Li veri fantasimi

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                                                      Li veri fantasimi

                                     (versione in siciliano di Fantasmi e no)

                                             

                                                    Commedia in tre atti

                                                                  di

 

                                                     Antonio   Sapienza

“Li veri fantasimi” - anno 2007  Commedia in tre atti, brillante, in dialetto siciliano. Personaggi sei uomini tre donne.

E’ una traduzione in dialetto siciliano della commedia ”Fantasmi e no”, dello stesso autore (difficile convivenza tra un vecchio manarchico e un fantasma anarchico)..

Personaggi:

Luperchico.........................Fantasma anarchico;

Don Bastiano Villa.................vecchio monarchico;

Cav. Mollica.......................padrone di casa;

Grazia D'Antoni....................tardona che non disarma;

Nelly D'Antoni.....................figlia di Grazia;

Ercole D'Antoni....................marito di Grazia;

Pupy Cacocciola....................fidanzato di Nelly;

Salvatore Villa....................nipote di don Bastiano;

Carmela............................fidanzata di Salvatore.

La vicenda si svolge in una borgata di Catania, agli inizi degli anni '80.

                                                             Atto  I

Sulla scena e` stato ricostruito uno stanzone soggiorno- pranzo-cucina, di una modesta casa di periferia. A sinistra  vi e`la porta d'ingresso, a destra la porta che conduce in camera da letto, e una finestra che da sull'orto. A destra, vicino alla porta, vi e` un grosso armadio a una anta, poi al centro un tavolo con qualche sedia; un piccolo fornellino a gas e` posto alla destra della parete centrale, mentre al centro di detta parete, sopra una piccola credenza, vi sara` appeso un grande ritratto di Carlo Marx, Sul tavolo sono sparsi le stoviglie con gli avanzi della cena.

All'apertura del sipario, si sente cantare un gallo: e` l'alba. Poco dopo entra in scena don Bastiano Villa. E` un vecchio ancora arzillo sulla settantina. Indossa dei vecchi pantaloni e una sdrucita camicia che porta fuori dai pantaloni stessi, pantofole vecchissime e un berretto da notte sul capo. Il vecchio, sbadigliando vistosamente e grattandosi, con movimenti lenti, si avvicina al tavolo e incomincia a

sparecchiare. Da lontano proviene un canto di operai al lavoro, frammisto con cinguettio degli uccelli, che va in sottofondo quando Bastiano inizia la tirata, per cessare dopo poche frasi della stessa.

Bas.- ( parlando a se stesso) Bon giornu Bastianu, sabbenedica don Bastianu, salute Bastianu.

      (cerimonioso) Salutamu amici, buona giornata a voi! ( pausa) E pascienza, cchi sa fari, chistu  e` unu de' pochi svantaggi di campari sulu: M'attocca darmi u  bongiornu a mia stissu! Ca certu, campari sulu e` troppu beddu, e` a libetta`, e` a  paci, 'nsumma e` a vita. E se nun fussi pi cui sacciu , ( guarda minaccioso l'armadio) m'a spassassi a vita,  ju...Invece m'aiu assuppari sta innaturale convivenza...( guarda in cagnesco il ritratto di Marx)  Bedda Matri, ju fussu felice, ju, fussi... si nun  fussi pi cu sacciu ju ca fa l'ospiti a sbafu. (si sente battere dall'armadio, Bastiano lo guarda  sottecchi, poi sbotta verso l'armadio) Va bene, te lo dicu in italianu: Ho detto ospite poco gradito! ( piano rivolto verso il pubblico, facendo il gesto col braccio) Tiè, assuppa!( Quindi ripone per ultimo il bottiglione del vino nella credenza e, da dietro, tira fuori un  grande ritratto del Re. Con pacati movimenti, quasi rituali, stacca dal muro il ritratto di Marx e vi mette  al suo posto quello del Re. Dopo aver fatto un rapido cenno di riverenza al ritratto, dalla credenza prende una piccola caffettiera, e si dirige verso la porta di destra ed esce).

Bas.- E ora 'n cafè ca frinza, pi 'ncuminzari beni la jurnata.-

Dall'armadio esce Luperchico, il fantasma anarchico. Egli  sara` vestito da cospiratore fine ottocento e sara` tutto bianco, naturalmente. Musica appropriata. Il fantasma, in punta di piedi si avvicina al ritratto del Re lo stacca, lo ripone dietro la credenza e appende sul chiodo quello di Marx. Fatto questo, si rinchiude nell'armadio. Rientra Bastiano, canticchiando la marcia reale e reggendo in mano la caffettiera avvitata che mette sul fornello, quindi  si reca nella credenza a prendere una tazzina. La prende, sta per tornare al tavolo, quando si ferma di colpo e pian piano si gira a guardare la parete.

Bas.- Vileno amaru! Eccu mi desi u so bongiornu! (  stacca il ritratto dal muro e lo butta fuori dalla  finestra) Chissu mi vulissi rovinari, ma cascau mali... ( pugno  minaccioso verso l'armadio, intanto riappende il quadro del Re, e si dirige verso il tavolo)U zuccuru... u zuccuru, m'o scurdai n'autra vota, mattri chi testa. ( si dirige  verso la credenza e guarda dentro) E cca nun c'e`. Forsi u lassai dda banna? E pascienza, virenu unnu è. ( esce)

Dalla porta d'ingresso, entra Luperchico con il ritratto di Marx. E` arrabbiato nero! Stacca dal muro il Re e mette Marx, poi si dirige verso l'armadio facendo gestacci verso la porta di destra, e quindi entra nell'armadio.

Rientra Bastiano, sempre canticchiando, prende la caffettiera fumante, si siede, si versa il caffe`, lo zucchera, assaggia la bevanda, fa cenno affermativo con capo facendo capire che e` buono, e si gira verso la parete come per dire al ritratto del suo Re: vuol favorire? Ma vedendo Marx, il caffe` gli va

di traverso e lo sbuffa.

Bas.- ( alzandosi) Sangu di Giuda, viduvu e martiri.  Malidizioni a mia e a quannu misi pede nta sta casa!  Botta di sangu a cu dicu ju!  Ma ju dicu, ju dicu, propriu a mia a vo capitari di

cunviviri cu nu fantasima anarchicu e pi ghiunta bestia? Fantasima?  ma quali! brutta copia di fantasima, abortu di fantasima,  inzumma fantasmicchiu. Ca certu, se era nu fantasima puru, genuinu, nu fantasima verace, nu fantasima 'mpurtanti, ma  s'avvissi piazzatu nta na casa ricca,nta  na  villa signorili, nta nu castilluni di baruni cu setti baddi... ( intanto  rimuove il quadro di Marx) No, nvece datosi ca e` nu  fantasima di serie C, m'aia suppari e chiangiri ju... ju, mannaggia a mia!-

Si apre di colpo l'armadio ed esce Luperchico minaccioso.-

Lup.- Io sarei fantasma di serie C, io sarei brutta copia, io sarei fantasmucolo?-

Bas.- Tu fantasima bestia! Senti beddu, cca di notti cumanni tu, ma jornu cumannu ju! Quadro cumpresu! E chisti furunu e sonu i patti.- (deciso)

Lup.- I patti, i patti. I patti a me, anarchico, non me li impone nessuno, figuriamoci tu vecchio oscurantista! Eppoi, io per te ho avuto sempre il massimo rispetto, ed esigo, dico esigo, che tu faccia altrettanto nei miei confronti. Ssi, fantasma di serie C, ma guardate cosa debbo sopportare.. Io, spirito libero...(declama)-

Bas.- ...Tu fantasima bestia..-

Lup.- (Guardandolo di traverso)... Dicevo: io spirito libero, io che ho lottato per l'emancipazione, io che ho  combattuto per la causa..-

Bas.- ...Persa...-

Lup.- Ma insomma! Pezzo d'asino d'un realista! Servo della  corona! Lacche` del Re...-

Bas.- Aho`, aho`, ora stai parrannu assai! E che e`?  Anzamai, tu fussi u tipu ca arrispetta il suo prossimo?( ironico) E menu  mali ca e` accussi`, s'annunca na bumma sutt'o  lettu  nun m'a luvava mancu u rasolu! Tintu bummaru!-

Lup.- Attento a come parli, sai?-

Bas.- Picchì , senno` chi mi fai, videmu? Ti trasformi in scimpanze`? Varda ca nun e` nicissariu, tu ci si gia! Ma vardati nto specchiu si c' hai curaggiu.-

Lup.- Bastianazzo, io ti... io ti...accidentaccio a te!-

Bas.- ( conciliante) Ahu, calma, calma e gessu, ah?.. Va beni, varda cchi facemu, io ritiro tintu bummaru, e tu ritira  lacche` del Re, ci stai?-

Lup.- ( esitante) Va bene, ci sto, d'accordo, ritiro.-

Bas.- E nun m' dici cchiù?-

Lup.- D'accordo, d'accordo...-

Bas.- E u manteni st'accordu?-

Lup.- Lo manterro`...( eccessivamente accondiscendente)-

Bas.- U giuri?-

Lup.- Lo giuro.-

Bas.- E su cchi cosa giuri?-

Lup.- Sull'animaccia tua, Bastiano, adesso la stai facendo lunga.-

Bas.- Picchì` ti cunusciu beddu spicchiu di mennula amara. Avanti va' su cu giuri?-

Lup.- Lo giuro sulla testa di Bakunin. E ora giura anche tu.-

Bas.- (sbrigativo) Giuru, giuru..-

Lup.- Su quale testa giuri?-

Bas.- Sulla tua malanova.-

Lup.- Giura invece sulla testa di quello li`. ( indica il  ritratto del Re)-

Bas.- Supra a testa do Riuzzu? Mai!-

Lup.- E allora ritiro il mio giuramento.-

Bas.- Va bene, giuru. Giuru, giuru...(sofferto) supra  a testa  do Re. ( velocemente) Scusatemi maesta`, ma sugnu in grave statu di nicessita`...-

Lup.- Ma che scusa e scusa... maesta` e maesta`, quello era un uomo come te.-

Bas.- Era di sangu riale...-

Lup.- ...mangiava e dormiva come te...-

Bas.- ...di antica discindenza...-

Lup.- ...andava al cesso, come te...-

Bas.- ...ma da nobile, e con pompa magna...-

Lup.- ...Quand'era stitico.-

Bas.- Nun ricuminciar'a affenniri.-

Lup.- ( conciliante) Non ricomincio, non ricomincio, stai tranquillo, non ti tocco il tuo idolo.-

Bas.- Chiddu sarebbe nu idulu, ahò, e cchi scimunisti? (pomposamente) Questi e` il mio Riuzzo. I to sunu iduli.. Ma, inzumma, cu schifiu era stu Macchisi? e cu fu stu Bacuni? e Cropochinino, o comu malanova si chiama, cu fu? (pomposo) Dimmi chi furono costoro? qual'e` la loro dinastia? da unni scinnunu? Forse dagli Staurdi? Dagli  Bellinzonen? dai Savoiardi?-

Lup.- ... Dagli amaretti...-

Bas.- .. Si, dai biscotti da' monica! Ma che bestialita`  dici? Allora, chi furono i loro avi?- (pomposamente)

Lup.- Ebbero un solo avo: il popolo libero!-

Bas.- E mortu di fame...-

Lup.- La liberta` val molto di piu` del pane.-

Bas.- Ca ora, quannu a panza e` vacanti, a inchemu ca  liberta`.-

Lup.- Fai discorsi di ciuco! Mangi, lavori e obbedisci agli  ordini dei padroni.-

Bas.- Ca quali ordini. A mia hanno dittu sempre per favore don Bastiano di qua`, per favore don Bastiano di la`!-

Lup.- ( ironico) Rompiti il collo Bastiano di qua, ammazzati  di lavoro Bastiano di la`.-

Bas.- A mia m'ana rispettato sempri, m'ana vulutu sempri bene...( pausa) Quannu m'infortunai mi purtaruno i dolci...-

Lup.- ...la carotina, poi il bastone!-

Bas.- Ma nzumma, bestia di un anarchico, na societa` ci voli chi cumanna e cu obbedisce...-

Lup.- ...chi lavora e chi mangia...-

Bas.- ...le leggi e i giudici...-

Lup.- ...per i poveri e gli affamati...-

Bas.- ...ci vole l'ordine...-

Lup.- ...dei ricchi e dei potenti.-

Bas.- Ma cchi ssi bestia pi davveru? A mia, pi quarant'anni, chi m' ha datu u travagghiu? U me principali! Ma e` logico: iddu minteva i capitali, e ju u me travagghiu. E, modestamente, non e` pi dire, e senza  offisa pi nuddu, ma ero u primu  nzitaturui do circundariu.-

Lup.- Tu innestavi e lui si arricchiva.-

Bas.- E cchi significa? Chiddu  oltre a capitali, ci mitteva u  rischiu... e macari u travagghiu, sissignore, u travagghiu, picchì iddu stava cu nuatri, ne campagni, da matina a  sira.-

Lup.- Per il timore d'essere derubato. Senti, e adesso, dove  si trova questo ...benefattore?-

