L’enigma del delitto

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IL MATRIMONIO DI ZIO CLODOVEO

L’enigma del delitto

di Palmucci Stefano

Commedia in tre quadri liberamente ispirata al romanzo

"Rebus per un funerale"di Ruth Rendell
L’enigma del delitto

Personaggi:

 - Stanley Manning

 - Vera Kinckaid Manning (la moglie)

 - Maud Kinckaid (la suocera)

 - Ethel Carpenter (l’amica della suocera)

 - Il dottor Moxley

 - Il notaio Wilkins

 - Due becchini

Primo quadro

Un sobborgo di Londra, 1974. Un salotto squallido e datato, con mobili dimessi e spaiati. Una porta verso l’esterno, una verso la cucina e una verso le camere del piano superiore. Al centro un tavolo con una tovaglia chic, un divano con tavolinetto e una Tv. Al tavolo Vera sta preparando la cena, sua madre Maud è seduta su una sedia, ha un bastone sul quale si appoggia per camminare.

Maud:    non c'è bisogno di fare il muso

Vera:     non faccio il muso, mamma, sono stanca.

Maud:    Lo credo bene che lo sei, è ovvio. Lo possono vedere tutti che sei spossata. Se Stanley cercasse di trovarsi un lavoro serio e portasse a casa uno stipendio decente, non avresti bisogno di sgobbare a questo modo

Vera:     (con rassegnazione) ne abbiamo già parlato mi pare…

Maud:    (senza ascoltarla) Non ho mai sentito una cosa simile, una donna della tua età, prossima alla menopausa, tutto il giorno in piedi in quella lavanderia. L'ho già detto e lo ripeto, se Stanley fosse un uomo…

Vera:     Va bene, mamma, lasciamo perdere, ok?

Maud:    (alzandosi e osservando la stanza con disgusto) Guarda in che casa abitiamo. Ho fatto economia e risparmiato denaro tutta la vita perché ci sia qualcosa per te, quando sarò morta. Sai che mi ha detto Ethel Carpenter? "Maud, perché non lo dai a Vee ora che è giovane e può goderlo?"

Vera:     sei buffa mamma, un momento dici che sono vecchia e un momento dopo che sono giovane, a seconda di cosa ti faccia comodo sostenere

Maud    (ignorandola) "Perché non dai adesso quel denaro a Vee?" Ha detto Ethel. "Oh no" - ho detto io - "non lo darei a lei, ma a quel buono a nulla di suo marito. Se lui mettesse le mani sui miei soldi non lavorerebbe più per tutta la vita".

Vera:     puoi spostarti un po’ più in là, mamma, non riesco a prendere il bollitore

Maud:    no, finché sarò viva i miei risparmi resteranno dove sono, investiti in buoni titoli. Quando ti verrà l'esaurimento, perché a questo ti stai avviando, forse allora quello spiantato di tuo marito si rimboccherà le maniche e si deciderà a trovarsi un lavoro come si deve. Questo ho scritto alla mia amica Ethel nella mia ultima lettera.

Vera:     potresti allungarmi quel mestolo, per cortesia?

Maud:    Stanley Manning non avrà un centesimo dei miei soldi. Tu sei tutto per me, Vee. Ciò che è mio è tuo, lo sai. Ma non devi dividerlo con lui: è una canaglia e un avanzo di galera.

Vera:     Stanley è stato in prigione una volta, mamma, una volta sola, lo sai benissimo. E' proprio ingiusto chiamarlo avanzo di galera.

Maud:    ma quante altre volte avrebbe dovuto tornarci se i suoi datori di lavoro non fossero stati teneri come il burro. Tu sai quanto me che è stato licenziato due volte per aver attinto alla cassa.

Vera:     Basta mamma, non voglio sentire insultare ancora mio marito

Maud:    Se non è mai riuscito a tenere un lavoro per più di tre mesi, per quanto modesto esso fosse, un motivo ci sarà. E tra un lavoretto e l'altro trascorre settimane trascinandosi per casa e cercando di risolvere quei suoi cruciverba.

Vera:     Stanley è un buon diavolo, mamma, con la passione delle parole incrociate, che ci vuoi fare? Se ha mai fatto qualcosa di disonesto è stato solo per disperazione.

Maud:    Siediti un attimo, Vee, voglio parlarti, ora che Stanley non può sentirci.

Vera:     non possiamo rimandare a domani?

Maud:    No, non è possibile. Ogni giorno che passi vicino a quell'uomo è un giorno di vita in meno per me, lo sento. Ora ascolta quello che ho da dirti. Stanley mi odia, lo sai. Non che questo non sia reciproco. Ma sono convinta che se ne avesse l’occasione…

Vera:     è inutile che ti ripeti mamma, so cosa vuoi dirmi, ma io non lascerò Stanley, ecco tutto. Te l'ho detto mille volte, non lo lascerò.

