Un atto
di Vitaliano BRANCATI
da TEATRO DI BRANCATI
Bompiani Editore - Milano 1957
PERSONAGGI
Gerardino
Il Padre
Il Precettore
Il Signore
Il Commissario
Il Carbonaro
Anna
Il Granduca
Andromeda
Orecchia
Guardie
Stelle
QUADRO PRIMO
Una stanza da studio.
Gerardino e il Precettore
Precettore Lasciato in Egitto l'esercito di sessantamila uomini col quale aveva sbaragliato i Turchi e i Mamelucchi, s'imbarca per la Francia. Qui la situazione è molto confusa. Tutti chiedono un uomo che possa prendere nel pugno le redini del governo... Di chi parliamo, Gerardino?
Gerardino (che origliava lontano con l'orecchia destra in aria, balbetta confuso).
Precettore Chi è che ha lasciato un esercito in Egitto e ora torna in Francia?
Gerardino In Egitto, in Egitto, in Egitto...
Precettore Sì, in Egitto. Chi è che arringa i suoi soldati con le parole: « Dall'alto di queste piramidi, quaranta secoli vi guardano! »?
Gerardino Piramidi, Piramidi, Piramidi...
Precettore Gerardino, parliamo di Napoleone!
Gerardino (si dà un pugno sulla fronte) Oh, Napoleone!
Precettore Sta attento, per Bacco!... La situazione, in Francia, è molto confusa, diremmo quasi oscura. Napoleone riesce a portare dalla sua due membri del Direttorio e comprarne un terzo...
Gerardino (sempre origliando; commosso) Mio padre tossisce!
Precettore Dove tossisce? Io non sento nulla.
Gerardino Tossisce nella sua camera.
Precettore E dov'è la sua camera?
Gerardino In fondo al corridoio.
Precettore Io non sento nulla.
Gerardino È vecchio, il mio padre! (piagnucola). È troppo vecchio!... Tossisce di nuovo. Oh, come tossisce! Dio, Dio, come tossisce!
Precettore Un colpo di tosse non è nulla, Gerardino. Tuo padre è vecchio, ma è sano. Sta' attento alla storia! Essa non registra i colpi di tosse degli uomini, sebbene siano stati miliardi e biliardi: ciò vuol dire che i colpi di tosse non hanno importanza... Dunque, Napoleone riesce a convincere le Camere a riunirsi a Saint Cloud; egli stesso assume il comando di Parigi e si presenta alle assemblee riunite... Sta bene attento, Gerardino, perché qui la storia diventa bella. Figurati che fra poco ti dirò una cosa che sono certo ti divertirà molto: Napoleone sviene... Chi ascolti, Gerardino? Perché storci il muso e stringi i pugni?
Gerardino Mia madre parla male di mio padre!
Precettore Impossibile, Gerardino! Io non sento nulla. E poi è impossibile che tua madre parli male di tuo padre!
Gerardino Mia madre è giovane e parla male di mio padre che è vecchio. Dice... (scoppia a piangere) dice: «Ogni notte, non vedo l'ora... (piange).
Precettore Non vedo l'ora?...
Gerardino ...che spunti l'alba...
Precettore Che spunti l'alba?...
Gerardino ...e io possa alzarmi dal letto! »
Precettore E diamine, che c'è di male, se dice così? È una donna solerte, tua madre, una gran brava donna, e non vede l'ora che spunti l'alba per tornare al lavoro.
Gerardino No, no!
Precettore Ma dov'è, in questo momento, tua madre?
Gerardino Nella sua camera.
Precettore E dov'è la sua camera?
Gerardino Qui, sopra la nostra.
Precettore (ascolta verso il soffitto) Diavolo, e tu la la senti parlare?
Gerardino Sì.
Precettore (alzando la verga) In ogni modo, ti ordino di ascoltare me!... Napoleone dichiara alle assemblee riunite che assumerà il governo della Francia. Tutti gli gridano: « Traditore della Patria », il futuro vincitore di Austerlitz diviene bianco come la tua camicia, e sviene... Che hai Gerardino?
Gerardino (che s'è alzato lentamente e avvicinato al tavolo del precettore coi pugni chiusi) Mia madre parla bene di voi!
Precettore Di me?
Gerardino Dice che con voi, lei; con voi, lei... (scoppia a piangere).
Precettore (gli dà una vergata sulla mano) Torna a sedere, mascalzone! A sedere! A sedere!
Gerardino (siede) Dice che con voi...
Precettore Zitto, mascalzone! Non aggiungere una parola! Zitto!... Ascolta piuttosto me: (rapidamente e alzando la voce) Napoleone sviene; Napoleone è portato fuori dell'aula; il fratello Luciano sguaina la spada, la punta poi sul petto del fratello, e il fratello Luciano dice ai soldati: « Io stesso, con questa spada, ucciderò mio fratello, se egli oserà »... (con altro tono) Dov'è tuo padre?
