Le scarpette ultimo grido

Stampa questo copione

 


Due atti di Giuseppe Di Mauro
rosano_22@hotmail.com

PERSONAGGI:

UOMO-NEGOZIANTE

UOMO-STATUA

GIANNI

CLARA

MICHELE

PAOLA

MARCO

BARBARA

1° BARBONE

2° BARBONE

CHIARA

5 RICCHE SIGNORE

DETECTIVE

VIOLINISTA

FALSA SIGNORA

DIVERSE COMPARSE PER IL FINALE


PRIMO ATTO

La  scena: un negozio di scarpe posto all'angolo tra unagraziosa strada e una piccola piazzetta  provvista di un grosso albero, due panchine e  di una statua al centro che, rappresentante un distinto e simpatico musicista con violino, osserva con curiosità tutto e tutti.

È primavera e sono le cinque di pomeriggio. seduto su una panchina c'è un ragazzo che pare aspettare qualcuno.        

Dentro al negozio invece, un uomo di circa trenta anni, vestito di jeans, in piedi e con le mani unite dietro la schiena guarda sorridente di fuori, in direzione della piazza.     

All'improvviso il ragazzo rivolto all'albero comincia a cantare una dolce melodia:

RAGAZZO    Io sono come te                                                                                 

a volte spoglio a volte no

a volte così carico di me                                                             

da sentirmi un re.                                                                           

Io sono come te

non mi muovo quasi mai

sono le correnti ad informarmi

che cosa succede intorno a me.

Io sono come te

freddo e duro se vuoi

ma anche caldo e fluido

per la vita che ci scorre dentro.

Io sono come te

e anche se non vuoi

io vivrò cent'anni e poi

ancora altri mille finché non mi aiuterai...

perché anche se non lo sai

tu hai molto da insegnarmi...

Come fai a non piegarti mai…?

come fai ad essere sempre tu…?

dimmi come fai...

È vero sono come te                 

ma il mondo è diverso con me    

esso vuole continuamente cambiarmi            

e anche se non voglio lui ci riesce

È vero sono come te         

ma il mondo è cattivo con me 

esso mi mette continuamente alla prova      

con trucchi, tranelli e sporchi ricatti    

È vero sono come te   

e come te  riuscirò a proteggere il mio amore per lei

perché entrambi abbiamo le radici in seno all'infinito.

perché come me sei fatto di terra

e terra saremo e ritorneremo ad essere       

finché terra esisterà...

perché noi siamo e non possiamo non essere

finché vita esisterà.

Intanto! l'uomo che guarda dalla vetrina del proprio negozio fa un grande sospiro, controlla l'ora del suo orologio, e a fil di voce esclama:

UOMO            Ah... l'amore che brutta bestia. Senza dubbio ci saranno anche dei lati positivi... ma Dio mio, anche quelli negativi non sono mica pochi...! Guardate per esempio quel povero ragazzo com'è ridotto... costretto tutti i giorni, perfino quando piove, a venire all'appuntamento con la sua innamorata per fare cosa poi?... a volte solo per fissare insieme i rami di quell’albero, come se ogni volta si trasformassero in qualcos'altro... Che brutti scherzi fa l'amore soprattutto ai principianti. Guardadegli l'espressione del viso, tipica dell'innamorato; l'ultima volta che ho visto un'espressione simile è stato quando sono andato a trovare un mio amico all'ospedale, rimasto schiacciato al circo dalla donna cannone con la quale stava provando per un balletto afro-cubano: morì due giorni dopo. Eh sì... è questa l'ultima volta che ho avuto l'occasione di vedere un viso così malridotto come quello che mi si offre oggi davanti; e ciò sta ad indicare che fortunatamente non ce ne sono molti di innamorati: in fondo a cosa servono se non ad alimentare una loro personale ed egoistica bolla di illusioni, destinata inesorabilmente ad esplodere in nulla. Ecco che arriva lei, l'altra innamorata, puntuale come al solito: insieme non formano forse un divertente quadretto da intitolarsi "Innamorarsi? No. Grazie.".                                               

Non appena il ragazzo vede spuntare la sua bella si alza di scatto in piedi e felicemente la accoglie fra le sue braccia, quindi si rimette a sedere con lei sulle ginocchia. Dopo affettuosi baci e carezze cominciano a sussurrarsi:

RAGAZZO    Clara…

CLARA          Gianni…

GIANNI         Amore…

CLARA          Tesoro…                                         

Clara si alza da sopra le ginocchia di Gianni per sedergli accanto sulla panchina. Poi entrambi, buffamente, cantano, abbracciati, una canzone, dapprima melodica e poi briosa.

   

GIANNI         Ogni giorno siamo qua...

CLARA          ... ogni volta insieme...

GIANNI         ... seduti stretti stretti per ore...  

CLARA          ... solo io te e noi....... 

GIANNI         Tutti i giorni con te...                              

CLARA          ... e ogni volta per te...

GIANNI         ... scopri nuovi mondi...

CLARA          ... che subito mi restituisci con altri tuoi...

CLARA E

GIANNI         Non so cosa sia... forse amore...

ma cosa c'è di più stupendo

che ascoltare insieme i messaggi del vento...

Non so di questo che resterà... forse amore...

ma cosa c'è di più meraviglioso

che stare abbracciati mentre il mondo fa il suo corso…

GIANNI         Io ti amo e ti bramo...     

CLARA E

GIANNI         ... pure io ti voglio... pure tu mi vuoi...

GIANNI         ... ma intanto il tempo scorre e tu ancora non vuoi.

GIANNI         Appena ti vedo

il mio sangue mi pulsa come un treno...

le mie mani voglion toccare

il mio corpo adesso vuol collaborare...

CLARA          Devi avere pazienza

ma ancora non è giunta l'ora

di passare ad un'altra storia...

la mia testa il mio corpo

ti desidera ma non si abbandona.

GIANNI         Sai amore che i miei occhi verdi e bleù

dentro al tunnel dell'amore non ci vedono più...

la mia testa fa tu... tu... tu... 

tu mi ami ma dici sempre non si può...

CLARA          Io ti penso e intanto mangio   

solo del tuo corpo io mi sazio...

ma vedi come sono ingrassata...

per i tuoi capelli mangio cioccolata    

i tuoi occhi color pistacchio

mi hanno già fatto divorare una montagna di gelato.

GIANNI         Io ti amo e ti bramo...  

CLARA E

GIANNI         ... pure io ti voglio... pure tu mi vuoi...

GIANNI         ... ma intanto ci stiamo trasformando   e tu ancora niente neppure un pianto.

CLARA E

GIANNI         Non so cosa sia...forse amore...

ma cosa c'è di più stupendo  

che ascoltare insieme i messaggi del vento...

Non so di questo che resterà... forse amore...

ma cosa c'è di più' meraviglioso                               

che stare abbracciati mentre il mondo fa il suo corso...

GIANNI         Non so nulla  decidi tu...  

ma fallo prima di Natale

prima che questa piazza abbia anche  

una scultura invernale.

E mentre i due innamorati, guancia contro guancia, indirizzano i loro sguardi verso gli alti rami dell'albero, l'uomo dentro al negozio di scarpe spostandosi dalla vetrina si mette a sedere dietro al piccolo tavolo posto di lato, al centro della stanza; subito dopo sorridendo comincia a dire:

UOMO            Ma in fondo questi ragazzi sono simpatici; ed è merito loro se ogni giorno riesco a distrarmi, piacevolmente devo dire, da quello che purtroppo da ujn pò di tempo non è più il mio lavoro, sì proprio, non più il mio lavoro, e cioè di fabbricare scarpe; quello di creare nuovi modelli così unici e belli come ho fatto fino adesso. D'altro canto... le vendite sono calate molto in questo periodo ed io non posso certo permettermi di produrre senza vendere. Eppure questo quartiere è talmente ricco e pieno di belle signore così attente alle novità!!! Non voglio, non posso credere che le mie belle non piacciano più a nessuno: sarebbe strano, praticamente impossibile. Eh sì... proprio impossibile, impossibile, lo so... e per questo che non sono per niente preoccupato. (Con euforia) Ma del resto io me ne infischio del denaro, me ne basta poco, giusto quello per continuare con il mio lavoro, non ho bisogno d'altro io. Anzi ... adesso che ci penso...di la in laboratorio ho ancora della bella pelle da lavorare, quasi quasi vado a dare vita ad un nuovo modello di scarpette; sapete... sono riuscito a fabbricarne anche cinque paia in un solo giorno, di  nuovi modelli naturalmente... ma sì... io vado... chi se ne frega di vendere, venderò.

Si alza di scatto in piedi e contento comincia a cantare per tutto il negozio. La musica è ritmata e lui è buffo.

UOMO            ... Io sono il padre                                                     

e loro tutte mie figlie    

di tutte quante son le più belle e le più fine

e il motivo son le mie mani

che il buon Dio ha reso reali

... fin dal giorno che ho deciso

di trasformare il grezzo

in scarpette da invidiare...   

Son felice e soddisfatto

per la gioia che mi danno

che importa se non vendo

loro mi fanno più contento...                                     

