L’eredità dei Lauri

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L’A

        

Commedia in due atti 

di

Mimmo Titubante

SIAE  N° posizione 197365     (titubantedomenico@hotmail.it)

Trama

La famiglia dei Lauri perita al completo in un incidente aereo, è costretta a vagare sotto forma di fantasmi nella villa di sua proprietà con annesso parco naturale e sarà libera da vincoli terreni sino al momento in cui torneranno alla luce i resti dei loro corpi che da tempo giacciono dimenticati in un aereo caduto in fondo al mare. I Lauri sembrano accettare di buon grado l’attuale  sistemazione a “tempo indeterminato”; d’altronde essendo la proprietà disabitata e, non essendoci eredi designati , il parco è divenuto da tempo patrimonio demaniale. Il  sindaco  e sua figlia, naturisti convinti, proteggono l’incolumità  e l’impenetrabilità della  villa poiché essa è sede di una biblioteca di immenso valore  che nei loro progetti futuri dovrà essere restaurata e restituita al paese affinché esso possa divenire un centro culturale d’importanza mondiale. I Lauri sono contenti del progetto che porterà il loro nome, ma non hanno fatto i conti con un ricco imprenditore senza scrupoli  che  riesce a corrompere la maggioranza del consiglio comunale ed a dar via ad una delibera che prevede l’abbattimento della  loro proprietà ed il passaggio attraverso il parco di un’autostrada  con annesso centro commerciale. Però non ha fatto i conti con la caparbietà dei fantasmi che, con vari stratagemmi e con l’aiuto inconsapevole del sindaco e della figlia, cercheranno di ostacolare in tutti i modi l’infame tresca che rischia di sfrattarli dal loro rifugio terreno. Daranno  via ad una serie di situazioni divertenti, ma come andrà a finire? Vincerà la natura od il cemento?

Personaggi

Antonio Lauri                Fantasma (padre)

Emma Donati               Fantasma (madre)

Rodolfo Lauri                Fantasma (figlio)

Francesca Lauri            Fantasma (figlia)

Stefano Lauri                Nipote dei Lauri

Augusto Cellini               Sindaco

Giulia Cellini                 Figlia sindaco

Bruno Milani                 Imprenditore

Sonia                           Compagna di Stefano

Gianni                          Figlio di Sonia

Santa                           Medium

Assistente                     Assistente medium

Cliente                            Cliente medium

Profilo dei personaggi

Antonio Lauri

Fantasma di un notaio severo, ma allo stesso tempo incline alla battuta. E’ costretto per necessità a falsificare l’atto che servirà a designare il suo erede: la sua condizione ed il suo passato gli consentono di avere una certa pratica per questo tipo di faccende. Con consigli e mosse azzeccate e, con l’aplomb tipico della persona nobile, gestirà la storia della commedia dando un senso di austerità, ma al contempo divertente  al suo personaggio creando spassose e divertenti scenette con i figli, con la moglie e man mano con gli altri personaggi .

Emma Donati

Moglie di Antonio (età cinquanta anni). Impersona la nobile “snob”  che vive la storia come se abitasse su una nuvola. Fantasma di una scrittrice di successo, dedita solamente alla lettura, rappresenta il personaggio che con la battuta azzeccata e pacata e con la giusta dose dell’effetto umoristico di stampo anglosassone, darà vita con il marito ed i figli a scenette molto divertenti e di sicuro effetto.

Rodolfo Lauri

Figlio dei Lauri, ragazzo sui vent’ anni, rappresenta il fantasma del figlio ribelle  di indole sessantottina sempre pronto al battibecco. Dedito solamente al suo passatempo preferito di collezionista di armi antiche, sembra infischiarsene di ciò che gli gira intorno, ma pian piano diventerà il protagonista e detterà man mano che la storia diventerà più intricata, le mosse azzeccate per il successo finale del piano preparato dal padre.

Francesca Lauri

Figlia secondogenita dei Lauri,  interverrà con lo spirito nostalgico e triste  della ragazza che purtroppo non ha potuto vivere come tutte la sua giovinezza perché strappata troppo presto alla vita terrena. Con molto garbo e riservatezza, darà il suo contributo per la riuscita del progetto del padre.

Stefano Lauri

Nipote dei Lauri, vivente. Uomo sulla trentina, di origini nobili e della serie “dammi un patrimonio che so io come sperperarlo”. E’ l’erede destinato che serve alla famiglia Lauri per mantenere il possesso della tenuta dei Lauri, ma essi non hanno fatto i conti con l’indole di questo nipote che, soggiogato dalla sua compagna, si lascia convincere a vendere la proprietà lasciando nello sconforto i fantasmi. Con  l’aiuto di Giulia,  figlia naturista del sindaco di cui in seguito s’innamorerà, si ravvedrà  e smaschererà il piano della compagna  tirando fuori al momento opportuno la grinta dei Lauri e diventando l’eroe della natura che vince sul cemento.

Sonia

Compagna di Stefano. Donna bella e seducente innamorata non del suo uomo, ma  della sua disponibilità economica che le serve per parare i debiti fatti con il suo ex marito e quelli di suo figlio schiavo del gioco. Per nulla affascinata dalla villa con parco, per niente naturista, si vende a Milani, imprenditore spregiudicato ed interessato al terreno della proprietà Lauri e convince Stefano a venderla ad un prezzo più basso del suo valore commerciale. Non ha fatto i conti, però, con i fantasmi. Sarà smascherata e perderà Stefano e tutto ciò che ne consegue.

Gianni

Figlio di Sonia. Giovane venticinquenne, fisico ed immagine da play-boy da strapazzo con indole truffaldina e debiti a non finire. Diventerà il bersaglio preferito dei fantasmi e metterà in scena scenette molto divertenti e di sicuro effetto.

Augusto Cellini

Sindaco. Accanito naturista innamorato della figlia Giulia e del suo paese. Con il suo carattere fermo e deciso, contrasterà con tutti i mezzi  i progetti di Milani e servirà alla causa della famiglia dei Lauri per la conservazione della proprietà.

Giulia Cellini

Figlia del sindaco. Ragazza , dolce e semplice, ma allo stesso tempo decisa. Diventerà man mano strumento essenziale nelle mani dei fantasmi che l’adorano e servirà alla causa per il mantenimento della proprietà Lauri con relativa biblioteca di cui solo lei conosce l’importanza ed il valore storico. Si innamorerà di Stefano  e, per la gioia dei fantasmi, lo sposerà assicurandone la discendenza.

Bruno Milani

Ricco e arido imprenditore. Tenterà con ogni mezzo di prendere possesso della proprietà dei Lauri che nelle sue intenzioni deve essere demolita per permettere il passaggio dell’autostrada con annesso centro commerciale. Non ha fatto i conti con la caparbietà dei fantasmi che pin piano manderanno in fumo il suolo losco progetto.

Santa

Sedicente medium. Servirà come strumento per i Lauri, che si useranno il suo corpo per smascherare lo sporco gioco di Sonia ed aprire gli occhi a Stefano.

Cliente medium

Personaggio di media età, aspetto ordinario. Figura che servirà a rendere più  efficace ed esilarante la scena della seduta spiritica

Assistente Santa

Personaggio  che interpreta “ad hoc” il linguaggio pseudo - medianico di Santa con effetto esilarante.

Atto primo

L’eredità dei Lauri

                                                                     

L’eredità dei Lauri

Scena  prima

Salone: scrivania, divani coperti da teli bianchi, mobili in stile, scaffali pieni di libri. Una casa disabitata da tempo. In scena i “Lauri”, una famiglia di fantasmi: Antonio Lauri, sua moglie Emma e la figlia Francesca. Il notaio è alla scrivania. Scrive.

Nb. In corsivo i nomi dei fantasmi

Antonio:            Allora vediamo, nel giorno… dell’anno millenovecento… in presenza dei testimoni… io dottor Rossi Guglielmo, notaio di……

Emma:             (Seduta sulla poltrona a sfogliare distrattamente un libro) Ma caro che nome poco originale!

Francesca:        (Intenta ad eseguire un passo di danza). Rossi o Bianchi che importanza ha? Se papà ha scelto un nome così avrà avuto le sue buone ragioni.

Antonio:            Ma no….Rossi è un nome come un altro!

Emma:             Il nome rappresenta la persona. Il nome è importante!

Antonio:            Co…cosa……

Rodolfo:            (Entra Rodolfo. Ha in mano una spada. Con passo lento ma deciso la  punta verso un nemico immaginario alle spalle del padre ed affonda) Ha ragione mamma, Rossi… che fantasia! Si poteva pensare  a qualcosa di più originale, caro papà

Emma:             (Rivolgendo al figlio un sorriso pieno d’affetto) Grazie Rodolfo. Tancredi Ildebrando De Witt direi che suona decisamente meglio.  

Antonio:            Va bene, va bene…  Tancredi Ildebrando De Uit…

Emma:             De Witt, tesoro, con la “double V” tedesca.   

Antonio:            (Si ferma, alza lo sguardo sulla moglie. Si arrende e si corregge) De Witt con la double V tedesca…

Rodolfo:            Discendente ultimo della famiglia dei De Witt di Prussia (mentre è intento a duellare con l’ennesimo nemico immaginario).

Antonio:            (Che non ha mai rivolto lo sguardo verso il figlio) Se invece di accanirsi contro… (si volta verso il figlio) Chi abbiamo sfidato a duello questa mattina, Rodolfo?

Rodolfo:            Il nemico ha un solo un volto: Guglielmo degli Aragonesi di Svevia!

Antonio:            Ecco. Se il tuo caro Rodolfo lasciasse al suo triste destino il povero Guglielmo e si decidesse a darmi una mano, magari riusciremmo a mettere la parola fine a questo testamento. Forse non vi siete resi conto della gravità del momento! Quando quell’intrallazzatore di… come si chiama…..

Francesca:        Milani, papà. Bruno Milani.

Emma:             Che nome volgare…

Antonio:            Appunto. Da quando quell‘uomo volgare travestito da ingegnere ha convinto la maggioranza del consiglio comunale ad approvare il progetto dell’autostrada, io non ho più pace.

Emma:             Non ti agitare Antonio, lo sai che ti fa male.

Antonio:            Come faccio a non agitarmi? Se tutto va secondo i suoi loschi piani, tra meno di due mesi il tuo amato parco sarà invaso dalle ruspe e della nostra villa non resterà in piedi nemmeno un mattone.

Emma:             Caro, noi tutti abbiamo fiducia nel tuo progetto.

Antonio:            Vi ringrazio della fiducia, ma questa volta sono molto preoccupato sulla riuscita dell’operazione, primo perché bisogna escogitare il modo perché questo documento venga ritrovato. Secondo bisognerà che vada a finire in mano “sicure”, che quindi non venga occultato, ma recapitato a nostro cugino. Terzo: il tempo è un elemento da non trascurare. Il denaro di Milani è stata un’arma molto convincente per i consiglieri comunali che stanno accelerando i tempi per il rilascio dei permessi necessari alla demolizione della nostra proprietà.

Francesca:        ( Si avvicina al padre con un passo leggero) Papà ha perfettamente ragione. Sbrighiamoci a sistemare questo benedetto documento. Non ho nessuna intenzione di finire su un guard-rail di autostrada.

Emma:             E della mia biblioteca cosa ne sarà?

Francesca:        Ti prego mamma, concentriamoci sul documento ora. Se passa salveremo anche la tua biblioteca.

Antonio:            Per fortuna che qualcuno in questa famiglia ha ereditato un po’ del mio senso pratico…

Rodolfo:            (Che continua nel suo duello, con una abile mossa da spadaccino provetto, disarma il malcapitato avversario e gli punta la spada al centro del petto) Sei un uomo finito… (e fa il gesto di infilzarlo)

Antonio:            Povero Guglielmo… Dicevamo… “Innanzi a me dottor Tancredi Ildebrando de Witt, sono presenti i signori Antonio Lauri nato a Verona ecc…e la sua consorte Emma Donati nata a Verona il sette del mese di aprile dell’anno…

Emma:             Soprassederei sui particolari  poco influenti...

Antonio:            Dunque… “ detti comparenti, della cui identità personale il sottoscritto ne attesta la veridicità, in pieno possesso delle loro facoltà fisiche e mentali e in presenza dei testimoni eccetera, eccetera, in caso di loro morte e della morte accertata dei figli Rodolfo e Francesca Lauri, esprimono la volontà di designare come unico erede di ogni loro proprietà il signor Stefano Lauri . Ai sensi degli articoli eccetera eccetera… approvano e sottoscrivono ”. Dal punto di vista legale mi sembra che sia a posto. Ora, cara, apponi la tua firma accanto alla mia. (porge il documento alla moglie Emma) Mi è stato facile introdurmi negli uffici della procura per apporre il timbro originale… Sto scoprendo che essere un fantasma ha i suoi vantaggi…

Emma restituisce il testamento firmato e Antonio procede alla chiusura della busta che sigilla con la cera lacca.

Emma:             Mi domando se questo Stefano Lauri sarà all’altezza della situazione… Si poteva pensare a qualcuno della mia famiglia, per esempio. Un Donati sa sempre quello che deve fare…

Antonio:            Vorrei rammentarti, Emma, che l’unico erede dei Donati è il figlio di tuo fratello Brando, Giuseppe. Nome d’arte Josephine.

Emma:             E allora?!

Antonio:            Fa la Dark Queen in uno spettacolo a Broadway… 

Emma:             Beh, una splendida carriera, non ti pare?

Rodolfo:            Guglielmo ha avuto quello che si merita.

Antonio:            Tu, no!

Francesca:        Lascialo stare, papà. Si annoia. E poi è un ottimo modo per restare in forma…

Rodolfo:            E per pensare.

Antonio:            Perché tu pensi?

Rodolfo:            Qualche idea sul ritrovamento del testamento?

Antonio:            (Preso in contropiede) … Beh, non ci abbiamo ancora pensato.

Rodolfo:            Io invece si. Seguo molto da vicino la figlia del sindaco…

Francesca:        Da troppo vicino, prima o poi la spaventerai…

Emma:             Parli della piccola Giulia…

Rodolfo:            Si, mamma. Ogni tanto Giulia viene qui. Entra in casa dalla porticina del giardino che è facile da aprire senza chiavi. Il suo posto preferito è la biblioteca. Si aggira un po’ tra gli scaffali, prende un libro da leggere e se ne va. Tra una visita e l’altra passa di solito una settimana. Poi  torna, rimette il libro al suo posto e ne prende in prestito un altro.

Antonio:            In paese è anche l’unica persona che ha il coraggio di mettere piede in questa casa. Le case disabitate fanno paura…

Francesca:        Uuuuuhhh… sono piene di fantasmi!

Rodolfo:            Posso finire?

Antonio:            Ti prego…

Rodolfo:            La prossima volta, quando tornerà per restituire il libro, le faremo trovare la busta esattamente nel vano della libreria dove riporrà il libro. E’ una precisa non sbaglia mai posto…

Emma:             Giulia ha sempre amato leggere… una ragazza sensibile. Mi è sempre piaciuta.

