L’erba miraculusa

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“L’ERBA MIRACULUSA”

“L’ERBA  MIRACULUSA” di Alfredo Caprani

libero adattamento de “LA MANDRAGOLA” di Niccolò Machiavelli

prima scena

tutta la commedia si svolge in una piazza alla quale confluiscono tre vie. Entrano Lionello La Corte, signore di bell’aspetto e benestante seguito da Tonio, suo servitore sciancrato e muto che si esprime con gesti, espressioni verbali difficilmente comprensibili  e qualche verso.

LIONELLO     caro il mio fidato Tonio, immagino il tuo stupore per la mia improvvisa partenza da Roma per ritornare in questo sperduta cittadina lombarda che ha dato i nostri natali…

TONIO           (annuisce esprimendo curiosità)

LIONELLO       se non ti ho mai dato spiegazioni finora, non è stato per mancanza di fiducia ma perché ritengo che se si desidera che le cose non si sappiano, sia bene non dirle…

TONIO           (grattandosi la testa non ne capisce il senso)

LIONELLO    …anche se di te mi posso fidare…in quanto essendo muto, difficilmente potrai parlare…

TONIO             eh…eh…eh!

LIONELLO      …ma ora, avendo bisogno del tuo aiuto, ti voglio dire tutto…

TONIO             (felice e curioso) sì…sì…sììì…dice…tuto…

LIONELLO      …tu sai che, da quando avevo dieci anni e sono morti i miei genitori, fui mandato a Roma dai miei parenti dove rimasi vent’anni…

TONIO              (tristemente ricorda) eh…sì…

LIONELLO        ed a Roma capitò un certo Camillo Coli, il quale, come altri nostri corregionali…

TONIO             (non comprende) eh!?

LIONELLO         corregionali…della nostra regione…lombardi, insomma!

 

TONIO                ah! Sì…sì…

1

LIONELLO        …ecco! Ebbene, un giorno, questo messer Coli, conoscendo la mia origine, mi disse che nella stessa città abitava un suo vecchio e lontano zio…

TONIO                hittà!? (con gesti chiede quale città) …uale hittà?

LIONELLO        questa, no! La nostra…

TONIO                ah! Sì…sì…

LIONELLO        …e questo zio, di nome Pietro Coli, sposò una giovanissima e meravigliosa creatura di nome Candida…nominò questa creatura facendole tante lodi di bellezza e costume, che mi lasciò strabiliato…in me lasciò tanto desiderio di vederla che ho lasciato ogni impegno e mi sono trasferito qui…

TONIO      (finalmente comprende quel trasferimento repentino) ah…dèss…àpicco…

(scorrendo il pollice sulla guancia)…fubbo…eh!

LIONELLO     …già!…e qui ho scoperto che tutte le cose belle che Camillo mi disse di quella donna, in realtà sono assai minori della verità

TONIO                (esprime stupore)   ooooh!

LIONELLO      …sì, caro Tonio…e da quando l’ho vista, il mio cuore si è acceso di tanto desiderio che non riesco a contenere…e mi sono innamorato

TONIO               (gli chiede che intenzioni avrebbe) …dèss…voi…che faaré...

LIONELLO        che ne so...ed ahimé, ho pochissime speranze

TONIO                pecché?

LIONELLO        ti dirò. Per prima cosa mi è contraria la sua natura, è una donna onestissima ed avversa alle avventure amorose, inoltre è molto religiosa...

TONIO               (comprende le difficoltà)  mmmh...

LIONELLO        ...inoltre ha un marito ricchissimo che l’ascolta e la soddisfa in ogni cosa pur non essendo più giovane ma non del tutto vecchio...

TONIO                ahi...ahi...ahi..

 

LIONELLO        ...e poi, non frequenta feste o altri piaceri di che usano dilettarsi le giovani donne, senza contare che non si circonda di nessuno, sia fante che famiglio o artigiano per lavori manuali e servili...insomma, non c’è possibilità di corruzione

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TONIO               (gli chiede con gesti come cavolo potrà arrivare a quella donna)

LIONELLO         due cose mi fanno ben sperare; l’una è la semplicità e, dicono, la stupidità del marito che, benché abbia studiato, è il più sciocco della città e l’altra è la voglia che tutti e due hanno d’avere figli. Sono sposati ormai da sei anni ed hanno uno sviscerato desiderio d’avere degli eredi

TONIO               (gli suggerisce, sempre mimicamente, di “buttarsi” nell’avventura)

LIONELLO         già! Pare facile...ma ora, attendiamo il risultato della prima mossa

TONIO                (non comprende) ùale...òssa?

LIONELLO         tu la conosci Orsola?

TONIO                 (annuisce)

LIONELLO          mi sono affidato anche a lei

TONIO         (mettendolo in guardia gli raccomanda “attenzione” a certi personaggi

LIONELLO         sì, hai ragione...lo so che è poco raccomandabile...è una trafficona, una sensale e mediatrice di matrimoni e fa anche la guaritrice...la santona...insomma, è una che vive di maneggi e sempre alla ricerca di raggiri per danaro...comunque, essendo una donna arguta e piacevole, è riuscita a carpire la fiducia di messer Pietro Coli...e quell’Orsola, lo beffa e lo burla di continuo; gli promette guadagni facili, salute florida con incantesimi, serenità familiari, futuro radioso e lui, il bacucco, la compensa con danaro...ebbene, io quest’Orsola, me la sono fatta amica...

TONIO             (consigliandolo di fare attenzione ai denari)

LIONELLO      non preoccuparti. Le ho promesso una buona somma di denaro a cosa riuscita

TONIO              (quale cosa?)

LIONELLO       ha promesso di persuadere messer Pietro d’andare con sua moglie alle cure termali in qualche località rinomata

TONIO            (e voi che c’entrate?)                                                                            

LIONELLO        ci andrei anch’io! La villeggiatura induce a festeggiamenti, alla vita mondana, ai piaceri...io prenderei famigliarità con il marito...conoscerei la moglie e da cosa nasce cosa

TONIO             ah! (comprende la “furbata”)                                                              

3

LIONELLO         Orsola è andata da Messer Pietro per assaggiare il terreno su questo progetto e m’ha detto che mi darà risposta

TONIO               (vede fuori scena i due che stanno arrivando e lo indica a Lionello)

LIONELLO        ecco, stanno arrivando...voglio nascondermi ed attendere che messer Pietro se ne vada e poter parlare liberamente con Orsola. Tu Tonio, vai a casa.

(i due escono mentre dalla parte opposta entrano messer Pietro e Orsola)

PEDAR              oh cara la mia tusa, ti ta parlat bèn, ma mì per dì la verità, a naria minga taant vulentera

ORSOLA               perché?

PEDAR               perché, perché! Perché mì a ma dispiaas a nà via de cà. Trasferì tütt...i vestii, i mobil, tirà fö ul cavàll, la carozza...

ORSOLA              ma per passà quindàss dì ai cüür termmaj l’è necessari bütà in pè tütt stù casòtt?

PEDAR                 pö, ma toca tirà a dréé anca la suocera, ul gàtt...

ORSOLA              la suocera la stà a cà a cürà ul gàtt se nò la cà la sa riempìss de ràtt

PEDAR                no, no, cerca de truvà un quajaltar rimedi

ORSOLA             ma anca i dutuur, quii veri, quii che ànn stüdiaa a disan che le terme fànn ben per la gravidanza

PEDAR               e sa po’ minga purtà chì l’acqua?

ORSOLA            purtà chì l’acqua? Ma tì a ta büsciat! Adèss a nèmm cunt i asnìtt e i sedei avanti e indréé a purtà l’acqua per fa i bagni termali...

PEDAR                 perché no?

 

ORSOLA              ma perché la cüra la sa fa indua gh’ìnn i surgeent e i funtànn; pö, gh’è l’aria bona, gh’ìnn i dutuur e tütt per cüràss

PEDAR              e pö, l’è tropp luntànn; ga vörerà trii o quatar dì de viagg

ORSOLA            e magari ul viagg ispira anca la gravidanza

PEDAR              no, no, l’è tropp cumplicaa. Ta ‘l séét che mì a gh’ù tantu desideri de avecch un fiöö e sùmm dispost a tütt ma...ma...                                                            4

ORSOLA           ma...ma...cussè!?

PEDAR              ...ma gh’ù minga vöja de ‘ndà via de cà mia

ORSOLA           ta séét propi un pruvincialòtt. Sempar chì in stù paees. A ta va via anca l’ispiraziùn de fa un fiöö. Vànn, vànn a parlacch ala tua dòna e ta vedaréé se l’è minga prunta a partì per andà in vilegiatüra alle  terme e restà incinta

PEDAR             mì a vuu a dumandagal ma intaant, pröva a parlà cun tütt i maestri dela medicina che ta cunossat e dumandach eventualmeent in che terme sarà mej andà...anca se gh’ù minga vöja

ORSOLA              ma alura! Ta gh’èt vöja o minga vöja de ‘ndà a sti terme?