Maud:    pensa che vita potremmo fare, Vee, tu ed io. Ho denaro per entrambe. In confidenza ti dirò che sono piuttosto ricca. Non dovresti nemmeno alzare un dito. Avremmo una bella casa nuova.

Vera:     ascoltami mamma: se vuoi darmi un po’ di denaro puoi farlo, io non lo rifiuterò, Dio sa se abbiamo bisogno di tante cose in questa casa. Ma ho sposato Stanley e tu mi hai sempre detto che il matrimonio è eterno

Maud:    Vera, non ti ho mai rivelato quanto possiedo. Se te lo dico non lo riferirai a Stanley vero? Il mio capitale con gli anni è aumentato, ho ventimila sterline in banca, che ne dici?

Vera:     (turbata) sono un bel mucchio di soldi

Maud:    Non dirlo a tuo marito. Se scoprisse che ho tutto questo denaro comincerebbe a studiare il modo per sbarazzarsi di me.

Vera:     ti prego mamma, non ricominciare….

Stanley:  (Entra da fuori, con un giornale in mano. A Vera, a mo' di saluto) Ehi...

Vera:     Hai avuto una buona giornata?

Stanley:  Immerso nel lavoro fino ai capelli dalle nove di stamattina. Sono distrutto ti assicuro. Non è uno scherzo stare fuori tutto il giorno con un tempo simile. Non so per quanto tempo potrò continuare ancora.

Maud:    Ethel Carpenter non ci credeva quando le ho detto che cosa fai per vivere, se si può chiamare vivere. Il benzinaio! Lei ha replicato che è quello che fa il figlio della sua padrona di casa durante le vacanze estive. Ha diciassette anni, è giusto che uno studente si guadagni del denaro per le piccole cose.

Stanley:  Quella vecchia befana di Ethel Carpenter potrebbe anche fare a meno di ficcare il naso nei cavoli miei

Maud:    Non usare questo linguaggio quando parli della mia amica!

Stanley:  E' un lavoro onesto, e molto faticoso se lo vuoi sapere

Maud:    Questo pomeriggio ho fatto quattro chiacchiere con la signora Blackmore, attraverso lo steccato. Mi ha detto che suo marito è venuto a fare benzina nel tuo garage, ma non è stato servito. Ti ha visto, però, e secondo lui dormivi.

Stanley:  non voglio più che tu vada a spettegolare attraverso lo steccato, chiaro? A girare per il mio giardino e calpestare le piante.

Maud:    non è il tuo giardino, è di Vera.

Vera:     finitela, è quasi pronta la cena, vado di là a preparare la tavola. Vi lascio soli dieci minuti, riuscite a non scannarvi?

Stanley:  (sull’uscita di Vera) basta che tu dica a tua madre di lasciarmi in pace e di non provocarmi, per una volta!

Maud:    stai tranquillo, Stanley, non ne vale la pena. Sei solo un pallone pieno d’aria…

Stanley:  (come folgorato) d’aria! Ecco cos’era…(prende il giornale con il suo cruciverba)…dunque, ecco qua…ventiquattro orizzontale…una ragazza "leggera" …cinque lettere…Daria!! (Maud segue il televisore, Stanley continua)…ventuno orizzontale, bagna il Galles….sette lettere… (ci pensa ancora, poi conta con le dita fino a sette)…pioggia! (scrive) …dunque diciassette verticale….un fruttuoso passatempo… (ci pensa un po’) pesca! (e scrive) …ah! completato! (guarda l'orologio e si dirige alla TV) E’ l’ora del mio programma preferito di quiz.

Maud:    Non azzardarti a cambiare canale. E' tutto il giorno che aspetto Augusta Valley. Non voglio stare a guardare quella roba per ragazzi, un mucchio di scolaretti che rispondono a domande sceme.

Stanley:  Chi paga il canone, vorrei sapere?

Maud:    Io pago la mia parte. Ogni settimana consegno la mia pensione a Vee. Mi tengo solo 10 scellini per le piccole spese.

Stanley:  Ora si guarda il quiz!

Maud:    tutta la giornata ho aspettato con ansia il mio sceneggiato

Stanley:  guardalo il pomeriggio, lo sceneggiato, ne danno di bellissimi…

Maud:    Nel pomeriggio faccio il sonnellino, non ho intenzione di cambiare le mie abitudini (Stanley non risponde, preso dal suo quiz, Maud per infastidire comincia a battere il bastone per terra, poi intona un inno a bocca chiusa, sempre più forte)

Stanley:  sta zitta per favore!