Rodolfo:            Una volta presa la busta la seguirò per accertarmi sul suo destino…

Francesca:         Il destino della busta o quello di Giulia?

Rodolfo:            Hai un’idea migliore?

Antonio:            A me sembra un’ottima idea. Giulia è una ragazza in gamba e suo padre, il sindaco Cellini, è l’unica persona all’interno del consiglio comunale che può darci una mano. Si è opposto al progetto di Milani sin dall’inizio.

Rodolfo:            Lui vuole trasformare il nostro giardino in un parco pubblico…

Emma:             Conosce il valore della prestigiosa raccolta di libri antichi…

Francesca:        E vuole che la casa sia la sede di eventi culturali, di spettacoli e di mostre…

Antonio:            Suo malgrado, si è dovuto attenere alla delibera votata dalla maggioranza. Sarà molto felice di mettere i bastoni tra le ruote a quell’avvoltoio… idea geniale figliolo.

Emma:             Una volgare autostrada……che cosa orribile!

Francesca:        E bravo il fratellone!

Si chiude il sipario.

Buio

Scena  seconda

Siamo nello studio del sindaco Augusto Cellini intento a guardare alcuni incartamenti. Bussa la figlia.

Cellini:              Cosa c’è?

Giulia:               (Facendo una smorfia) C’è Milani…. ti vuole parlare.

Cellini:              Non ci sono per nessuno, devo mettere a posto tutte queste carte...

Giulia:               Papà, non puoi sempre cacciarlo via…

Cellini:              Va bene, fallo passare, tanto so già cosa vuole…

Entra in scena un signore sulla cinquantina, vestito in modo classico. E’ l’ingegnere Bruno Milani. Lo segue Antonio Lauri.

Milani:              Buongiorno sindaco!

Cellini:              Si accomodi pure, ingegnere. Mi dica.

Milani:              Sono venuto per sapere a che punto è la pratica Lauri. Sto facendo il piano dei lavori e avrei già un’idea sulla data di inizio della demolizione…

Cellini:              Dello sterminio…

Milani.              Prego?

Cellini:              Non faccia l’ingenuo. Centinaia di ettari di bosco cadranno sotto i colpi delle sue ruspe… senza parlare della fauna che verrà annientata per colpa della sua autostrada. Si rende conto della gravità del suo gesto? O non le interessa affatto l’entità del danno ecologico che recherà all’eco-sistema di questo paese?

Milani:              E a lei, egregio sindaco, non le importa sapere quanti soldi entreranno immediatamente nelle casse disastrate della sua amministrazione e quanti altri ne arriveranno al compimento dell’intero complesso urbanistico? Mi dispiace per il suo bosco, ma il progresso deve andare avanti.

Cellini:              E lei ne è l’artefice?

Milani:              Le sue facili battute non mi toccano affatto, tanto più che il suoconsiglio comunale ha già approvato il mio progetto, quindi…

Cellini:              E’ riuscito, diciamo così, ad “abbindolare” molto bene i miei consiglieri.

Milani:              Abbindolare…che termine!

Cellini:              Sarebbe stato più esatto usare il termine “comprare”?

Milani:              Questa è solo una volgare illazione! I suoi consiglieri non sono mica degli stupidi…

Cellini:              Mentre io…

Milani:              Ah, non mi permetterei mai! Solo che io credo che nella vita tutto abbia un prezzo. Mi dica il suo e facciamola finita con tutti queste chiacchiere. Tanto più che alle prossime elezioni potrei darle una grossa mano…

Cellini:              Cos’è, un tentativo di corruzione?

Milani:              La smetta. Le sto solo offrendo un valido aiuto.

Cellini:              Commovente!

Milani:              Non faccia del sarcasmo fuori luogo. Piuttosto consideri quanti posti di lavoro creerà il mio cantiere.

Cellini:              Le faccio una controproposta. Lei rinunci alla sua autostrada ed io farò in modo che lei entri, con la sua società, in un progetto per la ristrutturazione della villa in un centro culturale e del parco in una area verde pubblica. Una forma di investimento vantaggioso per tutti.

Milani:              Il vero business è l’autostrada... il resto solo chiacchiere inutili.

Cellini:              Non le interessa affatto il futuro della terra?

Milani:              Che vuole, sono abbastanza adulto e non ho tanti anni davanti, quindi amo occuparmi dell’immediato.

Cellini:              Come potevo pretendere che una persona arida come lei riuscisse a vedere oltre il suo portafoglio? Non ho nessun interesse a sveltire le sue pratiche. Convocherò un’assemblea straordinaria per proporre un’alternativa al suo progetto. E’ nel mio diritto come sindaco!

Milani:              Non diciamo stupidaggini, ho in mano l’approvazione del suo consiglio, quindi cerchi di essere ragionevole….il mio tempo è prezioso!

Cellini:              Anche il mio. Se permette avrei degli impegni… (Si alza per invitare Milani a fare altrettanto)

Milani:              (Si alza e si avvia verso l’uscita, poi ci ripensa e torna indietro) Ci rivedremo presto e lei si pentirà di aver rifiutato la mia offerta.

Milani esce senza salutare e sbattendo la porta.

Cellini:              Che uomo spregevole! Mi attaccherò ad ogni cavillo burocratico per ritardare l’inizio dei lavori.

Il sindaco torna a sbirciare le sue carte. Entra la figlia Giulia seguita da Rodolfo Lauri che non può essere visto in quanto spirito. Rodolfo si accomoda su una poltrona e guarda la scena.

Giulia:               (Ride) Che gli hai fatto papà? Sembrava molto agitato…

Cellini:              Gli ho solo detto che i tempi per l’apertura del suo cantiere saranno piuttosto lunghi. Purtroppo c’è una delibera consigliare! Ha il coltello dalla parte del manico ed  io al massimo posso prendere tempo sensibilizzando l’opinione pubblica e magari mobilizzando gruppi ambientalisti…

Giulia:               Non ci posso pensare. In quel bosco ci sono cresciuta e l’idea che migliaia di alberi verranno abbattuti mi fa stare male... e la villa dei Lauri poi… ho trascorso lì dentro i più bei giorni della mia vita...

Rodolfo:            Giulia, cara…

Cellini:              Una tragedia quella dei Lauri… Il notaio non avrebbe mai permesso che un  losco mercante come Milani mettesse le sue mani sporche sul nostro paese. Gente eccezionale quei Lauri!

Giulia:               Rodolfo era l’amico migliore che potessi avere…

Cellini:              So’ quanto hai sofferto…

Rodolfo:            Giulia, piccola, sono qui… !

Cellini:              Un destino crudele: scomparsi per sempre con il loro aereo, inghiottiti dal mare. 

Giulia:               Non sai quanto mi manca…     

Rodolfo:            Cavolo, perché non puoi sentirmi?

Cellini:              Farò il possibile per la proprietà dei Lauri, te lo prometto. Te, però devi promettermi che non entrerai più nella villa attraverso la porticina del giardino…

Giulia:               Ma papà…

Cellini:              Giulia, se lo viene a sapere Milani è capace di farci passare dei guai seri, non è il momento di peggiorare la situazione…

Giulia:               Ma era il nostro passaggio segreto… E poi io entro solo per prendere in prestito dei libri…

Rodolfo:            La porticina rossa…

Cellini:              Lo so, Giulia, ma questo potrebbe complicarci la vita… e poi non sono sicuro quando sei lì dentro…

Giulia:               Non crederai anche tu alla storia dei fantasmi…?

Cellini:              Io non credo ai fantasmi ma c’è gente che giura di averli visti.

Rodolfo:            Impossibile!

Giulia:               Leggende metropolitane!

Rodolfo:            Giusto!

Giulia:               E poi io ci vado sempre di giorno…

Rodolfo:            Ah, io preferisco di notte!

Cellini:              Giulia, per favore!        

Squilla il telefono. Il sindaco va a rispondere. Qualcuno lo invita ad uscire dalla stanza.

Cellini:              (Prima di riappendere il telefono) Arrivo subito. (Poi rivolto alla figlia) Te non muoverti. Noi non abbiamo ancora finito.

Giulia rimane sola nell’ufficio del padre. Rodolfo è sempre vicino a lei. Si sistema sulla poltrona, tira fuori un libro dalla sua borsa. Lo guarda e sorride.

Giulia:               Questo libro mi fa pensare a te.

Rodolfo:            Questo è il nostro libro…

Giulia:               Ce lo leggeva nonna Diletta, la tua adorata nonna. Tutte le volte che glielo chiedevamo… conosco a memoria ogni figura e ogni singola parola…

Rodolfo:            La mia storia preferita era…

Giulia:               “Moby Dik” era la tua storia preferita.

Rodolfo:            Bravissima…

Giulia:               Mentre la mia favola preferita era…

Rodolfo:            Il bosco incantato!

Giulia:               Che importa… sembrano passati milioni di anni.

Rodolfo tira fuori la busta del testamento e la infila nella borsa di Giulia. Qualche secondo e Giulia nota la lettera nella borsa. La raccoglie e la tiene tra le mani per qualche secondo.

Rodolfo:            Hai preso il libro delle favole senza rimettere a posto l’altro. Non sapevo come fare per fartela avere… non potevo aspettare un’altra settimana…

Giulia:               E questa… cos’è? E com’è finita nella mia borsa..?

Rodolfo:            Che ti importa, aprila!

Giulia si rende conto del peso di quella lettera. La lascia cadere dalle mani… come se scottasse. Improvvisamente si apre la finestra e una folata di vento spazza via alcune carte sul tavolo del sindaco. Rodolfo approfitta per rimettere la busta nella borsa. 

Giulia:               Cosa diavolo succede? (Va a chiudere la finestra)

Rodolfo:            Qualche piccolo trucchetto del mestiere…

Giulia torna a sedersi e vede che la busta è di nuovo dentro la borsa. Si guarda intorno perplessa.

Rodolfo:            Giulia, devi aprire quella busta…!

Giulia:               Non so se!

Rodolfo:            Aprila…ti prego!

Giulia:               E se? Ma no….

Giulia prende tra due dita la busta dalla borsa. La osserva tenendola lontano come se fosse infetta… si guarda nuovamente intorno, si alza e la va a mettere sulla scrivania del padre. In quello stesso momento si riapre la finestra e Rodolfo riprende di nuovo la busta dalla scrivania e la rimette nella borsa di Giulia mentre Giulia torna a chiudere la finestra.

Giulia:               Quando sono arrivata non tirava un alito di vento…

Rodolfo:            Potenza della natura

Torna verso la poltrona e vede di nuovo la lettera nella sua borsa. Comincia ad agitarsi. Prende di nuovo la busta e questa volta la getta nel cestino dei rifiuti.

Rodolfo:            Che cocciuta…! Giulia, l’hai voluto tu.

Mentre Giulia si volta dall’altra parte e fa il gesto di pulirsi le mani soddisfatta, Rodolfo riprende la lettera dal cestino e mentre la sta porgendo a Giulia, lei si volta e vede galleggiare nel vuoto la lettera e lancia un urlo di terrore. Rodolfo non si aspetta quella reazione ed urla anche lui.  

Rodolfo:            Ma che sei pazza!!

Giulia:               C’è qualcuno?

Rodolfo:            Che spavento!

Giulia:               No, no, non è vero. Io non ho visto galleggiare nessuna lettera…

Rodolfo:            Certo che l’hai vista!

Giulia:               Deve essere il caldo. Devo prendere una boccata d’aria… assolutamente!

Rodolfo:            Ti prego, Giulia, apri quella lettera!

Giulia:               Oh mio Dio! E se ci fossero i fantasmi? Forse mi vogliono dire qualcosa…

Rodolfo:            Fuochino…

Giulia:               Ma perché proprio io?!!

Rodolfo:            Insomma quante domande!

Giulia:               Magari se apro la lettera…

Rodolfo:            Fuoco!

Giulia si blocca. In quello stesso momento irrompe trafelato nella stanza il sindaco.

Cellini:              Giulia!! Che è successo!?!

Giulia:               Cosa??

Cellini:              Giulia, stai bene??

Giulia:               (Facendo finta di non capire) Certo. Certo. Perché?

Cellini:              Eravamo al piano di sotto e abbiamo sentito un urlo e…

Giulia:               Ah si… si! Ho visto… ho visto un topo!! Sì, ho visto un orribile topo che entrava nella stanza e…

Nel frattempo Giulia ha spinto con il piede la lettera sotto la poltroncina.

Cellini:              Che spavento, Giulia! Siamo in campagna, diamine! Un topolino ci può anche stare… (riprende fiato)

Giulia:               Hai ragione pà ma… lo sai, non riesco ad abituarmi…

Cellini:              Stai bene?

Giulia:               Si, sto bene.

Cellini:              Vuoi aspettarmi ancora un attimo o preferisci andare a casa?

Giulia:               No, no. Ti aspetto. Sto bene pà. Davvero.

Cellini:              Va bene… torno subito (ed esce dalla stanza richiudendo la porta alle sue spalle).

Giulia raccoglie velocemente la busta e la apre.

Giulia:               (Esitando un attimo) E’ un testamento…

Rodolfo:            Sapevo che potevo contare su di te…

Giulia:               Rodolfo… ! (Si guarda attorno)Sei tu? Ma cosa sto facendo, sto diventando pazza… (guarda ancora il testamento che ha in mano) E adesso cosa mi invento…?

Rodolfo:            Non hai bisogno di suggerimenti. Sei troppo in gamba, Giulia.

Entra il sindaco Cellini nella stanza.

Cellini:              Qualche altro avvistamento di topo?

Giulia:               Avvistamento? Ah, no, no. Nessun altro topo, pà. Ma devo dirti una cosa… una cosa davvero importante…

Cellini:              Che cos’altro c’è, tesoro?

Giulia:               Questa papà… (gli porge la lettera-testamento).

Cellini:              Di che si tratta…? (La rigira tra le mani per qualche istante… guarda la figlia) Dove l’hai trovata?

Giulia:               In biblioteca, a casa dei Lauri.

Rodolfo:            Aprila!

Cellini:              Io, quella porticina rossa la muro…!

Rodolfo:            Digli di aprire la busta…!

Cellini:              (Abbassa la voce) Questo documento potrebbe cambiare molte cose…

Giulia:               Credo di sì, pà. Penso sia importante…

Cellini:              (Guarda la figlia ancora una volta) C’e scritto: “aprire in caso di morte”...

Giulia:               Di solito il testamento si apre solo in caso di morte…

Cellini:              E se non fossero…

Giulia:               Se non fossero?

Rodolfo:            Se non fossero cosa?

Cellini:              Dico, mettiamo che non fossero…

Rodolfo:            Ma noi SIAMO! Giulia, ti prego, diglielo te!

Giulia:               Sono morti, pà!

Il sindaco gira la lettera tra le mani incerto

Giulia:               Pà non possono essere vivi… è assurdo!

Rodolfo:            Digli che se non la apre, vado a tirargli i piedi stanotte!

Giulia:               Accidenti!

Cellini:              Cosa?

Giulia:               E’ da qualche minuto che sento un ronzio nelle orecchie…

Cellini:              Sarà l’alta pressione… (Prende un tagliacarte ed apre con cautela la busta, estrae il foglio che vi è contenuto. Basta una rapida occhiata…) Il testamento!