Bas.- Eh, s'e` ritirato da 'n pezzu. Ora e` so figghiu ca bada all'azienda. L'ha rimodernata, l'ha ampliata...-

Lup.- E dove si e` ritirato il tuo ex principale? Forse in una piccola casupola umida e cadente, come questa, oppure in una grande villa con piscina, campi da tennis e altre moderne diavolerie?-

Bas.- Beh, effettivamente stava nta na grandi villa... ma cchi  c'entra chistu? iddu era u principali! (pausa) Eppuru ni vuleva beni assai...ni faceva tanti picculi riali... o spissu facevumu le mangiate. M'arrivordu ca na vota...-

Lup.- Bastiano Villa, lascia stare i ricordi. La verita` e`  che tu dopo quarant`anni di lavoro, hai appena di che vivere, mentre lui s'e` arricchito e vive da nababbo!-

Bas.- Ma quali babbu e babbu. Quello nun era cretinu comu a tia. E era un  galantuomo! Peccato ca morsi.-

Lup.- Ah, e` morto? Interessante.-

Bas.- Eh, puvirazzu, mossi` di troppu sangue... aveva troppa  salute...-

Lup.- Schiatto`... di salute. Roba da infarto!-

Bas.- E che funerale ca ci ficiru. Aveva nu tabbutu tuttu ìntagghiatu , na meravigghia. Inzumma era nu veru spittacolu. C'era macari a banda municipale...-

Lup.- Ah, il sindaco con gli assessori?-

Bas.- Bestia! La banda, chidda ca sona...poi c'era a confraternita, nu tiru a se cavaddi, l'arciprete cu na  pompa...poi l'accumpagnamentu era longu du chilometri...  E a tomba? Ci ficeru na tomba...-

Lup.- Come, come?-

Bas.- Uh, roba da signoroni. Chiamarono i megghiu mastri, i  marmisti cchiù bravi. E u materiali? Degno d'un Re:  Mammuro di prima qualita`, bronzo, poi sculture a non  finire. Inzumma, pareva na reggia! (breve pausa) Poi era  asciuttizza comu n' osso!-

Lup.- E non fece i vermi.-

Bas.- Bonu, va`! Si sempri tu!-

Lup.- Sono sempre io, sissignore. Ma lo vuoi capire che siamo  tutti uguali e che tutti finiamo li` sotto, mangiati  dai vermi?-

Bas.- E addivintamu fantasimi bestia comu a tia!-

Lup.- Non raccolgo l'insulto che mi proviene a un imbecille!-

Bas.- ( Inalberandosi)  Ma chi mu lassanu i morti? Ma cu mu portò 'n tintu romagnolo in Sicilia? Senti beddu, datti na rigulata, si vinisti pi inzuttarimi, stai attento sai?  Picchì ju chiamu Padreapparocu, santa binidizioni, e...  ti salutu fantasima bestia!-( prende la tazzina del caffe` vuota e la porta di la`, passando sotto il ritratto del  Re, al quale indirizza un inchino. Intanto Luperchico  saluta il ritratto di Marx, col pugno chiuso. Si odono  poche note dell'Internazionale. Rientra Bastiano.)

Bas.-  C'appoi vulissi sapiri picchì secunnu tia semu tutti uguali. U vidi o nun u vidi tu stissu ca macari da fantasimi sta uguaglianza non   c'e`, nun esisti! E tu si l'esempio: stai cu mia, na sta specie di tugurio, comu u chiami tu, sparti cu mia a me stissa sorti, mentri u fantasima di chiddu ddà (  accenna al ritratto di Marx) cu sapi unni si trova.  Magari e` nta na villa tedesca, o megghiu ancora,  in un castello inglese, a fare il Lord. E a st'ura si pigghia il the, magari 'nsemula al suo amico Angelo...-

Lup.- Certamente. ( ironico) Perche`, secondo te, ora anche i  fantasmi prendono il the.-

Bas.- Certamenti, a cchi ti pari? chiddi sunu fantasimi nobili, sunu... (allusivo)

Bussano alla porta.

Bas.- Vengo, vengo...mizzica, ca matinata? ( Bastiano apre e  entra il cav. Mollica, il padrone di casa) Oh,  cavaliere Mollica, ma varda cchi suppresa...(ma fa il gesto come per dire:eh, pazienza, si deve sopportare anche questo) -

Mol.- Buon giorno don Bastianu, pozzu trasiri?-

Bas.- E comu no. Accomodatevi..-

Mol.- Forse v'aiu disturbatu? Sapiti ju dicu  sempri  a matina fa la jurnata, pi cui...-

Bas.- Ma quali disturbu, assittativi, assittativi cavaliere.- ( offre  una sedia).Tenete in testa, prego.-

Mol.- ( lasciandosi il cappello in testa) Grazie don Bastiano, vossia è veramenti na prissuna  gintile. Ju mi li luvassi u stissu u cappeddu da testa, per  riguardo a vossia, ma sapiti, ho i reumatismi ca mi tormentano. Acchianunu di ccà, passanu di sta parti e arrivanu ccà nfunnu...(mimica adatta, a sogg.)

Bas.- E cchi è a circumetnea...

Mol.- Chi dicisturu?

Bas.- Nenti, nenti dicevu iè a ... circu...lazioni.-

Mol.- Sapiti, parola mia, si nun fossi pi sti  malidetti duluri, ci stassi ju nta sta reggia. Sissignuri, ju!  Inveci  sugnu cundannatu a viveri  in  una casuzza moderna, tutta china di machini infernali: aria condizionata ca ti spacca i prummuni, termosifoni ca ti levanu l'aria, moquette a terra ca fa li cimici,  inzumma na tortura, m'a ta cridiri. Invece vossia, se ne sta nta stu paradisu... ah, beato voi.-

Lup.- Ma che bugiardoo, questo ha una grande e meravigliosa  villa al mare e ci benissimo, lui.-

Bas.- Mi dispiaci cavaleri se vuliti potemu fare scangiu...-

Mol.- No. No, e cchi c'entra, ju sacciu sacrificarmi... picchì nta sta casa m'avissi 'ntisu un Re.- ( Luperchico sta  per mollargli un cazzotto in testa. Bastiano lo ferma)

Bas.- ( facendo finta i nulla) Lassati perdiri i Re, cavaleri, cch'è megghiu. Chittostu, a chi cosa debbo l'onore?-

Mol.- Don Bastianu, parrannu cu vossia, ju, nta sta casa, ai bei tempi, ci  stavu da Pascia`... eh santa pazienza.. Dunchi, don  Bastiano, forse vossia su scurdò ca oggi e`u  primu do misi? Inzumma oggi, se vossia è  comudu, m'avissi a pavari a misata da casa di sto... paradisu...-( Lup.  freme)

Bas.- E` vero, chi scrolucu ca sugnu. S'aviti nu minutu di pascienza,  cavaleri, vo' pigghiu i soldi dda banna.-

Mol. - Facissi co so comudu...-9

Intanto il cavaliere si alza e gironzola per la stanza come se volesse accertarsi del buon stato di manutenzione del locale. Spesso si abbassa per guardare meglio, e in quei momenti, Luperchico tenta di assestargli un calcione, ma va sempre a vuoto perche` Mollica si sposta in tempo. Rientra

Bastiano.

Bas.- Ecco i picciuli, cavaleri, e scusatemi tantu, si vi fici aspettari.-

Mol.- ( contando i soldi) Ma... ma sunu pricisi identici di chiddi do misi passatu?-

Bas.- Cri...cridu di si, pecchì, 'n avon'a essiri?-

Mol.- Manca l'aumentu, eccu chi cosa manca.-

Bas.- Scusati, ma quali aumentu?-

Mol.- L'equo canuni, don Bastiano, equo canone.-

Bas.- ( a Luperchico) Chi dissi?-

Mol.- ( con accondiscendenza) Caro don Bastiano, vossia a sapiri che esiste una legge, chiamata equo canone che stabilisce gli aumenti di l'affitti de casi in base alla inflazione, alla salita del dollaro, al deficit  pubblico, alla scala mobile, al socof, al tikett, alla  borsa valori di Milano, Nuova York, Tokio, Londra, e... –

Bas.- ...Canicattini bagni! Cavaleri, ma cchi mi viniti a 'ncucchiari?-

Mol.- Chi v'ancucchiu? Chi v'ancucchiu? Vi affermu ca in virtu` di quanto sopra detto, mi dovrete  sganciar autri, videmu....( fa un calcolo mentale) eccu: duemila lire in tuttu, tassi e bullu cumpresi.-

Bas.- Duemila lire? Sangue di Giuda vedovo e martire, cca ogni jornu aumenta qualchi cosa... e va be`, a liggi e` liggi, vaju a pigghiarivi u restu, con primmessu.-

Lup.- ( fermandolo) Bastiano, questo ti sta truffando. A te,  come previsto dalla legge,nr 17 emendamento B del 15  Agosto, e al successivo decreto nr 137 bis, l'equo  canone non e` applicabile, perche` hai un reddito  inferiore al minimo previsto.-

Bas.- ( tornando indietro e facendo segno a Luperchico  d'aspettare) Cavaleri, cavaleri sintite: A causa  della legge .. comandamentu... approvatu con discreto...  L'eco cannuni non e` appiccicabile all'inferiore minimu  ca vistu?-

Mol.- Don Bastiano, ma cchi bistialità stati dicendu?-

Bas.- Un momentu cavalere, nu pocu di pascienza.. ( si avvicina  a Luperchico, come se stesse riflettendo. Luperchico  gli suggerisce le parole della battuta precedente, che  Bastiano recita a pappagallo)-

Mol.- ( sbalordito) Ma... ma vossia è... sicuru?-

Bas.- ( ripetendo le parole di Luperchico) Consultate la  gazzetta ufficiale del l maggio corrente anno, a pagina  22, primo capoverso, che recita cosi`: Qualora il  reddito minimo previsto e` inferiore percentualmente..-

Mol.- ( in imbarazzo) Vi credu, vi credu...Don Bastiano, m'abbasta a vostra parola ( vedendo che il colpo non gli  e` riuscito).. vossia è nu galantuomu...( tra se`) Ma unni diavolu si sara` informatu? Forse avi n' avvocato..  ( a Bastiano, che intanto si congratula con Luperchico)  Don Bastianu, allura ju mi ni vaju, ma prima vi vulevi addumannari un'ultima cosa: Come va la salute?-

Bas.- Benissimu cavaleri, grazie pi l'interessamentu.-

Mol.- Avaja chi diciti, tra nuautri... Bene uora levu u  disturbu, buona giornata don Bastianu.-

Bas.- ( accompagnandolo) Arrivederci cavaleri e statevi  beni.-

Mollica esce.

Bas.- Luperchico, da stu munentu nun ti dicu cchiu` fantasma bestia. Ti sei  riscattato... Senti, in cunfirenza, unni imparasti la liggi? Nun sapevu ca eri accussì forti.-

Lup.- Neanche io.-

Bas.- Come sarebbe; mancu ju!. E tutti ddi beddi cosi ca dicisti o cavaleri?-

Lup.- Tutto inventato! Tanto ero sicuro che quello ti voleva truffare.-

Bas.- Tutto inventato? Tintu bummaru, m'a fari sciarriari co pattruni di casa?-

Lup.- Calmati, ne`?-

Bas.- Sta mazza ca mi calmu! chiddu mi sfratta!-

Lup.- Quello non si nuove. La legge lo vieta.-

Bas.- La legge? chi liggi, chidda ca nun canusci?-

Lup.- La legge naturale, sissignore, quella la conosco, e  come!-

Bas.- Ca comu! Ora pe culpa to, e da to liggi naturali, vo dire ca prossimanente dormiro` all'aperto: Suttu a l'archi da Marina.- ( si dispera)

Lup.- Stai calmo, non potra` farti nulla. Quello potra` disporre di questa topaia solamente alla tua morte. Ed  e` venuto proprio per questo, per vedere come stai in  salute...-

Bas.- ( fa le corna) Tie`, iettatore!-

Lup.- A me?-

Bas.- No a chiddu! ( indica la porta da dove e` uscito  Mollica).

Lup.- Adesso non ci pensare piu`. Avanti, prendi le carte che ci facciamo una scopa.-

Bas.- Cu tia? No, cu tia nun ghiocu cchiù`.-

Lup.- Sono troppo forte, vero?-

Bas.- No, tu m'arrobbi, bari, imbrogli...ci fai u mazzuni.-

Lup.- Io? ma tu sei matto. Io sono leale, sono onesto...-

Bas.- E a roba manca...( sottovoce) Inzumma, allura, mo sai diri picchì tu sai  tutti li carti cca ci aiu  in manu?-

Lup.- Conosco il quarant'otto!-

Bas.- No, il quarantasette sai.-

Lup.- E cosa sarebbe il quarantasette?-

Bas.- Mortu ca parra!-

Lup.- Prendi le carte spiritoso.. quarantasette, morto che  parla... ( intanto prepara il tavole e le sedie)-

Bas.- (Porte le carte e le controlla) Apprima cuntrollu, cu tia nun si po' mai sapiri. -

Lup.- Io, quasi quasi, m'offendo.-

Bas.- Affenniti, affenniti quantu voi, ma intantu teni i manu supra o tavulu...-

Lup.- Ma insomma, Bastiano!-

Bas.- ( indifferente) Cu duna li carti?-

Lup.- Chi alza la carta piu` alta. E ora se non ti dispiace vorrei dare anch'io una mescolatina alle carte..-

Bas.- E` un tuo diritto, ma stai accura, cca ci aiu  deci occhi!  ( si tocca la fronte)-

Lup.- Li` hai solo segatura, e te lo dimostro. Alza dai.-

I due danno corso alla partita. Gestualita` a soggetto.