Gerardino È ancora nella sua camera.
Precettore (va alla porta e chiama) Signor Luccioli, signor Luccioli! (Entra il padre di Gerardino).
Il padre Mi avete chiamato, signor Maestro?
Precettore Sì, ho bisogno di parlarvi di Gerardino.
Il padre Non studia?
Precettore Studia, ma io voglio parlarvi del suo avvenire.
Il padre Dite pure!
Precettore Che volete farne?
Il padre Un notaro.
Gerardino No, notaro no!
Il padre Zitto!... Un notaro.
Precettore Notaro, un tabaccoso notaro, un povero notaro! Voi ignorate certamente che vostro figlio possiede una miniera.
Il padre E chi gli ha lasciato una miniera?
Precettore È una miniera che egli possiede in sé, nel proprio corpo.
Il padre Canta bene? Volete farne un tenore?
Precettore Questa miniera, egli non la tiene nella gola.
Il padre E dove la tiene?
Precettore Nell'orecchio.
Il padre Che volete dire, nell'orecchio?
Precettore Ha un udito finissimo. (va alla finestra, seguito dal padre) Vedete laggiù quella bocca di fogna? Ebbene, se un topo sale per quella fogna, Gerardino ne sente il passettino.
Il padre In verità, ha l'orecchio destro molto sviluppato. Mio padre, invece, aveva sviluppato il sinistro. In ogni modo, che vorreste farne del suo orecchio?
Gerardino (urlando e coprendosi l'orecchio) No, no! Lui me lo vuole tirare!
Il padre Zitto, Gerardino! Non te lo vuole tirare! Zitto!
Precettore Che vorrei farne? (passeggia). Che vorrei farne? Un uomo ricco e potente.
Il padre E quale mestiere fortunato potrebbe esercitare, col suo orecchio?
Precettore L'informatore!
Il padre La spia?
Precettore Chiamatelo come volete. Al servizio del Granduca, Gerardino sarebbe coperto d'oro.
Il padre (pensieroso) Forse non è una cattiva idea! Forse non dite male, signor Maestro!
Precettore Male? Vorrei avere anch'io l'orecchio di Gerardino! Vendere, a peso d'oro ogni parola e ogni sospiro. Venderei i cigolii di porta, gli scricchiolii delle scarpine, e perfino il rumore delle perle deposte dalla signora nel cofanetto (lo venderei ai ladri!) e il rumore delle stesse perle deposte dal ladro in fondo al materasso (questo lo venderei alla polizia!)
Il padre Bene, bravo! Avete molto studiato, signor Maestro, e parlate come un libro! Gerardino, bacia la mano al tuo maestro che ti ha spalancato le porte dell'avvenire!
Gerardino (bacia la mano al precettore).
Precettore (a parte) Non dir nulla, canaglia, di quello che hai sentito questa mattina!
Gerardino (a parte) No, signor Maestro!
Precettore (a voce alta) La tua fortuna è fatta. Segui i miei consigli, Gerardino, e il tuo povero maestro ti vedrà in vetture di velluto tirate da sei cavalli! E ora, addio! La storia termina a questo punto, e ora comincia la tua! Buongiorno, signor Luccioli!
Il padre Grazie, signor Maestro, grazie!
(Il precettore esce e il padre seguita a ringraziarlo nel corridoio). Grazie, grazie!
(Poi va alla finestra e lo ringrazia dal davanzale). Grazie, grazie!
Il padre Gerardino, Gerardino! Siamo ricchi!
Gerardino E non studierò più?
Il padre Al diavolo i libri! (getta in aria alcuni volumi). Al diavolo! Chi era Napoleone?
Gerardino (furbo) Non lo so!
Il padre Ah, ah! (si abbracciano) E chi era Giulio Cesare?
Gerardino Non lo so!
Il padre Ah, ah! (si abbracciano).
Gerardino (improvvisamente contristato, va a sedere mogio mogio e si mette a pensare).
Il padre Che hai, Gerardino?
Gerardino Papà, è un nobile mestiere, quello della spia?
Il padre Nobilissimo. Hai sentito mai parlare degli ambasciatori?
Gerardino Sì.
Il padre Ebbene, che fanno gli ambasciatori? Informano il loro governo: fanno la spia in terra straniera.
Gerardino Ma io faccio lo stesso mestiere nella mia terra.
Il padre Meglio, meglio! Tu denunci i traditori della Patria, le serpi che essa nutre nel seno! (Pausa).
Gerardino Una spia si sposa facilmente?
Il padre Può aspirare alla mano della donna più nobile e più ricca.
Gerardino E allora perché nessuno dice: « Io sono una spia? ».
