Scheda copione
Titolo Eventuale sottotitolo |
L’ENTRENEUSE |
Autore ed aventi diritto |
Giuliano Angeletti poetangeletti@gmail.com tel. 3317115597 |
Data pubblicazione |
01.01.2009 |
Anno di stesura |
2006 |
Genere |
dramma |
Atti |
1 |
Durata (minuti) |
40 |
Lingua |
italiano |
Personaggi maschili |
3 |
Personaggi femminili |
1 |
Minimo attori maschili |
3 |
Minimo attrici femminili |
1 |
Premi e riconoscimenti |
|
Depositato S.i.a.e. |
Sezione DOR numero posizione SIAE 198563 Codice Opera 911699A |
Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto Da effettuarsi dalla SIAE |
100% 100% |
Sinossi:chi era l’uomo che incontrò “ l’uomo dal fiore in bocca”? ogni Autore ha proposto un personaggio differente: Angeletti ha posto il protagonista della pièce pirandelliana, in un night club e nel locale conosce un cliente abituale, un tipo strano che tutti chiamano il professore, a lui confida la sua tragica situazione, poi conosce Magda con cui scambia alcune parole. Infine il protagonista Carlo Mariani esce dal locale distrutto dal suo dolore e dai suoi pensieri : e nel club rimangono il professore Mauro Mazzoleni e Magda la bellissima entreneuse, ma chi sono veramente questi due personaggi?
L’ENTRENEUSE
dramma
di Giuliano Angeletti
Numero Posizione SIAE 198563
Codice Opera 911699A
Riscrittura di
“ l’uomo dal fiore in bocca”
di Luigi Pirandello
PERSONAGGI:
CARLO MARIANI ( vestito in abito grigio chiaro)
MAURO MAZZOLENI (vestito in abito bianco)
MAGDA (entrenuse provocante e vestita di giallo)
IL BARISTA
SCENA:
MUSICA DA NIGHT
Al levarsi della tela, in fondo neutro poltroncine e tavolino, al centro dello
stesso una lampada da tavolo di notevole effetto, con la luce soffusa rossa che
traspira tra tende anch’esse rosse: a lato scena, un bancone da bar con
sgabelli alti, un barista vestito di rosso è sempre presente dietro il banco,
ma rimane fermo, immobile come un mimo. L’interno è arredato in rosso. (si
consiglia) durante il dramma di inserire altre due giovani entreneuse che
abbracciate a due avventori, pur non partecipando ai dialoghi, entrano ed
escono dalla scena, animando le pause .
Sono passate da poco le tre: ad intervalli si sentono musiche da locale
notturno.
Carlo Mariani in bocca (vestito di grigio) seduto nella poltroncina del
salottino del night bevendo la sua PepsiCola, osserverà a lungo in silenzio un
uomo in cravatta vestito di bianco che nella poltroncina accanto, sorseggia un
Martini rosso con ghiaccio.
Poco distante la stazione ferroviaria (si sente il rumore dei treni passare)
L’uomo
vestito di bianco guarda l’orologio
CARLO MARIANI .
Ah, lo volevo dire! Lei dunque aspetta un treno?
MAURO MAZZOLENI.
L’Eurostar delle 5.00 ? Arrivo alla stazione alle 23.45 , vedo il treno per la
mia cittadina Arcola quello delle 24.00 , faccio per salire …poi vedo l’insegna
del night
tentenno …. poi , una voce dentro di me mi ha detto:
Mauro vai al night … e prendi il prossimo treno …
CARLO MARIANI.
La vita è fatta di treni presi e non presi!
MAURO MAZZOLENI.
(ironico)
Già! Se treni sono le tentazioni
… io non fuggo le tentazioni ….
CARLO MARIANI.
Lei sembra un uomo soddisfatto di se.
MAURO MAZZOLENI.
