Letto a due piazze

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LETTO

LETTO

A

 DUE PIAZZE

commedia in due atti

di

Fabiano Marti

La scena

La scena è rappresentata da un monolocale. Dalla quinta di sinistra, la porta d’ingresso dell’appartamento. Dalla quinta di destra, la porta del bagno. Sulla sinistra, schiacciato sul fondale, un divano-letto. Al centro, leggermente decentrato verso sinistra e posizionato di tre quarti a favore di divano, un tavolo con delle sedie. Sulla parte destra della scena, e più precisamente sulla quinta antecedente l’ingresso del bagno, c’è un piccolo armadio. Subito dopo la quinta d’ingresso del bagno,  schiacciati sul fondale, un piccolo cucinino ed un frigorifero.

PRIMO ATTO

Si sente una chiave dietro la porta. Dopo un attimo la porta si apre. E’ Fabio. Ha un borsone di quelli molto vecchi. Si guarda attorno. Si rende conto, in particolar modo, che c’è un divano-letto matrimoniale.

Fabio: Permesso?!…C’è nessuno?

Posa il borsone per terra e prende il cellulare. Invia l’ultimo numero.

Fabio: Mammina…tutto a posto, sono arrivato! Mammina, sono appena entrato in casa, avevo il borsone, come facevo a chiamarti prima?! Ma quale ansia, mammina, ci siamo sentiti l’ultima volta che ero già qui sulla tangenziale di Bari… Sì, lo zio è andato via, mi ha lasciato sotto casa e se n’è andato. Fra tre ore e mezza al massimo sarà a Taranto, vedrai….Be’, lo sai che lo zio corre!…Senti, mammina, qui c’è un letto matrimoniale, ti sembra normale?…Lo so, mammina, lo so che devo accontentarmi perché questa è la mia ultima occasione, e, se non mi laureo questa volta, babbo non mi darà più un centesimo, lo so. Va bene…No, il mio coinquilino non è ancora arrivato! Ma dai, mammina, stai tranquilla, l’agenzia mi ha assicurato che si tratta di una persona per bene….Va bene, mammina, metto a posto le cose e ti richiamo…Ah, mammina, hai sentito Giulia?…No niente, è che l’ho chiamata e non mi ha risposto…e poi non mi ha neanche richiamato, è strano, no?!…Va bene, mammina, mi fido. Ti chiamo dopo, disfo la valigia e ti chiamo.

Fabio chiude il telefono, apre la valigia e comincia a tirar fuori le sue cose. Dopo un paio di secondi si apre la porta d’ingresso ed entra Mario. Sta parlando al telefono cellulare.

Mario: Gattina, tu non immagini neanche quanta voglia io abbia di vederti...Pronto, gattina, pronto?! (Chiude il telefono) Maledizione, mi è finito il credito!

Si accorge che sul tavolo c’è il telefono di Fabio.

Mario: Scusami, hai credito?

Fabio: Nella vita?

Mario: Ma no, sul telefonino!

Fabio: Ah…Sì, poco, me ne sono lasciato giusto un po’ per chiamare mia madre più tardi…sai, il tempo di disfare le valigie e…

Mario: (interrompendolo e prendendo il telefono di Fabio) Perfetto…faccio una telefonata velocissima!

Fabio: (cercando timidamente di fermarlo) Ma no, mi serve…

Mario: (interrompendolo) E’ una telefonata velocissima, tranquillo, te lo restituisco subito, non sono mica uno che mangia i telefoni!

Fabio: Lo so, non è una questione culinaria, è un problema di credito…

Mario: Non ti preoccupare, ci  metto un attimo! (al telefono) Pronto, Deborah, scusami mi si è scaricato il telefono…Sì, sì, segnati questo, è un numero nuovo…Ce l’ho da pochissimo! (fa dei segni a Fabio per minimizzare) Perdonami, gattina, non posso stare molto tempo al telefono…sono da un cliente! (continua a fare segni a Fabio, che lo guarda incredulo).

Fabio: (timidamente) Scusa, dopo devo richiamare mia madre!

Mario: (a Deborah) Perdonami un attimo. (mette la mano sulla cornetta e poi sottovoce, innervosendosi) Ho capito, un minuto, è una telefonata importante, ti ho detto che te lo restituisco subito! Non ti consumerò mica tutto il credito che ti è rimasto! (toglie la mano dalla cornetta) Scusami, gattina, era il cliente che mi chiedeva alcune informazioni sui prodotti…poi ti spiego!

Mario va a stendersi sul divano con le gambe incrociate. Fabio lo guarda, poi si siede sulla poltrona accanto a lui. E’ molto preoccupato.

Mario: …Ma certo che ho voglia di vederti, gattina, non sto nella pelle. Mi manchi tanto, ma purtroppo oggi non posso! Te l’ho detto, ho una cena di lavoro a cui non posso assolutamente mancare…Però, prima di chiudere devo chiederti un piacere…(con la voce sdolcinata) fammi la gattina! Dai, una volta sola, fammi la gattina! (richiamando l’attenzione di Fabio per far sentire pure a lui) Fammi la gattina, dai…

Fabio: (pensando che lo stia chiedendo a lui) Miaooo!

Mario: (a Fabio, sottovoce) Ma no, che fai?! Non tu, lei!

Fabio: (anche lui sottovoce) Ah, scusami, non avevo capito!

Mario: (al telefono) Un’altra volta, un’altra volta…(fa avvicinare Fabio per permettergli di sentire) Dai, un’altra volta soltanto!

Fabio: Dai, lascia stare, se non lo vuole fare…

Mario: Miao, miao…

Fabio, sentendo il miagolio al telefono, scoppia a ridere sottovoce. Mario lo zittisce.

Mario: Brava amore, mi fai impazzire quando fai così! Pronto, pronto gattina?! (chiudendo il telefono) Porca miseria!

Fabio: Che è successo?

Mario: Niente!…E’ finito il credito!

Fabio: (alzandosi di scatto) In che senso “è finito il credito”, scusa?

Mario: Nel senso che è finito, ecco in che senso!

Fabio: E ci credo, fai la gattina, fai la gattina, è ovvio che è finito il credito!

Mario: Madonna, quanto sei tirchio!

Fabio: Ma che tirchio e tirchio!…E adesso come faccio a telefonare a mammina?

Mario: Ma dai, non ti preoccupare, più tardi te lo carico io!…Comunque io sono Mario, molto piacere di conoscerti!

Fabio: Io sono Fabio…piacere!

Mario: (cominciando a sistemare le robe nell’unico armadio disponibile) E, a quanto pare, vivremo insieme!

Fabio: E sì!

Mario: E dimmi un po’, Fabio, come mai sei qui a Bari?

Fabio: Studio all’Università.

Mario: Bravo!…E cosa studi?

Fabio: Giurisprudenza!…Veramente sono al decimo anno fuori corso, ma questo sento che sarà l’anno buono!

Mario: Per laurearti?

Fabio: No, per dare il primo esame!

Mario: Azz, studente modello, eh!

Fabio: Be’, sinceramente ho avuto delle difficoltà…

Mario: Be’, neanche tante!

Fabio: E tu, di dove sei?

Mario: Di Bari!

Fabio: E come mai sei venuto a vivere in questa casa?

Mario: Sono fuori corso!

Fabio: Anche tu?

Mario: No, non io, i soldi che avevo stampato…poi ti spiego!

Fabio: D’accordo!

Mario: Bene!…Senti, Fabio, approfittando delle chiacchiere ho provveduto a sistemare le mie robe…ora puoi sistemare le tue mentre vado nel bagno!

Fabio: Benissimo, grazie!

Mario va nel bagno. Fabio prende un paio di giacche dalla valigia e va ad aprire l’armadio.

Fabio: Oh oh! (si accorge che nell’armadio non c’è più posto) Mario!

Mario: (dal bagno) Che c’è?

Fabio: Nell’armadio non c’è più posto!

Mario: (sempre dal bagno) Che hai detto?

Fabio: Che nell’armadio non c’è più posto! E’ pieno delle tue cose, come faccio a metterci le mie?

Mario: (sempre dal bagno) Mettile da qualche altra parte!

Fabio: E dove?

Mario: E cosa vuoi che ne sappia…(Fabio sistema le robe sul divano) L’importante è che non le metta sul divano!…(Fabio toglie le robe dal divano e le mette sulle sedie che sono attorno al tavolo) O sulle sedie!…(Le sposta sul tavolo) O sul tavolo!…(Fabio prende le sue cose e le rimette nella valigia)

Mario: (uscendo dal bagno con l’accappatoio addosso) Hai sistemato tutto?

Fabio: Sì, sì, tutto a posto!

Mario: Benissimo!

Fabio: (notando l’accappatoio) Ma quell’accappatoio è mio!

Mario: Davvero? Ah, mi sembrava di non averlo portato! 

Fabio: E adesso come faccio io a farmi la doccia?

Mario: Puoi usare il mio!

Fabio: Ma se hai detto che non l’hai portato!

Mario: Ma era una battuta, stupido!

Fabio: (sorridendo) Ah, quindi l’hai portato!

Mario: No!

Squilla il telefono di Fabio, che va a rispondere. Mario, intanto, comincia a vestirsi.

Fabio: Pronto?! Con chi parlo, scusi? Chi?…Ah, d’accordo, un attimo solo! (A Mario) E’ per te!

Mario: Per me? E chi è?

Fabio: Gattina!

Mario: Ah!…Pronto?! Ciao, gattina, scusami per prima, ma è caduta la linea e non ho avuto il tempo di richiamarti perché, come ti ho detto, ero da un cliente. Sono appena uscito. Ma certo che mi manchi, te l’ho detto, ma se devo andare ad una cena di lavoro, come faccio a vederti!

Fabio comincia a mettere a posto le sue cose.

Mario: …E dimmi un po’, come sei vestita? Ah, che meraviglia…E se ci fossi io là, cosa faresti?

Fabio lo guarda sconvolto.

Mario: …E dai, fammi di nuovo la gattina, fammi la gattina che mi fa impazzire!…(cambiando improvvisamente tono) Scusami un attimo, gattina, ho un’altra telefonata in linea…Pronto?! No, non sono Fabio, puoi chiamare più tardi che adesso è impegnato? Grazie!…Scusami, gattina, allora dove eravamo rimasti?

Fabio: Ma chi era?

Mario: (mettendo la mano sulla cornetta del telefono e parlando a bassa voce) Era una certa Giulia!

Fabio: Giulia? Oh mio Dio, ma sei pazzo, che cosa ti ha detto?

Mario: Ma niente, ha detto: Ah sì? Be’, se vuole, mi richiama lui!

Fabio: (tra sé) E adesso come faccio a richiamarla se non ho più neanche un centesimo di credito?

Mario: E lo chiedi a me?

Fabio prende i libri e si siede tristemente al tavolo.

Mario: (parlando al telefono) Gattina, mi manchi tanto anche tu! Ma no, te l’ho detto, stasera non è possibile, devo andare ad una cena con i colleghi!…Va bene, amore mio, certo che ti penserò, ti penserò tantissimo! Ma no, amore mio, lo sai che quando vado alle cene di lavoro spengo il cellulare, non è professionale tenerlo acceso…Ciao gattina, buona serata!