Maud:    suonavano quest'inno al funerale di mio padre

Stanley:  me ne infischio anche se lo suonavano al funerale della regina Vittoria, maledizione, adesso non voglio sentirlo perciò taci. Ecco, mi hai fatto perdere il punteggio.

Maud:    (sarcastica) Oh, quanto mi dispiace. So che non mi vuoi qui Stanley, lo hai fatto capire molto chiaramente. Faresti qualsiasi cosa per liberarti di me, non è vero? Rendere la scale sdrucciolevoli o darmi una dose di medicina in più?

Stanley:  L'avrei già fatto se non temessi di finire in prigione. Dovrebbero darmi un premio, invece…

Maud:    (chiamando) Vera, Vera!! Lo senti cosa mi dice? lo senti?

Vera:     (da fuori) Non parla sul serio, mamma, vero Stanley che stai scherzando?

Stanley:  certo che sto scherzando, la verità si dice scherzando, no?

Maud:    solo perché sono vecchia e debole e talvolta ripenso al passato, a quando ero felice…

Stanley:  vuoi stare zitta o devo farti tacere io?

Maud:    non alzare la voce con me, Stanley Manning!

Vera:     (entrando) ma perché, perché voi due non riuscite a venire ad un accomodamento amichevole, come persone ragionevoli? (silenzio dei due) giusto, è vero, avete ragione voi: perché non siete persone ragionevoli

Maud:    ho perso appetito Vera, me ne vado a letto. Vi lascio in pace, te e tuo marito. Non pretendo troppo, vero, se ti chiedo di portarmi una tazza di latte caldo a letto?

Vera:     certo mamma, lo faccio sempre

Maud:    non c'è bisogno di dire "sempre" a quel modo. Preferisco rinunciarci, se lo fai di malavoglia

Vera:     ma che dici, mamma. Davvero non vuoi mangiare niente?

Maud:    Niente cara, mi ritiro nella mia stanza, se si può chiamare così. Mi dispiace se a causa mia Stanley non ha potuto seguire il suo quiz (e se ne va battendo il bastone forte ritmicamente per terra)

Stanley:  (uscita Maud) sono quattro anni, quattro lunghi anni di continuo inferno. Non maledirò mai abbastanza il momento in cui sono stato così stupido ed impulsivo da acconsentire ad ospitarla.

Vera:     Aveva appena avuto l'infarto, Stan

Stanley:  ma si è ripresa magnificamente da quel momento. Non soffre di alcun disturbo, mi sembra, se si esclude quel germe che le sta lentamente mangiando il cervello. Sono due anni che non consulta più un medico, da quando il dottor Bentley ha cessato l'attività. E' in grado di badare a se stessa come ogni altra donna di settantotto anni.

Vera:     E' inutile tornare per la millesima volta sull'argomento. Ormai è fatta. La casa di mia madre è stata venduta e anche tutta la mobilia.

Stanley:  e il ricavato che fine ha fatto? Ha acquistato quei suoi titoli e a noi non passa che le briciole

Vera:     la pensione basta per il suo vitto, Stan

Stanley:  e l'alloggio? E il lavoro che da?

Vera:     è mia madre. E ti prego, sai come è permalosa, non torturarla con quelle tue stupide cattiverie sul fatto che la vorresti morta.

Stanley:  a proposito, hai una sua foto?

Vera:     (lo guarda storto)

Stanley:  non guardarmi a quel modo. E' per il torneo di freccette, giù al pub. Mi riesce più facile fare centro, se appiccico la foto di tua madre sul bersaglio.

Vera:     (a mò di rimprovero) oh, Stan…(si spengono le luci).

Secondo quadro

Stessa scena del primo quadro. Il giorno dopo, nel pomeriggio. Vera e Maud sono visibilmente indaffarate per sistemare la casa, puliscono, sistemano fiori. Entra Stanley da fuori.

Vera:     Stan, sei tornato presto questo pomeriggio, hai mangiato?

Stanley:  Si, un paio di sandwich. Poi ho avuto uno scambio di vedute molto interessante e costruttivo con il mio capo. Anzi, ex-capo. Abbiamo convenuto che quel tipo di lavoro non era abbastanza creativo per me. Meglio così per entrambi, la baracca gli stava andando in malora, era solo questione di tempo.

Vera:     Oh Stan, mi dispiace.

Stanley:  Figurati. Domattina andrò a fare la domanda per il sussidio di disoccupazione. Poi troverò qualcos'altro.

Vera:     L'importante è non scoraggiarsi, vedrai che presto troverai qualcosa di più adatto a te.

Stanley:  certo, ci vuole qualcosa più consono alla mia dimensione, in grado di realizzare le mie potenzialità…

Maud:    è difficile ottenere un lavoro, quando non si hanno le qualifiche. All'Ufficio di collocamento non possono fare miracoli.