Rodolfo:            Alleluia!!!!!

Giulia:               Co…cosa c’è scritto?

Cellini:              I Lauri designano come unico erede  il signor… Stefano Lauri!

Giulia:               Stefano Lauri… deve essere un nipote del padre.

Rodolfo:            L’unico Lauri disponibile…

Giulia:               Ora che si fa?

Cellini:              Restiamo con i piedi per terra. Prima bisognerà accertarsi dell’autenticità del documento…

Giulia:               Sì, certo…

Cellini:              Ti rendi conto che se l’erede è vivo, cambia tutto?

Giulia:               Cioè!

Cellini:              La villa non potrà essere abbattuta

Giulia:               Magnifico

Cellini:              E l’intero progetto dell’autostrada andrà in fumo.

Giulia:               Questa è un’ottima notizia!

Cellini:              A Milani gli verrà un attacco di bile…

Giulia:               Speriamo!

Rodolfo:            Non poniamo limiti alla provvidenza…

Cellini:              Pensa se questo documento finiva in mani sbagliate…

Rodolfo:            Praticamente impossibile!

Giulia:               E poi che facciamo?

Cellini:              Poi.. poi  dovremo rintracciare questo il signor Lauri. Mi metto subito sulle sue tracce.

Rodolfo:            Giusto!

Giulia:               Questo ronzio sta diventando insopportabile… Se scopro che c’entri tu…

Rodolfo alza le mani e le spalle come per dire che lui non c’entra niente.

Cellini:              Cosa dicevi Giulia?

Giulia:               (Sorride) Niente pà…

Il sindaco e la figlia escono in tutta fretta. Giulia prima di chiudere la porta sussurra alla stanza vuota.

Giulia:               Te, fastidiosissimo ronzio, rimani qui!!

Rodolfo:           Mah…

Rodolfo:          Adoro quella ragazza…!

Scena Terza

Salone della villa dei Lauri, luce in penombra. Musica di apertura, entrano Stefano Lauri seguito dalla sua compagna Sonia e dal figlio Gianni. Su di un divano sono seduti Antonio ed Emma Lauri, mentre Francesca e Rodolfo se ne stanno un po’ in disparte ad osservare il terzetto.

Stefano:            Il parco è una meraviglia, non pensavo fosse così bello.

Sonia:               Qui dentro c’è una puzza di muffa e di vecchiume che fa venire il volta stomaco.

Francesca:        Schizzinosa la signora…!!

Rodolfo:            La prossima volta le faremo trovare la casa perfettamente pulita e magari anche il pranzo pronto… Per non parlare del ragazzo… non sarà mica un nostro parente?

Antonio:            E’ il figlio della compagna di Stefano; vostro cugino non è sposato, ho preso le dovute informazioni.

Rodolfo:            Ha una faccia che non mi piace per niente…

Francesca:   Invece è carino.

Rodolfo:            Non farti venire strane idee…

Emma:             Ragazzi, non mi sembra il momento.

Antonio:            Avremo tutto il tempo per conoscerli meglio…

Sonia:               (Continua a guardare in giro con aria contrariata) Non mi sembra una casa vivibile, ci vorrà una barca di soldi per ristrutturarla e per  mantenerla poi….

Emma:             Caro, ti sembra così poco accogliente la nostra casa? (Antonio scuote la testa per tranquillizzare Emma)

Stefano:            Tesoro, ti prego, siamo appena entrati! Ci vorrà una squadra di tecnici per conoscere il reale stato della casa.

Sonia:               A me è bastata un’occhiata.

Stefano:            E’ una casa piena di fascino.

Sonia:               Punti di vista.

Emma:             Cocca, con te finisce male!

Gianni:              Queste armi antiche devono valere un sacco di soldi.

Rodolfo:            Dovrai passare sul mio cadavere,ragazzo!

Tutti i componenti della famiglia Lauri si voltano verso Rodolfo…

Rodolfo:            Cioè, si fa per dire!

Stefano:            Non farti venire strane idee.

Sonia:               Caro… le stava solo guardando.

Stefano:            L’ultima volta che gli ho visto guardare insistentemente qualcosa, il giorno dopo, quel “qualcosa” è sparito.

Gianni:              Cosa vuoi insinuare?

Stefano:            Nessuna insinuazione. I debiti di gioco si pagano. Hai trovato un sistema indolore per finanziare il tuo vizio?

Gianni:              Non mi sei mai stato simpatico e non riesco proprio a capire cosa ci abbia trovato mia madre in uno come te.

Stefano:            Ti avviso: non toccare niente in questa casa.

Gianni:              Altrimenti?

Sonia:               Gianni, per favore… Stefano, ti prego, lascialo stare (lo prende per il braccio). Sta arrivando il sindaco.

Emma:             (Rivolta al marito) Che bella famigliola ci siamo messi in casa.

Rodolfo:            Meno male che avevi preso tutte le informazioni…

Francesca:        Già…

Antonio:            Ma com’è possibile…   

Emma:             Te l’avevo detto io che era meglio un Donati!

In quel momento entra Cellini che va ad armeggiare con un quadro delle luci sul muro. Si accende la luce in scena.

Cellini:              E questa è la magnifica biblioteca dei Lauri.

Stefano:            E’ davvero splendida come me l’aveva descritta. Forse meglio. Grazie per averci accompagnato signor Cellini

Cellini:              Non lo dica nemmeno per scherzo. La famiglia Lauri ha fatto cose straordinarie per questo paese e il loro ricordo è ancora vivo in tutti noi.

Stefano:            Mia madre mi parlava spesso di suo cugino Antonio e della sua famiglia alla quale era molto legata.

Emma:             Adelaide, cara!

Cellini:              Sarà bene proseguire il giro della casa… E’ rimasto tutto così come quando ci abitavano i Lauri.

Stefano:            Questa eredità è stata una tale sorpresa per me…

Sonia:               Graditissima sorpresa, direi…

Stefano:            Del tutto inaspettata. Negli anni ’30 mio nonno si trasferì in Francia con tutta la famiglia. Noi tutti siamo nati lì. Dopo la morte dei nonni non ci siamo più visti anche se per Natale un biglietto d’auguri dello zio Antonio non mancava mai sotto l’albero. Io mi sono trasferito in Italia da appena sei mesi. Dopo la morte degli zii… e quando mi ha telefonato… non avrei mai immaginato…

Antonio:            Neanche noi…

Cellini:              Tuttavia il documento parla chiaro.

Sonia:               Tuo zio avrà avuto i suoi buoni motivi…

Emma:             Una scelta dettata dalla fretta prima di conoscerti, cocca.

Cellini:              L’importante è che lei sia qui, non crede?

Stefano:            Sono davvero onorato…

Sonia:               Peccato che la villa abbia un aspetto a dir poco decadente…

Emma:             Mi piacerebbe vedere dove abiti, cocca…

Antonio:            Vedrai che imparerà ad apprezzarla…

Sonia;               A dire il vero mette i brividi…

Rodolfo:            E non hai ancora visto niente…

Francesca:        Già…proprio niente

Cellini:              Il comune potrebbe aiutarvi nella ristrutturazione facendosi carico di una parte delle spese.

Sonia:               Anche se è saltato fuori un erede?

Cellini:              Ci sono una serie di progetti che sono stati presentati per il recupero della proprietà. Parte della villa e del parco potrebbero diventare attrazioni turistiche per il paese… naturalmente in sintonia con le vostre esigenze. E in questo caso…

Stefano:            Mi sembra una proposta davvero interessante.

Sonia:               Non so se sia il caso di impegnare risorse finanziarie in un paesino come questo…

Emma:             Io questa la strozzo…

Antonio:            Se ti serve una mano, chiamami…

Stefano:            Cara, mi sembra prematuro parlare in questo modo di un posto che non conosciamo affatto…

Cellini:              Credo abbiate ragione entrambi. Mi sono lasciato andare. Parlare di affari prima di conoscere la proprietà, il paese e l’intera regione che lo circonda è decisamente prematuro. Terminiamo la visita della villa e poi andremo in paese. Sarò onorato di farvi da cicerone.

Stefano:            Mi sembra un’ottima idea. Andiamo, cara?

Sonia:               Caro, ti prego, vai pure da solo a visitare il resto della villa. Il viaggio      mi ha stancato molto. Preferisco restarmene un po’ seduta. Avrò tutto il tempo per visitare la casa…dopo….

Stefano:            Non vorrai rimanere qui da sola.

Sonia:               Mi farà compagnia Gianni,vero tesoro?

Gianni:              Come vuoi mamma.

Stefano:            Bene…

Cellini:              Se vuole possiamo finire il giro in un altro momento.

Stefano:            No, no. Andiamo. Prego…

Cellini e Stefano escono dalla stanza seguiti da Antonio e Rodolfo che a un cenno del padre segue il gruppetto. Rimangono nella stanza Sonia, Gianni, Emma e Francesca.

Sonia:               (Guarda il figlio che è tornato a guardare le armi antiche della collezione) Cerca di non bisticciare con Stefano… dobbiamo averlo dalla nostra parte…

Gianni:              Non lo sopporto, lo sai. E’ sempre pronto a giudicarmi!

Sonia:               Non importa. Non ti ha mai fatto mancare il suo appoggio economico, e tu sai di cosa parlo.

Gianni:              Ricominciamo!

Sonia:               Ha pagato i tuoi debiti di gioco fino all’ultimo centesimo.

Gianni:              Lo fa soltanto per te, di me non gliene frega assolutamente niente!

Sonia:               L’importante è che l’ ha fatto, altrimenti….

Giani:               E poi non fingere, mamma, te non sei stata mai innamorata di Stefano. Ti è servito solamente perché papà dopo il fallimento della sua società è scappato via e ci ha lasciati in mezzo ad un mare di debiti.

Sonia:               Non ti permettere Gianni! Forse non lo amo come ho amato tuo padre,ma lo stimo molto… E’ stata una persona molto buona con noi. Si è fatto carico della nostra situazione…

Gianni:              Tienitelo! Non mi serve un altro padre.

Sonia:               Beh, in questo momento ti conviene fare uno sforzo… Se riusciamo a convincerlo a vendere questa baracca ci sarà una entrata extra anche per te…

Gianni:              Voglio crederci!

Emma:             Li finiamo adesso o aspettiamo ancora un po’…

Francesca:        Questa mi sembra una grande occasione…

Sonia:               Dobbiamo stare attenti, però… quel Cellini con i suoi progetti di recupero non mi piace per niente… potrebbe mettere strane idee in testa a Stefano.

Gianni:              OK, mi comporterò bene…..

Francesca:        Povero Stefano, non sa con chi ha a che fare…

Emma:             Bisognerà informare immediatamente tuo padre e preparare un piano B. .

Francesca:        Se le riuscisse il colpo di vendere la proprietà tornerebbero gli speculatori con Milani in testa e noi avremmo fatto un buco nell’acqua…!

Emma:             Cocca, non hai fatto i conti con la determinazione dei Lauri…

In quel momento rientrano Stefano e Cellini seguiti da Antonio e Rodolfo.

Stefano:            Che casa meravigliosa. Sindaco, lei aveva perfettamente ragione. Mi viene voglia di viverci… (Sonia e Gianni si scambiano un’occhiata preoccupata). Mi interessa conoscere meglio il suo progetto…

Cellini:              Con piacere! Ma gliene parlerò davanti ad una tavola imbandita. In paese c’è un ristorante dove si mangia benissimo…

Stefano:            Molto volentieri. Così avremo anche l’opportunità di conoscere meglio questo posto, non è vero cara?

Sonia:               Certo….certo.

Cellini:              Allora, faccio strada…

Escono tutti dalla sala con calma, rimane la famiglia di fantasmi.

Antonio:            Stefano è proprio una brava persona…

Rodolfo:            Approvo, papà.

Antonio:            Si vede che è uno di famiglia.

Emma:             Ma c’è la signora… la cocca…dobbiamo tenerla sotto controllo… un soggetto pericoloso. Antonio, tesoro, dobbiamo inventarci qualcosa…

Antonio:            Problemi?

Francesca:        Grossissimi…

Buio

Scena Quarta

Musica. Villa dei Lauri, salone. Entrano in scena Stefano e la sua compagna Sonia. In un angolo del salone ci sono anche Antonio ed Emma Lauri.

Stefano:            Non riesco a capire perché da quando siamo arrivati hai assunto questo atteggiamento ostile.

Sonia:               Questo paese non mi piace e questa villa mi mette l’angoscia! Ho come l’impressione di essere continuamente spiata.

Emma:             Magari è una sensitiva…

Antonio:            Sarà l’energia negativa che c’è intorno a lei…

Stefano:            (Sorride) Saranno i fantasmi dei Lauri.

Antonio:            Perspicace il ragazzo.

Sonia:               Sciocchezze!! I fantasmi non esistono…

Emma:             Quanto ti sbagli, cocca…

Sonia:               Io qui non potrei mai vivere. Detesto questo silenzio…

Stefano:            Staremo a vedere… (guarda l’orologio) L’ingegnere Milani è un po’ in ritardo.

Sonia:               Dicono che sia grosso imprenditore…

Stefano:            Ha insistito per vedermi con una certa urgenza…

Sonia:               Magari ha un progetto interessante a proposito di questa proprietà.

Stefano:            Magari è uno speculatore…

Antonio:            Ben detto…

Sonia:               Mi sembra che tu parta prevenuto… Gianni mi ha detto che lo conosce.

Stefano:            Ecco, appunto….e  questo non depone certo a suo favore.

Sonia:               Non perdi mai l’occasione, vero?

Stefano:            Tutte le conoscenze di tuo figlio non mi piacciono.

Sonia:               E’ mio figlio che non ti piace.

Stefano:            Non è vero e tu lo sai. Con lui mi sono sempre comportato bene. Gli ho dato fiducia,ho provato a dargli dei consigli, ma lui ne sa sempre una più del diavolo. Si è messo in un giro di scommesse con delle persone davvero poco raccomandabili e riempito di debiti che non è in grado di sostenere. Questo non mi piace…  

Sonia:               E’ mio figlio.

Stefano:            Infatti lo sto aiutando. Ma lo faccio solo per te. Non chiedermi pure di essere clemente. 

Sonia:               E’ giovane. E la perdita del padre è la causa di molti suoi problemi.

Emma:             Che attrice…!

Stefano:            Mi dispiace, ma non posso rimproverarmi nulla.

Sonia:               Sta arrivando qualcuno. C’è un rumore di una macchina nel viale.

Stefano:            Sarà Milani.

Antonio:            Arriva il farabutto.

Emma:             In questo momento mi preoccupa di più questa signora…

Entra Milani accompagnato da Gianni. Stefano guarda Sonia poi si presenta.

Stefano:            Ciao Gianni.

Gianni:              Ciao Stefano.

Stefano:            (Come se Sonia non gli avesse detto niente) Non sapevo che vi conosceste tu e il signor Milani.

Milani:              Abbiamo delle amicizie in comune.

Stefano:            (Sarcastico) Mi sembra meraviglioso… ma accomodatevi, vi prego.