Mario chiude il telefono e, canticchiando, finisce di vestirsi.

Fabio: Allora esci?

Mario: Sì!!

Fabio: Cena di lavoro, giusto?!

Mario: (sorridendo) Ma che cena di lavoro, Fabio, esco con una ragazza!

Fabio: Con una ragazza?! Ma se poco fa, al telefono, hai detto alla tua fidanzata che andavi ad una cena di lavoro!

Mario: Certo che l’ho detto, ma il fatto che l’abbia detto non vuol dire che ci vada veramente!

Fabio: Ma come no? Se hai detto alla tua fidanzata che vai ad una cena di lavoro adesso ci devi andare!

Mario: Infatti è come se ci andassi, ma in realtà non ci vado, capito?

Fabio: No!

Mario: (avvicinandosi a Fabio) Seguimi, Fabio, io ho detto a Deborah…

Fabio: La gattina?

Mario: La gattina, esatto! Le ho detto che devo andare ad una cena di lavoro, ed è come se ci andassi…ma in realtà ci vado con Arianna!

Fabio: Alla cena di lavoro?

Mario: Ma no, quale cena di lavoro? Non vado alla cena di lavoro con Arianna!

Fabio: Ah, non ci viene più?

Mario: Chi?

Fabio: Arianna!

Mario: Ma certo che ci viene, ma non alla cena di lavoro!

Fabio: Quindi vi vedete dopo?!

Mario: Ma no, che dici? Senti, Fabio, io sto andando ad una cena di lavoro e spengo il cellulare, quindi, per favore, se dovesse telefonare Deborah, che adesso ha anche il tuo numero, io sono andato ad una cena di lavoro…ma in realtà vado a prendere Arianna! D’accordo?

Fabio: D’accordo!

Mario: Allora io vado! Ci vediamo più tardi!

Fabio: A più tardi! Buona cena!

Mario esce e Fabio resta seduto alla sua sedia a studiare. Dopo qualche secondo squilla il telefono di Fabio. Fabio risponde.

Fabio: Pronto? Ah, sei gattina? No, Mario non c’è, è già uscito…E’ andato ad una cena di lavoro…sì è uscito presto…forse perché doveva andare a prendere Arianna!…Pronto, pronto?! Che strano…è caduta la linea!

BUIO – MUSICA

LUCE

Mattina presto. Fabio è seduto alla stessa sedia di prima e dorme con la testa sui libri e la luce accesa. Si apre la porta d’ingresso ed entra Mario. Osserva Fabio che dorme.

Mario: (tra sé) Però…è curioso che non riesca a superare gli esami!…Be’, ora messaggino ben studiato ad Arianna e poi a dormire un po’! Ormai posso riaccendere il cellulare, sono le sette e mezza del mattino e Deborah sa che prima delle dieci non deve disturbarmi!

Appena riacceso, il telefono di Mario comincia a squillare. Fabio si sveglia.

Mario:  (a Fabio) Deborah? Ma che sarà successo? (Risponde) Pronto, gattina, come mai mi chiami a quest’ora? Che è successo?…Perché mi offendi, gattina? Dove sono stato?! Ad una cena di lavoro, come ti avevo detto, ho appena riacceso il telefono perché aspettavo una telefonata importante e… Arianna? Chi diavolo è Arianna? (Guarda Fabio, che fa finta di rimettersi a studiare) Ma chi ti ha detto una sciocchezza del genere? Ah, il mio coinquilino?! E tu ci hai creduto? (Si avvicina a Fabio e comincia a gesticolargli contro. Fabio fa finta di non capire) Ma quello è un burlone, ti ha preso in giro!…Ma, secondo te, se io fossi uscito realmente con una donna e l’avessi comunicato al mio coinquilino, lui sarebbe stato così idiota da dirtelo?…Brava, amore mio, vedi che ci capiamo. Non sarebbe normale…sarebbe un imbecille…un grande imbecille…oserei dire il re degli imbecilli…(Guardando Fabio) e non è così!…Ora fammi chiudere perché devo sistemare una faccenda…No, niente d’importante, mi sono ricordato che devo chiarire una cosa con un mio collega...E sì, a quest’ora, sì…E’ una cosa molto urgente…A presto, gattina! (Chiude il telefono e fissa Fabio per lungo tempo)

Fabio: (dopo una lunga serie di sguardi) Bene, allora io andrei a darmi una sciacquata!

Mario: Come mai?

Fabio: Be’, così tu hai il tempo di chiarire quella cosa con il tuo collega!

Mario: Ah, grazie, sei molto gentile!

Fabio: Figurati, Mario, oltretutto dev’essere una cosa molto importante, se devi chiarirla con questa urgenza!

Mario: Infatti lo è…ma tu puoi restare, Fabio, mi fa piacere!

Fabio: Ma no, non sarebbe giusto!

Mario: …E tu ci tieni a fare le cose giuste!

Fabio: Tantissimo!

Mario: In fondo non è mica difficile!

Fabio: Assolutamente no!

Mario: Come dire a Deborah che Mario è ad una cena di lavoro, per cui vi risentirete domani. Ciao Deborah.

Fabio: Esatto!

Mario: (gridando) E allora si può sapere per quale cazzo di motivo non gliel’hai detto?

Fabio: Ma io gliel’ho detto che eri ad una cena di lavoro…

Mario: Ah sì?

Fabio: Certo!…E che prima di andarci saresti passato a prendere Arianna!

Mario: E, secondo te, io andavo ad una cena di lavoro con Arianna?

Fabio: Perché? Non può venire?

Mario: Ma no che non può!

Fabio: La sua religione non glielo permette?

Mario: Ma che diavolo dici?! Non può semplicemente perché non sono andato ad una cena di lavoro!

Fabio: Ah, non ci sei andato più?

Mario: (esasperato) Non è possibile, non può essere vero! (cercando di calmarsi) Senti, Fabio, era una scusa, capito?! La cena di lavoro era una semplice scusa che ho inventato con Deborah per uscire con Arianna. E’ più chiaro adesso?

Fabio: (dopo aver riflettuto per qualche secondo) Quindi tu tradisci la tua fidanzata?

Mario: Ohu, addirittura…che paroloni!

Fabio: Quindi non la tradisci!

Mario: Ma no, Arianna è solo un’amica!

Fabio: E allora perché non lo dici a Deborah che esci con un’amica?

Mario: Perché so che non lo condividerebbe…sai, è una ragazza un po’ all’antica.

Fabio: Be’, non le si può dare torto, io non credo all’amicizia tra un uomo ed una donna!

Mario: Perché no? Io ho tantissime amiche!

Fabio: Perché secondo me non esiste. C’è sempre un interesse da parte di uno dei due che va al di là dell’amicizia!

Mario: Ma non dire sciocchezze!

Fabio: Tu dici che esiste?

Mario: Ma certo!

Squilla il telefono di Fabio. Fabio corre a rispondere.

Fabio: Giulia, ciao amore, ma che fine hai fatto ieri? No, era il mio coinquilino, sai, ha avuto dei problemi con il suo telefono ed ha usato il mio…Sì sì, è una persona per bene, molto rispettosa…e poi ha tante amiche! Piuttosto, come mai ieri sera non mi hai più richiamato quando hai visto che io non lo facevo?...Ah, ma certo, hai fatto bene!...Ma no che non sono arrabbiato, hai fatto benissimo, sono cose normali…anzi sono contento per te, così non sei rimasta sola a casa!...Ciao amore, ci sentiamo. Ti amo tanto!

Fabio chiude il telefono ed ha un sorriso di gioia stampato sul volto.

Mario: Ti vedo felice!

Fabio: (continuando a sorridere) Lo sono!

Pausa

Mario: Scusami, non per sapere i fatti tuoi, come mai Giulia non ti ha più chiamato ieri sera?

Fabio: (sempre sorridendo) E come faceva?

Mario: Perché?

Fabio: (sorridendo) Perché è uscita!

Mario: Con chi?

Fabio: (sorridendo) Con un amico!

Mario: (guardandolo incredulo) E tu sei felice?

Fabio: (con un grande sorriso) Certo, è un amico!

Mario: Ma se un attimo fa hai detto che l’amicizia tra un uomo e una donna non esiste!

Fabio: L’ho detto io?

Mario: Sì, tu l’hai detto!

Fabio: Be’, dipende dai casi!

Mario: E questo che caso sarebbe?

Fabio: Il caso di una fidanzata che, a differenza tua, dice al suo fidanzato che esce con un amico!

Mario: Ah, è vero, non ci avevo pensato…effettivamente è molto diverso!

Fabio: Infatti!

Mario: Eh sì, perché nel primo caso si tratta di un cornuto!

Fabio: E nel secondo?

Mario: Di un cornuto e contento, Fabio, cornuto e contento…razza molto più rara, ma di inestimabile valore!

Fabio lo guarda come se non capisse.

Mario: Bene, io mi metto il pigiama e mi faccio qualche ora di sonno!

Fabio: Ma sei pazzo? Io devo studiare!

Mario: Ma come, non hai studiato per tutta la vita…tutto stamattina devi studiare?

Fabio: Certo! Tra qualche giorno devo fare l’esame!

Mario: E fallo, l’importante è che io adesso dorma un po’!

Fabio: Ma come faccio a fare l’esame se non studio!

Mario: E va bene, ho capito, ti aiuto io!

Fabio: Ma perché, tu hai studiato giurisprudenza?

Mario: No, ma nella vita basta ragionare un po’…Avanti, dimmi che argomento stai studiando!

Fabio: Diritto costituzionale!

Mario: Ah, diritto costituzionale?!…Ma è facilissimo!

Fabio: Be’, insomma!

Mario: Ma dai, Fabio…E poi è alla base della vita nella nostra società!

Fabio: Davvero?

Mario: Certo, dovresti saperlo! Basta guardarsi intorno tutti i giorni per capire come funzioni!

Fabio: Dici?

Mario: Ma certo…Ti faccio un esempio!

Fabio: (interessatissimo) Vai!

Mario: Due auto, guidate da due uomini, arrivano ad un incrocio…

Fabio: Sì!

Mario:…Una da destra e l’altra da sinistra…Chi ha la precedenza?

Fabio: E’ facile, quella che viene da destra!

Mario: E chi lo dice?

Fabio: Il codice della strada!

Mario: E no! Perché è qui che subentra il diritto costituzionale!

Fabio: Perché?

Mario: Perché la precedenza di uno o dell’altro dipende dalla costituzione!

Fabio: In che senso?

Mario: Nel senso che, se quello che viene da destra è basso e mingherlino e quello che viene da sinistra è grande e grosso, il codice della strada può dire quello che vuole…a quello che viene da destra gli conviene sempre dare la precedenza, capito…il diritto dipende tutto dalla costituzione!

Fabio: Ah, hai ragione, non ci avevo pensato!

Mario: Visto che era facilissimo?…Ora vado nel bagno e poi a dormire un po’!

Fabio: D’accordo…e grazie!

Mario: Figurati, quando vuoi sono qui!

Mario entra nel bagno, quando, improvvisamente, suonano alla porta.