PEDAR                 mì gh’ù minga vöja, però a ga ‘l dumandi ala mia dòna

ORSOLA              ma và a fàss benedì!

PEDAR                alura a vuu, neh...dopu a turni indréé e ta disi quèll che la m’à dii

ORSOLA              sì, vànn, vànn, per l’amuur de Dio

PEDAR                alura a vuu, neh! (esce)

ORSOLA          mi credi che al mund a ga sia minga vün püsséé rimbambii de ‘stuchì. L’è sciuur, a ‘l gh’à una dòna bela e anca brava e cun creanza. L’è propi vera che chi c’à il pane non c’à i denti

LIONELLO          (entra) allora, com’è andata?

ORSOLA               ah, t’èl chì!

LIONELLO            Orsola, mi dia buone notizie

    

ORSOLA                a smuovere quel tanghero lì, a l’è un’impresa 

LIONELLO            ma la porta alle terme?

ORSOLA                pare che non c’à mica l’intenzione  

LIONELLO            e come farò? Sono disperato

ORSOLA                se ta sa disperat per inscì pooch a ta ‘n ciapàt pü de ràtt! Ma pö, ta cunvegn mandà quii düü alle terme?

LIONELLO           perché?                                                                                           5

ORSOLA               a pensacch bèn, ci conviene...per me non ci conviene

LIONELLO           non capisco

ORSOLA               ma ta ‘l séét che in quii bagn termai a và tanta geent...

LIONELLO           e allora?

ORSOLA              allora, ga n’è de tütt i qualità...bej...inteligeent...sciuur...

LIONELLO          quindi?

ORSOLA              quindi...se una volta là, la bella Candida la cunòss vün püsséé bèll del Lionello...vün püsséé inteligeent o vün püsséé sciuur...ul Lionello la ciapa nel göbb! No, no, chì a risc’iùm de bütà pelaria tütt quèll che sèmm dréé a urganizzà...cara ul me bellimbusto

LIONELLO          è vero! Ma cosa devo fare? A chi mi devo rivolgere? Io devo tentare qualcosa....meglio morire che vivere così...

ORSOLA              bestia, che cotta! Cià, comincia a smurzà un puu ul fooch del desiderio cunt un gòtt de elisir (estrae una bottiglietta di terracotta e beve) ...prima le donne...toh...(offre a Lionello)

LIONELLO           cos’è?

ORSOLA                è un amaro di erbe che solleva lo spirito

LIONELLO           (assaggia con una rumorosa smorfia) bestiale! Ma è fortissimo

ORSOLA              è un distillato che fa passare tutte le malattie                                  

LIONELLO           è acquavite

ORSOLA        acquavite purissima con intruglio di erbe medicinali, rabarbaro, malva, maggiorana e altre trentadue erbe

LIONELLO          ma un intruglio contro il mal d’amore non esiste?

ORSOLA             quest a ‘l va bèn per tütt...bevan ancamò un gòtt e ta sa regordat pü nanca chi ta séét

LIONELLO         affogherò tutte le mie delusioni (beve più sorsi)

ORSOLA             hué, calma, neh! Van adasi che l’è minga acqua

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LIONELLO       voglio morire...senza la mia Candida sarà più dolce la morte (beve)...

 

ORSOLA             (prendendogli la bottiglietta) crepa! Te mee fa fö tüta la medicina

LIONELLO         (declama) Candida, amore mio...o mia o di nessuno...

ORSOLA            ecula, l’è già ciocch!

LIONELLO        tu mi hai detto che m’avresti aiutato a conquistarla...

ORSOLA             e tu mi hai detto che non avresti badato a spese...

LIONELLO        e lo farò

ORSOLA            e allora sarà tua!

LIONELLO         come? Se non andranno nemmeno alle terme

ORSOLA            lassami pensare che l’Orsola trova il mezzo...dunca...ul Pedar a ’l m’à dumandaa de infurmàmm da un quai dutuur in quale terme l’è mej andà...(illuminata) porca bestia... ma sì...eccola la soluzione...

LIONELLO         qual è?

ORSOLA              tu, sei un dottore

LIONELLO         io!?

ORSOLA             sì, tu!                                                                                                

 

LIONELLO         ma io ho fatto solo degli studi classici

ORSOLA                      fa nagòtt! Tu ci dici che hai studiato medicina e che c’hai fatto tanta esperienza negli ospitali di Roma. Stüpit cume l’è ul Pedar a ‘l ga crééd...per ul rest a ga pensi mì

LIONELLO         e cosa servirà questo?

ORSOLA             servirà a buttarti nelle braccia della tua Candida

LIONELLO         come?

ORSOLA             c’ò un piano che l’è püsséé cüürt, püsséé sicüür e püsséé fatibill del bagno termaal e ‘l fèmm tütt chì, senza mövass

LIONELLO         cosa faremo?                                                                                    7

ORSOLA             te lo spiegherò. Adesso non c’ò tempo a ‘riva ul Pedar...ma racumandi fa ul dutuur...

LIONELLO          cercherò...

PEDAR                 (entra) Orsola, la mia Candida l’à dii che l’è contenta de andà ale terme...l’à di che la prepara i bagagli

ORSOLA               va sü e dicch de disfaj

PEDAR                  cumè!?

ORSOLA                gh’è pü bisogn dele terme

PEDAR                 capissi minga

ORSOLA              c’ò trovato un'altra maniera püsséé sicüra e men cumplicada per fa restà incinta la tua dona

PEDAR                  e adèss che quela là la s’è metüda in cò de nà in vacanza

ORSOLA               dicch che ta la purteréét l’ànn che vegn

PEDAR                  ta ma na cumbinat vüna püsséé del diavul

ORSOLA               ma questa l’è la volta buna e sarai presto padre

 

LIONELLO     però...bisognerà che sappiate anche questo...

PEDAR            cussè?

LIONELLO    ci sarebbe...come dire...ci sarebbe una...diciamo una controindicazione

PEDAR            una contro....cusè?

LIONELLO     vede...c’è anche un rovescio della medaglia

PEDAR             che medaja?

ORSOLA          a ìl vöör dì...che l’esperimeent a ‘l narà bèn ma...gh’è un picul particulaar de ciarì

PEDAR            e cussè che l’è ‘stu particulaar

ORSOLA           a ‘l ma spiegava prima ul dutuur che...che ul primm òmm che ‘l và in lètt cun la tua dòna, dopu che l’à bevüü quel’erba miraculusa...a ‘l möör

PEDAR             oh, porca vacca! Ciamal “picul particulaar”...ma mì...ma mì a vöri minga crepà

ORSOLA             preocupàss minga, a tütt gh’è rimedi, vero dottore?

LIONELLO         certo, certo

PEDAR                che rimedi?

ORSOLA             ta gh’éét de savé, che ‘l murirà dumà chii a ‘l narà la prima volta, vero dottore?

LIONELLO         certo, certo

PEDAR                e dopu?

ORSOLA             e dopu, a i altar che a ‘n daràn ga sücederà pü nagòtt

PEDAR               cumè a i altar?

ORSOLA             beh, intendi a tì...basterà che ta ga metat in lètt per la prima nòtt cun la Candida un altar che a ‘l sa tirerà adòss tüta l’infeziùn de l’erba miraculusa e dopu, tì a ta puderéét andà quand a ta vöörat cun la tua dona e fa una nidiada de fiöö

PEDAR              ma mì a vööri minga fàll

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ORSOLA           alura resta lì senza fiöö né cagnöö

LIONELLO      ma perché non lo vuole fare?

PEDAR             vöri minga che la mia miéé la diventa una sgualdrina e mì cornuto

ORSOLA          ma chi vött che la sappia? Sarà fàà tütt cun discreziùn e sarèm tütt cume tumbi

LIONELLO       vi credevo più saggio, messer Pietro. Non volete fare ciò che ha fatto il re di Francia e tanti altri nobili?

ORSOLA           t’è sentii? A sarànn minga tütt stüpid, no!

PEDAR              e pö, chi l’è quèll màtt che l’è dispost a fa una roba simil?

ORSOLA           se l’è dumà per quèll, lassa fa de mì

PEDAR              cussè che ta faréét?

ORSOLA           stasira, dopu scèna, ta ga daréét de bééf ala tua miéé l’intrüi che ‘l preparerà ul dutuur e pö, ta la mandat in lètt...

PEDAR             e pö?

ORSOLA           pö, a sa trövùm chì, mì, tì, ul dutuur e ‘l so serviduur...

PEDAR              e pö...

ORSOLA           e pö, a travestissum, in manera che nessùn a ga ricunòssa...

