimo. (Si volta e chiama) Cecilia! (A Panizza) Lei la deve smettere d'almanaccare, amico mio, o finirà per diventare matto. (Più forte) Cecilia!
(Entra Cecilia)
cecilia Eccomi, mamma.
signora caruso Stai qua, tesoro. Sai bene che non mi piace lasciarti sola. (A Panizza) Ha telefonato Ricky?
panizza (assente) Non lo so.
signora caruso Come non lo sa?!... L'abbiamo pregato apposta di sorvegliare nel caso che qualcuno telefonava... ava... asse.. (Scattando) Ha telefonato, sì o no?!
panizza No...
signora caruso E lo dica! (Controllandosi) Quest'ossessione della moglie sta diventando grottesca, Panizza. Cosa vuole che l'è successo?... Niente. Un bel giorno tornerà a casa, e vivremo tutti felici e tranquilli.
panizza (sgomento) "Un bel giorno"?
signora caruso Fra un'ora... due! Le verrà incontro sorridente, affannata...
cecilia (amabile) Tutta rosa.
(Panizza si volta, sorpreso)
panizza Prego?
signora caruso Che c'è?
cecilia Niente...
panizza Ha detto "rosa".
signora caruso Be'? È proibito?
panizza No no... Affatto...
signora caruso Se ha cominciato lei per primo a parlare di rose! Non lo neghi, Panizza. Non lo neghi.
panizza Ma la signorina non c'era!
signora caruso E con questo? Intuisce...
(Entra Irene)
irene Ha telefonato Ricky.
signora caruso A lei?!
irene Dice che qui non rispondeva nessuno... (La signora Caruso si volta di scatto verso Panizza, che abbozza un gesto di scuse e va a sedersi da un 'altra parie, come un bambino colto in fallo) Non ha trovato il ragazzo, e non sa più dove cercarlo.
signora caruso Ha provato l'obitorio?
cecilia Mamma...
signora caruso Oh senti, tesoro! A mali estremi estremi rimedi. Innanzi tutto s'incomincia col sorvegliare il telefono... (A Panizza, significativa) Se c'è qualcuno di cui fidarsi, beninteso... (Lo liquida con un segno di croce a mezz'aria) E con questo, Pax! (Riprendendo) Poi si chiama la polizia, non so, si va in giro...
irene È quello che sta facendo,
signora caruso Speriamo. (Un silenzio. A Cecilia) Vuoi che cantiamo qualcosa, tesoro?
cecilia (scuotendo la testa) Grazie, mamma.
signora caruso Un'arietta fra noi... Sottovoce...
cecilia (c.s.) Grazie.
signora caruso Come vuoi. (Un silenzio. A tutti, con forza) E allora, incominciamo!
irene Incominciamo cosa?
signora caruso A tirare le somme, Irene. (Irene siede sospettosa, l'altra attacca) Io non so cos'è successo realmente fra Ricky e quel ragazzo. Forse erano solo amici. Forse Ricky cercava un figlio e il ragazzo un padre. O forse il vecchio dongiovanni ha voluto provare un'esperienza nuova - gioco e vizio per lui, ma per quell'altro, amore.
(Cecilia balza in piedi applaudendo)
cecilia Brava! Brava la mia mammina! Brava!
signora caruso Cecilia...
cecilia Non è straordinaria, Irene? Eh? Dica lei!
signora caruso Cos'hai capito, tesoro?
cecilia Niente, mamma. Ma il suono...
signora caruso Niente?
cecilia (dispiaciuta) No...
signora caruso Grazie, amore, ci contavo. Mettiti seduta.
cecilia Sì, mamma. (Torna a sedersi, la signora Caruso riprende)
signora caruso A questo punto...
irene (interrompendola) A questo punto, o il ragazzo è vivo, e ci ha fregato il pomeriggio. Oppure s'è ammazzato davvero, e in tutti i casi io butterei via l'orso. Mi sa che porti scalogna.
signora caruso Le faccio osservare, Irene, che l'orso non è suo.
irene Neanche suo, se è per quello.
cecilia Però io son stata la prima, ad aprire il pacco!
irene Questo non le dà alcun diritto!
signora caruso Nemmeno a lei!
irene Senti chi predica!
panizza (intervenendo) Signore! Vi prego!... Vi prego.
(Le donne si calmano, ma Cecilia continua, ostinata)
cecilia E ricordo anche d'aver letto in un libro che un tale s'è ammazzato davvero, una volta!
signora caruso Questo non c'entra, tesoro...
cecilia S'era infilato lungo disteso in un blocco di cemento, e poi s'è buttato in mare.
irene (sarcastica) Vorrei proprio sapere come ha fatto.
cecilia Eh?...
irene (c.s.) Come ha fatto? Avanti! Ce lo spieghi!
panizza (dolcemente) La signorina ha ragione, Cecilia... Uno non può infilarsi in un blocco di cemento e poi buttarsi in mare.
cecilia Ma se l'ho letto!...
panizza No, no, le spiego, le spiego... Innanzi tutto, bisogna che il cemento sia molto morbido. Duro intorno, eh... Durissimo! Ma nel mezzo no. Nel mezzo dev'essere quasi liquido, appena appena. Allora si prende il cadavere...
signora caruso (interrompendo) Scusi, Panizza.
panizza Sì?
signora caruso Non sarà forse allegra la storia dell'orso. Ma anche le sue ricette, come passatempo...
panizza Io volevo solo spiegare...
signora caruso Certo, certo.
panizza E devo anche aggiungere - se mi consente - che non capisco proprio perché restiamo qua. Il signor Gagliardo ha già telefonato. Io aspetto mia moglie - come sanno - e soffro molto. Vorrei tornare a casa, rifare uno per uno i gesti che mi hanno portato, questa mattina, a dare a Josy un bacio sulle guance e ad accompagnarla fino alla porta. Gliel'ho aperta io stesso. Quale errore, ho commesso! Quale sciocchezza!... Su questo, vorrei riflettere. Ma dell'orso - non per sembrarle inurbano - dell'orso, signora Caruso... Io me ne sbatto le palle.
cecilia (dolcemente) C'è però la finestra, signor Panizza.
panizza (sorpreso) Quale finestra?
cecilia Quella.
panizza Non capisco...
(Irene balza in piedi, con un grido d'ironico trionfo)
irene Ah!... (Come ad abbracciare Cecilia) Bambina mia, bambina mia... (Va alla finestra) Ma certo! "La finestra"!... Guardi, Panizza, guardi... Fino al lago! (Alla signora Caruso) Perché non l'ha detto subito?
signora caruso Perché lei m'interrompe.
irene Ha capito. Panizza?... Se il ragazzo s'è ucciso, Ricky ha per lo meno una responsabilità morale...
signora caruso Penale.
irene Penale, giusto! Forse penale! E se c'è una responsabilità, ci sono delle conseguenze. E se ci sono delle conseguenze, Ricky potrebbe anche essere indotto, per amore o per forza, a lasciare quest'appartamento... (Alla signora Caruso, ironica) È così?
signora caruso Noi abbiamo bisogno, dì spazio. Io ho una figlia.
irene Non la vorrà mica appendere fuori dalla finestra!
signora caruso Farei qualsiasi cosa per lei.
panizza Questa mi sembrerebbe imprudente, signora Caruso...
irene Tanto più che ce li siamo scelti assieme, gli appartamenti.
signora caruso Non è vero! Il signor Gagliardo s'è imposto di forza, ingannandoci tutti!