Mario: (uscendo dal bagno) Hanno suonato?

Fabio: Sì!

Mario: E chi sarà a quest’ora?

Fabio: Non lo so, forse il postino! (alzandosi dalla sedia) Vado io!

Mario: (stranamente preoccupato) Controlla prima dallo spioncino, non si sa mai!

Fabio: Ma chi vuoi che sia di così preoccupante?! Sono le otto del mattino!

Mario: Guarda che le rotture di scatole arrivano proprio nei momenti apparentemente più tranquilli!

Fabio: (andando verso la porta) Boh, chi ti capisce!

Fabio guarda dallo spioncino. Poi, sorridendo, mette la mano sulla maniglia della porta e sta per aprire.

Fabio: Tranquillo…è il padrone di casa!

Mario: (lanciandosi sulla porta e bloccandola mentre stava per aprirsi) Nooo!

Fabio: (guardandolo sconvolto) Ma che fai, sei impazzito?

Suonano di nuovo, ma con più insistenza.

Frappampina: (dall’esterno) Ma insomma, volete aprire, sono Frappampina!

Fabio: Un attimo solo, sig. Frappampina! (a Mario) Ma perché non posso aprire?

Mario: (agitatissimo) Poi ti spiego, l’importante adesso è che io qui non ci sono!

Fabio: Ma come non ci sei?!

Mario: Non ci sono, Fabio, non ci sono!

Fabio: E io con chi sto parlando?

Mario: (meravigliato) Con chi stai parlando? Con me!

Fabio: Ma allora ci sei?

Mario: Certo che ci sono!

Fabio: (risollevato) Meno male, mi hai fatto spaventare!

Mario: Perché?

Fabio: Pensavo che non ci fossi!

Mario: Ma no, non hai capito, è ovvio che ci sono, ma in realtà non ci sono!

Frappampina: (bussando nuovamente) Martini, Pulpo, so che siete là dentro, aprite!

Fabio: Ma insomma, ci sei o non ci sei?

Mario: Ci sono, ma sarebbe meglio che non ci fossi!

Fabio: Perché?

Mario: Ti ho detto che poi ti spiego…intanto tu fai finta che io non ci sia!

Fabio: E come faccio?

Mario: Dì a Frappampina che non ci sono!

Fabio: Ma se stai qua!

Mario: (esasperato) Lo so che sto qua!

Fabio: E quindi?

Mario: Allora facciamo così, vado nel bagno!

Fabio: Proprio adesso che è arrivato Frappampina?

Mario: Ma è per questo che ci vado!

Fabio: Veramente?

Mario: Certo!

Fabio: A me non è mai capitato!

Mario: Cosa?

Fabio: Che Frappampina mi facesse venire da andare nel bagno!

Mario: Ma che c’entra?! Io vado nel bagno per fare finta di non esserci!

Fabio: Ah!

Mario: Quindi se mi chiudo nel bagno e Frappampina ti chiede di me, tu che gli dici?

Fabio: Che stai nel bagno!

Mario: Ma no, idiota, devi dirgli che non ci sono!

Fabio: Ah, non vai più nel bagno?

Mario: Certo che ci vado, ma non devi dirlo a Frappampina!

Fabio: Perché? Non vuole che si vada nel bagno?

Mario: (esasperato) Ma no, che c’entra!

Frappampina: (sempre più nervoso) Ma insomma, volete aprire o no?!

Fabio: Mario, mi dici che devo fare, per favore?!

Mario: Vai ad aprire la porta!

Fabio: E tu?

Mario: Vado nel bagno!

Fabio: E se Frappampina mi chiede di te?

Mario: Digli che non ci sono!

Fabio: Nel bagno?

Mario: Ma no, in casa!

Fabio: E dove te ne vai?

Mario: Nel bagno!

Fabio: Di nuovo?! Ma non stai bene?

Mario: (gridando) Fabio, apri quella cazzo di porta e dì che non ci sono!

Fabio: D’accordo, non c’è bisogno di scaldarsi tanto!!

Mario entra nel bagno. Fabio va ad aprire la porta. Ma, un attimo dopo aver messo la mano sulla maniglia, torna indietro.

Fabio: (sottovoce) Mario, Mario…

Mario: (aprendo la porta e tirando fuori la testa) Che c’è?

Fabio: Devo andare nel bagno!

Mario: (incredulo) Proprio adesso?

Fabio: Sì!

Mario: (disperato) Non è possibile, non è possibile!

Fabio entra di corsa  nel bagno. Mario è davanti alla porta.

Mario: (agitatissimo) Sbrigati, Fabio!

Fabio: (dal bagno) Un attimo solo, ho finito!

Frappampina: Aprite, aprite immediatamente o chiamo la polizia!

Mario: Hai sentito? Esci di lì e vai ad aprire!

Fabio: (uscendo dal bagno) Ho sentito, ho sentito, sto andando!

Mario: (entrando nel bagno) Su, sbrigati…e non dire che io sono qui!

Fabio: (andando ad aprire) Ho capito, ho capito!

Fabio apre la porta. Entra Frappampina agitatissimo.

Frappampina: Ma insomma, si può sapere che succede qua dentro?!

Fabio: Buonasera signor Frappampina, qui non succede assolutamente niente!

Frappampina: Ma come non succede niente, è un quarto d’ora che aspetto dietro la porta senza che mi apriate!

Fabio: Ha ragione, è che ho avuto dei problemi!

Frappampina: Ha avuto dei problemi? Che problemi?

Fabio: Non lo so!

Frappampina: Non sa che problemi ha avuto?

Fabio: Certo che lo so…è che…

Frappampina: E’ che…?

Fabio: …Non me lo ricordo!

Frappampina: Non se lo ricorda?

Fabio: No…è questo il problema!

Frappampina: Quale?

Fabio: La memoria!

Frappampina: E che c’entra?

Fabio: C’entra, perché lei bussava e io un attimo dopo mi dimenticavo che lei aveva bussato!

Frappampina: Ma che sta dicendo?

Fabio: Sinceramente non lo so!

Frappampina: Senta, sig. Martini, a proposito di memoria, dov’è il sig. Pulpo? Mi sa che anche lui deve avere la memoria corta, perché ha dimenticato di pagarmi i tre mesi di affitto anticipato!

Fabio: Davvero? Ah, ecco perché!

Frappampina: (sospettoso) Ecco perché, cosa?

Fabio: No, dicevo, ecco perché non c’è!

Frappampina: In che senso?

Fabio: No, niente, un fatto mio!

Frappampina: Boh! (guardandosi intorno) Sig. Martini, è sicuro che il sig. Pulpo non sia qui?

Fabio: Certo che ne sono sicuro!

Frappampina: Prima, da fuori alla porta, mi era sembrato di sentirla parlare con qualcuno!

Fabio: No, no, forse era la televisione!

Frappampina: Ma io ho sentito la sua voce!

Fabio: (cercando di giustificarsi) Lo so…c’era un attore con la voce identica alla mia!

Frappampina: Mah, sarà! Comunque, sig. Martini, appena il sig. Pulpo rientra, gli dica che sono passato e gli ricordi di pagare i tre mesi, d’accordo?

Fabio: (accompagnandolo alla porta) D’accordo, sig. Frappampina, stia tranquillo!

Frappampina: Allora io scappo, non ce la faccio più! Tutto quel tempo passato davanti alla porta, unito all’agitazione, mi ha fatto nascere una necessità impellente!

Fabio: Nel senso che deve andare nel bagno?

Frappampina: Esattamente!

Fabio: Be’, se ha fretta può usare il nostro!

Frappampina: Ah, grazie, ottima idea!

Fabio: Ma si figuri, per così poco!

Frappampina entra nel bagno.

BUIO.  MUSICA

LUCE

Mario e Fabio sono seduti sul divano. Frappampina è in piedi di fronte a loro.

Frappampina: Che vergogna, che vergogna, sig. Pulpo, alla sua età chiudersi nel bagno per non pagare il fitto!

Mario:Ma no, sig. Frappampina, non mi sono chiuso nel bagno per non pagare il fitto, è che ho sentito che stava parlando con Fabio e non ho voluto disturbare!

Fabio: Ma che dici, Mario?! Tu mi hai detto di dire al sig. Frappampina che non c’eri!

Mario: Ma non dire sciocchezze, Fabio, io ti ho detto: se il sig. Frappampina non ha bisogno di me, non gli dire che ci sono, così potete parlare tranquillamente!

Fabio: Guarda che ti stai ricordando male, Mario, tu mi hai detto…

Mario: (interrompendolo) Va bene, Fabio, va bene, ti ho detto di dire che non c’ero!

Fabio: (a Frappampina) Ha sentito?

Frappampina: Ah, allora è così?

Mario: Senta, sig. Frappampina, la prego di pazientare ancora un po’, sto avendo qualche problema con il lavoro, non appena li avrò risolti la pagherò, glielo giuro!

Frappampina: D’accordo, sig. Pulpo, le do ancora una settimana di tempo, dopodiché mi troverò costretto a mandarla via!

Mario: Stia tranquillo, le prometto che la pagherò al più presto!

Frappampina: Arrivederci, sig Pulpo!

Mario: Arrivederci!

Frappampina: Arrivederci, sig. Martini!

Fabio: Arrivederci sig. Frappampina, stia tranquillo!

Frappampina esce. Mario e Fabio restano soli.

Mario: Ma come ti è venuto in mente di chiedergli se voleva andare nel bagno?!

Fabio: Che dovevo fare? Era urgente!

Mario: Ah, non ci avevo pensato, era urgente!

Fabio: Infatti!

Mario: E non sapevi che c’ero io nel bagno?

Fabio: Sì che lo sapevo!

Mario: E allora perché l’hai fatto entrare?

Fabio: Be’, era mezz’ora che stavi nel bagno!

Mario: E allora?

Fabio: Pensavo che avessi finito!

Mario: (sconfortato) No, dai, non è possibile, non è possibile!

Fabio: Boh, chi ti capisce!

Mario: Senti, io adesso vado a letto…sono distrutto. (indossando il pigiama) Prima la nottata con Arianna, poi la discussione con Deborah, poi Frappampina…ma soprattutto…(si ferma)

Fabio: Soprattutto cosa!

Mario: Tu, Fabio, soprattutto tu!…Vado a dormire!

Mario si mette a letto. Fabio è seduto alla sedia e studia. Dopo un breve silenzio.

Fabio: Mario!

Mario: Che vuoi ancora?

Fabio: Levami una curiosità, ma tu a che ora vai a lavorare?

Mario: Quando voglio…sono un libero professionista, non devo mica timbrare il cartellino.

Fabio: In che senso libero professionista?

Mario: Nell’unico senso possibile…sono un professionista e in questo momento sono libero!

Fabio: Ah, ho capito!

Mario: Mi fa piacere!

Fabio: Senti, un’ultima domanda: in cosa sei professionista?

Mario: In tutto…qualunque mestiere mi facciano fare io lo faccio con professionalità…

Fabio: E in questo momento sei libero…

Mario: Infatti!

Fabio: Quindi sei…

Mario: …un libero professionista!…E adesso vai a studiare e lasciami dormire, per favore, sto morendo di sonno!