PEDAR              e pö?

ORSOLA           e pö, a spetum un quai giuvinastar ciocch che ‘l vegn fö dala taverna del Luisùn

LIONELLO        (indicando a sinistra) quella là in fondo?

ORSOLA           esattamente! L’è un’usteria frequentada da baluurd, mort de fàmm, delinqueent e senza cà né famiglia e se a sparìss un quajvün nessùn a s’ancoorg...

PEDAR               e pö?

ORSOLA            e pö, nümm quatar, a ga saltum adòss, a ‘l,ligum sü per ben e a mazzaat al portum sü in cà tua...

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PEDAR            e pö?

ORSOLA         e pö, pö pö! Mucala de dumandà e cerca de fa funziunà ul cervèll

PEDAR            ma cussè che fèmm dopu?

ORSOLA        cusè fèmm! A ‘l portum al scüür nela camera dela tua dona e a ‘l cascium in lètt

PEDAR             insèma a léé?

ORSOLA          no! Insema a mì!

PEDAR             e dopu cussè che fànn?

ORSOLA         un quajcòss a farànn, no! Ma alura a ta ‘l vörat ‘stu fiöö o no?

PEDAR            sì...ma...ma...

ORSOLA         e basta cunt ‘sti “ma”! bisögna passà a l’aziùn...

LIONELLO     poi al mattino lo sbatterà fuori da casa e così avrà via libera

ORSOLA         e da quel mumeent a ta podaréét andà tranquilaméént in lètt cun la tua miéé senza pericul

PEDAR           beh, se l’à faa anca ul re de Francia...e tanta geent nobile...l’è senz’altar una roba giüsta...ma se sa vegn a savé chì in città?

ORSOLA           chi vörat che la disa? Sèmm tütt nela stessa barca, no?

PEDAR              ma racumandi, neh!

LIONELLO        tranquillo! Ho il segreto professionale

PEDAR              ma resta un dübi, però

LIONELLO        quale?

PEDAR              bisögnerà vedé se la mia miéé la ga stà...l’è una santa dona...inscì timurada dal Signuur

ORSOLA           si, ma se gh’è de cambià aria, ogni taant, anca léé a ga farà piasé

PEDAR              (risentito) cussè che ta vörat dì?

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ORSOLA        no, a disevi inscì...per dì...che anca a léé a ga piaserà andà alle terme...

PEDAR           sì, ma le terme ìnn una roba e quell che gh’èmm de fa l’è un’altra

ORSOLA        (cambiando discorso) sü, sü, lassém peerd e pensèmm al rimedio

LIONELLO     dovrete essere voi, messer Pietro, a convincerla

PEDAR           eh, ma l’è una roba un puu delicada...

ORSOLA         trovato il rimedio!

LIONELLO      quale?

ORSOLA         il frate confessore

PEDAR            ul Frà Galdino?

ORSOLA          propi lüü!

PEDAR           per quèll a l’è la persona giüsta. L’è sempar là in cunveent a cunfesàss. Mì l’è tantu teemp che ‘l vedi minga

ORSOLA          già, (a Lionello) è stato tanti anni in missione e adesso l’è tornato qui

PEDAR             de lüü la sa fida ciecaméént...però, bisögnerà cunviinc prima lüü

ORSOLA          a ‘l cunossi bèn. I danéé e la fürbizia sarànn l’arma vincente...e ul frà Galdino a l’è molto sensibile al profumo dei danari

LIONELLO       allora vai a parlarci

ORSOLA           bene! Che sa perda minga teemp. Ti dutuur vànn a preparà la medisina, ti Pedar và dala Candida a prparala e mì a narùù dal frà Galdino a istrüìll su quèll che ‘l gh’à de fa

LIONELLO        diamoci appuntamento a più tardi

PEDAR               e che ul Signuur ga la manda bona

ORSOLA            se ognuno farà il proprio dovere tra un anno si festeggerà il novello padre

Salutandosi a soggetto tutti escono da parti opposte. Si sfumerà la luce con un commento musicale e si riaccenderà per la prossima scena.

20

Entrano Orsola e Pedar

ORSOLA           alura, ta l’éét cunvinta o no, sta dona?

PEDAR              minga taant...la ma pareva un puu stremida

ORSOLA            ma dacch sota, perché stasira a gh’èmm de cumbinà l’afari

PEDAR              ù mandaa anca la mia suocera  dala miéé per cunvincela. Sperèmm che la riessa

ORSOLA           bòn! Inscì la sua opera de persuasiùn insema a quela del frà Galdino, senza dübi la darà un risültaa favurevul...ma...ma sarà necessari incentivà ul fraa

PEDAR               cun cussè?

ORSOLA           cun cussè!? Cunt i danéé. Bisognerà dacch almèn un anticip de una trentena de ducati

PEDAR              ciùrbìss!! Trenta ducati?

ORSOLA           bisögnerà speend, per fassal amiis. Cià, cià, tira fö i danéé

PEDAR             sperèmm che servissan a un quajcòss (estrae una piccola borsa)

ORSOLA          i fiöö custan...anca prima de nàss

PEDAR             (dandole dei denari lentamente) ecu...vün...düü...trii...

ORSOLA          adèss stèmm chì a tirà nocc! Slonga ul brascìn

PEDAR             ...un mumeent...quatar...

ORSOLA         (strappandogli dalle mani la borsa) lassum fa de mì...(soppesando e contando frettolosamente) sett...nööv...quindass...vintidüü...ìn giüst una trentena...ga i dèmm tütt

PEDAR             (tentando una difesa) ma ta séét mata? Inn püsséé

ORSOLA           fa minga ul piöcc e lassa fa de mì

PEDAR             ma...ma...

ORSOLA           niente “ma”! tra un puu a riva chì ul fraa

PEDAR               ma te nemò de parlà?                                                                    21

ORSOLA           no. Gh’ù daa apuntameent chì e ga disaruu tütt...tì, fa finta de nagòtt

PEDAR              cumè, “fa finta de nagòtt”?

ORSOLA           i fraa, ìnn fürbi e bisögna ciapai nela manera giüsta...tì a ta séét un òmm tropp inteligeent e de prestigio, tropp süperiuur ala geent nurmaal

PEDAR              a ta disat?

ORSOLA            certo! Sa veed dumà a guardàt...e vureria minga che ul tò prestigio e la tua superiorità a sa intendessàn minga cun chi l’è minga bùn de ragiunà...capii?

PEDAR              e alura cussé vött che faga?

ORSOLA            tì, parla minga! Lassum parlà dumà a mì e ta parlat dumà se ta fuu segn...anzi, quantu teemp l’è che ta parlat minga cunt ul frà Galdino?

PEDAR               sarànn déés ànn

ORSOLA            perfetto! Ga diserùù che ta séét diventaa sturnu cumè una campana

PEDAR               sturnu!? Ma mì ga senti bèn

ORSOLA            e fa finta de minga sentì, no! Ma ta capissat propi minga?

PEDAR              e i me danéé?

ORSOLA           l’è scià ancamò cunt i danéé! I tegni mì che ga i duu al fraa, no!

PEDAR              e alura, adèss sùmm chì senza danéé e anca sturnu?

ORSOLA           esattamente! Mò taas che l’è scià

PEDAR              chi?

ORSOLA            t’ù dii che ta séét sturnu!

PEDAR              va bèn!

ORSOLA           a riva ul fraa (entra frà Galdino)...buon giorno fratello

FRATE               buongiorno Orsola...ma chi vedi...ul sciuur Pedar

ORSOLA           che ‘l parla foort perché l’è diventaa sturnu

FRATE               oh, poor òmm, da quaand?                                                            22

ORSOLA              sarà quatar o ciinq ànn...l’era dréé a catà sü castegn e gh’è sc’iupaa un fülmin in mezz ai gaamb

FRATE           a ‘l savevi minga...(più forte) salüdi, sciur Pedar (che finge di non sentire)

ORSOLA             püsséé foort

FRATE           (esegue avvicinandosi) buongiorno sciur Pedar

PEDAR               (con un sobbalzo ed agitandosi l’indice nell’orecchio) oh, caro frà Galdino...cume che ‘l stà?

FRATE               (sempre con volume alto ed articolando) che novità ci sono?

PEDAR               eh, tütt bèn, tütt bèn...

FRATE                (c.s.) cosa c’è di nuovo?

PEDAR                sì...l’è una bela giurnada...

FRATE                oh, poor òmm, cume l’è cunciaa

ORSOLA             sarà mej che ‘l parla cun mì padre, perché se a ‘l vöör fàss sentì de lüü a ‘l sveglia tütt ul paees

FRATE                 per cussè mi daa apuntameent, chì?