Il padre Diavolo, perché scoprirebbe il suo giuoco. Può un re in incognito affacciarsi al balcone e dire: « Cittadini, io sono il vostre re in incognito »?
(Pausa).
Gerardino Una madre è contenta di dire: « Mio figlio è una spia! »?
Il padre Se non è sventata, lo è.
Gerardino Perché sulle tombe non si trova mai scritto: « Qui giace il signor XX spia »?
Il padre Perché una spia ama conservare il suo segreto oltre la tomba.
Gerardino Perché, nelle piazze, c'è mai un monumento a una spia?
Il padre Perché è difficile eseguirlo. In quale attitudine vuoi che lo scultore lo rappresemi? Un musicista avrà la lira in mano, un guerriero la spada, un magistrato la bilancia. E la spia?
Gerardino Si potrebbe rappresentarla così. (si pone con la mano all'orecchio destro, in posa monumentale).
Il padre È vero. Ma non ci avranno mai pensato...
(Con altra voce). Animo, Gerardino, vestiti e andiamo dal Segretario del Granduca. Voglio che tu entri subito al suo servizio. Vado a indossare il mio abito più elegante. (Esce).
(Entra il servitore).
Gerardino (ripete, su una sedia, la posa della statua con la mano all'orecchio destro).
Servitore Signor Gerardino, c'è il signor Chetiporti.
Gerardino Cercherà di mio padre.
Servitore No, cerca di voi.
Gerardino Lo sa che io sono un ragazzo?
Servitore Mi ha detto che vuole parlare per cosa urgente col signorino Gerardino Luccioli.
Gerardino Fallo passare!
(Il servitore esce). (Entra il signor Chetiporti).
Signore Buongiorno, amico Gerardino.
Gerardino Mi conoscete?
Signore Ho sentito parlare di voi e del vostro finissimo orecchio. Il vostro precettore mi ha intrattenuto a lungo su quest'argomento.
Gerardino Che volete da me?
Signore Nulla: non sono mica il diavolo che vuole l'anima. Voglio solo farvi un dono.
Gerardino A me?
Signore A voi... Io sono un medico che ha studiato per tutta la sua vita i misteri dell'udito. Orecchie e orecchie! Quante me ne sono passate fra le dita! Ma nessuna orecchia mai come la vostra... (Guardando) Oh, che perfezione, che armonia!
Gerardino Ne ringrazio Iddio.
Signore Lasciatelo stare: ringraziate la natura. Permettete, signor Gerardino, che io passi questo piccolo pennello sul lobo? (cava dalla tasca una boccetta e ne estrae un pennellino).
Gerardino Non tinge mica?
Signore No, non tinge... (passa il pennello sull'orecchia di Gerardino). Ecco fatto! Miracolo della natura. Con questa goccia di unguento, il vostro orecchio udrà più lontano. Potrete gettare il vostro udito, come lo sguardo, nello spazio infinito. (a voce bassa) Udrete anche certi passettini... Ma basta! E ora un consiglio: Gerardino, avete mai ascoltato le conversazioni serali del vostro vicino di casa? Gerardino, ascoltate le parole di quel mentecatto, e denunziatelo!
Gerardino Ma gli faranno del male!
Signore Amico mio, male!... Cercate dì credervi una forza storica, leggete male un grande filosofo, e bene chi lo interpreta male, traducete dal latino, imparate a memoria Machiavelli, mescolate le vostre idee come un mazzo di carte, confondete tutto, e vedrete, amico mio, che il male non è il male...
Gerardino E che cos'è invece?
Signore Il bene, il bene di tutti.
Gerardino Che devo fare, insomma?
Signore Denunziate, denunziate, scrivete nomi e cognomi, indirizzi!... (avvicinando la titano all'orecchia di Gerardino). Ecco, s'è asciugata! Adesso questa polverina! (Vi pone la polverina). Un ultimo tocco. (Soffia sull'orecchio). Fatto! Arrivederci, Gerardino! Buona fortuna. (Esce).
Gerardino (comincia a vestirsi per uscire, allungando preoccupato il collo a destra e a manca per ascoltare cose molto strane).
(Entra il padre).
Il padre Andiamo, Gerardino!
Gerardino Vengo, padre! Bisogna denunciare il nostro vicino di casa!
Il padre Sì, figlio!
(Escono).
QUADRO SECONDO
Il corpo di guardia.
Gerardino, Il padre, Una guardia
e il Commissario, uomo galante che fiuta tabacco.
Commissario Grazie, signor Gerardino: mi avete dato notizie gentili, prelibate, preziose. (legge un foglio). Bene, bene... Oh, oh!... (alla guardia). Conducete qui il prigioniero Serafini Luigi fu Antonio! Guardia Signor sì. (esce).
Commissario (al padre) Mi congratulo con voi: vostro figlio è un portento!