Fabio: D’accordo!

PAUSA

Fabio: Mario…

Mario: Che c’è ancora?

Fabio: …levami un’altra curiosità!

Mario: Dimmi!

Fabio: Sei sicuro di non essere disoccupato?

Mario: Studia!

Fabio: D’accordo!

Fabio si rimette a studiare. Mario si rimette a dormire. Dopo qualche istante, squilla il telefono di Mario. Fabio guarda il display.

Fabio: (tra sé) E’ Deborah, che faccio rispondo? Forse è meglio che lo svegli, non vorrei che poi…Ma no, lo lascio dormire, se Deborah ha qualcosa d’importante da dire a Mario, la dirà a me e io gliela riferirò! (risponde) Pronto, Deborah, ciao sono Fabio…No, Mario sta dormendo, sai, ieri ha passato una brutta giornata…No, no, nessun problema di salute, è che è venuto il proprietario di casa e si è arrabbiato moltissimo perché Mario non ha pagato i tre mesi di anticipo per il fitto di casa. A dire il vero è stato un po’ umiliante, perché si è chiuso nel bagno per non farsi trovare, poi il sig. Frappampina l’ha trovato, una brutta storia…Che ne so, anch’io pensavo che guadagnasse un sacco di soldi, ma a quanto pare non è proprio così!…D’accordo, Deborah, a presto! Ciao!

Fabio chiude il telefono. Mentre sta per poggiarlo, però, urta il libro e lo fa cadere.

Mario: (svegliandosi di soprassalto) Che è successo?

Fabio: Scusami, Mario, mi è caduto il libro!

Mario: E stai più attento, no!

Fabio: Lo so, non l’ho fatto apposta, è stato un incidente!

Mario: Lascia stare, tanto mi avevi già svegliato parlando al telefono!…Ma si può sapere con chi parlavi?

Fabio: (minimizzando) Niente d’importante, tranquillo…Ora continua pure a dormire, c’è superfabio qui a difenderti!

Mario: Chi?

Fabio: Superfabio!

Mario: E chi diavolo è superfabio?

Fabio: Io!

Mario: Ah!…Allora io mi rimetto a dormire, superfabio!

Fabio: D’accordo…buon riposo!

Fabio riprende a studiare. Mario si rimette a dormire. Poi, d’improvviso, si ricorda una cosa.

Mario: Ah, Fabio, c’è una cosa importantissima che ho dimenticato di dirti, e voglio dirtela prima che sia troppo tardi!

Fabio: Quale?

Mario: Ascoltami, Fabio, perché è veramente una questione di vita o di morte…anche se sono sicuro che sia anche inutile dirtelo perché l’avrai già capito da solo!

Fabio: Dimmi pure!

Mario: Ovviamente Deborah non deve assolutamente sapere quello che è successo stamattina con il sig. Frappampina, lo sai, no?!

Fabio: Non deve saperlo?

Mario: Certo che no…E’ convinta che io guadagni un sacco di soldi, sarebbe molto imbarazzante se scoprisse che in realtà sto avendo qualche piccola difficoltà!

Fabio: Giusto…sarebbe molto imbarazzante!

Mario: (entrando nel bagno) Mi raccomando, Fabio, so che è superfluo dirtelo, ma tienilo bene a mente!

Fabio: (imbarazzatissimo) Tranquillo, Mario, tranquillo…qui c’è superfabio!

BUIO – MUSICA

LUCE

Sera. Fabio è seduto al tavolo e parla al telefono. Mario è nel bagno. 

Fabio: Non ti preoccupare, Giulia, ne abbiamo già parlato tante volte, per cui sai già come la penso…Tranquilla, lo capisco, non puoi mica restare a casa tutte le sere sino a quando io non torno…(Mario, nel frattempo, esce dal bagno e comincia a vestirsi. Non visto da Fabio, ascolta la telefonata) Ma no, no che non mi dà fastidio, altrimenti te l’avrei già detto, non sono un masochista…l’importante è che non ti affatichi troppo…D’accordo, Giulia, ci sentiamo domani, così mi racconti com’è andata la serata…Ciao, amore, e salutami Marco! (Chiude il telefono e si rimette a studiare)

Mario: (da dietro) Era Giulia?

Fabio: (sobbalzando) Mario, mi hai fatto spaventare, non ti ho sentito arrivare!

Mario: Era Giulia o no?

Fabio: Certo che era Giulia!

Mario: Non dirmi che anche stasera esce con Marco!

Fabio: Sì, perché?

Mario: Fabio, quando pensi di smetterla di farti prendere in giro?

Fabio: (infastidito) Guarda che a me nessuno mi prende in giro!

Mario: No? Senti, Fabio, tu puoi fare quello che vuoi, ma io ho il sacrosanto dovere di aprirti gli occhi e costringerti a reagire!

Fabio: Sì? E cosa dovrei fare?

Mario: Divertiti anche tu, smettila di passare le giornate chiuso in casa a studiare. Esci, incontra gente, fatti nuove amicizie…

Fabio: Sì, magari femminili, no?!

Mario: Certo, che male c’è?! Del resto, se l’amicizia tra un uomo ed una donna può esistere per Giulia, non capisco per quale motivo non possa esistere per te!

Fabio: Ti prego, Mario, questo è il tuo modo di vivere, ma ti ho già detto che non è il mio, e ti prego di non insistere…

Mario: Ma almeno provaci, esci con me, vedrai che non te ne pentirai. Non c’è niente di male!

Fabio: No, Mario, ti ho detto di no e quando dico no sai che sono categorico!

Mario: Ma dai, non dire idiozie! (gli dà un pantalone ed una camicia) Su, mettiti questi e andiamo!

Fabio: Ti prego, Mario, lasciami stare, non voglio uscire…Oltretutto devo studiare perché tra pochi giorni ho l’esame di diritto privato..

Mario: Non ti preoccupare, rientreremo presto, e domani ti aiuterò io a studiare!

Fabio: (vestendosi, ma continuando ad opporre  resistenza) Ma no, dai, non voglio…

Mario: (spingendolo fuori) Ma smettila, andiamo!

Mentre stanno per uscire, Fabio si ferma davanti alla porta.

Fabio: Aspetta, aspetta un attimo! (torna indietro e prende dalla sedia una giacca) Non si sa mai fa freddo…se mi raffreddo chi la sente mammina, poi!

Mario: (bloccandosi di colpo) Fabio…

Fabio: Dimmi!

Mario: …Ma vaffanculo tu e mammina! (escono)

BUIO –MUSICA

LUCE

Mario e Fabio rientrano a casa. Mario è arrabbiatissimo. Fabio lo ascolta come un cane bastonato.

Mario: Ma come ti è venuto in mente, come ti è venuto in mente…

Fabio: Ma perché, che ho fatto di male?

Mario: (sempre più arrabbiato) Che hai fatto di male?! Io ti faccio uscire con Barbara e Carla, le due ragazze più belle che conosca, me le lavoro sino alle 2 di notte e tu, sul più bello, ti metti a raccontare quelle barzellette idiote!

Fabio: Ma perché, erano divertenti!

Mario: Ah certo, sarà per questo che alle due e dieci Barbara ha detto di dover andare a prendere il fratello da una festa di 18 anni?

Fabio: Perché, non poteva essere?

Mario: Fabio, il fratello di Barbara ha sei anni!

Fabio: (dopo un attimo di riflessione) E non può andare ad una festa di 18 anni?

Mario: Tu che dici?

Fabio: (dopo un attimo di riflessione) E allora chi è andata a prendere?

Mario: Nessuno, Fabio, era solo una scusa per liberarsi di noi…anzi, di te, per la precisione, e delle tue terribili barzellette!

Fabio: Forse non le hai capite!

Mario: Sì, perché, che cosa c’era da capire…(scimmiottando Fabio) C’è una donna che prende il caffé. Mentre lo beve le cade addosso e le va dovunque tranne che sul seno, perché?

Fabio: Perché è un caffé corretto!

Mario: (gridando) Ma ti rendi conto che è una stronzata tremenda?! Perché è un caffé corretto, perché è un caffé corretto, non ci posso credere!

Fabio: Ma è una freddura!

Mario: No, Fabio, non è una freddura, di più…è agghiacciante!

Lunga pausa. Mario va nel bagno. Fabio, invece, si mette a guardare la televisione. Dopo qualche istante, squilla il telefono di Fabio. Fabio corre a rispondere.

Fabio: Ma chi sarà a quest’ora? Forse è Giulia che è rientrata a casa! (guarda il display e si accorge che non è Giulia) E chi è? E’ un numero che non conosco…(è incerto se rispondere o meno, poi decide di rispondere) Pronto?! Ah, ciao Barbara, sì sono io…

Mario, sentendo il nome di Barbara, esce immediatamente dal bagno.

Fabio: (un po’ imbarazzato) Sto bene, certo, siamo rientrati da pochissimo, e voi?…Ah, sei andata a prendere tuo fratello dalla festa di 18 anni? Senti, Barbara, per favore smettila di prendermi in giro, tanto me l’ha detto Mario che tuo fratello ha sei anni …Ah, è Carla che ha un fratello di sei anni, mentre tu ne hai uno di 18 e uno di 22? Be’, meglio così, almeno adesso la smetterà di dirmi che la tua era solo una scusa per liberarti delle mie barzellette? (Mario gli fa dei gesti con cui gli chiede di stare zitto)…Ah, in realtà tuo fratello non era ad una festa di 18 anni? Allora era una scusa!

Mario: Hai visto?

Fabio: (scoppiando a ridere improvvisamente) Davvero? Be’, questo forse sarebbe meglio che non glielo dicessi (Mario fa gesti eloquenti con i quali chiede di cosa stiano parlando)… Ma dai, veramente? Mi fa molto piacere, perché a Mario non sono piaciute assolutamente! (altri gesti di Mario) Lo so, gliel’ho detto che non le aveva capite!…D’accordo, ci sentiamo presto! Ciao Barbara, saluta Carla! (chiude il telefono)

Fabio, sorridente, si avvicina verso il bagno.

Mario: (ansioso) Allora?! Era una scusa o no?

Fabio: Certo che lo era!

Mario: (sorridendo soddisfatto) Visto?! Che ti avevo detto?

Fabio: Infatti, avevi ragione!

Mario: E che cos’è che sarebbe meglio che tu non mi dicessi?

Fabio: (con soddisfazione)  Che la scusa non era per liberarsi di me…

Mario: (meravigliato) Ah no, e per liberarsi di chi?

Fabio: Di te!

Mario: Di me?

Fabio: (sempre più soddisfatto) Certo, Mario, di te e della tua pesantezza!

Fabio scoppia in una risata fragorosa. Mario, afflitto, crolla sul divano.

  

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Stessa scena del primo atto. Luce spenta. Fabio e Mario sono a letto. Fabio piagnucola. Mario si sveglia e accende la luce.

Mario: (assonnato)  Fabio…Fabio, che è successo?

Fabio: Lascia stare, non ho voglia di parlarne!

Mario: Ma perché, dimmi cos’è successo, perché stai piangendo?

Fabio: Non sto piangendo!