(risoluto ma compiaciuto)
Sbaglia! Un uomo non è mai soddisfatto di se. Un uomo è ossessionato
dall’eternità e l’eternità è l’essere ricordato: io posso morire oggi o domani:
ma, la mia arte rimane e rimarrà sempre ed io voglio che si dica che le mie
opere rimangano immortali e che i colori delle mie tele portano valori …a tutto
e alle cose che non hanno propriamente valore…
(agita le mani)
Vede queste mani
(le mostra)
Queste mani … hanno creato …. Hanno salvato … hanno fatto atti … che stupiscono
…
CARLO MARIANI.
Che stupiscono … non capisco! Ma lei chi è?
MAURO MAZZOLENI.
(pieno di se)
Io sono tutto… tutti e nessuno …
CARLO MARIANI.
(stupito)
Capisco ancora meno!
Pausa.
MAURO MAZZOLENI.
I nostri pensieri, le nostre sensazioni e i sogni che facciamo ci trasmettono
delle immagini. Creare delle immagini dipingendo o anche semplicemente giocare
con colori e forme è un sistema ideale per scoprire informazioni che non è
possibile esprimere a parole. Sulla tela: possiamo fare esperienze, attuare
cambiamenti, cogliere l'attimo, rilassarci e scoprire qualcosa di nuovo. I
dipinti non esigono spiegazioni ma i colori ci confrontano e ci sfidano,e lì
l’Artista deve trovare e creare nuove soluzioni.
CARLO MARIANI.
(stupito)
Oh bella! Allora lei è!
MAURO MAZZOLENI.
Si io sono un pittore! E lei!
CARLO MARIANI.
(titubante)
Io sono un idraulico!
MAURO MAZZOLENI.
No! Non deve essere titubante e neppure vergognarsi, lei deve essere orgoglioso
di svolgere un’attività umile ma molto ben retribuita …
CARLO MARIANI.
(timoroso)
No! Io nel corso della mia attività ho conosciuto tanta gente, ma mai un
pittore come lei, un Artista che ricerca e trova se stesso nei colori
MAURO MAZZOLENI.
ricercare l'essenza attraverso i colori: sembra un programma assurdamente
audace ma se lo fai umilmente, con tenacia, magari attraverso l'antica tecnica
di sciogliere un po' di pigmento nell'acqua su di un foglio di carta ... e se
poi aggiungi tuoi pensieri ... io adesso per esempio vedo che lei è vestito di
grigio e il grigio è il colore della tristezza, della solitudine, della
nevrastenia. Un colore decisamente negativo.
CARLO MARIANI.
(stupito)
Ma come ha fatto! Lei è riuscito a capire dal colore del mio vestito il mio
stato d’animo!
(pausa)
io non riuscirei mai ad essere così… creativo …
MAURO MAZZOLENI.
(pieno di se)
Anche un idraulico è un creativo: creare dal nulla un impianto di riscaldamento,
è creatività.
(pausa)
Come va il lavoro! Ma …
(curioso)
cosa cerca di nascondere sotto il baffo?
CARLO MARIANI.
(in imbarazzo)
Niente … non è niente e poi … per quanto riguarda il lavoro, mi sono preso una
pausa di riflessione
MAURO MAZZOLENI.
(tirando fuori in maniera goffa un pacchettino incartato male)
Male … male! Caro signore, non bisogna mai guardarsi indietro!
Io non lo faccio mai! Non serve …
(armeggia con il pacchettino, Carlo Mariani sorride)
La faccio sorridere … io non riesco a fare un pacchetto non dico bene ma almeno
presentabile… vede questo è un regalino per una ragazza che lavora in questo
locale, ed è una donna che mi sta molto a cuore
CARLO MARIANI.
(titubante)
Una …
MAURO MAZZOLENI.
(a voce alta)
Si! Lo dica chiaramente… una puttana ... un uomo è circondato da puttane… mia
moglie era ed è ancora una gran puttana … tutte le donne sono puttane anche le
più puritane… e sua moglie ..
CARLO MARIANI.
(alterato)
Mia moglie! Cosa c’entra mia moglie!
MAURO MAZZOLENI.
(a voce alta)
Si! Sua moglie!