ORSOLA             a ‘l veed, ul sciuur chì presente e un altar che a ‘l cunosserà püsséé tardi, a vörann distribuì in elemosina parecchie centinaia di ducati

PEDAR            (a parte) oh, la malura!

ORSOLA          (a Pedar) taas, tì!  (al frate) che ‘l sa meraviglia minga padre, a ‘l seent nagòtt, ma una quaj volta a ga paar de sentì un quajcòss e ‘l rispund a spruposit

FRATE             cha la vaga avanti püür a parlà e lasséll dì quèll che ‘l vöör...(molto interessato) dunca...la diceva?

ORSOLA           disevi che, de quii danéé, mì a ga n’ù già una paart e, tra luur düü, ànn decidüü che vü, a sarii ul beneficiari e podarii distribüii a vostra discreziùn

FRATE                 molto volentieri

ORSOLA             ma l’è necessari, prima che sa faga questa dunaziùn, che vü a ga dia una màn per risoolv una facenda...cume dì...un puu spinusa...                             23

FRATE              se podi, vulentera

ORSOLA       insomma, lü a l deev risoolv un caso che dipeend l’unuur dela sua famiglia  (indicando Pedar)

FRATE               de cussè che sa trata?

ORSOLA            lùù a ‘l cunòss ul Camillo Coli, nevuud del sciuur Pedar?

FARTE                sì, ma ‘l regordi

ORSOLA           ecco! ‘stu Camillo, che l’era restaa veduv, l’à lassaa una sua tusa sotto tutela in un monastero

FRATE                  e cussè che gh’è capitaa?

ORSOLA         (mentre racconta, Pedar, esprime con espressioni e gesti  forzatamente controllati l’incomprensibile fandonia) l’è capitaa che, o per trascüratezza di suoor o per leggerezza dela tusa, ‘sta tapina l’è cume dì...l’è restada un puu incinta!

FRATE                 incinta!?

PEDAR               (tra se) oh porca bestia!

ORSOLA            già! Sta pora disgraziada la sa tröva gravida de quatar méés...e ‘l capìss che l’è una roba minga tantu bela...

FRATE                 capissi, capissi

PEDAR               mi capissi minga

ORSOLA             (con uno spintone) taas, tì! (al frate) Quindi, se sa ripara minga con prüdenza al fatto, ul messere chì preseent, i suoor, la tusa, Camillo e tüta la famiglia Coli, sarà disunurada...

FRATE                  ceert, ceert...

ORSOLA            e inscì, ul sciur Pedar a ‘l s’è impegnaa, per risoolv la situaziùn, a dà ben treséént ducati per l’amur del Signor

 

PEDAR           (strattonandola sottovoce) ma ta séét mata?

ORSOLA        (liberandosi ed allontanandolo) sssst! Taas

FRATE            ma che bella storia!                                                                            24

ORSOLA           ...e dumà vü, cun la badessa a poduff rimedià a tütt

FRATE               come?

ORSOLA           persuadé la badessa a dacch ala tusa un quajcòss per fala aburtì

FRATE               ah, l’è propi un bel problema

ORSOLA          che ‘l pensa bèn a quanti vantagg e quantu bèn a ‘l farà! Vü a mantegnarii l’unuur del monastero, l’unuur dela tusa e de i so pareent; rendarii la felicità d’un pà disperaa e cuntenterii anca ul sciuur Pedar, senza cüntà che a ‘l puderà fa tanti elemosin e fa cuntenta tanta poora geent...che ‘l ga pensa...che ‘l ga pensa sü bèn...treseent ducati che sa podan speend in mila manéér...

FRATE             beh, certo...sono tanti i vantaggi...

ORSOLA         altrochè! E magari a ‘l poderà töss via anca un quaj sfizi persunaal

FRATE             no! Per me...

ORSOLA          ma no!! Disevi inscì...per..non si sa mai...

FRATE             beh...in nome del Signore...ditemi di che monastero si tratta e vedrò cosa posso fare per voi

ORSOLA          (sollevata) allora, ci sta?

FRATE             solo per il bene della figliola perduta e della famiglia Coli

ORSOLA          bene! Allora l’accompagno subito io...

FRATE             preferissi andà deparmì

ORSOLA          cume ‘l vöör fra Galdino

FRATE             ma...ma...saria bèn che ma sa dia anca un puu...un puu de danéé...che poda incumincià a fa una quaj opera benefica...

ORSOLA          ah, si certameent...(guardando fuori scena) ma un mumeent...gh’è là una dona che la ma fa segn...la ma vöör parlà...che ‘l speta un mumeent, vuu a sentì cussè che la vöör e rivi sübit...intant che ‘l faga compagnia al Pedar (esce)

FRATE             (a Pedar) quanti ànn la gh’à ‘sta tusa?

PEDAR             (tra sé)     mì a capissi pü nagòtt

25

FRATE              (forte)  ù dii quantu teemp la gh’à la tusa

PEDAR             (c.s.)   che ‘l Diu la maledissa

FRATE               chi?

PEDAR              ma che storia l’è mai questa?

FRATE                ma capissi minga

PEDAR               cussè che l’è dréé a bütà in pé?

FRATE               che casòtt! A gh’ù de fa cunt una mata e un sturnu...vuna che la scapa e l’altar che ‘l capìss nagòtt

ORSOLA              (rientra) oh padre, gh’ù una granda nuvità!

FRATE                 quale?

ORSOLA               quela dona che la m’à ciamaa, la m’à purtaa la notizia che la tusa l’è pü incinta...la s’è sgravada deparléé

FRATE                  oh, ben! Tütt l’è ben ciò che finìss bèn...beh, vist che urmai tütt a s’è risoolt, podumm distribuì i danéé in beneficenza

ORSOLA            un mumeent! L’elemosina la sa farà quand a ‘l vöör ma...ma bisögnerà che a ‘l faga un altar pisé al qui presente sciur Pedar

FRATE                 un altar?

ORSOLA              ma l’è una stüpidada. L’è un caas de mèn impegn e minor scandalo...che ‘l vegna , che ‘l vegna in gesa e ga cünti sü tütt...(a Pedar) tì specie chì, che rivumm sübit...(escono)

PEDAR               mì a capissi pü nagòtt! Ma paar de vèss ciucch...epuur incöö ù minga bevüü...sèmm intéés de dì una roba al fraa e quela balurda la và a cüntacch sü una storia de l’altar muund...e pö la ma dìss de fa ul sturnu...chissà indua la vöör rivà...intaant la m’à ciulaa una quarantena de ducati e del me caas a s’è nanca parlaa...e adèss a ma trövi chì deparmi cumè un merlo a spatà...ma ecu che ‘rivan...chissà cussè che la gh’à dii (entrano i due)

FRATE             va bene! Mandèmm la Candida e ga parli mì...cercheruu de cunvincela

26

ORSOLA               bravu! L’ü l’è un sant...(rivolgendosi a Pedar con appropriata gestualità ed a voce alta) ul fraa Galdino l’è d’acordi...va a ciamà la tua miéé che a ‘l ga parlerà lüü

PEDAR              oh, a ‘l ma fa rinàss, cara ul me fraa! E ‘l sarà un fiöö marc?

ORSOLA           sì...marc e femina! A sarànn düü

PEDAR              düü adiritüra!?

ORSOLA           a vedarèmm, vedarèmm...dipend dala lüna

PEDAR              ma vegn de piang per la tenerezza...per l’emuziùn

FRATE              andii e mandèmm chì la dona. Vialtar ma spetuff deent in gésa

ORSOLA           sì, andèmm, andèmm

PEDAR              e cumè che sa ciamerànn?

ORSOLA        l’à nemò de cuncepì e ‘l pensa ai nòmm! (dandogli uno spintone) tirass in là, tarlucch e ‘ndèmm a ciamà la Candida...mövàss...

PEDAR               che emuziùn...a saruu pà...(escono)

FRATE                che bügada! A gh’ù l’impressiùn che quel’Orsola la sia una fürbastra de qui...ma sa che la m’aveva cüntaa sü quela prima storia dela tusa incinta al monastero per vedé la mia disponibilità...e se avria minga consentii, la m’avaria minga prupost stu nööf afari...ma cussè ma interessa a mì? Ul Pedar e quel’altar ìnn sciuri e, da tütt e düü podaria ciapà danéé...intaant tütt a ‘l duvarà restà segreto peerchè cunvegn sia a luur che amì...ma ecu che la riva...buongiorno Candida

CANDIDA        (entra)  buon giorno frate Galdino

FRATE             mì a ‘suu già cussé che la vöör da mì, perché ul Pedar a ‘l m’à già cüntaa su  del vòss caso

CANDIDA        l’à sentii? Tütt a ma paar inscì strano

FRATE             eh, podi credech...ma ìnn tanti i ròbb che in un prìmm muméént a paran teribill, insupurtabill, strane ma, pö...quand i cunòssum bèn risültan püsséé üman, tulerabill...nurmaj

CANDIDA         che ‘l Signuur la vööra

27

FRATE             dunca...tì a devat tenéss a una regula generala: indua gh’è un bèn ceert e un maal inceert, bisogna minga lassà quel bèn per paüra del maa. Nel vòs caas, un bèn l’è ceert e l’è che gh’avarii un fiöö...de centra, ul maa, inceert, l’è che chi a ‘l starà cun t’, dopu la, ciamemela medicina...morirà. ma po’ dàss che ‘l mööra minga...perchè la roba l’è dübbia...però l’è mej che ul Pedar, a ‘l cora minga stu pericul...