Mario: Ah no, e che stai facendo?

Fabio: Niente, sono solo un po’ raffreddato!

Mario: Ah, scusami, sembrava proprio che stessi piangendo…

Fabio:  E invece sono solo raffreddato, va bene?!

Mario: D’accordo, d’accordo, allora riprendo a dormire! (spegne la luce)

Fabio: Ma che fai, dormi?

Mario: Certo, se sei solo raffreddato…

Fabio: Ma io non sono raffreddato!

Mario: (facendo finta di meravigliarsi) Ah no?

Fabio: No!

Mario: (accendendo la luce) E allora che stai facendo?

Fabio: Sto piangendo!

Mario: (fingendo di meravigliarsi) Davvero? Ero proprio convinto che fossi raffreddato!

Fabio: E invece sto piangendo!

Mario: Ma perché? Che è successo?

Fabio: Giulia…

Mario: Che ha fatto?

Fabio: …Mi ha lasciato!

Mario: E quando te l’ha detto?

Fabio: Poco fa…mi ha telefonato e mi ha detto che mi lasciava!

Mario: E con quale motivazione?

Fabio: Ha detto che io sono troppo per lei, che merito molto di più, che non può darmi quello che sarebbe giusto che io avessi e che mi ama troppo!

Mario: Marco!

Fabio: Marco? Che c’entra Marco con tutto quello che mi ha detto?

Mario: C’entra, Fabio, e come se c’entra…

Fabio: Ma perché, tu pensi che sia stato Marco a convincerla che sono troppo per lei?

Mario: Be’, direi, piuttosto, che stando sempre con Marco si è convinta a dirti che sei troppo per lei!

Fabio: Quindi confrontando me e Marco si è accorta che io sono troppo per lei…

Mario: …che meriti molto di più e che ti ama troppo!

Fabio: (sorridendo) Ma guarda un po’…e io che qualche volta ho persino avuto il dubbio che Marco le piacesse!

Mario lo guarda attonito.

Mario: Comunque, Fabio, non puoi stare lì a piangere tutto il giorno!

Fabio: E cosa dovrei fare, secondo te?

Mario: Reagisci!

Fabio: E come?

Mario: Ma che ne so, se proprio t’interessa riprendertela, telefonale!

Fabio: E cosa le dico, grazie per i complimenti, ma a me basti tu?

Mario: Ma no, arrabbiati, sii duro, falle capire che non può prenderti in giro con queste sciocchezze…e soprattutto dille che hai capito benissimo che ha una storia con Marco!

Fabio: Ma non posso dirle questo, non ho alcuna prova che sia così!

Mario: Ma infatti non devi dirglielo direttamente, devi giraci attorno, devi prima cercare di raccogliere più informazioni possibile e poi, quando ne sarai certo, le dirai che hai capito tutto, con grande dignità!

Fabio: E come faccio a girarci attorno?

Mario: Non lo so…Per esempio potresti farle delle domande!

Fabio: Tipo?

Mario: Tipo…Iniziare da: “Perché sono troppo per te? Perché pensi di non meritarmi?”…Così dalle sue risposte capisci se sono solo scuse…

Fabio: E come arrivo al fatto di Marco?

Mario: Gradatamente…Cominci a chiederle se ne ha parlato con Marco, dal momento che sono molto amici, e se lui condivide la sua scelta…Anche in questo caso, dal tono delle sue risposte potrai capire se realmente tra di loro c’è qualcosa che va al di là della semplice amicizia!

Fabio: (titubante) Tu dici che devo chiamarla?

Mario: Ma certo, nella vita è meglio affrontare le cose di petto…con forza e dignità, è l’unico modo per vivere sereni!

Fabio: E se mi dice che sta con Marco?

Mario: Le dici serenamente che speri che siano felici insieme…ma almeno avrai la certezza che è così!

Fabio: (dopo qualche secondo di riflessione) D’accordo, Mario, le telefono!

Mario: Bravo, Fabio, così mi piaci! Sono orgoglioso di te!

Fabio prende il telefono e compone il numero di Giulia.

Mario: (sottovoce) Mi raccomando, dignità, Fabio, fermezza e dignità!

Fabio: (anche lui sottovoce) Tranquillo! (al telefono, molto sicuro) Pronto Giulia, sono Fabio, scusami ma io devo capire…

Mario: Bravo!

Fabio: (sempre duro) Perché sono troppo per te? Perché pensi di non meritarmi?

Mario: Alla grande!

Fabio: Ed è solo per questo che mi hai lasciato?…E Marco, Marco condivide la tua scelta?

Mario: Perfetto!

Fabio: (scoppiando improvvisamente a piangere) Ma perché mi hai lasciato, Giulia, perché? Cos’ha Marco che io non ho?…

Mario: (cercando di fermarlo) Ma che stai facendo, Fabio? Dignità!

Fabio: …Io non posso vivere senza di te, sei tutta la mia vita…Non ce la faccio, non ce la faccio, Giulia, io ti amo, non voglio perderti…Ti prego, non mi lasciare!…

Mario: Fabio, smettila! (gli strappa il telefono dalle mani e lo chiude) Ma insomma, e la dignità? Ma che razza di uomo sei?

Fabio si siede sul letto piangendo.

Mario: Ma si può sapere che ti ha detto quando gli hai chiesto di Marco?

Fabio: E che ne so io!…Aveva chiuso molto prima!

Mario: Be’, forse è meglio così!

Suonano alla porta.

Mario: Oh mio Dio, e chi sarà adesso?

Fabio: Non lo so, Mario, vai ad aprire tu perché io non voglio vedere nessuno!

Mario: D’accordo! (va alla porta e guarda dallo spioncino) Oh Madonna, io non posso aprire, apri tu!

Fabio: Ma perché, chi è?

Mario: Tu apri…io non ci sono! (va verso il bagno. Poi si ricorda dell’esperienza precedente) No, meglio qui! (si chiude nell’armadio)

Fabio: (sconvolto) Ma che stai facendo?

Mario: (da dentro l’armadio) Apri…e ricordati che io non ci sono!

Fabio va ad aprire.

Fabio: Buongiorno, sig. Frappampina! Come mai da queste parti?

Frappampina: Le ricordo che questa è casa mia!…E il sig. Pulpo dov’è?

Fabio: Non c’è!

Frappampina: Ne è sicuro, sig. Martini? (si muove furtivamente)

Fabio: Certo che lo sono…la casa questa è!!

Frappampina: Be’, anche la volta scorsa lo era, e poi abbiamo scoperto che il suo amico Pulpo si era chiuso nel bagno per non pagare il fitto! (apre di scatto la porta del bagno)

Fabio: Ma no, sig. Frappampina, il sig. Pulpo non si era chiuso nel bagno, è stato solo un qui pro quo!

Frappampina: Ma cosa dice, sig. Martini? Di quale qui pro quo parla?

Fabio: Sinceramente non me lo ricordo!

Frappampina: Ah già, i suoi soliti problemi di memoria!

Fabio: Infatti!

Frappampina: Quindi il sig. Pulpo non è in casa!

Fabio: Assolutamente no!

Frappampina: D’accordo, sig. Martini, questa volta le voglio credere!

Fabio: Mi fa piacere!

Frappampina: (continuando a guardarsi intorno) Del resto, la casa questa è!

Fabio: Infatti!

Frappampina: Ma, quando vede il suo coinquilino, gli dica che mi deve tre mesi di fitto e che io gli ho dato il tempo che mi aveva chiesto, ma non ho alcuna intenzione di aspettare ancora!

Fabio: E’ giusto!

Frappampina: Quindi, o mi dà quello che mi deve, o se ne va da questa casa, chiaro?

Fabio: Chiarissimo!

Frappampina dà improvvisamente un’ultima occhiata al bagno e poi si avvia verso l’uscita.

Fabio: Mamma mia, però, sig. Frappampina, mi sembra uno di quei mariti gelosi dei film anni ’70 che cercano l’amante della moglie per tutta la casa…che poi, di solito, va sempre a finire che stava chiuso nell’armadio!

Frappampina si blocca sulla porta di casa.

Fabio: (rendendosi conto della gaffe) Oh oh!

BUIO

LUCE

Tutti e tre sono seduti sul divano. Frappampina al centro. Fabio e Mario ai suoi lati.

Frappampina: Che vergogna, che vergogna sig. Pulpo! Chiudersi addirittura nell’armadio per non pagare il fitto!

Mario: No, sig. Frappampina, le assicuro che questa volta non è andata così!

Fabio: E’ vero, sig. Frappampina, è stato un qui pro quo!

Frappampina: (innervosendosi) Ma per favore, sig. Pulpo…E anche lei, sig. Martini, la smetta con questi qui pro quo!

Mario: (a fabio) Ha ragione il sig. Frappampina, smettila con questi qui pro quo!

Fabio: Insomma, sig. Pulpo, si può sapere per quale motivo si è chiuso nell’armadio?

Mario: E’ stato un incidente!

Frappampina: E sì, un incidente, stava camminando per la casa e improvvisamente si è trovato chiuso nell’armadio?!

Mario: Più o meno!

Fabio: Ma che stai dicendo, Mario?

Mario: Stai zitto, cretino!

Frappampina: Senta, sig. Pulpo, non mi faccia perdere altro tempo, per favore…

Mario: Non sia mai, sig. Frappampina…anzi, se vuole andare, non sarò certo io a trattenerla!

Frappampina: Sig. Pulpo, me ne andrò da qui solo quando avrò avuto i soldi che mi spettano, altrimenti temo che sarà lei a dover andare via…e velocemente anche!

Mario: Su, sig. Frappampina, non faccia così, le ho detto che la pago…in fondo quanti mesi le ho pagato fino ad ora?

Frappampina: Nessuno!

Mario: Vede? Questa è coerenza!

Frappampina: Ma non dica stupidaggini!…Allora, sig. Pulpo, li ha i soldi o no?

Mario: Be’, sig. Frappampina, ad essere sincero…

Frappampina: Sì o no?

Mario: Madonna, sig. Frappampina, quanta fretta!

Fabio: Non li ha!

Mario: Ma che dici, Fabio, certo che li ho!

Fabio: Veramente?

Mario: Certo!

Frappampina: Allora me li dia!

Mario: Subito! (a Fabio, senza farsi sentire da Frappampina) Dammi 300 euro!

Fabio: Ma sei pazzo? Servono per pagare la mia mensilità!

Mario: Dammeli, poi ti spiego!

Fabio dà i soldi a Mario.

Mario: (porgendo i soldi a Frappampina) Ecco qua i suoi soldi!

Frappampina: Ma è una sola mensilità…servono i due mesi di anticipo!

Mario: Vediamo! (si riprende i soldi) Ha ragione, è una sola mensilità… (porgendogli di nuovo i soldi) Tenga, così sono due!

Frappampina: Ma sono quelli di prima!

Mario: Veramente? Vediamo? (si riprende i soldi) E’ vero, questi sono quelli di prima, li prenda!

Frappampina prende i soldi.

Mario: Perfetto, e con questi siamo a posto…le ho pagato le tre mensilità che le dovevo! Ora può andare!