Il padre Eh, quanti soldi per educarlo, quanti soldi, quanti soldi!
Commissario (aGerardino che porge l'orecchio verso l'alto e ride e va in sollucchero ascoltando le voci di una scena evidentemente lasciva) Che avete?
Gerardino (sempre ascoltando) Oh, oh!... Il dito, il dito, il dito! (schiocca baci in aria). E uno, e due, e tre... Ride, lei, ride! E lui!... Uh, uh!
Il padre Ma che hai, Gerardino?
Gerardino In casa vostra, signor commissario, si fa all'amore! Uhuh!...
Commissario Sarà mia figlia, col fidanzato, persona molto rispettabile. (severo). Vi prego di ascoltare altro!
Gerardino (volge l'orecchio verso il basso).
Commissario (prendendo una borsa dal cassetto) Signor Luccioli, ecco a voi una borsa di zecchini... Non ringraziatemi... vi prego! Sono io che vi ringrazio!
Il padre (commosso) Oh, Dio, Signore dei cieli, che ho fatto io di opere di bene perché Tu mi aiuti cosi? (entra, il prigioniero Luigi Serafini fra due guardie).
Il padre (al prigioniero) Ragazzo mio, caro amico Serafini, a voi devo questo! (mostra la borsa). Il giorno che siete venuto ad abitare vicino casa mia, ho detto fra me: « Questo ragazzo è magro, pallido, agli altri non piace, ma a me piace! Credo che mi porterà fortuna! ». E avevo ragione!... Il Signore vi ha mandato! (a bassa voce). Che bella idea avete avuto di farvi carbonaro! (forte). Ora io sono tranquillo! Posso tossire come meglio mi piacerà! Una volta temevo di rompermi come una canna e di lasciare Gerardino orfano in mezzo alla strada! Ma ora no! Mi chiuderò entro una camera e tossirò l'anima mia! Posso anche morire: Gerardino è ricco!
Commissario (al prigioniero) Venite avanti, giovanotto! Sedete! (tossisce). Voi avete dichiarato di non conoscere il signor Lamberti Giacomo di Giorgio.
Prigioniero Non lo conosco!
Gerardino (insorgendo) Ah, no, no, no!
Commissario Zitto, Gerardino: lascia parlare me!... (al prigioniero). Abbiamo sentito questa notte, il signor Lamberti parlare di voi, del « suo amico », cosi vi chiamava, « Serafini ».
Prigioniero Questa notte, dove?
Gerardino e Ilpadre A casa sua!
Commissario Zitti, vi prego!... (al prigioniero). A casa sua. Parlava con sua moglie.
Prigioniero Non è vero!
Commissario Oh, oh, oh! Non negate. Egli ha detto (leggendo) : « Il mio amico Serafini porta il numero 5 ». È vero o no che portate il numero 5?... Ha detto anche: « Le lettere di Mazzini le tiene lui »... È vero o no che tenete le lettere del signor Mazzini?... Ha aggiunto: « Le tiene nel materasso di sua madre ». Eccole, infatti! (mostra un pacco di lettere).
Prigioniero (si accascia) Dio mio!
Il padre (curioso, a bassa voce al prigioniero) Chi è questo Mazzini?
Commissario (al prigioniero) Ditemi ancora: chi nascondete a casa vostra?
Prigioniero A casa mia c'è solo mia madre, malata, gravemente malata!
Gerardino e Ilpadre No!
Commissario Zitti, vi prego!... (al prigioniero). C'è un'altra persona che cammina in punta di piedi.
Prigioniero Non c'è che mia madre, vi dico! E non cammina perché è paralitica!
Commissario Vi prego, Gerardino, di ascoltare dentro la casa del signor Carbonaro!
Gerardino (dirige l'orecchia) Ascolto.
Commissario e Il padre Che?
Gerardino Sì, qualcuno cammina!
Commissario È uomo o donna?
Il padre Ha la scarpina o la scarpa?
Gerardino Non si capisce.
Prigioniero Ma se vi dico che c'è nessuno! Nessuno purtroppo con mia madre! Mia madre è sola!
Gerardino No, c'è qualcuno!... Era nella scala questa mattina... Ora è entrato! (con un brivido di freddo). Uhuuur!
Il padre Che hai?
Gerardino Uhuuur!... Non so... Che passo strano!
Commissario Che sia un bambino?
Gerardino No.
Commissario Un topo?
Gerardino No.
Il padre Uno scarafaggio?
Gerardino No, no, no e no! (si alza e si rifugia dietro il padre). Papà!
Il padre Che hai?
Gerardino Non c'è più nessuno, in quella stanza!
Commissario Se n'è andato?
Gerardino (lentamente) Se ne sono andati!
Commissario E chi, andati?
Gerardino (c. s.) Anche lei!