Musica adatta. I due giocheranno per circa due minuti.

Bas.- U vidisti? quanno 'n'arrobbi i uschi, eccomu!-

Lup.- Non cantare vittoria. Hai solo tre punti di vantaggio, gioca adesso...-

Bas.- Jocu. jocu. ma nun t'innervosiri... (sfottente)

Lup.- Non sono nervoso, e vincero`... e se vuoi possiamo  mettere una posta...-

Bas.- Facciamo l'azzardo?-

Lup.- Con te? Non ci sarebbe gusto...-

Bas.- Ti fazzu na proposta: Ni jucamu u quadro di  Macchisi.-

Lup.- E tu metti quello del tuo Re?-

Bas.- ( ci pensa un po`) E va bene, ci staiu: U me quadro contru o to...( fra se) Mizzica, si vinciu u fazzu vulari, a tappu,  fora da finestra.-

I due mimano il gioco con fasi alterne. Poi la partita volge a favore di Bastiano, nonostante che Luperchico faccia calcoli complicati.

Bas.- ( contento) Quattru e tri setti, e scupa co setti i dinari.  Stavota t'acciuncaiu, fantasma di quattro soldi...-

Lup.- Non cantare vittoria, vecchio sclerotico!-

Bas.- Sbafara pure, e cu chista, a primera e` mia!  Luperchico, fantasma anarchico, pirdisti!-

Lup.- Conta, conta, prima di parlare...-

Bas.- I cuntai gia`a menti: Sei ori e vintidui carti, tri  setti, de quali unu d'oru... E cchi cridi? Ju fazzu u jocu aragiunatu...-

Lup.- Conta, conta...- ( scettico)-

Bastiano conta le carte e risultano cinque ori e diciannove carte complessive.

Bas.- Possibile? No, mi sbagghiai. Arricuntamu... ( riconta) E no, e no! Tu cunninasti u mazzuni, 'mbrugghiuni di nu fantasma anarchico.-

Lup.- Chi io? ( con aria innocente)-

Bas.- No, me soru! Erano sei ori e ventidue carte, mi ci juacassi macari a testa!-

Lup.- E la perderesti... poi, vedi che gran perdita sarebbe...-

Bas.- Vale a to. Avanti sgancia li me carti!-

Lup.- Quali carte?-

Bas.- Chiddi ca mi futtisti.-

Lup.- Fregate? Vinte, caro mio, vin-te!-

Bas.- Tu m'a 'mbrugghiatu, tintu anarchicu.-

Lup.- Bada come parli, mummia realista!-

Bas.- ( alzandosi adirato) Io... Io ti...-

Bussano alla porta.

Lup.- ( per calmarlo) Ehi, Bastiano, calmati, non senti che bussano?-

Bas.- Nun canciari discursu, mbrugghiuni.-

Lup.- Io non cambio nulla, sono loro che bussano!-

Bas.- ( ascoltando) Veru è... ( si reca ad aprire) Ma non e` finita cu tia, sai?-

Apre la porta, ed entrano due donne: Una tardona, elegante e sculettante, l'altra piu` giovane, miope e bruttina. Sono Grazia D'Antoni e la figlio Nelly.

Gra.- Buon giorno buon uomo ( con aria di sufficienza).. E`  in casa l'inquilino di codesta dimora?-

Bas.- Sarei io..-

Gra.- Grazia D'Antoni!- ( lo dovra pronunziare cosi`: Grazie tantoni.)

Bas.- Prego pregoni. ( inchinandosi)-

Gra.- Ma cosa avete capito? Io ho detto che mi chiamo Grazia  D'Antoni, e questa e` mia figlia Nelly. Nelly, saluta il signore.-

Nel.- Buongiorno signore...-

Bas.- Buongiorno a voi signore, ju sugnu Bastianu Villa, pi servirvi...( le successive parole, pronunziate da  Bastiano, saranno smozzicate e frustrate dal comportamento delle due donne, che sembrano un generale con il suo aiutante in ispezione alla caserma.)... Prego... volete.. accomodarvi?.. posso affrirvi... cchi pozzu fari... per lor signore?-

Le due donne ispezionano il locale e Grazia, col gesto della mano, ferma i possibili timidi interventi di Bastiano, il quale, sbalordito, si siede e li lascia fare, mentre con Luperchico si scambia gesti di meraviglia. A discrezione della regia, musica adatta. Il tutto durera` massimo due minuti.

Gra.- Signor Bastiano, prego, si alzi e cammini.-

Bas.- ( ubbidendo automaticamente) Signora... scusate...ma  picchì?-

Gra.- Zitto, zitto... Nelly, prendi nota: lieve difficolta`  motoria...E adesso signor Bastiano, venga avanti ad  occhi chiusi, prego.-

Bas.- Ma, veramenti...-

Gra.- Zitto, zitto...collaborate, prego.. Nelly prendi nota:  Grave forma artrosica cervicale, dorsale e lombare..  Si fletta, prego..-

Lup.- ( divertito) Si fletta, prego...-

Bas.- ( riprendendo il controllo della situazione) Statti mutu tu!-

Gra.- Come si permette?-

Bas.- Comu vi primmittiti vui, care signore. E abbiate pascienza, viniti  a me casa, casa di nu galantuomo, gli ispezionate a casa, u trattati come na scupa, a faciti di padroni, e mi diciti appoi: come vi permettete? Ma signora, macari nu galantuomu d'autra ebbrica, comu a mia,  po` perderi a pascienza, pi Giuda viduvu e martiri!-

Gra.- Nelly, segna: Arteriosclerosi galoppante. Dovete sapere  carissimo galantuomo vecchio stampo, che voi, di questa  casa, ne disporrete ancora per poco.-

Bas.- ( a Luperchico) Chi ti dissi: sutta l'archi da Marina  mi fai finire!-

Gra.- Cosa avete detto, signore?-

Bas.- Dissi ca vulissi sapiri picchì a ta dittu... quello che avete detto.- ( impacciato).-

Gra.- Niente di piu` semplice: Il cavaliere Mollica mi ha  promesso questo locale per farvi il nido d'amore di mia  figlia Nelly, qui presente, la quale fra non molto  dovra` convolare a giuste nozze.-

Bas.- Ma ancora ci staiu ju... ( sbalordito, inquieto)-

Gra.- Ci starete ancora per poco...fino a che non... ( fa il  gesto di morire con le dita)... e noi siamo venute per  accertare quanto tempo ci vorra`. ( ripete il gesto  precedente)-

Lup.- Bastiano, questa ti stanno prenotano un viaggio di sola  andata..-

Bas.- Ora videmu! ( a Grazia minaccioso) Nunca, voiattri ascutatimi attentamenti: Ju sugnu sanu e chinu di vita, e nu aiu  intenzioni di cripari pi fari filici sta - fanciulla!  ( ironico). Ju campero` cent'anni  p'a  vostra mala sorti! E ora fuori di quà, uscite subito da questa  casa, prima ca mi  scordu d'essere un gentiluomo!  March!-

Gra.- ( recandosi verso l'uscita) Scrivi Nelly: demenza  senile in via accelerata d'insorgimento, con evidenti  segni..-

Bas.- (prendendo un bastone da dietro la porta) Mastro, dei  mastri, pensaci tu! ( fa roteare il bastone)

Le due donne escono precipitosamente, emettendo grida di paura.

Bas.- ( chiudendo la porta e poggiando  il bastone) Ma varda cchi cosi... chi genti.. aspettano a me morti... tie`, tie`. ( fa  le corna)-

Lup.- Non te la prendere sono due " sconchiorote".-

Bas.- Si dice " scunchiurute", consiglier fraudolento.-

Lup.- Bastiano, io ti sono veramente amico. E ora di diro`  perche` quelle sconchiorote..-

Bas.- E torna! Senti tu a parrari comu ti  insegno` to madri, cioe` tedescu! Picchì putissitu ristari ccà pi autri  centu anni, ccà in Sicilia, ma tu nun imparirai mai na sula parola della lingua sicula, sicana siciliota, osia siciliana!-

Lup.- Oggi con te non si puo` "pipitiare".-

Bas.- Ma allura sei tostu?-

Lup.- Uffa, quanto sei pignolo. Ascolta invece quello che ti debbo dire.-

Bas.- E avanti, sintemu 'st'altra fisseria..-

Lup.- Mi, adesso, quasi quasi m'offendo..-

Bas.- Avanti, nun fari u picciriddu ca s'affenni, parra, parra.-

Lup.- Solo per questa volta.. Mentre quelle due visitavano la casa, la madre pensava questo:" Questa casa e` una  topaia, ma meglio una topaia che una figlia zitella  sulla pancia. Io voglio vivere la mia vita. In fondo sono piacente e formosa e voglio divertirmi ancora un  bel pezzo.. Quindi con qualche ritocco, un po di carta  alle parete, forse anche la moquettes, un  controsoffitto, qualche quadro..e tutto si sistema,   anche la figlia zitella!"  La figlia invece pensava: " Qui ci piazzo mia madre,  tanto lei, che vuole ancora dalla vita? Certo ci  vorra` una rinfrescatina, una mano di calce alle  pareti, qualche tappeto, qualche piccolo ritocco e per  i vecchi andra` benissimo.  Mio padre non mi preoccupa,

 tanto fa sempre cio` che dice mamma.  Sara` lei l'osso  duro da convincere. Ma riusciro` a metterla nel sacco!"  Hai capito ora?-

Bas.- Davveru, accussì dissi? Nun ci pozzu cridiri...-

Lup.- ( che lo vede abbattuto) E tu non ci credere.-

Bus.- ( mogio mogio) Sai Luperchico, u mundu oggi mi pari piu` bruttu, cchiù tintu...-

Lup.- ( per distrarlo) Impressione momentanea, dai continuiamo la partita, ti prometto che non faro`

trucchi!-

Bas.- ( rassegnato) Ca arripigghiamu, arriprendiamo..ma nun ci si po cridiri...-

Lup.- Avanti, vecchio realista, dai le carte...-

Bas.- ( dando le carte macchinalmente) Nun ci pozzu cridiri...   si scannanu, sangu contru sangu...( da le carte sempre  piu` lentamente)... E nto mentri... aspettanu a me morti..-

Il sipario si chiude lentamente.

                                                      Atto  II

Stessa scena dell'atto precedente. All'apertura del sipario la scena e` vuota e buia. E` notte. Poi col solito canto del gallo, incomincia ad albeggiare. Cinguettio di uccelli. Dopo un minuto circa, dall'armadio, entra in scena Luperchico, sempre tutto bianco, ma con una vistosa fascia nera al braccio sinistro e una cravatta nera. Egli si reca presso la parete centrale, stacca il quadro di Marx e appende quello del Re. Tutta l'operazione dev'essere effettuata con grande solennita`, come un rito. Quindi Luperchico restera` qualche momento in raccoglimento. Musica adatta.

Da destra, vociando, entrano Grazia e Mollica.

Mol.- Purtroppo tutto e` comu u lassau il  compianto  don Bastianu, bonamma. Io non ho toccato nemmeno uno spillo, aspettu ca si fa vivu qualchi parente, ma fino ad ora non s'e` visto nuddu, nessuno. E allura, ora, mi sentu autorizzatu a fare sgombrare tutte  queste...masserizie ( con disprezzo, toccando una sedia  e pulendosi la mano, ostentatamente)... cosicche`subitu doppu lei potra` trasiri nta l'appartamentu...-

Gra.- Eh, appartamento... modesta casetta rurale..-

Mol.- Modesta si, ma bella, asciutta, solida..-

Gra.- Vecchia, umida, cadente.. Cavaliere, siamo onesti,  questa e` una topaia!-

Mol.- Ma che dice, signora. Chista e na casa solida, costruita  all'antica. Vardassi cchi ci dicu: chista  con qualchi piccolu interventu, qualchi  ritoccu, na bona manu di calce, cu na bona bruscia, tornera` all'antico  splendore. Questa e` una dimora da Re!- ( guarda il  soffitto)

Luperchico, alle sue spalle, gli molla un calcione, e Mollica, sbalordito guarda Grazia che impassibile contempla il soffitto.

Gra.- Ma che Re e Re, questa topaia andava bene solamente per  quel rimbambito di Bastiano Villa.-

Luperchico, alle sue spalle le molla un pizzicotto nel sedere. Grazia, sorpresa, molla un ceffone a Mollica, che piu` sbalordito che mai, rimane senza parole massaggiandosi la guancia colpita.