Milani:              Grazie. Ho saputo della sua eredità e mi voglio complimentare. E’ una splendida proprietà.

Stefano:            Grazie.

Sonia:               Bella ma direi piuttosto decadente!

Milani:              Visto che ha introdotto l’argomento, io approfitto per aggiungere che in effetti l’interesse per un posto di questo genere è esclusivamente di tipo imprenditoriale…

Stefano:            Imprenditoriale, in che senso?

Milani:              Come ho potuto accennare a Gianni, la vostra proprietà è situata all’interno dell’area che prevede il passaggio dell’autostrada e la costruzione di un grande complesso residenziale. Questo naturalmente vuol dire occupazione per la gente del paese e benessere per l’intera comunità che, nel giro di un paio di anni, vedrà crescere notevolmente l’interesse turistico verso questo piccolo e insignificante paese…

Emma:             Insignificante?

Sonia:               Interessante…

Antonio:            Speculatore…!

Stefano:            A lei sembra un paese insignificante?

Milani:              Mah, direi che è un paese dove io non andrei in vacanza, per esempio.

Stefano:            Pensi che è un paese dove io, invece, vivrei volentieri…

Gianni:              Io neanche morto!

Stefano:            Nessuno ti obbliga a rimanere

Milani:              L’acquisto della vostra proprietà da parte della Società appaltatrice potrebbe essere per lei motivo di grande interesse…

Sonia:               Cosa vuole dire esattamente.

Milani:              La proprietà, per via del progetto, assume un valore che onestamente non ha. Questo vuol dire che lei venderebbe molto bene. Inoltre, se le interessa, le darei l’opportunità di entrare nell’affare con la partecipazione ad alcune quote sulle quali ci potremmo accordare… Consideri che, oltre al guadagno non proprio trascurabile, lei non dovrebbe affrontare più la spesa per la ristrutturazione della villa che, mi creda, le verrebbe a costare un occhio della testa…

Stefano:            E lei cosa ci guadagna?

Milani:              Io ho preso un impegno che desidero portare a termine e ho un’impresa che è pronta a partire con i lavori. Non si preoccupi, dottor Lauri, lei farà un ottimo affare. Mi creda.

Gianni:              Il dott. Milani mi ha anche promesso un posto dirigenziale all’interno della sua società, se deciderai di vendere ed entrare nell’affare.

Milani:              Conosco Gianni è so che è un ragazzo molto sveglio.

Stefano:            Su questo non ci sono dubbi.

Sonia:               Dott. Milani si è già fatto un’idea sul prezzo di vendita della proprietà?

Antonio:            La signora va subito al sodo…

Emma:             Ora la strangolo (prende il suo foulard)!

Milani:              Signor Lauri, se lei decide di vendere sono pronto a ritoccare ulteriormente il prezzo che avevo fissato con il comune.

Stefano:            Me ne ha parlato il sindaco…

Milani:              Ah! Lei conosce il sindaco…

Stefano:            Sì, ho avuto il piacere di trascorrere qualche ora in sua compagnia…

Sonia:               Parlavamo del prezzo della proprietà…

Milani:              Certo. Le offro dieci milioni di euro.

Gianni:              Accidenti!

Sonia si gira di scatto verso Gianni per vedere la reazione.

Emma:             Un’offerta irrinunciabile…

Antonio:            E bravo il perfido Milani…

Stefano:            La sua proposta è davvero molto interessante…

Milani:              Lo so. Solo che i tempi sono molto stretti. Ho il cantiere dell’autostrada bloccato. Ogni giorno che passa è una perdita per la società. Dovremmo concludere l’affare nel giro di pochissimo tempo.   

Sonia:               Le daremo una risposta molto presto, vero tesoro? (Rivolta a Stefano)

Emma:             Che iena.

Stefano:            Le faremo sapere, ingegnere Milani.

Milani:              (Gli porge un biglietto) Bene. Mi può chiamare in qualsiasi momento a questo numero. Le lascio anche il progetto così potrà valutarlo meglio.

Si salutano. Gianni accompagna Milani, Stefano e Sonia. Lei lo guarda. Cerca di leggere nei suoi pensieri. Alla fine di un interminabile silenzio lei lo infrange.

Sonia:               Stefano, che te ne pare?

Stefano:            Un’ottima proposta, non me l’aspettavo. Questo Milani è un uomo d’affari che sa il fatto suo…

Sonia:               Beh, direi che è ha fatto un’offerta che non lascia spazio a molti ragionamenti!

Stefano:            Direi che è un’offerta che offre un margine di trattativa.

Sonia:               Un margine di trattativa? Ma questa è una proposta che non si può rifiutare! Non capisci che questa vendita potrebbe significare per noi l’inizio di una nuova vita?

Stefano:            Non ci manca nulla! Non abbiamo bisogno di vendere questa casa. Le mie rendite ci fanno vivere più che bene. Una nuova vita potremmo cominciarla qui. Non hai pensato che questa eredità possa essere un segno del destino? Un’occasione da cogliere al volo per cambiare la nostra vita?

Sonia:               Stefano mi stai facendo preoccupare… cosa vuoi dire?

Stefano:            Voglio dire che sarebbe bello venire a vivere qui, per esempio…

Sonia:               Cosa? Non se ne parla proprio! Dovrai fare a meno di me! Non voglio andare in pensione a quarant’ anni!

Stefano:            Anche la proposta del sindaco è molto interessante. Potremmo avviare un’attività turistica che ci permetta di vivere tranquillamente. Io potrei dedicarmi al restauro dei libri antichi della biblioteca e tu potresti trasferire il tuo studio in questa casa e lavorare qui…

Sonia:               E rimanere a corto di clienti e di idee! Quando parlavo di cambiare la nostra vita non intendevo certo questo…!

Stefano:            Potrebbe essere un’ottima opportunità anche per Gianni. Qui sarebbe lontano dal suo giro di amici e potrebbe impegnarsi seriamente nello studio.

Sonia:               Milani ha detto che può sistemare Gianni nella sua impresa.

Stefano:            A lui di Gianni non gliene importa niente. E’ solo un mezzo subdolo per lusingarci a vendere. Sicuramente avrà preso informazioni su di noi e soprattutto su Gianni.

Sonia:               E allora? Non vedo dov’è il problema. A noi i soldi, a Gianni un impiego onesto e ognuno per la sua strada. Stefano non capisci… c’è da vivere da nababbi! E poi, diciamoci la verità: sei arrivato meno di sei mesi fa dalla Francia e fino a ieri non conoscevi nemmeno il nome di questo paese!

Stefano:            Direi che è meglio rifletterci un po’ prima di prendere delle decisioni affrettate. Mi studierò attentamente i due progetti. Solo dopo potrò esprimermi. 

Sonia:               Cosa vuoi dire con questo?

Stefano:            I soldi non sono tutto nella vita, ed io voglio cogliere al volo questa occasione!

In quel momento entra Gianni nella stanza. Si rende conto di aver interrotto qualcosa e che non è andato tutto come lui e la madre avrebbero voluto. Prova a sondare il terreno.

Gianni:              Mi sembra un’offerta davvero allettante, voi che ne dite?

Stefano:            E da quand’è che sei diventato un imprenditore?

Gianni:              Non ho nessuna intenzione di litigare con te.

Stefano:            Già, in questo momento è meglio non creare attriti…

Sonia:               Mi avevi promesso……

Gianni:              Lascialo finire, mamma.

Sonia:               So dove porta questo discorso e non ho nessuna intenzione di vedervi litigare, se mi volete un po’ di bene vi prego… (ha un moto di pianto)

Emma:             Il secondo atto della tragedia greca.

Stefano:            (Le si avvicina e le mette una mano sulla spalla) Scusami cara.

Sonia:               Voglio tornare in albergo.

Stefano:            Ancora qualche minuto e andiamo via. Vorrei passare nello studio dello zio per prendere la planimetria della proprietà. Il sindaco dice di averne vista una sulla scrivania.

Sonia:               Non ti preoccupare rimani pure, mi farò accompagnare in paese da Gianni. Non posso stare un minuto di più in questo posto. E’ un posto talmente  umido…

Emma:             Povera cocca, ha i reumatismi!

Stefano:            Vi raggiungo subito con la mia macchina.

Gianni:              Andiamo mamma.

Antonio:            Che abbia i reumatismi pure lui?

Emma:             Sì, ma al cervello.

Sonia ed il figlio escono. Stefano rimane solo nella villa. Comincia a guardare in giro ed a cercare nei cassetti.

Emma:             Quella donna rappresenta davvero un grosso ostacolo.

Antonio:            Ma lui è diverso. Spero solo che non si lasci convincere.

Emma:             E spaventare lei potrebbe solo aggravare lo stato delle cose… Una casa con i fantasmi diventa un posto dove nessuno vuole vivere…

Antonio:            Male che va, boicotteremo i lavori.

Emma:             Mi vengono i brividi se penso che devo passare l’eternità seduta sul guard- rail di un’autostrada…

Antonio:            Ti prometto che non sarà così.

Escono dalla stanza. In quel momento entra in scena Giulia Cellini seguita da Rodolfo. Rimette a posto il libro preso in prestito

Giulia:               E’ l’ultimo libro.

Rodolfo:            Voglio che il libro delle nostre favole lo tenga tu…

Giulia:               Di nuovo quel ronzio nelle orecchie… E’ una follia, lo so, ma mi sembra di sentire la presenza di qualcuno… una presenza amica. Mi piace immaginare che sia tu, Rodolfo… non mi ci voglio abituare però. Ho paura a restare di nuovo da sola…

Rodolfo:            Schhhh… arriva qualcuno.

Entra nella biblioteca Stefano

Stefano:            Buongiorno! Lei è…

Giulia:               (Tendendo la mano) Giulia Cellini, la figlia del sindaco.

Stefano:            (Le stringe la mano) Che piacere fare la sua conoscenza!

Giulia:               Mi dispiace essere entrata di nascosto, ma non sapevo che lei fosse qui… adesso….mi scusi!

Stefano:            Non deve scusarsi! Suo padre mi ha detto della porticina rossa e del suo amore per i libri e per questa biblioteca.

Giulia:               Sì, è vero. Ho appena rimesso al suo posto un libro bellissimo di Miller. Ma le prometto che non succederà più.

Stefano:            Mi dispiacerebbe davvero. Anch’io amo i libri. Sono un restauratore di libri e manoscritti antichi.

Giulia:               Davvero? Ma è magnifico!

Rodolfo:            Guarda che non ha ancora deciso di tenere la proprietà…

Stefano:            Io credo che questo sia un posto magico. Mi ci sto affezionando…

Rodolfo:            Non ti fare incantare…

Giulia si porta la mano ad un orecchio con una smorfia del viso.

Stefano:            Qualche problema?

Giulia:               No, Niente. Le dicevo che io sono innamorata di questo posto,

ci sono cresciuta. I figli dei Lauri erano miei amici.

Stefano:            L’ultima volta che li ho visti erano molto piccoli. E’ il mio grande rammarico. Lei di che cosa si occupa?

Giulia:               Sono una veterinaria.

Stefano:            Un’amante della natura.

Giulia:               Nella sua completezza. E poi ci sono i libri e questa biblioteca.

Stefano:            Un patrimonio inestimabile.

Giulia:               Mi perdoni la franchezza, ma lei venderà tutto questo?

Stefano:            Non lo so. Devo confessarle che mi hanno appena fatto un’offerta molto allettante.

Giulia:               Milani, vero?

Stefano:            Conosce la storia?

Giulia:               Benissimo e sarebbe un peccato distruggere tutto questo ben di Dio.

Stefano:            Lo so ed infatti voglio rifletterci a fondo. Valuterò seriamente la situazione. Se non potrò farne a meno, ho già deciso che la biblioteca di mia zia rimarrà al paese.

Rodolfo:            Bello sforzo…

Giulia:               Capisco… grazie, comunque vadano le cose.

Stefano:            Lei resti pure. Io devo tornare in paese. E’ stato davvero un piacere conoscerla.

Giulia:               Ci vediamo.

Stefano:            Ci può contare…

Rodolfo:            Non siamo ancora al sicuro…

Giulia:               Direi di no. (Si blocca ed alza lo sguardo) E comunque ti prego, se sei tu, smettila di ronzarmi nelle orecchie. Domani mi vado a far controllare!

Giulia:               Però è carino.

Rodolfo             Carino?

Giulia:               Sì, insomma un uomo pieno di fascino… fico!

Rodolfo:            E allora?

Giulia:               Credo che possiamo ancora sperare…

Rodolfo:            Questa cosa mi distruggerà!

Buio

          

Atto secondo

L’eredità dei Lauri

  

 L’eredità dei Lauri

Scena Quinta

Siamo nella stanza di un albergo. Gianni e Sonia discutono degli ultimi avvenimenti accaduti. Sonia si sta truccando. Francesca  li osserva.

Gianni:              Stefano mi sembra poco disposto ad accettare la proposta di Milani.

Sonia:               Sei troppo pessimista, lascia fare a me… lo conosco bene, riuscirò a trovare il modo per convincerlo (prende un rossetto e se lo passa sulle labbra).

Gianni:              Sai, mamma, Milani conta su di me per la riuscita di questa operazione...

Sonia:               Non ci lasceremo sfuggire questa occasione…

Francesca:        Disgustosi!

Gianni:              Hai già un piano?

Sonia:               Forse. Devi combinarmi un appuntamento con Milani… da soli (prende un portacipria e comincia a truccarsi).

Francesca:        Furba, però…(le fa cadere il portacipria per terra)

Sonia:               Accidenti… e ora come faccio (piagnucolando)

Francesca:        La mamma direbbe: naso lucido, cocca! Certo non è da una signora come te… ma te la sei cercata.

Gianni:              Se vuoi ti accompagno a comprarne un’altra.

Sonia:               Fa niente.

Gianni:              Cosa hai in mente?

Sonia:               Fidati di tua madre.

Gianni:              Come faremo a tenere lontano Stefano?

Sonia:               Mi ha chiamata la mia amica Giorgia. Suo padre le ha lasciato in eredità una straordinaria collezione di manoscritti medioevali. Avrebbe chiamato Stefano per farsi fare una stima al nostro ritorno. Le ho detto di farlo subito. Lui non resisterà alla curiosità di andare a vedere di che si tratta. e per un paio di giorni almeno non l’avremo fra i piedi…

Gianni:              Geniale mamma!

Francesca:        Diabolica direi… e dire che Gianni, con la sua faccia pulita, mi sembrava così carino

Sonia:               L’incontro con Milani sarà il nostro asso nella manica. Te, nel frattempo, cerca di non commettere imprudenze.

Gianni:              Non ti preoccupare, sarò un angioletto.

Sonia:               E mi raccomando, Gianni, massima riservatezza. Ho come l’impressione di essere continuamente spiata.

Francesca:        Quanto hai ragione, cocca!  Che razza di vipera, ma prima o poi la paghi…

Gianni esce. Sonia prende una sigaretta dal suo pacchetto ma non riesce ad accenderla perché Francesca le si avvicina e soffia  continuamente sulla fiamma. Sonia spazientita getta via l’accendino poi cerca di prendere la borsa poggiata su  un tavolo, ma Francesca la rovescia, facendo cadere in terra tutto il contenuto.