Prigioniero (con un grido improvviso) Mia madre! Ah, ah, ah! (sviene).
Il padre Dove diavolo hai cacciato l'orecchio, Gerardino?
Gerardino Non so... Sento freddo!
Commissario Fate fiutare qualcosa al signor carbonaro.
(Entra una terza guardia e dice una parola all'orecchio del Commissario che a sua volta la ripete all'orecchio del Padre).
Il padre Morta?
Commissario Sì, questo giovane svenuto è ormai orfano. (commediante). La mano, che gli ravviava i capelli, è fredda. Il grembo, che lo ha partorito così debole e pazzo, torna in grembo alla terra! (alle guardie). Portatelo via... con garbo, delicatezza! (le guardie escono col prigioniero).
Commissario (a Gerardino guardandolo spaventato) Ma voi?... Andate, andate, vi prego! Tutto il denaro che volete... Ecco un'altra borsa! (gli dà una borsa di denaro). Ma andate!
(Il padre e Gerardino escono).
Commissario (solo) E se un passo simile... in casa mia? (sbattendo la testa). Oh, no! (cava una bottiglia e un bicchiere da un armadietto, si mesce dell'alcool, beve). No!
QUADRO TERZO
Terrazza al lume di luna.
Anna, amante del Granduca,
e Gerardino, vestito solennemente e pomposamente come un alto personaggio.
Anna Signor Gerardino, tutto il granducato è ai vostri piedi!
Gerardino (con voce mutata, grave) Oh, signora, il vostro Granduca vuole onorarmi...
Anna Mio Granduca? Egli sarà mio finché a voi piacerà.
Gerardino A me piacerà sempre che egli sia vostro ma non mi piacerà di meno che voi possiate, un giorno o l'altro, essere mia.
Anna Bisogna aspettare!
Gerardino (a bassa voce) Le parole, che voi dite nell'intimità, mi rodono le ossa come tarli! Lo sapete che io vi odo, anche se il vostro piacere si nasconda nelle viscere della terra?
Anna Lo so, purtroppo.
Gerardino E dunque perché parlate?
Anna Io parlo? (irritata contro la propria bocca). È questa che parla! Io non vorrei! A ogni parola che mi sfugge, penso alla vostra orribile orecchia. Me la vedo sempre davanti, codesta orecchia maledetta!
Gerardino (disperato) Voi non mi amerete mai!
Anna Perché?
Gerardino Dell'uomo che si ama, tutto si ama: gli occhi, il naso, l'orecchia.
Anna È vero. Siete ancora cosi giovane e avete già tanta esperienza?
Gerardino Ne ho udite tante! Se voi sapeste le parole che si dicono in questo mondo!... Come sono pochi gl'innocenti! Che parole! Che oscenità! Novanta volte su cento, gli uomini parlano della donna, e le donne dell'uomo. Ma che cos'è quello che fanno, al paragone di quello che vorrebbero fare?... E a voce alta, quante menzogne!
Anna Menzogne, oscenità... Come mai non parlate di una cosa che vi sta tanto a cuore (con voce cattiva) la crudeltà?
Gerardino Quale crudeltà?
Anna Centinaia di persone sono morte per le vostre accuse.
Gerardino I miei morti!... Poveri ragazzi... Ma essi non parlano più. Quando il mio udito si spinge nel luogo in cui ora si trovano, non odo che il rosicchio dei vermi che divorano il loro vestito, (rabbrividisce).
Anna E la barba non fa rumore nel crescere? Dicono che gli cresca anche la barba.
Gerardino (sempre rabbrividendo) Dio mio! Le unghie piuttosto... Quelle crescono sempre. Ho sentito il piccolo rumore che ha fatto un'unghia quando, a furia di crescere, ha toccato la parete della cassa, (assorto, riproducendo il rumore). Tac!... No. Tlac... (riscuotendosi). Ma perché parlare di cose simili, in questa splendida notte?
Anna È vero che il vostro udito si spinge cosi lontano da udire il soffio della sciagura?
Gerardino Una volta, m'è capitato...
Anna Udite anche il suono che mandano le stelle, in una notte serena?
Gerardino Non ho mai provato. Quando getto l'udito nello spazio del cielo, mi viene il capogiro.
Anna Provate per me!
Gerardino Volete proprio?
Anna Sì.
Gerardino Cosa pensate che si dica, nell'universo? Se è vero quello che io provo, le stelle, la luna, i pianeti mormoreranno un solo nome.
Anna Quale?
Gerardino Il vostro!
Anna Come siete galante!... Non avreste per caso paura?
Gerardino Sì... (guarda in alto). Che splendida notte!
QUADRO QUARTO¨
Lo spazio. Musica lontana.
Orecchia, Andromeda e stelle di vario colore.