CANDIDA         ma l’è pecaa, padre!

FRATE               l’è minga pecaa! Perché l’è la volontà che determina il peccato, non il corpo...e la causa del peccato l’è fa dispiasé al marì...mentre tì a ta féét ul so vuré

CANDIDA        ma che atto a ‘l ma cundüss a cumètt

FRATE              lassat cunviinc, tusa! Una dona che la gh’à minga fiöö, la gh’à minga cà e, se duvèss murì ul tò òmm, ta restat dipartì cumè una bestia, abandunada da tütt

CANDIDA        cussè che ‘l ma fa fa?

FRATE              ta cundüssi a ròbb che, a seguito di quai, ta gh’avaret mutiif de ringrazià ul Signuur per mì

CANDIDA           faruu quèll che ‘l ma dìss: ma credi minga de vèss viva, duman matina

FRATE                dübita minga; pregheruu per tì. Adèss vànn a preparàss per s’sta nobile missiùn

CANDIDA             che ‘l Signuur a ‘l guarda giò. (esce. Rientrano dalla parte opposta Pedar e Orsola)

ORSOLA              alura, cume l’è andada?

FRATE                 bèn! L’è disposta a fa tütt

PEDAR                 de bùn!?

FRATE                 cumè, l’era minga sturnu?

ORSOLA              in gésa, ul san Clemente a ‘l gh’à faa la grazia

PEDAR                alura la farà tütt quèll che gh’èmm prugetaa?

FRATE                 lo farà!

PEDAR              (esaltato) sùmm l’òmm püsséé felice del muund                             28

ORSOLA          calmàss! Ga na vöör de teemp

PEDAR             quantu?

ORSOLA           almèn nööf méés

PEDAR               nööf méés!? Sa po’ minga fa prima?

ORSOLA           sì, adèss a farèmm un fiöö in quindàs dì

PEDAR              ma mì a vedi minga l’ura

ORSOLA            ta la vedareet, ta la vedareet...bon. fra Galdino, per adèss, tanti ringraziament e preparemass a afruntà la nòtt del grande evento...bonanòtt

FRETE              ma...ma i danéé?

ORSOLA            duman matina, a fatti compiuti, a ‘l gh’avarà ul vòs compenso...andèmm Pedar

PEDAR           (al frate) duman matina, neh!

FRATE            va beh!

FINE PRIMO ATTO

29

SECONDO ATTO

Stessa scena. Entra Lionello solo.

LIONELLO        vorrei sapere che fine hanno fatto quei due e cosa avranno combinato. Ormai è notte fonda e non so ancora nulla...e quanto mi è cresciuta la speranza, tanto mi è cresciuto il timore. Certo che la stupidita e la dabbenaggine di messer Pietro mi fa sperare ma l’intransigenza e la purezza di Candida mi fa temere

ORSOLA        (entra)  ma indué che ta séét staa fin’adèss? Summ in giir a cercàtt departütt

LIONELLO       che novità mi porti

ORSOLA           buone

LIONELLO        davvero?

ORSOLA            altroché!

LIONELLO        allora Candida è contenta?

ORSOLA            che la sia contenta a ‘l suu minga...però la ga stà

LIONELLO        allora il frate ha fatto il suo dovere

ORSOLA            per adèss, sì

LIONELLO        oh, benedetto quel frate! Pregherò sempre Dio per lui

ORSOLA           altar che pregà! Quèll l’ a ‘l vöör altar che preghiéér

LIONELLO       che vuole?

ORSOLA          dindini, palanche...danéé

LIONELLO       glieli daremo. Quanto gli hai promesso

ORSOLA          trecento ducati

LIONELLO       hai fatto bene

ORSOLA           ha, quand ìnn minga me, a badi minga a spéés. Però, per adèss, quel piugiàtt del Pedar, n’à tiraa fö dumà vinticiinq

LIONELLO       solo?                                                                                                 30

ORSOLA          cara grazia che l’abbia tiraa fö almèn quei

LIONELLO       vorrà dire che provvederò io

ORSOLA           menu maa! Tì sì che ta séét un fiöö inteligeent

LIONELLO       ma hai preparato la pozione?

ORSOLA          (estrae una boccetta di terracotta) sì, telachì!

LIONELLO       (prendendola) cosa contiene?

ORSOLA          vin brulé! Adèss l’è diventaa frecc ma l’è bun...

LIONELLO       ma capirà che è vino

ORSOLA         cussè vött che la capissa! Gh’ù cascia deent un puu de rusmarìn, salvia, fiuur de züca che metan a post ul stumich e rallegra ul cervèll

LIONELLO        bene, bene...(improvvisamente preoccupato) ma...ahimé...ma come faremo...siamo spacciati...

ORSOLA           cussè che suceed, ta steet minga bèn?

LIONELLO         ...mi sono incastrato con le mie mani...

ORSOLA          cussè diavul ta gh’éét?

LIONELLO        ma non sarà possibile...capisci

ORSOLA            cerca de vèss ciaar

LIONELLO         abbiamo detto a messer Pietro che tu, lui, Tonio ed io

ORSOLA            cussè c’entra Dio?

LIONELLO       ...ed io! Io...me...

ORSOLA            ah! E te

LIONELLO        avremmo pigliato uno e messo nel letto con sua moglie

ORSOLA            e alura?

LIONELLO        come, allora? Se io sarò con voi, come potrò essere quello che se ne andrà a letto con Candida?                                                                                          31

ORSOLA           ta gh’éét resùn! A l’è una bela bügada

LIONELLO       sono rovinato...il mio sogno non potrà avverarsi

ORSOLA           cumè che podùmm fa?

LIONELLO       (piagnucolando) il nero destino mi è contrario

ORSOLA           stà minga lì cumè un vidèll a piaang e cerchèmm una suluziùn

LIONELLO       (c.s.) non c’è rimedio

ORSOLA          mucala, frigna! Ga sarà bèn una quai tabula

LIONELLO        (c.s.) quale?

ORSOLA          lassum pensà (tracanna un sorso di acquavite)...dunca...

LIONELLO       cos’è?

ORSOLA          acquaforte...l’è minga roba per mezz calzètt

LIONELLO       cosa faremo?

ORSOLA          ci dovevi pensare prima!

LIONELLO       Orsola, sono nelle tue mani...pendo dalle tua labbra

ORSOLA          trovato! Risolto l’inghippo

LIONELLO       come?

ORSOLA         ul fraa Galdino! Ci faremo prendere il tuo posto a lui

LIONELLO       manderai lui a letto con Candida?

ORSOLA          ma và, interdètt! A ‘l farèmm travestì

LIONELLO       ma messer Pietro lo riconoscerà

ORSOLA          a ‘l travestissum per bèn, ga farèmm imità la tua vuus e disarmm al Pedar che ta séét tì

LIONELLO       e il frate ci starà?

ORSOLA           basta slungacch là un quaicòss in pü                                               32

LIONELLO        e io che farò?

ORSOLA            tì a ta sa metatt sü un mantelasc e e ta rivat chì in piazza e ta féét ul viandante che cercumm

LIONELLO         a viso scoperto? Mi riconoscerà

 

ORSOLA             già! Perché se ta metatt sü una maschera quell là a ‘l sa insuspetìss...ma basterà che ta storciatt sü un puu la facia, ta sgarelatt un puu la boca e ta serat sü un öcc...

LIONELLO        (esegue) così?

ORSOLA             no, de püsséé

LIONELLO         (più evidente) così?

ORSOLA            ancamò pusséé

LIONELLO         (esagera)  allora così!

ORSOLA             ecula, inscì a ‘l va bèn! Bravu...tegn a meent questa espressiun. A cà gh’ù un naas fint e una parüca, inscì l’opera l’è cumpletada

LIONELLO         e poi?

ORSOLA             apena ti a ta rivat, ta saltum adòss, ta ciapum e ta purterèmm in cà del Pedar e pö a ta metumm nell lètt

LIONELLO         e poi?

ORSOLA              e poi!? Pö rangiàss! Ta devi spiegà anca quell che ta gh’éét de fa qand a ta séét nel lètt? Bòn, mì a vuu là in gesa a cüntagala sü al fraa...sa vedum püsséé tardi chì...indua l’è ul Tonio, ul to servu? 