Sonia:               Sono troppo nervosa. Devo stare più calma!

Francesca:        Mentre cerchi di calmarti io mi diverto un po’ (e rovescia un bicchiere sul tavolo in modo che il liquido vada a finire esattamente sull’abito di Sonia…)

Sonia:               Oh no, il vestito no!

Si alza in piedi  e prova a tamponare la macchia sul vestito. Entra Stefano e vede Sonia in preda all’agitazione.

Stefano:            Che succede?

Sonia:               Guarda. Il vestito nuovo. Accidenti. Questo maledetto paese, comincia a darmi sui nervi!

Stefano:            Cosa c’entra questo paese…? Il vestito si cambia…

Sonia:               E’ proprio quello che volevo sentirmi dire in questo momento… accidenti!

Stefano:            Cose che capitano, non è mica una tragedia!

Sonia:               E’ che sono un po’ nervosa.

Stefano:            Perché non usciamo un po’… Ci facciamo una passeggiata e prendiamo un po’ di fresco. C’è un panorama bellissimo.

Sonia:               Non m’interessa. I posti isolati mi mettono tristezza. Spero solo di  lasciare questo paese e di tornare presto in città.

Stefano:            Se vuoi, possiamo partire anche subito. Mi ha chiamato la tua amica Giorgia. Sembra che abbia ereditato dal padre i manoscritti del trisavolo. Un patrimonio inestimabile. Mi ha chiesto un parere.

Sonia:               E come pensi di risolvere il problema dell’eredità?

Stefano:            Non c’è fretta.

Sonia:               Non c’è fretta?

Stefano:            Milani può aspettare!

Sonia:               Non credo, è stato molto chiaro sui tempi.

Stefano:            Allora mi dispiace per lui, per quel che mi riguarda, la sua autostrada dovrà aspettare ancora un po’. Mi è pure antipatico…

Sonia:               Hai intenzione di rifiutare la sua offerta?

Stefano:            Forse sì. Quel progetto non mi convince affatto.

Sonia:               Ma sei pazzo? Nessuno ti offrirà mai più tutti quei soldi per una villa come quella decadente e sperduta nel nulla.  

Francesca:        Eccola che ricomincia con gli insulti… (le fa cadere il foulard dal collo e lo trascina avanti col piede impedendo a Francesca di raccoglierlo)

Stefano:            C’è anche la proposta del sindaco. Che è sicuramente più vicina al mio modo di sentire…  

Sonia:               Cosa? Ma, stai scherzando? (finalmente riesce a recuperare il foulard)

Stefano:            Direi di no. L’idea di abbattere gran parte degli alberi del parco, spalancando la strada prima alle ruspe e poi agli autocarri non mi fa dormire tranquillo.

Francesca:        Bravo Stefano, diglielo a quella strega!

Sonia:               Tesoro, ti prego… tra meno di una settimana potremmo essere dall’altro capo del mondo a goderci tutti quei soldi e tu non avrai difficoltà a dimenticare questo orribile posto, la villa dei lauri, il parco e tutti quei polverosi e inutili libri!! (Urlando istericamente. L’ultima nota della frase resta sospesa nell’aria)

Stefano:            (La guarda smarrito) Sonia! Che ti prende?!

Sonia:               Scusa. E’ solo che non mi sento più parte dei tuoi progetti.

Stefano:            Io non ti ho mai esclusa.

Sonia:               Ma questa volta stai prendendo da solo una decisione importante per entrambi… Se accetti la proposta del sindaco dovremmo vivere qui la maggior parte del tempo per curare i tuoi interessi e io non voglio vivere qui. Mi sembra di essere stata chiara su questo concetto.

Stefano:            Nessuno ci obbliga a vivere qui. Potremmo individuare una società che curi i nostri interessi, magari istituire una fondazione a scopo benefico e organizzarne il lavoro non necessariamente da qui. Potremmo tenerci un’ala della villa ristrutturarla e venirci a passare le vacanze…

Sonia:               E con quali soldi intenderesti fare tutto questo?

Stefano:            Ho alcune risorse che mi permetterebbero di far fronte ai primi interventi, poi ci sono le mie terre in Francia.  Potrei venderle e tenermi solo la tenuta del nonno. E’ talmente grande… Per il resto Cellini è in contatto con alcuni  finanziatori che sarebbero pronti ad investire nella sua proposta. Credimi, Sonia, questo è davvero un bel progetto. I soldi arriveranno, fidati! E poi con te al mio fianco sarà tutto più facile…

Sonia:               E’ proprio questo il punto. Stai decidendo tutto da solo senza chiedermi cosa ne penso…  tu mi hai tagliato fuori dal gioco. Come faccio a restare al tuo fianco?

Stefano:            Pensavo che avresti condiviso con me questa nuova vita.

Sonia:               Anch’io pensavo che avresti accettato senza esitazione la proposta di Milani…

Stefano:            Perché?!

Sonia:               Per i soldi, per esempio.

Stefano:            Non ti credevo così attaccata al denaro

Sonia:               Infatti non lo sono. Ma sono convinta che sarebbe una follia rifiutare una proposta del genere.

Stefano:            Cosa vuoi dire?

Sonia:               Vuol dire che bisogna essere degli idioti senza nessun senso pratico per rinunciare a quell’offerta…

Francesca:        Non permettere che ti tratti così male…! (va subito in difesa del cugino…) 

Stefano:            Forse non do’ troppo valore ai soldi e magari ho degli ideali diversi dai  tuoi!

Sonia:               Tutto questo va ben oltre il tuo essere un inguaribile idealista.

Stefano:            Beh, se proprio lo vuoi sapere, io mi trovo bene in questo viaggio

Sonia:               Smettila per favore! Nessun uomo con un briciolo di amor proprio si farebbe sfuggire una simile occasione per proteggere un mucchio di alberi sperduti in un buco di paese!

Stefano:            Se la pensi davvero così, fai conto che questa eredità io non l’abbia mai avuta. La villa rimarrà chiusa e la storia finisce qui. Per te questo posto non è mai esistito.

Sonia:               Che grande idea! Tra non molto la villa cadrà a pezzi, l’autostrada verrà deviata e nessuno avrà ottenuto un bel niente!

Stefano:            Sono stanco di questa discussione. Prepara le valigie. Torniamo a casa.

Sonia:               Io non vengo con te.

Stefano:            Cosa?

Sonia:               Torno con mio figlio. Ho bisogno di riflettere seriamente sul futuro della nostra relazione, tanto ho come l’impressione di esserti di peso!

Stefano:            Siamo a questo punto? Pensavo ti fidassi delle mie scelte… evidentemente non quando ci sono di mezzo i soldi.

Sonia:               Tu non capisci. Il fallimento del mio ex marito ha già messo a dura prova il mio equilibrio emotivo. Non potrei sopportare di ritrovarmi in una situazione analoga.

Stefano:            La tua mancanza di fiducia nei miei confronti è la cosa che mi ferisce di più. Mi domando se mi hai mai amato veramente.

Sonia:               Sei la persona che amo di più al mondo dopo Gianni. Ma restare al fianco di un uomo che progetta la sua vita senza minimamente consultarmi mi fa pensare che non mi voglia più al suo fianco…

Stefano:            Questa frase potevi risparmiartela! Fa come vuoi (fa per andarsene).

Sonia:               Stefano! (Stefano si ferma) Non lasciare che questa cosa ci separi…. (Sonia lo raggiunge e gli butta le braccia attorno al collo. Lo bacia). Lo sai che ti amo.

C’è un attimo di silenzio. Stefano guarda la donna come per valutare i suoi sentimenti. Francesca si mette seduta a terra al centro della scena con le gambe incrociate ed un foulard sulla faccia come per non vedere

Stefano:            Anch’io ti amo, lo sai. Per un momento ho pensato che…

Sonia:               Sssshh….(lo bacia di nuovo). Non posso vivere senza di te. Ci penserai ancora, vero? Per favore…

Stefano:            Va bene. D’accordo. Magari hai ragione tu.

Sonia:               Ti adoro…(continua a baciarlo)

Francesca:        (Alza il foulard) Che schifo…

Stefano:            Forse non ho valutato attentamente ogni cosa.

Sonia:               Direi proprio di si!

Stefano:            Va bene, combinerò un nuovo appuntamento con Milani.

Sonia:               Tu sei troppo tenero per uno squalo come Milani, e  noi abbiamo il coltello dalla parte del manico! Se vuole questo posto deve trattare e lui sicuramente  è già preparato ad un nostro rilancio.          

Stefano:            Hai ragione! Metterò tutta la questione in mano al mio procuratore di fiducia ! Torneremo qui soltanto per firmare la cessione.

Sonia:               Non ne hai bisogno, ci sono io ed il mio vecchio lavoro non l’ho dimenticato. Fidati, io so come affrontare i tipi come lui.

Stefano:            (La guarda per un attimo) Non ho dubbi sulla tua determinazione!

Sonia:               Farò tutto in tua assenza e vedrai che riuscirò a spuntare un prezzo di gran unga superiore a quello di partenza.

Stefano:            Va bene!

Soia:                E poi questo posto ti procura disagio. Prima andrai via di …qui e prima riuscirai a vedere tutta questa faccenda in modo più distaccato e chiaro.

Attimo di pausa, Stefano la guarda.

Francesca:        (Alza il foulard)Non lo fare Stefano

Stefano:            Hai ragione tu. Come sempre. Devo andare via di qui. Però mi devi promettere una cosa…

Sonia:               Tutto quello che vuoi...

Francesca:        Non le dare retta…!

Stefano:            Comunque vadano le cose, mi piacerebbe investire una piccola somma di denaro per la costruzione di una biblioteca in paese dedicata ai Lauri. Ci terrei particolarmente...

Sonia:               Mi sembra un gesto nobile e doveroso. Vedrai che ogni cosa si aggiusterà. Non appena l’affare sarà concluso tutto ci sembrerà diverso.

Francesca:        (Alza il foulard)Te ne pentirai…

Sonia:               Ti amo, ti amo tanto. Per un attimo ho temuto che volessi lasciarmi.

Stefano:            Non dire sciocchezze.

Si baciano nuovamente con passione.

Francesca:        (Alza il foulard) Qui si sta mettendo malissimo. Questo rammollito si sta facendo fregare. Devo avvisare subito gli altri. Bisognerà organizzare qualcosa…

La scena si chiude.

Scena sesta

Siamo di nuovo nel salone della villa dei Lauri, c’è tutta la famiglia dei fantasmi al completo.

Antonio:            La faccenda si sta complicando.

Francesca:        Quella donna è spietata, non si arrenderà fino a quando non avrà ottenuto quello che vuole. Povero Stefano…

Rodolfo:            …poveri noi! Dovremo sbaraccare presto da questo posto.

Emma:             Non possiamo assolutamente permetterle di farci una cosa del genere.

Antonio:            Per quanto mi sforzi, non riesco a farmi venire nessuna idea.

Rodolfo:            Le è bastato minacciare di lasciarlo per avere campo libero.

Francesca:        Stefano è troppo innamorato di lei… poverino.

Rodolfo:            Mi rimane difficile crederlo…

Antonio:            Eppure pare proprio che sia così…

Emma:             L’amore offusca ogni ragione.

Rodolfo:           Quando c’è…

In quel momento entrano Sonia e Milani.

Emma:             Eccoli. Puntualissimi…

Milani:              Avrei preferito incontrarla in un posto più adatto ad una donna affascinante come lei.

Sonia:               La ringrazio. Il suo complimento mi lusinga. Credo che questo sia l’unico posto per parlare di affari, lontano da occhi indiscreti.

Rodolfo fa cadere il cappello dalle mani  di Milani, mentre Francesca aggancia alla sedia il vestito di Sonia, facendoglielo strappare.

Emma:             Ragazzi…

Sonia:               Accidenti! Sono proprio sbadata, è il secondo vestito che oggi rovino…

Milani:              Non è la sola. Io non riesco a tenere in mano nemmeno un cappello…!

Ridono divertiti.

Milani:              Lei è davvero una donna speciale. Affascinante e risoluta. Sa perfettamente dove vuole arrivare…

Emma:             Semplicemente disgustoso.

Antonio:            Approvo in pieno!

Sonia:               Ottima intuizione. Ci tenevo ad incontrarla di nuovo. Da sola… Stefano è dovuto partire per un lavoro urgente. Mi ha dato carta bianca.

Milani:              Lei ha sempre gli argomenti giusti per convincere chiunque, non è vero? (lei gli lancia un’occhiata compiaciuta) Prego, l’ascolto.

Sonia:               Ho intenzione di farle una controproposta.

Milani:              Me l’aspettavo. Se permette, prima di ascoltare la sua, vorrei fargliene una io. Posso essere franco?

Sonia:               Certamente.

Milani:              Sono un uomo d’affari abbastanza navigato per capire che tra lei ed il signor Lauri non c’è una grande affinità di vedute…

Sonia:               (Lo guarda irritata) Non si può andare d’accordo su tutto…

Milani:              Mi perdoni. Io non concludo affari se non so perfettamente chi ho davanti. Mi aiuta. Sono riuscito a costruire la mia fortuna studiando il mio avversario. Perché, mi creda, ogni affare è una partita, ogni partita ha il suo avversario ed ogni avversario ha il suo punto debole. A me piace scoprirlo.

Antonio:            Uno vero psicologo!

Emma:             No, un essere ignobile

Sonia:               E quale sarebbe il mio?

Milani:              Il suo compagno è il suo punto debole.

Sonia:               Cosa fa, lo psicologo?

Antonio:            Cos’è, mi ha letto nel pensiero?

Milani:              E’ una persona assolutamente inadatta agli affari.

Sonia:               Per questo ci sono io… qual è la sua controproposta?

Emma:             Ci siamo!

Milani la guarda per un attimo, come se volesse leggerle dentro

Milani:              Giusto. Suo marito è scomparso alcuni anni fa dopo il fallimento dell’impresa di cui lei era l’amministratrice unica. Le ha lasciato un mucchio di debiti.  Ha conosciuto Stefano Lauri rampollo di una famiglia aristocratica che vive di rendite. Molte. Si occupa di libri antichi per hobby. Ha accettato di vivere con lui. Si intuisce facilmente il perché.

Sonia:               Queste sono faccende che non la riguardano…

Antonio:            La sta mettendo in difficoltà…

Emma:             Non ci giurerei…

Milani:              Il suo compagno sino ad oggi ha provveduto a tutto. Anche al pagamento di una parte dei suoi debiti e di quelli che Gianni ha accumulato col vizio del gioco…

Sonia:               Dove vuole arrivare…

Milani:              Mi dica, ho dimenticato qualcosa?

Sonia:               Sa anche qual è la mia taglia?

Milani:              Questo lo immagino. Ho degli ottimi informatori. Conosco bene molte persone che frequenta suo figlio. Gran brutta gente, mi creda.... e conosco anche l’ammontare del suo nuovo debito…

Rodolfo:            Bingo!