Prima voce (vicina) Odio la luce verde. Amo la luce rossa. Sono Marte.
Seconda voce (più lontana) Ecco quello che dico io: meno uomini e più galantuomini!
Terza voce Non prestate, in nome della storia, grandi ideali ai mascalzoni!
Quarta voce Non che essi amino tanto il buon fine da sobbarcarsi anche ai cattivi mezzi...
Prima voce ... ma amano tanto i cattivi mezzi da rassegnarsi perfino ad avere un buon fine.
Terza voce Fingere di averlo!
Seconda voce Né poi lo raggiungono.
Orecchia Chi siete?
Andromeda Come, chi siete? Piuttosto chi sei tu?
Orecchia Sono l'udito di Gerardino Luccioli.
Andromeda Come mai ti sei spinto cosi lontano?
Orecchia Il signor Chetiporti, con la sua polverina, mi ha dato la forza di arrampicarmi fin quassù. Ma tu chi sei?
Andromeda Sono Andromeda.
Orecchia Andromeda? Dio mio! Quanti chilometri mi separano dalla terra?
Andromeda Chilometri? Alcuni bilioni di anni luce! Quando il raggio, che si parte in questo momento da me, sarà arrivato, nel luogo in cui si trova la terra, mille volte sarà stata fatta la storia dei popoli e mille volte dimenticata.
Orecchia Un momento, per carità... Posso farti una domanda a bassa voce?
Andromeda Falla pure! Sono vecchia.
Orecchia (a bassa voce) Esiste Dio?
Andromeda Come?
Orecchia (più forte) Esiste Dio?
Andromeda (silenzio).
Orecchia Mi hai sentito?
Andromeda (silenzio).
Orecchia Vedo che non vuoi rispondere. Ti farò un'altra domanda: I morti, dove sono?
Andromeda I morti, come?
Orecchia Dove sono?
Andromeda (silenzio).
Orecchia Vuoi rispondermi, dunque?
Andromeda (silenzio).
Orecchia Posso farti una terza domanda? Ma a questa ti prego dì rispondere.
Andromeda Avanti!
Orecchia (con emozione) Che fa Serafini Luigi fu Antonio, quel giovane magro... il signor carbonaro... che fu impiccato?
Andromeda (silenzio).
Orecchia Ma questo è silenzio, bell'e buono. E che razza di silenzio! (come chi provi l'eco). Uhuh.... (fra sé). Mi pare che questo silenzio si faccia sempre più silenzioso! Scendiamo, via!
(Scende a precipizio fra vortici di stelle di tutti i colori e rumore di corde e vetri musicali che sispezzino).
QUADRO QUINTO
Un campo di alte spighe fiancheggiato da una strada.
In cima alle spighe, che il vento fa dondolare, ci sono orecchie umane.
Il Granduca e Gerardino.
Gerardino Granduca, che strano campo è questo!
Granduca Mio caro e nobile Gerardino, esso è fiorito su un antico cimitero.
Gerardino E chi stava sepolto, in questo cimitero?
Granduca Nobilissime persone, di udito molto fine non come il tuo, naturalmente, ma assai fine, assai fine!
Gerardino Tutti... ascoltatori?
Granduca Ascoltatori di tutti i secoli.
Gerardino E cosi sono fiorite delle spighe fornite di orecchie! (guardano il campo). Cari colleghi, miei cari progenitori!
Granduca Parole latine, parole greche, parole egiziane, parole giapponesi, tutto hanno ascoltato queste orecchie! Nel beato Sud, andando dietro (fa l'atto, tendendo l'orecchio) a personaggi sospetti, invece di discorsi politici, esse udirono continuamente lodare la... (dice una parola all'orecchio di Gerardino) della donna... (ride).
Gerardino (meditabondo) Ora vi si rintana il vento di primavera, l'ape che cerca lo zucchero, e la lucciola. Povere orecchie, case disabitate dall'udito!
Granduca E chissà che non odano, chissà che non odano?
Gerardino (dando in un accesso di collera) Non odono.... Sono morti!... Non odono! No, non odono!
Granduca Calmati, Gerardino! Tu Perdi le staffe ogni volta che qualcuno attribuisce un briciolo di vita ai morti.
Gerardino (c. s. ma un po' meno violento) Io, dei morti me ne infischio. Me ne infischio, lo capite? Mettete una mano fra i loro denti: fosse quella del loro più odiato nemico, essi non la mordono!
Granduca Bene, bene... non dico di no... Sono d'accordo... Oh, come mi tratti! È proprio vero quello che dicono di te...
Gerardino (calmo) Cosa dicono?
Granduca Che tu sei più potente del Granduca (accenna a se stesso)... Piuttosto, caro Gerardino: è vero che tu... con la mia Anna?...
Gerardino Vi giuro sulla tomba di mio padre che quella sciagurata non mi ha mai concesso nulla!