(Si ode la voce di Cecilia, un po' stonata)
cecilia Quello che non capisco, è perché io dovrei stare appesa fuori dalla finestra.
irene Ma no, Cecilia... Stia tranquilla. Non l'appende nessuno. (Alla signora Caruso) E nessuno di noi farà il processo a Ricky, se è a questo che lei mirava. Non sono disposta a concordare testimonianze, signora Caruso... Neanche per impossessarmi d'un appartamento! Le sembrerà strano, ma non sono ancora scesa così in basso.
(Panizza cerca di spiegarle, amabile)
panizza Lei non è mamma, signorina Irene.
(Irene si volta per rispondergli, ma così facendo si accorge che Cecilia s'è messa a piangere in silenzio)
irene Oh Dio questa ricomincia!... Io mi scaldo un caffè. Chiamatemi, quando ha finito. (Va in cucina, mentre la signora Caruso si precipita dalla figlia)
signora caruso Cecilia!... No no, tesoro, no... Non piangere... È per te, che io pensavo a uno scambio d'appartamenti... Solo per te! Ti piace tanto guardare l'acqua del lago!... Non saresti contenta di poter stare a quella finestra quanto vuoi? Anche tutto il giorno?
cecilia (battendo i piedi per terra) Dentro! Non fuori!!
signora caruso Dentro, amore, dentro... Nessuno pensa di farti del male. Vuoi bere qualcosa? Eh?... Bevi qualcosa... Un tè? Coi tuoi biscotti?... Te lo prepara la mamma... Aspetta. (La raccomanda con un'occhiata a Panizza, ed esce. Un silenzio)
panizza Non pianga, Cecilia... Lei mi fa molta tenerezza..
cecilia Le faccio tenerezza perché piango.
panizza No no... Sempre. Non so come dirglielo, ma addosso a lei io sento un odore... così dolce.
cecilia (sorpresa) Dolce? Davvero?
panizza Sì.
cecilia Com'è strano, signor Panizza! Non osavo dirglielo, ma anche addosso a lei io sento sempre un odore molto dolce.
panizza Ah be', questa è curiosa!... Il suo mi fa pensare – non s'offenda, Cecilia, non s'offenda - a quei fiori bianchi e lisci che si vedono a volte nei cimiteri.
cecilia Dolci?
panizza Dolcissimi!
cecilia E lei sa la prima goccia, signor Panizza? Quando uno si fa un taglietto al labbro, o sulla lingua... Bene. Quello è l'odore che mi ricorda lei!
panizza (entusiasta) Ma l'odore del sangue è molto dolce, Cecilia!
cecilia Appunto!
panizza Se lei è obbligata a respirarne troppo, può darle perfino un leggero senso di nausea!
cecilia Perché? I fiori no?
panizza Anche i fiori! Anche i fiori!
cecilia Com'è strano...
panizza Com'è curioso...
cecilia Lo stesso tipo d'odore...
panizza Tale e quale! (Ridono appena, un po' lugubri. Un silenzio)
cecilia Cosa l'ha spinto a lasciare l'America, signor Panizza?
panizza L'America? (Abbassa gli occhi, riflette) Be', adesso le spiego... (Rialza la testa) È stato un funerale!
cecilia Ah, ecco.
panizza La sorprende?
cecilia No no... Affatto.
panizza Io stavo proprio dietro il carro, capisce, e m'è sembrato di scoprire, negli occhi dei più giovani, come uno strano lampo...
cecilia (fermandolo con un gesto) Zitto.
panizza Che c'è?
(Cecilia tende l'orecchio. Sussurra)
cecilia La signora Gavazzi... Quarto piano.
panizza Be'?
cecilia Ascolti.
(Si ode il suono lontano d'un pianoforte. Panizza scuote la testa, ridacchiando. Cecilia si alza e gli tende le braccia. Panizza si schermisce)
panizza Per carità, Cecilia... Cosa vuole?
cecilia Venga.
panizza No no no... È ridicolo... Mi scusi... Davvero! Non posso...
cecilia La prego,
panizza Io sono vecchio, bambina mia...
cecilia Non ha mai ballato con Josy?
(Panizza la guarda, colpito)
panizza Josy?... (Come in sogno) Certo, certo... Con lei, sì.
cecilia E allora?
(Con un sorriso stranamente incantato, Panizza si alza e le cinge la vita. Dapprima lentamente, poi con sempre maggior fervore, trascina Cecilia in passi d'un virtuosismo fuori moda. La scena - già resa un po' irreale dal suono lontano del pianoforte - diviene del tutto folle quando Panizza, dopo essersi separato per un attimo da Cecilia durante una giravoha, le sfila tranquillo davanti senza vederla e continua a ballare da solo, sorridendo e inchinandosi a qualcuno che non c'è. Cecilia rimane ferma in mezzo alla stanza, esterrefatta. Riabbassa adagio le braccia. Irene rientra dalla cucina reggendo una tazzina da caffè. Si ferma sulla soglia, a sua volta sorpresa. Scambia un 'occhiaia con Cecilia)
irene È impazzito?
cecilia Signor Panizza.
(Panizza si ferma di botto e si volta, smarrito)
panizza Eh?...
cecilia Che cosa fa?...
panizza Niente... Mi scusi, Cecilia. Mi scusi. (Si gira e si appoggia a una poltrona, voltando le spalle alla platea. Irene siede. Cecilia va a guardare in faccia Panizza)
cecilia (dolcemente) Si sente male? (Panizza scuote la testa. Cecilia chiama, allarmata) Irene!
irene (bevendo) Sì?
cecilia Sta piangendo...
irene Meglio. Così fate coppia.
cecilia La prego, signor Panizza... La prego...
(Entra la signora Caruso con un vassoio, portando tè biscotti)
signora caruso Ecco fatto, tesoro!... Tutto pronto. (Si guarda attorno) Che succede?
irene Le solite lacrime, signora Caruso. Fra due balletti.
(Panizza si volta)
panizza Lei è molto crudele, Irene.
irene No. Ma tutte 'ste pene d'amore cominciano a darmi il voltastomaco, Panizza. Ne ho viste troppe.
panizza Io ho visto iei, stamattina. Era nuda.
(La signora Caruso, che slava disponendo le tazzine, si blocca di colpo)
signora caruso Nuda?!
panizza Nella vestaglia del signor Gagliardo.
(La signora Caruso esplode, trionfante)
signora caruso Nuda... Nuda!... Nuda!... Ah! Adesso capisco perché non voleva fare il processo a Ricky!
irene Perché è ignobile, signora Caruso.
signora caruso No, ragazza mia! No!... Perché lei conta su ben altri mezzi, per arrivare a impiantarsi qua dentro! Altro che "ignobile"!... (Abbraccia la figlia) Hai capito, tesoro? Hai capito'?... No. Non ha importanza. (Di nuovo a Irene, sarcastica) Ecco, perché bisognava far sparire l'orso!
irene Non dica sciocchezze.
signora caruso ...Forse negare perfino ciò che lei stessa ci ha riferito! Forse il ragazzo non è mai stato qui, vero? Non l'ha neppure visto!... Niente! Niente! Non è successo niente! Non esiste più niente, Panizza! Nemmeno noi!