Gra.- Cavaliere, niente confidenze, io sono una signora!-

Mol.- Ma signora, a jancata ma desi lei...e anche a pidata nta panaru...- ( titubante)

Gra.- Ceffoni si, calci mai, e che mi ha preso per un mulo?-

Mol.- Veramente ju u ntisi, eccomu...(sempre guardandosi attorno guardingo) Comunque, signora, tornando a noi, dicevo che con qualche piccola ritoccatina, questa casa diventa una  reggia..  ( altro calcione) Ma signora, m'a scusari, ma nun  capiscu comu si primmetti. ( Grazia intanto fa l'ironia su quanto detto da Mollica).-

Gra.- Io bado ai miei interessi, caro cavaliere... Allora, per  come stanno le cose, vi posso dare al massimo..  cinquantamila lire e non ne parliamo piu`.-

Mol.- Nonzi. Nun e` possibili, m'a cridiri. Sta casa vale almeno il  doppio. Ma nun a vidi? E china di sole, indipendente, con giardino...-

Gra.- ...stretta, scomoda, senza acqua corrente, tra le  erbacce.-

Mol.- Vi garantisco che mai nessuno si e` lamentato di questo  salubre alloggio.-

Gra.- Sfido io, l'avete abitata voi e quel rimbambito.  ( Luperchico le molla una pacca nel sedere, Grazia  rida` uno schiaffo al Cavaliere) Fermo con le mani,  screanzato... ( poco convinta)-

Mol.- ( reggendosi la guancia) Signora, questo e` troppo! Se a casa nun ci piaci, puo` dirmelo diversamente, senza isari i manu..-

Gra.- ( lusingata dalle avance che crede di Mollica)  Cavaliere, cavaliere, voi siete un po' troppo audace..-

Mol.- ( toccandosi la faccia) Ma cchi cosa dice? Io, io nun  ci staiu capennu nebti attunnu... Ma la casa, la vuole?-

Gra.- Casanovaccio! ( adulatoria e minacciandolo con la mano  affettuosamente) Ma certo che la voglio. D'accordo,  cinquantamila e le spesa di ristrutturazione a vostro  carico...Ah, finalmente ora potro` piazzarci la mia cara   figliola, futura signora Nelly Cacocciola.-

Mol.- Signora, veramente ssi spisi sunu a caricu sò, come d'uso..-

Gra.- Ma che uso d'Egitto. Cavaliere pomicione, le spese sono  a carico del proprietario, e` notorio.-

Mol.- Meta` e meta` e nun ni parramu cchiù!-

Gra.- E va bene. Per il contratto vedetevela con mio marito.-

Mol.- Avete un marito?-

Gra.- Ma certo che ce l'ho. Cavaliere peccaminoso, che  pensieri avete fatto? Porno-erotici-lussuriosi?-

Mol.- Io? Macche`! Solamente, dai so discussi, mi cridevu che.. si..insomma che non c'era un marito.-

Gra.- Non e` un grancche`, ma, per adesso c'e`. Arrivederci,  cavaliere sfacciato..- ( con civetteria, uscendo) Luperchico le molla un'altra pacca.

Gra.- Audace...- (esce)

Mollica, piu` confuso che mai, si passa un fazzoletto sul viso, e guardandosi attorno, per vedere da dove iniziare lo sgombero, incomincia a prendere i mobili per portarseli via.  Ma Luperchico gli rende tutto difficile, sedendosi sui predetti e facendolo inciampare. Mollica si affanna e suda inutilmente.

Mol.- Malanova a mia, o sta mubilia è di ferro, o staiu propriu  invecchiandu.- ( Luperchico molla la presa e Mollica  ruzzola per terra) Botta di sangu, quasi quasi m'cciuncavu.-

Entrano Nelly e Pupy Cacocciola.

Nel.- E` aperto, vieni caro, entra... Non e` come ti dicevo? Pensi che si possa adattare?-

Pup.- Adattare, per chi? Certamente non per noi, amore.-

Nel.- Ma per i vecchi, stupidone...-

Pup.- Dicevo..(esamina il locale e inciampa su Mollica) Cara  qui c'e` un'intruso..-

Nel.- ( accorrendo) Oh, ma e` il cavaliere Mollica. Cavaliere, cavaliere, cosa ci fate steso per terra?-

Mol.- ( riavendosi) Effettivamente... cercavo...credevo...  volevo...Non lo so`! ( alzandosi).. Posso esservi utile,  signori?-

Pup.- Nelly, cara, presentami questo signore...-

Nel.- Pupy, ti presento il cavaliere Mollica, proprietario di  questa casa... cavaliere, ho l'onore di presentarle il  mio futuro sposo il dott. Pupy Cacocciola de' Ravanelli  barone di Rapicavoli e di Segalesarvaggi.-

Mol.- ( inchinandosi altre il necessario) Fortunatissimo...-

Pup.- Bravo, bravo..-( quasi benedicendolo)-

Nel.- Allora, cavaliere, avete raggiunto l'accordo con mamma`? -

Mol.- Si, cinquantamila al mese e le spese di ripristino a meta` con me..-

Nel.- Ma cavaliere, come siete tirchio, per quattro cosucce,  richiedete il concorso dell'affittante?-

Mol.- A lei parunu cosucce. Ma poi da cosa nasce cosa e arriviamo  ai milioni.-

Nel.- Niente milioni, cavaliere, per carita`... Vedi Pupy, dando una tinteggiatura alle pareti, qualche ritocco al  soffitto, qualche tappeto, ed e` fatta! I miei genitori  ci staranno benone, qui! Vero cavaliere?-

Mol.- Ma scusate, non dovete abitarla voi?-

Nel.- Noi, in questa topaia? Assurdo!-

Pup.- Direi quasi impossibile. Signore, io sono un  professionista, ho il mio decoro, ho nobili aderenze, delle intangibili esigenze blasonari e un casato da  tutelare, delle tradizioni scritte e orali,ecc.ecc.ecc.-

Mol.- Ma la signora Grazia..-

Nel.- No, non ci pensate a lei. Voi pensate a rimettere a  posto questa baracca senza spendere molto. Bisogna  risparmiare..Sapete ci sono le spese di matrimonio,  viaggio di nozze, bomboniere, inviti, rinfresco e tante  cose carine ancora... No, niente spese pazze per questa  catapecchia. Fate proprio lo stretto necessario...-

Mol.- Ju ci provu, ma sarà difficili`...-

Nel.- Provateci e sara` meglio per voi, perche` i miei  genitori ( sottovoce)  debbono risparmiare per poi

sganciare fino all'ultimo centesimo, senno` facciamo  cattiva figura con i tuoi invitati, vero Pupy?-

Pup.- C'e` il dinner, i cotillons, il tight, la rollroice...-

Nel.- Vero, gioia. Poi fotografo-regista, per immortalarci..-

Mol.- Mah, infunnu sunu affari vostri. Ora, se ci primmittiti aviss'a  purtari fora sti... mobili che erano do povuru  don Bastiano Villa, pero` sapete, sunu pesantissimi, ana essiri di lignu massicciu, robba ca nun si fa cchiù. Eh, pasta antica, vecchio legno...-

Mollica riprova con una sedia sulla quale c'e` seduto Luperchico che ha assistito, impassibile, a tutta la scena, e, naturalmente, Mollica non ce la fa.

Nel.- Cavaliere, ma e` poi tanto pesante? Fate vedere ( Luperchico si alza e Nelly la sposta).. e opla`, semplice, cavaliere.-

Mol.- Bedda mattri ju nun ci capisciu cchiù nenti, propriu nenti. Ora provu con quei quadri..-

Pup.- Non fate fatica inutile, buttateli via, tanto non valgono nulla, specialmente quello con la barba...-

Luperchico, sentendo quelle parole di disprezzo, s'infuria e fa lo sgambetto a Pupy, che ruzzola pesantemente a terra. Quando si rialza, indolenzito, ha un occhio nero.

Pup.- Mamma che botta, mamma che botta. Sono morto, mi sento le ossa rotte, aiuto amoreee.-

Nel.- Tesoro, cosa ti sei fatto?-

Pup.- Sono solamente morto! Aiutami cara, portami a casa gioia. Ahi, ahi..- ( si rialza pesantemente aiutato da  Nelly e da Mollica)

Nel.- Non e` nulla amore, ti curero` io, ti staro`al fianco  giorno e notte..il mio corpo ti  scaldera`! ..datemi una  mano, cavaliere.-

Mol.- Con piacere...  ma oggi ammattunu  cose di pazzi... in  questa casa... ( si guarda attorno prudente. I tre  escono)

Lup.- Meno male che se ne sono andati, altrimenti, anche a  costo di contravvenire alle leggi dei fantasmi,li avrei  conciati per le feste. Cialtroni!  Ah Bastiano, Bastiano, come ti rimpiango.Come potrei  stare insieme a gente cosi`... cosi`...-

Bas.- ( entrando vestito di bianco, da fantasma)...Cosi`  bestia!-

Lup.- Bastiano!-

Bas.- Anarchico fraudolentu!- ( si abbracciano)-

Lup.- ( finto burbero) Bastiano, non incominciare sai?-

Bas.- E cchi ti pari ca picchì ora sugnu un fantasma avissa cangiatu i miei alti ideali, avrei cambiato bandiera, tradito il mio Riuzzo? Mai!-

Lup.- Del tuo Re sai cosa ne faccio? ( si reca a prendere il ritratto e sta per scaraventarlo fuori dalla finestra)-

Bas.- Fermo Luperchico, e cchi niscisti pazzu?-

Lup.- Stai chiedendo la pace?-

Bas.- Chiamala comu voi, ma lassa stare u ritrattu.-

Lup.- ( posandolo) E va bene, pace. Ora dimmi, vecchio  imbroglione, coma mai sei qui?-

Bas.- fici a dumanna, e per buona condotta mi l'accettarunu: Pozzu ristari ccà!-

Lup.- Quindi saremo in due..-

Bas.- Se nun fai u priputenti.-

Lup.- Staremo bene insieme. Ascolta Bastiano, ci sono delle  gatte da pelare..-

Bas.- I jatti ti pili tu, tintu romagnolu mangiajatti!-

Lup.- Ma che gatti e gatti. Io parlavo metaforicamente...-

Bas.- Senti, cu mia parra siculo o tricolore, mai in  tedescu!-

Lup.- E cosa c'entra ora il tedesco?-

Bas.- Perche` nta Romagna, annunca,  nun parrati tedescu?-

Lup.- Ignorante! La Romagna sta in Italia.-

Bas.- Vicino alla Germania pero`. Poi Marx era tedescu!-

Lup.-Con te non si puo` discutere, ne`da vivo, ne`da morto. E adesso, se non mi lasci terminare il mio discorso,  rompo l'armistizio! Dunque, ci sono delle persone che  voglio affittare questa... diciamo casa?-

Bas.- Diciamo casa.-

Lup.- Allora una signora vuole prenderla per farvi abitare la  figlia che si sposa, e cosi` se la toglie dai piedi.-

Bas.- Cu e`? Grazie Tantoni?-

Lup.- Sicuro, te la ricordi allora?-

Bas.- Eccome se m'a rivordu... Fu chidda ca mi fici perdere u piaciri di campari.-

Lup.- E noi, adesso le daremo una lezioncina..-

Bas.- Senza farici mali, piro`. Ricordati dell'art. 4788 bis del codice dei fantasmi e affini.-

Lup.- E vuoi che non lo conosca io? Bello mio, sono piu`  anziano di te come fantasma..-

Bas.- Pero` si nu fantasma anarchicu, pi cui si pocu affidabili.-

Lup.- Bastiano non ricominciamo...-

Il battibecco viene interrotto dall'entrata di un uomo sulla sessantina, piccolo e magro, faccia incolore, vestito dimessamente, che cammina pesantemente. E` Ercole D'Antoni, il marito di Grazia.