Nella mia vita e negli anni  

e di questi in ogni istante                                  

non ho mai pensato al matrimonio

ma mai sono rimasto solo

io ho avuto sempre loro

e in tutte le stagioni cambiano d'abito e di colore

ma mai perdono il mio amore

no non perdon il mio amore...

no non perdon il mio amor...

Son felice e soddisfatto

per la gioia che mi danno

che importa se la gente passa, guarda

e non compra niente...

Non capisco come mai

e insisto col affermare

che le donne del quartiere sono ricche e belle

ma anche tanto sceme

non c'è altra soluzione    

mi spiace per i signori       

purtroppo sono giusto

esse sono senza gusto...

Son felice e soddisfatto

per la gioia che mi danno

... quel che penso l'ho già detto                                     

io dei soldi me ne frego   sì dei soldi me ne frego

sì dei soldi me ne frego...                     

Prima però che l'uomo sparisca da dentro il negozio per la porta che dà al laboratorio, viene bloccato da una energica risata proveniente da fuori, dalla piazza. Si tratta di un altro ragazzo di nome Michele, il quale, ancora distante dalla coppia della panchina, si ferma a cantare con un'aria apparentemente briosa una specie d'inno di vittoria. E mentre  nel negozio l'uomo torna  davanti alla vetrina continuando così a fare lo spettatore sorridente,  i due ragazzi, pure loro interessati al tipo, smettono di fissare i rami dell'albero per guardarlo.

La musica deve essere allegra.  

MICHELE      ... Ah... Ah... Ah...    

Lei par farmi dispetto

invece io mi diverto...

finalmente ogni cosa posso fare

da solo o con chi mi pare...

adesso   

ogni sera si unisce alla notte

e la notte alla mattina 

ed io più di prima    

saprò aspettare con più gioia i bagliori

del giorno che arriva...                                          

adesso io sono libero… libero...

libero senza di lei...

libero e solo                           

libero e contento...

guardatemi sono libero... ah... ah... ah...    

Con immensa gioia fischia il motivo.

Buongiorno giorno

buonasera sera

buonanotte notte

da oggi vi riempirò di me senza farvi più torti.

Quello che è successo

è stato un successo...

quel che è stato

ormai è passato

ed io non voglio più ricordarlo...

me ne sbatto se lei mi ha lasciato

dalla noia mi sarei ammazzato

Adesso invece sono libero... libero...

libero e contento... libero...        

Comincia a dirigersi verso le panchine  continuando allegramente a fischiettare il motivo. Non appena però è vicino ai due innamorati smette improvvisamente di fischiettare e cacciando un urlo di dolore si getta in ginocchio a piangere.

Di fronte a tale scena i due ragazzi non si scompongono affatto anzi, guardandosi fra loro, sembrano trasmettersi reciprocamente una buona dose di divertimento.      

Ad un certo punto Gianni domanda al ragazzo:

GIANNI         Michele, non dirmi che tu e Anna vi siete nuovamente lasciati!?

MICHELE      Sì... ma questa volta è sua la colpa. È stata lei a lasciarmi, a farmi questa vigliaccata... Dio mio che stronza, che stronza ad avermi fatto questo...

CLARA          Ma cosa e accaduto? Perché ti ha lasciato?... ultimamente andavate d'accordo mi pare?!

MICHELE      Sì certo, non ci siamo mai visti.  

GIANNI         C'è per caso un altro ragazzo di mezzo?

MICHELE      (Singhiozzando) Adesso vi racconto tutto dall'inizio. Allora come ben saprete tre settimane fa Anna si è dovuta ricoverare per qualche giorno all'ospedale per via di una slogatura alla caviglia fattasi mentre cercava di acciuffare il suo gatto che le aveva sottratto dal piatto un osso di pollo: probabilmente per mangiarlo lei... ...Ah... Ah... (Ride per un attimo divertito. Gli innamorati si sforzano di farlo guardandosi fra di loro.) ...Beh, naturalmente si trovava all'ospedale soprattutto per un accertamento alla testa che aveva pure battuto. Ebbene io sono andato a trovarla immediatamente e dato che non sapevo cosa comprarle, mi sono fatto consigliare da un mio amico che studia medicina, il quale mi ha detto di portarle il Cidrosil, perché un disinfettante serve sempre in quei casi. Appena arrivato al letto di Anna ecco giungere un altro ragazzo che non avevo mai visto fino ad allora. Costui era alto e biondo, e fino a qui niente da dire: davvero un bel ragazzo... ma sapete cosa teneva in mano.?!? Un mazzo di fiori. -Che imbecille- dissi fra me -che cosa se ne fa di un un mazzo di fiori una malata?!... Apposta mi sono fatto consigliare dal mio amico medico- mi risposi soddisfatto. Apposta quando l'ho trovato gli ho tirato un pugno sul naso. (Aggiunge subito ad alta voce incavolato) ...per colpa sua non solo Anna ha preferito i fiori al mio Cidrosil, ma anche preferito quel tipo a me, dandomi pure dell'idiota. Quando poi sono andato a trovarla a casa, sapete che cosa ha avuto il coraggio di chiedermi quella stronza: (cerca d'imitare la ragazza) - Sai Michele... Quel ragazzo che ti ho presentato allo ospedale l'ho conosciuto questa estate al mare, quella  domenica che abbiamo litigato ed io sono uscita assieme alle mie amiche... Beh, adesso si trova qui per il servizio di leva e ci rimarrà per circa venti giorni... ti dispiacerebbe molto se per questo periodo sto con lui? ...in fondo si tratta di neppure un mese, e... naturalmente, appena se ne sarà andato ritorno con te. Ovviamente io l'ho mandata a quel paese e me ne sono addato via... (con aria disperata) ...Ma vi rendete conto di cosa mi ha fatto quella puttana; credeva che io fossi un burattino. Ma adesso lo vedrà chi sono: se pensa che torni da lei si sbaglia di grosso... eccome se si sbaglia.

GIANNI         Può anche darsi che tu abbia capito male, o magari frainteso.  

CLARA          Sì certo, forse non è così come pensi.

MICHELE      (Arrabbiato) Non cercate di scusarla. La verità è che lei è una stronza, lei è una puttana, lei... 

Michele si alza in piedi e continua cantando. La musica deve essere melodica ma anche buffa.

MICHELE      ... Lei lei mi ha stregato

senza accorgermi mi ha lanciato

una freccia incantata 

che innamorato mi ha trasformato

in un essere orribile                       

e a volte di più terribile... anche imbecille...

Io non volevo vi assicuro

lo sapevo di sicuro

che la storia sarebbe finita

io per lei ero solo una pedina

lei per tutti                    

era semplicemente un po' troina...

Io ero proprio perbenino

per tutti sembravo un signorino 

educato e garbato  

anche quando ero arrabbiato        

adesso invece sono sempre incazzato

urlo e parlo male

la cosa non mi sembra fregare...

Lei lei ma ha lasciato becco

solo e disperato

ma per non scoraggiarmi  

stasera penso di suicidarmi con il suo regalo

dopo avermi detto ti amo...

Voglio voglio impiccarmi

voglio voglio ammazzarmi

con la sua cravatta voglio strozzarmi...

voglio voglio ammazzarmi        

voglio voglio impiccarmi      

stasera a casa saluto lei e tutti quanti...    

Lei lei  mi ha lasciato becco...                               

Addolorato poi Michele si mette a sedere sull'altra panchina.

                             

GIANNI         ... Ma dai su, vedrai che tutto si sistemerà di nuovo tra di voi, vedrai...

CLARA          Se tu sei d'accordo andrò io stessa a parlare con Anna. Va bene? 

MICHELE      No, no, no... per me è tutto finito, non c'è altro da fare.

In quel mentre entrano in scena due coppie: Paola e Marco e Barbara e Paolo. Entrambe le coppie ridendo e scherzando arrivano alle panchine, di fronte ai tre presenti.                                                                                                                    

PAOLA E

MARCO         Ciao Clara... ehilà Gianni...

BARBARA E

PAOLO          (sorridendo) ...Sempre accoccolati voi, eh..?!

GIANNI E

CLARA          Ciao, ciao...siete in ritardo oggi.

I nuovi arrivati salutano pure Michele, ma lui niente, non una parola, rimanendo immobile con la testa fasciata dalle mani. Quelli, con alcune smorfie del viso chiedono quindi spiegazioni a Gianni e Clara i quali, sottovoce , rispondono:

GIANNI         ... Beh... siamo alle solite...    

CLARA          Lui e Anna si sono nuovamente lasciati. 

PAOLA          Strano, a noi non ci è sembrato.

CLARA          Cosa vuoi dire?                          

PAOLA          Voglio dire che poco fa abbiamo incontrato appunto Anna e a tutti noi ci è parsa molta ansiosa di vedere il suo Michele . . .

MICHELE      (alzandosi subito in piedi) ...Dite , dite per davvero o vi prendete gioco di me..?

BARBARA    È proprio vero; anzi si è pure raccomandata di dirti, nel caso ti avessimo incontrato, di andare subito da lei perché ha disperatamente bisogno di te.