(Panizza siede stancamente)
panizza Poco.
signora caruso Parli per sé!... Mica se la perdono tutti per strada - sa - la moglie, come fa lei al primo cenno di sciopero.
panizza Con suo marito lei ha fatto di peggio, signora. E vedova.
signora caruso Almeno io so dove l'ho messo, il mio!... La sfido a dire altrettanto di Josy.
cecilia Mamma...
signora caruso Sì sì, cara, hai ragione, hai ragione... Non voglio darti pena col ricordo del babbo. Ah! Se tu l'ave. ..ssi conosciuto! Come gli avresti voluto bene!... Ma un giorno ti porto, sai. Ti porto, a vedere la tomba.
cecilia Dove?
signora caruso (stonata) Eh?...
cecilia Dove?
signora caruso Dove dove dove... Ti porto! (Smarrita) Il tempo passa così in fretta, bambina mia. Confonde le cose, i ricordi... Passa, passa... (Con improvviso cambiamento di tono, arrabbiandosi) Passa un corno! Son tre ore che stiamo qua, avremmo qualcosa d'interessante da discutere... e invece niente! (Indica Irene) Zitti. La signorina non vuole!
irene (alzando le spalle) Per me. Se può servire a convincerla...
signora caruso Mica è un processo vero, Irene!... Non facciamo del male a nessuno!
irene Ci vorranno altre ore, prima d'incominciare. E siccome siamo italiani, finiremo per dimenticare l'imputato e giudicarci fra noi.
signora caruso Meglio, no? Così Ricky è salvo!
irene Non dipenderà da questo.
signora caruso Chi lo sa, chi lo sa... Forse saremo proprio noi, a trovargli una scappatoia. (Sorride amichevole) Bisogna conoscersi, per potersi aiutare. (A tutti, battendo allegra le mani) Forza! Forza! Forza!... Io mi siedo qua, Irene alla mia sinistra... (A Cecilia)... Tu, lì. (A Panizza) A lei, Panizza! Incominci!
panizza No.
signora caruso Come no?
panizza Sono stanco.
irene Lo dicevo io, che ballava troppo.
panizza (alzandosi) Stanco di processi, dì sentenze, di condanne. Il signor Gagliardo non m'interessa. Ma neppure a Josy io farei nulla, se dovessi scoprire che mi ha ingannato. È troppo bella, troppo giovane... Inviterei il suo amante ad una gita fino al lago, e mi infilerei con la macchina nell'acqua. Assieme.
signora caruso Tutti e due?!
panizza Sì.
signora caruso (a Cecilia) Hai capito, tesoro, quante cose si potrebbero vedere da quella finestra?
panizza Neanche, signora. Aspetterei la notte. (Fa l'atto di avviarsi) E adesso, se vogliono scusarmi...
irene Vada, vada.
panizza Non mi serbino rancore.
irene Figuriamoci!... Pur che non si faccia idee sbagliate.
panizza In che senso?
irene "Lo sciopero continua, però Josy non torna... Ricky non sa dove cercare il ragazzo, però non torna nemmeno lui"... Che significa? Niente.
(Panizza la guarda smarrito. La signora Caruso interviene)
signora caruso In questo le do ragione, Irene.
irene Vero?
signora caruso Un uomo può benissimo correre come un matto dietro ogni avventura...
irene ...E non accorgersi della donna più bella e giovane che sta lì, a portata di mano, la distanza d'un pianerottolo.
signora caruso Succede, no?
irene Per carità! Mille volte.
(Panizza è diventato pallido)
panizza Non capisco...
signora caruso O insomma, Panizza! Se Ricky dice di non conoscere sua moglie, vuol dire che non la conosce!... Punto e basta.
panizza (sconvolto) Oh, Dio... Oh Dio... Ma era di questo, che volevano parlare?
irene No, caro. Di questo no. Chiuso.
panizza Come chiuso?... Come chiuso?!... Adesso son io, che voglio vederci chiaro!... O Gesù... E io non ci avevo mai pensato... (Si guarda attorno, soffoca, sembra una bestia in gabbia. Gli vengono in mente le fotografie pornografiche. Corre al cassetto, l'apre, vi fruga dentro affannoso. Poi torna a guardarsi attorno e si precipita fuori. La signora Caruso si rivolge alla figlia, tutta eccitata e allegra)
signora caruso Corri, tesoro, corri! Vagli dietro!
irene (ridendo) Sarà andato a cercar prove nei cassetti della moglie.
signora caruso Non c'è bisogno! Si convincerà da solo... (Alla figlia) Vai, vai!
(Cecilia esce, un po' confusa, la signora Caruso si volta entusiasta verso Irene. Vorrebbe abbracciarla) Irene!...
irene Contenta? _
signora caruso È stata straordinaria, ecco! Straordinaria!
irene Oh, perdio. Io accettavo di fare il processo a Ricky, e lui no? Chi crede d'essere?
signora caruso Giusto!
irene Però dopo bisogna dirgliela, la verità.
signora caruso Stia tranquilla!
irene Ricky non la conosce neanche, la moglie di Panizza.
signora caruso Lo so. lo so!... Glielo diremo.
(Irene la guarda con un mezzo sorriso)
irene Che bambina.
signora caruso Io?...
irene Quanti anni ha?
signora caruso Tanti, Irene, tanti!... Non mi faccia pensare.
irene Mi chiedo se diverremo amiche.
signora caruso Lo siamo già!... Lei ha perfino smesso di dir parolacce, pur di farmi contenta. O mi sbaglio?
irene Non ricordo più qual è il suo lavoro.
signora caruso Tagliatrice! In sartoria...
irene Ah, già.
signora caruso Porto Cecilia con me perché è malata e non posso certo lasciarla sola. Così lei si mette tranquilla, e intanto noi altre si lavora, si chiacchiera...
irene ...E s'invecchia.
signora caruso Oh! Lo lasci dire a me, questo! Lei ha la vita davanti. Un po' di tè?
irene (scuotendo la testa) Grazie. (Si avvicina alla finestra) Che silenzio.
signora caruso Vero?
irene È lunga, 'sta giornata.
signora caruso Ma finirà bene. Vedrà.
(Un silenzio. Riappare Cecilia. Sussurra affannosa)
cecilia Eccolo!... Torna.
(Le donne si danno un contegno. Rientra Panizza sconvolto)
panizza Allora?
signora caruso Dica.
panizza Che cosa sanno?
signora caruso Si metta seduto e facciamo la nostra brava inchiesta. Verrà fuori tutto, vedrà.
panizza Vi ha parlato lui, di Josy?
signora caruso Vuol sedersi, sì o no?!
(Panizza obbedisce meccanicamente)
panizza Mi scusi.
signora caruso Bisogna far le cose in ordine, che diavolo!... Altrimenti non c'è più gusto.
panizza Io non provo nessun gusto, signora Caruso.
signora caruso Lei no, ma ci sono anche gli altri!... Non sia egoista. (A Irene) Chi incomincia?
(Cecilia si fa avanti)
cecilia Io.
(La signora Caruso si volta, sorpresa)
signora caruso Tesoro...
cecilia Io! Io!
signora caruso Non è cosa per te, bambina mia... Bisogna prima inquadrare bene il signor Gagliardo, sapere perché i figli lo disprezzano, chi è, da dove viene...
cecilia Io!
irene E la lasci, no? Se ci tiene...
signora caruso Ma così non s'incomincia mai, santo Dio! Eh!...
(Siede, scocciata) Avanti. Su.
(Cecilia attacca, ma è tutta tesa, le
labbra le tremano, la saliva l'impiccia)
cecilia Io... Io non conosco... il signor Gagliardo...
signora caruso Bell'inizio.
cecilia Sono malata...
signora caruso Lo sappiamo, tesoro.
cecilia (urlando) No! Non è vero!...
signora caruso Come non è vero?
cecilia Lo dici tu!... Per il cane!
signora caruso Quale cane?
cecilia Per tenermi lì... Come un cane!
signora caruso Io?!... Ah be', questo è il colmo. La mamma!...
cecilia Sempre!...
signora caruso Ma se cantiamo perfino delle ariette, assieme! Sì è mai visto un cane che canta?
cecilia Un cane! Un cane! Un cane!