Vera:     vedrai che presto salterà fuori qualcos’altro, caro

Maud:    figurati cosa gli importa. Tanto, c'è chi lo mantiene. E adesso ricomincerà a trascinarsi per casa e a riempire quei suoi dannati cruciverba.

Stanley:  Ognuno ha la sua evasione. E la mia è molto economica ed innocua, mi pare. Molto meglio della droga, l'alcol o il tabacco, in ogni caso.

Maud:    sono sicura che riprenderesti anche a bere e a fumare, se te lo potessi permettere.

Stanley:  (ignorandola) ma che fate? Deve arrivare qualcuno?

Maud:    non glielo hai detto?

Vera:     ieri sera mi è proprio uscito di mente, stamani non ci siamo praticamente visti.

Stanley:  detto che cosa?

Maud:    abbiamo deciso di ospitare la mia amica Ethel Carpenter per qualche giorno, arriverà verso le cinque

Stanley:  come?

Vera:     soltanto fino al week end, Stan

Stanley:  ma davvero? Eccomi qui nei guai fino al collo, senza lavoro, a casa senza pace, e ora venite a dirmi che devo ospitare anche quella vecchia bagascia?

Maud:    non usare questo linguaggio in mia presenza. Vera è d'accordo e la casa è sua.

Stanley:  bada ai fatti tuoi, Maud. Questa è una faccenda privata tra me e mia moglie

Maud:    ciò che riguarda Vera, riguarda me. Mai sentito parlare della "carta dei diritti delle donne sposate"? è stata approvata dal Parlamento più di cento anni fa.

Stanley:  tu eri presente a votarla quella legge, vero?

Maud:    Vera potrebbe cacciarti di casa domani, se volesse, buttarti in strada con solo gli abiti che hai indosso

Stanley:  e io potrei metterti in un ricovero di vecchi. Non sono obbligato a tenerti qui, nessuno può costringermi

Maud:    porco! Delinquente! Avanzo di galera!

Stanley:  la partita si gioca in due, Maud Kinckaid.

Maud:    pigro, lazzarone, buono a nulla!

Stanley:  Perfida vecchiaccia, cagna velenosa!

Vera:     tacete e sedetevi!! (i due si voltano a guardarla) grazie. Davvero insolito da parte vostra fare quello che vi chiedo. Ora, ho qualcosa da dirvi. O imparate a vivere insieme come persone civili (Maud fa per parlare) sta zitta mamma. O imparate a comportarvi bene in futuro o io me ne andrò. No, mamma, non con te e nemmeno con Stanley. Me ne andrò via da sola. Questa casa non significa nulla per me. Posso guadagnarmi da vivere. È un bel po’ che lo faccio. Così eccovi serviti. Ancora una lite e faccio i bagagli. Parlo sul serio.

Stanley:  tu non mi lasceresti, vero Vee?

Vera:     Oh sì che ti lascerei. Tu non mi ami. Se io non avessi uno stipendio…e un giorno l'eredità di mia madre, tu spariresti dalla circolazione. E anche tu mamma non mi vuoi bene. Ti piace dominare, fare il padreterno ed essere possessiva. Tutta la vita hai fatto a modo tuo e non puoi sopportare l'idea che qualcuno ti batta al tuo stesso gioco. Vi ho scioccati, vero? Bene, non dimenticate quello che vi ho detto. Ancora un litigio e me ne vado. Un'altra cosa: ospiteremo zia Ethel, non perché lo vuoi tu mamma, ma perché lo desidero io. E' la mia madrina e io le sono affezionata. E come tu fai sempre rilevare, questa è casa mia. Ora vado al lavoro. Potrai ricevere in pace zia Ethel. Stanley non vi disturberà. Sa che parlo sul serio. (prende le sue cose ed esce, silenzio dei due)

Stanley:  (si guarda intorno) chiunque penserebbe che stia per arrivare la regina (si siede ed inizia il cruciverba)

Maud:    potresti darmi una mano a rendere questa casa un po’ più presentabile, ai miei tempi un gentiluomo era orgoglioso di aiutare una vecchia signora

Stanley:  io non sono un gentiluomo, bisogna avere del denaro per essere gentiluomini

Maud:    Oh no, lo si nasce. Tu saresti ordinario anche se fossi ricco.

Stanley:  non ti farebbe male essere un po’ più educata tu stessa!

Maud:    Non riuscirai a rovinarmi la giornata, Stanley, sono troppo eccitata per l'arrivo della mia amica…

Stanley:  invece tu non eri sufficiente per rovinare la mia, hai dovuto chiamare i rinforzi…

Maud:    (si guarda un po’ intorno) Beh, qui ormai è tutto pronto, la camera è sistemata. Ho ancora qualche ora a disposizione, per il mio riposino quotidiano. Devo fare attenzione a non rovinare la messa in piega. Tu cerca di non mettere la casa a soqquadro, nel frattempo. Non voglio vedere in giro quelle tue parole incrociate quando arriverà Ethel.