Lei Non sarebbe qua … in questo luogo di piacere se avesse un ottimo rapporto
con sua moglie … lo ammetta …
(cercando di impacchettare il regalo)
Non riesco … proprio
(Pausa.)
CARLO MARIANI.
(con voce soffocata da un singulto)
Mia moglie …
Mia moglie … non voglio parlare di mia moglie…
(animoso)
Certo che un uomo di mondo come lei,
non ha quell’ arte speciale che mettono le giovani di negozio nell'involtare la
roba venduta...
(Pausa.)
(Pausa.)
Che mani! Un bel foglio grande di carta doppia, rossa, levigata... ch'è per se
stessa un piacere vederla... così liscia, che uno ci metterebbe la faccia per
sentirne la fresca carezza... La stendono sul banco e poi con garbo disinvolto
vi collocano su, in mezzo, la stoffa lieve, ben piegata. Levano prima, da
sotto, col dorso della mano, un lembo; poi, da sopra, vi abbassano l'altro e ci
fanno anche, con svelta grazia, una rimboccaturina, come un di più per amore
dell'arte; poi ripiegano da un lato e dall'altro a triangolo e cacciano sotto
le due punte; allungano una mano alla scatola dello spago; tirano per farne
scorrere quanto basta a legare l'involto, e legano così rapidamente, che lei
non ha neanche il tempo d'ammirar la loro bravura, che già si vede presentare
il pacco col cappio pronto ad introdurvi il dito.
MAURO MAZZOLENI.
Eh, si vede che lei ha prestato molta attenzione alle giovani commesse, magari
anche con belle gambe.
CARLO MARIANI.
no ma non solo per questo …non mi fraintenda … Io? Caro signore, giornate
intere ci passo. Sono capace di stare anche un'ora fermo a guardare dentro una
bottega attraverso la vetrina. Mi ci dimentico. Mi sembra d'essere, vorrei
essere veramente quella stoffa là di seta... quel bordatino... quel nastro
rosso o celeste che le giovani di merceria, dopo averlo misurato sul metro, ha
visto come fanno e se lo raccolgono a numero otto intorno al pollice e al
mignolo della mano sinistra, prima d'incartarlo.
(Pausa.)
Guardo il cliente o la cliente che escono dalla bottega con l'involto appeso al
dito o in mano o sotto il braccio... li seguo con gli occhi, finché non li
perdo di vista... immaginando... — uh, quante cose immagino ! Lei non può
farsene un'idea.
Pausa. — Poi, cupo, come a se stesso:
Ma mi serve. Mi serve questo.
MAURO MAZZOLENI.
Le serve? Scusi... che cosa?
CARLO MARIANI.
Attaccarmi così — dico con l'immaginazione — alla vita. Come un rampicante
attorno alle sbarre d'una cancellata.
(Pausa.)
Ah, non lasciarla mai posare un momento l'immaginazione: — aderire, aderire con
essa, continuamente, alla vita degli altri... — ma non della gente che conosco.
No, no. A quella non potrei! Ne provo un fastidio, se sapesse, una nausea. Alla
vita degli estranei, intorno ai quali la mia immaginazione può lavorare
liberamente, ma non a capriccio, anzi tenendo conto delle minime apparenze
scoperte in questo e in quello. E sapesse quanto e come lavora! fino a quanto
riesco ad addentrarmi! Vedo la casa di questo e di quello; ci vivo; mi ci sento
proprio, fino ad avvertire... sa quel particolare alito che cova in ogni casa?
nella sua, nella mia. — Ma nella nostra, noi, non l'avvertiamo più, perché è
l'alito stesso della nostra vita, mi spiego? Eh, vedo che lei dice di si...
MAURO
MAZZOLENI.
Sì, perché... dico, deve essere un bel piacere codesto che lei prova,
immaginando tante cose...
CARLO MARIANI
(con fastidio, dopo averci pensato un po').
Piacere? Io?
MAURO MAZZOLENI.
Già... mi figuro...
CARLO MARIANI.
Mi dica un po'. È stato mai a consulto da qualche medico bravo?
MAURO MAZZOLENI.