MICHELE      (perplesso si dice fra sé) ...Eppure so con certezza che l'altro va via domani. Se Anna però vuole vedermi prima c'è una sola spiegazione ed è perché si è resa conto che non può stare senza di me... eh sì, ma io lo sapevo... (con gioia) ...lei mi ama troppo... mi ama, sì mi ama...(gridandolo scappa via) ...lei mi ama... Sìììì... Arrivo Anna, aspettami.

Naturalmente i presenti si mettono a ridere divertiti, così pure la statua. Sì proprio l'Uomo-Statua, il quale, una volta sceso dal proprio piedistallo comincia a cantare e ballare trascinando anche gli altri in una scena molto allegra. I ragazzi devono ballare in coppia, abbracciati, e l'uomo-sta­tua fra loro.

UOMO-STATUA ...Amori amanti                  

sfuggenti e vicini                      

di ieri di oggi domani e per sempre

amori ribelli 

felici e contenti

con mille colori in mezzo ai denti

amori amori                                                               

falsi ed innocenti e ogni volta  

nuovi tormenti e sporchi tradimenti...

Danziam danziam danziam...   

chi non ama vive solo per metà

ma chi lo fa troppo non sa     

che il dolore lo trasformerà...

Danziam danziam danziam...

bello o brutto chi lo sa

ma dopotutto noi siamo qua

grazie a chi lo ha fatto già...

                                                                         

innamorarsi conviene

poiché della vita cacciamo le pene

e chi afferma il contrario

di sicuro è in preda al diavolo

innamorati del mondo  

unitevi per mano     (si uniscono) 

e non permettete a nessuno di separarvi

dalla frenesia di questo ballo

perché...                                                                  

questo è il ballo dell'amore

e va solo al ritmo del cuore

chi lo sente non ha più speranze

di non fare capriole e sorrisi dentro agli occhi

che già lo fanno

Balliam balliam balliamo...      

sentiamo e cantiamo

gridiamo e saltiamo 

più in alto in alto in alto  (saltano tutti quanti)

Balliam balliam balliam...    

battendo mani e piedi   (li battono tutti quanti)

e intando ci accorgiamo

che oggi è più bello di ieri...

Balliam balliam balliamo...                            

alla fortuna di esserci incontrati

ma intanto non smettiamo

di danzare all'amore.......                     

Al termine della scena, mentre tutte le luci cominceranno lentamente a spegnersi, l'Uomo-Statua torna sul proprio piedistallo; i ragazzi sempre abbracciati si allontaneranno nel buio, e l'uomo del negozio sparirà dentro al laboratorio subito dopo aver esclamato divertito:  

UOMO            ...Ma in fondo sono proprio molto simpatici.


SECONDA SCENA  

La scena deve essere identica a quella di prima solo il tempo è cambiato; adesso infatti è quasi natale e le vetrine, ben più illuminate del negozio di scarpe, augurano buone feste a chiunque le guardi.                 

E mentre l'Uomo si trova all'interno del locale, seduto dietro il piccolo tavolo e intento a leggere il giornale, fuori, comodi sulle panchine, avvolti dal buio, stanno abbracciate alcune coppie non identificabili. Sono le ore 18. Ecco giungere all'albero un barbone che pare venire da lontano; con sé non porta niente, neppure un qualsiasi straccio che sono soliti portare con loro, a parte quelli che indossano naturalmente. Al collo però tiene ben in vista, penzoloni da una collana di cuoio, uno spazzolino da denti.

BARBONE    (felice) ...Che bell'albero... è proprio come lo cercavo. Penso che stanotte la passerò qui, sì sì suoi piedi, appoggiando la testa sul suo tronco, tutta questa folta erba poi mi farà da coperta. E pensare che quando ancora non facevo questo lavoro... sì il barbone, non sopportavo neppure l'idea  di fare del campeggio perché lo consideravo per niente salutare anzi addirittura dannoso non soltanto al fisico ma anche e soprattutto allo spirito: una specie di regresso umano. Che imbecille che ero. Del resto facevo l'impiegato, o meglio il carcerato per otto ore al giorno dentro una stanzuccia di tre metri per tre, dove al posto della finestra un poster raffigurante i grattacieli di Manhattan non mi permetteva nessun rapporto con la natura; dove al posto del sole e del canto degli uccelli c'era uno squallido neon e il rumore di una rugginosa ventola che girando continuamente sembrava godere del fatto  che solo lei aveva il privilegio di avere contatto con l'esterno. Vaffanculo!

Quando poi finalmente uscivo dall'ufficio c'era una sita ad aspettarmi pronta a portarmi a destinazione, proprio davanti a casa, quasi temesse che io potessi essere attratto  da altro o magari veduto da chissà chi. Vaffanculo!  

Di male in peggio, o meglio, dalla padella alla brace, o più semplicemente dal carcere alle torture di mia moglie e mia suocera, torture finissime fatte di sceneggiati, assurde telenovele e stupidi quiz. Vaffanculo! Quella casa non era mia no...ma neppure di quelle due rintronate, i veri padroni di casa erano tutti quegli idioti personaggi della televisione, erano loro che dettavano continuamente legge, che in casa facevano il bello e il brutto tempo, ed io venivo preso indirettamente per lingua di mia moglie  e da quella della sua cara mammina. Vaffanculo!

Ma la giornata non finiva mica così sapete... tutte le sere infatti, ma proprio tutte... appena spenta la televisione iniziava la festa delle pulizie: cencio, aspirapolvere, stirare, fare la lavatrice... quelle erano veramente pazze, ed io più di loro a non avergli mai detto di no. Vaf... Non ancora. L'aspirapolvere la davo perfino in terrazza, dopo la mezza notte, perché, come mi veniva detto, la polvere non entri furtivamente nella notte. Vaffanculo! Erano proprio sceme. Prima di mettermi a letto mi costringevano quasi a lavarmi i capelli e più volte i denti con diversi dentifrici: "Ma l’igiene?!" mi urlavano. Vaffanculo! Vaffanculo! Vaffanculo! Come potevo in quella gabbia di vita conoscere effettivamente la natura?

Poi però...

(Con immensa gioia, e musica in sottofondo)

...è arrivata la voce della musica

si è alzata nell'aria

e capriole e giravolte

tante volte nel cielo senza fine

come una cometa

con il suo mantello di note                                     

compare e scompare

facendosi seguire lungo la sua rotta  

in seno all'infinito...

poi... la voce della musica è tornata...                                  

mi ha chiamato

ed io le ho detto di sì...

(Finisce la musica di sottofondo)

È stata lei la mia salvezza; perché mi ha dato la possibilità di ricominciare con un altro lavoro, sì quello del barbone; e questo spazzolino da denti che porto appeso al collo dimostra l'amore per questa mia nuova vita, perché anche se potrei non lo uso mai,  a dispetto dell'igiene. (Ride soddisfatto)

Sempre ridendo il barbone comincia a sistemarsi ai piedi dell'albero. In questo momento, da dietro l'albero si affaccia un altro barbone, il quale leggermente irato...

SECONDO BARBONE Vuole smetterla di fare tutto questo baccano...? qua si dorme se non le dispiace. Se vuole restare... faccia pure, basta però che rispetti il silenzio.

PRIMO BARBONE (Felice) ...Scusami, mi spiace... non volevo disturbarti, non sapevo che ci fosse un altro barbone come me... sono proprio contento...                                 

SECONDO BARBONE  (Interrompendolo freddamente) ...Io no! ...e per sua norma e regola io non sono affatto un barbone. Il mio nome è Stanlinau, e sono un uomo di scienza io. Quindi la pregherei di darmi del lei, per favore.

BARBONE    Accidenti, ma ci assomigli proprio tanto! Complimenti. Ma allora non sei fuggito pure tu dalle candeggine di tua moglie?                                                                            

STANLINAU (Si alza in piedi quasi offeso) ...Candeggine! Moglie! Ma cosa dice?! ...lei, lei è pazzo. Eppoi mi dia del lei, per favore.

Un attimo dopo eccolo cominciare con molta fierezza. La musica è molto melodica e trascinante.

STANLINAU ...Io sono lo scienziato alla ricerca del tempo.

Dove nasce? Cosa spera? Perché esiste?

Perché ci perseguita? Cosa vuole?

Che cosa cerca in noi?                                                   

Io lo devo sapere

è questo il mio contributo all'umanità e nessuno

mi ostacolerà...

Poi però... è arrivata la voce della musica

si è alzata nell'aria                                                      

e capriole e giravolte

tante volte nel cielo senza fine

come una cometa

con il suo mantello di note

compare e scompare

facendosi seguire lungo la sua rotta

in seno all'infinito...

poi... la voce della musica è tornata

mi ha chiamato

ed io le ho detto di sì...

Prima passavo giornate intere dentro al mio laboratorio.

Stupidi calcoli e insulse prove con niente...

il mio stesso specchio non sopportava  più

la mia immagine

ogni volta me la trasformava uccidendomi...

il tempo mi stava battendo... lo sentivo

ed io ancora niente...

Poi..

(Qui tutti in coro: ragazzi, barbone, uomo-statua, e pure chi intanto si è avvicinato alla vetrina)

...è arrivata la voce della musica

si è alzata nell'aria

e capriole e giravolte

tante volte nel cielo senza fine

come una cometa

con il suo mantello di note

compare e scompare

facendosi seguire lungo la sua rotta

in seno all'infinito...

poi... la voce della musica è tornata mi ha chiamato                                                                                      

ed io le ho detto di sì...