Erc.- E` permesso? si puo`? posso entrare? non c'e` nessuno? disturbo? ( finalmente attraversa la soglia della  porta, si guarda attorno, si affaccia dall'altra porta)  C'e` nessuno di qua? ( i due fantasmi lo osservano  incuriositi) Lassano a porta aperta e non c'e` nuddu. Testi pazze! Beh, voli dire ca ma vidu sulu sta casetta... ( la esamina) Ntosti solidi; tetto alto, quindi fresco; ariosa; un poco umida, pì a  virita`, ma cu na stufetta... Nun c'e` male, nun c'e`  male...-

Bas.- ( sbalordito a Luperchico) Ahu, a chistu 'sta casa ci  piaci...-

Lup.- Eppure, se non mi sbaglio, questo dev'essere il marito  di Grazia. E` la sua vittima, certamente.-

Bas.- Pero`, si vedi subbutu ca  e` uno ca sinni intende di case  antiche. Mi e`simpaticu.-

Lup.- Anche a me.-

Bas.- Luperchico, a mia mi pari nu jucaturi di tresette.-

Lup.- Cosa te lo fa pensare?-

Bas.- L'aria di scarparu, forse di varveri...-

Lup.- Mettiamolo alla prova. ( si avvicina al tavolo, prende le carte e le dispone a modo suo)-

Erc.- ( continuando il giro, si accorge delle carte sparse sul tavolo)  Toh, ma varda, na napoletana a coppi. Forse forsi u povuru affittanti ca ci stava prima, pace all'anima sua, era nu jucatuti di tresette,.. cusapi,( dispone qualche   carta, mentre Bastiano, per la contentezza se lo vorrebbe abbracciare)... e si jucava a trissetti, a vo essiri assai intelligente, prispicace, furbu. M'avissi piaciutu  di canuscillu, e forse, qualche vota, magari ni putevumu fari na partita.-

Lup.- ( trattenendo Bastiano) Ferma Bastiano, non e` ora!-

Bas.- Ci ai raggiuni, e` ancora presto, ma nu bacio in frunti su merita. ( lo bacia sulla fronte)-

Erc.- ( che crede che gli sia caduta una goccia d'acqua) Nu pocu  troppu umidina pero`.( guardando il soffitto, poi  scorge i quadri) Ma chistu e` Karl Marx, se nun  sbagghiu.-

Lup.- ( contento) Non sbagli, non sbagli...-

Erc.- Eh, profeta dei puveriraqzzi, ni passau acqua suttu i  ponti da ddu jornu.. .del grande messaggio...(Luperchico se lo vorrebbe abbracciare, ma viene fermato da Bastiano. Sguardi d'intesa tra i due).. E questo dev'essere il Re.. un Re galantuomo, peccato che era  circondato da lestofanti..-

I due fantasmi, sono proprio su di giri per la gioia.

Lup.- Io mi faccio vedere!-

Bas.- Fermo! Po` esseri debole di cuore..-

Lup.- Allora fatti vedere tu, che sei moderno. Intendiamoci, solo come fantasma..-

Bastiano annuisce e si avvicina al quadro del Re e lo fa muovere leggermente avvicinandolo a quello di Marx. Ercole lo guarda prima indifferente, poi sbalordito.

Erc.- Maesta`, forse v'affinniu?-

Bas.- Non mi sono offeso, valent'uomu. Come ti chiami, fedele suddito?-

Erc.- Ercole D'Antoni, Eccellenza! ( si mette sull'attenti)

Lup.- Niente eccellenza cittadino. Questo titolo e` stato  abolito da un pezzo.-

Erc.- ( Sbalordito) Scusate eccell... anzi, vostro onore.-

Bas.- Chiamami Bastiano.-

Erc.- Bastiano? Bastiano, come?-

Bas.- Bastiano Villa.-

Erc.- Allora non siete il Re...-

Bas.- Ma no, ju sugnu Sebastiano Villa e avevu u piacere e l'onori di stari qua, in questa bella casa, finu, finu  a poco tempo  fa.-

Erc.- Piacere signor Villa, io sono Ercole D'Antoni, per  servirla.-

Bas.- Il piacere e` tutto mio.. anzi nostro ( notando  Luperchico che vuol farsi citare).. e ora, se non  vi impressionate, mi faccio vedere.-

Erc.- Non m'impressiono, fate pure.. Ecco, accominzu a  vedirivi... come state bene.. ( gli tende la mano)

Bas.- ( tendendola a sua volta) Primmittitimi prima di prisintarivi un mio carissimo amico, ( Luperchico si mette in posa)  e` u proprietariu do quel quadro...( indica Marx)

Lup.- Possessore, Bastiano, possessore. La proprieta` e` un  furto e dev'essere abolita. Piacere, io sono Luperchico.-

Erc.- Ah, vi vedo, vi vedo. Come state signore?-

Lup.- Chiamami compagno!-

Bas.- Iddu e` Luperchico, fantasima anarchico.-

Erc.- Anarchico? Splendido, in gioventu` feci anch'io  pensieri anarchici, splendido veramente..-

Lup.- ( vanitoso) Hai visto Bastiano? Io l'avevo immaginato.-

Bas.- Chi immaginasti?-

Lup.- Che era un vero compagno.-

Bas.- A vo' cucchiti! Tintu bummaru.-

Lup.- Bummaro a me? Lacche` d'un realista!-

Bas.- Anarchicu fraudolentu!-

Lup.- Oscurantista!-

Bas.- Inaffidabile e bestia.-

Lup.- Servo, suddito e boia!

Bas.- Sangue di Giuda veduvu e martire, chistu e` troppo!-

Erc.- Calma amici, calma. Ho appena avuto l'onore di conoscervi e vorrei godere della vostra amicizia...Ecco,  vi propongo una partita a tresette. Che ne dite? ( i due fanno i sostenuti) Avanti, su, fate pace...-

Bas.- Va bene, pace fatta.-

Lup.- Pace sia.-

Bas.- Amen.-

Lup.- Ricominciamo? Mi fa salire il sangue agli occhi, mi  fa..-

Bas.- Ma quali sangu. Bestia d'un fantasma.-

Lup.- ( con sufficienza) Parlavo metaforicamente.-

Bas.- Attorna co tedescu!-

Erc.- ( cambiando, distraendoli) Allora, chi fa carte?-

Bas.- A carta cchiu auta, e u sei di oro joca.. almeno in  Italia e dintorni ..( guarda storto Luperchico).-

Lup.- Il terziglio si fa cosi`...- ( Bastiano l'interrompe)-

Bas.- Ca quali terziglio, ci facciamo un chiamatre`!-

Erc.- Ca fussi a calabrisella?-

Bas.- Pressappocu, e` il tresette col morto.-

Lup.- Coi morti, prego!-

Bas.- Co mortu, picchì ju quasi quasi...( sta per alzarsi per  contraddire Luperchico, quando entrano Grazia e il cavaliere Mollica)-

Gra.- ( che entra col volto girato) Caro cavaliere fascinoso,  che fortuna avervi incontrato, sapete volevo discutere  con voi alcuni..particolari..-

Mol.- Stavu turnannu a casa, oggi nun mi sentu tantu beni, non mi sento... tranquillu.-

Gra.- Come mai?-

Mol.- Mah, parrannu cu vui, oggi mi succerunu  cose stranizzi, mi sento senza vogghia ne valia. Poi   i musculi fallunu...-

Gra.- Muscolo fallico? Ah, cavaliere maliardo. Allora avete portato il contratto?-

Mol.- Eccolo..( esitante lo mostra ad Ercole, poi resta in  attesa del calcio che non arriva, quindi rassicurato)  U portu sempri cu mia.( si gira, come dire: Ho fatto  bene?)-

Gra.- ( ad Ercole, vedendolo seduto, passa  il documento)Ah, sei qui? Tanto meglio. Devi firmare qui.-

Erc.- Ma cosa c'e` scritto? (esamina i fogli)-

Gra.- Non incominciare ad arrabbiarti e firma!-

Erc.- Ma io..- ( vorrebbe leggerlo)-

Gra.- S'e` arrabbiato. Ha ricominciato. Ma quante volte di debbo dire che se ti arrabbi ti saltano i capillari  del cervello e schiatti!-

Erc.- ( che fa le corna da sotto il tavolo) Ma qui non e` spiegato bene chi abitera` questa casa. Cara

l'abiteremo noi, o i ragazzi?-

Gra.- Noi, i ragazzi, che differenza fa? Evvero  pornocavaliere?-

Mol.- ( infastidito delle avance di Grazia e preoccupato per  se, dimostra una certa fretta d'uscire da quella casa)  Scusate, a mia cu ci sta sta, nun m' importa nenti. Chisti sunu, solo affari vostri.  A mia interessa la firma e i picciuli dill'affittu. Ed ora, scusatimi ma aiu nu  impegno urgente... ( si guarda attorno e timidamente si  avvia verso l'uscita)-

Gra-Firma testone arrabbiato, non vedi che io e il  cavalier servente, abbiamo un impegno urgente?-

Mol.- Io ho un impegno urgente, solo io! ( esce di corsa)-

Gra.- E pure io, con voi, come dire insieme...( Bastiano  non ne puo` piu` e le tira i capelli. Ma Grazia crede  che sia Mollica) Calma, calma mandrillo cavernicolo,  c'e` tempo, no?- ( poi si gira languida e quando si accorge che Mollica non c'e`, se la prende con Ercole)  Ecco, brutto mollusco, l'hai fatto disgustare e se ne  andato. Adesso, con chi tratto io?- ( Luperchico vorrebbe intervenire, ma Bastiano lo ferma)

Erc.- Cara, veramente io..-

Gra.- Veramente tu sei il solito iracondo. avanti, firma il contratto subito, cosi` raggiungo il cavaliere..

 focoso..-

Erc.- ( sbuffando si appresta a firmare) Pero`, io prima..  insomma, uffa!-

Lup.- ( nell'orecchio di Ercole) Non firmare compagno, dopo ti spiego..-

Erc.- Dammi tempo: voglio pensarci su`! -

Gra.- Ma quando mai tu hai pensato con la tua testa? Per te ho pensato sempre io, ricordatelo! E adesso firma,  prima che quello cambi idea e la tua matura figlia ci  rimane sullo stomaco.-

Erc.- Ma cara, questa casa mi sembra piu` adatta a noi,  naturalmente con qualche ritocco..-

Gra.- Ma che dici, vecchio citrullo! Questa casa sara` il  nido d'amore di Nelly e Pupy. Ho deciso!-

Erc.- Eppure, a me piacerebbe vivere qui. C'e` un senso di  pace, di vecchie usanze, di tradizione, quasi di  solennita` che mi fa sentire piu` uomo..-

Gra.- Ma quando mai tu sei stato un uomo. Dai firma!-

Erc.- ( con pazienza) Dopo, dopo, c'e` tempo. Discutiamone  coi ragazzi..-

Gra.- Ora mi stai facendo uscire dai gangheri! ( grida, e  Luperchico le introduce un dito in bocca) Che schifo!  M'e` entrato un animale in bocca! Che schifo!- ( sputa)

Erc.- Fai vedere? Ma non c'e` nulla, sara` stata  l'impressione...-

Gra.- No, no, l'ho sentito benissimo... acqua... devo sciacquarmi la bocca. Anzi me la lavo e la disinfetto.

Non resisto!!! Corro a casa!- ( esce di corsa)

I tre si siedono attorno al tavolo ridendo, e Luperchico racconta la storia, mimando e ricevendo i consensi di Bastiano.

Lup.- Compagno hai fatto bene a non firmare... Ascolta...(  racconto con le modalita` di cui sopra) Per cui esse  mirano a fregarsi a vicenda.-

Erc.- Davvero? Roba da matti... ( sconsolato) Pero` sapete, io  ci abiterei veramente qui, penso che ci starei bene.-

Bas.- Ca certu, pero` e` l'azione ca cunta. Madre contru  figlie, figlia contru madre. Anime morte pronte a  tradirsi...-

Rientrano Nelli e Pupy. Pupy si regge un fazzoletto nell'occhio.

Nel.- Mamma, mamma! ( non vedendola e scorgendo in padre)  Papa`, dov'e` la mamma? Il cavaliere mi ha detto che  l'avremmo trovata qui.-

Erc.- Era qui, ma adesso credo che sia a casa..-

Nel.- Papa`, intanto che ci siamo, vorremmo parlarti.-

Erc.- E parlate..-

Nel.- Ma tu ci devi promettere di non arrabbiarti.-

Erc.- Di nuovo? Avanti, parla.-

Nel.- Sai papa`, io e Pupy si pensava che a causa delle sue aderenze, della sua professione, del suo parentado,  insomma, crediamo che questa casetta non sia adatta a  noi. Magari a te e mamma potrebbe andare bene, siete  soli, senza esigenze, sei pensionato...insomma  anziani...Cosicche` noi abiteremmo nell'appartamento...-

Erc.- ( interrompendola e facendole capire che ha capito, e  ammiccando ai fantasmi, dando loro ragione) Ma si, ma  si,io non ho nulla in contrario, ma vostra madre..-

Nel.- E gia`! Quella non ci vuol bene, lei e` egoista, se ne  infischia della nostra felicita`, del nostro avvenire,  del suo lavoro...( indica Pupy)

Erc.- Ma quale lavoro? Se e` disoccupato a vita!-

Nel.- Ma lo avra`, ero gioia?-

Pup.- Certo amore..-

Bas.- Il buongiorno si vede dal mattino...- (sottovoce)

Lup.- Questo scroccone fara` il mantenuto a vita..-

Nel.- ( impaziente) Insomma papa`, sai prendere una decisione  o no? Ti sai imporre! Ma che uomo sei? Sei una nullita`  , ecco cosa sei!-

Erc.- Ma Nellina..-

Nel.- Stai zitto e non t'arrabbiare, hai capito? E non alzare  la voce. Zitto staiii!!! ( Luperchico fa lo stesso  trattamento riservato a Grazia) Che schifo, mi e`  andato un animale in bocca!!-

Erc.- Era un pipistrello, e  voleva mangiarti la lingua.-

Pup.- Un pipistrello? Aiuto , soccorso, muoio! ( sviene)

Nel.- E` morto Pupy. Oddio e adesso con chi mi sposo?-

Lup.- ( apparendole) Con me cara.-

Bas.- Oppure con me.-

Nel.- Papa`, aiuto, papa` chi sono quei due?-

Erc.- Chi? Ma se non c'e nessuno.. calmati ora.. ( ridendo)  avrai avuto una piccola vertigine..forse la paura   di rimanere zitella!-

Nel.- Ti  giuro che li ho visti con questi occhi!-

Erc.- Ma no, sei solamente stanca e agitata...per Pupy. Anzi  dammi una mano, alziamo 'sto impiatro.- ( alzano Pupy)

Pup.- (rinvenendo vede Lup. e Bas.) Aiuto. Ho visto il  diavolo e san Giuseppe! Sono morto!!( ricade per terra) Nelly si precipita su di lui, mentre i due fantasmi mimano un funerale, con Ercole che si sbellica dalle  risate.( musica adatta). E` da tener presente che, quando le battute non coinvolgeranno direttamente Luperchico e Bastiano, i due seguiranno l'andamento delle discussioni mimando le loro eventuali reazione (controscena): Stizza, Consenso, noia ecc.