(La signora Caruso scatta, feroce)
signora caruso Oh senti, figliola!... Sapessi chi ce l'ha al collo, 'sta catena!... Altro che il cane!
irene Signora Caruso...
signora caruso (cercando di controllarsi) Sì sì... Lasciamo perdere, va, che è meglio. (Si volta per prendere una tazza di tè) Bevi, tesoro. Così ti calmi.
cecilia Cazzo.
(La signora Caruso si gira, esterrefatta)
signora caruso Cosa?!
(Cecilia ripete distintamente, ad alta voce)
cecilia Caz-zo.
(La signora Caruso rimane per un attimo senza fiato, poi allunga la tazzina di tè a Irene)
signora caruso Materia sua, Irene, Gliela passo.
(Irene prende la tazzina e si avvicina alla ragazza. Esclama dolcemente)
irene Beva, Cecilia. Da brava.
(Con una manata improvvisa, Cecilia fa volar via la tazzina, che sprizza un po' del suo contenuto in faccia a Irene. Pallida di rabbia, la signora Caruso si fa avanti e colpisce Cecilia con uno schiaffo. Ma la ragazza, per niente intimorita, restituisce il colpo tirando a sua volta un pugno alla madre. La signora Caruso perde il lume degli occhi e colpisce ancora. La zuffa diventa una cosa feroce, oscena, disordinata. Le due donne rotolano per terra, rovesciano le sedie, lanciano grida soffocate di dolore e di odio).
irene (Dapprima esterrefatta, cerca poi inutilmente di separarle. Chiama) Panizza!
(Panizza è rimasto perduto nei suoi pensieri. Assorto, come se non vedesse e non sentisse nulla. Si sveglia di soprassalto)
panizza Eh... Che succede?
irene Come che succede, imbecille!... Mi aiuti!
panizza Ah sì... Certo... (Accorre, e assieme a Irene riesce a strappar via Cecilia dalla madre, che resta però a terra, scarmigliata, esausta. Irene si china verso di lei per aiutarla ad alzarsi)
irene Signora Caruso...
(La donna respinge la mano di Irene con gesto stanco, scuotendo la testa)
signora caruso No... no...
(Cecilia è ora all'altra estremità della stanza, i lineamenti stravolti, il respiro grosso, gli occhi fissi alla madre. Panizza e Irene stanno in mezzo, imbarazzati. Il pianoforte ha ripreso a suonare in lontananza. Improvvisamente la signora Caruso si volta verso il muro per nascondere un accesso soffocato di pianto. Un attimo d'esitazione, poi Cecilia avanza adagio verso di lei, scostando Panizza che ha fatto l'atto di trattenerla. La ragazza s'inginocchia. La madre deve aver avvertito la sua presenza alle spalle, poiché cautamente si gira. Si guardano in silenzio, poi la signora Caruso si rifugia all'improvviso, con impeto, tra le braccia della figlia. Cecilia la stringe a sé, accarezzandole i capelli e dondolando avanti e indietro, come fosse diventata lei, la madre, e l'altra una bambina, Irene tira un respiro di sollievo, volta per pudore le spalle, e va a versarsi del tè. Ordina sottovoce a Panizza)
irene E non guardi!...
(Panizza si scuote, parlando anche lui sottovoce)
panizza Oh, scusi...
irene Vuole del tè?
panizza No no... Io vorrei solo farle una domanda...
irene Dopo.
panizza Una...
irene Si risponda da solo, Panizza... Pensi! Ah già, non è il suo forte... E allora aspetti. Stia calmo.
(Cecilia ha aiutato la madre ad alzarsi ed ora l'accompagna verso il divano)
cecilia Vieni.
irene Si accomodi, signora Caruso... Si accomodi.
signora caruso (sedendo) Grazie. (Con un faticoso sorriso) Dica la verità, signor Panizza, che quasi quasi stava più tranquillo a New York.
panizza Per carità, signora. Figuriamoci.
(Cecilia esclama all'improvviso)
cecilia Terza strada, 15 West.
panizza (esterrefatto) Prego?!
cecilia (confusa) Eh?...
panizza Come fa a sapere il mio indirizzo?
cecilia (c.s.) Io?...
panjzza Se lei non era nemmeno nata, a quel tempo!
signora caruso Ma glie l'ho detto, Panizza! La bambina ha delle intuizioni, così... Vero?
cecilia Sì, mamma.
signora caruso Un po' nervosetta, magari... Ma forse proprio per quello. (A Panizza) Che segno è, lei?
cecilia (intervenendo) Cancro.
(Panizza è fuori di sé dallo stupore e dall'entusiasmo)
panizza Ah be'... Questa è straordinaria! (Si guarda attorno) Io sono cancro!
(Anche Irene si fa avanti, ridendo)
irene E io, Cecilia? Io?
cecilia (confusa) Non lo so, Irene... Davvero...
panizza (incalzante) La mano, Cecilia? Sa leggere la mano?
cecilia (c.s.) No...
signora caruso Come no, tesoro? Se leggi benissimo!
cecilia (a Irene, improvvisamente) Lei è Ariete.
(Irene l'abbraccia, stupefatta)
irene Cecilia?!... Ma come fa? È incredibile!
panizza E i morti? Evoca pure i morti?
irene No, Panizza, stia tranquillo. Niente morti. (A tutti, sorridente) Piuttosto potremmo chiedere alla nostra Cecilia dov'è finito il ragazzo del signor Gagliardo.
(Panizza s'intromette con slancio)
panizza Josy! Josy! Chiediamo di Josy.
irene Josy dopo.
panizza Perché dopo?...
irene (amabile) Vuol provare, Cecilia? Eh? O si sente stanca?
cecilia (confusa) Non lo so...
panizza (a Cecilia, tentatore) Una tazza di tè?...
irene (a Panizza, secca) Lasci perdere le tazze, per favore.
panizza Sì sì, ha ragione... Niente tazze.
cecilia (c.s.) Si dovrebbe far buio...
panizza E noi facciamo buio!
irene (a Cecilia) Però lo dica, se non si sente. Nessuno vuole forzarla.
signora caruso Per carità! La mamma non lo permetterebbe mai.
cecilia (c.s.) Se è buio...
irene D'accordo.
panizza Io! Io! Chiudo io! (Si precipita a chiudere porte e finestre)
irene (a Cecilia) Ha bisogno d'un tavolo?
cecilia (c.s.) No no... Nessun tavolo...
irene Ci mettiamo seduti?
cecilia (c.s.)Sì...
irene Dove?
cecilia (c.s.) Dove vuole...
irene Qui?
cecilia (c.s.) Sì...
(Irene siede in una poltrona. Panizza rientra dalla cucina. Ha chiuso le finestre nelle altre stanze creando già una penombra. L'ultima luce proviene dalla finestra sul lago)
panizza Ecco fatto! Chiudo?
cecilia (sedendosi nell'altra poltrona) Sì...
panizza Uno, due, tre... Chiuso!
(La stanza piomba nel buio)
voce della signora caruso Sì, però adesso non si vede niente,
voce di irene Un attimo, signora, poi ci si abitua. Venga qua, Panizza.
voce di panizza Eccomi!