Fortunatamente no!
CARLO MARIANI.
Non s'allarmi! Glielo domando per sapere se ha mai veduto in ambulatorio di
questi medici bravi la sala dove i clienti stanno ad aspettare il loro turno
per essere visitati.
MAURO MAZZOLENI.
(sorridendo)
A volte capita di frequentare quelle salette
CARLO MARIANI.
Bene. Non voglio sapere. Dico, quelle sale...
(Pausa.)
Ci ha fatto attenzione? Divano di stoffa scura, di foggia antica... quelle
seggiole imbottite, spesso scompagne... quelle poltroncine... È roba comprata
di combinazione, roba di rivendita, messa lì per i clienti; non appartiene mica
alla casa. Il signor dottore ha per sé, per le amiche della sua signora, un ben
altro salotto, ricco, bello. Chi sa come striderebbe qualche seggiola, qualche
poltroncina di quel salotto portata qua nella sala dei clienti a cui basta
questo arredo così, alla buona, decente, sobrio. Vorrei sapere se lei, quando
di rado , per fortuna guarda attentamente la poltrona o la seggiola su cui
stette seduto, aspettando.
MAURO MAZZOLENI.
Io no, veramente...
e poi non tutte le sale d’aspetto sono così,
ci sono sale comode con un arredamento alla moda,
con assistenti che offrono bibite, caffè o the … io a Zurigo …
CARLO MARIANI.
Eh già! A Zurigo … ma non in Italia …
MAURO MAZZOLENI.
(alterato)
Non è vero! Io sono stato in una Clinica Privata a Milano …
CARLO MARIANI.
( ironico)
In una clinica privata a Milano…
io non posso permettermelo …
io sono abituato all’ arredamento scarno della pubblica sanità
e a quelle poltrone di seconda mano …
(Pausa.)
Ma neanche i malati spesso ci badano, compresi come sono del loro male.
(Pausa.)
Eppure, quante volte certuni stanno lì intenti a guardarsi il dito che fa segni
vani sul bracciuolo lustro di quella poltrona su cui stanno seduti! Pensano e
non vedono!
(Pausa.)
Ma che effetto fa, quando poi si esce dalla visita, riattraversando la sala, il
rivedere la seggiola su cui poc'anzi, in attesa della sentenza sul nostro male
ancora ignoto, stavamo seduti! Ritrovarla occupata da un altro Paziente, anch'esso
col suo male segreto; o là, vuota, impassibile, in attesa che un altro
qualsiasi venga ad occuparla. —
(Pausa.)
Ma che dicevamo? Ah, già... Il piacere dell'immaginazione. — Chi sa perché, ho
pensato subito a una seggiola di queste sale di medici, dove i clienti stanno
in attesa del consulto!
MAURO MAZZOLENI.
Già... veramente...
CARLO MARIANI.
Non vede la relazione? Neanche io.
(Pausa.)
Ma la relazione, forse, può esser questa, guardi: — Avrebbero piacere quelle
seggiole d'immaginare chi sia il cliente che viene a sedersi su loro in attesa
del consulto? che male covi dentro? dove andrà, che farà dopo la visita? —
Nessun piacere. E così io: nessuno! Vengono tanti clienti, ed esse sono là,
povere seggiole, per essere occupate. Ebbene, è anche un'occupazione simile la
mia. Ora mi occupa questo, ora quello. In questo momento mi sta occupando lei,
e creda che non provo nessun piacere ad essere qui seduto in questo divano, in
un luogo che non sento mio, perché io sono qui solo per provare emozioni, prima
che il signore mi chiami.
MAURO MAZZOLENI.
(tra se e se e facendo il gesto)
Uh, che palle!
(entra Magda provocante, vestita di giallo)
MAGDA.
(bacia il professore)
Bentornato Amorino, bevi !
MAURO MAZZOLENI.
ora no più tardi …Sei sempre più bella Magda
(Magda si siede sulle ginocchia di Mauro Mazzoleni)
MAGDA.
Sai che sono pagata per farvi bere
MAURO MAZZOLENI.