Sipario.

 

                                                     Atto  III

Stessa scena degli atti precedenti, pero` i muri sono stati imbiancati e le porte ridipinte. Il pavimento e` lucido. All'apertura del sipario in scena si trova Ercole D'Antoni, che seduto e con la testa appoggiata al tavolino, riflette. Entra Mollica.

Mol.- C'è primmessu? Signora Grazia, si puo`?-

Erc.- ( alzando il capo) Avanti cavaliere, avanti..(Si alza)  Buongiorno a voi..-

Mol.- E la signora?-

Erc.- Non c'e`. Se posso esservi utile io...-

Mol.- Ma sicuro signor D'Antoni, sicuro. Taliati ( esce un  foglio dalla tasca) taliati provati a inzittari chi cosa vi purtai?-

Erc.- Chi purtastutu? - (ironico)

Mol.- Ecco qua, a nota de spesucce..E comu d'accordo con la sua riverita signora, s'avissa a fari a mità. E allura, al netto di Iva,  irpef, ilor, sacof, bolli commissione e diritti vari, vossignoria aviss'a sbursari la somma di lireitaliane Unmilionesettecentoquarantacinquemila e duecento. Salvo errori od involontarie omissioni, si capisce. Ecco a voi. ( passa il foglio)-

Erc.- Quasi due milioni? Ma cchi siti tutti pazzi? Foddi, spustati?

Mol.- Ci u dissi macari ju alla vostra consorte.-

Erc.- Chidda e` a me malasorte...e comu fazzu ora. ..  (piano)-

Mol.- Ju ci lu dicevu alla sua signora: Signora, ci dicevu,  stamu spinnennu troppu. Ma idda  mi arrisponneva:  Cavaliere, per la felicita` dei ragazzi bisogna  sacrificarsi. E sacrifichiamoci, mi dissi. Anche  se la  figghia e` vostra, non mia; e se arresta zitella  sunu affarazzi vostri.-

Erc.- Quasi due milioni e unni li pigghiu? (guarda il foglio)

 Mol.-( apprensivo) Nun l'aviti?-

Erc.- L' avevu, e macari tanti, prima ca madre e figghia si mittevunu a scialacquare, caro cavaliere, a scialacquare... Abito da sposa bianco di seta ricamato  a mano, firmato Giovannella; partecipazioni decorati in oro; bomboniera eterno ricordo; vestiti e biancheria di  marca; mobili laccati e firmati; rinfresco e pranzo alla premier maison; viaggio di nozze con panamerica,  aerfrance e africakorp; mortisubitanea a mia, e m'hanno  prosciugatu. Ecco il saldo di stamani...Controllate,  controllate.-

Mol.- ( asciugandosi il sudore) Ma ma.. proprio nenti? (  Ercole fa cenno di no)... magari in due soluzioni? (  idem) ...a...a rate?-

Erc.- Nisba! Sono asciuttu, amico mio!-

Mol.- Amico vostru? Ma cu vi canusci.-

Entrano in scena, dall'armadio, Luperchico e Bastiano che si avviano verso i due, mettendosi ai lati del cavaliere.

Erc.- Mi pareva ca eramu amici...almenu sembrava.-

Mol.- Ma quannu mai! E cu vi schifia a maritu e muggheri, figghia e jennuru. Ahu, chista e` bella davveru. Io vi conosco  appena, appena...a cchi vi pariu? –

Luperchico e Bastiano lo prendono a ceffoni, alternativamente facendolo scampanare.  Entrano da destra Grazia, Pupy e Nelly.

Gra.- Libidocavaliere, che fate?-

Mol.- ( intontito) Cui ju? Ni... niente..-

Gra.- E allora perche` dondolavate?-

Mol.- Dondolavo? Ju? Mih, varda cchi cosi. Vi piace la casa,  signora?- ( per cambiare discorso)-

Gra.- Bellissima, vero bimbi? Non e` una reggia? ( Luperchico  molla una calcio nel sedere).. Buono sexicavaliere,  buono..( sottovoce)

Nel.- Certo mamma, e` favolosa, eppoi con poca spesa.-

Gra.- Questo lo dobbiamo al cavalier lussurioso..Nevvero?-

Mol.- Sono tremilioni e mezzo circa..-

Gra.- Meno di duemilioni a testa? Non e` molto, pero`.-

Erc.- Per voi..-

Gra.- Uffa, il solito pezzente! Avanti, paga il viro-cavaliere e non t'arrabbiare.-

Erc.- E con che cosa lo pago? Siamo al secco, senza una lira, guarda l'estratto conto della banca. e` datato  oggi..-

Gra.- Ma cosa dici, scemo.- ( Luperchico freme, calmato da Bastiano)

Nel.- Ma sei matto?-

Pup.- Ah...-

Erc.- E invece dico il vero. Vi avevo avvisato : andiamoci  cauti, i soldi stanno per finire, .. ma voi mi rispondevate: Un'ultima cosa, un piccolo dettaglio ancora..Un'altra spesa pazza! Ed ora, eccoci, siamo senza una lira.-

Nel.- Mamma dice che hai i Bot, i CCT, le azioni, le  obbligazioni, vendili dunque.-

Erc.- Ma quali bot di sangu, azioni e reazioni, e obbligazioni e doveri, quelle  sono frutto della mente bacata di tua madre. Io non  posseggo nulla!  Nulla, capitelo.-

Pup.- Capito... capito... sicche`...non possedete nulla? ma guarda, ma guarda..  ( esamina attentamente Nelly)

Nel.- Mamma e` vero? ( frignona)-

Gra.- Lui diceva.. insomma faceva capire.. io non saprei..-

Erc.- E la colpa e` sempre mia!-

Mol.- Signori, calma, eh? ora dobbiamo risolvere questo  problemuccio ( mostra la nota spesa) non vi pare? Ju, se ci permettete, suggerirei delle cambialette, magari  venti, da centomila l'una, che ne dite?-

Gra.- Ottima idea, fantacavaliere. Ercole, firma.-

Erc.- Io?-

Gra.- Certo tu, e chi altro?-

Erc.- Ci saresti... tu, poi lei... e anche lui...-

Pup.- Io? Ma la mia casata... l'onore... io non firmo. mai!-

Gra.- Pupy? Ma è assurdo! Dai firma papà!-

Erc.- Io non firmo nulla.-

Gra.- E` inutile che ti arrabbi sai?-

Erc.- Io non mi arrabbio. Io non ho mai firmato cambiali in  vita mia.-

Nel.- Ed ora li firmi!-

Erc.- E per chi? per te? per lui?.. per tua madre? Ma andate  al diavolo, andate!-

Mol.- Signora, io ho la vostra parola, evvero?-

Gra.- La mia? La sua, e` lui il capofamiglia.-

Pup.- Signori, signori vogliate scusarmi, ma mi sono ricordato proprio adesso d'avere un impegno urgente ed impellente... Chiedo permesso...Scusate. Ossequi... ( esce frettolosamente)

Nel.- Aspettami caro, vengo con te..-

Pup.- ( girandosi sull'uscio) No, Nelly, tu resta pure... coi tuoi...cari. Addio cara, bay..(esce)

Nel.- Ma Pupy amore, tesoro gioiaaaa ( frigna)-

Pup.- ( riaffacciando solo la testa) Fine d'un amore. Sorry.-

Gra.- Hai visto? L'ha lasciata. Colpa tua! L'hai rovinata..-

Erc.- Voi avete rovinato me! Mi avete portato all'elemosina.-

Mol.- E a mia cu mi pava?-

Erc.- Lei!-

Gra.- Lui!-

Mol.- Mannaggia a me, accidenti a me e a quannu mi misi cu sti murtizzi di fami. ( si dispera)

Gra.- Buono cavalierfascinoso, se avere perso i soldi, in  compenso avete trovato me.-

Mol.- Ma chi  minchiati dici sta megera.-

Gra.- ( frignando) Ah, è così? dopo che mi avete  corteggiata, palpeggiata, pomiciata, illusa... quasi  sedotta e abbandonata.-

Mol.- Sunu vostri vaneggiamenti di fimmina in menopausa, ju sono stato sempre  corretto... ( si guarda attorno)-

Gra.- E le pacche nel sedere? i pizzicotti, le tiratine lussuriose di capelli? Non contano? Eh?-

Mol.- E i cauci nto panaru i timpulati, i jancati, i cuzzati ca pigghiaiu ju, nun  cuntunu? Ora, vardassi cchi ci dicu: Ju cridu ca tuttu chissu ca ni successi, nun è  farina do nostru saccu...- ( circospetto)

Gra.- No?  e di chi sarebbe?-

Mol.- ( sottovoce) Di qualchidunu autru, cca intra.-

Gra.- Ma se ci siamo solo noi.- ( guardandosi attorno)

Mol.- Nonzi (sottovoce)... c'e` qualcuno, sintissi a mia. Ed e` stu...qualcuno che pomicia lei...e carrica di lignati a mia.-

Gra.- Questo e` pazzo.( tra se, poi a Mollica) Sentite,  cavalierpazzo, e come sarebbe questo .. costui? Lo  avete visto?-

Mol.- Piu` che visto, sentito. ( si tocca le guance)-

Gra.- Quindi non mi avete palpeggiato voi, vero?-

Mol.- Mai sia, nun mi primmittevu.-

Gra.- Ho capito, ho capito...Voi uomini siete tutti uguali.  Ercole, andiamo via, qui noi non abbiamo piu` nulla da  fare...- ( si avvia)

Mol.- Signora, e a mia chi mi pava?- (costernato)

Gra.- Fatevi pagare dal vostro " qualcuno"...  ( esce  baldanzosa) Ercole? andiamo!-

Erc.- Vai avanti cara... io verro` dopo.-

Gra.- ( fermandosi alla porta) E mi raccomando Ercole, non  dare piu` confidenza a questa specie di cavaliere  pezzente, impotente, evirato e.. bell'Antonio!- (esce)-

Erc.- Vai.. vai.. ( pazientemente)-

Mol.- Ma, ma a sintiti? Ma e` proprio pazza! Comunque io vogghiu  i me picciuli. Il sudore della mia fronte, il sangue del mio sangue, i miei affanni giovanili, le mie fatiche, lo scopo della mia stessa vita... Chi me li  rende? Eh, dite voi! (con enfasi da tragico)-

Erc.- La pazza furiosa ca è appena uscita!-

Mol.- ( correndo verso l'uscita) Signora, signora Grazia,  signora bella, aspettate un po'..- ( esce)

Bas.- Poveraccio, l'avete colpito al cuore.-

Lup.- Ben gli sta. I padroni sono tutti ladri!-

Bas.- Non generalizzare, anarchico da strapazzo.-

Lup.- Servo dei padroni, ecco chi e` Bastiano Villa!-

Bas.- Tintu bummaru, io polverizzo a tia e i to idee.-

Lup.- Provaci vecchio citrullo!-

Erc.- Ma amici miei, non avevate fatto pace? Ho gia` abbastanza guai senza che vi ci mettiate pure voi..-

Lup.- Che guai?-

Erc.- Volente o nolente, io ho firmato un contratto e lo debbo onorare. Non vi sembra abbastanza tragico doverlo fare senza una lira?-

Bas.- Effettivamente, u galantuomu havi raggiuni...-

Erc.- Povero me. Mi arresteranno, sara` la mia vergogna, mi  macchieranno le carte, forse mi metteranno a pane e  acqua...- ( si lamenta sommessamente)-

Bas.- ( prendendosi Luperchico da parte) Senti Luperchico, da vivo sentivo dire ca i morti, i spiriti, i fantasimi, spesso fannu truvari i trovaturi, i tesori, ai  vivi... casamai, nun avissitu qualche postu da fari sapiri all'amico qui prisenti?-

Lup.- Bastiano, ma sei proprio ignorante. Quando mai sono  accadute queste cose?-

Bas.- Eppure, sentivo dire...-

Lup.- Sciocchezze di donnicciole, fantasie popolari,  stupidita`, nulla piu`.-

Bas.- Sei sempri nu fantasima fraudolentu, e se nun ci stai dicennu a  verita`, quanno finisciu u me apprendistato,  ni facemu appoi i cunticeddi.-

Lup.- Cerca d'essere serio, una volta tanto. Ercole, oltre  che compagno ideologico, e` anche amico mio.-

Bas.- Hai ragione. Ma allra comu u putemu aiutari?-

Entra Grazia.