Granduca Oh, la cara, fedele donna!
Gerardino (tende l'orecchio, poi ironicamente) Fedele!
Granduca Non è fedele? Mi hai detto sempre che dalla sua bocca...
Gerardino Ma ora... (ride divertito da quello che ascolta). Uh, uh... Il caprone...
Granduca Chi è il caprone?
Gerardino Voi!
Granduca Io?
Gerardino Sì, voi!
Granduca E chi lo dice?
Gerardino La signora Anna, col vostro permesso!
Granduca E a chi lo dice?
Gerardino Non certo allo specchio.
Granduca E a chi allora?
Gerardino A una persona.
Granduca Donna?
Gerardino Uomo.
Granduca Bada, Gerardino, che tu scrivi la condanna a morte di quella donna!... Uomo... vecchio o giovane?
Gerardino Giovanissimo. Ha una voce come una campanella. Che bella voce! Le si danno appena vent'anni, a quella voce!
Granduca (piagnucoloso) E dimmi, Gerardino, mio caro unico amico, dimmi: va a passeggio, lei, con quest'uomo?
Gerardino Non passeggiano, stanno fermi.
Granduca (suda freddo) Seduti?
Gerardino Sdraiati, si direbbe, su qualcosa che cigola.
Granduca E lui è molto vicino... a lei?
Gerardino Non si potrebbe essere più vicini.
Granduca (scoppiando) Ah, ah!... La farò ammazzare! Subito, la faccio ammazzare!... Addio. (si allontana). Ti nomino conte! Conte... (da lontano). Conte di Falloppio! Addio, addio, conte di Falloppio.
(Esce).
Gerardino (solo) Conte! (prende un' orecchia fra le dita). E tu fosti mai sulla guancia di un conte? No, vilissime orecchie! Inchinatevi davanti al vostro signore! Inchinati, o campo maledetto, se non vuoi... che ti tiri le orecchie!
QUADRO SESTO
La stessa camera del primo quadro.
Entra Gerardino pomposamente vestito da conte.
Gerardino Umile cameretta, custode di una povera fanciullezza! Voci del passato, dove siete? (Si sentono grida giulive di bambino e la voce: « Mamma, mamma, mammina! »).
Uh, ti riconosco, vocina! Ti avevo qui, allora (si batte il petto con la punta del pollice) piccola e luccicante come una crocetta d'oro!... (passeggia). Che cosa mi piaceva, a quei tempi? Forse la musica!
(Si sente un valzer suonato da violini). Sciocchezze! Non c'è che la potenza! La potenza!
(dà un colpo di bastone nell'aria e compie su se stesso un giro di allegria e di orgoglio; le ampie vesti si gonfiano di vento).
Tutti s'inchinano davanti a me! (come parlando agli uomini). Io spremo col mio calcagno sorrisi di adulazione dalle vostre facce di limone! Voi chiedete qualcosa! Che? Danaro?... A che farne? Non occorre che mangiate molto: basterà un tozzo di pane ad alimentare il vostro miserabile sorriso. Non occorre che possediate troppa luce: basterà che strofiniate il muso per terra ad accendere sui vostri denti il barlume di quel sorriso... Destino, ti ringrazio! Destino, ti ringrazio.... Oh cara poltrona! Voglio riposarmi fra le tue braccia della lunga strada che ho percorso! (siede congiunge le mani sul ventre e s'addormenta, balbettando). Che felicità... Che felicità!... (Pausa).
Voce Ignobile verme, un topo non ti vorrebbe per suo servitore!
Gerardino (svegliandosi di soprassalto) Ohi, ohi! Chi è?
Voce Nella fogna più sudicia, tu devi entrare col cappello in mano come in una chiesa!
Gerardino Bello questo! A chi lo dicono?
Voce Nessuna donna ti avrebbe voluto per figlio, se ti avesse potuto conoscere prima di partorirti!
Gerardino Buona!
Voce Sai qual'è la mosca più fetida?... Quella che s'è posata su te!
Gerardino Su te!... Ma con chi parlano?
Voce Con te!
Gerardino Con me?
Voce Con te!
Gerardino (saltando dalla sedia) Chi sei? Parla?
(Entra il servitore).
Servitore C'è il signor Chetiporti.
Gerardino Chetiporti? Oh, che entri! Ho tanta voglia di rivederlo.
(Il Servitore esce).
(Entra il signor Chetiporti).
Signore Buongiorno.
Gerardino Buongiorno. Ahimè, come la vostra voce somiglia a quella che ho sentito poco fa!
Signore Ero io infatti.
Gerardino Voi? E come osate? Chi siete voi?
Signore Chetiporti.
Gerardino Chetiporti... È il vostro cognome, spero. E il nome?
Signore Diavolo!