(Si ode un fracasso di mobili urtati, una bestemmia soffocata)
voce di irene Oh Dio. Che è successo?
voce di panizza Niente, niente... Arrivo.
(Ancora dei tramestii, poi la voce stupefatta della signora Caruso)
voce della signora caruso Ma cosa diavolo fa, Panizza? Mi siede addosso?
voce di panizza Oh, scusi... Ecco. (È riuscito evidentemente a sistemarsi sul divano).
(Un silenzio, poi le voci giungono sommesse)
voce di irene E adesso?
voce della signora caruso Adesso bisogna concentrarsi, Irene. Tutti assieme.
voce di panizza Come si chiama il ragazzo?
voce di irene Gianni.
voce della signora caruso Gianni cosa?
voce di irene Non lo so.
voce della sigkora caruso Figuriamoci. Secondo me quello non ce l'ha neppure, un cognome.
voce di panizza (insinuante) Josy ce l'avrebbe...
voce di irene Vuoi smetterla con Josy?
voce di cecilia Per favore!...
voce della signora caruso Sì sì, tesoro... Hai ragione. Zitti!
(Un nuovo silenzio, dai quale emerge a poco a poco il respiro di Cecilia, sempre più affannoso)
voce di panizza (molto sommessa) Che cosa fa?...
voce di irene (idem) Respira...
voce di panizza Cosi forte?...
voce della signora caruso Zitti!
(Il respiro cresce d'intensità)
voce di irene Io ho quasi paura.
voce della signora caruso A me è sembrato di sentir qualcosa.
voce di panizza Anche a me!... Un campanello.
voce della signora caruso Ma che campanello!... Sono dei passi.
voce di irene (sinceramente turbata) Oh Dio è vero... È vero... Sono dei passi!
(Il respiro di Cecilia è ora fortissimo. Dal fondo emerge, come una larva confusa, il volto d'un giovane. Irene lancia un urlo) Aaah!!
voce di panizza Ma chi è?!
voce della signora caruso (terrorizzata) Luce! Luce! Luce!
voce di irene (idem) Basta, Cecilia! La supplico!
(Tramestii violenti, mobili urtati, un correre in tutte le direzioni. Irene ha quasi raggiunto la soglia della cucina, quando Panizza spalanca la finestra sul lago, illuminando la stanza. Ma il fantasma non scompare. È un giovane piuttosto bello, dai capelli castani, il viso calmo e sicuro di sé. È interpretato dallo stesso attore che ha sostenuto la parte di Gianni. Dice appena sorpreso, guardandosi attorno)
davide Chiedo scusa. Mi chiamo Davide Gagliardo.
signora caruso Davide cosa?
davide Davide Gagliardo. Cercavo mio padre.
(Un attimo di stupore. Poi Irene comincia a ridere soffocata, piegandosi in due, mentre Cecilia - gli occhi chiusi - non si è accorta di nulla e continua a respirare affannosa in piena luce. La signora Caruso cerca d'intervenire, Imbarazzata)
signora caruso Cecilia... Cecilia, scusa... (Alza decisamente la voce, toccandole una spalla) Cecilia!
(Cecilia si sveglia di soprassalto)
cecilia Eh?!...
signora caruso Come ti senti?
(Cecilia si guarda attorno smarrita. La signora Caruso indica il giovane) Questo è il signor Davide Gagliardo, tesoro. Il figlio di Ricky.
(Cecilia lo fissa un attimo. Poi, con uno strano urlo animalesco, una specie di gorgoglio rabbioso e vergognoso, balza in piedi ed esce correndo dalla stanza. La madre si affretta a seguirla, spaventata) Cecilia!... Cecilia!...
(Esce a sua volta, mentre Irene cerca di controllare gli ultimi sussulti di riso)
irene (a Davide) Ci scusi, sa... Le sembreremo dei pazzi.
davide Per carità.
panizza (a Irene) Io vorrei tornare a casa.
irene Sì sì, Panizza, vada. Ormai...
panizza (cupo) Devo ancora riflettere, capisce... Devo pensare... Con permesso. (Esce, seguito dallo sguardo divertito e tuttavia pietoso di Irene)
irene Poveraccio. Ha deciso d'affogarsi nel lago assieme all'amante della moglie, prima ancora di sapere se la moglie ce l'ha o non ce l'ha, un amante.
davide È un errore.
irene Già... Ha invertito i tempi. (Con altro tono) Non vuol sedersi? Suo padre è fuori, ma non credo che tarderà molto.
davide Posso chiedere...
irene (prevenendolo) Io sono un'amica, un'inquilina. Gli stavamo facendo il processo.
davide A chi?
irene (sorridendo) A suo padre. Ma niente di grave, stia tranquillo... Non siamo mai arrivati fino alla sentenza. (Indicandogli una sedia) Prego.
davide (sedendo) Grazie.
irene Vuol bere qualcosa?
davide (facendo cenno di no) Grazie.
irene Una sigaretta?
davide Non fumo, grazie.
irene Ah già, lei è uno sportivo. Un campione, m'ha detto Ricky.
davtde (sorridendo) Oh!...
irene È laureato in matematica, e ha vinto una borsa di studio per qualche università americana. Giusto?
davide Giusto.
irene S'è sposato?
davide Prego?
irene Suo padre impazziva dì rabbia all'idea che lei partisse senza salutarlo. (Davide tace) Ma quello che lo feriva di più, è di non esser stato neppure invitato al matrimonio. (Davide tace) S'è sposato?
davide Sì.
irene Così giovane. (Un silenzio. Poi Irene torna a cambiar tono, disinvolta) Io la lascio tranquillo, signor Gagliardo. Se ha biso-gno di qualcosa, quella è la cucina e di là c'è il bagno.
davide Grazie. Una doccia la farei volentieri. Non ho trovato nessun mezzo, per venire fin qua.
irene Faccia, faccia, si figuri! È casa sua... Per adesso. (Esce).
(Davide si guarda attorno. Si toglie il giubbotto di tela azzurra che butta sul divano, e intanto studia la casa di suo padre, sfiora con la mano gli oggetti. Si avvicina al grammofono e quasi meccanicamente lo avvia. Giunge di nuovo la musica di Mozart, che Davide ascolta intento mentre si sbottona la camicia. Una fotografia sul tavolo lo colpisce. La guarda sorpreso. Poi si decide, e scompare in camera da letto. La stanza resta vuota, mentre la musica continua. Dal fondo entra Ricky Gagliardo. Ha l'aria stanca, sembra invecchiato. Si rende conio con un certo ritardo che il grammofono suona, e si guarda attorno. Chiama)
ricky Irene. (Ascolta. Poi crede ovviamente a una dimenticanza, si avvicina a! grammofono e lo spegne. Siede esausto sul divano, chiude gli occhi. Ha voglia d'una sigaretta. Allunga la mano verso la scatola sul tavolino, ma cosìfacendo vede il giubbotto di tela. Lo prende in mano con cautela, quasi potesse scoppiargli addosso da un momento all'altro. Un'onda dì speranza gli fa battere il cuore, gli occhi gli si illuminano. Balza in piedi chiamando) Gianni!... Gianni!...
(La porta della camera da letto si apre e appare Davide. È a dorso nudo, s'è appena sfilato la camicia. Dice calmo)
davide Ciao, papà.