(Finisce il coro)    

Adesso è tutto cambiato 

da quando ho frantumato lo specchio  

i miei studi sono condotti all'aria, al verde, al cielo...

il mio nuovo aspetto sono sicuro

sorprenderà il tempo  vincendolo...

Poi...

(Di nuovo in coro)

è arrivata la voce della musica

si è alzata nell'aria 

e capriole e giravolte

...tante volte nel cielo senza fine  

come una cometa

con il suo mantello di note  

compare e scompare                                              

facendosi seguire lungo la sua rotta  

in seno all'infinito. . .  

                                                 

Poi..la voce della musica è tornata...

mi ha chiamato                                  

ed io le ho detto di sì...

Poi..

(Solo Stanlinau)

la voce della musica è tornata mi ha chiamato                                

ed io le ho detto di sì...

BARBONE    (Quasi stesse sognando) ...L'identica cosa è successa a me, ed è stato meraviglioso. Non mi pento per niente della mia scelta, nemmeno adesso che fra breve sarà Natale e per tutti significherà la gioia di donare e ricevere regali all'insegna dell'amore... Certo però che mi farebbero comodo un paio di scarponi, magari usati ma buoni; quelli che ho ai piedi ormai possono essere al massimo chiamate ciabatte. (Sorridendo) ...Comunque in fondo non importa, sono contento lo stesso.

STANLINAU (Intanto si è accomodato a sedere di fianco all'altro) Perché... una calda coperta la butterebbe via?

BARBONE    (Sorpreso) Ma allora anche a te manca quella gioia di scambiare i doni?!  

STANLINAU            Soprattutto quella nel riceverli. Ma dico io! Certo, sono uno scienziato... ma pure io sono un uomo; e come semplice uomo anch'io ho bisogno di quell'angolo di materialità, necessario per la mia sopravvivenza. E adesso, se non le dispiace, vorrei dormire. Buonanotte... e domani mi dia del lei, per favore.

Entrambi i barboni si girano su un fianco e si addormentano. Là vicino i ragazzi intanto si alzano in piedi e fanno gruppetto, anche l'Uomo del negozio lentamente si avvicina a loro portando in mano qualcosa.

Solo l'angolo dove si trova l'albero adesso è avvolto dal buio.

CLARA          Avete sentito? Dobbiamo fare qualcosa per quei poveracci .                                                                                                      

GIANNI         Sì, certo, ma che cosa??

PAOLA          Niente di più facile che fargli trovare al loro risveglio un regalo ciascuno.

MARCO         Sì, è la cosa migliore, sono d'accordo.

BARBARA    Certo. Magari un paio di scarponi e una coperta.

CLARA          Brava. Allora Okay?

Tutti esultano con entusiasmo. L'Uomo si fa avanti.

UOMO            Se permettete vorrei anch'io contribuire con voi per un loro buon risveglio. Ho qua con me giusto un paio di scarponi di vecchia data, non sono moderni certo... però sono nuovi e molto forti. Pensate che possono andare bene?

I ragazzi felici lo ringraziano in coro.

CLARA          (Rivolta all'Uomo) ...Lei è veramente buono, sa? ...andranno benissimo.

BARBARA    Adesso manca la coperta.

MARCO         (Arriva di corsa urlando) ... Eccola... eccola ...

PAOLA          Per questo non ti vedevo più. Sei proprio un amore.   E adesso... 

Tutti, compreso l'Uomo, iniziano a cantare in coro, ballando per tutta la piazza. La scena è molto allegra. Trascorrono una manciata di secondi dall'inizio della canzone ed ecco che nell'albero si accendono mille luci che lo vestono di Natale, l'Uomo-Statua sorride soddisfatto.

TUTTI             Viva evviva babbo Natale

che regalo dopo regalo regala felicità

e tanta tanta bontà...

SOLO

RAGAZZE     Tra poco è Natale

il tempo dei regali

e il peccato più grave è quello di non farli

Non è giusto che qualcuno resti senza il dono

che sotto l'albero porterà amore

basta un piccolo pensiero a volte

 per far esplodere di gioia il cuore

e ancora meno purché sia sincero...

TUTTI             Viva evviva babbo Natale

che regalo dopo regalo regala felicità

e tanta tanta bontà                                                         

come del resto noi amore.

Viva evviva tutte le feste

che ci permettono di cambiare il denaro

per qualcosa che di sicuro

vale molto di più...

SOLO

UOMINI         Cosa c'è di più bello che comprare

sorrisi per chi non ce l'ha...

giocattoli per chi non può giocare

scarpe e coperte per chi al posto di un tetto ha il cielo...

Il Natale è magico

basta volerlo un po’ e tutto può accadere

come in una bella fiaba...

TUTTI             Viva evviva babbo Natale   

che regalo dopo regalo regala felicità   

e tanta tanta bontà     

come del resto noi amore...

Viva evviva tutte le feste

che ci permettono di cambiare il denaro

per qualcosa che di sicuro

vale molto di più...

TUTTI             Ma quando passa

tutto svanisce e torna come prima  ma tu

non puoi non ricordarlo

per quello che ancora hai con te...

Appena s'indebolisce la musica i ragazzi sistemano i regali rispettivamente sopra e di fianco ai due barboni dormienti; quindi si allontanano sparendo dalla scena assieme alla musica.                     

L'Uomo, improvvisamente rattristato, si mette a sedere sotto al monumento.  

UOMO            Sì, è vero, è Natale... ed è bello poter donare qualunque cosa a chi non ha niente, soprattutto poi a chi niente ti chiede. Come per esempio quei due poveracci. Chissà mai quali eventi della vita li hanno ridotti così. (Ironicamente) Spero... che non siano stati commercianti di scarpe come me. C'è poco da scherzare sapete... sono poche le lire che ancora mi separano da quella vita, ancora per poco, purtroppo. Credetemi, anche se non sembro, sono veramente disperato. I miei affari non vanno per niente bene, neppure questo Natale mi sta portando fortuna... cosa posso fare? chi può aiutarmi..? Non posso abbandonare il mio lavoro... come posso farlo?! ...l'ho promesso a mio padre in punto di morte che non avrei cessato con la nostra tradizione che dura da più di cento anni: è più di un secolo infatti che siamo dei vari artigiani di scarpe... con quale diritto dovrei adesso abbandonare questa attività? Perché faccio la fame?! Beh, non è mica una novità. L'hanno fatta tutti prima di me! È questo il motivo che mi ha spinto a prendere la bottega, con la speranza che mi sarei arricchito e fatto onore così ai miei predecessori.

Sono queste le ultime parole che ho riferito a mio padre al suo capezzale: lui... (Un po' perplesso) non rispose, adesso che ci penso... però rise, rise molto e con gusto, poi morì, ma i suoi occhi rimasti aperti sembravano ancora ridere... ridere. Fu chiaro (Convinto) che anche lui sperava in me... (Dispiaciuto) Non è andata così, mi spiace. (Con rabbia) Anch'io sono povero, sì, ma la cosa che mi fa più rabbia è che forse qua sono l'unico povero in mezzo a ricchi; (Riferendosi ai due barboni) A parte loro, s'intende . Questo quartiere è ricchissimo e perciò nauseante. Comincio a non sopportare più tutte quelle donne snob che portano a guinzaglio quei buffi topi travestiti da cani, sono antipatici pure loro! Almeno fossero mie clienti.  Sì, comincio proprio a odiare la ricchezza perché quando non è con te gioca contro il tuo volere.

Intanto l'Uomo-Statua dall'alto della sua posizione, dopo avere ascoltato con attenzione quello che aveva detto l'Uomo, comincia a dire fra sé:   

UOMO-STATUA Devo trovare il modo di aiutare quest'uomo. Sono sicuro però che nemmeno io riuscirei a vendere le sue scarpe, fanno davvero schifo! I modelli sono identici a quelli che vedevo cento anni fa a suo nonno. Va bene che la tradizione è tradizione ma i modelli cosa c'entrano? Essi devono cambiare con il tempo, o no?! Possibile che non lo capisca!?... Anche solo dal fatto che le sue clienti sono perlopiù maggiorenni da almeno sessanta anni. Sfido io... costoro dove potrebbero trovare quei modelli se non al museo?! Ma dirgli la verità in questo caso non sarà certo d'aiuto, lo scoraggerebbe ancora di più. (Pensieroso) Cosa posso fare allora?!... che cosa?!.. che cosa?!.. Aah... ho trovato ... sì ... ma certo, farò così. (Risoluto) Gli affiderò un potere con il quale potrà trasformare i clienti ricchi e solo quelli ricchi in scarpe meravigliose, uniche, che tutti vorranno comprare. Naturalmente le scarpe ritorneranno ad essere persone dopo qualche giorno dalla loro vendita. (Soddisfatto) Sì, mi piace.  

Detto questo l'Uomo-Statua lentamente scende dalla propria base e sotto altre sembianze si mostra all'Uomo.   

UOMO            (Sorpreso) ...Chi siete?... avete bisogno di qualcosa?