Stanley:  Non si preoccupi, madame. E bada di non dormire troppo, Dio sa cosa succederebbe se la signora Carpenter dovesse stare ad aspettare sui gradini di casa.

Maud:    Ho il sonno molto leggero. Mi sveglio al minimo rumore. (esce verso le camere)

Stanley:  (al suo cruciverba) …undici orizzontale…esperto in omicidi…perito!! quindici orizzontale…unità navale sottratta al nemico …fregata! Diciotto verticale …si getta nel mar Caspio…tre lettere…amo! Tre verticale…(suonano alla porta) già qua? È in forte anticipo, i vecchi non hanno mai niente da fare…(verso le camere) Maud! Maud! Macché, fino alle cinque non se ne parla, ci vorrebbe una bomba (nuova scampanellata, Stanley va ad aprire)

Ethel:    (sulla porta, con due valigie in mano) quanto tempo ci ha messo

Stanley:  è in anticipo, l'aspettavamo per le cinque

Ethel:    il nuovo pensionante della mia padrona di casa è arrivato prima, così ho pensato che potevo anche mettermi in cammino. Immagino che Maud stia dormendo, non occorre che la svegli. Allora vuole farmi entrare?

Stanley:  prego, lasci che le prenda le valigie

Ethel:    pesanti vero? Mi sono quasi rotta la schiena per trascinarle qui dalla stazione. Non dovrei portare pesi con la mia pressione alta, ma visto che lei non ha neanche la macchina e che non poteva disturbarsi a venirmi a prendere, non avevo molta scelta.

Stanley:  le sarei venuto incontro, solo che l'aspettavo per le cinque.

Ethel:    beh, non occorre che bisticciamo per questo, Maud mi ha avvertito che a lei piace attaccar briga per niente. Ecco, mi vengono di nuovo le vertigini. Mi gira tutto intorno.

Stanley:  vuole sedersi? Oppure accomodarsi nella sua stanza?

Ethel:    ho avuto un paio di capogiri, strada facendo. Avevo duecentocinquanta di pressione l'ultima volta che il dottore me l'ha misurata.

Stanley:  Non vuole togliersi il soprabito?

Ethel:    beh si, grazie. Immagino che Maud riposi, poverina. Ricordo che il pomeriggio lo fa da sempre. Io ero già stata in questa casa, sa? George e Maud mi portarono con loro quando pensavano di comprarla per Vee. (si siede) Lei è di nuovo disoccupato? Credevo avesse trovato un lavoro stabile, anche se umile, alla pompa di benzina.

Stanley:  No, quella era una parentesi assolutamente momentanea, ora sto considerando un paio di proposte….

Ethel:    (con sarcasmo) oh si si…

Stanley:  vuole vedere intanto la sua stanza?

Ethel:    preferirei non fare le scale, in questo momento

Stanley:  Ho paura che Maud si arrabbierà se non l’avverto che è arrivata.

Ethel:    Non si preoccupi, diremo che sono stata io a volerla lasciare dormire. Può darsi che si svegli sentendoci chiacchierare

Stanley:  Non credo proprio. Ci vorrebbe un cannone. Dorme sempre tre ore filate.

Ethel:    Le spiace se usciamo comunque in giardino, a prendere un po’ d'aria? Mi sento di nuovo stordita

Stanley:  a me pare che farebbe meglio a distendersi, se si sente poco bene

Ethel:    (notando una foto su un mobile) anche io ho quella foto. E' accanto al mio letto. Posso vederla meglio? (si alza e le prende un capogiro) Oh santo cielo (cade per terra).

Stanley:  (accorrendo) o perdinci! Signora Carpenter, signora Carpenter!! (si agita, le tasta il posto, capisce che è morta. Verso le camere) Maud, Maud!! svegliati accidenti vecchia balorda!! E' defunta, è decessa, porco cane, che faccio? (si muove nervosamente non sapendo che fare) Avvisiamo i parenti? ma lei non aveva parenti, viveva sola…(si ferma di botto e ripensa a quello che ha detto) non aveva parenti … (si calma, guarda verso le camere rimuginando qualcosa. Poi và al telefono e compone un numero). Pronto? Dottor Moxley? Sono Stanley Manning, Lanchester Road, numero 61…venga subito per carità, è un’emergenza, un infarto fulminante…il defunto? Mia suocera, la madre di mia moglie, Maud Kinkcaid (riattacca, prende una mazza da baseball, poi ci ripensa, la posa e prende un cuscino e si avvia verso le camere. Si spengono le luci.)