Frappampina: Ma sig. Pulpo…

Mario: Su, sig. Frappampina, li tenga pure…ammetto che averglieli dati tutti insieme mi creerà qualche problema, ma sono più contento così!

Frappampina: Ah, un attimo solo, sig. Pulpo!

Mario: Che è successo?

Frappampina: E lei, sig. Martini, crede di fare il furbo?

Fabio: Io? No, perché?

Frappampina: Mi deve pagare il primo fitto, se n’è dimenticato a causa dei suoi problemi di memoria?

Fabio: Ma no, io…

Mario: Fabio, Fabio, non si fa così!

Fabio: Ma che dici, Mario?

Frappampina: E va bene, sig. Martini, voglio fidarmi di lei! In fondo lei è un bravo ragazzo, per bene, rispettoso, educato, di buona famiglia… e soprattutto equilibrato, a differenza del sig. Pulpo!

Squilla il telefono di Fabio, che corre a rispondere.

Fabio: (al telefono) Giulia, perché mi hai lasciato? Che cosa ti ho fatto! Lo odio quel Marco, hai capito?! Perché mi hai lasciato per lui? (scoppia a piangere)

Frappampina: (preoccupatissimo) Allora, io andrei!

Mario: Vada, vada sig. Frappampina!

Frappampina: Arrivederla, sig. Pulpo…e mi saluti il sig. Martini! (esce di corsa)

Fabio chiude il telefono. E’ disperato.

Mario: (vestendosi) Su, Fabio, stai tranquillo, sono cose che succedono nella vita!

Fabio: Sì, facile parlare per te!

Mario: Ma dai, smettila di piagnucolare!In situazioni come queste, bisogna guardare avanti…in fondo si chiude una porta e si apre un portone!

Fabio: Non ho capito!

Mario: Si chiude una porta e si apre un portone!

Fabio: E che c’entra il portone adesso?

Mario: E’ un modo di dire, Fabio, si chiude una porta e si apre un portone!

Fabio: Ma di quale porta stai parlando?

Mario: Di Giulia!

Fabio: La porta di Giulia?

Mario: Ma quale porta?!

Fabio: E che ne so?! Tu hai detto che Giulia ha chiuso la porta!

Mario: Ma no, io ho detto che si chiude una porta e si apre un portone!

Fabio: E che c’entra la porta di Giulia?

Mario: Non c’entra la porta di Giulia, Fabio, ho solo detto che, quando ti sei lasciato con Giulia, si è chiusa una porta!

Fabio: Davvero?

Mario: Certo!

Fabio: E com’è che non me ne sono accorto!

Mario: Ma è un detto…si chiude una porta e si apre un portone!

Fabio: Un detto?

Mario: Un detto!

Fabio: E chi l’ha detto?

Mario: Chi ha detto cosa?

Fabio: Questo detto della porta e del portone?

Mario: Non lo so chi l’ha detto, Fabio, non è importante!

Fabio: Ma come non è importante, mi dici che c’è un detto che dice che si chiude una porta e si apre un portone e non si sa chi l’ha detto?!

Mario: (esasperato) Senti, Fabio, basta, non ce la faccio più…io esco, ho un bel po’ di cose da fare…ci vediamo stasera!

Fabio: E la porta?

Mario: La porta? Fai una cosa, lasciala aperta, sai che me ne frega a me! (esce)

Fabio: (dopo qualche attimo di silenzio, tra sé) Boh, certe volte non lo capisco proprio!

BUIO – MUSICA

LUCE

E’ sera. Mario rientra a casa e trova la porta aperta. Fabio non c’è.

Mario: (a bassa voce, con atteggiamento circospetto) Fabio, Fabio…

Fabio non risponde. Si accorge che c’è qualcuno nel bagno. Prende un soprammobile e, in silenzio, si avvicina alla porta del bagno. Si nasconde e attende che dal bagno esca qualcuno. Appena si apre la porta, senza neanche guardare, colpisce con forza l’uomo che esce dal bagno. E’ Fabio.

Fabio: Ahiaaaa! (cade a terra)

Mario: Fabio, ma sei tu!

Fabio: Mamma mia, che dolore!

Mario: Scusami, non potevo immaginare che fossi tu!

Fabio: Ahia, ahia, ahia!

Mario: (sorreggendolo) Su, vieni qui, mettiti sul divano, vado a prenderti un po’ di ghiaccio! (va a prendere il ghiaccio dal frigo)

Fabio: Mio Dio, che botta!

Mario: (arrivando con il ghiaccio) Su, Fabio, non esagerare, non ho mica colpito con violenza!

Fabio: No?! Per poco non mi ammazzavi!

Mario: Ohhh, addirittura…Come sempre non hai il senso della misura!

Fabio: Ah, io non ho il senso della misura? Tu cerchi di uccidermi e io non ho il senso della misura?!

Mario: Madonna mia, un colpettino ti ho dato!

Fabio: Ma perché mi hai colpito?

Mario: Pensavo fossi un ladro!

Fabio: Un ladro nel bagno?!

Mario: Perché, i ladri non vanno nel bagno?

Fabio: Ma che dici? (continuando a lamentarsi) Ahi ahi ahi, che mal di testa!

Mario: Ma pure tu…Dico io, come ti è venuto in mente di andarti a chiudere nel bagno dimenticando la porta d’ingresso aperta?!

Fabio: Ma non l’ho dimenticata!

Mario: Ah no?

Fabio: No!

Mario: E chi l’ha lasciata aperta?

Fabio: Io!

Mario: E perché?

Fabio: Perché me l’hai detto tu!

Mario: Cosa?

Fabio: Di lasciare la porta aperta!

Mario: (sconvolto) No, dai, non ci credo…Non ci credo che hai lasciato la porta aperta per questo!

Fabio: Perché non avrei dovuto? Se l’hai detto, avrai avuto le tue buone ragioni, no?!

Mario: Allora se adesso ti dicessi: vai a buttarti dal ponte, tu lo faresti?

Fabio: No, che c’entra!

Mario: E perché no?

Fabio: Non ce la farei…mi fa troppo male la testa!

Mario lo guarda sconvolto.

Mario: Senti, Fabio, adesso devi  riprenderti! Alzati, cammina un po’, respira…(all’improvviso) e poi organizzati la serata!

Fabio: (dopo un attimo di riflessione) Che hai detto, scusa?

Mario: Ho detto: organizzati la serata!

Fabio: Ma la mia serata è già organizzata: studio sino alle 20 in punto, cenetta con fettina di vitello e insalata, poi terza puntata di “Distretto di Polizia”, e poi, per concludere…

Mario: (interrompendolo) Non credo!

Fabio: In che senso “non credo”?

Mario: Nel senso che dovrai organizzarti per una serata diversa…

Fabio: Tipo?

Mario: Uscire, Fabio, uscire!

Fabio: Ma sei pazzo…perché dovrei farlo?

Mario: Ho bisogno della casa libera, stasera viene a trovarmi Arianna!

Fabio: La tua amica? Bene, così finalmente potrò conoscerla!

Mario: Fabio, ti prego, non far finta di non capire, io e Arianna abbiamo bisogno di stare da soli per parlare un po’!

Fabio: Per parlare? Non c’è problema, io mi metterò a studiare silenzio e non vi disturberò!

Mario: (allusivo) Fabio, parlare nel senso di parlare, tra virgolette!

Fabio: Per me non c’è problema, non ho niente contro le virgolette…

Mario: (alzando la voce ed interrompendolo) Parlare, parlare, ma non nel senso di parlare, nel senso di parlare all’inizio e poi fare altro… e alla fine far finta con tutti di aver parlato, chiaro?

Fabio: Sinceramente, non tanto!

Mario: Senti, tu non ti preoccupare, organizzati solo per uscire!

Fabio: Ma io devo studiare, ho l’esame!

Mario: E domani ti aiuto io, stai tranquillo!

Fabio: E poi cosa dovrei fare, scusa, qui a Bari non conosco nessuno!

Mario: Vai al cinema! (prende il giornale e lo apre alla pagina degli spettacoli) Eccop qua, vatti a vedere questo, dev’essere interessante!

Fabio: (guardando il giornale) Non posso andarci!

Mario: Perché?

Fabio: Perché è vietato ai minori di 14!

Mario: E be’?

Fabio: Io sono da solo!

Pausa. Mario lo guarda incredulo.

Fabio: Ok, vado a vedere questo!

Mario: Bravo, così si fa!…Io scendo un attimo a comprare una bottiglia di vino, tu, intanto, preparati per uscire!

Fabio: (controvoglia) D’accordo!

Mario esce. Fabio comincia a vestirsi. Dopo un po’ suonano alla porta.

Fabio: E chi sarà adesso! (guarda dallo spioncino) E’ già arrivata?

Apre la porta. Entra Deborah.

Fabio: Ciao Arianna, accomodati, pensavo fosse Mario! Io sono Fabio, il coinquilino di Mario!

Deborah: (entrando in casa) Ah!…Senti, Fabio, io credo che…

Fabio: (interrompendola) Scusa il disordine, ma sai, la casa è piccola, per cui io e Mario abbiamo dovuto dividerci gli spazi come meglio potevamo!

Deborah: (guardandosi intorno) Capisco, ma io…

Fabio: Mario sarà qui a momenti, Arianna, è andato a comprare una bottiglia di vino per la vostra serata…appena lui arriverà, toglierò il disturbo e vi lascerò qui a…(furbescamente) parlare…

Deborah: (che comincia a capire la situazione) Ah bene, quindi io e Mario stasera resteremo qui a “parlare”?

Fabio: Certo…io me ne vado al cinema! Sai, Mario ci teneva molto a restare solo con te, per cui io ho deciso…

Deborah: (interrompendolo) …di togliere il disturbo!

Fabio: (sorridendo) Brava, sei una ragazza molto intelligente…Ora capisco perché Mario abbia più voglia di parlare con te che con la sua fidanzata!

Deborah: Ah, quindi tu sai che Fabio è felicemente fidanzato?

Fabio: Be’, felicemente mi sembra un termine un po’ eccessivo…Del resto se così fosse non uscirebbe in continuazione con altre donne, anche se lui dice che sono solo delle amiche!

Deborah: Ah, allora io non sono l’unica!

Fabio: (accorgendosi della gaffe e cercando di porre riparo) Be’, ti assicuro che le altre sono solo di passaggio…tu, invece sei l’unica a cui tiene veramente, persino più che a Deborah!

Deborah: Be’, questo mi fa molto piacere!

Suonano alla porta. Fabio corre ad aprire.

Fabio: (sorridente) Dev’essere Mario! (apre la porta euforico) Mario, guarda qua chi è arrivato!

Deborah: Ciao Mario!

Mario: (sorpreso) Deborah, che ci fai qui?

Fabio: Oh oh…

BUIO – MUSICA

LUCE

Mario e Deborah sono soli a casa. Deborah è seduta alla sedia. Mario, invece, le gira agitatamente intorno continuando a parlare.

Mario: Deborah, quante volte devo ripetertelo, era uno scherzo, uno stupido scherzo di quel deficiente di Fabio! Voleva vendicarsi di uno scherzo che gli ho fatto io ieri ed ha fatto finta di confonderti con Arianna!