(Ricky lo guarda esterrefatto. Mormora piano, quasi fra sé)
ricky Davide.
davide Come stai? Avevo pensato di fare una doccia, aspettandoti. Ti dispiace?
ricky (con slancio) Ma cosa dici, figliolo?... Se mi dispiace!... (Ride, si commuove, nasconde il viso fra le mani congiunte lasciando emergere solo il naso. Contempla il figlio. Si scuote) Vuoi un accappatoio?
davide (scuotendo la testa) Grazie.
ricky Una vestaglia?
davide Sto bene così, per adesso.
(Ricky si guarda attorno, cercando ansioso qualcosa da offrire)
ricky Aspetta, figliolo, aspetta!... Hai sete?
davide No.
ricky Fame?
davide Non devi credere d'avermi trovato nel deserto, papà.
ricky No, no...
davide Sono venuto qua con le mie gambe.
ricky Lo so...
davide Per dirti addio.
(Il cuore di Ricky perde un colpo, ma lui si riprende subito, ridendo)
ricky "Addio"! Figuriamoci!... "Addio"... (Disinvolto) Stai aspettando da molto?
davide No...
ricky Ero uscito per cercare una persona, capisci.
davide (sedendosi) Ah, ecco.
ricky Ma non son riuscito a trovarla. Non passa un taxi, il metró non funziona...
davide C'è sciopero.
ricky Appunto! Appunto! E la gente scompare così... Ho perso tempo. Bastava che tu mi avvertissi, figliolo!
davide M'ha ricevuto un'amica tua.
ricky Irene! Irene!... Un'inquilina.
davide Poi c'era un vecchietto...
ricky Panizza! Un mezzo gangster a riposo, detto fra noi... Ma è divertente. Simpatico.
davide Poi una donna anziana e una ragazza.
ricky Infatti! Infatti! Le due Caruso... Tutti inquilini. Tutti amici.
davide Ti hanno fatto un processo.
ricky (inquieto) Come?...
davtde I tuoi amici. Ti hanno fatto un processo.
ricky (c.s.) Come lo sai?
davide Me l'ha detto Irene.
ricky Ma sarà stato così, per passare il tempo!...
davide Non sono mai arrivati fino alla sentenza.
ricky (sollevato) Ecco, vedi? Vedi?... Lo so, lo so, mi vogliono bene. (Ridacchia, furbo) Anche se un po' li ho fregati, quando si è trattato di dividerci gli appartamenti...
(Davide ride, fingendo di trovare, la cosa gustosissima)
davide Ah sì?...
ricky (ridendo) Certo!
davide (c.s.) E come hai fatto?
ricky (c.s.) Li ho presi dalla parte del cuore. Primo ho inventato che sarebbe venuta qui anche la mamma...
davide (c.s.)Nooo?
ricky (c.s.) Giuro! Poi ho tirato in ballo i bambini di tua sorella...
davide (c.s.) Pure quelli?!
ricky (c.s.) Cinque!
davide (c.s.) Cinque?!
ricky (c.s.)A questo punto m'ero ormai impiantato qua, e non ha potuto cacciarmi via più nessuno!
davide (c.s.) Sei straordinario!
ricky (c.s.) Be', insomma... Mi difendo!
davide (c.s.) Una volpe!
ricky (c.s.) Un po' invecchiata...
(Davide smette improvvisamente di ridere)
davide Non abbastanza, papà.
ricky (interdetto) Come?...
davide Ho fatto male.
ricky Male cosa?... A venir qua?
davide (alzandosi) Speravo che all'ultimo momento qualcosa sarebbe saltata fuori a dirmi "Vedi, Davide?... Hai sbagliato. Non era un cialtrone. Qualche donna, si sa... Ma il tempo passa, anche i nostri genitori finiscono prima o poi per amarsi meno. Qualche intrallazzo, con la solita scusa della famiglia da mantenere... Ma chi non ne ha commessi?... Però ricordalo, quando sarai partito. Ricordalo, per tutti i lunghi anni del disprezzo... Tuo padre è un uomo". (La voce gli si strozza in gola) Non è vero, papà. Sei un bambino.
ricky (confuso) Davide, ragazzo mio...
davide Un bambino, un bambino,
ricky No no. figliolo!... No... Non è vero... Ascolta, senti. Vieni qua... Vieni dal tuo vecchiaccio. (Approfitta del momento di debolezza di Davide per trascinarlo sul divano. Siede con la schiena appoggiata a un bracciolo, il dorso nudo del giovane contro il suo petto, e gli imprigiona i polsi, in modo da stringerlo a sé mentre gli parla all'orecchio) In fondo andavamo d'accordo quand'eri piccolo, no? Ci volevamo bene...
davide No... Tu no.
ricky Come no?... Chi ti ha regalato il primo tavolo da ping-pong? Eh? Chi è stato?
davide Papà, per favore...
ricky Chi ti ha insegnato a fare dello sport?
davide Volevi sembrare giovane.
ricky Nient'affatto! Volevo esserti amico!
davide Gli amici li avevo già. Era un padre, che mi mancava.
ricky D'accordo, d'accordo!... Forse non son stato sempre un buon esempio. Ma non era mica facile, sai...
davide (cercando di liberarsi) Lasciami andare... Ti prego.
ricky No, no! Aspetta! Senti... Ricordi quella notte che ti sei svegliato all'improvviso e mi hai trovato accanto al tuo letto? Eh?... Sai perché ero lì?
davide Per rubare il numero di telefono d'una ragazza.
ricky Non è vero!
davide Ricordo benissimo. Si chiamava Paola.
ricky Va be', d'accordo, ammettiamolo... Può darsi... Può anche darsi!... Mail fatto è che appena entrato, io t'ho visto steso sulle coperte, grande, calmo, nudo - avevi allora sedici o diciassette anni - una goccia di sudore proprio qua, vicino all'occhio, perché era estate e faceva caldo... E subito ho capito - ma solo allora, sai!... Solo allora! - che il mio bambino d'un tempo non c'era più... Scomparso. "Quando è partito? - mi sono chiesto -Quando?... Gli ho mai parlato? Gli ho mai detto addio?... E questo qua chi è, per prendere il suo posto? Così impaziente di crescere ancora, così impaziente dì spinger me, che son suo padre, verso il regno dell'ombra e della morte...". (Chiude gli occhi, sopraffatto da un'emozione sincera, e lascia andare i polsi di Davide. Davide si volta a guardarlo)
davide E allora?
ricky (smarrito) Eh?...
davide Che significa? Concludi.
rtcky Non so... Ho perso il filo.
(Davide lo fissa un momento, poi gli sfiora appena la spalla con la mano e si alza. Raccoglie il suo giubbotto di tela. Ricky chiede, senza muoversi) Ti sei sposato?
davide Sì.
ricky Non m'hai invitato, al matrimonio.
davide No.
rtcky La mamma c'era?
davide Sì. C'era.
ricky Quando parti?
davide Domani. (Si avvia verso la camera da letto)
ricky Mi raccomando con la doccia, figliolo. Tira la tenda.
davide Ho cambiato idea, papà. Mi vesto.
ricky Perché?
davide È tardi.
ricky (alzandosi) Ma puoi farla benissimo, la doccia! Non mi dà nessun disturbo!
davide Lo so, papa, lo so... Non ho più voglia.
ricky Perché?! Non capisco!
davide Oh Dio, papà! Non ci metteremo mica a litigare per la doccia, adesso?!
ricky Ma sei stato tu, a chiedermela!
davide Lo so!!... Ho cambiato idea. Un'altra volta.
ricky Forse non ci sarà, un'altra volta.
davide No... Forse no. Torno subito (Scompare in camera da letto. Ricky si guarda attorno, disperato. Prende la fotografia)
ricky (portando la voce) Hai visto la fotografia?
voce di davide Come?
ricky La fotografia! L'hai vista?
voce di davide Sì, Ti ringrazio.
ricky Eri così biondo, allora... Non ricordo più dove l'abbiam fatta.
voce di davide Neanch'io.
ricky Dev'esser stato dallo zio Egidio. In campagna.
voce di davide Si vede il mare, nello sfondo.
ricky Ah già, è vero... Che cavolo di posto è, allora?... Boh.