Terzo quadro

       Stessa scena. Stanley è seduto ed occupato al suo cruciverba.

Stanley:  diciannove verticale…un buon partito…laburista! Venticinque verticale…la marcia dell'auto alla massima velocità…marcia…funebre! Trentadue orizzontale…(suonano alla porta, Stanley va ad aprire) …Salve dottore, grazie di essere venuto.

Moxley:     dovere, Signor Manning. Dove si trova?

Stanley:  nell'altra stanza (il dott. Moxley entra). Era andata di là e stava finendo di rigovernare, come tutti i giorni. Io ero seduto a questo tavolo quando ho sentito farfugliare, pareva che chiamasse. Quando sono arrivato era in piedi vicino al lavabo, barcollante. Si è portata una mano alla fronte ed è caduta riversa sul pavimento. Quattro anni fa ebbe un infarto

Moxley:     lo so, prima di venire ho dato un'occhiata allo schedario del dott. Bentley, il mio predecessore

Stanley:  se vuole accomodarsi dottore, io preferirei attendere qui

Moxley:     Non si preoccupi, capisco benissimo, faccio da me (esce verso la cucina).

Stanley:  (attende nervosamente, facendo avanti ed indietro, poi va al telefono) Vera, sono Stan…si tratta di tua madre…si purtroppo, un altro infarto. Vieni subito a casa Vee …sì, t'aspetto…(Moxley rientra). Allora? Cos’ è stato, dottore?

Moxley :  trombosi celebrale, non ci sono dubbi. Aveva settant’otto anni, vero?

Stanley:  più o meno (sguardo di Moxley)…più o meno tre mesi fa, li ha compiuti

 Moxley: beh, non mi rimane che compilare il certificato di morte (si mette al tavolo e comincia a scrivere)…una ben triste faccenda per lei, signor Manning. Sua moglie dov'è?

Stanley:  al lavoro, l’ho appena avvertita

Moxley:  cerchi di starle vicino, anche se la signora Kinckaid aveva una certa età non si è mai pronti per questo genere di notizie. Può dirle comunque che è stata una morte rapida, probabilmente senza dolore.

Stanley:  certo, glielo dirò. Aveva avuto tutto dalla vita, non possiamo vivere in eterno.

Moxley:  già. Veniamo tutti falciati come fiori, prima o poi.

Stanley:  (cambiando discorso) dottore, per le formalità…

Moxley:  ora le occorrono queste (consegna due buste a Stanley). Una è per l'impresa di pompe funebri e l'altra dovrà portarla con lei quando andrà a fare registrare il decesso.

Stanley:  Ho capito, grazie dottore.

Moxley:  (fa per uscire) ah, una cosa…non le ho chiesto se voleva sepoltura o cremazione

Stanley:  (dopo un attimo di sconcerto) cremazione…era questo il suo desiderio. Perché lo vuole sapere?

Moxley:  in caso di cremazione la morte deve essere certificata da un altro medico, è la legge. Ci penso io non si preoccupi. Immagino che vi rivolgerete all'impresa di pompe funebri Wood, chiederò al mio collega…

Stanley:  (preoccupato) il dott. Bentley?

Moxley:  il dott. Bentley si è ritirato dall’attività, se ne occuperà il dott. Mc Lellan, della contea di Brixton

Stanley:  ho già chiamato l’impresa, potete indirizzarlo direttamente da loro, dovrebbero essere qui a momenti

Moxley:  d’accordo, la saluto signor Manning e la prego di estendere i sensi del mio cordoglio anche a sua moglie

Stanley:  non mancherò dottore, stia certo. Arrivederci (Moxley esce, Stanley prende il telefono, cerca un numero e lo compone). Pronto, sono Stanley Manning, posso parlare con il Notaio? Sì d'accordo, attendo…notaio Wilkins? Sono Stanley Manning, la volevo informare che oggi purtroppo è venuta a mancare mia suocera, Maud Kinckaid. So che aveva disposto le volontà testamentarie presso il suo studio, e allora volevo sentire quando potremmo venire da lei per…sì, capisco che è un po’ presto ma sa, sono incombenze così tristi e spiacevoli che prima ci togliamo il pensiero, meglio è per tutti…come dice? ah, si, perfetto, se le siamo di strada ben volentieri, più tempestivo di così…allora l'aspettiamo qui da noi…d'accordo Notaio, a più tardi. Grazie. (riattacca, si sfrega le mani, suonano alla porta, Stan va ad aprire)

Becchino1:il Signor Manning? Siamo dell'impresa Wood, è qui che?…

 Stanley: ah si, venite pure dentro (li fa accomodare)….è di là, in quella stanza sotto il lenzuolo, vi dispiace se io non vi accompagno? Scusate ma a me fa un certo effetto. Non sono del mestiere, io.