Deborah: E chi è questa Arianna?

Mario: Ma non esiste, non è mai esistita…

Deborah: (diffidente) Ah sì, e allora perché hai fatto andare via Fabio senza darmi l’opportunità di fargli qualche domanda?

Mario: Ma perché aveva la serata già organizzata. Doveva andare al cinema con un gruppo di suoi amici e non poteva certo cambiare il programma di tutti...

Deborah: Potevano andarci senza di lui!

Mario: Ma scherzi, Fabio è il più simpatico del suo gruppo, gli amici lo adorano…sarà perché fa sempre scherzi! Sinceramente, scherzi che io non ho mai condiviso, tipo inventare strane storie, mettere in cattiva luce le persone, cose del genere!

Deborah: Be’, comunque io avevo bisogno di fargli ancora qualche domanda…

Mario: (interrompendola d’istinto) Ma è proprio per questo che l’ho fatto andare di corsa al cinema!

Deborah: In che senso?

Mario: (rendendosi conto della gaffe) Nel senso che queste sono cose che dobbiamo chiarire noi…Sai, anche le discussioni servono a far crescere una coppia, ma è fondamentale che nessuno s’intrometta! (dolcemente) Deborah, io ti amo!

Mario resta ad aspettare la reazione di Deborah, che rimane con lo sguardo basso per un po’.

Deborah: Non lo so Mario, non so se crederti!

Mario: (avvicinandosi e prendendole le mani tra le sue) Ascoltami Deborah, io ti ho sempre amato, dal primo momento in cui ti ho visto, lì sulla spiaggia, con il tuo splendido costume rosso bordato di nero…e non credere che sia stata la mia passione per il rosso e nero insieme a farmi avvicinare a te (sorridono entrambi)…Da quel momento sei entrata nella mia vita…

Deborah: (interrompendolo con dolcezza) E tu nella mia!

Mario: (continuando) …e da quel momento non ne sei più uscita…niente eh!…E allora come può lo stupido scherzo di un idiota rischiare di distruggere tutto quello che abbiamo costruito in questi lunghi splendidi anni?!…Non esiste nessuna Arianna, Deborah, non esiste e non esisterà mai, devi credermi!

Deborah: (dopo una pausa) Non lo so, Mario, è tutto così confuso…

Mario: Ma no, non c’è niente di confuso, è tutto chiarissimo: io ti amo, tu mi ami e non esiste nessuna Arianna!

Deborah resta un po’ a pensare con la testa bassa. Poi la alza e scambia uno sguardo dolce con Mario che le sorride.

Deborah: (sorridendo) E va bene, Mario, voglio crederti, ma ti prego di non farmi pentire di averlo fatto!

Mario: Vedrai che non te ne pentirai, stanne certa.

Mario si avvicina lentamente a Deborah per baciarla, ma mentre sta per farlo, si apre improvvisamente la porta d’ingresso ed appare Fabio.

Fabio: (felice di vederli) Ciao ragazzi, mi fa piacere che siate ancora qui!

Deborah e Mario: Ciao Fabio!

Fabio: (euforico) Ho visto un grande film! Certo, peccato esserci andato da solo, sarebbe stato bello condividere le emozioni con qualcuno, ma che ci vuoi fare, purtroppo qui a Bari non conosco nessuno. (Deborah guarda Mario) Pazienza!

Fabio si dirige verso il bagno, ma all’improvviso si ferma sulla porta.

Fabio: Ah, Deborah, scusami per l’errore di prima, è stato davvero stupido confonderti con un’altra…tanto più adesso che ho scoperto che tu e Arianna non vi somigliate neanche un po’!

Deborah: (che vuole farlo parlare) E tu come lo sai?

Fabio: Quando sono sceso per andare al cinema, ho visto una ragazza vicino al portone che cercava un nome sul citofono…Sapendo che Mario ed Arianna avevano appuntamento – motivo per cui ti ho confuso con lei – mi sono presentato e le ho detto di andare via perché voi due volevate stare un po’ da soli! (Deborah guarda Mario con odio)

Mario: (tra sé) Ecco perché non era venuta!

Deborah: Bene, Mario, credo che a questo punto non ci sia altro da aggiungere…io andrei!

Fabio: Già? Ma almeno avete cenato?

Deborah: No, Fabio, grazie…non so perché, ma non ho più fame!

Mario: Ma Deborah…

Deborah: (interrompendolo) Lascia stare, Mario, basta così!

Mario: Deborah, non è vero niente, è solo un equivoco!

Deborah: Non c’è nessun equivoco!…Addio Mario! Addio Fabio!

Fabio: Ciao Deborah!

Deborah esce. PAUSA

Mario: Ma dimmi la verità, Fabio, tu lo fai apposta?

Fabio: A fare cosa?

Mario: Ad essere così…come dire…

Fabio: Brillante?…No, è proprio una caratteristica della mia famiglia, siamo tutti così a casa!…Devi vedere quando ci riuniamo tutti!

Mario: Credimi, non voglio neanche immaginarlo!

Fabio: Tanto non ci riusciresti!

Mario: Lo so…su questo non ci sono dubbi!

Fabio: Allora, Mario, se non ti dispiace io mi metterei a studiare…sai, domani ho l’esame e c’è un argomento che non riesce proprio ad entrarmi nella testa!

Mario: Ah, davvero? Non mi avevi detto di avere l’esame proprio domani, altrimenti non ti avrei costretto ad andare al cinema!

Fabio: Non fa niente, Mario, tanto non è la prima volta!

Mario: Che fai l’esame?

Fabio: No…che non lo faccio!

Mario: In che senso? Hai detto che sei al decimo anno fuori corso e che non hai fatto neanche un esame. Questo vuol dire che sei stato bocciato chissà quante volte!

Fabio: No, mai!

Mario: (meravigliato) Mai?

Fabio: Esatto, mai…semplicemente perché, per essere bocciato ad un esame bisognerebbe prima andare a farlo!

Mario: Mi stai dicendo che non ti sei mai presentato ad un esame?

Fabio: Esattamente…mai!

Mario: Ma perché?

Fabio: Perché ho paura, Mario, sono terrorizzato!

Mario: Ma non è normale!

Fabio: Lo so…ma è così!…E adesso lasciami studiare, devo essere preparato per non presentarmi all’ultimo esame universitario della mia vita!

Mario: L’ultima?

Fabio: Certo!…Su questo i miei sono stati molto chiari: è la mia ultima occasione!

Fabio si mette a studiare. Mario lo guarda. PAUSA

Mario: Senti, facciamo una cosa!

Fabio: Che cosa?

Mario: Usciamo! Godiamoci la serata e domattina si penserà al tuo esame!

Fabio: Ma sei pazzo? Io devo studiare!…E poi ti ho già detto che c’è un argomento che non riesco proprio a farmi entrare in testa!

Mario: E dimmi qual è…ti aiuto io!

Fabio: Ma che ne sai tu?

Mario: Ma come “che ne so”?! Ti ho già detto che con il ragionamento si arriva a tutto…e poi te l’ho anche dimostrato!

Fabio: E va bene, è il Consiglio dei Ministri!

Mario: Be’, facilissimo!

Fabio: Insomma, mica tanto!

Mario: Ma dai, basta conoscere un po’ come vanno le cose in Italia!

Fabio: Cioè?

Mario: Ti faccio un esempio per farti capire quanto sia influente il Consiglio dei Ministri!

Fabio: Ti ascolto!

Mario: Allora, c’è un concorso, che ne so, alle poste, d’accordo?

Fabio: D’accordo!

Mario: Si presentano 1000 candidati…

Fabio: 1000!

Mario: …Di questi 1000 candidati, uno è figlio del miglior amico di un Ministro! Mi segui?

Fabio: Sì, sì!

Mario: Il Ministro chiama il direttore delle Poste, che è un dipendente dello Stato, e gli fa presente che tra i 1000 candidati ce n’è uno a cui tiene moltissimo, chiaro?

Fabio: Chiaro!

Mario: A questo punto il direttore delle Poste può decidere se far assumere o meno il figlio del miglior amico del Ministro, giusto?

Fabio: Giusto!

Mario: E, secondo te, cosa conviene fare al direttore se vuole mantenere il suo posto di lavoro?

Fabio: Assumerlo, credo!

Mario: Esatto…anche se, in realtà, ha ricevuto dal Ministro un semplice consiglio!

Fabio: Be’, sì!

Mario: Questo è il consiglio dei Ministri!

Fabio: (dopo aver riflettuto un attimo) Giusto, non ci avevo pensato!

Mario: Visto che ti ho aiutato? Ora usciamo, so io dove portarti, così ci tireremo su tutti e due!

Fabio: Ma i soldi ce li hai?

Mario: No…ma immagino che tu li abbia!

Fabio: Ho 100 euro, ma sono miei!

Mario: Ma dai, 50 a me e 50 a te!

Fabio: Ma no, non sono d’accordo!

Mario: E va bene, allora facciamo così: ti faccio un indovinello facilissimo, se non lo indovini mi dai 50 euro, se lo indovini te le tieni!

Fabio: Scusa, e io che ci guadagno?

Mario: 50 euro! Se te le tieni in tasca e non me le dai, è come se le avessi guadagnate!

Fabio: Ah, giusto, non ci avevo pensato!

Mario: Allora, Fabio, ascoltami bene, non è difficile: una donna sposa un uomo che si chiama Vittorio Felice…dopo qualche mese di matrimonio lei chiede la separazione e il giudice gliela concede, perché?

Fabio: (dopo averci riflettuto per un po’) Non lo so, non mi viene niente!

Mario: E’ facile, Fabio, perché quando lei ha sposato Vittorio Felice è diventata in Felice…capito? Infelice!

Fabio: E’ vero, non ci ero arrivato!

Mario: Pazienza…dammi i 50 euro!

Fabio gli dà i 50 euro.

Mario: Grazie, Fabio, adesso andiamo! (apre la porta per uscire)

Fabio: Aspetta, scommettiamo altri 50 euro, solo che stavolta l’indovinello te lo faccio io!

Mario: (dopo averci pensato un attimo) D’accordo, sentiamo!

Fabio: (eccitatissimo) Allora, una donna sposa un uomo che si chiama Franco Contenta, dopo un po’ lei chiede la separazione e il giudice le dà ragione, perché?

Mario: Non ne ho la più pallida idea, sentiamo!

Fabio: Perché è scontenta, capito, scontenta.

Mario guarda Fabio fisso per qualche secondo senza reagire.

Fabio: (porgendo altri 50 euro a Mario) Tieni!

Mario: Andiamo…stasera offro io! (escono)

BUIO – MUSICA

LUCE

Dopo diverse ore. Scena vuota. Entrano Fabio e Mario.

Fabio: (euforico come mai e leggermente brillo) Che serata, che serata!

Mario: Hai visto? Ti avevo detto che ti saresti divertito!

Fabio: Che meraviglia, che meraviglia…

Fabio, al centro della stanza, comincia a ballare la lap dance in modo ridicolo, canticchiando dei motivetti. Mario si diverte moltissimo.

Mario: (ridendo) Ah, ti sei proprio divertito, eh?!