A questo punto l'Uomo-Statua comincia a cantare una canzone veramente simpatica.

UOMO-STATUA ... Non preoccuparti sono qui per aiutarti

è molto che ti osservo  

conosco il tuo problema...

il mio nome non ha importanza

adesso quello che conta sei tu. 

Non domandarmi niente

adesso devi solo ascoltare e imparare perfettamente

le parole che seguiranno, 

esse possono darti quello che vuoi.

 

Mani mani mani mie care, non lasciatele scappare...

mani mani mani mie adorate, fate le brave...

Al mio gesto ubbidite e trasformate   

se è ricca che diventi una scarpetta 

e che la sua bellezza sia pari alla sua ricchezza...

Le scarpette che così avrai saranno talmente meravigliose

che chiunque le guarderà se ne innamorerà...

Tu farai soldi ma non esagerare

non fare l'ingordo perché alla fine sarà pericoloso.

In cambio non voglio niente

soltanto un paio di scarponi che mi donerai  

come hai fatto con il barbone.                                

Quindi ricordati...

Mani mani mani mie care, non lasciatele scappare...

mani mani mani mie adorate, fate le brave...

Al mio gesto ubbidite e trasformate   

se è ricca che diventi una scarpetta 

e che la sua bellezza sia pari alla sua ricchezza...

Appena finisce di cantare l'Uomo-Statua con le sue vere sembianze torna al suo posto. 

Si spengono completamente tutte le luci.

FINE DEL PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

E’ di nuovo primavera e sono le cinque del pomeriggio. Sulla scena non c'è niente di nuovo a parte la grande insegna del negozio di scarpe, con sopra scritto: "Le scarpette ultimo grido". In scena non è presente nessuno ma dentro al negozio, dove si intravedono alcune persone, sta accadendo qualcosa... e infatti... ecco che di colpo esplode la musica seguita dal magico ritornello, si odono anche delle grida di donna e... chi prima c'era adesso non c'è' più.

RIT.                 Mani mani mani mie care, non lasciatele scappare...

mani mani mani mie adorate, fate le brave...

Al mio gesto ubbidite e trasformate   

se è ricca che diventi una scarpetta 

e che la sua bellezza sia pari alla sua ricchezza...

Subito dopo ecco spuntare dal negozio il proprietario, non più vestito in jeans, il quale ridendo di soddisfazione continua a cantare il ritornello...

NEGOZIANTE  Mani mani mani mie care, non lasciatele scappare...

   mani mani mani mie adorate, fate le brave...

   Al mio gesto ubbidite e trasformate   

se è ricca che diventi una scarpetta 

e che la sua bellezza sia pari alla sua ricchezza...

Dopo la canzone un momento di pausa, giusto il tempo perché l'uomo controlli che non ci sia nessuno nei paraggi, quindi prosegue con una altra canzone, molto fieramente.

NEGOZIANTE   Non so chi

non so che cosa

ma finalmente ce lo fatta.

a diventare ricco

e nessuno potrà più fermarmi...

ormai io sono un altro

Non speravo più niente e

all'improvviso è successo tutto...

grazie destino                                

di sicuro è merito tuo

ormai io sono un altro.

Via la sfortuna e la povertà

il mio cuore danza di felicità       

e danzerà anche mio padre

che già lo saprà...                       

Via il sudore e gli strumenti di lavoro

adesso non ho più bisogno di loro

ma solo della mia voce e delle mie mani

così le ricche signore

danno vita alle mie figliole.                             

RIT.                       C'è chi dice che sono troppo belle per essere vere

e ne comprano una, diversa per ogni sera...

C'è chi dice che sono un genio di bravura    

e intanto non se ne fanno scappare una...    

                                                                                   

D'ora in poi farò in modo                                

di sfruttare al meglio i miei poteri

non vorrei che all'improvviso essi

mi abbandonassero...

D'ora in avanti aumenterò la produzione

pensando anche alle altre stagioni

così almeno sarò a posto

per altri milioni...

RIT.                       C'è chi dice che sono troppo belle per essere vere

e ne comprano una, diversa per ogni sera...

C'è chi dice che sono un genio di bravura

e intanto non se ne fanno scappare una...

Continuando felice a canticchiare il ritornello rientra in negozio.

Nel frattempo entra in scena una nuova ragazza: si tratta di Chiara, la quale, con aria seccata e borbottando qualcosa fra sé, arriva fino all'altezza della scultura dove si ferma di scatto ed esclama con forza:

CHIARA        ...Ma che palle questi uomini però! Sì certo, io sono una polla, è vero! Lo sono perché non mi riesce mai a dire di no all'uomo di cui sono innamorata; a lui mi do completamente in tutto e per tutto, anche quando sono consapevole che non è l'uomo giusto per me e che il nostro rapporto è destinato a morire. Devo però anche dire che sono molto sfortunata, finora non ho trovato un solo uomo che potesse essere chiamato tale... sempre se ne esistono! Pensate che l'anno scorso stavo insieme ad un ragazzo veramente molto carino e soprattutto molto corretto nei miei confronti. (Con forza) Troppo! Erano già sei mesi che stavamo assieme e lui niente, non mi aveva ancora messo un solo dito addosso; al che una sera gli domandai: "Ma io ti piaccio?! ti piace il mio corpo!? mi desideri o no !? La sua risposta fu molta chiara: "Tantissimo, solo che mia madre mi ha detto di non farlo prima del matrimonio perché porta male." Rimasi sconvolta e piangendo scappai a casa. Da quella sera non lo rividi più; anche perché lui... lui non mi cercò neppure una sola volta, del resto però sapevo che non era colpa sua ma di sua madre: chissà quella vipera che cosa gli avrà detto di me! Ma in fondo è stato meglio così... perché se mi avesse anche semplicemente telefonato, polla come sono, ci sarei rimasta insieme. Sì, certo mi piaceva molto ma come potevo tollerare il suo mammismo!? Dopo qualche mese conobbi un altro uomo, completamente l'opposto del precedente. Già dal primo mese lui mi tradiva con altre ragazze ed io facevo finta di nulla per paura di perderlo: ero innamorata fradicia di quello stronzo, e la mia speranza era che cambiasse prima o poi: era così dolce e romantico... (Con stizza) Che polla che sono! Beh, sapete com'è andata a finire la storia?! Fu lui a lasciarmi accusandomi di essere antiquata e troppo possessiva nei suoi confronti, e questo perché ebbi il coraggio di dirgli che io l'amavo e che non doveva più tradirmi. (Con stizza) Che polla scema e sfortunata che sono! Da allora non faccio altro che giocare con tutti quelli che incontro. Per adesso mi manca il coraggio di riprovarci... eppoi con chi?!

Inizia una musica e Chiara comincia a cantare restando quasi immobile, stretta fra le sue braccia:        

CHIARA        Io non ho fortuna

in fatto di uomini.

Finora hanno tutti mischiato

il gioco con l'amore

e nessuno è poi più riuscito

a tirarlo fuori, neppure io.

  

Ma ora basta                                                              

voglio farla finita

non voglio più solo ridere e scherzare

adesso vorrei che il mio sogno più bello

si svegliasse di giorno

e sotto il sole più vero                                           

esplodesse di vita

liberando il mio amore 

che vi resta prigioniero.

poi insieme correre felici dentro ad un altro sogno

e non uscirne più...

Lui non deve essere bello

e neppure troppo elegante

ma simpatico intelligente e intrigante.

Capace di capirmi e portarmi in volo

sorvolando paesi e città

riuscendo a scappare da tutto

e soprattutto dalla realtà...

Ma forse il mio uomo ideale                          

non può esistere...

esso è talmente perfetto

che non potrebbe vivere

se non nella fantasia

ma io voglio crederci

e continuare ad aspettarlo...

Ancora con la musica in sottofondo Chiara si rivolge alla statua, dicendo:

CHIARA        Chissà come eravate voi uomini del passato?! Scommetto che eravate fatti di un'altra pasta, e naturalmente migliore. Forse il mio uomo era fra voi e non farà più ritorno su questa terra. Accidenti che polla che sono... ho addirittura sbagliato il mio tempo di nascita. Ma in fondo, di questo che colpa ne ho?!

Poi si accascia per terra e l'Uomo-Statua, senza scendere dalla propria base, canta a sua volta una canzone accompagnata da un balletto di figure senza volto:

STATUA        Ogni tempo è destinato a morire

ciascuno al sopraggiungere di un altro

perciò non dovete disperare

prima o poi arriverà il vostro...

Ogni tempo è solo neve, neve                                          

che al contatto della vita svanisce, finisce...

non lasciando nessuna traccia.

Noi non dobbiamo far altro che viverlo.   

RIT.                       C'è il brutto e il bello                              

il dolce e l'amaro il buono e il cattivo

nella lista dei tempi ne esistono solo due: amico o nemico.

Tocca a voi indovinare quello giusto

e anche se sbagli

il gioco si ripete...

La tristezza è solo un illusione

comparsa da una delusione

di un solo momento

e il momento cos'altro non è

se un'illusione di un tempo nemico

chissà poi perché...

Cosa speri, cosa cerchi da un tempo

che non ti è amico?!

non cercare mai di cambiarlo

ma lascialo andare

dandogli un calcio sul muso...