LIONELLO       là, dietro l’angolo che m’aspetta

ORSOLA            ecco, ciamalo e dirci di portare l’erba miracolosa in cà del Pedar e mì a turni chì cunt ul fraa (esce)

LIONELLO    e speriamo che il cielo ci aiuti...(chiama fuori scena) Tonio...Tonio...vieni qui...cosa non può fare l’amore...

TONIO               (entra)  sì...chiamato?

LIONELLO        sì, Tonio...vedi quella casa? (indicando la casa di Pedar)              33

TONIO              (annuisce) sì

LIONELLO       ora vai e porta a messer Pietro, che verrà ad aprirti, questa boccetta (gli da la boccetta)...e gli dirai di darla alla moglie subito dopo il pasto

TONIO             (con gestualità appropriata chiede come farà a dire tutto questo essendo muto)

LIONELLO         hai ragione. Cerca di farglielo capire...(insegnandogli i gesti) bere...moglie...dopo...mangiato

TONIO                (goffamente ripete con versi vagamente comprensibili)

LIONELLO          va bene...fa come vuoi, intanto messer Pietro sa già ciò che deve fare. Vai, vai pure

TONIO              (indicando una casa) caasa...là...

LIONELLO         no quella, quella con quel portone grande...con quei balconi...

TONIO               ah...quela...sì...sì...

LIONELLO        cerca di non sbagliare

TONIO                no...no... (esce)

LIONELLO         speriamo in bene (lo segue con lo sguardo poi, ad alta voce)...sì quella...vai diritto...bene...bussa...ma ecco che all’angolo spunta Orsola.E’ già di ritorno...chi sarà colui che le sta assieme? Un tipo gobbo e zoppo...sarà senz’altro il frate...

ORSOLA         (entra accompagnata da fra Galdino intabarrato in un mantellaccio) ecu! Tütt a post

LIONELLO       chi c’è con te, Orsola?

ORSOLA          un òmm per bèn!

LIONELLO       è zoppo o finge?

ORSOLA           pensacch minga! Indua l’è ul Tonio?

LIONELLO        l’ho mandato a consegnare la pozione. Ma vorrei sapere chi è costui

ORSOLA           te nemò de capì? L’è ul fraa Galdino, no!

34

FRATE             e lui è messer Lionello?

ORSOLA         sì, l’è lüü!

LIONELLO      sono ai vostri comandi. Le promesse fatte da Orsola saranno mantenute e voi potrete disporre di me e di tutte le mie fortune come vorrete

ORSOLA          slargass minga tròpp, neh!

FRATE              ù capii e ga credi; ma che ‘l sa regorda che tütt quèll che summ dréé a fa per vialtar l’avria mai faa per nessün al muund

ORSOLA          sì, sì, va bèn! Adèss cerchèmm de fa

LIONELLO       e ne sarete ricompensato, caro fratello

FRATE              basta che mi vogliate bene e facciate del bene ai poveri

ORSOLA          lassèm peerd i cerimoni e andèmm a travestìss. Gh’è scià anca ul Tonio. Bòn, adèss, tì Lionello vàn a cà cunt ul tò servo a travestìss, mì anca, e tì, cara ul me fraa sta chì a spetacch che turnumm indréé (escono Lionello e Orsola)

FRATE            v’aspeti! Disan propi ul vera chi dìss che i catiif cumpagnii a portan l’òmm al patibul...ala ruvina mural...ala perdiziùn...a voolt, vùn al capita in di casòtt per vèss tropp bun...ma chi ma l’à faa fa? seri bèl quièt, senza penseer, stavi nela mia camereta a dì preghiéér...intratenevi i me fedeli ed eccula chì! Capitàmm ul diavul adoss...quel’intralazzona de l’Orsola cunt tütt i so gabul, i so imbroj la m’à tiraa deent...la m’à faa mètt un dii in un pastizzi e adèss a gh’ù cascina déént anca ul brasc...e ‘l bèll l’è che a ‘l suu minga nemò indua andruu a finì...

ORSOLA          (entra accompagnata da Tonio avvolti da mantelli che coprono la testa) alura, tütt bèn, fra Galdino?

FRATE                disèmm de sì

ORSOLA              toh, che ‘l meta ‘sti düü nuus inn boca

FRATE                 per fa?

ORSOLA              inscì a ‘l cambia anca la vuus e ul Pedar la cunosserà minga

FRATE                (prende le noci e le mette in bocca) inscì?

ORSOLA              ecu, inscì, bravu     

FRATE                e se i mandi giò?                                                                          35

ORSOLA             fa nagòtt! A ‘l ciaperà una pürga

FRATE                (con voce contraffatta) ma fuu fadiga a parlà

ORSOLA             che ‘l parla minga che l’è mej. Adèss che ‘l tira ul mantèll süla crapa e ‘l sa nasconda bèn (l’aiuta)

TONIO          (con dei versetti indicando annuncia l’arrivo di Pedar) mmmh...mmh...

ORSOLA         se gh’è Togn? (capisce) ecu, gh’è scià ul Pedar. Sü mètt sü anca tì ul mantell e nascundass che l’è mej...(volgendosi) oh, Pedar, tütt a post. Alura?

PEDAR            (entra) porca bestia, quanti caprizzi! Quel’intrunada dela mia miéé l’à mandaa via de cà la dona de servizi, ul servituur...per pagüra che s’ancurgessan de un quajcòss...ma forse l’è mej...ma quanti resisteenz per mandala in lett...(imitandola) “mì a vöri minga”...”cussè che ma fii fa?”...”cume faruu?”...per fortuna gh’è staa la mia suocera che l’à alzada de pees e ga n’à dii quatar e l’à convinta e antrà nel lett...

ORSOLA        e adèss, l’è a post?

PEDAR           a post!

ORSOLA         la medicina ta ga l’éét dada

PEDAR           altrochè! La gh’era un bun prufümm...pareva cumé...cumé un tipo de vin brulé

ORSOLA         ma va!? Ta l’avareet minga bevüda tì?

PEDAR            oh, vöri minga restà incinta, neh!

ORSOLA         meu maa!

PEDAR            bòn, alura adèss a resta dumà de procuràss quèll poor disgraziaa de mètt in lètt cun quela santa dona. A sèmm tütt chì?

ORSOLA      sì. Questchì (indicando Tonio) l’è ul Togn, ul servo del messer Lionello

PEDAR          (indicando il frate) e lüü l’è ul messer Lionello

FRATE           (mugugna) sì, sì

PEDAR           l’ì cunsciaa propi per ben! La ricunusseria nanca la sua mama

ORSOLA         gh’ù anca fa mètt düü nuus in boca per minga fàll ricunòss

36

PEDAR           chissà a cussè che ìl servìss a minga fàss cunòss dala vuus

ORSOLA         mej vèss prüdéént

PEDAR            dutuur, ma ‘l dìss nagòtt?

FRATE           (con voce contraffatta dalle noci in bocca)  sono arrabbiato con Orsola

PEDAR            porca bestia! A ìl paar nanca lüü

ORSOLA         cià, (calano le luci) urmai l’è nòcc, perdèmm minga altar teemp e sistememàs per l’agressiùn

PEDAR           mì ù purtaa anca un randèll perché se ‘l duvèss resist a ga duu una tapada süla crapa

ORSOLA         cerca de minga cupàll! Alura, mì sùmm ul capitano de l’esercit. Adèss metemass in furmaziùn “curnificada”

PEDAR             curnificada! Cussé che ‘l vöör dì?

ORSOLA          (sistemandoli) ul dutuur a ‘l sarà ul cornu destro...ecu, chì...bèn!...chì a staruu mì, ul cornu sinistro...e in mezz ai düü corni a ta staréét tì, Pedar

PEDAR             e perché?

ORSOLA         perché...perchè ta séét ul püsséé cornuto! No, vurevi dì ul püsséé foort

PEDAR            comincia minga a tömm in giir, neh!

ORSOLA         sü. sü, metàss là...e ti Togn, vegn chì...ta saréét la retroguardia...ecu, inscì! Adèss, quand a riva la vitima chì, in mezz e la passa, ga saltum adòss, ga bütum sura ala crapa ‘stù mantèll e la ligum cumè un salam cunt la ‘sta corda (estrae la corda)...dunca, tì fraa...cioè dutuur Lionello a ta tegnat ul mantèll e ta ga ‘l bütat adòss, tì togn a ta ‘l tegnat strecc, mì a ‘l lighi e tì Pedar a ta ga déét giò una quai legnada...ma adasi, però...pö, a ‘l portum aca tua

PEDAR             ssst! Sentii, gh’è scià un quajvün che ‘l canta

ORSOLA         sarà un quaj ciucatéé

PEDAR             e se l’è vun vècc e sgarelaa?