(Davide riappare. Sta finendo di allacciarsi la camicia)
davide Eccomi.
ricky Mi dispiace che tu non abbia voluto fare la doccia, figliolo.
davide Non pensarci.
ricky Senti...
davide Di'.
ricky Posso farti una domanda?
davide Certo.
ricky (abbassando la voce) È vero che non portate slip?
davide (stupefatto) Cosa?...
ricky M'han detto che molti giovani, oggi, non li portano più, gli slip. Fa più sexy.
davide Può darsi... Io li porto.
ricky Ah, ecco. (Un silenzio)
davide Addio, papà.
ricky Addio, figliolo. Penso che mi scriverai, qualche volta.
davide Onestamente, papà.. Non credo.
ricky Finirai per sistemarti in America, eh?
davide Be'... Lì ci sono più possibilità, per un giovane.
ricky Certo, certo... Però, dico, se avrete dei figli...
davide Sì?
ricky Allevali bene. (Cerca di sorridere) È cresciuto bene il mio, con un padre così... Figuriamoci i tuoi.
davide (cercando di sorridere) Speriamo. Auguri.
ricky Grazie.
davide Non buttarti via, mi raccomando. Sei ancora un bell'uomo.
ricky Oh!...
davide Coraggio.
ricky A te, figliolo... A te. (Davide lo abbraccia con impeto, in silenzio, disperato. Poi esce. Ricky si volta. Si guarda attorno. La stanza gli sembra enorme, e vuota, poiché fa fatica a vedere gli oggetti. Un silenzio) Basta. Basta, basta. Famiglia, carriera, figli, amici... Basta. Fallito tutto?... E allora si chiude. (Comincia a chiudere le porte, polemico) La pronuncio io, la sentenza, se quelli non ne hanno avuto il coraggio! Senza tribunali, però, senza avvocati, senza imbrogli... (Vede l'orso, lo contempla un attimo)... E senza gesti, ragazzo mio. Anche i bei gesti son chiacchiere. (Si avvia verso la cucina a gas) Ecco. (Apre i rubinetti, spalanca il forno) Ecco... Ecco, ecco. (Si guarda attorno) Vile, volgare. squallido? D'accordo!... (Si avvicina al grammofono, lo avvia) "Però alla fine - dovranno dire - ha avuto grazia".
(La musica ricomincia lieve, quasi facesse eco alle sue parole. Ricky resta un attimo immobile, trafitto da una malinconia dolcissima. Poi si scuote, va al divano, accomoda un cuscino contro un bracciolo e si stende supino con un gran sospiro soddisfatto) Aaah.
(Allarga un plaid sulle gambe. Si assesta meglio, e chiude gli occhi. Improvvisamente, con un breve miagolio, la musica rallenta e si spe-gne. Ricky riapre gli occhi. Guarda verso il grammofono) Cristo.
(Butta via il plaid, si avvicina irritato al grammofono e lo esamina. Gira due volte l'interruttore. La musica non riattacca. Colto da un dubbio, Ricky comincia ad annusare da vicino, voltandoci le spalle, fornelli e forno. Poi si volta, guarda la platea, e si mette a ridere. Un riso soffocato, irrefrenabile) Niente!... Niente, niente!... Né luce né gas... Sciopero! (Indica i fornelli, si piega in due) Manco la morte!...
(Barcolla dal gran ridere, si abbandona esausto sulla sedia a dondolo. Così facendo nota di nuovo l'orso sul tavolo. A poco a poco la risata si spegne. Ricky lo fissa un attimo, poi si alza di scatto, prende l'orso, spalanca la finestra e lo scaraventa fuori. Chiama urlando) Panizza!!
(Panizza emerge immediatamente dal fondo, come il pupazzo d'una scatola a molla)
panizza Eccomi.
(Ricky si volta, sbalordito)
ricky La Madonna!... Dove stava nascosto?
panizza Nel corridoio, signor Gagliardo.
ricky A far che?
panizza Aspettavo che mi chiamasse.
(Ricky allarga le braccia, col solito calore un po' teatrale e ironico che ha nei riguardi di Panizza)
ricky Panizza, vecchio mio! L'uomo giusto al momento giusto... Sempre!
panizza Oh...
ricky Venga, venga avanti. Sa che l'ho pensata molto, quest'oggi?
panizza (fissandolo) Anch'io ho pensato a lei, signor Gagliardo... Non ha trovato il ragazzo.
ricky No.
panizza Però è rimasto fuori lo stesso.
ricky Un'ora...
panizza Cinque.
ricky Perbacco! Le ha contate?
panizza Sì.
ricky Sentiva la mia mancanza.
panizza Molto.
ricky E ha ragione! Noi siamo fatti l'uno per l'altro, Panizza! Ancora giovani, in fin dei conti, pieni di donne...
panizza Io no.
ricky Non è tornata sua moglie?
panizza Non ancora.
ricky Tornerà, stia tranquillo.
panizza Grazie, signor Gagliardo.
ricky (riprendendo) Soldi ne abbiamo... Di che dovremmo preoccuparci, noi due? Eh? Di che cosa?
panizza Non saprei... Di niente?
ricky Ha indovinato. Mai farsi degli scrupoli!... Non serve.
panizza Anch'io ho riflettuto, quest'oggi.
ricky Oh Dio.
panizza Prego?
ricky No, dico... So che da bambino non le riusciva tanto facile, Panizza. "Dite quali pensieri v'ispira il mare"... Ricorda?
panizza Oggi non ho fatto nessuna fatica a pensare.
ricky Mi rallegro.
panizza Basta niente, alle volte. Un gesto, una parola... Anche meno. E tutte le cose che non hai mai visto - o che non hai mai voluto vedere - vengono da sole a prendere il loro posto. Come un corpo di ballo, sa, che si dispone nell'ombra prima che s'alzi il sipario. Poi arriva una botta di luce, l'orchestra attacca, e di colpo tutto si anima, prende senso... (Sempre più agitato, quasi gridando al limite di una crisi di pianto) ... I sorrisi, i silenzi, le pause, l'ironia... Tutto! Tutto! Quello che già sapevi che avrebbe dovuto accadere, e che infatti alla fine - sempre! sempre! sempre! - accade... (Riesce a controllarsi abbassa la voce) Insomma, signor Gagliardo, sono arrivato anch'io alle mie conclusioni.
ricky Quali conclusioni?
panizza Volevo invitarla ad una gita in macchina, fino al lago. (Ricky scatta, sollevato)
ricky La Madonna, Panizza, e c'era bisogno d'agitarsi tanto?!... M'ha fatto paura. Lei è troppo timido, vecchio mio, troppo educato. Fino al lago, eh? Se le fa piacere... Quando?
panizza Anche adesso.
ricky Ma è quasi buio!
panizza Meglio. Sarà più romantico.
ricky Romantico?
panizza Sì. (Un silenzio)
ricky Scusi, Panizza. Ma non vorrei che lei si fosse fatto delle idee sbagliate, sul mio conto...
panizza Io?
ricky La storia con quel ragazzo è stata solo un incidente, così... Un episodio...
panizza Lo so!
ricky Mica è successo gran che...
panizza Non ne dubito!
ricky Per me la Donna è sempre la Donna.
panizza Certo!
ricky (rassicurato) D'accordo, allora!... Chi guida?
panizza Io.
ricky Benissimo. Vada a prender la macchina, e mi chiami quand'è pronto.
panizza La ringrazio.