Becchino1:Stavamo dando un'occhiata alle dimensioni della porta, non credo che riusciremo a passare di qua con le misure che ci ha dato. Ci sono altre uscite della casa?

 Stanley: sì, c'è l'uscita sul giardino che è molto più ampia. Potete posteggiare l'auto nel vialetto sul retro ed arrivare fin giusto nei pressi della porta.

Becchino1:(rivolto al becchino2) Martin, tu porta l'auto nel vialetto, poi io ti apro la porta che dà sul giardino (il becchino2 esce dalla porta principale)

Stanley:  per il pagamento e le altre formalità sono già d'accordo con il signor Wood, passerò domani per regolarizzare ogni aspetto.

Becchino1:deve mettere una firma su questo modulo (Stanley firma e si salutano, il becchino esce verso la cucina)

Stan:     (fregandosi le mani, contento) alè, fuori una. Domattina mi occuperò dell’altra. Una buca in giardino e via. Mi si stanno incastrando tutte alla perfezione, come in un cruciverba (entra Vera).

Vera:     Stan….

Stanley:  (improvvisamente triste) Oh Vee, sono desolato, devi essere forte. Il dottore è appena uscito. Trombosi celebrale, se ne è andata con serenità. Non ha sofferto minimamente

Vera:     (trattenendo le lacrime) dov'è?

Stanley:  di sopra, pare che dorma. Mi occuperò io di tutte le formalità. Ho già dato disposizioni all'impresa di pompe funebri di venirla a prendere domattina. (Vera è come inebetita, esce verso le camere, Stanley va al telefono, cerca un numero e lo compone) Si pronto? Sterlin & Cooper? Sono Stanley Manning, sto al 61 di Lanchester Road, avrei bisogno di tre sacchi di torba per il mio giardino, potete consegnarli domattina?…no! no, alle 8 è troppo presto, c'è ancora mia moglie…è impossibile, dovreste venire più tardi, ma non dopo mezzogiorno. D'accordo, vi aspetto per le dieci. (riattacca, entra Vera)

Vera:     (si siede) avrei voluto essere qui

Stanley:  non avresti potuto fare niente, Vee

Vera:     ha un'espressione molto serena

Stanley:  lo penso anche io. E' in pace ora.

Vera:     povera mamma, mi voleva bene realmente. Faceva tutto con le migliori intenzioni.

Stanley:  già. Purtroppo veniamo tutti falciati come fiori, prima o poi…

Vera:     Santo cielo! Zia Ethel! Me ne ero dimenticata…sono quasi le sei

Stanley:  non credo che verrà, ora…

Vera:     certo che verrà, è solo in ritardo…oh, Stan dovrò darle la notizia

Stanley:  può darsi che non venga

Vera:     non riesco a capire cosa può esserle capitato. Forse dovrei telefonare alla sua padrona di casa.

Stanley:  fossi in te non me ne preoccuperei. Ne abbiamo abbastanza di guai senza che tu debba impensierirti anche per Ethel Carpenter

Vera:     beh…aspettiamo ancora un po’. A che ora viene l'impresa di pompe funebri?

Stanley:  domattina alle dieci

Vera:     dovrò telefonare a Doris per dirle che non vado in negozio. Dio sa come faranno! L'altra ragazza è in ferie.

Stanley:  posso occuparmi io dei necrofori, Vee. Non occorre che tu sia qui quando vengono.

Vera:     non occorre…? Ma è mia madre, Stan!

Stanley:  se devi andare al negozio vai pure, lascia fare a me. Ti terrà la mente occupata e renderà tutto meno penoso

Vera:     forse hai ragione

Stanley:  certo che ho ragione…vuoi che ti prepari un the?

Vera:     no grazie, ora non mi va proprio nulla…vado a prendermi un bicchier d'acqua (esce verso la cucina. Suonano alla porta, Stan va ad aprire)

Stanley:  Oh, notaio Wilkins, buonasera, entri prego…

Wilkins:  Buonasera Signor Manning, mi consenta di porgerle le mie più sentite condoglianze per la triste scomparsa, erano circa sei mesi che non vedevo la signora Kinckaid, da quando venne a trovarmi nel mio studio. Non sapevo che stesse male.

 Stanley: Una cosa improvvisa, Notaio Wilkins. Purtroppo veniamo tutti falciati come fiori, prima o poi.