ORSOLA           ta gh’éét resùn, sarà mej andà a vedé se ‘l po’ vèss vün giüst

PEDAR             chi è che mandùmm?                                                                       37

ORSOLA           vuu là mì in avanscoperta, vialtar stii chì prunt (esce)

PEDAR           (al frate) sì, perché magari mandum sü in cà vün che ‘l stà nanca in pé

FRATE             (sempre con voce contraffatta) e magari uno impotente o malato

PEDAR            cussé che la dii, dutuur?

FRATE            (c.s.) ...no...ehm...dicevo...magari uno impotente e malaticcio

PEDAR           ...tente...ciccio? ma cussè che ‘l dìss?

FRATE           ...niente...niente...

PEDAR          ma che ‘l tira fö quii nuus che sa capìss nagòtt

FRATE           (indicando) riva...riva Orsola

PEDAR          alura, Orsola, cume l’è?

ORSOLA        (entra) è il nostro uomo!

PEDAR          sicüra?

ORSOLA         altrochè! A ‘l gh’avarà un trent’ànn e l’è  deparlüü...oh, Diu, l’è minga taant bèll de facia ma l’è bèn piantaa e ‘l paar viscur cumè un galètt

PEDAR           alura l’è quèll giüst?

ORSOLA         sì, preparemass e apena al riva in mezz a ga saltum adòss

 LIONELLO    (mentre tutti si peparano ai loro posti entra canticchiando una canzone) ...venir vi possa il diavolo nel letto, giacché non posso venirvi io...

PEDAR             (sottovoce)  bestia, se l’è brütt!

ORSOLA          (c.s.) taas!

LIONELLO      ...ma il destino ci farà incontrare...per una notte d’amore...

ORSOLA          addosso! (tutti immobilizzano Lionello come concordato)

LIONELLO       aiuto! Cosa succede?

ORSOLA           metacch ul mantèll süla crapa!

38

PEDAR             ligall!

LIONELLO       chi siete? Cosa ho fatto?

ORSOLA          taci!

PEDAR             tegnach i man!

LIONELLO       non ho denari con me! Lasciatemi

ORSOLA           ecu, inscì...bona...sta fermu!

LIONELLO        cosa volete da me?

PEDAR               sta bravu che non ti faremo gnente!

ORSOLA            (al frate) stoppaci la bocca! (il frate esegue)...ecco, calmass che non ti faremo del male...anzi

PEDAR               bestia, se l’è fort...a ‘l paar un turèll

ORSOLA            cià, purtemal sü in cà

PEDAR               nèmm, nèmm (aiutato da Orsola e Tonio spingono Lionello)

FRATE               (a Pedar) messere, se non vi dispiace io vado a riposare...mi fa male la testa

PEDAR              cussè?

ORSOLA            l’à dii che ga fa maa ul cò. Lassal andà a cà

PEDAR               ah, sì. Che ‘l vaga püür. Adèss ci rangiamo da soli

FRATE              se non avrete bisogno, domattina non tornerò

PEDAR        (spazientito a Orsola) ma mi capissi nagòtt de quell che ‘l dìss questuchì

ORSOLA        l’à dii che se ta gh’éét minga bisogn, duman matina a’l vegn minga chì

PEDAR           no, no, uramai gh’è pü bisogn

LIONELLO     (cercando di liberarsi tiepidamente) mmmmh....mmmh!

ORSOLA         (dandogli una sberla sulla testa) sta fermu, tì!

39

PEDAR            (spingendo Lionello trattenuto da Orsola e Tonio) avanti, andèmm!

FRATE             finalmeent! (tutti escono e rimane solo. Si toglie il mantello dalla testa e le noci dalla bocca) ecu, mò a vànn sü in cà...adèss podi andà nela mia camereta a medità sü tütt quèll che ù faa e quèll che vegnerà...(rivolto al pubblico) e vialta, cara i me sciüri, se incuntrarii sula vossa strada un persunagg cume l’Orsola, scapii, stii luntàn...lassevas minga incantà dal facile guadagno...già, perché i danéé gh’ànn un caro prezzi...e la serenità la gh’à minga prezzi (esce)

(commento musicale e si riaccendono le luci. Entrano in scena Pedar, Orsola e Tonio che trattengono ancora Lionello incappucciato)

PEDAR              tegnal bèn...avanti da questa parte

LIONELLO       non fatemi del male

ORSOLA           sta tranquill che ta lassum andà...ta séét divertii stanòtt, neh!?

LIONELLO        abbastanza

PEDAR               pecaa che ta podat digall a nessùn

LIONELLO        perché?

ORSOLA            (a Pedar) taas, ciciarùn!

PEDAR               ecu, chì a podumm lassal nà

ORSOLA            va bèn. Però fèmacch fa una quai giravolta inscì al capìss minga da quale cà l’è vegnüü föra...(a Tonio) fallgirà (Tonio esegue)...giral ancamò...bona, adèss lassal andà

PEDAR            (minaccioso a Lionello) e và via de cursa senza vultàss, se ta vött minga ciapa ancamò una quaj legnada...

LIONELLO         sì, sì, me ne vado in fretta

ORSOLA               e regordass de parlà cun nessun in giir de quèll che t’è capitaa, se no sta storcium ul còll cumè una galina

LIONELLO         non aprirò bocca

PEDAR               (togliendogli il cappuccio e dandogli una pedata) e alura via! Via de cursa

LIONELLO        (fugge) addio, addio                                                                       40

PEDAR             l’è propi ul caas de dìss “addio”...poor fiöö...inscì giuvin

ORSOLA          beh, almèn a ‘l gh’avarà un bel ricordo

PEDAR             menu maa che adèss podum tirà giò tütt sti mantelasc che pesan cumè piuumb (tutti si tolgono i mantelli) ... che nocc...summ stracch mort

ORSOLA           a chi ta ga ‘l disat...menu maa che tütt l’è andaa ben 

PEDAR              adèss tì, Togn, a ta podat andà dal to padrun, ul caar sciuur dutuur e dicch che tütt l’è andaa cume da prugrama e vedé se ‘l gh’è passaa ul maa de cò

ORSOLA         a ‘l gh’è passaa de sicüür

PEDAR             ta disat?

ORSOLA          summ sicüra! Sü, Tonio, van a cà dal Lionello e dicch che sa vedarèmm püsséé tardi

TONIO               (con gesti saluta ed esce)

ORSOLA             ma Pedar, che tütt l’è andaa ben ta ‘l disat tì, perché verameent, mì a suu ben pooch. Quand sèmm rivaa in cà tua a ta séét restaa dipartì cun la tua suocera e mì, cunt ul Togn, a sèmm restaa in giardìn

PEDAR               ta gh’éét resùn

ORSOLA             e cumè che l’è andada?

PEDAR               un spetacul! La mia miéé l’era nel lett...al buio...e la mia suocera l’era davanti al camin...mì, a rivi sü cun quel poor disgraziaa...ma tegnivi sempar sü ul mantèll per minga famm ricunòss...

ORSOLA             e pö?

PEDAR               ...pö, l’ù purtaa nela dispensa, un puu scüra e l’ù faa svestì...in un primm mumeent a ‘l vureva minga e alura, ma sùmm incazzaa e ù cumincià a vusà cumè un càn rabiuus. Ala fin, a ‘l s’è cunvinciüü a ‘l s’è sbiutaa...biùtt cumè una rana. De facia l’era propi brütt, (imita le sembianze fisiche) a ‘l gh’aveva un naas de fa stremizzi, la boca storta e l’era perfina gueerc de un öcc...ma credùmm, ù mai vist tanta bela carna...biaanc, morbid e senza parlà di altar qualità...püsséé intim...una robba!

ORSOLA               ma l’era necessari vedèll tütt biùtt?

PEDAR                  ta scherzat!?                                                                                41

PEDAR               vurevi vèss cert che ‘l füss sàn...vedé se ‘l gh’aveva di bòll o una quaj malatia...ta féét svelt a parlà, tì

ORSOLA              ta gh’éét resùn! Van avanti

PEDAR                quand ù vist che l’era san, sempar a ‘l scüür, l’ù purtaa in camera e l’ù metüü nel lett...ma prima de vegnì föra, ù vurüü tucà cun màn cume andavan i ròbb...

ORSOLA             heila, che prüdenza

PEDAR                 tucaa e sentii che tùtt andava ben, sùmm vegnüü fö dala stanza, ù seraa sü la porta e sùmm andaa cun la mia suocera visìn al fööch...e sèmm staa tüta la nòtt a parlà

ORSOLA            de cussè?