Gra.- Ercole, Ercole? ( vedendolo col capo appoggiato al  tavolo)-

Erc.- ( alzando il capo)  Grazia! Cosa c'e?-

Gra.- Ti stavo aspettando giu`. Mi ero nascosta per non farmi  vedere da Mollica, ma tu non scendevi, allora ho   pensato... ho pensato... - ( e` docile)

Erc.- Cosa hai pensato?- ( allarmato)

Gra.- Che forse ti sentivi male... ( piange) Io sono stata  troppo cattiva... t'ho fatto soffrire...-

Erc.- ( alzandosi e avvicinandosi a Grazia) Beh,  effettivamente, negli ultimi tempi.. e con quel..

 cavaliere...-

Gra.- Non so cosa mi ha preso. Ma sono sicura di una cosa:  sono una stupida!-

Erc.- Ma no, ma no... forse non volevi arrenderti alla  realta`. Stiamo invecchiando..-

Gra.- Ma io non voglio invecchiare, non voglio essere brutta,  rugosa, cadente..-

Erc.- La vecchiaia, presa con dignita`, e` accettabile. Ci  sono vecchi che hanno una bellezza interiore che pone  in secondo piano il degrado fisico. Bisogna accettare  serenamente quello che ci riserba la vita... tanto, noi  non possiamo fare nulla per cambiarla.-

Gra.- Ma la morte... Io ho paura della morte.-

Erc.- Bisogna aver paura di un certo modo di vivere, mia cara. La morte, puo` essere anche una condizione ottimale. Ma  adesso basta, non parliamo piu` di cose tristi..( la  abbraccia) L'importante e` che tu sei tornata a me,  cara..-

Gra.- ( piangendo) Si... caro... oh, caro... mi hai perdonata?-

Erc.- Ma certo.-

Gra.- Senti per i soldi di Mollica, posso mettermi a lavorare e ti aiutero` a pagare.-

Erc.- Sei gentile, ma non occorre. Me la vedro` da solo. E  adesso vai a casa, ci vediamo piu` tardi.-

Gra.- Si, si vado, ti preparero` una bella cena, come ai  vecchi tempi. Ma tu non tardare molto.-

Erc.- Faro` piu` presto che potro`. Ciao cara.- ( la bacia in  fronte)

Gra.- ( uscendo) Ciao... Ercoluccio.-

Bas.- Nzumma alla fine è na brava fimmina, và!-

Lup.- Forse sono stato un po` brusco. ( accenno alle pacche)-

Erc.- Ma no, voi avete fatto quello che avrei dovuto fare io, trent'anni fa!-

Bas.- Ma forsi ama approfittatu do fattu d'essiri fantasimi. Forse ama esagerato...o sbagghiatu.-

Erc.- Ma no, no. Siamo noi che sbagliamo, noi vivi. E se ogni tanto voi ci date una tiratina d'orecchi, non guasta,  sapete.  Vedete, voi siete fantasmi, cioe` non siete, voi apparite, date l'illusione di essere, insomma sembrate.  Noi vivi, che dovremmo essere, invece vogliamo solo  apparire.  Prendete mia moglie. E` una capacissima massaia e  sarebbe anche un'ottima moglie, se non volesse apparire cio` che non e`: Sofisticata, eccentrica, fatale...bella.  E mia figlia? E` egoista e assetata di sesso. Si venderebbe padre e madre per un paio di pantaloni, invece si atteggia a santarellina innocente e vittima. E Pupy? E` vanitoso, vuoto, incapace e vuol sembrare  uomo colto, raffinato, professionista competente...   Infine, prendete me. Sono un uomo debole, un indeciso,  non ho saputo mai fare una scelta, ho rifuggito alle  responsabilita` di padre e di marito, in una parola: un vigliacco. E mi atteggio a uomo saggio, prudente,  buono.

Sentite a me, cari amici, i veri fantasmi, siamo noi, i  vivi!-

Lup.- Un momento, ma allora, chi siano veramente?-

Bas.- Fantasmi e no! Nuatri e iddi, a secondu do casu...  piro` tu  ci hai nu grandissimu privileggiu..-

Lup.- Quale?-

Bas.- Chiddu d' essiri l'unicu, veru, autenticu fantasima  bestia!-

Lup.- Bastiano, mi hai dato la tua parola..-

Erc.- Vi prego amici nun vi sciarriati,e cchi faciti peggiu de vivi. Lasciate a noi questa fortunata

 prerogativa perche` siamo ridicoli, mentre voi siete...  seri. E adesso scusatemi, ma vado a casa. Grazia mi  aspetta.-

Bas.- Vottimmi amicu miu, ma ti pregu, nun aggiudicari e nun t'aggiudicari troppu  severamente. Vidi, vidi, in funnu qualche vota, fare nu pocu i carusazzi fa macari bene.-

Lup.- Si scherza, si gioca...ci si maschera, si litiga...In fondo, forse, non siamo proprio cattivi, siamo solo un  po' stupidi, fantasmi e no. Ciao Ercole e torna presto.-

 Ercole sta per uscire, quando alla porta si affaccia un giovane. E` Giovanni Villa, nipote di Bastiano.

Gio.- E` permesso?-

Erc.- Avanti giovanotto.-

Gio.- Buongiorno signore, scusatemi, era aperto... -

Erc.- Buon giorno a voi. Dite pure.-

Gio.- Ma forse... mi sono sbagliato. ( guarda attorno) Questa, pi casu, nun è a casa di don Bastianu Villa,  bonanima?-

Erc.- No, nun vi sbagghiati, e` questa.-

Gio.- Premmettete? Ju sugnu Giovanni Villa, niputi di don  Bastiano... ( tende la mano)

Erc.- Davvero? molto onoratu , ju sugnu  Ercole D'Antoni. ( stringe la mano) Ma accomodatevi  assittativi, prego.-

Bastiano si guarda il nipote attentamente e quasi severamente.

Gio.- ( sedendosi) Grazie, siete gentile. E vui site u novu affittanti?-

Erc.- Po mumentu, si. Quindi site so niputi, Bene, bene... Vi pozzu addumannari na cosa? (richiesta mimica di Bastiano)

Gio.- Parrati si pozzu favurirvi.-

Erc.- Ecco, vulissi sapiri unn'eruvu  quannu morsi vostro zio.-

Gio.- Povuru zio.. accussì sulu. Ju eru in Germania, a buscarimi lu pane.  Aieri, quannu arrivaiu a Catania, mi desuru a mala nutizia. E c'arristai accussì male, ma accussì male ca nun chiusiu l'occhi tutta a notti. E stamatina, a  prima cosa ca fici, e` stata a visita o cimiteru. Ma inta dda povera tomba, vi giuro, dintra di mia non sintiu a me  ziu. Non c'e` statu contattu, nenti, nessuna  sensazioni, nessuna emozioni. Inzumma pi mia ssa tomba era vacanti, come se u ziu non ci fussi dda dintra. Allora fici sta pinzata: Ora vaiu nta so vecchia casa, puo` darisi ca ddà, co ricordo de so cose, provero` l'emozione... e macari u chianciu. Ed eccomi qua.. Ma, forsi è statu nu viaggiu a vuoto. Tutto e` cangiatu ...-

Bastiano vorrebbe abbracciarsi il nipote, trattenuto vistosamente da Luperchico.

Erc.- Certo, qualche piccolo cambiamento c'e`. Ma penzu seriamenti ca troverete quella ...consistente presenza di  vostro ziu -  ca tantu circati.-

Gio.- (alzandosi) Speriamu...Intanto vi dispiace se vado dda banna, nell'altra stanza, nell'orto?-

Erc.- Fate pure come se foste a casa vostra.-

Gio.- Grazie signore. ( esce da destra)

Bas.- ( contento) Cchi ti dicevu? Eh? Non e` potutu viniri o me funerale picchì era in Germania, vicinu alla  Romagna.-

Lup.- E dalle!-

Erc.- Sembra un bravo ragazzo.-

Bas.- Tutto so ziu.-

Rientra il giovane.

Gio.- Dda banna truvai sti quadri. Chistu era di me ziu, sapeti ci era assai affezionato, vi dispiace se mo portu ju?-

Erc.- Credu ca ne sarebbi, anzi che sia felice ...( vedendo Bastiano gongolare)

Gio.- Ddautru nun mo ricordu propriu propriu. Forse non era di me ziu... E` Marx, vero?-

Erc.- Proprio iddu.-

Gio.- In Germania, fra l' operai era famosu. U chiamavamu " Lieben Arbeiter Profeten" (pronuncia maccherronica: Liben Artaiter Profeten) O pressappoco. Che  significa amato profeta dei lavoratori. Mu pozzu teniri macari chistu?-

Erc.- Ma certo.. ( vedendo Luperchico contento) E sono sicuro che anche il suo ex ...possessore sarebbe contento...-

Gio.- Grazie, grazie assai. Siete veramente buono.-

Erc.- Non e` tutto merito mio. Sapiti alle voti ci sunu cosi ca nun videmu, ma ca esistono, che ci danno...una  mano,  ci fannu parrari con chiù` sennu, ci fanno  sintire chiu` buoni.-

Gio.- Gia`, forse ci aviti raggiuni voi. Beh, sugnu cuntentu di avirivi conosciutu signore, e ora minni vaiu e levu u distrubbu.-

Bastiano fa cenno ad Ercole di fermarlo ancora.

Erc.- Se volete potete fermarvi ancora un pochino nella casa di vostro zio. Penso che lui lo vorrebbe...-

Gio.- Mi piacissi tantu tantu, ma dda fora c'e` la me zita ca m'aspetta, e nun a vulissi fari aspittati assai.-

Erc.- ( sempre spinto da Bastiano) E fatela trasiri, dateci l'onuri di canuscilla.-

Gio.- Daveru? E allura a vo chiamu.-

Bas.- U picciriddu avi la zita, ata sintutu?-

Lup.- Quel compagno e` in gamba!- ( Bastiano lo guarda con  gli occhi storti.)

Entra Giovanni accompagnato da una ragazza caruccia. E` Carmela.

Gio.- Signor d'Antoni, vi apprisentu Carmela, la mia fidanzata.-

Erc.- Fortunatissimo signorina..-

Car.- Piacere. ( le tende la mano)

Erc.- Il piacere e` tutto mio.. ( i due fantasmi si esibiscono in goffi inchini di ipotetica presentazione)

Gio.- Vedi cara, comu di dissi, chista e` la vecchia casa du zu Bastianu. Ddabbanna` c'e` un'autra cammera, a cucina, u cessu, e  c'e`macari nu piccolu orticellu. Certo ora e` un po'  trascuratu, ma l'ava vidiri quannu u  manteneva u ziu, era na bamboniera.-

Car.- Mi lu fai vidiri?-

Gio.- ( A Ercole ) Possiamo? -

Erc.- Ma naturalmente. Io v'aspettu ccà.-

I due giovani escono da destra.

Bas.- Com'e` duci duci sta niputina..-

Lup.- E dev'essere pure buona...-

Erc.- E si vogliono pure molto bene. Avete visto con che riguardo lui la tratta? E lei come se lo mangia con gli occhi?-

Bas.- Cu sapi  quannu si maritanu. Vogghiu aviri tanti, ma tantissimi pronipotini, tutti comu lu so proziu, modestamente...-

Lup.- Ercole, chiediglielo.-

Erc.- Appena ritornano glielo chiedero`, stai tranquillo. Piacciono anche a me questi tue nipoti, sai Bastiano?-

Bas.- Sono nu zuccaru... ecco ca arritornanu.-

Entrano i due giovani fidanzati.

Car.- E` un amore, e` proprio un amore.-

Gio.- Chi ti dissi?-

Erc.- Vi e` piaciuta la casa?-

Car.- Moltissimo signor D'Antoni. Complimenti per come l'avete ristrutturata... poi quell'orto, il piccolo giardinetto..-

Erc.- Io ho fatto pochino...comunque grazie.  E voi, quando vi farete il vostro nido d'amore? A quando le nozze?-

Car.- ( abbassando il capo) Non appena Giovanni avra` trovato casa.-

Erc.- Siete in cerca di casa?-

Gio.- Piu` o meno. Sapete quant'e` difficili truvari na casa ca ci piaci e ca non avi un'affitto caru. Ju in  Germania ho buscato qualche soldo, ma mi abbasta appena  appena pe spesi do trattenimentu. Eppure aiu fiducia  nell'avvenire. Aiu nu buonu  misteri in manu, sugnu  specialista in facciate, sapiti?-

Erc.- Aspettate un po'... forsi forsi mi vinni un'idea... piro` ho bisogno di  riflettere megghiu... Per favore, se non vi dispiace, mi lassati nu pocu sulu? Magari andate nell'orto che  tanto piace alla signorina? Poi vi chiamo io... Eh?-

Gio.- Come volete signor D'Antoni... ma non comprendiamo..-

Erc.- Dopo vi spieghero`... Grazie... e ora andate, su`!-

I due riescono.