RIT.                       C'è il brutto e il bello                              

il dolce e l'amaro il buono e il cattivo

nella lista dei tempi ne esistono solo due: amico o nemico.

Tocca a voi indovinare quello giusto

e anche se sbagli

il gioco si ripete...  

Alla fine della canzone mentre ancora rimane lo strascico della musica, Chiara viene coinvolta dalle figure  nel balletto, quindi portata via dalla scena.                                           

A questo punto entrano in scena tre donne molto eleganti, dai modi però non molto signorili; ciascuna tiene al guinzaglio il proprio cane da salotto.

1 DONNA      (Leggermente seccata, riferendosi a una delle amiche) Ma dov'è che ci stai portando? Qual è la sorpresa che ci hai promesso? Per ora non hai fatto altro che guardarci e sorridere... non ci stai mica prendendo in giro, vero?!

2 DONNA      (Anche lei all'altra amica) ...Di cosa si tratta? Perché non ci anticipi qualcosa? Spero almeno che si tratti di un posto dove si possa fare qualche acquisto; è tutto il giorno che non spendo neppure una lira e adesso sento proprio la necessità di farlo. Del resto, quale altro modo ti fa sentire ricca!?

1 DONNA      Non si tratterà mica del tuo amante!?

2 DONNA      Ma dai... non è certo una sorpresa. Chi è che al giorno d'oggi non ce l'ha?! Magari... Sì, sono gli amici del tuo amante che vuoi farci conoscere?!

1 DONNA      (Risoluta con brio) ...Sìì... è possibile.       

2 DONNA      Non c'è problema. Sia ben chiaro però... se sono ricchi niente da fare. Quando sono fuori dal nostro ambiente godo a parlare delle cose che ho e di quello che posso fare con i miei soldi. È molto divertente vedere le facce di chi non ha le nostre possibilità, non è vero?! 

3 DONNA      Sì certo, ma non è questa la sorpresa. Adesso ve la dirò...

E mentre le due amiche si fermano scalpitando di curiosità, la Terza Donna inizia, ballando, a cantare il divertente motivo che segue:

3 DONNA      Amiche care

c'è una grossa novità

1 e 2 DONNA                       Chi lo sa  chi lo sa...

3 DONNA      Non è nuova anche se

vi sembrerà

1 e 2 DONNA                       Che sarà   che sarà...

3 DONNA      Non è un negozio 

ma una boutique  

e quel che vende

lo puoi trovare solo lì...

    Come nelle fiabe

 là puoi trovare

le scarpette più belle del reame

    Esse non sono tante                             

e chi non corre farà tardi  

perché d'ognuna

ce n'è una sola

e chi la guarda se ne innamora... 

Non è uno scherzo

quel che vi dico essa si chiama

    LE SCARPETTE ULTIMO GRIDO.

Cosa sia successo non lo so...

è già qualche mese però

che si è trasformato 

in un posto quasi incantato

dove chiunque rimane stregato.

Mie care non fermatevi

ma seguitemi perché...

1 e 2 DONNA            ma perché ma perché...

3 DONNA      Essa non è lontana

ma è la più vicina che c'è...

1 e 2 DONNA            Ma dov'è ma dov'è...

3 DONNA      Non è un negozio

ma una boutique

e quel che vende

lo puoi trovare solo lì...

    Come nelle fiabe

là puoi vederegiocare e scherzare

le scarpette tra di loro,

stivali e stivaletti

ballare il rock'n roll

e per la sera

la scarpina più elegante della terra.

Non sono pazza

neanche un po’

e lo capirete venendo insieme a me

il posto lo conoscete

anche se non lo riconoscerete...

    Non è grande e né elegante

specialmente il negoziante

ma all'interno lo vedrete

cambia musica e tono

e avrete la sensazione   

di cambiare pure voi...

Sempre con la musica in sottofondo le tre Donne con il proprio cane entrano al negozio di scarpe. Pochi attimi... ed ecco che il ritornello si fa di nuovo sentire, e naturalmente a scapito delle donne e... dei cani.                                                                    

NEGOZIANTE    Mani mani mani mie care, non lasciatele scappare...

mani mani mani mie adorate, fate le brave...

al mio gesto ubbidite e trasformate

se è ricca che diventi una scarpetta

e che la sua bellezza sia pari alla sua ricchezza...

Quindi si sentono le grida delle donne e il guaire dei cani; poco dopo ecco l'Uomo uscire dal negozio, che chiude a chiave. Balla felice al ritmo del ritornello: con sé ha i guinzagli dei cani.

NEGOZIANTE (Ride con gusto) ...Avete visto quanto mi ci è voluto a fare sei paia di scarpe!? ...Oh, pardon... tre scarpette e tre stivaletti con pelliccia veramente bellissimi, che naturalmente tirerò fuori in autunno. Non è la prima volta che i cani risultano meglio delle stesse padrone. (Continua a ridere)

Intanto cerca di sbarazzarsi dei guinzagli ma sentendo avvicinarsi qualcuno va a nascondersi dietro l'angolo del negozio.

Il “qualcuno” è un simpatico detective privato che, munito di una grossa lente d'ingrandimento, entra in scena osservando scrupolosamente tutto nei minimi particolari.

Sarà lui stesso a presentarsi con una allegra canzone:                                          

DETECTIVE  Io non sono un poliziotto                             

non lavoro per nessuno                           

e nessuno mi riconosce

neppure mia madre...

io indago per mio conto 

per il gusto di scoprire

i fatti più strani e magari più difficili...

Mi vesto e mi travesto

con molta cura

più volte al giorno cambio faccia e voce

il mio vero nome non ricordo più

ma non mi interessa va bene così...

Io sarò... io sarò...

magro e grasso

io sarò...io sarò...

per ogni caso

io sarò...

bello e brutto

io sarò...

pronto all'attacco...

Io non sono della polizia ma

non so cosa darebbero perché lo fossi

ma io come i gatti

sono indipendente e molto intraprendente

come loro amo stare solo

e quando voglio non lascio mai tracce...

                                                                                                                  

Mi muovo lentamente  

mai a mezzo lascio niente

mi basta un solo indizio per farmi muovere

e quando lo faccio

sono dolori per i malfattori...

Io sarò... io sarò...  

rapato e capellone

io sarò...

per ogni caso

io sarò...

ricco e povero

io sarò...

pronto all'attacco...

Nel frattempo il negoziante, sempre attento a non farsi scoprire, ascolta molto preoccupato.

Qualche attimo di silenzio in cui l'investigatore finisce di controllare la scena, anche sotto le panchine, quindi, deluso per non aver trovato nessuna traccia, si porta davanti al negozio da dove, rivolto al pubblico, comincia ad affermare che...

DETECTIVE Questo quartiere sembra apparentemente tranquillo... ma non è così, sapete! È già qualche mese che accadono cose molto strane: molte persone, perlopiù donne, alcune con i loro cani, scompaiono di volta in volta nel nulla, poi all'improvviso... ecco che ricompaiono nei posti più disparati e soprattutto in casa di estranei.

Giusto la scorsa settimana una donna di centoventi chili si è ritrovata sotto ad un letto con il materasso ad acqua: sono dovuti intervenire i pompieri altrimenti sarebbe affogata: la poverina è stata più di mezz'ora senza respirare liberamente per paura che il materasso scoppiasse. Come avrà fatto secondo voi ad infilarsi la sotto?! Non è forse strano l'episodio?! Oppure del caso di quella donna che si è trovata come per magia sul letto insieme al marito e alla sua amante, proprio in mezzo ai due e naturalmente in casa dell'altra. Lascio a voi immaginare cosa sia successo dopo, tra paura, imbarazzo e gelosia: la miscela si è rivelata veramente esplosiva. Ma di questi casi ce ne sono stati a decine... ma cosa dico... a centinaia, e anche di più strani. La polizia è convinta che si tratti di un nuovo gioco di élite, visto che tutte le persone in questione sono ricche: (con sicurezza) Io no. Quale sarebbe lo scopo?... Farsi arrestare come ladre! …e poi cosa c'entrano i loro cani?!... perché scompaiono pure loro? Ma la cosa più strana è che nessuno, dico nessuno, si ricorda completamente niente di niente di quando erano date per rapite; tutte sembrano avere un vuoto mentale, non è strano?! Eppure certune sono sparite anche per un mese intero. Si tratta di rapimenti?! Attualmente le persone che risultano scomparse sono circa quaranta più venticinque cani. Ma adesso ci sono io, e vedrete che in men che si dica risolverò il giallo, statene certi.

Improvvisamente il detective sente arrivare qualcuno, al che anche lui va a nascondersi dietro l'angolo del negozio, proprio di fianco all'altro, il quale poverino fa di tutto per non farsi scoprire: specialmente trattenere il fiato perlopiù del tempo.

DETECTIVE  Sono proprio curioso di vedere di chi si tratta. Così come sta la situazione il colpevole può essere dovunque! ed io quindi sono pronto ad osservare chiunque... (con presunzione) ... Modestamente a me non sfugge nulla.