PEDAR               de quèl poor giuvi che a ‘l gh’à de murì inscì prest e ‘sta nòtt la ga sia custada insci cara

ORSOLA           cussè che ta interessa atì? Inn problemi so

PEDAR              ta gh’éét resùn. Ma adèss vedi minga l’ura de cüntacch su tütt al dutuur Lionello e cungratulàmm cun lüü

ORSOLA            a ‘l riverà anca lüü. Adèss sarà mej andà a cambiàss e ripusà un puu

PEDAR               sì. Andruu ancamì a cambiàss. Pö faruu lavà la mia miéé e la purtruu in gesa per la messa dela matina

ORSOLA             e ta dormat minga?

PEDAR               uramai gh’ù pü sogn...salüdi, mì a vuu a cà (esce)

ORSOLA            ancamì a gh’ù pü sogn...ma vardéé che riva ul Lionello

LIONELLO        (entra) buongiorno, Orsola

ORSOLA             t’el chì ul mandrillo! Ta vedi bel arzillo

LIONELLO         non avrei mai voluto levarmi da quel letto

ORSOLA             ga credi

LIONELLO     quando ormai s’era fatto giorno le dissi dell’amore che portavo per lei

42

ORSOLA              e léé, cussè che l’à dii?

LIONELLO          corrispondeva!

ORSOLA              alura te faa un bel servizi

LIONELLO          ...allora el dissi che potevamo vivere felici senza alcuna infamia e andarcene insieme a Firenze e che l’avrei amata tutta la vita

ORSOLA             e léé?

LIONELLO          dopo qualche sospiro. Disse: “poiché la tua astuzia...

ORSOLA              beh, püsséé che tua, l’è stada la mia. E pö, van avanti

LIONELLO          ...la stupidità di mio marito...

ORSOLA              altar che stüpid! Tacacch là anca un püü rimbambii. E pö?

LIONELLO          ...la semplicità di mia madre e la triste ingordigia del frate, mio confessore, mi hanno condotto a fare ciò che io non avrei mai fatto

ORSOLA             santa dona!

LIONELLO         ...e voglio pensare che tutto quello che è accaduto sia segno del destino e voluto dal cielo...

ORSOLA             ...e dall’Orsola! E pö?

LIONELLO         poi disse  che non vuole rinunciare a ciò che Dio ha voluto

ORSOLA             brava!

LIONELLO         perciò, mi disse, io ti prendo come mio signore, mio padrone, mia guida

ORSOLA             ...e mio stallone!

LIONELLO         che significa?

ORSOLA             nagòtt, nagòtt...van avanti

LIONELLO         ...tu sarai mio padre, mio difensore e voglio ahe rappresenti per me tutta la mia felicità...

ORSOLA             minga stüpida, la tùsa                                                                     43

LIONELLO          ...e quello che mio marito ha voluto per una notte, voglio che l’abbia per sempre

ORSOLA             ciamala scema!

LIONELLO         farò di te il mio amante; verrai in chiesa con noi e a desinare con noi, l’andare e lo stare dipenderà solo da te...e potremo ogni ora, incontrarci senza sospetto

ORSOLA             la gh’à ciapaa güst, la santarèlla

LIONELLO         ...udendo queste parole mi sentii morire per la dolcezza, ed ora mi sento l’uomo più felice del mondo

ORSOLA              ma fa piasé! Ma adèss, cumè che ta séét d’acordi?

LIONELLO          andiamo verso la chiesa perché sono d’accordo di trovarci là

ORSOLA              ma ecu che ìnn dréé e vegnì fö de cà...andèmm...andèmm in gésa

LIONELLO          sì, non facciamoci vedere (escono)

PEDAR                 (entra con Candida) bisögna fa i ròbb cunt una certa creanza, minga inscì, ala carlona

CANDIDA            (seccamente) e cussè che gh’èmm de fa?

PEDAR                 guarda se l’è la manera de rispuund! Tüta ringalüzida

CANDIDA           cussè vött che ta disa?

PEDAR               adèss andèmm dal fraa e ta sa cunfessat, da brava tusa, perché l’è propi incöö che ta rinassat

CANDIDA           (c.s.) e alura nèmm! Cussè che spettum?

PEDAR                vardéé, vardéé! Incöö ta séét tüta ardita e spiritosa, e iéér sira a ta parevat mezza morta

CANDIDA            l’è colpa tua

PEDAR                 mia? A ta vurevat minga un fiöö?

CANDIDA            sì, ma minga inscì

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PEDAR                 se l’è l’ünich mezzo, sa dééf fa inscì! ta vureréét minga savèn püsséé di dutuur

CANDIDA               chissà che dutuur t’è vist

PEDAR                hué, guarda che sùmm minga interdètt, neh! Mì, la geent che l’à stüdiaa a la capissi sübit

CANDIDA              varda che gh’è scià ul fraa Galdino

FRATE                    (entra)  che siate i benvenuti

PEDAR                   buongiorno fratello!

CANDIDA             saluti a voi, fra Galdino

FRATE                  cara la mia Candida, ti auguro che Iddio vi mandi un bel figlio maschio

CANDIDA               che ul ciéél al vöra

PEDAR                    (al frate con esaltazione) a ‘l sarà march, a ‘l sarà march, fraa Galdino...che ‘l ma disa che l’è march?

FRATE                    mì a podi minga savèll. Sperèmm!

LIONELLO            (entra con Orsola)  buona giornata a tutti

PEDAR                  (felice) oh, maestro...che sorpresa...come state?

ORSOLA                 a ‘l sta bèn...a gh’è passaa anca ul ma de cò

PEDAR                  (avvicinandolo a Candida) ci presento la mia sposa

ORSOLA               (ironica) eh, già! L’à mai vista

PEDAR                   già, l’è la prima volta...Candida, questu l’è ul sciuur dutuur

LIONELLO           (baciandole la mano) onoratissimo

CANDIDA            felice di conoscervi

ORSOLA               (sempre con ironia) eccola! Adèss sa cunussan

PEDAR                  (sempre con entusiasmo a Candida) pensa che l’è per merit so, se gh’avrèm un bastùn per la nossa vecchiaia                                                                45

CANDIDA              ah, sì!?

PEDAR                   sì, l’è propi lüü...l’è un galantòmm

CANDIDA             vi sono molto grata...(a Pedar) e ma piaseria che ‘l diventàss un amiis fraterno, un amiis de famiglia

PEDAR                  oh, benedetta tusa...che sensibilità...che cöör! E vööri che ‘l vegna a disnà in cà nossa insema a l’Orsola

ORSOLA              vulentera, vera dutuur?

LIONELLO          sarà un vero piacere

PEDAR                anzi, cà mia la sarà sempar verta e ‘l po’ vegnì a mangià anca tütt i dì. Quand a ìl vöör

ORSOLA              bravu, anca perché stu poor òmm a ‘l viif in una lucanda e ‘l gh’à al munnd dumà ul so servu e vivan da scapulòtt in trascüratezza

PEDAR              in una lucanda? Oh, poor fiöö...ma ìl sa cussè che ga disi? Ga daruu la ciaaf de cà nossa che podànn andà, lüü cunt ul so servo, nela camera della loggia.

Cussè che ta ‘n disàt Candida?

CANDIDA          sarja una buna aziùn

ORSOLA            inscì farànn minga tanta fadiga a incuntràss

PEDAR               chi?

ORSOLA            beh...lüü cunt ul so servo...sempar vün de chì, l’altar de là...

PEDAR              ta gh’éét resùn. Adèss, andèmm in gésa, dopu a cà mia e sisetmumm tütt, va bèn?

LIONELLO        accetto molto volonieri la vostra ospitalità

FRATE                ma scüsèmm, già che sèmm chì tütt...ma mì duvaria avé i danéé pe fa la beneficenza

PEDAR                preocupàss minga. Dumàn a ta porti anca i danéé

ORSOLA             vànn, vànn in gésa che duman a ta gh’avaréét anca quèll che t’èmm prumetüü

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PEDAR               su, andèmm in gésa a ringrazià ul signüür per la grazia ricevüda

ORSOLA            (tutti escono mentre lei si avvicina al proscenio) e vialtar, gentili spettatori, spetéé minga che vegnumm fö dala gésa, la messa l’è lunga, mì a resterüü déént e luur a vegneràn fö da l’altra paart...tütt in bela armonia. Salüdi a tütt, cara ul me pùblicch e vardevàss  bèn dala géént che va circunda perché la vita l’è piena de eleméént cume quii che ì vist in questa sturièla. I fürbi, i faals, gl’inguurd, i stüpid e i gàtt moort finché i vedum chì, sü un palco a fànn rììd ma, se i trövumm süla nossa strada ìnn periculuus e, tanti voolt a sa trövùmm in mezz a gabul püsséé grand de nùmm che, per tiràss föra, e devum andà cuntra i nòss principi e versà lacrim per tantu téémp.

     

FINE

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