(rivolto a Magda)
Un Martini …
(rivolto a Carlo Mariani)
e lei prende qualcosa … ( Carlo non risponde)
(rivolto a Magda)
e per te Magda
MAGDA.
Si un Martini anche per me … e per lei …
CARLO MARIANI.
Per me un’orzata … con la cannuccia
MAURO MAZZOLENI.
Un’orzata … non capisco … e lei viene in questo posto e prende un’orzata
MAGDA.
Ho capito vado a prendere un altro Martini
(Magda esce di scena)
CARLO MARIANI.
(Rivolto a Mazzoleni).
Caro signore
(Pausa.)
Riprendendo il discorso di prima
(Pausa.)
Io le dico che ho bisogno d'attaccarmi con l'immaginazione alla vita altrui, ma
così, senza piacere, senza punto interessarmene, anzi... anzi... per sentirne
il fastidio, per giudicarla sciocca e vana, la vita, cosicché veramente non
debba importare a nessuno di finirla.
Con cupa rabbia:
E questo è da dimostrare bene sa? con prove ed esempi continui, a noi stessi,
implacabilmente. Perché, caro signore, non sappiamo da che cosa sia fatto, ma
c'è, c'è, ce lo sentiamo tutti qua, come un'angoscia nella gola, il gusto della
vita, che non si soddisfa mai, che non si può mai soddisfare, perché la vita,
nell'atto stesso che la viviamo, è così sempre ingorda di se stessa, che non si
lascia assaporare.
Il sapore è nel passato, che ci rimane vivo dentro. Il gusto della vita ci
viene di là, dai ricordi che ci tengono legati. Ma legati a che cosa? A questa
sciocchezza qua... a queste noje... a tante stupide illusioni... insulse
occupazioni... Sì, sì. Questa che ora qua è una sciocchezza... questa che ora
qua è una noja... e arrivo finanche a dire, questa che ora è per noi una
sventura, una vera sventura... sissignori, a distanza di quattro, cinque, dieci
anni, chi sa che sapore acquisterà... che gusto, queste lagrime... E la vita,
perdio, al solo pensiero di perderla... specialmente quando si sa che è
questione di giorni...
A questo punto dal cantone a destra sporgerà il capo a spiare la donna vestita
di nero.
Ecco... vede là? dico là, a quel cantone... vede quell'ombra di donna? — Ecco,
s'è nascosta!
MAURO MAZZOLENI.
(ironico)
Come? Chi... chi è!
(ride)
ma scherza è solo Magda che torna con i “ Martini”
CARLO MARIANI.
Non l'ha vista? S'è nascosta.
MAURO MAZZOLENI.
Magda?
(entra in scena Magda con i Martini)
MAGDA.
ecco i “ Martini”
CARLO MARIANI.
Grazie
MAGDA.
Questo è per te ciccino
MAURO MAZZOLENI.
Grazie … mia cara
MAGDA.
Ciccino vai un attimo nel separè, c’è Natascia che vuole parlarti
MAURO MAZZOLENI.
Vuole parlarmi! E in privato …
MAGDA.
(ammonendolo)
vuole solo che gli fai una visita
MAURO MAZZOLENI.
In tutto il corpo naturalmente
MAGDA.
Si
MAURO MAZZOLENI.
Io vado … ma … sai che amo solo te
(e si baciano)
(rivolto al uomo dal fiore)
Io purtroppo devo lasciarla …
CARLO MARIANI.
Prego
MAGDA.
Vai pure passerotto, rimango io con lui
MAURO MAZZOLENI.
Aspettami Magda, tieni questo regalino (da il pacchetto all’ entreneuse)
MAGDA.
Si ciccino
(Mauro Mazzoleni esce di scena)
MAGDA.
(curiosa)
Voglio vedere cosa mi ha regalato il mio ciccino
(apre il pacchetto)
Uhhh … un colliè di diamanti
CARLO MARIANI.
lo metta
MAGDA.
(lo redarguisce)
I diamanti non si mettono, si indossano
(fa l’atto di indossarlo)
CARLO MARIANI.