Sonia:               (Le trema la voce) Gianni mi aveva giurato….

Milani:              Il giuramento di una persona con il vizio del gioco, dura l’attimo in cui viene fatto.

Sonia:               Ma lei che cosa vuole…

Rodolfo:            Sta cedendo!

Milani:              Mi sembra ovvio. Prima di tutto voglio la proprietà dei Lauri….e in fretta.

Sonia:               Sono qui per trattare.

Milani:              Nessuna trattativa.

Francesca:        Resisti ti prego!

Sonia:               (Fa per alzarsi) Stiamo perdendo tempo

Milani:              Il suo è scaduto. Comprerò al prezzo che io stesso stabilirò.

Sonia:               Cosa?

Milani:              Secondo: voglio lei, Sonia. Mi è piaciuta dal primo momento che l’ho vista. Una volta chiuso l’affare, il suo compagno deve sparire dalla sua vita…..per sempre.

Francesca:        Hai capito il Milani…?

Sonia:               Cosa le fa pensare che io possa accettare una proposta così delirante??!

Milani:              Il fatto che io estinguerò ogni vostro debito e che mi occuperò  personalmente di Gianni. Gli darò un lavoro e gli impedirò per il resto dei miei giorni di mettere piede in una sala da gioco.

Sonia:               E pensa che questo possa bastare per comprare una persona?

Milani:              Forse una persona normale no… ma lei sì, Sonia. Lei è una persona speciale…

Sonia:               Lei si sbaglia…

Milani:              Il mio istinto mi dice di no. Sono molto ricco e piuttosto potente da distruggere chiunque intralci la mia strada. Posso darle tutto, tutto quello che cerca da sempre: il lusso e la bella vita…

Sonia:               E se non accettassi la sua… proposta?

Emma:             Io non ci credo…

Francesca:        Nemmeno io!

Milani:              Beh… tornerebbe nella sua città, al suo lavoro, alle sue preoccupazioni per Gianni, tra le braccia di un uomo che non ama… a godersi i soldi di questa vendita che, mi creda, è ben poco rispetto a quello che io posso offrirle…

Sonia:               Ma cosa ne sa di quello che provo io? E poi perché proprio io? Il mondo è pieno di belle donne e lei… lei non è una persona disprezzabile…

Milani:              Ma nessun’altra è lei.

Antonio:            E’ bravo… nessuna donna gli resisterebbe…

Emma:             Io sì...

Sonia:               Sa che lei è un presuntuoso?

Milani:              Può darsi. Lei invece è sicuramente la donna che voglio al mio fianco…  

Sonia:               E’ tutto così strano, così inaspettato…

Milani:              Non mi sembra una donna che si lascia sorprendere troppo…

Sonia:               Lei mi ha sorpreso…

Milani:              E’ solo che ho capito prima di lei che noi due siamo troppo simili per restare lontani…

Emma:             Non gli basta comprare la sua preda, vuole anche l’anima…

Rodolfo:            Se fosse il diavolo?

Antonio:            Se non è il diavolo è un suo parente stretto…

Sonia:               Mi servirà un po’ di tempo per pensare alla sua proposta.

Milani:              Potremo cominciare a darci del tu e magari potresti accettare questo mentre pensi alla mia proposta…

Milani tira fuori dalla tasca un cofanetto che immediatamente fa pensare ad un oggetto molto prezioso. Lo apre e il viso di Sonia si illumina.

Sonia:               E’ bellissimo…

Sonia rimane esterrefatta. Prende un piccolo biglietto all’interno dell’astuccio, lo apre e lo legge. Nel frattempo anche la famiglia Lauri ammira la splendida collana.

Antonio:            Un pezzo unico…

Emma:             Forse potrei innamorarmi anch’io…

Sonia:               Grazie…

Milani:              Posso?

Sonia:               Certo.

Milani:              (Dopo avergliela allacciata al collo) Tu risplendi più di lei…

Lei sorride imbarazzata.

Francesca:        Non ce lo facevo proprio…

Milani               Manca solo un vestito nuovo adesso.

Sonia:               Non ti sembra di esagerare?

Milani:              Io amo esagerare… (lei sorride di nuovo) Il tuo sorriso mi fa capire che hai già preso una decisione…                    

Sonia:               Non ti sfugge proprio niente…

Milani:              Non sarei arrivato dove sono oggi.

Attimo di pausa. Milani si avvicina a Sonia.

Sonia:               Nutro per Stefano un sincero affetto e non so davvero come fare…

Milani:              A lui penseremo dopo, ora hai bisogno di un vestito nuovo…

Milani attira la donna a se e la bacia con trasporto. Sonia risponde al bacio.

Francesca:        Mi viene da vomitare…

Emma:             Vengo a tenerti la fronte, tesoro…

Sonia:               Ti prego andiamo via di qui questo posto non mi piace. E’ come se mi sentissi osservata…

Antonio:            Che perspicacia…  

Milani:              Hai ragione. Andiamo via di qui…

Sonia e Milani escono dalla stanza tenendosi per mano. La luce si abbassa.

Antonio:            Hai capito Milani. Ha giocato il suo asso…

Rodolfo:            Sembra davvero che non ci sia una soluzione, papà.

Antonio:            Forse si…

Ad un certo punto si sente il cigolio di una porta che si apre. Musica sottofondo.

Antonio:            Hai sentito? E’ entrato qualcuno…

Rodolfo:            Sarà Giulia… che strano di sera non è mai venuta.

Entra in scena una persona coperta da un cappello e che ha in mano una torcia ed una valigia. Indirizza il fascio di luce verso un punto della parete e quindi riesce ad azionare il pannello dell’interruttore.

Rodolfo:            Ma è Gianni, cosa sarà venuto a fare qui?

Antonio:            Ho paura di indovinare…

Gianni poggia la valigia sul tavolo, la apre e poi comincia a prendere gli oggetti poggiati sui mobili e li mette nella valigia.

Rodolfo:            Ecco che cosa è venuto a fare!

Antonio:            Che dici, Rodolfo, restiamo a guardare oppure….

Rodolfo:            La seconda che non hai ancora detto. E con vero piacere.

Rodolfo va verso il pannello della luce e spegne l’interruttore.

Gianni:              Accidenti deve essere scattata la valvola, questa catapecchia…..

Cerca di prendere la lampada portatile, ma Antonio la fa cadere dal tavolo.

Gianni:              Mannaggia!!! (la lampada non si riaccende) Ci mancava pure questa…!

Cerca di arrivare verso l’interruttore, ma Rodolfo gli spinge uno sgabello davanti ai piedi facendolo inciampare, mentre il padre accende e spegne la luce.

Gianni:              Ma che accidenti succede?

Rodolfo gli prende il cappello dalla testa e urlando lo getta a terra. Gianni cerca di prenderlo, ma Rodolfo lo sposta con un calcio. In quel momento si affaccia Francesca nella stanza.

Francesca:        Vi serve una mano?

Rodolfo:            Diamoci sotto!

Buio nella stanza.

Gianni:              Perché questa dannata luce non si riaccende!!?

Entrano Emma e Francesca con un lenzuolo sul capo illuminate da due torce sotto il mento. Alla vista dei “fantasmi” Gianni caccia un urlo.

Gianni:              Oddio, chi… co… so… so… sono fantasmi! (con un filo di voce)

Gianni in preda al terrore cerca di guadagnare l’uscita ma inciampa di nuovo e cade, cerca di arrivare alla porta, ma non riesce ad aprirla, quindi comincia a girare per la stanza inseguito dai fantasmi sino a quando si lancia fuori gridando aiuto. In quel momento Emma e Francesca si tolgono il lenzuolo dalla testa e cominciano a ridere.

Emma:             Erano secoli che non mi divertivo così tanto.

Francesca:        I vecchi, cari fantasmi fanno sempre il loro effetto…

Rodolfo:            Con la paura che si è preso, mi sa che non avremo più il piacere di rivederlo in questa casa.

Antonio:            Magari gli è passata anche la voglia di rubare…

Rodolfo:            E poi le mie armi non si toccano!!

Francesca:        Che peccato, era un bel ragazzo!

Emma:             A parte questo (occhiataccia alla figlia) rimane il fatto che abbiano un grosso problema da risolvere…

Rodolfo:            Questa faccenda ha preso una gran brutta piega.

Emma:             Direi tragica, se non ci viene in mente qualcosa!

Antonio:            Se solo potessimo trovare il modo per avvisare Stefano di quello che sta succedendo…

Francesca:        Se almeno uno di noi potesse rendersi visibile…

Antonio:            Oppure ci vorrebbe un intermediario…

Emma:             In che senso, tesoro…?

Rodolfo:            Ecco l’idea che andavamo cercando!

Antonio:            Di che parli?

Rodolfo:            Vi ricordate di Santa? (lo guardano tutti con aria perplessa) Ma sì, la maga del paese…

Francesca:        Santa, la veggente?

Antonio:            Quella cialtrona…?

Rodolfo:            Esatto, proprio lei!

Emma:             Non riesco a capire, tesoro. Quella signora, gentile per carità, non mi sembra che possa essere in grado di mettersi in contatto con noi…

Rodolfo:            Lei no, ma noi…

Antonio:            Sì!!

Musica di stacco.

La scena si chiude sui quattro che confabulano e gesticolano.

Buio

Scena settima

Musica. La scena si apre nella casa di Santa, chiaroveggente del paese. E’ una donna, grassoccia, vestita da gitana, con un foulard fermato sul capo da una catena fatta di medaglie. Arredamento è uno di quelli adatti alla circostanza: tavolo da seduta medianica, l’immancabile sfera di cristallo in bella evidenza e una serie di oggetti stravaganti disposti un po’ ovunque. La famiglia dei Lauri al completo è comodamente seduta. Santa è indaffarata a sistemare un ninnolo sul mobile in fondo alla stanza. Di spalle al pubblico. Entra la sua assistente che introduce la cliente di turno.

Assistente:       C’è la signora Grossi.

Santa si gira, si aggiusta il foulard in testa e fa un cenno di assenso con la mano. Poi la blocca con un urlo soffocato.

Santa:              Ferma! La musica…!

L’assistente fa partire un vecchio lettore di cassette sul mobile, attenua la luce della stanza e sparisce. Santa va a sedersi al tavolo ed assume l’atteggiamento delle grandi occasioni.

Cliente:             Buonasera… (Santa le fa cenno di sedersi, la cliente ubbidisce in silenzio. Si guarda intorno intimorita). Mi chiedevo se lei potesse…

Santa:              Santa può…

Cliente:             Vorrei parlare con…

Santa:              Non voglio sapere, le anime sanno…

Assistente:       Sarà lo spirito della persona cara a rivelarsi quando sarà il momento.

Rodolfo:            Guarda come s’è conciata…

Emma:             Non ci posso credere, tu guarda  se il nostro futuro doveva cadere nelle mani di questa signora…

Rodolfo:            Ce la farà… sono sicuro che ce la farà.

Emma:             Ho qualche dubbio caro figliolo!

Santa si mette in posa con gesti solenni e china il capo come per concentrarsi. La cliente prende delle banconote dalla borsa e le poggia sul tavolo.

Cliente:             Una piccola offerta per le anime dei defunti.

Santa guarda con disprezzo i soldi poi li scansa con un gesto della mano verso la sua assistente che li prende e li getta con noncuranza nella tasca del suo grembiule.

Rodolfo:            Accidenti che rapidità d’esecuzione!

Francesca:        Sembra un rito consolidato…

Assistente:       Santa non accetta soldi.

Rodolfo:            E menomale!

Santa:              Le anime accettano solo preghiere… lei prega?

Cliente:             Sempre, dalla mattina alla sera.

Santa:              Brava. Tutto sarà più facile…

Santa china il capo e comincia a mettere in scena un rituale a cui è evidentemente abituata.

Francesca:        Sembra proprio una maga vera!!!

Emma:             Come se esistessero le maghe vere!

Assistente:       Preghi con me (congiunge le mani, china il capo imitata dalla cliente)

In quel momento Santa alza la testa e guarda la donna che ha davanti.

Assistente:       Questa donna vuole stabilire un contatto con il caro defunto...

Santa:              Se lo desideri veramente bisogna formare una catena con le nostre mani...

Cliente:             S…..sì (impaurita poggia le mani sul tavolo. appena entra in contatto con le mani di Santa si ritrae impaurita)

Assistente:       Cosa fai? Lo spirito si arrabbierà. Rientra immediatamente nella catena!

Santa:              (Le afferra le mani) E adesso cercherò di materializzare l’anima del caro estinto, naturalmente non posso garantire nulla… se lui non vuole…

Cliente:             Grazie Santa. Grazie…

Emma:             Per come è bella tornita, riuscirebbe a materializzare al massimo un piatto di spaghetti!!

Santa:              Gli spiriti non amano essere importunati.

Emma:             Tanto meno da te, cocca.

Santa guarda la donna con gli occhi sbarrati.

Santa:              Bisogna credere… (tuona). Lei crede?

Cliente:             Io credo molto, credo a tutto.

Rodolfo:            Non avevamo dubbi.

Santa:              Molto bene, le anime dei morti sanno…

Assistente:       A loro non sfugge niente.

Santa fa un cenno all’assistente che le sta vicino, la quale spinge un bottone sulla parete, la luce si affievolisce di colpo e poi si spegne. Si riaccende e si spegne più volte.

Emma:             Ma guarda che organizzazione….

Assistente:       Santa sta evocando!

Santa comincia a muovere la testa con movimenti ritmici .

Emma:             Ma non le fa male la cervicale?

Santa:              Anime misericordiose del purgatorio, mi appello alla vostra infinita bontà affinché possiate intercedere per questa donna!

Pausa. Santa rimane per qualche secondo a capo chino.

Assistente:       (Sottovoce, rivolta alla cliente che la guarda) Sta cercando il contatto.

Santa:              (Con voce affannata) E’ lontano, è  troppo lontano… non riesco a vederlo… non lo vedo, non lo vedo… troppe anime….

Assistente:       Riprova Santa, fallo per questa povera donna che ha pregato tanto!

Santa:              Non ci riesco… lo sforzo è troppo grande.

Cliente:             La prego, riprovi ancora… io devo parlargli… (mette una mano nella borsetta e prende altre banconote) …ecco un’altra offerta per le anime dei defunti. Riprovi Santa… per favore!

L’assistente, con il solito repentino gesto, fa sparire i soldi dal tavolo.

Rodolfo:            Questa volta è stata ancora più rapida.

Francesca:        Un fulmine!

Assistente:       Riprovi Santa, faccia un altro tentativo per questa povera donna!

Antonio:            Quando uscirà di qui, sarà ancora più povera… !

Santa:              Ecco, ecco forse ci siamo… vedo… vedo un’ombra che si avvicina.

Cliente:             Chi è? un uomo o una donna?

Santa:              Non riesco a distinguerlo in mezzo a tante anime… lo provi a chiamare.

Cliente:             (Con una vocina flebile) Dino! Dino,sei tu?

Santa comincia a lamentarsi in sottofondo.

Assistente:       Più forte, più forte! Se lo spirito è qui risponderà!