Bas.- Ercole, si na cannunata!

Erc.- Hai gia` capito?-

Lup.- E Mollica?-

Bas.- Chiamalu Ercole, sugnu sicuru ca a cosa si sistemera`.-

Lup.- Io sono certo! Me lo lavoro io!-

Bas.- Niente violenza!-

Erc.- Calma, calma, bisogna vedere se i fidanzatini accettano.-

Bas.- Picchì, ci hai dubbi?-

Erc.- Hai sentito che non ha molti quattrini. Eppoi bisogna  appurare se questa casa piace loro veramente..-

Lup.- E non te ne sei ancora accorto?-

Bas.- Sintisti cchi cumplimenti?-

Erc.- Possono essere complimenti di circostanza... Che ne sappiamo ... cosa ne pensano veramente?-

Bas.- (solennemente) Bando alle ciance e passiamo ai fatti. Chiamali e falli venire costì e fai la proposta.-

Lup.- Sono d'accordo!-

Erc.- Va bene, li chiamo..( si avvicina alla porta di destra) Giovanni, Carmela, venite, per favore.-

Entrano Giov. e Car.

Erc.- Scusate se vi fici aspittati dda banna, ma sapete.. da solo.. penzu megghiu, e` come se mi consigliasse con  altre persone, con altri me stesso. Sintitimi vaia fari na proposta, voi siete liberi

d'accettarla o no. Dunque, io ho affittato sta casa pi farici stati me figghia ca sa o maritati, ora u matrimoniu sfalliu,  diciamo megghiu che e` stato... rimandato a data da destinarsi. Per cui sugnu dispostu a cedervi u cuntrattu di sta casa, ma voi vi dovreste accollare la  meta` delle spese di ristrutturazione. Naturalmente se il cavaliere Mollica, il proprietario, e` d'accordo.  Pensateci bene e poi datemi una risposta. -

Gio.- ( guardando Carmela) Ecco, parrannu cu vui, a nuatri  la casetta piace... poi  era di me ziu... Ma, scusate, a quanto ammontano ste  spese? E quant'e`  a misata di casa?-

Erc.- A misata e` cinquantamila;  per quella quota della ristruttarazioni...  dovro` ancora vedere, indagare spruvari... ma sicuramente troveremo una  soluzione, vedrete.-

Gio.- Signor D'Antoni, ju picciuli non ne ho tanti...-

Erc.- Vi dissi di non preoccuparvi... cappoi nun sara` una grossa  somma... Un milione e mezzo l'avete?-

Gio.- Ci pozzu arrivari.-

Erc.- E allora considerate la cosa fatta.-

Gio.- Signor D'Antoni, siete un angelo.-

Car.- Avremo la casa, avremo la nostra casetta? Signor  D'Antoni vi meritereste un bacio..-

Erc.- ( porgendo la guancia) E datamillu avanti và... tutti e due.-_

I due fantasmi cercano goffamente di ricevere anche la loro parte di baci.

Entra Mollica.

Mol.- ( trafelato) Nun ni pozzu cchiù! ( si siede) Nun ni  pozzu propriu cchiù. Mi mannanu da Erode a Pilato. Ma ju ai me soldi non rinuncio - che si sappia!-

Erc.- Buongiorno cavaliere Mollica, come state? Permettete  che vi presenti questi due giovani ? Giovanni Villa e  la sua fidanzata Carmela.-

Mol.- Villa? Nun sara` u nipoti di don Bastiano?-

Gio.- Sono proprio io, per servirvi.-

Mol.- ( brusco) Giovanotto, avemu tanti cusuzzi da  sistemare, noialtri...-

Gio.- Se si trattano di cose do ziu, sugnu a vostra  disposizione.-

Erc.- ( interrompendo) Cavaliere, ho una buona notizia per  voi.-

Mol.- I me soldi?-

Erc.- Anche, anche.-

Mol.- ( alzandosi) E parrati annunca!-

Erc.- Cavaliere, sti dui bravi giovani sunu disposti a rilevare u me cuntrattu d'affittu, voi che ne  dite?-

Mol.- Un milione e mezzo e la casa è da so!-

Erc.- ( spronato da Bas. e Lup) Un milione e mezzo? Via  cavaliere, calate, calate, vu cunsigghiu. Ma taliatili, sunu giovani, ana mettiri su casa, ana affrontare tante spese... soprattutto si tratta del  nipote di don Bastiano Villa.-

Mol.- Puo` essere u niputi di chiddu ddà` ( indica il quadro del Re) pi mia nun cangia nenti.-

Fa appena in tempo a dirlo, che si becca un calcione robusto da Bastiano, il quale si scusa con Luperchico, mimando:" Quando ci vuole ci vuole!"

Mol.- ( Che capisce l'antifona) Inzumma vulennu ni putissimu mettiri daccordu: pozzu livari centomila? ( aspetta la  conferma. Se non arriva il calcio... Ma quello gli arriva)... Ecco, forse... duecento? ( C.s.)...ci sono:  trecento!- ( i due fantasmi lo pressano mettendoselo in  mezzo)... ma allura quantu? ( piagnucola).-

Erc.- ( vedendo Luperchico che fa segno: Sette.) Settecento e  nun ni parramu cchiù!-

Mol.- Ma su' troppu picca ( piagnucola ancora)-

Erc.- Cavaleri, cavaleri, e com'è ca nun vuliti capiri? Ccà intra, a qualcunu nun ci piaciunu autri affittanti: sulu sti picciutteddi sunu, comu diri, graditi. Quindi datevi una regolata... di stu passu v'arresta sfitta pi sempri... capitu l'antifuna?-

Mol.- ( capendo al volo) Accetto, si accetto.(ai giovani) Datimi  settecento e  a casa e` vostra.-

Gio.- Evviva!-

Car.- Che bello..-

Erc.- Ecco il contratto, ragazzi, fate quello a vostro nome e  questo potete buttarlo nella spazzatura.-

Mol.- ... Scusate.. i me soldi?-

Gio.- Domani ve li porto a casa vostra.-

Mol.- ( frettolosamente) V'aspettu con ansia. Scusate, ora... scappu... buongiorno a tutti... ( gira la mano  attorno, come a voler salutare anche i fantasmi).-

Saluti a soggetto.

Gio.- Signor D'Antoni, nuatri vi semu obbligati e nun sapemu comu ringraziarvi, se  ci date l'onore, vorremmo inviatarvi al nostro spasaliziu.-

Erc.- Verro` con piacere.-

Car.- Andiamo Giovanni, a casa ci aspettano.-

Gio.- Si, andiamo.  Allora ..  arrivederci..( stringe la mano Ercole)-

Erc.- Arrivederci carusi.-

Escono.

Bas.- ( fregandosi le mani) E` fatta, e` fatta..-

Lup.- Bel colpo, Ercole.-

Bas.- Nun è ca ama esagerato che riduzioni?-

Lup.- Bastiano, quello ha speso sienno` un milione e mezzo, in tutto.-

Bas.- Quand'e` accussi`... ( e` pensoso)-

Erc.- Ha avuto il giusto... E adesso me ne vado anch'io.-

Bas.- ( pensoso) Un mumentu, un mumentu, cca c'e` da discutiri ancora na cosa.-

Erc.- Cosa?-

Bas.- Ddi dui picciotti, quannu sarannu ccà, da maritati...  inzumma... chiddi faranno l'amore, no?-

Erc.- E` naturale.-

Lup.- E allora?-

Bas.- Ca cumu allora? E che? L'avissir'a fari in presenza mia e di nu stranu, perddipiu` anarchicu? Ju sugnu all'antica, tantu pi sapillu.-

Lup.- Che bestialita`.-

Bas.- Chiamala come voi tu, ma ju nun pozzu vidiri certi cosi. E macari tu, anarchico guardone!-

Lup.- Ma dai, i fantasmi mica hanno sensi..-

Bas.- E che è? Casumai vulissi vidiri a me nipitedda nella so intimita`? Mai sia!-

Erc.- Questo e` un guaio. I ragazzi ormai ci contano. Come si fa adesso?-

Bas.- Beh, pensannuci beni, na soluzione c'è... Vuol dire  che ce ne andremo noi..-

Lup.- Noi? E dove?-

Erc.- Gia`, dove?-

Bas.- Aspittati e lu saprete pristuni assai. Fatemi assittari. ( si siede e si  concentra, poi parla come se avesse davanti un'ipotetica radiotrasmittente) Pronto, pronto? Centro Controllo fantasmi? Passo! Pronto, mi sentite? Passo!-

Voce- Qui centro controllo, chi chiama?-

Bas.- Qui e` il fantasma Bastiano, avissi a fari na richiesta..-

Voce- Matricola, prego..-

Bas.- ( tirando fuori dalla tasca un foglio e leggendo)  Matricola 0011223344/P, come Palermo, passo!-

Voce-  Identificazione avvenuta, fate la richiesta. Passo.-

Bas.- Grazie, grazie tante.. Ecco, volevo chiedere, inzumma  se pi casu siti accomodu, vulissi vulissi cangiari casa, e` possibile?-

Voce- Restate in ascolto.-

Bas.- ( a Luperchico) Speriamo bene..-

Voce- Fantasma Bastiano, siete in ascolto? Passo.-

Bas.- Ca sugnu, passo.

Voce- Ci sarebbe disponibile una casetta in via San Giovanni  Galermo, al nr 970, vi sta bene? Passo.-

Bas.- Cu  ci sta?  Passo.-

Voce- C'e` una sala prove di una compagnia teatrale. Passo.-

Bas.- Accetto. Ah, ci fussi postu macari po me cumpagnu, sapiti è n'amicu.-

Voce- E` un fantasma?-

Bas.- Si, un po' bestia ma è un veru fantasima. Si chiama Luperchico, fantasma anarchico.-

Voce- Matricola, prego.-

Bas.- ( a Luperchico) Presto la matricola.-

Lup.- 00326529/B.

Bas.- 00326529/B. Come.. come.. bestia! Passo.-

Voce- Restate in ascolto.-

Lup.- ( nervoso) Ti stai divertendo, vero?-

Bas.- Cui, ju?  ( finto tondo)-

Voce- Fantasma Bastiano, qui non risulta  alcun Luperchico  fantasma anarchico, ma Lupercolo, fantasma discolo.-

Bas.- ( A Lup) E annunca?-

Lup.- Sono io, dopo ti spiego.-

Bas.- E`iddu, doppu mi spiega.-

Voce- Affermativo . C'e` posto.. Da oggi potete trasferirvi. Buona permanenza nella nuova residenza. Passo e  chiudo.-

Bas.- Chiudo.. Allura? Chi e` sta storia do fantasima  discolo?-

Lup.- ( imbarazzato).. Beh, sai, con l'eta`... essere fantasma... discolo. Insomma uno si sente ridicolo, no?  Poi, sono affari miei!-

Bas.- ( sbellicandosi dalle risate) Lupercolo, fantasma  discolo... Invece Luperchico, fantasma anarchico.. Ah,  ah.. chistu  e` cchiù serio, ca comu.-

Lup.- C'e` poco da ridere. sono un vero anarchico, io.-

Bas.- O vo' cuccati, fantasma anarchico...macari tu sicomu tutti l'omini vivi: (con finta enfasi) vuoi sembrare, anzicche` essere... vuoi apparire diverso, come gli uomini?  E va bene, si vede che anche da morti ci portiamo appresso gli stessi difetti che abbiamo da  vivi. Sai cosa ti dico?  Non ci dovremmo dividere tra  morti e vivi, ma tra fantasmi e no, come dice Ercole.  Avanti, beddu valenti pigghiamuni a truscia e  smammiamo. Ti salutai Ercole, ahu ni veni a truvari evveru? -

Erc.- Contateci amici.-

Lup.- ( prendendo le carte) I quadri li abbiamo regalati a Giovanni, ci restano solo queste...-

Bas.- E portamuni sulu chisti, vuoli diri ca ni facemu u  tresette co mortu...  ( si avvia verso l'armadio, apre  lo sportello e inizia ad entrare) -

Lup.- E il morto chi sarebbe?-

Bas.- Un certo Luperculo, fantasma discolo..- (entra)

Lup.- Bastiano, non incominciamo..-

Bas.- Senno` cchi mi fai, tintu bummaru?-

Lup.- Non chiamarmi bummaru, lacche` della corona..-

Bas.- Anarchico fraudolentu...-

Lup.- Servo del Re! ( entra anche lui e chiude l'anta)

Bas.- ( riaprendo l'anta e affacciando la testa) Ercole, ti  saluta Lupercolo, fantasma discolo.. Ahi, botta di  sangu! ( fa capire che ha ricevuto un calcione nel  sedere) Senti tintu Tidiscazzu di Romagna, ora t'abbessu ju.-

Si ode, proveniente dall'armadio, che ondeggia, un intenso litigio di breve durata, poi tutto torna tranquillo. Ercole, che si era tappato le orecchie, esce da sinistra, sorridendo divertito.

Erc.-  Addio amici miei, fantasmi... e no! - ( guardando il   pubblico).-

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