Nel frattempo entra in scena uno strano tipo in frac: con cilindro in testa e un violino in mano, il quale non appena arriva sotto la statua inizia a suonare e cantare un motivo allegro dapprima, ma lento. A poco a poco giungono spettatori: sono i ragazzi che abitualmente frequentano la piazza.                                                      

VIOLINISTA Ogni giorno

è un nuovo giorno

nuovo da inventare .

per chi come me ha il mondo nelle mani,

un violino, mille note da suonare e

il gioco può iniziare con...

il cielo la terra i

l fuoco il mare e poi

il vento la pioggia

i suoni gli aromi 

e dell'arcobaleno i colori...

Se tutto accelera non importa

io seguirò i miei passi

senza farmi ingannare...

Sì io vi vivrò                                      

a modo mio

a modo mio

e sarà quel che sarà                                

a modo mio

a modo mio...

Se il mondo non ti è amico

prova a chiudere gli occhi

con la tua immaginazione

sarai padrone delle tue emozioni

Se tutto sembra strano

lasciati correre e scorrere dentro

dalla tua stessa vita è lei

la tua sola amica.

Ogni notte

è una nuova notte

nuova da sognare

per chi come me ha qualcosa da cantare...

Basta un violino e sette note da sposare

e buona notte a chi saprà ascoltare.

Il ritmo cambia, e con esso anche la scena. Infatti adesso non è più solo il violinista a cantare ma anche tutti i ragazzi presenti, ballando e scherzando, il tutto con molta euforia. Dopo poco pure l'investigatore si aggrega a loro, molto buffamente.

TUTTI             ...se tutto accelera non importa

io seguirò i miei passi

senza farmi ingannare

sì io vivrò a modo mio

sì io vivrò a modo mio

e sarà quel che sarà...

acqua e fuoco                                                             

sole e giochi

nel mare di città    

è un gioco dell'estate che piano arriverà...

è l'estate che riempie tutto di magia

e i cuori d'allegria

e quando se ne andrà

come sempre sparirà

fra le nuvole e tra i colori

ci sarà qualcuno che la ricorderà

sempre qualcuno la ricorderà    

con qualche lacrima sugli occhi...

Acqua e fuoco

sole e giochi

nel mare di città                                  

è una gioia per chi resta                         

e per chi invece se ne andrà...                    

È un insieme di follie

e di giochi di bambini

e ogni volta sotto a chi tocca

tutto ricomincerà

è qualcosa che ogni volta

sa incantare la città...

e la musica

più barriera non avrà e

d'allegria contagerà.

Acqua e fuoco

sole e giochi

nel mare di città

e la forza dell'amore

che in noi vincerà...

Ecco arrivare al negozio, dalla parte opposta di dove è nascosto il proprietario, due ricche Signore con al guinzaglio i rispettivi cani, le quali, indignate per quello che sta avvenendo in piazza, rimangono zitte fin quando nella scena rimarranno solo loro, il negoziante e naturalmente i cani.

1 SIGNORA   Che indecenza! Possibile che nessuno faccia qualcosa perché tutta questa confusione non avvenga?! Eppure non siamo le uniche a lamentarci.                                     

2 SIGNORA   È vero! Questa piazza è diventata una cosa vergognosa. Qualcuno dovrebbe intervenire a fare smettere questi ragazzacci, adesso stanno veramente esagerando. È proprio un peccato che questo negozio sia posto davanti a queste oscenità...

1 SIGNORA   Eh sì... perché se non fosse per esso non ci metterei più piede qua. Possibile che lo stesso proprietario non si renda conto dei maggiori affari che potrebbe fare se non ci fosse tutta questa baldoria?! Io stessa verrei più spesso e più volentieri.

2 SIGNORA              Beh, anch'io... penso che dovremo dirglielo.

1 SIGNORA   Sì, è vero! Entriamo.

Le due Signore provano ad entrare ma la porta è chiusa. Intanto il Negoziante, attento a non farsi vedere, spia le due.

NEGOZIANTE (Fra sé con rabbia) Accidenti! sto perdendo un bel guadagno. Queste due cornacchie sono fra le mie clienti migliori, comprano due, tre paia di scarpe per volta... e non so più quante volte le ho vendute come bellissime scarpette... Pazienza... le ribeccherò domani. Non posso certo farmi vedere con questi guinzagli in mano, è un rischio troppo grosso per me.

1 SIGNORA   Acciderba... è chiuso. Che rabbia... avevo una grande voglia di comperarmi qualche bella scarpetta...

2 SIGNORA  Magari è andato a chiamare un pubblico ufficiale per fare smettere quelli di piazza.

1 SIGNORA   Se fosse così lo perdonerei all'istante. Guarda, guarda... che delizia quelle scarpette rosse... e guarda quelle accanto come sono...

2 SIGNORA  E quelle gialle... hai notato che eleganza?!

Le due Signore continuano per un po' a fare apprezzamenti alle scarpe in vetrina, quindi vanno via singhiozzando.

Esce dal nascondiglio il Negoziante che spostandosi verso la piazza canta la seguente canzonetta:

NEGOZIANTE Attenzione e occhi aperti

c'è qualcuno

che vuole rompere

tutti i miei progetti...

Attenzione e tutti in coperta

c'è qualcosa nell'aria

che si muove contro la mia testa...

Ma chi è

ma che vuole       

in fondo non faccio male a nessuno. 

Ma chi è

ma che vuole

anch'io ho diritto a un po' di fortuna.

Di vecchi jeans e scarse cene

non ne posso più

ne ho avute fin troppe...

troppe come le preghiere e i silenzi

rivolti al mio destino

senza mai ribellarmi.

Ma chi è                                                                                   

ma perché non vive e pensa per sé?

Ma chi è

ma com'è

che c'è sempre qualcuno che ce 1'ha con te?!

In fondo voglio solo             

qualche milione in banca                  

qualche casa sparsa per il mondo

e una barca per navigarlo intorno. 

Ma intanto devo passare all'azione

in questa piazza... è vero                                     

c'è ormai  troppa confusione  

e ciò è un insulto alle mie signore

questi  guinzagli fanno al caso mio           

per incolpare loro

e liberarmi io.

Ma chi  è                       

ma chi sono                                                     

sembra o non sembra io

un genio lo sono...

Ma chi è

ma come sono   

anche se pare

io cattivo non sono

in fondo voglio solo

qualche miliardo in banca

qualche casa sparsa per il mondo

e un aeroplano per volarci intorno...

Intanto l'Uomo-Statua guarda il Negoziante con rabbia e con tanta voglia di vendetta.  

NEGOZIANTE (Ridendo soddisfatto) ...Farò così... sì... Sistemerò i guinzagli sotto queste panchine, così la colpa ricadrà su di loro, sui ragazzi della piazza... ed io... ed io, come si suol dire, con una fava prenderò due piccioni: primo, svierò dalle indagini;  secondo, libererò la piazza da tutta questa confusione, cosicché le mie ricche signore saranno ancora più contente di venire a spendere nel mio negozio, e pure io sarò più contento, perché aumenterò di certo i miei affari.

Soddisfatto e contento il Negoziante sistema i guinzagli sotto le panchine, quindi ritorna in negozio cantando la seguente strofa:

NEGOZIANTE  Ma chi è     

ma come sono

sembra o non sembra io

un genio lo sono...

Ma chi è

ma come sono

anche se pare

io cattivo non sono...

L'Uomo-Statua comincia a muoversi e lentamente scende dalla propria base dicendo, rivolto al pubblico:                             

UOMO-STATUA  È possibile che non è cambiato nulla dai miei tempi!? Anche oggi come allora la voglia di fare soldi a tutti i costi è proporzionale alla ricchezza che già si ha. Questa volta, è vero, è colpa mia... mi sono fatto commuovere e quindi ingannare dall'umiltà e dalla semplicità di quest’uomo. Questo purtroppo è un'ulteriore conferma che i soldi arricchiscono le tasche sì, ma impoveriscono il cervello dai sani principi, ed io non sopporto chi continua ad incassare denaro anche quando è l'ora di smetterla, incolpando per questo degli innocenti. Io l'ho aiutato ed io stesso lo castigherò ben bene... vedrete... ci sarà da divertirsi.

Detto questo l'Uomo-Statua fa un giro completo attorno alla sua base di appoggio e quando ritorna al punto di partenza eccolo trasformato in una ricca signora, piena di gioielli e con tre cani al guinzaglio.

UOMO-STATUA (Soddisfatto) Ecco fatto! (Rivolto al pubblico) Mi riconoscete?! No vero!? Lo credo bene. Così conciato sembro per davvero una ricca signora... sarei in grado d'ingannare pure voi... e adesso... a noi due, uomo.

La scena deve incentrarsi all'interno del negozio di scarpe dove il Negoziante, seduto dapprima a contare l'incasso, non appena vede entrare la Falsa Signora, rimane letteralmente strabiliato dalla sua evidente ricchezza, e per questo impacciato, in seguito, nei suoi movimenti.

NEGOZIANTE (Andandole incontro) Buona sera, signora... prego... benvenuta nel mio negozio, come sta? che bellini questi cagnetti...

I cani cercano di morderlo.

FALSA SIGNORA Com'è viscido... (Fra sé rivolto al pubblico, prosegue molto snob) ...Ma noi due ci conosciamo?