Fabio: (continuando a ballare) Da morire, Mario, che belle ragazze, da impazzire!

Mario: Non avevi mai visto una cosa del genere?

Fabio: Mai…che fate!…E poi come si muovevano! (le imita)

Mario: (ridendo) Be’, direi che erano leggermente più aggraziate di te!

Fabio: Dici? Mah, io non ne sarei così convinto se fossi in te, mi servirebbe solo allenarmi un po’!

Mario: (sorridendo) Sinceramente non credo!…Ohu, Fabio, ricordati che il numero di telefono della bionda ce l’hai tu. Se dovesse chiamarti, avvisami subito, mi raccomando!

Fabio: D’accordo…anche se non ho ancora capito perché non le hai dato il tuo!

Mario: (immediatamente) Ma sei pazzo?! E se mi chiama quando c’è Deborah?

Fabio: Ahhh, e basta con questa Deborah, Mario, pensala futuro!

Mario: Hai ragione, Fabio! E poi con Deborah è finita, grazie a te non mi vorrà vedere mai più!

Fabio: Non so come ringraziarti, grazie a te ho passato una delle nottate più belle della mia vita!

Mario: Mi fa piacere che tu stia meglio, Fabio, era da tempo che non ti vedevo così euforico!

Fabio: Hai ragione, basta stare lì a piangere per Giulia, lei non merita tutto questo dolore! Si tenesse Marco, tanto non troverà mai un altro come me!

Mario: Su questo non c’è dubbio!

Fabio: Basta con Giulia…e basta anche con Deborah!

Mario: Sì, hai ragione Fabio, basta con Giulia e basta con Deborah!

Fabio: Alla grande…Giulia prrrrrrrr! (fa una pernacchia)

Mario: (buttandosi sul divano) Bravo Fabio!

Fabio: Deborah prrrrrrr!

Mario: Giusto!

Fabio: E se dovessero telefonarci, noi sai cosa risponderemo?

Mario: Cosa?

Fabio: Prrrrrrrrr!

Mario: Bravo Fabio!

Fabio: Se telefona Giulia?

Mario: Prrrrrrrr!

Fabio:  E se telefona Deborah?

Mario: Prrrrrrrr!

Fabio: Bravo Mario!

Improvvisamente squilla il telefono di Mario. Fabio lo prende velocemente e risponde.

Fabio: Prrrrrrrrr…

Mario: (strappandogli il telefono dalle mani) Ma che fai? Sei impazzito? (al telefono) Scusami, Deborah, Fabio è un po’ brillo, non farci caso!…Come mai mi hai telefonato? Credevo che non volessi sentirmi mai più…e poi così presto? Sono le 7!…Ah, ti aspettavi una mia telefonata di scuse? Forse avrei dovuto, ma non l’ho fatto perché non volevo essere offeso da te, e oltretutto avresti avuto tutte le tue buone ragioni per farlo!…Ho tradito la tua fiducia, Deborah, ma ora so che ho sbagliato! (Fabio, nel frattempo, si è addormentato sul divano) …Come mai sono già sveglio a quest’ora? In realtà sono “ancora” sveglio! Sono stato tutta la notte a ripetere con Fabio…tra un paio d’ore ha l’esame e aveva bisogno di me! Oltretutto proprio adesso la sua fidanzata l’ha lasciato e lui si sentiva tanto solo…quasi come me!…D’accordo Deborah, capisco, ma ti prego di pensarci, io ti amo ancora!…Deborah, Deborah…(chiudendo il telefono, tra sé) Ha chiuso!

Mario, tristemente, si avvicina a Fabio che dorme e cerca di svegliarlo.

Mario: Fabio, Fabio!

Fabio non risponde. Mario insiste.

Mario: Fabio, svegliati, è tardi!

Fabio non risponde.

Mario: (gridando) Fabiooooo!

Fabio: (svegliandosi di soprassalto) Che è successo? Il terremoto, una bomba, la guerra?

Mario: Ma no, che dici?!…E’ solo che devi alzarti!

Fabio: (non riuscendo ad alzarsi) E perché? Mi sono appena addormentato!

Mario: Lo so, Fabio, ma ti ricordo che hai un piccolo impegno!

Fabio: Ah sì? Più importante del sonno?

Mario: Mi sa!

Fabio: E cosa ci sarebbe di più importante in questo momento?

Mario: Pensaci, Fabio, è una cosa a cui ti stai preparando da…diciamo dieci anni!

Fabio: (saltando improvvisamente in piedi) L’esame…devo fare l’esame!

Mario: Risposta esatta!

Fabio: Oh mio dio, non ce la farò mai!

Mario: Ma sì che ce la farai!

Fabio: Mia madre e mio padre mi uccideranno!

Mario: (calmissimo) Ma dai, cerca di restare calmo!

Fabio: Ma che calmo e calmo, è tardissimo e non ho chiuso occhio!

Mario: Non è vero…li hai chiusi tutti e due!

Fabio: (prendendo le sue cose) Sì, scherza, scherza!…Oltretutto ho un mal di testa tremendo, mi gira tutto, riesco a stento a mantenermi in piedi!

Mario: Ma non dire idiozie, ti mantieni in piedi benissimo!

Fabio: Non sto capendo niente, Mario, mi muovo per inerzia!

Mario: Bevi un caffè e vedrai che ce la farai!

Fabio: Ma che caffè?! Qua ce ne vorrebbe un termos intero per tirarmi su! (mette i libri nella borsa e la chiude)

Mario: Ma che dici?! E l’adrenalina dove la metti?

Fabio: Non lo so, ho la borsa piena, non posso metterci nient’altro!

Mario: (tra sé) Oh mio dio!

Fabio: (sulla porta) Be’, io vado, anche se non ricordo neanche dove! Ci vediamo più tardi!

Mario: D’accordo!

Fabio: Ciao!

Mario: Ciao! In bocca al lupo!

Fabio: Crepi…anche se credo che succederà prima a me! (sulla porta) Mannaggia a te, Mario, che cosa m’hai fatto fare?! Che cosa m’hai fatto fare?! (esce)

Mario: (che è rimasto solo, tra sé) Che cosa ti ho fatto fare, Fabio?! Per la prima volta nella tua vita…ti ho fatto andare a fare un esame!

BUIO – MUSICA

LUCE

Più tardi. Mario è solo e parla al telefono. Più precisamente ad una segreteria telefonica.

Mario: Ti prego, Deborah, rispondimi! So che ho sbagliato, ma ho bisogno di te. Perdonami e ti assicuro che non sbaglierò mai più! Dammi un’altra possibilità e vedrai che non ti deluderò…Ti prego, Deborah, io ti amo!…Rispondimi!…

Entra Fabio euforico.

Fabio: Mario, sono contento che tu sia a casa!

Mario gli fa cenno con la mano di attendere un attimo e continua a parlare al telefono.

Mario: (al telefono) Ti prego, Deborah, ho bisogno di vederti, di parlarti…

Fabio: (sempre felicissimo, prendendolo per un braccio) Mario, Mario, ce l’ho fatta!

Mario: (facendogli nuovamente cenno di aspettare) Vedrai come cambierò, e lo farò solo per te, amore mio…

Fabio: (tirandolo di nuovo per il braccio) Mario, Mario, mi hai sentito? Ce l’ho fatta!

Mario: (chiudendo il telefono nervosamente) Dimmi, Fabio, dimmi!

Fabio: (felicissimo) Ce l’ho fatta, Mario, ce l’ho fatta!

Mario: (facendo finta di essere felice) Bravissimo! Che ti avevo detto?!

Fabio: Non ci posso credere, finalmente, dopo anni, sono riuscito a fare un esame!

Mario: Be’, era ora!

Fabio: Grazie, Mario, se non fosse stato per te non ce l’avrei mai fatta! Grazie davvero!

Mario: Ma figurati, è stato un piacere!

Fabio: No, davvero, Mario, non so come ringraziarti!

Mario: Io un’idea ce l’avrei!

Fabio: Quale?

Mario: (porgendogli una busta) Tieni!

Fabio: Cos’è?

Mario: La bolletta della luce!

Fabio: E che devo farne?

Mario: Pagarla?

Fabio: Ah, d’accordo!

Improvvisamente suonano alla porta.

Fabio: Chi sarà?

Mario: E che ne so io!

Fabio: Vado ad aprire!

Fabio apre la porta e resta sconvolto.

Fabio: Oh mio Dio!

Mario: (allarmato, si alza e va verso la porta) Deborah!

Deborah: Ciao Mario! Ciao Fabio!

Fabio: Ciao Deborah!

Mario: Deborah, ti ho telefonato..

Deborah: Lo so, Mario, lo so!

Mario: (a Fabio) Fabio, un attimo fa non mi hai detto che dovevi andare di corsa nel bagno?

Fabio: (che non capisce) Io? No!

Mario: Ma sì, me l’hai detto poco fa!

Fabio: Ma no, ci sono andato all’Università…

Mario: (gridando) Fabio, vai in quel cazzo di bagno!

Fabio: (fintissimo) Scusami, Deborah, sento un impellente bisogno di andare nel bagno! (va nel bagno)

Mario: Deborah, come mai hai deciso di venire?

Deborah: Sai, Mario, ho pensato molto!

Mario: A cosa?

Deborah: A tutto…a te, ad Arianna…e soprattutto a Fabio!

Mario: A Fabio?

Deborah: Sì! Mario, il fatto che tu abbia passato tutta la notte qui chiuso in casa con lui a dargli una mano, pur essendo in una situazione psicologica difficile mi ha fatto capire tante cose di te che non avevo mai avuto la capacità di apprezzare…

Mario: E cioè?

Deborah: Che sei un uomo di sentimenti molto profondi, Mario, che ti sacrifichi per gli altri…E questo lo dimostra il rapporto meraviglioso che hai creato con il tuo amico!

Mario: (finto) Be’, effettivamente siamo molto amici!

Deborah: Lo so! Sei una persona stupenda, Mario, lo dico davvero!

Mario: Grazie Deborah! Mi fa piacere che lo pensi! (si abbracciano)

Dal bagno si sente squillare il telefono di Fabio. Fabio risponde.

Fabio: (al telefono dal bagno) Pronto?! Chi?…Ah, ciao Jasmine, ma certo che mi ricordo di te, sei la bionda che abbiamo conosciuto io ed il mio amico Mario ieri notte in quel locale di lap dance…

Deborah si stacca da Mario ed ascolta. Mario la guarda supplichevole

Fabio: (sempre dal bagno).…No, io sono l’altro, quello biondo, Mario non ti ha dato il suo numero perché è fidanzato e non voleva che lo chiamassi quando era con lei, e infatti adesso non posso passartelo perché lei è venuta a trovarlo qui a casa!…D’accordo Jasmine, a presto! (chiude il telefono)

Fabio fa finta di tirare lo scarico, poi esce dal bagno disinvolto. Mario e Deborah lo guardano. Fabio si ferma a guardarli. PAUSA

Fabio: (nel tentativo di discolparsi) Era mia madre!

Mario gli si lancia addosso. Deborah tenta di fermarlo. Su Fabio che scappa inseguito da Mario, si chiude il sipario.

FINE SECONDO ATTO