Wilkins:  Quello che sconcerta è il lassismo di questa amministrazione comunale, che non fa niente per assicurare agli anziani degli spazi vivibili, dei centri sociali, dei momenti di aggregazione…

Stanley:  Mia suocera aveva un problema di deambulazione, che le rendeva comunque difficoltoso ogni spostamento

Wilkins:  ah, ma le amministrazioni moderne in questi campi hanno fatto passi da gigante sa? Ci sono centri di assistenza domiciliare, iniziative basate sul volontariato, purtroppo qui da noi in questi settori siamo ancora fermi al medio evo.

Stanley:  fortunatamente mia suocera viveva in casa nostra e aveva la possibilità di ricorrere a me e mia moglie per le sue commissioni

Wilkins:  già, ma da quando è in carica il consiglio comunale, che si è fatto in materia di politiche a sostegno della famiglia? Glielo dico io: niente, nulla, tabula rase.

Stanley:  Non vogliamo abusare del suo prezioso tempo, Notaio Wilkins, se permette do una voce a mia moglie così possiamo subito aprire la procedura

Wilkins:  Mentre gli altri vanno avanti, guardano verso il futuro, pronti a cogliere nuove opportunità, noi siamo fermi, immobili, anzi facciamo come i gamberi.

Stanley:  Vera!! Vieni un attimo, per favore…gradisce qualcosa da bere, Notaio Wilkins, non che abbiamo molto in casa, in questo momento.

Wilkins:  è difficile avere qualcosa con le misure in vigore. Quell’intelligentone dello sceriffo ha disposto il coprifuoco degli alcolici a partire dalle sette di sera. Un professionista come me, che lavora fino a tardi, come fa a fare la spesa? Così si resta senza neppure una goccia di brandy da offrire agli amici. E con questa misura meramente repressiva, si credono di risolvere le problematiche del disagio giovanile…(entra Vera), oh, buonasera signora Manning, condoglianze vivissime. Avevo appena finito di dire a suo marito quanto io sia dispiaciuto…

Vera:     grazie, Notaio Wilkins

Stanley:  se vuole iniziare, Notaio, noi saremmo pronti

Wilkins:  subito, signori Manning. Dunque. La Signora Kinckaid venne da me circa sei mesi fa e mi consegnò questo documento olografo, incaricandomi di aprirlo in caso di suo decesso, alla vostra presenza. Posso procedere?

Stanley:  Vera?

Vera:     si

Wilkins:  (solenne) Nel nome di Sua altezza serenissima, la regina d'Inghilterra, per i poteri e le facoltà che mi sono conferite in virtù del mio ufficio di pubblico notaio in Londra, accertata l'identità dei convenuti, bla bla bla eccetera, do lettura del documento. (apre la busta). E' indirizzato a lei, signora Manning. "Carissima Vera, se il notaio Wilkins sta leggendo questa lettera, significa che io non sono più di questo mondo. Ti prego di non piangere e di non sentirti triste per me. Ho avuto una buona vita e spero anche una buona morte. Sappi che tutta la mia esistenza, dal momento in cui sei nata e ancor più da quando è venuto a mancare tuo padre, l'ho dedicata a te. Non ti ho mai nascosto la mia delusione per il tuo matrimonio. Me ne sono fatta un cruccio e questo ha rovinato i miei ultimi anni, che avrebbero potuto essere meravigliosi, se li avessimo potuti trascorrere insieme, solo tu ed io. Dio sa se ho cercato di convincerti, ma non ne hai voluto sapere. Hai fatto la tua scelta e l'hai portata fino in fondo. Hai avuto la testa dura e forse so da chi l'hai ereditata. Per queste motivazioni, ti informo che ho provveduto affinché del mio capitale non possa mai beneficiare quel fanfarone che vive con te, ed ho pertanto disposto, in data odierna, la cessione di tutti i miei titoli in favore della mia cara ed unica amica Ethel Carpenter. Se ne avrò bisogno, so che potrò disporne in qualsiasi momento, altrimenti potrà goderne lei, a titolo di riconoscenza per tutte le ore di compagnia e di affettuosa amicizia che mi ha regalato. Con questa disposizione, sono sicura di interpretare anche la tua volontà, in coerenza con la tua scelta di vita. Ti auguro le migliori cose. Mamma". 

Stanley:  (frastornato) chiedo scusa, Notaio Wilkins, quindi mi pare di avere capito che di tutti gli averi della signora Kinckaid, la sua amica Ethel Carpenter è divenuta l'unico….

Wilkins:  …beneficiario

Stanley:  (stranamente, si illumina) beneficiario!! (corre a prendere il giornale) ecco che cosa era il quattordici verticale. Intestatario dell'assegno: Beneficiario!. (scrive contento) Quindi il ventuno orizzontale si incastra la effe, porta…foglio. Il venticinque orizzontale…(sfuma, Vera non realizza, Wilkins osserva, si spengono le luci e cala il sipario)