Posso aiutarla
MAGDA.
Si!
(Carlo Mariani da una mano a Magda ad indossare il diamante)
Come mi sta?
CARLO MARIANI.
Benissimo
MAGDA.
Che uomo meraviglioso che è il professore
CARLO MARIANI.
lei ne è innamorata e lui non mi sembra da meno
MAGDA.
(compiaciuta)
Si
CARLO MARIANI.
(ironico)
Io mi domando… sempre come fa … un uomo…così altolocato come il professore a …
MAGDA.
(alterata)
Ad innamorarsi, di una puttana, come dice lei,
ad innamorarsi di una donna che ha avuto molti uomini… e allora!
CARLO MARIANI.
(ironico)
(ride)
Mi scusi… non volevo e poi non sono cose che mi riguardano ..
MAGDA.
(alterata)
Bravo non sono cose che la riguardano … e poi …il professore è un mio preferito
… e poi è così carino …
CARLO MARIANI.
(ironico)
Le piace questa vita
MAGDA.
(alterata)
Come fa a piacermi …
io come una schiava devo condividere il letto con uomini avidi di perversioni
cosa crede che mi piaccia essere preda di avide di mani che ti toccano bramose,
mani che ti esplorano con ruvide carezze ferendo il mio destino
non è una scelta essere qui con lei in questo momento,
non è una scelta essere costretta per dolore o per amore …
a baciare a succhiare membri sensibili di uomini insensibili,
uomini che si inginocchiano e ti esplorano morbosamente la fessura
ed io costretta a sorridere soffocata dalla loro ventura
CARLO MARIANI.
(ironico)
se il suo pittoresco mestiere non le piace può sempre cambiare,
andare a pulire le scale o cercare qualche altro umile lavoro
MAGDA.
(calma)
Non posso, almeno per questo anno non posso: ed è una mia scelta
(Magda nota una borsa di nylon con delle lastre e dei fogli)
Posso vedere …
CARLO MARIANI.
No …
MAGDA.
(calma)
Posso …
(allunga la mano e prende le diagnosi )
(legge in silenzio e rivolto al uomo dal fiore)
Purtroppo non dicono niente di bene, lo sa … lei è qui non per piacere ma per
soffocare il dolore sia fisico che morale, abbiamo parlato poco ma non e detto
che non la conosca, mi basta poco per conoscere gli uomini. E stato lei ad
abbandonare la moglie forse per tenerla all’oscuro del suo male e non mi dica
che non e vero, lei sente a volte dei dolori fortissimi e la prescrizione di
questi farmaci ne sono la prova 2 pastiglie prima di andare a dormire non più
di 4 se ne sente il bisogno. In quanto al medico … non doveva fermarsi li …
esistono anche degli specialisti. Adesso vada a casa e torni da sua moglie che
l’aspetta a braccia aperte … e mi raccomando, prenda le pillole.
CARLO MARIANI.
Mia moglie, già….
E poi i medici …
non ho i soldi per permettermi un consulto con dei luminari …
e poi … non accetto consigli da …
MAGDA.
Una puttana …. Ho capito
CARLO MARIANI.
(piange)
Adesso … signorina se ne vada , voglio stare solo e bere in pace
MAGDA.
Non posso andare via io sono pagata per tenerle compagnia.
CARLO MARIANI.
Allora rimanga in silenzio
(pausa , entra Mauro Mazzoleni)
MAURO MAZZOLENI.
(gioioso e con il bicchiere in mano) tutto fatto, niente di grave … ma
Magda, sei bellissima … e in quanto a lei non voglio vedere musi, si diverta …
(Pausa.)
MAGDA.
Ciccino, il signore ha bisogno solo di tornare da quella povera donna di sua
moglie.
MAURO MAZZOLENI.
Povera donna!
CARLO MARIANI.
Ma che povera signora!