NEGOZIANTE Beh, no... Non mi pare... non ho avuto questo piac...

FALSA SIGNORA (Interrompendolo) ...e allora perché dovrebbe interessarle la condizione della mia salute?!

NEGOZIANTE (Imbarazzatissimo) ...Beh, sì... Ha ragione, cioè no... voglio dire che cioè...  in che cosa posso esserle d'aiuto? (Asciugandosi il sudore sulla fronte) ...ha bisogno di un paio di scarpe?

FALSA SIGNORA Mi pare ovvio, visto che mi trovo dentro a un negozio di scarpe! (Di nuovo fra sé, rivolto al pubblico) ...questo è proprio scemo.

NEGOZIANTE (Ridendo per l'imbarazzo) ...che sciocco che sono... naturalmente... desidera un paio di scarpette alte o basse? o magari preferisce un paio di stivaletti?... ha già visto qualcosa che le piace?

FALSA SIGNORA Posso guardare?

NEGOZIANTE Ma certo, certo... prego... faccia pure con comodo. Sono proprio carini questi cagnetti...

Il Negoziante si riavvicina ai cani ed essi riprovano a morderlo, abbaiandogli contro per qualche secondo.                                              

NEGOZIANTE (Fra sé con rabbia) ...Bestiacce... abbaiate, abbaiate... che ne avete ancora per poco prima di diventare delle comode scarpe con pelo.

FALSA SIGNORA (fingendo di guardare con interesse, dice fra sé) ...Povero illuso, vedrai cosa ti accadrà fra non molto... (Ride)

Il Negoziante  si appresta a cantare il magico ritornello ma la falsa signora lo interrompe col dire:

FALSA SIGNORA Sì, ho deciso. Le compro tutte. Tutte quelle che ha.

Il Negoziante, strabiliato,  resta immobile con la bocca aperta per qualche secondo, quindi...

NEGOZIANTE Come come come... scusi, ho capito bene?! potrebbe ripetere?

FALSA SIGNORA Certamente. Ho appena detto che le compro tutte le scarpe che ha, e questo... (Tira dalla borsetta un assegno) ...è la mia offerta che penso di suo gradimento. (lo appoggia sul tavolo)

Il Negoziante prende subito l’assegno e leggendone la cifra rimane stupefatto e senza parole.

FALSA SIGNORA Bene, allora siamo d'accordo. Me le faccia avere quanto prima a questo indirizzo. (Adagia sul tavolo un biglietto da visita)

NEGOZIANTE (Ancora strabiliato, fra sé) Caspita!... adesso sono veramente ricco.      

FALSA SIGNORA (Fra sé) Ecco fatto! Adesso tocca a te, uomo.

NEGOZIANTE (Con grande euforia) ...Sono ricco, ricco, ricco... sempre di più... di più... e il merito è tutto di queste mani che adesso voglio ringraziare.

FALSA SIGNORA (Sorridendo) Ecco, ci siamo quasi.   

Preso dalla foga, il Negoziante comincia a cantare il magico ritornello e... eccolo trasformarsi in un bellissimo paio di scarpe da uomo, visto che in questa circostanza il ricco era lui e soltanto lui. La Falsa Signora ride soddisfatta.                                                        

FALSA SIGNORA Ecco fatto... Però! (Chinata verso le neoscarpe) ...devo dire che sei diventato per davvero un bel paio di scarpe! Complimenti! Spero che ci stai comodo perché avrai da starci per molto tempo, credo per sempre... eh sì! perché sai cosa ne faccio di te adesso? ti lascio per strada, certamente qualcuno ti prenderà, ma chiunque sia non ti avrà comperato e perciò tu non avrai il diritto di ritornare uomo. Mi spiace! ma in fondo l'hai voluto tu.

Detto ciò la Falsa Signora esce dal negozio e con le scarpe in mano si dirige verso la sua base, in piazza.

FALSA SIGNORA Le appoggerò qua, proprio sotto di me, così potrò vedere chi sarà il fortunato a trovarle... (Ride) ...non mi sono mai divertito tanto, neppure da vivo.

Continuando a ridere la Falsa Signora appoggia le scarpe sulla propria base dopodiché, facendo un altro giro completo della stessa, riprende le proprie sembianze di statua, quindi si rimette al suo posto di controllo.

In questo momento entra in scena Chiara che, triste come al solito, si avvicina lentamente alla statua piagnucolando le seguenti parole:

CHIARA        Voglio un uomo, voglio un uomo... un vero uomo, dove posso trovarlo?! chi può aiutarmi?!  Un uomo, un uomo, datemi un uomo che sia uomo...

Chiara vede le scarpe. L'Uomo-Statua la segue contento con lo sguardo.

CHIARA        Ehi! ma queste scarpe che cosa ci fanno qui? Sono stupende, meravigliose... ma di chi sono?! (Si guarda attorno) ...eppure qui non c'è nessuno!... che qualcuno le abbia dimenticate!? mi pare così strano... com' è possibile dimenticarsi di un paio di scarpe tanto belle!? io di così belle non le avevo mai viste prima d'ora. (Le prende in mano) Certo che chi l'ha fatte deve essere per forza un grande artista... (L'Uomo-Statua è lusingato) ...ma anche chi li calza deve essere un uomo particolare, un vero uomo. (Se le porta al naso) ...ne sento il profumo.

Per un attimo Chiara, stringendosi al petto le scarpe, immagina a occhi chiusi il loro proprietario.

CHIARA        E adesso che cosa ne faccio!? Se le lascio qui verranno certamente prese dal primo che capita, ed io non voglio che vadano a piedi sbagliati. Quasi quasi le tengo io... sento che mi porteranno fortuna, tanto quanto la scarpetta di Cenerentola per il principe azzurro. Sono sicura che esse mi faranno trovare l'uomo giusto per me, sì, è così! (Con euforia) ...è il fato che me le manda. E se poi arriva il proprietario?!

Chiara ci pensa per un attimo su, poi di scatto, rivolta alla statua con molta decisione:                                                             

CHIARA        Beh, pensaci tu a dirgli che le ho comprate io... e che questi sono i soldi, e che si accontenti!... perché, visto che le ho trovate io, incustodite, non gli dovevo proprio nulla.

Quindi Chiara appoggia i soldi ai piedi della statua ed esce dalla scena di corsa. L'Uomo-Statua, indispettito tira un calcio al denaro e sbuffando a destra e sinistra pieno di collera si mette a sedere sulla propria pedana.

All'improvviso ecco che la scena si tinge di allegria, dapprima solo con la musica, in seguito con l'entrata in scena ballando di:

Chiara e il Negoziante (quest'ultimo di nuovo in jeans);

di tutti i personaggi apparsi fino ad ora; 

e infine, di un'infinità di donne molto eleganti che fuoriescono dal negozio di scarpe.

L'Uomo-Statua guarda il tutto con molta indifferenza.                           

Subito dopo, con lo stesso motivo musicale, Chiara e il Negoziante, senza smettere di ballare e guardandosi teneramente negli occhi, cantano la seguente canzonetta:                                        

CHIARA-UOMO  Che bello è

quando c'è tanto amore

e la gioia la gioia

ti fa stare bene

è una magia

è la fine del mondo

quando ci si può parlare

con il solo cuore...

Che bello è                                                            

quando la città è piena 

e la gioia la gioia     

riempie il cielo

è una magia

è la fine del mondo

è una magia

è la fine del mondo...

CORO             Vedi amore come sono contento

vedi amore come sono contento

vedi amore come sono contento

vedi amore come sono contento...

E quando la luna

saluterà la città

noi indivisibili

lo faremo da molto più in là

è una magia

è la fine del mondo

è una magia

è la fine del mondo...

CORO             Vedi amore come sono contento

vedi amore come sono contento

vedi amore come sono contento

vedi amore come sono contento...

CORO             Che bello è

quando c'è tanto amore

e la gioia la gioia

ti fa stare bene...

Lentamente la musica finisce e tutti i personaggi in scena rimangono fermi ed immobili. Adesso tocca all'Uomo-Statua muoversi; infatti eccolo scendere dalla propria base e girare per la scena in mezzo alle figure statuarie cantando, con un pizzico di rassegnazione, la seguente canzone:

UOMO-STATUA Strano questo mondo

strano questo tempo

strana questa gente 

strane queste città

strano quel che c'è  

strana la tua vita

e pure la mia...

Bella la luce

bello il buio

bella la tempesta

bella la quiete

bello il tutto

bello il niente  

bella la tua vita

e pure la mia...

Strano e bello

ma non c'è che questo

bello e strano

per chiunque

anche a chi non sta bene a mano

strano e bello

bello e strano

fra tutti i mondi

questo

è il più bizzarro...

Vano è capire

vano è spiegare

vano è aiutare

vano è trovare

vano è dimostrare

vano è dimenticare

vano è trasformare il tuo destino

com'è stato per il mio

Vana è la tua vita

vana è stata la mia

vano perché vano è sperare.....

Cantato ciò, l'Uomo-Statua scompare dalla scena. Tutti gli altri personaggi rimangono immobili come fossero a loro volta statue, finché lentamente le luci si abbassano e il sipario si chiude.

F I N E