Cliente:             Dino, amore mio, dimmi che sei tu…

Santa:              Ecco, adesso vedo chiaramente un uomo. (Continua a lamentarsi)

Cliente:             E’ Dino…..si è lui lo sento….amore mio.

Santa:              Eccolo… avverto le sue vibrazioni… sempre più forti… com’è alto!

Cliente:             Alto? (Voce sbigottita)

Santa:              Insomma, imponente come tutte le anime del purgatorio… i suoi capelli si agitano al vento caldo… 

Cliente:             Ma Dino era calvo!

Santa:              E che vuol dire… in purgatorio le anime si rivestono di quanto abbandonato sulla terra… e stai a guardà il capello… ora sta venendo verso di lei… in questo momento le sta poggiando una mano sulla spalla.

Cliente:             La donna si guarda la spalla.

Santa:              No l’altra, l’altra… ora le sta accarezzando i capelli.

Antonio:            Che adorabile cialtrona…

Cliente:             (Si tocca la testa) Lo sento, lo sento… amore mio, quanto mi manchi….

Santa:              (Lancia un urlo, cade in trance e le cambia il tono della voce) Moglie mia adorata…

Cliente:             Prego sempre per la tua anima…

Santa:              Perché stai turbando il mio riposo eterno? (Sempre con la voce bassa da uomo)

Cliente:             Ero venuta… per… per avere la tua approvazione.

Santa:              Quale approvazione (apre solo un occhio e la guarda)?

Cliente:             (La donna abbassa lo sguardo) Sai, Sergio, il tuo amico, è una brava persona, molto rispettosa… ecco lui vorrebbe che noi…

Santa:              (Sempre nelle vesti del marito) Che voi cosa?

Cliente:             Beh, sai… mi ha chiesto di sposarlo… tu mi hai lasciato sola da così tanto tempo… io però non posso senza la tua approvazione.

Santa si lamenta con un tono maggiore.

Cliente:             Cerca di capire la mia situazione… io farò quello che dici tu!

Santa ora si agita e si lamenta.

Assistente:       Comprenderà, non si preoccupi. Ora Santa gli sta parlando…

A questo punto Santa abbassa il braccio e lascia cadere la testa in avanti.

Cliente:             Cosa si dicono?

Antonio:            Sapessi….

Assistente:       Un attimo di pazienza ancora… (schiaccia di nuovo il pulsante e le luci riprendono ad accendersi e a spegnersi)

Santa:              (Quando la penombra si è assestata alza lentamente il capo. E’ uscita dal trance… guarda la cliente) Dino mi ha parlato…

Cliente:             E approva?

Santa:              E’ felice della sua scelta, ma ci vuole riflettere un po’, per lui è una grossa sorpresa ma Sergio gli piace... torni tra una settimana,  la metterò di nuovo in contato con lui. Ora va… va in pace… Santa è molto stanca… va in pace… va!!

Assistente:       Santa è stanca, gli spiriti le assorbono tutte le energie.

Cliente:             Sì, sì… vado! (Si alza, prende la mano di Santa e la bacia mentre l’assistente le fa strada) Tornerò tra una settimana.

Santa:              Ecco, va, va… e non dimenticarlo nelle tue preghiere…  La prossima volta ti prometto un contatto più lungo, ora lasciami riposare. Che il Signore ti accompagni. Va….va…

L’assistente e la cliente escono, Santa si guarda allo specchio poi si aggiusta il foulard, da una sistemata al tavolino.

Emma:             Semplicemente eccezionale. Ma come si fa a cascarci…?

Antonio:            Aveva solo bisogno di mettere a tacere la sua coscienza e quell’imbrogliona di Santa le sta dando una mano.

Emma:             Ma come puoi pensare che Stefano possa credere ad una simile pagliacciata…?

Antonio:            Se hai un po’ di pazienza lo vedrai.

Francesca:        Io ancora mi domando come siete riusciti a convincere Stefano a venire qui…

Rodolfo:            Quello è merito mio. Ho passato un’intera giornata e una lunghissima notte con Santa…  non le ho dato tregua un solo minuto. Mi sono divertito molto. Lei meno. Ma alla fine era talmente esasperata che ha chiamato il sindaco e gli ha chiesto se conosceva un certo Stefano Lauri…

In quel momento entra l’assistente.

Assistente:       C’è di là il sindaco con un signore…  

Santa:              Li stavo aspettando. Falli entrare e tu va pure di là. Per adesso non ho bisogno di te.

Entrano Cellini e Stefano.

Cellini:              (Rivolto a Stefano) Salve Santa.

Santa:              (Alzandosi dal tavolo ) Grazie, signor sindaco per aver accompagnato da me il Signor Lauri.

Cellini:              Al telefono, mi è sembrata molto agitata… ho pensato che fosse una cosa importante…

Santa:              Ero sconvolta.  

Sindaco:           Signor Lauri, questa è Santa, la medium…

Santa:              Signor Lauri, mi dispiace di averla disturbata, ma non mi avrebbe dato pace.

Stefano:            Chi, mi scusi…?

Entra l’assistente.

Assistente:       C’è la signora Sonia…

Santa:              Chi??

Sindaco:           E’ la compagna del signor Lauri…

Santa               Ah certo, la faccia accomodare….

Francesca:        Ti pareva?

Emma:             Ma che ci fa lei qui? Mi avevi detto che sarebbero venuti Stefano con il sindaco.

Antonio:            Non ne so niente neanche io… !

Francesca:        Ora vado lì e le strappo il vestito.

Rodolfo:            Francesca, le stai dimezzando il guardaroba.

Antonio:            Mi è venuta un’idea!

Emma:             Cos’hai in mente?

Antonio:            Aspetta e vedrai…

Entra Sonia, molto agitata.

Santa:              Chi è questa donna?

Cellini:              E’ la  compagna di Stefano Lauri.

Santa:              Non era prevista un’altra persona.

Cellini:              Non entrerà in catena, stai tranquilla!

Sonia:               Buonasera Stefano,voglio una spiegazione

Stefano:            Ti prego,stai tranquilla tesoro

Cellini:              (Piano rivolto a Santa) Cosa potevo far,incatenarla? Sapesse quanto mi ci è voluto a convincere il signor Lauri a venire qui!

Soni:                Mi dici cosa ci facciamo io e te,da una maga cialtrona?

Santa:              E se con lei presente non funzionasse?

Stefano:            Ti prego non fare scenate…il sindaco mi ha chiesto una cortesia e per questo siamo qui

Sindaco:           Io ancora non ho capito cosa dovrebbe funzionare

Sonia:               Io non ti riconosco più Stefano.Da quando abbiamo messo piede in questo dannato posto sembri una persona così diversa

Sonia:               Se lei fosse stata al mio posto solo due giorni fa,non si farebbe troppe domande

Stefano:            Ti prego tesoro,ne parliamo dopo….

Stefano accompagna Sonia ad accomodarsi .           

Sonia:               Ci mancava pure lo spirito, in questo paese di matti. (Rivolta a Stefano)

Cellini:              Questo paese di matti le sta dando modo di incassare una bella somma,non le pare?(Si allontana contrariato insieme alla medium)

Stefano:            (Rivolto a Sonia)Evita,ti prego questi apprezzamenti fuori luogo.

Sonia:               Ma trovo che questa cosa sia assurda!

Stefano:            Male che vada ci faremo quattro risate, tu stà seduta là e guarda.

Santa:              Bhe… diciamo che ieri ho ricevuto una visita…

Stefano:            Una visita? E chi è venuto a trovarla?

Santa:              Sembrerà assurdo, anzi direi che sembra assurdo anche a me quindi è decisamente assurdo ma… è venuto a trovarmi un suo parente… morto!

Sonia:               Cosa?

Stefano:            Mi scusi, credo di non aver capito…

Sindaco:           Santa, mi aveva assicurato che il soprannaturale non c’entrava affatto in questa storia…

Santa:              Come potevo convincerla a venire qui?!

Stefano:            Lei quindi afferma che un qualcuno della mia famiglia sia venuto a trovare lei e che quel qualcuno fosse morto?

Santa:              Mortissimo!! Anzi leggermente “moriammazzato”, ma mortissimo di sicuro!   

Sonia:               Ecco, ci mancava solo il fantasma e poi siamo davvero al completo! Stefano, direi che è arrivato il momento di andarcene…

Emma:             Lei non doveva venire…

Sindaco:           Signor Lauri, io sono mortificato…

Stefano:            Non si preoccupi dott. Cellini, lei non poteva certo immaginare…           

Santa:              E’ stato dentro di me ventiquattro ore!!!! (Santa quasi urla)

Tutti i presenti si girano esterrefatti verso Santa. Tutti, compresi i Lauri che però dopo un attimo rivolgono lo sguardo verso Rodolfo.

Sindaco:           Santa!

Sonia:               (Si lascia cadere sulla sedia) Proprio un nome che non le si addice affatto!

Santa:              Si è impossessato del mio corpo…

Cellini:              Non peggiori la sua situazione, la prego…

Santa:              Ma cosa ha capito?!!!! Uno spirito, decisamente troppo allegro, è entrato nel mio corpo e vi ha soggiornato per ben ventiquattro ore.

Sonia:               Il suo corpo ne potrebbe accogliere anche di più.

Cellini:              (Tirando un sospiro di sollievo) Io, io credo che lei abbia bisogno di una vacanza…

Sonia:               E non solo lei!

Stefano:            La prego, la faccia finire…

Cellini:              Se proprio vuole

Santa:              Ecco appunto

Santa:              Mi ha fatto fare cose che non avevo mai fatto!

Cellini:              Ricominciamo?

Santa:              Se mi lascia finire!

Stefano:            Vada avanti Santa

Santa:              Mi ha portato nel parco a fare jogging alle 7.00 di mattina, in pigiamino “ghepardato”, quando io non mi sveglio mai prima di mezzogiorno, mi ha trascinato a giocare a bowling, dove ho rischiato di finire nell’inquietante buco nero che inghiotte i birilli perché sono rimasta appiccicata a quella maledetta palla, mi ha fatto mangiare un orrendo hamburger con le patatine fritte che incontrando la mia colite spastica durante l’inevitabile passaggio, l’ha stesa con un ko tecnico al primo round rendendo infinito il mio soggiorno in bagno per tre lunghissimi giorni… mi ha fatto assistere ad una lezione all’università, sulle armi medioevali… capite? le armi medievali… una noia mortale…!

Rodolfo:            Ma che dici?    

Santa:              E come se non bastasse, nel tardo pomeriggio, mentre io cominciavo ad avvertire i primi sintomi di una colica,e non solo io, ma anche I presenti , mi ha fatto salire fino in cima al monte Remogna, 5 chilometri così (e fa il gesto con la mano per indicare la pendenza) per vedere un “meraviglioso tramonto”…e per tutto il tempo continuava a ripetermi che dovevo contattare un certo signor Lauri e che non mi avrebbe mollato finché non lo avessi fatto…

Francesca:        Poverina…!

Antonio:            Rodolfo, non avrai esagerato un po’…?

Antonio, Emma e Francesca guardano Rodolfo che fa spallucce come per scusarsi.

Stefano:            E poi cos’altro le ha detto?

Sonia:               Di iscriversi ad una gara di pentatlon perché sarebbe stata pronta!

Santa:              Niente. Non ha aggiunto assolutamente niente.

Stefano:            Ma questo cosa vuol dire?

Cellini:              Ho paura di aver capito…

Santa:              Signor Lauri, perché mai uno spiritello è venuto proprio da me invece di andarsene in giro a prendere in prestito qualche altro corpicino più atletico e meglio fornito del mio?

Stefano:            Veramente io…

Santa:              Perché io sono una medium, signor Lauri, e forse qualcuno, per non so’ quale ragione, vuole mettersi in contatto con lei, attraverso me.

Stefano:            Per dirmi cosa?

Santa:              Io purtroppo non lo so, anche se temo che dovrò scoprirò presto…

Sonia:               Non vorrai credere a tutte queste fandonie, vero?

Santa:              Fandonie?!! Vorrei vedere lei costretta da uno spiritello “maschio” a fare la pipì in piedi!!!

Stefano:            Mi dispiace, Santa, mi rendo conto del suo disagio, ma io non ho mai creduto a queste cose, mi capisce? E quindi... con rammarico… è stato davvero un piacere conoscerla.

Fa per uscire insieme a Sonia quando Santa lo blocca.

Santa:              E cosa mi dice della sua piccola cicatrice sulla spalla sinistra?!

Stefano:            (Si gira e la guarda basito) E lei come fa a saperlo?

Rodolfo:            Forse ci siamo!

Santa:              Era molto piccolo e stava giocando nei boschi intorno alla tenuta di suo padre quando è stato attaccato da un giovane cinghiale.

Stefano:            Cosa?

Antonio:            Ci siamo!

Santa:              Se non fosse stato per un colpo di fucile sparato da un ottimo tiratore, lei non sarebbe qui…

Stefano:            Non ci posso credere… Questa storia non la conosce nessuno… La  sapeva solo mia madre e naturalmente chi ha sparato a quel cinghiale e cioè… lo zio Antonio!!

Emma:             Ma bravo…!

Antonio:            Modestamente…

Stefano realizza e si gira di scatto verso Cellini che fa spallucce poi si rivolge a Santa

Stefano:            Cosa devo fare…?

Sonia:               Stefano!

Stefano:            Zitta e siediti!

Santa:              Dobbiamo provare a metterci in contatto con lui…

Santa li invita a sedersi intorno al tavolo. Sonia resta immobile sulla sua sedia. Santa invita la sua assistente a sedersi con loro. Formano una catena con le mani. La luce si abbassa. Antonio si colloca dietro Santa, Emma resta al suo fianco, Rodolfo e Francesca sono in piedi dietro Sonia, come due angeli custodi.

Santa:              (Rivolta a Cellini) Se non le dispiace sindaco, vorrei che anche lei entrasse nella catena.

Cellini:              Si certo…

Antonio:            E ora tocca a me…

Santa:              Concentriamoci…

Emma:             E’ il tuo momento, puoi farcela…

Santa:              Anima benedetta… come si chiama suo zio?

Stefano:            Antonio. Antonio Lauri!

Santa:              Anima benedetta di Antonio Lauri sono pronta ad accoglierti (abbassa il capo per concentrarsi)… anche voi, pregate affinché discenda tra noi il suo spirito.

Passano alcuni istanti di silenzio, poi Santa alza la testa e comincia a ruotare il capo. Muove la bocca per parlare, ma è Antonio che parla attraverso di lei…

Santa/Antonio: Stefano, Stefano ascolta… per favore ascolta attentamente le mie        parole…

Emma:             Bravissimo…

Stefano:            (Alza la testa stupito) Chi sei?

Santa/Antonio: Sono tuo zio, Antonio Lauri.

Stefano:            Zio… ma dove sei? 

Santa/Antonio: Non ho molto tempo per le chiacchiere, sono venuto solo per dirti di guardarti da quella donna (Antonio indica Sonia, Santa indica Sonia)

Sonia:               Cosa? Basta! Questo è davvero troppo. Io me ne vado! (fa per alzarsi, ma per non ci riesce. Rodolfo e Francesca la bloccano)

Rodolfo:            Non ci provare…

Stefano:            Cosa vuoi dire zio, spiegati?