Io l’ho lasciata quella povera signora che vorrebbe, capisce? ch'io me ne
stessi a casa, quieto, tranquillo, a coccolarmi in mezzo a tutte le sue più
amorose e sviscerate cure; a godere dell'ordine perfetto di tutte le stanze,
della lindura di tutti i mobili, di quel silenzio di specchio che c'era prima
in casa mia, misurato dal tic-tac della pendola del salotto da pranzo. — Questo
vorrebbe! Io domando ora a , lei, per farle intendere l'assurdità... ma no, che
dico l'assurdità! la macabra ferocia di questa pretesa, le domando se crede
possibile che le case d'Avezzano, le case di Messina, sapendo del terremoto che
di lì a poco le avrebbe sconquassate, avrebbero potuto starsene tranquille
sotto la luna, ordinate in fila lungo le strade e le piazze, obbedienti al
piano regolatore della commissione edilizia municipale. Case, perdio, di pietra
e travi, se ne sarebbero scappate! Immagini i cittadini di Avezzano, i
cittadini di Messina, spogliarsi placidi placidi per mettersi a letto,
ripiegare gli abiti, mettere le scarpe fuori dell'uscio, e cacciandosi sotto le
coperte godere del candor fresco delle lenzuola di bucato, con la coscienza che
fra poche ore sarebbero morti. — Le sembra possibile?
MAURO MAZZOLENI.
Ma forse la sua signora...
CARLO MARIANI.
Mi lasci dire! Se la morte, signor mio, fosse come uno di quegli insetti
strani, schifosi, che qualcuno inopinatamente ci scopre addosso... Lei passa
per via; un altro passante, all'improvviso, lo ferma e, cauto, con due dita
protese le dice: —
« Scusi, permette? lei, egregio signore, ci ha la morte addosso ». E con quelle
due dita protese, la piglia e butta via... Sarebbe magnifica! Ma la morte non è
come uno di quegli insetti schifosi. Tanti che passeggiano disinvolti e alieni,
forse ce l'hanno addosso; nessuno la vede; ed essi pensano quieti e tranquilli
a ciò che faranno domani e domani l'altro. Ora io
Si alzerà.
caro signore, ecco... venga qua...
Lo farà alzare e lo condurrà vicino alla lampada rossa posizionata sul tavolino
da salotto.
Qua sotto questa lampada rossa... venga... le faccio vedere una cosa... Guardi,
qua, sotto questo baffo... qua, vede che bel tubero violaceo? Sa come si chiama
questo? Ah, un nome dolcissimo... più dolce d'una caramella: — Epitelioma, si
chiama. Pronunzi, sentirà che dolcezza: epitelioma... La morte, capisce? è
passata. M'ha ficcato questo fiore in bocca, e m'ha detto: « Tientelo, caro:
ripasserò fra otto o dieci mesi! »
Poi con ira:
A casa io non ci torno. Ho bisogno di starmene qua dentro, e visitare altri
luoghi, conoscere gente, anche puttane per colmare tutto il vuoto che ho
dentro... lei lo capisce, posso anche ammazzare uno che non conosco...capisce:
cavare la rivoltella e ammazzare uno che come lei, che per disgrazia, abbia
perduto volutamente il treno...
(Riderà)
No no, non tema, caro signore: io scherzo!
(Pausa.)
Me ne vado.
(Pausa.)
Ammazzerei me, se mai...
(Riderà)
(Pausa.)
Mi ossequi professore dei colori, ed anche a lei signorina.
(Pausa.)
E mi faccia un piacere, domattina, quando arriverà in Liguria Mi figuro che
Arcola disterà un poco dalla stazione. — All'alba, lei può fare la strada a
piedi. — Il primo cespuglietto d'erba su la proda. Ne conti i fili per me.
Quanti fili saranno, tanti giorni ancora io vivrò.
(Pausa.)
Ma lo scelga bello grosso, mi raccomando.
(Ride) Poi:
Buona notte, caro signore, anzi buon giorno visto che siamo quasi all’alba… i
miei ossequi bella signorina
E s'avvierà, canticchiando, verso il cantone di destra, seguito con gli occhi
dal professore e da Magda quasi basiti.