Gerardino Rispondete invece di bestemmiare!
Signore Non ho bestemmiato. Ho detto il mio nome: Diavolo!
Gerardino Diavolo di nome?
Signore Diavolo di nome.
Gerardino E Chetiporti di cognome?
Signore E Chetiporti di cognome.
Gerardino Diavolo Chetiporti...
Signore No, il diavolo che ti porti, quando lo dico io; ma quando lo dici tu: il diavolo che mi porti!
Gerardino Il diavolo che mi porti?
Signore Sì, il diavolo che ti porti. Andiamo!
Gerardino (tremando) E dove?
Signore Oh, che domande! Dove il diavolo ti porta.
Gerardino No!
Signore Poche chiacchiere! Andiamo! (gli dà un colpo di frusta).
Gerardino Ahi!
Signore Non è che un piccolo acconto. Andiamo!
Gerardino (urlando) No!
Signore Sì!
Gerardino No!
Signore Sì! E guarda bene la luce perché non la vedrai mai più!
Gerardino La luce? E dove la guardo, la luce? (corre alla finestra e la spalanca). Non c'è il sole! È sera! Non c'è più il sole!
Signore (accende un fiammifero) Guardala qui!
Gerardino (guarda avidamente) La luce, la luce!
Signore Dopo questa, la notte eterna!
(Gerardino avvicina le mani e la bocca alla fiamma, come un assetato all'acqua che gli sfugge. Poi il fiammifero si spegne, e sifa un buio nerissimo entro il quale si sente un grido e il rumore di corpi che precipitano).
T E L A
¨ Nella recita, essendo stato soppresso il quadro quarto, venne prolungato il terzo quadro con queste battute:
Gerardino (dopo aver guardato il cielo, con fare eroico) Per amor vostro... avanti! (sale su una sedia e si mette ad ascoltare).
Anna Che udite?
Gerardino St! (Pausa).
Anna Che udite, dunque? (Pausa).
Gerardino (spaventato, descrivendo con la mano) Qualche cosa cade!... S'avvicina, s'avvicina, s'avvicina! (salta dalla sedia e si stringe ad Anna). È qui, qui, qui!...
(Con un lampo e un sordo rumore, è caduto un personaggio sulla terrazza).
Gerardino (s'avvicina con circospezione al nuovo arrivato) Eccolo!... Dio mio, com'è strano!
Anna Ma che cos'è?
Gerardino Sarà un bolide! (rivolgendosi al personaggio). Scusate, amico: siete un bolide?
Personaggio(con voce profonda e musicale) No!
Gerardino Ah, che voce di basso! Meravigliosa!
Anna Chi siete dunque?
Personaggio Il do.
Gerardino Il do?
Personaggio Sì, la prima nota della scala musicale.
Gerardino La prima nota?... (ad Anna). Guardatelo un po': il do... Eccolo qui: il do. (al Personaggio). E come mai siete caduto qui?
Personaggio Per farmi sentire da te! Da quando gli strumenti musicali, le gole degli uomini e degli uccelli, le cose stesse, mandano il do (e questa storia è molto antica) non ho mai avuto il piacere di finire su un timpano come il tuo! (avvicinandosi a Gerardino, con voce calda). Ma sai che la tua orecchia dà la vertigine a una povera nota come me?... Ero affacciata dal punto più alto del mondo, quando vidi la tua orecchia: oh, che attrazione!... Mi venne il capogiro...
Gerardino E come mai ti trovavi affacciata dal punto più alto?... Si, come hai detto.
Personaggio Caro, il mondo è tutto in chiave di do.
Gerardino In chiave di do? (ad Anna). Voi che conoscete la musica, che vuol dire?
Anna Le suonate in do sono le più solenni.
Personaggio Le più solenni, le più serie... E il mondo è una cosa seria, molto seria: ed è tutto in do.
Gerardino E tu sei venuta per me?
Personaggio Per voi, signor Gerardino!
Gerardino Ti metti al mio servizio?
Personaggio A vostro completo servizio!
Gerardino E io posso fare di te quello che voglio? Posso regalarti?...
Personaggio A chi volete. (con tono patetico) Purché io non stia troppo lontano dal vostro orecchio!
Gerardino (ad Anna, dopo aver pensato un momento) Lo regalo a voi, il do!
Personaggio(ripetendo la parola col suono) Do.
Gerardino (inebriandosi) Chi, chi può fare regali simili a una donna? Ecco, prendete! Vi dò il do!
Anna Vi sono molto grata, signor Gerardino. Metterò questa graziosa nota sul mio cembalo.
Gerardino Ma se io vi dò il do, ricordate... l'antico motto latino: Do...
Personaggio(ripetendo la parola col suono) Do.
Gerardino ... ut des. Mi capite. Buona notte.
(Esce).
¨ Vedi a pag. 17.