Santa/Antonio:   C’è un astuccio nella sua borsa. Aprilo, scoprirai la verità su molte cose…

Stefano:            Quale astuccio?!? (Guarda Sonia con aria interrogativa)

Sonia:               (Paralizzata dallo spavento ha un ultimo guizzo e cerca di afferrare la sua borsa, ma Rodolfo e Francesca le impediscono di arrivarci e come ogni animale ferito a morte lancia il suo urlo finale) Non dar retta a quella  maledetta zingara, sta dicendo un mucchio di idiozie!!!

Rodolfo prende l’astuccio dalla borsa di Sonia e con un gesto teatrale lo fa fluttuare nell’aria e lo poggia sul tavolo. Nel frattempo i presenti guardano la levitazione dell’oggetto stupiti.

Cellini:              Che diavoleria è questa!

Stefano si alza, afferra l’astuccio  e lo apre…

Sonia:               Lascia stare quell’astuccio. Non hai nessun diritto di mettere le mani nelle mie cose. (Prova di nuovo ad alzarsi,ma non ci riesce perché Francesca la tiene bloccata). Non riesco ad alzarmi… che mi succede? Stefano… Stefano ho paura… fatemi uscire da questa stanza!

Stefano:            (Rivolto a Santa) E’ questo…? Questo è l’astuccio di cui parli?

Santa/Antonio: Fa un cenno di assenso con la testa.

Sonia:               (Urlando) Voglio uscire di qui! Lasciatemi andare… bastardi!

Stefano:            (Apre l’astuccio lentamente, sa che questo gesto gli cambierà la vita. Ha paura. Prende il biglietto e finalmente lo legge) “Sei la donna che aspettavo da sempre. Neanche questa collana potrà mai risplendere quanto te. Con amore Bruno Milani ”.  Sonia… perché?

Sonia resta immobile terrorizzata.

 Santa/Antonio:  Niente appagherà mai la sua sete di denaro e di potere… Si è data al miglior offerente… Ti ha consegnata al nemico… Addio Stefano e abbi cura di te (l’eco della voce si fa sempre più lontana).

A questo punto Santa si accascia sulla sedia. Cellini si alza per darle aiuto.

Cellini:  Presto un bicchiere d’acqua!

L’assistente sparisce per ricomparire subito dopo con in mano un bicchiere colmo di acqua e dei sali da farle annusare. Antonio stremato dallo sforzo abbraccia Emma. Rodolfo e Francesca liberano Sonia che prende la borsa e fugge via dalla stanza. La scena si chiude su Stefano che guarda con sgomento il biglietto e l’astuccio che ha nelle mani.

Buio

Scena ottava

Siamo nel salone dei Lauri. Sono scomparsi i teli bianchi sui divani, i mobili hanno una disposizione diversa e vi sono delle tende colorate alle finestre. Stefano Lauri è seduto su un divano intento a leggere dei documenti mentre la famiglia dei Lauri sca sono presi da un discorso.

Emma:             C’è voluto un po’ di tempo ma il risultato finale è eccellente, non trovi Antonio?

Rodolfo:            E’ come se avesse riacquistato quell’atmosfera che si respirava qualche anno fa.

Antonio:            E’ vero. Quasi un anno di lavori, di architetti, di operai… un trambusto infernale ma ne è valsa la pena…

Emma:             Il parco poi è un incanto.

Francesca:        I giardini privati sono rinati e le tue rose sono finalmente riemerse dalla boscaglia.

Antonio:            Anche la parte che è diventata parco pubblico è bellissima. In generale direi davvero un ottimo lavoro!

Rodolfo:            Questa iniziativa sarà un successo, ne sono convinto.

Antonio:            Mio nipote c’è riuscito. E io sono molto soddisfatto.

Rodolfo:            E niente più“autostrada”.

Emma:             Non ci posso pensare … un incubo è stato.

Antonio:            Acqua passata.

Emma:             Sarei proprio curiosa di sapere che fine ha fatto…

Francesca:        Chi mamma?

Emma:             Sonia, la cocca e il suo degno compagno

Francesca:        Lontanissimo da qui, spero e per sempre.

Rodolfo:            Pare che Milani ci abbia rimesso un sacco di soldi.

Francesca:        Non tutte le ciambelle riescono col buco. 

Antonio:            E poi c’è la fondazione Lauri. Vanto e orgoglio per tutti noi.  

Emma:             Ci sarà l’inaugurazione tra qualche giorno in comune. Sono così emozionata.

Francesca:        Avevamo troppe cose in sospeso …!

Antonio:            Ben detto, Francy!

Entra Giulia, Stefano si alza, le va incontro e la bacia teneramente.

Giulia:               Amore, le cornici sono bellissime!!

Stefano:            Ciao tesoro!

Giulia:               Non vedo l’ora di attaccarli! Ma non ti sei mosso per niente da qui?

Stefano:            Sto finendo di leggere la relazione per il progetto dello spazio multimediale. Devo consegnarlo prima del consiglio comunale. Sembra che tuo padre sia riuscito ad ottenere i fondi per il finanziamento dal ministero. Un successo!

Giulia:               Fantastico!! (Giulia abbraccia Rodolfo).La tua idea di intitolare la biblioteca a Emma Donati è stata una cosa davvero carina. Conto di finire la catalogazione entro la fine della prossima settimana e poi ho trovato un amico che è disposto ad aiutarmi a realizzare un sito sulla fondazione!Non è un’idea bellissima?

Stefano:            Te sei bellissima! Ma dove la prendi tutta questa energia?

Giulia:               Me la dai tu! (si abbracciano di nuovo)

Rodolfo:            Davvero una bella coppia…

Francesca:        (sospirando) Chi l’avrebbe mai detto…

Stefano:            La biblioteca ed il parco apriranno al pubblico prima di Natale. Sono così felice!

Giulia:               Fantastico…

Stefano:            Mi devi promettere però che non ti affaticherai troppo. Il nostro bambino è più importante di tutto(le poggia una mano sul grembo)...

Giulia:               Esagerato, ma se l’ho saputo solo ieri!

Stefano:            Invece mi preoccupo.

Giulia:               Tuo figlio è in ottime mani…

Stefano e Giulia si abbracciano con trasporto.

Antonio:            Ho capito bene?

Emma:             Lo sapevo già!

Antonio:            E non mi hai detto niente?

Emma:             Volevo che fosse lei a dirlo a tutti.

In quel momento si sente suonare alla porta. Stefano va ad aprire.

Antonio:            Tutto sta andando nel verso giusto. Cosa si può desiderare di più?

Stefano rientra con Cellini.

Giulia:               Ciao papà, che bello vederti (Si salutano)

Cellini:              Ho una notizia da darvi.

Stefano:            Anche noi.

Cellini:              Bene… e di che si tratta?

Giulia:               Prima tu!

Cellini:              Volevo farvi leggere questo. E’ il giornale di oggi (prende il giornale e comincia a sfogliarlo)

Stefano:            Di che si tratta?

Cellini:              Sono un po’ emozionato… è di oggi. Ecco: La nave da ricerca “Universitatis”  che ispezionava i fondali davanti alla costa di Trapani, ha trovato i rottami di un piccolo aereo da turismo…

Stefano:            Li hanno trovati!

Antonio:            Il nostro aereo, lo hanno trovato… finalmente!

Emma:             Non è possibile… (si avvicina al marito che sta cercando di sbirciare sul giornale).

Cellini:              “I numeri di matricola dell’aereo corrispondono all’aereo personale dei Lauri scomparso nei cieli siciliani il 18 marzo di 6 anni fa. Le acque inghiottirono l’aereo e i 4 membri della famiglia Lauri”. E’ il loro aereo, non ci sono dubbi.

Stefano gli toglie il giornale dalle mani e legge, i fantasmi sono intorno a lui.

Stefano:            “La capitaneria di porto si sta organizzando per il recupero dell’aereo e dei resti del suo equipaggio”…

Emma:             Che impressione…

Rodolfo:            Fa un certo effetto anche a me…

Stefano:            Da un lato è un gran sollievo dall’altro… 

Giulia:               Mi sembra ieri…

Cellini:              Già… ho già parlato con il sindaco di Trapani,  mi terrà informato sugli sviluppi del recupero. Per noi è un dovere e un onore seppellirli nel paese che hanno amato.

Stefano:            Finalmente avranno la loro degna sepoltura…

Cellini:              Organizzeremo una bella cerimonia in loro memoria.

Emma:             Partecipare al mio funerale è una cosa alla quale non avevo mai pensato…

Antonio:            Vedrai che per allora non saremo più qui…

Emma:             Tu credi?

Antonio:            Lo spero.

Francesca:        Se solo quella burrasca non ci avesse colti all’improvviso…

Antonio:            Forse se avessi tentato un ammaraggio…

Rodolfo:            Finivamo in un mare forza nove…

Francesca:        E sarebbe stato anche peggio.

Emma:             Che se proprio vogliamo essere puntigliosi, ti convinsi io a partire per la Sardegna, nonostante il tempo non promettesse nulla di buono.

Antonio:            Tanto non serve a niente recriminare!

Cellini:              Ora devo andare, vi farò avere notizie al più presto. Ma cosa dovevate dirmi?

Stefano:            Una nota di allegria ci vuole.

Giulia:               Aspettiamo un bambino, papà!

Cellini:              Questa sì che è la migliore notizia che potessi mai aspettarmi… (abbraccia Giulia).

Giulia:               Se non ti spiace, tesoro (rivolto a Stefano), approfitto del passaggio di papà per tornare in paese. Devo visitare il cucciolo della mia amica Sara

Stefano:            Ti aspetterò qui.

Giulia ed il padre escono. Stefano si rituffa nelle carte ma poco dopo sprofonda in un sonno profondo. Musica dolce poi la luce si abbassa lentamente e le luci illuminano i fantasmi.

Rodolfo:            Ed ora cosa succederà?

Antonio:            Finalmente si parte. Sembra che il viaggio  non sia poi così male.

Emma:             Il nostro tempo è finito.

Francesca:        Ora capisco perché mi sento così strana.

Rodolfo:            Ti sentirai meglio, vedrai… (mette il braccio sulle spalle della sorella in senso di protezione).

Emma:             Credo di aver paura…

Antonio:            Sarà più bello di quanto tu possa mai immaginare. Nessuna paura.

Rodolfo:            E poi aspettavamo da tempo questo momento, no?

Emma:             Quanto pensi che ci vorrà?

Antonio:            (Abbraccia con tenerezza la moglie) Poco, la nostra avventura terrena è terminata.

Emma:             Mi dispiace lasciare tutto questo, ma partire con tutti voi mi da una grande forza.

Antonio:            Pensa a quante cose belle siamo riusciti a fare. E l’ultimo anno è stato davvero un piccolo capolavoro…

Stefano si alza dal divano e li guarda come in trance. Musica.

Stefano:            Cosa succede, chi siete?

Antonio:            Non  lo immagini proprio?

Stefano:            Zio… zio Antonio e zia Emma e voi… voi siete Rodolfo e Francesca.

I fantasmi lo guardano sorridendo.

Stefano:            Sto sognando…?!

Emma:             Non esattamente. Qualcosa che lega il sogno alla realtà.

Antonio:            Siamo davvero felici e soddisfatti di come sono andate le cose. Noi ce l’abbiamo messa tutta e tu hai fatto il resto… (gli strizza l’occhio in maniera complice).

Stefano:            Ho ripensato mille volte a quel giorno in casa di Santa. Quel giorno ha cambiato la mia vita. La tua voce mi ha sconvolto….ma ho preferito pensare che Santa fosse una brava ventriloqua e una brava donna!Non riuscivo ad accettare che i fantasmi esistessero davvero. Invece mi sbagliavo. Grazie….grazie davvero a tutti

Antonio:            Non ci piaceva l’idea di un’autostrada nel nostro salotto… (si sente una musica dolce) e auguri al piccolo…..Come lo chiamerete?

Stefano:            Emma o Antonio naturalmente!

Tutti salutano. Musica celestiale, pian piano i fantasmi si incamminano verso la luce e scompaiono dalla scena. Stefano li guarda andare via poi come inebetito ritorna sul divano, si distende chiude gli occhi. La musica si fa sempre più lontana. Entra Giulia, lo guarda mentre dorme, poi si avvicina e gli da un bacio. Stefano si sveglia.

Giulia:               Ciao amore, mi dispiace averti svegliato.

Stefano:            Ho dormito profondamente.

Giulia:               Sei molto stanco.

Stefano:            Stavo facendo un bellissimo sogno o forse non era un sogno...

Giulia:               Che vuol dire?

Stefano:            Niente. Ma era bellissimo.

Giulia:               Io ne facevo parte?

Stefano:            No, tu sei la mia realtà.

Si baciano con tenerezza.

Stefano:            Allora stasera cucino io! E come sta il cucciolo di Sara?

Giulia:               Benissimo, è meraviglioso! Ah, sai chi ho incontrato mentre stavo tornando?

Stefano:            Il lupo cattivo…?

Giulia:               No, la medium?

Stefano:            Chi, Santa?

Giulia:               Mi ha detto di consegnarti questa busta.

Stefano guarda la busta . La apre ed estrae dei fogli che legge lentamente.

Giulia:               Cos’è una lettera d’amore?

Stefano:            No è lo zio… 

Giulia:               Ma tu non hai mai creduto a quella storia…

Stefano:            Chi non cambia idea è un idiota.

Giulia:               Di che si tratta?

Stefano:            Non lo so ma sembra una mappa…

Giulia:               Ma che dici?

Stefano:            La pianta è quella di questa villa, c’è un percorso che porta allo scantinato,una serie precisa di indicazioni, una croce.

Giulia:               (Prende il foglio che Stefano le porge) E questi numeri?

Stefano:            Se non sbaglio dovrebbero essere la combinazione di una cassaforte…

Giulia:               Ma è uno scherzo?

Stefano:            Credo di no… (Sorride). C’è anche una lettera indirizzata a te.

Giulia:               A me?

Stefano:            Il mittente è Emma Donati.

Giulia:               La mamma di Rodolfo…

Stefano lo consegna a Giulia. Giulia la apre. Musica di sottofondo. Voce fuori campo di Emma. Giulia legge la poesia mentre tutti gli attori della commedia man mano e lentamente entrano in scena per il finale.

Giulia fermati ed ascolta il tuo cuore ed esso

in silenzio ti regalerà la chiave delle sensazioni.

Lascia che la primavera ti risvegli dall'inverno
che un campo di girasoli t'illumini il sorriso

e le stelle invadano i tuoi occhi.
 
Insegui la scia dell'arcobaleno,

vivi la vita semplice e fugace di un fiore
e scoprirai che ogni piccolo, tenero gesto d'amore
è un'emozione che danza in punta di piedi.
 
Ed io, come una madre,
difenderò i tuoi sogni, custodirò i tuoi segreti,
cullerò il tuo tempo
sperando che tu possa sentirti
almeno per un istante

in un piccolo posto

che è solo il tuo.

 

Musica.

Buio

fine