(Carlo Mariani esce di scena, rimangono in scena Mauro Mazzoleni e Magda)
(lunga Pausa.)
MAGDA.
Ciccino non dici niente …
MAURO MAZZOLENI.
E cosa dovrei dire!
MAGDA.
Io ho provato, ma per lui sono solo una puttana?
MAURO MAZZOLENI.
Mai fidarsi delle apparenze!
adesso dimmi …
Quel povero uomo?
MAGDA.
E’ affetto da Epitelioma ..
MAURO
MAZZOLENI.
Sentiamo?
MAGDA.
Esistono due tipi istologici di epiteliomi, quelli basocellulari e quelli
spinocellulari. I secondi sono più aggressivi dei primi, e quindi molto più
velocemente si espandono e a volte, seppur raramente, possono riprodursi nei
linfonodi vicini alla lesione.
MAURO MAZZOLENI.
Vai avanti?
MAGDA.
Morfologicamente invece gli epiteliomi si distinguono in nodulari, piani
(cicatriziali), sclerodermiformi e pigmentati, e tutti questi possono essere
ulcerati o non ulcerati.
Ed ora cominciamo col prendere visione di una galleria di epiteliomi:
i basocellulari (basaliomi): in questo caso, il sanguinamento che si presenta ,
è un segno di avanzamento delle lesioni, e si vede soprattutto in quelle
trascurate per troppo tempo.
MAURO MAZZOLENI.
E il nostro caso?
MAGDA.
Gli epiteliomi spinocellulari (o spinaliomi), come nel caso del nostro presunto
paziente, dico presunto perché se ne è andato, hanno caratteristiche più
aggressive, e, seppur raramente, si può trovare qualche fenomeno di
metastatizzazione a carico dei linfonodi, per esempio del collo in caso di
epiteliomi spinocellulari del volto. La maggior velocità della progressione
rispetto ai basaliomi fa si che il tumore giunga al dermatologo in fase già
avanzata e spesso ulcerata.
Un tipo particolare di epitelioma spinocellulare, localizzato al labbro, è il
cosiddetto "Cancro del fumatore", che non è quello polmonare ma
quello del labbro che insorge tipicamente nel fumatore di sigaro e/o di pipa
MAURO MAZZOLENI.
Bravissima Magda!
sei pronta per l’esame… ma ti sei dimenticata di dire che visibilmente si
notano nel paziente i linfonodi ingrossati sul collo … ed un degrado fisico
indice di una degerazione del male … negli epiteliomi le metastasi sono rare …
e qui … purtroppo ne abbiamo avuto un caso …
(Pausa.)
Magda …Sono convinto che tu diventerai un buon medico
(Pausa.)
MAGDA.
Non sono ancora medico.
Io penso a quel poveraccio
avrà forse sei mesi di vita
MAURO MAZZOLENI.
Forse anche meno …
(Pausa.)
Comunque
Brava Magda
MAGDA.
Brava …
Mi mancano ancora due esami e poi la tesi …
che preparerò con te naturalmente ..
(Pausa.)
E poi!
MAURO MAZZOLENI.
Eserciterai nella mia clinica Dermatologica a Zurigo
e sorpresa ….
diventerai mia assistente
(Pausa.)
MAGDA.
Ciccino …
ma se volevi ….
potevi aiutare quel poveraccio
MAURO MAZZOLENI.
Si è vero Ciccina
potevo: ma sono in ferie … e poi …
(Pausa.)
MAGDA.
E poi …
(Pausa.)
MAURO MAZZOLENI.
Non hai visto quel derelitto : Non ha neppure i soldi per un giorno di degenza
nella mia clinica…
(entrambi ridono di gusto)
MAGDA.
Ma il giuramento di Ippocrate…
MAURO MAZZOLENI.
Ma hai proprio voglia di scherzare!
Adesso andiamo “ topina” ti voglio bene
( Il professore e Magda sorridenti escono di scena accompagnati da musica da
night)
(il barista si anima, con uno strofinaccio pulisce un bicchiere e con calma
esce con un vassoio e due bicchieri)
SIPARIO