(Ricky va a versarsi da bere)
ricky Noi abbiamo un lungo futuro, da passare assieme!
panizza (sinistro) Lunghissimo, signor Gagliardo. Lunghissimo.
(Sulla soglia dell'ingresso appare Irene, esitante)
ricky Oh!... Irene.
irene Posso?
ricky Certo!
panizza Io vado, allora...
ricky Vada, vada...
panizza Con permesso...
(Esce, mentre Ricky torna a rivolgersi a Irene)
ricky Venga avanti, Irene. Si accomodi.
irene Credevo che stessi parlando con tuo figlio.
ricky No, è andato via.
irene Notizie di Gianni?
ricky Nessuna. Vuol bere qualcosetta anche lei?
irene Ci davamo del tu, stamattina.
ricky Ah già, è vero... Stamattina. (Beve, e intanto butta là con apparente leggerezza) So che mi avete fatto un processo in contumacia.
irene Chi te l'ha detto? Panizza?
ricky Mio figlio.
irene Non era niente di serio.
ricky Meno male.
irene Un modo come un altro per passare il tempo.
ricky Capisco.
irene Però ti chiedo scusa lo stesso.
ricky Scusa? Di che?
irene Non riusciamo più ad aprir bocca senza farci del male.
ricky Ah, io non so niente. Non c'ero.
irene Ogni parola rimbalza sull'altra, i rancori si saldano assieme e alla fine ci strozzano. Bisogna rompere il cerchio. Ricky, prima che sia troppo tardi.
ricky Dici?
(Irene allunga la mano)
irene Dammi la mano.
ricky Perché?
irene Dammi la mano.
ricky Francamente, Irene...
irene Ti costa tanto?
ricky Be'... Un po'.
irene Non si tratta di sesso, Ricky. Ma d'affetto.
ricky Appunto. È proprio questo il lato che io trovo un po' ridicolo.
(La mano d'Irene comincia ad abbassarsi)
irene Ridicolo?
ricky Tu stai sempre a mendicare qualcosa, Irene. Ma perché la gente non se ne accorga, lo fai in modo arrogante.
irene Con te, no.
ricky No... Con me no.
irene Perché ti voglio bene.
ricky Sì, e questo è l'altro lato: quello noioso. (Irene resta immobile, ferita a sangue. Si ode qualche colpo di clacson dalla strada) Scusa un momento. (Va alla finestra e s'affaccia, gridando) Eccomi!... Arrivo.
irene Chi è?
ricky Panizza.
irene Ancora?
ricky M'ha invitato ad una gita in macchina, fino al lago.
irene Oh Dio.
ricky Che c'è?
(Irene esita un attimo. Riflette poi dice con un mezzo sorriso, leggera)
irene Niente. Ho dimenticato di spiegargli una cosa.
ricky Vuoi che lo chiami?
irene No.
ricky Gliela spiegherai quando torna.
irene Sì.
ricky Ricordati di chiudere la finestra, prima di uscire.
irene Stai tranquillo.
ricky Grazie. (Esce).
(Irene resta ferma a lungo, di spalle, volta verso l'ingresso. Poi va alla finestra e guarda fuori, mentre si ode avvicinare la voce, della signora Caruso che chiama)
voce della signora caruso Irene!... Irene!...
(Entra la signora Caruso)
signora caruso Irene!... Ah, è qua. Irene, la vita è un inferno.
irene Lo so.
signora caruso Cecilia s'è chiusa a chiave in camera da letto, e se appena tento la maniglia sono urla da far cascare il palazzo. Voglio tirarmi un po' su? Farmi un brodino?... Niente. Né luce né gas.
irene Sciopero.
signora caruso Ma se doveva finire entro stanotte!
irene (chiudendo la finestra) Finirà.
signora caruso Sì, però intanto son io, quella che ha saltato il pasto! Qua tutti chiacchierano, e poi fanno il comodo loro. Io m'affogo, tu t'affoghi, lui s'affoga... Ma chi s'affoga?! Non s'affoga nessuno, dia retta a me.
irene Certo!... (Assesta il cuscino lasciato da Ricky contro la spalliera del divano, toglie gli altri)
signora caruso Che cosa sta facendo?
irene Niente. Sono esausta,
signora caruso Non torna giù? A casa sua?
irene Aspetto Ricky.
signora caruso Qua?
irene Sì.
signora caruso Ah sì, eh? Allora sa che le dico, ragazza mia?... Che resto qua anch'io ad aspettare il nostro Ricky! Primo perché m'han chiuso fuori, secondo perché sono più stanca di lei, terzo perché ho almeno gli stessi diritti suoi, d'impiantarmi qua dentro!
irene (sfilandosi le scarpe) Giusto.
signora caruso (colta da un dubbio) E quando torna Ricky che succede?
irene Niente. Ci sveglierà.
signora caruso Benissimo. (Riprendendo) Scusi tanto, sa, ma io non mi fido più di nessuno, ormai! (Va verso la camera da letto, mentre Irene si stende sul divano) Quella scompare, quell'altro non si sa dov'è, mia figlia mi sputa in faccia... Se uno non impara a difendersi da solo, va a finire che lo seppelliscono ancor prima d'insegnargli a camminare. Anche il ragazzo là... come si chiama... (Fa un gesto osceno con le anche) Mica mi convince tanto, sa. (Scompare in camera da letto, giunge la sua voce) Innanzi tutto, una persona per bene non s'ammazza. E se s'ammazza, lo fa lì, davanti a tutti... (Riappare con un plaid e un cuscino)... A testa alta - pum! - come un soldato. Quello vive, vive... stia tranquilla! Ha voluto soltanto far soffrire gli altri come ha sofferto lui. E io lo capisco, guardi. (Mette cuscino e plaid sulla sedia a dondolo) Ma un'ora, due... Poi basta! Uno telefona. Sta lì apposta, il telefono! Costa troppo?... E faccia una marchetta! È il suo mestiere. (Siede, sistema il cuscino dietro la testa, si copre le ginocchia col plaid) Io non so, ecco, non so... Può darsi che mi sbaglio, ma a me sembra che un tempo... (Dubbiosa) Non "era", o non "fosse"?... Non fosse. (Riprendendo)... Che un tempo non fosse così. (Sbadiglia) Forse son io, che non ricordo bene... Forse ero più giovane. Chissà. (Sistema il cuscino dietro la testa, si copre le ginocchio col plaid, e chiude gli occhi).
(Il buio si è addensato lentamente nella stanza fino a scolorire gli oggetti e le persone. Poi, all'improvviso, la luce torna. Dalla strada, rischiarando con un debole riverbero lo stipite della finestra; nella casa, riaccendendo la spia rossa del grammofono mentre il disco - col solito breve miagolio - riprende a suonare. Ma le due donne non riaprono gli occhi. Si limitano ad assestarsi meglio, forse sognano. Alle loro spalle, una luce sempre più viva si sprigiona a poco a poco dal fornello della cucina, ora che il gas - a sciopero finito - si sta evidentemente riversando nella stanza. Ma non si ode nulla, tranne la musica leggera del disco. Come diceva Ricky, sembra "l'eco di un altro mondo", di un'altra vita)
1 Stesso attore.